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RELAZIONE FINALE A.A. 2008/09 Classe di concorso A017
SIS PIEMONTE
PARTITA DOPPIA
Supervisore del tirocinio: Prof.ssa Maria Teresa Ingicco Specializzato: Rolfo Mattea ( matr. 333657)
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INDICE
I - LE TEORIE DI RIFERIMENTO .............................................................................. 3
� MODELLO TEORICO DIDATTICO-METODOLOGICO DI RIFERIMENTO......................................... 3
� RUOLO E SIGNIFICATO DEI CONTENUTI PRESCELTI RISPETTO ALLA DISCIPLINA................. 4
� SCELTA DELLE MODALITÀ DELL’INTERVENTO E DEGLI STRUMENTI ....................................... 5
II - IL PROGETTO ...................................................................................................... 7
� CONTESTO: INDIRIZZO E CLASSE ......................................................................................................... 7
� SCELTA DEI CONTENUTI RISPETTO ALLA PROGRAMMAZIONE DELL’INSEGNANTE TITOLARE E AI PREREQUISITI DELLA CLASSE ........................................................................................... 9
� DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO DELL’INTERVENTO DIDATTICO........................... 10
III - ANALISI DEL PROCESSO......................... ....................................................... 14
� SVOLGIMENTO, MODIFICHE E LORO MOTIVAZIONI...................................................................... 14
� OSSERVAZIONI SUGLI ASPETTI RELAZIONALI................................................................................ 25
� ANALISI CRITICA DEI RISULTATI ....................................................................................................... 26
� RIFLESSIONE CRITICA SULL’ESPERIENZA DIDATTICA................................................................. 28
CONCLUSIONE: ASPETTI METACOGNITIVI DELL’ATTIVITA’ S VOLTA............. 30
ALLEGATI........................................... ..................................................................... 33
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ISTITUTO: ITC (ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE) CLASSE: III IGEA ( INDIRIZZO GIURIDICO ECONOMICO AZIENDALE) MATERIA: ECONOMIA AZIENDALE ARGOMENTO: PARTITA DOPPIA - LE BASI PERIODO: 15/10/2008 – 21/11/2008 DURATA: 22 ORE DI PRESENZA IN CLASSE
I - LE TEORIE DI RIFERIMENTO � MODELLO TEORICO DIDATTICO-METODOLOGICO DI RIFERIMENTO Nel mio intervento didattico ho cercato di applicare il modello teorico più affine alla mia per-sonalità, in quanto ritengo non si possa snaturare il proprio modo di essere per farlo aderire a formine precostituite. Ho inoltre tenuto conto del contenuto disciplinare oggetto del mio tiro-cinio: dovendo spiegare un metodo contabile, alcuni modelli a me congeniali, come l’apprendimento cooperativo, mi sono sembrati poco funzionali, specialmente nella prima fase dell’insegnamento della Partita doppia1. In seguito alle suddette riflessioni, ho ritenuto idonee: • La didattica per processi: ho cercato, soprattutto durante le esercitazioni, di far acquisire
agli studenti padronanza delle procedure. Quando gli alunni svolgevano esercizi alla lava-gna, commentavo la loro capacità di sviluppare un processo logico per giungere al risulta-to finale. E’ anche per questo che ho dato ad ognuno la possibilità, sia in classe, sia a casa, sia durante la stessa verifica, di decidere come giungere a un risultato che doveva ovvia-mente essere esatto.
Ex: per arrivare al librogiornale, si può scrivere o meno un commento. Ho dato la possibilità di seguire due processi per ottenere lo stesso risultato: 1) Preparazione dei mastrini – predisposizione del librogiornale; 2) Commento/preparazione dei mastrini – predisposizione del librogiornale. Ho così dato la possibilità di svolgere gli esercizi secondo le inclinazioni personali: i più riflessivi avrebbero potuto fare uso dei commenti, i più rapidi e concentrati avreb-bero potuto bypassarli, facendo affidamento sui mastrini, appuntando soltanto il tipo di variazione.
Un sottomodello della didattica per processi è la didattica per problemi2: quest’ultima è stata impiegata cercando di “agganciare” le nuove conoscenze a quelle preesistenti.
Ex: con le conoscenze tratte dalla vita pratica relative alla realtà dei venditori di kebab, i ragazzi hanno potuto cimentarsi nel costruire un Conto Economico mensi-le di uno di questi, servendosi del modello generale fornito da me. Molte informa-zioni relative al tipo e numero di panini realizzabili in un mese, a quanto sia gran-de un blocco di carne, a quante porzioni si ottengano da uno di questi e quanti ne servano sono state apportate direttamente dagli studenti, dato che ne avevano un’idea più chiara di me.
1 Per brevità, la Partita doppia sarà abbreviata con l’acronimo PD. 2 La didattica per problemi, proposta da John Dewey, prevede che, essendo proteso verso la ricerca di un equilibrio, l’alunno ricerchi un nuovo equi-librio a livello superiore, nel caso in cui la dida ttica crei uno squili-brio. Secondo Ausubel, questo nuovo equilibrio è st abile e crea vero ap-prendimento solo se le conoscenze aggiuntive si agg anciano al patrimonio conoscitivo dell’individuo.
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Lavorando quasi da soli, gli alunni sono giunti a un nuovo equilibrio, a un livello superio-re al precedente, con grande entusiasmo e collaborazione. A questo modo di operare si ag-gancia anche la teoria di Lev Vygotskij sulla Zona di Sviluppo Prossimale3, consistente nel proporre agli studenti problemi di livello un po' superiore alle loro attuali competenze, ma comunque abbastanza semplici da risultar loro comprensibili. Si lavora quindi all'in-terno di quell'area in cui si possono estendere le proprie competenze e risolvere problemi grazie all'aiuto degli altri, siano essi l'educatore, un adulto o anche un pari con maggiori competenze in quel campo.
Ex. i compagni che vanno spesso a mangiare il kebab, il ragazzo marocchino che an-che nel suo Paese conosceva il prodotto, mentre qui esiste soltanto da una decina d’anni, possono fornire preziose informazioni agli altri e all’insegnante.
• La didattica per risultati: una volta valutati i processi, è comunque fondamentale che gli
studenti raggiungano gli obiettivi prefissati (in questo caso, aver interiorizzato il Conto Economico4 e riuscire a svolgere i primi esercizi sulla PD con scioltezza, concentrandosi per evitare errori di distrazione). Proprio a questo fine, ho predisposto una verifica abba-stanza ambiziosa. In questo modo, ho inteso far capire come la mia attenzione ai processi non fosse fine a sé stessa.
Ex. Siccome nella verifica i tempi erano stringenti, era importante che gli studenti si organizzassero, ottimizzando i processi al fine di riuscire a svolgere tutti gli esercizi.
� RUOLO E SIGNIFICATO DEI CONTENUTI PRESCELTI RISPETTO ALLA DISCI-PLINA
L’Economia aziendale insegnata presso le Scuole superiori ha la finalità di avvicinare gli stu-denti alla realtà aziendale in generale, e a quella italiana in particolare. Dovendo creare pro-fessionalità immediatamente spendibili sul mercato del lavoro, oltre a preparare per un even-tuale percorso universitario, è importante che i diplomati presso gli Istituti tecnici sappiano leggere e costruire un bilancio, e tenere la contabilità di un qualunque tipo di impresa (snc, spa, …), mentre per chi esce dagli Istituti professionali è necessario conoscere la realtà presso cui si collocherà lavorativamente.
Esempio: per l’indirizzo alberghiero si tratterà l’imprenditoria ricettiva in termini ab-bastanza concreti, per favorirne l’applicazione futura.
Il mio intervento didattico si è svolto in una III IGEA5, ed ha avuto per oggetto le basi della partita doppia, oltre a rivedere il bilancio in funzione della comprensione del senso della con-tabilità. Infatti, non si sono sviscerati la struttura e il significato di SP6 e CE, ma se ne sono soltanto viste le voci principali, il funzionamento, e la collocazione di cassa, banca, debiti, crediti, costi e ricavi. Ritengo si tratti di lezioni fondamentali: capire un meccanismo così diverso da quelli fino a quel momento affrontati in matematica o materie affini è già essere a metà dell’opera. Infatti, tutte le scritture successive funzioneranno con la stessa logica. Inoltre, l’aver predisposto an-che un collegamento logico con un rudimentale bilancio permette di capire a cosa servano tut-te le operazioni contabili, che, in caso contrario, potrebbero apparire decontestualizzate. 4 Successivamente abbreviato come CE. 5 Si nota, nell’ALL. 3 (relativo al curricolo IGEA), l’importanza via via crescente della materia con il passare degli anni. 6 Stato patrimoniale.
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� SCELTA DELLE MODALITÀ DELL’INTERVENTO E DEGLI STRUMENTI Ho predisposto un intervento personalizzato7, utilizzando, oltre ad alcune parti del libro di testo (Astolfi, Rascioni, Ricci 2006), anche:
• materiale predisposto durante le lezioni SIS del primo anno dalla Prof.ssa De Bernardi (slide, appunti,…);
• De Nova 2006, “Codice Civile e leggi collegate”, Zanichelli; • Campra, Cantino 2000, “Contabilità e bilancio d’esercizio”, Giappichelli editore, To-
rino; • Campra, Cantino 2000, “Contabilità e bilancio d’esercizio – casi ed esercizi”, Giappi-
chelli editore, Torino; • Simonato 2004, “La gestione dell’impresa in partita doppia”, Ed. Etas libri, Milano.
In questo modo ho ottenuto una programmazione8 sulle basi del metodo della partita doppia della durata di 22 ore, con inizio al 10/10/2008 e fine al 20/11/2009, inclusiva di verifica. Come si nota nell’allegato, ho cercato di orientarmi verso metodi partecipativi, e ho studiato esercizi che potessero avvicinarsi alla realtà degli studenti9. Gli strumenti utilizzati sono: • Laboratorio informatico collegato a Internet; • Lavagna luminosa con proiettore in aula informatica (per proiettare la schermata del pc
principale); • Lavagna, per fissare i concetti fondamentali e gli schemi10; • Cartellone bianco, su cui gli studenti hanno predisposto lo schema della PD, per poi ap-
penderlo in classe11. Il materiale approntato, come si legge nella programmazione allegata12, consiste in: - Fotocopia del CE e SP secondo il CC13; - Fotocopia recante le slide inserite nei riquadri da pag. 3 a pag. 8 delle teaching notes14; - Fotocopia con il testo dell’esercizio a pag. 9 delle teaching notes15; - Fotocopia con il testo della prima serie di esercizi16; - Fotocopia con il testo della seconda serie di esercizi17. - Testo della verifica18. Nel predisporre il mio tirocinio attivo, ho effettuato una precisa scelta, alternativa ad altre, tut-te attuabili, probabilmente con risultati diversi a seconda della classe a cui ci si confronta. A-vrei infatti potuto: • seguire esattamente il libro, nella sua sequenza logica, introducendo prima tutti i concetti,
per poi spiegare il metodo della PD e, solo successivamente, applicarlo a quanto già visto. 7 ALL. 1 – Teaching notes. 8 ALL. 2 - Programmazione dell'ID. 9 ALL. 1: 9-10. 10 ALL. 8 - Foto scattate in classe durante le lezion i sulla PD: dimostra-zione dell’uso della lavagna. 11 ALL. 8 - Foto scattate in classe durante le lezion i sulla PD: dimostra-zione dell’impiego del cartellone. 12 ALL. 2 - Programmazione dell'ID. 13 ALL. 1: 2-3. 14 ALL. 1 – Teaching notes. 15 ALL. 1 – Teaching notes. 16 ALL. 9 - Prima serie di esercizi – Testo; 17 ALL. 11 - Seconda serie di esercizi – Testo. 18 ALL. 5 e 6 - Verifica fila 1 e 2.
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Si tratta di un metodo che, tornando più volte sugli stessi argomenti da punti di vista di-versi, mira a consolidare le conoscenze degli studenti e a trasformarle in competenze;
• introdurre prima TUTTO il funzionamento della PD, per applicarlo poi ai vari argomenti, iniziando dalla costituzione dell’impresa, e proseguendo secondo il reale svolgimento di un’attività aziendale: si tratta del sistema adottato dalla mia tutor, che mi ha richiesto di utilizzare un metodo diverso, per darle spunti nuovi.
Sicuramente esistono molte alternative ulteriori. Immagino che in futuro sperimenterò molte modalità diverse, per capire quali sono quelle vincenti per i differenti target di classe. In que-sto caso, ho messo in atto un procedimento molto graduale, pensato integralmente da me, che prevede l’introduzione di ciò che serve quando serve. Ho quindi analizzato molte fonti, per comporre un intervento personalizzato, in cui anche il metodo della PD risulta frazionato, con introduzione iniziale delle sole variazioni finanziarie non pluriennali, e dei soli redditi d’esercizio, legati quindi a costi e ricavi di competenza dell’esercizio. Infatti, seguendo l’ordine previsto dai testi universitari e personalizzandolo ulteriormente, le rilevazioni iniziali riguardano gli acquisti e le vendite di beni. Inizialmente si affrontano quelle esenti IVA, per poi passare a quelle soggette a IVA, con tutta la casistica relativa. Solo successivamente, si passa agli acquisti e vendite di immobilizzazioni. Raggiunto questo argomento, si introducono le variazioni economiche pluriennali, dicendo che andranno collocate in SP. Anche per quanto riguarda i conti economici di capitale, si ritiene confusionario, per una classe poco recettiva e caotica, parlarne fin da subito, e si intende introdurli soltanto quando si parlerà di costituzione di azienda e aumenti di capitale. Questo è il piano generale per gli argomenti legati alla partita doppia, di cui ho predisposto uno schematico riassunto in allegato19: l’intervento oggetto della presente relazione si ferma alla prima parte, mirante a capire soprattutto il meccanismo sottostante, senza arrivare ad af-frontare l’IVA. 19 ALL. 21 – Schema relativo all’intervento sulla PD nella classe III D in tutta la sua esplicazione.
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II - IL PROGETTO � CONTESTO: INDIRIZZO E CLASSE
Gli indirizzi di studio attivati nell’Istituto tecnico commerciale in cui ho svolto il tirocinio sono:
� corsi IGEA (Ragionieri ad indirizzo Giuridico Economico Aziendale): approfondi-mento su aspetti economico-commerciali e professionali;
� corsi BROCCA: approfondimento su aspetti problematici e della comunicazione: o Liceo economico aziendale; o Liceo economico integrato Arti e Sport.
La filosofia di insegnamento, nel caso specifico del corso IGEA, caratterizzante la classe III che ho gestito, ha il taglio puntuale e specifico tipico dell’Istituto tecnico. Lo scopo è la prepa-razione al mondo del lavoro, in un’ottica funzionalista del rapporto società-scuola, senza tra-scurare la preparazione all’Università. N° alunni 400 N° classi 17 N° sezioni 4 sezioni: A, B, C, D Obiettivi formativi • coesione e senso di appartenenza;
• immagine positiva di sé; • relazioni positive con gli altri; • proattività.
Obiettivi cognitivi • Saper comunicare; • autonomia nell'apprendimento; • basi per professione / Università; • capacità critiche; • consapevolezza e strumenti per affrontare la realtà.
In merito agli obiettivi indicati nella tabella20, questi sono ben lungi dall’essere raggiunti da buona parte della classe. Durante le due ore di osservazione precedenti i miei interventi didat-tici, ho notato che, trainati da quattro o cinque leader negativi, quasi tutti gli studenti erano molto indisciplinati e propensi a non rispettare il sistema scuola perché a loro non gradito. Una conseguenza inevitabile è lo scarso rendimento scolastico, sia da parte di chi è fautore del disordine, sia da parte di alcune persone che, forse più deboli o condizionabili, “stanno al gio-co” di chi intende dettare legge: “Chi studia, lavora e collabora con gli insegnanti è out”. Solo pochi riescono ad avere buoni risultati, peraltro lamentandosi delle interferenze continue. La classe è così composta:
E’ equamente suddivisa tra maschi ( otto) e femmine ( nove), senza alunni necessitanti di atti-vità di sostegno. Sono ragazzi italiani, eccetto due, uno di origine marocchina e una cinese. Si tratta di un gruppo piuttosto disomogeneo, sia per età, sia per scuole di provenienza. 20 Origine: POF, che non allego in quanto ho già prov veduto a presentare i dati significativi inserendoli direttamente nella r elazione.
M F 8 9 I N
N. allievi: 17 ( nessun disabile)
15 2
LEGENDA M= maschi F= femmine I= italiani N= non italiani
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L’età media è superiore a quella prevista: gli studenti dovrebbero infatti avere quasi tutti sedi-ci anni, ma una buona parte ha tra i diciassette e i vent’anni. Si tratta di ripetenti e/o persone provenienti da altre realtà scolastiche, spesso a digiuno totale di “Economia aziendale”. Il problema disciplinare è molto sentito, ed è stato più volte proposto a livello di Consiglio di classe e d’Istituto. Ci sono quattro o cinque elementi più vecchi che disturbano quasi costan-temente i compagni e lo svolgimento delle lezioni. Si registrano spesso episodi di nonnismo e bullismo. La “legge” prevalente in classe è quella che vieta di “andare bene a scuola”. Chi studia e si applica viene tacciato dagli altri compagni come secchione, e minacciato a parole e con i fatti. Il fenomeno si manifesta soprattutto tra i maschi. Il livello e la tipologia di allievi variano tra: - chi ha una buona base di conoscenze linguistiche, matematiche e aziendali, avendo bril-
lantemente superato il biennio nella stessa scuola; - chi ha una conoscenza minima sia linguistica, sia matematica, sia aziendale, e cerca di rag-
giungere la sufficienza; - chi, pur con conoscenze di base linguistiche e matematiche, non ha frequentato il biennio
presso l’ITC in cui frequenta il terzo anno, e ha lacune in Economia aziendale; - chi è carente sia in Italiano, sia in Matematica, sia in Economia aziendale, per disparati
motivi, tra cui la scarsità di presenze in classe, il disinteresse, l’influenza della “legge” del “vietato andare bene a scuola”.
L’interesse per la materia, spesso, in chi non ha buoni risultati, è bassissimo. In alcuni casi, però, ci sarebbe la volontà di studiare, o almeno di capire i concetti su cui c’è unicamente da ragionare, ma la paura di non appartenere al branco blocca ogni tentativo di applicazione nell’ascolto, nello svolgimento dei compiti e nell’esecuzione di verifiche. Molti ragazzi arrivano al punto di consegnare verifiche in bianco, sia per risultare dei “veri duri”, sia perché minacciati dai compagni. Alcuni si vergognano talmente di aver svolto i compiti a casa che negano di averlo fatto, salvo confessarlo all’insegnante in separata sede, ben attenti a non essere ascoltati. In un contesto simile, è stato importante partire dalle basi della partita doppia, facendo atten-zione che la maggior parte riuscisse a capire il funzionamento del meccanismo, senza mettere troppa carne al fuoco tutta insieme.
