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Comune di Senigallia Settore Sviluppo Urbano Sostenibile Sindaco \\ Maurizio Mangialardi Assessore all’Urbanistica \\ Simone Ceresoni Dirigente Area Tecnica Territorio Ambiente \\ Gianni Roccato Responsabile Sviluppo Urbano Sostenibile \\ Stefano Ciacci Gruppo Operativo \\ Veronica Mattiello e Mario Cuicchi Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Studi Urbani laburb \\ Laboratorio di Urbanistica Responsabile Scientifico \\ Federico Oliva Gruppo di ricerca \\ Paolo Galuzzi e Piergiorgio Vitillo Responsabili Operativi \\ Marika Fior e Stefano Salata Collaboratori \\ Chiara Bonardi e Ludovico Bertè Relazione sullo stato del governo del territorio a Senigallia dal 2003 al 2013 DOCUMENTO PROPEDEUTICO ALLA STESURA DEL REPORT 2013 ”SECONDO RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE” bozza aprile 2013

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Comune di Senigallia Settore Sviluppo Urbano Sostenibile Sindaco \\ Maurizio Mangialardi Assessore all’Urbanistica \\ Simone Ceresoni Dirigente Area Tecnica Territorio Ambiente \\ Gianni Roccato Responsabile Sviluppo Urbano Sostenibile \\ Stefano Ciacci Gruppo Operativo \\ Veronica Mattiello e Mario Cuicchi Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Studi Urbani laburb \\ Laboratorio di Urbanistica Responsabile Scientifico \\ Federico Oliva Gruppo di ricerca \\ Paolo Galuzzi e Piergiorgio Vitillo Responsabili Operativi \\ Marika Fior e Stefano Salata Collaboratori \\ Chiara Bonardi e Ludovico Bertè

Relazione sullo stato del governo del territorio a Senigallia dal 2003 al 2013

DOCUMENTO PROPEDEUTICO ALLA STESURA DEL REPORT 2013 ”SECONDO RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE”

bozza aprile 2013

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

Per il Politecnico di Milano, hanno collaborato alla redazione di una parte del presente documento durante l’attività di stage: Ludovico Bertè, Chiara Bonardi, Clio De Paola, Cassandra Federici, Benjamin Lopez, Quirino Ruggeri

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

Indice

1 \\ INQUADRAMENTO TERRITORIALE \\ Senigallia e l’area metropolitana p. 005

1.1 Territorio p. 006

1.2 Economia p. 011

1.3 Società p. 016

2 \\ POPOLAZIONE E STRUTTURA SOCIALE \\ l’evoluzione dell’ultimo decennio p. 017

2.1 La popolazione e le abitazioni di Senigallia nel contesto della Provincia di

Ancona p. 018

2.2 I movimenti della popolazione dal 2001 al primo semestre 2012 p. 022

2.3 Il movimento demografico della popolazione straniera dal 2001 al 2011 p. 027

2.4 La struttura della popolazione per classi d’età dal 2001 al 2011 p. 032

2.5 La composizione delle famiglie residenti dal 2001 al 2011 p. 035

3 \\ STRUTTURA ECONOMICA \\ l’evoluzione dell’ultimo decennio p. 039

3.1 Le attività economiche nel Comune di Senigallia p. 040

3.2 Il quadro delle attività turistiche-ricettive p. 043

3.3 Le imprese agricole p. 045

3.4 Il governo del territorio, iniziative e marketing territoriale p. 051

4 \\ AMBIENTE NATURALE E TERRITORIO p. 055

4.1 L’energia p. 056

4.2 Il consumo di suolo p. 060

4.3 L’aspetto idrogeologico p. 067

5 \\ EVOLUZIONE URBANISTICA \\ l’evoluzione dell’ultimo decennio p. 072

5.1 Lo sviluppo della città e la pianificazione urbanistica dal 1930 ad oggi p. 073

5.2 La variante al PRG per la tutela e la valorizzazione della fascia litoranea p. 077

5.3 La variante al PRG per la trasparenza e la riduzione del consumo di suolo p. 079

5.4 Il Piano strutturale del verde p. 081

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6 \\ LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE A SENIGALLIA p. 087

6.1 Lo stato di attuazione e le potenzialità residue del PRG p. 088

6.2 Le dinamiche di rilascio delle licenze edilizie p. 092

6.3 Analisi generale sullo stato dei servizi p. 102

7 \\ NUOVE ENERGIE URBANE p. 107

7.1 Il sistema insediativo p. 108

7.2 Il sistema ambientale p. 116

7.3 Il sistema infrastrutturale p. 119

7.4 I costi della città pubblica p. 123

8 \\ RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI p. 126

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1 \\ INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Senigallia e l’area metropolitana

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1.1

Territorio

“Il sistema territoriale più adeguato

nel quale inquadrare le dinamiche della

popolazione nel Comune di Senigallia è

quello che comprende i Comuni del suo

entroterra, in buona sostanza quelli che

gravitano sulla vallata del fiume Misa e del

suo affluente Nevola (Arcevia, Barbara,

Castelcolonna, Castellone di Suasa,

Corinaldo, Montecarotto, Monterado,

Ostra, Ostra Vetere, Ripe, Serra de’Conti);

l’intero territorio interessato è ricompreso

nella Provincia di Ancona, per un totale di

485 km².

Le forme insediative che

caratterizzano il territorio vanno

dall’urbanizzazione lineare di tipo costiero

(riguardante il Comune di Senigallia)

all’urbanizzazione lineare di fondovalle,

riguardante le strette pianure fluviali dei

fiumi Misa e Nevola, fino ai centri storici

minori e alle urbanizzazioni lineari di

crinale nelle quali si è nel tempo

organizzato il sistema delle case sparse.

Il Piano Territoriale di

Inquadramento Regionale (PIT), che

assume i fattori ambientali, insieme a

quelli storico-culturali, come un elemento

pervasivo nella strutturazione del territorio

marchigiano, nell’individuare a scala

regionale le “strategie territoriali

intersettoriali” indica nei sistemi vallivi

ortogonali alla costa, come quelli del Misa-

Nevola, le “grandi connessioni” del

territorio regionale, e li descrive come

“corridoi ambientali”, dove gli spazi della

storia e della natura si integrano con quelli

destinati al tempo libero ed al turismo, e

dove concentrare interventi di

riqualificazione insediativa e di

miglioramento ecologico.

In particolare il PIT individua lungo il

fiume Misa un “corridoio ambientale di

salvaguardia”, ovvero un fondovalle ancora

relativamente poco compromesso e a

forte vocazione ambientale e turistica,

dove le strategie di sviluppo dei diversi

settori produttivi, dei servizi e delle

infrastrutture dovranno essere

attentamente verificate sotto il profilo

della sostenibilità ambientale.

Senigallia, unico Comune costiero, è

riguardato dalle strategie indicate dal PIT

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per la riqualificazione della costa,

improntate alla valorizzazione delle

diversità locali e alla sostenibilità dello

sviluppo, e riassumibili con i termini:

decongestionamento, ristrutturazione

della mobilità locale, realizzazione del

corridoio ambientale costiero,

salvaguardia dei versanti collinari di

affaccio alla costa, prevenzione dei rischi

naturali (es. erosione costiera).

Coerentemente con le visioni guida

e le strategie indicate a livello regionale, i

Comuni del comprensorio hanno

impostato da tempo forti legami e

condiviso politiche Comuni sia di carattere

economico che sociale1”.

L’area metropolitana di Senigallia é

composta da 6 Comuni della Provincia di

Ancona, che fanno parte dell’Area Urbana

Funzionale (FUA 2 ) di cui Senigallia è

Comune Pivot3: Castel Colonna, Corinaldo,

Ostra, Ostra Vetere, Ripe e Senigallia. Si

estende su una superficie complessiva di

                                                            1 L. Calamosca, F. Fratesi, G. Pierpaoli, REPORT 2003 Primo rapporto sullo stato dell’ambiente, Comune di Senigallia. Servizio Urbanistica, Senigallia, 2004. 2 L’Area Urbana Funzionale, dall’acronimo in lingua inglese, FUA (Functional Urban Area), è un’area di Comuni contigui caratterizzati da una concentrazione di relazioni (afferenti principalmente alle sfere residenziali, lavorative e ricreative) tale da raggiungere un grado di interdipendenza così elevato da identificare un unico sistema socio-territoriale 3 Pivot è termine che deriva dalla lingua inglese, il cui significato è “perno”.

268,8 km² corrispondenti al 13,8% della

Provincia di Ancona e al 2,8% della

Regione Marche, come si può vedere dalla

figura 1.

La densità abitativa di questo

territorio è di 245 ab/km2 che rimane

conforme alle densità di popolazione

dell’intera Provincia di Ancona (247

ab/km²) ma nettamente superiore a quella

di tutta la Regione Marche (168 ab/km²).

L’area metropolitana si sviluppa da

est con il territorio litorale e pianeggiante

di Senigallia, verso ovest attraversando gli

altri Comuni che avvicinandosi

all’entroterra mostrano un carattere

sempre più collinare fino ad arrivare ad un

carattere montuoso nell’estremo occidente

della Provincia. Dal punto di vista

morfologico, il territorio della FUA è

caratterizzato dalla presenza di altopiani di

altitudine inferiore ai 700 m. Fin

dall’antichità, il territorio collinare fu scelto

dall’uomo come luogo di residenza sia per

le sue favorevoli caratteristiche climatiche,

sia per la maggior possibilità di difesa

dagli attacchi nemici e per la fertilità del

terreno. Questa precoce antropizzazione

delle colline ha portato alla formazione di

un paesaggio agrario riconoscibile.

Il territorio della FUA di Senigallia è

attraversato dal Fiume Misa e dal suo

affluente Nevola, che si sviluppano da

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ovest a est, congiungendosi all’altezza del

Comune di Ripe fino a sfociare nel Mar

Adriatico, in Senigallia. Questi due corsi

d’acqua attribuiscono una forte fertilità al

territorio dandogli una connotazione

prettamente agricola.

La Regione Marche, attenendosi al

Piano Paesistico Ambientale Regionale

(PPAR), inserisce nel Piano Paesistico

Regionale (PPR) una suddivisione del

proprio territorio in 7 macro ambiti i quali

sono stati formati in base alle relazioni

fisiche tra le componenti naturali,

ecologiche, storiche, antropico-insediative

e identitarie del paesaggio/territorio.

A sua volta questi macro ambiti sono

suddivisi in ambiti; quelli che riguardano la

FUA di Senigallia sono: B_03 La Valle del

Cesano, D_01 Senigallia e la valle del Misa,

D_02 Jesi e la Vallesina.

Come si può notare dalla tabella 1, la

maggior parte dei Comuni della FUA, sono

compresi all’interno dell’Ambito della Valle

del Misa. La caratteristica di questo ambito

è un paesaggio suburbano a valle e un

paesaggio rurale di qualità a monte, un

territorio che presenta un'alternanza di

zone urbane e vaste zone agricole.

Questa vasta zona collinare è inserita

dall’ISTAT nella zona altimetrica 44, che

influenza la climatologia del territorio per

cui essa ricade anche nella zona climatica

D 5 . In questa zona, infatti, i Comuni

presentano un numero di Gradi Giorno

maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100.

Per quanto riguarda invece il rischio

sismico della zona, i Comuni dell’area

metropolitana di Senigallia rientrano nella

zona sismica 26 che raggruppa il territorio

                                                            4 L’ISTAT definisce la ripartizione del territorio nazionale in zone omogenee derivanti dall’aggregazione di Comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici. Si distinguono zone altimetriche di montagna, di collina e di pianura. Le zone altimetriche di montagna e di collina sono state divise, per tener conto dell’azione moderatrice del mare sul clima, rispettivamente, in zone altimetriche di montagna interna, collina interna, e di montagna litoranea, e collina litoranea [Istat, Circoscrizioni statistiche. Metodi e norme, serie C n. 1, 1958]. 5 Secondo il DPR 412/1993 il territorio nazionale è suddiviso in sei zone climatiche in funzione dei gradi-giorno, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Per definire le zone climatiche la normativa introduce una unità di misura fittizia, il “Grado Giorno”. I Gradi Giorno (GG), sono un’unità di misura che indica il fabbisogno termico di un luogo. I GG vengono rilevati nel periodo di riscaldamento convenzionale che intercorre tra il 15 ottobre ed il 15 aprile di ogni anno (periodo annuale convenzionale). Il valore numerico rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni del periodo annuale convenzionale, delle differenze positive o negative giornaliere tra la temperatura convenzionale, fissata in Italia a 20°C, e la temperatura media esterna giornaliera. Maggiore è il valore dei Gradi Giorno, minore è la temperatura media rilevata e di conseguenza, il “freddo climatico” del periodo di rilevamento. 6 Le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Dlg 112/1998 e DPR 380/2001) hanno compilato l’elenco dei Comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone sismiche, a pericolosità

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nel quale possono verificarsi terremoti

abbastanza forti. (figura 2)

Un ulteriore elemento

caratterizzante, in particolare nel Comune

di Senigallia, è la finissima sabbia color

oro, che ha fatto si che venisse attribuito al

litorale marino l’appellativo di “Spiaggia di

Velluto”. Così fu definita dal giornalista e

fotografo Mario Carafoli, che la

considerava riconoscibile proprio per la

sua composizione. A poco più 500 m dal

porto canale la spiaggia è molto ampia e

sono quasi assenti cabine e ombrelloni.

L’erba cresce fra la sabbia, (elemento

tipico degli spazi naturali di duna) con

qualche fiore selvatico e proprio per il suo

aspetto naturale e quasi trasandato, negli

anni ’20 la spiaggia fu denominata costa

dei barbari.

                                                                                      decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. L’ultimo aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale (Gruppo di Lavoro, 2004), previsto dall’Opcm 3274/03, è stato adottato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006.

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10 

B03 C01 C02 D01 D02 D03

La Valle

del Cesano

Cagli e Valli del

Candigliano ed Alto Cesano

Fabriano e l’Alto Esino

Senigallia e la valle del Misa

Jesi e la Vallesina

Il paesaggio di Ancona

Castel Colonna 43% / / 57% / /

Corinaldo 33% / / 67% / /

Ostra / / / 75% 25% /

Ostra Vetere / / / 100% / /

Ripe / / / 100% / /

Senigallia 11% / / 62% 27% /

Tabella 1 - Percentuale di superficie del territorio dei comuni FUA ricadente all’interno degli ambiti della Provincia di Ancona

Figura 1 Aree Urbane Funzionali delle Marche (FUA) e microabiti a cui appartengono

Figura 2 Zone sismiche del territorio italiano con recepimento delle variazioni operate dalle singole Regioni (fino a marzo 2004)

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11 

1.2

Economia

Per realizzare un inquadramento

economico dell’area metropolitana di

Senigallia, è necessario utilizzare i dati

disponibili a livello Provinciale. I dati a cui

fa riferimento questo capitolo provengono

da Unicamere-infocamere, Movimprese

con elaborazioni dell'Ufficio Statistica e

Studi dalla Camera di Commercio della

Provincia di Ancona.

Nonostante il problematico quadro

economico che sta affrontando l’Italia

durante gli ultimi anni, i dati sulla

demografia delle imprese della Provincia

di Ancona si allineano al saldo7 positivo

italiano del 2011. Infatti, sulla base dei dati

del 2011 estratti dal Registro delle Imprese

e redatto dalla Camera Commercio di

Ancona, le imprese della Provincia sono

                                                            7 L’eccedenza o il deficit di iscrizioni rispetto alle cessazioni delle attività.

47.455 delle quali 42.520 risultano attive

(circa 90%).

Come si può notare dal grafico 1, nel

decennio compreso tra il 2000 e il 2011, le

cessazioni delle imprese sono sempre

state inferiori alle inscrizioni, fatta

eccezione per l’anno 2009, anno in cui la

Provincia di Ancona ha risentito in modo

evidente degli effetti della crisi chiudendo

con un saldo negativo (-68 imprese) e con

un tasso di crescita del -0,15%8, a cui si

riferisce il grafico 2. Nei due anni

successivi il saldo risulta invece positivo,

sia nel 2010 (con un saldo pari a +649

unità), sia nel 2011 (+202 unità) anno in

cui si evidenzia comunque un forte ribasso

del tasso di crescita.

Per quanto concerne il trend dei

tassi di natalità delle imprese della

Provincia di Ancona risulta piuttosto simile

a quello regionale e nazionale.

L’andamento, seppur costante, nel

decennio 2001-2011 mostra due forti

rallentamenti: uno nel 2003 e uno nel

2009. Sebbene il calo avvenuto nel 2003 si

                                                            8 Il tasso di crescita delle imprese è la differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità i quali si calcolano rispettivamente con il rapporto tra il numero di imprese nate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nell’anno t (in percentuale), per quanto riguarda il tasso di natalità; e il rapporto tra il numero di imprese cessate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nell’anno t (in percentuale), per quanto riguarda il tasso di mortalità.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

12 

possa ricondurre alla contestuale

diminuzione delle iscrizioni e delle

cessazioni, questo porta comunque a

registrare un saldo positivo. Di contro nel

2009 la crisi ha colpito duramente le

imprese, portando alla prima chiusura

negativa del decennio.

Il tasso di mortalità delle imprese, tra

il 2006 e il 2009, assume valori più alti

rispetto alla media del decenni 2000-2011;

mentre nel 2010, quando il tasso di

mortalità diminuisce, lascia presagire un

miglioramento della situazione generale.

In realtà il tasso di mortalità delle imprese

nel 2011 incrementa nuovamente.

Tra le forme giuridiche adottate dalle

imprese della Provincia di Ancona si

registra una prevalenza delle ditte

individuali9 (pari a circa il 62% del totale

nel 2001), forma molto diffusa soprattutto

nel settore dell’agricoltura. Nel 2011 tale

forma di impresa mostra una variazione

negativa (-5%) a favore delle Società di

capitali che, invece, aumenta di circa 11

punti percentuali (grafico 3).

Un segno dei cambiamenti

imprenditoriali avvenuti nel lungo periodo

è rappresentato appunto dalla rilevanza

                                                            9 La ditta individuale è quel tipo di impresa che fa riferimento a un solo titolare (cioè l’imprenditore) il quale è l’unico responsabile e anche l’unico promotore della sua iniziativa imprenditoriale.

delle Società di capitali10 che guadagnano

punti percentuali anche a scapito delle

Società di persone. Queste ultime sono: le

Società a nome collettivo (Snc) e le Società

in accomandita semplice (Sas)11.

Le Società di capitali in Provincia di

Ancona segnano la più significativa

variazione dall’anno 2010 al 2011 con un

incremento del 3%. In particolare, esse

sono costituite da Società a responsabilità

limitata a socio unico (Srl). Le Società di

persone, al pari delle tendenze rilevabili

anche nel resto d’Italia per l’anno 2010-

2011, continuano a diminuire di numero e

le cessazioni superano le iscrizioni,

producendo un saldo negativo.

I dati del 2011 continuano a rilevare

una diminuzione del numero delle Società

a nome collettivo (Snc), sia delle Società

semplici (Ss), mentre le Società in

accomandita semplice (Sas) continuano a

rimanere stabili. Infine, si rileva l’emergere

delle altre forme giuridiche come le

Società cooperative che mostrano una

variazione positiva anche nella Regione

Marche.

                                                            10 Sono società definite tali in quanto in esse l’elemento del capitale ha una prevalenza concettuale e normativa rispetto all’elemento soggettivo rappresentato dai soci. 11 Le società di persone sono società definite tali in quanto in esse prevale l’elemento soggettivo, rappresentato dai soci, rispetto al capitale.

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13 

L’esame dei dati demografici delle

imprese provinciali iscritte nell’anno 2011,

disaggregati per settore produttivo,

mettono in luce ulteriori particolarità nella

dinamica evolutiva del tessuto

imprenditoriale. Le nuove imprese iscritte

in quell’anno alla Camera di Commercio di

Ancona (grafico 4) sono state aperte nei

seguenti settori economici:

il 7% nell’agricoltura,

il 17% nel commercio,

il 3% per alberghi e ristorazione,

il 7% nelle attività manifatturiere,

il 12% nelle costruzioni,

il 13% in servizi alle persone e alle

imprese,

l’1% in attività immobiliari,

il 40% in altre attività non classificate.

Nonostante i dati sul PIL diffusi

dall’ISTAT 12 , indichino una situazione

dell’economia nazionale particolarmente

difficile e complessa, l’export italiano

conosce tassi di crescita non solo sempre

positivi, ma anche più dinamici di quelli

delle altre componenti del Prodotto

Interno Lordo, grazie alle buone

performance ottenute dai settori tipici del

                                                            12 Nel quarto trimestre del 2011, il Prodotto Interno Lordo è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,4% nei confronti del quarto trimestre del 2010. 

“Made in Italy” quali la moda, la

meccanica, l’agroalimentare e l’arredocasa.

Per quanto riguarda le variazioni

tendenziali regionali e provinciali, seppur

sempre positive, non riescono a

raggiungere il livello dell’export nazionale

(con variazione del’11%), ma si aggirano

intorno a variazioni di circa 9%, rispetto al

2010.

Per quanto riguarda la dinamica

settoriale della Provincia, questa mostra

una ripresa che non coinvolge tutti i

settori più importanti dell’export, ma solo

quello del settore manifatturiero

tradizionale. Infatti, più della metà delle

attività delle vendite all’estero convergono

nei tre principali comparti del sistema

imprenditoriale provinciale che sono: la

produzione di apparecchiature elettriche

(che rappresentano circa il 25% delle

vendite all’estero), il settore meccanico

con circa il 22% e la produzione di metalli

con circa 11%. Anche se le maggiori

esportazioni riguardano le attività

manifatturiere nell’anno 2011 nella

Provincia di Ancona, su un totale di

202.000 impiegati, solo 68.000 sono

assunti in questo settore, mentre la

maggior parte degli impiegati si dedicano

alla produzione di servizi, che vanta un

totale di 130.000 occupati, lasciando solo

3.000 impiegati all'agricoltura.

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14 

Grafico 1 Andamento iscrizioni e cessazioni delle imprese (espresse in migliaia) nel decennio 2000 e 2011

Grafico 2 Andamento del tasso di crescita delle imprese della Provincia di Ancona nel decennio dal 2000 al 2011

2

2,5

3

3,5

420

00

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Iscrizioni Cessazioni

-0,40%

-0,20%

0,00%

0,20%

0,40%

0,60%

0,80%

1,00%

1,20%

1,40%

1,60%

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Tasso di crescita

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15 

Grafico 3 Forme giuridiche delle imprese registrate nel 2001 e nel 2011

Grafico 4 Iscrizioni (espresse in n° assoluto) delle imprese per settore economico nell’anno 2011

24%

19%57%

3%

Società di capitali Società di persone Imprese individuali Altre forme

215

543

84

212

378

40329

1256

agricoltura

commercio

alberghi e ristoranti

attività manifatturiere

costruzioni

servizi alle persone e alle imprese

attività immobiliari

non classificate

13%

22%

62%

3%

2001 2011

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16 

1.3

Società

____________

____________

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17 

2 \\ POPOLAZIONE E STRUTTURA SOCIALE

l’evoluzione dell’ultimo decennio

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18 

2.1

La popolazione e le abitazioni di Senigallia nel contesto della Provincia

di Ancona

Dalla lettura della tabella 2 sono

confrontati i dati ufficiali dei censimenti

del 2001 e 2011, nell’ambito territoriale

della FUA di Senigallia. Il Comune è il

secondo in termini di superficie,

concentrando sul suo territorio (al 2011),

circa il 55% della popolazione della

Provincia di Ancona.

La popolazione dell’Italia Centrale

nel decennio 1991-2001 rimane pressoché

stabile, diminuendo di poche unità (-

0,04%). Il numero degli abitanti di

Senigallia cresce meno (1%) di quello della

Provincia di Ancona (2,6%) e della Regione

Marche (2,9%), che proporzionalmente

aumentano rispetto all’Italia Centrale e alla

tendenza nazionale.

Nel decennio 2001-2011, invece, si

registra una inversione di tendenza in

quanto la popolazione di Senigallia cresce

più della media regionale, provinciale e

Italiana, anche se la media dell’Italia

Centrale risulta più alta di quasi un punto

percentuale. Nello specifico Senigallia

vede un incremento del 7,7%, a fronte di

quello dell’Italia centrale del 8,7%.

Inoltre, confrontando i dati sulle

abitazioni del censimento 2011 per

Senigallia con quelli regionali, provinciali e

nazionali, emerge che il numero delle

abitazioni cresce mediamente di più nella

Provincia di Ancona (9,7%) e nella Regione

Marche (9%) rispetto all’Italia centrale

(5,5%) e alla media nazionale (6,1%). Il

numero delle abitazioni di Senigallia poi,

cresce ulteriormente rispetto sia a quello

della Provincia di Ancona che a quello

della Regione arrivando ad un aumento

del 13%.

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19 

Censimento 2001 Censimento 2011

Comune abitanti al 2001

abitanti variazioni '91-2001

abitazioni al 2001

abitanti al 01/01/2011

abitanti variazioni '01-2011

abitazioni al 2011

abitazioni variazioni 2001-2011

Senigallia 41.550 406 1,0% 20.925 45.027 3.477 7,7% 24.048 3.123 13% Castelcolonna 961 11 1,2% 486 1.072 111 10,4% 528 42 8% Corinaldo 5.170 -66 -1,3% 2.056 5.152 -18 -0,3% 2.293 237 10,3% Ostra 6.028 181 3,1% 2.447 6.837 809 11,8% 2.978 531 17,8% Ostra Vetere 3.536 39 1,1% 1.479 3.485 -51 1,5% 1.721 292 17% Ripe 3.575 509 16,6% 1.372 4.371 796 18,2% 1.827 455 25% TOTALE 60.820 1.080 21,7% 28.795 65.944 5.124 49,3% 33.395 4.225 91,1% Provincia di Ancona 448.473 11.210 2,6% 203.700 481.028 32.555 6,8% 225.642 21.942 9,7% Regione Marche 1.470.581 41.376 2,9% 672.785 1.565.335 94.754 6,05% 739.561 66.776 9% Italia Centrale (Toscana, Umbria, Lazio; Marche) 10.906.626 -4.727 -0,04% 5.142.990 11.950.322 1.043.696 8,7% 5.441.606 298.616 5,5% Italia 56.995.744 217.7 0,4% 27.291.993 60.626.442 3.630.698 6% 29.074.722 1.782.729 6,1% Fonte dei dati: Censimenti 1991, 2001 e 2011 (prime elaborazioni)

Tabella 2 Variazioni di popolazione dal 2001 al 2011. Confronto con i dati nazionali, provinciali, regionali

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20 

Analizzando l’andamento

demografico di Senigallia dal 1861 al 2011,

emerge che negli ultimi 50 anni la

popolazione residente è pressoché

raddoppiata attraverso un graduale e

quasi costante aumento demografico, che

ha raggiunto negli anni ‘70 del secolo

scorso il suo apice. Nel decennio 1961-

1971 si registra, infatti, in convergenza con

la massima fioritura del turismo locale, un

aumento decisivo della popolazione

residente. Il numero totale di residenti

passa dalle 23.527 unità del 1861 alle

45.027 unità del 2011 (47,7%).

