relazione di istruttoria - ezit.ts.it. parere... · all’ezit veniva affidato l’incarico di...
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Piano Territoriale a livello Infraregionale per la Zona Industriale di Trieste - Prima variante.
RELAZIONE ISTRUTTORIA
(ai fini dell’emissione del parere motivato ex art. 15 del D.Lgs. 152/2006)
PREMESSE
Nell’aprile 1997 la Provincia di Trieste, il Comune di Muggia, il Comune di San Dorligo
della Valle, il Comune di Trieste, l’Autorità Portuale di Trieste e l’EZIT, sottoscrivevano
un’intesa programmatica finalizzata alla redazione di un Piano Infraregionale per il
comprensorio gestito dall’Ente, ai sensi dell’allora vigente L.R. n. 52/91 e con tale intesa
all’EZIT veniva affidato l’incarico di predisporre il Piano Infraregionale. Nel seguito nel
corso del 2001 l’iter di approvazione del Piano Infraregionale subì una battuta di arresto
restando di fatto sospeso per l’impossibilità di raggiungere un’intesa fra gli Enti coinvolti.
Per consentire la ripresa del procedimento in questione, il 13.04.2010 fra tutti i soggetti
pubblici interessati dall’intesa originaria è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per
l’istituzione di un tavolo politico-tecnico finalizzato al coordinamento degli interventi inclusi
nel comprensorio dell’EZIT e con successiva intesa (Protocollo dd. 05.05.2011) i medesimi
soggetti pubblici interessati (Comuni di Muggia, S. Dorligo e Trieste, Autorità Portuale,
Provincia di Trieste, EZIT) hanno concordato le linee guida necessarie alla
predisposizione dello strumento di Pianificazione Urbanistica per il riassetto delle aree
della Zona Industriale di Trieste.
Con delibera n. 54 dd. 18/07/2011 il CdA dell’EZIT ha approvato il “Progetto per
l’aggiornamento ed il completamento del Piano speciale a livello Infraregionale per la Zona
Industriale di Trieste” e i collegati elaborati relativi alle procedure ambientali: nello
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specifico la Valutazione Ambientale Strategica – nel seguito VAS (Parte II, Titolo 1, del
D.Lgs. 152/2006 e art. 2, comma 1, lettera e, punto 1, della LR 16/2007) e la Valutazione
di Incidenza (ex DGR 2203 dd. 21.09.2007).
Per adempiere a quanto prescritto dalla norma in materia di VAS con le delibere n. 82 dd.
17/11/2011, n. 26 dd. 22/03/2012 e n. 48 dd. 12/07/212 sono stati individuati quali soggetti
preposti:
• Soggetto proponente, ossia il soggetto pubblico o privato che elabora il Piano,
l’Ufficio Territorio e Lavori dell’EZIT in collaborazione con l’ATI Politecnica s.c.r.l.
(MO), Cooprogetti s.c.r.l. (PN), Moorehead & Laing Ltd (GB);
• Autorità procedente, ossia quella che adotta il Piano, il Consiglio di
Amministrazione dell’EZIT;
• Autorità competente, ossia quel soggetto che svolge i compiti di tutela, protezione e
valorizzazione ambientale con requisiti di terzietà rispetto all’autorità procedente e
al soggetto proponente, l’Ufficio Ambiente e Tutela del Territorio dell’EZIT;
• Soggetti competenti in materia ambientale: il Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia di
Trieste, il Comune di Trieste, il Comune di Muggia, il Comune di San Dorligo della
Valle, la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia
Giulia, l'Agenzia per la protezione dell'ambiente del Friuli Venezia Giulia, l’Azienda
per i Servizi Sanitari n. 1 – Triestina, l’Autorità Portuale di Trieste, nonché l’Autorità
di Bacino.
Con delibera n. 26 dd. 22.03.2012 è stato approvata la documentazione inerente la
valutazione dell’analisi dello stato di fatto (Quadro Conoscitivo), il documento di Scoping
ed il Rapporto Ambientale Preliminare e sono stati altresì adottati gli obiettivi di piano.
Con nota prot. EZIT n. 1884 dd. 05/04/2012 è stato inviato ai soggetti competenti il
Rapporto Preliminare Ambientale affinché questi potessero formulare, entro i novanta
giorni previsti per legge, eventuali indicazioni sui possibili impatti ambientali dovuti al Piano
in oggetto.
Con delibera n. 48 dd. 12/07/2012 sono stati ridefiniti i soggetti preposti come indicato dai
pareri di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
(nota prot. EZIT n. 2374 dd. 15/5/2012) e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
(nota prot. Ezit n. 2615 dd. 31/05/2012).
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Con delibera n. 68 dd. 25/10/2012 è stati adottati in via preliminare la proposta di Piano
Territoriale a livello Infraregionale per la Zona Industriale di Trieste, il Rapporto Ambientale
e la Sintesi non tecnica inerenti al Piano, ai fini dell’espletamento della procedura di
Valutazione Ambientale Strategica. Inoltre è stata avviata la fase delle consultazioni libere
sui contenuti ambientali del Piano, pubblicando i relativi documenti sul sito web dell’Ente e
dandone contestuale comunicazione sul B.U.R. - Bollettino Ufficiale della Regione in data
31/10/2012.
Allo stato attuale, come indicato dal Protocollo d’Intesa dd. 05.05.2011, all’art. 7 -
Impostazione del Piano, il Piano è articolato su un doppio livello:
a) livello "base"(o primario ), che riguarderà l'insieme delle previsioni urbanistiche che
possono esser formulate in coerenza con gli strumenti di pianificazione agenti sulla
medesima porzione territoriale (in primis quelli dei Comuni e dell'Autorità Portuale);
b) livello "alto"(o secondario ), conterrà (a partire dalle analisi e dalle valutazioni espresse
per la predisposizione del livello "base") le proposte di pianificazione individuate come
funzionali al quadro strategico di maggior sviluppo del comprensorio ma che comportano
un adeguamento degli altri strumenti di pianificazione.
Pertanto la seguente attività istruttoria verte sulle osservazioni afferenti al livello "alto"(o
secondario).
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ANALISI PARERI PERVENUTI
Come richiesto dal D.Lgs. 152/06, art.15, l’autorità competente si è avvalsa della
collaborazione dell’autorità procedente e del soggetto proponente per lo svolgimento
dell’attività tecnico-istruttoria.
Entro i termini previsti per le consultazioni sono pervenuti i seguenti pareri:
Comune di Trieste con nota prot. n. 5331 dd. 17/12/ 2012.
Osservazione n. 1
Con riferimento all’azione 27 “definizione di criteri guida per un corretto inserimento dei nuovi
insediamenti e degli interventi di recupero delle aree dismesse” si auspica una maggiore
attenzione nella definizione degli spazi/aree verdi e dei parametri inerenti le aree scoperte. Si
rileva, in particolare, una scarsa incidenza delle norme di qualità ambientale, poca chiarezza
sul livello di cogenza del disegno delle aree verdi e su come si pensa di intervenire sugli “assi
da riqualificazione ambientale”.
Si rileva, inoltre, che l’unica area verde definita è quella dell’ex cava Italcementi dove, però,
insiste anche la previsione del nuovo svincolo.
Le “aree verdi da definire progettualmente all’interno dei P.Q.”, infine, hanno solo valore
generico di indirizzo e quindi potrebbero essere totalmente modificate in sede attuativa.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Dopo un’approfondita analisi dello stato di fatto e delle previsioni di Piano, sono state
riviste le planimetrie della zonizzazione e delle destinazioni d’uso, ricalibrando e
rimodulando in modo più specifico le aree verdi: il Piano, infatti, individua tre differenti
tipologie di aree, in relazione alle funzioni specifiche che dovranno svolgere,
accompagnate da specifica normativa:
• Aree a verde del sistema paesaggistico naturale (zona D1v)
• Aree a verde del sistema ricreativo industriale (zona D1vi)
• Aree a verde di arredo e riqualificazione degli assi urbani (zona D1va)
Vengono inoltre previsti particolari indirizzi per l’incremento della biodiversità
nell’organizzazione delle aree a verde del sistema paesaggistico naturale (suggerimenti
della Commissione Ambiente dell’Unione Europea) quali:
• consentire in particolari ambiti l’attecchimento di vegetazione spontanea;
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• realizzare specchi d’acqua e posizionare strutture lignee con le cavità a
disposizione degli animali cavernicoli;
• posizionare ceppi e pietre di per piccoli mammiferi, anfibi e invertebrati;
• diversificare le siepi con specie indigene e piantumazione di piante, in grado di
attirare insetti;
• adottare il metodo della falciatura tardiva, che consente la riproduzione e la
diversificazione delle specie vegetali, offrendo al contempo un riparo a numerosi
animali;
• fare divieto di utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici.
Ulteriori norme di qualità ambientale sono state destinate per l’ottenimento di bonus
volumetrici.