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� SCELTA DEI CONTENUTI RISPETTO ALLA PROGRAMMAZIONE DELL’INSEGNANTE TITOLARE E AI PREREQUISITI DELLA CLASSE
Il piano di lavoro allegato21 presenta, alle pagg. 4 e 5, una suddivisione in cinque moduli: 1. l’azienda; 2. l’impresa come sistema organizzato; 3. la gestione dell’impresa: patrimonio e reddito; 4. il sistema informativo dell’impresa; 5. i principi della contabilità generale. I contenuti a cui l’insegnante fa riferimento seguono l’ordine previsto dal libro di testo (Astol-fi, Rascioni, Ricci 2006), sia per i cinque moduli, sia per la suddivisione in U.D. (si tratta in-fatti dell’esatta trasposizione dell’indice). Quest’ultimo, che dovrebbe essere una guida, almeno a giudicare dal piano di lavoro, non è pressoché presente in classe, se non sul banco di due alunni e sulla cattedra. Nel mio intervento didattico intendo comunque farne uso, oltre a far riferimento a quello che avevano in adozione in prima (Sorrentino 2008), quando avevano già affrontato la situazione patrimoniale dell’impresa (per quanto riguarda uno schema che riproduco alla lavagna). Gli studenti, dopo aver svolto con l’insegnante i primi due moduli, a Ottobre avevano bisogno di affrontare le basi della PD. Il libro di testo, nel modulo 3 e nella prima parte del modulo 4, inserisce molte informazioni che sono evidentemente ritenute dagli autori propedeutiche all’apprendimento del metodo del-la PD. Nel modulo 3 approfondisce il reddito d’esercizio, introducendo il principio della com-petenza economica, addentrandosi fino alla spiegazione di ratei e risconti, fatture da liquidare, TFR, fondi oneri futuri, fondi rischi, e variazione delle rimanenze di magazzino (oggetti delle operazioni di chiusura e riapertura dei conti); affronta il patrimonio dell’impresa, la remunera-zione dell’imprenditore, la valutazione degli elementi del patrimonio con la presentazione dei vari criteri, l’equilibrio patrimoniale e finanziario, arrivando anche a illustrare, seppur breve-mente, l’analisi della struttura patrimoniale e il ROE. Il modulo 4 presenta, nel capitolo 1, il sistema informativo aziendale; nel capitolo 2 viene rispiegata l’IVA, negli stessi termini in cui è stata trattata in prima, sul libro di testo della Paramond (Sorrentino 2008). Ritengo che i quattro capitoli del modulo 3 e i primi due del modulo 4 siano affrontabili in modo più compiuto in parallelo con le scritture contabili relative, quindi successivamente (la tutor, per quest’anno, proverà a vedere se un’impostazione simile sia più efficace di quella adottata negli anni passati). Per quanto riguarda l’IVA (capitolo 2 del modulo 4), siccome è già stata studiata, reputo conveniente effettuare un rapido ripasso nel momento in cui si af-fronteranno le prime registrazioni relative a operazioni di vendita e acquisto soggette a IVA (quest’ultimo permetterà agli studenti provenienti da altre scuole di mettersi al passo con i compagni, magari facendo un piccolo corso di approfondimento pomeridiano/in un’ora di compresenza). Anche per quanto riguarda i capitoli 3 e 4 del modulo 4, quelli relativi all’introduzione alla partita doppia, ho ritenuto che le informazioni più importanti fossero commiste ad altre se-condarie, e che, sottoponendo tutte le pagine nell’ordine proposto, si sarebbero confuse le idee agli alunni. Per questo, ho preparato un intervento personalizzato22, proveniente da un collage delle varie fonti che ho utilizzato. Ho consultato alcune parti del libro, tratte principalmente dai capitoli 3 e 4 del modulo 4, ma anche da parti imprescindibili degli altri capitoli dei moduli 3 e 4, tenuto conto che il patrimo-nio era già stato studiato pochi giorni prima del mio intervento. Questa fonte si è unita a quel-le già elencate a pag. 5 (capitolo sulla scelta delle modalità dell’intervento e degli strumenti). 21 ALL. 7 - Piano di lavoro III D. 22 ALL. 1 –Teaching notes.
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In questo modo ho ottenuto una programmazione23 sulle basi del metodo della partita doppia della durata di 22 ore, con inizio al 10/10/2008 e fine al 20/11/2009, inclusiva di verifica. I contenuti trattati nelle mie teaching notes sono: - Cos’è il bilancio: S.P. e C.E.; - Cassa, banca, costi, ricavi, crediti, debiti; - Reddito d’esercizio; - Metodo della partita doppia: convenzioni, conti, mastrini, variazioni finanziarie ( origina-
rie) ed economiche ( derivate), articolazioni dei conti, piano dei conti, librogiornale. Per approfondire quanto programmato, si rimanda all’allegato24.
Per quanto riguarda i prerequisiti richiesti agli studenti, ho verificato, con un rapido giro di domande all’inizio della prima lezione, che gli alunni sapessero: � Cos’è un’azienda. � Perché nasce. � Perché un’azienda deve tenere la contabilità. � Cosa sono fonti e investimenti. � Cosa sono i fattori produttivi. � Cos’è il prospetto patrimoniale. Inoltre era utile che gli alunni sapessero utilizzare Excel, per velocizzare la soluzione degli esercizi in laboratorio. � DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO DELL’INTERVENTO DIDATTICO Una volta chiaritami le idee sull’oggetto del mio intervento, ho predisposto la programmazio-ne giorno per giorno25, in parallelo con le teaching notes26. Il contenuto è molto schematico: considera le tempistiche, le attività, gli argomenti e il materiale distribuito. Ho fissato gli obiettivi dell’UD in base alla seguente ripartizione: • SAPERE:
- Conoscere la struttura semplificata dello S.P. e del C.E.; - Saper definire:
- Cassa/banca; - Crediti; - Debiti; - Costi; - Ricavi.
- Sapere cos’è il reddito d’esercizio; - Sapere cos’è e come funziona la PD:
- Conoscere le convenzioni su cui si fonda la PD; - Sapere cosa sono e come funzionano i conti; - Sapere cos’è un mastrino; - Conoscere la differenza tra conti e variazioni finanziari (originari) ed economi-
ci (derivati); - Sapere le diverse articolazioni dei conti; - Sapere cos’è il piano dei conti;
23 ALL. 2 - Programmazione dell'ID 24 ALL. 1 – Teaching notes. 25 ALL. 2 - Programmazione dell'ID. 26 ALL. 1 – Teaching notes.
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- Sapere cos’è il librogiornale.
• SAPER FARE: - Saper costruire il C.E. semplificato di una semplice attività imprenditoriale, dopo un
mese di attività; - Saper distinguere, nell’ambito della PD, costi e ricavi da crediti e debiti; - Saper utilizzare la corretta terminologia legata ai conti; - Saper creare un cartellone chiaro e visibile sullo schema della PD ( versione semplifi-
cata per “apprendisti”); - Saper applicare il metodo della partita doppia a un esempio tratto dalla vita di tutti i
giorni e a operazioni aziendali di acquisto e vendita senza IVA; - Saper riconoscere i fatti di gestione da registrare e quelli da non registrare in PD.
• SAPER ESSERE: - Rafforzare le motivazioni al lavoro scolastico attraverso la presa di coscienza
dell’utilità dei contenuti formativi dell’Economia aziendale; - Saper collaborare con i compagni e con l’insegnante, partecipando attivamente ai dia-
loghi in classe; - Essere propositivi; - Riuscire a risolvere problemi mai visti prima aiutandosi con l’esperienza personale e il
ragionamento. Presento un ipotetico “piano di battaglia” scritto PRIMA di entrare in campo: <<Le domande di verifica dei prerequisiti27, poste subito dopo la presentazione, aprono a un dibattito interattivo. L’elaborazione dello SP28 a partire dal prospetto patrimoniale, trattandosi di un argomento già conosciuto nella sostanza e da rivedere soltanto nella terminologia, viene effettuata a partire dal prospetto scritto alla lavagna da un alunno. Il mio intervento è previsto soltanto per la “tra-duzione” dei termini, per riportare gli alunni allo SP definito dal Codice Civile. Faccio presente che in SP compaiono CASSA, BANCA, CREDITI e DEBITI, e ne spiego il significato, anche chiedendo una definizione improvvisata agli studenti, in previsione dei di-scorsi da effettuare successivamente sulla PD. Il CE, invece, deve necessariamente essere spiegato da me, trattandosi di un argomento total-mente nuovo. Intendo partire dallo schema del Codice Civile, affrontando soltanto i punti sa-lienti. Su richiesta preliminare dell’insegnante, trascrivo alla lavagna il CE a sezioni contrap-poste, invece che in forma scalare. Lo ritengo meno immediato per la determinazione del red-dito d’esercizio, ma la professoressa titolare mi assicura che, visto quanto studiato nel biennio, per gli studenti è più semplice capirlo. Anche in questo caso, mi focalizzo sui concetti di COSTO e RICAVO, dovendoli impiegare per le lezioni successive. Faccio anche notare che il REDDITO D’ESERCIZIO è il trait d’union tra i due prospetti, di cui il primo è una fotografia scattata in una certa data ( spesso la chiusura dell’esercizio am-ministrativo, solitamente annuale, cade il 31/12) [grandezze stock] , il secondo un insieme di flussi [grandezze flusso], cioè variazioni da un periodo ad un altro ( nel caso di un bilancio annuale al 31/12, si tratta delle variazioni tra l’inizio dell’esercizio e la sua fine, quindi tra l’1/1 e il 31/12). Passo quindi ad affrontare l’argomento-chiave, la partita doppia. Prevedo di iniziarla in una lezione appositamente dedicata, in modo che gli studenti siano riposati e possibilmente meno 27 ALL. 1: 1. 28 ALL. 1: 1-2.
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disattenti del solito. Intendo premettere che se capiscono le prime lezioni sulla PD, saranno facilitati per tutti gli anni a venire che dovranno trascorrere alle superiori. Cerco quindi di far leva sul loro lato proteso al massimo rendimento con minimo sforzo, sperando che esista. Svolgendo l’argomento in due lezioni, purtroppo non molto interattive per via dell’asimmetria informativa tra me e gli studenti, utilizzo pagine del libro di testo29, e le intervallo con la scrittura alla lavagna di alcuni schemi tratti da slide30 della Prof.ssa De Bernardi ( S.I.S.), rivi-ste in modo che collimino con il libro per non disorientare l’utenza. Le parti più interattive in programma sono il momento dedicato alla predisposizione del cartellone con lo schema sem-plificato della PD da appendere in classe31 e l’esercizio32 tratto dalla vita degli studenti, che verte sull’organizzazione di una festa. In questo caso, l’”azienda” è l’alunno stesso, che deve ottenere un certo utile perché il suo lavoro sia retribuito: si inizia a lavorare in classe, con stu-denti alla lavagna, per poi finire a casa, come compito. Una volta terminata la fase di spiegazione della PD, si passa a svolgere esercizi per consolida-re il meccanismo: in questo caso, la partecipazione degli studenti sarà necessaria, in quanto a turno predisporranno mastrini e librogiornale alla lavagna. Dopo l’esempio33 e due fotocopie di esercizi34, ritengo che gli alunni possano affrontare il compito in classe, che sarà finalizzato alla verifica della comprensione del metodo. Per que-sto, sarà possibile consultare il cartellone con lo schema, in modo da non fare confusione tra Dare e Avere. Nella verifica35 ho predisposto due file, con esercizi e difficoltà molto simili, ma in ordine diverso. Per impedire che gli studenti, durante lo svolgimento, capiscano quale sia la propria fila o quella dei vicini, non ho scritto “FILA 1” e “FILA 2” sulle fotocopie, ma ho soltanto inserito un microscopico asterisco vicino alla verifica corrispondente alla prima. Ho inserito, in calce, il punteggio massimo assegnabile ad ogni esercizio. Si prevede che quest’ultimo, per ottenere il voto finale, sia diviso per due. Essendoci alcuni item piuttosto semplici, ho ritenuto che nessuno potesse prendere un voto compreso tra 0 e 1, in modo da rispettare i dettami del POF in materia di valutazione36. Al tempo stesso ho inserito parti sfi-danti, come il commento aperto al CE ottenuto nel primo esercizio e un fatto di gestione37 in cui la soluzione è non fare nulla. In questo modo, la prova dovrebbe scremare anche l’eccellenza. La prova si divide sostanzialmente in due parti, a e b, con due obiettivi: a) che gli alunni sappiano redigere e commentare un semplice C.E. a partire da dati della vita
quotidiana; b) che dimostrino di aver capito le prime basi della partita doppia. L’esercizio a) influenza per 3/10 il voto finale, il b) per 7/10. Ho dato maggior peso alla PD rispetto alla compilazione del CE, seppur questo sia un prere-quisito indispensabile, perché ho ritenuto che per la classe fosse molto più facile svolgere cor-rettamente l’esercizio a) rispetto al b). Inizialmente avevo pensato di richiedere, per quanto riguarda la parte inerente la PD, soltanto mastrini e librogiornale. In seguito ho inserito anche uno spazio per i commenti, totalmente facoltativo e non valutato. Il motivo è stato far sì che ognuno si esprimesse secondo le sue in- 29 ALL. 1: 4, 7, 8, 11, 12. 30 ALL. 1: 5, 6, 8. 31 ALL. 1: 8. 32 ALL. 1: 9-10. 33 ALL. 1: 9-10. 34 ALL. 9, 10, 11 e 12: prima e seconda serie di eser cizi, con soluzioni. 35 ALL. 5 e 6 - Verifica fila 1 e 2. 36 ALL. 4 – Estrapolazione del POF sulla valutazione. 37 Si tratta di un fatto interno di gestione.
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clinazioni: i più rapidi e intuitivi senza il commento, i più riflessivi e metodici con il commen-to, in caso potesse aiutare. A titolo di esempio, riporto un commento relativo all’item 1 della parte b)38: Commento39: - aspetto originario (finanziario): entrata di cassa, variazione finanziaria attiva, Dare, con-
to finanziario “CASSA” in Stato Patrimoniale; - aspetto derivato (economico): sorgere di ricavo, variazione economica positiva, Avere,
conto economico di reddito “AFFITTI ATTIVI”in Conto Economico. - I mastrini corrispondenti sono i seguenti: CASSA AFFITTI ATTIVI Il librogiornale è: DATA DESCRIZIONE CONTI D A 10/10/2008 riscossione affitti attivi CASSA vfa 5000 AFFITTI ATTIVI vep 5000 Per la sottoposizione della prova, ho pensato di lasciare il cartellone della PD, in modo da da-re più importanza al ragionamento che alla memorizzazione dello schema>>. Ovviamente, quanto espresso tra virgolette è l’impostazione A PRIORI dello svolgimento: l’interazione con la classe porterà a modifiche, affrontate nel capitolo successivo. 38 ALL. 5 - Verifica fila 1. 39 Con le dovute abbreviazioni, il commento diventa m olto rapido: - AO: + cassa, VFA, D, c. fin. “CASSA”, SP; - AD: + ricavo, VEP, A, c. ec. di r. “AFFITTI ATTIVI” , CE.
5.000 5.000
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III - ANALISI DEL PROCESSO � SVOLGIMENTO, MODIFICHE E LORO MOTIVAZIONI La fase attiva, cioè quella in cui si effettua concretamente l’intervento didattico, è la più densa di significato, in quanto riassume in sé tutta l’efficacia ed efficienza della programmazione, e mette alla prova l’insegnante nella sua capacità di adattarsi, “agendo nell’urgenza e decidendo nell’incertezza” (Fischer 2007). Per quanto riguarda la mia esperienza, sono stata sollecitata sotto tutti i punti di vista, e sono stata soddisfatta di aver scelto proprio la classe più “difficile”, che mi ha permesso di metter-mi alla prova. Per rendere più immediata la comprensione di quanto è accaduto nella fase attiva, e in cosa gli interventi che ho effettuato si siano discostati dalla programmazione, ho predisposto un diario di bordo40, riportando le seguenti voci:
In questo modo, tenendo come riferimento l’allegato, sarà più semplice seguire le mie osser-vazioni sulla parte attiva. Lo schema che segue, ulteriormente sintetico, affianca: • ciò che si era preventivato (fedelmente riportato dalla programmazione41); • ciò che è effettivamente accaduto (fedelmente riportato dal diario di bordo42).
40 ALL. 13 – Diario di bordo. 41 ALL. 2 - Programmazione dell'ID. 42 ALL. 13 - Diario di bordo. 54 ALL. 1:1.
DATA
ARGOMEN-TO DELLA LEZIONE
AZIONI SIGNI-FICA-TIVE MIE
AZIONI SIGNIFI-CATIVE DEGLI ALUNNI
PRO-GRAMMATO
SCOSTAMENTO RISPETTO AL PROGRAMMATO
N° INTER-VENTO
N° ORE e DATA
EFFETTIVO
PREVENTIVATO
1 2 15/10/2008
Presentazione, domande e spie-gazione dello S. P.
� presentazione alla/della classe; � Ricognizione iniziale con domande preventive
poste agli alunni43, e presa di consapevolezza del livello di partenza;
� Costruzione del “prospetto del patrimonio” da parte di un alunno alla lavagna e comparazione con lo S.P. civilistico.
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44 ALL. 1: 1-3. 45 ALL. 1: 4-6 46 ALL. 1: 7-8. 47 ALL.1: 9-10. 48 ALL.1: 9-10.
2 2 16/10/2008
Altre domande, rispiega-zione dello S.P. per gli as-senti, introduzione del C.E., costruzione di un C.E. di un kebabbaro alla lavagna sulla base di quan-to detto dagli alunni.
� Ripasso dello S.P. con interrogazione di un alunno;
� Analisi di S.P. e C.E. civilistici; � Predisposizione di una tabella di C.E.
semplificata alla lavagna, discutendo le varie voci e i collegamenti con lo S.P.44
3 2 17/10/2008
Articolo sulla mozione Co-ta.
Prima parte sulla Partita Doppia: spiegazione interattiva45.
4 2 20/10/2008
Sesta e settima ora. Impos-sibilità di svolgere la lezio-ne sulla PD. Tentativo falli-to di stabilire insieme un elenco di regole da rispetta-re. Restituzione di una veri-fica svolta con l’insegnante.
� Seconda parte sulla PD: spiegazione interattiva46;
� Predisposizione di cartellone con lo schema della PD da appendere in classe;
� Inizio dell’esercizio in classe47 (compito a casa: terminarlo).
5 2 22/10/2008
Ripasso del C.E., basi della partita doppia e esercizio (organizzazione di una fe-sta).
� Fine dell’esercizio in classe48 con correzione alla lavagna;
� Inizio della prima serie di esercizi sulla PD, svolti a turno dagli studenti alla lavagna ( i residui esercizi andranno svolti come compito).
6 2 23/10/2008
Fine dell’esercizio sulla partita doppia e elezione del rappresentante di clas-se.
Correzione degli esercizi residui della prima serie di esercizi alla lavagna (da parte di a-lunni a turno).
7 2 24/10/2008
Esercizi sulla partita doppia svolti alla lavagna da stu-denti a turno (prima serie).
Inizio della seconda serie di esercizi sulla PD, svolti a turno dagli studenti alla lavagna (i residui esercizi andranno svolti come compito).
8 2 28/10/2008
Fine degli esercizi, alla la-vagna.
LABORATORIO: correzione della seconda serie di esercizi con svolgimento in Excel (un alunno per volta prende il comando del pc principale proiettato a parete).
