quaderno 2005 - pag1-79

40
Fondazione Ro rrra Europea Quaderni 2005 -te * ,. lf- ~ * -I< .•.* FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Upload: fondazione-roma-europea

Post on 12-Mar-2016

237 views

Category:

Documents


3 download

DESCRIPTION

Sezione del Quaderno annuale della Fondazione Roma Europea.

TRANSCRIPT

Page 1: Quaderno 2005 - pag1-79

Fondazione Ro rrra Europea

Quaderni2005

-te *,. lf-

~ * -I<.•.*FONDAZIONE

ROMA EUROPEA

Page 2: Quaderno 2005 - pag1-79

Organigramma della Fondazione ROMA EUROPEA - anno 2005

- Comitato Esecutivoo Presidente: Or. Giuseppe De Ritao Vice Presidente: Avv. Cesare San Mauroo Componenti: Prof. Marcello Foschini, Or. Franco Nobili, Prof. Angelo Maria Petroni, Prof. Fabio Pistellao Componente di diritto in qualità di Presidente dell'Associazione Amici di Roma Europea: Ing. CarloPellegrini r

- Consiglio di Amministrazioneo Presidente: Or. Giuseppe De Ritao Componenti di diritto in qualità di membri del Comitato Esecutivo: Prof. Marcello Foschini, Or. Fran-co Nobili, Ing. Carlo Pellegrini, Prof. Angelo Maria Perroni, Prof. Fabio Pistella, Avv. Cesare San Mauro(anche fondatore)o Componenti di diritto - fondarori: Or. Livio Bamabò, Avv. Silvia Esposto, Or. Stefano Gabbuti, Or.Umberto Mucci, Avv. Luca Ricciardi, Avv. Paolo Spaziani, Ono Ernesto Srajano ; Or. Sandro Pamasi perPARSITALIA, Or. Cesare Paladino per UN.E.A.L.o Componenti di diritto in qualità di rappresentanti delle aziende aderenti per il 2005: Or. Andrea Man-goni per ACEA; Or. Federico Grazioli pcr AGRlCONSULTING; Or. Vito Zappalà per AUTOSTRADEPER LITALIA; Or. Agrippino Terranova per BANCA POPOLARE DI ANCONA; Or. Ettore Camozziper CAMOZZI GROUP; Gen. Bruno Nieddu per ENAV; Or. Massimo Romano per ENEL; Or. Massi-mo Rossi per ENTERPRlSE DIGITAL ARCHITECTS; Or. Alessio Zagaglia per ERlCSSON TELE-COMUNICAZIONI; Ing. Bruno Ratti per ESRl ITALIA; Or. Lorenzo Borgogni per FINMECCANI-CA; Or. Aldo Vannini per ITALGAS; Or. Claudio Malaresra per OPERE GENERALI; Or. AlessandroStarita per ORACLE ITALIA; Or. Domenico Statuto pcr REALES; Or. Massimino Pastorelli per SABAITALIA; Avv. Piero Luongo per SAN PAOLO IMI; Or. Antonio Nicolai per SIGMA TAU FINANZIA-RIA; Or. Ruggero Manciati per SIMEST; Avv. Dario Vitulano per STRATA; Prof. Luigi De Simone Ni-quesa per TCL; Or. Juan Carlos Venti per TELECOM ITALIA.

- Collegio dei Revisori dei ContiPresidente: Or. Fabio GiorgiComponenti: Prof Edoardo Cinrolesi: Or. Roberto Piccinini

- Segretario GeneraleOr. Umberto Mucci

- Associazione Amici di Roma EuropeaPresidente: Ing. Carlo PellegriniVice Presidenti: Or. Paolo Carri De Gasperi; Or. Claudio Marcello Rossi

Sommario

PRESENTAZIONE 5

INTRODUZIONE

ROMA EUROPEA

7

. PARTE PRlMA

- Leadership, investimenti, competirività

Pier Francesco Guarguaglini- Il cinema italiano tra idee e sperimentazioni

Francesco Alberoni- Competitività del sistema energetico

Alessandro Ortis- Roma: più cittadini e meno burocrazie

Fausto Bertinotti- Valori romani, valori europei

Mario Baccini- Il futuro di Roma nel futuro dell'Europa

Francesco Rutelli- rOccidente e le relazioni transatlantiche: valori comuni

Ferdinando Adornato- Lazio, protagonista tra Roma e l'Europa

Piero Marrazzo

13

25

37

51

67

79

91

109

PARTE SECONDA

- Le reti a Roma

- Roma capitale nella riforma federalista

- Internet cerca Roma

- La ricerca scientifica e tecnologica a Ro~a

125145151169

Page 3: Quaderno 2005 - pag1-79

(aceo/

~ AGRlCONSULTlNG 8PA

autostradel/per /'italia

*Banea 1'I11"11a'" di AnconaGItUI'f'08PU><llanca

<&1ffé ®teco'.l!oma-l(.D.l1no

~Eni

r3ENTERPRISE__ ~IGITAL ARCHITECTS""

ERICSSON i!TAKING YOU FOAWARD

In collaborazione con:

ESRIImIIrn'

.FINNffiCO\NlCA

ORACLE'

=REALES

SP-NB10ID IMI

reI.::;E:TELECOM~ 'TALlA

PRESENTAZIONE

LaFondazione Roma Europea è nata nel dicembre 2001 gra-zie all'impegno di Cesare San Mauro, sulla base dell' espe-rienza della omonima associazione che nell' arco dello scor-

so decennio ha operato da protagonista sul territorio romano inambito politico e culturale. Il nostro obiettivo è di valorizzare, pro-muovere ed implementare il ruolo di Roma sulla scena europea,valutando a 360 gradi pregi e difetti di questa nostra grande città,con un occhio rivolto al suo prestigioso passato ed il desiderio direndere altrettanto prestigioso il suo futuro. La Fondazione, che siavvale del prestigio di essere presieduta e guidata da Giuseppe DeRita, ha ottenuto nell'anno 2003 il riconoscimento giuridico. Leattività ed ogni informazione concernente la Fondazione sono di-sponibili on-line sul portale di Roma Europea all'indirizzo www.ro-maeuropea.lt.

La Fondazione Roma Europea coinvolge alcune tra le più impor-tanti realtà imprenditoriali romane e nazionali: aziende operanti in di-versi settori, private e municipalizzate e public companies che hannoscommesso sul progetto elaborato dai fondatori, e implementato poidai componenti gli organi della fondazione.

5

Page 4: Quaderno 2005 - pag1-79

FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Esiste poi una costola della Fondazione, l'Associazione Amici di Ro-ma Europea, riservata alle persone fisiche: è un club a numero chiusoche si riunisce presso la prestigiosa sede del Caffè Greco una volta almese. A queste riunioni, che prevedono lo speech di un interlocutoreogni mese diverso scelto tra i principali protagonisti della vita istituzio-nale del nostro paese, vengono invitati personaggi del mondo della cul-tura, della politica, dell'informazione, dell'industria romana e naziona-le. La serata si conclude con una cena nell'eccezionale ambiente del-l'Antico Caffè Greco.

6

INTRODUZIONE

ROMA EUROPEA 2005

Giunta al quarto anno di attività, la Fondazione Roma Europea havisto accrescere nel 2005 l'interesse suscitato dalla nostra missionnegli interlocutori che nel corso delle nostre attività abbiamo avu-

IO il piacere di incrociare e contattare. Sempre più numerosi e soddisfacen-t i ono stati i riscontri di pubblico, critica e mezzi di comunicazione riguar-do ai molti eventi organizzati nell' anno. Il nostro sito internet www.roma-.uropea.it, che rappresenta una importante vetrina di tutto quanto riguar-da Roma Europea, ha raddoppiato gli accessi rispetto all'anno precedente.

La tagione delle conferenze mensili tenute (rigorosamente di lunedìl)pr .ss il Caffè Greco ha riscontrato un eccezionale successo ed un note-voi, interesse. Troverete nella prima parte di questi quaderni le relazionit .nutc nel corso del 2005, la cui qualità ed il cui interesse e valore nonhanno bisogno di altre parole.

uanto all'aspetto più "scientifico" delle nostre attività, esso ci hap -rm O di continuare nella tradizione che in passato ci ha visto for-n il' ' strumenti di ricerca preziosi e ricchi di approfondimenti con ri-l' 'l'i mento ad alcuni aspetti della nostra città, senza mai dimenticarel'orizz nte europeo che ci contraddistingue. La Fondazione ha pre-S .ruato uno studio su Roma Capitale nella riforma federalista, con-

7

Page 5: Quaderno 2005 - pag1-79

FONDAZIONE ROMA EUROPEA

tenente una fotografia di questa importante sfida per la nostra cittàed una comparazione con altre grandi capitali europee. Abbiamo pro-seguito nell'analisi delle modalità con le quali gli utenti internet siavvicinano a Roma mediante l'ausilio dello strumento principe delweb, il motore di ricerca: la serialità del nostro evento Internet cercaRoma, giunto ormai alla terza edizione, ci permette di offrire un qua-dro assai rilevante delle possibilità da cogliere circa un aspetto cru-ciale per la nostra città come quello dell' accoglienza. Abbiamo inol-tre studiato il fondamentale sistema delle reti che a vario livello in-tersecano i più importanti compartimenti della vita economica e pro-duttiva romana, con uno studio che ci è stato richiesto da tutte le piùimportanti istituzioni operanti a livello locale e tematico circa gliaspetti da noi toccati. Di pari importanza e successo è stato lo studiosulla ricerca scientifica a Roma, che ha evidenziato le luci e le ombredi un settore vitale per il futuro di Roma. Infine, pur non presentan-do alcuno studio della Fondazione, molto importante è stato il semi-nario da noi organizzato a settembre nel quale si sono confrontate lediverse anime della solidarietà nella nostra città, alla presenza di im-portanti interlocutori istituzionali e di numerosi operatori che dedi-cano il loro impegno ad aiutare chi ne ha bisogno e a fare di Romaun centro di eccellenza in questo campo.

Nel 2005 abbiamo anche inaugurato un tipo di eventi diverso daquanto proposto in precedenza, che ci ha visto offrire alla seleziona-ta platea di amici che seguono e supportano le nostre attività due ap-puntamenti di rilievo secondo la modalità dell'intervista "one to one".Nello scorso giugno, in un momento davvero delicato per la nostraEuropa, abbiamo proposto un intervista al Vice Presidente della Com-missione Europea Franco Frattini, che ha svolto un bilancio del suo

8

primo semestre di Vice Presidenza affrontando insieme al direttorecl,l TG2 Mauro Mazza i temi di sua competenza in ambito europeo:si urezza e giustizia sono oggi tra le principali questioni sul tavolo diun ontinente alla ricerca di una nuova identità dopo le difficoltà do-vut all' esito dei referendum sulla costituzione. In ottobre, in occa-sione dell'uscita del suo volume e proprio in concomitanza con il suorit rno al Ministero dell'Economia, abbiamo avuto l'onore di ospi-rare il Vice Presidente del Consiglio Giulio Tremonti, che intervista-IO lal Vice Direttore del Riformista Oscar Giannino ci ha dato il qua-dro delle prospettive del nostro Paese analizzando nel contempo quan-to a aduto sulla scorta di due cruciali questioni che hanno influen-'1.:110 l'andamento dell'economia italiana, europea e mondiale: l'av-v 'Il la dell' euro e la sempre più massiccia presenza cinese sui mercatiint .rnazionali. In entrambe le occasioni hanno assistito alle conferen-'I.' più di 250 personalità istituzionali e non.

Il 2005 ha visto anche l'ampliamento del Comitato Esecutivo del-la no tra Fondazione, del quale oggi ci onorano di far parte, insieme ai.ornponenti già presenti in passato, anche illustri personalità come ilMa nifico Rettore della LUISS Prof. Marcello Foschini, il Cavaliereti ·1Lavoro Franco Nobili ed il Direttore della Scuola Superiore di Pub-bli a Amministrazione Prof. Angelo Maria Petroni.

i tutte le nostre attività per l'anno qui descritto, dunque, il let-torc troverà testimonianza nei Quaderni che ha in mano: e ancorauna volta non possiamo che ringraziare sentitamente tutti coloro cheson intervenuti a vario livello partecipando alla stagione 2005 di Ro-ma uropea, a partire dai relatori che ci hanno fatto dono del lorosap re mettendolo a nostra disposizione. Qualsiasi nostro sforzo, tut-cavia, sarebbe stato vano senza il supporto, la collaborazione e l'inte-

9

Page 6: Quaderno 2005 - pag1-79

FONDAZIONE ROMA EUROPEA

resse accordatici da parte degli iscritti all'Associazione Amici di Ro-ma Europea e delle prestigiose aziende che anche quest' anno hannorinnovato la loro fiducia nel nostro progetto. Stiamo preparando unprogramma per l'anno 2006 - anno importante per una istituzionebipartisan come la nostra, perché anno elettorale a livello nazionalee romano - che vogliamo rappresenti un ulteriore step nella crescitadella nostra fondazione, per una Roma sempre più europea.

Grazie a tutti, e buona lettura.

UMBERTO MUCCI

Segretario Generaledella Fondazione Roma Europea

lO

PARTE PRIMA

Page 7: Quaderno 2005 - pag1-79

LEADERSHIP, INVESTIMENTI, COMPETITMTÀRoma, Caffè Greco, 14 marzo 2005

di Pier Francesco Guarguaglini*

csare San Maurouonasera a tutti, benvenuti. Siamo al terzo incontro del 2005,passiamo alla grande impresa, la grande industria. Presentia-mo uno dei più grandi e affermati manager in Italia in que-

sro m mento. È un onore per noi avere qui stasera Pier Francesco(;llar uaglini. Il curriculum del presidente è ovviamente ricchissi-11l0, ma per farvi un esempio, come ultimo risultato straordinarioh,1 ott nuto una cosa paragonabile a riuscire a vendere il ghiaccio,lidi' quimesi: Finmeccanica ha venduto elicotteri al Presidente de-gl j Stati Uniti d'America. Riuscire a vendere un prodotto a tecno-lopi:1 osì avanzata è un risultato straordinario ottenuto da Agusta-W'srland. Per questa esperienza il nostro ospite ha fatto tesoro di1111:1 lunga e autorevolissima presenza in varie realtà del mondo in-dustriale italiano: cito a questo proposito la sua presenza come Am-m in i: tratore Delegato di Fincantieri.

Lascio la parola quindi al Presidente Guarguaglini .

. /'/'t'J'ldmte di Finmeccanica.

13

Page 8: Quaderno 2005 - pag1-79

PIER FRANCE CO GUARGUAGLINI FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Pier Francesco GuarguagliniInquadrare Roma e l'Europa per me è abbastanza facile perché

Finmeccanica è a Roma e nell'area di Roma ha una presenza signi-ficativa: basta citare MBDA per il settore rnissilistico, AMS per i si-stemi di controllo, Selenia Communications per l'avionica, a Pome-zia, e infine Telespazio, Alenia Spazio e la direzione generale di Ale-nia Aeronautica sulla via Tiburtina. Abbiamo poi un pool di molterealtà in Italia e all' estero, che si lega all'Europa secondo una politi-ca di superamento dei confini nazionali. Questa è una necessità vi-tale, in quanto il bilancio delle imprese italiane e il bilancio delloStato italiano in generale non permetterebbe a Finmeccanica di ave-re la massa critica necessaria per essere leader in un campo dove letecnologie sono molto importanti e, purtroppo, costano molto. L'in-novazione tecnologica crea le barriere: l'innovazione in sé costa po-co, ma se a questa si aggiunge la tecnologia, allora le cose diventanomolto più complicate e onerose. La strategia di uscire dall' ambitoitaliano, da due anni a questa parte ci ha permesso di mantenere lenostre tecnologie all'avanguardia.

Abbiamo fatto due accordi importanti: uno con la francese Alca-tel per quanto riguarda lo spazio e uno con l'inglese BAE per quan-to riguarda l'avionica, i sistemi radar, i sistemi di controllo del traffi-co aereo e le comunicazioni. Questo fa sì che già nel bilancio 2005 il25-30% del nostro fatturato sarà prodotto in Europa, fuori dall'Ita-lia, in parte in Francia e in parte in Inghilterra, dove abbiamo una re-altà importante che è la Wesdand. Per noi, quindi, l'Europa è una re-altà importante.

