razza, realtà e negazione di richard mcculloch

70
Razza: realtà e negazione Di RICHARD MCCULLOCH (Una breve versione di questo articolo è stata pubblicata nell‟inverno 2002, in un numero di The Occidental Quarterly nel sito http://theoccidentalquarterly.com/vol2no4/rm-race.html ) ------------------------------------------------------------------------------------------------ UNA PRODUZIONE STORMFRONT ITALIA Traduzione a cura di edjursuna e Legionario88 Commento dei traduttori: Nell'articolo di McCulloch troveremo spesso il riferimento a quella che lui definisce "razza nordica" per indicare una sub-razza all'interno della razza bianca. L'utilizzo di tale termine quindi deve essere in riferimento ad una delle tante sub-razze bianche (quella nordica in questo caso) ma il discorso può essere esteso a qualsiasi altra sub razza bianca (ad esempio a quella mediterranea). L'autore, come dichiara lui stesso di appartenere alla sub-razza nordica, impronta il suo discorso sulla primaria importanza della difesa della sua sub-razza ma ciò non esclude il fatto che la tutela di tutte le razze e sub-razze sia la base da cui partire per comprendere qualsiasi discorso e analisi della tutela e preservazione razziale. Il punto di vista dell'autore è quindi concentrato sulla sua sub-razza nordica senza che però egli faccia alcuna discriminazione nei confronti di altre sub-razze o di altre razze. ------------------------------------------------------------------------------------------------

Upload: whitelegacy88

Post on 05-Aug-2015

430 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

TRANSCRIPT

Page 1: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Razza: realtà e negazione

Di RICHARD MCCULLOCH

(Una breve versione di questo articolo è stata pubblicata nell‟inverno 2002, in un numero di The

Occidental Quarterly nel sito http://theoccidentalquarterly.com/vol2no4/rm-race.html)

------------------------------------------------------------------------------------------------

UNA PRODUZIONE STORMFRONT ITALIA

Traduzione a cura di edjursuna e Legionario88

Commento dei traduttori:

Nell'articolo di McCulloch troveremo spesso il riferimento a quella che lui definisce "razza

nordica" per indicare una sub-razza all'interno della razza bianca. L'utilizzo di tale termine

quindi deve essere in riferimento ad una delle tante sub-razze bianche (quella nordica in

questo caso) ma il discorso può essere esteso a qualsiasi altra sub razza bianca (ad

esempio a quella mediterranea). L'autore, come dichiara lui stesso di appartenere alla sub-razza

nordica, impronta il suo discorso sulla primaria importanza della difesa della sua

sub-razza ma ciò non esclude il fatto che la tutela di tutte le razze e sub-razze sia la base

da cui partire per comprendere qualsiasi discorso e analisi della tutela e preservazione

razziale. Il punto di vista dell'autore è quindi concentrato sulla sua sub-razza nordica

senza che però egli faccia alcuna discriminazione nei confronti di altre sub-razze o di altre

razze.

------------------------------------------------------------------------------------------------

Page 2: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Nel giugno del 2001 sono andato a vedere il film Gatti e Cani. Sono

arrivato abbastanza presto per vedere le pubblicità mostrate prima delle

anteprime e sono rimasto sorpreso da uno spot che dichiarava

coraggiosamente: “Svegliati. La razza è un mito. Il razzismo è reale.

www.endracism.org.” L‟effetto era surreale. Come poteva questo falso

orwelliano essere mostrato su uno schermo? Per quasi un decennio ho

visto vari esempi di negazione razziale, ma per lo più in maniera

marginale, ad esempio in posti difficilmente notati della massa, o in

pubblicazioni sconosciute o su siti internet. Ma vedere un tale spot sul

grande schermo lo rendeva dominante, accettabile e normale.

Da americano con ascendenti del nord Europa (nordico) che ama la sua

razza e vuole preservarla, da tempo mi preoccupo delle prospettive del suo

declino. Ma, sedendo in quel cinema, sembrava che l‟esistenza e la

continuazione della mia razza fosse ancora più incerta del solito, poiché

niente è più certo del fatto che l‟obiettivo politico che sta alla base della

negazione della razza sia diventato una profezia auto-avverante con lo

scopo di causare la fine, se non di ogni razza, sicuramente della mia.

Com‟è possibile che l‟esistenza di ciò che io amo e desidero conservare sia

negato così palesemente? E com‟è possibile che al pubblico americano

venga propinato un così forte messaggio che dichiara che l‟oggetto del mio

amore e devozione non esiste, che non è reale e che non è neanche

accettabile credere che esista?

Page 3: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Se questo tipo di messaggio ora appare negli schermi di un cinema, qual è

il messaggio che passa nel sistema scolastico? L‟odierno insegnamento

“politicamente corretto” riguardo il tema della realtà razziale è

rappresentato dall‟acclamatissimo documentario in serie del 2003 della

BPS (Boston Public School) intitolato: Razza: il potere di un’illusione, e

dal corrispondente sito internet all‟indirizzo at

http://www.pbs.org/race/000_General/000_00-Home.htm, prodotto da

Lassy Adelman e ampiamente distribuito e usato in tutto il sistema

scolastico. L‟essenza del messaggio di questa serie può essere sintetizzato

in dieci punti, o “fatti-veloci”, che saranno discussi qui in ordine. Il titolo

del documentario rivela già le sue conclusioni e si fa carico del messaggio

che la razza è solo una chimera, quindi non è reale ma è una pericolosa

illusione. Nel numero di Dicembre 2003 del giornale Scientific American è

stato pubblicato un articolo che supportava essenzialmente questa nuova

posizione politically correct. La natura ingannevole di questa campagna

semi-orchestrata è simboleggiata dalla copertina della rivista. Dei sei volti

femminili mostrati in copertina, in rappresentanza delle diverse razze, un

solo tra quelli è reale, uno solo è realmente di una persona vera e propria

ed è quello in alto a destra rappresentato dalla donna bionda con occhi

azzurri di razza nordica. Gli altri cinque volti sono solo delle modificazioni

computerizzate dell‟unico viso reale e non rappresentano alcun‟altra razza,

anche se vengono mostrati come tali. L‟effetto ingannevole è quello di

minimizzare le reali differenze tra razze così da “nordicizzare” tutte le

altre, così da renderle molto più simili alla razza nordica di quanto non lo

siano affatto.

Page 4: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Come può accadere tutto questo? La negazione della realtà razziale non

rappresenta, in verità, una novità. Se n‟è parlato già ai tempi di Franz

Boas. La novità sta nel grado di negazione, che è un fatto totalmente

nuovo. La negazione della realtà razziale ha preso molte forme durante lo

scorso secolo, e l‟escalation in grado - come il dominio culturale e il

controllo dei suoi promotori - è in crescita. Si è parlato specialmente della

negazione delle differenze razziali soprattutto per quel che riguarda le

differenze mentali che non possono essere viste ad occhio nudo. C‟è stata

la negazione nel campo di applicazione scientifico e nell‟entità stessa delle

differenze razziali nel tentativo di ridurle al minimo. C‟è stata la negazione

delle conseguenze delle condizioni sociali della società multirazziale, in

Page 5: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

particolar modo della mescolanza razziale e dei suoi effetti razziali

distruttivi. Ora è la stessa realtà e l‟esistenza stessa delle differenti razze,

ovvero di cose tangibili che possono essere tranquillamente appurate e

viste, che è negata.

Ci saremmo dovuti aspettare questo sviluppo, vista la crescente importanza

data dalla storia, nel corso del secolo scorso, alla negazione della razza.

L‟abbiamo visto davanti ai nostri occhi. Forse, ad esempio, quando

ognuno di noi ha sentito per la prima volta dichiarare che le razze non

esistono o quando abbiamo liquidato tale notizia come una sciocchezza

senza senso non degna di preoccupazione o risposta, perché nessuno di noi

avrebbe mai preso tali notizie seriamente. Ma l‟avremmo dovute prendere

seriamente. Ora, infatti, constatiamo quest‟approccio dominante della

posizione “politicamente corretta” nei media e nel mondo accademico, con

tutte le conseguenze e tutto ciò che questo significa. La reale credenza

nell‟esistenza di razze differenti è oggi come oggi, in alcuni ambiti,

comparata al razzismo, e con logica riduzionista e senza nesso di casualità

è stata ultimamente collegata al genocidio. In certi ambienti è stato infatti

esplicitamente dichiarato che la realtà della razza deve essere negata, al

fine di porre fine al razzismo e prevenire il genocidio. (Nota 1).

È molto triste constatare che la nostra situazione sta sempre peggiorando

dato che la realtà della razza è ancora messa in dubbio ed è sempre negata

dalla cultura dominante. La negazione della razza è in realtà solo l‟ultima

tappa degli sforzi della potente e multirazziale cultura dominante nel

prevenire e bloccare gli interessi della razza nordica e i problemi reali che

riguardano la razza nordica, inclusa l‟ultima problematica della

sopravvivenza e della preservazione della razza. Abbiamo, da tempo,

Page 6: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

familiarità con diverse tattiche usate per lo stesso scopo, che includono -

ma non sono limitate - a :

1. Minimizzare o banalizzare le differenze razziali e la razza stessa, che

vengono descritti come cose senza senso, senza importanza o valore

e che per questo che non vale la pena di preservare.

2. Dichiarare che la razza nordica è già mischiata o ibrida, cioè non

pura. Ciò è asserito sia per la razza nordica nel suo complesso sia per

i singoli individui che non appaiono mischiati, anche se queste

affermazioni non sono di solito molto specifiche o appoggiate

dall‟evidenza scientifica. Queste affermazioni sono presentate come

la prova che la miscela razziale non danneggia la razza nordica o la

sua esistenza in alcun modo, quindi la razza non ne risulta minacciata

e l‟opposizione a tutto ciò deve appare ingiustificata.

Queste tattiche sono solamente una copertura per eludere i reali problemi

legati agli interessi razziali dei nordici, soprattutto per quel che riguarda la

loro preservazione razziale. Ho scoperto che, se messi sotto pressione,

coloro che vogliono il meticciato e coloro che negano l‟evidenza della

razza, sono gli stessi che non riconoscono l‟esistenza delle razze, o almeno

non vogliono riconoscere che la razza nordica esista. Perché è la razza

nordica e i tratti caratteristici razziali dei popoli del Nord Europa, che sono

al centro della loro attività di negazione razziale e di promozione al

meticciato. La razza nordica è la razza che i negazionisti razziali non

vogliono assolutamente riconoscere, essi vogliono distruggerne l‟esistenza

stessa, vogliono impedire la sua esistenza, fino al punto di arrivare a

Page 7: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

negare l‟esistenza stessa della razza in generale, e quindi di tutte le altre

razze.

Ma queste affermazioni si spingono oltre il semplice desiderio di coloro i

quali non vogliono riconoscere l‟esistenza della razza nordica. Sono anche

un mezzo per soddisfare il desiderio, o meglio sono una profezia auto-

avverante, usata al solo scopo di prevenire qualsiasi interesse della razza

nordica; quindi le sue caratteristiche sono ridotte al minimo, banalizzate,

sminuite e negate, e grazie a queste tattiche vengono minacciate fino alla

distruzione. È davvero l‟esistenza della razza nordica che viene

minimizzata, banalizzata, umiliata e negata con lo scopo di prevenire,

eludere ed evitare qualsiasi considerazione negativa riguardo alla minaccia

di distruzione di quest‟ultima. Negare la realtà o l‟esistenza di una razza, o

di un popolo, facilita notevolmente la sua distruzione e la sua riduzione ad

una non-esistenza.

Sono stato coinvolto in mote discussioni, dibattiti e argomenti, riguardanti

la realtà della razza fin dal 1998 quando il mio sito web

(www.racialcompact.com) è comparso su internet. Alcune discussioni con

coloro che negavano la razza erano basate su scambi di domande e

risposte. Questi dibattiti di solito finivano dopo che i miei antagonisti

ammettevano esplicitamente il loro sostegno, e anche il loro desiderio,

dell‟estinzione dei nord europei. (nota 2). Più recentemente, il mio

coinvolgimento in questi dibattiti tendeva ad essere indiretto, in quanto i

visitatori del mio sito che hanno utilizzato il materiale lì pubblicato, hanno

avuto modo di discutere loro stessi con i negatori della razza e quindi

hanno cercato il mio consiglio e la mia assistenza.

Page 8: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Questo tipo di dibattiti di solito seguono uno schema similare: i negatori

della razza iniziano la discussione tentando di screditare i tradizionali

metodi di classificazione razziale, in particolare i metodi basati sulla

tipologia razziale del fenotipo o dell‟aspetto fisico, ovvero sulla

combinazione di tutti i tratti fisici. Poi essi tenteranno di screditare le

tradizionali divisioni razziali che si basano su questi metodi di

classificazione. Lo scopo di tutto ciò sta nel creare una sorta di confusione,

di ambiguità o di incertezza per quanto riguarda il termine razza. Infatti

una definizione precisa di “razza” di solito manca sempre nelle loro

argomentazioni, sia perché non sanno come definirla, sia perché sanno che

una definizione precisa di “razza” potrebbe facilmente confutare le loro

tesi. Infine, dopo che è stata creata abbastanza confusione e ambiguità, essi

finiscono col negare l‟esistenza della razza. Ma se si va a fondo alla

questione, diviene di solito evidente che il vero problema per loro non è il

metodo di classificazione razziale, e nemmeno l‟esistenza delle razze –

solo apparentemente il loro punto centrale delle loro argomentazioni – ma

la questione della conservazione razziale, e in particolar modo della

protezione razziale dei nord europei. La differenza tra me e loro è che loro

sono contro la conservazione razziale dei nord europei, mentre io ne sono

a favore.

Una tattica molto comune che usano i negatori della razza è quella di

esigere una prova dell‟esistenza della razza, senza fissare però uno

standard di ciò che costituirebbe una prova sufficiente. Ciò serve a loro per

evitare di dare una definizione oggettiva e accurata della razza.

