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MiMA International Image District

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Riassuntivo MiMA 2008-2011

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Page 1: Riassuntivo MiMA 2008-2011

MiMA International Image District

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Il MiMA – International Image District – nasce con lʼintenzione di sviluppare un ambiente creativo in grado di sperimentare e offrire chiavi di lettura alternative nel campo della comunicazione. Un modo sempre nuovo di lavorare con fotografia, grafica e arti visive, confrontandosi con la loro continua evoluzione. LʼAssociazione Culturale MiMA ha perseguito nel corso degli ultimi quattro anni un proprio percorso culturale e formativo con una serie di appuntamenti legati ai temi della globalizzazione dellʼarte e della fotografia, sperimentando nuovi percorsi nella poesia, nellʼarte contemporanea, e nel mondo dellʼinfanzia, con la felice esperienza di Ottobre, piovono libri, un progetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con la Regione Veneto e il Comune di Verona. La fotografia rimane regina: i diversi workshop fotografici mettono a confronto personalità e artisti protagonisti del nostro tempo, capaci di stimolare nei fruitori del progetto nuove opportunità di crescita culturale, tecnica e artistica. Lʼesperienza vissuta negli anni precedenti di contaminazione con il mondo dellʼarte contemporanea, ci ha spinti a solcare orizzonti diversi senza preclusioni temporali e spaziali. Lo scopo è stato quello di creare relazioni fra le molteplici espressioni artistiche provenienti da realtà geografiche lontane, per offrire ai partecipanti spunti di discussione, utilizzando i mezzi della fotografia contemporanea. Le iniziative MiMA nascono con lʼintenzione di sfidare la falsa credenza che nel territorio del Veneto non vi sia un interesse radicato per le varie forme di cultura ed arte in tutte le sue forme, secondo lo stereotipo dove prevale la figura dellʼimprenditore di piccole o medie aziende, interessato esclusivamente alla produttività a scapito della promozione della cultura. Eʼ ormai assodato come invece cultura, economia e crescita sociale siano interconnessi e in stretta correlazione e come la politica amministrativa abbia un ruolo di collante e di promozione di entrambi gli aspetti. Partendo da questa consapevolezza di voler contribuire al superamento di un modo di pensare che relega la cultura ai margini dellʼinteresse di chi amministra, MiMA con il suo progetto formativo ha voluto stimolare lʼattenzione di quanti hanno saputo cogliere la validità dello stesso, in sinergia con le altre realtà culturali presenti sul territorio. Il punto di forza del progetto Mima sta nella grande versatilità dellʼofferta formativa, che ha spaziato da artisti cult del mondo della fotografia internazionale a personalità emergenti, ma già protagoniste del background delle arti visive mondiali.

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2008

2009

2010

14 marzo 2009 “COVERS: The Famous and Infamous” Autore: Santi Visalli

23 maggio 2009 “URBAN DEKADENCE: La scena dellʼArte” Autori: Fernando Rossi / Maurizio Marcato

19-20 Settembre 2009 “ Face to Face ” Autore: Matthew Jordan Smith

28 Novembre 2009 “METAMORPHOSIS” Autore: Daniel Lee

16 Febbraio 2008 “BLACK & WHITE SHADOWS” Autore: Vincenzo Cottinelli

17-18 Maggio 2008“BODIES &MOVEMENTS”Autore: Elisabeth Opalenik

20 Settembre“JAPANESE TOUCH ”Autori: Masao Yamamoto & Le opere di Noriaki Yokosuka

29/30 Novembre“PEOPLE, PLACES & DREAMS”Autore: Howard Christopherson

20/21 febbraio 2010 “What a Reportage is?” Autore: Francesco Cito

10 Aprile 2010 “Art and Fashion” Autore: Sham Hinchey

05/06 Giugno 2010“Discovering Verona”Autore: Brooks Walker

18/19 Settembre 2010“Shooting Sport”Autore: John McDermott

27 Novembre 2010“Indoor Fairy”Autore: Maurizio Marcato

2007 22 Settembre 2007 “RUSSIAN TOUCH” Autore: Katia Golitsyna/ Vita Bouivid

7/8 febbraio 2009 “Il Reportage - From Here to There”Autore: Marco Negri

201112/13 febbraio 2011 “Magic Realism” A u t o r e : J e a n -Sebastien Monzani

2 Aprile2011“LANDSCAPE from B e i r u t , C a i r o t o Romeo and Julietʼs T o w n -  M y Architectural cities love ”

Autore: Jocelyne Saab

28 Maggio 2011“Visual Perception adn fine art”Autore: Umberto Stefanelli

17 Settembre 2011“Shooting Nude”Autore: Carlo Mari

7-14 Maggio 2011“Tour fotografico in Islanda”Autore: Brooks Walker

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200722 Settembre 2007 “RUSSIAN TOUCH” Autore: Katia Golitsyna/ Vita Bouivid

Nella giornata di sabato 22 settembre 2007 presso lo Studio Marcato si è tenuto il primo Workshop Internazionale di Fotografia dal titolo "Russian Touch" a cura dell'Associazione Culturale MiMa International Image District. Partners dell'evento, la rivista di Fotografia "Zoom" e la Galleria WavePhotoGallery. La qualità della proposta, la validità dei relatori e la collaudata efficienza del suo staff avevano assicurato il patrocinio della Regione Veneto, della provincia di Verona, del comune di Zevio. L'evento ha trovato ampio spazio sui media locali e non, ma soprattutto ha riscontrato grande entusiasmo tra i partecipanti al corso. Tutti i partecipanti erano altamente qualificati, tra docenti e studenti di scuole grafiche e istituti d'arte, partner di studi di marketing e comunicazione, appassionati di circoli fotografici e curiosi di arte contemporanea russa. La direttrice della rivista fotografica milanese "Zoom" Rosanna Checchi, già dall'introduzione aveva catalizzato l'interesse dei presenti. Elisabetta De Strobel, Presidente dell'Associazione, enunciava i principi del MiMa e Maurizio Marcato, fotografo di fama mondiale, raccontava il proprio percorso professionale e creativo nell'arco di 30 anni di esperienza. Enrica Bortolazzi, titolare della WavePhotoGallery, spiegava della vocazione innovativa del proprio spazio espositivo. La parola passava alle artiste russe, presenti con alcune loro opere rappresentative. Katia Golitsyna, della Union of PhotoArtist of Russia, è autrice di numerosi progetti fotografici acquisiti da gallerie, collezioni private europee e statunitensi. Ha un passato da pittrice e ha svelato le sue tecniche personali manuali e mostrato ai presenti molto dei suoi percorsi artistici. Anche Vita Buivid rivelava le sue esperienze di inizio del suo percorso e delle difficoltà di affermazione in una famiglia di tecnici e ingegneri. Vita associa la fotografia di moda a reportage incentrati su metropoli come Mosca, New York e Parigi. Suoi lavori sono esposti sia in Russia sia all'estero, tra l'altro alla Photographers Gallery di Londra e alla Gallery Weredemman Art d'Amburgo. Si è trovato ampio spazio per le domande tra i presenti, come fosse una sorta di "salotto letterario", oltre ad essere un confronto tra l'utilizzo dei mezzi espressivi conosciuti e utilizzati dai presenti.