Ma non basta. Stiamo infatti cercando di allargarci ad altre realtà,come gli Stati Uniti. Questa avventura, che ci ha fatto appunto vince-

14

LEADERSHIP, INVESTIMENTI, COMPETITMTÀ

Il I P I 1.1pro !uzione degli elicotteri negli Stati Uniti, ci ha fat-1111 11111II0ndo molto diverso dal nostro, perché non è facile perI I 1111ti '~Ii Stati Uniti comprare un elicottero che non sia stato110 11I1l!'t'II:lt nel suo Paese. Quello che siamo riusciti a fare è

1'1'111//1 t1'0vare aziende americane, come la Lockheed Martin eIl. 1011i \li .ostituire un team molto affiatato, e poi dimostrare al11111dI gli Suni Uniti che stavamo portando a casa loro tecnologie

111 Il, qu.ilif atc, che avrebbero creato posti di lavoro. AbbiamoIl 111111industri . di ben 41 Stati diversi e così al Congresso e al Se-lli di gli Sl.lti Uniti la nostra attività è parsa degna di essere presa in

I Il I.llillll '. Siamo però anche convinti che per restare in quel rner-111lo '111110allargare la nostra presenza industriale, e per questo ab-1110p'i.. unpliato il nostro stabilimento elicotteristico di Filadelfia,

111111111Il .IIH!Oin outh Carolina uno stabilimento per l'assemblaggioI 111111l li it'l'a del 787 e pensiamo ad altre attività ancora.

uunli, partendo da Roma non solo ci siamo proiettati in Euro-I l, 111,1l i ~li.un irradiando in tutto il mondo. Il mondo industriale111111'o It., .111 ra dimensioni piccole rispetto agli Stati Uniti, ma ha1111Il 11I.IITinidi crescita e noi vorremmo contribuire a migliorare

Il 111 iru.izionc, magari facilitando un processo di consolidamentoliti" 111.11"-hc non è ancora concluso. Ad esempio, mentre in Italia

111111111i .uiica ontrolla praticamente tutte le attività nel campo del-Il ti Il .1 ti ·lla sicurezza, in Inghilterra ci sono diverse realtà: ci sia-1110IIl1i. l't Thales, c'è BAE; però sono mondi che tra loro non si so-I Il'l'OlI gli Il . In Francia, dove il governo conta ancora molto, ci so-

1111I ..11. l ome EADS e Alcatel che sono in competizione fra loro nel""P" dello spazio, e c'è Sagem che si sovrappone in parte con Tha-

I qlll".'lO ha permesso alla Francia di conquistare una supremazia in

15

Page 9: Quaderno 2005 - pag1-79

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Europa, che per ora ha impedito all'industria europea di raggiunge-re una vera razionalizzazione. Se uno tiene conto che il bilancio del-la difesa negli Stati Uniti vale più della somma di tutti i bilanci deiPaesi europei messi insieme, risulta chiaro che, se vogliamo compe-tere nel mondo, come è necessario fare per raggiungere una dimen-sione significativa, dobbiamo pensare a una razionalizzazione dell'in-dustria europea. Noi siamo convinti che Finmeccanica può giocareun ruolo importante: infatti, il fatturato nei settori di aerospazio, di-fesa e sicurezza è passato da poco più di 4 miliardi di euro all'iniziodel 2000 a lO miliardi di euro nel 2005; inoltre, il nostro profilo haun livello ancora maggiore dal momento che il governo inglese ci con-sidera ormai un'industria 'domestica', con tutte le facilitazioni per ac-cedere alle gare bandite dal loro Ministero della Difesa. Tutto questoci conferisce un ruolo all'altezza della situazione e ci mette in condi-zione di soddisfare le necessità tecnologiche.

Venendo a noi: io sono un ingegnere e ho lavorato nel campo deiprocessi e dei sistemi per 43 anni, poi mi sono allontanato dal lavo-ro per fare il capo, però i prodotti li guardo sempre, perché per af-fermarsi nel mondo bisogna fornire prodotti validi dal punto di vi-sta delle prestazioni e delle tecnologie che garantiscano una duratadi venti, trenta, anche quarant'anni, ed è quindi importantissimoscegliere, al momento della progettazione, le tecnologie che abbia-no un futuro. Questi aspetti sono molto considerati in Finmeccani-ca perché è qui, a livello centrale, che si possono realizzare i veri ri-sparmi, indirizzando in modo efficace e efficiente le proprie azien-de verso le scelte dei prodotti, delle tecnologie e dei processi produt-tivi migliori. Quindi il gruppo. Finmeccanica, dopo aver miglioratole proprie prestazioni, è diventata una realtà estremamente valida in

16

LEADERSHIP, INVESTIME 'TI, COMPETlTIVITÀ

111111',1( non 010. I nostri prodotti sono moltissimi: dagli elicotte-Il Il Il'i ivili e militari, dagli aerei da addestramento alle comu-

1/I0lli r.idar e ai sistemi di controllo, dai satelliti ai servizi satel-l, Il, d.dll' attività civili nell' tlzjòrmatton teclm%gy ai trasporti e al-I Il Igl,I. SIiarno cercando di dare un'impronta internazionale an-h 1111.u t ivi là civili perché la globalità è una necessità per poter so-

I 'I I '( re, ;t lico-finanziarsi e imporsi nel mondo.I t dum.rnda : cosa si chiede al sistema Italia e al sistema Europa?1111.111111"si hiede innanzitutto di essere più efficienti. La burocra-

I 1'1111In i .nza ono notevoli sia a Roma che a Bruxelles. Da unaIII I 1101,diventare, entro il 2010, l'economia basata sulla cono-

111.11'111rornpetitiva e dinamica del mondo - come è stato dichiara-I , I I I bUlla - ma poi ci si accorge che, continuando a non fare deter-I tllili (·ltt', iallontaniamo da questo obiettivo. Se vogliamo che laI I 11010/',1.11'111'pea si imponga nel mondo, se vogliamo che l'EuropaI Il IlI.lglli l '1'1'no rispetto agli Stati Uniti, dobbiamo fare delle scelteIl I I (:ill:\, iappone e Stati Uniti fanno scelte più coraggiose del-I 1111111,(un idee molto chiare. E adesso il pericolo non è più solo di

I 1111p.isso indietro rispetto agli Stati Uniti, ma anche rispetto al-1111l' .ill'lndia. Basta andare nelle università degli Stati Uniti per

I Il I 11(·ormai quasi la metà degli studenti sono cinesi, e questo è1111l' IIl IIln 'h incombe su di noi. LEuropa e l'Italia, e anche Roma,

IIgllllllo .sscre cornpetitive e mantenere l'attuale standard di vita,Il 11111.ti 'VOllO scegliere di investire per il futuro; altrimenti non c'è

1111111Il di ('ss 'l'C pagato più di un cinese o di un indiano, quando il li-110I I 11010Ti o è comparabile. La tecnologia è il futuro e quindi, se

Il 11111111Illi liorare o almeno mantenerci al livello attuale, dobbiamonologie. Grazie

17

Page 10: Quaderno 2005 - pag1-79

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI FONDAZIONE ROMA EUROPEA

INTERVENTI DEI CONVENUTI

Cesare San MauroRingrazio il Presidente Guarguaglini. E adesso le domande.

Marco GambiniSono un imprenditore romano che opera nei servizi informatici e

nelle telecomunicazioni Quali sono le intenzioni di Finmeccanica ri-spetto all' outsourcing? Quando ci sarà il turnover degli impieghi, ci sa-ranno nuove assunzioni o vi rivolgerete all' outsourcing cercando piùknow how e competenza specifica?

Patrizia DavantiLavoro in Autostrade e sono Presidente di Federmaneger di Roma.

Finmeccanica è una delle poche realtà che hanno un ruolo di traino edi offerta di tecnologie all'avanguardia, sia a livello italiano che euro-peo e mondiale. Lei non pensa che anche nell' ambito del networkingdella piccola e media impresa italiana, che è la realtà più diffusa, ci pos-sa essere un ruolo di traino, anche se il livello di innovazione tecnolo-gica e di ricerca è quasi nullo, soprattutto nei processi e nei prodotti,come si sa? In quale dei settori innovativi lei ritiene si possa svolgereun'azione di traino, penso al digitale, a settori innovativi come il satel-lite e le comunicazioni di altro tipo?

Matteo Caro liSono Professore di Economia e Gestione delle Imprese Internazio-

nali alla LUISS. Il settore dello spazio, in cui Finmeccanica è fortemen-te impegnata in Italia e all'estero, è un settore che anche il Lazio e Ro-

18

LEADERSHIP, INVESTIMENTI, COMPETITIVITÀ

110 d,lIl1 -nt . impegnati a sviluppare. Quali dovrebbero essere,I o. j passi da fare da parte dell'amministrazione regionale per

r.IIIII/.1I 1.1IlIlllp .titivirà internazionale del distretto del Lazio e di Ro-Il ".11ru nlar " per attrarre nel territorio l'agenzia e la Superviso-

1'/)1 dd sistema Galileo?

1 J '~ 'o luarguaglini101 o ti ·11'o/Ifsourcing nelle società può cambiare dal punto di11.1Il,IH' ria di anno in anno. Per Finmeccanica la strategia è

I Il 1.11.1q\l .lla di mantenere in casa quello di cui ha bisogno per1111' 1/1 I propri prodotti e prendere da fuori quello che non ritiene

I I I o IH'I i propri prodotti. Dato che lei opera nel settore dell' /n-Jtljl'Ni,f"'"1 (,'//11/(110.0 le faccio un esempio specifico: a me non va bene

h 11111.I/i 'IH.I ' di Finmeccanica diano la sistemistica del srfiwareI 111 11111<111lt'SlOignifica che a poco a poco si perde il controllo del11111'1111('11lo il controllo chi va dal cliente rischia anche di perde-

1/1. I ql/ 'SI a danno anche dei fornitori. Allora il discorso fra'l'' 101111.1((0• il fornitore va chiarito in questi termini: le tecno-Il 1\1l'1I1istia che servono per fare un prodotto di alto livello

111111111nelle nostre industrie, il resto può essere delegato.I 'Il/ lo ,i :l' ancia alla seconda domanda. Il nostro obiettivo è

Il Il•• ti I 1011 -ntrarci solo in alcuni settori, per poter avere la massaI Il Iisurs . necessarie a sviluppare le tecnologie. Non possiamo

I I Il 111troppi ctori. Noi siamo interessati a che le piccole societàIl'' 111101(' t "n logie di processo perché il prodotto lo dobbiamoI 11111.111.1la apacità di fare determinati trattamenti di materiali oI 111111',1'1("'ree precisioni possiamo delegarla. Questo richiede, pe-

I l " 1.1l'il 'ola azienda abbia fatto i dovuti investimenti, che sia sta-

19

Page 11: Quaderno 2005 - pag1-79

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI FONDAZIONE ROMA EUROPEA

ta qualificata per poter fare certe attività e che sia stata verificata da par-te nostra la qualità dei prodotti. In questo senso, pur tenendo presen-te che noi non siamo gli unici clienti, e che quindi gli investimenti de-vono essere ammortizzati su più di un cliente, noi siamo disposti a da-re una mano alla piccola e media industria italiana perché cresca e di-venti una realtà europea.

Per quanto riguarda lo spazio, credo che la Regione stia facendo al-cune cose importanti, ma come sempre gli altri sono più veloci di noinel prendere le decisioni: ad esempio, quando a Monaco è stato deci-so di implementare questo tipo di attività, è stata immediatamente pre-disposta una zona che permettesse lo sviluppo di questo tipo di indu-stria. Quando invece si chiede di portare e facilitare certe attività nellazona di Roma, si deve prima dimostrare che alcune cose sono possibi-li a breve, e per farlo si deve dimostrare che l'area è già stata individua-ta e che è stato fatto un certo tipo di investimento ... Faccio presenteche noi siamo andati in South Carolina perché quello Stato ci ha det-to: se venite qua vi diamo una notevole quota per costruire lo stabili-mento. Qui in Italia magari il contributo ti viene dato qualche annodopo ... Per poter competere con altri Stati è necessaria la tempestivi-tà: diciamo che la buona volontà c'è, ma ci deve anche essere il suppor-to politico per poter rispettare i tempi.

losef MikJoskoSono l'Ambasciatore a Roma della Repubblica Slovacca. Ho lavo-

rato per 40 anni nell' itfòrmation teclmology nel mio Paese prima dellarivoluzione e posso constatare che c'è ancora un grande gap tra gli Sta-ti Uniti e l'Europa: tutta la tecnologia dell' hardware è privilegio quasiesclusivo dell'America; in Europa non ci sono competitori sostanziali,

20

Il 1'lliMA~~. ---,L=EAD=E=RS=H=I=P,--"INVES,-,-,-"=T=IM=EN-,-,T,-,-,I,,-,,C=O=M=P=ET=IT.,..,M-,-,-=TÀ

Il Il l'I" ·hé i vogliono molti soldi. Per il so/fware, invece, per esern-I Il IIl I ussia, nell' area di Kiev, operano migliaia di matematici molto

111 dflll.lli. ome è possibile che l'Italia, che si è molto distinta con iI 11111111Ii .ltI alta tecnologia, per esempio nella vostra azienda dove il scfi-

, rhrl,dware sono altamente sofisticati, non riesce ad avere un'in-dll 111.1~Ill'.ifìca nel scjiware e nell' hardware?

l'I I l'rancesco Guarguaglini( IIt.1 Oanni fa l'Italia era molto attiva nell'informatica, con Olivet-

Il Ilr 11.lll1p commerciale e con Selenia (Finmeccanica) nel campo piùIl t IIl1logi'o del settore scientifico e industriale. Selenia ha deciso di ab-It.lllliollare il settore commerciale e di concentrarsi sui calcolatori per le1111'1"'ir:11 tività navali militari. Quello che qualifica un calcolatore non è1'/J,mltMIl'ma il scjiwaree i nostri tecnici sanno sviluppare il scjiwareap-,,11e .uivo molto bene, come è stato dimostrato per esempio da Agusta-

I \Ilaml per la produzione dell'EH 101. Mi ricordo che nel 1980 mi oc-IlIlhlVOappunto dell'EHlOl, il cui grande successo deriva dall'aver scel-Il' I osa fare in casa con i giusti investimenti. Avevamo un cliente esigen-Il I Il,· i ha chiesto fin dal principio la cosa giusta, per cui, una volta ini-~i.Ill·I· ionsegne all'Italia e alla Gran Bretagna, automaticamente si so-110 .Igriunre l'Olanda, la Danimarca, il Giappone, il Canada e infine gli1.11i Uniti. Per questo, per noi è importante controllare in casa le tecno-

logie, non quelle che si trovano sul mercato, ma quelle che fanno la dif-Il'I't'IIzac sono cruciali per il successo di un prodotto.

( 'çsare San MauroLa campagna contro gli 'Stati canaglia', voluta dagli Stati Uniti, è

Iq':H anche ad un problema di democratizzazione di alcuni Paesi"e di

21

Page 12: Quaderno 2005 - pag1-79

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI FONDAZIONE ROMA EUROPEA

sviluppo attraverso regole interne economicamente più ragionevoli. LaCina, per esempio, fino a quando avrà 300-400 milioni di persone chusano il telefonino e un miliardo che è sotto i livelli di sussistenza eco-nomica, probabilmente sarà in grado di avere manodopera a livelli eco-nomici troppo cornpetitivi, direi quasi a livello di concorrenza sleale.La risposta quindi non è sui dazi, ma sull'esportazione della democra-zia e della libertà come elemento imprescindibile per un' evoluzione eco-nomica di quei paesi.

Pier Francesco GuarguagliniPortare la democrazia in un paese significa alzare il livello del paese.

Dal punto di vista dello scambio delle informazioni, la democrazia ne al-za il livello e quindi anche a livello scientifico e industriale c'è un bene-ficio. Crescendo il livello di vita crescono anche i salari e ilgap diminui-rà. Però c'è un altro aspetto da considerare: noi dobbiamo pagare le pro-fessionalità per quello che valgono e la gente deve lavorare abbastanza.Negli Stati Uniti il parametro orario è la metà del nostro, perché il rica-rico pensionistico è un altro. Crescendo, non è detto che venga mante-nuta la cornpetitività, il concetto di lavoro è molto diverso nei diversiPaesi. La Cina e l'India perderanno la loro competitività quando la gen-te guadagnerà di più, per un aumento della democrazia e quindi dellaqualità della vita. Se sono però al nostro stesso livello tecnologico, pos-sono sfruttare il loro vantaggio odierno per staccarci ancora di più.

Stefano BalsamoSono General Manager di JPMorgan. Il tuo successo ha permesso a

qualcuno di irnitarti? Hai incontrato problemi nell'avere finanziamen-ti per la difesa? Parlando di concentrazione, ritieni che le attività civili

22

LEADERSHIP, INVESTIMENTI, COMPETITrvrrÀ

11111111,1'11.I!lllolpos ano avere lo stesso successo di quelle che hai ge-11111'''0 fin ra? Ritieni che l'idea di Vittorio Grilli di fare il

Il 11111.IVI';Su cesso o no?