Non si è ritenuto opportuno insistere ulteriormente sulla cogenza di aree verdi poiché nel
suo complesso, la Variante di piano, risulta già nettamente migliorativa rispetto
all’esistente con la creazione di circa 977.000 m2 totali di aree verdi.
La riqualificazione ambientale degli assi principali è stata indicata specificamente nelle
sezioni paesaggistico ambientali mentre si rimanda alle Norme Tecniche Attuative per le
tipologie arboree da piantumare.
In seguito all’osservazione pervenuta, valutate le condizioni di traffico attuali e le previsioni
future indicate negli elaborati di piano, nonché le caratteristiche specifiche della zona, si
concorda nel mantenere la struttura viaria prevista.
Per quanto riguarda le aree verdi definite all’interno dei P.Q. sarà cura di EZIT non
consentire in sede attuativa modifiche sostanziali o peggiorative a quanto predisposto.
Osservazione n. 2
Con riferimento all’azione specifica 5.1 “gestione differenziata aree verdi corsi d’acqua” si
ricorda che l’asse di connessione ambientale del T. Rosandra, ancorché degradato, è tuttavia
l’unico corridoio ambientale che collega Carso e mare in comune di Trieste.
Andrebbe valutata la possibilità di rafforzarlo in prossimità del mare, senza sottrarre aree
edificabili ma vincolando la localizzazione di quelle verdi previste nelle zone limitrofe al torrente
Rosandra.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Si è cercato di rafforzare quanto più possibile la salvaguardia delle sponde del torrente
Rosandra e in ultima battuta in fase di adozione verrà ampliata ulteriormente la fascia di
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area verde in prossimità della foce. In tal modo, ad eccezione del tratto attraversato dalla
carreggiata stradale, l’intero alveo viene salvaguardato con una fascia di rispetto destinata
a verde.
Osservazione n. 3
L’analisi di coerenza interna evidenzia alcune incoerenze tra le azioni di piano: non si capisce
come tali incoerenze siano superate a seguito delle valutazioni effettuate;
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
L’analisi di coerenza interna ha lo scopo di valutare se azioni di piano diverse possano
avere interazioni negative tra loro indipendentemente dalla loro localizzazione,
dimensionamento o tempistica nell’attuazione. Le incoerenze individuate hanno permesso
di ricalibrare, già durante la sua attuazione, i contenuti del PTI in modo da limitarne i
possibili effetti negativi: ad esempio l’incoerenza tra le azioni 9.1 e 5.1 (individuabile
prevalentemente con le previsioni viarie a fianco del T. Rosandra) ha portato alla
predisposizioni di una fascia verde di protezione.
Osservazione n. 4
L’analisi di coerenza esterna evidenzia alcune incoerenze tra le azioni di piano (EZIT) e le
direttive del Comune di Trieste. Non si concorda con tali valutazioni: l’azione specifica 1.3
“consolidamento e sviluppo (a seguito bonifica) di aree per la logistica in sinergia con le aree
portuali” non sembra incoerente con le direttive “insediamento di attività economiche e
produttive, caratterizzate da un basso impatto ambientale” e “ contenere il consumo di suolo”:
trattasi infatti di aree antropizzate (caratterizzate in passato da attività altamente impattanti) e il
loro riutilizzo può essere perseguito con l’insediamento di attività a basso impatto. L’incoerenza
delle direttive attraverso l’azione 1.4 “conferma area a destinazione commerciale per GSV” non
pare ravvisarsi, in quanto l’azione si attua per l’intero nel Comune di Muggia.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
L’Ente ha ritenuto opportuno destinare ad attività logistica le aree individuate dal piano del
Porto e destinarne altre limitrofe ad attività a basso impatto.
In merito al consumo di suolo, uno degli obiettivi di Piano è proprio il riutilizzo e la
riqualificazione delle aree attualmente in stato di inutilizzo e/o abbandono, che viene
realizzato su diversi livelli, fra cui in primis, la creazione di specifiche destinazioni d’uso
D1h1 e D1h2 per comprensori di notevoli dimensioni in modo tale da renderle più appetibili
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da parte di investitori privati. Sono stati introdotti dei punteggi ad hoc per la riqualificazione
di strutture in disuso a livello di bonus volumetrici.
L’incoerenza relativa all’azione 1.4 verrà stralciata in fase di adozione.
Osservazione n. 5
L’analisi paesaggistica è relativa solo alla stato di fatto mentre andrebbe dimostrato l’impatto
paesaggistico visivo determinato dalla realizzazione degli edifici/opere con le altezze di
progetto.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Per quanto riguarda lo studio d'impatto visivo si ricorda che all’interno del piano sono
previsti schemi plani volumetrici e sezioni di progetto caratterizzanti gli interventi di
maggior rilievo e gli interventi riguardanti aree pubbliche (viabilità, verde, ecc) al fine di
assicurare un maggior controllo sugli impatti visivi in un ambito comunque fortemente
caratterizzato da contrasti tipologici e insediativi.
Pur concordando con l’osservazione si è ritenuto in questa fase progettuale di rimandare
valutazioni di dettaglio relative all’impatto paesaggistico agli interventi edilizi previsti
ammissibili all’interno delle singole sub-zone. Durante la fase di progettazione del singolo
edificio/opera infrastrutturale verrà svolta una verifica dell’impatto sul paesaggio secondo i
termini di legge.
Parere della Provincia di Trieste pervenuto con not a prot. n. 5433 dd. 28/12/2012
Il parere della Provincia di Trieste conferma quanto già indicato per il rapporto preliminare
e che è già stato recepito nel Rapporto Ambientale.
Parere di ARPA – FVG pervenuto con nota prot. n. 07 dd. 03/01/2013
Osservazione n. 6
Quadro normativo di riferimento. Dovrebbe essere inserita nel quadro normativo la L.R: 1/2012
relativa alle concentrazioni di benzo[a]pirene rilevate da qualsiasi stazione di misura comunque
posizionata. Si ritiene che questo possa avere delle ripercussioni in particolare sull’area dello
stabilimento siderurgico di Servola, soprattutto a seguito della produzione di coke (vedasi
anche pagg. 29-30).
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Analogamente si ritiene doveroso citare la L.R. 16/2007 relativa alla pianificazione in materia di
inquinamento atmosferico, dato che in questa legge l’art. 3 cita i piani provinciali, i quali sono
proprio destinati a modulare l’attività di autorizzazione alle emissioni in atmosfera delle attività
produttive, attualmente demandata alle Province.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il quadro normativo di riferimento si riferisce unicamente alle norme riguardanti la
procedura di Valutazione Ambientale Strategica, mentre i dati relativi al benzo(a)pirene
sono stati già esposti nel capitolo relativo alla componente Aria, come le leggi regionali
indicate che sono state considerate per la raccolta di dati sulla qualità dell’aria e in merito
agli strumenti pianificatori in materia di inquinamento atmosferico. Pertanto non si ravvisa
l’opportunità di inserire tali norme nel corpo normativo prettamente inerente la VAS.
Osservazione n. 7
Obiettivi ed azioni di piano. Sarebbe opportuno chiarire meglio come le 32 azioni descritte nelle
tabelle di pag. 23 e seguenti siano ridotte nelle 11 azioni generali di pag. 27 (e le relative azioni
specifiche) e quali siano le relazioni tra tali azioni, gli obiettivi e le strategie della tabella 1.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Come spiegato a pagina 22 del RA: “Durante la fase di analisi, tali obiettivi sono stati
coniugati in strategie ed azioni possibili. Successivamente, durante la redazione della
bozza di Piano, le trentadue azioni possibili sono state ridotte secondo quanto
concretamente realizzabile perché pertinente con lo strumento di Piano e perché
confacenti con la volontà del Proponente.”
Osservazione n. 8
Nella scheda relativa all’azione 6.2 il riferimento all’articolo delle Norme tecniche pare essere
principalmente il 26 e non il 35 e 36.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il riferimento all’articolo 26 verrà corretto in fase attuativa.
Osservazione n. 9
Considerata la presenza, nel piano in oggetto, di azioni volte alla “salvaguardia e al
miglioramento degli habitat presenti”, al miglioramento della “qualità paesaggistica dei luoghi”
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ed al contenimento delle criticità ambientali conseguenti ai nuovi insediamenti previsti”, si
suggerisce, riprendendo quanto già suggerito nella precedente fase di scoping, di
prevedere/incentivare la realizzazione di coperture a verde (verde pensile), sia per le
costruzioni nuove che per quelle esistenti. Come già specificato, tali coperture possono
determinare un aumento non solo del valore percettivo, ma anche del valore ecologico e
ambientale dei luoghi. Infatti, se correttamente progettati e realizzati, sono in grado di attivare
progetti “a favore della biodiversità”, avviando la formazione di contesti in grado di favorire
molte specie animali e vegetali spontanee (ecosistemi prossimo – naturali) anche in aree
densamente edificate.