Anche nell’ultimo decennio 2001-

2011 la popolazione è cresciuta con un

aumento di circa 3.500 unità (pari a un

incremento del 7,7%). Un fenomeno a cui

è corrisposta una costante urbanizzazione

del territorio e un aumento della

dotazione di servizi rivolti alla

popolazione, che ha confermato

l’importanza del Comune come rinomato

centro turistico nonché città ambita dalle

famiglie.

Dal 1861 al 2011 l’aumento della

popolazione è costante, con un

incremento medio di circa 1.200 unità ogni

dieci anni. La situazione si assesta nel

ventennio tra il 1981 e il 2001, mentre nel

decennio tra il 2001 e il 2011 si verifica il

secondo maggior incremento della

popolazione (il primo avvenne

nell’immediato dopoguerra con 4.218

unità, pari al 14,9%) con un aumento

corrispondente a 3.477 persone.

Dalla lettura della tabella 3 e dei

grafici 5 e 6, si evince che la popolazione

di Senigallia, pur continuando ad

aumentare in termini assoluti, in termini

percentuali è in continua diminuzione

negli anni compresi tra il 1951 e il 2001. A

partire dall’anno 2001 si registra, invece,

una notevole variazione percentuale

positiva (7,7%) della popolazione.

Anno Popolazione Variazione

n. %

1861 23.527

1871 22.695 -832 -3,5

1881 23.085 390 1,7

1901 23.195 110 0,5

1911 23.852 657 2,8

1921 25.473 1.621 6,8

1931 26.347 874 3,4

1936 28.327 1.980 7,5

1951 32.545 4.218 14,9

1961 35.337 2.792 8,6

1971 38.099 2.762 7,8

1981 40.135 2.036 5,3

1991 41.144 1.009 2,5

2001 41.550 406 1,0

2011 45.027 3.477 7,7

Fonte dei dati: Censimenti ISTAT Tabella 3 Aumento percentuale della popolazione dall’anno 1861 all’anno 2011

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21 

Grafico 5 Popolazione residente nel Comune di Senigallia dal 1861 al 2011

Grafico 6 Variazione percentuale della popolazione residente tra il 1861 e il 2011

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

50.000

1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011

po

po

lazi

one

anno

-3,5%

1,7%0,5%

2,8%

6,8%

3,4%

7,5%

14,9%

8,6%7,8%

5,3%

2,5%1,0%

13,0%

-5,0%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

1871

1881

1901

1911

1921

1931

1936

1951

1961

1971

1981

1991

2001

2011

Variazione…

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22 

2.2

I movimenti della popolazione dal 2001 al primo semestre 2012

Nella tabella 4 sono riportati i

movimenti della popolazione senigalliese

dal 2001 al 2010, con i tassi di natalità,

mortalità e migratori e i relativi saldi

naturali e migratori. Ciò che si riscontra

dalla lettura della tabella è che la

popolazione residente dal 2001 al 2010 ha

subito un aumento pressoché costante, di

3.520 unità, passando da 41.507 abitanti

del 2001 ai 45.027 del 2010, di cui 21.554

maschi e 23.473 femmine. Inoltre dal 2001

al 2010 l’aumento della popolazione è

stato costante (nonostante l’oscillazione

sia stata anche di poche unità), senza alcun

valore negativo (ovvero con diminuzioni di

popolazione).

In particolare tra 2001 e il 2003 la

crescita della popolazione residente è

stata la più intensa, poiché passando da

41.507 a 43.597 unità, si registra un

aumento di ben 2.088 unità in soli tre anni,

a fronte delle complessive 3.520 unità

registrate per tutto il periodo 2001-2010.

Dall’anno 2005 all’anno 2009, si può

notare una stabilizzazione della

popolazione intorno alle 44.000 unità,

sebbene la crescita della popolazione

abbia mantenuto un trend positivo,

permettendo al Comune di Senigallia di

raggiungere nel 2010 i 45.027 abitanti.

Dagli ultimi aggiornamenti sulla

popolazione residente, si registrano sul

territorio comunale 44.432 abitanti.

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23 

ANNO MOVIMENTO NATURALE MOVIMENTO MIGRATORIO VARIAZIONE POPOLAZIONE

al 31/12 NATI X 1000/ab MORTI X 1000/ab. SALDO ISCRITTI X 1000/ab CANCELLATI X 1000/ab SALDO v. a. %

2001 348 8,3 496 11,9 -148 811 19,5 559 13,5 252 104

41.507

2002 340 8,2 476 11,2 -136 268 6,3 40 0,9 228 496 1,17 42.399

2003 343 8,1 497 11,7 -154 682 15,6 119 2,7 563 409 0,94 43.597

2004 380 8,7 467 10,6 -87 498 11,3 197 4,5 301 214 0,49 43.899

2005 374 8,5 505 11,5 -131 391 8,9 210 4,8 181 50 0,11 44.023

2006 360 8,1 478 10,8 -118 418 9,5 247 5,6 171 53 0,12 44.207

2007 381 8,6 548 12,3 -167 532 12 274 6,2 258 91 0,21 44.377

2008 375 8,4 513 11,5 -138 522 11,7 275 6,2 247 109 0,24 44.536

2009 383 8,6 544 12,2 -161 514 11,5 318 7,1 196 35 0,08 44.673

2010 351 7,8 549 12,2 -198 541 12 258 5,7 283 85 0,19 45.027

2011 362 7,9 509 11,2 -147 1292 8 787 17,3 505 222 0,48 45.385

1ºsem.201213 196 4,3 266 5,8 -70 612 13,5 533 11,74 79 -426 -0,93 45.394

totale 4.193 95,5 5.848 132,9 -1.655 7.081 139,78 3.817 86,24 3.264 1.442 3,1 /

Tabella 4 Movimento della popolazione dal 2001 al 2010

                                                            13 I dati relativi all’anno 2011 e al primo semestre 2012 sono provvisori in attesa dei riconteggi che si renderanno necessari a seguito del rilascio della Popolazione Legale dei Comuni.

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24 

Grafico 7 Popolazione residente dal 2001 al 2010 e linea di tendenza al 2030

Grafico 8 Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 e linea di tendenza al 2030

38.000

39.000

40.000

41.000

42.000

43.000

44.000

45.000

46.000

47.000

48.000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2030

po

po

lazi

one

Anno

popolazione

tendenza

-1,5

-1

-0,5

0

0,5

1

1,5

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2030

vari

azio

ne p

erce

ntua

le

Anno

varaizione %

tendenza

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25 

Osservando i dati relativi al saldo

naturale e migratorio (tabella 4); e la

tabella 5 relativa al tasso di mascolinità14 si

possono effettuare alcune considerazioni

generali sul carattere sociale della

popolazione.

Il tasso di natalità 15 è in lieve

diminuzione, passando dall’8,3‰ del 2001

al 7,8‰ del 2010, tendenza in contrasto

con il generale andamento nazionale (il

tasso di natalità in Italia dalla seconda

metà degli anni Novanta ha registrato una

moderata ripresa arrivando al 9,1‰ nel

2011)16, toccando il massimo nel 2004 e il

minimo proprio nel 2010.

Il tasso di mortalità 17 è invece

aumentato, passando dall’11,9‰ (con 348

nati a fronte di 496 morti) a 12,2‰ (con

351 nati a fronte di 549 morti), superando

di 0,25 punti percentuali la media italiana,

e toccando il massimo nel 2007 con il

12,3‰ e il minimo nel 2004 con il 10,6‰.

Dal 2001 al 2010, quindi, la popolazione di

                                                            14 L’espressione tasso di mascolinità designa la proporzione di sesso maschile nell’insieme della popolazione. Esso è calcolato individuando il numero di maschi ogni 100 femmine. 15 Il tasso di natalità misura la frequenza delle nascite di una popolazione in un arco di tempo (normalmente un anno) ed è calcolato come rapporto tra il numero dei nati in quel periodo e la popolazione media. Questo dato viene utilizzato per verificare lo stato di sviluppo di una popolazione. 16 Fonte: http://demo.istat.it 17 Il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti, durante un periodo di tempo, e la quantità della popolazione media nello stesso periodo.

Senigallia ha registrato un tendenziale

movimento naturale18 negativo (-4,4%). I

dati non hanno subito forti oscillazioni,

così come evidenziato con il grafico 9, ma

sostanzialmente il numero dei morti ha

avuto una incidenza maggiore rispetto a

quello dei nati. Diversamente è avvenuto

per il saldo migratorio19, infatti i dati degli

iscritti e dei cancellati si sono assestati

solo dopo il 2005, mentre negli anni

precedenti hanno subito forti oscillazioni.

Per quanto riguarda il movimento

migratorio esso risulta positivo in quanto a

fronte di una diminuzione dei nuovi iscritti,

che passano da 811 nel 2001 a 541 nel

2010, nel periodo 2001-2010 si registra

una diminuzione viva delle cancellazioni,

che passano da 559 a 258 unità.

In generale la popolazione negli

ultimi 10 anni ha subito un costante,

seppur leggero,aumento dovuto non tanto

a un movimento naturale che anzi risulta

negativo, bensì a quello migratorio. Il

saldo naturale della popolazione dopo

aver registrato una caduta rilevante sino al

2005, negli ultimi 6 anni si è

sostanzialmente stabilizzato, registrando

anzi, dal 2009 al 2010 un lieve incremento

(grafico 10).

                                                            18 Il saldo naturale: è la differenza tra il numero di nati ed il numero di morti in un dato periodo. 19 Il saldo migratorio è la differenza tra il numero di immigrati e quello di emigrati in un dato periodo.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

26 

Grafico 9 Movimento naturale e migratorio dal 2001 al 2012

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

po

po

lazi

one

anno

nati morti iscritti cancellati

Grafico 10 Saldo del movimento naturale e migratorio dal 2001 al 2012

-600

-400

-200

0

200

400

600

800

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

po

po

lazi

one

anno

saldo naturale

saldo migratorio

saldo totale (variazione rispetto all'anno precedente)

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27 

2.3

Il movimento demografico della popolazione straniera dal 2001 al 2011

La presenza della popolazione

straniera nel Comune di Senigallia è

cresciuta in maniera graduale nell’ultimo

decennio, registrando un incremento di

ben 4,7 punti percentuali, confermando il

generale andamento nazionale. Negli

ultimi dieci anni la popolazione straniera

abitualmente dimorante in Italia è quasi

triplicata, passando da poco più di

1.300.000 a circa 3.770.000 unità.

L’incidenza degli stranieri sul totale della

popolazione sale da 2,3% nel 2001 al 6,4%

nel 2011. Nel 2010, infatti, l’incidenza

percentuale della popolazione straniera

sulla popolazione totale è del 7,5 %.

Nei grafici 11 e 12 sono, invece,

riportate le percentuali della popolazione

straniera in riferimento al Paese di

provenienza e si dimostra come la

struttura della popolazione straniera sia

cambiata nel corso del decennio 2001-

2011. In generale, aumenta la popolazione

proveniente dall’Europa e dall’Asia,

passando rispettivamente dal 51% al 57%

e dal 17% al 23%. Contrariamente a questa

tendenza in aumento si impone la forte

diminuzione della popolazione

proveniente dal continente Americano (si

passa dall’11% nel 2001 al 6% nel 2011) e

da quello Africano (si passa dal 21% nel

2001 al 14% nel 2011).

Analizzando in maniera più

approfondita i grafici relativi alle

percentuali della composizione della

popolazione straniera in riferimento al loro

Paese di provenienza ed effettuando un

confronto tra i dati relativi all’anno 2001 e

quelli relativi all’anno 2011, si possono

effettuare alcune considerazioni. Per

quanto riguarda il continente Europeo,

aumentano in maniera esponenziale gli

stranieri provenienti dall’Albania (+56,7%),

l’Ucraina (+95,3%), la Romania (+90%);

rimangono pressoché invariati i dati

relativi ai Paesi di provenienza del

continente americano e africano (come

accennato in precedenza), mentre

aumenta il numero di stranieri provenienti

dai Paesi del continente asiatico,

registrando un incremento del 84,6% per

gli immigrati provenienti dal Bangladesh e

del 68% per quelli provenienti dalla Cina.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

28 

Nella tabella 5 è riportato il

movimento demografico della

popolazione straniera all’anno 2002

all’anno 2010, da cui si può notare un

deciso incremento dell’immigrazione da

1.196 unità a i 3.396 unità. Per quanto

riguarda invece il tasso di natalità e

mortalità, si registrano notevoli divergenze

tra i tassi relativi alla popolazione

complessiva (rispettivamente 7,8‰ nel

2010) e quelli relativi alla popolazione

straniera (rispettivamente 13,8‰ nel

2010), contro un tasso di mortalità

dell’12,2‰ per la popolazione

complessiva e dell’1,5‰ per i cittadini

stranieri.

In linea generale la popolazione

straniera di Senigallia ha subito un

decremento delle nascite, che passano da

15,9‰ nel 2002 a 13,8‰ nel 2010, e un

aumento delle morti che passano

rispettivamente da 0,8‰ nel 2002 a 1,5%

nel 2010, ma complessivamente il saldo

naturale rimane positivo (+12,3‰ nel

2010), mentre quello della popolazione

totale Senigalliese nello stesso anno

registrava una perdita percentuale di -0,4

punti.

Allo stesso tempo si registra nel

periodo 2002-2010 un calo degli iscritti e

un aumento di cancellati per la

popolazione straniera, ma il saldo

migratorio rimane comunque positivo (nel

2010 si registra per gli stranieri un

incremento del 83,3‰, mentre per la

popolazione residente solo del 6,3‰).

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29 

Grafico 11 Popolazione straniera residente al 31 dicembre 2001 e suddivisione per continenti di provenienza

51%

21%

11%

17%

Europa

Africa

America

Asia

Popolazione straniera al 31 dicembre 2001

4% 4%

39%

9%

7%2%

35%

Francia

Germania

Albania

Romania

Russia

Ucraina

altro

Stranieri provenienti dall’Europa

4%

27%

23%

12%

26%

8%Algeria

Marocco

Nigeria

Senegal

Tunisia

altro

Stranieri provenienti dall'Africa

9% 10%

13%

45%

23% Bolivia

Brasile

Cuba

Perù

altro

Stranieri provenienti dall’America

28%

32%

6%

12%

22% Bangladesh

Cina

Filippine

Iran

altro

Stranieri provenienti dall’Asia

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30 

Grafici 12 Popolazione straniera residente al 31 dicembre 2011 e suddivisione per continenti di provenienza

57%

14%

6%

23%

Europa

Africa

America

Asia

Popolazione straniera residente al 31 dicembre 2011

1%2%

26%

27%

6%

15%

23%

Francia

Germania

Albania

Romania

Russia

Ucraina

altro

Stranieri provenienti dall’Europa

5%

37%

10%16%

23%

9% Algeria

Marocco

Nigeria

Senegal

Tunisia

altro

Stranieri provenienti dall’Africa

10%

12%

14%

37%

27%Bolivia

Brasile

Cuba

Perù

altro

Stranieri provenienti dall’America

45%

25%

2%

4%24% Bangladesh

Cina

Filippine

Iran

altro

Stranieri provenienti dall’Asia

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31 

ANNO

POPOLAZIONE TOTALE SENIGALLIA

POPOLAZIONE TOTALE STRANIERA

%

2002 42.399 1.196 2,8

2003 43.597 1.759 4

2004 43.899 2.060 6,7

2005 44.023 2.241 4,7

2006 44.207 2.412 5,4

2007 44.377 2.670 6

2008 44.536 2.917 6,5

2009 44.673 3.113 7

2010 45.027 3.396 7,5

2011 45.385 3.598 7,9

Tabella 6 Peso della popolazione straniera sulla popolazione totale

ANNO MOVIMENTO NATURALE MOVIMENTO MIGRATORIO VARIAZIONE

v.a. %

Pop.straniera totale al

31/12 NATI X 1000/ab. MORTI X 1000/ab SALDO ISCRITTI X 1000/ab CANCELLATI X 1000/ab SALDO

2001 27 22,5 1 0,8 26 255 213 122 101,9 133 107 8,9 1.197

2002 19 15,9 1 0,8 18 268 224,1 40 33,4 228 210 17,5 1.196

2003 13 7,4 2 1,1 11 682 387,7 119 67,7 563 552 31,4 1.759

2004 46 22,3 5 2,4 41 498 241,7 197 95,6 301 260 12,6 2.060

2005 35 15,6 4 1,8 31 391 174,5 210 93,7 181 150 6,7 2.241

2006 45 18,7 2 0,8 43 418 173,3 247 102,4 171 128 5,3 2.412

2007 47 17,6 3 1,1 44 532 199,3 274 102,6 258 214 8 2.670

2008 46 15,8 2 0,7 44 522 179,0 275 94,3 247 203 6,9 2.917

2009 48 15,4 3 1,0 45 514 165,1 318 102,2 196 151 4,8 3.113

2010 47 13,8 5 1,5 42 541 159,3 258 76,0 283 241 7,1 3.396

2011 45 12,5 4 1,1 41 493 137 291 80,8 202 161 4,4 3.598

totale 418 177,5 32 13,1 386 5.114 2254 2351 950,6 2763 2377 113,6 /

Tabella 5 Movimento demografico della popolazione straniera dal 2001 al 2011

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32 

2.4

La struttura della popolazione per classi d’età dal 2001 al 2011

Nel Comune di Senigallia si registra

una tendenza assolutamente in linea con

quella nazionale, ovvero un graduale

processo di invecchiamento della

popolazione: nella tabella 7 e nel grafico

13 si osserva un aumento di tutte le classi

di età in particolare per quella degli over

75 (+952 unità, passando rispettivamente

dalle 4.202 unità del 2001 alle 5.154 unità

del 2011), eccezion fatta per la classe degli

adulti dai 15 ai 19 anni, che registra una

diminuzione di 3 unità. In particolare,

osservando un generale aumento della

popolazione senigalliese tra il 2001 e il

2011, si riscontra una diminuzione di ben

2,3 punti percentuali della popolazione

della classe di età compresa tra i 15 e i 64

anni, a fronte di un aumento di 1 un punto

percentuale della popolazione con 65 anni

e più. Nel 2011 la popolazione Senigalliese

tra 0 e i 14 anni ha una incidenza sulla

popolazione totale, inferiore (12,3%)

rispetto a quella regionale (13,3%),

provinciale (13,4%) e nazionale (14%).

Anche la popolazione senigalliese tra i 15

e i 64 anni, considerata popolazione

attiva20, presenta valori percentuali al di

sotto delle medie provinciali, regionali e

nazionali. Al contrario la popolazione di 65

anni e più, registra valori percentuali

superiori rispetto a quelli provinciali

regionali e nazionali.

Dal 2001 al 2011, quindi, la

popolazione di Senigallia ha registrato un

tendenziale aumento dell’indice di

vecchiaia21, che è passato rispettivamente

da 185,3% nel 2001 al 193,6% nel 2011,

così come si evidenzia con la tabella 9,

rimanendo in linea con l’andamento

nazionale, che aumenta di 6,5 punti

percentuali. Diversamente è avvenuto

invece per l’Italia centrale, la Provincia e la

Regione nelle quali l’indice di vecchiaia è

diminuito di 9,7 punti percentuali.

                                                            20 Secondo le definizioni adottate dall’ISTAT, per popolazione attiva si intende l’insieme delle persone di età non inferiore ai 15 anni e non superiore ai 65 in rapporto alla popolazione totale. 21 L’indice di vecchiaia è un indicatore statistico dinamico usato per descrivere il peso della popolazione anziana sul tutale della popolazione. Esso si definisce come il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni); valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi.

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33 

anno

CLASSI DI ETÀ

totale GIOVANI ADULTI ANZIANI

< 5 da 5 a 9 da 10 a 14 da 15 a 19 da 20 a 64 da 65 a 75 76<

2001 1.667 1.686 1.725 1.904 26.361 5.207 4.202 42.752

2002 1.645 1.625 1.673 1.837 25.205 5.388 4.134 41.507

2003 1.698 1.641 1.725 1.816 25.640 5.501 4.378 42.399

2004 1.756 1.708 1.742 1.855 26.372 5.612 4.552 43.597

2005 1.822 1.729 1.774 1.784 26.522 5.644 4.624 43.899

2006 1.813 1.773 1.785 1.817 26.451 5.725 4.659 44.023

2007 1.817 1.794 1.764 1.857 26.479 5.658 4.838 44.207

2008 1.840 1.801 1.796 1.890 26.526 5.628 4.923 44.404

2009 1.875 1.826 1.798 1.851 26.562 5.638 4.986 44.536

2010 1.867 1.861 1.781 1.883 26.604 5.590 5.087 44.673

201122 1.866 1.834 1.845 1.901 26.843 5.584 5.154 45.027

Tabella 7 Popolazione per classi di età dall’anno 2001 all’anno 2011

anno

CLASSI DI ETÀ

0-14 anni 15-64 anni 65 e più Popolazione totale % unità % unità % unità

2001 11,9 5.078 66,1 28.265 22,0 9.409 42.752

2002 12,0 4.943 65,1 27.042 22,9 9.522 41.507

2003 11,9 5.064 64,7 27.456 23,3 9.879 42.399

2004 11,9 5.206 64,7 28.227 23,3 10.164 43.597

2005 12,1 5.325 64,5 28.306 23,4 10.268 43.899

2006 12,2 5.371 64,2 28.268 23,6 10.384 44.023

2007 12,1 5.375 64,1 28.336 23,7 10.496 44.207

2008 12,2 5.437 64,0 28.416 23,8 10.551 44.404

2009 12,3 5.499 63,8 28.413 23,8 10.624 44.536

2010 12,3 5.509 63,8 28.487 23,9 10.677 44.673

2011 12,3 5.545 63,8 28.744 23,0 10.738 45.027

An

no

201

1 Provincia di Ancona 13,4 64.525 63,9 307.027 22,6 109.476 481.028

Regione Marche 13,3 208.479 64,2 1.005.059 22,5 351.797 1.565.335

Italia Centrale 13,4 1.602.355 65 7.778.316 21,5 2.569.651 11.950.322

Italia 14 8.513.222 65,7 39.811.683 20,3 12.301.537 60.626.442

Tabella 8 Popolazione divisa per grandi classi di età

                                                            22 Popolazione residente al 20/10/2011; fonti: ISTAT; elaborazione dati: Ufficio Statistica del Comune di Senigallia.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

34 

Grafico 13 Popolazione per classi di età

Censimento 2001 Censimento 2011

Indice di vecchiaia

Popolazione attiva (su pop. tot)

Indice di vecchiaia

Popolazione attiva (su pop. tot)

Comune di Senigallia 185,3% 66,1% 193,6% 63,8 %

Provincia di Ancona 184,6% 66,4% 169,7% 63,8%

Regione Marche 177,7% 66,3% 168,7% 64,2%

Italia centrale 165,6% 67,8% 160,5% 65,1%

Italia 138% 68,2% 144,5% 65,7%

Tabella 9 Confronto tra indice di vecchiaia e percentuale della popolazione attiva nel 2001 e nel 2011

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2001

0-14 anni 15-64 anni 65 e più

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

35 

2.5

La composizione delle famiglie residenti dal 2001 al 2011

La composizione delle famiglie nel

Comune di Senigallia, valutata tramite

l’analisi dei dati censuari degli anni 2001 e

2011, mette in evidenza una forte

diminuzione del numero di componenti

per nucleo familiare, sebbene il numero

totale delle famiglie sia aumentato. La

definizione di famiglia qui adottata è

quella prevista dal Regolamento

anagrafico vigente in Italia, pertanto per

famiglia si intende un insieme di persone,

o una persona, legate da vincoli di

parentela, affinità, matrimonio, adozione,

tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed

aventi dimora abituale nello stesso

Comune.

Come emerso dall’analisi dei dati del

XV censimento generale della popolazione

e delle abitazioni 2011, il numero di

famiglie in Italia è più che raddoppiato

negli ultimi 60 anni, un aumento che,

come già scritto, ha interessato anche il

Comune di Senigallia.

La dimensione delle famiglie è

andata invece diminuendo nel tempo,

anche in questo caso rispecchiando il

generale andamento italiano (in Italia si

passa da un numero medio di componenti

per famiglia di 2,4 nel 2001 a 2,2 nel 2011).

Nel 2001, infatti, a fronte di una

popolazione totale di 42.752 unità, il

numero delle famiglie ammonta a 16.847

(con un numero medio di componenti per

famiglia23 di 2,5), mentre nel 2011, data

dell’ultimo censimento ISTAT, la

popolazione totale è composta da 45.027

unità e 19.854 nuclei familiari, con un

numero medio di componenti per famiglia

di 2,2 unità, registrando quindi una

diminuzione di ben 0,3 punti percentuali in

un solo decennio.

Come emerge dalla lettura del

grafico 14, in cui vengono riportati i valori

assoluti del numero di componenti per

famiglia negli anni 2001 e 2011, e dalla

tabella 10, in cui sono inseriti invece i

valori percentuali (oltre a quelli assoluti), il

numero delle famiglie formate da uno, due

o tre componenti, nell’anno 2011 supera

                                                            23 Il numero medio di componenti per famiglia si calcola dividendo la popolazione totale per il numero di famiglie totali nello stesso anno.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

36 

sempre quello del 2001, indice del fatto

che nell’ultimo decennio sono sempre più

diffusi i “piccoli nuclei” familiari a scapito

del numero delle famiglie numerose. Nello

specifico, si passa da 4.663 (27,7%)

famiglie formate da un solo componente

nel 2001 a 6.961 (35%) nel 2011; da 4.413

(26,2%) famiglie formate da due

componenti del 2001 a 5.347 (26,9%) nel

2011; infine da 3.826 (22,7%) famiglie

formate da tre componenti nel 2001 a

3.923 (19,7%) nel 2011. Per quanto

riguarda invece le famiglie con quattro,

cinque, sei e sette o più componenti, in

generale, nell’anno 2011, si nota

facilmente come il numero delle stesse sia

sempre minore rispetto a quello del 2001.