I ruarguaglini1111Iil a l LI ito un articolo in cui si scriveva che il metodo

AI~"It'I••\lVntl.l!ld . stato studiato e hanno cercato di imitarlo in Fran-11011.rlihinrno il brevetto, quindi ci possono benissimo copia-

Il 11111IIt " .IV T vinto la gara ha suscitato nei corpi diplomatici diIlIl 1'.11,i l'i I ':1 he anche le loro proposte potrebbero essere pre-

Il l'' r.i/ion .I II plohlcma c'è stato, perché la maggior parte delle banche ira-OliOdil [iinrat 'banche etiche', anche se poi si è scoperto che int 11011IWIlI1 erto fatto lo stesso. Noi ci rivolgiamo a banche1111non hatt no ciglio e anzi sono interessate a darei una ma-

1"1 tClc rea ·fTettivamente delle difficoltà, e noi ci stiamo attrez-I I .tlflOIlWrl '. Noi rispettiamo le leggi italiane, tra cui la legge

I I l'ol.I l'esportazione dei prodotti della difesa. Se dovessimo vi-lo "IIIH'r ala italiano, ci sarebbe qualche centinaio di migliaia di"1 \Il 111più, oppure lo Stato italiano dovrebbe pagare i nostri pro-I 0111r.uuo. un paese è sotto embargo, chiaramente non ci, o, 111.1IId rispetto della legge noi andiamo volentieri all'estero, se1\ 1\lllIlIi di I roduzione industriali sono più favorevoli.'I ti 1I0S1ro api tale e alla capacità di auto-finanziarci per svi-

IU I;IlIlHll1111.1u.uc zia, ci siamo dedicati particolarmente ad alcune at-1I1I1I!lllStanc, il cornparto civile è migliorato, ma per realizza-

Il It 1',i.1l·n l'a e, per cercare alleanze e fare acquisizioni, occor-11111I erra quantità di soldi, che Finmeccanica in questo mo-

23

Page 13: Quaderno 2005 - pag1-79

PlER FRANCESCO GUARGUAGLlNI Fo DAZIONE ROMA EUROPE

mento non ha. Nei trasporti abbiamo una presenza a livello mondi alun po' dappertutto, ma è chiaro che alcune scelte obbligherebbero a fa-re dei sacrifici occupazionali.

Le cose si possono fare se si trovano le persone giuste. Una voltaGrilli mi ha detto che non trovava i giovani. Secondo me non è vero,di giovani ce ne sono tantissimi sparsi per il mondo, basta dimostrarloro chiaramente che le cose si fanno e si fanno bene. Lattenzione chmi hanno dedicato i professori quando sono arrivato all'Università del-la Pennsylvania, in Italia non esisteva. Là c'era un invito continuo a cre-scere per noi studenti, mentre in Italia non è così. O il MIT italianosupera questo limite e ha le idee chiare e i soldi necessari per dare fidu-cia ai giovani, oppure non potrà distinguersi dalle altre università estrutture di ricerca italiane.

NI'MA ITALIANO TRA IDEE E SPERIMENTAZIONI

I oma, affè Greco, 18 aprile 2005

di Francesco A!6eroni*

M 11I'C

III Il.1 l' l envenuti ad un altro incontro delle serate delIl ("l'l'O. ome presentare Francesco Alberoni, a tutti1I1l11l?Ve I presento non solo come Presidente del Ceri-

111III,d,' di iin matografia, in quanto il centro deve moltoI IIf1l.1ti 'v' molto al cinema. Il Centro sperimentale di

IR'IItIIItIlI,UIdl.1 q\l .sr'anno farà 70 anni e sarà una grande festa. C'è1'.,.11111' Il,1 ROllla i il cinema, basterebbe ricordare il film di Fel-

11111111110sol e su cui riflettere. Francesco Alberoni comeIl 111Vi 'Pr idente vicario della Rai, è uno studioso del-I 1lIllll'lllpOranea, sociologo di fama internazionale, edito-

I 1 1111i 'l'l' cl lla Sera, uno dei pochi che quotidianamente1\ IIIII 11111no tro essere protagonisti, sulla nostra identità

ItlIH.hllllllll 1 l'rofcs ore chiediamo quindi di fare uno speech li-111111,1,l'Europa.

" ; 111m, rf"'l'Ilnenta/e di Cinematografia e Comig/iere diAmministra-'1/ ;.,. ,'11ft'jrillzioni di Prmdente.

24 25

Page 14: Quaderno 2005 - pag1-79

FRANCESCO ALBERONIFONDAZIONE ROMA EUROPEA

Francesco Alberoni

Tre anni fa sono stato chiamato ad occuparmi di cinema, conside-randolo come un'impresa con gli aspetti relativi: un'impresa quindi sof-ferente, cercando il possibile per fare le azioni che possano sollevarequesta sofferenza. Lirnpresa cinema italiano di cui Roma è una capita-le indiscussa, oltre che di cinema tradizionale si occupa anche di fic-tion che è un settore che vende alle televisioni un prodotto cinemato-grafico che dal punto di vista del conto economico ha un valore il dop-pio del settore cinematografico in senso stretto. Vi sono poi altri setto-ri come il documentario, l'animazione fino al cinema industriale. E' unsettore verso il quale ci sono molte attese, se pensate che ci sono mol-tissimi iscritti all'università che si occupa di comunicazione nello spet-tacolo in genere e nel cinema in particolare. E' una responsabilità gran-de essere un manager in questo settore, il problema è serio perché sia-mo entrati in competizione con realtà straniere, con paesi ricchissimiche hanno non soltanto lo straordinario vantaggio del basso prezzo del-la manodopera, ma hanno risorse culturali e intellettuali di primo or-dine. Quello di cui mi sono preoccupato subito al Centro Sperimen-tale è di cercare di internazionalizzare al massimo la nostra azione. Adesempio nel caso della fiction si prevende un prodotto, ma fare un pro-dotto che sia pensato per un mercato italiano che spesso è regionaleper poi pensare di poterlo vendere in giro per il mondo è molto diffi-cile. Lo stesso vale per l'animazione che è un settore in cui non devi fa-re il doppiaggio. Uno dei blocchi della produzione italiana è proprioquesto: che ci taglia appunto fuori dal mercato. Gli americani non han-no un tipo di competenza culturale per riconoscere un prodotto dop-piato bene, poiché la lingua dominante è l'inglese il doppiaggio è ungrande problema. Nell'animazione e nei documentari il problema non

26

IL CINEMA ITALIANO TRA IDEE E SPERlMENTAZIONI

I.IV· p 'r lo speakeraggio che non dipende dalla sincronia con le1p,llIi.Si possono individuare due problemi. Il primo è che i costi

I 1IIIIIto .levati, il nostro maggior costo è riuscire a fare prodotti di-, I I .1b.rsso prezzo. Il secondo è quello di ampliare nel caso del ci-

I Il Il IIH'r ato, e non solo il mercato estero ma anche quello internoIl oi sapete quanta roba importiamo.

Il .I~()della fiction Rai e Mediaset hanno recuperato molto. Noi••lrhl.1I110degli ottimi prodotti che vendiamo benissimo sul nostro

111111110'anche all' estero, abbiamo recuperato moltissimo ma sem-I 11111i osti molto elevati, ma si è visto che anche nel campo del-

I IlIllI.llio!lc quando uno ha l'idea, la genialità dell'idea alla fine fi-" Il l' I vincere. Non so se avete visto mai alla televisione la scuolaI 1I1.Ip,hiper ragazze che sta avendo un successo incredibile: ed ecco1I'IIIhllll1a arte-mercato dove il mercato è il mercato mondiale, do-

I l.ivori per la tua nicchia questa è talmente piccola che non po-l'' Ill.ri ripagarti le spese ma neanche pensarci lontanamente. An-111,,111iIlV'ce alla televisione, che tipo di prodotti fare? Voi sapete che111111111,1in senso stretto ha una grave crisi di presenze nelle sale. In

I 1111I t' la ha perché è rivolta ad un pubblico di giovani, l'età mediaIlll.lllI() he frequentano i cinema è di circa 24 anni mentre l'età me-li 1.11I hi guarda la tv in prima serata è di 50 anni, e allora vivere sol-111111d ,i proventi che arrivano dalla sala rende tutto più drammati-Il I di/fì ile: i film che dovrebbero incassare 4-5 milioni di euro per

I 111It' i bilanci in attivo, invece incassano in media 500-600 mila eu-111Mel Iiamo anche che incassino 2 milioni di euro, ma se potessero11111.11'1'in tv le cose cambierebbero.

P.II'·i l'esempio di due film: "La finestra di fronte" di Fernan Oz-l'I Il,1 . "lo non ho paura" di Gabriele Salvatores. Quando li abbia-

27

Page 15: Quaderno 2005 - pag1-79

FRANCESCO ALBERONI FONDAZIONE ROMA EUROf' IL CINEMA ITALIANO TRA IDEE E SPERIMENTAZIONI

mo programmati in tv avevamo in programma contemporaneamente due ottime fiction, ma sia l'uno che l'altro hanno fatto uno shardel 30%, circa 8 milioni di persone; questo con film che avevano ivantaggio di coprire tutte le fasce di età di utenza e reggere bene Ishare. Invece film come "Viva Maradona" che avrebbe dovuto avre successo in tv ha fatto uno share del 4%. Nel primo caso con Salvatores il film era costato 2 milioni di euro, ma questo aspetto della mescolanza dell'arte con il mercato è talvolta malposto quasi fase una contraddizione insolubile, tuttavia sono convinto che "La fnestra di fronte" e "lo non ho paura" siano delle opere d'arte ma hanno anche la fortunata combinazione di avere un pubblico ampio pcui possono andare tanto in sala che in video e un domani su Skyquindi hanno una vita produttiva lunga e in questo caso quindiuna cinematografia che resiste; invece ci sono opere che magari hanno un altissimo valore artistico ma hanno un target cosl limitato chhanno successo ma alla fine mancano di respiro. Come si risolvonquesti problemi? Al Centro diciamo sempre ai nostri ragazzi che cerchiamo di fare, laddove possibile, alcune cose che siano sperimenta-li per noi e altre che siano ricerche ad hoc. Ad esempio l'ultimo filmche abbiamo fatto, "L'incidente", è un film in tre episodi che ha den-tro un pezzo comico fatto da Buzzanca dove il presentatore muorma poi riappare come fantasma, quindi ci sono scene in cui c'è ilfantasma del video, alla fine il fantasma va via e lui deve fingere ehci sia ancora il fantasma. L'altro è un pezzo sulla presunta agonia diuno che ha avuto un incidente e il terzo è un pezzo sulla morte diLawrence d'Arabia. Alla fine viene fuori un prodotto modesto peròa basso costo. Lo sforzo è quello di tentare di apprendere il possibi-le per produrre film a basso costo, nell' animazione bisogna inven-

Id ~\() abbiamo un gruppo di lavoro con RambaldiI I " ,dl.l fine è la fantasia che si trasforma in storia uni-1111'1,1l'lI\lIihilc a costi possibili. In questo momento sia-

'-Itullltl" 1/1IIII momento di sofferenza sia per le ragioni pro-li 1111'('1difetti nostri, non avendoci pensato per tern-

I 1III,IIIi.rl C entro dicevo ai miei ragazzi che avevano fat-111.\purtroppo alcune andavano tolte perché in te-

1111dllllo ti .lle storie efficaci, ho bisogno che facciano1111V.III.IIlOalle fiere dei libri per bambini, che3 si met-

Il 11111111(\ti i inventa le favole, che però vanno inventa-I I li di 'l :perchè bene o male è un'industria .Ho ac-

I 111111di 1;11"delle scelte e orientare le risorse e gli sforzi111111di Il'spir . Adesso stiamo facendo una produzione in1111l'I 11111(0Luce in modo da allargare il respiro senza ri-Il ('1(' italiani, senza rinunciare alla propria identità. I

i I I,,· abbiamo avuto sono italianissimi, come il caso1111.11111M ntalbano" che è siciliano e non c'è neanche la

1111111111più ns Iuta. Però dietro c'è uno scrittore come Ca-ti /I IlIl lilla grande preparazione, non parliamo poi delle

IldI dllvl' ti ve essere preparato tutto, venti filmati come111111111l' 'rry Mason. Si gira una volta sola un'infinità di

1"1 I "1\0"0 montate anche per vari episodi, quindi c'è die-1111l'.I!/, 's' di coordinamento dei vari processi lavorativi

Il Il q II('SI - tecniche in cui il costo deve essere ottimizzatoI 1I1I1111lia all'arte, perché se ogni volta cambio la location

I I 111iI rose mi si moltiplica per venti. La mia idea inve-Il 1.1wl! ivo e faccio in modo che il mio cammino pro-

11111111\111 11111111I~rl1tadi rientrare nei costi, la realizzo e la mando in

28 29

Page 16: Quaderno 2005 - pag1-79

FRANCESCO MBERONI FONDAZIONE ROMA EUROPEA

onda. La Rai non sapeva fare le sit-corn, poi con "Un posto al sole"si è avuto un grande successo che va benissimo dove abbiamo deci-ne di registi, decine di sceneggiatori, macchine produttive straordi-narie. Bisogna però imparare a farle personalizzando ogni prodottocon le sue regole, con le sue tecniche che vanno rispettate e applica-te e studiate ad hoc. Alla Rai mi sono occupato soprattutto di Fie-tion proponendo il prodotto seriale o film lunghi due serate. Tene-re un palinsesto su queste cose qui è comunque molto costoso quin-di servono anche prodotti come "Elisa di Rivombrosa" che sono pe-raltro prodotti di qualità che hanno un pubblico numeroso laddoveper la rete si ritenga di mandarla in prima serata. L'equilibrio tra que-sti tipi di produzione è sempre molto limitato, io ho sempre avutoprodotti intermedi, ho avuto l'impressione che in questi ultimi tem-pi in Italia abbiamo cominciato a fare i nostri prodotti molto benee stiamo migliorando dandoci la possibilità di lavorare un po' di piùa livello europeo perché la sensazione è quella che l'Europa in real-tà esiste solo sulla carta, c'è una frantumazione impressionante an-che in questo settore dove i francesi fanno le loro cose e così anchetutti gli altri. A Milano faccio un esperimento che non so se funzio-nerà coinvolgendo i tedeschi, gli spagnoli etc. E' un rischio perchéci dobbiamo mettere in testa che esempi come il "Maresciallo Roc-ca", ottimo prodotto locale, non si venderà mai all' estero, quindi ècruciale che ci sia un coinvolgimento anche di altri paesi. A Mila-no quindi nell'ambito di un laboratorio sperimentale con l'appog-gio della Rai, abbiamo coinvolto registi, sceneggiatori, produttoriper vedere se è possibile fare, a livello di scuole lasciando da parte laproduzione, l'ideazione di prodotti che siano fin dall'inizio interna-zionali, non seguendo l'esempio di campus come quello di Marbel-

30

IL CINEMA ITALIANO TRA IDEE E SPERIME TAZIONI

I 11110 uniti ragazzi di ogni paese per poi non arrivare ad al-I \0 Il 'anche a livello di ideazione. Bisogna sempre inven-

Il Il ma di nuovo, "Lispettore Derrick" o "Il commissario Rex"III1 dlle prodotti di enorme successo in tutto il mondo. Lin-

111 di IIn prodotto seriale è completamente diversa da quella1111, '111 'sto Paese ha però una crisi drammatica in cui l'unica111\1 ( l" ricerca continua dell'invenzione dell'idea nuova. 50-

1\ l'Il' ti .rnoralizzato nel vedere gli studenti dell'università cheI 1I11l1I1l'1l! ragazzi che hanno vissuto sempre nel benessere conI IlIti ( Il • li hanno sempre difesi dagli insegnanti, giustificando-I 1\1 povcrini dovevano andare in settimana bianca, università

1"1 udcr un 18 o un 22 e accontentarsi è la norma, in cui laIl I Il I l'l':! i fa in tre anni, ragazzi che escono dal liceo senza cul-

~dil hicdi quando è nato Dante non lo sanno e neanche quan-I Il.1 scoperta l'America. Ho proposto in Rai di fare delle fie-

III Itll.l storia italiana partendo dai Sanniti. Non si può parlare so-I I Nove .cnto, l'Italia ha 2700 anni di storia documentata conIl u.iordinarie, imperi, lo sapete che non c'è una storia di Ira-• 111 1.1 ,I parte quella di Montanelli? Quindi sono cose da fare in-

1111 1/'.1 i .rltri paesi europei, la storia coordinata e interconnessa traIl l' \I I 'l'altro. Non abbiamo una storia di Venezia mentre face-

Il 1111'11':\ ontro i Turchi per più di duecento anni, una città stra-111111 LI. Fa ciamo una storia di tutto il continente evitando ognu-Il 1.11(' la sua storiellina privata. Non credo che ci sia stato un con-

1111 Il 'Ili to argomento negli ultimi trenta anni. Al centro spe-lli 111..1,· v glio un flusso continuo di studenti stranieri per essereI iun-i nazionali ma allo stesso tempo anche più italiani. Credo diI .1.'110 anche troppo, grazie mille.

