rivista numero 5 -...
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MASSIMO COSTABRUNO GIORDANO GIGI SIMONICARLO ANCELOTTI
COSIMO SIBILIA E LA NUOVA FIGC
COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA
numero 5 del 20 Gennaio 2019La Città - La Squadra – Gli Eventi
COSIMO SIBILIA E LA NUOVA FIGC
CARLO ANCELOTTI BRUNO GIORDANO GIGI SIMONI MASSIMO COSTA
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di Giovanni Gaudiano
iparte il campionato, il RNapoli avanza in Coppa
Italia e si prepara alla
sfida di Europa League con lo
Zurigo. Ancelotti ha mantenuto
l'impegno di stilare un primo
bilancio dopo il girone d'andata.
Ha parlato di come il rendimento
della squadra sia in linea con
quanto ci si aspettasse ed ha
sottolineato come il Napoli sia
fuori dalla Champions per un
pelo e dopo aver disputato delle
buone prestazioni. Il tecnico
emiliano nella sua modestia, che
Il Napoli avanza in Coppa ItaliaAncelotti traccia un primo bilancioSibilia ed il nuovo corso della FIGC
L’ EDITORIALE
è pari se non superiore alla sua
capacità, ha parlato poco della
s u a s c e l t a d i u t i l i z z a r e
praticamente tutta la rosa a sua
disposizione e di come questo
aspetto influirà moltissimo sulla
costruz ione de l pross imo
Napoli, il primo che potrà
m o d e l l a r e s u l l e p r o p r i e
convinzioni. È banale dirlo ma
ancora c'è chi non ha capito che
Ancelotti sta adattandosi alle
caratteristiche dei giocatori che
ha trovato e lo sta facendo senza
lamentarsi, senza accampare
scuse e affermando come il
Napoli abbia il dovere di puntare
a tutti gli obiettivi possibili,
compreso il campionato dove la
Juventus sembra troppo lontana.Non gli interessa parlare di
mercato, di rado parla dei singoli
e se lo fa è per elogiarne la
prestazione e l'adattamento alle
esigenze della squadra. La
partita di stasera al San Paolo è
delicata. Di fronte il Napoli, con
alcune assenze importanti, si
troverà una squadra vogliosa che
ha l'obiettivo di riprendersi
que l la qual i f i caz ione a l la
C h a m p i o n s s f u g g i t a g l i
all'ultima partita dello scorso
campionato. Il Napoli però non
può distrarsi. C'è Milik in doppia
cifra, il folletto Mertens, al quale
d e d i c h i a m o u n a b r e v e
m o n o g r a f i a , vo g l i o s o d i
riprendersi il ruolo di uomo
guida dell'attacco partenopeo.
Poi ci sono diversi giovani che il
tecnico sta valorizzando e che
potrebbero fare la differenza. A
proposito, in questa stagione
Ancelotti ha dato spazio già a
due prodotti del vivaio azzurro:
Luperto mandato in campo 4
4
‘‘Napoli’’ La città, la squadra e gli eventi
Mensile a distribuzione Gratuita
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Progetto Grafico ed Impaginazione: Daniela AltrudaRedazione: Lorenzo Gaudiano, Bruno Marchionibus
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IL PROSSIMO NUMERO DI “NAPOLI” SARÀ IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” IL 21 FEBBRAIO 2019
Numero 5 del 20 Gennaio 2019
volte in Campionato e Gaetano,
anche se per pochi minuti, in
Coppa Italia. Non avveniva da
qualche anno ma nessuno lo
ricorda. In questo numero
abbiamo celebrato gli 80 anni di
Gigi Simoni, auguri di cuore ad
un gentleman del calcio italiano,
a b b i a m o r e a l i z z a t o d u e
interessanti interviste con
Giordano e Foggia ed abbiamo
proposto un breve ma intenso
film fotografico del girone
d'andata del Napoli. Siamo
r i u s c i t i a n c h e a d a v e r e
l'intervento del Presidente della
Lega Nazionale Dilettanti e vice
Presidente Vicario della FIGC
Sibilia, che ha fornito una serie di
risposte chiare sui temi del calcio
di questi giorni. La Federazione
è consapevole che c'è molto da
lavorare e che le difficoltà da
superare sono tante ma è
evidente che da solo il massimo
organismo del calcio nazionale
non potrà risolvere tutti i
problemi, a partire da quello
della sicurezza fuori e dentro gli
stadi e dalla maleducazione dei
tifosi italiani che nasce da un
forte decadimento della nostra
società sia culturale che sociale.
Chiudere un settore di uno
stadio ai tifosi abituali e poi
chiedere di riempirlo con i
ragazzi delle elementari e medie,
che finiscono per comportarsi
come i propri genitor i , è
praticamente inutile (vedasi
Juventus - Genoa del 2017). La
stupidità purtroppo non ha
confini, non ha età, l'educazione
non è più un valore, i genitori
sono un cattivo esempio per i
propri figli e poi la vita dei social
incide eccessivamente su tutti i
cosiddetti internauti. La cultura
non sembra occupare la giusta
posizione nella scala dei valori
necessari alla formazione di una
sana e laboriosa società. Si può
ancora inter venire , basta
volerlo.