Dunque, cos‟è questa cosa chiamata “razza”? Tanto per cominciare, la

parola razza si riferisce alle diverse popolazioni geografiche dell‟umanità

Page 9: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

che condividono un antenato comune e possono essere distinte le une dalle

altre da una combinazione ereditaria di caratteri morfologici, vale a dire,

da caratteristiche fisiche (fenotipo) determinate geneticamente. La razza si

riferisce quindi sia alle popolazioni che ai fenotipi che sono associati alle

popolazioni da cui sono identificati. Queste popolazioni e fenotipi esistono

da migliaia di anni prima che la parola razza diventasse il termine comune

per riferirsi a loro. Così, la definizione della parola razza rappresenta,

molto semplicemente, quella popolazione e fenotipo a cui si riferisce.

Trattasi di una logica circolare, come disse Gertrude Stein: “ una rosa è

una rosa è una rosa”. Ma l‟esistenza e la realtà delle cose che sono

tangibili, materiali, fisiche e visibili e che sono chiaramente evidenti ai

cinque sensi, è normalmente accettato come ovvio e non esige una prova

esterna; la prova, in questi casi, è a se stante, è in se stessi. Le persone

ragionevoli non mettono in dubbio la loro esistenza o richiedono le prove,

sulla base di uno standard arbitrario, della loro realtà. Se l‟esistenza di

qualcosa è negata ma l‟oggetto si presenta comunque lo stesso, la sua

esistenza deve essere ammessa. Negare l‟esistenza di qualcosa che è

visibilmente presente è irragionevole. L‟oggetto che viene negato dai

negatori della razza è visibilmente presente in abbondanza, sia negli

individui singoli che nelle popolazioni, ben oltre qualsiasi esigenza di

prova ragionevole.

L’evidenza della realtà della razza

Page 10: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Ma se vengono richieste delle prove per confermare la realtà della razza,

che tipo di prova è necessaria per dimostrarla? Quale tipo di prova può

essere considerata come ragionevole? Se la prova concreta non è

sufficiente e la prova della logica astratta è necessaria, la prova migliore

risulta essere dunque quella in cui convergano molteplici prove diverse e

indipendenti tra di loro che si sostengano reciprocamente e che arrivino

alla stessa conclusione. Tra le prove convergenti che siano coerenti tra loro

per sostenere la realtà della razza possiamo annoverare: la geografia, la

storia, il fenotipo, la teoria evolutiva, le scienze forensi e gli studi genetici

più recenti.

Le razze sono geograficamente reali. Trattasi di popolazioni geografiche

con una specifica distribuzione geografica. Esse sono, o sono state fino a

tempi recenti, geograficamente separate dalle altre razze. La loro origine

ed esistenza è collegata ad una specifica regione geografica che la razza ha

storicamente abitato. Il collegamento tra geografia e razza si vede nella

forte correlazione che separa gli habitat originali delle diverse razze. La

connessione geografica si verifica perché le razze sono popolazioni

nidificanti che formano un pool genico comune e stabile in un ambiente

razziale su molte generazioni, e prima del progresso dei trasporti moderni,

ciò ha richiesto che la patria nativa della razza sia stata limitata e compatta.

La continuazione o la conservazione della razza richiedeva anche una

separazione geografica da altri elementi razziali per evitare mescolanza o

sostituzione che avrebbe alterato o distrutto la razza stessa. Ciò significa

che le altre razze hanno dovuto essere escluse dalla sua distribuzione

geografia e che il possesso di una determinata razza della sua terra natale

doveva essere razzialmente esclusivo. Questa esclusività non doveva però

Page 11: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

essere totale o assoluta, ma solamente sufficiente per creare e preservare

una tale razza. Anche se le migrazioni di elementi razziali al di fuori della

loro patria originale si sono verificate nel passato, in particolare negli

ultimi cinque secoli, spesso la mescolanza con altre razze che ha creato

forme intermedie, ha fatto sì che venisse riconosciuto uno standard di

riferimento per la classificazione razziale e lo studio, tramite i gruppi di

controllo, delle popolazioni che sono rimaste nelle patrie originali. Le

popolazioni emigranti che hanno ampliato la gamma geografica della loro

razza in nuovi habitat e che hanno limitato la riproduzione della loro razza,

hanno continuato ad essere della stessa razza degli abitanti delle terre

native, e nella loro eredità razziale e origine sono rimasti identici a quelli

rimasti nella terra nativa. Queste popolazioni geografiche sono un dato di

fatto, esse esistono nel mondo reale, nella loro parte nel mondo

esattamente dove ci si aspetta di trovarle, come tutti possono constatare.

Questi sono fatti reali che possono essere osservati e misurati essendo

parte della realtà oggettiva, e i dati reali della razza sono le sue

caratteristiche fisiche distintive o il fenotipo razziale. La rivista National

Geographic, nella sua lunga storia di pubblicazioni, ha pubblicato

innumerevoli articoli che documentano inconfutabilmente la connessione

geografica, la distribuzione e la realtà della razza.

Le razze sono storicamente reali. Le razze più importanti d‟Europa, Asia e

Africa che conosciamo oggi, così come molte delle loro sub-razze, sono

presenti nella documentazione storica scritta sin da 3000 anni e, nel campo

artistico, da 4000 anni. Le razze di America, Australia e del Pacifico sono

entrate nella storia dal momento in cui i primi esploratori occidentali le

hanno trovate. Dagli albori della storia, fino ai nostri tempi, l‟esistenza,

Page 12: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

l‟ubicazione geografica e la distinzione di caratteristiche fisiche e l‟analisi

dei movimenti stanziali di queste razze, sono stati una parte fondamentale

della documentazione storica. Le razze esistono inoltre anche nella

preistoria. I moderni storici, antropologi e archeologi che si interessano di

preistoria hanno protratto la nostra conoscenza delle razze moderne a

migliaia di anni prima dell‟inizio della storia scritta. È ovvio che le razze

che conosciamo oggi sono esistite, in un continuum di generazioni, per

molte migliaia di anni.

Le razze sono fenotipicamente reali. Il fenotipo, ossia la parte fisica della

razza che possiamo vedere, è tangibilmente e visibilmente reale. Ed è

anche la prova visibile che la razza è un fattore ereditario, che è

geneticamente trasmessa da generazione a generazione con coerenza

scientifica e prevedibilità. Questo significa che la razza è geneticamente

reale, che è determinata dai geni, che è nei geni e dai geni, il che significa

che la razza è un fenomeno biologico e biologicamente reale. Il fenotipo –

ovvero l‟insieme dei tratti ereditati geneticamente che determina l‟aspetto

fisico – è anche il definitivo identificativo razziale per classificare le

diverse razze. Ogni razza ha una certa gamma di fenotipi diversi o di

elementi razziali all‟interno della sua popolazione. Ma non vi è alcuna

sovrapposizione fenotipica tra le principali divisioni razziali dell‟umanità.

Se si prendono tre gruppi di 100 persone ciascuno della Nigeria,

dell‟Inghilterra e della Cina – con ogni gruppo rappresentativo della loro

popolazione nativa – la persona media non avrebbe nessuna difficoltà ad

individuare quale gruppo è rappresentativo della specifica razza. Anche se

gli individui dei gruppi fossero stati mescolati tutti tra di loro loro, la

persona media non avrebbe avuto difficoltà a separarli - prendendo come

Page 13: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

metodo il riconoscimento del fenotipo - per sistemarli nella corretta

categoria razziale con assoluta precisione. Se si prendono tre gruppi di 100

persone ciascuno da tre diverse suddivisioni della divisione razziale

caucasica, rappresentati da Inghilterra, Italia e Siria – con ogni gruppo

rappresentativo delle loro popolazioni autoctone – la persona media non

avrebbe di nuovo difficoltà nell‟identificare i tre diversi gruppi. Anche se

ci sarebbe una certa sovrapposizione fenotipica tra i gruppi inglesi e

italiani e tra i gruppi italiani e siriani, ogni gruppo dovrebbe contenere una

grande maggioranza di fenotipi che sarebbero rari o assenti negli altri due

gruppi. Se i gruppi sono stati mescolati tra loro, la persona media sarebbe

probabilmente meno accurata nel separare gli inglesi dagli italiani, o gli

italiani dai siriani, ma è probabile che sarebbe stata molto accurata nel

separare gli inglesi dai siriani. Il fenotipo dimostra che la razza è reale. Ma

mostra anche che la razza è un continuum segnato da molte suddivisioni o

sub razze con sottili gradazioni di differenziazione razziale correlati alla

distanza spaziale e temporale.

A pagina 211 del libro intitolato: Razza. La realtà delle differenze umane

(2004), gli autori Vincent Sarich e Frank Miele spiegano il ruolo del

fenotipo nella classificazione razziale. A differenza dei biologi che

smentiscono - in uno stile prettamente politically correct - la realtà

scientifica della razza senza fornire standard di ciò che è richiesto per

considerare reale la razza, Sarich e Miele forniscono degli standard per le

razze delle specie non umane che sono comunemente accettate dai biologi.

Tuttavia non esiste ancora uno standard genetico accettato dato che la

conoscenza genetica tutt‟ora è ancora troppo incompleta (come

sottolineano infatti gli autori dichiarando come, ad esempio, fino a poco

Page 14: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

tempo fa i cani non potevano essere geneticamente distinti dai lupi), ma ci

sono una lunga serie si fenotipi standard che vengono accettati basati su un

“ordinamento di precisione”. In sostanza, con questo standard, se i biologi

specializzati nello studio di una specie possono dividere due diverse

popolazioni della suddetta specie in base alle caratteristiche fisiche o

fenotopiche con il 75% o più di precisione, queste verranno considerate

come due razze diverse. Gli autori sottolineano che sebbene le razze, a

differenza delle specie, non sono fisse - quindi alcune sovrapposizioni

fenotipiche sono previste – ci sarebbero almeno 20 popolazioni umane che

possono essere fenotipicamente distinte l‟une dalle altre con una

precisione di classificazione del 100%. Se seguissimo gli standard effettivi

applicati dai biologi per le specie non umane (quella del 75% o più di

precisione di classificazione) potremmo tranquillamente notare che ci

sarebbero letteralmente centinaia di razze umane distinte tra di loro. Gli

autori affermano che la maggior parte delle persone potrebbero anche

ottenere una precisione del 100% nella classificazione razziale nel

distinguere le popolazioni di Atene e Copenhagen. Vorrei aggiungere che

la maggior parte delle persone, avrebbe probabilmente potuto raggiungere

una precisione superiore al 75% di classificazione razziale nel distinguere

le popolazioni indigene di Londra e Parigi. Il sistema di questi due

standard diversi risulta essere alquanto ipocrita perché questo si attua solo

alle specie non umane e non a quelle umane, solo così i biologi possono

negare l‟esistenza delle razze umane. Questo studio sui diversi standard ha

spinto agli autori ad affermare che: “ se noi usassimo una definizione

semplice di razza – per esempio possiamo definirla come una popolazione

all‟interno di una specie che può essere facilmente distinguibile dalle altre

Page 15: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

popolazioni grazie solamente a fattori genetici (cioè utilizzando solo le

caratteristiche ereditarie) – allora non ci sarebbe più alcun dubbio

sull‟esistenza di un gran numero di razze umane.”

Nelle mie discussioni con i negatori della razza ho riscontrato come, quasi

mai, questi diano una definizione precisa del concetto di razza, anzi spesso

non la danno affatto, quindi il mio primo passo è sempre quello di

domandare e fornire una definizione precisa del termine razza. Sarich e

Miele hanno anche loro notato questo problema quando hanno

incominciato “questo viaggio nella realtà al di fuori dal political correct”.

Essi hanno dunque fornito un‟accurata definizione del concetto di razza,

così come segue: “le razze sono popolazioni, o gruppi di popolazioni,

all‟interno di una specie, che sono separate geograficamente dalle altre

popolazioni o gruppi di popolazioni e che sono distinguibili tra loro su

base di caratteristiche ereditarie” (pagina 207).

La teoria evoluzionista sostiene la realtà delle razze umane. Si presuppone

che il grado di variabilità biologica all‟interno di una specie sia correlata

con l‟estensione della sua distribuzione geografica. Maggiore è la gamma

geografica, maggiore sarà il grado di variabilità biologica. La razza è una

variabilità biologica. Le specie umane hanno avuto un‟estensione

geografica sull‟emisfero per almeno 100.000 anni e una globale estensione

geografica da almeno 10.000 anni, ciò mostra l‟elevato grado di variabilità

biologica che la teoria evoluzionistica si aspetta e prevede da popolazioni

di così ampia diffusione. La variazione biologica è la forza trainante

dell‟evoluzione e della creazione di nuove specie. La variabilità è causata

dalle separazioni tra le diverse popolazioni date dalla distanza geografica o

dalle barriere fisiche. Sarebbe in netto contrasto con la teoria

Page 16: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

dell‟evoluzione se la specie umana, con il suo insuperabile livello di

separazione geografica tra popolazioni, non presentasse un grado

altamente sviluppato di variabilità biologica, si in via di sviluppo

(continumm) e sia in evoluzione in razze diverse. Vi è una progressione

logica nell‟evoluzione. È un processo continuo - dal phylum alla classe –

che ordina gli organismi in famiglie, in generi, in specie e in razze. Il

processo non si ferma alla specie ma continua creando le diverse razze che

si sviluppano a loro volte in nuove specie. La razza è lo stadio evolutivo di

una popolazione prima che questa diventi una specie diversa. Negare

questo è come rivendicare che l‟evoluzione si è fermata.

La scienza forense sostiene la realtà delle razze umane e può identificare la

razza tramite l‟attenta analisi dei resti di scheletri con molta precisione,

come descritto dallo scienziato forense George Gill (Nota 3).