31

Page 17: Quaderno 2005 - pag1-79

FRANCESCO ALBERONI FONDAZIONE ROMA EUROP

INTERVENTI DEI CONVENUTI

Cesare San MauroE' emerso, ma emerge ogni giorno che il successo di un prodotto

determinato dallo share. Ho un tarlo da trenta anni chissà se stasera ilprofessore riesce a sdoganare il dubbio. In trenta anni di lavoro, di po.litica di relazioni non ho mai conosciuro qualcuno che abbia l'auditelin casa, vorrei chiedere se qualcuno di voi conosce qualcuno che fisi-camente ha 1'auditel in casa. Probabilmente si dovrebbe arrivare a unasoluzione mista per esempio tra il televoto e l'auditel, non è possibileche 1'auditel detti legge.

Francesco Alberoni

Non credo che lo Stato abbia più soldi da dare almeno per i prossi-mi venti anni. Ho visto che una casa editrice come la Lux video graziea reti di rapporti cattolici e contributi internazionali riesce a fare fic-tion dignitose come San Pietro che costa dodici milioni di euro, perònoi italiani paghiamo molto meno perché il resto lo reperisce sul mer-cato internazionale.

Francesco AlberoniFaccia fare un indagine per capire se l'auditel esiste davvero.

Ho lavorato per anni alle ricerche di mercato e so che nelle casec'erano.

Lucia MirisolaFarei volentieri, perché sono veneziana, una produzione video sul-

la storia di Venezia, ma chi ce li da' i soldi?

32

IL CINEMA ITALIANO TRA IDEE E SPERlMENTAZIONI

_I~~\'Y l"~la11111.1italiana è un pozzo di elementi a cui ispirarsi, perché i re-

111Iil ani fanno i film sugli imperatori romani e incassano mi-Il 111111di biglietti? Nella cinematografia italiana c'è un amore

111IlId,II';unento per faccende private e minimaliste prive di sen-Il I un'incapacità di raccontare una storia che sia godibile in

l'I j div 'r i. Al di là dei mezzi, non gli passa neanche per la te-1,"l.m' li papi rinascimentali, di Venezia o di una famiglia im-1111.l'ors se ci fosse la storia i mezzi arriverebbero.

.~! ••.•.~,'() Alberoni1111qu.ilche dubbio che non ci sia questo, Tornatore ha una forte

111,I, 'ome in "La leggenda del pianista sull' oceano". Però quan-Il .I1II1'ri'ani sono venuti a parlarci del progetto di 620 milioni di

11111l'I I rare "Rome" a Cinecittà, siamo arrivati a questa conclu-" I I 1.11' però una sceneggiatura ad hoc per certe parti, che ren-Il I ,lhil ' il prodotto anche per il nostro pubblico. E siamo entra-1111loro.I I .livcrsità europea nel fare le cose pesa tantissimo, il film su Na-I 11111prodotto dai tedeschi fu rifiutato dai francesi e dagli italia-M.1I1in .lli ha in cantiere un progetto per fare un film su Marco111111,quel frate cappuccino che con un opera diplomatica abilis-

11111111.) a mettere d'accordo i Lorena con gli Asburgo e con Gio-11111Ilwi sky convincendo a dare a lui il comando dell' esercito du-1111l' ,I~s.dio di Vienna che era circondata dai turchi. Questo frateIl I ,I (tre una manovra diplomatica che portò 1'esercito austriaco

1/lII'Il' ontro i turchi assedianti. Questa sarebbe una bella storia1111'1'1,1,ma lui probabilmente andrà a cercarli in America. Non ere-

33 .

Page 18: Quaderno 2005 - pag1-79

FRANCESCO ALBERONI FONDAZIONE ROMA "

do che ci vogliano cifre astronomiche per fare la battaglia,quante storie di Shakespeare sono state fatte con pochi soldi?vano usare tecniche particolari, come per fare un quadro particuni elementi e poi realizzi 1'opera. Ci vuole animo, gente che ida, questo Paese è stanco, tutti ti fanno ostacolo, il Paese è affa ida una burocrazia pesante, 1'ingegno c'è ma ci vuole aperturafacevano i mercanti con una grande energia.

Norberto CappelloC'è una parte inventiva, una parte tecnica sia nel finanziam

del prodotto che nella realizzazione, In America c'è la capacità dire dei filmetti televisivi con poco che poi sono apprezzati in Amca ma anche in Italia e in Tailandia. Noi abbiamo dei costi supagli americani, questo aspetto finanziario è stato studiato? La pinventiva è una cosa diversa.

Edoardo CintolesiAl cinema ci vado perché mi piace provare un' emozione, per

pio davanti a film come "La febbre", Le cose se entrano dentrono efficaci, per me, perché mi danno un' emozione, Se qualchemi tocca non c'è bisogno di mercato, un mercato non può trov

, 'un emozione.

Francesco AlberoniIl mio libro "Innamoramento e amore" ha toccato 1'anima della

te, io lo ho capito solo quando ne ho vendute 5 milioni di copie, Ga chi fa un film o un libro perché ha in mente un mercato o ha faun'indagine di mercato, In questo hai ragione, le cose che nascono

34

Il ('INEMA ITALIANO TRA IDEE E SPERIMENTAZIONI

cc " "Il I)jl'll"O a Innamoramento e amore c e una

I t 1IIIIIuto, uando scrivo gli articoli del Corrie-I l,h,llIi, sniv per tutti, nessuno escluso, "Lotti-

, ItI Il 1Ill' l' tre .nromila copie. lo non scrivo per gli'111'11 m 111 , t "It dovrei care attento al critico tizio o ~aio di

I l' 1\ lu dcll'u ma in generale come sforzo d! mar-I '"11\ IIIIl lo fa io perché soffro per il mio Paese.I I I Il iIl tutto il mondo.

35

Page 19: Quaderno 2005 - pag1-79

EL SISTEMA ENERGETICO

Il" co, 2 maggio 2005

,li It'f.'/lndro Ortis *

111

1111111, hcuv nuti a questo nuovo incontro dellaIl 111111111l'i al affè Greco che è l'ultimo prima del-

Il .I, ( Il'S a era è con noi il Presidente dell'Au-I I Il Il l'i a il gas Alessandro Ortis, di cui darò( IlIlm -tc il ruolo dell'Autorità per l'energia elet-

Il I 1I11',IlIloJ'ità amministrativa indipendente a cui111d 111,11isxirn nella regolazione del sistema elettri-

I I 11111ilc. Il Presidente Ortis è stato anche DirettoreI Il 111111j dt'lI' '11 rgia del Ministero dell'Industria ed è

" 111111\\ -rvat ri della politica energetica nazionale e",,"111.11 111ti 110di zrande cultura e respiro, è stato anche Vi-

I. 11'1'Ilt,l . i lo ringrazio molto per essere qui que-I 111.,1.1 l'al' la a Lei.

II~t /,1"1'/'r/lt/Igia elettrica é' l/gas

37

Page 20: Quaderno 2005 - pag1-79

ALESSANDRO ORTlS FONDAZIONE ROMA EUROP

Alessandro OrtisIl problema relativo alla competitività del sistema energetico fa ca

po a tre pilastri del sistema, in Italia come in ogni altro paese. Unè la sicurezza degli approvvigionamenti e delle jòrniture, il secondo/economicità e la qualità delle jòrniture e degli approvvigionamentt;infine la tutela ambientale: tre pilastri attraverso i quali possiamo misurare la nostra capacità di sviluppo del sistema energetico e dellsua cornpetitività.

Naturalmente gli orizzonti temporali che si pongono per i sistemienergetici sono assai diversi da quelli di altre realtà industriali perchimpegnano tempi di breve e di lungo respiro, basti pensare agli inve-stimenti nel settore. Dobbiamo avere una visione ad orizzonte tempo-rale assai lungo e poi un orizzonte geografico che va oltre i nostri con-fini nazionali; perché il sistema elettrico e del gas vivono una comples-sità di reti e di rapporti geopolitici che coinvolgono tutto il mondo,Basta pensare ai vincoli del protocollo di Kyoto. Quindi abbiamo coin-volgimenti a livello locale, regionale, nazionale, comunitario europeo,continentale europeo, del bacino mediterraneo che determinano la glo-balità dei sistemi.

38

CompetitivitàPer quanto riguarda la necessità per il nostro Paese e la prospettiva

di un recupero di competitività nel sistema energerico, ce n'è per tutti:per le istituzioni, per gli operatori, per le politiche energetiche, per laregolazione, per le tecnologie e per l'efficienza dei mercati. C'è unacomplessità di tastiera assai ampia su cui suonare. Abbiamo di fronte anoi una sfida significativa perché non siamo certo ai primi posti nelcontesto energetico europeo. Abbiamo quindi una necessità di morde-

COMPETITlVITÀ DEL SISTEMA ENERGETlCO

I 11111.rr ' LIn'eredità sedimentata negli ultimi 20 anni: abbiamoIl l\'lllpCrare competitività per avere un sistema energetico

I l Ilont 'ggiare le necessità con adeguate coperture.

••••• rII degli IIpprfltlfligio1l4menti .I IlIlIl' ,\ ttrico abbiamo avuto l'esperienza negativa del gIUgnoI 111111'!TI nte nel sistema del gas abbiamo avuto dei momenti

III I l' dato fondo alle riserve strategiche per tenere in piedi il si-1I11',ld'guatezza c'è quindi da lavorare. Per il sistema elettrico

I 1111111.ndo i primi risultati. Ci sono centrali elettriche che SI ~tan-I 1IIII'IIdo, ci sono megawatt autorizzati e cantierati. per cui il re-111dI Il:1riserva è in corso. Per quanto riguarda il gas la scottatura'"111 005 credo faccia a pezzi la polemica della "bolla si - bolla111umma abbiamo bisogno di centrali, di sviluppare le reti.

urnrità fa la sua parte con provvedimenti di capacity payment, per1\ 'I I lm .nti sulle reti che creano sviluppo. Dobbiamo sviluppare i ga-I Il. I i ';issifìcatori che ci consentono di importare gas liquido dalre-I l mondo, per poter così implementare il sistema degli stoccaggi.per

I 111"Iigllarda il gas. Per il settore dell' energia abbiamo una parte~lpa-111,111iva nell'Agenzia Internazionale dell' energia di Parigi, abbiamo111l11\apartecipazione più recente nell'International Energy Forum

I h 1 I .1Riyadh, e c'è un impegno costante a essere promoton delrap-1111Il.1paesi produttori e paesi consumatori. Essendo l'Italia, co~e pe-

I ,,1.1,.11 entro del Mediterraneo, non c'è dubbio che per lo sviluppoI Il illrrastrutture elettriche e per il trasporto del gas all'interno delma-

'/(1111"/11'11 questa sia una tematica di centrale importanza, che ri~arda1Il ~I'It re energetico che la politica estera del nostro paese. Dobbiamo

IIIIILlr' alla diversificazione delle fonti e alla diversifìcazione delletec-

39

Page 21: Quaderno 2005 - pag1-79

40

ALESSANDRO ORTIS MPETlTMTÀ DEL SISTEMA ENERGETICO

nologie. Quando parliamo di "gas si o no", "carbone si o no", li

si o no", "nucleare si o no", dobbiamo tenere presente gli asp rrirezza degli approvvigionamentt; perché certe materie prime hansorgenti di approvvigionamento dislocate in un certo modo, altaltro; alcune sono più abbondanti e altre meno. Anche la logistisua sensibilità: trasporto via mare o via tubo e via dicendo. Quinbiamo tener presente la diversificazione delle fonti se vogliamo li

ma adeguato sotto l'aspetto della sicurezza.

.Ulrllll"ll 11110l'a petto della qualità non abbiamo,"I1VIII i. Anzi, un dato ancora più importante

••••llItlt! Il div.lrio sul livello di servizio tra il nord e ilI Il)1)1),IV .varno una differenza di 141 minu-

l.·'••••'lIil IIIIIIIII'/,ioni per 270 minuti e al nord si stavaI " 1111)004 abbiamo raggiunto un abbattimen-Il , 1111, . l'ambizione è, nello stesso periodo re-

_tt .."I ti 1'.II(·ggio. Le aziende che hanno imboccatoI111111111('risponderanno alle nostre sollecitazioni,Il d 1.II\I\iuI1erIo.1111l'I l'rllo qualità-econornicità, e sotto l'aspettoI I II/i."(· h' scontiamo in termini di costi, prezzi

I I 111dell'Europa è significativamente a nostro sfa-1/ 1.1 hollcua che riceviamo, si vede che le imposteti ti 10110, ~' per il gas il 44%. Poi abbiamo vari one-

11111111Il,,,"arda il settore elettrico (conti su cui è im-1111'1I,II,lio di cui è Presidente Cesare San Mauro e, , 'Il liti): que ti oneri prefìssati ammontano al 10%

1'lIldl.ì .ibbiamo ridotto gli oneri per trasporto e di-, 1/'1.1 lcuri a in valore nominale del 21,4% e delI tll, 1"'1 il gas del 10,9% in termini nominali e delIl (,11011'l'i dovuti per trasporto e distribuzione del-

I.IIIIHIS' .ndendo continuamente, e continueran-,111 il 111I l'energia elettrica e il 26% per il gas sono co-, 1I'I'Iovvi ionamento delle materie prime. Il grosso

Il Il 11I1t11.sso ad attività libere che sono le attività dil'llIdulll' bisogna far girare le centrali e per farIe gira-

11II11I1'U,1I1i 1'0111busti bili, i quali sono fortemente influen-

Eco1J(JmicitàIl secondo argomento che voglio trattare in questo incontro

lo dell' economicità.

Noi cerchiamo ~ come Autorità, di coniugare economicitàlità, perché l' ottirriale fruizione di energia elettrica e di gas sianche riuscire ad avere questa commodity a buon prezzo, e dità adeguata rispett:o al prezzo. La qualità riguarda fortement Ività dell'Autorità, perché siamo passati da una "carta dei servizive gli standard e i rimborsi erano stabiliti dalle stesse aziende.sistema che vede rAutorità fissare gli standard di qualità commle e tecnica, avendo introdotto anche i rimborsi automatici. Llità commerciale, che riguarda i tempi di allaccio e i contratti,un continuo andamento positivo, soprattutto nella riduzione dpio Sulla qualità tecnica, la continuità del servizio, abbiamo rto un abbattimento delle interruzioni del 53%, grazie anche Ilpegno degli operatori che si occupano dei servizi e della distrilne: migliorano la qualità dei servizi sotto l'impulso di queste ntive, Con questi risultati, riteniamo che entro 3 regimi regola triveremo a livelli assai virtuosi: è un percorso che fa del nostro

41

Page 22: Quaderno 2005 - pag1-79

ALESSANDRO ORTISFONDAZIONE ROMA EURO COMPETlTIVlTÀ DEL SISTEMA ENERGETICO

zari dal prezzo del petrolio. Sta qui l'anomalia italiana; è su questo ndo che dobbiamo agire per semplificare.

lo vedo tre leve di azione su questo settore: una dal lato dello/fèr.una dal lato della domanda, e una dal lato del mercato.

Dal lato dell' o/.fèrta, produzione elettrica o approvvigionamentogas, constatiamo un'anomalia del mix delle nostre coperture. Che tire? Siamo, più di altri paesi europei, dipendenti dall'utilizzo del petrlio, quindi dal suo mercato, il quale in qualche modo si trascina il mecaro del gas: dipendiamo molto dagli idrocarburi, in generale. Dovremo invece puntare ad un mix armonizzato come è la realtà degli altpaesi europei. Il nostro sistema elettrico produttivo si basa per il 58Q

sull'insieme gas-petrolio; lo stesso 58% in Europa è basato su carbone nucleare. Naturalmente abbiamo anche le sorgenti rinnovabili, e squesto abbiamo una componente del 15,2%, l'Europa è al 140/0:possiamo dire di essere allineati. Bisogna potenziare e ammodernare il parco delle centrali elettriche, e sviluppare le reti nazionali e internazionali sia elettriche che del gas.

Lato della domanda. Siamo già sufficientemente virtuosi sotto l'aspetto dei consumi specifici: però in termini di uso razionale dell' energiae quindi risparmio energetico, possiamo fare di più. Come Autorità, sslancio di due decreti ministeriali, stiamo mettendo a punto il sistemdei certificati bianchi, negoziabili, che dovrebbero consentire di promuovere il risparmio energetico. Ognuno di noi può inventarsi un'ini-ziativa di risparmio energetico e presentarla all'Autorità, farsela certifì-care e poi andare a venderla a coloro, le aziende di distribuzione, chhanno l'obbligo di portare queste certificazioni in Autorità. In questomodo si agisce sul mercato con una linea coerente con le Iiberalizzazio-ni e che può mobilitare il massimo delle risorse intellettuali, progettua-

Il d.1 parte di chiunque abbia intenzione di promuovere il ri-111 Il' 'li o.