Le coperture a verde hanno anche funzioni tecniche precise come benefici energetici,
economici e costruttivi (Fonte: ISPRA – Manuali e linee guida 78.3/2012 “Verde pensile:
prestazioni di sistema e valore ecologico”) e sarebbero un ulteriore elemento volto alla
qualificazione del sistema EZIT e della sua immagine.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
I tetti verdi verranno introdotti come elemento incentivante in fase attuativa per
l’ottenimento di punteggio al fine del bonus volumetrico. Non si è ritenuto opportuno
inserire in maniera generalizzata tale utilizzo perché si ritiene comunque utile dare la
possibilità di disporre delle coperture degli edifici per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Osservazione n. 10
Illustrazione delle alternative individuate. Si ritiene che l’analisi delle alternative debba essere
effettuata, sulla base degli obiettivi di piano, al fine di individuare quali siano le azioni più
sostenibili per raggiungerli. A supporto di ciò si riporta quanto indicato nelle linee guida Enplan
[…]
Inoltre il manuale di attuazione della Direttiva 2001/42/CE specifica che “in pratica, verranno
generalmente valutate alternative diverse all’interno di un piano (ad es. diverse modalità di
riassetto di un’area all’interno di un piano per la destinazione dei suoli). Un’alternativa può
dunque essere un modo diverso di raggiungere obiettivi di un piano … Nel caso dei piani per la
destinazione dei suoli o di quelli per la pianificazione territoriale le alternative ovvie sono usi
diversi di aree designate ad attività o scopi specifici, nonché aree alternative per tali attività”.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
La costruzione delle alternative di Piano ripercorre la lunga gestazione dello stesso,
toccando i principali temi relativi alle problematiche attuali e alle possibili scelte dei
contenuti del nuovo strumento pianificatorio.
Le alternative descritte cercano di sintetizzare le problematiche emerse e le possibili scelte
da attuare. Si tratta quindi di ipotesi che si basano su una solida esperienza pregressa su
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cui si potevano esprimere valutazioni motivate. Il soggetto proponente non ha ritenuto
convincete l’ipotesi di costruire alternative di Piano con destinazioni d’uso dei suoli diverse
da quelle industriali visto che si tratta di un’area industriale programmata da strumenti
pianificatori di livello regionale.
Le aree del comprensorio EZIT risultano già fortemente utilizzate, restano libere
solamente alcune porzioni in Comune di Muggia. Inoltre le destinazioni d’uso ipotizzate nel
Piano sono si strettamente legate alle attività produttive, ma lasciano ampio margine di
discrezionalità in merito alle tipologie di attività insediabili, fermo restando l’esclusione
delle attività soggette a normativa incidenti rilevanti. Pertanto risulta difficile, non
conoscendo a priori la tipologia di azienda che andrà ad insediarsi, effettuare delle analisi
alternative e scegliere aree alternative su cui andare a pianificare risulta in contrasto con
l’individuazione della specifica zona D1 indicata dalla Regione con il PURG. Resta quindi
come unica alternativa l’ipotesi del livello base, che null’altro è se non la legittimazione
dello status quo. Ulteriori precisazioni sulle alternative di zone specifiche (es. zona
prospiciente ai laghetti delle Noghere) potranno essere desunte nei successivi punti.
Osservazione n. 11
Dalla tabella di pag. 78 risulta che alcune azioni sono completamente non coerenti rispetto agli
obiettivi di sostenibilità selezionati. Per tali azioni, prima di porre la messa in atto di specifiche
mitigazioni o monitoraggi, come specificato nel testo, sarebbe stato necessario sviluppare delle
alternative, come sopra consigliato.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
L’analisi di coerenza interna ha lo scopo di valutare se azioni di piano diverse possano
avere interazioni negative tra loro indipendentemente dalla loro localizzazione,
dimensionamento o tempistica nell’attuazione. Il soggetto proponente ritiene che le
incoerenze individuate hanno permesse di ricalibrare, già durante la sua attuazione, i
contenuti del PTI in modo da limitarne i possibili effetti negativi.
Osservazione n. 12
Ad esempio l’azione 2.1 (realizzazione di nuove zone APEA) che risulta:
1. non avere coerenza interna (tabella di pag. 53) con le azioni del piano stesso finalizzate
al mantenimento delle aree prative e della biodiversità (az. 5.3);
2. non avere coerenza esterna con alcuni obiettivi del PRGC di Muggia (pag. 72);
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3. non è coerente con gli obiettivi di sostenibilità relativi alla limitazione del consumo e
dell’impermeabilizzazione del suolo;
dovrebbe essere sviluppata solo su aree edificate/dismesse e non su aree libere/naturali, quali
quella vicino ai laghetti delle Noghere, bene tutelato ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/2004,
considerata anche la fragilità ecologica medio – alta dell’area di piano.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Non si concorda con quanto sopraindicato in merito alla localizzazione delle zone APEA.
Fermo restando che in Comune di Muggia, allo stato attuale, eccetto un unico lotto di
10.000 mq di recente restituzione agli usi legittimi, non esistono aree libere da destinare a
nuove edificazioni che non siano ricomprese all’interno del SIN e pertanto sgravate da
procedimenti di bonifica eccetto quelle antistanti ai laghetti delle Noghere, si ricorda che il
Piano Urbanistico Regionale Generale del 1978 individua l’area antistante i laghetti come
zona omogenea D1 – Ambiti degli agglomerati di interesse regionale, e come indicato
dalla norma stessa, tali aree corrispondo agli ambiti di competenza dei consorzi industriali.
A conferma di ciò la L.R. 25/2002 riconosce quale ambito di competenza di EZIT quello
della zona D1 ai cui afferisce tale area. Inoltre, con successiva L.R. n. 12 dd. 30/04/2003,
viene rettificato il perimetro del comprensorio da cui vengono stralciate unicamente le aree
occupate dai Laghetti delle Noghere poiché propriamente con D.P.R. n. 0152/Pres. dd. 4
maggio 2001, veniva istituito il biotopo naturale «Laghetti delle Noghere» in Comune di
Muggia (Trieste).
Cionondimeno la scelta del legislatore di non stralciare anche l’area antistante i laghetti
risulta perfettamente coerente con la norma stessa che indica espressamente che “la
pianificazione delle aree verdi interne alla zona (D1) deve favorire l’inserimento della zona
industriale nella realtà paesaggistica circostante, mascherare eventuali elementi di
contrasto paesaggistico (…)”[art. 102, co. c)] e in tale contesto la creazione di un’APEA
risulta lo strumento ottimale per garantire uno sviluppo sostenibile e strutturato di tale area
con funzioni di cuscinetto fra l’ambiente naturale e quello industriale.
Le previsioni di Piano per salvaguardare l’area del Biotopo destinano a verde un’ulteriore
nuova fascia di rispetto a ridosso dell’alveo del Rio Ospo che risulta cautelativa rispetto
alle attuali capacità edificative e che di fatto retrocede rispetto anche agli ultimi edifici
realizzati in zona. Tale porzione sarà destinata alla valorizzazione degli abbeveratoi
naturali esistenti e alla creazione di un percorso misto pedonale e ciclabile a corredo e
confine dell’area così da creare una connessione fra l’ambiente umano e quello naturale
che consenta allo stesso tempo la fruizione dei luoghi da parte della cittadinanza, oltre che
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dalle maestranze afferenti la zona industriale, e allo stesso tempo un sensibile e graduale
passaggio all’ambiente dei laghetti.
In tal modo si ritiene garantita non solo la salvaguardia dell’ambiente naturale mediante la
fascia – cuscinetto, ma anche la salvaguardia e valorizzazione della stessa area che se
non venisse infrastrutturata e mantenuta potrebbe vedere a un incrementato il degrado
delle aree oltre che l’aggravarsi di fenomeni di abusivismo (abbandono rifiuti) non
infrequenti nelle aree della zona industriale meno sorvegliate.
Del resto l’EZIT ha già provveduto ad urbanizzare tale zona mediante la posa di
sottoservizi (alimentazione idrica, elettrica e gas) grazie ad un finanziamento regionale,
che ha altresì consentito di realizzare interventi di riqualificazione delle arginature del Rio
Ospo e la creazione di una pista ciclabile in collaborazione con il Comune di Muggia.