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200816 Febbraio 2008 “BLACK & WHITE SHADOWS” Autore: Vincenzo Cottinelli

Vincenzo  Cottinelli,  nato a Brescia nel 1938, fotografa in bianco e nero dalla fine degli anni ʻ80. Ha pubblicato ritratti di intellettuali, e reportages di attualità sociale e di viaggio sui principali quotidiani e magazines nazionali e inoltre su: Linea dʼOmbra, Diario, The European, Giornale della Libreria, Yediot Aharonot, Literary Monthly of Israel, Slow, Asiaweek, Una Città, Le Monde, LʼImmaginazione, Uniòn (rivista degli scrittori cubani), The Independent, e molti altri ancora. Il primo workshop fotografico per lʼanno 2008 “Black and White Shadows” si è concluso tra lʼentusiasmo dei partecipanti e degli stessi organizzatori. Si registrano dati molto positivi, in termini di partecipazione dei numerosi corsisti e per la qualità della proposta culturale. Il fotografo Vincenzo Cottinelli si è confermato artista di alto spessore espressivo e di contenuti. La parte didattica, dedicata alla tecnica del Bianco/Nero e coordinata da Maurizio Marcato, ha ricevuto il gradimento degli appassionati di fotografia. Le premesse perchè lʼevento si svolgesse con successo si erano viste in partenza. Sin dalla presentazione dellʼintero progetto MiMa 2008, il primo soggetto proposto aveva riscosso grande interesse per un duplice motivo: lʼattualità della figura carismatica di Tiziano Terzani, reporter seguito da Vincenzo Cottinelli per una decina dʼanni - e la proposta didattica dellʼutilizzo della tecnica del b/n. Le istituzioni territoriali, vale a dire il Comune di Zevio, la Provincia di Verona, la Regione Veneto, contattate per ricevere patrocinio, supporto logistico e economico, ci avevano incoraggiato nella iniziativa vista la qualità della nostra offerta. Le iscrizioni erano giunte numerose, fino alla mattina stessa del workshop.io alle domande dei corsisti.

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200817-18 Maggio 2008“ B O D I E S & MOVEMENTS”Autore: Elisabeth OpalenikBodies and Movements è stato il primo workshop fotografico per il MiMA su due intere giornate. Lʼesperimento si è dimostrato molto indovinato, viste le caratteristiche della fotografa Elizabeth Opalenik, lʼartista californiana che ha accompagnato nel percorso i nostri corsisti, oltre alla peculiarità del tema proposto, il Movimento. Era evidente la sua grande esperienza in workshop di fotografia. La Opalenik, oltre che artista, si è dimostrata unʼottima insegnante e formatrice. Accompagnata magistralmente da Diana Grandi, fotografa di grande esperienza e curatrice di progetti per il National Geographic, Elizabeth Opalenik ha entusiasmato dalle sue prime battute i corsisti e lo staff per lʼenergia e la passione trasmesse. In sala di posa è poi iniziato un vortice di proposte creative, di attività, di invenzioni per dare la possibilità ai partecipanti di sperimentare la possibilità di catturare in uno scatto il movimento, la magia dellʼattimo, lʼintensità espressiva. Lʼuso di tecniche, di materiali, di soluzioni originali rendevano innumerevoli le possibilità di nuovi approcci da parte dei corsisti, che arrivavano alla conclusione delle giornate esausti, ma entusiasmati dalle nuove sfide.

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200820 Settembre“JAPANESE TOUCH ”Autori: Masao Yamamoto & Le opere di Noriaki Yokosuka

Lʼofferta dellʼAssociazione Culturale MiMA, nel workshop fotografico con Masao Yamamoto dal titolo “Japanese Touch”, poteva rivelarsi di difficile comprensione, per la distanza della cultura orientale dalla diffusa visione occidentale dellʼarte. La presenza di ben trentacinque partecipanti al corso, insieme al passaggio di più di cinquecento persone allʼevento serale di “Japanese Invisible Shade”, dimostrano invece come lʼinteresse verso la cultura nipponica sia alto, susciti curiosità e ispiri fascinazione. Un video dal titolo “The space Between Flowers” a cura della Fondazione “Joy of Giving Something” (Non-for-profit Philanthropic Corporation) introduceva lʼartista e lo mostrava durante la nascita e lo sviluppo della sua opera, nella fase dello scatto e nella costruzione delle sue installazioni. Seguiva lʼanalisi dettagliata dei suoi lavori attraverso la proiezione di una ampia serie di diapositive. I numerosi corsisti si intrattenevano nellʼanalisi della suggestiva installazione approntata nello spazio del MiMA, lungo una bianca parete di oltre dieci metri. Nella seconda parte del workshop, i corsisti avevano la possibilità di parlare di se stessi, della loro passione per la fotografia come mezzo espressivo e delle loro abilità tecniche. Lo spazio del Day Light diventava la sede perfetta per visionare le opere del maestro Yamamoto in tutta la loro bellezza: i libri a pacchetto, le pergamene, le piccole foto diventate antiche dallʼusura del passaggio da mano a mano, le ultime creazioni in formati più grandi. ll lavoro di gruppo dei partecipanti, nella performance di due diverse installazioni, dava la possibilità di mettere in pratica e applicare i “segreti” appena carpiti al maestro. La giornata si concludeva con la consueta consegna degli attestati di partecipazione e dalla foto di gruppo, a memoria di una emozionante esperienza.

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People, Places and Dreams è stato lʼultimo workshop fotografico previsto per MiMA 2008, articolato su due intere giornate di lavoro. Lʼesperimento si è dimostrato ancora una volta molto indovinato, vista la versatilità dellʼartista Howard Christopherson, gallerista e fotografo di Minneapolis, che ha accompagnato i nostri corsisti dimostrando professionalità, energia e passione. Lʼapertura del seminario ha visto la presenza degli amministratori rappresentanti delle Istituzioni patrocinanti lʼevento, vale a dire il Comune di Zevio, la provincia di Verona e la Regione Veneto. I lavori erano stati preceduti da una interessante introduzione da parte del Professor Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA; una disamina sul significato degli scatti nella prospettiva dei luoghi, delle persone, dei sogni a loro legati. Il lavoro è continuato in aula, prima nella conoscenza reciproca tra corsisti e docente, seguita da una presentazione dellʼautore attraverso un video dal titolo “Learning to Fly”. Nella sala di posa si è deciso di sfruttare la luce invernale scattando allʼesterno, con una modella che ripercorreva lo stile Decò degli Anni Trenta. Lʼuso di tecniche e soluzioni originali rendevano innumerevoli le possibilità di innovativi approcci da parte dei corsisti. Lo shooting continuava indoor, per poter utilizzare le enormi possibilità che lo studio fotografico del MiMA mette a disposizione dei partecipanti ai propri workshop, difficilmente riproducibili in una comune sala di posa. Per molti corsisti, una prima volta assoluta. Si procedeva a gruppi, alternando la visione di un reportage sul Perù e gli scatti in sala di posa. Lʼultima sezione di lavoro vedeva tutti in aula per la foto di gruppo, la consegna dei questionari e degli attestati di partecipazione.

