quaresima 2011

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Anno XXXIII - n° 1 Quaresima 2011 lasciarsi incontrare dalla Parola di vita del Signore. Non si è degli esper, che abbiano fao studi parcolari, ma persone che si met- tono in ascolto e che comunicano quello che lo Spirito suggerisce loro. A tu la Parola di Dio ha qualcosa da dire e a tut- , indisntamente, propone indicazioni e orientamen che sono risposta alle do- mande più inme e che nel contempo provocano a tesmoniare l’amore del Si- gnore. E’ una esperienza che ci auguriamo possa prendere piede, in special modo, nei pe- riodi for dell’anno liturgico e che certa- mente contribuirà a far crescere la comu- nità parrocchiale come famiglia aenta e disponibile a quel Dio che si rivolge a lei per benedirla e rinnovarla nella fraternità e nella speranza. Un grande contributo in questo senso ci viene pure dato da Papa Benedeo XVI che nel messaggio per la Quaresima 2011, riportato alle pagine seguen del nostro giornalino parrocchiale, ci smola a la- sciarci educare dalla Parola, e in parcola- re quella domenicale, per “intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua” Don Carlo, parroco Aiuta non poco l’introduzione di un sussi- dio, pubblicato recentemente, che invita a cominciare il nuovo periodo liturgico della Quaresima con consapevolezza e impe- gno. “Ogni anno, puntuale, si presenta a noi l’inerario quaresimale, che conduce alla Pasqua di Risurrezione. La stanchezza, l’abitudine, il dovere possono svilire que- sto tempo parcolare dell’anno liturgico. In noi c’è sempre bisogno che qualcuno smoli e aiu a ravvivare il cammino che porta alla Pasqua e alla sua pienezza con il dono dello Spirito Santo. Gli aiu e i mezzi sono molteplici, ma sono necessarie la Pa- rola di Dio, l’azione liturgica e la carità che si traduce nella tesmonianza di vita.” (G. Turani, Cristo,mia speranza, è Risorto, San Paolo, 2011) Vorremmo soolineare l’importanza che assume per la nostra comunità il ritrovarsi aorno alla Parola per rifleere un pochi- no di più in questo tempo di grazia e so- prauo per sperimentare la ricchezza di un amore del quale la stessa Parola vuole renderci partecipi. Siamo sollecita per altro dalla recente esortazione apostolica “Verbum Domi- ni” che afferma: “la Chiesa si fonda sulla Parola di Dio, nasce e vive in essa. Lungo tu i secoli della sua storia, il Popolo di Dio ha sempre trovato in essa la sua forza e la comunità ecclesiale cresce anche oggi nell’ascolto, nella celebrazione e nello stu- dio della Parola di Dio” (V.D. n.3) Siamo convin che con la Parola al centro del nostro impegno crisano possiamo dare maggior consistenza alla nostra fede e diventare strumen di posiva trasfor- mazione della nostra comunità parroc- chiale. Per dare visibilità a questa convinzione si è pensato di programmare una serie di incontri familiari per l’approfondimento di quella Parola che le domeniche di questa Quaresima propongono. Per chi lo desidera, dopo previo accordo con gli animatori della Parola, viene data la possibilità di un approfondimento del- la Parola E’ importante sapere che coloro che hanno meditato e pregato negli in- contri della così dea “leco divina” che si tengono ogni mercoledì sera in casa canonica, si meono a disposizione per incontrare famiglie e persone. Il patrimonio di quella ricchezza interio- re che si ricava dalla comune riflessione non deve rimanere isolato in un gruppo di volonterosi, ma essere messo a disposi- zione di tu quelli che sono interessa a Quaresima 2011 Attorno alla Parola per crescere nella fede come singoli e come comunità

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QUARESIMA 2011

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Page 1: QUARESIMA 2011

Anno XXXIII - n° 1Quaresima 2011

lasciarsi incontrare dalla Parola di vita del Signore.Non si è degli esperti, che abbiano fatto studi particolari, ma persone che si met-tono in ascolto e che comunicano quello che lo Spirito suggerisce loro. A tutti la Parola di Dio ha qualcosa da dire e a tut-ti, indistintamente, propone indicazioni e orientamenti che sono risposta alle do-mande più intime e che nel contempo provocano a testimoniare l’amore del Si-gnore.E’ una esperienza che ci auguriamo possa prendere piede, in special modo, nei pe-riodi forti dell’anno liturgico e che certa-mente contribuirà a far crescere la comu-nità parrocchiale come famiglia attenta e disponibile a quel Dio che si rivolge a lei per benedirla e rinnovarla nella fraternità e nella speranza.Un grande contributo in questo senso ci viene pure dato da Papa Benedetto XVI che nel messaggio per la Quaresima 2011, riportato alle pagine seguenti del nostro giornalino parrocchiale, ci stimola a la-sciarci educare dalla Parola, e in particola-re quella domenicale, per “intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua” Don Carlo, parroco

Aiuta non poco l’introduzione di un sussi-dio, pubblicato recentemente, che invita a cominciare il nuovo periodo liturgico della Quaresima con consapevolezza e impe-gno.“Ogni anno, puntuale, si presenta a noi l’itinerario quaresimale, che conduce alla Pasqua di Risurrezione. La stanchezza, l’abitudine, il dovere possono svilire que-sto tempo particolare dell’anno liturgico. In noi c’è sempre bisogno che qualcuno stimoli e aiuti a ravvivare il cammino che porta alla Pasqua e alla sua pienezza con il dono dello Spirito Santo. Gli aiuti e i mezzi sono molteplici, ma sono necessarie la Pa-rola di Dio, l’azione liturgica e la carità che si traduce nella testimonianza di vita.” (G. Turani, Cristo,mia speranza, è Risorto, San Paolo, 2011)Vorremmo sottolineare l’importanza che assume per la nostra comunità il ritrovarsi attorno alla Parola per riflettere un pochi-no di più in questo tempo di grazia e so-prattutto per sperimentare la ricchezza di un amore del quale la stessa Parola vuole renderci partecipi.Siamo sollecitati per altro dalla recente esortazione apostolica “Verbum Domi-ni” che afferma: “la Chiesa si fonda sulla Parola di Dio, nasce e vive in essa. Lungo

tutti i secoli della sua storia, il Popolo di Dio ha sempre trovato in essa la sua forza e la comunità ecclesiale cresce anche oggi nell’ascolto, nella celebrazione e nello stu-dio della Parola di Dio” (V.D. n.3)Siamo convinti che con la Parola al centro del nostro impegno cristiano possiamo dare maggior consistenza alla nostra fede e diventare strumenti di positiva trasfor-mazione della nostra comunità parroc-chiale.Per dare visibilità a questa convinzione si è pensato di programmare una serie di incontri familiari per l’approfondimento di quella Parola che le domeniche di questa Quaresima propongono.Per chi lo desidera, dopo previo accordo con gli animatori della Parola, viene data la possibilità di un approfondimento del-la Parola E’ importante sapere che coloro che hanno meditato e pregato negli in-contri della così detta “lectio divina” che si tengono ogni mercoledì sera in casa canonica, si mettono a disposizione per incontrare famiglie e persone.Il patrimonio di quella ricchezza interio-re che si ricava dalla comune riflessione non deve rimanere isolato in un gruppo di volonterosi, ma essere messo a disposi-zione di tutti quelli che sono interessati a