Nella versione definitiva delle norme attuative verrà riportato quanto nel seguito, già
concordato con il Comune di Muggia:
“L’area antistante i Laghetti delle Noghere richiede particolare attenzione al fine di
garantire la salvaguardia del biotopo. Pertanto si ritiene necessario creare una fascia di
rispetto fra l’edificato e i laghetti che conservi le caratteristiche naturali e antropiche tipiche
dell’area così come riportata in zonizzazione. Nello specifico devono essere conservati gli
abbeveratoi esistenti e l’area deve essere valorizzata attraverso la creazione di piste
ciclabili e percorsi pedonali a contorno delle aree di salvaguardia. Per quanto riguarda le
attività insediabili, oltre a quelle specifiche della destinazione d’uso (alta tecnologia, a
minimo impatto ambientale e a ciclo produttivo tendenzialmente chiuso) si intende
dedicare ampio spazio per funzioni di tipo direzionale, logistico e didattico a supporto
dell’APEA e delle altre attività industriali del comprensorio che nel contempo potranno
anche essere funzionali anche alle attività istituzionali delle Amministrazioni Pubbliche,
delle Associazioni di categoria, della cittadinanza e dell’Università. Le azioni specifiche da
mettere in atto nell’area possono, a titolo esemplificativo, essere tali da:
- sensibilizzare riguardo a pratiche produttive ambientalmente consapevoli, mediante
l’organizzazione mirata di attività, studi e progetti specifici;
- costruire un modello di sviluppo ecocompatibile del territorio e nel contempo favorire uno
sviluppo socio - economico della realtà dell’intero comprensorio industriale;
- promuovere e coordinare azioni finalizzate ai temi dell’energia, dell’ambiente e della
riduzione delle emissioni mediante l’animazione di percorsi rivolti sia agli imprenditori, alle
istituzioni, alla cittadinanza, alle università ed enti di ricerca, anche predisponendo piani
energetici integrati per le piccole e medie realtà industriali e artigianali del territorio;
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- coinvolgere le istituzioni, il mondo imprenditoriale, le associazioni, università, enti di
ricerca e la cittadinanza in progetti etico-ambientali;
- educare alla corretta formazione ambientale dei lavoratori e dei cittadini attraverso
l'insediamento di strutture ricettiva capaci di integrare la filiera produttiva con attività
didattiche, anche attraverso iniziative di alta cultura, convegni, seminari, progetti pilota e
sperimentali e attività ludiche ad essi connessi;
- monitorare la salute delle principali risorse ambientali dell’ambiente circostante;
- favorire iniziative nei campi socio-assistenziale, coesione sociale, pari opportunità,
dell'istruzione e della formazione dei lavoratori in situazioni di disagio;
- favorire iniziative varie nel campo della promozione e valorizzazione del patrimonio di
interesse naturale e storico;
- promuovere le forme ed i modi della cooperazione e del coordinamento per lo
smaltimento dei rifiuti generati all’interno dell’APEA anche attraverso forme di
realizzazione di impianti e servizi tesi al recupero e riciclaggio dei rifiuti con tecniche
ecologiche, innovative e totalmente compatibili con l’ambiente circostante.”
Inoltre in fase attuativa, in collaborazione con il Comune di Muggia, verrà realizzato un
Piano Quadro dove verranno individuate ulteriori e specifiche caratteristiche con tipologie
costruttive volte alla minimizzazione degli impatti, all’utilizzo di materiali ecologici e
all’armonizzazione delle strutture con l’ambiente naturale circostante.
In riferimento al punto 2, la fase di armonizzazione che seguirà l’adozione del Piano e che
verrà promossa dalla Regione è concepita proprio per appianare eventuali divergenze fra
gli strumenti di pianificazione.
In riferimento al punto 3, l’APEA si estende sugli unici terreni ancora disponibili, in quanto
non edificati, dell’intero comprensorio EZIT. Tali terreni sono inoltre gravati, per la maggior
parte, da un procedimento di bonifica, in quanto inseriti all’interno del perimetro del Sito di
Interesse Nazionale di Trieste. Si ritiene pertanto che in virtù delle problematiche delle
aree e della limitatissima disponibilità di nuove aree per le nuove edificazioni si sia scelto
di operare in maniera assolutamente virtuosa e tale da garantire i minori impatti possibili
fra l’ambiente naturalizzato ed antropico.
Osservazione n. 13
Inquadramento del contesto territoriale e ambientale.
Fattori climatici.
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Tra gli indicatori descritti dalla componente “fattori climatici” sono inserite le “Emissioni di NOx”.
A tal proposito, vi è probabilmente un errore materiale nella valutazione, dato che gli ossidi di
azoto non sono tra i gas climalteranti mentre lo è il protossido di azoto (N2O). Inoltre, non si
ritiene corretto considerare come positivi gli indicatori relativi alle precipitazioni e alla
temperatura (pag. 103), vista la tendenza di lungo periodo nella riduzione delle piogge e
nell’aumento delle temperature (…).
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il catasto INEMAR non contiene l’indicatore NO2, ma solo l’indicatore NOx.
Gli indicatori relativi a precipitazioni e temperatura verranno corretti in fase di adozione.
Osservazione n. 14
Polveri.
Le PTS (polveri totali sospese) non sono più un parametro normato (dopo il D.M. 60/2002).
Attualmente le vigente normativa (D.Lgs. 155/2010) considera tra gli inquinanti normati il PM10
e PM 2.5.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il parametro PTS è stato utilizzato per descrivere la componente salute umana, i parametri
PM10 e PM2.5 sono stati descritti come da normativa vigente.
Osservazione n. 15
Impianti di termovalorizzazione.
I fumi citati nel documento non sono altro che sistemi colloidali composti da sospensioni di
polveri in aria, pertanto possono essere ricomprese nelle emissioni di polveri.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il testo verrà corretto eliminando la voce “fumi” in fase di adozione.
Osservazione n. 16
Attività produttive sottoposte ad autorizzazione ambientale.
Attualmente la ditta Italcementi SpA e in AIA avendo completato l’iter dell’istruttoria.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il testo verrà corretto aggiornando la pratica ad “autorizzata” in fase di adozione.
15
Osservazione n. 17
Valutazione degli effetti sull’ambiente. In relazione alla scheda “Suolo e sottosuolo” non risulta
chiaro come sia stato effettuato il calcolo dell’indice di impermeabilizzazione.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Le percentuali di superfici coperte e scoperte sono state calcolate applicando gli indici
relativi al Rapporto di copertura e alle aree a verde contenute nelle Norme di Piano per
ogni Zona.
Osservazione n. 18
Misure di mitigazione.
Si ritiene che debbano essere introdotte le misure di mitigazione:
Citate nel capitolo relativo agli effetti cumulativi per la tematica “rumore”, almeno per le zone in
cui è ipotizzabile un inasprimento degli effetti;
Relative alle sistemazioni a verde, previste anche dalle norme tecniche di attuazione, per la
mitigazione ambientale e paesaggistica.
Sarà compito poi del monitoraggio, previsto dalla VAS, di verificare e valutare l’efficacia di tali
opere di mitigazione.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Allo stato attuale non è possibile sapere quali saranno gli effetti relativamente al clima
acustico. L’approvazione dei Piani Comunali di zonizzazione acustica e le attività di
monitoraggio permetteranno di comprendere meglio l’evoluzione futura della componente.
Le Norme di Piano contengono già al Titolo III, Capo II indicazioni ritenute sufficienti per le
opere di mitigazione.
Osservazione n. 19
Monitoraggio.
In relazione alle Biodiversità, si ritiene opportuno produrre indicatori di monitoraggio diversi
rispetto a quelli presentati. Infatti il valore ecologico, la fragilità ecologica e la pressione
antropica sono indicatori che possono solo descrivere lo stato attuale della natura o, più
precisamente, lo stato della natura alla dati di realizzazione della Carta della Natura, che è
statica. Solo nel caso in cui venga previsto, a livello regionale o nazionale, un aggiornamento di
tale carta, sarà possibile l’aggiornamento di suddetti indicatori.
16
Dovrebbero essere inseriti indicatori che permettano di valutare se le azioni di gestione delle
aree verdi abbiano effettivamente consentito il mantenimento o l’incremento della biodiversità
faunistica e floristica ed il miglioramenti di habitat presenti.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Attualmente EZIT non ha risorse umane o materiali in grado di popolare indicatori relativi
alla biodiversità faunistica o floristica. Sarà sua cura valutare la necessità di produrre tali
dati durante l’attuazione del Piano.
17
Oltre i termini stabiliti sono inoltre pervenuti i pareri di seguito riportati. Questi sono stati comunque considerati come validi perché si è ritenuto importante tenere in considerazione tutti i soggetti competenti in materia ambientale interpellati.
Parere del Comune di Muggia, pervenuto con nota pro t. n. 52 dd. 7/01/2013.
Osservazione n. 20
per quanto attiene la VAS, il modello di simulazione della viabilità dovrà essere sviluppato con
gli scenari progettuali, per verificare la sostenibilità delle scelte proposte.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
La valutazione degli effetti del Piano sulla componente mobilità è presente a pagina 291
del RA.
