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Rev 3 03/07/2018
REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
PROVINCIA DI PORDENONE
COMUNE DI MORSANO AL TAGLIAMENTO
RELAZIONE GEOLOGICA PER LA VARIANTE 23 AL
P.R.G.C. DEL COMUNE DI MORSANO AL TAGLIAMENTO
Enrico Massolino – Geologo Tel 3406184630
Via Settefontane 29 34141 Trieste P.IVA. 01137470322
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RELAZIONE GEOLOGICA PER LA VARIANTE 23 AL P.R.G.C. DEL COMUNE DI MORSANO AL TAGLIAMENTO
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Sommario
1. PREMESSA. ................................................................................................................................................. 3
2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO .......................................................................................... 3
3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO ........................................................................................................ 4
4. IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA. .................................................................................... 9
5. TABELLA DELLE COMPATIBILITA’ E DELLA ZONIZZAZIONE. ....................................................... 11
6. CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DEI SEDIMENTI E ZONIZZAZIONE GEOLOGICO–
TECNICA. ........................................................................................................................................................ 14
7. CLASSIFICAZIONE SISMICA E LIQUEFAZIONE. ................................................................................ 14
7. FAGLIE ATTIVE CAPACI. ........................................................................................................................... 17
8. PERICOLOSITA’ NATURALI E CONCLUSIONI....................................................................................... 18
Figura 1 Inquadramento geologico Parte Nord scala 1/30000 .................................................................. 5
Figura 2 Inquadramento geologico Parte sud 1/30000 ............................................................................. 6
Figura 3 PAI 1/50000 ............................................................................................................................... 10
Figura 4 Pericolosità sismica .................................................................................................................... 15
Figura 5 Liquefazione ............................................................................................................................... 16
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1. PREMESSA.
Nel mese di aprile 2018 è stato redatto uno studio geologico per la Variante n°23 al P.R.G.C.
di Morsano al Tagliamento.
La presente indagine ha lo scopo di verificare la compatibilità tra le previsioni contenute nello
Strumento Urbanistico in esame e le condizioni geomorfologiche ed idrogeologiche del
territorio.
Per la stesura di questo lavoro si è reso necessario:
• valutare le condizioni geomorfologiche ed idrologiche delle aree interessate dallo
strumento urbanistico in progetto;
• ricostruire la situazione litostratigrafica dei terreni nei primi metri dal piano
campagna;
• definire le eventuali pericolosità naturali incombenti sull’area.
L’indagine è stata condotta in ottemperanza alla L.R. n. 27/88 e successivo DPRG 1989.
Per la realizzazione di questo lavoro si é fatto riferimento allo “Studio geologico per la
Variante Generale” e alle successive Varianti.
La relazione ha compreso, dopo una preliminare fase di documentazione e analisi critica dei
dati già esistenti, un rilievo di dettaglio sul sito con particolare riguardo alle pericolosità
naturali eventualmente incombenti su di esso.
2. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO
L'area comunale è pianeggiante e si estende da una quota di circa 26 m l.m.m. ad una quota di
circa 6 metri sul livello medio mare al di sotto della linea delle risorgive.
Il principale elemento geomorfologico è il Fiume Tagliamento che con le sue piene ha
caratterizzato le alluvioni nelle vicinanze.
Le diverse granulometrie, comunque tendenzialmente grossolane, rispecchiano la variabilità
delle energie di trasporto delle acque divaganti.
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3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO
I materiali alluvionali possono presentare notevoli eterogeneità in senso verticale, meno
marcata in senso orizzontale.
La porzione di territorio interessato dal progetto, a cui fa riferimento questo studio, è
formato da sedimenti alluvionali del settore montano della pianura e litoranei come riportato
nella CARTA GEOLOGICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA “Servizio geologico – Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia”):
Per la descrizione litologica dei sedimi dei primi 30 metri dal piano campagna ci si è avvalsi dei
dati ricavati dalle prove penetro metriche eseguite, dei dati disponibili allo scrivente da lavori
eseguiti nelle vicinanze e da una colonna stratigrafica di un pozzo contenuto nel: "CATASTO
REGIONALE DEI POZZI PER ACQUA E DELLE PERFORAZIONI ESEGUITE NELLE
ALLUVIONI QUATERNARIE E NEI DEPOSITI SCIOLTI DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA,
Direzione Regionale dell'Ambiente. Trieste, settembre 1990.