Quaresima 2011

Attorno alla Parola per crescere nella fede come singoli e come comunità

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L’Apo-s t o l o

delle gen-ti, nella Let-

tera ai Filippe-si, esprime il senso

della trasformazione che si attua con la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, indicandone la meta: che “io possa conoscere lui, la po-tenza della sua risurrezione, la comunio-ne alle sue sofferenze, facendomi con-forme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11). Il Battesimo, quindi, non è un rito del passato, ma l’incontro con Cristo che informa tutta l’esistenza del battez-zato, gli dona la vita divina e lo chiama ad una conversione sincera, avviata e sostenuta dalla Grazia, che lo porti a raggiungere la statura adulta del Cristo.

Un nesso particolare lega il Battesimo alla Quaresima come momento favore-vole per sperimentare la Grazia che sal-va. I Padri del Concilio Vaticano II hanno richiamato tutti i Pastori della Chiesa ad utilizzare “più abbon-dantemente gli elementi battesimali propri del-la liturgia quaresima-le” (Cost. S a c r o s a n -ctum Conci-lium, 109). Da sempre, infatti, la Chiesa asso-

Cari fratelli e sorelle, la Quaresima, che ci conduce alla celebrazione della Santa Pasqua, è per la Chiesa un tempo liturgico assai prezioso e importante, in vista del quale sono lieto di rivolgere una parola specifica perché sia vissuto con il dovuto impegno. Mentre guarda all’incontro definitivo con il suo Spo-so nella Pasqua eterna, la Comunità ecclesiale, assidua nella preghiera e nella carità operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore abbondan-za al Mistero della redenzione la vita nuova in Cristo Signore (cfr Prefazio I di Quaresima).

1. Questa stessa vita ci è già stata tra-smessa nel giorno del nostro Battesimo, quando, “divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, è iniziata per noi “l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo” (Omelia nella Festa del Batte-simo del Signore, 10 gennaio 2010). San Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetuta-mente sulla singolare comunione con il Figlio di Dio realizzata in questo lavacro. Il fatto che nella maggioranza dei casi il Battesimo si riceva da bambini mette in evidenza che si tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con le pro-prie forze. La misericordia di Dio, che cancella il peccato e permette di vivere nella propria esistenza “gli stessi senti-menti di Cristo Gesù” (Fil 2,5), viene co-municata all’uomo gratuitamente.

cia la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo: in questo Sacramento si realizza quel grande mistero per cui l’uomo muore al peccato, è fatto par-tecipe della vita nuova in Cristo Risor-to e riceve lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11). Questo dono gratuito deve es-sere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cri-stiani della Chiesa antica, come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola insosti-tuibile di fede e di vita cristiana: davvero essi vivono il Battesimo come un atto decisivo per tutta la loro esistenza.

2. Per intraprendere seriamente il cam-mino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico - che cosa può esser-ci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chie-sa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signo-re, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di riceve-re il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui.

La prima domenica dell’itinerario qua-resimale evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combatti-mento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr Ordo Initiationis Christianae Adulto-

Nel messaggio del Papa, le indicazioni per vivere questo tempo di Grazia

Q u a r e s i m a 2 0 1 1 : “ C o N C r i s t o s e P o l t i e r i s o r t i ”

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rum, n. 25). E’ un deciso richiamo a ri-cordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una lotta “contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, nep-pure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vit-torioso, per aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le se-duzioni del male.

Il Vangelo della Trasfigurazione del Si-gnore pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, che anticipa la risurre-zione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta, come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, “in disparte, su un alto monte” (Mt 17,1), per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della Grazia di Dio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v. 5). E’ l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci, ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il male (cfr Eb 4,12) e rafforza la volontà di seguire il Signore.

La domanda di Gesù alla Samaritana: “Dammi da bere” (Gv 4,7), che viene proposta nella liturgia della terza do-

menica, esprime la passione di Dio per ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell’ “acqua che zampilla per la vita eterna” (v. 14): è il dono dello Spirito Santo, che fa dei cristiani “veri adoratori” in grado di pre-gare il Padre “in spirito e verità” (v. 23). Solo quest’acqua può estinguere la no-stra sete di bene, di verità e di bellezza! Solo quest’acqua, donataci dal Figlio, ir-riga i deserti dell’anima inquieta e insod-disfatta, “finché non riposa in Dio”, se-condo le celebri parole di sant’Agostino.

La “domenica del cieco nato” presenta Cristo come luce del mondo. Il Vangelo interpella ciascuno di noi: “Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. “Credo, Signore!” (Gv 9,35.38), afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la no-stra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l’unico no-stro Salvatore. Egli illumina tutte le oscu-rità della vita e porta l’uomo a vivere da “figlio della luce”.

Quando, nella quinta domenica, ci vie-ne proclamata la risurrezione di Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: “Io sono la risur-rezione e la vita… Credi questo?” (Gv 11,25-26). Per la comunità cristiana è il momento di riporre con sincerità, insie-me a Marta, tutta la speranza in Gesù

3 Nel messaggio del Papa, le indicazioni per vivere questo tempo di Grazia

di Nazareth: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo” (v. 27). La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a su-perare il confine della morte, per vivere senza fine in Lui. La fede nella risurre-zione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo al sen-so ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e per la vita, e questa verità dona la dimensio-ne autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla poli-tica, all’economia. Privo della luce della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, par-ticolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo ri-nati “dall’acqua e dallo Spirito Santo”, e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere all’azione della Grazia per essere suoi discepoli.

Q u a r e s i m a 2 0 1 1 : “ C o N C r i s t o s e P o l t i e r i s o r t i ”

3. Il nostro immergerci nella morte e risur-rezione di Cristo attraverso il Sacramen-to del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la “terra”, che ci impoverisce e ci

continua a pag.4

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cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo in-ganna, lo illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose mate-riali al posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro? La tentazione è quel-la di pensare, come il ricco della parabola: “Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni…”. Conosciamo il giudizio del Signore: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita…” (Lc 12,19-20). La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’al-tro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia.