Parere della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia , pervenuto con nota prot. n. 54
dd. 7/01/2013
Osservazione n. 21
Per precisione si segnala che rispetto agli Elementi costitutivi del livello operativo come
individuati all’Art. 8 delle Norme tecniche di attuazione e all’Elenco elaborati (PTTSEL01), la
documentazione del piano messa a disposizione per la consultazione sul sito risultava
mancante degli elaborati relativi alla Valutazione di incidenza (PTISRV01) e alla parte
geologica (PTISGG01 e PTISGGO2), mentre la documentazione cartacea Inviata al Servizio
VIA risultava incompleta per la parte degli elaborati geologici. Si ritiene che in luce a tali
considerazioni il parere in oggetto sia da ritenersi non esaustivo in seguito all'incompletezza del
materiale trasmesso ed ai tempi di consultazione ridotti a seguito delle necessarie correzioni
apportate alla stesura definitiva del R.A.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Alla Regione è stato trasmesso anche una copia su supporto informatico contenete tutti gli
elaborati di Piano con nota prot. n. 4508 dd. 06/11/2012, compresa la Valutazione di
Incidenza, nonché sono state trasmesse tutte le modifiche (n. 2 pagg.) tramite posta
elettronica certificata.
18
Osservazione n. 22
Punto 2.4 Obiettivi di Piano
Dato che il progetto di Piano in questione, interessa un comprensorio industriale, che ha la
possibilità di rivedere rassetto complessivo delle previsioni urbanistiche tenendo concretamente
conto di obiettivi di sostenibilità e tutela ambientale nelle scelte di sviluppo urbanistico ed
economico, si ritiene utile potenziare tale livello accogliendo le seguenti considerazioni.
Nell’obiettivo A1 (creare un sistema di controllo e certificazione ambientale del sistema
produttivo) ai fini di migliorare la strategia relativa all'incremento della compatibilità ambientale
delle attività esistenti si ritiene opportuno aggiungere, in relazione a quanto previsto dall’azione
23 che definisce i criteri guida per un corretto inserimento dei nuovi insediamenti e degli
interventi di recupero delle aree dismesse, la previsione di una possibile costruzione di rete
ecologica che consideri le zone verdi previste nell'area non solo ai fini paesaggistici e di
mascheratura, ma anche ai fini di elementi di connessione ecologica. Tale previsione dovrà
essere orientata da uno studio fioristico e faunistico preliminare che guidi nella scelta di una
vegetazione idonea autoctona e nella individuazione del corridoi ecologici, che non richiedano
alti costi di gestione e manutenzione difficili da garantire nel tempo, quindi orientati
all’autoconservazione e soprattutto al collegamento ecologico con le aree naturali poste in
prossimità all'esterno del comprensorio. Tali Indicazioni dovranno trovare riscontro nelle relative
Norme di attuazione artt. 29, 29, 30, 39 e 40.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Brevemente l’area industriale di Trieste ha origine nel XIX secolo con la zona della ferriera
di Servola e nel seguito si sviluppa dopo la seconda guerra mondiale, intorno al canale
navigabile. Esaurite tali superfici si è passati alla lottizzazione della Valle delle Noghere –
Rio Ospo, precedentemente utilizzate come discarica e cave di prestito ed ancor prima, ai
tempi della dominazione austro-ungarica, come saline.
Pertanto l’intero comprensorio risulta fortemente antropizzato da più di un secolo, tanto
che il comprensorio industriale è stato individuato per buona parte come sito contaminato
di interesse nazionale.
Alla luce di ciò si ritiene poco efficace ed eccessivamente oneroso individuare dei “corridoi
ecologici” diversi da quelli già individuati nel piano. Piuttosto si ritiene condivisibile la scelta
del proponente di concentrare gli sforzi ai fini della realizzazione di aree cuscinetto da
riqualificare che fungano da salvaguardia fra l’abitato e le zone naturali e la zona
industriale.
Per quanto riguarda lo studio fioristico e faunistico, per gli scopi del piano, si ritiene
sufficientemente quanto già indicato nel Rapporto Ambientale.
19
Osservazione n. 23
Inoltre la stessa azione per la cura delle soluzioni architettoniche e la definizione degli elementi
di arredo e segnaletica in base alle caratteristiche volumetriche da insediare dovrebbe
prevedere preliminarmente uno studio d'inserimento paesaggistico che valuti l'impatto visivo e
l'ammonizzazione dell'insediamento nel contesto territoriale (mediante rappresentazioni di
rendering), propedeutico alle eventuali opere di mitigazione soprattutto in prossimità di
eventuali elementi di pregio ambientale. Uno studio d'impatto visivo è un'operazione da
richiedere prima di ogni nuova realizzazione o ampliamento industriale ai fini di assicurare un
maggior controllo sugli inquinamenti ambientali e visivi in un ambito già fortemente
caratterizzato da forti pressioni e contrasti.
Si ritiene che debba essere implementata la strategia dell'obiettivo A2 relativa all'individuazione
dei valori ambientali e paesaggistici presenti all'interno ed al contorno come risorsa strategico
per la qualificazione dei sistema EZIT e della sua immagine richiedendo specificatamente
nell'azione 27 la redazione di un abaco degli elementi architettonici e di arredo che possano
essere utilizzati con armonicità all'interno dei comprensorio Ezit evitando ulteriori fonti di
contrasto e confusione visiva e formale. Tale indicazione dovrebbe trovare riscontro in
relazione alle Norme di attuazione arti 18 - 25.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Premesso che la zona industriale presenta delle soluzioni architettoniche estremamente
eterogenee che testimoniano di fatto le origini storiche dell’area, e che il piano prevede la
conservazione delle architetture riconducibili ad archeologia industriale, non si sono
individuati abachi unificanti degli interventi di nuova costruzione e/o ristrutturazione degli
immobili esistenti. Tale definizione, unitamente a indicazioni/prescrizione sugli spazi aperti
in termini di arredi, finiture, materiali, segnaletica (in parte già esistente nella normativa),
così come un miglioramento dell’immagine complessiva dell’ambito e una caratterizzare
dell’area saranno definiti in fase di armonizzazione con gli strumenti comunali (anche
prevedendo eventuali concorsi di idee).
Per quanto riguarda lo studio d'impatto visivo all’interno del piano sono previsti schemi
plani volumetrici e sezioni di progetto caratterizzanti gli interventi di maggior rilievo e gli
interventi riguardanti aree pubbliche (viabilità, verde, ecc) al fine di assicurare un maggior
controllo sugli impatti visivi in un ambito comunque fortemente caratterizzato da contrasti
tipologici e insediativi. Pur concordando con l’osservazione si ritiene condivisibile la scelta
di rimandare valutazioni di dettaglio relative all’impatto paesaggistico agli interventi edilizi
previsti ammissibili all’interno delle singole sub-zone. Durante la fase di progettazione del
20
singolo edificio/opera infrastrutturale verrà svolta una verifica dell’impatto sul paesaggio
secondo i termini di legge.
Inoltre pur condividendo quanto osservato non si ritiene opportuno, allo stato attuale e con
le condizioni operative in essere, introdurre ulteriori misure relative allo studio della rete
ecologica, all’impatto visivo delle opere o alla redazione di un abaco degli elementi
architettonici. Il sistema delle regole contenute nelle Norme di Piano e nel Monitoraggio
sono ritenuti sufficienti per avviarne l’attuazione in termini ambientalmente corretti. Si
suggerisce che l’EZIT valuti, se necessario, l’introduzione di ulteriori misure relative agli
argomenti sopraccitati, di cui non si esclude una futura implementazione compatibilmente
con le condizioni economiche dell’Ente e degli operatori.
Osservazione n. 24
Si ritiene opportuno inoltre introdurre nell'azione 29 riguardante la definizione normativa dei
principali fattori limitanti che possono inibire e condizionare le previsioni di un nuovo
insediamento in determinate zone dei comprensorio piuttosto che in altre anche la presenza di
ambiti di pregio naturalistico pure se posti all'esterno del perimetro ma in stretta adiacenza e la
presenza di reti ecologiche.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il comprensorio industriale è stato individuato con legge regionale (PURG 1978) ed allo
stato attuale la maggior parte delle aree è edificata. Come si rileva dalla relazione del
Piano, l’EZIT intende promuovere il recupero delle aree in disuso, ma non può “inibire o
condizionare” i nuovi insediamenti nell’ambito del Piano Infraregionale, ma solo vincolarli
in maniera tale che siano il meno impattanti possibili.
Osservazione n. 25
Punto 2.5 Azioni di Piano e loro valutazione
Azione 2.1- Realizzazione di nuove zone di sviluppo Industriale e individuazione ambito APEA
Si prende atto e sì condividono gli indirizzi e le azioni di piano finalizzate al miglioramento dei
sistema del verde e dei livello di naturalità all'interno del comprensorio, con conseguente
miglioramento anche del sistema paesaggistico.
Il nuovo piano prevede all'interno delle Aree di nuovo insediamento destinate prevalentemente
alle attività produttive di piccola e media impresa (classificazione D1d della Tavola U002, art.