1'"IIfO: lato del mercato, lo sviluppo delle liberalizzazioni. Quiur.rrdo l'i petto ad alcuni paesi, ma in anticipo rispetto ad al-

11111110 superare questa fase di transizione e di liberalizzazione,Il Il'l'I'l' .ita, dei nostri mercati. Per l'elettricità occorrono: piùI IlIlIl',OP ratori più robusti, e soprattutto una pluralità di ope-

1111 '1111 segreto che l'Enel, soprattutto in certe aree del nostroIl 11111 is 'a ancora una presenza dominante, ma è un problema

Il 1II (' 'on un percorso legato alla costruzione di nuove centra-,d .ivcrc più centrali, dobbiamo poi pensare di decongestiona-

I 111.1•• quindi avere delle linee efficienti. Non possiamo pensa-I 1I110V' centrali e poi non avere la possibilità di portare l'ener-

I 11111.1 I~d ve serve. Dobbiamo sviluppare perciò anche le reti.I 1111.1 osa semplice ma così non è. Un esempio per tutti: c'è il111 .Il Rapolla che ancora non si è convinto a far costruire 12 km

Il l'l'Il ad una linea già costruita di 270 km, che colleghereb-'t\II.I, C" edente di energia, alla Campania, che è bisognosa e de-, lhlx-nc, anche se 270 km sono già costruiti, il comune di Ra-

Il 1111ora opposizione. Faccio notare che la Rapolla-Santa SofiaI Il I una linea che ho incontrato, come problema, già quando

,11'''-'11'1 ome Vice Presidente - stiamo parlando del 1987(!). ag-I 111 11('1 005, e non è ancora detto che si riesca a costruirla. Gas

I 11/.1 di mercato. Noi abbiamo bisogno di abbondanza di of-I I 1llllS .ntire la concorrenza, perché se non c'è questa condizio-

I Il 111(' Il >0 può scegliere. Siamo allora a favore dello sviluppo ra-I I j'It'l11a dell'adduzione del gas: il gas deve essere abbondante

uuuruico. LAutorità ha fatto segnalazioni al governo molto pre-

42 43

Page 23: Quaderno 2005 - pag1-79

44

ALESSANDRO ORTIS:OMPETITIVJTÀ DEL SISTEMA ENERGETICO

cise SU questo punto. Noi proponiamo che la Snam Rete (J

una rete indipendente ed esca dall'Eni, che siano egualment Identi gli stoccaggi, e che siano potenziati gasdotti e gassificatinvestire sui gasdotti che entrano da Tarvisio con il gas russo,li che da Mazara del Vallo portano il gas algerino, su quelli lno giù dalla Svizzera con il gas olandese o norvegese; ma abl iche bisogno che siano in servizio il prima possibile i rigassifigasi Brindisi e Rovigo, e abbiamo bisogno di vedere realizzato ilto Algeria-Sardegna-Italia. Non possiamo guardare a questopportunità di sviluppo solo con il bilancino del nostro Pa sdobbiamo uscire dalla logica che l'Italia è un importatore s .Vogliamo che sia un paese di transito del gas verso i paesi del J

ropa. Su questo noi siamo impegnati con molta determinazionro e credo, che si possa raggiungere un risultato positivo. Cnon ha solo una dimensione domestica; ma anzi è molto pr spromuovere regole armonizzate con le nostre: nel Consigliodei Regolatori, nell'ambito del gemellaggio con la Turchia, Il

mazione del mercato unico nel sud-est Europa (area Balcanibacino del Mediterraneo.

Il, 1'111di piogge acide. Oggi abbiamo un al-I\. d \l','!, -razi ne del clima con l'immissione11111'.1dima-alteranti. Questo è un problema

11110 qll 'S\() a petto dico che se il problema è,I(' rlobale. Quindi, quando affrontiamo

on la firma del protocollo di Kyoto,•• Il\li ; i dobbiamo dire che tutti i setto-

111II1I" 1\' li altri settori industriali, ci deve es-lol...!,' .,i mifica non solo il nostro Paese o l'Eu-

" I l',It',i in via di sviluppo. Quindi va dato am-"'''lIllmllll Il! ,,~ilili del protocollo di Kyoto, ilJoint im-

" /,111/1/1°11/ mechanism, che ci consentirebbe diIl 11I1\\iolltrading su dimensione globale, e non

lu Il iI 1'0li.l.. ,Il 1',I';lndi e lontani obiettivi con tre caratteri-

"'''''111, l'c I qu,u I \'0 pnnClpl.,Il 1/11111" R· ntemente abbiamo messo in consul-,Il I cll impatto regolatorio: una grossa novità per il

111111\.11"'1'l' .nergia elettrica ed il gas sarà la prima isti-I Il I I 'lllt"I:l metodologia. Secondo: il ruolo del mer-

I olll'/,ionia minor costo e liberalizzazione. Terzo:I I .rlorc ambientale, e del valore positivo di alcu-

Il ,huni ~ist'mi di gestione. Detto questo, su questei.ll •• 'II' \I t ,II,ItI l'i tiche di intervento, applichiamo quat-

1111'''\.1111.nto dei processi di liberalizzazione, con fi-Oli 111,\sia in grado di determinare i costi reali deiI \ I", ~i:lin grado di determinare una riduzione deiIII,.!i/l.:rl.ine dei costi ambientali. 3) incentivazione

Tuu/4 amuUnklleLultima annotazione riguarda la tutela am6ienta/e.Qui il sistema energetico ha dato dimostrazione di risoIv

problemi. Molt-o tempo fa, parlando dell'insediamento delIil problema delI'ambiente era quello dell'invasione del territrvenne il problema delle piogge acide, e le aziende si sono dotarture per la depuxazione dei fumi e delle immissioni in modo t Ilspettare ivincoli imposti: anche questo problema ce lo siamo Il

45

Page 24: Quaderno 2005 - pag1-79

ALESSANDRO ORTISFONDAZIONE ROMA EUR COMPETITMTÀ DEL SISTEMA ENERGETICO

delle tecnologie avanzate, delle sorgenti rinnovabili e dell'uso raziole dell' energia,. e questo sempre nel rispetto dei primi due principi.sostegno alla ricerca. Mi ricordo di una serata qui al Caffè Greco cFabio Pistella, molto interessante e utile perché in questo Paese bigna .~co~a fare molto per la ricerca e lo sviluppo tecnologico. Abbimo istituiro un fondo, che viene gestito su input di un comitato deCassa conguaglio per tisettore e!ettric~ che noi tutti alimentiamo, e cdovrebbe mettere in moto, per la nostra parte del settore elettricopò di ricerca in più affinché i nostri concittadini consumatori ottenno un contenimento dei costi di bolletta.

'NTI DEI CONVENUTI

Il Mauro111 ,b ringrazio di cuore perché ho notato un'attenzione stra-qlll 'IO auditorio ha apprezzato la sua capacità di centellina-l' Iln.

Grazie dell' attenzione.

I (,amaleriIl Il 1111 'rpretare un diffuso sentimento dicendo che la sua re-

I Il.1 di grande scenario. Questo ci porta ad esorcizzare la do-l. h.1 he si fa in questo contesto che è quella del nucleare,

1111 I .rllarga lo scenario e meno stringente diventa la risorsa spe-11111 .ilrri hanno le risorse che non ci appartengono e vicever-

.ll.ll'ga lo scenario e più viene condiviso tutto il sistema. Pos-1'IIIIdi p 'osare in chiave europea e anche planetaria ad un saldoI .Il Il.! questione energetica, cioè che la nostra umanità possaIl. 1"01' energetiche la capacità di uno sviluppo capace di ri-Il l'''I'S na, i movimenti, i continenti, le nazioni?

In definitiva l'Autorità è dalla parte della tutela del consumatorecredo che questo sia la nostra "stella polare". L'Autorità tutela anche 'Isviluppo del.s~stema industr!ale energetico, affinché si evolva da qula grave eredità accumulatasi certamente negli ultimi venti anni.

I JIO rtis,,_~J"'"I. I•.11t' si", "nucleare-no", e sviluppo sostenibile: adesso vorrei to-I t ,11'1' .llo di Presidente dell'Autorità perché, come è chiaro a tut-

lle 1111 ,ì non fa politica energetica: quindi non tendiamo a fare scel-• Il. I ,I 1:11' constatazioni. Avendo chiaro che mi tolgo questo cap-

I 1111 l'osso ignorare di avere un peccato di nascita originale: mi so-li 1111.1 Milano in energia nucleare con il professor Silvestri.Il 111 ,I parlare della mia opinione, se abbiamo fatto male o be-

lli iIl' dal nucleare. Dal punto di vista intellettuale, anche come

46 47

Page 25: Quaderno 2005 - pag1-79

48

ALESSANDRO ORTISCOMPETITIVITÀ DEL SISTEMA ENERGETICO

ex-ricercatore, credo che inibirei spazi intellettuali di ricerca sia unrore. Poi la palla resta comunque in mano ai cittadini sulla decisirispetto alle diverse scelte tecnologiche che siamo in grado o menoffrire. E' infatti chiaro che non si può procedere senza tener contoproblema del consenso.

Credo che il recupero eventuale del nucleare in Italia sia legato soszialmente a tre questioni: le scorie, il siting, il supporto industriale.

Con la cancellazione del nucleare ci siamo tagliati un pò di spacome capacità dell'industria italiana di fare. Però è possibile il recuro del know-how e della tecnologia.

Per quanto riguarda il siting ho citato il problema di Rapolla: smo parlando di una linea elettrica dell'alta tensione che magari potessere deviata. Dobbiamo quindi capire se riusciamo ad arrivare adstadio di accettazione, di consenso tale che possa consentire ad un •daco di dire venite qui da me a fare la centrale.

Il terzo elemento sono le scorie radioattive per le quali bisogtrovare un sito: scorie piccole, tecnologicamente gestibili, altri psi occidentali come il nostro ci hanno dimostrato di poterlo fareche qui. Trovare un sito per lo stoccaggio, dunque, ma dove? Crche sia un problema di consenso generale, quindi non è una rispsta tecnico-tecnologica ma è un problema di atteggiamento psicolgico, di consenso globale e allora credo che il problema sia queldella europeizzazione.

E' vero che possiamo considerare che il sistema energetico europsia anche il nostro sistema? Un sistema nel quale il nucleare è il 33Allora credo che un cammino verso un eventuale recupero, consentedo ai nostri cittadini di esprimere il loro consenso o meno rispettonucleare, passi attraverso un discorso europeo. Quindi con un asset

1I10p'o: il know-how esiste a livello europeo; si tratterà di

I I 1111St l'a industria.IIICIdunque di individuare una soluzione europea per il pro-li I ori " e che magari un paese della comunità che ha deci-\I I1I possa eventualmente risolverei questo problema.

Il11111),Il 'r quanto riguarda i siri, ci sono paesi in Europa doveIl I Il.1 i indaci per poter ospitare la nuova centrale. Può dar-1"1'10 percorso cominciato con la moneta unica si possa ar-

I I '11\' un approccio comune alle questioni energetiche. PerICI1',1"'"lo con molta attenzione positiva anche lo sforzo del-

l! I I i111nta su questo scacchiere, laddove sia consentito, per111\or .in ia o in Slovacchia.Ilu con molta serenità non si possa più porre il problema suIl' 1111leare-no, perché va visto in una dimensione tempora-

I "11.1più vasta del piccolo discorso nostro. Lo sviluppo soste-I 11'1).illc tematiche sul C02; abbiamo anche l'opzione del car-

IIIICI,li ,\gas. Credo che tutto questo debba farei pensare ad una111'I',l' l i a molto attenta allo sviluppo sostenibile, non facen-

Il 11111.11"risorse per il nostro sviluppo, e che addirittura ci per-Il Il umularle per le nostre generazioni future anche sotto for-I 111unbicntali.

I~I r vu questo ha una responsabilità seria, ma gli altri settori? Il I 'Industria di altro tenore? Le attività umane di qualsiasi altroIl I quindi che bisogna avere una visione complessiva, e non so-1111ursi su di un' area più facile come quella dell' energia elettrica.

I I '1"1'''10 aspetto una annotazione finale alla sindrome NIM-1111lui mio giardino". In tutte le realizzazioni ci troviamo da-Il I di 111.oltà di riuscire a far capire che, per godere dell' elettri-

49

Page 26: Quaderno 2005 - pag1-79

50

ALESSANDRO ORTIS

cità, dobbiamo per forza piazzare una unità che la produce, pieo grande che sia, e avere dei fili che la conducono. Dovremmoscire anche a sostenere un processo di educazione nostra e dei nogiovani, che faccia sì che accettare un costo concentrato per ottenun beneficio diffuso sia molto meno difficoltoso di quanto non looggi. Il problema dell' energia, come di altre attività industriali, è qlo di riuscire a coniugare questa possibilità di valutare bene costi-nefici accettando un costo concentrato per un beneficio assai diso. Sotto questo aspetto si possono trovare molti meccanismi:esempio come compensare il costo concentrato, come fare a darenefici contro i costi concentrati per compensare un beneficio diso. Questa è una questione di politica, di pubbliche relazioni, di ecation e riguarda davvero tutti noi.

orA: PIÙ CITTADINI E MENO BUROCRAZIE

I nna, Caffè Greco, 13 giugno 2005

di Fausto Bertinott/

l Mal ro"I I ',I :l tutti e benvenuti. Il protagonista di eccellenza di que-

I "11:1 l'onorevole Fausto Bertinotti. Una vita impegnataIl I di/t'sa del sindacato, nella difesa degli interessi delle fasceIl d I pa e, una grande passione politica, uno dei protagoni-

Il.1poi itica italiana.

uin tti'lini t ' • buonasera a tutti. Grazie dell' ospitalità. LAvvocato

Iln l'.II-1avapoco fa della ricerca svolta per vedere se uno cercaIlti I 111t'l cosa pensa di trovare. Questa potrebbe essere una buo-Il 1'.11t .nza per l'Europa, nel provare a chiedere se u~o cer~a

[u I osa pensa di trovare: sia dall'esterno, per esempio un c~-d,dl'illterno, un qualsiasi cittadino europeo. Penso che USCl-

111Iisposte molto lontane da quello che è l'Europa oggi. LEu-111I,dmenteun paradosso, è quello che si può immaginare più

_.,'f,'· ",.,!, lImito della R!limdazione Comunista.

51

Page 27: Quaderno 2005 - pag1-79

FAUSTO BERTINOITI

lontano dalle attese che nel mondo sono circolate e si sono create al sinterno. L'Europa è una grande costruzione artificiale fondata su ubase materiale consistente, anche se in crisi, e che tuttavia è andata smrendo via via che si andava avanti la propria vocazione: è questo il padoss~'Suan~o più si faceva la sua costruzione, tanto più era poco ricnoscibile agli occhi dei suoi abitanti e agli occhi degli altri. Quindi l'Ero?a è un .~rande spazio che continua ad allargarsi, modificando i prpn confinI In espansione, per fortuna non attraverso le guerre ma atteverso le co.optazioni, i consensi e le attitudini ad entrare in questa grade cOstruzIOne, ma questa costruzione è essenzialmente un mercato.senzialr:nente è anche altre cose ancora ma soprattutto un mercato, uCostruzIOne.molto artificiale che con una definizione approssimativa ptremmo chIamare una tecnocrazia, che è una sorta di casta sacerdotche per via impiegatizia o per via elettiva si è andata progressivamenassestando in due luoghi chiamati Parlamento Europeo. Il simbolo del'Europa è di avere due aree parlamentari, una a Strasburgo e una a Brxelles. Perché due sedi parlamentari? Perché così è l'Europa, perché l'Eropa è un compromesso. I differenti Parlamenti chiamano le loro risoluzioni in modo diverso ma c'è un solo Parlamento nel mondo che chima le sue risoluzioni "compromesso" ed è il Parlamento Europeo.Par.la~ento Europeo si pensa in compromesso. Ora, si possono avervane Idee sulla democrazia ma è molto difficile pensare che la democrazia non ~ia anche ~onflitto, confronto tra opzioni diverse e ricordo quella vecchia regola errata da Norberto Bobbio che diceva che la democrazia era semplicemente la risposta a chi e come prende le decisioni. Il Parlamento Europeo ha sostituito chi e come e prende le decisioni con icompromesso degli eletti nel Parlamento Europeo, che però se guardiamo alla sostanza non viene esteso come negli altri parlamenti. Un grup

52

EUROPA: PIÙ CITADINI E MENO BUROCRAZIE

d,111I.ntare porta una proposta che viene poi redatta, confrontata1I1I',dlra, ma qui viene in sostanza scritta dai funzionari dei diversi

111. i [uali per lunga consuetudine sono usi a ~crivere q~,esti .co~-I l,i, Perché ho iniziato così? Perchè questo è il modo pm SplCCIO-

I 1.1 . ntare una costruzione che è molto lontana dagli afflati che1111(ono le grandi istituzioni politiche. Ci sono stati dei costituzio-