In tutto il periodo quaresimale, la Chie-sa ci offre con particolare abbondanza la Parola di Dio. Meditandola ed interio-rizzandola per viverla quotidianamente, impariamo una forma preziosa e inso-stituibile di preghiera, perché l’ascolto attento di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Bat-tesimo. La preghiera ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, esso scan-disce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro. Nella preghiera troviamo, invece, tempo per Dio, per conoscere che “le sue parole non passeranno” (cfr Mc 13,31), per entrare in quell’intima comunione con Lui “che nessuno potrà toglierci” (cfr Gv 16,22) e

continua da pag. 3impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo. In Cristo, Dio si è rivela-to come Amore (cfr 1Gv 4,7-10). La Croce di Cristo, la “parola della Croce” manife-sta la potenza salvifica di Dio (cfr 1Cor 1,18), che si dona per rialzare l’uomo e portargli la salvezza: amore nella sua for-ma più radicale (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghie-ra, espressioni dell’impegno di conversio-ne, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo. Il digiuno, che può avere diverse motiva-zioni, acquista per il cristiano un signifi-cato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logi-ca del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa - e non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimi-stico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31).

Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avi-dità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazio-ne e morte; per questo la Chiesa, special-mente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell’elemosina, alla capacità,

che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna.In sintesi, l’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mi-stero della Croce, è “farsi conformi alla morte di Cristo” (Fil 3,10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la no-stra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo. Il periodo quaresima-le è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinno-vatrice del Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo.

Cari fratelli e sorelle, mediante l’incontro personale col nostro Redentore e attra-verso il digiuno, l’elemosina e la preghie-ra, il cammino di conversione verso la Pasqua ci conduce a riscoprire il nostro Battesimo. Rinnoviamo in questa Quare-sima l’accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato in quel momento, perché illu-mini e guidi tutte le nostre azioni. Quanto il Sacramento significa e realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in una se-quela di Cristo sempre più generosa e autentica. In questo nostro itinerario, ci affidiamo alla Vergine Maria, che ha ge-nerato il Verbo di Dio nella fede e nella carne, per immergerci come Lei nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù ed avere la vita eterna.

Benedetto XVI

digiuno, elemosina, preghiera 3 v i e l u m i n o s e p e r l a Q u a r e s i m a

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“Sii degno del servizio alla mensa del Signore

e della Chiesa,ama di amore sincero

il Corpo mistico di Cristo, soprattutto i

poveri e gli infermi, in modo da attuare il comandamento

di Gesù”

dal rito di istituzione

5A l f r e d o e M A r c o A c c o l I T I

domenica 30 gennaio il Vescovo ha conferito il ministero laicale a due nostri parrocchiani

La gioia scaturita dal conferimento del ministero dell’Accolitato a Marco e Al-fredo, rivive nelle testimonianze degli interessati che qui di seguito riportia-mo. L’ascolto della loro voce diventa motivo di preghiera per tutta la Comu-nità parrocchiale, mentre li accompa-gniamo verso il traguardo dell’Ordina-zione Diaconale.

Testimonianza di AlfredoDomenica 30 gennaio, durante la messa delle 19°° ho ricevuto insieme ad altri cin-que candidati il ministero dell'accolitato. E' una figura che nella nostra comunità ancora non è conosciuta bene, ma la sento mia. Mai come in quel momento mi sono sentito sereno e ho sentito in me la presenza dello Spirito Santo, nonostan-te le preoccupazioni per il passo che an-davo a compiere.

Mi è piaciuta tanto una frase detta qual-che giorno prima “tu diventi, con una benedizione particolare del Vescovo, mi-nistro straordinario dell'Eucarestia” ed è questo che mi sento. Per me essere accolito vuol dire essere servitore della vita; mettere la mia perso-na al servizio di chi è in difficoltà, di chi è ultimo e non solo povero, di chi è “lon-tano” e non sempre per scelta propria, di chi ha bisogno del mio aiuto, anche morale, perchè il servizio per me tocca la persona partendo da “dentro” e non solo attraverso il fare. In cuor mio sono presenti tre semplici azioni che troviamo nel Vangelo di Gio-vanni: “si alzò da tavola”, “depose le vesti” e “si cinse un asciugatoio”, voglio conser-

varle come regola per il mio futuro. Servire è un modo di essere, uno stile che nasce dal profondo di se stessi ed è a questa profondità che miro (vivere pri-ma di tutto la comunione dentro di me, per poi riuscire a donarsi gratuitamente con gioia, pensare e ragionare oltre che a fare); voglio stare vicino a chi non può dirmi neanche un grazie.Naturalmente in tutto questo rimane sempre al primo posto la mia famiglia: mia moglie che per la seconda volta mi ha detto “si”, approfondendo ancora di più il grande mistero dell'Amore di Dio in noi e mia figlia che attraverso le sue pic-cole azioni quotidiane, mi conferma che quello che io e mia moglie abbiamo semi-nato in lei sta producendo frutto. Come recita una preghiera a me cara “Maria è dai giovani che parte il futuro ...

nei giovani sono seminati la santità, l'in-traprendenza e il coraggio ...”, in mia figlia vedo questo e le auguro che con l'aiuto dello Spirito Santo, possa avere la forza di dare speranza a chi chiede aiuto e a chi è nel bisogno.

Testimonianza di Marco“L’uomo è creato per la felicità vera ed eterna, che solo l’amore di Dio può dare”. Così afferma papa Benedetto XVI nella esortazione apostolica Sacramentum Ca-ritatis (30). In effetti, è proprio così. Chi di noi non ambisce ad essere felice, anzi ad essere pienamente felice? Il Signore Gesù ha affermato di essere “via, verità e vita” (Gv 14,6), dunque è in Lui che l’uomo tro-va la piena felicità, la pienezza della vita,

la piena realizzazione.In questi primi quindici giorni da accolito sto sperimentando proprio questo: Gesù ci dà questa pienezza di vita, e questo può valere per ciascun uomo sulla faccia della terra. Il ministero di accolito, che ho ricevuto insieme ai miei quattro amici in cammino verso il diaconato permanente e ad un seminarista, dà ragione di ciò: il

c o m a n d a -m e n t o dell’amore scambievole (“Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato”, Gv 13,14, sono le pa-role di Gesù nell’Ultima Cena) diven-ta per l’ac-colito vera e

propria “parola di vita”, ovvero program-ma da attuare e vivere in prima persona, e testimonianza da dare al prossimo che si incontra. L’accolito non è un chierichet-to adulto! La sua vita e la sua persona sono messe accanto al Signore (presen-te nelle specie eucaristiche consacrate dal sacerdote durante la S.Messa) non come premio o come merito, tutt’altro! Come impegno a portare il sacramento dell’amore (l’Eucaristia, nella quale Gesù stesso torna a farsi presente per l’uomo) a tutta la comunità parrocchiale nella quale vive ed opera, negli ambienti lavorativi e familiari, nelle relazioni interpersonali. Il servizio all’altare, pertanto, diventa ser-vizio al fratello, l’amore per l’eucaristia si declina come amore al prossimo.

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Angela, una catechista della nostra parrocchia, in missione di Pace in Messico

u n ’ e s P e r i e n z A s i n g o l A r e

Riportiamo un articolo apparso su “La Voce di Rovigo” di martedì 22 febbraio 2011, riguardante l’impegno a servizio della Pace e dei Diritti umani di una no-stra parrocchiana, Angela Osti.