200829/30 Novembre“PEOPLE, PLACES & DREAMS”Autore: Howard Christopherson

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20097/8 febbraio 2009 “Il Reportage - From Here to There”Autore: Marco Negri

Il primo workshop fotografico previsto per MiMA 2009 si è articolato su due intere giornate di lavoro. Lʼesperimento si è dimostrato ancora una volta molto indovinato, vista la versatilità e le capacità tecniche di Marco Negri, il famoso fotografo di reportage che ha accompagnato i nostri corsisti con professionalità e competenza didattica. Lʼapertura del seminario ha visto la presenza degli amministratori rappresentanti delle Istituzioni che hanno patrocinato lʼevento. A seguire, una sorta di colloquio-intervista con lʼautore sul tema del Reportage da parte del prof. Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA. Lo stimolo era il seguente: Il reportage è un racconto o una mera concentrazione di fotogrammi a tema? A questo proposito si rifletteva sulle fotografie di Marco Negri esposte in studio, uno splendido reportage dal titolo “I pescatori del tempo” raccolto tra le montagne della Lessinia, nelle grotte di Bolca. La prima giornata era interamente dedicata agli apprendimenti teorici e partiva con una introduzione alla fotografia digitale, la differenza tra percezione umana e percezione fotografica; altri argomenti trattati sono stati la post-produzione, la gestione dei file nella produzione digitale, il passaggio alla stampa digitale e altre tematiche legate allʼesperienza del fotografo professionale e del foto-amatore evoluto. A conclusione dei lavori, i partecipanti ricevevano la sfida di sviluppare un reportage con un tema a sorpresa. La giornata successiva riprendeva in esterno, a caccia di scatti, per lo svolgimento del compito assegnato da Marco Negri: fare un reportage dal tema “Cosa fanno gli italiani la mattina”. Al rientro in studio, seguiva la supervisione ed editing del lavoro prodotto nelle prime ore della giornata. I corsisti sceglievano i loro scatti più riusciti, cui seguiva la visione delle loro produzioni, accompagnata dal resoconto personale sullʼesperienza inedita di “dover portare a casa il lavoro”. Quale sensazione accompagna il fotografo che deve “entrare” nello scatto e deve scattare anche senza apparente ispirazione? Seguiva un interessante confronto tra le differenti esperienze vissute.

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200914 marzo 2009 “COVERS: The Famous and Infamous” Autore: Santi Visalli

Lʼappuntamento ha visto come protagonista il pluri-premiato fotografo Santi Visalli, un autentico monumento della fotografia mondiale, che festeggiava in questa visita in Italia 40 anni di professione e il lancio della sua ultima pubblicazione, il libro “Icons”. Aver speso una intera giornata con un artista così poliedrico, che poteva offrire ai partecipanti uno sguardo internazionale della politica, della cultura, del sociale e lʼentertainment, ha segnato una occasione di crescita culturale e umana che andava ben oltre gli aspetti tecnici della padronanza della tecnica fotografica, che pure Visalli ci ha ampiamente dimostrato. La sessione vedeva alcune novità tra i tanti giovani partecipanti studenti universitari, alcuni dei quali provenienti dallʼUniversità di Verona, che potevano accedere ai Crediti Formativi Universitari per i Corsi di Laurea convenzionati. In apertura veniva offerta la possibilità di partecipare con TELETHON 2009 al Concorso Fotografico “La Scienza si fa Arte”. Ai primi tre classificati, la partecipazione gratuita a un nostro workshop. Il prof. Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA, offriva ai presenti una analisi semantica sulla parola “iconicità” e intervistava lʼautore sul valore etico della fiducia che va conquistata fra chi scatta e il personaggio. Seguiva una sequenza straordinaria delle slides più famose e quelle più segrete e inedite, che facevano ripercorrere ai più giovani i momenti della contestazione e della guerra in Vietnam. Lʼesperienza di Visalli come originale compositore di decine di books di paesaggi urbani, si è vista dopo il trasferimento nel centro storico di Verona. Le location condivise con gli studenti erano le più eterogenee. Dalla maschera nella piazza, ai graffiti del balcone di Giulietta, al cortile della Galleria dʼArte Moderna di Palazzo Forti, allo shop di tatuatori e alla drogheria storica della città, ogni shooting doveva evitare lʼeffetto cartolina e considerare i tre elementi evidenziati da Visalli per ogni scatto: la luce - la composizione - il messaggio. Il rientro in studio permetteva ai partecipanti di visionare le loro produzioni, condividerle con Visalli e il gruppo, motivarle e annotare le osservazioni del maestro, per una eventuale post-produzione. Lʼultima sezione di lavoro vedeva tutti in aula per la consegna dei questionari e degli attestati di partecipazione.

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200923 maggio 2009 “URBAN DEKADENCE: La scena dellʼArte” Autori: Fernando Rossi / Maurizio Marcato

Cosa succede se lʼarte incontra la fotografia? O meglio, se la fotografia viene inserita allʼinterno di una performance artistica? Questa era la sfida lanciata dagli artisti Maurizio Marcato e Fernando Rossi, che usano la contaminazione come “espressione magnetica dellʼarte del terzo millennio”. * Secondo noi e il numeroso pubblico presente, secondo il giudizio dei partecipanti al workshop fotografico, ancor più in questo caso parte integrante della scena dellʼarte, lʼesperimento è riuscito felicemente. Lʼesperienza centrale, sulla quale i corsisti hanno sperimentato e lavorato nellʼintera giornata, è stata la performance che eccezionalmente aveva visto aprire gli spazi del MiMA a un pubblico più ampio. Una performance a quattro mani che ha visto come protagonisti due importanti personaggi con un background nellʼarte contemporanea. Due artisti che spesso hanno avuto il coraggio di osare, di fare denuncia, di dichiarare la propria posizione. Due anime che ora, tramite questa particolare performance, hanno voluto testimoniare e rappresentare, a modo loro, un momento dellʼarte che crolla ogni giorno nel baratro del nulla, in perenne decadenza. Da qui lʼidea geniale di dare un titolo dʼimpatto come “URBAN DEKADENCE”. Unʼimmagine forte, che racchiude unʼinfinità di concetti. Un connubio tra arte e fotografia, dove non è esistito uno spazio interno e uno esterno allʼopera, sia per gli artisti, sia per gli stessi corsisti. Un momento di emozione e colore, in cui la fotografia diventava immediatamente arte. Gli elementi che gli artisti hanno utilizzato per realizzare questa particolarissima opera o meglio questa “Scena dellʼarte” erano i più eterogenei: monitor, gabbie, vecchi complementi dʼarredo, proiezioni video, musiche dallʼalto livello di pathos e non ultime, due protagoniste femminili a rappresentare “la donna abusata” e “la femminilità angelica”. Lʼintervento della durata di circa unʼora e mezza si è svolto negli spazi di MiMA, con la collaborazione di tutto lo staff dellʼAssociazione. Unʼemozione irripetibile, perfettamente inserita nei canoni distintivi dellʼArte Contemporanea, dove è impossibile la riproducibilità in ogni suo senso.