Per i nuclei familiari composti da quattro

componenti si passa da 2.915 (17,3%)

famiglie nel 2001 a 2.742 (13,8%) nel 2011

con una piccola diminuzione in termini

assoluti, ma di ben 3,5 punti percentuali in

un decennio. Per i nuclei formati da cinque

componenti si passa, invece, da 774 (4,6%)

del 2001 a 680 (3,4%) nel 2011. Anche il

numero delle famiglie composte da sei,

sette o più unità è in diminuzione

nell’ultimo decennio: per i nuclei composti

da sei individui si passa da 185 (1,1%) a

134 (0,6%), mentre per quelli formati da 7

o più componenti si passa da (0,4%) a 64

(0,3%), arrivando ad una incidenza

percentuale molto bassa.

L’incremento del numero delle

famiglie, accompagnato dalla riduzione

del numero medio di componenti per

nucleo familiare, riflette a pieno i grandi

mutamenti delle strutture familiari dovuti

ai cambiamenti demografici, sociali ed

economici in atto in tutta la Nazione.

Anche in conseguenza al progressivo

invecchiamento della popolazione, il

numero delle famiglie numerose tende a

diminuire, contrariamente a quello delle

famiglie uni-personali.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

37 

Grafico 14 Confronto del numero di famiglie suddivise per n° di componenti residenti sul territorio comunale (fonte: Censimenti 2001 e 2011)

Numero di componenti

anno

2001 2011

numero comp. %. numero comp. %

1 4.663 27,7 6.961 35

2 4.413 26,2 5.347 26,9 3 3.826 22,7 3.923 19,7

4 2.915 17,3 2.742 13,8

5 774 4,6 680 3,4 6 185 1,1 134 0,6

7 e più 71 0,4 67 0,3 totale 16.847 19.854

Tabella 10 Valori assoluti e percentuali del numero di famiglie residenti per numero di componenti da censimento 2001 e 2011

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

1 2 3 4 5 6 7 e più

anno 2001anno 2011

numero di componenti

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

38 

3 \\ STRUTTURA ECONOMICA

l’evoluzione dell’ultimo decennio

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

39 

3.1

Le attività economiche nel Comune di Senigallia

La città di Senigallia si è

contraddistinta negli ultimi 50 anni quale

polo di ricettività per alcune grandi

imprese del settore secondario e terziario,

che a seguito della loro dismissione hanno

lasciato sul territorio numerosi “vuoti

urbani”(si pensi ad esempio al caso Ex-

Sacelit Italcementi, o al caso Ragno).

A queste si aggiunge un progressivo

proliferare negli anni più recenti di piccole

e medie imprese che hanno garantito

lavoro sia alla popolazione residente che

alle popolazioni di pendolari provenienti

dai comuni limitrofi.

La posizione del Comune e la sua

prossimità sia con il mare che con il

paesaggio collinare, oltre all’elevato grado

di accessibilità garantita dal sistema

infrastrutturale, rendono il Comune di

Senigallia un sistema storicamente inserito

in un più ampio panorama produttivo e

logistico della Regione Marche, a cui

appunto si lega un’altrettanto vasta offerta

di strutture commerciali.

L’analisi dell’ evoluzione del numero

di imprese dall’ anno 2003 all’ anno 2012 24 conferma una propensione al

mantenimento delle attività: i dati infatti,

nonostante la grande crisi mondiale che

ha coinvolto tutti i settori d’impresa,

emerge un tasso di crescita sempre molto

vicino allo zero. Questo dato indica che il

numero di imprese non è cresciuto, e nel

2012 è anzi diminuito, restituendo

un’immagine negativa in quanto,tra l’

altro, inferiore a quello di livello nazionale.

Nell’anno 2012 si riscontra infatti a

Senigallia un numero di iscrizioni di

imprese inferiore a quello dell’ anno

precedente (-38) e un numero di

cessazioni superiore (+82), mentre in Italia

nel 2012 si registrano 18.911 iscrizioni in

più rispetto al 2011 (+0,31%), un dato

comunque non pienamente positivo in

quanto rappresenta è il saldo più basso

dopo quello del 2009.

Come emerge dai grafici 17 e 18 e

dalla tabella 12 In particolare sofferenza

sono i settori alberghiero e turistico,

dell'agricoltura e del commercio, tiene

                                                            24  effettuata dalla Camera di Commercio di Ancona su database Stockview – Infocamere 

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40 

invece il settore delle attività immobiliari. I

settori colpiti maggiormente sono anche

alcuni tra i più diffusi sul territorio: l’

agricoltura (che comprende al suo interno

le attività di coltivazione agricola e

produzione di prodotti animali oltre ad

attività di caccia e pesca), il commercio (all’

ingrosso e al dettaglio)e le attività turistico

ricettive consistono rispettivamente nel

11%,28% e 10% sul totale delle imprese

presenti.

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41 

ANNO REGISTRATE ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO Tasso di natalità

Tasso di mortalità

Tasso di crescita

2003 4.449 331 290 41 7% 7% 1% 2004 4.506 346 286 60 8% 6% 1% 2005 4.600 371 277 94 8% 6% 2% 2006 4.593 338 356 -18 7% 8% 0% 2007 4.611 354 334 20 8% 7% 0% 2008 4.624 349 332 17 8% 7% 0% 2009 4.606 325 344 -19 7% 7% 0% 2010 4.703 357 271 86 8% 6% 2% 2011 4.775 348 271 77 7% 6% 2% 2012 4.728 310 353 -43 7% 7% -1% Tabella 11 Imprese registrate dal 31/12/2003 al 31/12/2012, iscritte e cancellate nel corso dell'anno

Grafico 15 andamento delle iscrizioni e delle cessazioni delle imprese dal 2003 al 2012

Grafico 16 andamento del saldo delle imprese dal 2003 al 2012

 200

 250

 300

 350

 400

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

CESSAZIONI ISCRIZIONI

‐50

0

50

100

150

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

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SETTORE ANNO 2012

Registrate Iscrizioni Cessazioni PERCENTUALE SALDO

agricoltura 499 17 23 11% -6

commercio 1.328 62 96 28% -34

albereghi e ristorazione 491 14 35 10% -21

attività manifatturiere 365 25 37 8% -12

costruzioni 632 37 58 13% -21

servizi a imprese e persone 960 47 70 20% -23

attività immobiliari 265 10 8 6% 2

altre attività non classificate 188 98 26 4% 72

TOTALE 4.728 100%

Tabella 12 imprese registrate al 31/12/2012 suddivise per settore di attività

Grafico 17 percentuale delle imprese per ogni settore di attività

Grafico 18 saldo delle imprese divise per settore di attività al 31/12/2012

11%

28%

10%8%

13%

20%

6%4% agricoltura

commercio

albereghi e ristorazione

attività manifatturiere

costruzioni

servizi a imprese e persone

attività immobiliari

altre attività non classificate

-40

-20

0

20

40

60

80

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43 

3.2

Il quadro delle attività turistiche-ricettive

La posizione strategica di Senigallia,

che si colloca nelle vicinanze

dell’aeroporto di Falconara e di grandi vie

di comunicazione infrastrutturale come

l’autostrada A14 (Bologna-Taranto), oltre

alla complessiva qualità del territorio e alla

sua forte identità, unite alla notevole

presenza di importanti risorse di interesse

turistico, permette di considerare il

Comune un grande polo a elevata

attrattività turistico-ricettiva.

L’offerta turistico-ricettiva presente

sul territorio del Comune di Senigallia si

può distinguere, in base alle realtà

presenti sul territorio, riconducendole a

due categorie.25

La prima categoria è quella delle

strutture alberghiere, che naturalmente si

dislocano prevalentemente sul lungomare,

                                                            25 I dati sono aggiornati al 29 agosto 2012.

all’interno della quale compaiono 24

attività funzionali con esercizio annuale, 52

con esercizio limitato alla stagione estiva,

per un numero complessivo di 76 alberghi

attualmente attivi, per una capacità

ricettiva pari a 5.903 posti letto.

La seconda categoria è quella delle

residenze turistico alberghiere 26 , che

risultano essere 2 in tutto il Comune, per

un totale di 85 posti letto.

Oltre a queste, fanno parte della

categoria delle strutture ricettive anche

quelle denominate “strutture ricettive

complementari” 27 , tra cui figurano

campeggi, country houses, bed&breakfast,

agriturismi, ostelli, camere vacanze e case

vacanze.

Rafforzare l’offerta ricettiva

puntando sullo sviluppo di un turismo

“sostenibile”, che determini una

evoluzione armonica del territorio che lo

ospita è sicuramente tra gli obiettivi da

raggiungere nel prossimo periodo.

                                                            26 Le “residenze turistico alberghiere” sono esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio, per un periodo minimo di sette giorni in unità abitative arredate, ed eventualmente vitto ed altri servizi accessori, in almeno sette appartamenti dotati di servizio autonomo di cucina. 27 Secondo la definizione della LR 9/2006, si considerano tali le strutture ricettive non classificabili come alberghi (campeggi, villaggi tristici, bed&breakfast).

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offerta turistico ricettiva strutture ricettive complementari

strutture alberghiere

residenze turistico

alberghiere campeggi country

houses bed&

breakfast agriturismi ostelli camere vacanze

case vacanze

unità 76 2 16 11 19 8 1 2 2

posti letto 5.903 85 4.681 189 97 60 20 28 167

totale 5.988 5.242 Tabella 1 Quadro delle attività turistico-ricettive del Comune di Senigallia

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45 

3.4

Le imprese agricole

A causa della morfologia territoriale

che connota il Comune di Senigallia, il

paesaggio rurale occupa la maggior parte

del territorio comunale e la destinazione

agricola risulta prevalente con la maggior

parte delle colture praticate nella bassa

collina. L’elevato valore del paesaggio

agricolo è incrementato anche dalla

presenza di testimonianze storico culturali

(chiese, torri, castelli, edifici rurali, parchi e

ville). L’attuale mancanza di connessioni

verdi con il centro città, una inadeguata

manutenzione del reticolo viario

extraurbano (che vista la limitata ampiezza

della carreggiata non permette la

realizzazione di piste ciclopedonali che

potrebbero rappresentare una opportunità

di grande importanza per la rete del

verde), la vicinanza con l’autostrada A14 e

la scarsa presenza di strutture ricettive,

unite ad una graduale perdita dei caratteri

propri del paesaggio agrario storico, non

permettono di godere e fruire totalmente

dei benefici generati dal territorio rurale.

La recente scomparsa del paesaggio

tradizionale della mezzadria nell’Italia

Centrale, sta lentamente progredendo

verso nuove forme di complessità sia

visiva sia ecologica. Queste nuove

configurazioni derivano dall’accostamento

di seminativo e colture specializzate

(soprattutto vigneto), il tutto alternato da

sistemi insediativi diffusi che vedono un

riuso della campagna e dei nuclei storici

per nuovi stili abitativi, creando una sorta

di mosaico, composto appunto, da

materiali di diversa natura, colore,

destinazione e morfologia.

F. Indovina (2009) riassume

efficacemente in sette punti i fattori

principali che hanno determinato

inizialmente l’urbanizzazione delle

campagne e successivamente la

formazione della città diffusa. Tali punti

sono:

l’abbandono di molte attività agricole a

seguito di una aspettativa di

trasformazione dei suoli;

la costruzione di un modello produttivo

“individuale” non più concentrato in

un’unica grande impresa bensì basato

sulla dislocazione in piccole aziende

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della filiera produttiva spesso a

conduzione familiare;

i già citati mutamenti degli stili di vita a

seguito dell’aumento della disponibilità

economica;

il progressivo aumento dei costi della

città compatta;

l’indebolimento delle necessità di

agglomerazione per adempiere alle

funzioni della vita collettiva

(l’incremento del mezzo privato per gli

spostamenti e dei mezzi di

telecomunicazione per le relazioni

hanno notevolmente condizionato la

possibilità di vivere lontano dal centro);

la nascita di un nuovo modello

organizzativo delle attività commerciali

basato sulla grande distribuzione a

discapito del commercio di vicinato;

la diffusione di grandi attrezzature per il

tempo libero e il divertimento in ambiti

extraurbani (cinema multisala, parchi

acquatici, parchi di divertimento) che

sfruttano, come la grande distribuzione

commerciale, il posizionamento in

luoghi altamente accessibili (caselli e

svincoli autostradali, o snodi della

viabilità principale).

Il paesaggio agricolo e naturale

italiano viene così sempre più attaccato da

insediamenti e infrastrutture che erodono

indiscriminatamente suoli liberi agricoli e

naturali. Questa conformazione territoriale

degli insediamenti determina rilevanti

squilibri sia nei territori cosiddetti della

dispersione sia all’interno dei centri abitati

tradizionali. Tali scompensi sono

prevalentemente legati al sistema della

mobilità e al sistema naturalistico e

paesaggistico: il primo fortemente

caratterizzato dal traffico su gomma, il

secondo da una frammentazione delle

aree verdi e da un progressivo degrado

del paesaggio naturale.

“La città di Sinigaglia da questa

radice de’ monti si discosta poco più che il

tirare d'uno arco, e da la marina è distante

meno d'uno miglio. A canto a questa corre

un picciolo fiume, che le bagna quella

parte delle mura che in verso Fano

riguardano. La strada per tanto che

propinqua a Sinigaglia arriva, viene per

buono spazio di cammino lungo e monti, e

giunta a el fiume che passa lungo

Sinigaglia, si volta in su la man sinistra

lungo la riva di quello; tanto che, andato

per spazio d'una arcata, arriva a un ponte

el quale passa quel fiume e quasi attesta

con la porta ch'entra in Sinigaglia, non per

retta linea ma transversalmente. Avanti a la

porta è un borgo di case con una piazza,

davanti alla quale l'argine del fiume da

l'uno de’ lati fa spalle”.

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47 

Le parole con cui Niccolò

Macchiavelli descrive la città, all’interno

della sua breve opera storica intitolata

Descrizione del modo tenuto dal Duca

Valentino nello ammazzare Vitellozzo

Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor

Pagolo e il duca di Gravina Orsini (1503), si

restituisce a pieno l’immagine morfologica

di Senigallia, caratterizzata proprio per la

sua composizione, prevalentemente

pianeggiante ma circondata da colline

degradanti verso il mare e attraversata da

corsi d’acqua, che ne fanno un Comune a

fortissima vocazione agricola.

Grazie ai dati reperiti da ISTAT per il

VI censimento generale dell’agricoltura, si

può cercare di quantificare questa

vocazione.

Territorio n. aziende

agricole 2011 Italia 250.806.040 Italia centrale 37.871.012

Marche 44.866

Ancona 10.781

Castel Colonna 99

Corinaldo 418

Ostra 328

Ostra Vetere 273

Ripe 135 Senigallia 765 Tabella 13 Numero di aziende agricole sul territorio

Analizzando nel dettaglio i dati

relativi al numero di aziende agricole

appartenenti alla FUA di Senigallia e alla

loro rispettiva superficie in ettari emerge

come, il numero di aziende è di molto

superiore a quello degli altri Comuni.

Tuttavia la vastissima superficie del

territorio comunale, si delinea come un

paesaggio agricolo fortemente

frammentato: più del 40% del totale delle

aziende agricole senigalliesi hanno una

superficie inferiore ai 2 ettari, a fronte di

un numero considerevolmente ridotto

(solo 9 aziende, pari all’1,2%) di aziende

con una superficie agricola di circa 100

ettari.

Come mostra la tabella 14, le

aziende a conduzione diretta del

coltivatore sono largamente prevalenti, tra

queste, incidono maggiormente quelle

con manodopera esclusivamente

famigliare (tabella 15), arrivando in ogni

caso a percentuali superiori all’80%, con

picchi del 98% nel caso di Castelcolonna.

La maggior parte delle aziende agricole sul

territorio sono quindi a conduzione

familiare, sintomo del fatto che la

tradizione agricola dei luoghi si tramanda

da generazioni.

Il numero di aziende condotte “in

economia”, ovvero quelle che si avvalgono

di salariati e quelle che fanno ricorso

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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esclusivamente a contoterzismo, rimane

quindi ridotto rispetto a quello delle

imprese a conduzione familiare.

Analizzando la tabella 16, emerge

come nei Comuni dell’area presa in esame,

vi sia prevalenza di colture seminative,

quelle che si occupano quindi della

coltivazione di cereali per la produzione di

granella, legumi secchi, patata,

barbabietola da zucchero, piante (sarchiate

da foraggio e industriali, ornamentali),

confermando la spiccata vocazione

marchigiana all’utilizzo dei terreni,

appunto, come seminativi.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

49 

Forma di conduzione conduzione diretta

del coltivatore conduzione con salariati

altra forma di conduzione

totale

Marche 42488 2020 358 44866 Ancona 9931 786 64 10781 CASTELCOLONNA 97 2 ... 99

CORINALDO 394 23 1 418

OSTRA 270 57 1 328

OSTRA VETERE 239 34 ... 273

RIPE 127 7 1 135

SENIGALLIA 690 71 4 765

Tabella 14 Forma di conduzione delle imprese agricole

Categoria di manodopera

Totale manodopera

aziendale familiare

voci relative alla manodopera aziendale familiare

Totale manodopera

aziendale non

familiare

voci relative alla manodopera aziendale non familiare

conduttore

altri familiari

del conduttore

che lavorano

in azienda

parenti del conduttore

che lavorano

in azienda

coniuge che

lavora in

azienda

altra manodopera aziendale in

forma continuativa

altra manodopera aziendale in

forma saltuaria

lavoratori non assunti

direttamente dall'azienda

Marche 76.962 44.246 9.106 6.504 17.106 11.394 3.440 7.646 308

Ancona 18.213 10.612 1.985 1.694 3.922 2.965 964 1824 177

CASTELCOLONNA 177 99 28 10 40 4 1 3 ...

CORINALDO 668 415 67 32 154 93 8 84 1

OSTRA 658 323 79 123 133 93 25 68 ...

OSTRA VETERE 455 270 35 21 129 106 27 71 8

RIPE 235 134 18 22 61 17 10 7 ...

SENIGALLIA 1.330 754 184 121 271 188 94 87 7

Tabella 15 Categoria di manodopera all’interno delle aziende agricole

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50 

UTILIZZAZIONE DEI TERRENI SUPERFICIE AGRICOLA TOTALE (SAT) funghi in

grotte, sotterranei o in appositi

edifici

serre coltivazioni energetiche

SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU) arboricoltura da legno annessa

ad aziende agricole

boschi annessi

ad aziende agricole

superficie agricola

non utilizzata

altra superficie seminativi

coltivazioni legnose agrarie

orti familiari

prati permanenti e

pascoli

Marche 374.856 37.346 2.109 57.516 3.385 96.182 23.451 21.661 64 20.253 711

Ancona 100.082 9.106 446 4.307 516 9.466 2.792 5.185 3 5.765 333 Castelcolonna 9.37 36 2 4 13 16 19 35 ... ... ...

Corinaldo 3.427 318 12 9 12 13 25 294 3 47 6

Ostra 3.301 185 12 12 9 3 33 214 ... 819 64

Ostra Vetere 3.309 172 11 30 1 18 88 157 ... 85 ...

Ripe 1.129 48 6 0 0 4 43 41 ... 68 ...

Senigallia 8.941 521 34 45 13 60 184 427 ... 365 11 Tabella 16 Classi di utilizzazione dei terreni ettari

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51 

3.3

Il governo del territorio, iniziative e marketing territoriale

Sono davvero moltissime le iniziative

con cui il Comune di Senigallia promuove

le specificità e le potenzialità locali, oggi

interpretate come punto di partenza per

uno sviluppo economico e sociale. Si

ricordano almeno le iniziative:

del Museo Comunale di Arte Moderna

dell’informazione e della Fotografia

(Musinf),

del festival “Ventimilarighesottoimari”,

del Cater Raduno,

del festival “Summer Jamboree”,

del festival Organicistico Internazionale

“Città di Senigallia”,

della manifestazione Cucine di Borgo,

della manifestazione “Pane Nostrum”,

della manifestazione “Senigallia in

Vela”.

Le iniziative e le mostre promosse

all’interno del Museo Comunale di Arte

Moderna dell’informazione e della

Fotografia (Musinf), istituito dal Comune

con l’intento di realizzare un progetto del

critico Carlo Emanuele Bugatti, a cui hanno

aderito grandi artisti del Novecento e di

cui il museo conserva cospicue raccolte di

opere. Proprio per testimoniare l’intento di

documentare in campo artistico il rapporto

tra parole e immagini, le collezioni del

museo riguardano diversi campi dell’arte

contemporanea. Gli archivi di fotografia

Giacomelli, e la Scuola “Misa”, nascono per

documentare l’esperienza senigalliese

della cosiddetta “Scuola Misa”, che ad oggi

rappresenta un significativo tratto della

storia della fotografia italiana del secondo

Novecento. All’interno del Musinf la

tradizione fotografica senigalliese trova

spazio con raccolte tematiche, e ospita

anche l’osservatorio della fotografia della

Provincia di Ancona.

Oltre alle importantissime

testimonianze sulla tradizione fotografica,

la collezione di oltre cinquanta opere di

scultura documenta la presenza di grandi

personalità senigalliesi nell’ambito della

storia della scultura italiana (tra questi

Enrico Mazzolani, Silvio Ceccarelli e Alfio

Castelli).

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52 

L’unico movimento artistico e

culturale che dopo il futurismo ha avuto

una diffusione internazionale, quello di

Poesia Visiva, trova testimonianza

all’interno del museo, attraverso oltre

duecento opere di artisti italiani e stranieri.

Anche altre mostre e archivi permanenti e

unici nel loro genere sono ospitate dal

Musinf, come l’Archivio Internazionale

della Documentazione Xero-Arte, in cui si

raccolgono i documenti riguardanti la

produzione artistica all’avanguardia

realizzata con mezzi elettronici; l’Archivio

Internazionale Arte per la Pace (Mail Art),

raccolta di espressioni artistiche che si

avvalgono del mezzo postale come

strumento di diffusione; e infine il Centro

Internazionale Documentazione Ex Libris,

che raccoglie oltre seimila opere dei

maggiori artisti del settore fin dal

dopoguerra.

Oltre le mostre permanenti ospitate

dal Musinf, sono innumerevoli le mostre

temporanee organizzate in luoghi di

incontro e cultura disseminati su tutto il

territorio Comunale, come la Rocca

Roveresca, oggi sede dell’area

Archeologica e del Museo La Fenice; il

Palazzo del Duca che, dopo essere stato

riacquisito dal Comune di Senigallia, ha

subìto una intensa opera di restauro ed è

meta di rilevanza sovralocale; il Palazzetto

Baviera, la Pinacoteca Diocesana di Arte

Sacra presso il Palazzo dell’Episcopio, il

Museo Pio XI, che costituiscono poli

attrattivi culturali proprio per la loro

valenza storica e architettonica.

Ormai da undici anni nel periodo

estivo la Diocesi di Senigallia, in

collaborazione con il Maestro F. Iannella e

il supporto del Comune di Senigallia,

organizza il festival Organicistico

Internazionale “Città di Senigallia”,

manifestazione consolidata nel tempo e

che coinvolge anche i Comuni

dell’entroterra, permettendo al pubblico di

ascoltare l’armonia di diversi organi, alcuni

dei quali sono importanti esemplari

dell’arte organaria non solo senigalliese

ma dell’intera Regione Marche e restaurati

per l’occasione. Questa manifestazione ha

una importanza non solo nazionale ma

anche internazionale, esercitando un forte

richiamo anche nei confronti di visitatori

stranieri.

L’edizione del festival

“Ventimilarighesottoimari” è dedicata ogni

anno a scritture diverse, gialli, noir,

romanzi, che vengono presentati e

commentati anche in presenza di

personalità di spicco nel settore.

Da qualche anno l’estate senigalliese

si anima grazie alle trasmissioni

radiofoniche organizzate dal secondo

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53 

canale nazionale sul territorio Comunale,

dando vita al Cater Raduno, capace di

proporre temi di attualità e interesse,

riuscendo a suscitare grande

partecipazione e a muovere il pensiero dei

cittadini senigalliesi e non. Sono due le

trasmissioni che si tengono in diretta: dal

Lungomare Alighieri di Senigallia e

dall’interno della RAM (Rotonda A Mare),

che vengono accompagnate ogni anno da

eventi musicali di rilievo, con la presenza

di cantautori conosciuti a livello

Internazionale (tra questi Nina Zilli,

Samuele Bersani e i Subsonica).

Sono centinaia le ore di musica,

concerti e dj set organizzati in occasione

del “Summer Jamboree”, festival dedicato

alla musica e alla cultura americane degli

anni Quaranta e Cinquanta. Da ormai

tredici anni la Spiaggia di Velluto ospita

per nove giorni consecutivi autentiche

leggende della musica rock and roll con le

loro esibizioni. Il festival è organizzato

dall’Associazione Culturale Summer

Jamboree e promosso dal Comune di

Senigallia in collaborazione con la

Provincia di Ancona, il sistema turistico

locale Marca Anconetana, con il Main

Sponsor UniCredit. Per avvicinare

maggiormente la popolazione alla cultura

di quegli anni si organizzano due

workshop, uno di chitarra e uno di

burlesque, oltre alla possibilità di

frequentare corsi di ballo, assistere a feste

in spiaggia, sfilate di abiti, auto e moto

d’epoca, oltre alla splendida scenografia

che si crea spontaneamente grazie agli

appassionati del genere.

In collaborazione con le associazioni

locali che da anni promuovono la

valorizzazione delle proprie tradizioni

culinarie, ogni anno la Piazza del Foro

Annonario ospita la manifestazione

“Cucine di Borgo”. Questa manifestazione

si svolge non solo con l’intenzione di

insegnare l’importanza delle tradizioni più

radicate con uno sguardo al passato, ma

ha un impronta lungimirante e si pone

l’obiettivo di realizzare feste sostenibili e

solidali, attraverso l’utilizzo di prodotti

riutilizzabili e riciclabili, acquistati presso

cooperative sociali territoriali.

Dura quattro giorni la

manifestazione che da diversi anni

coinvolge la popolazione Senigalliese,

“Pane Nostrum”, con forni a cielo aperto,

panificatori in piazza, la possibilità di

frequentare corsi di panificazione gratuiti e

scoprire i sapori e i prodotti della buona

terra marchigiana e nazionale.

Sono ben dieci i giorni di giugno in

cui è organizzata la manifestazione

“Senigallia in Vela”, in collaborazione con

l’Ufficio Locale Marittimo e sedici

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54 

Associazioni, che promuovono una serie di

attività legate al mondo del mare e della

navigazione in barca a vela. Durante il

giorno si organizzano regate e gare di

pesca, con la possibilità per le persone

disabili di provare l’esperienza della

navigazione in barca a vela, assistiti da

associazioni specializzate. Nella serata,

invece si organizzano dibattiti, proiezioni,

osservazioni della volta celeste,

presentazioni di libri e concerti, che si

concluderanno con la premiazione di un

concorso fotografico indetto per

imprimere sulla pellicola il momento più

significativo di questa splendida

manifestazione.