ROVIGO - Ora in è Messico e vi rimarrà fino al prossimo luglio, nell’ambito del “Progetto scuola” dell’Associazione Fra-telli Dimenticati di Cittadella. Nel 2010 è rimasta tre mesi in Palestina, da luglio a settembre, con l’Operazione Colom-ba, missione di pace della Comunità “Papa Giovanni XXIII” di Rimini. Poi, con la stessa associazione, ha vissuto tre mesi in Colombia, dal 28 novembre a fine gennaio, per appoggiare il mo-vimento “Queremos vivir”, resistenza non violenta nell’ambito del conflitto che vede coinvolti militari, paramilitari e guerriglieri.

Angela Osti, ventiseienne rodigina, dopo la laurea in Scienze politiche con-seguita a Padova con 110 e lode con in-dirizzo “Istituzioni e politiche dei diritti umani” si è impegnata in prima perso-na come volontaria in associazioni in-ternazionali. In Palestina era nel villaggio di At-Tuwa-ni, sulle colline a sud di Hebron, nella zona C, che in base agli accordi di Oslo del ’93, è area palestinese sotto il con-trollo israeliano. L’impegno di Angela e degli altri volon-tari consisteva nel dare appoggio agli abitanti del villaggio per poter condur-re a termine le azioni quotidiane, da portare le pecore al pascolo o accom-pagnare i figli a scuola, spesso ostaco-late dai coloni israeliani abitanti nella

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zona confinante ed ostile. “Luce per tre ore al giorno – racconta Angela – poca acqua, difficoltà nel reperire cibo e ne-gli spostamenti”. Molto difficile è stata anche l’esperien-za in Colombia per gli scontri violenti tra le parti, per l’asprezza del conflitto, anche se la comunità di pace di San Josè de Apartadò in cui è vissuta a San Josesito è una sorta di luogo protetto per gli abitanti. Ora Angela insegna a leggere e a scrive-re ai bambini del villaggio messicano di Norogachi. “La sento ogni giorno – dice il papà, Carlo Osti, con premure e pre-occupazioni paterne – e non mancano certo le preoccupazioni per mia figlia che preferirei impegnata in Italia, an-che se lei vive con entusiasmo queste esperienze”. Angela parla inglese, tedesco e spagno-lo, è stata volontaria per un anno per conto della Caritas diocesana, ha svol-to la sua attività di catechista per molti anni nella parrocchia del Duomo.“E’ una ragazza straordinaria – dice don Carlo Santato, parroco del Duomo - ha un sorriso che le illumina il volto e una forza interiore che le permette di af-frontare le esperienze anche più difficili con serenità e slancio”.

Elisa Depiccoli

La Fondazione FrateLLi dimenticati onLusil nostro maggiore impegno è aiutare l’uomo.Le nostre preferenze vanno agli ultimi, i fratelli dimenticati, rifiutati dalla società: uomini senza casa, senza lavoro, senza cibo, colpiti sovente da malattie come la lebbra, che li allontana dal contesto civile.Consideriamo inoltre, tra i mali più gravi, l’analfabetismo, che condanna tante per-sone all’emarginazione e allo sfruttamen-to.

i frutti della carità e dell’amore sono le gioie quotidiane di una vita salvata e un sorriso regalato.Ancora oggi il nostro mondo guarda al futuro, dimenticando che migliaia di vite sperano e lottano per vivere il presente.Sono i piccoli grandi gesti, frutto di sacrifici e unione di forze che possono ridonare la vita e la speranza a queste persone.Fin dal 1987 la Fondazione s’impegna ad essere da tramite tra la generosità e le ne-cessità dei tanti.I traguardi che sono stati raggiunti non sono solo frutto di questo impegno, ma e soprattutto della fiducia e della bontà di quanti hanno desiderato donare il loro amore ai bisognosi.La Fondazione è oggi presente in India, Nepal, Nord Messico, Guatemala e Nica-ragua.

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E R N E S T O O L I V E R O T R A N O I

7il fondatore del SERMIG, nel nostro teatro,

il 2 febbraio scorsoMercoledì 2 febbraio, organizzato dal “Gruppo Missionario dei veri amici”, si è tenuto nel nostro Teatro un mo-mento formativo, di grande interesse; abbiamo avuto la gioia di ascoltare uno dei più significativi testimoni del nostro tempo, molte volte proposto al premio Nobel della Pace: ERNESTO OLIVERO.E’ un bancario torinese, padre di fami-glia, che fidandosi di Dio, nella sem-plicità di umili gesti ha compiuto au-tentici prodigi di carità. Tutto quello che è riuscito a fare e ad essere ha del prodigioso e risulta misterioso ai no-stri occhi,a meno che non ci si inserisca nella logica della fede che sa rendere possibile ciò che per gli uomini sembra impossibile. Le numerose persone che sono venute ad ascoltarlo sono state introdotte all’incontro dalle parole di un giovane animatore parrocchiale, Giacomo Veronese, che con alcuni amici ha partecipato a diverse iniziati-ve, programmate da Olivero. La spon-taneità e la freschezza della presenta-zione viene qui riportata.

Io Giacomo, c’ero; si io c’ero un giorno di qualche mese fa quando in un incon-tro all’arsenale della pace a Torino Er-nesto, orgoglioso, mi faceva vedere la copertina del suo nuovo libro. C’era un mucchio di fogli scarabocchiati e pieni di correzioni, ma l’idea, quella la si vedeva dalla copertina.Non è per vantarmi che scrivo questo, ma per mettere in evidenza che le cose semplici e belle e i momenti emozio-nanti sono di tutti; sono di ordinaria quotidianità e si possono vivere con estrema facilità.Fare la presentazione di Ernesto Olive-ro è cosa davvero impossibile.Non so come partire; tutti partireb-bero dall’inizio e dalla sua storia, io lo racconto attraverso le esperienze, i fatti che ho visto e ho vissuto, perché è quello che posso trasmettere.Ernesto per me è un sognatore dispera-to, convinto che con poco si possa cam-biare il mondo.Contro ogni mia aspettativa, ho potuto constatarlo il 16 ottobre in una grande piazza di Torino, al Mondiale dei giovani

per la pace, dove molti, migliaia di gio-vani come me, credevano nel suo de-siderio di poter cambiare il mondo. Lì ho capito che cambiare il mondo si può, partendo dal poco che ciascuno di noi può fare e dalle piccole situazioni che fanno parte della vita quotidiana.Ernesto, quando lo incontri non è altro che uno di noi. Certo è che se lo guardi dritto dritto negli occhi e sei uno che sa vedere, scopri che in realtà per portare avanti i suoi sogni non può che essere una persona eccezionale che si è con-frontata con personaggi più disparati sia ideologicamente che socialmente, tanto che a fare l’elenco non si riesce.Ernesto è un costruttore di pace che si definisce semplicemente un innamora-to di Dio. Con queste parole si capisce già che i suoi occhi non hanno un confine, lui sa vedere oltre ogni istante, immaginare e pensare oltre ognuno di noi.Ernesto è il fondatore del Sermig e l’ideatore dell’Arsenale della Pace.Cos’è il Sermig? Cos’è l’arsenale della pace? Domande legittime e difficili da spiegare ma realtà magnifiche da in-contrare e da vivere.Il Sermig - Servizio Missionario Giova-ni – nasce nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero e da un sogno condivi-so con molti: sconfiggere la fame con