L’inquadramento è tratto dal foglio 86 e da PROGETTO CARG NOTE ILLUSTRATIVE
della CARTA GEOLOGICA D’ITALIA alla scala 1:50.000 foglio 086 SAN VITO
AL TAGLIAMENTO fonte dettagliata e precisa a cura di A. Zanferrari 1, R.
Avigliano 1, A. Fontana 2, G. Paiero 1
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Figura 1 Inquadramento geologico Parte Nord scala 1/30000
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Figura 2 Inquadramento geologico Parte sud 1/30000
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- Sintema del Po (POI)
Il sintema del Po raggruppa in modo indifferenziato i depositi dei principali bacini sedimentati
durante il Postglaciale, ovvero dalla fine dell’ultima fase glaciale pleistocenica fino all’Attuale.
Diversamente da quanto avveniva durante il LGM, nel Postglaciale il F. Tagliamento ed i
torrenti Cellina e Meduna, caratterizzati da estesi bacini idrografici alpini, alla loro uscita dai
tratti vallivi hanno inciso i relativi conoidi pleistocenici e spostato in posizione più distale la
zona di deposito, originando dei sistemi deposizionali telescopici. Le cause di questo
spostamento sono probabilmente complesse e dipendono principalmente dai mutati regimi
idrologici e dalla minor disponibilità di detriti, indotte dalla variazione climatiche del corso
attuale del Meduna, parte dei depositi limoso-sabbiosi che coprono i depositi fluvioglaciali del
SPB sono di età post-romana. A causa di queste incertezze i depositi del sistema Cellina -
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Meduna riconosciuti chiaramente post-romani sono stati cartografati con l’unità di Torcello,
mentre i restanti sono stati genericamente attribuiti al POI indistinto. Le prime indicazioni
sicure sull’assetto idrografico di Cellina e Meduna nell’area derivano dalle cronache scritte a
partire dal XV secolo e dalle carte topografiche dell’inizio del XIX secolo (in particolare la
Carta Topografica geometrica militare del Ducato di Venezia rilevata da Anton von Zach e la
Carta Topografica del Regno Lombardo-Veneto). Nelle carte del von Zach l’alveo del Cellina
occupava parte del settore occidentale del conoide olocenico (Magredi di Cordenons), tanto
che il suo ramo più occidentale passava non distante dall’abitato di Cordenons. In seguito alla
realizzazione dei ripari, a partire dal XVIII secolo, e degli argini, all’inizio del XX secolo, a
protezione di Cordenons e dei suoi magredi, l’alveo del Cellina si è stabilizzato nella
posizione attuale occupando il settore centrale del conoide olocenico. Nello stesso
documento cartografico, poco a valle della confluenza con il Colvera, il Meduna si sdoppiava
in due direttrici: una, che riceveva anche il contributo del Colvera, seguiva all’incirca il
percorso attuale, mentre l’altra, denominata "ramo delle Gravette", lambiva gli abitati di
Rauscedo e Domanins e si ricongiungeva con il Cellina all’altezza di Zoppola, in località
Tremeacque, seguendo nell’ultimo tratto il corso dell’attuale Brentella. Il ramo delle
Gravette, sembra sia stato attivo almeno a partire dal 1459 (LUCHINI, 1975) ed è rimasto
tale fino alla costruzione delle arginature nel 1886, costruite per proteggere le frazioni di
Rauscedo, Domanins e Murlis dai frequenti danni e allagamenti cui erano soggette durante le
piene del Meduna. L’unità di Torcello (POI10) rappresenta quindi la superficie su cui divagava
l’alveo del T. Cellina nel XIX secolo, prima della costruzione delle arginature sulla sua destra
(avvenuta nel 1909). Per quanto riguarda invece il T. Meduna comprende in definitiva i corsi
seguiti dal XV secolo fino all’attuale, compreso il corso oggi non più in evoluzione del "ramo
delle Gravette". Superfici-limite e rapporti stratigrafici. Il limite inferiore del POI relativo al
sistema Cellina - Meduna è costituito da una superficie, che può essere anche erosiva, di
genesi alluvionale.
La superficie-limite superiore coincide con la superficie topografica ed è caratterizzata da
assenza di suolo o da suoli con profilo tipo A-C, con orizzonte A sviluppato per pochi
centimetri e colore prevalente 10YR-2.5Y. Caratteristiche litologiche e sedimentologiche. I
depositi presentano variabilità litologica sia verticale che orizzontale e sono costituiti da
ghiaie in matrice sabbiosa a stratificazione da orizzontale a inclinata, da sabbie, sabbie limose
e limi sabbiosi con laminazione parallela o incrociata a basso angolo. Nei depositi ghiaiosi i
clasti sono arrotondati-subarrotondati, le dimensioni medie sono attorno a 1 cm, quelle
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massime arrivano a 10 cm; le litologie sono in netta prevalenza carbonatiche (più del 90 %). I
depositi sono poco addensati e non cementati. La tessitura varia da tessitura a supporto di
clasti a quella a supporto di matrice.