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Sintetizzo ora quanto di significativo è accaduto durante le lezioni. La prima volta in cui sono entrata in classe, mercoledì 15 ottobre, dopo aver fatto sedere gli alunni ai posti assegnati, io e la classe abbiamo fatto conoscenza. Mi sono stupita nello sco-prire che quasi tutti, anche quelli che avevano buoni risultati, non amassero la scuola specifi-ca. Ho riscontrato, leggendo un articolo de “La Repubblica”49, che non si tratta di un caso iso-lato, ma di un sentore comune a molti studenti, fin dal 2006. Quindi, oltre alla necessità che i professori siano degni del loro incarico, si manifesta anche il bisogno di essere inseriti in una struttura adeguata. Dopo aver stretto conoscenza, sono passata a porre le domande di ricognizione50, stupendo-mi per la partecipazione superiore alle attese. In seguito, ho chiamato un’alunna brava affinché scrivesse alla lavagna il “prospetto patrimo-niale”, studiato nel biennio e rivisto con la professoressa titolare nei giorni precedenti. Le ho detto di lasciare spazio alla destra di ogni voce. In seguito, ho correlato quanto era (o avrebbe dovuto essere) già a conoscenza dei più con nuove informazioni, cioè con le diciture dello Stato Patrimoniale disciplinato dal Codice Civile51. Per consolidarle, ho consegnato una fo-tocopia dello SP e CE secondo il Codice Civile52, facendo loro osservare il primo prospetto. In questo modo, hanno potuto ritrovare le voci salienti, già scritte da me alla lavagna e da loro sugli appunti. Una nota positiva è che quasi tutti scrivevano sui quaderni, anche quelli più chiacchieroni e irrequieti (un alunno disinteressato fin dall’inizio ha continuato invece ad es-sere totalmente alienato dalle attività della classe). Una volta chiarito lo schema, ho fatto situare agli studenti le voci CASSA, BANCA , CRE-DITI (incassi differiti) e DEBITI (pagamenti differiti) nel prospetto stesso, spiegando ciò che è scritto a p. 2 delle teaching notes, e ponendo domande53 che hanno ottenuto risposte abba-stanza soddisfacenti. La lezione si è conclusa con una diaspora immediata al suono della cam-panella. Nel complesso c’è stato più ordine di quanto avessi immaginato, soprattutto durante la spiegazione. Anche la tutor si è stupita di ciò. Grazie al discreto clima della seconda parte dell’intervento, sono riuscita a non discostarmi da quanto programmato. Giovedì 16 ottobre sono arrivata piena di entusiasmo in classe, per ritrovarvi alcuni che era-no assenti la lezione prima. Ho quindi riepilogato quanto svolto il giorno precedente, per poi dedicarmi al Conto Economico. Sono partita dalla fotocopia consegnata il mercoledì, e ho indicato i punti salienti, riportando solo questi alla lavagna. Secondo gli accordi presi con l’insegnante titolare, ho prodotto uno schema a sezioni contrapposte. L’ho fatto un po’ con- 49 ALL. 14 – Articolo sull’insoddisfazione degli stud enti. 50 ALL. 1: 1. 51. 1: 1 (schema). 52 ALL. 1: 2-3. 53 Cos’è un credito? Cos’è un debito? Fare esempi di crediti e debiti. Cos’è un esercizio? Quanto dura? Fare un esempio per ogni voce dello SP.
9 2 29/10/2008
LABORATORIO, con esercizi in Excel, su falsa riga di quelli della verifica.
Ripasso in classe + eventuale recu-pero.
10 2 12/11/2008
Verifica VERIFICA
11 2 20/11/2008
Consegna e correzione verifica in LABORATORIO + sottopo-sizione dei test di valutazione dell’insegnante.
Correzione verifica in LABORA-TORIO + sottoposizione dei test di valutazione dell’insegnante.
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trovoglia, in quanto mi pareva più semplice capire come l’utile/perdita derivi dalla differenza tra costi e ricavi utilizzando la forma dettata dal Codice Civile. In ogni caso, invece di impostare il CE semplificato così:
+ RICAVI - COSTI = UTILE (+)/PERDITA (-)
…l’ho disegnato alla lavagna nel seguente modo, spiegando che RICAVI - COSTI = UTILE (se positivo) / PERDITA (se negativa): COSTI RICAVI UTILE (alternativo alla perdita, da inserire in D con il segno +)
PERDITA (alternativa all’utile, da inserire in A con il segno + , essendo contrapposta all’eventuale utile, che è invece in D)
Ho sottolineato con molta enfasi quanto scritto nelle teaching notes a pagina 3, in basso, so-prattutto la definizione di COSTI e RICAVI (chiedendo prima a loro), e il fatto che DERI-VINO dall’acquisto/vendita di beni/servizi acquisiti/ceduti tramite scambi monetari: questo concetto è infatti da capire per poi individuare il motivo per cui i conti economici in partita doppia siano derivati da quelli finanziari. Sia nella prima, sia nella seconda lezione ho introdotto concetti importanti per la PD, in modo che potessero servire in seguito e che gli alunni iniziassero a comporre il puzzle delle cono-scenze necessarie ad acquisire le competenze per tenere la contabilità. Verso la fine della prima ora ho ripreso le voci di SP e di CE. Ho parlato delle immobilizza-zioni immateriali54, e del fatto che se si tratta di un investimento durevole e ammortizzabile nel tempo possano essere inserite in SP, mentre in caso di costo di durata inferiore all’anno si mettano in CE. Non ho citato né il Codice Civile né lo IAS, in quanto la tematica sarebbe stata oggetto di approfondimento in altra sede in futuro. Un alunno indisciplinato, facendo un esempio di immobilizzazione immateriale, per provoca-re, ha chiesto se qualcuno avesse visto la pubblicità del lubrificante della Durex ( con descri-zione minuziosa55). Io ho cercato di mantenere un viso impassibile e, inaspettatamente, ci so-no riuscita. Gli ho chiesto se la pubblicità avesse dovuto essere classificata tra le immobiliz-zazioni immateriali o tra i costi di esercizio. Lui, guardandomi incredulo, ci ha effettivamente 54 Non ho specificato che, tra le immobilizzazioni im materiali, i costi di impianto, ampliamento ricerca, sviluppo, pubblicità possono essere inseriti in SP con il consenso del Collegio sindacale, altri menti vanno inseriti in CE. Però ho apportato alcuni esempi pratici, tenend omi sul vago, in modo che l’informazione rimanesse loro nelle orecchie fi no al doveroso approfon-dimento successivo. 55 Le parole dell’alunno sono riassumibili grossomodo nel seguente interven-to: “Lo spot, apparso in televisione a Ottobre, las cia intravedere una ca-mera, dove un ragazzo e una ragazza sono sdraiati s eminudi nel letto. Poi le immagini mostrano un olio per massaggi davvero s ensuale, che però non serve solamente a facilitare il massaggio: il ragaz zo lo usa anche per o-liare il letto cigolante. La pubblicità parla di un olio che può dare pia-cere a noi stessi e al nostro partner, ma che, all’ occorrenza, può servire anche a spingersi un po’ più in là”. In seguito ho controllato in internet, e ho visto il filmato. La descrizione era stata cal zante. Non l’avevo mai visto, e la domanda mi ha imbarazzata, ma ho saputo controllarmi, perché ero sicura che, se mi fossi fatta cogliere in fallo , sarei stata segnata per il resto delle ore di tirocinio ( e, nel caso i n cui fossi stata l’insegnante titolare, per il resto dei miei giorni con quella classe!).
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pensato, per poi rispondermi: gli pareva che fosse studiata per una breve durata, e quindi per lui si trattava di una voce di costo del CE. La sua risposta mi ha dato soddisfazione, e mi sono rallegrata di aver trasformato un intervento deliberatamente fuorviante in un’occasione di ri-flessione sulla disciplina. Non si è però trattato di un caso isolato. Il momento più interessante è infatti nato dalla do-manda di un alunno impertinente: “Ho fame! Mi prende un kebab?”. Io gli ho risposto: “Dato che tu pensi ai kebab e io sto parlando di CE, vieni alla lavagna e scrivimi il CE di un ke-babbaro!”. L’esercizio non era preventivato, e non ero preparata a quello che sarebbe potuto scaturire dalla mia idea. L’alunno, dimenticandosi della sua azione anti-lezione, si è subito alzato in piedi, esclamando: “Ma dai!”, ed è andato alla lavagna, dov’era ancora scritto lo schema del CE. Tutti si sono messi a parlare insieme, per dargli dei suggerimenti. Ho chiesto di fingere che l’attività fosse appena avviata, e che il CE fosse redatto dopo un mese di attivi-tà. Si è discusso tutti insieme, a dire il vero in modo un po’ caotico, su quali immobilizzazioni sarebbero servite, che tipo di investimento iniziale si sarebbe voluto fare (chiosco, carrello ambulante o piccolo ristorantino?), quanto pesi un blocco di carne e quanti panini se ne pos-sano ricavare. Anche io, non avendoci riflettuto prima, non avevo una chiara idea delle quanti-tà, e ho avuto davvero bisogno del contributo di tutti per crearmela. Alla fine, si è giunti a questa conclusione: a. Il locale, un piccolo fast-food, è affittato, con dentro il girarrosto ( o girakebab!?), lavan-
dino e quant’altro serve per cucinare kebab. I suddetti materiali sono anch’essi in affitto, per 500 € al mese, inclusivi di spese per luce e gas;
b. Il titolare ha comprato 100 € di panini (100 panini), 100 € di piadine da arrotolare( 100 piadine), 100 € di altri ingredienti per il kebab (salsine, insalata, pomodoro, patate frit-te,…necessari per 200 tra panini/piadine arrotolate);
c. Per fare i 200 panini di cui si ha necessità serve un blocco di carne da 300 €; d. Il proprietario lavora da solo; e. Durante il mese, vengono venduti 100 piadine arrotolate a 4 € l’uno e 200 panini a 3 €
l’uno. C.E. al 31/10 COSTI RICAVI
Vendita panini 300 Vendita piadine 400
Affitto locale 500 Panini 100 Piadine 100 Altri ingredienti 100 Blocco di carne 300
PERDITA 400 TOT 1.100 TOT 1.100 Tutti si sono contrariati per la perdita, e hanno iniziato a commentare che “Allora non è poi una grande idea mettere su un kebab”, “E io che pensavo che questi, con tutti i panini che ven-dono, fossero pieni di soldi!”. L’aspetto che mi ha stupita di più, però, è stato la propositività di quelli che di solito ostacolavano la lezione. Uno di loro ha iniziato a dire che si sarebbero potute vendere solo piadine, che costavano come i panini ma rendevano di più, ed ha cancella-to i dati vecchi, aggiornandoli con quelli nuovi:
300 € necessari per ogni blocco di carne, da cui derivano 200 tra panini e piadine
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C.E. al 31/10 COSTI RICAVI
Vendita piadine 800
Affitto locale 500 Piadine 200 Altri ingredienti 100 Blocco di carne 300 PERDITA 300
TOT 1.100 TOT 1.100 Contento, ha osservato di aver ridotto la perdita. Un altro, un alunno ripetente, si è alzato e ha ribattuto: “Sì, ma non hai ancora risolto. Qui la soluzione è vendere di più, ipotizzando di avere abbastanza clienti! Così si ammortizzano an-che i costi dell’affitto!”. Ed è corso alla lavagna, apportando ulteriori modifiche, con tutti gli altri, seduti sui banchi, che tifavano per lui: - si acquistano due blocchi di carne, invece che uno; - si vendono 400 piadine arrotolate. C.E. al 31/10 COSTI RICAVI
Vendita piadine 1.600
Affitto locale 500 Piadine 400 Altri ingredienti 200 Blocco di carne 600 PERDITA 100 TOT 1.700 TOT 1.700 La perdita è stata ridotta a 100 €, ma si è ritenuto che non si potessero aumentare ulteriormen-te le richieste. Il ragazzo marocchino si è alzato e ha detto: “Però i kebabbari qui a Torino so-no più cari. Io aumenterei i prezzi: se il cibo è buono si vende lo stesso”. Non si è alzato, per-ché il compagno menefreghista e disinteressato gli ha fatto un gesto e gli ha indicato la sua cintura, a cui era attaccato uno strumento che sembrava un tirapugni. Io l’ho guardato severa-mente e ho apportato l’ultima modifica personalmente, senza obbligare l’alunno ad andare alla lavagna. Ipotizzando che i prezzi delle piadine fossero aumentati a 5 € l’una, finalmente il CE ha qua-drato con un utile. C.E. al 31/10 COSTI RICAVI Affitto locale 500 Piadine 400 Altri ingredienti 200 Blocco di carne 600 UTILE 300
Vendita piadine 2.000
TOT 2.000 TOT 2.000 La lezione è finita, e io me ne sono andata molto soddisfatta per i risultati ottenuti, ma un po’ amareggiata dal comportamento minaccioso dello studente a mio avviso più pericoloso (e dal-la mia incapacità di reagire al suo gesto seminascosto, aggressivo verso il povero compagno).
300 € necessari per ogni blocco di carne, da cui deri-vano 200 piadine ( 600 € per 400 piadine)
3
300 € necessari per ogni blocco di carne, da cui deri-vano 200 piadine
300 € necessari per ogni blocco di carne, da cui deri-vano 200 piadine ( 600 € per 400 piadine)
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Venerdì 17 ottobre, entrata in classe con l’idea di iniziare finalmente l’agognato argomento “Partita Doppia”, mi sono ritrovata con sei alunni in tutto. Era infatti stato indetto uno sciope-ro generale nazionale56. La vigilia, subodorando una simile situazione, avevo preparato per il mio blog personale57 un post sulla mozione Cota58, e quel giorno avevo con me un articolo59 sull’argomento, tratto dal sito www.repubblica.it. Vedendo che era impossibile impostare la lezione che avevo in mente, ho moderato una discussione in classe, dopo aver fatto leggere l’articolo a un alunno (non ho potuto fotocopiarlo, visti i tempi e le burocrazie legati alla pre-parazione delle copie). Il dibattito si è articolato bene per la prima ora, con cinque persone partecipi su sette, in quanto una ragazza leggeva i giornalini, e si impuntava nonostante i rim-proveri miei e della tutor, un’altra si sentiva poco bene. Ad un certo punto, un alunno molto vivace, ripetente ma bravo in Economia aziendale e abbastanza rispettoso dei compagni e dell’insegnante, ha chiesto di andare in bagno. La regola stabilita dall’insegnante a inizio anno era che potessero assentarsi soltanto due persone, a turno, ogni due ore, per pochi minuti. Quel giorno, però, ha deciso che, vista l’agitazione per lo sciopero generale e l’intervallo trascorso solo da un’ora, nessuno sarebbe uscito. Io ho preferito non transigere sulle direttive della mia tutor, anche se effettivamente, come ha fatto notare, il ragazzo non aveva per nulla approfitta-to dei permessi uscita durante le lezioni precedenti. Dopo le sue implorazioni, secondo le qua-li la necessità era impellente, e in risposta alla sordità dell’insegnante, l’alunno ha preso il ce-stino in plastica della spazzatura, l’ha scoperchiato, l’ha sistemato in un angolo, e ha fatto il gesto di orinare nella pattumiera. Era talmente emozionato che non credo sia riuscito nel suo intento, ma è rimasto un bel po’ di minuti in quel gesto di sfida, in un caos generale ingestibi-le. Alla fine, si è riseduto, e mi ha detto: “Io rispetto chi mi rispetta”, con un gesto sprezzante orientato verso la professoressa. La lezione è continuata con la discussione, anche se è stato molto difficile ripristinare l’ordine e mantenerlo. Non è stato preso nessun provvedimento nei confronti del ragazzo, mentre è stato confiscato un cellulare con auricolare, sempre nell’orecchio di un alunno indisciplinato ma partecipativo, e sono stati convocati i suoi genito-ri. Non ho capito né condiviso questo disparità di trattamento tra i due. Quanto programmato per il 17 ottobre è quindi slittato completamente a lunedì 20 ottobre, giorno in cui mi ero illusa di poter intavolare il discorso centrale della mia serie di interventi. Forse perché era lunedì, credevo che gli studenti sarebbero stati più recettivi, ma non ho tenu-to conto del fatto che avessi le ultime due ore, la sesta e la settima. In realtà, per gli ultimi momenti, avevo portato un cartellone bianco al fine di scrivere insieme le regole di compor-tamento in classe, visti gli accadimenti del venerdì precedente. Ma avrebbe dovuto essere un corollario, da porre al termine di una lezione produttiva. Ho provato a chiedere alla classe se sapesse cos’è la PD, ma non sono nemmeno riuscita a farmi ascoltare. In due, non siamo arri-vate a sedare l’energia con cui quasi tutti lanciavano palline e si muovevano nell’aula. Ab-biamo provato ad appendere il cartellone e a chiedere agli studenti quali fossero le regole da rispettare da parte loro e dei professori. L’unico che ha smesso di comportarsi indisciplinata-mente è stato il ragazzo ripetente di cui ho parlato a proposito della lezione precedente, ma continuava a proporre limiti esclusivamente per i docenti. Spallato per qualche minuto da al-cuni compagni, si è subito distratto, e il caos è continuato. Ho provato allora a ripiegare il car-tellone e a fare domande di Economia, ma era come parlare a un muro. La tutor mi ha detto 56 Sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dai COBAS (COmitati di BA-Se) contro i provvedimenti del Governo in materia d i scuola, pubblico im-piego e precarietà, riguardante tutte le categorie di lavoratori pubblici e privati. 57 http://spigoblog.blogspot.com. 58 ALL. 16 – Post sul mio blog personale recante rifl essioni sulla mozione Cota. 59 ALL. 15 – Articolo discusso in classe sulla mozion e Cota.
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che, durante le ultime due ore del lunedì, la situazione è sempre analoga. In pratica, si sono sprecate due ore e ho dovuto rimandare ulteriormente la mia lezione. Il mercoledì 22 ottobre, finalmente, ho potuto iniziare la Partita doppia. Complice il fatto che si trattasse della seconda e terza ora, gli alunni erano riposati e tutti presenti al suono della campanella. Mi sono rimboccata le maniche e ho cercato di recuperare il tempo perso, appro-fittando dello stato di grazia relativa (il rumore era comunque una costante di fondo). Mi sarebbe piaciuto utilizzare anche il libro di testo, ma praticamente nessuno l’aveva portato (nonostante li avessi avvertiti per ben tre volte). Fortunatamente, quasi tutti avevano il qua-derno, su cui prendere appunti. Ho così dettato loro le pagine del testo che avrebbero dovuto consultare a casa. Ho spiegato che il metodo di rilevazione della PD si colloca nell’ambito del sistema del patrimonio e del risultato economico60. Ho quindi riportato le slide n. 1, 2 e 361 alla lavagna. Le ho commentate, e ho anche chiesto loro perché la PD avesse questo nome: si è giunti, insieme, alla conclusione che ci sia qualcosa di doppio, che debba bilanciare. In sin-tesi, ogni fatto amministrativo deve essere visto sotto due punti di vista, che si chiamano DA-RE (D) e AVERE (A). Ho chiarito che non si deve pensare al significato letterale delle due parole, in quanto non serve ad altro che a confondere le idee. E’ soltanto una convenzione62, come lo sono altri fatti relativi alla PD, e come tale deve essere memorizzata. Si tratta di rego-le del “gioco”. Per aiutarli, ho detto loro di pensare al D come “sinistra” e all’A come “destra” di un prospetto che si chiama “T account” o mastrino. L’ho disegnato alla lavagna (slide 3), in seguito ho scritto “CASSA” sopra la riga orizzontale, a titolo di esempio, e ho detto loro che “CASSA” è il nome del conto63. Ogni fatto amministrativo genera due o più conti. Nel caso più semplice, origina due registrazioni, cioè fa sì che si debba scrivere una cifra nel D di un conto e una cifra uguale in A in un altro conto. Li ho invitati a scrivere e imparare la termi-nologia dei conti, dettando loro la slide 4. Introducendo quindi la slide 5, mi sono ricollegata a quanto detto nelle lezioni precedenti su CASSA, BANCA, CREDITI, DEBITI, COSTI e RI-CAVI. Inaspettatamente, seppur parlando uno sopra l’altro e noncuranti del mio invito ad in-tervenire per alzata di mano, vari studenti mi hanno dimostrato di ricordare quanto detto sulla natura originaria di cassa, banca, crediti e debiti, e sulla derivazione da questi ultimi di costi e ricavi. Ho spiegato loro che il primo insieme di conti viene raggruppato sotto l’aspetto finan-ziario (o monetario, in quanto interviene un pagamento/incasso, puntuale o differito), che è originario , mentre il secondo attiene all’aspetto economico, che è quindi derivato. Ho coro- 60 Questo sistema è un insieme coordinato di scrittur e con le quali si rile-vano le operazioni di gestione, allo scopo di determinare: - reddito d’esercizio ( o risultato economico d’eserc izio); - patrimonio di funzionamento ( cioè l’insieme coordi nato dei beni a di-
sposizione del soggetto aziendale in un determinato momento, tenuto con-to anche degli obblighi assunti verso terzi).
