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Gli edifici della tradizione costruttiva italiana rispondono pienamente ai requi- siti antisismici: le costruzioni in laterizio ne sono un valido esempio. Le ricer- che dei più autorevoli centri di ricerca d’Italia (Università di Padova, Perugia e Pavia – EUCENTRE, Politecnico di Bari) lo confermano. Le conseguenze del terremoto abruzzese (quasi 300 vittime e centri abitati distrutti) non sono ammissibili. Mitigare i danni di un terremoto è possibile. In seguito all’ultimo tragico terremoto di San Giuliano (2002), si è affronta- ta e approfondita ogni possibile problematica sul rischio sismico. Già nel 1908, Giuseppe Mercalli, dopo il terremoto di Messina (7.2 magnitudo scala Richter, 85.926 vittime), affermò: “La sismologia non sa dire quando, ma sa dire dove avverranno terremoti rovinosi, e sa pure graduare la sismicità delle diverse province italiane. Quindi saprebbe indicare al Governo dove sarebbe- ro necessari regolamenti edilizi più e dove meno rigorosi, senza aspettare che prima il terremoto distrugga quei paesi che si vogliono salvare” Oggi, occorre far chiarezza e dare corrette informazioni su quali siano le modalità di prevenzione e difesa dai terremoti ed avviare subito, con serietà e determinazione, attività di divulgazione, formazione e, soprattutto in ambito istituzionale, puntuali accertamenti nel rispetto della normativa in materia a garanzia della riduzione del rischio. E’ assolutamente indiscusso che la chiave della “sicurezza strutturale” degli edifici nei confronti dei terremoti - funzionale alla salvaguardia della vita uma- na e al contenimento dei danni – si basa essenzialmente sulla buona proget- tazione e corretta esecuzione. Tutti i materiali e sistemi costruttivi (laterizio, cemento armato, acciaio, pie- tra, legno, ecc.) sono adottabili in zona sismica e possono garantire livelli di sicurezza adeguati se si applicano i giusti criteri progettuali dettati dalla specifica normativa. E’ di fatto la normativa tecnica a stabilire regole e precise indicazioni per la progettazione, verifica e costruzione di “edifici antisismici”. Come ad esem- pio, le recenti Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/08, che - è stato più volte ufficialmente affermato - entrerà in vigore anticipatamente il prossimo 30 giugno invece che il 30 giugno del 2010, come era stato pre- visto dal DL 207/2008 “Milleproroghe”) che disciplinano la “progettazione nelle zone sismiche” trattando rigorosamente ciascuna tipologia dei sistemi costruttivi ammessi: “muratura, laterizio-calcestruzzo, calcestruzzo, acciaio, acciao-calcestruzzo, legno”. In più, nello stesso testo normativo viene stabilito che qualsiasi materiale o prodotto per uso strutturale debba essere caratterizzato da specifiche pro- prietà controllate con definite procedure di qualificazione (in stabilimento) ed accettazione in cantiere, come prescritto al cap.11. Requisiti antisismici degli edifici in laterizio A. Di Fusco, ANDIL Associazione Nazionale Degli Industriali dei Laterizi 1 Maggio 2009 - Numero 56 LA GAZZETTA DEI SOLAI Mensile di informazione tecnica sui Solai in Laterizio

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Page 1: Requisiti antisismici degli edifici in laterizio · Fig. 1 – Mappa INGV “Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia” di pericolosità sismica del territorio nazionale (rif:

Gli edifici della tradizione costruttiva italiana rispondono pienamente ai requi-siti antisismici: le costruzioni in laterizio ne sono un valido esempio. Le ricer-che dei più autorevoli centri di ricerca d’Italia (Università di Padova, Perugia e Pavia – EUCENTRE, Politecnico di Bari) lo confermano.

Le conseguenze del terremoto abruzzese (quasi 300 vittime e centri abitati distrutti) non sono ammissibili. Mitigare i danni di un terremoto è possibile.