21 e 21.1) due subaree, lungo il corso dei Rio Ospo. In prossimità del Biotopo regionale dei
Laghetti delle Noghere. Una di queste è classificata Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata
21
(APEA) di cui al D.Igs 112/1998, riconducibile ad un'area industriale con standard di qualità
ecologica elevati e servizi innovativi per le imprese, alta tecnologia, a minimo impatto
ambientale e a ciclo produttivo tendenzialmente chiuso. Nella zona è individuata anche una
fascia lungo il Rio Ospo classificata area Div -7 Sub-area pianiziale limitrofa ai laghetti delle
Noghere (Norme Tecniche di Attuazione, art. 28), Essa è interessata dalla Azione 5.2 Gestione
differenziata aree verdi di protezione peri-urbana che si propone in generale di migliorare la
qualità paesaggistica (mascheramento) dei luoghi e al contempo contenere le criticità
ambientali (emissione di polveri, rumori, ecc,) conseguenti al nuovi insediamenti previsti.
Pur condividendo la scelta di implementare l'individuazione di zone APEA, di incrementare e
recuperare in maniera significativa le aree verdi all'interno dei comprensorio e in particolare in
prossimità del Biotopo, si ritiene non opportuno il posizionamento di nuovi lotti di espansione ai
confine con le stesso- in corrispondenza di aree attualmente non edificate.
Il Biotopo regionale, pur essendo localizzato In prossimità di una zona industriale fortemente
compromessa dal punto di vista della qualità ambientale, costituisce una delle poche o forse
l'unica zona umida interna di una certa estensione della Provincia di Trieste. L'ambito
comprende alcuni specchi acquei, i quali pur avendo un'origine artificiale (scavi di industria)
presentano, una valenza naturalistica elevata sia per la tipologia di habitat presenti sia per le
specie floristiche e faunistiche stanziali e migratorie.
Esso è importante, infatti, per la presenza di numerose specie di interesse comunitario e di
interesse regionale. Le prime includono specie di Allegato IV della Direttiva 92/43 CEE e per le
quali gli Stati membri al sensi Articolo 12 adottano i provvedimenti necessari atti ad Istituire un
regime di rigorosa tutela delle specie animali di cui all'allegato IV, lettera a), nella loro area di
ripartizione naturale, con il divieto di azioni deliberate su esse o sul siti che liospitano. Le
seconde includono specie per le quali la Regione ha previsto specifici divieti di perturbazione e
danno con la LR 9/2007 e il Regolamento regionale In materia di tutela della flora e della fauna.
Tali specie sono oggetto di tutela anche al di fuori di un Sito Natura 2000. Esso costituisce
inoltre una importante risorsa trofica per le specie di mammiferi carnivori che popolano i boschi
limitrofi.
Carta Natura 50.000, pur nel limiti dei livello di scala, valuta l'habitat più rappresentativo
Vegetazione della acque ferme di alto Valore ecologico e alta Fragilità ambientale. Il sito infatti
è fortemente disturbato dalla presenza della zona industriale artigianale e della sua stessa
limitata estensione.
Anche nel Rapporto ambientale (pag. 156 e segg.) sono riconosciute l'elevata valenza
naturalistica per presenza di specie e mosaico di habitat del Biotopo e in generale delle aree
naturali circondanti il comprensorio EZIT.
Nella Carta degli interventi paesaggistico ambientali, propedeutica alla realizzazione degli
interventi di miglioramento delle aree verdi Interne e di collegamento ecologico, sono inoltre
individuate delle direttrici di connessione che sembrano confermare fa funzione dei Biotopo
stesso nei sistema naturale di area vasta.
Il Biotopo costituisce pertanto un elemento importante al fini della tutela della biodiversità
circostante e un ulteriore aumento della sua costrizione (adiacenza con ambienti di tipo
22
antropico), dell'isolamento rispetto ad habitat dello stesso tipo e dell'Interruzione delle sue
relazioni funzionali rappresentano ulteriori fattori di degrado. Si segnala ancora che nel Piano di
governo del territorio, adottato lo scorso 31 ottobre dalla Giunta regionale, nella
documentazione di Piano relativa alla Rete ecologica regionale, il Biotopo regionale e area
comprendente il nuovo lotto di espansione industriale, vengono individuati quale area di
connettivo ecologico prioritario (Carta dei Valori).
Le azioni dei piano che prevedono la realizzazione di espansioni edificatorie in corrispondenza
delle vicinanze del Biotopo si ritiene possano comportare alcuni impatti identificabili in:
• il disturbo diretto a specie faunistiche di interesse comunitario e regionale che vivono
• nel sito o lo utilizzano (specie migratrici);
• perdita di connessione degli habitat del Biotopo con le aree naturali limitrofe;
• aumento dell'isolamento delle popolazioni di specie faunistiche di interesse comunitario
e regionale che vivono nel sito;
• interruzione di percorsi trofici e riproduttivi per specie di interesse comunitario e
regionale (ad es. mammiferi e anfibi).
Tali effetti vanno a Insistere su una situazione già di partenza piuttosto critica come emerge
dalle valutazioni di Carta Natura.
Si rileva che nel Rapporto Ambientale non risulta sia stata fatta una valutazione approfondita di
tali effetti. Nelle valutazioni conclusive viene valutato complessivamente per l'Azione 2.1 con la
quale sono previste nuove zone di sviluppo industriale a basso Impatto e Individuazione APEA
- un effetto ambientale nullo. Inoltre tale azione risulta NON COERENTE con l'obiettivo del
PRGC dei Comune di Muggia relativo alla salvaguardia dei boschi di Vignano e Belpoggio,
delle zone ripariall del Rio Ospo, del Laghetti delle Noghere e delle consistenti aree agricole già
presenti (Matrice coerenze esterne, pag. 72 del RA).
Per quanto riguarda in particolare la zona del Biotopo regionale si valuta piuttosto, alla luce
delle informazioni e conoscenze disponibili, che la previsione di ulteriori due zone di
espansione in prossimità dello stesso potrà comportare effetti negativi significativi e non
giustificati dalla necessità di sviluppo insediativo economico, che potrà trovare sicuramente
riscontro in altre aree del comprensorio EZIT, già compromesse e con minor impatto sulla
componete naturalistica.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Non si concorda con l’osservazione.
Le aree interessate dall’intera APEA sono le uniche disponibili non ancora edificate
dell’intero comprensorio industriale e buona parte delle stesse sono per di più ricadenti
all’interno del perimetro del SIN di Trieste. Inoltre in Comune di Muggia non esistono
strutture in stato di abbandono e/o disuso da riutilizzare come per il Comune di Trieste,
pertanto negare la possibilità di realizzare tali insediamenti significa di fatto penalizzare la
realtà industriale del Comune di Muggia.
23
La scelta di destinare ad APEA le ultime aree libere del comprensorio viene valutata in
maniera virtuosa poiché nel contempo vuole tentare di recuperare la situazione di
svantaggio creatasi nella zona produttiva triestina mediante l’identificazione del SIN.
Attraverso infatti un sistema di gestione del tipo APEA il proponente ritiene di poter creare
un certo grado di attrazione ed appetibilità della zona che da molti anni risulta paralizzata
a seguito delle problematiche ambientali.
In riferimento alle zone antistanti il Biotopo, si sottolinea che il Piano Urbanistico Regionale
Generale del 1978 individua l’area antistante i laghetti come zona omogenea D1 – Ambiti
degli agglomerati di interesse regionale e come indicato dalla norma stessa, tali aree
corrispondo agli ambiti di competenza dei consorzi industriali. A conferma di ciò la L.R.
25/2002 riconosce quale ambito di competenza di EZIT quello della zona D1 ai cui
afferisce tale area. Inoltre, con successiva L.R. n. 12 dd. 30/04/2003, viene rettificato il
perimetro del comprensorio da cui vengono stralciate unicamente le aree occupate dai
Laghetti delle Noghere poiché propriamente con D.P.R. n. 0152/Pres. dd. 4 maggio 2001,
veniva istituito il biotopo naturale «Laghetti delle Noghere» in Comune di Muggia (Trieste).
Cionondimeno la scelta del legislatore di non stralciare anche l’area antistante i laghetti
risulta perfettamente coerente con la norma stessa che indica espressamente che “la
pianificazione delle aree verdi interne alla zona (D1) deve favorire l’inserimento della zona
industriale nella realtà paesaggistica circostante, mascherare eventuali elementi di
contrasto paesaggistico (…)”[art. 102, co. c)] e in tale contesto la creazione di un’APEA
risulta lo strumento ottimale per garantire uno sviluppo sostenibile e strutturato di tale area
con funzioni di cuscinetto fra l’ambiente naturale e quello industriale.