Le originali manifestazioni

organizzate su territorio comunale

suscitano da anni grande interesse,

perseguendo l’obiettivo di mostrare ai

tantissimi visitatori il volto migliore della

città e di valorizzare le eccellenze cittadine.

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4 \\ AMBIENTE NATURALE E TERRITORIO

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56 

4.1

L’energia

A seguito dell’adozione del

Pacchetto europeo su clima ed energia nel

2008, la Commissione Europea ha

promosso il Patto dei Sindaci per avallare

e sostenere gli sforzi compiuti dagli Enti

locali nell’attuazione delle politiche nel

campo dell’energia e dell’ambiente

sostenibile. I governi locali, infatti,

svolgono un ruolo fondamentale nella

mitigazione degli effetti conseguenti al

cambiamento climatico, soprattutto se si

considera che l’80% dei consumi

energetici e delle emissioni di CO2 è

associato alle attività urbane.

In data 18 aprile 2012, il Comune di

Senigallia sottoscrive e prende parte al

Patto dei Sindaci, impegnandosi nel

campo della sostenibilità ambientale ed

energetica, insieme ad altri 4.679 firmatari

in tutta Europa.

Essendo ad oggi l’unico movimento

di questo genere a mobilizzare attori locali

e regionali ai fini del perseguimento di

obiettivi comuni, il Patto dei Sindaci è

considerato dalle istituzioni europee come

un eccezionale modello di governance

multilivello.

Al fine di tradurre il loro impegno

politico in misure e progetti concreti, i

firmatari del Patto, tra cui appunto il

Comune di Senigallia, si impegnano a

preparare un “Inventario di Base delle

Emissioni” e a presentare, entro il 2013, un

Piano d’azione per l’energia sostenibile in

cui sono delineate le azioni principali che

essi intendono avviare.

ECORegion 28 è il software on-line

ufficialmente riconosciuto dall’Unione

europea come strumento idoneo a

preparare bilanci di emissioni di CO2 su

base locale. Attraverso questo software i

Comuni che aderiscono al Patto dei

Sindaci possono preparare l’Inventario

Base delle Emissioni, finalizzato alla

stesura del Susteinable Energy Action Plan

(SEAP), ovvero il programma di interventi

che le amministrazioni locali realizzeranno

                                                            28 Questo strumento, messo a punto da Ecospeed, spin-off dell’Università di Zurigo, e già in uso dai membri di “Alleanza per il clima” in Svizzera e Germania, è stato adottato per la prima volta nel nostro Paese da “Alleanza per il Clima Italia” in collaborazione con un gruppo pilota di enti locali e territoriali.

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per raggiungere gli obiettivi del

“Pacchetto 20-20-20” (ridurre del 20%

entro il 2020 le emissioni di CO2

aumentando della stessa quota l’efficienza

energetica e la produzione di energia da

fonti rinnovabili).

Va specificato però, che le azioni

energetiche dell’Amministrazione Pubblica

e quelle di origine privata, intraprese

prima della sottoscrizione del Patto dei

Sindaci, non possono essere inserite nel

SEAP, in quanto il proposito dell’iniziativa

è quello di redigere un Piano d’Azione per

il futuro, attraverso nuove iniziative,

indipendenti da quelle già messe in atto.

Oltre all’obiettivo del risparmio

energetico e della sostenibilità ambientale,

i risultati delle azioni dei firmatari sono

molteplici, a partire dalla creazione di

posti di lavoro stabili e qualificati non

subordinati alla delocalizzazione; un

ambiente e una qualità della vita più sani;

un’accresciuta competitività economica e

una sempre maggiore indipendenza

energetica.

All’interno del Patto è stato

attribuito un ruolo specifico alle

Amministrazioni pubbliche e alle reti in

grado di assistere i firmatari nel

perseguimento dei loro ambiziosi obiettivi,

a causa del fatto che, sebbene un numero

sempre crescente di Comuni stia

dimostrando la propria volontà politica di

aderire all’iniziativa, non sempre questi

dispongono delle risorse finanziarie e

tecniche per tener fede agli impegni.

I Coordinatori del Patto, comprese le

Province, le Regioni e le autorità nazionali,

concedono ai firmatari consulenza

strategica nonché assistenza tecnico-

finanziaria.

Una rete di Enti locali, nota come i

Sostenitori del Patto, è impegnata ad

amplificare al massimo l’impatto

dell’iniziativa con attività promozionali,

collegamenti tra i membri e piattaforme di

condivisione delle esperienze.

Già da tempo l’Amministrazione

Comunale di Senigallia ha dimostrato

impegno nel campo della sostenibilità

ambientale e della riduzione di CO2, mirate

anche al contenimento dei consumi

energetici in ambito insediativo, con

interventi su edifici ed attrezzature

pubbliche di uso pubblico;

sull’illuminazione pubblica, ad esempio la

sostituzione di corpi illuminanti fuori

norma, con corpi illuminanti di ultima

generazione con lampade al sodio ad alta

pressione  e installazione di sistemi

automatici di accensione, spegnimento e

regolazione dell’intensità; in ultimo

politiche per lo smaltimento dei rifiuti che,

attraverso l’attivazione del sistema di

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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raccolta "porta a porta" integrale dei rifiuti

urbani (per utenze domestiche e

commerciali), ha permesso di passare da

una percentuale di rifiuti differenziati dal

19% al 60%.

Anche nel campo della mobilità

sostenibile Senigallia si impegna da

tempo, attraverso l’attivazione di incentivi,

come quello, ad esempio promosso da

“ICBI” il cui  acronimo sta per “Iniziativa

Carburanti a Basso Impatto” e nasce grazie

a una convenzione tra numerosi Comuni

italiani, tra i quali naturalmente figura

anche Senigallia, il cui obiettivo è quello di

realizzare un progetto nazionale per la

gestione coordinata e integrata della

promozione e sviluppo dell’uso dei

carburanti a basso impatto ambientale e

per lo sviluppo della relativa rete di

distribuzione.

Senigallia aderisce inoltre

all’iniziativa "viaggiainsieme", un metodo

innovativo di car-pooling, per condividere

l’uso dell’autovettura privata risparmiando

denaro, socializzando e limitando le

emissioni di CO2.

Sono molteplici gli interventi

pianificati per la riduzione dei consumi

energetici e di conseguenza per il

raggiungimento di un obiettivo condiviso

di sostenibilità ambientale: oltre agli

impianti fotovoltaici si prevede

l’installazione di un impianto di

cogenerazione29 nelle piscina “Le Saline”.

L’installazione di un anemometro e di un

impianto microeolico30 nell’area del porto

turistico, al fine di acquisire un patrimonio

informativo sui venti operanti in quell’area,

e sull’effettiva producibilità di energia

elettrica da fonte rinnovabile. Si stima che

l’impianto produca energia rinnovabile per

6 MWh/a, riducendo le emissioni di CO2 di

circa 2,8 t/a.

Nella tabella 17 si riportano in

maniera sintetica, le azioni e gli obiettivi

rivolti alla riduzione dei consumi

energetici, prefigurando orizzonti di

risparmio fino a quasi 30 punti percentuali

per la residenza e 19 punti percentuali per

gli edifici che ospitano funzioni

amministrative.

                                                            29 In ingegneria energetica per cogenerazione si intende il processo di estrazione di energia meccanica solitamente trasformata poi sia in energia elettrica (corrente elettrica) che in calore utilizzabile per riscaldamento e/o processi produttivi-industriali. Nella maggior parte dei casi gli impianti di cogenerazione conferiscono calore già pronto per edifici pubblici o privati 30 Con il termine microeolico o piccolo eolico, ci si riferisce alla produzione di energia elettrica da fonte eolica realizzata con l’utilizzo di aerogeneratori di altezza inferiore a 30 metri.

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Settore emissioni

2005 Incidenza

totale Incidenza obiettivo

emissioni 2010

Incidenza totale

Incidenza obiettivo

t/anno di CO2 risparmiata

t/a CO2 % % t/a CO2 % % Schede PEAC PAEE PAN Totale Incidenza

Residenziale 85.704 31,0% 31,2% 86.203 32,0% 32,2% 0,0 11.871 5.244 N.P. 17.115 28%

Agricoltura 1.514 0,5% - 1.704 0,6% - Non Considerata

Terziario 45.121 16,3% 16,4% 46.457 17,3% 17,3% 0,0 N.P. 1.008 N.P. 1.008 2%

Industria 37.211 13,5% 13,5% 30.593 11,4% 11,4% N.P. 3.907 N.P. N.P. 3.907 6%

Amministrazione 6.346 2,3% 2,3% 5.935 2,2% 2,2% 9.995 963 N.P. N.P. 10.958 18%

Trasporto 107.007 38,7% 38,9% 104.264 38,7% 38,9% 2.455 0 6.437 N.P. 8.893 15%

Produzione Elettricità - - - - - - 443 1.275 N.P. 2.623 4.342 7%

CHP/Termico - - - 39 2.579 N.P. N.P. 2.618 4%

Comunicazione - - - - - - 1.053 N.P. N.P. N.P. 1.053 2%

Pianificazione - - - - - - 2.542 226 N.P. N.P. 2.768 5%

Appalti Pubblici - - - - - - N.P. N.P. N.P. N.P. - 0%

Riduzione tra 2005-2010 - - - - - - - - - - 7.528 13%

Totale 275.044 100,0% 100,0% 267.516,5 100,0% 100,0% 16.527,46 20.820,44 12.689,66 2.623 60.188,83 100%

Tabella 17 Sintesi delle azioni e degli obiettivi rivolti alla riduzione dei consumi energetici

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60 

4.2

Il consumo di suolo

Quella del consumo di suolo, è una

tematica indubbiamente molto trattata

oggi, in quanto in Italia come in Europa, è

crescente la preoccupazione per questo

fenomeno in aumento. Questo fenomeno

si riferisce alla trasformazione

“irreversibile” di alcune superfici naturali o

di territorio agrario, in superfici

urbanizzate, occupate quindi da

infrastrutture o semplicemente da lotti

costruiti. Fino ad oggi chi si è occupato di

consumo di suolo lo ha fatto nella maniera

più tradizionale possibile analizzando il

fenomeno solamente attraverso

competenze urbanistiche, mentre risulta

necessario operare uno scambio tra le

diverse discipline e competenze.

A seguito della Convenzione

Europea del Paesaggio del 2000, si

attribuisce al suolo lo status di bene

comune, aumentando l’interesse nei

confronti di questo delicato argomento, e

di conseguenza aumentando la

consapevolezza nel trattarlo seguendo una

logica multidisciplinare.

Analizzare l’evoluzione del consumo

di suolo diventa fondamentale per poter

definire anche i nuovi strumenti normativi

utili al contenimento del fenomeno stesso.

La Regione Marche è una delle

Regioni che di recente più ha dimostrato

impegno in questo campo, con la

redazione della LR 22/2011 oltre

all’aggiornamento dell’Atlante Ambiente e

Consumo di Suolo del 201231 in cui Sandro

Donati, Assessore all’ Ambiente scrive:

”Pensare che la nostra Regione possa

diventare anche un laboratorio di nuove

proposte per una gestione territoriale e

ambientale tesa alla sostenibilità non è più

un fatto così remoto, ma può costituire un

concreto e positivo risultato per tutta la

nostra comunità”.

Anche la città di Senigallia,

impegnata ad oggi in un progetto pilota,

che prevede la redazione di un

Programma Operativo di Riqualificazione

                                                            31  L’Atlante Ambiente e Consumo di suolo nelle Marche 1954-2010 costituisce l’ aggiornamento dell’atlante redatto nel 2007. Questo atlante analizza il fenomeno nella Regione Marche, contrariamente alla versione precedente che lo analizza solo nei 93 Comuni appartenenti alle 11 FUAs. 

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61 

Urbana si pone l’obiettivo, tra gli altri, di

ridurre il consumo di suolo.

Una delle grandi innovazioni

introdotte proprio dalla LR 22/2011 è

appunto la volontà di intraprendere

politiche per il contenimento del consumo

di suolo. Sostanzialmente, per non esaurire

nuovo suolo libero l’alternativa più

incisiva, è intervenire sulla città esistente.

Va chiarito che non sempre

l’impiego di nuovo suolo libero per nuove

costruzioni è da considerarsi come uno

spreco della risorsa (pur rappresentando

inequivocabilmente un consumo di suolo):

soprattutto laddove si creano nuovi spazi

e attrezzature pubbliche (tra queste anche

l’edilizia residenziale sociale considerata a

tutti gli effetti un servizio).

All’interno di questo atteggiamento

generale di arresto degli sprechi delle

risorse scarse, servono sia politiche di riuso

dell’esistente sia veri progetti di

contenimento delle espansioni insediative

inessenziali.

Indubbiamente la riqualificazione

urbana è la via maestra da seguire per

affrontare il problema del consumo di

suolo. Ancor più corretto sarebbe

interpretare la riqualificazione urbana

come “l’altra faccia della medaglia” del

consumo di suolo, ovvero una via

indiscutibilmente necessaria per

intraprendere il riuso e la densificazione

urbana quali alternative all’espansione.

Il processo di densificazione non

deve quindi essere considerato sempre in

termini negativi purché esso venga

accuratamente gestito attraverso il

controllo complessivo del disegno

prefigurativo della trasformazione.

Il problema del consumo di suolo è

ancora più insidioso se considerato alla

luce di una dinamica demografica ed

economica tendenzialmente regressiva, ed

è perciò che da fenomeno fisiologico

diventa una patologia della città

contemporanea. Da un lato l’approccio alla

limitazione del consumo di suolo passa

attraverso alcune necessità irrinunciabili,

quali ad esempio una legge nazionale sul

governo del territorio che tratti le

problematiche del residuo di Piano, che

ponga un orizzonte strategico di consumo

del suolo nazionale e che istituisca

meccanismi fiscali di disincentivazione

nell’utilizzo di suoli liberi; dall’altro il

consumo di suolo si combatte agendo alla

scala locale promuovendo attenzione e

responsabilizzazione nell’utilizzo e nella

trasformazione dei suoli.

Rispetto a questo utilizzo va detto

che Senigallia si è distinta proprio per

essere stata uno dei pochi Comuni ad aver

coraggiosamente affrontato il tema della

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

62 

riduzione dell’edificabilità prevista dal

Piano Regolatore mediante una variante

urbanistica.

Come descritto nel Rapporto 2010

sul Consumo di Suolo [CRCS 2011:252]

nella Regione Marche “tra il 1954 e il 2007

si è verificato un progressivo processo di

decentramento funzionale tra centri e

paesi minori che ha determinato nel

tempo un fenomeno di conurbazione

complessivo identificabile con il sistema

dei bacini del pendolarismo marchigiano.

Di fatto tale sistema conurbativo è

contraddistinto da una morfologia

dispersa, che non presenta continuità con i

centri esistenti di maggiore dimensione e

quindi si propaga secondo un modello

tipicamente dispersivo dei tessuti urbani a

bassa densità secondo cui le

caratteristiche di centralità, densità ed

accessibilità vanno ricercate

esclusivamente all’interno di un bacino

territoriale ben più ampio la cui

caratteristica di insostenibilità più marcata

è la pressoché esclusiva dipendenza dal

trasporto privato su auto. La complessità

di tale modello mette in crisi le possibilità

politiche ed amministrative [locali] di poter

concretamente, con i tradizionali strumenti

della pianificazione, riuscire a governare il

fenomeno del consumo di suolo”.

Concretamente, dall’analisi

dell’Atlante Ambiente e Consumo di

suolo 32 emergono le dinamiche del

consumo di suolo tra il 1954 e il 2007 in 93

Comuni appartenenti alle 11 Aree Urbane

Funzionali (FUAs) della Regione Marche.

All’interno dell’Atlante sono

cartografate come FUAs i paesaggi urbani

e periurbani, ed anche quelli altrove

riconoscibili nel territorio delle Marche.

Come riportato nella tabella 19 tali

FUAs sono ordinate secondo il rapporto

tra la superficie urbanizzata presente nel

proprio territorio e quella totale delle 11

FUAs. Ai due estremi dell’intervallo si

hanno rispettivamente la FUA4

(corrispondente all’area che gravita

intorno ad Ancona) con la massima

quantità di superficie urbanizzata (19,4%)

rispetto alla superficie territoriale totale

delle 11 FUAs (29.259 ettari totali), e

all’estremo opposto la FUA3

(corrispondente a Senigallia) con il valore

più basso, ovvero il 6,5 %.

È emerso inoltre che l’urbanizzazione

dei suoli non segue andamenti allineati e

direttamente proporzionali alla situazione                                                             32 L’Atlante Ambiente e Consumo di suolo nelle Marche 1954-2007 ha analizzato la dinamica del consumo di suolo tra il 1954 e il 2007 su 93 Comuni appartenenti alle 11 aree urbane funzionali (FUAs) delle Marche. Questo atlante si riferisce non ancora all’intera regione ma alle cosìddette “nuove città”. I dati, aggiornati al 2007, verranno estesi a tutti i Comuni delle Marche (Atlante n. 2).

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demografica e produttivo-occupazionale

del territorio. Tale situazione è fortemente

diversificata tra le 11 FUA e in alcuni casi,

come in particolare quello di Senigallia, la

trasformazione del suolo ha privilegiato il

Comune di riferimento per la FUA stessa

(Comune Pivot).

Un’analisi svolta all’interno

dell’Atlante del consumo di suolo delle

Marche permette di capire come è stato

affrontato dalle Amministrazioni

marchigiane il problema dello sviluppo

edificatorio e infrastrutturale.

Il primo obiettivo per realizzare una

tavola di analisi del consumo di suolo è

quello di individuare aree dense

(densamente urbanizzate), di transizione

(non densamente urbanizzate, che

solitamente si sviluppano tra i centri e le

periferie) e libere nel Comune di Senigallia.

Come primo passaggio vengono

individuate le soglie minime, medie e

massime relative al rapporto di copertura33

per ogni cella della matrice34, che nel caso

specifico, essendo Senigallia un comune di

dimensioni elevate, misura 20 metri per 20

metri (400 m2). Successivamente è stato                                                             33 Il rapporto di copertura, in urbanistica, è il rapporto in percentuale fra la superficie coperta (Sc) riferita a tutte le opere edificate o edificabili e la superficie fondiaria (Sf), è un numero adimensionale, essendo il rapporto tra due superfici. 34 La matrice in questo caso è una griglia, che ricopre il territorio comunale con celle di dimensione variabile.

possibile, attraverso comandi specifici e

programmi dedicati, stabilire quanti metri

quadrati risultino occupati all’interno di

ogni cella da edifici e da infrastrutture

(suolo urbanizzato), per poi in seguito

calcolarne il valore del rapporto di

copertura35 , stabilendo infine quale è il

suolo poco coperto (soglie minime con

Rapporto di copertura da 0% a 14%),

mediamente coperto (soglie medie con

Rapporto di copertura compreso tra 15% e

39%) e molto coperto (soglie massime,

con rapporto di copertura compreso tra

40% e 100%).

Questo procedimento è stato poi

applicato a tutto il territorio comunale per

realizzare una tavola denominata “Stato

del suolo: analisi dei rapporti di copertura

delle aree urbanizzate”, che servirà ad

individuare possibili azioni di tutela

specifiche per ogni singolo caso.

Il suolo considerato “poco coperto”

comprende quindi aree considerate libere

e che generalmente corrispondono a

porzioni di territorio esterne al tessuto

urbano consolidato o ai nuclei edificati,

caratterizzate quindi dalla prevalente

funzione agricola e forestale, anche in

presenza di insediamenti minori o sparsi,

                                                            35 In questo caso specifico il rapporto di copertura(RC) è ottenuto con la formula:

*100

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

64 

quali elementi identitari e distintivi del

paesaggio che si intende preservare,

evitando così una possibile congestione

urbana futura. Per perseguire questi

obiettivi verranno indicate alcune linee

guida, al fine di evitare, ove possibile, la

nuova edificazione in aree non

urbanizzate, fatta eccezione per opere

pubbliche e di interesse pubblico, purché

motivate in maniera adeguata e in assenza

di possibili localizzazioni alternative

Il suolo considerato “mediamente

coperto” comprende invece aree

considerate di transizione, generalmente

strettamente connesse a quelle

appartenenti alla soglia minima e

massima. Sono porzioni di territorio poste

ai margini degli ambiti urbanizzati e

caratterizzate dalla limitata estensione e

dalla possibile presenza di infrastrutture

primarie e secondarie. In questo caso le

possibili linee guida per tutelare le aree di

transizione saranno volte a garantire nuovi

processi insediativi nel rispetto della

pianificazione territoriale sovraordinata;

limitare l’incremento insediativo attraverso

interventi di progettazione e

ristrutturazione urbanistica da sviluppare

per settori, scongiurando il processo di

sprawl edilizio mediante processi di

densificazione, sostituzione edilizia e

completamento su aree libere intercluse.

In ultimo, il “suolo coperto”(molto

coperto, mediamente coperto, poco

coperto), comprende aree costituite da

porzioni di territorio con impianto

urbanistico significativo, caratterizzate

dalla presenza di un tessuto edilizio

consolidato e dalle funzioni di servizio

qualificato per la collettività. L’analisi delle

coperture eseguita su tutto il territorio

comunale dimostra come la grandissima

parte dei suoli comunali (più dell’81%) non

sia coperta da insediamenti o

infrastrutture ovvero sia costituito da aree

libere, mentre le tre restanti classi (suoli

molto coperti, mediamente coperti e poco

coperti) sono pressochè equamente

suddivisi percentualmente e costituiscono

le aree urbanizzate a densità differenti.

Escludendo la classe delle aree libere

si evince che l’urbanizzazione a Senigallia

occupa più di 2 mila e 200 ettari,

corrispondente ad un indice di copertura

(inteso come incidenza percentuale delle

aree urbanizzate sul territorio comunale)

delle superfici urbanizzate pari al 19%.

La metodologia sperimentata per il

calcolo delle superfici coperte permette

quindi di individuare le aree libere da

preservare e le aree di transizione da

considerare come risorse fondamentali per

le strategie future dell’Amministrazione

Comunale.

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65 

m2 ha % molto coperti  

7.136.400 714 6,1%(Rc da 40% a 100%) 

mediamente coperti 7.222.800 722 6,1%

(Rc da 15% a 39%) 

poco coperti  7.672.400 767 6,5%

(Rc da 0% a 14%) 

non coperti  95.563.059 9.556 81,3%

totale  117.594.659 11.759 100,0%

Tabella 18 Analisi dei rapporti di copertura 

Proprio per queste ragioni si

possono e si devono individuare delle

possibili linee guida volte non solo alla

tutela delle aree considerate permeabili e

quindi non costruite o coperte, ma anche

al controllo delle aree densamente

urbanizzate, che considerano congruenti i

processi di trasformazione, riuso e

aumento della capacità insediativa, sempre

nel rispetto degli standard per servizi

pubblici previsti dalla legislazione vigente.

L’incremento insediativo si concretizza

quindi attraverso interventi di

densificazione del tessuto esistente,

sostituzione edilizia, completamento su

reliquati, ristrutturazione urbanistica.

A questa prima fase analitica ne

segue un’altra, utile ad individuare le aree

dense, di transazione e libere, per

perseguire l’obiettivo di minimizzare il

consumo di suolo, realizzata facendo

riferimento all’azzonamento fornito

dall’Amministrazione Comunale e alla

conformazione delle infrastrutture e delle

aree in via di sviluppo. Viene quindi

interpretata la conformazione del territorio

in relazione alle diverse soglie individuate

in base al Rapporto di copertura. Emerge

che nelle aree agricole, lungo gli assi

infrastrutturali di collegamento fra le

diverse frazioni e il centro del Comune,

sono presenti concentrazioni di suolo

urbanizzato in continua evoluzione e

ampliamento, che dovrebbero essere

contenute per poterne preservare

l’integrità.

La metodologia sperimentata per il

calcolo del consumo di suolo permette

quindi l’individuazione di aree libere da

preservare e aree di transizione da

considerare come risorse fondamentali per

le strategie future dell’Amministrazione

Comunale.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

66 

Figura 3 Aree Urbane Funzionali delle Marche

FUA popolazione

(2007)

popolazione FUAs sulla pop. totale dell’area

%

area urbanizzata

in ettari % su totale

Ancona 4 219.435 19,89 5.690,30 19,45

Civitanova Marche 8 146.068 13,24 3.366,26 11,51

Pesaro 1 125.102 11,34 3.196,45 10,93

Macerata 7 94.798 8,59 2.500,66 8,55

Fano 2 82.242 7,45 2.385,91 8,16

San Benedetto Del Tronto 10 91.885 8,32 2.258,22 7,72

Fermo 9 77.169 6,99 2.142,24 7,32

Fabriano 6 57.513 5,21 2.071,15 7,08

Ascoli Piceno 11 78.306 7,09 1.910,63 6,53

Jesi 5 65.852 5,96 1.905,80 6,51

Senigallia 3 64.761 5,87 1.831,81 6,26 Totale 1.103.131 100,00 29.259,43 100,00

Tabella 19 Distribuzione della popolazione e della superficie urbanizzata nelle FUAs

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

67 

4.3

L’aspetto idrogeologico

Lo storico legame della città con il

mare, ma anche con il sistema delle acque,

tra cui i fiumi principali Misa e Cesano e i

corsi d’acqua minori, rappresentano una

risorsa per la Senigallia, grazie anche alla

loro naturale vocazione di ricovero per la

fauna. Anche in questo caso la pressione

antropica ha portato ad un degrado della

valenza naturalistica delle acque all’interno

della città e a una scarsa accessibilità alle

stesse facendo perdere il contatto tra i

cittadini e il fiume.

Il ripristino e il potenziamento della

vegetazione ripariale unita all’eventuale

realizzazione di greenways, rappresentano

il punto di partenza per garantire un

generale miglioramento del sistema delle

acque e dell’ambiente. Le minacce come

l’inquinamento e la riduzione degli ambiti

di salvaguardia, insieme all’inadeguata

gestione e manutenzione degli argini

artificiali, non devono ostacolare

l’obiettivo di potenziamento della

fruizione degli ambiti fluviali, finalizzato al

riavvicinamento dei cittadini al Misa.

Come indicato dalla lettera f),

comma 2 dell’art. 1 della LR 22/2011, il

nuovo Programma Operativo di

Riqualificazione Urbana, dovrà aumentare

il livello di sicurezza idrogeologica e

ridurre il rischio idrogeologico.

Proprio per la riduzione del rischio

idrogeologico entro i valori compatibili

con gli usi del suolo, è stato istituito il

Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI)

richiesto dalle leggi 267798 e 365 del 2000

che si configura come stralcio funzionale

del settore delle pericolosità idraulica ed

idrogeologica del Piano Generale di

Bacino.

Dalle prescrizioni del PAI, approvato

con deliberazione del Consiglio regionale

n. 116/2004, si può notare come il

Comune di Senigallia rientri

nell’estensione territoriale del bacino del

fiume Misa.