61 ALL. 1: 5. 62 In realtà, incuriosita dall’assenza di nesso logic o tra i termini e il significato, ho fatto ricerche e ho scoperto che no n è proprio così. Infat-ti, sul libro “La gestione dell’impresa in partita doppia” di Simonato, a p. 90, si legge che D e A derivano dalla contrazion e delle dizioni “dee da-re” e “dee avere”, riscontrabili nei libri contabil i del ‘200 e ‘300 tenuti dai mercanti con riferimento agli intestatari dei c onti. Se si vendevano delle merci, il cliente “doveva dare” l’importo pat tuito; detto importo ve-niva perciò scritto in D. Quando si riscuoteva il c redito, si stornava la precedente annotazione, scrivendo l’importo in A. L o stesso, ma specular-mente, avveniva per gli acquisti e lo storno dei re lativi debiti. Oggi D e A si utilizzano per tutti i conti, non soltanto per crediti e debiti. Ho ritenuto di non comunicare la mia recente scoperta agli studenti per non confonderli. 63 “Il conto è una serie ordinata di scritture riguar danti un dato oggetto del quale si vogliono conoscere la grandezza inizia le e le successive va-riazioni” (Simonato).
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nato il ragionamento con le slide 6, 7 e 864. E’ stata mia precisa intenzione non citare, per non confondere le idee, i conti economici di capitale e le variazioni economiche pluriennali. Ho ritenuto che fosse importante capire prima molto bene le variazioni economiche e finanziarie illustrate (ho apportato alle slide alcune correzioni, usando la terminologia “da Tramontana”, diversa da quanto studiato all’Università e con la Prof.ssa De Bernardi). La classe, anche se indisciplinata, si è dimostrata piuttosto recettiva, a parte alcuni elementi in difficoltà e il solito menefreghista. Nel mio programma pensavo che avrei dovuto impiegare più tempo per far as-sorbire certi concetti. In linea con la buona risposta ricevuta e con i tempi ridotti, ho deciso di proporre subito lo schema riassuntivo di p. 8 delle teaching notes alla lavagna, per chiedere poi di riprodurlo su un cartellone. Ho fotografato il risultato65, appeso sopra la lavagna. Origi-nariamente c’erano meno informazioni, in quanto solo in seguito, durante le esercitazioni, ho aggiunto le variazioni, cerchiate in rosso, ritenendole utili per chi è alle prime armi. Successivamente ho spiegato che in futuro sarebbe stato loro richiesto di saper fare i mastrini e il librogiornale. Ho quindi spiegato velocemente cosa fosse il librogiornale , e ho mostrato loro alla lavagna lo schema che avrebbero dovuto adottare per predisporlo durante gli eserci-zi66. Quando il rumore è aumentato, anche conseguentemente all’attenzione prolungata, ho fatto fare una breve pausa, quindi ho iniziato a impostare l’esempio della festa67, facendo il paral-lelismo tra il soggetto aziendale e un ragazzo che deve organizzare un compleanno e vuole tenere la contabilità di quanto accade. Per far svolgere l’esercizio, ho chiamato subito un a-lunno alla lavagna, e gli ho detto di leggere il primo fatto, per creare mastrini e librogiornale. Sono passati due studenti, e se la sono cavata piuttosto bene, anche se hanno avuto bisogno di qualche piccolo aiuto nell’impostazione. Al suono della campanella, ho invitato tutti a svolge-re quanto restava da fare come compito a casa, dicendo che si sarebbero corrette insieme le parti restanti durante la lezione successiva (il giorno dopo, ragion per cui nutrivo forti dubbi sulla soddisfazione delle mie richieste). Sono uscita dall’aula soddisfatta sia per il recupero, sia per la buona comprensione da parte dei ragazzi, nonostante fossi comunque in ritardo sulla tabella di marcia. Giovedì 23 ottobre, come previsto, nessuno aveva svolto il compito a casa. Abbiamo conti-nuato l’esercizio alla lavagna, ma abbiamo avuto solo un’ora di tempo, perché ho scoperto che per la seconda ora erano in programma le elezioni del rappresentante di classe (con tanto di annuncio ufficiale tramite circolare). Il tempo è bastato per completare l’esercizio, e stimo-lare gli studenti con domande di ragionamento, tese a verificare anche l’assimilazione di quanto spiegato. Ho fatto notare come il debito estinto porti alla chiusura del conto “DEBITI VERSO NEGOZIANTE DI MUSICA”, e abbiamo potuto calcolare insieme il saldo del conto “CASSA”. Gli alunni hanno inoltre creato un piccolo bilancio finale, in cui hanno sottolineato come le VFA convergano negli IMPIEGHI dello SP, le VFP nelle FONTI dello SP, le VEP nei RICAVI del CE, e le VEN nei COSTI del CE. Inoltre si è potuto constatare come il trait d’union tra i due prospetti sia il reddito d’esercizio, che in questo caso corrisponde a 100 e permette di far quadrare sia il CE, sia lo SP. Più è passato il tempo, più gli allievi sono stati attenti allo svolgimento dell’esercizio. Nel si-lenzio più assoluto, e quasi inverosimile, si è sentito bussare alla porta: era un bidello con tut-ta la documentazione per le elezioni. Da quel momento, il caos è ricominciato, con tanto di simulazioni di lotte greco-romane a terra. Mi è dispiaciuto, perché l’occasione sarebbe stata ideale per fare un po’ di educazione civica sul campo, tanto più che la scuola aveva organizza-to delle elezioni con tutti i crismi e carismi, con tanto di Presidente, segretari, regolamento, 64 ALL. 1:6. 65 ALL. 8 - Foto scattate in classe durante le lezion i sulla PD. 66 ALL. 1: slide 9: 8. 67 ALL. 1, pp. 9-10.
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buste e sottobuste. Sia io, sia la tutor abbiamo cercato invano di dare una parvenza ufficiale al processo. Ho sperato che, nonostante tutto, qualcuno, anche solo uno, avesse carpito qualche regola del vivere civile. Venerdì 24 ottobre è iniziata la fase degli esercizi sulla PD. Per l’occasione, ho predisposto e distribuito una fotocopia con il testo di dieci esercizi68. E’ iniziato il via-vai di studenti dai banchi alla cattedra, di nuovo in un clima di relativi ordine e ascolto. Oltre ai soliti volontari, ho chiamato persone che mi sembravano più dubbiose o intimorite, spronandole a provare a svolgere gli esercizi seppur si dichiarassero “tonte”. Anche queste ultime sono riuscite a otte-nere mastrini e librogiornale, seppur con più lentezza rispetto ad altri, e sono tornate ai banchi soddisfatte. Quando uno studente mi ha chiesto se fosse possibile inventare il nome dei conti, ho fatto pre-sente che esiste un piano dei conti69, personalizzato per ogni azienda. In questo modo tutti i contabili possono fare affidamento su intestazioni univoche e si garantisce ordine interno. Per quanto riguardava il loro caso, in linea con la tutor, ho detto che avrebbero potuto creare dei nomi ad hoc, ma che avrebbero dovuto essere significativi. Ho potuto spiegare cosa volesse dire “significativo” durante le esercitazioni. L’alunno ripetente reduce dal divieto di andare in bagno del 17 ottobre ha detto che con l’altra insegnante era abituato a fare i commenti. Gli ho chiesto di andare alla lavagna e di spiegare ai compagni come li svolgesse. Lui l’ha fatto con grande chiarezza, utilizzando uno degli e-sercizi come supporto. Quando è andato a posto l’ho ringraziato, e ho detto agli altri che a-vrebbero potuto scegliere se fare il commento o meno, a seconda dell’indole personale. Da quel momento in poi, qualcuno li ha scritti alla lavagna, altri no. Per me l’importante era che si giungesse ad ottenere mastrini e librogiornale esatti. La lezione si è conclusa al quinto esercizio, in un clima collaborativo e abbastanza ordinato. Ho chiesto di nuovo che fossero svolti gli ultimi cinque a casa come compito ( in questo caso avrebbero avuto tre giorni per svolgerli). Quando stavo per uscire, soddisfatta per il fatto che gli studenti stessero ingranando, anche se eravamo un po’ indietro rispetto al programma, ho riflettuto su due errori da me commessi: 1) non aver fatto scrivere VFA, VFP, VEN, VEP, né primo aspetto/secondo aspetto sul
cartellone ( ho corretto direttamente sul manifesto70) > errore rilevato da me; 2) aver proposto esercizi scollegati tra di loro, come facevo all’Università: per i ragazzi è
meglio una serie di fatti amministrativi concatenati. Per i successivi esercizi e per il compito il classe del 5/11 mi sono riproposta di creare una concatenazione di eventi. > errore rilevato dalla tutor.
Martedì 28 ottobre, prima ancora che suonasse la campanella, un alunno carismatico e noto per le sue battute e per essere un fannullone, mi si è avvicinato furtivamente, con un quaderno in mano, e, dopo un po’ di esitazioni, mi ha detto: “Prof, guardi qui, ho fatto gli esercizi, ma non lo dica a nessuno, mi raccomando!”. Io gli ho risposto che li avremmo corretti dopo in classe, ma lui ha insistito perché li controllassi, tanto che siamo entrati prima di ogni altra per-sona. Mentre lui era attentissimo che nessuno ci vedesse, gli ho detto che erano tutti sbagliati, e che avrebbe avuto convenienza a stare attento durante la lezione. Quando sono arrivati tutti gli studenti e la tutor, ho chiesto chi avesse fatto i compiti: nessuno ha alzato la mano. La ragazza cinese, vicina di banco dell’alunno “fannullone”, gli ha solleva-to il braccio ridendo. Lui è diventato paonazzo, e in tutta risposta si è disteso sulla sedia per il 68 ALL. 9 - Prima serie di esercizi – Testo. La soluz ione si trova nell’ALL. 10. 69 ALL. 1: 11-12. 70 Nell’ALL. 8 si nota come la calligrafia delle corr ezioni sia diversa: si tratta della mia.
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resto del tempo e ha rifiutato di andare alla lavagna per svolgere qualsivoglia esercizio. Io non ho insistito, e gli ho detto che avremmo rimediato la lezione successiva. Lui mi ha risposto che sarebbe stato il suo diciottesimo compleanno, e quindi non sarebbe venuto a scuola, po-tendosi fare da solo la giustificazione. Ho lasciato perdere, e ho chiamato altri cinque ragazzi per terminare gli esercizi. Ho approfittato dell’item numero 7 per spiegare le possibili artico-lazioni delle rilevazioni contabili71, e ho posto domande trabocchetto per mettere alla prova la loro reale comprensione degli esercizi. In genere, la risposta è stata positiva. Il mio unico dubbio è rimasto quanto avrebbero trattenuto, siccome gli unici momenti in cui ognuno di loro faceva attenzione erano quelli in cui era alla lavagna. Era vero che dimostravano di aver affer-rato i concetti-chiave, ma anche l’esercizio, in PD, è importante, oltre alla basilare compren-sione. L’ultimo giorno a disposizione per me prima della verifica è stato mercoledì 29 ottobre: in seguito, la classe avrebbe trascorso altro tempo insieme alla tutor, per esercitarsi ancora un po’ e chiarire i dubbi. Invece di avere le due ore a disposizione per il ripasso, visto lo slittamento della programmazione, ho proposto agli studenti di andare in LABORATORIO, casualmente libero, anche se non prenotato. Con l’ausilio del pc, abbiamo potuto cambiare modalità di svolgimento della nuova serie di esercizi72 che avevo portato. Non avendo un programma di contabilità, ed essendoci comunque troppo poco tempo per impararne uno ipotetico prima del-la verifica, ho proposto di utilizzare Excel, per fare i calcoli più in fretta ed essere più ordinati. Essendomi portata dietro, come sempre, la chiavetta con tutti i file, avevo la soluzione73 già predisposta da me: ho cancellato tutti i dati, e ho messo su una cartella comune a tutti lo sche-letro ( i mastrini senza intestazione ed il librogiornale vuoto). A turno, sei alunni sono andati a sedersi al pc principale, con lo schermo proiettato a muro, e hanno svolto un item di quelli proposti, spiegando ad alta voce quello che stavano facendo. Uno di questi è stato il ragazzo che ha compiuto 18 anni proprio il 29 ottobre: non solo non ha disertato come aveva progetta-to, ma si è anche prestato, per la prima volta, a partecipare. Purtroppo, ha avuto molte difficol-tà a creare mastrini e scrittura. Mi è parso tutt’altro che stupido, ma aveva seguito veramente troppo poco durante le lezioni precedenti, copiando pedissequamente gli appunti dalla vicina di banco, molto in gamba. Alla fine del settimo item, ho incollato sulla cartella comune la soluzione, invitando gli stu-denti (e anche la tutor) a stamparla/inviarsela tramite mail, trattandosi di un’esercitazione molto utile ai fini della verifica. In questo modo, anche i negligenti avrebbero beneficiato di una soluzione esatta, e tutti avrebbero potuto fare anche gli ultimi tre esercizi verificandone la correttezza. Sono uscita dalla classe abbastanza soddisfatta di aver svolto tutto quanto avevo programmato o quasi, seppur un po’ preoccupata per la verifica, visto che aver capito il metodo della PD non significa necessariamente essere sufficientemente veloci per risolvere una prova comples-sa. In effetti, in due ore si erano sempre corretti insieme 7-8 item. La tutor mi aveva però chie-sto di preparare un compito in classe “serio”, che avrei sottoposto a una classe “normale”. Mercoledì 12 novembre, giorno della verifica74, quando sono entrata, gli studenti avevano già disposto i banchi, allargandoli in tutta l’aula. Ho annunciato che la prova sarebbe stata di-versa a seconda delle file, e che avrebbero avuto due ore di tempo a disposizione. Mentre di-stribuivo i compiti, li ho suddivisi su file orizzontali invece che verticali, come si usa fare: 71 ALL. 1:10. 72 ALL. 11 - Seconda serie di esercizi – Testo. Soluz ioni nell’ALL. 12. In questo caso, mi sono curata di predisporre una conc atenazione di eventi consequenziali l’uno all’altro, come mi ero ripropo sta. 73 ALL. 12 – Seconda serie di esercizi – Soluzione. 74 ALL. 5 e 6: verifica su due file.
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infatti, ogni compagno era molto più vicino a quelli davanti e dietro che a quelli a sinistra e destra. La sorveglianza è stata garantita sia da me, sia dalla tutor. Durante la prova, mi sono accorta di aver commesso alcuni errori: - il cartellone della PD non era visibile a tutti: quelli nelle prime file a sinistra e destra con-
tro il muro lo vedevano troppo di sbieco, e alcuni in fondo all’aula non riuscivano a leg-gerlo (ho rimediato procurando un foglio con lo schema a chi non aveva una buona visua-le).
- ho scordato di invitarli preventivamente a non utilizzare altri fogli oltre a quelli che avevo consegnato, quindi mi sono limitata a controllare che quelli che utilizzavano per la brutta copia fossero bianchi. Non ho però visto che l’alunno diciottenne e la sua vicina cinese si erano passati una pagina di quaderno con tutte le soluzioni, già predisposte dalla ragazza. Se n’è però accorta la tutor, che ha ritirato le due prove e mi ha ingiunto di punirli severa-mente, dando loro due 0 (lo 0, non rientrando nella scala dei voti stabilita dal P.O.F., equi-vale a un “inclassificabile”).
- Sarebbe stato meglio inserire nel lay-out prima l’esercizio b), poi quello a), per un motivo di ordine pratico. Infatti ho notato che per gli alunni non è stato per nulla semplice dover riportare il librogiornale su due facciate dello stesso foglio, avendo scritto i mastrini sol-tanto sulla prima facciata.
Durante lo svolgimento, gli studenti sono stati abbastanza disciplinati, anche se il solito ra-gazzo del tutto disinteressato, seduto vicino al marocchino, non solo non ha considerato minimamente la sua prova e l’ha consegnata in bianco dopo dieci minuti, senza nemmeno il nome, ma ha minacciato anche il compagno, intimandolo a restituirmi le sue fotocopie senza scrivere nulla. Più volte quest’ultimo mi ha dato il foglio, e io gliel’ho sempre reso, invitandolo a provare almeno a fare qualcosa. Alla fine, sforzandosi al massimo per non cedere alle esortazioni del vicino, ha compilato la prima pagina, con osservazioni propositive che ne denotavano la prontezza di spirito. I compiti valutati, andati non molto bene, sono stati consegnati l’ultimo giorno di tirocinio attivo, giovedì 20 novembre, in un clima di totale anarchia. Dopo aver dedicato moltissime ore alla correzione delle verifiche, con grande dedizione nello scrivere consigli personalizzati, nessuno ha letto le mie osservazioni, e quasi tutti hanno ignorato la correzione che ho effettua-to in LABORATORIO informatico. Il paradosso è stato che, siccome avevo sbagliato l’orario ed ero arrivata a scuola due ore prima, molti studenti erano venuti a chiedermi in anticipo il voto ottenuto, nei corridoi. Ma, appena scoperto il responso, si sono totalmente disinteressati dei motivi o delle aree di miglioramento. Scocciata, ho interrotto la mia attività e ho gridato che avrei lasciato i file nella solita cartella comune, se qualcuno si fosse degnato di conside-rarla. Nei dieci minuti avanzati, ho sottoposto agli studenti il test di valutazione del mio operato, che è stato svolto nel caos più totale, seguito da una precipitosa fuga al suono della campanel-la.
� OSSERVAZIONI SUGLI ASPETTI RELAZIONALI Come si nota dalla cronistoria degli undici incontri-scontri, le relazioni con la classe sono state abbastanza burrascose, ma non prive di soddisfazioni. Alternando momenti collaborativi a giornate in cui mi sembrava di parlare da sola in mezzo a un ciclone, la classe è comunque riuscita a fare propri alcuni concetti importanti, e ad afferrare in linea generale come funziona la PD. La costruzione dei contenuti, quindi, c’è stata, e, in molte occasioni, è state veicolata in modo da poter stimolare i ragazzi, per il tramite di argomenti a loro affini. Non tutti, però, so-no arrivati a padroneggiare con sicurezza il metodo contabile.