Ambienti deposizionali. Si tratta di depositi alluvionali di corsi d’acqua di tipo braided
migranti sulla superficie del conoide o a canale unico migrante. Le strutture sono associate a
depositi di canale, barra e overbank. Determinazioni geocronologiche. Due campioni
contenenti sostanza organica prelevati da sequenze limoso-sabbiose di piana alluvionale
(attribuite al POI), sovrastanti a depositi ghiaiosi tardo-pleistocenici del Tagliamento, situate
rispettivamente presso Villafranca (a sud di Zoppola) e a Tavella (a sud ovest di Fiume
Veneto), hanno fornito età radiocarbonio di 6.330 ± 60 anni BP (Rome-1757) e di 3.340 ±
140 anni BP (Rome-1767). Una datazione 14C eseguita su un tronco rinvenuto all’interno di
depositi sabbiosi di esondazione del F. Meduna (attribuiti al POI) in località Ponte Meduna, ha
fornito un’età di 3.040 ± 55 anni BP (Rome-1540). Un’altra datazione 14C eseguita su un
paleosuolo alla base del POI nella zona di Arzene (loc. Casa Gismant, situata nel Foglio
"Maniago") ha fornito un’età di 5.845 ± 65 anni BP (Rome-1350; ZANFERRARI et alii, in
stampa/b).
4. IDROLOGIA SUPERFICIALE E SOTTERRANEA.
Il principale elemento che condiziona l’idrologia superficiale è costituito dalla presenza del
fiume Tagliamento.
Il territorio in studio si colloca al di sotto della linea delle risorgive.
A valle della Linea delle Risorgive si sviluppano i potenti depositi della Bassa friulana che,
procedendo da nord verso sud, presentano tanto orizzontalmente quanto verticalmente una
diminuzione della frazione grossolana, con passaggio da depositi spesso cementati a depositi
decisamente sciolti e da orizzonti ghiaioso-sabbiosi a depositi a granulometria decisamente fina
nella fascia perilagunare.
Data la collocazione del territorio comunale al di sotto della linea delle risorgive in cui i
terreni sono saturi e data la presenza di modesti livelli di terreni fini intercettati fino ai tre
metri di profondità, la capacita di assorbimento dell’acqua non è elevata pur in presenza di
terreni sostanzialmente grossolani.
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Per quanto riguarda la pericolosità idraulica si fa riferimento all’Autorità di Bacino DEI FIUMI
ISONZO,TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE.
Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Tagliamento*
D.Lgs. 1 52/2006 Carta della pericolosità idraulica Tavola 62
Figura 3 PAI 1/50000
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Nella tavola sopra riportata viene evidenziata l’area fluviale del fiume Tagliamento ed una ampia zona a
pericolosità idraulica moderata P1.
Viene inoltre riportato il perimetro dell’area a pericolosità idraulica individuata durante lo studio per la
variante 8 del 2004 con la retinatura arancione.
In tale area il piano di calpestio deve essere posto ad almeno 60 cm da piano campagna come risulta
dal parere del servizio geologico della regione FVG 25495 dd 29/6/2004.
Le norme di attuazione del Piano stralcio, con le relative cartografie, hanno carattere
vincolante per le Amministrazioni ed enti pubblici, nonché per i soggetti privati.
In generale, tenendo conto del tempo di ritorno di riferimento, orientativamente le aree P1
ipotizzano lame d’acqua inferiori ai 50 cm, le aree P2 ipotizzano tiranti tra 50-100 cm e le P3
ipotizzano invece altezze idriche superiori ai 100 cm.
Negli zone P1 il piano calpestio dovrà essere posto ad almeno 0,5 metri dal piano campagna e
non dovrà essere permessa la realizzazione di vani al disotto del piano campagna;
5. TABELLA DELLE COMPATIBILITA’ E DELLA ZONIZZAZIONE.
La tabella, che segue, è stata suddivisa in due colonne dove vengono indicati:
1) la variazione urbanistica;
2) la compatibilità geologica
La variante è di norme di attuazione e di zonizzazione.