Il territorio Comunale di Senigallia è

interessato prevalentemente dalla bassa

valle del fiume Misa ed è caratterizzato dal

progressivo divaricarsi delle cortine

collinari, che procedendo verso il mare

lasciano spazio alla pianura alluvionale. Il

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

68 

fiume ha le sue sorgenti nel Comune di

Arcevia e si estende per tutta la sua

lunghezza percorrendo trasversalmente la

profondità del territorio comunale di

Senigallia per poi sfociare nel mar

Adriatico nel pieno del centro abitato del

Comune.

Il fiume Misa, lungo il suo tragitto, si

arricchisce di numerosi torrenti che si

accordano a forma di pettine sia da nord

che da sud. Questo corso d’acqua è

l’elemento che conferisce identità ed

unitarietà al complesso sistema di relazioni

tra il fondo valle ed i rilievi collinari, che

con la loro struttura geologica, combinata

alla erosione marina, hanno determinato

frequenti movimenti franosi sul versante

costiero, documentati sin dall'epoca antica

e tuttora attivi in alcune aree.

Nella parte settentrionale del

Comune di Senigallia scorre l’ultimo tratto

del fiume Cesano a cui affluiscono

numerosi torrenti che hanno origine come

dei Fiumi Cesano e Misa.

Come per il Fiume Misa, anche lungo

il percorso del Fiume Cesano, in

particolare nel versante meridionale, si

trovano territori franosi attivi dovuti allo

scalzamento del versante36 ad opera del

corso d’acqua.

Nella parte più meridionale del

Comune senigalliese, il confine comunale

è ubicato in parte all’interno di un

affluente dell’Esino, il fosso Triponzio, ed

in parte all’interno del fosso Rubiano, che

si immette direttamente a mare nei pressi

di Montemarciano. Lungo il versante

costiero sono inoltre presenti alcuni

torrenti, in genere di limitata lunghezza,

che drenano anch’essi direttamente nel

mare.

Questa conformazione del reticolo

idrografico genera degli spartiacque molto

articolati in cui, data la presenza di una

diffusa rete stradale, le opere di drenaggio

artificiale possono condurre ad importanti

anomalie.

Il rischio maggiore di esondazione

nel territorio di Senigallia è rappresentato

dal fiume Misa, strettamente legato al

funzionamento degli argini esistenti in

tutta la parte valliva del fiume. Il fiume non

ha possibilità di deviazione ed il sistema

delle arginature dell’asta principale e dei

suoi affluenti è fortemente strutturato e

ben progettato.

                                                            36 Il fiume ha eroso e asportato la base del versante, causando le condizioni per l’instabilità della parte superiore.

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69 

Gli eventi idraulici riguardanti il

Comune di Senigallia sono strettamente

connessi alle piene del Fiume Misa, il quale

dal 1765 al 1982 ha avuto 15 veri e propri

straripamenti, mentre negli ultimi anni si

sono verificati eventi di minor importanza.

Le piene più dannose sono quelle

avvenute nel 30 novembre 1940: in questa

occasione gli argini, attualmente esistenti,

hanno ceduto nel tratto tra il ponte

Garibaldi ed il ponte II Giugno

determinando l’allagamento del quartiere

Porto e di tutta la zona del Foro

Annonario.

Net territorio senigalliese i vari

fenomeni erosivi si manifestano in forma

più o meno intensa, condizionati dalla

natura geologica delle rocce affioranti che

presentano una limitata resistenza

all'azione dei diversi agenti erodenti.

Vaste aree del territorio sono

costituite da rocce impermeabili, a

prevalente componente argillosa,

relativamente stabili quando sono asciutte,

ma che perdono queste proprietà a

contatto con l'acqua divenendo instabili.

Tali fenomeni di instabilità e di degrado

osservabili lungo i versanti sono noti come

"dissesto idrogeologico37".

                                                            37 Con tale termine si intende l’insieme dei processi dovuti principalmente dall’azione delle acque meteoriche sia come capacità di erosione e

Le possibilità di esondazione del

Misa sono quindi reali anche se le

conseguenze del mancato funzionamento

degli argini possono essere ben

controllate. Per avere un buon controllo

l’autorità di Bacino regionale ha

individuato nel PAI le aree a rischio

esondazione, per le quali sono oggi in

vigore le norme di salvaguardia.

Per determinare tali norme viene

redatta dal PAI una normativa per l’uso del

territorio in funzione al differente livello di

pericolosità e rischio, suddividendo i livelli

rispettivamente in: rischio basso (R1) 38 ,

rischio medio (R2)39, rischio elevato (R3)40,

rischio molto elevato (R4)41 e pericolosità

bassa (P1), pericolosità media (P2),

pericolosità elevata (P3), pericolosità

molto elevato (P4). Come si può notare

nella figura 4 le aree di rischio più estese

                                                                                      trasporto e indirettamente come causa, a seguito di infiltrazione nel sottosuolo, di innesco dei movimenti gravitativi. 38 R1: Per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali. 39 R2: Per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l'incolumità del personale, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche. 40 R3: Per il quale sono possibili problemi per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale. 41 R4: Per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche. 

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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che intersecano il fiume Misa, nel territorio

del Comune di Senigallia, variano dalla

fascia R2 a R4; mentre la maggior parte

delle aree minori disperse nel territorio

comunale sono inserite nella fascia di

rischio R1.

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Figura 4 Stralcio del piano Assetto idrologico

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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5 \\ EVOLUZIONE URBANISTICA

l’evoluzione dell’ultimo decennio

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

73 

5.1

Lo sviluppo della città e la pianificazione urbanistica

dal 1930 a oggi

Un disastroso terremoto, avvenuto il

30 Ottobre 1930, costituisce il punto di

partenza per un nuovo sviluppo della città.

Il grave sisma lascia la città semidistrutta,

cambiandone in maniera profonda le

caratteristiche: negli anni seguenti il

vecchio centro viene restaurato, limitando

però la riedificazione a una certa altezza

modificandone l’aspetto originario.

Nel 1932 viene approvato il progetto

per il nuovo Piano Regolatore Generale

redatto dal Genio Civile di Ancona, le cui

principali previsioni sono volte a favorire i

collegamenti tra l’entroterra e la zona

balneare attraverso interventi

infrastrutturali, ad incrementare le

costruzioni attraverso provvedimenti

finanziari e fiscali e ad ampliare la parte

orientale della città con la lottizzazione di

un quartiere (detto “del Piano

Regolatore”). Il territorio del Comune viene

inoltre dichiarato zona sismica di 2^

categoria in seguito al disastroso

terremoto e di conseguenza sottoposto a

particolari norme in materia edilizia.

La crescita delle città dal primo

dopoguerra al 1960 causa un massiccio

processo di espansione indiscriminata

dell’abitato a macchia d’olio lungo le

direttrici di traffico (principalmente la SS16

Adriatica), caratterizzato da una bassa

densità edilizia. Si assiste, inoltre, ad un

disordinato sviluppo della esile e

lunghissima zona a mare, caratterizzata da

alberghi a cortina sul mare, con altissime

densità fondiarie e priva di servizi adeguati

all’insediamento turistico.

Durante la redazione del nuovo

Piano Regolatore, il Comune si trova a

confrontarsi con il Ministero dei Lavori

Pubblici su grandi temi, quali la Variante

della SS16, la costruzione dell’autostrada e

gli attraversamenti della ferrovia.

Recependo quindi le indicazioni degli

strumenti sovraordinati, il PRG del 1959

contiene una serie di previsioni territoriali

e scelte urbanistiche che condizionano i

successivi Piani: zone residenziali di

espansione con tre densità diverse:

semintensivo (4,0 m3/m2), estensivo (2,5

m3/m2) e a villa (1,0 m3/m2), zona

industriale concentrata nel settore nord

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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della città, al Cesano, infine due grandi

parchi pubblici, un’area verde nell’ex

cimitero israelitico, una nell’ansa del Misa

ed un’ultima nel foro Boario.

Nel 1964 viene adottato un nuovo

PRG in revisione e perfezionamento del

precedente, legato a nuovi scenari emersi:

la realizzazione dell’autostrada, esigenze

di riduzione delle densità previste dal

precedente Piano e aumento delle aree

verdi. Contemporaneamente, viene

adottato il primo PEEP (per poi essere

approvato nel 1966) ai sensi della legge

167/1962, composto da quattro

comprensori di dimensioni complessive di

50 ettari, pari a 9.300 abitanti insediabili.

Il Piano del 1964, a fronte dei 36.000

abitanti residenti dell’epoca, prevede

complessivamente una capacità insediativa

complessiva di circa 95.000 abitanti, di cui

il 37% in zona turistica. Sono previsti in

totale circa 5 milioni di m3 di espansione.

Questo Piano non sarà mai approvato in

quanto le nuove forze politiche insediate,

al momento di controdedurre le

osservazioni decidono invece di elaborare

un nuovo PRG.

L’entrata in vigore della legge ponte

765/1967 e la moratoria alle sue

disposizioni dà l’avvio ad un’ondata

edilizia devastante: vengono rilasciate in

un anno concessioni edilizie per 1.200.000

m3, che comportano un uso incontrollato e

disordinato del suolo urbano,

compromettendo, in alcuni casi

irrimediabilmente, l’assetto funzionale

della città.

Negli anni della redazione del nuovo

PRG (dal 1970 al 1974), la città verte in uno

stato di sottosviluppo socio-economico ed

agricolo, che ha determinato un

inurbamento di scarsa qualità, disordinato

e del tutto carente di servizi e attrezzature.

Il patrimonio edilizio risulta fatiscente e lo

sviluppo del settore turistico rischia di

essere seriamente compromesso a causa

del disordinato accrescimento degli

insediamenti.

Le principali previsioni del nuovo

Piano riguardano la ristrutturazione

edilizia ed urbanistica delle zone

residenziali fatiscenti intorno al centro

storico e delle zone turistiche edificate sul

lungomare; il completamento di zone

residenziali a bassa densità e delle poche

zone industriali esistenti; l’espansione

turistica lungo tutta la fascia litoranea

ancora libera, tra Senigallia e Marzocca,

prospiciente il mare e tra la ferrovia e la

statale e alla foce del Fiume Cesano; infine

la dotazione di grandi aree per usi pubblici

(300 ettari).

Le previsioni del PRG del 1974

risultano ancora una volta sovrastimate: in

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

75 

particolare si prevede il completamento

delle zone parzialmente edificate e la

realizzazione di circa 6 milioni di metri

cubi in zona di espansione, occupando 460

ettari di suolo non urbanizzato.

Complessivamente il PRG del 1970 rende

urbanizzabile una superficie pari al doppio

di quella allora urbanizzata.

Il PRG viene approvato nel 1974 e

resterà in vigore, con modifiche apportate

da successive varianti, fino al 1997.

Risulterà quindi il Piano che più di ogni

altro ha inciso nello sviluppo urbano della

città di Senigallia.

Vengono demandate ai Piani

attuativi pubblici e privati le scelte relative

al disegno urbano e all’organizzazione

degli spazi e delle attrezzature pubbliche.

Si configura pertanto una crescita per

giustapposizione che comporterà

numerose carenze di infrastrutture

pubbliche e di spazi urbani di relazione.

Le successive varianti si differenziano

indubbiamente per l’enorme quantità di

modifiche, che intervengono in diverse

aree funzionali cittadine: nuove aree

artigianali ed industriali di espansione

(Variante del 1977-78), l’eliminazione della

strada di circonvallazione della città e di

Marzocca, di supporto alla SS16 e

l’inserimento di nuove aree produttive di

espansione (Variante del 1980-83

denominata “Piano della grande viabilità e

delle aree produttive”); nuove zone di

completamento industriale ed artigianale

(Variante del 1984-86); la riperimetrazione

di alcune aree di espansione ed alcuni

adeguamenti alle previsioni del Piano

Paesistico regionale nel frattempo

adottato (Variante parziale del 1987-93).

Nel 1987 viene adottato il Piano

Paesistico Ambientale Regionale (PPAR)

che tutela e vincola gli elementi ambientali

e paesistici di pregio individuati sul

territorio regionale, alle cui prescrizioni i

Comuni hanno l’obbligo di adeguare i

proprio strumenti urbanistici.

Nel 1990 inizia quindi la redazione di

una nuova Variante Generale, adottata nel

1995 e definitivamente approvata nel

1997. Oltre all’adeguamento al PPAR la

Variante si pone come obiettivo quello di

ridimensionare le vastissime previsioni del

PRG del 1974 e di individuare soluzioni

infrastrutturali in grado di sostenere lo

sviluppo avuto negli anni precedenti.

Dal 1998 al 2005 si presentano in

successione diverse Varianti Parziali e

puntuali che prevedono interventi mirati di

riassetto delle infrastrutture, sistemazione

di aree dismesse ed espansioni a

vocazione prevalentemente tecnico

distributiva.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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In seguito, le principali Varianti al

PRG, riguardano opere di tutela e

valorizzazione della fascia litoranea

(Variante approvata nel 2005) e la

riduzione del consumo di suolo (approvata

nel febbraio 2012).

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

77 

5.2

La variante al PRG per la tutela e la valorizzazione della fascia litoranea

La fascia litoranea, nell’ultimo mezzo

secolo si è progressivamente conformata

alla fascia edificata continua che si

sviluppa sul lungomare, e a causa di

questo fenomeno si stanno perdendo in

maniera progressiva le peculiarità

morfologico-ambientali del territorio

litoraneo. Il tessuto urbanizzato costituisce

tuttora una cesura tra la spiaggia e i

versanti collinari, interrompendo la

continuità visiva e fisica, che invece deve

essere garantita, tra mare e collina. La

Variante di Tutela e Valorizzazione della

fascia litoranea, approvata con

deliberazione del Consiglio comunale n.

24 del 25 febbraio 2005, si pone cinque

principali obiettivi che andranno raggiunti,

come indicato dalla Variante stessa,

attraverso il perseguimento di alcune linee

guida.

La Variante individua ambiti che

riprendono quelli vincolati con specifiche

norme dal PRG vigente, per cui si

propongono strategie finalizzate alla

tutela e alla valorizzazione delle peculiarità

ambientali.

Il primo obiettivo è quello di

promuovere le diversità funzionali,

morfologiche ed ambientali della fascia

litoranea, garantendo da un lato la

continuità morfologica e ambientale che

dalla collina si sviluppa fino alla fascia

litoranea, dall’altro la tutela degli edifici di

interesse architettonico e la

riqualificazione dei tessuti urbani.

Il secondo obiettivo nasce con

l’intenzione di rafforzare le connessioni

della fascia litoranea con il resto del

territorio, in un’ottica lungimirante di

abbattimento delle barriere visive e fisiche

costituite dalla presenza delle

infrastrutture. Promuovendo la nascita di

nuovi parcheggi di interscambio lungo la

Statale Adriatica, portatrice di grandi

carichi di traffico urbano, e individuando

percorsi pedonali e ciclabili di connessione

con il centro storico, si rende possibile

l’alleggerimento del traffico sul

lungomare, con lo scopo di rallentare il

deterioramento della funzione balneare, di

fondamentale importanza per lo sviluppo

del settore turistico senigalliese.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

78 

Come indicato dalla Variante stessa ,

l’offerta turistica senigalliese va

necessariamente rilanciata, mediante

l’individuazione di un nuovo polo turistico

alternativo, il potenziamento e il recupero

delle strutture alberghiere esistenti e la

riqualificazione dell’attività ricettiva all’aria

aperta.

La Variante per la fascia litoranea si

pone inoltre l’obiettivo di riorganizzare il

sistema della mobilità locale, attraverso

anche l’individuazione di tracciati

alternativi in grado di alleggerire il traffico

sul lungomare e dare priorità a pedoni e

biciclette, oltre all’opportunità di creare

nuove reti di connessione delle aree verdi

di quartiere, che a loro volta dovranno

essere implementate.

Sostanzialmente la Variante va a

salvaguardare le aree non ancora edificate,

o parzialmente edificate, nella zona

costiera, nonché nella fascia di territorio

compresa tra la Statale Adriatica e il

litorale marino, con la volontà di reperire

aree per verde, parcheggi pubblici e

servizi, che attraverso la loro messa a

sistema, miglioreranno le relazioni tra la

città e il mare.

Questa Variante interviene solo sulle

zone destinate ad edilizia prevalentemente

residenziale e prevalentemente turistica

presenti nella fascia costiera, escludendo

così le zone sottoposte a tutela, destinate

a servizi, viabilità e la zona ex Sacelit.

La variante per le zone costiere

interviene quindi sulle disposizioni

normative del PRG, prevedendo una

riduzione della edificabilità che, fatta

eccezione per le strutture ricettive di tipo

alberghiero, riguarda le altre tipologie di

edifici, riducendone le quantità edificabili.

Con questa Variante e rimane quindi

invariato il Piano generale, mentre

vengono riviste le potenzialità di crescita

del carico edilizio diffuso.

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79 

5.3

La variante al PRG per la trasparenza e la riduzione del consumo di suolo

L’Amministrazione Comunale si è

posta da tempo il problema

dell’adeguamento del PRG vigente alle

sempre più pressanti esigenze di

aggiornamento territoriale, consultazione

e chiarezza di lettura che vengono

espresse da cittadini, associazioni, tecnici e

soggetti interessati.

La Variante al PRG approvata con

deliberazione del Consiglio comunale n.

98 il 28 febbraio 2012, riguarda tre azioni

distinte ma coerenti rispetto all’obiettivo

di migliorare l’azione amministrativa in

materia urbanistica. La variante non si

pone come obiettivo la modifica

strutturale al PRG, ma l’ottimizzazione

della sua gestione.

La prima azione, denominata

caratterizzazione all’uso informatizzato del

PRG, applica il Dlgs 150/2009 “Attuazione

della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia

di ottimizzazione della produttività del

lavoro pubblico e di efficienza e

trasparenza delle pubbliche

amministrazioni”, il quale indica le

iniziative volte a garantire un adeguato

livello di trasparenza, legalità e sviluppo

della cultura dell’integrità.

Con questa prima azione,

l’Amministrazione ha provveduto a

informatizzare (ovvero sostituire i materiali

cartacei costitutivi del PRG con materiali

digitali più facilmente divulgabili e

consultabili grazie alla rete informatica) lo

strumento urbanistico vigente garantendo

così “la massima trasparenza in ogni fase

del ciclo di gestione della performance”

amministrativa. Per trasparenza si intende

l’accessibilità alle informazioni: con la

variante in oggetto è stato pubblicato sul

sito istituzionale del Comune di Senigallia

il vigente PRG in modo che chiunque

possa prenderne visione e abbattere così

le barriere della “non partecipazione” alle

decisioni pubbliche.

La seconda azione si svolge in

coerenza con l’informatizzazione del PRG,

in quanto da un aggiornamento dello

stato di fatto, sono stati adottati

provvedimenti non strutturali volti al

recupero di economie operative nell’uso

del suolo. Con questi provvedimenti si

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persegue quindi l’obiettivo di eliminare

ogni incremento che riguardi aree di

trasformazione urbanistica e carichi

urbanistici connessi con la modifica dei

parametri urbanistici ed edilizi.

In relazione alle zone di decremento

per il contenimento delle trasformazioni

d’uso dei suoli a fini urbanizzativi, ne sono

state individuate due tipologie: le Zone a

destinazione produttiva inattuate e le

Zone destinate a servizi inattuabili.

1. Zone a destinazione produttiva che ad

oggi non hanno trovato una attuazione

(a causa della bassa propensione delle

proprietà a vendere le aree in oggetto,

oppure a causa dell’inadeguatezza delle

predette previsioni o dell’assenza di

strategicità della localizzazione delle

aree) tra cui:

1.1. zone urbanistiche riconducibili a

completamenti che non

rappresentano una entità omogenea

con l’edificio produttivo esistente.

Per queste zone, non strategiche, è

stata prevista una riclassificazione a

zona agricola;

1.2. zone urbanistiche di espansione

che, non avendo ancora trovato

attuazione, risultano non

determinanti rispetto alle linee

adottate dalla pianificazione

comunale;

2. Zone destinate a servizi (territoriali – F e

di quartiere – G, come indicato dalle

Norme Tecniche di Attuazione

aggiornate al 29 febbraio 2012 con

l’approvazione della variante al PRG per

la Trasparenza e la Riduzione del

Consumo di Suolo) che comportano

una edificabilità privata residuale ma

prive di reale possibilità attuativa da

parte dei soggetti privati, tra cui:

2.1 zone urbanistiche appartenenti alla

zona omogenea F che rispondono

ad esigenze di carattere funzionale

e/o normativo. Per queste zone è

prevista una riduzione delle zone F3

(per servizi tecnologici), in funzione

dei programmi di potenziamento

predisposti da enti gestori e dei

pubblici servizi.

La terza azione ha riguardato

l’inserimento delle opere di competenza

statale già approvate all’interno del PRG

(ampliamento della terza corsia della

autostrada A14 e delle relative bretelle di

collegamento con la viabilità primaria). Di

conseguenza, si inseriscono all’interno del

PRG tutte le opere che ne derivano, come

le fasce di rispetto stradale che nel caso

specifico sono più ampie di quelle previste

dal Codice della Strada.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

81 

5.4

Il Piano Strutturale del Verde

Da una prima fase di analisi emerge

come, dal punto di vista quantitativo, la

città di Senigallia presenti una dotazione

di verde ben al di sopra delle prescrizioni

minime di legge, mentre dal punto di vista

qualitativo la fruibilità e la funzionalità di

questi spazi risulta troppo spesso ridotta, a

causa di una evidente mancanza di

continuità tra le strutture e il tessuto

urbano circostante. Spesso il verde

considerato fruibile assume le

caratteristiche di verde marginale,

andando incontro ad un inevitabile

degrado e sottoutilizzo.

La proposta per un Piano Strutturale

del Verde (PSV) si pone come obiettivo

primario la valorizzazione e la tutela del

paesaggio, mettendo a sistema i molteplici

spazi verdi vissuti quotidianamente dai

cittadini, creando quindi una rete verde

che metta in comunicazione le aree della

città, partendo dalla riqualificazione e

valorizzazione del patrimonio esistente.

Uno degli intenti del PSV è quello di

tutelare la dotazione esistente del sistema

ambientale e predisporne i progetti

fondamentali per il suo sviluppo nel

futuro.

Il PSV si pone l’obiettivo di guidare

uno sviluppo sostenibile della città,

unendo la componente antropica a quella

ambientale, superando la concezione del

territorio secondo la logica di dettaglio

dello zoning e degli standard urbanistici,

con quella più generale di “sistema” che

privilegia forme compensative più adatte.

Il PSV, quindi, definisce linee guida e

individua strategie, obiettivi, finalità,

invarianti (non vincoli), per evitare le

soluzioni particolareggiate previste dal

vecchio PRG che risultano inefficaci nella

programmazione generale dello sviluppo

del sistema ecologico-ambientale.

Il processo di formazione di questo

strumento sistemico ed integrato, è

caratterizzato da quattro macro obiettivi

metodologici, volti ad assumere il

concetto di paesaggio come sistema

territoriale complesso (come introdotto

dalla Convezione Europea del Paesaggio

nel 2000), a promuovere l’integrazione del

PSV con altri Piani e progetti di

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

82 

trasformazione urbana e territoriale, a

marcare l’attenzione sul valore di sistemi e

processi e infine a considerare il Piano

come un processo incrementale e non

come un insieme di norme e regole.

In seguito all’analisi condivisa sullo

stato del sistema ambientale ed ecologico,

emerge la necessità di valorizzare l’identità

locale come elemento fondante per la

buona riuscita del Piano.

Risulta quindi necessario il

coinvolgimento delle professionalità locali,

incentivando la nascita di una rete di

relazioni tra professionisti locali e altri

attori, anche nelle fasi di discussione e

approvazione del Piano all’interno del

Forum di Agenda 21, attraverso una

modalità di lavoro tipo laboratoriale, con il

coordinamento scientifico della Facoltà di

Agraria e del Dipartimento di Architettura

e Pianificazione Territoriale della Facoltà di

Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum

Università di Bologna.

Il processo di costruzione del Piano

si suddivide in tre parti: la prima è la parte

strutturale, seguita poi da quella

progettuale ed infine quella operativa.

Così come il processo di costruzione,

anche la struttura del Piano è suddivisa in

tre parti. La prima parte è quella

pianificatoria, in cui vengono individuate

le componenti paesaggistiche, ambientali

e di sviluppo territoriale, in cui avviene una

stesura del disegno strategico del sistema

del verde e decidendo infine una

programmazione degli interventi e delle

azioni da svolgere. Nella seconda parte

progettuale si individuano le concrete

modalità di progettazione, attivazione e

gestione degli interventi pubblici e privati.

La parte operativa, in ultimo, è la

fase in cui vengono concretamente

attivate sul territorio le azioni

programmate nella prima e seconda fase.

La fase di analisi è stata

implementata attraverso l’adozione del

metodo SWOT, finalizzato a metter in

relazione punti di forza (Strenght), punti di

debolezza (Weakness), opportunità

(Opportunity) e le minacce (Threat), per

ogni sistema analizzato: gli spazi verdi, la

spiaggia, le acque, il paesaggio rurale e il

paesaggio urbano.

Per effettuare le analisi e descrivere

in modo oggettivo la situazione attuale, la

città viene suddivisa nei tre elementi che la

compongono: il sistema insediativo, il

sistema ambientale ed il sistema

infrastrutturale. Inoltre, in seguito ad una

prima lettura storica del territorio, sono

state effettuate alcune analisi sul sistema

della pianificazione vigente, al fine di

collocare le scelte del PSV, all’interno del

contesto di pianificazione sovraordinato

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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(Piano di Inquadramento territoriale, Piano

Paesistico Ambientale della Regione

Marche e Piano Territoriale di

Coordinamento della Provincia di Ancona,

per recepirne le indicazioni).

A seguito di alcune prime

considerazioni emerse dalla fase di analisi

risulta pertanto necessaria la creazione di

una rete del verde di qualità, che colleghi

aree soggette a riqualificazione

ambientale divenendo un punto di forza

per la città di Senigallia.

Un’ultima ma imprescindibile

opportunità che si verrà a creare in

un’ottica di salvaguardia del sistema

ambientale, è la redazione di nuovi

strumenti urbanistici, di programmazione

e attuazione, in cui valorizzare ed integrare

la componente vegetazionale con gli

obiettivi generali.

Per la città di Senigallia la spiaggia

costituisce il luogo di aggregazione per

eccellenza durante il periodo estivo, in

quanto oltre ad essere attrazione turistica

è luogo di incontro, grazie alla vicinanza

con il centro storico e alla presenza di

strutture per il turismo con forte identità e

valore storico-architettonico (la Rotonda,

l’Hotel Regina, l’Hotel dei Bagni).