In seguito all’ultimo tragico terremoto di San Giuliano (2002), si è affronta-ta e approfondita ogni possibile problematica sul rischio sismico. Già nel 1908, Giuseppe Mercalli, dopo il terremoto di Messina (7.2 magnitudo scala Richter, 85.926 vittime), affermò: “La sismologia non sa dire quando, ma sa dire dove avverranno terremoti rovinosi, e sa pure graduare la sismicità delle diverse province italiane. Quindi saprebbe indicare al Governo dove sarebbe-ro necessari regolamenti edilizi più e dove meno rigorosi, senza aspettare che prima il terremoto distrugga quei paesi che si vogliono salvare” Oggi, occorre far chiarezza e dare corrette informazioni su quali siano le modalità di prevenzione e difesa dai terremoti ed avviare subito, con serietà e determinazione, attività di divulgazione, formazione e, soprattutto in ambito istituzionale, puntuali accertamenti nel rispetto della normativa in materia a garanzia della riduzione del rischio. E’ assolutamente indiscusso che la chiave della “sicurezza strutturale” degli edifici nei confronti dei terremoti - funzionale alla salvaguardia della vita uma-na e al contenimento dei danni – si basa essenzialmente sulla buona proget-tazione e corretta esecuzione.Tutti i materiali e sistemi costruttivi (laterizio, cemento armato, acciaio, pie-tra, legno, ecc.) sono adottabili in zona sismica e possono garantire livelli di sicurezza adeguati se si applicano i giusti criteri progettuali dettati dalla specifica normativa.E’ di fatto la normativa tecnica a stabilire regole e precise indicazioni per la progettazione, verifica e costruzione di “edifici antisismici”. Come ad esem-pio, le recenti Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/01/08, che - è stato più volte ufficialmente affermato - entrerà in vigore anticipatamente il prossimo 30 giugno invece che il 30 giugno del 2010, come era stato pre-visto dal DL 207/2008 “Milleproroghe”) che disciplinano la “progettazione nelle zone sismiche” trattando rigorosamente ciascuna tipologia dei sistemi costruttivi ammessi: “muratura, laterizio-calcestruzzo, calcestruzzo, acciaio, acciao-calcestruzzo, legno”. In più, nello stesso testo normativo viene stabilito che qualsiasi materiale o prodotto per uso strutturale debba essere caratterizzato da specifiche pro-prietà controllate con definite procedure di qualificazione (in stabilimento) ed accettazione in cantiere, come prescritto al cap.11.

Requisiti antisismici degli edifici in laterizioA. Di Fusco, ANDIL Associazione Nazionale Degli Industriali dei Laterizi

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I contenuti delle nuove norme tecniche, per la parte inerente la progettazione si-smica, sono stati recepiti dalle Ordinanze OPCM n. 3274 del 20/03/2003 “Norme tecniche per il progetto, la valutazione e l’adeguamento sismico degli edifici” e n. 3431 del 03/05/2005, che ha classificato come sismico tutto il territorio na-zionale (fig. 1), e messi a punto con interventi di esperti in materia a livello inter-nazionale.

Anche l’ANDIL, in rappresentanza dei produttori dei laterizi da muro e solaio, negli ultimi anni ha costantemente monitorato, con particolare attenzione e impegno, i lavori della Commissione consultiva segnalando opportune modifiche ed integra-zioni rispetto alla stesura del primo testo delle Norme Tecniche del 2005 (D.M.

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Le sigle individuano isoleper le quali è necessariauna valutazione ad hoc

Elaborazione: aprile 2004

(riferimento: Ordinanza PCM del 28 aprile 2006 n.3519, All.1b) espressa in termini di accelerazione massima del suolo

con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anniriferita a suoli rigidi (Vs > 800 m/s; cat.A, punto 3.2.1 del D.M. 14.09.2005)30

ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA

km150100500

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Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale

0.250 - 0.2750.275 - 0.300

0.150 - 0.1750.175 - 0.2000.200 - 0.2250.225 - 0.250

0.050 - 0.0750.075 - 0.1000.100 - 0.1250.125 - 0.150

< 0.025 g0.025 - 0.050

Fig. 1 – Mappa INGV “Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia” di pericolosità sismica del territorio nazionale (rif: OPCM del 26 aprile 2006 n. 3519).

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14/9/05) per conferire maggior chiarezza e affidabilità al documento. I cambiamenti, senz’altro positivi, hanno riguardato proprio il capitolo sulla progettazione e costruzione delle nuove opere soggette all’azione sismica, con adeguamenti in linea con normative (nazionali ed europee) di rico-nosciuta validità e coerenti con i risultati di diverse sperimentazioni svolte presso Università specia-lizzate (Padova e Pavia - EUCentre).

Secondo i criteri di progettazione fissati dalle suddette norme, le costruzioni devono essere dotate di sistemi strutturali che garantiscano rigidezza e resistenza nei confronti delle componenti oriz-zontali delle azioni sismiche, tenendo in conto gli effetti torsionali che si accompagnano all’azione stessa. A tal fine, gli orizzontamenti dovranno essere tali da assicurare la trasmissione delle forze scambiate tra i diversi componenti e sistemi resistenti a sviluppo verticale. Nel modello tridimensio-nale per l’analisi sismica, la struttura dovrà essere rappresentata attraverso le effettive distribuzioni spaziali di massa e gli orizzontamenti potranno essere considerati infinitamente rigidi a condizione che siano realizzati in latero-cemento con soletta in c.a. di 40 mm di spessore (fig. 2), interamente in cemento armato, o in struttura mista con soletta in c.a. di almeno 50 mm (se con materiali diversi dal laterizio) opportunamente collegata agli elementi strutturali principali.