COMMENTO SULLA VARIAZIONE
URBANISTICA
COMPATIBILITA’ GEOLOGICA
1 Da zona E5 a zona B2
Terreni ghiaiosi recenti PO1 9 Compatibile
con prescrizioni PAI P1
2 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
3 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
4 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
5 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
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6 Da zona B1 e zona B2 a Viabilità
prevista
Da zona B2 e zona V a viabilità
esistente.
Percorso ciclabile esistente ridefinito
Declassificazione ad area a minor rischio
7 da: acqua a: viabilità esistente ;
da: viabilità prevista a: viabilità
esistente e zona B2 ;
da: zona B2 a: viabilità esistente ;
da: viabilità prevista a: zona S ( 1a ,
5b ) , viabilità esistente e zona B2 ;
percorso ciclabile esistente
riposizionato;
percorso ciclabile previsto soppresso;
percorso ciclabile esistente inserito
Adeguamento a situazione esistente.
Non pertinente
8 Da zona B2, zona S (5a) e zona V a
viabilità esistente.
Percorso ciclabile esistente ridefinito.
Declassificazione ad area a minor rischio
9 Da zona D3 a zona E6.
Numero di insediamento produttivo
soppresso.
Declassificazione ad area a minor rischio
10 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
11 Da zona B2 e zona S( 4d)
A Viabilità esistente
Declassificazione ad area a minor rischio
12 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
13 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
14 Limite di vincolo militare ridefinito. Non pertinente
15 Da zona S (5d) a zona E4 F
Sigla 5d soppressa
Area Fluviale Declassificazione ad area a
minor rischio
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16 Da zona S (2e) a zona E6 R
Da zona E6 R a zona S (2e)
Perimetro di area di progetto unitario
ridefinito.
Non pertinente
17 Da Zona S(5d) a zona E4 F
Sigla 5d soppressa.
Area Fluviale Declassificazione ad area a
minor rischio
18 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
19 Da zona S (5d) a zona E4 F
Sigla 5d soppressa.
Area Fluviale Declassificazione ad area a
minor rischio
20 Da zona S (1a) a zona E4 F
Sigla 1a soppressa.
Area Fluviale Declassificazione ad area a
minor rischio
21 Indicazione di albero di interesse
paesaggistico soppressa.
Non pertinente
22 Da zona B2 a zona V Are a pericolosità geologica da PRGC Var 8 e
PAI P1. Declassificazione ad area a minor
rischio
23 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
24 Indicazione di edificio di interesse
storico – documentale inserita;
Non pertinente
25 Da Zona S (5d) a zona E4F
Sigla 5d soppressa
Area Fluviale Declassificazione ad area a
minor rischio
26 da: viabilità prevista a: zona E6 R ;
da: zona E6 R a: zona E6 ;
da: viabilità prevista a: zona E6 ;
da: viabilità prevista a: zona S ( 6b );
da: zona D3 a: zona S ( 6b );
da: viabilità prevista a: zona D3 ;
da: zona D3 a: viabilità esistente ;
da: viabilità prevista a: viabilità
esistente ;
Si tratta di una ridefinizione e di viabilità in
area priva di pericolo idrogeologico.
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da: viabilità esistente a: zona D3 ;
sigla 6b riposizionata;
sigle 6b inserite;
27 da: viabilità esistente a: zona S ( 6b );
da: zona D3 a: zona S ( 6b );
da: zona D3 a: viabilità esistente .
Modesta modifica di zona artigianale. Zona
priva di rischio idraulico, Depositi alluvionali
sabbioso limosi risalenti da postglaciale ad
epoca romana.
Per l’area 1 è stata verificata la corrispondenza alle norme del PAI e di PRGC al punto 6 delle
norme che prevedono la misura minima dell’innalzamento del piano di calpestio e della divieto
di realizzazione di scantinati.
6. CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DEI SEDIMENTI E
ZONIZZAZIONE GEOLOGICO–TECNICA.
Dall’esame dei dati disponibili è emerso che le condizioni geotecniche dei terreni di superficie
sono discrete con scarsi ricoprimenti di terreni fini e abbondante presenza di ghiaie.
I terreni sono molto recenti.
Per quanto riguarda l'utilizzo geotecnico di questi terreni è da tener conto che la fattibilità dei
manufatti dovrà essere subordinata ad una puntuale conoscenza geotecnica e sismica.
7. CLASSIFICAZIONE SISMICA E LIQUEFAZIONE.
Secondo la delibera della giunta regionale 6 maggio 2010 n°845 ”Classificazione delle zone
sismiche e indicazione delle aree di alta e bassa sismicità “ Il Comune di Morsano al
Tagliamento è stato classificato come riportato di seguito:
Codice ISTAT Comune Nuove zone
sismiche
Aree di Alta/Bassa
sismicità
Zone sismiche
previgenti (d.g.r.