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Se, come scrive Blandino (Blandino, 2008), in un’ottica di equilibrio omeostatico del gruppo, quest’ultimo usa elementi patologici per evacuare le proprie parti negative sugli anelli deboli, mi sono chiesta cosa volesse comunicare la classe, permettendo a quattro o cinque compagni di impedire un sereno svolgimento delle lezioni. Forse, fin dall’inizio c’è stato qualche errore di impostazione. Fortunatamente, ho visto spiragli nel comportamento di alcuni dei più indi-sciplinati. Ritengo che anche l’episodio della pipì nel cestino sia stato una sorta di richiesta d’aiuto. Infatti, la frase che ne è seguita, “Rispetto chi mi rispetta” fa trapelare che, se gli stu-denti si sentissero più ascoltati dai professori, forse si porrebbero in modo diverso. Mi sono quindi felicitata dei momenti in cui mi sono sentita in contatto con loro75, quando hanno cer-cato di farmi capire, a parole o con i fatti, di voler collaborare con me. � ANALISI CRITICA DEI RISULTATI La correzione della verifica76 è coincisa con il “momento della verità”. Anche se la valutazio-ne non ha un significato così profondo ed è suscettibile di errori e interferenze77, nel comples-so può dare un’idea di quanto gli studenti abbiano recepito. La correzione ha richiesto molto tempo, non trattandosi del classico questionario a risposta multipla. Ho dovuto predisporre dei criteri di valutazione78 che ho cercato di rispettare a grandi linee, nonostante la difficoltà di attribuzione di un punteggio per alcuni errori79. Come mi aspettavo, il quesito a) ha avuto risultati più positivi rispetto al b), dove anche chi aveva capito il metodo della PD ha visto il punteggio abbassarsi per via di sviste o errori di distrazione. Bisogna riconoscere che le due ore a disposizione fossero abbastanza stringenti: il mio obiettivo è stato far capire che senza esercizio non si può giungere alla necessaria dime-stichezza e velocità. La tutor ha insistito affinché questo concetto fosse chiaro fin dal primo 75 Ne sono esempi la lezione n. 2 del 16 ottobre ( Du rex + kebabbaro), e tutti i momenti in cui si sono svolti esercizi alla lavagna. Anche il ra-gazzo che, nonostante le premesse di scarso ascolto e il comportamento poco corretto durante la verifica ( ha copiato dalla com pagna cinese), è venuto a scuola il giorno del suo compleanno e ha svolto i l compito a casa, mi ha dato speranza. Nel suo caso, credo che fosse vittim a della legge della classe per cui “chi è bravo è out”, come anche l’al unno marocchino che si è sforzato di svolgere la verifica “abbastanza male” da essere accettato dall’amico. 76 ALL. 5 e 6, con soluzioni all’ALL. 17. 77 Ad esempio, un alunno potrebbe essere molto bravo ma aver paura di otte-nere un bel voto per timore di essere preso in giro . Un altro potrebbe es-sere intelligente ma non applicarsi, e in futuro po trebbe decidere di cam-biare il modo in cui si pone e diventare bravissimo . Inoltre, a parità di rendimento e valutazione, potrebbero esserci un rag azzo molto sveglio, che capisce in fretta e non ha bisogno di studiare molt o, e un altro che ha passato le notti sui libri. Proprio per questo, una valutazione non potrà mai essere oggettiva. Volendo per assurdo misurare “quanto vale” una perso-na in un certo ambito ( ma ciò è possibile?) si pot rebbero fissare tiranni-camente dei tempi di studio uguali per tutti e farl i rispettare, ma anche in tal caso non si avrebbero dati certi. Infatti, a nche il tempo trascorso fisicamente sui libri può essere convogliato produt tivamente o impiegato in fantasticherie del tutto aliene dall’oggetto di stu dio. 78 ALL. 20 - Criteri di valutazione. 79 Gli item 1-10 sono concentrati nel CE, per cui è d ifficile attribuire ef-fettivamente 0,4 punti ad ogni parte esatta: infatt i, chi ha sbagliato all’inizio ha trascinato l’errore anche in item suc cessivi, ed è quindi stato penalizzato rispetto a chi ha avuto sviste ve rso la fine. Anche l’item 11 non può essere valutato di netto, essendo influenzato anche dalla forma e dalla chiarezza espositiva: ho però cercato di stabilire qualche punto fermo a cui fare riferimento. Per gli item 12 -22, errori trasversali come l’omissione del tipo di variazione hanno subit o criteri di valutazione ulteriori (quest’ultimo ha visto l’abbassamento del punteggio finale di 2 punti).
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compito in classe. Ciò ha fatto sì che alcuni, pur essendo in grado di svolgere correttamente quasi tutti gli esercizi, siano “entrati nel pallone” o ne abbiano svolta solo una parte. Ci sono state alcune distorsioni dei risultati , dovute ai seguenti problemi: - Non ho potuto ignorare il fatto che l’alunna cinese, bravissima80, abbia passato il compito
al compagno81, ma non ho voluto penalizzare entrambi con uno zero, come suggerito dalla tutor. Ho deciso, dopo riflessioni e ripensamenti, di prendere il punteggio totale di en-trambi e dividerlo per 2,5 e non per 2. In questo modo, invece di avere 10 (20/2), la ragaz-za ha avuto 8 (20/2,5), e il ragazzo, invece di avere 2 ½ (5/2), ha avuto 2 (5/2,5). Non sono stata molto soddisfatta di questa scelta, in quanto, anche se ho rispettato le proporzioni, mi è sembrato che l’alunna sia stata penalizzata più del compagno. In ogni caso, il suo voto rimane dignitoso.
- Un alunno ha copiato da un compito di una fila diversa: l’accorgimento di distribuire le prove dividendole su file orizzontali e non verticali ha quindi mietuto una vittima.
- Nonostante l’intervallo di valutazioni previsto dal POF vada dall’1 al 10, ho assegnato uno zero82.Infatti, l’alunno ha consegnato alle 10,10, con ora di inizio fissata alle 10. Non ha neppure scritto il suo nome sul foglio. Trattandosi di una vera e propria sfida, non legata a una performance scolastica, sia io, sia la tutor abbiamo deciso di ritenere la prova inclassi-ficabile (ciò giustifica la valutazione 0).
I risultati della prova sono stati i seguenti:
VOTI (con penalità)
VOTI (senza penalità)
1 0 0 0 0 2 2 2 2,5 2 ½ 3 2 2 2 2 4 2,25 2+ 2,25 2+ 5 2,85 3- 2,85 3- 6 3,3 3+ 3,3 3+ 7 3,4 3++ 3,4 3++ 8 4,9 5- 4,9 5- 9 5,3 5+ 5,3 5+ 10 6,25 6+ 6,25 6+ 11 6,25 6+ 6,25 6+ 12 7,65 6/7 7,65 6/7 13 8 8 8 8 14 8 8 10 10 15 8,35 8++ 8,35 8++ 16 9 9 9 9 17 9,35 9++ 9,35 9++ Tot 88,85 91,35 Media dei voti ( con penalità copiatura) 5,23 (5+) Media dei voti ( senza penalità copiatura) 5,37 (5++) 80 ALL. 18, pp. 14-17. 81 ALL. 18, pp. 5-9. 82 ALL. 18, pp. 1-4.
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Come si nota, la media dei voti non è alta, ma è condizionata dalla prova inclassificabile. Se non si considerasse quest’ultima, diventerebbe: - 5,55 (5/6) con penalità copiatura, - 5,71 (6-) senza penalità copiatura. Senza tener conto delle distorsioni relative alla disciplina, si arriva quindi alla sufficienza. In ogni caso, ci sono molti alunni gravemente insufficienti, e altri con risultati ottimi. Si tratta di un’altra conferma della grande disomogeneità della classe, anticipatami dalla tutor fin dal nostro primo incontro. Per concludere le osservazioni sulla verifica, i punti su cui la classe ha incontrato maggiori difficoltà sono state:
1. far pareggiare il CE (dovuta, secondo me, al fatto che fosse presentato a sezioni con-trapposte e non in forma scalare);
2. commentare in modo ampio e argomentato il CE; 3. non fare confusione tra D e A nel librogiornale; 4. traslare la contabilità dai mastrini al librogiornale, senza fare errori di disattenzione; 5. ricordare di scrivere il tipo di variazione.
Come si nota, buona parte dei principali errori è stata dovuta alla scarsa capacità di concentra-zione. Mi è dispiaciuto che anche persone che avevano capito il meccanismo abbiano avuto insufficienze, ma penso che si tratti di una frustrazione necessaria, in quanto mirata a favorire maggior concentrazione nella prova successiva. � RIFLESSIONE CRITICA SULL’ESPERIENZA DIDATTICA Dopo aver terminato gli interventi didattici, ho fatto il punto della situazione: la mia autova-lutazione è stata nel complesso positiva, soprattutto in relazione alle premesse. Ho apprezza-to, nel mio operato, soprattutto la capacità di prendere spunto da tematiche “scomode”83 pro-poste dagli studenti, per impiegarle e integrarle nell’intervento didattico. Inoltre ritengo che una mia caratteristica positiva sia lo stimolare sempre gli studenti con domande, e il risponde-re alle loro, alla ricerca di dialogo. Penso di avere margini di miglioramento sulle modalità di gestione dei momenti di indiscipli-na: durante i miei interventi didattici ho gridato tantissimo, ho provato ad avvicinarmi molto agli studenti più caotici e a fissarli negli occhi in silenzio, ho confiscato oggetti, ho tentato invano di stilare una pergamena delle regole da rispettare, ma ho avuto l’impressione di corre-re disperatamente a rattoppare un vestito già liso. Per il futuro, mi auguro di essere in grado di prevenire l’indisciplina. Ritengo comunque che sia più facile gettare le basi in una classe in cui si è titolari, piuttosto che in una in cui si è di passaggio. Inoltre, ho una tendenza all’improvvisazione che può essere un’arma a doppio taglio: favori-sce l’integrazione di tematiche che coinvolgano gli studenti, ma a volte può portare a sottova-lutare la programmazione. Ad esempio, per la verifica, ritenevo di averla progettata con cura, ma mi sono accorta che avrei dovuto stabilire meglio la distribuzione dei punteggi, a priori. Ho dovuto ridefinirla durante la correzione, perdendo più tempo ancora nell’armonizzare tutte le prove. L’ insegnamento tratto dall’esperienza è stato che quasi ogni alunno può essere coinvolto nell’attività didattica, per quanto disinteressato possa apparire. E’ importante che sia sollecita-to nel modo giusto. Al contempo, essendo diversi tra loro, non tutti gli studenti potranno esse- 83 Soprattutto durante la lezione n. 2, di giovedì 16 Ottobre, ho reputato gratificanti i risultati del CE del kebabbaro in pr imis, e anche quello dell’esempio sulla pubblicità della Durex.
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re sensibili agli stessi stimoli. Per questo, è necessario variare i modi di insegnare per poter coinvolgere la maggior parte degli alunni. Inoltre, non sempre le attività più piacevoli raccolgono la maggiore attenzione: anzi, a volte, se si propone una lettura di un articolo di attualità e questa viene colta come fine a se stessa, si rischia di far rilassare gli alunni, come se si trattasse di un momento di svago, ottenendo indi-sciplina maggiore rispetto a momenti più “tradizionali”. Per questo, ritengo che occorra conte-stualizzarli nell’ambito della materia insegnata, anche se non sempre ciò è possibile. Del re-sto, bisogna tener presente che nell’insegnamento non tutto è prevedibile, quindi conviene armarsi di una buona dose di capacità di improvvisazione.
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CONCLUSIONE: ASPETTI METACOGNITIVI DELL’ATTIVITA’ S VOLTA In conclusione, sono stata soddisfatta dell’esperienza vissuta, sia per quanto riguarda la tutor , con cui ho collaborato volentieri, sia per la classe, sfidante proprio grazie alla sua spigolosità. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’insegnante titolare mi è piaciuta per la sua attitudine a lasciarmi un ampio grado di autonomia, cercando anche di imparare qualcosa da me, seppur io fossi (e sia) molto più inesperta di lei. Sono stata lusingata e motivata dalla sua proposta di gestire una classe difficile: ha colto l’occasione per vedere una persona “fresca” di studi alle prese con una situazione che le creava uno stato di ansia. Oltre a sentirsi aiutata e supportata nella gestione dell’indisciplina, ha potuto valutare come metodi diversi dai suoi impattassero sulla classe. Si è quindi trattato di un reciproco arricchimento, che ha comportato una buona dose di fiducia da parte sua. In merito al suo feed-back, è stata soddisfatta dell’esperienza e del mio operato. Ha partico-larmente apprezzato la mia creatività, e in certi momenti si è stupita della relativa calma che si era creata in classe. A marzo sono passata a trovarla direttamente in III D, e mi ha detto che gli studenti si erano calmati, ed era più semplice attirarne l’attenzione. Il feed-back della classe, per me molto importante, è stato apportato tramite test di valutazione del mio operato da soli 14 alunni su 17. Il questionario si articolava in domande in cui, ano-nimamente, si sarebbe dovuto esprimere il proprio gradimento per alcuni aspetti legati all’intervento didattico, graduandolo su una scala oscillante tra 1 (gradimento minimo) e 5 (gradimento massimo). Un’altra parte prevedeva che si individuassero gli ambiti in cui si fossero riscontrate difficol-tà, apportando una crocetta sul sì o sul no. I risultati non sono del tutto attendibili, perché vari alunni, avendo compilato le domande do-po aver ottenuto un brutto voto della verifica, mi hanno detto: “Prof, non se la prenda a male, ma dobbiamo pur ben vendicarci!”. Ho creato un file in Excel con tutti i risultati ottenuti84, di cui riporto i grafici riassuntivi.
VALUTAZIONE DEL TIROCINANTE
0 1 2 3 4 5
Uso dei termini
Presentazione contenuti
Modalità di insegnamento
Coinvolgimento
Interesse
Voto medio
Da quanto sopra raffigurato, si nota che modalità di insegnamento, presentazione dei contenu-ti e uso dei termini sono reputati nella media. C’è un ossimoro tra l’interesse provato per l’intervento didattico e il coinvolgimento. Il primo è alto, il secondo basso. Questo potrebbe significare che, pur essendo stimolati dall’argomento, vari studenti non si siano sentiti parte- 84 ALL. 19 - Test di valutazione del tirocinante comp ilato dagli alunni.
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cipi delle mie modalità di presentazione, il che appare in contrasto con la mia convinzione e-spressa nel capitolo relativo alla riflessione critica sull’esperienza didattica. Il grafico successivo, invece, si riferisce alla percentuale di alunni che hanno riscontrato diffi-coltà:
DIFFICOLTA' RISCONTRATE DAGLI ALUNNI
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
Seguire le lezioni
Prendere appunti
Esercitazioni/verifiche in classe
Studio/esercitazioni a casa
% di risposte affermative
Le maggiori complicazioni sono state colte nel seguire le mie lezioni: in parte, ciò potrebbe essere dovuto a me, ma penso che una buona percentuale delle risposte affermative sia dovuta all’impossibilità di ascoltare quello che dicevo, tale era il caos prodotto dagli studenti stessi. Molti test, poi, sono stati svolti in modo contraddittorio: per esempio, un alunno che ha dato voti molto bassi a tutti gli altri aspetti, denotava interesse pari a 5, ma il commento era il se-guente: “Uhm non né ho idea però il mio amico dice…che più o meno a riso il suo interven-to abb. banale e poco esplicito…riguardo a me non né ho idea…”. Concludendo, comunque, mi ritengo soddisfatta per aver fatto partecipare alle mie lezioni a-lunni di solito disinteressati, e per aver invogliato qualcuno a vedere le cose sotto altri punti di vista. L’interazione non è stata idilliaca, ma ho visto in quasi tutti segnali di collaborazione in nuce, e questo è bastato a darmi l’entusiasmo che sarebbe servito a perseverare, nel caso in cui si fosse trattato di una mia classe, nel cercare di condurla dignitosamente alla fine dell’anno scolastico. Ripensando alle mie esperienze di vita precedenti e concomitanti il tirocinio, mi sono accorta che alcune di esse sono state molto utili per la mia crescita professionale. In particolare: � Le ripetizioni di inglese/matematica e i corsi di lingua italiana presso il Centro Migrantes
di Cuneo (2000-2003) hanno costituito il mio primo contatto (molto positivo) con l’insegnamento. Il mio amore per questo tipo di lavoro risale quindi a ben nove anni fa.
� L’insegnamento dell’italiano presso un centro di formazione in Francia (2004), valutata dai clienti e con ottenimento di tante più lezioni (e quindi denaro, essendo pagata a ore) quanto più successo si ottenesse presso i suddetti, mi ha portata a sviluppare buone com-petenze relazionali e iniziativa per rendere accattivanti le lezioni. Pur trattandosi di un’esperienza nell’ambito di una disciplina diversa, con un’utenza differente e più varie-gata, trovo che sia servita a darmi più sicurezza nell’insegnamento in generale. Inoltre ho capito che mi piace questo lavoro, nonostante, e anche grazie alle difficoltà e agli ostacoli inevitabilmente distribuiti lungo il percorso prescelto.
� La preparazione per il CAPES (2003-2006), il Certificato di Attitudine al Professorato e insegnamento (Enseignement) nella scuola Secondaria superiore (corrispondente all’abilitazione S.I.S. italiana) mi ha permesso di imparare la didattica in modo più “scien-tifico”, mentre prima improvvisavo molto le mie lezioni. Da un lato, ho avuto conferma del fatto che alcune delle mie “invenzioni didattiche” precedenti fossero fondate, dall’altro ho sistematizzato meglio il mio sistema di riferimento.
32
� La SIS, anche se arrivata dopo anni di esperienze disparate nell’ambito dell’attività docen-te, ha aggiunto molti elementi ancora alla mia professionalità. La capacità, o, perlomeno, il tentativo di lettura in chiave critica di ogni accadimento mi sono stati conferiti anche da questo tipo di formazione.
• Per quanto riguarda la parte trasversale, ho tenuto presenti i dettami del Prof. Blandino sull’importanza della relazione (Blandino 2008), e ho cercato di ascoltare gli studenti, di capire le loro esigenze. Ho inoltre tenuto conto del fatto che ognuno di loro è una persona preziosa che può aiutarmi a crescere, e che l’apprendimento non è unidirezionale, ma reciproco. Ho sfruttato le conoscenze acquisite in Docimologia e Didattica sperimentale sulla preparazione della verifica, cercando di rispettare i dettami per creare una prova valida ed attendibile, anche se non ci sono riuscita al 100%. Dalle lezioni di Didattica ho estrapolato il modello della didattica per problemi, cercando di sviluppare la zona di sviluppo prossimale degli allievi, studiata in Psi-cologia. Anche la scheda di autoanalisi di ruolo, propostaci durante il laboratorio di Socio-logia e riguardante la professionalità del docente, mi è stata utile per fissare le mie aree di miglioramento. Scrivendo nero su bianco le mie responsabilità, le risorse a mia disposizione, il mio grado di autonomia, ma soprattutto i problemi riscontrabi-li, gli imprevisti e i cambiamenti apportabili nell’organizzazione del lavoro, ho a-vuto le idee più chiare sui miei comportamenti da valorizzare e su quelli da modi-ficare. Tra i primi, intendo approfondire l’ascolto degli alunni e la mia capacità di imbastire discussioni stimolando gli studenti con domande che sviluppino il dibat-tito. Di conseguenza, dovrò lavorare meglio sull’organizzazione delle timetable, senza farmi condizionare troppo da richieste destinate a perdere tempo provenienti dalla classe, ma valorizzando i contenuti utili. Con questa osservazione si chiude l’anello, in quanto si torna a parlare di ascolto: per poter distinguere le intenzioni degli studenti, è necessario ascoltarli attivamente. Anche se non esplicitamente, penso che tutto quanto acquisito ai corsi trasversali abbia formato e formerà anche in futuro un substrato dal quale attingere, conscia-mente o inconsciamente, durante i miei interventi didattici.