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200919-20 Settembre 2009 “ Face to Face ” Autore: Matthew Jordan Smith

Questo è stato il primo workshop fotografico MiMA che ci ha visti impegnati anche nellʼallestimento di una mostra fotografica dellʼartista protagonista, Matthew Jordan Smith. Luogo designato per lʼesposizione, il Centro Culturale di Zevio, inaugurato appena qualche giorno prima dellʼapertura della mostra. La sala dedicata ad Altichiero da Zevio, illustre pittore zeviano del 1300, è stata il prestigioso sfondo ai ritratti del famoso fotografo americano. Lʼesperimento si è dimostrato positivo, una nuova e preziosa opportunità culturale per i partecipanti e per la stessa cittadinanza che, soprattutto nella giornata di domenica, ha affollato la sala espositiva. Lʼapertura del seminario ha dato spazio alla visione di un video dal titolo Face to Face, nel quale si entrava nel vivo del soggetto: gli aspetti della Beauty Lighting, la luce e la profondità di campo. Il pomeriggio è stato dedicato allo shooting: vi erano diverse modelle a disposizione dei partecipanti, per applicare gli insegnamenti del mattino, utilizzando sfondo bianco e sfondo nero, avendo presente la costruzione di una storia. A conclusione dei lavori, i partecipanti ricevevano la sfida di scegliere e abbinare i due loro migliori scatti per ciascuna modella, utilizzando un software specifico per i ritratti. La giornata successiva riprendeva in esterno, con tutto il gruppo al Centro Culturale di Zevio per visitare la mostra e permettere a Matthew la “costruzione” scenografica di una sorta di quadro collettivo. Al rientro in studio, seguiva la supervisione ed editing del lavoro prodotto nelle prime ore della giornata. I corsisti sceglievano i loro scatti più riusciti, cui seguiva la visione delle loro produzioni. Seguiva una seconda serie di scatti, utilizzando come sfondo e scenografia alcune straordinarie maschere della Fucina dei Miracoli, a cura di Vincenzo e Lucia Della Croce e con lʼausilio della make-up artist Jasmine.

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28 Novembre 2009 “METAMORPHOSIS” Autore: Daniel Lee

2009

Questo è stato lʼultimo appuntamento MiMA 2009, un workshop fotografico con un grande artista che da oltre un decennio, con lʼavvento delle nuove tecnologie, deforma volti umani insieme a quelli di bestie e fiere, fino a ottenere creature ibride, asessuate ed eteree da sembrare immateriali. Era negli studi del MiMA il grande Daniel Lee, conosciuto e acclamato a livello internazionale, presente nei maggiori musei dʼarte contemporanea e alla Biennale di Venezia in diverse edizioni. Il giovedì precedente in Sala Farinati presso la Biblioteca Civica di Verona si era svolta una conferenza realizzata con la collaborazione dellʼAssessorato alla Cultura del Comune di Verona, alla presenza dellʼartista Daniel Lee, della Presidente del MiMA Elisabetta De Strobel e del giornalista Giancarlo Beltrame, che sceglieva lʼintervista come strumento di interlocuzione con lʼautore. Inoltre per una intera settimana, dal 23 al 29 novembre, venivano proiettate presso lo Spazio Nervi della Biblioteca Civica le immagini più significative realizzate dallʼartista, insieme alla presentazione dellʼAssociazione MiMA. Durante la giornata di workshop veniva proiettato un video di presentazione dei principali lavori dellʼautore, oltre alla sua evoluzione artistica. In seguito Lee e lo staff tecnico aiutavano la numerosa classe dei partecipanti al workshop - tra i quali le vincitrici dei Concorsi Fotografici “Eʼ la tua acqua” MiMA per Onirica e “La Scienza si fa Arte” di Telethon - nella creazione di un lavoro fotografico. Partendo dagli scatti con differenti modelli, si sceglieva infine un solo shooting. Una volta identificato il più adatto alla rielaborazione, i corsisti seguivano in diretta la “metamorfosi” che lʼartista opera sulle immagini attraverso lʼuso di Photoshop. Ancora una volta Lee si dimostrava essere un artista eclettico ed innovativo. Lʼautore di creazioni come “Manimals” (ossia i morphing antropomorfi fotografici fra uomini e animali), trasformava una delle nostre stagiste al MiMA in una creatura vicina allʼimmagine del gatto. A fine giornata, dopo diverse sessioni di post-produzione, i lavori degli artisti/studenti venivano stampati, esposti e commentati. Era interessante notare lʼeterogeneità delle produzioni e come ciascuna elaborazione avesse un concept differente. Lʼuso stressato delle tecniche di fotoritocco, che eleva ad arte l'uso del PC per stravolgere le identità così come le conosciamo, immobili e durature, dimostrava anche come la tecnologia non neghi lʼimmaginazione, anzi la esalti. Lʼultima sezione di lavoro vedeva tutti in day-light per la foto di gruppo, la consegna dei questionari e degli attestati di partecipazione.

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201020/21 febbraio 2010 “What a Reportage is?” Autore: Francesco Cito

Primo workshop fotografico previsto per MiMA 2010: articolato su due intere giornate di lavoro. Lʼesperimento si è dimostrato ancora una volta molto indovinato, vista la versatilità e la storia di Francesco Cito, il famoso fotografo di reportage premiato due volte con il World Press Photo, maestro indiscusso del reportage su ogni fronte bellico, che ha accompagnato i nostri corsisti con professionalità e svelando i segreti della sua lunga esperienza.Un workshop con un artista poliedrico, un fotografo eclettico, testimone degli eventi in molti luoghi caldi, dove guerra e degrado hanno segnato indelebilmente la storia dell'uomo; ma anche un cultore della tradizione e della cultura italiana che ha raccontato in modo originale luoghi e persone. Un ospite prestigioso, che saprà aprire le porte all'universo del reportage, in tutte le sue forme. Francesco Cito ha l'istinto del fatto, la passione del racconto, la capacità di far passare attraverso le immagini, con forza di sintesi e rigore visivo, l'essenziale delle cose.

Page 15: Riassuntivo MiMA 2008-2011

201010 Aprile 2010 “Art and Fashion” Autore: Sham Hinchey

Il workshop fotografico più fashion tra tutti gli appuntamenti sino ad ora organizzati da MiMA. La proposta si è dimostrata ancora una volta molto apprezzata dai partecipanti, vista la versatilità del grande Sham Hinchey, the Very British Fashion Photographer, naturalizzato romano, che ha accompagnato i nostri corsisti con professionalità e maestria, sia nellʼorganizzazione che nella ricerca di creatività. La prima sezione era dedicata ad una sorta di simulazione del lavoro redazionale: lo sviluppo del Concept - che cosʼè, come sviluppare lʼindirizzo dato e richiesto; seguiva la consultazione di unʼampia gamma di composit di modelle, per identificare i soggetti per i quattro set predisposti; lʼimportanza dello Styling Hair e del Make-up. Seguiva la spiegazione dei concept e la suddivisione in quattro gruppi dei numerosi ma entusiasti partecipanti. Tutti pronti per gli shooting in esterno e in interno! In esterno, le modelle Asya e Valentina evocavano “the Sleepwalkers”, sonnambule sognatrici ed eteree; in off-stage, le modelle Ingrid e Marzia davano vita a due diverse ambientazioni: da un lato una scena hi-tech animata da una geisha tecno e misteriosa; dallʼaltra unʼatmosfera nostalgica in un ambiente dismesso e decadente. I gruppi ben guidati dagli assistenti di studio e da Sham stesso, riuscivano a scattare su almeno tre dei quattro set. Una indimenticabile giornata di fashion shooting. Nella seconda parte del pomeriggio, dopo un breve break, ci si ritagliava uno spazio per scegliere i quattro migliori scatti e farne una carrellata di meraviglie, a cura dei nostri partecipanti, con grande soddisfazione dello stesso Sham e dello staff MiMA.Seguiva un interessante confronto tra le differenti esperienze vissute. Lʼultima sezione di lavoro vedeva tutti in aula per la foto di gruppo, la consegna dei questionari e degli attestati di partecipazione.