I Il I !te hanno detto che una Costituzione si scrive dopo una guerraI Il dopo una rivoluzione ed è vero che questa Costituzione Euro-111111na ce, per fortuna, dopo nessuna guerra ma neanche certo do-

1111,1rivoluzione. In fondo si è discusso molto delle radici cristiane.l'I II\() he sia stata una discussione sottovalutata, e io non ~ono ~n11.1110se non nella formula crociata, però riconosco che la dISCUSSIO-1111('radici sia una discussione importante e che avere dismesso la di-

Il 11111'sulle radici è avere dismesso la ricerca della consistenza cultu-I elI una grande costruzione come l'Europa ed è stato un errore. La

I III1\~i(ne è in realtà una rinuncia, un altro grande filosofo diceva cheI Idk i di un popolo stanno non per terra ma tra le nuvole nel senso

Il p.1rlano del futuro e non sono una cosa terrestre e sicura, ma sonoII1 Iosa da indagare. Anche in questo senso è un peccato avere persol" 1.1)rande occasione per l'Europa, ripetendo il suo vizio più. or~ani-0, I io quello di una tecnocrazia senza anima: è una delle ragIOnl che

I Id, osì fragile. Tutto ciò, voi mi potrete dire, riguarda gli elementi111lilla certa cultura avrebbe chiamato un tempo sovrastrutturali, que-I1I1Iliimportantissime di cultura, di istituzioni, di ceti politici dirigen-

Il di r rmazione di una costruzione politica: ma questa fragilità si basa11111,~1Iquesti elementi? lo credo di no, credo cioè che ci siano degli ele-

111\111i più di fondo, ma prima di arrivarci vorrei dire solo due cose. Que-I I Europa, come voi sapete bene, è stata costruita con una logica dalle

53

Page 28: Quaderno 2005 - pag1-79

FAUSTO BERTINOTTIFONDAZIONE ROMA EURO EUROPA: PIÙ CTTADINI E MENO BUROCRAZIE

origini, da Monnet, con una logica di cooperazione di mercato su cimmettere una costruzione intergovernamentale, la CECA. Il modelè quello, e su questo modello si è esteso, ramificato, consolidato il prcesso europeo: un'apertura e il consolidamento all'interno degli spazimercato e un'intesa dei governi al posto del processo costituente. Se vfate la comparazione con gli Stati Uniti d'America avrete la differendi una Costituzione che nasce attorno a un processo di accumulaziondi un popolo e dall'altra una largamente costituita da una intesa tra governi su una base di un' espansione mercantile. Non è che questa costruzione fosse stupida in partenza, io appartengo ad una storia che si oppose in origine a questa costruzione, che era figlia di un mondo che avva vinto la guerra contro il nazi-fascismo e che poi si era divisa in dublocchi contrapposti. Quella cooperazione nasceva da un'Europa chnelle sue migliori menti temeva di essere in qualche modo compressacooptata e cercava uno spazio. Senza correre nei grandi spazi cercati dalle correnti neutraliste di Pandit Nehru, tuttavia questa Europa così vicina all'area del Mediterraneo si pensava come un' area di cooperazioncapace di costruire esperienze e correnti importanti dal punto di visteconomico, sociale, politico e culturale. Anche se faceva i conti sostan-zialmente con l'acciaio, essa non era riducibile al ferro e al carbone, ehpure in sostanza erano i vettori entro cui costruire questa idea, un'ideaquindi di compromesso. Che cosa configura oggi un terreno completa-mente nuovo? Quale è l'occasione che si è presentata e l'occasione cheinvece si è persa? È che quel mondo è andato cambiandosi radicalmen-te per due eventi che sono stati definiti epocali: il primo è il crollo, ilfallimento, la sconfitta dei regimi dell' est europeo, un crollo di sistemache ha determinato una sconfitta storica e la chiusura di un lungo ciclo,a mio avviso un crollo anche meritato, endogeno e non esogeno, che si

54

Iill .ato per il tradimento dell'idea da cui aveva preso corpo quel-l' I i .nza. In ogni caso quel sistema crolla e contemporaneamente, edI ('londo momento, nasce una vera e propria rivoluzione tecnico-llril I a che prenderà il nome di globalizzazione, cambiano le tecno-Il , le scienze, le applicazioni scientifiche, cambia il lavoro, cambia la

urposizione organica del lavoro e cambia la composizione tecnica del1'11,11 " che produce una innovazione di sistema rilevantissima, tantoI ,1111'che produce un abbaglio: sembra di essere tornati al bar Excel-111,,,'mbra che il mondo perda la sua capacità critica e diventi apolo-IIlIl, quella rivoluzione sembra destinata a cambiare non il corso del-

I l''' ma a liberare il mondo e l'umanità dalla fatica, tanto che vengo-111lll1fìgurate le fabbriche senza operai. Ma, senza arrivare a quell'iper-

11111, x .rnbra che un nuovo macchinismo - seppure controllato da unaIIIIV;1S ienza, l'informatica, cioè lo studio e la modificazione delle co-iuui azioni - prenderà il sopravvento ed è così forte questa tendenza1111Il'fanno le spese degli elementi consolidati della tradizione euro-I .1 1:1 presenza pubblica nell' economia, lo stato sociale, il riconosci-11111110dei rapporti contrattuali del sindacato: tutto ciò viene in larga1111111':\travolto da un'idea poderosa di modernizzazione, una nuova1111<1.modernizzazione, che come una cornucopia produrrà una gran-I I i . hezza che verrà distribuita e il pensiero che accompagna questa1IIIIIl'siè quella che le Monde Diplomatique chiamerà "Il pensiero uni-u", ( uesti due elementi - il crollo dei regimi dell'est e questa rivolu-111111'tccnologico-organizzativa - danno luogo alla chance europea: l'Eu-

1111'.1non ha più il nemico ad oriente e ha aperte tutte le possibilità dirluppo verso occidente, su questa base l'Europa smette il passo cauto

I ll'arnpliamento di mercato consentito e degli accordi intergovernati-I (' si lancia nella costruzione dell'Europa di Maastricht, dell' euro, di

55

Page 29: Quaderno 2005 - pag1-79

FAUSTO BERTINOTTI FONDAZIONE ROMA EUROP

un'idea di una grande forza sul panorama mondiale. Che cosa dovrebbe essere questa forza? Quella che accompagna la modernizzazione:qui è l'origine del fallimento. LEuropa, invece di pensarsi come civiltnon per fissarsi in una gerarchia, pensa di essere il luogo depositato aospitare questa rivoluzione tecnico-scientifica e abbatte tutto ciò ehsembra resistenza a tutte queste magnifiche sorti e progressive che ven-gono annunciate. Questa è l'idea, e se provate a leggerla in questa pro·spettiva tutti gli elementi tornano. Cosa è Maastricht? E' un signormolto europeista e molto colto e dotato di un sistema di valori consi-stenti, Jacques Delors , che allora si occupò di questa cosa e Maastrichtè sua figlia. E tuttavia uno dei più grandi critici di Maastricht è statoproprio Jacques Delors. In origine come aveva pensato a Maastricht,Delors? Come ai fini di produrre un mercato unico europeo su cui co-struire una forma di governo partecipata, stabilire dei vincoli che andas-sero oltre la dimensione intergovernamentale per delega degli stessi go-verni, cioè fissare dei criteri che valessero per ogni governo per manda-to degli stessi all' autorità sovranazionale. Questi vincoli dovevano ri-guardare il debito, il deficit, l'occupazione, la scolarizzazione ed altri ele-menti connotanti una società di benessere; invece alla fine rimasero so-lo il debito e il deficit. Perché? Perché erano i due unici elementi para-digmatici che consentivano un intervento sulle politiche degli stati na-zionali impedente rispetto a delle correzioni significative degli andamen-ti di mercato: in qualche modo quindi si metteva sotto schiaffo la poli-tica. Che poi fosse la politica degli stati nazionali che meritava di esse-re superata, questo è verissimo, ma faccio notare che poteva essere su-perata in tanti modi. Domanda: abbiamo fissato che bisogna determi-nare un deficit che non supera i13 %. D'accordo. Perchè non si può fis-sare che la disoccupazione non superi il 5 %? Con la stessa idea con cui

56

EUROPA: PIÙ CITADINI E MENO BUROCRAZIE

I liIIIitare il deficit così puoi limitare un'altra grandezza economica.Il! lo fai per l'una e non per l'altra? Perché intervieni sul deficit e sul

\1111 (' non sulle politiche fiscali o scolastiche? Perché appunto l'ideaIl! l'Europa andava liberata dai lacci e dai lacciuoli, andava libera-

I '1',li ,I menti di impedimento, l'Europa andava frustata, messa den-I., l''lobalizzazione, impedendogli quelli elementi di resistenza e di111 lamento che erano stati tipici dei governi nazionali, Una delle mi-

I c, ,\ tata la svalutazione e un' altra l'inflazione, due variabili attra-I Il Il' quali si facevano delle manovre: ma la preclusione a queste ma-

I l'l'a l'impedimento a pensare ad un'Europa diversa, per cui si fa\I 1,1111 .nte l'euro ma sulla strada sbagliata. Lobierrivo giusto dell'eu-

l,I 'd è costruire uno spazio economico, sociale, politico-culturaleI lilla condizione necessaria, ma lo perseguiamo attraverso la demo-IIU\(' della politica come progetto e come capacità di intervento, e l'as-

,IIId/zazione del dogma del mercato. E' così vero che quando faccia-",1.1 B nca Europea, ne costruiamo uno statuto che non dico che non, '1" -llo della Banca Centrale tedesca - che infatti riferisce il compor-111"111 della banca centrale alla lotta all'inflazione ma anche alla di-

1111 upazione - ma non ha neanche i vincoli politici che ha la FederalI c Iv'. E' più irresponsabile nei confronti della politica la Banca Cen-Il ,Ic' Europea di quanto lo sia la Federal Reserve nei confronti del Par-\ nu-nto Americano. L'Europa si costruisce così. Si costruisce come spa-

li .1\1 nomo di mercato, come suicidio della politica, dopo avere sui-nl.uo la cultura si suicida la politica. Si suicida la cultura omettendo lal'te\, i ne delle radici se volete sul suo profilo di civiltà. Si suicida la po-li, Il.' lelegando le scelte ai meccanismi automatici o ai banchieri e con-, IlIporaneamente riducendo l'ampiezza dell'Atlantico avvicinandosi agli

1.11 i Uniti d'America. Un commissario che stimo molto per il suo rigo-

57

Page 30: Quaderno 2005 - pag1-79

FAUSTOBERTINOTIIFONDAZIONEROMAEURO

re, Mario Monti, ha rivendicato come grande merito della sua esperieza europea l'avvicinamento dell'Europa agli USA, sia come organizzione economica che come modello sociale e come luogo di poli ticPerchè questa cosa fallisce? Perché sono sbagliate le premesse e avere tuto investito sulla modernizzazione portata dalla globalizzazione si è rvelato quantomeno imprudente, perchè la vecchia formula cinica cocui le classi dirigenti rispondevano agli oppositori "E' il mercato belle

l" . . .za. CISI rovescia contro, perché noi abbiamo detto ai lavoratori <CE'mercato bellezza!", ma adesso sono i cinesi che lo dicono a noi, obbligandoci a riscoprire la politica dimenticata dalla costruzione europeConvinti di potere competere come grande area omogenea di businesul grande business mondiale, e la cosa ha funzionato relativamente cosacrifici delle popolazioni finché c'era una sostanziale stabilità, appenè iniziata una grande turbolenza si sono prodotti due effetti sconvolgenti. Il primo effetto è che questa instabilità e questa cresciuta competi tività determinata anche dal prevalere del capitale finanziario sul capitale produttivo genera bolle speculative come prima venivano generatprodotti e materiali, perché ormai oggi non è tanto importante invent~re un prodotto quanto inventare una speculazione. Del resto se guar-diamo a quello che sta succedendo al capitalismo italiano abbiamo unconferma che non dico delle cose campate per aria, c'è uno spostamen-to che determina una perdita di controllo non solo delle classi subalter-ne ma anche di quelle dirigenti, la previsione del futuro diventa impra-ticabile. Ho assistito ad un appuntamento dello studio Ambrosetti aCernobbio, e quest'anno c'era una comparazione di due protagonisticon degli economisti importanti che producono studi di previsione daqui ad un anno e su queste previsioni un importante industriale italia-no che si occupa di ferro ha detto: "Ma con questa approssimazione io

58

EUROPA:PiÙCTTADINIEMENOBUROCRAZIE

o Il .rché comprare, quando comprare e dove comprare. Questalilla previsione, io non so che farmene". Alla sessione successiva

1"lli.lr scenario ed è arrivato un rappresentante del governo Cine-111 h.l detto: ''Abbiamo previsto per i prossimi 45 anni, ne abbiamo

111 solo dieci e abbiamo individuato i seguenti obiettivi per i pros-li dil- i e poi per i successivi venticinque seguenti degli altri obiet-i uu ora". Quale che sia il grado di attendibilità, è sconcertante lal' 1111. di prevedere esattamente di un mondo, per il quale non pro-III '"HI. simpatia, e la totale imprevedibilità dalla altra parte del mon-

I I Itll' qui in Europa. Questo elemento dovrebbe sospingere in altol'0lit i a ma così non si è fatto. Questa turbolenza ha prodotto un'al-t I Il.~a he si chiama guerra. La guerra nasce dalla teoria della guer-l'"'V .ntiva che ha influenzato l'amministrazione Bush, ma è una ri-

111 •• , drammaticamente sbagliata alla perdita di controllo, ~l'impo~-"Il Il; di prevedere i grandi cicli, all' approvigionamento di materie

I Il II\(' senza parlare di cose troppo impegnative. Il secondo elemento1111' questa globalizzazione, rivoluzione, per la prima volta nella sto-Il I CI Il cemporanea produce invece che il progresso sociale, una regres-!IIIH' lì ciale tale da configurare il rischio di una regressione di civil-I l.into che se non ci avessero benedetto uomini autorevoli saremol' .,tI uno scontro di civiltà, o di un conflitto tra religioni. Ma que-lo t', l'Europa doveva montare a cavallo della globalizzazione per rag-IlIlIg 're le grandi praterie e il cavallo si è schiantato e noi rischiamoIl Iss 're schiacciati dal cavallo medesimo, questa è l'Europa e questaI uropa viene sconfitta dal voto in Francia la prima volta che si vota"I ~'l'io e viene sconfitta per molte ragioni, come sempre in una vo-

I "ione, ispirati da motivazioni diverse che portano ad un risultato.'" i s .nto di dire però che quello è stato un voto europeista, soltanto

59

Page 31: Quaderno 2005 - pag1-79

FONDAZIONE ROMA EUROPFAUSTO BERTINOTTIItHIM~A ~Ec!!.u~RO,,-!P~A=-,:P:!CIÙ~CIT~AD~I!!.:N!!...I~E.!.!'M~EN~O~BU"-,R,",O~C"-,,RAZ=IE

che è un voto di sinistra popolare che contiene un elemento di contstazione delle èlite e delle classi dirigenti che rende questo terreno abiguo. Il fondamento è determinato dal rifiuto delle conseguenzequesta Europa sulla propria condizione di vita. Poi può essere che qusto rifiuto prenda la forma della paura, la forma mitica dell'idraulicpolacco, ma questa forma mitica ha un riscontro di fatto che si chiama direttiva Bolkenstein, che non è un fantasma che si aggira pl'Europa, è bensì un fantasma che la direttiva europea si accinge a f:girare per l'Europa, che scardina totalmente le relazioni sociali in qupaesi in cui sono consolidate da 50 anni di costruzione complessadifficilissima. C'è quindi un rifiuto popolare di un'Europa che ha tradito le attese, ma è la stessa cosa che capita nel mondo. Tutti aspettana l'Europa, ma è come aspettare Godot, tutti si aspettano un'Europa che non c'è. In Europa tutte le popolazioni vorrebbero l'Europa ma la vorrebbero diversa. Diversa come? Quale è la vocazione del-l'Europa innanzitutto? Prima di discutere delle grandi architettureconomiche bisogna discutere quale è la vocazione dell'Europa. Dicosa vuoi essere cittadino? Di quale parte del mondo e in rapporto aquali mondi? Penso che la vocazione dell'Europa sia la solidarietà, ehè la fusione di due termini che appartengono a due storie diverse: ca-rità ed eguaglianza. E' appunto una irrisolta commistione ma è unabuona pista. L'Europa senza solidarietà non esiste e se vuole conse-guire questo obiettivo deve costruire istituzioni in grado di perse-guirla; e quella definizione così logora che è l'economia sociale di mer-cato, che non vuole dire quasi nulla, potrebbe essere ripensata nel sen-so di un nuovo compromesso sociale e democratico su cui fondarequesta Europa, un nuovo compromesso tra le classi, tra gli interessie le culture: nel senso che ognuno convive con l'altro e definisce le

cOllluni di questa appartenenza. Per fare questo bisogna avereIdl,l li una politica economica-sociale diversa da quella delle po-lli' non liberiste. Bisogna forse avere l'umiltà di dire che quei key-uri proprio sciocchi non erano, avevano ereditato una crisi cheI portato al crollo dell' economia e avevano provato a definire al-

" co irdinate per poter organizzare una fuoriuscita da quella con-IIllIt' in cui si erano trovati precipitati. Sbaglio o siamo di nuovo( io , siamo vicini ad un rischio di crollo, ad un declino, ad unIl) \t ri ciante e carsico a cui dobbiamo dare una risposta che sia un

IIlpromesso dinamico, democratico e sociale tra classi e culture di-, l. Allora forse così si pensa diversamente l'Europa e si pensa che,I popolo francese ti ha votato contro invece di cancellare il popo-Il,111'' e, come molti tecnocrati hanno pensato - naturalmente se

Ipopol ti dà torto è lui che non ha capito, e quindi può essere can-Il.It() _ forse devi pensare che un luogo come l'Europa senza la de-111r.izia non esiste, perché su questa base andrebbe definita una col-I ti! ione geopolitica impegnativa: penso per esempio che il Medi-11.111'0parli all'Europa più dell'Atlantico, tra un mare e un oceano

\ l'tlio il mare. Dal punto di vista delle connessioni culturali e civili111111 ntra e con cui può costruire il suo futuro, e insieme ad unaIIl10t.izione geopolitica di frontiera, un filosofo francese diceva cheIl 1I10p dovrebbe essere l'Europa delle traduzioni, un luogo così ca-

cl' ti i comunicare, da disporsi con la sua cultura ad essere un ele-IIl1to di comunicazione e di traduzione e su questo transito, su que-tll ponte può costruirsi anche un idea di sviluppo economico che\1111cl 'riva dalla genuflessione nei confronti della tecnologia del mo-li IItO, ma da un progetto di società in cui inserire la tecnologia del

11111111.nto. Grazie.