La “realtà della razza” dipende più dalla definizione della realtà che dalla

definizione di razza. Se scegliamo di accettare il sistema di tassonomia

razziale che gli antropologi fisici hanno tradizionalmente stabilito – razze

maggiori: nera, bianca etc… - allora si possono classificare gli scheletri

umani dal loro interno altrettanto bene come si può fare con gli esseri

viventi. I tratti ossei del naso, della bocca, del femore, del cranio possono

rilevare, ad un bravo osteologo, i tratti razziali esterni come ad esempio il

colore della pelle, la forma dei capelli, quella del naso e delle labbra. Sono

stato in grado di dimostrare, nel corso degli anni, in vere e proprie

battaglie legali, che sono più preciso a valutare la razza da resti scheletrici

che dai tratti esteriori visibili ad occhio nudo. Gli antropologi forensi

sanno perfettamente che lo scheletro riflette la razza, sia essa “reale” o no,

e sanno altrettanto bene che le ossa mostrano più facilmente le diverse

Page 17: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

caratteristiche fisiche delle diverse razze di un qualsiasi tessuto

superficiale esterno. L‟idea che la razza è “solo una questione di pelle” è

un falso, lo potrebbe affermare qualsiasi esperto antropologo forense.

La razza è geneticamente reale. La genetica può fornire nuove prove per

sostenere la realtà della razza. Ironia della sorte, la genetica ha però

favorito di più i negatori della razza, infatti essa è spesso l‟unico mezzo

che questi usano per convincere e sostenere la loro tesi antirazzista. In

realtà, nonostante le pressioni fatte dai genetisti per mostrare il contrario,

la razza esiste nei geni ed è geneticamente determinata. Ci sono molti studi

genetici che mostrano le differenze razziali nelle frequenze di sequenze

genetiche diverse e dei tratti genetici, anche se i genetisti preferiscono

usare il termine popolazione come eufemismo per la razza.

I negatori della razza tentano di dimostrare che le razze non esistono

perché la percentuale di differenze genetiche tra diverse razze è troppo

bassa. Però non dicono quale criterio deve essere applicato per determinare

la percentuale di differenza genetica necessaria per costituire una razza,

dicono solo che la percentuale di differenza genetica tra le popolazioni

umane è troppo bassa. Nessuna percentuale di differenza genetica è mai

stata usata come base per la classificazione razziale. In effetti, fino a poco

tempo fa gli scienziati ed i profani non avevano affatto idea di cosa fosse

realmente la percentuale di differenza genetica tra le razze o tra le specie.

Quando si parla di quest‟argomento, i negatori della razza non menzionano

mai il fatto che anche la differenza genetica tra umani e scimpanzé è molto

bassa di quanto qualsiasi profano tenda ad aspettarsi. La maggior parte

degli studi genetici mostra una differenza genetica che varia tra l‟1, 24% e

l‟1,7% tra esseri umani e scimpanzé, di solito si preferisce usare la

Page 18: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

percentuale media dell‟1,6% (nota 4). Ciò rappresenta la differenza

genetica tra specie, e ancora meglio la differenza genetica tra generi.

Questo dato rappresenta anche la differenza genetica tra famiglie

tassonomiche perché gli esseri umani e gli scimpanzé sono in diverse

famiglie biologiche. Gli esseri umani, infatti, sono della famiglia degli

ominidi (di cui sono l‟unica specie sopravvissuta) e gli scimpanzé, i

parenti più stretti viventi alla nostra specie, sono della famiglia dei

Pongidae.

Quali sono le percentuali di differenze genetiche tra le razze umane? Forse

il miglior studio compiuto fino ad oggi su tale argomento è quello di

Masatoshi Nei e Arun K. Roychoundhury (1993) (nota 5). Nei e

Roychoundhury hanno utilizzato una metodologia diversa da quella di L.L.

Cavalli-Sforza et alii (1988), che a loro parere “ha introdotto irragionevoli

modelli di ramificazione in alberi filogenetici”, in riferimento al

raggruppamento fatto da Cavalli-Sforza dei nord-est asiatici nello stesso

cluster dei caucasici piuttosto che con cinesi meridionali e sud-est asiatici.

Le seguenti percentuali di differenze genetiche tra le popolazioni umane e

l‟albero filogenetico sono presi dal loro studio. La percentuale di

differenza con lo scimpanzé è stato aggiunto per il contesto per uno

standard di confronto.

Page 19: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Se si dovesse visualizzare spazialmente la prima colonna della tabella di

cui sopra, con un tedesco in piedi ad una distanza di 20 piedi da un inglese,

un finlandese si posizionerebbe ad una distanza di 50 metri, un italiano a

quella di 70 piedi, un indiano del nord a 200 piedi, un giapponese a 610

metri, un amerindo del nord America a 760 metri, un nigeriano a 1330

metri e uno scimpanzé a 16000 piedi. La percentuale più alta di differenza

genetica è di 0,176% tra i nigeriani e gli aborigeni australiani. C‟è l‟11%

di differenza genetica dell‟1,6% tra umani e scimpanzé, ovvero tra diverse

famiglie biologiche le cui linee ancestrali si ritiene si siano separate 5-7

milioni di anni fa (nota 6). La differenza genetica di 0,133% tra la

popolazione inglese e nigeriana è di 8,3% equidistante della differenza tra

esseri umani e scimpanzé. La differenza genetica di 0,061% tra

popolazione inglese e giapponese o coreana è del 3,8% equidistante della

differenza genetica tra gli esseri umani e scimpanzé. Viste in questo

contesto, le differenze genetiche appaiono molto significative. Vale anche

la pena notare che sia per l‟inglese che per il giapponese, ovvero sia per

europei per asiatici del nord-est, la più alta percentuale di differenza

Page 20: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

genetica è con i nigeriani e il grado di questa differenza di 0,133% per gli

inglesi e di 0.149% per i giapponesi, è molto simile. In confronto, il grado

di differenza dell‟inglese e del giapponese con la popolazione aborigena

australiana è dello 0,122% per gli inglesi e lo 0,062% per i giapponesi, una

percentuale molto diversa dato che la differenza è doppia. L‟albero

filogenetico mostrato qui di seguito illustra graficamente le relazioni

genetiche tra le diverse popolazioni.

Page 21: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Albero filogenetico (qui sopra) per 26 popolazioni umane rappresentative

di Nei e Roychoudhury (193). Le divisioni principali di popolazioni umane

sono quelle tra africani (A), caucasici (B), asiatici (C), amerindi (D) e

Australopapuani (E).

Questo albero filogenetico mostra che gli studi genetici raggruppano le

popolazioni dell‟umanità in supercluster e cluster che sono coerenti con le

tradizionali divisioni e suddivisioni razziali e, fornendo la prova genetica

che la razza è reale e che le classificazioni tradizionali razziali sono

accurate. Le dichiarazioni politiche fatte dai genetisti per la stampa

popolare mostrano invece che i loro studi hanno dimostrato che “la razza

non è un concetto scientifico valido”, tali dichiarazioni a sfondo politico

mettono in dubbio l‟integrità del processo scientifico in atto da questi

genetisti che tendono a screditare i loro stessi studi.

Il secondo argomento genetico usato dai negatori della razza è attribuito al

professore dell‟università di Harvard Richard Lewontin, che per primo lo

propose nel 1972. Egli dichiarò, in base alla misura standard di variazione

nota come “l‟indice di fissazione di Wright” o FST, che solo il 15% della

variabilità della genetica umane è razziale e unico per una determinata

razza mentre l‟85% è non-razziale o razzialmente neutrale tra individui di

tutte le razze, presumibilmente a partire dall‟inizio della specie umana

moderna. Lewontin e altri ricercatori hanno utilizzato questa misurazione

per sostenere che la variazione tra le diverse popolazioni umane è troppo

bassa per giustificare la classificazione in sub-specie o razze diverse, con

l‟implicazione che la parte nordica del 15% della variabilità genetica – che

è quindi razziale – è dunque sacrificabile per la realizzazione di un mondo

in cui le razze, o per lo meno la razza dei nord europei o la razza nordica,

Page 22: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

non esistano più. Questa affermazione è in realtà un giudizio di valore, un

giudizio sempre più adottato come politicamente corretto da parte delle

comunità accademiche in linea con l‟ordine del giorno dell‟agenda

Boasiana al fine di minimizzare, banalizzare e negare l‟importanza o la

realtà della razza e delle differenze razziali e quindi di delegittimare e

screditare coloro che sostengono, preoccupati, la loro preservazione

razziale. Ciò è ripetuto come il punto numero 5 dei 10 punti analizzati dal

documentario della BPS Razza: il potere di un’illusione, già discusso in

precedenza. Ma coloro che fanno di questo giudizio un valore, a

cominciare da Lewontin, non riescono a fornire uno standard per la

misurazione dell‟FST sia per contesto che per confronto. E ciò per una

buona ragione: infatti il giudizio di valore di Lewontin non è supportato e

non è in linea con li sistema di misurazione di FST stesso, anzi lo

contraddice. Appellandosi a questo problema ( sul grado di variazione tra

le diverse popolazioni umane) l‟inventore della misurazione FST, il

vecchio Sewell Wright, ha dichiarato con enfasi che “ se le differenze

razziali in questa misura così ampia fossero state percepite in altre specie,

si sarebbero chiamate sottospecie”. (Nicholas Wade, Before the Dawn,

2006, pp. 191-193.) E in effetti è questo il caso nostro, perché le

“popolazioni” di molte altre specie con livelli di variazione simile a quella

che si riscontra tra le diverse popolazioni umane, sono state classificate

come sottospecie. (cfr. http://www.goodrumj.com/RFaqHTML.html)

Infine vi è anche il problema di valutare se il sistema di FST sia realmente

il metodo più accurato per misurare la variazione tra le popolazioni. Sarich

e Miele (Razza: la realtà delle differenze umane, p. 169) dettagliando i

calcoli di Harry Harpending del 2002, hanno mostrato che la vera

Page 23: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

proporzione della variabilità della genetica umana è razziale al 32.5% e

non al 15% come dice invece il sistema di FST, su cui cui lo standard

“fallace” di Lewontin è erroneamente basato.

Prima di tutto il 15% è interpopolazionale. Il restante 85% sarà poi diviso

in due metà (42,5%) tra le intra- e interindividuali comparazioni tra

popolazioni. L‟aumento della variabilità tra popolazioni a confronto è

quindi il 15% contro il 42,5% (e non l‟ 85%) che c‟è tra individui. E così

15/42.5 = 32.5 % (contro il 15/100= 15%).

L‟effetto finale di queste prove convergenti di evidenza dovrebbero

chiarire al di là di ogni ragionevole dubbio che la razza esiste ed è reale.

Ma prima di arrivare a tale conclusione che afferma come gli antirazzisti

vadano oltre la ragione, dovrebbero essere analizzati alcuni dei loro

argomenti più comuni.

Argomentazioni dei negatori della razza

(1) L‟argomento ignoranza genetica. Noi non sappiamo ancora

come in realtà i geni siano coinvolti nella determinazione delle

differenze razziali, o come questi agiscano nel processo. I negatori

della razza però utilizzano questo argomento per affermare che la

razza non è geneticamente reale. Eppure nessuno può

ragionevolmente contestare che la razza sia costituita dai tratti

ereditari trasmessi dai genitori ai figli e che tali tratti ereditari devono

essere necessariamente tratti genetici, perché l‟unico modo

Page 24: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

riconosciuto dalla scienza per la trasmissione di tratti ereditari è

attraverso i geni. Inoltre, non sappiamo ancora quali geni siano

coinvolti nel causare molte malattie note per essere ereditarie, ma

siccome sappiamo che sono ereditati sappiamo di conseguenza che le

malattie ereditarie sono causate dai geni e la ricerca su questi geni è

lo scopo della maggior parte degli studi genetici attuali.

(2) Argomento di banalizzazione. Questo argomento ammette la

realtà delle differenze tra popolazioni, sia fisiche che genetiche, ma

sostiene che queste differenze non hanno nessuna importanza e che

non sono abbastanza grandi per qualificarsi come differenze razziali.

Quest‟argomentazione tenta di subordinare il problema della realtà

razziale a un giudizio di valore soggettivo e sminuisce la variabilità

biologica che esiste tra le diverse popolazioni umane definendo tale

variabilità di nessun valore o importanza, sicuramente non

considerandola come una questione di preoccupazione legittima, o

come una questione di amore e devozione. Fondamentalmente,

questo argomento afferma che gli unici tratti umani che sono di

valore o importanza sono quei tratti comuni a tutti gli esseri umani,

mentre le differenze razziali, ovvero quei tratti unici per una

determinata popolazione e non condivisi da altre, non hanno alcun

significato di differenziazione.

(3) Argomento di falsa definizione. I negatori della razza spesso

confondono la razza con la specie, stabilendo uno standard per la

razza che è lo stesso standard per la specie, applicando

Page 25: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

implicitamente la definizione di specie a quella di razza. Dal

momento che l‟umanità è una solo specie, senza differenze tra specie

umane, si sostiene quindi falsamente, per definizione, che non ci

sono diverse razze umane, mettendo il concetto di razza al di fuori

del campo di esistenza. La differenza tra la specie e la razza è,

naturalmente, che le specie non possono incrociarsi tra loro o almeno

non possono farlo in condizioni naturali, mentre le razze possono

incrociarsi soprattutto quando vi è un contatto prolungato tra loro. I

negatori della razza portano spesso l‟esempio di individui o di

popolazioni ibride e razzialmente miste come prova che tutti gli

esseri umani fanno parte di una sola razza “umana” e non di diverse

razze ma, tale dato, di fatto, proverebbe semmai il contrario e che

cioè le differenti popolazioni umane si sono incrociate tra di loro (e

che quindi possono farlo) e dunque l‟umanità è composta da razze e

non da specie. Come afferma un recente studio:

se il “biologico” è anche “genetico” allora un decennio o più di

ricerca genetica sulle popolazioni ha documentato la genetica -

quindi biologica - differenziazione tra le razze. È difficile concepire

une definizione di “biologico” che non porti necessariamente alla

definizione razziale, tranne forse nel caso di una definizione estrema

tipo “speciazione” (note 7).

Un esempio degli sforzi fatti per collocare la razza al di fuori

dall‟esistenza può essere trovato sul sito del Polmar College (nota 8).

Questi teorici hanno costruita un‟argomentazione fittizia, una falsa

Page 26: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

definizione e uno standard molto stretto e rigoroso per definire il

concetto di razza, permettendo così di negare la realtà della razza

sulla base del fatto che la variazione umana non soddisfa tale

standard o definizione:

“la maggior parte degli antropologi fisici sarebbe d‟accordo che

questa variazione umana non è sufficiente a giustificare la

definizione di razze biologiche distinte, varietà o sotto-specie.