Page 16: Riassuntivo MiMA 2008-2011

201005/06 Giugno 2010“Discovering Verona”Autore: Brooks Walker

Il terzo workshop fotografico di MiMA 2010: articolato su due giornate di lavoro, un workshop di respiro internazionale con un maestro della comunicazione fotografica, residente in Islanda, Brooks Walker. Brooks Walker è un premiato fotografo americano nato a New York che, nel corso della sua brillante carriera, si è specializzato in reportage culturali e soluzioni creative per il mondo dell'immagine; fotografo ufficiale del Metropolitan Museum, collabora da anni con le maggiori riviste del settore tra le quali National Geographic Society, Geo, New York Times. Nella mattinata del primo giorno i partecipanti e lo staff, dopo aver tarato la propria attrezzatura, partivano per Verona, con destinazione la Villa Romana di Valdonega, dove un volontario del CTG, il sig. Silvano Mazzi, con il permesso della Sopraintendenza ai Beni Culturali, solo per il gruppo apriva il sito archeologico, illustrava i reperti, metteva a disposizione gli spazi, gli affreschi e i mosaici, per realizzare una copiosa selezione di scatti. Girando per la città di Verona secondo un percorso prestabilito seguendo gli elementi caratterizzanti - arte, cibo, civiltà, curiosità, attualità - sostenuti da Walker, i partecipanti imparavano a cogliere dettagli inediti da interpretare secondo la propria sensibilità. La giornata si concludeva in unʼosteria del centro storico, dove il gruppo veniva raggiunto da Elisabetta De Strobel e Maurizio Marcato, fondatori del MiMA. La domenica le attività si trasferivano negli spazi di MiMA: le immagini realizzate il sabato venivano così rielaborate, selezionate e riordinate secondo le particolari indicazioni ricevute. Prima di questo, si toccavano i punti focali secondo Brooks walker: Come si fa un reportage culturale con mira redazionale? Come si usufruisce delle moderne tecnologie digitali per realizzare un reportage fotografico? Le 3 C della fotografia: Cattura, Conserva, Comunica. Il secondo giorno si rimaneva concentrati in particolare sulle C di Conserva e Comunica. La C di Comunica si è resa indispensabile per concludere il flusso del lavoro fotografico. Walker ha invitato i partecipanti a creare un account su Flickr per condividere il proprio lavoro e ha suggerito alcuni modi per rendere più attraente la presentazione dei propri lavori come, ad esempio, la creazione di uno slideshow. I partecipanti erano catturati dalla competenza, la meticolosità, il rigore dellʼartista, che sapeva manifestare la poesia delle immagini attraverso lʼesempio di uno slideshow realizzato da lui stesso con la collaborazione del fotografo islandese Ragnar Axelsson, conosciuto come Rax.

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201018/19 Settembre 2010“Shooting Sport”Autore: John McDermott

Il quarto workshop fotografico previsto per MiMA 2010: articolato su due intere giornate di lavoro, su un tema esclusivo non ancora proposto, la FOTOGRAFIA SPORTIVA. Anche in questo caso, MiMA ha scelto il meglio, invitando un maestro del genere, residente negli Stati Uniti ma profondo conoscitore dellʼItalia, John McDermott, fotografo ufficiale della North American Soccer e dal 1998 della FIFA. A sottolineare ed ampliare il prestigio dellʼiniziativa, MiMA ha inoltre organizzato, con la preziosa collaborazione dellʼesclusiva catena di negozi Fnac - dedicata al mondo della tecnologia, musica, arte ed editoria - e dellʼAssessorato al Tempo Libero del Comune di Verona, una personale dellʼartista, presso la Galleria Fotografia Fnac, in via Cappello, civico 34 (Verona). Lʼopening ufficiale si è tenuto il 17 settembre2010. Lʼesposizione ha compreso una selezione di opere di John McDermott, un interessante riassunto di una carriera dedicata allʼemozionante mondo dello sport. Ha presentato lʼartista e la sua filosofia il Docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona, il Prof. Giancarlo Beltrame. La mostra è rimasta in esposizione fino al 13 ottobre 2010.

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201027 Novembre 2010“Indoor Fairy”Autore: Maurizio Marcato

Lʼultimo appuntamento della programmazione MiMA 2010 non si poteva chiudere in modo migliore: lʼartista di riferimento era il nostro MAURIZIO MARCATO, fondatore del MiMA insieme a Elisabetta de Strobel, il quale accettava il nostro invito con la proposta di INDOOR FAIRY, un workshop fotografico dedicato allʼarredamento dʼinterni. Lʼofferta culturale e artistica è stata apprezzata dai partecipanti, vista la generosità dellʼautore che si è messo a nudo nel parlare di sè e nello svelare il possibile incantesimo durante i momenti creativi degli shooting, Lʼapertura del seminario ha visto la consueta presentazione dellʼautore e delle sue opere da parte del prof. Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA. Marcato sottolineava due concept che avevano rivestito un ruolo fondamentale nella sua storia e che tuttora ne rivestono nel suo presente: il Team - il gruppo di lavoro intorno a sè e al suo studio - e il Caso - il Fato, la casualità degli eventi e lʼindeterminatezza delle circostanze. Dopo lʼintroduzione, gli scatti. Seguiva la suddivisione in gruppi dei partecipanti sui quattro set allestiti nelle sale di posa, ai quali erano stati dati i titoli Black, White, Pop, Essential. Le modelle Marta, Daniela, Wunmi e Elisabetta evocavano da vere attrici le interpretazioni degli still-life nei set fotografici, precedentemente allestiti e suggeriti da Maurizio Marcato. I gruppi guidati dagli assistenti di studio riuscivano a scattare su almeno tre dei quattro set. Una indimenticabile giornata di design shooting. Nella seconda parte del pomeriggio ci si ritagliava uno spazio per scegliere i quattro migliori scatti e farne una carrellata di meraviglie, a cura dei nostri partecipanti. Seguivano un interessante confronto tra le differenti esperienze vissute e lʼultima successione di scatti dei maggiori fotografi contemporanei, alla luce della cosiddetta sezione aurea. Sin dai tempi più antichi, esiste una proporzione divina (o sezione aurea) che è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose. Dalla geometria all'architettura, dalla pittura alla musica, fino alla fotografia, possiamo osservare come tale rappresentazione corrisponda ad un rapporto numerico e di linee. Griglie e Design: lʼallineamento degli elementi risultava essere un aspetto importante nella costruzione dellʼimmagine. Affermava Marcato: “Considerare le griglie consente stabilità e conferisce una solida struttura, dando allʼartista un modello logico e armonia”.