opere di giustizia e di sviluppo, vivere la solidarietà verso i più poveri e dare una speciale attenzione ai giovani, cer-cando insieme a loro le vie della pace. Dal “Si” di giovani, coppie, sposi, fami-glie, monaci e monache è nata la Fra-ternità della Speranza, per essere vicini all’uomo del nostro tempo e aiutarlo a incontrare Dio.I giovani quando incontrano la fraterni-tà si trovano spiazzati, catapultati den-tro un ex arsenale militare trasformato in un arsenale di Pace, dove l’aria di Torino sembra un’altra, dove incontri la povertà del quartiere Borgo Dora faccia a faccia, dove ti senti utile e stanco per-ché aiuti il prossimo con il sorriso assie-me ad altri divertendoti.Per me l’arsenale, il Sermig, Ernesto Olivero e tutte le persone della Frater-nità hanno qualcosa di unico e per dir-vela tutta bisogna andarci e viverlo…

Un’avventura nasceperché pensata

dal Signorecresce perché

aiutata,stimolata, ostacolata

amata, pregata…Il Sermig appartiene

al Signoree a tutti quelli

che l’hanno condottosulla strada che Lui

aveva tracciato

Page 8: QUARESIMA 2011

L’attesa visita del Papa nel Triveneto ini-zierà, nel pomeriggio del 7 maggio, ad Aquileia, da dove è giunto il primo an-nuncio della fede al Nordest e alle altre regioni europee limitrofe: qui Benedetto XVI incontrerà i Vescovi e i delegati delle diocesi. Sarà questo il momento di avvio della fase interdiocesana del secondo convegno ecclesiale delle comunità del Nordest che si svolgerà proprio ad Aqui-leia nell’aprile 2012.La mattina di domenica 8 maggio si terrà nel Parco di S. Giuliano a Mestre l’appuntamento principale: la S. Mes-sa, presieduta da Papa Benedetto XVI, a cui sono invitati tutti i fedeli delle 15 diocesi del Triveneto. Sarà l’espressione visibile della comunione tra le Chiese e con il Papa. Il pomeriggio dell’8 maggio sarà dedicato alla parte veneziana del viaggio del Papa che concluderà così la Visita pastorale attualmente in corso nel Patriarcato.Il card. Angelo Scola, in un recente docu-mento, ha affermato: “C’è una ragione profonda della venuta di Benedetto XVI tra noi. È di gran lunga la più importante perché esprime la missione specifica del successore di Pietro. Essa si radica nel compito che Gesù stesso affidò al Capo degli Apostoli quando gli disse: «Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,32).Il desiderio che arde nel nostro cuore è di essere confermati nella certezza che Gesù Cristo è vivo ed è a noi con-temporaneo. AmarLo e seguirLo ci ren-de pienamente uomini. La fede, nutrita dalla preghiera liturgica e personale, dall’amore di carità e dal pensiero di Cristo, è “conveniente” per gli uomini e le donne di oggi, perché investe in ogni istante affetti, lavoro e riposo. Nulla re-sta fuori. Qui sta la sostanza del dono che il Papa intende fare, visitandole, alle Chiese e alle popolazioni del Nordest.”

Il programma del viaggioSabato 7 maggio 201117.00 - ASSEMBLEA DEL 2° CONVEGNO DI AQUILEIA nella Basilica di Aquileia.19.00 - Venezia: INCONTRO CON LA CITTADINANZA nella Piazza San Marco di Venezia. 19.30 - Venerazione delle Reliquie di San Marco nella Basilica San Marco di Venezia.

Domenica 8 maggio 201110.00 - SANTA MESSA nel Parco San Giuliano di Mestre. A seguire, recita del REGINA COELI 16.45 - ASSEMBLEA A CHIUSURA DELLA VISITA PASTORALE DIOCESANA nella Basilica San Marco di Venezia. 18.00 - INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA E DELL’ECONOMIA nella Basilica della Salute di Venezia.

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La Parrocchia organizza un pullmanper partecipare alla Santa Messa

presieduta dal PapaDOMENICA 8 MAGGIO ALLE ORE 10.00 presso il parco S. Giuliano di Mestre.

ISCRIzIONI E INFORMAzIONI IN CANONICA

www.ilpapaanordest.it

Page 9: QUARESIMA 2011

L’idea di sostenere l’ospedale pediatrico

di Betlemme è partita da un gruppo

parrocchiale che, durante la visita

in Palestina nell’agosto 2010,

ha incontrato gli operatori

dell’ospedale

9U N A N O T T E D I N O T E G O S P E LIl Delta Gospel Kim Choir in concerto per sostenere

il Caritas Baby Hospital di Betlemme

Presso il teatro Duomo il 12 febbraio si sono dati appuntamento coloro che hanno conosciuto e amato Marco Zotti, il bambino di 11 anni prematuramente scomparso l’estate scorsa. Il suo ricordo e l’amore incondizionato per i bambini hanno permesso di raccogliere fondi per il Caritas Baby hospital di Betlem-me al quale la nostra parrocchia vuole regalare uno strumento per il dosaggio ormonale dal costo di 35mila euro. Ar-tefice di tale incontro il Delta Gospel Kim Choir. Affollatissima la partecipa-zione alla manifestazione “Notte di note”.L’idea di sostenere l’ospedale pediatri-co di Betlemme è partita da un gruppo parrocchiale che, durante la visita in Palestina nell’agosto 2010, ha incontra-to gli operatori dell’ospedale. Il Caritas Baby Hospital è l’unico ospe-dale pediatrico che presta cure d’urgenza della Palestina. Sor-to nel 1952, è retto dalle suo-re Eisabettiane - attualmente guidato da suor Donatella del-la provincia di Padova - e con-tiene al massimo 86 posti letto per bimbi e 50 per le mamme. I 12 medici della struttura fan-no ogni sforzo possibile per accogliere i bimbi bisognosi di cure. Le madri dei piccoli ricoverati, povere e con scarse conoscenze, sono aiutate a gestire la malattie dei figli, rimanendo accanto a loro. Un’esperienza che ha in-terrogati e ha spronati il gruppo a fare qualcosa per i bambini ospitati in quella struttura e per le loro mammeNella serata di Sabato 12 febbraio un numeroso pubblico ha accompagnato con vivo entusiasmo e partecipazione il ritmo dei brani proposti dalla forma-zione corale che, sotto la sapiente di-rezione del maestro Seo Sewn Hwan e l’accompagnamento alle tastiere di Lee Hyo Shin, ha interpretato canti di pre-ghiera, di ringraziamento, di gioia e di speranza alternando continuamente il ritmo, vivace o raccolto, delle canzoni.