Tuttavia, è molto probabile che fu così nel nostro passato

preistorico.”

Ma se le razze esistevano, o erano reali, nel nostro passato

preistorico, quando queste hanno cessato di esistere e smettere di

essere reali? Che cosa è successo alla razza, che ha cessato di essere

considerata come tale? Com‟è successo? E quando? Qual è lo

standard che determina quale grado di variabilità umana è sufficiente

a giustificare la definizione di distinte razze biologiche, e per la razza

di essere considerata reale? Quando è stato creato questo standard, e

chi l‟ha creato? E quale standard, se ce n‟è davvero uno, ha

sostituito? L‟esistenza della razza è mai dipesa da uno standard

creato dagli antropologi fisici? Non era il termine “razza” di uso

comune per riferirsi ad identificare popolazioni e individui ben prima

che qualsiasi antropologo fisico sia esistito? E se l‟uso del termine

razza per riferirsi a popolazioni e individui precisi ha preceduto

l‟esistenza di antropologia fisica, come e perché gli antropologi fisici

presumono di ridefinire la razza come non esistente? O forse le razze

Page 27: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

non sono cambiate, ma è cambiata la composizione razziale del

mondo accademico le cui classi, i cui studenti, i cui campus e le cui

facoltà sono state “multirazzializzate” e che questo ambiente

multiculturale scoraggia ogni espressione di coscienza razziale e di

identità, come ad esempio la convinzione che la razza è reale?

Quindi, come dovrebbe essere definita la razza? Come per qualsiasi

altra cosa che esista, una definizione accurata di razza è quella che la

descrive per quella che è, per com‟è realmente e per come esiste

realmente. Le definizioni di razza nelle enciclopedie e nei dizionari

con cui sono cresciuto e su cui ho studiato, descrivevano qualcosa di

reale, la razza come realmente è, e da queste definizioni la razza

esiste ed è reale. La razza e la realtà di questa non sono cambiate. È

la definizione di razza che è cambiata, visto che i negatori della razza

hanno tentato di cambiare la definizione del termine per collocarla

fuori dall‟esistenza reale. Se la razza esiste, come già descritto nelle

definizioni enciclopediche e accademiche del passato, ma non esiste

nelle nuove definizioni scritte dai negatori della razza, ciò significa

che le nuove definizioni sono sbagliate e che non descrivono

accuratamente la realtà della razza, e non che la razza non esista.

Un‟accurata definizione descrive qualcosa come è, non descrive

concetti astratti su come dovrebbe essere, e poi dichiara che non

esiste quando ciò non corrisponde a quel concetto. La razza non è un

concetto astratto, ma è qualcosa che esiste concretamente ed è

visibilmente reale. I negatori della razza che dicono che non credono

al “concetto” di razza lo sanno benissimo. Loro sanno a cosa si

Page 28: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

riferisce l‟utilizzo comune del termine razza, e cosa sia la definizione

accurata di razza, e a cosa noi ci riferiamo quando parliamo di razza.

Loro sanno di cosa stiamo parlando e sanno che parliamo di cose

reali. Ma i negatori della razza si credono furbi. Loro sanno che il

solo modo per negare la razza è quello di creare una falsa definizione

per rendere la razza non esistente, per cui pretendono di rifiutare a

priori la realtà della razza. Le ragioni del loro successo con

quest‟argomentazione, come i loro motivi, sono politici e non

scientifici.

(4) L‟argomento dei falsi metodi di identificazione e

classificazione razziale. Simile al punto 3 di cui sopra, questo

argomento sostiene che i metodi tradizionali di identificazione e

classificazione razziale per tipologia basati sulle caratteristiche

morfologiche o fenotipo sono arbitrari. Si sostiene che altri metodi di

classificazione avrebbero prodotto risultati molto diversi dai questi

metodi tradizionali. Ad esempio sono state classificate diverse

caratteristiche umane in gruppi che hanno differito con i tradizionali

raggruppamenti razziali, e che quindi avrebbero reso questi ultimi

senza senso o arbitrari. I gruppi sanguigni, per esempio, non sono

distribuiti in modo che coincidano con i tradizionali raggruppamenti

razziali. Ma i metodi tradizionali di classificazione razziale per

tipologia di razza o aspetto fisico non sono affatto arbitrari per la

semplice ragione che essi si basano, riflettono e sono coerenti con le

popolazioni geografiche reali dell‟umanità, come in effetti esistono

realmente. Questo tipo di classificazione è basato su osservazioni

Page 29: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

obiettive e verificabili nella realtà. Sono i differenti tratti delle

popolazioni reali, ovvero le differenze nell‟aspetto fisico, che

permettono di classificare razzialmente le popolazioni, come sono

state accuratamente distinte e identificate per millenni. I tratti che

non sono distribuiti in modo che coincidano con le reali popolazioni

non rappresentano dei metodi validi di identificazione razziale nel

mondo reale.

(5) Il continuum e gli argomenti di differenziazione. Trattasi di un

argomento basato sulla reale complessità della razza. Questo

argomento confuta alcuni falsi concetti delle teorie di classificazione

razziale e poi pretende di confutare, conseguenzialmente, qualsiasi

verità sulla realtà della razza. La realtà è che invece la razza è un

complesso di multipli continuum con gradazioni di tipologie razziali

intermedie, ibride o miste (chiamate anche clines). Questi clines sono

distribuiti geograficamente in determinate zone situate tra regioni

abitate da diverse tipologie razziali. I negatori della razza sostengono

che queste tipologie intermedie, miste o le tipologie clines non

spiegherebbero scientificamente la differenziazione razziale. Linee di

demarcazione tra razze negli intervalli intermedi di continuum

razziali sono spesso difficili da determinare e possono apparire

arbitrarie, in particolare modo nei sistemi di classificazione razziale

semplicistici che tentano di collocare tutte le popolazioni umane in

un paio di razze maggiori. I negatori della razza sfruttano queste

complessità di continuum razziali per screditare la precisione dei

Page 30: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

sistemi di classificazione semplicisti e quindi per negare la realtà

della complessità. Ma l‟esistenza dei continuum o clines, piuttosto

che smentire la realtà della razza, è in realtà una caratteristica stessa

della razza e quindi serve come prova della sua realtà. Se non ci

fossero continuum razziali o clines non ci sarebbero le forme

intermedie, non ci sarebbero incroci tra razze e l‟umanità sarebbe

stata divisa in specie piuttosto che in razze. Senza le diverse razze

non ci sarebbe alcun continuum o clines tra di loro, quindi l‟esistenza

dei continuum è una prova dell‟esistenza delle razze. Come indicato

nello studio sopra citato: “ L‟esistenza di tali gruppi intermedi non

dovrebbe oscurare il fatto che la più grande struttura genetica che

esiste nella popolazione umana si verifica a livello razziale”. (nota

9).

(6) L‟argomento dell‟obsolescenza scientifica. Questo argomento

sostiene che l‟idea di razza si basa su un falso, superato e obsoleto

concetto scientifico risalente a un‟epoca passata, ad esempio

dell‟“era coloniale”, o del XVII secolo, ecc… in altre parole si

sostiene che credere nella razza è come tornare nel passato, la razza

sarebbe dunque un termine obsoleto e old style, un aggettivo molto in

voga presso coloro che si sentono dei pensatori “avanzati”. I negatori

citano dunque false credenze o falsi miti sulla razza di quelle epoche

precedenti che possono essere facilmente confutate; screditando

queste false credenze essi pretendono di confutare la realtà della

razza. Ma tutti sanno che ogni branca della scienza è stata colpita da

false credenze e false teorie nel corso della sua storia. Fisica, biologia

Page 31: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

e medicina si svilupparono nel 6-4 secolo a.C. e ognuna di queste

branche ha avuto una storia di false credenze e teorie, ma queste

scienze sono ancora riconosciute come valide. Esse non sono

considerate de facto obsolete solamente a causa di false credenze del

passato ormai superate.

(7) L‟argomento del costrutto sociale e politico. I negatori della

razza e i decostruzionisti spesso sostengono che la razza è solo un

costrutto sociale o politico che non ha nessuna valenza biologica o

genetica. Questo argomento include l‟affermazione che l‟idea di

razza è stata creata in America, quando vi furono i primi contatti

degli europei con altre razze, l‟idea di razza si sarebbe sviluppata nei

secoli seguenti grazie alla constatazione della disuguaglianza politica

e sociale tra razze. I negatoti sostengono che sia stata l‟America ad

aver esportato il concetto di razza per l‟Europa e per il resto del

mondo. Quest‟argomentazione (che condivide alcune idee del punto

6 di cui sopra) ha avuto credito presso i biologi e i genetisti che

cercano di evitare le controversie politiche a riguardo del concetto di

razza, sostenendo che tale concetto non è rilevante per i loro studi.

Ma l‟argomento crolla di fronte ad una definizione precisa di razza e

di fronte all‟evidenza più elementare della realtà razziale.

Ironicamente, l‟idea che la razza non esiste è stata socialmente e

politicamente creata solamente nel corso degli ultimi decenni. Il

seguente articolo di giornale del 1996 mostra questo processo di

costruzione socio-politica sul concetto di razza e mostra molti degli

Page 32: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

argomenti di negazione della razza e le tecniche per farlo, con i miei

commenti tra parentesi (nota 10):

WASHINGTON -- Grazie ai grandi progressi nel campo della

biologia molecolare e della genetica, la maggior parte degli scienziati

ora rifiuta il concetto di razza come metodo valido per dividere gli

esseri umani in gruppi separati ( “Spettacolari” progressi? Gli studi

genetici mostrano la validità della razza, e altre fonti dichiarano che

“la maggior parte degli scienziati” ne accetta la validità).

Contrariamente ad una diffusa opinione pubblica, i ricercatori non

credono più che le razze siano distinte in categorie biologiche create

dalle differenze nei geni che le persone ereditano dai loro genitori

(argomento 1 di cui sopra. Non ereditate dai genitori? Nessuno

scienziato è stato citato per aver riferito tale concetto) … “La razza

non ha una reale base biologica” ha detto Jonathan Marks, un

biologo dell‟università di Yale. La maggior parte di biologi e

antropologi, grazie a diversi studi ed evidenze appurate sin dagli anni

‟70, ha concluso che la razza è un concetto sociale, culturale e

politico in gran parte basato su apparenze superficiali. “ Nel campo

delle discipline sociali, la razza è una realtà. Nel campo scientifico,

non lo è” ha asserito Michael Omi, uno specialista in studi etnici

presso l‟università della California a Berkeley. (argomento 7). L‟idea

che le razze non sono il prodotto dei geni umani può sembrare in

contraddizione con il buon senso. (La razza non è un prodotto dei

geni? Come nella precedente simile dichiarazione, nessuno

scienziato è citato per aver asserito ciò). “Il cittadino medio reagisce

Page 33: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

con incredulità franca quando gli viene detto che non esiste una cosa

come la razza” ha detto C. Loring Brace, un antropologo

dell‟Università del Michigan. “Il laico scettico scuoterà la testa nel

considerare ciò come prova ulteriore della stupidità innata di coloro

che si definiscono intellettuali.” La nuova concezione della razza si

basa su un lavoro effettuato in molti diversi campi. “Nuovi dati sulla

biologia umana, sulla preistoria e sulla paleontologia (…) hanno

completamente rinnovato le nozioni tradizionali”, ha asserito

Solomon Katz, antropologo presso l‟Università della Pennsylvania.

Trattasi di un cambiamento di un dogma prevalente nel XIX e gran

parte del XX secolo. Durante questo periodo, la maggior parte degli

scienziati cerdeva che gli esseri umani potevano essere ordinati in

alcune… tipologie razziali ereditarie. ( Argomento obsolescenza, 6 di

cui sopra) … Non più tardi del 1985, gli antropologi cominciarono a

dividersi su questo argomento fino a quando, uno di loro, Leonard

Lieberman dell‟Università centrale del Michigan, ha chiesto in un

sondaggio se gli scienziati intervistati credevano nell‟esistenza di

diverse razze biologiche… Come segno di un cambiamento,

Lieberman ha asserito che molti dei testi antropologici pubblicati in

questa decade (gli anni ‟90) hanno smesso di insegnare il concetto di

razza biologica … il concetto riveduto di razza … riflette i recenti

lavori scientifici sul DNA … “ Stiamo cominciando ad avere buoni

dati al livello del DNA” ha dichiarato un genetista di Yale, Kenneth

Kidd … che “supportano il concetto che non è possibile tracciare dei

limiti intorno al concetto di razza”. (Argomento di continuum, punto

5 di cui sopra).

Page 34: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

La maggior parte delle argomentazioni esistenti per la negazione delle

razze sono presenti in questa relazione. Le due affermazioni secondo cui la

razza non è ereditata geneticamente dai genitori, e non è il prodotto di

geni, sono fondamentali per la tesi secondo cui la razza è costruita

socialmente o politicamente, non biologicamente o geneticamente, e così

non è scientificamente reale. Nessuno scienziato che fa queste

affermazioni è citato in questa relazione, ma questi scienziati vengono

citati in modo frammentario facendo creare congetture. Se gli scienziati

sostenessero che la razza non è ereditata da genitori e antenati, trasmessa

costantemente di generazione in generazione, allora la tesi secondo cui la

razza è costruita socialmente sarebbe vera. Ma se la razza fosse ereditata

da genitori e antenati allora essa è costruita biologicamente e

geneticamente e non socialmente. Se la razza si riscontra nei singoli

fenotipi è ovvio che ciò è ereditato da parenti ed antenati. L'eredità di una

razza è così chiara che non dovrebbero esistere nemmeno eccezioni.