Per salvaguardare l’area del biotopo viene destinata a verde un’ulteriore nuova fascia di
rispetto a ridosso dell’alveo del Rio Ospo che risulta ulteriormente cautelativa rispetto alle
attuali capacità edificative e che di fatto retrocede ulteriormente rispetto anche agli ultimi
edifici realizzati in zona. E’ volontà dell’Ente destinare questa porzione per la
valorizzazione degli abbeveratoi naturali esistenti e creare un percorso misto pedonale e
ciclabile a corredo e confine dell’area così da creare una connessione fra l’ambiente
umano e quello naturale che consenta allo stesso tempo la fruizione dei luoghi da parte
della cittadinanza, oltre che dalle maestranze afferenti la zona industriale, e allo stesso
tempo un sensibile e graduale passaggio all’ambiente dei laghetti.
In tal modo si perviene non solo alla salvaguardia dell’ambiente naturale mediante la
fascia – cuscinetto, ma anche di mantenere uno stato di manutenzione e valorizzazione
che se non venisse realizzato potrebbe portare invece a un incremento del degrado delle
24
aree oltre che a fenomeni di abusivismo (abbandono rifiuti) non infrequenti nelle aree della
zona industriale meno sorvegliate.
EZIT ha già provveduto ad urbanizzare tale zona mediante la posa di sottoservizi
(alimentazione idrica, elettrica e gas) grazie ad un finanziamento regionale, che ha altresì
consentito di realizzare interventi di riqualificazione delle arginature del Rio Ospo e la
creazione di una pista ciclabile in collaborazione con il Comune di Muggia.
Nella versione definitiva delle norme attuative verrà riportato quanto nel seguito, già
concordato con il Comune di Muggia:
“L’area antistante i Laghetti delle Noghere richiede particolare attenzione al fine di
garantire la salvaguardia del biotopo. Pertanto si ritiene necessario creare una fascia di
rispetto fra l’edificato e i laghetti che conservi le caratteristiche naturali e antropiche tipiche
dell’area così come riportata in zonizzazione. Nello specifico devono essere conservati gli
abbeveratoi esistenti e l’area deve essere valorizzata attraverso la creazione di piste
ciclabili e percorsi pedonali a contorno delle aree di salvaguardia. Per quanto riguarda le
attività insediabili, oltre a quelle specifiche della destinazione d’uso (alta tecnologia, a
minimo impatto ambientale e a ciclo produttivo tendenzialmente chiuso) si intende
dedicare ampio spazio per funzioni di tipo direzionale, logistico e didattico a supporto
dell’APEA e delle altre attività industriali del comprensorio che nel contempo potranno
anche essere funzionali anche alle attività istituzionali delle Amministrazioni Pubbliche,
delle Associazioni di categoria, della cittadinanza e dell’Università. Le azioni specifiche da
mettere in atto nell’area possono, a titolo esemplificativo, essere tali da:
• sensibilizzare riguardo a pratiche produttive ambientalmente consapevoli, mediante
l’organizzazione mirata di attività, studi e progetti specifici;
• costruire un modello di sviluppo ecocompatibile del territorio e nel contempo favorire
uno sviluppo socio - economico della realtà dell’intero comprensorio industriale;
• promuovere e coordinare azioni finalizzate ai temi dell’energia, dell’ambiente e della
riduzione delle emissioni mediante l’animazione di percorsi rivolti sia agli imprenditori,
alle istituzioni, alla cittadinanza, alle università ed enti di ricerca, anche
predisponendo piani energetici integrati per le piccole e medie realtà industriali e
artigianali del territorio;
• coinvolgere le istituzioni, il mondo imprenditoriale, le associazioni, università, enti di
ricerca e la cittadinanza in progetti etico-ambientali;
• educare alla corretta formazione ambientale dei lavoratori e dei cittadini attraverso
l'insediamento di strutture ricettiva capaci di integrare la filiera produttiva con attività
25
didattiche, anche attraverso iniziative di alta cultura, convegni, seminari, progetti
pilota e sperimentali e attività ludiche ad essi connessi;
• monitorare la salute delle principali risorse ambientali dell’ambiente circostante;
• favorire iniziative nei campi socio-assistenziale, coesione sociale, pari opportunità,
dell'istruzione e della formazione dei lavoratori in situazioni di disagio;
• favorire iniziative varie nel campo della promozione e valorizzazione del patrimonio di
interesse naturale e storico;
• promuovere le forme ed i modi della cooperazione e del coordinamento per lo
smaltimento dei rifiuti generati all’interno dell’APEA anche attraverso forme di
realizzazione di impianti e servizi tesi al recupero e riciclaggio dei rifiuti con tecniche
ecologiche, innovative e totalmente compatibili con l’ambiente circostante.”
Inoltre in fase attuativa, in collaborazione con il Comune di Muggia, verrà realizzato un
Piano Quadro dove verranno individuate ulteriori e specifiche caratteristiche con tipologie
costruttive volte alla minimizzazione degli impatti, all’utilizzo di materiali ecologici e
all’armonizzazione delle strutture con l’ambiente naturale circostante.
L’APEA si estende sugli unici terreni ancora disponibili, in quanto non edificati, dell’intero
comprensorio EZIT. Tali terreni sono inoltre gravati, per la maggior parte, da un
procedimento di bonifica, in quanto inseriti all’interno del perimetro del Sito di Interesse
Nazionale di Trieste. Si ritiene pertanto che in virtù delle problematiche delle aree e della
limitatissima disponibilità di nuovi spazi per le edificazioni il proponente abbia scelto di
operare in maniera virtuosa e tale da garantire i minori impatti possibili fra l’ambiente
naturalizzato ed antropico.
(Si veda anche risposta all’ oss. N. 12).
Osservazione n. 26
Azioni 3.1 e 3.2 Consolidamento delle aree produttive esistenti
Si ritiene opportuno […] al fine di indirizzare lo sviluppo del comprensorio in maniera
efficacemente sostenibile per quanto riguarda gli impatti ambientali e il consumo di risorse, che
ulteriori espansioni, anche nei lotti non saturi e nei lotti di nuovo insediamento debbano
rispondere tutte a criteri ambientali e di gestione sostenibile.
Tali parametri premianti potranno essere opportunamente dettagliati e modulati nelle Norme
medesime o nello specifico Regolamento attuativo al criteri di ammissibilità delle attività - con
particolare attenzione nel caso di attività produttive definite a rischio di incidente rilevante RIR
già esistenti - e potranno riguardare non solo aspetti di riqualificazione energetica, ma anche
criteri costruttivi. ambientali e gestionali che riguardino ad esempio le seguenti tematiche:
26
• utilizzo di criteri costrittivi di bioedilizia;
• recupero ecosostenibile di edifici esistenti attualmente in disuso;
• acquisizione e mantenimento di Certificazioni ambientali (ISO 14000, EMAS);
• utilizzo di processi produttivi a basso consumo i risorse e bassa produzione di rifiuti;
• realizzazione di sistemi di gestione consortile dell'acqua (rete duale finalizzata
all'irrigazione e al ciclo produttivo, raccolta dia qua piovana, Fitodepurazione, ecc.);
• realizzazione di verde di compensazione;
• realizzazione di tetti verdi.
Si invita a verificare inoltre la possibilità di prevedere a fronte di ampliamenti significativi e in
particolare della realizzazione dei nuovi insediamenti industriali, l’attualizzazione di interventi di
recupero e ripristino di habitat degradati all'interno del comprensorio anche fuori lotto
nell'ambito dei sistema del verde paesaggistico ambientale.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Il sistema normativo premiale interessa i lotti prossimi alla saturazione e pertanto risponde
già alle caratteristiche richiamate. Per quanto riguarda le poche aree di nuovo
insediamento, essere ricadono pressoché interamente nel il sistema APEA, che per sua
stessa natura, applica i principi di cui sopra ed ad essi associa un ulteriore sistema di
gestione dei servizi volto al contenimento e alla minimizzazione degli impatti.
All’interno della Z.I. non esistono “habitat degradati … nell'ambito dei sistema del verde
paesaggistico ambientale”, proprio perché per sua natura l’area è stata fortemente
antropizzata. Nell’ottica di una riqualificazione delle aree e del miglioramento delle
condizioni paesaggistiche, in collaborazione con i Comuni di Trieste e Muggia, il
proponente ha inteso procedere ad interventi di sistemazione e mitigazione delle aree
cuscinetto fra zona industriale e residenziale, nonché alla salvaguardia delle zone limitrofe
agli alvei del torrente Rosandra e del Rio Ospo mediante idonee tipologie di verde, come
indicate nelle NTA e nelle sezioni esemplificative dei P.Q..