60 61

Page 32: Quaderno 2005 - pag1-79

FAUSTO BERTIN01TIFONDAZIONE ROMA EUROP EUROPA: PIÙ CITADINI E MENO BUROCRAZIE

INTERVENTI DEI CONVENUTI U l O BertinottiIl 11110milanese di nascita e torinese politicamente. Non penso pe-lli I orna sia estranea all'Italia, ci sono modi di dire romaneschi che

1 111t)nelle periferie milanesi. Credo che quello che pervade la cittàunqui tato tantissimo quelli che qui sono venuti a vivere. Se Ro-ipimle è stata misconosciuta dal governo centrale non diversamen-III " so al mezzogiorno di Italia. Non mi pare che ci sia un ele-

Illtl di resistenza verso Roma. In Europa fanno fatica a immaginare« tsrono le città, hanno molto chiaro che esistono le banche: Ro-dllvi' ebbe riattraversare l'Europa, penso che Roma potrebbe dare

I 111' ntributo rendendo l'Europa partecipe di questo ricco plura-11111t ulturale, lo che sono molto preoccupato da ripiegarnenti nazio-Il li ,i provocati dalla insipienza di questa Europa, penso alla gran-1.1l'alla ricchezza delle città: l'Europa o è l'Europa delle 1000 città

111111('non esiste. Bisogna ritrovare la capacità di camminare, di in-1I11.II'si,sia con reti di persone che con reti tecnologiche. Penso quin-

11t·sia un problema di riforma culturale di cui l'Europa delle città1111II110npunto di vista.( i J' 'a la seconda domanda, penso che l'Europa sia ad un bivio. La

thilità che è stata data di galleggiamento è finita. C'è la possibili-11'111' i che mi repelle, che si sterzi verso una costruzione di una strut-

Il.1.rutoritaria, una tecnocrazia ancora più rude con una asfissia dellaI IIltI 'l' zia, una condizione ademocratica tenuta insieme da un irn-1111I() neoconservatore con dei tratti confessionali (chi mi conosce sa111ho grande attenzione, curiosità e interesse per il fenomeno religio-ti, 111.1questo non cambia il fatto che vedo il crescere di un fondamen-III 1110religioso e laico che porta ad un ritorno ad una tecnocrazia di111.1Iilcgittimazione di fede, operazione che ha fatto Bush negli USA).

Cesare San Mauro

Come si trova lei a Roma non essendo romano? Se l'Italia non ampiù noi romani, ci amerà di più l'Europa? Come risolvere i problemdi Roma dal suo punto di vista? Probabilmente non è ancora arrivarla ricetta per' rilanciare la nostra città.

Girolamo Portacci

Se dovesse azzardare una previsione da qui ai prossimi 5-10 anni co.•me vede l'Europa?

Luciano Lupi

Lei parlava prima di una cornucopia e poi ha affrontato il proble-ma che è il problema sostanziale. Nel libro work developement indica-tor edito ogni anno in America si dice che il reddito pro-capite mon-diale è di 431 dollari lordi al mese. Questo vuol dire che si può esseretutti poveri e non tutti ricchi. Visto che corrisponde a un terzo del red-dito di un operaio della Fiat come spiegherebbe lei a quest'ultimo co-me poter attuare l'idea comunista in un contesto di coinvolgimentomondiale? E come attuarla in pratica?

Claudio Scarpelli

Visti i risultati della Francia, di cui ha parlato, che hanno messo ditraverso la costituzione europea, volevo sapere se il risultato di ieri delreferendum sulla procreazione assistita può essere interpretato parimen-ti come una ribellione ad un nuovo macchinismo genetico che non sisa bene dove avrebbe portato i nuovi Frankenstein.

62 63

Page 33: Quaderno 2005 - pag1-79

64

EUROPA: PIÙ CITADINI E MENO BUROCRAZIEFAUSTO BERTINOTTI

In questo caso questa Europa sarebbe chiamata a competere attravuna drastica riduzione del costo del lavoro ed una crescita della flbilità, Questa ipotesi non ha nessuna possibilità di tenere neanchcampo della crescita quantirariva, non regge neanche la sfida mesna del PIL con una crisi della coesione sociale trasversale. O questomento di pulsione in basso sostiene la pulsione centralizzatrice in aloppure da questa crisi l'Europa ritrova il bandolo di un'idea di svilupo. Si pensi ai beni comuni, alla valorarizzazione del territorio, adrapporto tra cultura, industria e territorio che fa di quelle radici dei f:tori economici e non solo un lusso culturale. Siamo quindi alle avviglie di una possibilità reale in cui l'Europa metterebbe a frutto non slo la sua vocazione culturale ma le sue risorse strategiche di fondo, nparlerò ora di uno sviluppo endogeno ma in qualche misura tu risepri di stare seduto su una straordinaria miniera che lo sviluppo indstriale in qualche modo ti aveva fatto dimenticare e torni a metterevalore la tua cultura i tuoi ingegni, la tua terra, la tua stratificazionetistica e ti inventi una industria di questo nuovo mondo: nelle fasipassaggio succede così. Chi lo avrebbe mai detto che l'Italia in quelfase che si chiamava neo capitalismo sarebbe stata capace di inventarun assetto industriale che la avrebbe portata nei primi 5 paesi industrializzati del mondo? Eppure questo è. Quale era il panorama di Roma iquegli anni dal punto di vista della periferia industriale? Chi lo avrebbe mai detto?

La terza è una domanda molto intrigante, non ho titolo di parlardi comunismo perché sarei un nano seduto sulle spalle di un gigantedi comunismo hanno già parlato i giganti. Ma vorrei parlare, da sindacalista, di redistribuzione del reddito. Lei fa le medie, ma non ho bisogno di fare battute a riguardo, parliamo più ravvicinati. C'è il caso d'

I amrninistratore delegato di Carrefour che dopo aver svolto la111 icssante carriera di manager ha avuto una liquidazione l'equi-Il di 514 anni di SMIG, che è il salario minimo garantito ad un'o francese. Beh, certo non sarà un bel vedere a distribuirne un

"' qualche consolazione si avrebbe, se ne guadagnasse solo 500.11111.\ morale disposta a guardare al mondo con più cooperazione,I 'Il 'no indotto al conflitto e al disprezzo del conflitto perché lei

111 (",Ila che anche le ingiustizie possono diventare intollerabili e seqll.1I Lino pensa di replicare alle ingiustizie in altri modi, forse bi-III i ip .nsare all'elemento causale ma questo sarebbe un discorso eti-,I" non disprezzerei. Poi ce n'è un altro economico, se attraversoIl rendite finanziarie e immobiliari si forma un addensamento irn-

,.11111 ivo che viene sottratto agli investimenti a redditività differita1111 pa 'se che vuole uscire dalla crisi, beh, quello è un crimine eco-1II"!l, non è più una questione meramente etica; è un problema di11111.1 conomica che già i neoricardiani conoscevano, il lavoro e il

11111110 antro la rendita. Penso che nessun governo in Europa riusci-111 nv re il consenso se non con un attacco sistematico alla rendita

11'.11 • di operare una redistribuzione delle ricchezze e di una messa aIl l'mizione del paese di risorse altrimenti impedite, e se poi succedel••Il prelievo fiscale sulla rendita è del 12,5 % mentre il lavoro è tas-tlll .tI 45 % forse quelli hanno il diritto di innervosirsi un po' ai finiIl l'CI!'r portare la tassazione della rendita un po' più vicina a quella delI t (110, forse non risolveranno il futuro dell'umanità ma potranno in-lIodurre degli elementi perequativi non disprezzabili secondo una for-'"Id.l socialdemocratica o cristiano-sociale.

l' '1' finire, io penso che quando un popolo vota o non vota, unl'0liti o deve fermarsi un momento e cercare di capire perché ha

65

Page 34: Quaderno 2005 - pag1-79

FAUSTO BERTINOTTIFONDAZIONE ROMA EUR

perso, ~enza .accusare la perfidia degli altri. Quindi il messaggiche o SI capisce perché si è perso o non funziona, c'è un elemenin comune t,~a.le el~zioni ~rancesi e le nostre, ed è un' avversione pp~lare per l èlite, l avversione popolare per la classe dirigente.grusro che scelte come quella di Carrefour vengano penalizzatepopolo. Grazie.

VALORI ROMANI, VALORI EUROPEI

Roma, Caffè Greco, 26 settembre 2005

di Mario Eaccini .•

Il'C San Maurouonasera e bentornati. Dopo le vacanze estive riprendiamo il ci-l lo di attività della Fondazione Roma Europea. Adesso una bre-v ' presentazione del Ministro della funzione pubblica Mario

1IIIi he stasera ci ha onorato con la sua presenza, anche se natu-1IIIIIIt ' ogni volta la presentazione è ultronea perché i personaggi che

vi" .ndano qui al Caffè Greco non hanno bisogno di grandi pre-111 1/ ioni. Ringraziamo quindi il Ministro perché con tutte le cose che

d.1 E\1· in questi giorni, dedicare alla nostra Fondazione due ore del111 u-mpo è comunque per noi motivo di grande orgoglio. In realtàIl Mario ci conosciamo da tantissimo, eravamo consiglieri comuna-11111.1 nobile Democrazia Cristiana e fummo eletti in quel consiglio111 liste del 1989, poi Mario ha seguito una presenza istituzionale

.uido da incarichi locali a incarichi nazionali entrando nel CCD,111111 erro nel 1994, e partecipando alla fase costituente dell'area po-

I IIl .1 ti Il'UDC. E' stato in questo governo per un lungo periodo sot-

'IIIlù/mper lafinzione pu661ica

66 67

Page 35: Quaderno 2005 - pag1-79

MARro BACCINIFONDAZIONE ROMA EUR VALORI ROMANI, VALORI EUROPE[

tosegretario agli affari esteri, abbiamo avuto occasione di collaborsu temi importanti, basti citare il cinquantenario della morte di Desperi o il messaggio del Papa e il rapporto con l'America Latina.

Il Ministero della funzione pubblica è il dipartimento strategico pla lettura del governo del Paese. Nessuno potrà vedere come te queanalisi generale del paese e dell'Europa partendo da Roma perché l'obitivo di questa Fondazione, e stasera abbiamo l'onore di avere qui in vdel tutto eccezionale il nostro Presidente Giuseppe De Rira, è apputo quello di rapportare Roma all'Europa.

'llrrcggere alcuni spunti del governo nella politica verso le Nazioni11\ l la cooperazione allo sviluppo, non solo per l'Europa ma ancheI uuta l'italianità che nel mondo rappresenta un elemento forte e si-IIl .uivo della politica estera del nostro Paese e mi riferisco non soloI Il'\i dell'Africa ma anche del Sudamerica: tutta quella realtà italianal mondo si racchiude intorno a quei valori che non dobbiamo dimen-11\ mai, che l'Italia è un grande paese solidale e che svolge in tutto il

IIlIdo applicando la diplomazia preventiva tramite questa grande rete111,1 italiana di pace di solidarietà, di politica estera rete nella quale sia-111 , onvinti rimarrà impigliata la pace. Questo è il nostro punto di vi-

11\ quando parliamo di questa vocazione romana, di Roma Europea,IlIhhi::uno capire cosa significa Europa, ma soprattutto non possiamoI ,LI l' all'esercizio della battuta giornalistica e accademica la definizio-I inmo europei punto. Bisogna approfondire, bisogna parlare di ita-li 111 i illustri come De Gasperi che ha avuto questa intuizione emopea

111110 prima di tanti altri, però l'Europa nasce ancora prima, nasce do-I 'I 1.1 econda guerra mondiale, avendo forma dall' alleanza con gli Sta-Il l lniti che ha costituito il fattore primario della sicurezza dell'Europa,Il l'atto Atlantico, dove l'Europa occidentale ha un ruolo importante an-

111' nel far prendere forma all'idea di Europa. La guerra fredda da unal' 111 t', la caduta del muro di Berlino, due elementi importanti sui qua-l! dobbiamo ragionare per capire che cosa è avvenuto in quel periodororico. Quando l'Italia ha cominciato a riconsiderare la propria politi-

l,I -stera dalla rendita di posizione del Patto Atlantico con i due schie-r.uncnti, da una parte gli Stati Uniti e dall'altra parte i paesi dell'Unio-111' Sovietica che tentavano di far vertere la loro politica su un sistema di.ilori diverso: in quel momento alcuni paesi europei come l'Italia, co-

lli 'la Germania e anche paesi indipendenti come la Svizzera o l'Austria

Mario Baccini

Prima di ogni altra cosa volevo cogliere quest'occasione per ringrziare il Presidente De Rita e Cesare San Mauro per avermi invitato a prsentare una serie di iniziative politiche, sociali e culturali che Roma Europea sta portando avanti nella nostra città. Una iniziativa culturale mritoria per la Fondazione che approfondisce i temi più importanti rifriti alla città stessa nei confronti dell'Europa che non siano soltantocarattere prettamente politico ma volti soprattutto all'approfondimento dei vari temi. Vedo qui con noi il Professor Petroni che dirige la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, lo cito perché stiamo collaborando alla formazione di nuovi dirigenti e a dare uno slancio all' amministrazione pubblica che manca ormai da tanto tempo e ovviarnenrsaluto l'onorevole Gustavo Selva anche perché i temi che proporrò stasera sono temi che abbiamo più volte affrontato e sviscerato insieme iCommissione esteri e alla Camera dei Deputati, io in veste di rappresentante del governo come Sottosegretario agli esteri e lui nell'autore-vole veste di Presidente della relativa Commissione. Con il PresidenrSelva abbiamo potuto affrontare, concordare e in alcune occasioni an-

68 69

Page 36: Quaderno 2005 - pag1-79

MARro BACCINI FONDAZIONE ROMA EURVALORI ROMANI, VALORI EUROPEI

hanno immaginato di trovare in questa guerra fredda anche i vantadi una rendita di posizione. Successivamente la caduta del muro di Blino ha costituito per il nostro Paese l'opportunità per incominciarcamminare, a negoziare, a immaginare una politica estera che è stata imediatamente rappresentata da un filone filo arabo che guardava al Mditerraneo, una leadership del nostro Paese in politica estera che sicumente poteva avvicinare i paesi che si affacciano nel Mediterraneol'Italia. Questa grande intuizione della politica estera italiana probabimente in quel momento ha fatto nascere alcuni problemi perché il nuvo posizionamento non era probabilmente così omogeneo in un qudro generale di politica estera. lo classifico quel periodo, quello di tangentopoli come uno degli elementi della conseguenza di quella poliriestera - certamente non da sola - ma è un fatto da esaminare con picalma che gli studiosi potranno verificare perché in quel momento l'Itlia è stata oggetto di un' attenzione particolare. Quindi bisogna identificare bene quel processo storico che si è succeduto anche nella politiche ha realizzato un contenitore europeo che ci ha portati all'euro, unstraordinaria iniziativa politica perché difficilmente si sarebbe potutimmaginare che paesi come l'Italia, la Germania, la Francia, potesserrinunciare alla loro moneta: e invece questa intuizione dei padri fondatori dell'Europa ci ha portati alla moneta unica europea. Questo è uprimo passo in avanti anche se noi non siamo d'accordo su tutto, su come è cresciuta l'Europa, ma su un principio fondamentale dobbiamessere convinti: questa intuizione politica può garantire alle nuove ge~nerazioni di italiani altri 50 anni almeno di pace e distensione in Euro-pa. Questo è un grande segno, un segno fondamentale che ci ha porta-to a questo risultato su cui però non dobbiamo fermarci. Non possopensare che l'Europa sia soltanto l'Europa delle grandi banche o delle

di iniziative finanziarie, deve essereanche la politica a guidare que-1,1I\tliprocessi se vogliamo farli funzionare grazie ad un'Europa po-I d .i popoli, della solidarietà. Senza l'Europa dei popoli non po-

1111110mai portare a casa il risultato essenziale dell'Europa della sussi-Il t., arta vincente dei romani italiani europei che ci permetterà di11.11. i costi, di utilizzare le risorse nelmodo migliore e di attuare quelIItrnrnento federale che è alla base dei nostri ragionamenti.