Allora qual è la fonte della controversia in cui si afferma che la razza sia

costruita socialmente e politcamente, creata da ambienti sociali e politici e

non da eredità genetica? La controversia è simile alla teoria di Lysenkoism

e la sua similitudine manifesta la sua comune fonte. Trofi Lysenko(1898-

1976) era un biologo sovietico che ha teorizzato la possibilità di ereditare

le acquisite caratteristiche ambientali. Questa teoria, negando il

determinismo genetico, ha supportato la possibilità di realizzare un'utopia

egualitaria per lo sviluppo dell'ingegneria ambientale. Questa concordava

con l'ideologia marxista, per cui la teoria di Lysenko divenne un dogma

biologico, promosso e forzato dal governo sovietico. Il risultato fu che la

Page 35: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

biologia sovietica venne ostacolata negli studi genetici, i veri studi

sull'ereditarietà, non progredendo e rimanendo indietro rispetto al resto del

mondo. La corrente controversia sull'inesistenza delle razze dal punto di

vista biologico, è in gran parte derivata dalla stessa fonte, usata per scopi

politici di derivanza marxista. Infatti, in genere la negazione razziale è

molto più radicale di quanto sostiene Lysenkoism, poichè non viene

semplicemente detto che la razza può essere alterata dall'eredità di

acquisite caratteristiche ambientali, ma che la razza non è ereditata in

nessun senso biologico, che la biologia e i geni non hanno nessun ruolo

nella sua costruzione o istruzione. Questo dogma sostiene che la razza sia

costruita totalmente da fattori ambientali (fattori politici e sociali).

L'ideologia marxista è la causa di questo dogma.

Le vittime della negazione razziale sono tutti gli appartenenti alla razza

europea (bianca). Sono loro e soltanto loro, che attualmente sono

minacciati con l'esproprio e la distruzione dal multirazzialismo, un

processo assistito dalla negazione razziale. I beneficiari della negazione

razziale, coloro che vogliono "abolire la razza bianca" sono in non europei.

Nei termini di Noel Ignatiev, un vecchio attivista giudeo-marxista per il

marxismo e la distruzione delle razze europee supportata dalla teoria

marxista secondo cui le razze sono classi sociali e non gruppi biologici. Lo

scopo di questi beneficiari è di soverchiare, spossessare, distruggere e

sostituire la razza europea. La loro classe nemica, l'opprimente e

privilegiata "classe sociale" che loro vogliono distruggere, è la razza

bianca. Nel contesto in cui loro usano il termine "bianco" si riferiscono

solo alla gente europea e specialmente alle popolazioni del nord Europa.

Page 36: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

C'è sempre stata un'agenda etno-razziale dietro il marxismo, e i suoi

promotori giudeo-marxisti hanno causato un danno enorme alle genti

europee nell'ultimo secolo. -NOTA 11- Noel Ignatiev prova che questa

agenda marxista anti-nord europea sta ancora operando contro gli interessi

della razza nord europea.

Dagli anni 60, l'agenda razziale del marxismo e la marxista politica di

sinistra è diventata sempre più ovvia. Negli anni 90 e alla fine del

ventesimo secolo, la "sinistra" ha definito l'aristocrazia e "i capitalisti

borghesi" come "classi nemiche", "sfruttatori" o "oppressori" da

distruggere dalla rivoluzione. Alla fine del ventesimo secolo, la razza

bianca è sempre più nel mirino come una razza nemica, oppressiva e

malvagia che ha bisogno di essere abbattuta in tutti i sensi. Concordando

con questa visione, la "sinistra" ha manifestato un distinto pregiudizio anti-

nord europeo, causando l'emarginazione, la svalutazione, l'espropriazione

ed estinzione della razza nord-europea. Nella fine degli anni 60 questo

pregiudizio divenne esplicito, come illustrato dal seguente resoconto

riguardante la militanza della fazione Weatherman degli Students for a

Democratic Society(SDS): ricordo di essere andato all'ultimo convegno di

Weatherman Uderground, mi son seduto in una stanza e l'argomento

discusso è stato: "Era o non era il dovere di ogni buon rivoluzionario di

uccidere tutti i neonati bambini bianchi". A quel punto l'inquadratura

pertinente al problema sembrava logicamente essere questa, "guarda,

anche se non hanno colpa, questi bambini cresceranno e faranno parte di

una classe razziale opprimente internazionale, per cui il vostro dovere è

quello di uccidere i bambini bianchi". Ricordo un ragazzo che con

Page 37: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

apologia e incertezza suggeriva che ciò sembrava come essere un qualcosa

di contraddittorio agli scopi umanitari del movimento, e veniva fischiato

da tutti. (NOTA 12)

Nella fine degli anni 60, il razzismo marxista focalizzato sulla razza

piutttosto che sulla classe, era esplicito. Forse troppo esplicito. Perciò esso

ha cercato una copertura mascherandosi nel classico gergo marxista di

lotta di classe, solo adesso la classe nemica era il bianco o la razza europea

del nord, ridefinita come una classe. Definendo la razza europea del nord,

o razza bianca, come una classe sociale, i marxisti razziali hanno

teorizzato che la razza bianca era politicamente e socialmente costruita

come una privilegiata ed oppressiva classe sociale che sfruttava altre classi

che erano socialmente definite come non-bianche. Da questa teoria, la

razza bianca esiste soltanto quando c'è un'altra classe definita come non

bianca, la quale è politicamente e socialmente inferiore ad essa che detta

regole e opprime. Inoltre secondo questa teoria, la razza bianca viene

all'esistenza solo quando gli europei avevano un contatto con gente non-

europea durante le conquiste e le colonizzazioni delle Americhe e le

stabilizzazioni di europei come una classe sociale e politica dominante,

sopra i nativi e altre genti non-europee. Qui gli europei diventano bianchi e

i non-europei diventano non-bianchi. Sempre secondo questa teoria, il

concetto di razza venne poi socialmente e politicamente costruito nelle

Americhe per legittimare e assicurare la posizione dominante della classe

sociale bianca.

Questa teoria è palesemente semplicistica nella sua riduzione di razza in

Page 38: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

due gruppi: bianchi e non-bianchi. Le genti est-asiatiche e centro-africane

certamente considerano se stesse come appartenenti a razze diverse, così

come si considerano i nativi delle Americhe. Ma i marxisti non possono

ammettere nessun'altra differenzazione di bianco e non-bianco. Facendo

così non fanno altro che confutare le loro definizioni di razza come classi

socialmente costruite. Inoltre, le razze europee non sono cambiate

biologicamente, geneticamente o razzialmente nel 16° o nel 17° secolo

nelle Americhe, quando queste hanno cominciato ad esistere a stretto

contatto coi nativi per la prima volta. Gli euro-americani del 17° e 18°

secolo non erano biologicamente, geneticamente o razzialmente diversi dai

loro antenati del 16° nelle Americhe o dalle genti dell'Europa

contemporanea. Gli irlandesi americani del 20° secolo non erano

biologicamente, geneticamente, o razzialmente cambiati dai loro antenati

del 16° secolo o dalle genti contemporanee in Irlanda. La dialettica del

marxismo razziale pretende che la razza bianca venne all'esistenza solo

quando ci fu la colonizzazione delle Americhe da parte degli europei nel

16° e 17° secolo. Ma cosa ha abitato l'Europa nel medioevo e prima se non

la razza bianca, gli antenati biologici delle genti ora classificate come

bianchi? Se ciò fosse solo una questione di semantica, con i marxisti

razziali che usano il termine "bianco" per la classe piuttosto di "razza", e

altri termi per la classficazione razziale, i loro argomenti avrebbero

qualche credibilità. Ma ciò che dicono è che la razza è un costrutto sociale

e politico, che è cominciato nelle Americhe nel 16° e 17° secolo, e poi si

allargò all'Europa e al mondo.

Si può discutere sulla consapevolezza delle differenze razziali quando in

Page 39: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

America nel 16 e 17 secolo entrarono in contatto le diverse razze. Ma le

diverse razze esistevano molto prima di raggiungere il continente

americano. Il contatto non ha creato le razze. Ha piuttosto creato

consapevolezza e conoscenza delle differenti razze e ciò ha portato allo

studio e alla classificazione razziale. Al contrario delle teorie marxiste,

l'America non creò le razze e neppure le creò in Europa. L'America ha

creato la società multirazziale, razze diverse che vivono insieme nello

stesso territorio, e nella seconda metà del ventesimo secolo, essa si è

allargata all'Europa, largamente attraverso lo sforzo del marxismo. Nei

secoli precedenti in America, l'esistenza delle differenti classi sociali causò

il rallentamento del processo di meticciato razziale. Ma nella seconda metà

del ventesimo secolo, "grazie" soprattutto agli sforzi dei marxisti, le

barriere delle classi sociali tra le razze che evitavano il meticciato furono

combattute e largamente abolite, così facendo cominciarono le

conseguenze della società multirazziale. La negazione razziale ha aiutato il

processo di distruzione razziale nord europeo.

L'argomento del costrutto sociale e politico non riguarda la classe sociale,

ma la razza. Non si tratta di scienza, ma di politche, politiche razziali.

Tutto ciò non ha come causa gli studi scientifici. Tutto ciò non è motivato

da interessi scientifici, ma di interessi politici al fine di far crescere i

gruppi no-europei. Questi che negano le razze non stanno distruggendo o

abolendo le classi sociali. Questi stanno cercando in tutti i modi di

distruggere la razza europea e in particolare quella nord europea.

La razza è biologica, una creazione della genetica, biologia, natura e vita.

Page 40: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

La razza è costruita biologicamente attraverso l'evoluzione dallo stesso

processo di divergenza che ha creato tutta la diversità della vita. Lo stato

giuridico dell'essere un cittadino di un paese multirazziale è costruito

socialmente e politicamente, esso è una creazione dell'uomo e delle sue

leggi piuttosto che una creazione delle leggi biologiche e naturali. Ciò è

particolarmente evidente in una celebrazione di naturalizzazione della

massa multirazziale dove un gruppo di richiedenti razzialmente misti

diventano cittadini naturalizzati. I richiedenti di diverse razze possono

cambiare la loro cittadinanza e il loro stato nazionale con una semplice

procedura legale. Ma la loro razza è determinata dalla loro eredità genetica

dei loro antenati e non può cambiare.

(8) Esiste un ragionamento secondo cui la diversificazione in una

popolazione è più grande che tra diverse popolazioni, o mettiamola in un

altro modo, che la diversificazione si verifica maggiormente tra individui

piuttosto che tra razze. Questo è un altro tentativo per minimizzare il

significato e il valore delle differenze razziali. Ma questo ragionamento

mette a confronto gli estremi con le intermedie, e le caratteristiche che

confronta non sono quelle che sono razzialmente decisive, queste

caratteristiche non definiscono nessuna reale popolazione geografica, non

sono le caratteristiche che noi usiamo per definire le razze e per

distinguere l'una dall'altra.

(9) L'intimidazione. Spesso è usata come primo metodo, sperando che

l'interlocutore si accasci o si ritiri prima di un verbale attacco furioso di

insulti, minacce e accuse, così da evitare di affrontare un‟argomentazione

Page 41: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

valida. Se le argomentazioni antirazziste e altri metodi di confutazione

razziale falliscono, allora l‟intimidazione sarà l‟ultima risorsa per i

negazionisti della razza.

(10) La distorsione. I negazionisti della razza, spesso distorcono,

falsificano o travisano gli argomenti per la realtà razziale, includendo

definizioni razziali e sistemi di classificazione, in parte per creare un

argomento fantoccio che può essere facilmente confutato e in parte per

creare semplicemente confusione.

(11) Unilateralità. Questo è l'ambiente in cui la negazione razziale

prospera ed è stata promossa, un ambiente intellettuale di censura

orwelliana in cui la negazione razziale è indicata come incontestabile e

inconfutabile. Dato che molti, se non tutti, delle tesi che negano le razze

sono facilmente confutabili, questo è probabilmente anche l'ambiente

necessario per avere successo. L'articolo di giornale sopra indicato è un

esempio di questa tecnica, ovvero il fare molte affermazioni discutibili che

non sono in dubbio semplicemente perché si capisce che è del tutto

unilaterale.

(12) Iniziare l‟argomentazione. Lo spot pubblicitario trasmesso al cinema,

già accennato all'inizio di questo saggio è un esempio di questo, ovvero

l'affermazione secondo cui la realtà della razza debba essere negata per

porre fine al razzismo. Secondo questa tesi, coloro che credono nella realtà

della razza perpetuano e favoreggiano il razzismo aiutando e confortando i

loro professionisti. Se uno si oppone al razzismo e vuole finirlo, questo

Page 42: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

ragionamento chiede di negare la realtà della razza. Come osserva lo

scienziato forense George Gill:

Quelli che credono che il concetto di razza siavalido non devono screditare

la nozione della variazione clinale . Eppure, quelli con la prospettiva

clinale che credono che le razze non sono reali tentano di screditare

l'evidenza della biologia scheletrica. Perché c„è questa tendenza da parte di

chi nega le razze? Questa tendenza sembra derivare in gran parte da

motivazioni socio-politiche e non dalla scienza. La loro motivazione

(positiva) è che sono arrivati a credere che il concetto di razza è

socialmente pericoloso. In altre parole, si sono convinti che la razza

promuove il razzismo.

In ogni caso, essi hanno imposto il politicamente corretto dicendo che le

razze umane non sono biologicamente vere e non importa se l'evidenza

dice il contrario.

Di conseguenza, all'inizio del 21 ° secolo, anche se la maggioranza degli

antropologi biologici favorisce la realtà della razza, non un libro di testo

introduttivo di antropologia fisica presenta questo punto di vista come una

possibilità. In un caso flagrante come questo, non abbiamo a che fare con

la scienza, ma piuttosto con una palese censura politicamente motivata.

NOTA 13

(13) Come nella citazione di C. Loring Brace nell'articolo di giornale

riportato sopra, questa tecnica anticipa la reazione normale per

l'argomentazione antirazzista e previene smentendo il tutto al principio.

Page 43: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Questa affermazione semplicemente presume di confutare la reazione

anticipata, anche se in realtà non tratta o analizza il contesto.