Osservazione n. 27
Punto 2.6 Valutazione dì coerenza esterna ed interna
La matrice di coerenza esterna con obiettivi derivanti da altri piani equi o sovra ordinati e con gli
obiettivi di sostenibilità nazionali ed internazionali dimostra sostanzialmente una coerenza. Si
rilevano però alcune significative non coerenze che non risultano sufficientemente illustrate e
motivate (pag. 74 del RA). La matrice di coerenza interna ha evidenziato delle incoerenze
riguardanti le nuove aree produttive in prossimità di Monte San Rocco e la realizzazione di
nuove infrastrutture trasportistiche che per la loro vicinanza ad aree di valore naturalistico
27
potrebbero esercitare ricadute negative sulle stesse, in fase di progettazione ed esercizio delle
opere dovranno essere tenuti in conto tali criticità al fine di prevedere adeguate modalità
produttive e misure di mitigazione.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
La previsione vigente del PRGC del Comune di S. Dorligo della Valle, nonché
l’identificazione della zona D1 da parte del PURG identificano l’intera area del Monte S.
Rocco come area produttiva.
Si ritiene che la scelta del Piano di sottrarre in tale area destinazioni produttive a favore di
aree verdi (di fatto destina l’intera superficie a verde) sia già sufficientemente idonea non
solo da evitare possibili ricadute negative sulle aree di valore naturalistico ma possa anche
qualificarsi come misura di mitigazione e riqualificazione dell’intera area a supporto e
potenziamento delle aree naturali della zona. Restano a destinazione produttiva
esclusivamente due aree limitrofe che allo stato attuale risultano in condizioni di dissesto e
per le quali sono già in programma interventi di logistica, distribuzione e servizi funzionali
alla grande viabilità esistente. Infine nello specifico si chiarisce che non vi è la previsione
di realizzare alcuna struttura trasportistica di nuova realizzazione, ma si prevede soltanto
la riqualificazione dell’esistente.
Osservazione n. 28
Punti da 3 a 6 Inquadramento contesto territoriale ambientale di riferimento - Valutazione degli
effetti sull'ambiente - Misure di mitigazione, compensazione e orientamento -Monitoraggio […]
Nel paragrafo 3.2 sono illustrate le componenti ambientati secondo l’esposizione dello stato
attuale delle stesse con l’uso di un set di indicatori descrittivi secondo il modello interpretativo
DPSIR. Si rileva che al fini della descrizione dello stata attuale dei livello di qualità non sono
sempre usati indicatori di stato, ma anche di risposta. che non sembrano pertanto pertinenti In
tale contesto. Per alcuni aspetti ambientali non sono disponibili dati relativi allo stato (es. corpi
idrici prossimi agli ambiti portuali, inquinamento luminoso), si ritiene opportuno che tali fattori
debbano essere presi in considerazione in sede di monitoraggio (Tab. di pag. 300).
Si rileva che la problematica ambientale principale del comprensorio è quella relativa alla
componente Suolo e alla presenza del SIN che dovrà pertanto essere attentamente monitorata
con indicatori più specifici e di dettaglio.
28
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
I dati disponibili in merito ai corpi idrici sono quelli forniti da ARPA che realizza opportuni
monitoraggi in conformità al proprio ruolo istituzionale. Allo stato attuale EZIT non
possiede le risorse e le competenze per attuare ulteriori monitoraggi.
In merito al SIN, l’EZIT, in quanto soggetto individuato dalla RAFVG con L.R. 24/05/2004
n. 15 e nell’ambito dell’ Accordo di programma dd. 25/05/2012 quale soggetto attuatore
(mediante delegazione amministrativa) delle attività di bonifica per la parte a terra del sito
inquinato di interesse nazionale di Trieste, collabora a stretto contatto con le
Amministrazioni competenti ed ha instaurato un sistema di dialogo continuo con le stesse
al fine di affrontare e risolvere la problematica del SIN in maniera condivisa. Nello
specifico tutte le informazioni disponibili e necessarie vengono sistematicamente messe a
disposizione di tutti gli enti competenti, territoriali e nazionali.
Osservazione n. 29
La componente Biodiversità, viene descritta con sufficiente dettaglio anche in relazione al
contesto di riferimento esterno limitrofo all'area industriale, Si ritiene che ai fini del
monitoraggio delle azioni di piano sulla componente sia all'esterno che all'interno debbano
essere presi in considerazione indicatori di maggior dettaglio e ad una scala congrua agli effetti
del piano, rispetto quelli di Carta Natura FVG 50.000 indicati.
La componente Salute umana, una delle più problematiche in relazione agli effetti di una zona
industriale, sede anche di produzioni RIR viene valutata con l'indicatore di Mortalità, SMR
(Rapporto standardizzato di mortalità grezzo) che sembrerebbe segnalare un aumentata
mortalità per le popolazioni esposte alla zona industriale. Si ritiene quindi che tale componente
dovrebbe essere oggetto di monitoraggio, anche con indicatori di maggior dettaglio, o
perlomeno di ulteriori approfondimenti per valutare tale necessità e, considerata la portata della
problematica, in relazione anche con gli altri Enti e soggetti interessati.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
Attualmente EZIT non ha risorse umane o materiali in grado di popolare indicatori
suggeriti. Sarà sua cura valutare la necessità di produrre tali dati durante l’attuazione del
Piano.
Osservazione n. 30
[…]Per quanto riguarda i rifiuti, nel RA si denuncia di base una mancanza di reperibilità dei dati
relativi alla loro produzione e gestione all'interno del ciclo produttivo, senza poter quindi
29
giungere a dei risultati concreti, anche in considerazione del fatto che le azioni di Piano non si
occupano della gestione dei rifiuti se non indirettamente, rimandando al progetto pilota
dell'APEA un possibile modello di gestione centralizzata estensibile in un futuro a tutta l'area di
Piano. A questo proposito in previsione dei possibili ampliamenti e nuovi insediamenti previsti
nell'area un modello di gestione controllata del rifiuti dovrebbe figurare non solo un caso pilota
ma una condizione/criterio d'insediabilità nell'area.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
La gestione dei rifiuti all’interno del Comprensorio della Z.I. non è di competenza di EZIT
bensì dei singoli Comuni e, su scala più ampia, della Provincia o ancor più dell’ATO.
Pertanto l’Ente può essere titolato alla gestione dei rifiuti solo nel caso in cui diventi anche
interamente gestore di un’area destinata ad APEA ove tutti i servi (compresa appunto la
raccolta rifiuti) avviene in maniera consortile. EZIT infatti non è titolato ad imporre
condizioni/criteri d'insediabilità in merito alla gestione dei rifiuti, non essendo questi
materia di sua competenza per legge.
Osservazione n. 31
Inoltre dalla matrice emerge che la componente del rumore (clima fisico) rimane alta con un
effetto cumulativo negativo: valutato tale in conseguenza del disturbo imputabile anche alla
crescita di mobilità indotta dal sistema industriale dell'area che in luce alle previsioni porta a un
ipotizzabile inasprimento degli effetti del fonoinquinameto. Nella valutazione del RA si rinvia alle
mitigazioni legate alla gestione del traffico, capaci di introdurre misure atte a fluidificare ì
movimenti veicolari, mentre per quanto riguarda il rumore prodotto dalle attività si segnala
necessario ricorrere a campagne di rilevamento acustico e possibili interventi di mitigazione che
riguardino la sonorizzazione delle sorgenti, la protezione degli edifici sensibili esistenti e per le
nuove realizzazioni possibilmente l'adozioni di criteri progettali che seguano i dettami della
protezione acustica con disposizioni dei locali e degli spazi finalizzati a ridurre gli effetti delle
sorgenti stradali.
Si rileva che queste considerazioni tuttavia sono state accolte solo in ambito APEA (azione 25
e 2a tradotte nelle norme art. 21, art.:U.1 azione strategica 2.1) che prevedono requisiti dì
qualità insediativa e tolleranza ambientale anche per l'emissione del rumore.
Si invita ad integrare tali considerazioni anche nelle altre tipologie insediative.
RISPOSTA/AZIONE CORRETTIVA:
L’insediamento di un’area produttiva ecologicamente attrezzata (APEA), ha lo scopo di
introdurre nuove politiche di tutela dell’ambiente integrate con il ciclo produttivo. Le
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intenzioni future di EZIT sono la graduale integrazione di tali politiche anche nel sistema
produttivo esistente, dopo averne verificato l’efficacia nell’area pilota APEA.
Valutazione di incidenza
Contestualmente al parere analizzato la RAFVG ha fatto pervenire le proprie conclusioni in
merito alla valutazione di incidenza. In particolare ritiene che “non siano necessari ulteriori
approfondimenti nella relazione di incidenza ambientale e si concorda con le conclusioni del proponente che
ritiene che siano improbabili effetti significativi negativi sui siti Natura 2000. Si è potuto valutare, in maniera
oggettiva che è improbabile che l’attuazione delle previsioni di piano producano effetti significativi sul sito
Natura 2.000 e pertanto non sono necessari ulteriori approfondimenti in merito alla Valutazione di incidenza.”
Trieste, 09 gennaio 2013
dott. ing. Isabella Garbino