La riduzione degli spazi naturali di

duna, un tempo elemento di pregio della

“spiaggia di velluto” di Senigallia, a favore

delle attività di servizio, può costituire un

punto di partenza per la riqualificazione

generale del sistema litoraneo. La

riqualificazione e, in alcuni tratti, la

realizzazione di un lungomare fruibile

(soprattutto dalle fasce deboli di

popolazione come anziani e bambini),

potrà costituire un grande servizio

paragonabile ad una parco o ad uno

spazio pubblico capace di mettere a

sistema aree verdi e linee di connessione

(viali alberati, piste ciclopedonali) che

entrano in città.

Molte sono le criticità che

caratterizzano questa ridotta e

frammentata porzione di spiaggia. Le

infrastrutture (ferrovia e SS16 Adriatica) a

ridosso della spiaggia determinano una

bassa continuità con il tessuto urbano

consolidato e un mancato collegamento

tra porto e città, oltre a una sezione di

lungomare molto ristretta.

L‘integrazione tra le potenzialità del

paesaggio costiero, il superamento delle

minacce create dall’eccessiva pressione

antropica concentrata in brevi periodi

dell’anno e la riduzione delle criticità

rappresentano un’opportunità da

perseguire per il mantenimento di elevati

livelli turistici ed ambientali.

La creazione di una rete ecologica, la

valorizzazione delle aree di margine per

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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mitigare gli effetti del rapporto interrotto

tra territorio urbano ed extraurano, il

recupero e la valorizzazione del

patrimonio storico legato alla cultura

urbana, così come la promozione del

territorio rurale attraverso itinerari di

diverso tipo e la creazione di percorsi

alternativi a quello della costa, concorrono

ad integrare maggiormente gli spazi

costruiti con gli spazi aperti della città,

valorizzandone la specifica vocazione.

A causa dell’elevato livello di

antropizzazione, la porzione di territorio

che si estende dall’autostrada A14 alla

ferrovia è stata definita paesaggio urbano,

comprendendo quindi sia il centro storico

sia i quartieri e le aree sportive, artigianali

e industriali realizzate nel corso del tempo.

Grazie all’elevata fruibilità pedonale,

garantita sia dalla Zona a Traffico Limitato

(ZTL) del centro storico sia dall’area

pedonale del Foro Annonario, al buono

stato di conservazione e manutenzione

delle aree centrali e dei monumenti, delle

mura fortificate, delle chiese e delle ville

con giardini storici, il carattere del centro

storico è di elevata qualità.

La riqualificazione del sistema dei

parchi e dei giardini, nata in un’ottica di

connessione e continuità degli spazi verdi

aperti, fornisce linee guida utili alla

realizzazione di un progetto unitario.

La direttrice fondamentale per la

creazione di una connessione delle aree

verdi è l’asse che da nord, con il Bosco

Topolino nel quartiere Cesanella, arriva

fino a sud nel quartiere Ciarnin. Un

secondo asse unisce, invece, le aree verdi

vicine al mare fino all’entroterra (direzione

est-ovest).

Anche il valore estetico degli edifici

storici è strettamente legato al tema del

verde, in quanto la presenza di verde crea

un effetto estetico positivo grazie alla

nascita di visuali orientate verso

monumenti ed edifici storici. Vengono così

individuati alcuni spazi adatti alla

creazione di aree verdi all’interno del

centro storico.

In seguito ad una analisi del

patrimonio vegetale esistente, emerge

inoltre la necessità di contestualizzare le

aree verdi funzionali con l’intorno,

attraverso una logica di messa in rete delle

aree verdi residenziali, scolastiche, sportive

e in aree artigianali. Prefigurando questi

obiettivi, sono previste alcune linee guida,

di seguito prefigurate.

Il paesaggio urbano si identifica

nelle espansioni urbane recenti lungo la

costa e intorno al centro storico,

andandosi a configurare come una sorta di

città lineare parallela alla linea ferroviaria e

delimitata dall’autostrada A14). Uno dei

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

85 

principali obiettivi per esso è la necessità

di migliorare la sicurezza stradale poiché

molte strade non possiedono i requisiti

per la realizzazione di eventuali sedi

ciclabili. Anche il recupero e la

valorizzazione dei manufatti storico

culturali del Centro Storico risultano

fondamentali, oltre alla valorizzazione del

ruolo paesistico ornamentale delle strade

urbane, il miglioramento dei parcheggi

attraverso l’inserimento all’interno di

questi di nuove alberature o cambiandone

la pavimentazione.

Risulta fondamentale anche il

potenziamento della vegetazione lungo gli

elementi lineari del paesaggio, e

implementare la vegetazione ripariale

mantenendo come punto cardine il

potenziale di connessione dato dalla

presenza del Misa e dell Cesano.

Con l’obiettivo di valorizzare le aree

di margine per mitigare gli effetti del

rapporto urbano/extraurbano, è possibile

individuare aree su cui avviare progetti di

recupero/riqualificazione.

Il PSV promuove inoltre il recupero

dell’ambiente dunale nei diversi tratti del

litorale di Senigallia (Marzocca, Ciarnin,

Cesanella e Cesano). Inoltre, viene

proposto il potenziamento della rete

ciclabile lungo la fascia litoranea, al fine di

permettere il collegamento dei due

lungomari (Ponente e Levante) e garantire

facili spostamenti verso il centro storico.

Il PSV è la base di partenza per

garantire una gestione del territorio che

abbia una alta considerazione della

componente ambientale e vegetale. Gli

studi del PSV partono da un’analisi sulla

situazione attuale, confrontano esigenze

passate, attuali e presumibilmente future.

La prima conseguenza attesa è quella della

redazione di un regolamento del verde,

per tradurre le indicazioni del PSV in una

serie di norme utili a facilitare il cittadino e

il progettista o pianificatore. Questo

regolamento del verde rappresenta la

congiunzione tra le analisi, le scelte

maturate e la loro concreta applicazione. Il

cittadino rappresenta attore attivo in

questo processo di valorizzazione del

patrimonio verde, prendendo coscienza

dei patrimoni verdi presenti nella sua città.

Nell’ottica della costruzione di uno

strumento di indirizzi destinato alla

riqualificazione delle parti urbanizzate

della città, anche il rapporto tra gli spazi

costruiti ed aperti contribuisce ad una

valorizzazione del territorio, e pertanto il

PSV è uno strumento che il PORU

integrerà con l’intento di riuscire a

prefigurare un sistema del verde unitario

ed integrato ai sistemi delle infrastrutture

e degli insediamenti.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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Figura 5 Piano Strutturale del Verde, Metaprogetto

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6 \\ LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE A SENIGALLIA

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

88 

6.1

Lo stato di attuazione e le potenzialità residue del PRG

Il vigente PRG adottato con

deliberazione del Consiglio comunale

n.401 del 21 aprile 1970 e approvato

definitivamente con deliberazione del

Consiglio comunale n. 675 del 25 Ottobre

1974, con le successive varianti,

rappresenta l’eredità con cui

l’Amministrazione Comunale si confronta

oggi, perseguendo l’obiettivo di uno

sviluppo sostenibile e il miglioramento

della qualità della vita, introducendo

alcune innovazioni anche a seguito

dell’entrata in vigore della LR 22/2011.

È noto come sullo stato di attuazione

del PRG non vi siano degli strumenti di

monitoraggio sistematici ma, in buona

sostanza, il PRG vigente ha pressoché

“esaurito” la propria potenzialità

trasformativa, come emrge dalla tabella ().

Nella tabella 20 è possibile anche

analizzare, all’interno delle tre categorie

città storica e consolidata, città della

trasformazione e città pubblica42 le quote

assolute e percentuali di:

esistente, intesa come aree azzonate

dal Piano dove è previsto un

riconoscimento dello stato di fatto

delle aree urbane consolidate;

attuato, inteso come parte del Piano

riguardante la definizione di previsioni

di trasformazioni (pubbliche e private)

che hanno già trovato attuazione e

realizzazione;

in realizzazione, inteso come parte del

Piano riguardante la definizione di

previsioni di trasformazioni (pubbliche

e private) che sono state approvate;

completamenti in realizzazione, intesi

come parti di città storica e

consolidata sottoposte a previsioni di

trasformazione diretta.

La verifica delle sommatorie totali

indica che il vigente PRG riconosce al 51%

l’assetto insediativo esistente della città

                                                            42 Nel “nuovo linguaggio della pianificazione”si considera città storica il centro storico tradizionalmente riconosciuto, ma anche nuove parti di città, considerate storiche dalla nuove generazioni; città consolidata la città costruita attraverso i Piani del Novecento; città della trasformazione è invece caratterizzata da aree di potenziale trasformazione urbana; città pubblica è caratterizzata da una dotazione di servizi di quartiere oltre che alla scala urbana.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

89 

mentre il 49% delle aree del PRG è riferito

a previsioni di trasformazione della città

dirette ed indirette.

Questo 49% è composto da circa un

31% di previsioni che hanno già trovato

attuazione o sono in corso di realizzazione

e da un 18% che non ha ancora trovato

attuazione.

Il 18% che non ha ancora trovato

attuazione rappresenta la capacità

trasformativa inespressa del vigente PRG

costituita in larga misura da previsioni di

trasformazioni indirette per nuove funzioni

e servizi, in piccola parte da trasformazioni

dirette di completamento destinate a

nuove aree a servizi o attrezzature

pubbliche ed in minima parte da

trasformazioni dirette di completamento

all’interno della città esistente.

Partendo dalla lettura Tabella 21 è

possibile riscontrare che il vigente PRG

destina circa a quote quasi equivalenti

(41,6% e 37,7%) le aree della città

consolidata e pubblica, creadno un

“bilanciamento” nella città esistente tra

insediamenti ed attrezzature ed aree

pubbliche. Circa un quarto (20%) della

città e destinata dal PRG a trasformazione.

Come unica espansione del PRG

ancora da attuare, oggetto di un dibattito

corrente sull’edificabilità da concedere, in

un contesto contiguo al centro cittadino, si

trova la previsione di trasformazione di Via

Cellini. Nell’area è previsto un PEEP (Piano

per l’Edilizia Economica Popolare) mai

realizzato a causa della mancanza di

risorse e la previsione di trasformazione è

rimasta nel Piano vigente come area per

attrezzature pubbliche, con un indice

originale di 2,0 m3/m2. Oggi l’indice è stato

abbassato a 0,3 m2/m2 per un totale di 40

mila m2 di SUL. Una ulteriore difficoltà di

realizzazione è indubbiamente legata al

tema dell’accessibilità al nuovo comparto:

Via Cellini presenta infatti un carico di

veicoli che attraversano la città già saturo

e che verrà ulteriormente implementato; il

comparto dovrà quindi necessariamente

garantire un notevole miglioramento

dell’accessibilità.

Un altro tema molto importante

riguarda il Parco della Cesanella

(delimitato a nord da Via Giotto e a sud da

Via Molinella). La realizzazione di questo

parco è prevista a completamento della

lottizzazione mista residenziale e

produttiva del 1965-66, un quartiere

realizzato dall’Opera Pia. A seguito di una

sperimentale applicazione della

perequazione urbanistica il Parco della

Cesanella viene ceduto a fronte della

attuazione dei diritti volumetrici nelle aree

edificabili ad esso circostanti. Con una

vasta superficie di 13-14 ettari si è

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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storicamente configurato come un “parco

urbano” in grado di servire il nucleo

compatto dell’edificato attorno al centro

storico, ma che purtroppo attualmente

non risulta ancora essere stato attrezzato.

Adiacente al parco si trova l’area

industriale della Cesanella (anni ’70),

oramai completamente realizzata; una

zona critica in quanto presenta problemi

di natura ambientale dovuti a una

commistione funzionale poco coordinata

tra residenza ed industria.

Rimanendo sempre all’interno

dell’area industriale della Cesanella (nello

specifico nella parte nord, nelle aree

industriali situate lungo Strada della

Marina e sottoposte ad intervento diretto)

sorgono alcune problematiche ambientali.

La trasformazione delle aree non è mai

avvenuta definitivamente e le previsioni di

Piano in merito dovrebbero essere

ridimensionate o stralciate a fronte di una

volumetria realizzabile in altre parti del

territorio senigalliese.

La capacità potenziale residua di

Piano, in termini di nuovi abitanti teorici,

ammonta ad oggi a circa 1.000 unità.

Va specificato inoltre che a seguito

della “Variante in riduzione per la

trasparenza e il consumo di suolo” del

2012, è stata effettuata una ricognizione

delle aree edificabili non attuate che ha

portato a un ridimensionamento delle

previsioni e l’eliminazione delle aree

prevalentemente produttive, che al 1997

non avevano trovato attuazione, e delle

zone destinate a servizi inattuabili.

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ATTUAZIONE ESISTENTE ATTUATO

IN REALIZZAZIONE

COMPLETAMENTI IN

REALIZZAZIONE

COMPLETAMENTI NON ATTUATI

NON ATTUATO TOTALE

m2 % m2 % m2 % m2 % m2 % m2 % m2

città storica e consolidata 4.719.725 98,7 - 0,0 - 0,0 2.092 0,0 61.795 1,3 - 0,0 4.783.611

città della trasformazione

- 0,0 1.582.026 66,7

53.278 2,2 - 0,0 - 0,0 736.043 31,0 2.371.347

città pubblica 1.144.235 26,4 1.631.980 37,7 186.503 4,3 52.441 1,2 295.517 6,8

1.021.016 23,6 4.331.691

totale 5.863.959 51,1 3.214.006 28,0 239.781 2,1 54.533 0,5 357.311 3,1

1.757.058 15,3 11.486.649

Tabella 20 Potenzialità residue del PRG vigente

INDICE DI COMPOSIZIONE (%)

città storica e consolidata 41,6

città della trasformazione 20,6

città pubblica* 37,7

TOTALE 100,0

Tabella 21 indice di composizione del suolo

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

92 

6.2

Le dinamiche di rilascio delle licenze edilizie

La modalità di attuazione indiretta

del Piano obbliga ad una ulteriore fase di

pianificazione, che prevede la redazione di

Piani Attuativi (PA). I PA sono disciplinati

dalla vigente LR 32/1995, ma

l’approvazione urbanistica degli stessi non

prevede la possibilità, da parte degli

interessati dal Piano, di procedere in

maniera diretta alla costruzione degli

immobili o delle opere. Ogni

trasformazione, sia questa urbanistica o

più semplicemente edilizia, del territorio

(anche in seguito all’avvenuta

approvazione di un PA) è subordinata al

rilascio di un titolo abilitativo, che deve

avvenire in conformità alle modalità di

intervento disciplinate dal DPR 380/2011,

accordato in base alla tipologia di

intervento stabilita dal Piano

(manutenzione ordinaria, manutenzione

straordinaria, restauro e risanamento

conservativo, ristrutturazione edilizia,

nuova costruzione e ristrutturazione

urbanistica). Per attuare le modalità di

intervento stabilite dal Piano, viene quindi

richiesto il rilascio di un titolo abilitativo,

ovvero di un atto amministrativo utile al

Comune al fine di controllare l’attività

edilizia e di trasformazione del territorio.

Va specificato inoltre che sono diversi i

titoli abilitativi esistenti, ognuno dei quali

corrisponde al grado di trasformazione

dello stato esistente del territorio che

l’intervento prevede.

Il Testo Unico per l’edilizia (DPR

380/2001), recependo la sentenza della

Corte Costituzionale n. 5 del 1980 (in cui si

ribadisce il concetto che la concessione

edilizia non è un provvedimento

amministrativo che attribuisce diritti, ma

che riconosce facoltà preesistenti stabilite

dalle previsioni di Piano), ha sostituito la

concessione edilizia, un atto dovuto

dall’Amministrazione Comunale al privato

quando l’opera risulta conforme alle

previsioni di Piano con il permesso di

costruire. Successivamente la legge

Lunardi n. 443 del 2001, istituisce la

denuncia di inizio attività (DIA), per

interventi di entità minore. La differenza

sostanziale tra le due procedure

amministrative sta nel procedimento di

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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rilascio (più consistente per il permesso di

costruire e più snello per la DIA), in quanto

per la DIA, una volta denunciata

all’Amministrazione (a cui spetta il

compito di verificarne la coerenza con il

Piano) l’inizio dell’attività e decorso il

termine di 30 giorni, il proprietario può

iniziare l’attività di costruzione.

Nel 2010 una ulteriore innovazione

viene introdotta nel campo dei titoli

abilitativi, con l’approvazione del Dl n. 78,

il quale sostituisce integralmente l’articolo

19 della Legge 241/90 che introdusse la

DIA, con l’intento di semplificare

ulteriormente l’attività amministrativa in

materia edilizia, attraverso l’istituzione

della Segnalazione certificata di inizio

attività (SCIA). L’introduzione di questo

nuovo titolo abilitativo offre la facoltà di

dare avvio nell’immediato ai lavori, senza

dover attendere i 30 giorni dalla data della

denuncia, pur rimanendo valido per gli

interventi di maggior entità il permesso di

costruire.

A fronte di queste premesse, nel

corso degli ultimi venti anni, in cui sono

stati introdotti diversi titoli abilitativi,

anche le dinamiche di rilascio degli stessi

sono cambiate nel tempo.

Per comprendere meglio queste

dinamiche è necessario interpretare i dati

emersi dalla redazione della tabella 19 e

del grafico 15, realizzati con i dati estratti

dal database in uso allo sportello unico

per l’edilizia del Comune di Senigallia,

aggiornati al 31 dicembre 2011.

Dall’analisi dei dati è possibile

evincere che il rilascio dei permessi di

costruire è una pratica molto richiesta

soprattutto tra il 1991 al 1995 e che ha

assunto un andamento pressoché

ondulatorio, pur mantenendo un trend

tendenzialmente negativo.

In particolare, nel ventennio 1991-

2011, si riscontra un picco positivo

nell’anno 1993 (1.401 permessi di costruire

rilasciati) e un picco negativo nel 2009

(270 permessi di costruire rilasciati). Una

graduale diminuzione del rilascio di questa

tipologia di titolo abilitativo si può

indubbiamente attribuire all’istituzione

della Denuncia di inizio attività avvenuta

nel 2001. Sin dall’anno 2002 infatti, il

numero dei rilasci di permessi di costruire

subisce una netta diminuzione, mentre

quello delle DIA cresce sempre più, fino ad

arrivare all’anno 2007 in cui si tocca un

picco massimo di 1.115 richieste e una

percentuale di incidenza pari al 60,2%, a

fronte del 16% dei permessi di costruire,

con una differenza di ben 44 punti

percentuali circa.

In generale, anche le variazioni

percentuali rispetto agli anni precedenti,

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94 

del totale dei titoli abilitativi rilasciati è un

dato che restituisce a pieno l’immagine

delle dinamiche e dell’evoluzione dei

procedimenti edilizi. Analizzando questo

dato emerge il fatto che, a fronte di un

andamento generale pressoché

ondulatorio, nell’anno successivo

all’introduzione della Denuncia di Inizio

Attività, si verifica un aumento del rilascio

dei titoli abilitativi del 72%, indice del fatto

che una “semplificazione” delle pratiche di

avvio a interventi diretti di trasformazione

edilizia o territoriale, ha costituito un

punto di partenza per una ripresa nel

campo dell’edilizia, o comunque una

legalizzazione, che subisce però dall’anno

2008 in poi una inversione di tendenza. A

partire dal 2003, il numero delle pratiche

per la manutenzione degli immobili

subisce un forte aumento, in particolare

nel biennio 2010-2011, in cui la quantità di

rilascio di questo titolo abilitativo è più

che raddoppiata rispetto all’anno 2009.

Questo dato, in combinazione con il

decremento del rilascio delle DIA (che nel

biennio 2010-2011 è praticamente

dimezzato, con valori che passano

rispettivamente dal 30,9% nel 2010 al

18,1% nel 2011), è indubbiamente indice

del fatto che la forte crisi economica

mondiale e un mercato pressoché saturo

hanno portato a una situazione di stallo

nel campo dell’edilizia.

Facendo una ulteriore analisi delle

dinamiche di rilascio delle licenze edilizie,

in particolare per gli ultimi anni, dal 2010

al 2012, e spazializzandole sul territorio

comunale, si nota facilmente come il

numero delle licenze edilizie rilasciate nei

tre settori, residenziale, commerciale e dei

servizi, crescano quasi di pari passo nelle

diverse zone cittadine.

Nell’anno 2010, come si nota dalle

figure 6, 7, e 8 si registra un numero

consistente di licenze edilizie rilasciate nel

settore residenziale, specialmente nella

parte nord e nel centro del territorio

comunale. L’aumento quasi parallelo del

numero di licenze edilizie rilasciate nel

settore commerciale si può quasi

considerare la logica conseguenza: la

crescita delle residenze porta al necessario

aumento e/o miglioramento di servizi

commerciali.

Questa dinamica si ripete anche

negli anni successivi 2011 e 2012,

concentrandosi nelle zone a più forte

urbanizzazione, eccezion fatta per il

settore dei servizi: il rilascio delle licenze

edilizie per l’intervento o per la nuova

costruzione di servizi ai cittadini si sviluppa

in maniera pressoché omogenea sul

territorio comunale, proporzionalmente

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alla presenza di servizi, concentrandosi

quindi naturalmente nelle zone con un più

alto numero di abitazioni ed abitanti,

lungo la fascia costiera e nel centro

cittadino.

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96 

anno Permesso

di costruire

DIA manutenzioni abusi TOTALE % permessi di costruire su TOTALE

% DIA su TOTALE

% manutenzioni

su TOTALE

% abusi su

TOTALE

Variazione % sull'anno

precedente TOTALE

1991 1.072

1.072

1992 1.310

1.310

22,20%

1993 1.401

1.401

6,95%

1994 1.322

1.322

-5,64%

1995 1.026

1.026

-22,39%

1996 583

583

-43,18%

1997 854

854

46,48%

1998 909

909

6,44%

1999 880

880

-3,19%

2000 913

913

3,75%

2001 900

900

-1,42%

2002 772 776

1.548 49,87% 50,13%

72,00%

2003 535 916 118

1.569 34,10% 58,38% 7,52%

1,36%

2004 425 981 303 121 1.830 23,22% 53,61% 16,56% 6,61% 16,63%

2005 327 1.083 309 116 1.835 17,82% 59,02% 16,84% 6,32% 0,27%

2006 328 1.086 371 71 1.856 17,67% 58,51% 19,99% 3,83% 1,14%

2007 297 1.115 371 68 1.851 16,05% 60,24% 20,04% 3,67% -0,27%

2008 281 1.152 493 100 2.026 13,87% 56,86% 24,33% 4,94% 9,45%

2009 270 998 482 48 1.798 15,02% 55,51% 26,81% 2,67% -11,25%

2010 360 675 1.107 42 2.184 16,48% 30,91% 50,69% 1,92% 21,47%

2011 466 397 1.278 46 2.187 21,31% 18,15% 58,44% 2,10% 0,14%

1ºsem.2012 270 210 733 8 1.221 22,11% 17,20% 60,03% 0,66%

TOTALE 15.231 9.179 4.832 612 29.854

Tabella 22 Dinamiche di rilascio delle licenze edilizie

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Grafico 19 Evoluzione dei procedimenti edilizi

0

200

400

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

num

ero

pra

tich

e

anno

permesso di costruire DIA manutenzioni abusi

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2010

2011

2012

Figura 6 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate negli anni 2010-2011-2012

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2010

2011

2012

Figura 7 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate con destinazione d’uso residenziale

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100 

2010

2011

2012

Figura 8 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate con destinazione d’uso a servizi

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2010

2011

2012

Figura 9 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate con destinazione d’uso commerciale

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102 

6.3

Analisi generale sullo stato dei servizi

Al fine di restituire con alcuni dati

sintetici l’odierno stato di attuazione dei

servizi, si effettua una ricognizione

complessiva degli indici e dei parametri

che attualmente definiscono le quantità di

aree da destinare ad opere di

urbanizzazione secondaria, effettuando

alcune premesse. Si presenta di seguito

una rapida digressione sui parametri

vigenti per le cessioni riguardanti le Aree

per l’Urbanizzazione Primaria (AUP) e le

Aree per l’Urbanizzazione Secondaria

(AUS) che il vigente PRG richiede.

All’art. 9 delle NTA del vigente PRG

si segnala che ai sensi delle Leggi 847/64 e

865/71 e della ulteriore normativa in

materia, le opere di urbanizzazione

primaria sono le seguenti: “strade e

marciapiedi, spazi di sosta o di

parcheggio, fognature, rete idrica, rete di

distribuzione dell’energia elettrica e del

gas, rete telefonica e spazi di verde

attrezzato”. Mentre le opere di

urbanizzazione secondaria sono

indicativamente le seguenti: “asili nido e

scuole materne, scuole dell’obbligo,

mercati di quartiere, delegazioni comunali,

chiese ed altri edifici religiosi, impianti

sportivi di quartiere, centri sociali e

attrezzature culturali e sanitarie, aree verdi

di quartiere”.

All’interno dei Piani Attuativi le

opere di urbanizzazione primaria da

realizzare e cedere gratuitamente al

Comune sono quelle definite al comma 2

dell’art. 9 delle NTA, con le seguenti

prescrizioni (v. tabella 4):

le strade residenziali devono

ricomprendere gli spazi per la mobilità

ciclabile nella misura in cui l’intervento

sia ricompreso in un piano organico

della mobilità ciclabile, ed il

dimensionamento risulta dal Piano

Generale del Traffico Urbano, nonché

dagli specifici modelli insediativi

adottati;

gli spazi di sosta e di parcheggio sono

realizzati nella misura minima di 5 m2

per abitante nelle zone residenziali;

nella misura minima di 10 m2 ogni 100

m2 di Superficie coperta nelle zone

artigianali ed industriali; e nella misura

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minima di 40 m2 ogni 100 m2 di SUL

nelle zone commerciali e direzionali;

gli spazi di verde attrezzato sono

realizzati nella misura minima di 3 m2

per ogni abitante nelle zone

residenziali.

Nella tabella 23 si riportano, invece,

le quote di AUS richieste per le specifiche

zone omogenee del PRG vigente. Vengono

tralasciate le “zone F” poiché l’AUS

riguarda quasi esclusivamente le quote di

parcheggio da reperire nelle aree

destinate a servizi.

Dalla tabella 25 ne deriva che in

media i parametri di cessione relativi alle

trasformazioni equivalgono a circa 11 m2

di ASU ogni 20 m2 di SUL edificabile,

ovvero 0,55 m2 di cessione per ogni m2 di

SUL edificabile.