\ 111passo indietro ha segnato il passo sulla Costituzione Europea,I uui dobbiamo cercare di realizzare l'Europa dei popoli e l'Europalnl.ilc e della politica. Dobbiamo usciredalla politica delle casaccheh.ilia come in Europa, dove i neri sono divisi dai gialli o dai bian-

", ( ualcuno ha costruito questi muri di delimitazione. Non so esat-1111Ilt dove sto ma so dove stanno le mie idee e sono più vicino a

1"1I III vimento politico che racchiude, almeno in parte, il mio ra-11I1I.lInentoper poter ritornare a far parlare la politica con lo stessoIlIgII.1gio della gente. Questo è uno degli obiettivi per ricreare le co-I 11/.'europee nel nostro Paese. A proposito di questo accordo eu-Il" () sulla sussidiarietà verticale ed orizzontale, dovremmo riportare

I u.ruativa sui tavoli del negoziato, sui temi dell'agricoltura per esern-111, parlando di vocazioni italiane. LEuropa negoziata da Prodi nonl'Europa che noi desideriamo, e non solo perché abbiamo dovutoIPo.II"una tassa per essere in Europa, unico Paese nel contine~te. Map,lrte ciò, questa non è l'Europa che io immagino su terni come

I Ip,IÌ ltura: l'accordo raggiunto ci ha portati a penalizzare tutto il11\t l'O settore agricolo. Il nostro Paese ha un patrimonio umano sul-I, Il . .rca di tutto rispetto. In base a questo negoziato l'Unione Euro-l' .\ci paga per buttare giù le nostre vigne, ci dà i contributi per ab-\. \It 're le nostre vacche da latte e poi il latte lo importiamo dal Bel-

70 71

Page 37: Quaderno 2005 - pag1-79

72

VALORI ROMANI, VALORI EUROPEIMARIo BACCINI

gio, dalla Germania e dalla Francia. Noi siamo pagati per non pdurre perché in questo progetto l'Italia è disegnata come il paeseconsumatori europei e non dei produttori. Quando alla Farnesinparlava all'inizio di questa politica europea i nostri diplomatici eraallineati su indicazioni europee che subivano e non concordavano.fatto un esempio sulla questione agricola ma voglio andare avantigionando con voi sul progetto italiano in Europa ma noi dobbiadecidere con la giusta responsabilità di individuare una maggiorano un' altra che deciderà come dovranno vivere i nostri figli o i nosnipoti tra 10-15 anni, con quale sistema di valori, di cultura, di ipresa, con quale famiglia. Questo non so se sia di destra, di sinistradi centro: so però che vanno difesi e promossi i valori culturali del nstro Paese perché in questo momento sono messi in discussione.allora vogliamo l'Italia, l'Europa dei valori, dobbiamo riprenderci icarico questa responsabilità perché sono cosciente e convinto che noriguardi solo me che sono nel governo, questo progetto non può esere lasciato a se stesso solo per ottenere voti per temi senza il relativo approfondimento perché ne va del futuro che noi stessi non vogliamo per i nostri figli. Dobbiamo trasformare i cittadini da elettorato passivo in elettorato attivo ed è giusto quindi che ognuno prenda le sue giuste posizioni sia in Europa che in Italia assunto 'che il bipolarismo debba avere ancora un futuro. Penso che questo sia un concetto malato, perché non chiarisce le posizioni in campo, come se nonsi sapesse che in politica tutto può cambiare in una settimana. Que-sto bipolarismo non è più caratterizzato da un progetto politico masolo elettorale che per avere un voto in più le due coalizioni sono co-st.re~te ad allearsi con chi ha profonde differenze programmatiche purdi vincere le elezioni e pur di non governare perché sappiamo tutti

vincerà il centro sinistra ci saranno problemi in politica estera,ilori, se vincerà il cehtrodestra ci saranno problemi sulle istitu-

111l nn la Lega per voler immaginare uno Stato sussidiario e nonI r.uo che allarga i propri poteri sommando i costi e le competen-111() questi sono i problemi, allora che abbiamo proposto? Dob-Ino rimanere in un sistema bipolare? Benissimo, l'opinione pub-I c portata a dire che una legge elettorale diversa può avvicinare

l'l'n la politica ai cittadini? Questo è il vero problema, di pensarec un politico, come lo siamo noi, è troppo vicino ai cittadini, c'è

Il l Iti del voto di scambio; se un cittadino decide di dare una pre-I 111.1ad un politico piuttosto che ad un altro, c'è il rischio di unalluvione di stampo mafioso, invece credo che il sistema proporzio-I ..ia uno dei migliori, è inutile che scimmiottiamo i sistemi anglo-IIl1i,americani ed altri sistemi elettorali perché si confonde la rap-

I entanza popolare con la governabilità. E quindi quando noi par-11110di legge proporzionale vogliamo garantire il bipolarismo per-Il lusta che si dichiari all'inizio della competizione elettorale l'alle-111.1p lirico-elettorale con l'indicazione del premier, con il premio11111,1'gioranza a chi vincerà e prenderà un voto in più degli altri schie-1I11l't)i e il gioco è fatto. Quale è lo scandalo? Quello di ampliare la

111l11~dei cittadini? Oggi cosa avviene in questo sistema maggiorita-111I~un sistema per cui noi abbiamo nei collegi il candidato elettol'altro candidato che perde magari con il 49% dove il 49% di elet-

11111Il n hanno rappresentante in Parlamento. Vi pare una cosa giu-I I buttare i voti dalla finestra? Allora stabiliamo a monte quale è la(l,Il izione, stabiliamo chi è il candidato premier, chi vince riceverà un

Ill'mio di maggioranza ma in Parlamento ci devono andare tutti per-I !tc( il Parlamento è il luogo del popolo, se vogliamo che questa paro-

73

Page 38: Quaderno 2005 - pag1-79

MARro BACCINI FONDAZIONE ROMA EUROP

la abbia ancora l'effetto giusto. La rappresentanza popolare non è uluogo di perdizione dove si aggirano loschi figuri per carpire l'inncenza degli elettori, la rappresentanza popolare è l'essenza del nostsistema e allora dobbiamo avere il coraggio di dire che cambiamo qusto sistema. Il popolo non è più sovrano ma se vogliamo renderlo tle dobbiamo farlo sentire rappresentato in Parlamento. Anche lo sbaramento è un'altra invenzione, non è un problema perchè non incisulla governabilità. In Parlamento ci deve andare chiunque ha il consenso, deve vincere le elezioni chi prende un voto in più non un vto in meno come succede in questo momento. Facciamo due esempla Toscana e la Sicilia. Pensate che in Toscana noi del centro destreleggiamo solo un deputato, in Sicilia idem il centrosinistra elegge solo un deputato. Con una proporzione del 40 % di elettori del polche non hanno rappresentanza con la stessa proporzione che il 300degli elettori in Sicilia non hanno rappresentanza. Vi pare giusto? Lnuova legge cerca di immaginare uno scenario di governabilità e allora molti mi dicono che molti cittadini non lo capiscono, ed è verperché nessuno glielo spiega o si confronta, nessuno fa un ragionamento chiaro, si parla in politichese. Il centrosinistra pensa di avevinto e dice non muoviamo la situazione perché così è a nostro vantaggio, ma i padri costituenti non pensavano all'interesse immediatma pensavano al futuro. Ad esempio, perché non si può cambiare unlegge elettorale prima delle elezioni? Se si cambiasse la legge elettorale dopo le elezioni si dovrebbero rifare le elezioni, perché si delegittimerebbe un Parlamento. Anche le primarie rappresentano un momento di democrazia per poter decidere i candidati, abbiamo chiestoai leader di scendere in campo perché la competizione primaria nonè una spaccatura all'interno del centrodestra. La proposta di noi del-

74

Il PI\~IM~A~ V:~AL~O~RI~'R~O~MA~N~I!~VAL~O",RI!..cE,""·U!!:Th""O!.-"'!PEI

11) ~è di offrire al popolo degli elettori del centrodestra la possibi-, di indicare uomini e di valorizzare programmi, non bisogna di-

111i .are che negli ultimi anni il progetto politico del centro destrauhito dei fermi elettorali: elezioni europee, elezioni regionali, i cit-

[ini hanno suonato il campanello, il centrosinistra non ha preso un1111in più né uno in meno ma sono diminuiti i voti del centrode-',I. l' 'è quindi una parte del nostro elettorato che ci chiede una po-

li,Il .1ti iversa. Non è quindi in discussione la leadership del Presiden-l\rrlusconi o dei nostri 3 moschettieri. Oltre alle grandi conven-

1111ron pacche sulle spalle bisogna riscendere tra la gente nelle cate-111il'. nelle professioni, ricominciare a parlare con la gente, altrimen-l'lima o poi chiederanno ai nostri leaders di mettersi da parte per-

I! non ci sarà più possibilità di un' altra chance, di' un secondo tern-Il () gi abbiamo ancora l'occasione di far parlare la politica con loI Il linguaggio della gente perché solo cosÌ si concretizza il proget-Il politico e culturale del centro destra della Casa delle Libertà. Non" i.unoci prendere dalle intenzioni, ma questo è il momento del-

I ruusiasmo, di far capire ai cittadini che è il benvenuto chiunque vo-ll.I partecipare a questo progetto di formare e dare cittadinanza po-

lli Il.1 . culturale a quel movimento che si è espresso dopo il referen-111111sulla fecondazione assistita che ha dato una sonora sconfitta al-I1I11'.lnizzazione della sinistra. Per fare questo però dobbiamo offrire111p.1110ramaorizzontale, perché chi non vuole votare Casini, può vo-lli B .rlusconi o Fini, vogliamo dire che votare il centro destra vuoI111votare prima di tutto un progetto culturale piuttosto che una per-1111.1in particolare. Se faremo questo riusciremo ad essere in sintonia1111il paese reale e non virtuale. Ci sono famiglie che non arrivano111quarta settimana del mese perché alla terza hanno finito i soldi,

75

Page 39: Quaderno 2005 - pag1-79

MARIo BACCINI FONDAZIONE ROMA EUR

allora dobbiamo rinegoziare un nuovo patto con gli italiani, un pto sui valori concreti, un patto nell'ambito anche della romanità,p.atto nel quale la politica dovrà fare un passo indietro per dare spZIO a quel mondo della cultura, della ricerca scientifica, dell'imprdei comitati di quartiere e quant'altro. Dobbiamo richiedere agli estni di entrare in politica, di prestarci i dirigenti, il know-how, Solo qusta è la chiave, se no il sistema non regge, non è competitivo.

Su queste mie considerazioni, spero che tra un anno Cesare San Maro mi reinviti per portare una relazione con dati reali sulla "hurnanvernance", uno studio che sto portando avanti in Europa sulla umanizazione della pubblica amministrazione per farla diventare più umper essere al servizio dei cittadini, dove essi vengano considerati deutenti e non più dei sudditi ,sia con l'esercizio del silenzio assenso. Coeludo con una citazione di Eliot: "Esiste solo la lotta per riconquistciò che si è perduto trovato e riperduto senza fine". Oggi le condizionon sembrano a noi favorevoli, forse non ci guadagneremo né perdermo, a noi non resta che tentare, il resto non ci riguarda. Grazie.

Cesare San MauroNell' esperienza di amministratore locale, di parlamentare e di mem

bro del governo e oggi di Ministro, quali sono i punti centrali di qu lritardo di efficienza amministrativa che il paese dimostra e soprattuttin questa battaglia per il silenzio e assenso, un pregio e un difetto ehvedi? Non ti chiediamo anticipazioni sulla finanziaria. lo presiedo, co-me sai, un ente pubblico non economico e abbiamo una difficoltà nel-la gestione dell' ordinario quasi insormontabile perché il tetto è un tet-to estremamente rigido e penso che ci voglia il coraggio di operare deitagli più in alcuni settori che in altri.

76

VALORI ROMANI, VALORI EUROPEI

lu GuarenteI III IIgo positivo questo sforzo come esponente di un partito cheI d i spiegare che cosa è democrazia e partecipazione, ma credo che

Ih,ISIi. Avendo qualche anno di esperienza vedo un imbarbarimen-n 1110trO paese dal punto di vista finanziario economico, e in altri11111,Vorrei sapere che cosa l'UDC ci viene a proporre per contrasta-

1111stO imbarbarimento.

1.1I·ioBaccinililla questione del silenzio-assenso: questa è una scelta politico-

11I1I1,deepocale che non vuole eliminare o sminuire il potere della"Illlii a amministrazione, ma il silenzio della pubblica amministra-111\('.Dobbiamo quindi accettare la grande sfida di dare una rispo-Il .rllc imprese, ai cittadini alle famiglie che ne fanno richiesta, pen-II ome cambierà il rapporto e la percezione e il volto della pubbli-I ,lInministrazione con l'istituzione del silenzio-assenso perché in ca-li di silenzio la domanda ha una risposta positiva. Laspetto negati-Il «mo le grandi preoccupazioni che io ho comunque compreso nel

l'lIlvvedimento legislativo con 1'esclusione dei punti sensibili. per ilununcnto che sono la sanità, la giustizia, l'ambiente. Ho chiesto a11111. le amministrazioni interessate di quanto tempo avrebbero avu-111bisogno per applicare bene questa legge, ciascuna amministrazio-111mi dirà i veri tempi e riterrò di intervenire su ogni singola amrni-111\1razione per capire gli eventuali tempi prolungati e le cause che li11\.rano, come la mancanza di personale e altro. Per la finanziaria e

IIII! i le questioni adiacenti, noi vorremo attribuire alla legge finan-tl,lria un volto più umano e evitare quegli sprechi che ci sono e sono1.II\li. I privilegi non sono più sopportabili dalla pubblica ammini-

77

Page 40: Quaderno 2005 - pag1-79

78

MARIo BACCINI

strazione, e ci.ò si.dev~ tradurre ad esempio in una verifica sul turver.~el p~~bltco ImpIego ed in una serie di iniziative per toglierenti mutll~, una lo.tt~ alla malaburocrazia che consenta di realizzuna pubblica ammmIstrazione che sia efficiente ed effic .. p . d" . . ace a COStInon. er 1 intu al cittadini l'UDC .. . ' nasce come partIto che hafon.damento Il rispetto dei diritti costituzionali, per far tornare il ~tadino a non essere più un numero ma una persona.

IL FUTURO DI ROMA NEL FUTURO DELL'EUROPA

Roma, Caffè Greco, 17 ottobre 2005

di Francesco Rute//i "

Cesare San MauroGrazie al S' M"l ignor inrstro per essere intervenuto e ci rivediamo

ora tra un anno per ulteriori aggiornamenti. Grazie e arrivederciuc San Maurouonasera a tutti, benvenuti alla serata del Caffè Greco. Questasera abbiamo l'onore di avere ospite Francesco Rutelli, leadernazionale della Margherita, europarlamentare e sindaco per ben

IIlIi lella città di Roma. Direi dunque che il suo intervento rivestenuuportanza assolutamente particolare, e gli lascio subito la parolaIlp,' .iziandolo per essere intervenuto.

l'I Il1cesco Rutelli( :razie davvero. Ringrazio Cesare San Mauro, con il quale ho con-

Ilvl\() gli anni in cui ho avuto l'onore di essere sindaco di questa splen-IId,l .ittà, sia quando Cesare era un Consigliere Comunale sia quan-111 poi fu eletto da tutto il Consiglio Comunale primo Presidente del-l. 11('0 nata Autorità per i servizi pubblici locali del Comune di Roma.

Sono di poco tempo fa le ultime statistiche che riguardano il no-l' t. Paese, e la situazione economica non è certo incoraggiante. L'Eu-

!}Y',rirlentedi Democrazia è libertà -L« Afalgherita.

79