• I laboratori disciplinari mi hanno abituata a pianificare gli interventi, a prevedere i tempi, e ad avere più consapevolezza delle lezioni che ho effettuato. Prima di se-guire quei corsi, le mie lezioni erano molto più improvvisate. Inoltre, anche se è stato un iter faticoso, sostenere tutti gli esami a cui ci hanno sottoposti i professori disciplinari mi è servito per aumentare la mia conoscenza delle materie economi-co-aziendali. Con ciò, sono perfettamente consapevole della necessità di approfon-dire ulteriormente e aggiornare le competenze maturate.
Del resto, la S.I.S. non è che il punto di partenza di un lungo viaggio.
33
ALLEGATI ALL 1. Teaching notes; ALL 2. Programmazione dell'ID; ALL 3. Curricolo I.G.E.A.; ALL 4. Estrapolazione del P.O.F. sulla valutazione; ALL 5. Verifica fila 1; ALL 6. Verifica fila 2; ALL 7. Piano di lavoro III D; ALL 8. Foto scattate in classe durante le lezioni sulla PD; ALL 9. Prima serie di esercizi – Testo; ALL 10. Prima serie di esercizi – Soluzioni; ALL 11. Seconda serie di esercizi – Testo; ALL 12. Seconda serie di esercizi – Soluzioni; ALL 13. Diario di bordo; ALL 14. Articolo sull’insoddisfazione degli studenti; ALL 15. Articolo discusso in classe sulla mozione Cota; ALL 16. Post sul mio blog personale recante riflessioni sulla mozione Cota; ALL 17. Soluzioni verifica; ALL 18. Campioni di verifiche risolte dagli alunni e corrette; ALL 19. Test di valutazione del tirocinante compilato dagli alunni; ALL 20. Criteri di valutazione; ALL 21. Schema relativo all’intervento sulla PD nella classe III D in tutta la sua esplicazio-ne.
ALL. 1 – Teaching notes
1
LEZIONI SULLA PARTITA DOPPIA ( tirocinio classe III D) Mi presento e faccio presentare la classe. DOMANDE PREVENTIVE che pongo agli alunni (scrivendo alla lavagna le parole-chiave):
� Cos’è un’azienda? Perché nasce? ( Organizzazione durevole che attua un processo volto alla produzione di nuova ricchezza e/o al consumo di quella in precedenza acquisita. Tale processo richiede l’impegno coordinato e razionale del lavoro umano e dei beni disponibili/Per soddisfare bisogni con vendita di beni/servizi.)
� Perché un’azienda deve tenere la contabilità? � Cos’è una fonte? E un investimento? (FONTE DI FINANZIAMENTO= da dove
provengono i mezzi necessari alla costituzione dell’azienda e allo svolgimento dell’attività aziendale / INVESTIMENTO = fattori produttivi acquistati per lo svolgimento dell’attività aziendale -> Cosa sono i fattori produttivi? I fattori produttivi sono tutti quei fattori che rendono possibile la produzione: materie prime, personale... Partendo dal presupposto che ad ogni singolo fattore corrisponde un costo, un'opportuna ricerca per utilizzare la migliore combinazione di fattori produttivi è necessaria per poter determinare la soluzione più economica e allo stesso tempo più redditizia possibile dell'azienda.)
� COS’E’ IL BILANCIO? COS’E’ IL BILANCIO Ripasso dello S.P., già visto con l’insegnante sotto la forma di “prospetto del patrimonio”. Siccome gli studenti sono abituati al “prospetto del patrimonio” proposto nei libri adottati negli anni precedenti, estrapolo lo schema da libro vecchio1, traslandolo sullo schema dello Stato Patrimoniale secondo Codice civile ( semplificato). Faccio alla lavagna i due schemi come qui sotto, per rendere chiari i passaggi:
PROSPETTO DEL PATRIMONIO vs STATO PATRIMONIALE IMPIEGHI FONTI
Capitale proprio
Patrimonio netto • Capitale sociale • Riserve • Utile/perdita
d’esercizio
Fattori a lungo ciclo di utilizzo
Immobilizzazioni • Immateriali • Materiali • Finanziarie
Fattori a breve ciclo di utilizzo Disponibilità liquide
Attivo circolante • Rimanenze • Crediti • Attività finanziarie • Disponibilità
liquide
Capitale di debito - Fondi per rischi e oneri
- TFR - Debiti
Consegno anche i seguenti schemi come da Codice civile completi, invitando gli studenti a memorizzare quello dello S.P. appena visto e, per il C.E., riscrivo alla lavagna lo schema riportando
1 Sorrentino, “Azienda passo passo”, vol. 1, Ed. Paramond, Milano, 2008 ( versione del libro da me utilizzata).
ALL. 1 – Teaching notes
2
solo i raggruppamenti preceduti dal lettere maiuscole e le voci precedute da numeri arabi ( ma solo fino al numero 14).
Faccio notare come nello SP convergano CASSA, BANCA , CREDITI (incassi differiti) e DEBITI ( pagamenti differiti). Sono GRANDEZZE STOCK, perché nello SP si indica la loro entità al 31/12 o comunque alla data a cui fa riferimento il bilancio, se l’esercizio non coincide con l’anno solare o se si tratta di un bilancio infrannuale ( quindi in tutte le altre date dell’anno potevano avere valore diverso).
ALL. 1 – Teaching notes
3
Sottolineo che l’unico punto di collegamento tra lo S.P. e il C.E. è il REDDITO D’ESERCIZIO 2 . Faccio notare come nel CE convergano COSTI (corrispettivi dovuti, derivanti dall’acquisto di beni e servizi acquisiti tramite scambi monetari) e RICAVI ( corrispettivi ottenuti, derivanti dalla vendita di beni e servizi prodotti o commercializzati dall’azienda e ceduti tramite scambi monetari). Sono grandezze FLUSSO ( variazione tra l’inizio e la fine dell’esercizio). � QUINDI , come si nota dalle definizioni fornite, COSTI e RICAVI DERIVANO da movimenti
di CASSA, BANCA, CREDITI, DEBITI. (N.B.!!!!!!!!!).
2 Risultato economico conseguito con la gestione in un periodo amministrativo, che scaturisce dalla differenza tra i ricavi e i costi provocati dalle operazioni di gestione di competenza del (vale a dire riferibili al) periodo considerato.
ALL. 1 – Teaching notes
4
� PARTITA DOPPIA Chiedo a loro: perché PARTITA e perché DOPPIA? Mi aiuto con la seguente pagina del libro di testo in dotazione3:
Inoltre mi appoggio all’estratto di alcune slide ( riportate nei riquadri) forniteci dalla Prof.ssa De Bernardi durante le lezioni S.I.S. sulla partita doppia, adattando i termini a quelli presenti sul libro di testo in uso4:
3 Astolfi, Rascioni, Ricci, “Entriamo in azienda 1”, Ed. Tramontana, Milano, 2006 ( si tratta della versione del libro che ho utilizzato io).
ALL. 1 – Teaching notes
5
Spiego che lo schemino è detto T account. � Finanziario è ciò che implica che io faccia, ora ( - CASSA/BANCA) o in futuro (+DEBITI) o
riceva, ora (+ CASSA/BANCA) o in futuro (+ CREDITI) un pagamento > gen. legato a persone/enti ecc… ( ex. crediti vs/clienti; debiti vs fornitori,…)
� Economico è ciò che è legato all’ottenimento (+ COSTI)/cessione (+ RICAVI) di beni/servizi > gen legato a merci/prodotti/servizi acquistati, venduti ecc… ( ex. merci c/acquisti, materie prime c/vendite,…).
4 Astolfi, Rascioni, Ricci, “Entriamo in azienda 1”, Ed. Tramontana, Milano, 2006 ( si tratta della versione del libro che ho utilizzato io).
LA CONTABILITA’ GENERALE AL FINE DI PERSEGUIRE I SUOI OBIETTIVI UTILIZZA: IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA IL CONTO COME STRUMENTO DI RILEVAZIONE LE CONVENZIONI PER IL FUNZIONAMENTO DEI CONTI NELLA P.D.
IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA FAR FUNZIONARE IN MODO SIMULTANEO E ANTITETICO DUE SERIE DI CONTI
IL CONTO E’ UN PROSPETTO DI RILEVAZIONE DELLE QUANTITA’ DI UNO SPECIFICO OGGETTO, DIVISO IN DUE SEZIONI DI SEGNO OPPOSTO:
CONTO X
DARE AVERE
CONTO X
DARE AVERE
LA TERMINOLOGIA DEI CONTI • APRIRE/ACCENDERE UN CONTO: INTESTARE IL CONTO E INIZIARE LE RILEVAZIONI
NELLO STESSO; • TENERE UN CONTO:PROSEGUIRE LE RILEVAZIONI NEL CONTO; • ADDEBITARE UN CONTO: ISCRIVERE UN VALORE NELLA SEZIONE DARE; • ACCREDITARE UN CONTO: ISCRIVERE UN VALORE NELLA SEZIONE AVERE; • SALDO: LA DIFFERENZA TRA IL TOTALE DARE E IL TOTALE AVERE ; • CHIUDERE UN CONTO: VERIFICARE CHE IL SALDO SIA NULLO E CHE LE DUE
SEZIONI BILANCINO.
CONVENZIONI IL FUNZIONAMENTO DELLE DUE SERIE DI CONTI CHE COMPONGONO IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA SI FONDA SULLA: � CONVENZIONE ORIGINARIA (FUNZIONAMENTO CONTI FINANZIARI) � CONVENZIONE DERIVATA (FUNZIONAMENTO CONTI ECONOMICI)
ATTENZIONE: i termini DARE/AVERE sono una CONVENZIONE, non bisogna legarli al loro significato
letterale!!!!!!!!
1
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3
4
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ALL. 1 – Teaching notes
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E’ mia precisa intenzione non citare, per non confondere le idee, i conti economici di capitale e le variazioni economiche pluriennali, per il momento. Ritengo che sia importante capire prima molto bene le variazioni economiche e finanziarie illustrate ( correzioni apportate con la terminologia “da Tramontana”).
I FATTI AMMINISTRATIVI POSSONO ESSERE OSSERVATI SOTTO UN DUPLICE ASPETTO:
A) ASPETTO FINANZIARIO ( ORIGINARIO)
ATTIVE PASSIVEATTIVE PASSIVE
B) ASPETTO ECONOMICO ( DERIVATO)
NEGATIVE POSITIVENEGATIVE POSITIVE
VARIAZIONI FINANZIARIE
VARIAZIONI ECONOMICHE
VARIAZIONI FINANZIARIE + CASSA
+ CREDITI VARIAZIONI FINANZIARIE. ATTIVE (VFA) � SEZ. DARE ☺ - DEBITI - CASSA
- CREDITI VARIAZIONI FINANZIARIE PASSIVE (VFP) � SEZ. AVERE � + DEBITI VARIAZIONI ECONOMICHE + COSTI
- RICAVI VARIAZIONI ECONOMICHE NEGATIVE (VEN) � SEZ. DARE � + RICAVI
- COSTI VARIAZIONI ECONOMICHE POSITIVE (VEP) � SEZ. AVERE ☺
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Integro con le seguenti pagine del Tramontana ( ma dico agli studenti di considerare soltanto quanto già detto nelle slide, oltre a quanto si vede sottolineato nelle immagini qui sotto):
SI AFFRONTERA’
IN FUTURO
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ALL. 1 – Teaching notes
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Inizio a fare alla lavagna lo schema DARE/AVERE, spiegando ogni voce: CASSA, CRED./DEB., COSTI/RICAVI. DDDD AAAA
+ COSTI + RICAVI DI REDDITODI REDDITODI REDDITODI REDDITO
- RICAVI -COSTI
CONTO CONTO CONTO CONTO
ECONOMICOECONOMICOECONOMICOECONOMICO
DI CAPITALEDI CAPITALEDI CAPITALEDI CAPITALE - CAPITALE NETTO + CAPITALE NETTO
+ CASSA/BANCA - CASSA/BANCA
+ CREDITI - CREDITI
CONTO FINANZIARIOCONTO FINANZIARIOCONTO FINANZIARIOCONTO FINANZIARIO
- DEBITI + DEBITI
In seguito faccio predisporre ad alcuni studenti un cartellone da appendere in classe recante lo schema sopra ( e con uno spazio vuoto per i conti economici di capitale, che si aggiungeranno in seguito). OSS. IMPORTANTE: si rilevano in partita doppia soltanto i fatti ESTERNI di gestione, e non quelli INTERNI. Ex. Se registro fatture, ricevute, emetto assegni devo fare la registrazione in PD; se sposto merce per un certo valore da un magazzino all’altro non devo fare nulla.
SI AFFRONTERA’
IN FUTURO
CIO’ CHE NON E’ SOTTOLI- NEATO SI AFFRONTE- RA’ IN FU- TURO
LIBROGIORNALE LIBRO CONTABILE DOVE I FATTI DI GESTIONE SONO RILEVATI IN ORDINE CRONOLOGICO. INTESTAZIONE TIPICA: DATA DESCRIZIONE CONTI D A
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ALL. 1 – Teaching notes
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Esempio tratto dalla vita degli studenti: Nella vostra vita potreste ricavare già degli aspetti economici e degli aspetti finanziari: Io vi dirò delle cose che possono succedervi nell’organizzazione di una festa, e voi creerete mastrini e librogiornale:
1) 05/n: si vendono biglietti per la festa in prevendita: 50 biglietti da 10 €. 2) 06/n: si comprano bevande e cibarie varie per 200 €. 3) 07/n: si affitta un impianto stereo per 200 € , ma si pagherà solo il 30/n. 4) IL 16/n SI FA LA FESTA 5) Il 30/n si pagano i 200 € per l’impianto stereo.
Creare i T account delle scritture dell’esercizio e impostare le scritture relative in partita doppia (librogiornale).
DATA DESCRIZIONE CONTI D A 05/n
Prevendita biglietti Cassa VFA Ricavi di vendita VEP
500 500
06/n Acquisti in panetteria Cassa VFP Costi per acquisti VEN
200
200
07/n Ritiro dell’impianto stereo Deb. Vs negoziante di musica VFP Costi per acquisti VEN
200
200
30/n Pagamento dell’impianto stereo
Cassa VFP Deb. Vs negoziante di musica VFP
200
200
Guardiamo cosa ci rimane in cassa dai mastrini. OSSERVAZIONE: raduniamo le variazioni dividendole tra numerarie ed economiche, per arrivare a una situazione al 31/n:
CASSA 500 200
200 100
DEB. VS NEG. MUSICA 200 200
0 0
RICAVI DI VENDITA
500
500
COSTI PER ACQUISTI 200 200
400
Osservazioni: quadratura dei mastrini, chiusura dei mastrini, corrispondenza mastrini-librogiornale…
ALL. 1 – Teaching notes
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MINI S.P. MINI C.E.
VEN � COSTI
VEP ☺ RICAVI
200 200 ---
400
500 --- 500
- Perché non mettiamo i 200 € del debito verso il negoziante di musica? (R. perché si
estingue). - 500 – 400= 100 -> COS’E’ 100? E dove andiamo a collocarlo per far quadrare questi due
mini SP e CE? (R. manca il reddito d’esercizio, che giustifica lo sbilanciamento, e va inserito tra le VFP/FONTI nel mini S.P. e a sinistra nel mini C.E., in modo da rappresentare la differenza tra VEP e VEN).
VEN � COSTI
VEP ☺ RICAVI
200 200
UTILE ☺ 100 ---
500
500 --- 500
ARTICOLAZIONE DELLE RILEVAZIONI CONTABILI :
- Semplice
DATA DESCRIZIONE CONTI D A Data Descrizione del fatto
amministrativo Conto x ( tipo di variazione) Conto y ( tipo di variazione)
10
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- Composta
DATA DESCRIZIONE CONTI D A Data Descrizione del fatto
amministrativo Conto x ( tipo di variazione) Conto y ( tipo di variazione) Conto z ( tipo di variazione)
10 7 3
- Complessa
DATA DESCRIZIONE CONTI D A Data Descrizione del fatto
amministrativo
Conto x ( tipo di variazione) Conto y ( tipo di variazione) Conto z ( tipo di variazione) Conto w ( tipo di variazione)
7 3
4 6
VFA ☺ IMPIEGHI
VFP � FONTI
500
--- 500
200 200 --- 400
VFA ☺ IMPIEGHI
VFP � FONTI
500
--- 500
100 200 200 --- 400
ALL. 1 – Teaching notes
11
IL PIANO DEI CONTI Gli alunni hanno a disposizione il piano dei conti allegato al libro di testo, di cui incollo qui un estratto:
ALL. 1 – Teaching notes
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ESERCIZI Una volta affrontata questa parte, sarà necessario consolidare quanto appreso, svolgendo esercizi. Alcuni di quelli proposti sono tratti da: Campra, Cantino, “Contabilità e bilancio d’esercizio – casi ed esercizi”, Giappichelli editore, Torino, 2000; altri sono stati creati da me.
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ALL. 3 – Curricolo I.G.E.A.
1
I.G.E.A.I.G.E.A.I.G.E.A.I.G.E.A.
INDIRIZZO GIURIDICO ECONOMICO INDIRIZZO GIURIDICO ECONOMICO INDIRIZZO GIURIDICO ECONOMICO INDIRIZZO GIURIDICO ECONOMICO
AZIENDALEAZIENDALEAZIENDALEAZIENDALE E’ un corso che risponde all’esigenza di preparare Ragionieri secondo il nuovo profilo
professionale, delineato e richiesto dall’attuale mondo del lavoro. Pertanto, attraverso nuove
discipline di studio e soprattutto nuovi metodi di insegnamento, fornisce le basi per acquisire una
serie di abilità, quali:
• utilizzare metodi, strumenti, tecniche contabili ed extra-contabili per una corretta rilevazione dei
fenomeni gestionali,
• leggere, redigere ed interpretare ogni significativo documento aziendale,
• gestire il sistema informativo aziendale e/o i suoi sottosistemi anche automatizzati, nonché
collaborare alla loro progettazione o ristrutturazione,
• elaborare dati e rappresentarli in modo efficace per favorire i diversi processi decisionali,
• cogliere gli aspetti organizzativi delle varie funzioni aziendali,
• operare in ambiente in continuo cambiamento,
• trattare processi di attività astratta e non di routine,
• prendere decisioni e assumere responsabilità,
• operare entro orizzonti di tempo e di spazio in espansione.
L'indirizzo IGEA, attraverso nuove discipline di studio e nuovi metodi di insegnamento, prepara
ragionieri a cui fornire abilità e competenze più adatte al profilo professionale oggi richiesto dal
mondo del lavoro e universitario.
ALL. 3 – Curricolo I.G.E.A.