Grande soddisfazione per l’ottima riu-scita del concerto ha espresso la pre-sidente, Laura Persona: “Siamo molto soddisfatti di aver contribuito, con la nostra partecipazione, alla raccolta di 2.600 euro per l’ospedale pediatrico di Beltlemme. Questa cifra va aggiunta agli oltre 700 euro raccolti nel prece-dente concerto svoltosi, per la stessa causa, nella chiesa di S.Bortolo di Ro-vigo. Ringraziamo di cuore tutte le per-sone che hanno voluto partecipare con tanta generosità all’iniziativa di benefi-cenza”.Soddisfazione anche per l’apprezza-mento positivo espresso da parte di esponenti dell’istituzione musicale più importante del nostro territorio, il Con-servatorio di musica di Rovigo.

Page 10: QUARESIMA 2011

C O N G R E S S O E U C A R I S T I C OAd Ancona dal 3 all’11 settembre

la Chiesa che vive in Italia si ritrova

a pregare e a riflettere

attorno all’Eucaristia

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vita dei cristiani oggi.In vista del CEN 2011 i Vescovi italiani hanno rivolto un proprio messaggio alle comunità cristiane, invitandole a pre-pararsi all’appuntamento, riscoprendo e custodendo la centralità dell’Eucari-stia: «L’uomo – si legge nel testo della CEI – ha necessità di pane, di lavoro, di casa, ma è più dei suoi bisogni; è de-siderio di vita piena, di relazioni buone e promettenti, di verità… Aiutiamo a scorgere in Gesù, Parola e pane per la vita quotidiana, la risposta».

nelle foto: il Duomo di Ancona e il logo del Congresso

“Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”. È questo il tema del XXV Congresso Eucaristico Naziona-le, che si terrà ad Ancona nel prossimo mese di settembre.La settimana del congresso si articole-rà in momenti spirituali e celebrativi, riflessioni e testimonianze e culminerà con una solenne Celebrazione eucari-stica domenica 11 settembre 2011 ad Ancona.I significati del Congresso Eucaristi-co sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un atto di fede nell’Eucarestia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana che in quei giorni vedrà convergere nel capoluogo marchigia-no migliaia di fedeli da tutte le dioce-si. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l’Eucarestia, sacramento dell’amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino storico dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano.È per questo che ad Ancona verrà sot-tolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cinque ambiti dell’esistenza già al centro del Convegno ecclesiale di Vero-na nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza.Sfondo biblico dell’intero appuntamen-to sarà il capitolo 6 del vangelo di Gio-vanni, da cui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro ri-volge a Gesù a conclusione del discorso sulla Parola e il Pane di vita. Ed è anche la domanda che dopo duemila anni ri-torna come la questione centrale della

“Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”

PREGHIERA PER IL CONGRESSO

EUCARISTICO

Signore Gesù,di fronte a Te, Parola di veritàe Amore che si dona,come Pietro ti diciamo:“Signore, da chi andremo?Tu hai parole di vita eterna”.

Signore Gesù,noi ti ringraziamoperché la Parola del tuo Amoresi è fatta corpo donato sulla Croce,ed è viva per noi nel sacramentodella Santa Eucaristia.

Fa’ che l’incontro con TeNel Mistero silenzioso della Tua presenza,entri nella profondità dei nostri cuorie brilli nei nostri occhiperché siano trasparenza della Tua carità.

Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristiacontinui ad ardere nella nostra vitae diventi per noi santità, onestà, generosità, attenzione premurosaai più deboli.

Rendici amabili con tutti,capaci di amicizia vera e sinceraperché molti siano attratti a camminare verso di Te.Venga il Tuo regno,e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente. Amen.

www.congressoeucaristico.it

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Questo Direttorio vuole essere di aiuto alle comunità cristiane e, in particolare, ai sacerdoti, ai catechisti e agli anima-tori, per impostare bene e con frutto gli itinerari crismali in parrocchia, soggetto primo e insostituibile di ogni cammino di fede, in coerenza con le Costituzioni del nostro Sinodo Diocesano. Le scelte di fondo che stanno alla base di questi itinerari sono: - promuovere un itinerario di fede gra-duale, comprensivo di tutte le esperienze di vita cristiana, e non ridur-lo a un corso di istruzione reli- giosa; - dare a questo itinerario un carattere catecumenale, cioè farlo diventare un cammino che dal primo annuncio - che suscita la fede in Gesù Cristo e si nutre della parola di Dio - introduce ad una vita cristiana vissuta come sequela di Gesù, fatta di preghiera, alimentata dall’ Eucaristia domenicale e dalla par-tecipazione alla vita della comunità; - coinvolgere in questo itinerario di ini-ziazione cristiana le famiglie, perché nel cammino dei figli possano trovare un luogo nel quale risvegliare e alimenta-re la loro esperienza di fede e grazie al quale favorire la crescita spirituale dei figli; - promuovere la partecipazione attiva e costante della comunità cristiana, “grembo della fede”, agli itinerari dell’ iniziazione cristiana; - curare la formazione dei catechisti, degli animatori e dei padrini dei cresi-mandi, perché siano in grado di accom-pagnare nel modo più efficace i ragazzi nel loro cammino di fede.

Quello che però importa di più è dare agli itinerari crismali una impostazione che sia capace di rispondere alle muta-te esigenze dei ragazzi che, in questa fase di vita, vivono cambiamenti pro-fondi e sono bersagliati da molteplici messaggi, confusi e contraddittori. Questo richiede particolare cura nel proporre un itinerario capace di intro-

durre in autentiche esperienze di vita cristiana, come pure nella scelta e for-mazione dei catechisti e degli animato-ri. Si tratta di scelte importanti, che mani-festano l’attenzione e la simpatia della comunità nei confronti dei ragazzi e la preoccupazione che l’itinerario intro-duca in una nuova tappa dell’ esperien-za credente e non si fermi alla celebra-zione del sacramento. Lo Spirito Santo susciti nel cuore di ogni ragazzo, nella sua famiglia e nella comunità intera, la gioia dell’ amore di Dio che dona forza, con-solazione, speranza e rende tutti capaci di una autentica e matura testimonianza della fede. In particolare, invito i ragazzi a diventare protagonisti gioiosi e convinti della loro cresci-ta spirituale nel gruppo dei coetanei e nella comunità e di esprimere liberamente i loro talenti e di realizzare i sogni più veri che porta-no nel cuore.