Per gli edifici in muratura, ad esempio, i sistemi resistenti di pareti, solai e fondazioni devono essere collegati tra loro in modo da resistere ai carici verticali (peso proprio, carichi e sovraccarichi) ed orizzontali (vento e sisma). Ai fini di un adeguato comportamento statico e dinamico dell’edificio, l’organizzazione dell’intera struttura, l’interazione e il collegamento tra le sue parti devono essere tali da ottenere un appropriata resistenza e stabilità, ed un comportamento d’insieme di tipo “sca-tolare” (fig. 3).

Per garantire il comportamento scatolare, tutte le pareti devono essere collegate a livello dei solai mediante cordoli di piano (fig. 4) e, tra di loro, mediante ammorsamenti lungo le intersezioni verticali.

Fig. 2 – Dettagli costruttivi: solaio del primo piano (a sinistra) e del sottotetto (a destra).

Fig. 3 – Concezione strutturale a “sistema scatolare”

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Sul tema del comportamento strutturale delle murature portanti sotto azioni sismi-che, negli ultimi anni sono stati svolti progetti di ricerca scientifica ad hoc. Partico-larmente significativi sono risultati i progetti coofinanziati dalla Comunità Europea: DISWall, Developing Innovative Systems for reinforced masonry Walls; ESECMaSE, Enhanced Safety and Efficient Construction of Masonry Structures in Europe.

Sul fronte nazionale, molteplici sono le collaborazioni attivate con Atenei ed Enti di ricerca finalizzate all’analisi della “sicurezza e affidabilità strutturale degli edifici”. Tra le più recenti sperimentazioni condotte che hanno messo in luce le potenzialità e il valore del laterizio, che sebbene sia un materiale “antico” continua ad assicu-rare, attraverso l’innovazione, proprietà e caratteristiche in grado di dare risposte aggiornate ed attendibili, si citano i seguenti studi:– “Comportamento di sistemi di muratura portante e da tamponamento con diver-

se tipologie di giunto in zona sismica” (Università di Padova);– “Laterizio e frp: il laterizio lamellare” (Università di Perugia, fig. 5a); – “Contributo dei blocchi in laterizio alla resistenza al taglio dei solai misti” (Politec-

nico di Bari, fig.5b).

Quest’ultimo studio, in particolare, ha dimostrato, con indagini sperimentali su pro-totipi, che i blocchi in laterizio forniscono un effetto migliorativo sul comportamen-to statico del solaio ai fini dell’assorbimento dello sforzo di taglio. I risultati della ricerca hanno evidenziato chiaramente la capacità dei laterizi di elevare considere-volmente il carico di rottura, sia a flessione che a taglio, del solaio.

Fig. 4 – Esempi di cordoli di piano.

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Fig. 4 – Esempi di cordoli di piano.

Fig. 5a – Scheda del ricerca “Laterizio e frp: il laterizio lamellare”.Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al sito ANDIL (www.laterizio.it, banca dati, ricerca,

comportamento strutturale).

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Fig. 5b – Scheda del ricerca “Resistenza al taglio dei solai in laterizio”

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Infine, con l’obiettivo di dotare i professionisti di un utile strumento di calcolo che consenta di dimensionare, analizzare e verificare gli edifici con struttura portante in laterizio, è stato costituito un gruppo di lavoro, con la partecipazione dei ricercatori di EUCentre e dell’Università degli studi di Pavia, che ha sviluppato un programma di calcolo, denominato ANDILWall, per gli edifici in muratura portante, sia ordinaria che armata, che consente di effettuare le verifiche sismiche mediante analisi statiche non lineari, con una descrizione più accurata del comportamento della struttura in condizioni ultime, unitamente ad una maggiore probabilità di successo della verifica di sicurezza.

Concludendo, si può affermare che, complessivamente, con l’attuale normativa ed i numerosi riscontri autorevoli della ricerca nazionale e internazionale su prestazioni e affidabilità dei sistemi costruttivi in laterizio, i progettisti italiani hanno a loro disposi-zione strumenti, saperi e mezzi indubbiamente all’altezza per affrontare i problemi più complessi e delicati per operare in zona sismica.

Fig. 6 – Software ANDILWall: visualizzazione del modello strutturale completo (a) e del modello a telaio equivalente di un edificio (b). Informazioni più dettagliate sono disponibili sullo spazio web (www.laterizio.it - ANDILWall) creato appositamente per visualizzare esempi ed avere maggiori approfondimenti sul programma.

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