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201112-13 febbraio 2011“Magic Realism”Autore: Jean Sebastien Monzani

Una due giorni allʼinsegna della creatività, del mistero, della fiaba, ma anche della realtà viste attraverso lʼobiettivo di un fotografo virtuoso dalle capacità sorprendenti che ha saputo stupire attraverso il reale/irreale. Parliamo di Jean Sebastien Monzani, un giovane fotografo freelance svizzero-francese, graphic-designer, illustratore e video-artista, giovane ma già molto affermato sulla scena internazionale.Lʼapertura del seminario ci ha fornito un excursus storico della corrente artistica del Realismo Magico, dal Surrealismo degli anni Venti, in Italia, nella letteratura e nella pittura, passando da Matisse, Dalì, Calvino, Buzzati, Bontempelli, fino agli autori sudamericani come Borges e Marquez, a cura del prof. Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA. La prima parte della giornata era dedicata agli apprendimenti teorici e partiva con una introduzione di Monzani dedicata alla fotografia legata a un percorso. Dallʼispirazione fino alla post-produzione, interrogandoci sulle personali conoscenze tecniche e il nostro approccio alla fotografia; il rapporto con la realtà e lʼuso di elementi simbolici; come pensare visualizzando; essere consapevoli che trarre ispirazione non significa copiare; considerare che talvolta troppe informazioni rovinano la possibilità di trovare la propria personale interpretazione; valorizzare il proprio arricchimento artistico e così via, fino alla credibilità della post-produzione attraverso le prospettive, i colori, le ombre, le luci, le curve. La seconda parte della giornata prevedeva uno spostamento ed era dedicata allo shooting in una location esclusiva, Villa Verità Fraccaroli a San Pietro di Lavagno. Seguivano tanti shoots indoor e outdoor, con due modelle, set abilmente allestiti, e tanti extra elementi da cogliere, sia statici che in movimento. I partecipanti si dilettavano a inventare situazioni avendo a disposizione staff e location eccezionali. A conclusione dei lavori, il ritorno in studio per le prime riflessioni e commenti. I partecipanti si davano appuntamento per il giorno successivo. La prima parte della giornata era dedicata agli apprendimenti teorici e partiva con una introduzione di Monzani dedicata alla fotografia legata a un percorso. Dallʼispirazione fino alla post-produzione, interrogandoci sulle personali conoscenze tecniche e il nostro approccio alla fotografia; il rapporto con la realtà e lʼuso di elementi simbolici; come pensare visualizzando; essere consapevoli che trarre ispirazione non significa copiare; considerare che talvolta troppe informazioni rovinano la possibilità di trovare la propria personale interpretazione; valorizzare il proprio arricchimento artistico e così via, fino alla credibilità della post-produzione attraverso le prospettive, i colori, le ombre, le luci, le curve. La seconda parte della giornata prevedeva uno spostamento ed era dedicata allo shooting in una location esclusiva, Villa Verità Fraccaroli a San Pietro di Lavagno. Seguivano tanti shoots indoor e outdoor, con due modelle, set abilmente allestiti, e tanti extra elementi da cogliere, sia statici che in movimento. I partecipanti si dilettavano a inventare situazioni avendo a disposizione staff e location eccezionali. A conclusione dei lavori, il ritorno in studio per le prime riflessioni e commenti. I partecipanti si davano appuntamento per il giorno successivo. La domenica riprendeva con nuovi scatti negli interni dello studio MiMA una nuova modella, differenti allestimenti e effetti scenici. La parte clou era forse, per questo primo appuntamento MiMA 2011, la discussione tecnica: il momento della rielaborazione e la manipolazione attraverso Photoshop. Monzani svelava i suoi segreti nella duplicazione e lʼapplicazione dei filtri. Tutti i partecipanti e lo staff erano meravigliati per la particolare disponibilità nella condivisione della propria esperienza e conoscenza.Lʼultima sezione di lavoro vedeva il gruppo numeroso in aula per la foto di gruppo, la consegna dei questionari e degli attestati di partecipazione.

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20112 Aprile 2011“Landscape from Spain to Africa”Autore:Jocelyn Saab

Uno straordinario appuntamento di una sola giornata, ma dellʼintensità di un viaggio, dal dolore allʼamore verso città simbolo. Dalle immagini di una Beirut degli anni Settanta ferita e dilaniata, agli scatti alla città dellʼamore, Verona, ripresa dalle Caserme Santa Marta, tra la decadente archeologia industriale dei Silos di Ponente e di Levante, nel cuore universitario della città e unʼarea militare dismessa, per rendere possibile una storia dʼamore tra un Romeo and Juliet del Terzo Millennio. La poliedricità del personaggio Saab portava il prof. Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA, a preferire la forma dellʼintervista per investigare il percorso artistico e umano della Saab, famosa per film e performances che avevano come soggetto lʼemancipazione femminile, ma non solo. Abbiamo scoperto che il film Dunia (Il Cairo 2006) le era costato la condanna a morte e un periodo di isolamento dalla scena pubblica. Il suo documentario Les Enfants de la guerre (Libano 1976, 12') - invece, è oggi esposto al Centro di Cultura e Arti Georges Pompidou di Parigi. La mostra fotografica “Sense Icons and Sensitivity” tenuta a Beirut nel 2009 lʼha resa famosa a livello internazionale, per aver osato mettere insieme simboli orientali e occidentali, come il crocefisso, le Barbies e immagini di un leader degli Hezbollah Shiita, ma aveva provocato la censura di alcune sue installazioni da parte del direttore del Centro dʼArte, per paura di ritorsioni. Ora la Saab ha abbandonato i temi più scabrosi, ma il suo background permea ogni scelta artistica. Anche la seconda parte della giornata che prevedeva uno spostamento ed era dedicata allo shooting in una location esclusiva, non era “ordinaria”, per i luoghi e gli allestimenti. Gli scatti prevedevano ingredienti da “pulp fiction”: due giovani modelli, un luogo “drammatico” come il Silos della Caserma S. Marta, differenti allestimenti e, come special guests, cuori di bue appositamente procurati per ogni partecipante. Ad essi venivano inoltre forniti guanti in lattice, sangue scenico per creare story boards e suggestioni cinematografiche credibili. Risultati straordinari e emozioni forti. Lʼultima sezione di lavoro vedeva il gruppo tornare in aula per una breve selezione degli scatti più significativi, i commenti e la consegna degli attestati di partecipazione. Quello appena concluso era il workshop fotografico più cinematografico mai tenuto prima dagli artisti ospiti al MiMA.