Lucio Soravito, Vescovo di Adria - Rovigo

Un aiuto alle Comunità cristiane

per rispondere alle mutate esigenze

dei ragazzi che si preparano a

ricevere il sacramento

della Confermazione

11D I R E T T O R I O P E R L A C R E S I M A Il Vescovo Lucio presenta il documento

Page 12: QUARESIMA 2011

Alla fine del mese di gennaio, sabato e domenica 22 e 23 gennaio u.s., presso il Centro Mariano, via dei Cappuccini, Rovigo, si è tenuto, per la prima volta nella nostra Diocesi, un incontro di for-mazione per coniugi separati e/o rispo-sati, per vedovi/e e coppie in difficoltà. L’iniziativa è stata promossa dal Gruppo Emmaus-Duomo in collaborazione con la Commissione della Pastorale Fami-liare, ed ha riunito un folto numero di persone. Nel clima familiare e cordiale, che subito si è instaurato, le comuni-cazioni dei relatori hanno offerto mol-ti spunti di riflessione, di dibattito e di approfondimento. Gli amici che han-no guidato questa nuova esperienza, Daniele Farnedi e don Piero Pasquini, provengono dal Centro di spiritualità familiare della Comunità di Caresto, che si trova a Sant’Angelo in Vado (PU). Daniele, con il suo linguaggio semplice ed efficace, ci ha comunicato la sua esperienza di vita dopo la separazio-ne; esperienza costellata di momenti di dolore e di incertezza, ma illuminata dalla ricerca spirituale e dalla Parola di Dio. L’intervento di Daniele ha colpito molto le persone presenti, in particola-re per la sua esperienza di “fedeltà” al suo matrimonio, vissuta da separato. Il suo racconto non era di gesti eroici, né di prostrazione o remissione alla realtà subita, ma di una lucida e concreta con-statazione e comprensione, del grande mistero presente nella vita, dell’Amore di Dio per l’uomo, sempre e comunque.

Questa comprensione ha permesso a Daniele di donarci la sua quotidianità di essere umano, alle prese con le difficol-tà di vivere un rapporto di relazione in cui l’altro non ne vuole sapere o addirit-tura è ostile alla relazione.Don Piero Pasquini, fondatore della Comunità, ha donato una lettura ricca e feconda della Parola e dell’amore di Dio per ciascuno di noi, per chiun-que lo cerchi e in qualsiasi situazione si trovi. Così egli ha posto l’accento sul tema della sponsalità fra Dio e l’uomo, l’umanità, portandoci a vedere in esso la chiave dell’amore fedele, della rela-zione e della reciproca dedizione. Nella Bibbia Dio è rivelato come sposo e “nel-la luce della carità trinitaria, l’esistenza cristiana ci viene rivelata come un’esi-stenza “sponsale”: sia nella vocazione al matrimonio, dove l’uomo e la donna sono chiamati a vivere una comunione d’amore e in tal modo a rispecchiare nel mondo la comunione d’amore che è in Dio; sia nella chiamata a seguire Gesù sulla strada dei consigli evangelici come dono d’amore totale e indiviso” (Evangelizzazione e testimonianza del-la carità:CEI 1990 n.16) In questa bella comunicazione don Piero ha portato i presenti a comprendere la meraviglio-sa realtà biblica del Dio Trinità, un Dio che non è un monolite, immobile e im-passibile, ma è la relazione d’amore a fondamento della sponsalità; Dio non è in concorrenza, non è geloso delle per-sone, non è il padrone, ma è l’Amore con cui amo lo sposo e i figli, con cui

amo di amore vero. Ecco perché in Dio, che è Uno e Trino (e quindi vario)le diversità, le varietà sono buone, la ric-chezza è fattore di arricchimento e non è fonte di paura. Di fronte a tanta bel-lezza, i presenti hanno vissuto momenti di intensa gioia e di grande profondità spirituale, di condivisione e di speranza nel futuro. Alla fine della giornata la ce-lebrazione eucaristica ha suggellato le offerte e le richieste che i doni di Dio hanno ispirato.

Giuseppina Dall’Aglio

Sabato 22 e Domenica 23

Gennaio presso il Centro Mariano si è tenuto un corso di

Spiritualità per separati e divorziati: Segno di attenzione

e di cordiale partecipazione verso

coloro che vivono difficolta

nell’esperienza matrimoniale

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EMMAUS

Page 13: QUARESIMA 2011

Negli ultimi mesi sono deceduti due sa-cerdoti che hanno prestato servizio nella nostra Chiesa del Duomo. E’ dovere di gratitudine ricordarli affettuosamente, elevando al Signore per loro una pre-ghiera di suffragio, a motivo del bene che tutta la nostra comunità parrocchiale ha ricevuto.Il 22 ottobre, all’età di 89 anni è morto Mons Alfredo Pavan, che per un lungo periodo di tempo ha svolto il suo ministe-ro pastorale nella parrocchia cittadina di Sant’Antonio di Padova, dopo essere pas-sato per Rivà di Ariano e Canda.

L’impegno profuso in particolare in quella comunità parrocchiale di Sant’Antonio è testimoniato in modo visibile soprattutto dalla realizzazione della Chiesa parroc-chiale. Gli ultimi 10 anni della sua esisten-za lo hanno visto assiduamente presente nella nostra Parrocchia, dove ha esercita-to il ministero della confessione e dove è stato particolarmente apprezzato per la sua umanità. Sapeva intrattenere le per-sone con la sua bonomia e con il suo spiri-to fondamentalmente ottimista, tanto da sembrare un indomabile sognatore.I fedeli della Messa domenicale delle ore

7.00 hanno potuto beneficiare per molti anni del suo fedele servizio, riconoscenti per quello che hanno spiritualmente rice-vuto da Lui.A distanza di poco più di due mesi, è sa-lito alla casa del Padre anche Mons Giu-seppe Ildo Peretto, Canonico Arcidiacono della Concattedrale, prete da 62 anni. Fu il primo parroco di San Bortolo a Rovigo, dove operò dal 1953 al 1972; poi divenne Arciprete e Vicario foraneo di Castelmas-sa, quindi Arciprete a Santa Sofia di Len-dinara e infine penitenziere del nostro Duomo. Scrive mons Gianni Azzi sul set-timanale diocesano del 16 gennaio 2011 che “Mons Giuseppe Peretto lascia la testimonianza di sacerdote fedele ad at-tivo, legato alla nostra Chiesa diocesana e alle sue iniziative. L’aver curato in par-rocchia tutte le branchie di A.C., l’Ordine Francescano Secolare, la “San Vincenzo” e in Diocesi la Scuola di Teologia per Laici, gli Uffici Pastorale e Catechistico e la Col-tivatori diretti, è invito a dare spazio ai lai-ci, che guidati, sanno dar vita a una nuova stagione della Chiesa. Il segreto dei buoni risultati, nonostante i tempi difficili, Don Giuseppe lo deve alla sua costante azio-ne pastorale al Confessionale, alla “Visita alle famiglie” e alla diuturna preghiera.” La nostra parrocchia del Duomo gli è ri-conoscente per aver ricevuto in dono da Mons Peretto la sua grande disponibili-tà all’ascolto e alla direzione spirituale e molti hanno attinto al suo patrimonio umano di sapienza.