(14) L'autorità. Quando si tenta di convincere la gente che quello che vede

con i propri occhi non è reale, non esiste, e non è da credere, vengono in

aiuto dei presunti esperti o delle autorità i quali si presume che dovrebbero

avere una conoscenza superiore del soggetto. La storia di Hans Christian

Andersen "The Emperor's New Clothes" (I vestiti nuovi) rappresenta la

classica descrizione di questa tecnica, e la crescente negazione della realtà

razziale, che viene sostenuta da dichiarazioni di scienziati, i presunti

esperti e autorità, dimostra che egli non esagerava. L'articolo di giornale

riportato sopra è un ottimo esempio di questa tecnica. Eppure, gran parte

del rifiuto razziale da parte della comunità scientifica è un segno di

disonestà intellettuale. Gli scienziati ancora studiano la razza a livello

genetico, solo che non si utilizza il termine "razza", ma invece

"popolazione". Le popolazioni geografiche, specialmente quelle in forme

native e non miscelate (ad esempio, razzialmente pure o distinte) sono

certamente razze, e sono state indicate come razze per secoli. Ma gli

scienziati moderni non studiano i fenotipi razziali, i tratti che identificano e

definiscono la razza, e quindi non devono essere considerati come esperti o

autorità nella tipologia razziale o nella sua identificazione. La loro capacità

e conoscenza in questo settore può non essere maggiore rispetto ad una

persona media. Non c'è bisogno di essere un esperto per riconoscere la

razza dal fenotipo. Tutti lo sanno fare, compresi gli scienziati che dicono

che la razza è troppo ambigua per essere riconosciuta. Tutti noi

identifichiamo la razza di ogni persona che si guarda, in modo automatico,

Page 44: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

senza volerlo e involontariamente. Questo è naturale, un fatto di natura.

Tutti noi abbiamo la importante capacità di riconoscere i nostri simili e di

distinguerli da altri tipi. L'importanza di questa abilità è molto precisa nel

distinguere il nostro genere o razza da altre razze, e meno accurato nel

distinguere altre razze le une dalle altre. Sappiamo riconoscere il nostro

genere, la nostra razza, al meglio. Qui è dove è trovata la cosiddetta

ambiguità di identificazione razziale nel fenotipo. Ma le genti di altre razze

sono in grado di distinguere la propria razza dalle altre con grande

precisione. La loro identificazione razziale non è ambigua per loro, ma

distinta e reale come lo è la nostra razza per noi.

Gli scienziati che negano l'accuratezza della tipologia razziale utilizzano la

razza nella loro vita di tutti i giorni per identificare le persone, al di fuori

della loro specialità, tanto quanto il resto di noi. Allora perché negare

qualcosa che hanno fatto per tutta la loro vita? Perché ciò che fanno tutto il

tempo non si può fare? La maggior parte degli scienziati stessi che ora

negano la realtà della razza non faceva tale negazione, e non ha trovato

difficoltà o ambiguità nell'identificazione razziale, venti o trenta anni fa.

Che cosa è cambiato? Che cosa è successo tanto da causare la negazione

delle razze riconosciute scientificamente trenta anni fa? Quale scoperta o

aggiunta alla conoscenza ha dimostrato che la razza non esiste? Quale

prova era ed è necessaria per affermare la realtà della razza, e perché?

Qual è lo standard per la razza per essere reale, qual è la definizione di

razza, e chi ha impostato questo standard e questa definizione? Sembra che

i presunti esperti sulla razza stiano cercando in tutti i modi di essere

ignoranti sulla razza, di non sapere nulla sulla razza, di negare la razza, di

Page 45: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

credere che la razza non esiste. Allora perché c'è questo sforzo concentrato

per non vedere ciò che è chiaro a tutti, per essere razzialmente ciechi?

Perché questo oscurantismo in ambito scientifico? Dato che

l'identificazione razziale dal fenotipo non è un prodotto di studio

scientifico, e resta al di fuori della scienza, perché gli scienziati non hanno

sviluppato una versione scientifica di esso che rappresenta tutte le

complessità della realtà razziale? E' per causa di decenni di esortazioni nel

praticare la cecità sulla razza, e di essere letteralmente ciechi in questo

campo scientifico. Ma sarebbe questo l'effetto desiderato? Forse perché la

società è multirazziale ormai in tutti i settori, come le aule scolastiche, le

facoltà universitarie, così come i mezzi di informazione e la maggior parte

dei posto di lavoro, per cui il riconoscimento della realtà della razza,

porterebbe tensione razziale e divisione... è per questo motivo che la razza

è socialmente e politicamente intollerabile? Si tratta di una logica

conseguenza della rivoluzione razziale e trasformazione dell'Occidente che

ha avuto inizio nel 1960, e del crescente potere, influenza e controllo di

fatto e di dominio dei crescenti gruppi etno-razziali non-nord Europei? O è

una questione di interesse etno-razziale per alcuni, come lo è per Noel

Ignatiev e come fu per Franz Boas prima di lui, e interesse politico per gli

altri, come lo era per gli esperti dell'imperatore nella storia Andersen?

Probabilmente è tutto questo il problema e alcuni di essi più di altri. Ma a

prescindere il fatto che alcuni scienziati negano la razza con motivazioni

discutibili, con competenza e integrità discutibile, l'esistenza e la realtà

della razza è una creazione di fatto di natura, non è scientifica. La razza è

esistita molto prima della scienza. La sua esistenza non dipende dalla

scienza, ma continuerà con o senza la scienza, e anche se la scienza la

Page 46: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

definisca con precisione o meno. Coloro che vedono la realtà della razza

per loro stessi sanno che gli scienziati che negano la realtà della razza

mentono, malgrado tutte le presunte affermazioni scientifiche e quelle di

presunti esperti.

Risposta ai 10 punti della serie PBS " RAZZA - Il potere di

un'illusione"

http://www.newsreel.org/guides/race/10things.htm

Copyright (c) California Newsreel, 2003

RAZZA - Il potere di un'illusione

Una serie di tre documentari dalla Newsreel California

http://www.pbs.org/race/000_General/000_00-Home.htm

DIECI COSE CHE TUTTI DOVREBBERO SAPERE SULLA

RAZZA

I nostri occhi ci dicono che le persone hanno un aspetto diverso. Nessuno

ha difficoltà a distinguere un ceco da un cinese, ma cosa significano queste

differenze? Sono esse biologiche? La razza ha a che fare sempre con noi?

Page 47: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

In che modo la razza influisce sulla gente oggi? C'è più di quanto l'occhio

possa immaginare.

Punto 1.

La razza è un concetto moderno. Le società antiche, come i Greci, non

dividevano le persone in base alle distinzioni fisiche, ma secondo la

religione, lo stato, la classe, anche il linguaggio. La lingua inglese non

aveva nemmeno la `parola “razza” fino a quando non saltò fuori nel 1508

in una poesia di William Dunbar in riferimento a una linea di re.

Risposta al punto 1:

Le differenti divisioni biologiche dell'umanità erano state definite “razze”

fino a circa 500 anni fa, ma esistevano comunque già da decine di migliaia

di anni. Sono state create dalla divergente evoluzione biologica, lo stesso

processo di ramificazione che crea le specie, e rappresentano uno stadio

intermedio di razziazione in un processo non ancora completo di

speciazione. La razza è una realtà biologica che esisteva prima che le

persone erano a conoscenza della sua esistenza, prima di avere un'idea o

un concetto della sua esistenza, e indipendentemente da tale

consapevolezza, idea o concetto di essa. La razza non è un costrutto

politico o sociale, anche se le idee dei concetti di razza sono soggetti a

influenze politiche e sociali.

Fino a tempi relativamente recenti, la grande maggioranza delle persone

Page 48: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

non ha avuto contatti diretti con le altre razze, ma ha vissuto la loro vita in

popolazioni etnicamente omogenee, semplicemente dove la razza non era

un problema. Per la grande maggioranza dell'umanità al di fuori del mondo

occidentale tutto ciò esiste ancora. Fino agli ultimi 550 anni non c'era

questa grande conoscenza circa l'esistenza di altre razze. Sono state le

attività del mondo occidentale negli ultimi 550 anni in esplorazione,

colonizzazione e la costruzione di nuovi paesi extraeuropei che hanno

portato differenti razze in contatto diretto l‟una con l‟altra su larga scala.

Insieme a questo contatto diretto è arrivata la conoscenza, lo studio, della

razza e delle differenze razziali.

Tra le società antiche, gli Egiziani hanno avuto contatti con i negri africani

in Nubia nel suo sud, e certamente hanno fatto una distinzione razziale tra

loro e i Nubiani, come è evidente nella loro arte. Hanno inoltre preso

misure per impedire la spostamento di Nubiani in Egitto. L'esposizione

greca sulle diverse razze era essenzialmente limitata ai diversi popoli

caucasici e del mondo mediterraneo. Anche i Romani avevano ben poco

contatto diretto con le razze non caucasiche, ma avevano contatti con

caucasici al di là del Mediterraneo ed erano molto consapevoli delle

differenze razziali tra di loro e le popolazioni semitiche del Levante e i

popoli celtici e germanici del Nord Europa .

I negri africani sono stati portati nel mondo greco-romano in piccole

quantità, come individui isolati, ma non hanno mai costituito una

popolazione o una comunità, in ogni senso. Come individui, di solito non

avevano contatti con compagni della propria razza e sia che morivano o

che venivano assimilati in piccole quantità, non hanno mai formato una

Page 49: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

presenza razziale continua.

Prima del termine “razza”, un antico termine francese per "linea", si

applicava alle diverse popolazioni geografiche della specie umana ed era

tradizionalmente usato per riferirsi sia alle nazioni che a quasi tutte linee di

discendenza ancestrale (biologica o genetica), persino alle strette linee

famigliari. Con la scoperta delle diverse popolazioni geografiche

dell'umanità, l'uso del termine razza cambiò gradualmente per riferirsi alle

diverse popolazioni identificabili biologicamente.

Punto 2.

La razza non ha basi genetiche. Non ha una caratteristica, tratto o anche

gene che contraddistingue tutti i membri di una cosiddetta razza da tutti i

membri di un'altra cosiddetta razza.

Risposta al punto 2:

La razza non è formata da una caratteristica, tratto o gene. Si compone di

molte caratteristiche, tratti e geni, di una combinazione unica o insieme di

caratteristiche, tratti o geni che distinguono una razza da un altra. A livello

delle divisioni principali o primari delle razze, come gli europei, i negri e

gli asiatici orientali, tutti i membri di ciascuna di queste divisioni razziali

sono facilmente distinguibili dagli altri per il loro insieme o una

combinazione di caratteristiche razziali, di tratti e di geni. A livello di

secondarie divisioni razziali, come i nord europei e gli europei meridionali,

Page 50: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

alcuni singoli membri delle suddivisioni non sono facilmente distinguibili

gli uni dagli altri per il loro insieme di tratti razziali, ma le popolazioni o

suddivisioni sono un insieme.

I genitori della stessa razza hanno figli della stessa razza. Così la razza è

ereditata dai genitori e antenati di generazione in generazione. Questo è

fuori discussione. Non ci sono prove, dalla scienza o dalla osservazione

ordinaria, che la razza non è ereditaria, ma la prova schiacciante è che è

essa è ereditata. I tratti razziali sono ereditati, così come i geni, che sono

gli unici mezzi conosciuti o riconosciuti di trasmissione dei caratteri

ereditari, quindi si deve presumere che i tratti razziali sono genetici.

La razza è ereditata dai geni, ed esiste nei geni e pertanto ha una base

genetica. Infatti, la sua unica base è genetica. È creata da geni e solo da

geni. È completamente e totalmente genetica. Non vi è alcuna

determinazione ambientale di eredità razziale. Anche dopo molte

generazioni in America, i discendenti degli europei del nord e negri

africani sono ancora razzialmente invariati dalle popolazioni native del

loro terre d'origine.

Le razze sono fenotipicamente reali. Esse si distinguono per il loro

fenotipo - le loro caratteristiche genetiche ereditarie e determinati tratti

d'aspetto fisico - da altre razze. Non vi è alcuna sovrapposizione fenotipica

tra le popolazioni delle razze più conosciute. Tutti gli asiatici orientali,

europei e negri sono facilmente distinguibili gli uni dagli altri in base a

caratteristiche genetiche ereditate razziali. Persino le sottorazze, o le

sottodivisioni razziali, sono facilmente distinguibili le une dalle altre come

Page 51: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

popolazioni basate su visibili tratti genetici razziali ereditati, anche se in

questo caso ci possono essere sovrapposizioni nei tratti fenotipici a livello

individuale. Così le popolazioni di Svezia e Italia sono fenotipicamente

distinte, anche se vi è una qualche sovrapposizione a livello individuale.

Esistono individui e popoli razzialmente misti. I loro fenotipi sono

strettamente correlati con le proporzioni razziali ancestrali nella loro

mistura, i quali forniscono un'ulteriore prova della realtà genetica della

razza.

Punto 3.

Le sottospecie umane non esistono. A differenza di molti animali, gli esseri

umani moderni, non si sono isolati sufficientemente a lungo per evolversi

in sottospecie o razze. Nonostante le apparenze superficiali, siamo la

specie più simile di tutte.

Risposta al punto 3:

Si tratta di una negazione o una svalutazione della portata e del valore

della diversità razziale umana. Qual è la definizione standard o di una

razza o di una sottospecie? Questo non è indicato. I decostruzionisti

razziali che tentano di definire l' esistenza della razza o della sottospecie

non indicano una definizione chiara e obiettiva, oppure arbitrariamente

cambiano la definizione in modo che sia essenzialmente la stessa specie.

Vi è un criterio oggettivo per la definizione di specie -- popolazioni che

Page 52: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

non sono in grado o che non vogliono mescolarsi in condizioni naturali.

Una sottospecie o razza umana è semplicemente una qualsiasi delle

divisioni biologiche della specie umana costituita da una popolazione

collegata da antenati comuni e distinguibile da altre popolazioni da una

combinazione unica o insieme di tratti fisici geneticamente trasmessi.

Questa è la definizione di razza, il senso e la misura di razza, di uso

comune negli ultimi quattro secoli, ed è qualcosa che certamente esiste,

che è visibile e oggettivamente reale.

Punto 4.

Si tratta semplicemente di colore di pelle diversa. Molti tratti sono ereditati

indipendentemente da un altro. I geni che influenzano il colore della pelle

non hanno nulla a che fare con i geni che influenzano la forma dei capelli,

forma degli occhi, gruppo sanguigno, talento musicale, capacità atletiche o

di forme di intelligenza. Conoscere il colore della pelle di qualcuno non

significa necessariamente sapere chi è quella persona.