Mentre per ciò che riguarda

esclusivamente le parti del territorio

inedificate destinate ai nuovi insediamenti

o edificate soggette a trasformazione

urbanistica(distinte in base alle funzioni in

zone prevalentemente residenziali, zone

prevalentemente turistiche, zone

prevalentemente direzionali e residenziali

e zona a polo turistico) i parametri di

cessione stabiliti equivalgono a 24 m2 ogni

30 m2 di SUL (con possibilità di

monetizzazione).

Va tenuto però in considerazione

che in larga parte questi Piani riguardano

l’urbanizzazione di aree libere e non la

riqualificazione di quelle esistenti, dove lo

standard è già una dotazione presente

nella città consolidata.

Una ulteriore analisi storica dei Piani

e Programmi Attuativi approvati negli

ultimi 12 anni dimostra che il contributo

medio di cessione relativa all’attuazione

della trasformazione urbanistica è stato

del 50% della ST e che la media della SUL

attribuita negli ambiti è stata di 6.200 m2

con UT di 0,37 m2/m2 con UF pari a 0,69

m2/m2.

Nelle tabelle 27 e 28 si riportano in

maniera sintetica rispettivamente lo stato

di attuazione dei Servizi di Quartiere e dei

Servizi Urbani.

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residenziale produttivo/artigianale commerciale/terziario

verde 3 m2/ab

parcheggi 5 m2/ab 10 m2ogni 100 m2 di Sc 40 m2 ogni 100 m2 di SUL

Tabella 23 Opere di urbanizzazione primaria previste per i Piani Attuativi del PRG vigente

NTA zona omogenea dotazione di AUS da reperire

Art. 16 BR1 9 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o da monetizzare (AUS non dovuta per interventi di edilizia residenziale pubblica ERP)

Art. 16/b

Zona BR2 di completamento con cessione di area per attrezzature a verde e/o parcheggi

12 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o da monetizzare

Art. 16/c Zona BR3 di completamento per la formazione dei parchi urbani

12 m2 ogni 30 m2 di SUL da monetizzare

Art. 16/f Zona BR7 di ristrutturazione urbanistica 9 m2 ogni 30 m2 di SUL (da cedere o da monetizzare; negli isolati della frazione Marzocca, l'AUS solo in cessione)

Art. 16/h

Zona BT10 di completamento per insediamenti turistico-ricettivi-ricreativi extraurbani

18 m2 ogni 25 m2 di SUL da monetizzare obbligatoriamente al prezzo stabilito dall’AC

Art. 16/j Zona BF di completamento delle frazioni 9 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o da monetizzare

Art. 16/q Zone B5 – Zone della fascia costiera con cessione di aree verde e servizi

24 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o monetizzazione o nella quantità prescritta nelle schede di dettaglio di cui all’elaborato 15 del PRG vigente

Art. 17/ b Zona CR2 di espansione prevalentemente residenziale

24 m2 ogni 30 m2 di SUL da cedere nei comparti l, p, q, r, le aree per attrezzature pubbliche (AUS) sono pre-individuate, con specifica destinazione (V, P, C, R, nonché le zone di recupero ambientale di cui all’art.24 NTA) dalle tavole di PRG. Le stesse sono soggette alla cessione gratuita e per intero in sede di piani attuativi, che si faranno carico inoltre di verificare il rapporto minimo di 24 m2/30 m2SUL, eventualmente integrando le dotazioni di AUS

Art. 17/d Zona CT4 di espansione turistica 24 m2 ogni 25 m2 di SUL da ricavare e da cedere nella parte edificabile del comparto

Art. 17/e Zona CDR di espansione direzionale e residenziale

50% della ST da cedere per il comparto 20.2

Art. 17/f Zona CPT Polo turistico in misura non inferiore al 50% della superficie interessata dal Piano urbanistico preventivo

AREA EX COLONIE MARINE in misura non inferiore al 50% della superficie interessata dal Piano attuativo escluse le strade e i parcheggi esistenti

Art. 18/a Zona D1.1 di completamento

10% della superficie complessiva del lotto edificabile, di norma monetizzabile con gli stessi criteri e procedure di cui al N.R.E.C. in aggiunta alla AUS da cedere per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste

Art. 18/b Zona D1.2 di espansione pari al 15% della superficie territoriale del

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

105 

comprensorio da cedere in aggiunta alle AUS da cedere per altre destinazioni di uso eventualmente previste

Art. 18/c Zona D2.1 di completamento

20% della superficie complessiva del lotto edificabile, da cedere o monetizzare con gli stessi criteri e procedure di cui al N.R.E.C. in aggiunta alla AUS da cedere o monetizzare per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste

Art. 18/d Zona D2.2 di espansione

pari al 50% della superficie lorda coperta, oltre a quella di cui all'art.18 della Legge n.765/67 e della Legge n. 122/89, ed alla AUS per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste, escluse le sedi viarie

Art. 18/e Zona D3 di espansione

pari al 50% della superficie lorda coperta, oltre a quella di cui all'art.18 della Legge n.765/67 e della Legge n. 122/89, alla AUS per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste escluse le sedi viarie. Almeno la metà di tale superficie dovrà essere destinata a parcheggi

Art. 19

Zone territoriali omogenee ecostruzioni da adibire alla lavorazione, conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli

10% della superficie complessiva del lotto edificabile di norma monetizzabile con gli stessi criteri e procedure di cui al N.R.E.C.

Tabella 24 Quote di AUS stabilite dal PRG vigente per zone omogenee

zona omogenea cessione per AUS prevista valore medio delle cessioni richieste

BR1 – BRZ – BF1 – BF2 9 m2 ogni 30 m2 di SUL 11 m2 ogni 20 m2 di SUL (che corrisponde a 0,55 m2 per ogni m2 di SUL)

BR2 12 m2 ogni 30 m2 di SUL

BT10 18 m2 ogni 25 m2 di SUL (con obbligo di monetizzazione)

B5 – C – CR2 – CT4 24 m2 ogni 30 m2 di SUL (con possibilità di monetizzazione)

Tabella 25 Valore medio delle cessioni per AUS richieste dal PRG vigente

Standard di quartiere

abitanti attrezzature collettive 2 m2/ab

parcheggi 2,5 m2/ab

verde ricreativo e per lo sport 12 m2/ab

attrezzature per istruz. 4,5 m2/ab

dotazioni minime 67.465 134.929 168.661 809.574 303.590

previsioni PRG 67.465 273.040 244.203 1.282.360 141.671

verifica m2/ab.

4,05 3,62 19,01 2,10

Standard urbano

attrezzature sanitarie 1 m2/ab

parcheggi parchi urbani territoriali 15 mq/ab

attrezzature per istruz. superiore 1,5 m2/ab

dotazioni minime 67.465 67.465

1.011.968 101.197

previsioni PRG 67.465 50.683 186.259 777.990 100.421

verifica m2/ab.

0,75 2,76 11,53 1,49

Tabella 26 Dotazioni di standard previsti dal prg vigente per abitante teorico insediabile

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stato di attuazione

esistente attuato in realizzazione completamenti in

realizzazione completamenti

non attuati non attuato totale

tipologia del servizio ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab

attrezzature collettive

21.139 0,47 9.700 0,21 30.839 0,68

attrezzature religiose 24.762 0,55 4.464 0,10 2.942 0,06 32.167 0,71

istruzione 56.563 1,25 48.602 1,07 1.940 0,04 107.105 2,36 verde pubblico

166.874 3,68 416.758 9,18 166.471 3,67 19.082 0,42 57.565 1,27 120.355 2,65 947.105 20,87

attrezzature sportive 7.119 0,16 24.675 0,54 2.294 0,05 34.088 0,75

parcheggi 34.552 0,76 122.196 2,69 5.016 0,11 15.474 0,34 33.518 0,74 210.756 4,64

totale 311.008 6,85 601.720 13,26 171.486 3,78 43.757 0,96 75.334 1,66 158.754 3,50 1.362.060 30,01

Tabella 27 Stato di attuazione dei servizi di quartiere (novembre 2012) – popolazione residente al 31/12/2011 pari a 45.385 abitanti

stato di attuazione esistente attuato in realizzazione

completamenti in realizzazione

completamenti non attuati non attuato totale

tipologia del servizio

ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab

attrezzature collettive

285.425 6,29 5.280 0,12 8.084 0,18 4.555 0,10 303.343 6,68

attrezzature religiose

39.412 0,87 4.210 0,09 43.622 0,96

attrezzature sanitarie

50.683 1,12 50.683 1,12

istruzione 100.125 2,21 100.125 2,21 verde territoriale

834.652 18,39 9.592 0,21 152.678 3,36 856.442 18,87 1.853.364 40,84

attrezzature sportive

105.238 2,32 6.830 0,15 112.068 2,47

parcheggi 36.181 0,80 50.881 1,12 87.062 1,92 impianti tecnologici

165.453 3,65 600 0,01 166.053 3,66

totale 782.517 17,24 834.652 18,39 14.872 0,33 8.684 0,19 219.154 4,83 856.442 18,87 2.716.320 59,85

Tabella 28 Stato di attuazione dei servizi urbani (novembre 2012) – popolazione residente al 31/12/2011 pari a 45.385 abitanti

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107 

7 \\ NUOVE ENERGIE URBANE

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7.1

Il sistema insediativo

Con l’obiettivo di far conoscere

Senigallia come luogo della

sperimentazione di un processo di

pianificazione nuovo che parte dalle

indicazioni della LR 22/2011 “Norme in

materia di riqualificazione urbana

sostenibile e assetto idrogeologico”, la

città si pone l’obiettivo di ripensare allo

sviluppo urbano, attraverso criteri

innovativi come quello della perequazione

e del risparmio energetico e anche con il

coinvolgimento dei cittadini tramite

l’attivazione di un ciclo di seminari

chiamati “Nuove energie Urbane”,

organizzati con il supporto dell’Istituto

Nazionale di Urbanistica e del Politecnico

di Milano, che permetteranno di riflettere

sui temi chiave del consumo di suolo,

dell’edilizia sociale, del paesaggio e

dell’area vasta, anche grazie al prezioso

intervento di esponenti di spicco nel

dibattito nazionale. Al Museo di

Architettura e Urbanistica di Senigallia

(MAUS), ospitato presso l’edificio dell’ex

GIL, è affidato il durissimo compito di

aggiornare e stimolare la riflessione e il

confronto dei temi fondamentali dei sei

seminari, attraverso mostre ed eventi.

La storia di Senigallia come

Comunità civile ha origine con

l’insediamento dei Galli Senoni. Nel 295

a.C., in seguito alla conquista del territorio

da parte dei Romani, viene fondata la Sena

Gallica, prima colonia romana

dell’Adriatico. Alla fondazione della città

seguono più di mille anni di storia, in cui

Senigallia viene più volte rasa al suolo,

danneggiata e ricostruita. Dal 1474, in

seguito all’assegnazione da parte del Papa

Sisto V in favore del nipote Giovanni della

Rovere del vicariato di Senigallia, parte un

periodo fondamentale per lo sviluppo

della città, che durerà fino all’anno 1631, in

cui verrà devoluta allo Stato Pontificio

insieme al Ducato di Urbino. La città si

difendeva dagli attacchi attraverso un

sistema fortificato, circondato da un

fossato allagabile, composto da un

pentagono nei cui vertici si ergevano i

baluardi. All’interno del pentagono si

erigeva la Rocca, costruita da Baccio

Pontelli nel 1480. La cinta muraria in

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corrispondenza del Misa era doppia, infatti

a destra correva in corrispondenza degli

attuali Portici Ercolani, mentre ad ovest

racchiudeva il quartiere Porto. È

importante ricordare che durante il

periodo della dominazione Roveresca,

Senigallia si arricchisce di edifici

monumentali: la chiesa di S. Maria delle

Grazie, il Palazzetto Baviera, la Fontana ed

il Palazzo del Duca, la fontana di Piazza

Roma.

Lo sviluppo della città continua

soprattutto quando la fiera di Senigallia

raggiunge l’apice della sua importanza,

lungo tutto il XVII e XVIII secolo, si assiste

a un massiccio processo espansivo sotto il

pontificato di Benedetto XIV Lambertini.

Proprio in questo periodo fu realizzato

l’ampliamento della città a monte delle

mura cinquecentesche (oggi via Pisacane),

fino al Misa e vengono realizzati altri

importanti edifici monumentali tra cui i

Portici Ercolani, il Duomo e la Piazza, il

Palazzo Fagnani.

Nella prima metà del XIX secolo

inizia timidamente una espansione fuori

dalle mura e lungo le vie di

Comunicazione che fino all’inclusione

delle Marche nel Regno d’Italia nel 1860

non era avvenuta.

La costruzione della ferrovia

Bologna-Ancona, (che separa nettamente

l’abitato dalla zona balneare),

l’insediamento di alcuni complessi

industriali (Italcementi e zuccherificio), la

sistemazione del fiume Misa, il raccordo

dei due tronchi della Statale Adriatica (via

R. Sanzio e via F. Podesti) con la via F.

Bonopera adiacente la stazione FS,

(intervento che ha permesso di sgravare il

traffico di transito nel centro cittadino, ma

che ha aggravato la rottura tra il centro

urbano e il lungomare) ed infine l’inizio

dell’attività balneare e la nascita delle

prime attrezzature ricettive e ricreative,

costituiscono avvenimenti decisivi per lo

sviluppo futuro della città.

Nel periodo immediatamente

successivo alla Prima Guerra Mondiale non

avvengono fondamentali cambiamenti

nella struttura urbanistica della città,

eccetto lo sviluppo limitato di alcuni

insediamenti di basso livello all’esterno del

centro urbano e lungo la Statale Adriatica

SS16, tra la strada e la ferrovia.

Il disastroso terremoto del 1930

lascia la città quasi interamente distrutta e

costituisce un punto di partenza per lo

sviluppo di Senigallia.

La città contemporanea è

caratterizzata dal fenomeno della

metropolizzazione del territorio. Oggi con

tale fenomeno si intende il processo

attraverso il quale l’agglomerato urbano

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ha perso la dimensione fisica distinguibile

dell’area antropizzata all’interno del

territorio non urbanizzato, per conformarsi

piuttosto come un continuum edificato

che supera i limiti amministrativi di ogni

realtà locale e spesso anche di quella

regionale. In particolare, la

metropolizzazione determina, rispetto alla

città tradizionale, un utilizzo su larga scala

delle funzioni urbane, basandosi su un

aumento massiccio della mobilità privata

prevalentemente affidata all’auto.

Il termine “città” evoca sempre una

condizione di densità e concentrazione di

persone, oggetti e merci, solamente che

alle fasi di agglomerazione, espansione e

diffusione del sistema insediativo

tradizionale si è sostituita la fase di

metropolizzazione. In questa fase la

condizione di densità è da ricercarsi nelle

relazioni e nei flussi di persone e merci che

investono e attraversano l’intero territorio

e non solamente nella parte costruita più

compatta.

La metropolizzazione è la nuova

forma della città contemporanea nella

quale alle consolidate periferie urbane si

aggiungono nuove aree urbanizzate a

bassa e bassissima densità che

conferiscono al sistema insediativo una

forma dispersa.

La nuova città, cresciuta con un

modello diverso da quello additivo

dell’espansione, trova una causa della sua

conformazione nei nuovi stili di vita degli

abitanti che spesso preferiscono la

“qualità” abitativa in residenze

prevalentemente mono e bifamigliari

immerse nel verde, anche a discapito di

lunghi tratti in automobile per gli

spostamenti quotidiani tipo casa-lavoro.

La scelta dei nuovi abitanti non è certo da

limitare a un puro gusto personale bensì a

condizioni culturali, socio-economiche e di

mercato ben più forti. La grande

trasformazione territoriale, avvenuta circa

negli anni Ottanta del secolo scorso,

deriva dall’espandersi dei consumi

individuali, per cui, per far fronte alla crisi

economica degli anni Settanta, si

sperimentano anche nuovi modelli

produttivi, anch’essi individuali.

L’assetto della città contemporanea

apre quindi ad alcune questioni rilevanti:

1. l’elevato grado di dispersione

insediativa caratterizzata da bassa

densità e tipologie edilizie che

prediligono la creazione di spazi privati

a discapito dello spazio pubblico;

2. l’aumento della mobilità privata su

gomma che provoca traffico e

inquinamento;

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3. l’elevata frammentazione ambientale

delle aree agricole e naturali.

A questi si aggiungono un elevato

consumo energetico (elettricità,

riscaldamento) e di suolo libero agricolo

o naturale; un elevato costo di

mantenimento delle reti di servizi

pubblici (strade, rete idrica, fognaria,

elettrica, ecc.) sempre più ramificate per

raggiungere i nuovi insediamenti dispersi;

e un generale degrado del sistema

insediativo tradizionale che viene

abbandonato (e con esso il sistema degli

spazi pubblici quali piazze, percorsi,

giardini, ecc.) sia perché inefficiente sia per

gli alti costi di manutenzione e gestione

che ne derivano.

Da un’analisi più approfondita del

sistema insediativo emerge come le aree

edificabili individuate dalla Variante

Generale al PRG del 1997 siano ormai

sature: nel lungomare oggi non si

costruisce né si compra più casa poiché

l’offerta immobiliare è stata modificata in

seguito all’introduzione della dimensione

minima degli alloggi (52 m2).

Il centro storico merita un discorso a

parte in quanto ha avuto una buona

rivalutazione, il problema è legato alle sue

dimensioni contenute. Il mercato è quindi

saturo ad eccezione di alcuni interventi

isolati.

A fronte di un valore medio del

terreno, dei costi di costruzione,

urbanizzazione e progettazione, ad oggi

l’utile per le imprese edili medio piccole

nel senigalliese corrisponde al 15-20%.

Molti alberghi costruiti negli anni ’70

che oggi non hanno più mercato

troverebbero una migliore collocazione

con una loro conversione in residenza.

Il PRG vigente è quello approvato

nel 1974 con le successive varianti, tra cui

la Variante Generale elaborata tra il 1990 e

il 1997 in seguito alla adozione del Piano

Paesistico Ambientale Regionale del 1987,

e alle cui prescrizioni i Comuni hanno

l’obbligo di adeguare i propri strumenti

urbanistici. Oltre all’adeguamento agli

strumenti sovraordinati, il compito della

variante generale del 1997, come già

accennato, è quello di ridimensionare le

vastissime e sovrastimate previsioni del

Piano del 1974 e di individuare buone

soluzioni infrastrutturali che riescano a far

fronte ai bisogni indotti dallo sviluppo

degli anni precedenti. L’ultima variante

approvata del PRG è la Variante in

riduzione di marzo 2012, che delinea

l’aspetto finale dello strumento con cui il

PORU si deve confrontare per costruire un

nuovo Piano per il Comune di Senigallia.

Il PRG del Comune di Senigallia

riprende chiaramente i concetti espressi

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dall’azzonamento funzionale su cui si basa

l’intera esperienza dei PRG in Italia. È un

Piano indubbiamente chiaro e dettagliato

che gestisce in maniera differente la città a

est dell’autostrada A14 (sulla fascia più

prossima alla costa), densamente

antropizzata, e quella a ovest,

caratterizzata da frazioni e urbanizzazione

diffusa. Dalla lettura delle Norme tecniche

di Attuazione, emerge quanto non sia il

disegno del Piano a sottolineare questa

divisione, quanto le norme stesse, che

prevedono attuazioni specifiche per le

frazioni (Art.16/j delle NTA – Zona BF di

completamento delle frazioni).

I piani attuativi che costituiscono

strumenti in variante al Piano, sono stati

gestiti per incrementare il patrimonio

pubblico della città (si pensi, ad esempio

al PEEP delle Saline).

La restituzione grafica del sistema

insediativo costituisce sicuramente un

punto di partenza da usare come

riferimento per la costruzione del quadro

conoscitivo per il PORU. Essa raccoglie le

informazioni che derivano dalla tavola di

azzonamento del PRG, inserendole in un

contesto lungimirante e in linea con le

nuove tendenze di Piano, volte a

individuare le aree della città consolidata

(comprese le aree da sottoporre a tutela) e

quelle della città in trasformazione.

L’analisi del PRG vigente ha quindi

portato a considerare come città

esistente quelle parti di città destinate al

mantenimento delle forma e delle funzioni

esistenti, tra le quali: le zone A residenziali

storiche (A1–A2–A3); le zone B residenziali

consolidate (BR1s-BR4-BR4v-BR5)

all’interno delle quali sono comprese

anche le zone B con tessuti urbani

d’interesse tipologico e morfologico, le

zone B1-B2 – B3, la sola Superficie

Fondiaria delle B5 – BF1 – BF2 – BF3 – BR1

– PPF e le aree scoperte di pertinenza

delle zone B4 turistiche-B4 – BT10 – BT11,

infine le strutture ricettive alberghiere

della fascia litoranea. Inoltre sono

considerate città consolidata anche le zone

D prevalentemente terziarie (D2.1), oltre

alle zone D prevalentemente produttive

(D1.1), le zone E agricole e generiche di

pregio e in ultimo le ville di interesse

storico architettonico della fascia costiera.

La città della trasformazione

invece, è la città destinata al cambiamento

attraverso Piani attuativi o interventi diretti

previsti dal Piano su diverse parti

funzionali della città e comprende al suo

interno le zone B residenziali in

trasformazione (Superficie Fondiaria delle

BR2-BR3–BR7), le zone C residenziali di

completamento (Superficie Fondiaria delle

CR1–CR2–CR3), le zone sottoposte a

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pianificazione attuativa di ogni livello,

mediante permesso di costruire ordinario

o convenzionato, le aree di trasformazione

prevalentemente turistica (BT9–CPT–CT3–

CT4), infine le zone D prevalentemente

terziarie in trasformazione (Area a

destinazione direzionale di nuovo

impianto CDR–D2.2–D3) e le zone D

prevalentemente produttive in

trasformazione (D1.2–D4–D5).

Infine, si individua la città pubblica

che offre una dotazione di servizi di

quartiere oltre che alla scala urbana. Sono

considerate città pubblica le zone F per

servizi pubblici (F7 nell’art. 17_a-F1–F1s–

F1p–F2–F4-F5-F6– F8a F8n–ZRA-F3-F9); e

le zone G per servizi (G1–G1 nelle zone

BR3, CR1, CR3 e G2-G3–G5 e G4–G4 nelle

zone B5, BF2, BR2, BR3, BR6, BT9, CDR,

CPT, CR1, CR2, CR3, CT3, D1.1, D1.2, D3 );

L’attuale pianificazione urbanistica

ha bisogno di una verifica profonda e di

confrontarsi con la realtà del territorio

urbanizzato che è in continua

trasformazione e che ormai non rispecchia

più le originali strategie del Piano.

In concreto si cerca di interpretare la

città come una struttura complessa che

racchiude in sè realtà diverse (nel nostro

caso dette “città”), con l’intenzione di

andare oltre alla ormai superata cultura

urbanistica di controllo pubblico dei

processi di sviluppo urbano, che prevede

una attuazione basata sull’utilizzo quasi

indiscriminato della pianificazione

attuativa di iniziativa sia pubblica che

privata.

La città storica racchiude al suo

interno il centro storico tradizionalmente

riconosciuto (tessuto di antica formazione)

ma anche nuove parti di città, poiché

esistono zone che per le nuove

generazioni sono storiche pur essendo di

recente costruzione (tessuto di recente

costruzione). La città storica è stata quindi

suddivisa in tessuti, intesi come unità

spaziali urbane in grado di selezionare

degli spazi urbani che hanno

caratteristiche di omogeneità fisico –

funzionale, all’interno dei quali sono state

inserite diverse zone omogenee (indicate

tra parentesi nei seguenti elenchi). Nello

specifico, per quanto riguarda appunto la

città storica, avremo il tessuto di antica

formazione (A1–A2–A3); il tessuto di

recente formazione (BR1s-BR4-BR4v-BR5-

Zone B con tessuti urbani d’interesse

tipologico e morfologico) e le ville di

interesse storico e architettonico della

fascia costiera.

La città consolidata è invece quella

costruita secondo i piani urbanistici del

Novecento (escluse le parti considerate

“storiche”) e con quelli più recenti. È

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caratterizzata da aree individuate in base

alla funzione prevalente svolta all’interno

di esse: prevalentemente residenziale,

prevalentemente turistica–ricettiva–

ricreativa, prevalentemente terziaria,

prevalentemente produttiva o

polifunzionale, tra cui: aree

prevalentemente residenziali (B2–B3–

Superficie Fondiaria delle B5–BF1–BF2–BF3

–BR1–PPF); aree polifunzionali (B1); aree

prevalentemente turistiche-ricettive–

ricreative (come le aree scoperte di

pertinenza delle zone B4 turistiche-B4–

BT10–BT11 e le strutture ricettive

alberghiere della fascia litoranea ), aree

prevalentemente terziarie (D2.1) e

prevalentemente produttive (D1.1).

La città della trasformazione è

invece caratterizzata da aree di potenziale

trasformazione urbana (aree industriali

sottoutilizzate, aree dismesse, aree libere

interstiziali generate dallo sviluppo urbano

incompleto come le aree per standard

urbanistici, ecc…). Anche la città della

trasformazione è stata suddivisa in aree

definite in base alla funzione prevalente:

prevalentemente residenziale (Superficie

Fondiaria delle BR2-BR3 – BR7 – CR1 – CR2

– CR3), prevalentemente turistica-ricettiva–

ricreativa(BT9 – CPT – CT3 – CT4),

prevalentemente terziaria (Area a

destinazione direzionale di nuovo

impianto-CDR – D2.2 – D3),

prevalentemente produttiva (D1.2 – D4),

aree per la riqualificazione urbana di

stabilimenti industriali dismessi (BR6), area

destinata ad attività portuali ed attività

connesse(D5).

Infine per la città pubblica sono

state individuate le attrezzature

scolastiche, le attrezzature civili, religiose,

sanitarie e cimiteriali, il verde, attrezzature

sportive e zone di recupero ambientale, i

distributori di carburante, i parcheggi

pubblici e di interscambio, le infrastrutture

tecnologiche suddivise in servizi di

quartiere e urbani.

Sono considerati Servizi di quartiere le

attrezzature scolastiche esistenti e previste

(G1 – G1 nelle zone BR3, CR1, CR3), le

attrezzature civili, religiose, sanitarie,

cimiteriali esistenti e previste (G2 –

Attrezzature civili, religiose, sanitarie e

cimiteriali nell’art. 17_a delle NTA); il verde

e le attrezzature sportive esistenti e

previste (F7 nell’art. 17_a-G3 – G5);

distributori di carburante esistenti e

previsti (Art. 13 delle NTA); infine i

parcheggi pubblici esistenti e previsti (G4

– G4 nelle zone B5, BF2, BR2, BR3, BR6,

BT9, CDR, CPT, CR1, CR2, CR3, CT3, D1.1,

D1.2, D3).