R E N D I C O N T O P A R R O C C H I A L E

L’ultimo saluto a Mons. Alfredo Pavan e a Mons. Giuseppe Peretto

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Page 14: QUARESIMA 2011

In preparazione alla Messa

di Prima Comunione che si celebrerà

il 22 maggio,Incontro

di Spiritualità per bambini

e genitori presso il centro Marvelli

Domenica 1 Maggio, alle ore 9.00

I S A C R A M E N T I

Domenica 20 Marzo presso

il centro Marvelli i bambini

della prima confessione,

assieme ai loro genitori, vivranno una giornata

di preparazione al Sacramento

che verrà celebrato nella chiesa del Duomo

Domenica 4 Aprile alle ore 16.00

Ogni anno la nostra Comunità, in particolare i nostri bambini e ragaz-zi, vive gli appuntamenti con i Sacra-menti. Sono momenti fondamenta-li perché ricordano alla Comunità stessa le basi su cui essa è costruita. Il sacramento del Perdono che vie-ne celebrato come una festa vera e propria ci ricorda il volto di Dio che Gesù è venuto a mostrarci, il volto di un Padre che è misericordia e sa che abbiamo bisogno di essere perdo-nati durante la nostra vita e che da questo perdono traiamo le forze per affrontare con nuovo slancio le im-prese che la vita ci propone. Così è stato con la donna che ha asciugato i piedi a Gesù con i suoi capelli, con Zaccheo, con Pietro, così è anche per noi. La celebrazione della Prima Comunione ci ricorda che Gesù, ol-tre ad offrirci il perdono del Padre, ha stabilito con noi una nuova ed eterna alleanza, donando per que-sto tutto quello che poteva donare per far capire agli uomini quanto è grande l’amore che il Padre ha per loro: la sua stessa vita, il suo corpo ed il suo sangue. Alleanza così gran-de, dono di vera amicizia, che la Co-munità si impegna a celebrare tutte le domeniche.

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Page 15: QUARESIMA 2011

vogliono essere esperienze significative per i nostri ragazzi di crescita nell’amicizia con il Si-gnore Gesù, nella fraternità, nell’amore verso il creato. Quest’anno i campi presentano delle novità. Per i ragazzi delle elementari e delle medie ci si sposta da Piani di Luzza al Trentino, più pre-cisamente nella valle dei Mocheni.Si riconferma invece l’esperienza di Gorino

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I Vescovi della Chiesa italiana ci hanno invi-tato a ripensare tutta la nostra attività pasto-rale usando come chiave di discernimento il grande tema dell’educazione. Educazione intesa come un cantiere sempre aperto ed in continua evoluzione. In questo cantiere delle attività educative proposte dalle parrocchie del Duomo, San Francesco, San Bortolo e Santa Rita troviamo anche i campi estivi, che

Sullam per i giovani dei primi anni delle superiori, visto l’en-tusiasmo di chi ha partecipato l’anno scorso.Per i più grandi si è de-ciso di lasciare spazio alla Giornata Mon-diale della Gioventù che si terrà a Madrid dal 9 al 23 agosto. La Gmg nasce da un’in-tuizione di Giovanni Paolo II. È un giorno in cui tutti i giovani del mondo si riuni-scono tra di loro per incontrare il Santo Padre. Nei giorni che precedono l’incontro con il papa i giovani vengono accolti in famiglie che offrono la loro ospitalità o in grandi strutture e si preparano con mo-menti di catechesi, di festa, di conoscenza con giovani prove-nienti da ogni luogo, di preghiera, di arric-chimento culturale. Il tema di questa GMG è: “Radicati e fonda-ti in Cristo, saldi nella fede”. È un’espres-sione tratta dalla lettera ai Colossesi. Con queste tre paro-le il papa invita tutti i giovani a riscoprire l’importanza della fede per la loro vita. “Radicati” evoca l’immagine dell’albe-ro. Stendere le radici significa riporre la propria fiducia in Dio. Da lui attingiamo la nostra vita e senza di lui non potremmo vi-vere veramente. “Fondati” rievoca

l’immagine della casa costruita saldamente sulla roccia. Ed è il rapporto vivo con Dio at-traverso la Scrittura a costituire le forti fonda-menta della nostra esistenza. Essere saldi nel-la fede infine è un invito a custodire la propria fede nonostante le diverse tendenze culturali che possono distoglierci dalla via del Vangelo.

don Patrizio

Page 16: QUARESIMA 2011

www.duomorovigo.it [email protected]

IN AGENDA...

Periodico della Comunità Parrocchiale del Duomo - Concattedrale di Rovigo

__________________________________

Direttore Responsabile:Don Bruno Cappato

Direttore: Don Carlo Maria Santato

Autorizzazione del Tribunale di Rovigo n. 5/80 del 24 aprile 1980

CANONICA: P.zza Duomo 5 Tel. 0425 22861

sito web: www.duomorovigo.it e-mail: [email protected]

SACRESTIA Tel. 348 6889157Chiuso in redazione lunedì 28 febbraio 2011

Impaginazione e grafica a cura della redazioneStampa: ARTESTAMPA Via B. T. da Garofolo

14 - Rovigo - Tel. 0425 31855

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9 MARZO 2011MERCOLEDI

DELLE CENERIIl rito delle ceneri

verrà compiuto durante le Ss. Messe delle ore

8.00 - 10.00 e 19.00

pER I RAgAZZI:Celebrazione delle Cenerialle ore 15.30

V IA CRUC ISDA VENERDI 11 MARZO

OGNI VENERDìDI QUARESIMA

ALLE ORE 18.00CELEBRAZIONE

DELLA PIA PRATICACONTEMPLANDO

IL MISTERO DELLA PASSIONE E

DELLA MORTE DEL SIGNORE

Parrocchie della Città di Rovigo

STAZIONI QUARESIMALI 2011 presiedute dal Vescovo Lucio Soravito nel cammino sinodale

VIA CRUCIS CITTADINAVenerdì 22 aprile, ore 21

Piazza XX Settembre

Mercoledì 16 marzo, ore 18.30DUOMO – CONCATTEDRALE

“La Famiglia ‘buona notizia’ per tutti”

Mercoledì 23 Marzo, ore 18.30Chiesa di S. PIO X Papa

“I Giovani, testimonianza di speranza”

Mercoledì 30 marzo, ore 18.30 Chiesa di S. ANTONIO di Padova

“I Poveri al centro della comunità”

Mercoledì 6 aprile, ore 18.30 Chiesa di S. BARTOLOMEO Apostolo“La Comunità educa alla relazione”

Mercoledì 13 aprile, ore 18.30 Chiesa del CUORE IMMACOLATO DI MARIA E S. ILARIO

“Chiamati alla riconciliazione con Dio”

Mercoledì 20 aprile, ore 18.30 Chiesa dei SANTI FRANCESCO E GIUSTINA

CELEBRAZIONE PENITENZIALE