Risposta al punto 4:

Tutto ciò può essere vero, ma che importa? Perché l'attacco al colore della

pelle? Non ha alcun valore in sé? Il suo valore deve dipendere dalla sua

connessione con qualcos'altro? In molte culture di molte razze in tutto il

mondo, il colore della pelle ha un valore in sé, in genere il colore della

pelle più chiara è oggetto di valutazione più alta. Ma qual è il significato o

scopo di questa tesi apparentemente senza senso? Sembra un tentativo di

Page 53: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

banalizzare la razza, riducendola al colore della pelle. Che i geni

influenzino o meno il colore della pelle, ciò non ha nulla a che fare con i

geni che influenzano la forma dei capelli e la forma degli occhi, ma sono

certamente fortemente correlati tra loro, e di solito sono parte della stessa

combinazione unica o insieme di tratti genetici che fisicamente

distinguono le diverse razze le une dalle altre.

Punto 5.

La maggior variazione è all'interno, non tra "razze". Della piccola quantità

di totale variazione umana, l'85% esiste all'interno di ogni popolazione

locale, siano essi italiani, curdi, coreani o Cherokee. Circa il 94% si può

trovare in qualsiasi continente. Ciò significa che due casuali coreani

possono essere geneticamente diversi come un coreano e un italiano.

Risposta al punto 5:

Questa è la "fallacia di Lewontin" discussa sopra. Come Sarich e Miele

(citati sopra, p. 169) spiegano, la quantità totale effettiva di variabilità

genetica umana che esiste all'interno di ogni popolazione locale è 67,5%,

non la misura di 85% del FST, ma anche per gli standard della misura di

85% del FST la quantità di variazione tra sottospecie o razze umane è

paragonabile alla variazione tra le sottospecie di altre specie. Ma le razze

dell'umanità condividono il 99,9% dei loro geni in comune. Che cosa

significa? La proporzione di geni che condividiamo è coerente con il fatto

che tutte le razze dell'umanità condividono in comune centinaia di milioni

Page 54: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

di anni di evoluzione e stirpe che risalgono ai primi mammiferi e ancor

prima. La loro evoluzione e stirpe divergente iniziò solo con la loro

dispersione e separazione geografica sparsa per il mondo. La proporzione

di geni che le razze umane condividono in comune corrisponde

approssimativamente alla lunghezza temporale della loro comune

evoluzione e discendenza. I geni e le caratteristiche genetiche che le razze

umane codividono in comune sono quelli che si son evoluti durante la loro

evoluzione comune fino alla loro separazione e dispersione geografica. I

geni e le caratteristiche genetiche che variano tra le razze, che sono unici

per le diverse razze, sono i geni più recenti e le caratteristiche genetiche

che si sono sviluppate dopo che le popolazioni ancestrali razziali si son

separate l'una dall'altra. Le loro proporzioni nel totale dei tratti genetici

corrispondono approssimativamente alla lunghezza temporale di quella

separazione comparata alla lunghezza intera dell'evoluzione umana e

mammifera.

La percentuale (67,5%) della variazione genetica umana che è posseduta in

comune da tutte le razze umane già esisteva nella popolazione ancestrale

comune da cui discendono tutte le razze umane, e continua ad esistere in

tutte le popolazioni di discendenza umana. La percentuale (32,5%) della

variazione genetica umana che è unica per le varie razze, è la parte più

recente che si è sviluppata a partire dalle diverse separazioni evolutesi

nelle diverse razze formano divisione genetica.

Il punto # 5 sottintende che le caratteristiche genetiche sviluppatesi dopo

la separazione geografica, le quali sono uniche per i diversi rami e non

Page 55: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

condivise da tutti, non hanno alcun valore o importanza?

Sottintende che le caratteristiche genetiche sviluppatesi prima della

separazione dell'umanità e che quindi condividiamo in comune, hanno

valore o importanza? sottintende che niente di importante si è evoluto da

allora? Se è così, qual è lo standard che determina quali geni e

caratteristiche genetiche hanno valore e importanza? E' comunanza,

uniformità o uguaglianza lo standard per cui solo le caratteristiche

genetiche più vecchie hanno valore o importanza?

Questo sarebbe l'ideale egualitario, e quindi presumibilmente l'ideale

marxista, ma è arbitrario. La gente da sempre ha attribuito grande valore e

importanza ai geni e alle caratteristiche genetiche più recenti evolutesi

dalla separazione dell'umanità in diversi settori che sono unici tra loro.

Punto 6.

La schiavitù precede la razza. Per gran parte della storia umana, le società

ha schiavizzato gli altri, spesso a causa di conquista, di guerra o debito, ma

non a causa di caratteristiche fisiche o a causa di supremazia razziale. A

causa di un unico insieme di circostanze storiche, il nostro era il primo

sistema di schiavitù in cui tutti gli schiavi condividevano caratteristiche

fisiche simili.

Risposta al punto 6:

Le differenti razze dell'umanità sono antiche quasi quanto la dispersione

dell'umanità evolutasi in varie razze. Ciò significa che le razze umane sono

Page 56: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

vecchie quanto il più antico cacciatore-raccoglitore esistente, per esempio

a quello della popolazione aborigena dell'Australia. La schiavitù invece è

così antica? O è più facile che la schiavitù nacque con lo sviluppo

dell'agricoltura, con comunità stanziali, con lo sviluppo di gerarchie e

disaguaglianze sociali ed economiche nella distribuzione della proprietà,

del potere e della ricchezza? Qualunque sia la risposta, è certamente vero

che la schiavitù storicamente di solito ha avuto poco o nulla a che fare con

la razza in quanto tale. Ma questo è necessariamente vero, perché, come è

sottolineato nella risposta alla risposta # 1, le differenti razze avevano poco

o nessun contatto diretto con l'altro fino agli ultimi 550 anni. Quindi è solo

negli ultimi 550 anni che vi è stata una chiara connessione razziale con la

schiavitù, con un popolo dominante che ha avuto accesso a un gran

numero di schiavi di un'altra razza.

Punto 7.

Razze e libertà sono evolute simultaneamente. Gli Stati Uniti son stati

fondati sul principio radicalmente nuovo che "Tutti gli uomini sono creati

uguali." Ma la nostra economia iniziale era basata in gran parte sulla

schiavitù. Come potrebbe essere razionalizzata questa anomalia? La nuova

idea di razza ha aiutato nel spiegare perché alcune persone potrebbero non

usufruire dei diritti e delle libertà che altri invece hanno come garanzia.

Risposta al punto 7:

Non vi è alcuna connessione evolutiva tra razza e libertà. Sono due cose

Page 57: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

molto diverse. La razza è una divisione biologica di una specie e una fase

nell'evoluzione di una specie che viene creata dal processo biologico di

evoluzione divergente, o speciazione. La libertà è una condizione sociale o

politica creata - socialmente e politicamente - dalla gente. L'Atene antica,

il celebre luogo di nascita della democrazia e degli ideali di libertà e

uguaglianza, aveva un'economia basata molto più sulla schiavitù, prima

ancora della guerra civile americana. In effetti, alcuni apologisti del Sud

per la schiavitù, come John C. Calhoun, hanno giustificato la schiavitù

paragondola con l'esempio dell'antica Atene e l'alta civiltà che essa ha

prodotto. Anche senza differenze razziali tra schiavi e liberi, gli Ateniesi

giustificarono la schiavitù con il fatto che gli schiavi erano inferiori.

Questa è la giustificazione storica comune per la schiavitù e fino agli

ultimi 550 anni di solito era basata sulle differenze nazionali, culturali,

religiose o di classe, piuttosto che razziali.

Punto 8.

La razza ha giustificato disuguaglianze sociali in quanto si sosteneva che

fossero naturali. Quando l'idea di razza si è evoluta, l'idea di superiorità

bianca diventò "buonsenso" in America. Essa non solo ha giustificato la

schiavitù, ma anche lo sterminio degli indiani, l'esclusione degli immigrati

asiatici, e la conquista di terre messicane da parte di una nazione che

professava una fede nella democrazia. Le pratiche razziali sono state

istituzionalizzate all'interno del governo americano, delle leggi, e della

società.

Page 58: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Risposta al punto 8:

La credenza nella superiorità del proprio popolo e nell'inferiorità degli altri

popoli è molto comune tra le diverse culture e razze, ed è stato spesso

usato per giustificare e razionalizzare la conquista, la dominazione, la

riduzione in schiavitù e anche lo sterminio di altre razze. Questa

convinzione e la pratica è stata documentata tra gli indiani americani,

cinesi, giapponesi, mongoli, indiani asiatici, persiani, greci, romani,

spagnoli e altri. È stato senza dubbio anche comune tra i popoli di cui non

abbiamo alcun documento. Non è in alcun senso unico per gli europei del

sud, coloro che hanno fondato e costruito in America Latina o gli europei

del Nord che han fondato e costruito in Nord America. Ciò che può essere

stato unico per gli europei del Nord è che, come popolazione, sono stati i

primi a supportare queste credenze e pratiche e persino i primi a

rinunciarvi. L'esclusione di altre razze, necessaria a mantenere la

separazione, l'isolamento e la conservazione razziale necessari, non deve

essere equiparata con la schiavitù o lo sterminio di altre razze, come

sottinteso nel punto 8.

Punto 9.

La razza non è reale, ma il razzismo è ancora reale. La razza è un'idea

sociale potente che consente un accesso diverso alle opportunità e risorse.

Il nostro governo e le istituzioni sociali hanno fatto si che i vantaggi e le

ricchezze fossero sproporzionate, con potere e risorse destinate

maggiormente ai bianchi. Questo interessa tutti, che ne siamo consapevoli

Page 59: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

o no.

Risposta al punto 9:

Come spiegato nella risposta precedente al punto # 2 la razza è certamente

ereditata, ed è pertanto necessariamente genetica, biologica. Il razzismo,

come ogni "ismo", è un'ideologia, un sistema di credenze e valori. Ma a

differenza di molte altre ideologie, essa è probabilmente costituita da più

di questo, è ancorata a terra dalle sue connessioni biologiche a qualcosa di

più profondo, più fondamentale, istintivo e intuitivo, a qualcosa che è

fisicamente reale e che esiste fisicamente, alle emozioni e al

comportamento che è stato modellato, e aiutato ad essere modellato,

ovvero all‟idea dell‟evoluzione dell‟umanità in generale e di ogni razza in

particolare. Il razzismo è etnocentrico, centrato, fedele nel promuovere gli

interessi di una persona di razza. Nelle società omogeneamente razziali, il

nostro stato naturale di esistenza, l'esistenza che esisteva fino alla

creazione moderna di società multirazziale, la razza non era un problema,

non ha dato vantaggi di un gruppo rispetto ad altri nella società, e non ha

influenzato nessuno. Non serviva essere a conoscenza delle differenze

razziali. Solo nelle società multirazziali, in cui gli interessi, includendo gli

interessi vitali della vita essenziale, dei conflitti tra razze, la razza diventò

un problema e una fonte di conflitti e problemi, tra cui il problema

fondamentale della conservazione razziale. Purtroppo, nel contesto di una

società multirazziale, le misure necessarie per preservare una razza e per

proteggere i suoi interessi vitali, includono necessariamente una

competizione per il dominio e il controllo della società.

Page 60: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Punto 10.

Il Daltonismo non distruggerà il razzismo. Fingere di far credere che la

razza non esiste non significa creare uguaglianza. La razza è molto più

reale di stereotipi e pregiudizi individuali. Per combattere il razzismo,

abbiamo bisogno di individuare e risolvere le politiche sociali e le pratiche

istituzionali che vantano alcuni gruppi a scapito di altri.

Page 61: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Risposta al punto 10:

Questo è un invito ad agire per promuovere gli interessi e la posizione dei

gruppi "non-bianchi" a scapito del gruppo dei bianchi, la cui esistenza si

suppone sia solo un'illusione. È un invito che è stato ascoltato, non solo

negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Gran Bretagna, Irlanda, Francia,

Svezia, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Svizzera,

Austria, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. In tutti questi paesi i

"bianchi" sono stati espropriati, sfollati, sostituiti e infine distrutti da azioni

e politiche che promuovono e beneficiano gli interessi e la posizione di

"non-bianchi" a scapito degli interessi più vitali dei bianchi, compresa la

loro stessa sopravvivenza.

Dal sesto al decimo punto, la questione razziale sul fatto che sia o no reale,

non è rilevante. Tutti e cinque questi punti servono solo uno di questi:

confutare l'argomento della non-realtà della razza, il quale dice che è solo

un'illusione, il quale afferma che il convincimento della razza porta a

brutte cose -- tra cui la schiavitù, la disuguaglianza sociale ed economica,

l'esclusione razziale e lo sterminio razziale (genocidio) – e quindi che il

convincimento della razza è di per sé cattivo e la realtà della razza deve

essere negata per ragioni morali. Con questa logica, coloro che negano la

realtà razziale, sono considerati moralmente superiori a coloro che credono

che la razza è reale. Questa è la logica del politicamente corretto, che la

realtà oggettiva deve essere negata per servire la visione del mondo,

l'ordine del giorno, l'ideologia e i valori morali della dominante struttura

mondialista di potere multirazziale. Ma la convinzione che la razza non è

Page 62: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

reale può portare anche a cose cattive, cose molto cattive, per gli interessi

dei popoli europei in America, Australia ed Europa. In realtà, i suoi effetti

sui popoli europei includono l'espropriazione, spostamento e sostituzione

con le razze non-europee, e in definitiva la loro distruzione, sterminio,

annientamento o il genocidio. La negazione razziale, la negazione della

realtà, apre la strada alla distruzione della razza con la pretesa che non

esiste, che niente viene distrutto, che è tutta un'illusione, che non è una

questione di legittima preoccupazione. I razzialisti europei(coloro in cui

credono nella preservazione della razza), che credono nella realtà della

razza, non cercano, sostengono o promuovono la riduzione in schiavitù o

dominazione o la distruzione di altre razze, ma i negazionisti della razza e i

decostruzionisti, che sostengono che la razza è un'illusione, promuovono

una moda che porta alla distruzione delle razze europee. E si sentono

moralmente superiori, quando lo fanno.