2
ALL. 4 - Estrapolazione del P.O.F. sulla valutazione
ALL. 5 - Compito in classe fila 1
1
Data………………………………. Cognome:…………………………………….. Nome:…………………………………………
CLASSE III D
VERIFICA DI ECONOMIA AZIENDALE*
a. Costruisci il conto economico provvisorio di una gelateria dopo un mese di attività, al 30/06/2008, considerato che:
� Ha affittato il locale, con dentro tutti i macchinari per fare il gelato, anch’essi in affitto, per 400 €, inclusivi di spese per luce e gas;
� Ha comprato 100 € di coni e 200 € di ingredienti vari per fare i gelati; � Il proprietario lavora da solo. � Vengono venduti, durante il mese, 100 coni a 1 €, 200 a 2 € e 50 a 3 €. NB: seleziona la casella UTILE o PERDITA a seconda del caso in cui pensi di trovarti, quindi scrivi a lato l’importo relativo.
CONTO ECONOMICO AL 30/06/2008
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� UTILE …………
� PERDITA …………
TOT……………………………………… TOT………………………………………… Esprimi un giudizio sull’attività in esame: ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………
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ALL. 5 - Compito in classe fila 1
2
b. Predisponi mastrini e librogiornale dei seguenti fatti amministrativi accaduti nell’azienda Alfa Spa, quando ritieni che serva. E’ richiesto che tu indichi, per ogni conto, se si tratta di VFA ( Variazione Finanziaria Attiva), VFP ( Variazione Finanziaria Passiva), VEP (Variazione Economica Positiva) o VEN (Variazione Economica Negativa). Non è necessario che tu predisponga il commento, ma se ti aiuta ad arrivare alla soluzione potrai scriverlo.
1. Si riscuotono in denaro contante affitti attivi per 5.000 € il 10/10/08. 2. Di questi 5.000 €, il 10/10/08 se ne prelevano 3.000 dalla cassa per versarli sul proprio
conto corrente bancario. 3. Con i 2.000 € residui, il 13/10/08 si compra merce da un fornitore, pagando in contanti. 4. Il 13/10/08 si vendono merci non imponibili IVA per 10.000 € a un cliente, che pagherà
il 20/10/08, emettendo fattura. 5. Il 15/10/08 si trasferiscono merci del valore di 15.000 € dal magazzino di via Anselmi a
quello di piazza Nannini. 6. Il 16/10/08 si riceve fattura per l’acquisto di materie prime per 3.000 €, con pagamento
dilazionato di cinque giorni. 7. Il 20/10/08 si incassa il credito del 13/10/08. 8. Il 21/10/08 ………………………………………………………………………. 9. Il 31/10/08 si paga un premio assicurativo annuale di 2.000 € mediante invio di bonifico
bancario. 10. Il 31/10/08 vengono accreditati sul proprio conto corrente bancario 15 € di interessi
attivi bancari. 11. Il 4/11/08 si va in Banca e si ritirano 1.000 €, che si versano nella propria cassa.
Spazio per eventuali commenti: ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………
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ALL. 5 - Compito in classe fila 1
3
Spazio per i mastrini: Librogiornale: DATA DESCRIZIONE CONTI D A
ALL. 5 - Compito in classe fila 1
4
DATA DESCRIZIONE CONTI D A
Ora chiudi tutti i mastrini, facendo la differenza tra dare e avere, e trai le seguenti conclusioni:
1. quanti soldi ci sono in cassa? ……………………………………….. 2. quanti soldi ci sono in banca? ………………………………………… 3. cosa succede ai crediti e ai debiti? ..................................................................
PUNTEGGIO ESERCIZIO 1 � predisposizione C.E.: 4 punti � commento C.E.: 2 punti TOTALE 6 PUNTI ESERCIZIO 2 � scritture: 1 punto per ogni scrittura esatta in librogiornale, con corretta specificazione del tipo di
variazione ( tot. 11 punti) � domande: 1 punto l’una ( tot. 3 punti) TOTALE 14 PUNTI IL VOTO FINALE CORRISPONDERA’ ALLA SOMMA DI TUTTI I PUNTI OTTENUTI DIVISA PER DUE. IL MASSIMO PUNTEGGIO E’ 20/2=10.
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ALL. 6 – Compito in classe fila 2
1
Data………………………………. Cognome:…………………………………….. Nome:…………………………………………
CLASSE III D
VERIFICA DI ECONOMIA AZIENDALE a. Costruisci il conto economico provvisorio di una piadineria dopo un mese di attività, AL
30/06/2008, considerato che: 1. Il proprietario lavora con una cameriera part-time, che paga 500 € al mese. 2. Il locale è di proprietà del proprietario da anni e anni, ma lui spende 100 € al mese di
spese di amministrazione; 3. paga100 € per le bollette di luce e gas; 4. Ha comprato 300 € di ingredienti vari per fare le piadine; 5. Vengono vendute, durante il mese, 100 piadine da 3 €, 300 da 4 € e 100 da 5 €. NB: seleziona la casella UTILE o PERDITA a seconda del caso in cui pensi di trovarti, quindi scrivi a lato l’importo relativo.
CONTO ECONOMICO AL 30/06/2008 ……………………………………. RICAVI
…………………………………………… …………………………………………… …………………………………………… …………………………………………… Tot …………
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� UTILE …………
� PERDITA …………
TOT……………………………………… TOT………………………………………… Esprimi un giudizio sull’attività in esame: ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………
ALL. 6 – Compito in classe fila 2
2
b. Predisponi mastrini e librogiornale dei seguenti fatti amministrativi accaduti nell’azienda Omega Spa, quando ritieni che serva. E’ richiesto che tu indichi, per ogni conto, se si tratta di VFA ( Variazione Finanziaria Attiva), VFP ( Variazione Finanziaria Passiva), VEP (Variazione Economica Positiva) o VEN (Variazione Economica Negativa). Non è necessario che tu predisponga il commento, ma se ti aiuta ad arrivare alla soluzione potrai scriverlo.
1. Il 30/09/08 vengono accreditati sul proprio conto corrente bancario 30 € di interessi attivi bancari.
2. Il 2/10/08 si riscuotono in denaro contante affitti attivi per 10.000 €, versandoli in cassa. 3. Il 3/10/08 si compra merce da un fornitore per 2.500 €, pagando in contanti. 4. Il 6/10/08 si versano sul conto corrente bancario 5.000 €, prendendoli dalla cassa. 5. Il 7/10/08 si spostano 3.000 € di merci da un magazzino all’altro. 6. L’8/10/08 si emette una fattura di vendita di merci non imponibili IVA per 15.000 €, e il
cliente pagherà dopo quindici giorni. 7. Il 9/10/08 si va in Banca e si ritirano 2.000 €, che si versano nella propria cassa. 8. Il 10/10/08 si riceve una fattura di acquisto di merci non imponibili IVA per l’importo di
3.000 €, con pagamento dilazionato al 24/10/08. 9. Il 15/10/08 si paga un premio assicurativo annuale di 1.500 € mediante invio di bonifico
bancario. 10. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 11. Il 24/10/08 si paga il debito relativo alla fattura del 10/10/08.
Spazio per eventuali commenti: ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………
ALL. 6 – Compito in classe fila 2
3
Spazio per i mastrini: Librogiornale: DATA DESCRIZIONE CONTI D A
ALL. 6 – Compito in classe fila 2
4
DATA DESCRIZIONE CONTI D A
Ora chiudi tutti i mastrini, facendo la differenza tra dare e avere, e trai le seguenti conclusioni:
1. quanti soldi ci sono in cassa? ……………………………………….. 2. quanti soldi ci sono in banca? ………………………………………… 3. cosa succede ai crediti e ai debiti? ..................................................................
PUNTEGGIO ESERCIZIO 1 � predisposizione C.E.: 4 punti � commento C.E.: 2 punti TOTALE 6 PUNTI ESERCIZIO 2 � scritture: 1 punto per ogni scrittura esatta in librogiornale, con corretta specificazione del tipo di
variazione ( tot. 11 punti) � domande: 1 punto l’una ( tot. 3 punti) TOTALE 14 PUNTI IL VOTO FINALE CORRISPONDERA’ ALLA SOMMA DI TUTTI I PUNTI OTTENUTI DIVISA PER DUE. IL MASSIMO PUNTEGGIO E’ 20/2=10.
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ALL. 8 – Foto scattate in classe durante le lezioni sulla PD
ALL. 9 - Prima serie di esercizi - Testo
ESERCIZI III D – ITC SELLA Predisporre mastrini e librogiornale Vendite e acquisti senza IVA ( in cassa ci sono 10.000 € e si ha un debito vs fornitori per 1.650 €.) 1. Si riscuotono in denaro contante affitti attivi per 260 €. 2. Si prelevano 5.000 € dalla cassa per versarli sul c/c bancario. 3. Pagamento di un premio assicurativo annuale di 2.450 € mediante invio di un bonifico bancario. 4. Si vende merce a clienti per 260 €, e questi pagheranno tra un mese. 5. Si riscuotono i crediti verso clienti per 260 €, di cui 130 € in contanti e 130 con accredito diretto
in c/c bancario. 6. Si acquista merce da un fornitore per 1.650 €, e si pagherà tra un mese. 7. Si pagano debiti verso fornitori per 1.650 €, di cui 500 mediante girata di un assegno bancario in
portafoglio e 1.150 mediante bonifico ordinario alla Banca. 8. Vengono accreditati sul proprio c/c 650 € di interessi attivi, per………………………………... 9. Si riscuote in denaro contante il saldo di fattura di vendita per 5.430 €. 10. Si paga in contanti la Tecno Srl, in data …/…./…, avendo ricevuto la fattura qui sotto in data
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ALL. 11 - Seconda serie di esercizi - Testo
ESERCIZI DA RISOLVERE IN EXCEL – CLASSE III D
1. L’1/10/08 si riscuotono in denaro contante affitti attivi per 5.000 €. 2. Il 3/10/08 si compra merce da un fornitore per 1.000 €, pagando in contanti. 3. Il 7/10/08 si spostano 7.000 € di merci da un magazzino all’altro. 4. L’8/10/08 si emette una fattura di vendita di merci per 14.000 €, e il cliente pagherà dopo
quindici giorni. 5. Il 6/10/08 si versano sul conto corrente bancario 2.000 €, prendendoli dalla cassa. 6. Il 10/10/08 si riceve una fattura di acquisto di merci per l’importo di 2.000 €, con pagamento
dilazionato al 23/10/08. 7. Il 15/10/08 si paga un premio assicurativo annuale di 1.500 € mediante invio di bonifico
bancario. 8. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 9. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 10. Il 31/10/08 vengono accreditati sul proprio conto corrente bancario 30 € di interessi attivi
bancari. ESERCIZI DA RISOLVERE IN EXCEL – CLASSE III D
11. L’1/10/08 si riscuotono in denaro contante affitti attivi per 5.000 €. 12. Il 3/10/08 si compra merce da un fornitore per 1.000 €, pagando in contanti. 13. Il 7/10/08 si spostano 7.000 € di merci da un magazzino all’altro. 14. L’8/10/08 si emette una fattura di vendita di merci per 14.000 €, e il cliente pagherà dopo
quindici giorni. 15. Il 6/10/08 si versano sul conto corrente bancario 2.000 €, prendendoli dalla cassa. 16. Il 10/10/08 si riceve una fattura di acquisto di merci per l’importo di 2.000 €, con pagamento
dilazionato al 23/10/08. 17. Il 15/10/08 si paga un premio assicurativo annuale di 1.500 € mediante invio di bonifico
bancario. 18. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 19. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 20. Il 31/10/08 vengono accreditati sul proprio conto corrente bancario 30 € di interessi attivi
bancari. ESERCIZI DA RISOLVERE IN EXCEL – CLASSE III D
21. L’1/10/08 si riscuotono in denaro contante affitti attivi per 5.000 €. 22. Il 3/10/08 si compra merce da un fornitore per 1.000 €, pagando in contanti. 23. Il 7/10/08 si spostano 7.000 € di merci da un magazzino all’altro. 24. L’8/10/08 si emette una fattura di vendita di merci per 14.000 €, e il cliente pagherà dopo
quindici giorni. 25. Il 6/10/08 si versano sul conto corrente bancario 2.000 €, prendendoli dalla cassa. 26. Il 10/10/08 si riceve una fattura di acquisto di merci per l’importo di 2.000 €, con pagamento
dilazionato al 23/10/08. 27. Il 15/10/08 si paga un premio assicurativo annuale di 1.500 € mediante invio di bonifico
bancario. 28. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 29. Il 23/10/08 ……………………………………………………………………………. 30. Il 31/10/08 vengono accreditati sul proprio conto corrente bancario 30 € di interessi attivi
bancari.
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ALL. 14 – Articolo sull’insoddisfazione degli studenti
Secondo una ricerca Iard, 3 ragazzi su 10 non sono contenti dei docenti, che non ascoltano le loro esigenze. Bocciato anche il degrado degli istituti
Gli studenti bocciano la scuola: quasi la metà sono insoddisfatti di SALVO INTRAVAIA
Gli studenti italiani bocciano la scuola e i loro insegnanti. Nell'ultima ricerca condotta dall'istituto Iard per la Compagnia di San Paolo buona parte dei ragazzi delle scuole superiori si mostrano insoddisfatti, ansiosi e critici nei confronti dei prof. Lo studio è stato condotto su un campione di 1.127 studenti e 431 neodiplomati, rappresentativo per genere, area geografica e indirizzo di studi. "L'identikit degli studenti delle nostre scuole - spiega Lorenzo Caselli, presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia - appare complesso, talvolta anche contraddittorio. Comunque non suscettibile di facili o comode generalizzazioni". E continua: "In più occasioni abbiamo affermato che la scuola italiana è meglio di quanto appare o si vuol fare apparire. Pur con tutti i suoi limiti la scuola resta fondamentale nel vissuto dei ragazzi". Sta di fatto che alcune opinioni degli studenti scaturite dalla ricerca meritano di essere sottolineate. Anche perché, al di là di tutto, la scuola è fatta per gli alunni, ed è a loro che dovrebbe piacere. Secondo Caselli la scuola italiana non è malaccio, ma se quasi metà di coloro che la frequentano giornalmente non è soddisfatta significherà pur qualcosa? I numeri della ricerca. "Tracciare un quadro completo della realtà degli studenti italiani all'inizio del nuovo millennio e fornire un contributo di riflessione per tutti coloro che a vario titolo si occupano di scuola per i quali il punto di vista degli studenti dovrebbe essere un essenziale base di partenza per ogni intervento" erano solo due degli obiettivi che si prefissava la ricerca. "Come si sta a scuola?", si sono chiesti alla Compagnia di San Paolo. Non sempre bene verrebbe da rispondere, se è vero che il 44 per cento degli studenti si dichiara soddisfatto "solo qualche volta" o addirittura "mai". Motivo? Non è tanto la struttura dei corsi scolastici a creare problemi ai ragazzi, che si dichiarano abbastanza soddisfatti (81,2 per cento) del tipo di scuola scelto e delle materie studiate. I nodi vengono al pettine appena si parla di prof e strutture scolastiche. Tre studenti su 10 si dichiarano insoddisfatti dei loro docenti, soprattutto per quanto riguarda la capacità di insegnare. I giudizi negativi aumentano e superano la metà (il 50 per cento) sulla qualità delle strutture scolastiche. E se il giudizio sugli edifici scolastici conferma una situazione di degrado diffusa, ampiamente "certificata", quello sugli insegnanti, cui il 40 per cento dei ragazzi contesta addirittura "l'incompetenza nella propria materia", suona come una vera e propria bocciatura. Ma non solo. La maggior parte degli studenti (il 60 per cento) accusa ai docenti "la tendenza a non considerare i campanelli d’allarme” che diventa ancora più problematica quando i risultati cominciano a scarseggiare. Ma non è tutto nero, ovviamente. Tra le caratteristiche positive dei prof italiani c'è la "capacità di relazionarsi con gli studenti" (dichiarato dal 69 per cento degli stessi) e "la capacità di essere stimolanti nel corso delle lezioni". Ma non basta perché spesso nei ragazzi si determina ansia, soprattutto da prestazione. Più della metà degli intervistati (il 54 per cento) dichiara di essere "spesso", o "sempre", stressato tra i banchi di scuola. Pressione che deriva dalla "richiesta di risultati positivi, di impegno e attenzione costanti, di comportamenti corretti e controllati". Politica e altro. Ma dalla ricerca emergono tante altre informazioni interessanti. Oggi i ragazzi sembrano piuttosto pragmatici: nove su dieci riconoscono che "trovare lavoro senza diploma è difficile". "Solo" metà frequenta la scuola per accrescere la propria cultura e appena uno su sette per "beneficiare del prestigio del diploma". Insomma, iscriversi al liceo o all'istituto tecnico è diventata una scelta obbligata. Sfatate le leggende metropolitane che accreditano parecchie scelte alle pressioni dei genitori (nell'11 per cento dei casi) o "per continuare a frequentare gli amici": solo nel 6 per cento delle risposte. Da non sottovalutare il rapporto dei giovanissimi con la politica. Tantissimi ragazzi (il 49,8 per cento) addebitano ai docenti "l'influenza politica e ideologica sugli allievi "che non partecipano troppo alla vita politica: solo il 3,8 per cento dichiara di "considerarsi politicamente impegnato". La maggior parte preferisce soltanto tenersi al corrente, senza partecipare, o delegare la gestione della cosa pubblica a persone più competenti (72 per cento). Ma un ragazzo su quattro ha le idee chiare: "la politica mi disgusta", dichiara senza mezzi termini. Quello di capirne le motivazioni è compito del prossimo governo. (20 aprile 2006, www.repubblica.it)
ALL. 15 – Articolo discusso in classe sulla mozione Cota.
16/10/2008 (7:44)
Scuola, bufera sulle classi ponte per immigrati Napolitano convoca la Gelmini: evitare lo scontro RAFFAELLO MASCI, PAOLO PASSARINI
ROMA
«Dio ci scampi dall’idea che possano esserci classi separate. Finora si è trattato di una mozione, ma se
dovesse essere trasformata in una proposta di legge, noi faremo tutto il possibile in Parlamento per
impedirne l’approvazione». Walter Veltroni parla dagli studi di Youdem (la tv del Pd) e il suo affondo dice
tutto su come le opposizioni - ma, per la verità, anche i sindacati e la Chiesa - hanno accolto la mozione della
Lega Nord sull’istituzione delle «classi di inserimento» per i ragazzi stranieri, subito ribattezzate come
«differenziali», «ghetti», «apartheid». «Un atto di inciviltà verso tutti i bambini» ha tuonato il leader della
Cgil Guglielmo Epifani.
A quel punto, l’ideatore della «mozione» leghista, il capogruppo Roberto Cota, ha lamentato la «becera
strumentalizzazione» cui l’istanza è andata incontro: «Ribadisco che le classi di inserimento servono per
affrontare senza preconcetti il problema dell’insegnamento a bambini e ragazzi stranieri nelle nostre scuole.
Chi non conosce la lingua italiana non può seguire i nostri programmi scolastici ed è giusto che affronti un
corso intensivo per poter essere al pari con gli altri studenti».
E comunque, nonostante i chiarimenti, la proposta della Lega ha suscitato perplessità perfino nel
centrodestra. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha invocato «una pausa di riflessione» e un confronto
«con il mondo del volontariato e dell’associazionismo cattolico». E anche Alessandra Mussolini ha parlato di
«provvedimento razzista».