2325/2003)
6093028 MORSANO AL
TAGLIAMENTO
3 Bassa 3
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Zona
sismica Descrizione
accelerazione con
probabilità di
superamento del
10% in 50 anni
[ag]
accelerazione
orizzontale massima
convenzionale (Norme
Tecniche)
[ag]
numero
comuni con
territori
ricadenti nella
zona (*)
1 Indica la zona più pericolosa, dove possono verificarsi fortissimi terremoti.
ag > 0,25 g 0,35 g 707
2 Zona dove possono verificarsi forti terremoti. 0,15 < ag ≤ 0,25 g 0,25 g 2.198
3 Zona che può essere soggetta a forti terremoti ma rari. 0,05 < ag ≤ 0,15 g 0,15 g 2.855
4
E' la zona meno pericolosa, dove i terremoti sono rari ed è
facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica.
ag ≤ 0,05 g 0,05 g 2.244
Con pericolosità sismica si intende lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un
terremoto.
Nel 2004 è stata rilasciata questa mappa della pericolosità sismica
(http://zonesismiche.mi.ingv.it) che fornisce un quadro delle aree più pericolose in Italia. La
mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM del
28 aprile 2006, n. 3519, All. 1b) è espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con
probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto
3.2.1 del D.M. 14.09.2005). L’Ordinanza PCM n. 3519/2006 ha reso tale mappa uno strumento
ufficiale di riferimento per il territorio nazionale.
Figura 4 Pericolosità sismica
La disaggregazione della pericolosità sismica (McGuire, 1995; Bazzurroand Cornell, 1999) è
un’operazione che consente di valutare i contributi di diverse sorgenti sismiche alla
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pericolosità di un sito. La forma più comune di disaggregazione è quella bidimensionale in
magnitudo e distanza (M-R) che permette di definire il contributo di sorgenti sismogenetiche a
distanza R capaci di generare terremoti di magnitudo M. Espresso in altri termini, il processo di
disaggregazione in M-R fornisce il terremoto che domina lo scenario di pericolosità
(terremoto di scenario) inteso come l’evento di magnitudo M a distanza R dal sito oggetto di
studio che contribuisce maggiormente alla pericolosità sismica del sito stesso.
Figura 5 Liquefazione
Facendo riferimento ai diagrammi di Relazione tra Ms e distanza dall’epicentro degli effetti di
liquefazione per eventi italiani. A per il periodo 1117-1900, B per il periodo 1900-1990 (da
Galli 2000) e considerando la profondità della falda e la composizione del suolo si può
escludere tale fenomeno.
L’accelerazione sismica non può essere direttamente utilizzata per calcolare l'accelerazione
indotta sulla struttura perché filtrata dal terreno interessato dalla fondazione che può essere
classificato indicativamente in categoria B.
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7. FAGLIE ATTIVE CAPACI.
In accordo con quanto stabilito negli ICMS-Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica
(ICMS; Gruppo di lavoro MS, 2008) è considerata attiva una faglia che si è attivata almeno una
volta negli ultimi 40.000 anni (parte alta del Pleistocene superiore-Olocene) ed è considerata
capace una faglia attiva che raggiunge la superficie topografica, producendo una frattura del
terreno. Generalmente con questa definizione ci si riferisce al piano di rottura principale della
faglia (Peronace, 2013). Michetti, 1994 definisce capaci particolari faglie attive ritenute in grado
di produrre fagliazione superficiale in un intervallo temporale di interesse sociale e/o
ingegneristico. Allo stato attuale non risulta plausibile attribuire a delle eventuali strutture,
rilevabili solo tramite profili sismici a riflessione che, data la copertura, risulterebbero soltanto
indicativi, un localizzato effetto superficiale.
Dall’analisi delle sezioni topografiche e dalla bibliografia non risulta quindi accertata la presenza
di faglie attive capaci nel Territorio Comunale ed in particolare sulla zona di variante.
RELAZIONE GEOLOGICA PER LA VARIANTE 23 AL P.R.G.C. DEL COMUNE DI MORSANO AL TAGLIAMENTO
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8. PERICOLOSITA’ NATURALI E CONCLUSIONI.
A seguito delle indagini eseguite risulta che le condizioni geomorfologiche ed idrologiche
dell’area esaminata di questa Variante n. 23 al PRGC sono compatibili con le previsioni dello
strumento urbanistico, a cui questa relazione fa riferimento.