Conclusioni

Prima che la negazione razziale diventasse l'argomento principale degli

avversari della preservazione razziale nord europea, il loro argomento

principale era l'affermazione che la razza del Nord Europa era meticcia e

Page 63: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

non "pura", e che a causa di questo meticciato razziale, non era degna di

conservazione. Naturalmente, queste erano le stesse persone che più

sostenevano la mescolanza razziale per il Nord Europa, non gli avversari

della mescolanza razziale i quali hanno voluto evitare mescolanza al fine

di preservare la razza. Inoltre, naturalmente, non hanno descritto la natura

o la portata della mescolanza alla quale si riferivano, né hanno fornito

alcuna definizione o standard di ciò che costituisce "purezza" razziale e

quale livello di esso è tenuto a giustificare la conservazione razziale. I loro

argomenti per l'impurità razziale erano, e sono, ambigui come gli

argomenti della negazione razziale. La mia risposta a loro era, ed è, la

stessa della mia risposta ai negazionisti della razza, i quali sostengono che

la razza che io amo e desidero preservare non è reale e non esiste, e che

non c'è quindi nulla da conservare. Io dico loro che amo e voglio

mantenere la mia razza com'è, per preservare ciò che è così com'è,

comunque essa sia, e comunque vorrebbero chiamarla. Sia che la chiamino

razza o non, che sia pura o non, questa è la popolazione e questi sono i

fenotipi associati che io amo e che voglio conservare. E sanno di cosa sto

parlando. A livello operativo, loro sanno qual è la mia razza come lo so

anche io, e come è reale per loro, lo è pure per me. La differenza è che io

voglio conservarla e loro vogliono distruggerla.

La negazione della razza non deve essere considerata come un fenomeno

isolato. È molto più un prodotto dei tempi. Può essere compreso solamente

in un contesto di rivoluzione razziale e attraverso l‟analisi del

cambiamento etnico-razziale del potere nell‟ultima metà del secolo scorso.

Fa parte dell'offensiva etno-razziale contro la razza del Nord Europa che

Page 64: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

sta distruggendo geneticamente e biologicamente con il multirazzialismo e

la mescolanza razziale. L'esistenza che nega è l'esistenza che sta

contribuendo a distruggere. Come un recente articolo sugli studi genetici

che afferma la realtà della razza ci informa:

L'isolamento geografico [cioè, la separazione razziale] e la riproduzione

interna (endogamia) a causa di forze sociali e/o culturali per periodi di

tempo prolungati, creano e aumentano la differenziazione genetica [cioè,

creano e conservano le razze], mentre la migrazione e l'inter-

accoppiamento la riduce [vale a dire, la mescolanza razziale multirazziale

distrugge le razze]. [Nota # 14]

La negazione della razza è più di un errore. È più della somma di tanti

errori, di argomenti falsi, utilizzati per sostenerla. E non è un fine in sé, ma

un mezzo per raggiungere un fine. Serve ad uno scopo. I negazionisti della

razza mendicano la loro tesi con l'affermazione che la credenza in razze

porta a oppressione e genocidio razziale, così lo scopo della negazione

della razza è quello di porre fine all'oppressione razziale e prevenire il

genocidio. In realtà è vero il contrario. Il vero scopo della negazione della

razza non è quello di impedire il genocidio, ma per evitare la

conservazione razziale, in particolare la conservazione delle razze europee,

e più in particolare la razza del Nord Europa. In breve, il vero scopo della

negazione della razza non è quello di impedire il genocidio, ma di fare il

genocidio. Il motivo vero che c'è dietro la negazione della razza è quello di

promuovere e favorire l'espropriazione, la sostituzione e la distruzione

della razza del Nord Europa. Ogni negazionista della razza è contro la

Page 65: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

conservazione razziale, e in particolare modo è contro la conservazione e

la sopravvivenza della razza del Nord Europa.

Ironicamente, la negazione della razza è a sfondo razziale. È fonte e base

di appoggio di gruppi etno-razziali non-europei. Sono loro che cercano la

sostituzione, l'esproprio e la distruzione della razza del Nord Europa,

persino nelle sue terre antiche d'origine. Sono loro che traggono beneficio

da essa, coloro i quali sono i sostituti e sciacalli. L'esistenza di altre razze

non è minacciata dalla negazione della razza, e quindi in una tale posizione

di immunità razziale esse possono salvaguardarla. Sono le razze europee, e

solo le razze europee, e soprattutto la razza del Nord Europa, che sono a

rischio di estinzione, e la cui distruzione è aiutata dalla negazione razziale.

La negazione della razza è anti-nord-europea nel senso più estremo del

termine, contro l'esistenza stessa della razza del Nord Europa. Così la

negazione della razza è di per sé una parte della competizione razziale, un

prodotto delle dinamiche razziali, la dialettica razziale, del

multirazzialismo e il processo di distruzione razziale le quali esse

sostengono. Potrebbe sembrare un fenomeno politico, con motivazioni

politiche, ma in realtà è un fenomeno razziale, con motivi razziali -

motivazioni molto più forti e più profondi della politica, che è solo il

mezzo per i fini razziali. Serve come copertura per quei fini razziali.

Nasconde il processo di distruzione razziale dietro la copertura di

protezione di un falso dogma che dice che la distruzione razziale in realtà

non esiste, che quindi non è reale e pertanto non viene distrutta, e non vi è

alcuna ragione valida per resistere o per opporsi a tale distruzione. Ma la

razza che si sta distruggendo, la popolazione e le sue caratteristiche che i

Page 66: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

negazionisti della razza stanno cercando di distruggere, sono reali e sono le

mie. Esse sono l'oggetto del mio amore e della mia devozione, il centro

della mia preoccupazione. Sono tutte le persone di origine del Nord

Europa, nei loro numeri (parliamo di milioni), la cui esistenza viene

negata, e sotto la copertura di tale negazione, viene distrutta.

Come possono i conservazionisti della razza (o razzialisti) far fronte alla

crescente ondata di negazione della razza nel mondo accademico e nei

media? Quanto del nostro tempo ed energia dobbiamo dedicare al dibattito

sul significato reale della razza? Entrambe le parti del dibattito hanno un

interesse determinato dai loro propri gruppi. I negazionisti della razza sono

in maggioranza membri dei gruppi di minoranza non-nordici che vogliono

sentire dalle loro orecchie parlare di solidarietà della maggioranza nordica,

per avanzare gli interessi dei loro proprio gruppi, a spese degli interessi dei

gruppi di maggioranza nordici. I sostenitori della razza sono

prevalentemente membri della maggioranza etno-razziale nordica che

vuole promuovere il riconoscimento e la solidarietà del loro gruppo per

garantire la sua conservazione e il suo benessere.

Negare la razza alza il livello o la soglia per affrontare le questioni che

contano davvero: le questioni di interesse razziale fondamentali che non

vengono mai discusse, ma sono eluse e ignorate. Più tempo e sforzo

mettiamo nel superare questi argomenti preliminari, meno possiamo

affrontare le questioni vitali degli interessi razziali propri.

Ma questo non è solo un esercizio accademico che i razzialisti possono

Page 67: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

ignorare. Ci sono motivazioni e le finalità alla base di queste affermazioni.

Per le minoranze dei paesi del Nord Europa che vogliono garantire la loro

salvaguardia e l'indebolimento della popolazione nordica è nel loro

interesse affermare che la razza non esiste per prevenire e indebolire

l'opposizione della maggioranza. Per i nichilisti razziali, gli "idealisti", il

cui ideale è un mondo senza razze affermando che la razza non è esiste, è

un metodo per promuove il loro obiettivo. A coloro che cercano la

spoliazione e la distruzione della razza nordica in particolare, per la

sostituzione e la mescolanza, sostenendo che la razza nordica non esiste, o

che sia già mescolata, serve a screditare e indebolire l'opposizione per

arrivare alla mescolanza e alla distruzione.

Nelle mie discussioni con i negazionisti della razza, ho scoperto che è

importante pressarli per le specifiche. Con quelli che fanno affermazioni

che la mia razza è già ben mescolata, o che un particolare individuo è

misto, utilizzano questa affermazione con lo scopo di sostenere ulteriore

mescolanza, chiedo specifiche circa la presunta miscela, la sua estensione,

origine, percentuale, ecc.. e le prove che sostengono queste accuse. Io in

breve dico loro di provare o dimostrare le loro affermazioni o non saranno

credibili. Con coloro che negano la realtà della razza ho sottolineato

l‟importanza della definizione, ho dato la mia definizione, ovvero di un

qualcosa che esiste chiaramente, ho chiesto dunque una loro definizione

del termine razza, ma loro di solito non vogliono o non possono fornire. Il

punto è che le affermazioni dei negazionisti sono raramente suffragate da

specifiche o definizioni, ma sono volutamente vaghe. Evidenze che

mostrano la loro eloquente falsità.

Page 68: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

Detto questo, non serve a molto discutere con i negazionisti e con i

mischia-razze. La loro posizione non sarà alterata da confutare le loro

falsità, poiché le loro posizioni non sono realmente basate su di esse, ma

sono semplici interessi della propria razza. Tuttavia, vale la pena

rimuovere la loro facciata ed esporre le loro vere motivazioni. Vale anche

la pena esporre il cosiddetto idealismo dei multirazzialisti per quello che è

realmente: un programma per la distruzione e l'estinzione nordica.

NOTE

1. Cfr. la recensione di Glayde Whitney di The Emperor’s New Clothes: Biological Theories of

Race at the Millenium di Joseph L. Graves, Gennaio 2001, articolo in Occidental Quarterly (Vol.

I. No.2). Graves dichiara che la razza non è reale e motiva la sua opinione dicendo che la

credenza nella razza è un ostacolo per la “giustizia sociale” e per l‟eliminazione del razzismo.

2. La sostanza di alcuni di questi scambi può essere trovata sul mio sito internet

http://www.racialcompact.com/reality_of_race.html

3. Cfr. http://www.pbs.org/wgbh/nova/first/gill.html

Il dott. George W. Gill è un professore di antropologia dell‟università del Wyoming. Inoltre egli

lavora come antropologo forense per le forze dell‟ordine del Wyoming e per il Laboratorio

criminologico di Stato del Wyoming

4. La metodologia che dimostra la differenza genetica dell‟1.6% tra uomo e scimpanzé dimostra

anche una differenza genetica di meno dello 0.2% tra razze umane. Feng-Chi Che dell‟università

nazionale di Tsing Hua in Taiwan e Wen-Hsiung Li dell‟università di Chicago (2001) hanno

collocato la differenza nei geni tra uomo e scimpanzé al solo 1.24%. il professore Roy Britten

dell‟Istituto di Teconlogia della California, usando una metodologia molto diversa, ha collocato

Page 69: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

la differenza al 5.4% (2002). Ciò solleva la domanda ovvia riguardo alla differenza tra razze

umane se si fosse utilizzata la stessa metodologia. Potrebbe essere anche di tre volte più grande?

5. Cfr. Masatoshi Nei and Arun K. Roychoundhury, Evolutionary Relationships of Human

Populations on a Global Scale; Molacular Biology and Evolution, settembre 1993 (pp. 927-943):

http://www.molbiolevol.org/cgi/gca?sendit=Get+All+Checked+Abstract%28s%29&gca=10%2F

5%2F927. Sfortunatamente nessuna popolazione scandinava (svedese, danese o norvegese),

slava o araba è stata inclusa in questo studio, e i gruppi di popolazioni inglesi, tedeschi e italiani

non sono stati divisi per regioni. È possibile che un gruppo dell‟est Inghilterra sia più vicino

geneticamente a un gruppo danese o della Germania nord-occidentale che a un gruppo

dell‟Inghilterra occidentale.

6. Questi studi genetici sono basati sul DNA nucleare, i geni che sono attualmente responsabili

della variazione razziale. Altri studi sul DNA mitocondriale (mtDNA), così come hanno

mostrato Jody Hey e Eugene Harris (1999), mostrano una differenza tra razze umane che è circa

il 4% delle differenze tra umani e scimpanzé.

7. Cfr. http://genomebiology.com/2002/3/7/comment/2007/ . Categorization of humans in

biomedical research: genes, race and disease," di Neil Risch et alii, Genome Biology 2002

3(7): commento 2007.1-2007.12. Pubblicato il 1 Luglio 2002. Questo articolo è una sintesi

scientifica eccellente sulle evidenze mostrate dagli studi genetici sulla realtà della razza.

8. Cfr. http://anthro.palomar.edu/vary/vary_2.htm. Questo è una pagina di prova del sito del

dipartimento di Scienze comportamentali del Palomar College, San Marcos, California, il cui

autore è Dennis O‟Neil. Il Palomar College è un college di proprietà pubblica con circa 30.000

studenti. I punti di vista espressi da questo sito sono probabilmente rappresentativi di cosa gli

studenti di scienze sociali pensano attualmente del concetto di razza. Sono dei punti di vista che

probabilmente sono stati predetti e annunciati come risultato dell‟educazione al multirazzialismo,

con le sue conseguenze agghiaccianti sulle ricerche razziale, dove la verità razziale è la prima

casualità.

9. Op.cit. cfr. nota 7 di cui sopra.

10. Cfr. Robert Boyd: Scientists: Idea of Race is Only Skin Deep, The Miami Herald (13 ottobre,

1996), p. 14A.

11. Per un‟esaminazione dettaglia di questo soggetto cfr. Kevin MacDonald, The Culture of

Critique: An Evolutionary Analysis of Jewish Involvement in Twntieth-Century Intellectual and

Political Movements, Praeger, 1998.

12. Cfr. Doug McAdam in Picking Up the Pieces, parte 5 della serie della PBS “Making Sense of the

Sixties” trasmessa il 23 gennaio 1991. Si può supporre che, nel contesto di questo dibattito

Page 70: Razza, Realtà e Negazione di RICHARD MCCULLOCH

razziale marxista nella convention di Weatherman, si sia capito che il termine “bianco” non

include gli ebrei.

13. Op.cit. cfr. nota 3 di cui sopra.

14. Op.cit. cfr. nota 7 di cui sopra.