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20117-14 Maggio 2011“Tour fotografico in Islanda”Autore:Brooks WalkerQuesto appena concluso è stato il primo Tour Fotografico organizzato dallʼAssociazione Culturale MiMA. Destinazione: Islanda, terra dei ghiacci e dei fuochi, terra di luce e di ombra, dove la natura ci incanta e sbalordisce ad ogni angolo. Una settimana allʼinsegna della fotografia, accompagnati da Brooks Walker, acclamato fotoreporter americano da lungo tempo residente in Islanda, che ha pubblicato, nel mese di Aprile 2011, un servizio fotografico per la National Geographic.07 Maggio 2011Arrivo allʼaeroporto di Reykjavik dove ci attende Brooks Walker, nostro fotografo e guida per la settimana successiva. Neanche il tempo di salire in macchina che un paesaggio a dir poco lunare ci accoglie, tra rocce nere, licheni, impervie montagne allʼorizzonte e lʼassenza pressochè completa di alberi. I piani di riposarci in hotel saltano allʼistante, lʼimpazienza di sentire sotto ai piedi la consistenza di questa terra a noi sconosciuta diventa la prima necessità. Ci incamminiamo verso la Blue Lagoon, la più famosa stazione geotermica della zona, a poche centinaia di metri dal nostro hotel. Ci accoglie unʼacqua di un azzurro mai visto, contornata da rocce nere, che a livello dellʼacqua diventano bianche. Il paesaggio diventa una calamita per tutto il gruppo di fotografi che, macchina fotografica alla mano, inizia a scattare senza tregua.Al ritorno in hotel, dopo una cena a base di pesce Halibut (pescato fresco in mattinata), si riparte in jeep alla conquista della vicina collina, salendo in fretta e furia una strada sterrata per cogliere le ultimi luci del tramonto.08 Maggio 2011Dopo una colazione abbondante partiamo alla volta delle Solfataras di Gunnhover. Neanche il tempo di fare qualche chilometro, che Brooks incontra un isolano, allevatore di bovini e equini che ci permette di visitare (e fotografare!) pecore, montoni e cavalli, dagli occhi che bucano lʼobiettivo, I partecipanti si fanno abbagliare e trascinare da questa fattoria ʻOld Styleʼ, un appezzamento di terra al ridosso del mare. Dopo questa sosta inaspettata arriviamo alle Solfataras, dove fumi di vapore caldo fuoriescono dal sottosuolo in piccole e grandi quantità che vengono mosse dal vento. Il percorso ci impone di passare tra nubi di vapore caldo e odore forte di zolfo, fino a che un faro allʼorizzonte sembra segnarci il cammino. Ripartendo in macchina continuano le richieste di fermarci per fare qualche scatto, tra distese di merluzzo posta a essiccare, centrali elettriche, scogli sul mare, casette solitarie in paesaggi a vista dʼocchio.09 Maggio 2011Partiamo alla volta del porto di Grindavik, dove ci accolgono pescherecci al lavoro. I marinai non sembrano disturbati dallʼaverci intorno, continuano a lavorare imperterriti anche alla presenza del nostro terzo occhio, lʻobiettivo. Entriamo in un bar, raro per un porto islandese, dove gli uomini tradizionalmente tornano a casa a bere e, dopo un caffè discutibile, il gestore del bar ci mostra il piano superiore dellʼedificio, dove fanno manutenzione a reti e accessori per pescherecci. Il business, a causa delle quote imposte dallʼUnione Europea, è andato via via regredendo. Proseguiamo sulla scogliera della Speranza, dove troviamo continui relitti di barche che nel corso degli anni hanno sperato di arrivare a destinazione ma si sono arrestati lì per lʼeternità. Seconda meta della giornata è la costa di Selatangar, dove i fotografi si torturano tra i vari crateri estinti, come farli risultare tutti nella stessa fotografia?? Brooks ci conduce alle Solfataras di Krysuvik - Seltun, dove un caso singolare ci capita. Qui le fumarole hanno volume ridotto, ma proprio quando ci troviamo sul punto massimo del camminatoio, uno scoppio violento di vapore ci assale, lʼemozione è fortissima, la corsa allo scatto è più veloce che mai, lʼimpellenza di immortalare il momento fa correre le mani alle nostre macchine. Ripresi dallo shock ci troviamo al lago di Kleifarvatn, quello che ha ispirato il giallo ʻUn corpo del Lagoʼ, il cui servizio fotografico è stato realizzato dalla nostra guida, Brooks Walker. Un lago argenteo, che riflette la terra e il cielo, dal quali i fotografi cercano di catturare ogni possibile scorcio.La sera, prendiamo in considerazione le foto scattate in questi due giorni.. già tantissime!! Brooks Walker è un insegnante paziente e attento alle necessità di ognuno, dai principianti ai più esperti che formano il nostro eterogeneo gruppo. Analizza gli spazi vuoti, i giochi di colori, dà consigli e trucchi provenienti da quindici anni di esperienza in Islanda. 10 Maggio 2011La giornata di pioggia, anche se non gelida, ci ha fatto optare per Reykjavik, città ordinata, fredda, pulita, nordica appunto. Il porto irrompe tra le case, fra navi turistiche per vedere le balene e navi commerciali per catturarle. Brooks ci guida per il centro della capitale, finchè per pranzo approdiamo in un locale tra il tipico e il turistico, un chiosco allestito a mo ̓ di peschereccio. Optiamo per bastoncini di Balena (!!) e zuppa di aragosta. Sulla strada del ritorno il panorama è sorprendente. Impossibile non fermarsi ogni dove per immortalare i paesaggi che al tramonto cambiano colore a una velocità incredibile, vogliamo imprimerli nella nostra memoria per poter ricordare per sempre questa terra che non riesce a passare inosservata.11 Maggio 2011Oggi colazione anticipata, partenza alla buonʼora, destinazione Vik, lʼultima tra le molte tappe intermedie. Dopo qualche kilometro, visione di vulcani più o meno attivi allʼorizzonte, tra cui Eyjafjallajökul, il famoso vulcano che ha fatto andare in tilt i voli europei per quasi due mesi, la nostra guida ci conduce come prima tappa a Seljalandlandsfoss, affascinante cascata della costa sud Islandese. Con la sua impetuosità ci affascina e ci attira. La circondiamo, la attraversiamo e la studiamo, gli scorci e le possibili inquadrature, ora il sole è troppo alto in cielo, torneremo la sera, al tramonto, per qualche scatto con una luce più calda e leggera. Ripartiamo per fermarci poco dopo, in una tappa non segnata sulle mappe, ma ben conosciuta dal nostro Brooks. Dopo una camminata di una decina di minuti, tra pietre laviche e guadi di ruscelli, raggiungiamo i piedi di un torrente. Al di sopra un fiume scende in una specie di cascata verticale, il bianco risalta tra la montagna/rupe nera. Di lato a questo panorama giurassico una vasca, vecchia, non proprio senza alghe ma dallʼacqua termale. A lato un paio di cabine, nelle quali i più intrepidi si buttano per cambiarsi, infilare il costume e provare questʼacqua pura e torbida nello stesso tempo. E ̓ calda, è viva, è una parte di una terra che respira, che sfiata con forza intorno a noi, rilasciando nubi di vapore in alternanza. Una piscina in cui lʼuomo non ha fatto che inserirvi un bacino, il resto è andato da sé. Vorremmo restare immersi per lʼintera vita, vorremmo che questa parentesi dalla vita moderna, possa svanire e si ritorni alla fredda terra, la stessa che sentiamo sotto i nostri nudi piedi. Il mondo ci chiama, questa volta a Skogar, unʼaltra epica cascata dove si può montare in cima. Alcuni, infreddoliti e bagnati dalla precedente avventura si fermano a vicino museo folkloristico di Skogar ʻSkogasafnʼ. Qui un anziano locale, personaggio storico della zona in tutti i sensi, ha collezionato, nel corso degli anni, oggetti tradizionali e antichi del luogo. Anche gli edifici vicino sono nello stile dei tempi passati, con casette dai tetti di erba e dalle minute porte. Approdiamo in tarda serata a Vik, letteralmente baia, raccolto su unʼansa dove il mare batte impervio e dove, almeno una volta allʼanno risucchia un turista ignaro che passeggia sulla spiaggia. Si pensava ormai la giornata fosse conclusa, correndo verso lʼhotel e alla prossima cena del nostro abilissimo cuoco, quando una luce mozzafiato ci abbaglia. Un tramonto dai colori, rosa rosso, azzurro indaco, un colore che cambia ogni minuto, e con sè fa cambiare tutta la terra circostante. Impossibile non fermarci a più riprese per cercare di catturare questi fantastici momenti. Ormai senza più batterie e schede di memoria, senza la possibilità di ricreare e riprodurre fedelmente i colori del sole con le nostre apparecchiature, frustati ma nello stesso tempo eccitati per avere avuto la sola fortuna di aver assistito a uno spettacolo al limite del reale, rientriamo esausti in hotel.12 Maggio 2011Oggi ci siamo attenuti alle tappe ʻturistiche ̓ma imperdibili. The Golden Circle: il parco nazionele di Pingvbellir, dove la faglia che divide i continenti è più visibile che mai. I Geyser, che con scadenza quasi perfetta eruttano ogni pochi minuti getti di acqua e vapore alti un paio di metri. La cascata di Gulfoss, la più sensazionale tra tutte. Brooks ci conduce su un tracciato alternativo, in cui la cascata è così vicina da aver lʼimpressione di toccarla.13 Maggio 2011Ultimo giorno, torniamo a Reyjkiavik per fare gli ultimi acquisti e rientrare il pomeriggio presto. La settimana è ormai conclusa e nessuno vuole perdere lʼoccasione di ricevere da parte di Brooks Walker gli ultimi consigli sulle fotografie effettuate.14 Maggio 2011Rientro in Italia: già ci manca quellʼodore di pesce misto a zolfo, già si pensa al prossimo Tour.