Per quanto riguarda invece i servizi urbani,

vengono considerati tali: le attrezzature

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scolastiche esistenti e previste (F1

istruzione superiore);le attrezzature civili,

religiose, sanitarie, cimiteriali esistenti e

previste (F1 – F1s – F1p – F2 – F4); il verde

e le attrezzature sportive con le zone di

recupero ambientale esistenti e previste

(F5-F6 – F8a – F8n – ZRA); infine le

infrastrutture tecnologiche esistenti e

previste (F3) e i parcheggi di interscambio

esistenti e previsti (F9).

In tal modo è stata prodotta una

tavola di sintesi del PRG vigente di

Senigallia, comprendente tutto il territorio

comunale, utile per l’individuazione delle

aree potenzialmente interessate dalle

future trasformazioni previste dal PORU.

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7.2

Il sistema ambientale

La Convenzione Europea del

Paesaggio definita dal Consiglio d’Europa

nel 2000 e ratificata dall’Italia nel gennaio

2006, affida alle Amministrazioni

(comunali, provinciali o regionali) il

compito di predisporre specifici ed idonei

strumenti di pianificazione a diversi livelli e

competenze, tenendo presente che il

paesaggio deve essere considerato nelle

sua interezza come componente

trasversale. Il Codice Urbani (Dlgs

42/2004), recependo le linee guida della

convenzione Europea, organizza la

governance dell’intero settore dei beni

culturali e paesistici, stabilendo la

necessità di una cooperazione da parte

delle amministrazioni pubbliche per la

“definizione di indirizzi e criteri riguardanti

le attività di tutela, pianificazione,

recupero, riqualificazione e valorizzazione

del paesaggio”. In attuazione di queste

disposizioni le Regioni come le Marche,

già dotate di un Piano Paesistico

Ambientale Regionale (PPAR approvato in

data 13 luglio 1987,ai tempi era uno tra i

primi in Italia), dovranno provvedere a

redigere gli opportuni adeguamenti

(attraverso uno strumento denominato

Piano Paesistico Regionale, PPR in

seguito). Successivamente all’adozione del

PPAR quindi non è consentito approvare

Piani e progetti regionali, nonché

strumenti urbanistici regionali o comunali

(sia generali che attuativi) non conformi o

cogenti al Piano paesistico stesso. Il Piano

nasce infatti con lo specifico intento di

assorbire il complesso sistema dei vincoli

in materia paesaggistico-ambientale in un

regime più organico e costituire una

notevole occasione di rilancio e

riqualificazione della pianificazione

urbanistica regionale, per avviare un

processo che sia di progettazione

territoriale, assegnando ai Comuni un

ruolo da protagonisti.

Il Piano Paesistico Regionale

suddivide il territorio in sei macroambiti

che si contraddistinguono gli uni dagli altri

per le loro caratteristiche morfologiche e

paesaggistiche. Il Comune di Senigallia

rientra nell’Ambito D1 “Senigallia e la Valle

del Misa”, individuato dal documento

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preliminare di adeguamento al Piano

Paesaggistico Ambientale Regionale.

Questo ambito è compreso tra Senigallia e

Arcevia, rispettivamente ad est ed ovest. Il

Misa e la sua grande vallata costituiscono

sicuramente due elementi identitari per

l’intera area. Il paesaggio del Misa è

interessato dalla forte presenza di beni

archeologici e culturali, tanto che sono ad

oggi in corso gli scavi nell’area

archeologica situata nei pressi di Pongelli.

L’argilla ha avuto un ruolo rilevante nella

costruzione di questo paesaggio cui si

possono trovare numerose “case di terra”

e della fornace di tipo Hoffmann

restaurate. Lungo la statale Arceviese si

attestano gli insediamenti più importanti

di carattere industriale e commerciale che

danno vita a quelli che sono considerati i

centri di crinale come Serra dè Conti, Ostra

e Ostra Vetere. Percorrendo la statale si

notano inoltre due tipi di paesaggio: nel

tratto più a valle sono caratteristici i

paesaggi dominati da tratti suburbani,

mentre spostandosi più a monte i

fenomeni di congestione si diradano,

facendo emergere un paesaggio rurale

dalle grandi qualità, con versanti morbidi e

segnato dai viali alberati.

Confrontando la valle del Nevola con

quella già descritta del fiume Misa emerge

come questa sia rimasta più protetta dagli

impatti della trasformazione sancita dai

diversi Piani Regolatori Comunali, pur

essendo interessata dalle medesime

dinamiche. Alcuni tra gli insediamenti più

recenti sorgono intorno all’area produttiva

di Ostria Vetere. Come nell’area del Misa,

anche in quella del Nevola i fenomeni di

congestione si diradano progressivamente

verso l’alta collina dell’Arceviese.

Il Comune di Senigallia, all’interno

dell’ambito che corre lungo le valli del

Misa e del Nevola, costituisce la giuntura

tra il sistema urbano della costa e

l’entroterra collinare. La forte attrattività

del sistema turistico balneare ha

determinato lo sviluppo di un fronte mare

che ha subito nel corso degli anni una

trasformazione immobiliare intensiva che

ha generato un tessuto saturo. La recente

urbanizzazione ha agito rafforzando infatti

la facciata litoranea e saldando le

espansioni di Senigallia nell’entroterra con

le nuove centralità di fondovalle del Misa,

creando così ambienti il cui valore non è

purtroppo adeguato alla qualità del

contesto e innescando fenomeni di

espansione che necessitano di un buon

sistema di governo del territorio. Le

profonde trasformazioni della fascia

litoranea hanno inoltre portato alla quasi

totale distruzione della vegetazione

originaria e la scomparsa degli ambienti

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umidi retrodunali, determinando inoltre

l’eliminazione dalla spiaggia delle piante

che costruiscono le dune, determinando

cambiamenti oltre che sulla perdita di

naturalità anche sul popolamento

biologico animale e vegetale.

Senigallia si circonda di un

paesaggio agrario di valore (numerose

sono le zone di protezione dei paesaggi e

degli insediamenti agricoli) che nasce sulle

colline arenacee che circondano l’intero

territorio comunale, in particolare nei

pressi di Scapezzano, arricchito da

numerose residenze di pregio dotate di

grandi parchi. Questo paesaggio agrario,

nella fascia della prima collina, negli ultimi

anni è stato fortemente compromesso, a

causa di una agricoltura intensiva e a forte

impatto ambientale, che ha ridotto la

dotazione di elementi tipici del paesaggio

collinare marchigiano, quali filari alberati e

siepi.

La città pur avendo una elevata

quantità di aree a verde presenta problemi

di carattere qualitativo, in quanto il

sistema ambientale si compone di piccoli

frammenti che difficilmente riescono a

interagire tra loro e spesso presentano

caratteri di degrado e abbandono a causa

della loro scarsa fruibilità. La direttrice

fondamentale da prendere come

riferimento per la creazione di un sistema

ambientale che abbia continuità e

coerenza è l’asse che da nord, con il Bosco

Topolino e il futuro nuovo parco della

Cesanella, arriverà fino a sud, nel quartiere

Ciarnin. Un secondo asse, trasversale al

primo, unirà invece le aree vicine al mare

con quelle dell’entroterra, assieme al

reticolo idrico formato dal Fiume Misa (il

Parco fluviale del Misa sarà investito da

una grande opera di riqualificazione in

ambito urbano, attraverso l’unione dei

giardini di via Tevere e via Volturno, con

l’implementazione delle vegetazione

ripariale).

Ad integrare queste grandi aree

verdi urbane vi sono numerose piccole

aree verdi, pubbliche e private, che seppur

di dimensioni ridotte aumentano la

permeabilità del suolo, aiutando il

raggiungimento dell’obiettivo di un

sistema del verde continuo.

L’amministrazione comunale ha deciso di

porre attenzione anche alla qualità del

paesaggio rurale, individuando alcuni temi

di rilevo, come quello dei “parchi rurali” o

dei “parchi tematici” (come ad esempio il

Parco tematico San Gaudenzio), che

entreranno a far parte, in seguito a opere

di recupero o riqualificazione, del sistema

ambientale.

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119 

7.3

Il sistema infrastrutturale

L’approccio con il quale è stata

gerarchizzata la viabilità di livello locale è

la definizione di sei principali classi non

necessariamente coerenti con le

determinazioni del DL n. 285 del 30 aprile

1992 Codice della Strada ma composte

secondo una logica di prestazione

connettiva fornita dalle stesse

infrastrutture: l’autostrada A14 Bologna-

Taranto, detta anche autostrada Adriatica

è il principale asse viario longitudinale a

servizio del Comune e costituisce il

sistema delle autostrade. Tale autostrada,

grazie ai suoi 743 km di estensione, di cui

circa 170 nella Regione Marche e 15 nella

città di Senigallia, svolge la funzione di

“cerniera” tra il nord e il sud Italia, lungo il

litorale adriatico, servendo le principali

località turistiche costiere della Riviera

romagnola, delle Marche, dell’Abruzzo, del

Molise e della Puglia orientale. Gli alti

volumi di traffico, specialmente durante la

stagione estiva, hanno reso l’A14 spesso

inadeguata e soggetta a frequenti

fenomeni di rallentamento e accodamento

nelle percorrenze. Per tali motivi è stato

avviato il progetto di potenziamento

dell’Autostrada tra Rimini Nord e Porto

Sant’Elpidio, che prevede l’ampliamento

da 2 a 3 corsie più la corsia di emergenza

per uno sviluppo complessivo di 154,7 km

e la realizzazione di cinque nuovi svincoli

(tra cui lo svincolo di Marina di Monte

Marciano, posto tra Senigallia e Ancona,

inaugurato il 30 Luglio 2012), e

l’adeguamento di dieci svincoli esistenti,

tra cui il nuovo vincolo autostradale di

Senigallia, inaugurato il 21 Aprile 2011 e

dotato di tre corsie in entrata e quattro in

uscita. La nuova rotatoria sulla strada

Arceviese, con doppia corsia per senso di

marcia, ne consente il collegamento con la

viabilità locale. Rispetto al vecchio casello,

posto a contatto con la zona urbanizzata

di Borgo Molino, il nuovo si trova in

un’area a bassa densità abitativa. In data

21 luglio 2011 è stata aperta al traffico la

terza corsia nel tratto Fano-Senigallia in

direzione nord, mentre tra la fine del 2012

e i primi mesi del 2013 si prevede

l’apertura di quella in direzione sud.

Saranno infine ultimati nel 2013 i lavori di

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

120 

ampliamento per la terza corsia tra

Senigallia e Ancona nord.

La Complanare, di recente

realizzazione, scorre parallela

all’autostrada ed ha come finalità quella di

bypassare il centro cittadino e diminuire

sensibilmente il traffico locale. La

costruzione della Complanare dovrebbe

permettere infatti la netta diminuzione di

traffico di attraversamento, specie quello

pesante, lungo la Strada Statale 16 (circa

dell’80%) e lungo altre importanti arterie

di Comunicazione cittadine, quali ad

esempio via D’Aquino, via Capanna, la

zona del Piano Regolatore, Viale IV

Novembre, Via Leopardi, Viale dei Pini, Via

Po, Via Cellini e la zona di Borgo Molino.

Oltre alla decongestione del traffico la

nuova infrastruttura garantirà un

collegamento funzionale tra i vari quartieri

del Comune e renderà di conseguenza più

competitivo l’intero territorio, in particolar

modo sotto il profilo economico e

turistico. Rispetto al disegno della città la

Complanare potrà dare nuova linfa ad un

disegno di Piano che dia maggiore qualità

alla città, recuperando quello che un

tempo era considerato un “retro” e che

diviene oggi un ”fronte”.

Il sistema delle strade principali è

composto dalla Strada Statale 16, dalla

circonvallazione cittadina e dalle due

strade che collegano la zona costiera con

l’entroterra: la strada provinciale 360

Arceviese e la strada provinciale 12

Corinaldese. La SS16, detta anche

“Adriatica”, sarà l’arteria che

maggiormente beneficerà della

realizzazione della Complanare, riducendo

il suo carico di traffico e diventando

sempre più una strada di scorrimento

urbana. La Corinaldese e l’Arceviese

scorrono parallele al fiume Misa, una a

nord e una a sud, mettendo in

Comunicazione la zona costiera con

l’entroterra marchigiano.

Le strade di interquartiere che

comprendono la strada del lungomare e

quelle strade che collegano due o più

infrastrutture di livello superiore. Proprio

sul lungomare il carico della viabilità in

attraversamento andrebbe ridotto, in un

ottica di rafforzamento del sistema di

accessibilità trasversale e non

longitudinale. Attualmente è proprio la

scarsa accessibilità pedonale la principale

carenza del lungomare.

Le strade che, diramandosi dalla

viabilità principale di interquartiere,

formano delle “quadre” circolari all’interno

delle quali si esauriscono i flussi di

attraversamento costituiscono la viabilità

locale; della viabilità locale fanno parte

anche tutte quelle strade che mettono in

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

121 

comunicazione gli insediamenti diffusi

della valle del Misa con le arterie principali

della città.

Le strade che, a loro volta, si

distaccano dalla viabilità locale servendo

“a pennello” i singoli lotti della città

definiscono la viabilità secondaria.

Un’altra tematica fondamentale

dell’assetto infrastrutturale riguarda il

rapporto tra il lungomare e la città, che,

come già sottolineato, rappresenta una

delle criticità principali per Senigallia. La

promozione di una osmosi tra il mare e la

città che valorizzi al meglio l’accessibilità

del lungomare va coltivata attraverso un

attento studio dell’attraversamento della

linea ferroviaria costiera. Sono circa 30 i

sottopassaggi che connettono il

lungomare con la città “dietro” alla

ferrovia, disposti lungo i 14 chilometri

della costa senigalliese. La maggior parte

di questi risultano difficilmente percorribili

dai mezzi di soccorso e pericolosi in

quanto soggetti a frequenti inondamenti.

Risulta quindi chiaro quanto oggi la

ferrovia incida profondamente nelle

dinamiche di fluidità tra città del mare e

città oltre la ferrovia.

Ripensare alla ferrovia alla luce

anche di una proposta di interramento

rappresenta una opportunità per ripensare

alla riqualificazione di tutta la città.

L’interramento delle ferrovia segue però

politiche nazionali non facilmente

perseguibili (almeno non nel medio

periodo), pertanto la riprogettazione dei

collegamenti tra città e mare diventa una

operazione sostanziale, anche attraverso

uno attento studio della qualità del

sottopasso.

La dotazione di parcheggi all’interno

del Comune risulta più che sufficiente

durante i giorni feriali (circa il 40%

dell’offerta a pagamento risulta libera),

mentre nei giorni festivi i parcheggi sono

pressoché pienamente utilizzati. Ciò

implica che non ci sia una sostanziale

carenza di parcheggi in quanto i fenomeni

feriali, soprattutto durante la stagione

estiva, costituiscono dei picchi di domanda

a cui difficilmente si può rispondere (se

non con soluzioni temporanee).

Il sistema del trasporto pubblico

locale presenta invece maggiori criticità :

le linee di bus esistenti che percorrono la

tratta da Cesano a Marzocca si

sovrappongono alla linea intercomunale

Fano-Ancona. Le uniche altre due linee

sono quelle che percorrono gli assi della

Corinaldese e dell’Arceviese.

Recentemente è stato avviato il

progetto del trasporto pubblico a

chiamata, che prevede il trasporto tramite

pullman da 27 posti disponibili che non

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

122 

lavora su una linea fissa ma programma gli

spostamenti sulla base dell’effettiva

richiesta degli utenti. Dopo un periodo di

prova tale nuovo sistema ha riscosso

grande successo ed è stato accolta in

maniera entusiastica dai cittadini.

Il territorio senigalliese è servito

dalla linea Bologna-Bari, che assicura i

collegamenti con tutta la rete del Nord

d’Italia e con le regioni costiere adriatiche

centro-meridionali. Sono presenti due

stazioni, la prima a Senigallia Centro e la

seconda nella frazione di Marzocca a sud

del Comune. La ferrovia scorre parallela

alla costa lungo tutto il Comune, tra la

Strada Statale 16 e il lungomare,

imponendosi come sistema escludente e

dirompente all’interno di Senigallia (come

del resto per buona parte dei Comuni

adriatici attraversati dalla ferrovia

Bologna-Bari). La linea ferrata infatti, sin

dalla sua costruzione a cavallo tra ‘800 e

‘900, ha inciso profondamente nelle

dinamiche di fluidità tra città del mare e

città oltre la ferrovia. La sua dislocazione

lungo la costa, inoltre, lascia il territorio

dell’entroterra completamente non

coperto da infrastrutture ferroviarie.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

123 

7.4

I costi della città pubblica

Per poter capire quali sono i fattori

che danno vita a un bilancio comunale, e

di conseguenza capire quali sono gli

effettivi costi sostenuti

dall’Amministrazione comunale per poter

offrire una vasta ed adeguata dotazione di

servizi rivolti al cittadino, bisogna

effettuare alcune necessarie premesse.

Innanzitutto, per parlare di bilancio,

è essenziale effettuare un confronto tra le

entrate e le uscite, quindi le spese. Bisogna

anche capire quali sono, concretamente,

quelle che vengono considerate entrate e

che, generalmente, consistono in quelle

derivanti dalla riscossione di tributi

(tributarie) e prestiti, da trasferimenti dello

Sato delle Regioni e di altri Enti, insieme

ad altre di diversa provenienza.

Le uscite vengono invece

generalmente divise in spese correnti43 (o

di funzionamento), che costituiscono la

parte più cospicua di spesa pubblica,

spese in conto capitale 44 (o di

investimento), per rimborso prestiti o per

conto terzi.

Come si può osservare dal grafico

20, le spese più consistenti effettuate

dell’Amministrazione Comunale, sono

quelle rivolte alla dotazione di servizi per i

cittadini (spese correnti e in conto

capitale). Nello specifico, a partire

dall’anno 2006, emerge un generale

aumento delle uscite, fino ad arrivare ad

un picco positivo intorno all’anno 2010. È

importante notare, come nell’anno 2011,

nonostante la grave crisi economica che

ha colpito anche, forse soprattutto, le

realtà comunali, l’intenzione

dell’Amministrazione senigalliese sia

comunque quella di mantenere uno

standard, qualitativo e quantitativo

generalmente alto per la dotazione delle

attrezzature pubbliche e di uso pubblico.

                                                            43 Dette anche di funzionamento, costituiscono l'insieme della spesa pubblica necessaria all'ordinaria conduzione della struttura statale. 44 Dette anche di investimento, sono quelle spese con le quali lo Stato mira a svolgere una politica attiva nell'ambito economico nazionale. Le spese in conto capitale comprendono sia le spese per investimenti, sia le spese per l'acquisizione di partecipazioni, azioni, per conferimenti e per concessioni di crediti per finalità produttive.

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124 

Un dato che ha evidentemente

subito un fortissimo cambiamento negli

ultimi anni è quello che si riferisce alle

spese per il rimborso dei prestiti, indice

del fatto che il Comune si sta lentamente

liberando dai debiti accumulati, dato

indubbiamente positivo, in quanto si

presuppone un reinvestimento dei capitali

in altre uscite, volte con probabilità

all’incremento dei servizi al cittadino. Sono

solo tre gli anni in cui il bilancio comunale

risulta negativo, e in due di queste

occasioni

Più generalmente, come si nota dal

grafico 21, nel corso del decennio che va

dall’anno 2002 all’anno 2010, sono solo tre

gli anni in cui il bilancio comunale risulta

negativo, e in due di queste occasioni si

avvicina al pareggio (nello specifico negli

anni 2003 e 2007).

In conclusione, si può dire che

l’Amministrazione Comunale, sta cercando

di far fronte alle grandissime esigenze dei

cittadini, nonostante la crisi che ha

inevitabilmente portato a una netta

diminuzione delle entrate totali, che dal

2002 al 2011 si sono praticamente

dimezzate, passando da circa 128.000.000

di € nel 2002 a 65.000.000 nel 2011.

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Grafico 20 Andamento delle uscite totali del Comune di Senigallia dal 2002 al 2010

Grafico 21 Bilancio complessivo del Comune di Senigallia dal 2002 al 2010

0

10.000.000

20.000.000

30.000.000

40.000.000

50.000.000

60.000.000

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

spese correnti spese in conto capitale

rimborso prestiti conto terzi

-1.500.000

-1.000.000

-500.000

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

126 

8.1

Riferimenti bibliografici

Libri,Pubblicazioni e scritti elettronici

[1] ISTAT (2010), "Sesto censimento

generale dell'agricoltura 2010.

Caratteristiche strutturali delle aziende

agricole 24/10/2010” ISTAT in

censimentoagricoltura.istat.it

http://censimentoagricoltura.istat.it/in

dex.php?id=73

[2] ISTAT (2010), "Sesto censimento

generale dell'agricoltura. Primi dati

definitivi. Dati marche, confronti con

Italia e Centro e confronti con il

censimento 2000" Sistemi informativi

Statistici e di Controllo di gestione,

Regione Marche in

censimentoagricoltura.istat.it

http://censimentoagricoltura.istat.it/in

dex.php?id=29

[3] ISTAT (2001), "Quinto censimento

generale dell'agricoltura 2000.

Caratteristiche strutturali delle aziende

agricole ", ISTAT in censagr.istat.it

http://censagr.istat.it/dati.htm

[4] CGIL Marche, IRES Marche

(elaborazione dati ISTAT aprile

2012),"Le forze di lavoro delle

Marche".

[5] Ufficio statistica e studi della Camera

di Commercio Ancona (2012), "I

numeri dell'economia", supplemento

del periodico Qui Economia, Camera

di Commercio di Ancona.

[6] Sistema Informativo Statistico delle

Regione Marche (2012), "Le Marche in

cifre", Regione Marche.

[7] Rosellini G. (a cura di) (2004),

"REPORT 2003 Primo rapporto sullo

stato dell’ambiente", Edizioni Quattro

venti, Senigallia.

[8] Salvini S., De Rose A. (a cura di)

(2011), "Rapporto sulla popolazione.

L'Italia a 150 anni dall'Unità", Bologna,

Il Mulino.

[9] Mariotti A. (a cura di) (2012),

“Senigallia, museo diffuso”, Comune

di Senigallia, Ostra vetere (AN).

[10] Comune di Senigallia (a cura di)

(2012), La nevicata del 2012

“Senigallia” n. 1.

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

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[11] Comune di Senigallia (a cura di)

(2012), Scene d’estate “Senigallia” n.

2.

[12] Comune di Senigallia (a cura di)

(2012), Oltre la crisi “Senigallia” n. 3.

[13] Assessorato alla Tutela e Risanamento

Ambientale, Servizio Ambiente e

Paesaggio della Regione Marche (a

cura di) (2009), Ambiente e Consumo

di Suolo nelle Aree Urbane Funzionali

delle Marche. Informazioni inedite e

temi per un nuovo governo del

territorio. Atlante n. 1 sul consumo di

suolo nelle Marche 1954-2007,

Falconara Marittima.

[14] Assessorato alla Tutela e Risanamento

Ambientale, Servizio Ambiente e

Paesaggio della Regione Marche (a

cura di) (2012), Ambiente e Consumo

di Suolo nella Regione Marche.

Informazioni inedite e temi per un

nuovo governo del territorio. Atlante

n. 2 sul consumo di suolo nelle

Marche 1954-2011, Falconara

Marittima.

[15] Arcidiacono A., Di Simine D., Oliva F.,

Pareglio S., Salata S. (a cura di) (2010),

Rapporto 2010 sul consumo di suolo,

INU Edizioni, Roma.

Tesi consultate

[16] Capitanelli A., tesi di laurea AA

2011/2012, Progetto europeo city_sec.

La pianificazione energetica del

comune di Senigallia:

implementazione del software

Ecoregion per la contabilizzazione dei

consumi e delle emissioni di co2 e

stesura del SEAP (sustainable energy

action plan).

[17] Scocco L., tesi di laurea "Agricoltura e

ruralità nello sviluppo economico

delle Marche. Evoluzione storica ed

evidenze empiriche", Collana tesi

online (Studi e ricerche di economia e

di politica agraria).

[18] Malucci N., tesi di laurea AA

2002/2003,"Senigallia: la città degli

stranieri".

Leggi e Piani Urbanistici

[19] Legge regionale 23 novembre 2011, n.

22 “Norme in materia di

riqualificazione urbana sostenibile e

assetto idrogeologico e modifiche alle

Leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34

"Norme in materia urbanistica,

paesaggistica e di assetto del

territorio" e 8 ottobre 2009, n.22

"Interventi della regione per il riavvio

delle attività edilizie al fine di

fronteggiare la crisi economica,

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Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013 

128 

difendere l'occupazione migliorare la

sicurezza degli edifici e promuovere

tecniche di edilizia sostenibile".

[20] Piano urgente di emergenza per la

salvaguardia della incolumità della

popolazione ricadente nelle aree a

rischio idrogeologico molto elevato,

convertito con modificazione nella L.

n. 365 dell’11 dicembre 2000.

[21] Piano per l’assetto idrogeologico PAI,

approvato con Deliberazione di

Consiglio Regionale n. 116 del 21

gennaio 2004 e pubblicato sul

Supplemento n. 5 al BUR Marche n. 15

del 13 dicembre 2004.

[22] Piano regolatore generale del

Comune di Senigallia – approvato con

delibera del Consiglio Provinciale n.

123 del 29 Luglio 1997.

[23] Variante di tutela e valorizzazione

della fascia litoranea – Approvata con

delibera del Consiglio Comunale n. 24

del 25 febbraio 2005.

[24] Variante al PRG per la trasparenza e la

riduzione del consumo di suolo –

Approvata con delibera del Consiglio

Comunale n. 20 del 28 febbraio 2012.

[25] Piano Strutturale del Verde –

Approvato con delibera del Consiglio

Comunale n. 4 del 13 gennaio 2010.

[26] Paino del traffico urbano – Approvato

con delibera del Consiglio Comunale

n. 292 del 29 dicembre 2009.

[27] Piano Energetico Ambientale

Comunale (PEAC) – Approvato con

delibera del Consiglio Comunale n. 86

del 1 ottobre 2009.

[28] Piano Paesaggistico Regionale della

Regione Marche, documento

preliminare per l’adeguamento del

piano paesistico ambientale regionale

al codice del paesaggio e alla

convenzione europea approvato dalla

Giunta Regionale con delibera n. 140

del 1 febbraio 2010.

Siti consultati

[1] www.comune.senigallia.an.it

[2] www.regione.marche.it

[3] rischiosismico.regione.marche.it

[4] www.istat.it/it/

[5] protezionecivile.regione.marche.it/

[6] zonesismiche.mi.ingv.it

[7] www.provincia.ancona.it

[8] www.an.camcom.gov.it/

[9] www.autoritabacino.marche.it

[10] www.consiglio.marche.it

[11] www.consiglio.marche.it/banche_dati_

e_documentazione/leggirm/leggi/visu

alizza/vig/1699