Su questo terreno, peraltro, sia la Lega che la maggioranza, rischiano di entrare in collisione con la Chiesa
che ieri ha preso le distanze da questa mozione. La controversia politica, peraltro, si è andata a inserire in un
clima già assai turbolento per la scuola e l’università con manifestazioni in tutta Italia. A La Sapienza di
Roma si sono tenute assemblee in contemporanea in quattro facoltà. A Napoli gli studenti hanno occupato il
rettorato. A Firenze proseguono le lezioni per la strada. Proteste anche a Pisa, Catania, Milano, Venezia,
Bologna. Preoccupato per quanto sta avvenendo nel mondo della scuola, Napolitano ha convocato ieri
mattina al Quirinale il ministro per l’Istruzione, Mariastella Gelmini. Le fonti ufficiali hanno genericamente
informato che il presidente della Repubblica intendeva svolgere, assieme al ministro, «una ricognizione di
carattere generale sul percorso della legge di riforme della scuola in Parlamento e sui regolamenti necessari
ad una sua attuazione».
Ma, in realtà, Napolitano intendeva esporre al ministro il suo timore che lo scontro sulla scuola esca da ogni
possibilità di controllo e invitarla a fare il possibile per mantenere il confronto su un piano di pacatezza. Da
questo punto di vista, è del tutto evidente che mozioni parlamentari, come quella presentata dalla Lega per
imporre al governo l’istituzione di classi differenziali per i figli degli immigrati, non aiutano. E il presidente è
stato contento di poter registrare la netta perplessità del ministro sull’iniziativa della Lega.
Nonostante tutto questo (cui si aggiunge lo sciopero proclamato da Università e ricerca per il 14 novembre) ,
il ministro Gelmini continua a piacere, tant’è che - secondo un sondaggio realizzato da Ipr-marketing per
Repubblica.it - il suo consenso è cresciuto del 4%, secondo solo a quello di Tremonti.
ALL. 16 – Post sul mio blog personale recante riflessioni sulla mozione Cota.
1
Sono razzista. Non vorrei, ma non posso. E' da quando sono piccolissima che sono razzista. • Ero razzista quando a due anni seguivo il vu cumprà sulla spiaggia perché era nero, e cercavo di capire
se si era dato la tinta, e gli davo una carezza per vedere se era ancora fresca. Di solito non seguivo i bianchi in spiaggia.
• Ero razzista quando andavo a insegnare l'italiano agli stranieri. Non mi sarei alzata tutti i sabati all'alba per fare lezioni di francese alla mia vicina di casa caucasica.
• Ero razzista quando fallivo nel tentativo di convivere nel privato con persone di cultura diversa dalla mia. • Ero razzista quando preferivo gli immigrati agli indigeni. • Ero razzista quando, in spiaggia, rifuggivo i magrebini. Con le altre persone parlavo.
L'unica cosa in cui posso sperare è l'integrazione tra le culture a livello di Paese, dato che a livello individuale e, soprattutto, privato, e, ancor di più, intimo, proprio non ci sono riuscita. Ora che leggo questo1, e poi questo2, mi chiedo cosa vada più nel verso dell'integrazione, come surrogato ultimo del non-razzismo forse irrealizzabile, perlomeno non realizzabile fin nei nuclei delle più piccole cellule che esistono su questo mondo.
1 Tratto dal blog: http://campidifulmicotone.blogspot.com, FAVOREVOLE ALLA MOZIONE. ( giovedì 16 ottobre 2008): False discriminazioni scolastiche: Scuola dell'obbligo. Ieri la Lega ha proposto una mozione che introduce le "classi di inserimento" per stranieri. Che tradotto vuol dire che, visto che ormai ci sono molti immigrati che arrivano in Italia senza sapere ancora la lingua, vengono create delle classi apposta in cui gli studenti stranieri seguono dei corsi di apprendimento della lingua italiana. Una volta che sanno parlare l'italiano, vengono messi in classe con gli altri. La situazione attuale è che, se ad esempio un ragazzo cinese che non sa una parola d'italiano ha l'età da terza media (che sia
ALL. 16 – Post sul mio blog personale recante riflessioni sulla mozione Cota.
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La mozione Cota3, proposta dalla Lega, propone classi differenziali per gli alunni che non passano test di italiano all'ingresso delle scuole. Io non dico che questi stranieri non debbano imparare l'italiano, ma non sono d'accordo con le classi differenziali per i seguenti motivi: 1. i corsi di alfabetizzazione esistono già, a latere rispetto alla normale frequenza scolastica, e si
potrebbe perfezionare questo aspetto, che è già avviato, invece di investire soldi in un progetto complicatissimo che richiede uno sforzo organizzativo di cui forse le scuole, nello stato ( e Stato) in cui versano, non sono all'altezza ( o bassezza). Un'idea potrebbe essere quella di organizzare un mese di corsi intensivi PRIMA che inizi l'anno scolastico, in modo che chi non sa la lingua possa imparare le basi;
2. è importante essere in una classe in cui non ci sono solo stranieri ( normocomposta) fin
dall'inizio, perchè altrimenti si rischia di creare gruppetti monoculturali, da cui poi sarà difficile uscire. Un gruppetto monoculturale si può facilmente formare in poco tempo, e lo può fare anche in una classe integrata, figuriamoci in una in cui ci sono molti più esponenti dello stesso gruppo culturale insieme. Questo capita non solo a scuola, ma nelle società in generale, e non mi pare il caso che la scuola incoraggi situazioni che facilitino l'isolamento di una classe culturale nella sua bolla.
3. pensateci: se vi trovate in Inghilterra da soli, e dovete sopravvivere, e magari vi interessa pure
quell'inglese lì, che incontrate ogni tanto, siete più o meno stimolati rispetto all'essere in Inghilterra insieme a 4 o 5 italiani, 5 o 6 spagnoli, 7 o 8 francesi, in una scuola dove c'è un solo inglese, il vostro professore, che vi insegna l'inglese? La necessità aguzza l'ingegno, e l'integrazione aguzza l'apprendimento della lingua.
4. il mio terrore è che, seppur l'idea di classe differenziata preveda pochi mesi di "isolamento", per poi
essere integrati in una classe "normale" ( cosa già di per sè non molto bella ai miei occhi), una volta formate ( faticosamente) le classi, poi queste rimangano immote per molto più di qualche mese. Siamo in Italia, il Paese dove nulla è definitivo come il provvisorio!
5. se le classi "normali", senza immigrati che devono imparare la lingua, procedono più velocemente nel
programma, e quelle differenziali, dovendo insegnare anche la lingua, vanno ragionevolmente più adagio sui programmi, " i differenziali" rimarranno sempre indietro rispetti ai "normali", e si creerà una crepa di scissione tra i due che farà sì che le classi "differenziali" si perpetuino nel tempo.
andato o meno a scuola nel paese d'origine), viene inserito in terza media insieme agli altri. Come se io, senza sapere una parola di tedesco, andassi in Germania e lì mi dessero la laurea perchè l'età che ho è quella...Contro questa mozione si è subito scagliata la Sinistra con Fassino e Veltroni. Dimostrando così di non avere la più pallida idea di come funziona la scuola. E che per partito preso si buttano contro tutto quello che propone la Destra, senza nemmeno ragionarci sopra un secondo. Veltroni: "La mozione è intollerabile". Fassino: "In questo modo si regredisce, si inserisce un elemento di discriminazione. Una discriminazione moralmente più abietta perché la si inserisce tra i bambini e i più piccoli". Invece, secondo voi, è molto meno discriminante come succede ora: si mette un bambino che non sa una parola di Italiano in una classe con altri con cui non può interagire, che non capisce una parola delle lezioni e che si troverà davvero isolato nel suo banco e discriminato in mezzo agli altri. Questo si è progresso.. La Sinistra (ed in verità anche alcuni della Destra) ha perso un'altra occasione buona di tacere. 2 Articolo del blog http://wildgretapolitics.wordpress.com, CONTRARIO ALLA MOZIONE: inserisco un estratto, per via della lunghezza dello stesso. Si può trovare l’articolo completo all’indirizzo: http://wildgretapolitics.wordpress.com/2008/10/15/passa-la-mozione-della-lega-classi-separate-per-bambini-stranieri-poi-sara-lavolta-dei-disabili/. “Il devastante progetto politico della Lega giunge a compimento con questa mozione approvata ieri dalla Camera con soli 19 voti di scarto. (265 a 246) Ma non sono i 19 voti di scarto a creare sconcerto, piuttosto i 265 a favore. L’integrazione non passa certo dalla proposta Cota, che mente sapendo di mentire quando dice che “mira alla vera integrazione”. Oggi si mettono gli stranieri in un ghetto e poi sarà la volta dei disabili. Anche loro rallentano l’apprendimento degli alunni “normali”, no? . E che dire “dell’educazione alla legalità” per gli stranieri? Non ci sono forse bambini che hanno la disgrazia di avere dei genitori appartenenti alla mafia, alla malavita? A loro questa educazione non servirebbe? E che dire dell’italiano che neppure gli italiani conoscono? Un lettore del Corriere della Sera, infatti si domanda:”Vale anche per i bergamaschi?” Seguono le opinioni di esperti, politici e giornalisti su questo ennesimo arretramento culturale di un governo che ha fatto dell’ignoranza e della discriminazione la propria bandiera.” 3 http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stenografici/sed066/SINTERO.pdf.
ALL. 16 – Post sul mio blog personale recante riflessioni sulla mozione Cota.
3
Ma vi rendete conto di cosa ho scritto nel punto 5? Ho fatto una differenza tra "differenziali" e "normali": insomma, due classi di persone, le persone di serie "differenziale" e quelle di serie "normale". A questo porta la mozione Cota.
PS Da ricerca condotta da Fischer e Fischer nel 2002, risulta che il sistema scolastico attualmente vigente non solo non costituisca un ostacolo per gli stranieri, ma anzi possa diventare uno strumento di mobilità sociale. Infatti, su un campione di 500 studenti stranieri di terza media, a parità di condizione sociale, gli autoctoni hanno avuto un 30% di insuccesso scolastico, contro il 23% degli immigrati!! Del resto, in Italia, le uniche cose che derogano al principio secondo cui nulla è definitivo come il provvisorio, sono quelle che funzionano, che vengono immediatamente cambiate.
ALL. 17 - Soluzioni verifica
1
SOLUZIONI FILA 1 ESERCIZIO 1
COSTI RICAVI Gelati venduti 650 Affitto locale 400
Coni 100 Ingredienti 200
PERDITA 50
TOT 700 TOT 700 ESERCIZIO 2
CASSA CLIENTI BANCA 5000 3000 10000 10000 3000 2000
10000 2000 0 0 15 1000 1000 3000 15 8000
FORNITORI MERCI C/VENDITE MERCI
C/ACQUISTI 3000 3000 10000 2000
0 0 10000 2000
AFFITTI ATTIVI MP C/ACQUISTI PREMI ASS. 5000 3000 2000 5000 3000 2000
INT. ATT. BANCARI 15 15
DATA DESCRIZIONE CONTI D A 1) 10/10/2008 riscossione affitti attivi CASSA vfa 5000
AFFITTI ATTIVI vep 5000 2) 10/10/2008 versamento in c/c BANCA vfa 3000
CASSA vfn 3000
3) 13/10/2008 acquisto merce in contanti MERCI C/ACQUISTI ven 2000
CASSA vfp 2000 4) 13/10/2008 fattura di vendita merci CLIENTI vfa 10000
MERCI C/VENDITE vep 10000
6) 16/10/2008 fattura di acquisto di MP MP C/ACQUISTI ven 3000 FORNITORI vfp 3000
7) 20/10/2008 incasso credito fatt. 13/10 CASSA vfa 10000 CLIENTI vfp 10000
8) 21/10/2008 pagam. Deb. Fatt. 16/10 FORNITORI vfa 3000 CASSA vfp 3000
9) 31/10/2008 pagam. premio ass. PREMI ASS. ven 2000 BANCA vfp 2000
ALL. 17 - Soluzioni verifica
2
10) 31/10/2008 incasso interessi att. Bancari BANCA vfa 15
INT. ATT. BANCARI vep 15
11) 04/11/2008 ritiro dal c/c bancario CASSA vfa 1000 BANCA vfp 1000
SOLUZIONI FILA 2 ESERCIZIO 1
COSTI RICAVI Spese amministrazione 100 Stipendi 500 Bollette 100 Ingredienti 300 UTILE 1.000
Piadine vendute 2.000
TOT 2.000 TOT 2.000 ESERCIZIO 2
CASSA FORNITORI BANCA 10000 2500 3000 3000 30 2000
2000 5000 0 0 5000 1500 15000 3000 1530 16500
CLIENTI 15000 15000
0 0 MERCI C/ACQUISTI MERCI C/VENDITE PREMI ASS.
2500 15000 1500 3000 1500 1500 5500
AFFITTI ATTIVI INT. ATT. BANCARI
10000 30 10000 30
DATA DESCRIZIONE CONTI D A
1) 30/09/2008 incasso interessi att. Bancari BANCA vfa 30
INT. ATT. BANCARI vep 30
2) 02/10/2008 riscossione affitti attivi CASSA vfa 10000 AFFITTI ATTIVI vea 10000
3) 03/10/2008 acquisto merce in contanti MP C/ACQUISTI ven 2500 CASSA vfp 2500
4) 06/10/2008 versamento in c/c BANCA vfa 5000 CASSA vfp 5000
ALL. 17 - Soluzioni verifica
3
6) 08/10/2008 fattura di vendita merci CLIENTI vfa 15000
MERCI C/VENDITE vep 15000
7) 09/10/2008 ritiro dal c/c bancario CASSA vfa 2000 BANCA vfp 2000
8) 10/10/2008 fattura di acquisto di merci MERCI C/ACQUISTI ven 3000
FORNITORI vfp 3000 9) 15/10/2008 pagam. premio ass. PREMI ASS. ven 1500
BANCA vfp 1500 10) 23/10/2008 incasso credito fatt. 08/10 CASSA vfa 15000
CLIENTI vfp 15000
11) 24/10/2008 pagamento debito fatt. 10/10 FORNITORI vfa 3000
CASSA vfp 3000
ALLEGATO 18 - Campioni di compiti in classe risolti dagli alunni
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All. 20 – Criteri di correzione della verifica
1
Punteggi corrispondenti agli ITEM 1-10 esercizio A) relativi alla predisposizione del Conto Economico1:
Item Punteggio (punti)
1 0,4 2 0,4 3 0,4 4 0,4 5 0,4 6 0,4 7 0,4 8 0,4 9 0,4 10 0,4
Per gli item che vanno dall’1 al 10 non è previsto l’attribuzione di un punteggio parziale ma solo di quello pieno perché esiste un’unica risposta giusta espressa da un valore numerico. Conseguentemente in tutti i casi diversi dalla risposta giusta verrà attribuito punteggio pari a 0. Punteggi corrispondenti all’item 11 relativo al commento del Conto Economico:
Item Punteggio pieno (2 punti)
Punteggio parziale (0,5/1,0/1,5 punti)
Punteggio nullo (0 punti)
11 Evidenziazione utile/perdita e Prospettive future accompagnate da chiarezza espositiva
Evidenziazione utile/perdita o Prospettive future con vari livelli di chiarezza espositiva
Nessuno dei punti evidenziati a latere
Punteggi corrispondenti agli ITEM 12-22 esercizio B) relative alle scritture in Partita Doppia:
Punteggio parziale: Item Punteggio pieno: mastrino corretto e libro giornale esatto
mastrino librogiorn. corretto esatto
Punteggio nullo: mastrino scorretto e
libro giornale sbagliato
12 1 0,4 0,6 0 13 1 0,4 0,6 0 14 1 0,4 0,6 0 15 1 0,4 0,6 0 16 1 0,4 0,6 0 17 1 0,4 0,6 0 18 1 0,4 0,6 0 19 1 0,4 0,6 0 20 1 0,4 0,6 0 21 1 0,4 0,6 0 22 1 0,4 0,6 0
1 Si veda anche allegato 1.
All. 20 – Criteri di correzione della verifica
2
Punteggi corrispondenti agli ITEM 23-25 esercizio B) relative alle domande sulla Partita Doppia: Anche per gli item 23-25, essendo la risposta giusta univoca, si assegna il punteggio pieno in caso di risposta corretta e punteggio 0 in caso di risposta sbagliata (non è possibile assegnare punteggi parziali). Si presenta ora la griglia del punteggio distribuita agli alunni assieme alla verifica, che riassume l’assegnazione dei punteggi ai vari item: PUNTEGGIO ESERCIZIO A) � predisposizione C.E.: 4 punti � commento C.E.: 2 punti TOTALE 6 PUNTI ESERCIZIO B) � scritture: 1 punto per ogni scrittura esatta in librogiornale, con corretta specificazione del tipo di
variazione ( tot. 11 punti) � domande: 1 punto l’una ( tot. 3 punti) TOTALE 14 PUNTI Come si può facilmente dedurre dalla tabella, il punteggio massimo ottenibile dagli alunni è pari a 20 punti: per passare dal punteggio della prova al voto finale ottenibile dagli alunni è sufficiente dividere il punteggio per 2.
Item Punteggio pieno 23 1 24 1 25 1
ALL. 21 – Schema relativo all’intervento sulla PD nella classe III D in tutta la sua esplicazione
1
Nel seguente schema, a prescindere dalle tempistiche, si segue il percorso logico che porta alla competenza nel metodo della PD per passi graduali. Il tutto, trattandosi del programma di terza, riguarda le scritture contabili delle imprese individuali commerciali, in quanto le società sono oggetto del programma di quarta. LEGENDA : : riguarda ciò che si deve conoscere per poter svolgere le rilevazioni. : riguarda gli aspetti contabili.
BASI DELLA PD COME DA ALLEGATO 1
ACQUISTI/VENDITE DI BENI E SERVIZI SENZA IVA e loro regolamento
IVA: acquisti/vendite con IVA (casistica completa, sia negli scambi nazionali, sia in quelli
internazionali), calcolo e versamento periodici dell’IVA.
VARIAZIONI ECONOMICHE PLURIENNALI (in SP e non in CE, per capitalizzazione)
ACQUISTI/VENDITE DI IMMOBILIZZAZIONI e loro regolamento
OPERAZIONI CON LE BANCHE
PERSONALE
CONTI ECONOMICI DI CAPITALE
COSTITUZIONE IMPRESA INDIVIDUALE COMMERCIALE e apporti
LEASING
CONTI D’ORDINE
ALL. 21 – Schema relativo all’intervento sulla PD nella classe III D in tutta la sua esplicazione
2
SCRITTURE RETTIFICATIVE DI CHIUSURA DEI CONTI • Rettifiche di imputazione; • Rettifiche di storno; • Rettifiche di valore di elementi patrimoniali attivi; • Accantonamenti per rischi e oneri; • Variazioni delle rimanenze di magazzino.
CONTI CON RIPRESA DI
SALDO E SENZA RIPRESA DI
SALDO, TRANSITORI E
NON.
EPILOGO DEI COMPONENTI DI REDDITO AL CE
DETERMINAZIONE DEL RISULTATO D’ESERCIZIO
CHIUSURA GENERALE DEI CONTI
BILANCIO D’ESERCIZIO
RIAPERTURA GENERALE DEI CONTI • Epilogo delle rimanenze iniziali al conto “Variazioni delle rimanenze”; • Epilogo dei risconti attivi e passivi ai conti direttamente interessati; • Chiusura dei ratei e delle partite da liquidare.