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201128 Maggio 2011“Visual Perception and fine art”Autore:Umberto Stefanelli

Sembra una consueta meraviglia, nel resoconto conclusivo degli appuntamenti MiMA, trovarsi a decantare la qualità dellʼartista che ci ha accompagnato, in questo caso Umberto Stefanelli. LʼArte della Fotografia mai affrontata direttamente nei nostri appuntamenti, ha trovato pieno compimento nellʼincontro con uno dei maggiori esponenti della Fine Art nazionale e internazionale. Il prof. Beltrame partiva con una domanda spiazzante, chiedendo conto dellʼespressione Inapensiero citato spesso nel blog Photogeisha dello stesso Stefanelli, quale Negazione del Pensiero, dove le didascalie sulle sue polaroid non sono titoli, ma pensiero generato nel momento in cui nasce lʼimmagine, come pura emozione. Da questo input nasceva la narrazione di Stefanelli, che invitava i presenti ad andare oltre lʼaspetto tecnico. La scoperta del percorso professionale di un artista che, abbandonati gli studi di legge, vola a New York come fotografo di moda, realizzata la sua inadeguatezza, getta il suo portfolio e lavora in una galleria dʼarte dove scopre con umiltà la grandezza dellʼArte della Fotografia attraverso il contatto diretto con i Miti, ancora una volta ci aiuta a comprendere come sia il percorso a determinare il valore e lo spessore di una persona. E Stefanelli risulta essere/avere uno Spessore. Dal crollo delle Torri Gemelle, il salto nel nuovo mondo, il Giappone: dalla necessità di osare per fare breccia negli States, al piacere della riflessione, alla semplicità, la riflessione, il minimalismo. Sottrazione come Fondamento. Il Giappone lo aiuta ad affinare il linguaggio, che diventa coerente con un solo interrogativo: Cosa voglio esprimere? “Il mezzo è solo un mezzo”. Una scatola vuota che IO decido come riempire. Essa vive dei nostri contenuti. Scorrono esempi di sue esposizioni famose, come per esempio “Io sto alla porta e busso” da una citazione dellʼApocalisse cap.3:20 - pubblicato da Ed. Vianello.La fotografia dʼarte deve compiacere prima di tutto allʼautore, pertanto i partecipanti sono stati inviatati a perseguire il proprio progetto originale, cercando prima ciò che si intende comunicare, e sapendo che la qualità si trova solo nella nicchia, nella elìte. Due location per i nostri corsisti: un luogo consueto, il parco del piccolo comune che ci ospita, tra municipio e chiesa, a caccia di dettagli significativi; in seguito il gruppo si è avventurato in un luogo desolato e irreale, dove colori, dettagli e linee offrivano spunti inediti. Al ritorno in studio, lo spazio e il tempo dedicati per la selezione delle immagini erano limitati, ma alla proiezione le sorprese non mancavano: spesso chi frequenta le proposte di MiMA ricerca lʼeccellenza e sa esprimere scatti di qualità. Gli esempi forniti in precedenza da Stefanelli erano spunti da cui prendere ispirazione. Per trovare conferma, invitiamo a visitare la sezione photogallery in www.mima.cc e www.photogeisha.orgLa giornata si concludeva con la presenza dei partecipanti al primo tour fotografico in Islanda, organizzato da MiMA con la straordinaria collaborazione del fotografo americano Brooks Walker, per una prima proiezione di un docu-film e uno slideshow con la selezione dei migliori scatti. Uno speciale grazie al prof. Beltrame per la realizzazione e il montaggio.

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201117 Settembre 2011“Shooting NUDE”Autore:Carlo Mari

SHOOTINGCARLO MARI

17 settembre 2011NUDE

Il workshop appena concluso dal titolo “Shooting Nude” ha visto la straordinarietà dellʼevento per molteplici motivi. Una giornata dedicata a una riflessione sul nudo, sulla bellezza del corpo umano nella sua semplicità. Il tema del nudo in fotografia non era ancora stato affrontato nelle offerte culturali di MiMA sino ad oggi, ma la personalità che ci ha accompagnato nella giornata escludeva la possibilità di superare il confine tra sensualità, cattivo gusto e volgarità. Carlo Mari, fotografo poliedrico dalle mille esperienze, ci ha mostrato come catturare un corpo in movimento, con tutte le sue sfumature e ombre. Il prof. Giancarlo Beltrame, docente di Semiologia delle Immagini presso la Facoltà di Lettere dellʼUniversità di Verona e membro del Comitato Scientifico dellʼAssociazione Culturale MiMA era supportato nella sua presentazione da una sequenza straordinaria di immagini in slide-show che davano la misura della maestria del suo autore . Carlo Mari, nato a Legnano nel 1959, dove tuttora risiede, cresciuto nella scuola di fotografia pubblicitaria, ha dedicato gran parte del suo tempo alla fotografia commerciale-pubblicitaria completandosi in un ruolo di fotografo aperto a nuove esperienze. E' impegnato in editoria con dei reportages che lo portano ad essere ricercato dai più prestigiosi editori internazionali. Grande viaggiatore, da più di vent'anni gira il mondo fotografando natura e spazi incontaminati. Per tanti anni è stato giornalista subacqueo e ha realizzato centinaia di servizi sui più bei mari del mondo per le riviste più prestigiose. Dopo il mare lʼartista è stato ammaliato dall'Africa: grandi spazi e natura selvaggia gli hanno fatto riscoprire le origini e lo hanno portato, negli ultimi anni, a documentare questo suo mal d'Africa. Un altro soggetto fotografico per il quale è stato coinvolto nella proposta del MiMA è stato il Nudo, insieme al glamour e alla fine art. Egli sviluppa una riflessione sulla seduzione: il rapporto tra uomo e donna è un eterno gioco, definito da tensioni erotiche e profondità di sentimenti, amore e armonia, seduzione e schiavitù; dedizione e sopraffazione si alternano di continuo, come altrettanti modi di giocare il gioco del desiderio.Le luci e i set preparati in precedenza personalmente e con meticolosità da Carlo Mari, le straordinarie modelle professioniste, anchʼesse selezionate e “testate” dal fotografo in sessioni precedenti, insieme alla capacità della make-up Jasmine Sanchez, hanno permesso di offrire ai partecipanti un livello di qualità del workshop assolutamente eccezionali. I partecipanti, per richiesta di Mari, in numero limitato vista la particolarità del set, hanno sperimentato il valore della capacità di creare empatia con la modella e nel saper “costruire” con il soggetto la realizzazione di immagini uniche. Lʼultima sezione di lavoro vedeva il gruppo tornare in aula per una breve selezione degli scatti più significativi, i commenti e la consegna degli attestati di partecipazione.

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