Sebastiano Luperto
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IN PRIMO PIANO
Il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti e Vicepresidente vicario della FIGC parla con chiarezza degli attuali temi del calcio che vanno trattati nella “casa federale” rivendicando con orgoglio il suo articolato percorso professionale
Cosimo Sibilia:di Lorenzo Gaudiano
Il nuovo corso della FIGC, la necessità di
ripartire dai giovani per rilanciare la
Nazionale e i l problema di come
affrontare la violenza nello sport. Tanti i temi
proposti al Presidente della Lega Nazionale
Dilettanti nonché Vicepresidente Vicario della
Federazione Italiana Giuoco Calcio Cosimo
Sibilia, che ha sempre avuto nel suo programma
ben chiare le strade da imboccare per il
m ig l ior amento de l l a p iù impor tante
federazione sportiva italiana. Dal prato alla
scrivania, il percorso è completo: prima
calciatore, poi dirigente sportivo sino ad
arrivare alla carica di presidente dell'Avellino.
Infine la carriera federale, partendo dalla figura
di delegato. Nel gennaio 2017 Sibil ia
all'unanimità è stato eletto Presidente della
LND, un percorso iniziato sin dal 1994 con la
guida del Comitato Regionale Campania della
LND fino al 2000. Membro della Giunta Coni
Campania dal 1996 al 2009, ne diviene il
presidente, confermato anche nel quadriennio
successivo fino al 2016. Nel 2010, inoltre, è stato
insignito della Stella d'oro del Coni al merito
sportivo. icepresidente Vicario della FIGC dal V
marzo 2017, è stato confermato anche con la
nomina alla presidenza di Gabriele Gravina
nell'ottobre 2018. Da novembre è anche
membro del comitato di presidenza. -
Presidente, parliamo di questo nuovo corso
della FIGC segnato dall'elezione di Gravina
d o p o i l t o r m e n t a t o p e r i o d o d i
dal prato alla scrivania
8
IN PRIMO PIANO
commissariamento? «La fase commissariale,
che non ho mai mancato di definire
disastrosa, ha fatto però in modo che le
componenti si ritrovassero in un programma
il più ampiamente condiviso ma anche che si
tornasse ad una dimensione di “casa
federale” dove c'è confronto e condivisione
su tutti i temi, per il rilancio del nostro
calcio». - Quali sono i punti qualificanti del
programma che dovrebbe consentire di
cambiare, come richiesto nell'ultimo periodo
dalla base, la più importante federazione
sportiva italiana? «Tra le priorità c'è senza
dubbio la riforma della Giustizia Sportiva,
con procedure rapide e tempi certi, oltre alla
revisione dell'area del professionismo e la
sostenibil ità economica dell ' intero
sistema». Secondo lei qual è il livello attuale -
d e l c a l c i o i t a l i a n o d o p o l a m a n c at a
qual i f icazione al mondiale russo? È «
assolutamente necessario ripartire dai
giovani con misure concrete e mirate.
L'Italia ha bisogno di coltivare i propri
ta lenti e di aumentare in maniera
significativa la quota degli “azzurrabili” per
la nostra Nazionale». - Parliamo degli episodi
verificatisi prima e durante Inter – Napoli.
Come intervenire fuori dagli stadi e quali serie
misure prendere per non sentire dalle tribune le
solite intolleranti espressioni? «Il recente
tavolo convocato dal Viminale ha visto la
partecipazione di tutte le componenti
f e d e r a l i m a a n c h e d e l m o n d o
dell'informazione. C'è la volontà di
affrontare con decisione il problema della
violenza, che ha sfumature diverse nelle
varie categorie. Per quanto riguarda i cori
razzisti al momento ci sono delle regole che
vanno applicate. Senza dubbio possono
essere migliorate, ma ci sono». - Dal prato al
Parlamento passando per le stanze della
Federazione, quanto ha contato l'esperienza del
campo nel ricoprire le cariche raggiunte?
«Da ca lc iatore , da d ir igente o da
rappresentante delle istituzioni, è stato
sempre lo spirito di servizio ad animare
tutte le mie esperienze. Ho iniziato la mia
c a r r i e r a f e d e r a l e c o m e s e m p l i c e
collaboratore della Delegazione di Avellino
9
e lo rivendico con orgoglio, perché è così che
si costruisce la propria conoscenza,
partendo dalla base». - Da presidente della
Lega Nazionale Dilettanti pensa qualche volta
che il calcio professionistico abbia toccato livelli
finanziari esasperati che hanno finito per
renderne scialba la competitività? «Io parlo
per la Lega Nazionale Dilettanti che,
assicurando la pratica sportiva ad oltre un
milione di tesserati, svolge un ruolo sociale
e culturale senza eguali. Tutto ciò avviene
grazie all'opera di migliaia di volontari. Le
riflessioni sul mondo dei professionisti
credo sia corretto lasciarle ad altri». La -
tecnologia introdotta dall'uso del Var è
importante. Come la si potrà rendere più
omogenea, meno soggettiva tanto da spegnere
le polemiche che ne hanno contraddistinto
q u e s t a p r i m a f a s e d i u t i l i z z o ?
«Si tratta di uno strumento che va utilizzato
e che può essere migliorato. Al momento è a
discrezione dell'arbitro se ricorrervi o
meno. Su quest'ultimo aspetto si può
certamente aprire un confronto».
Il Presidente Cosimo Sibilia con Gabriele Gravina Presidente della FIGC
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TESTIMONE DEL TEMPO
Napoli-Lazio tra picche,ripicche, scudetti e petardi
di Mimmo Carratelli
Vanno bene i conti del Napoli con la Lazio: 47
vittorie, 41 pareggi, 36 sconfitte in 124 partite
in serie A. Saldo casalingo ugualmente attivo
(30 vittorie azzurre, 22 pareggi, 10 sconfitte).
La Lazio è una delle tredici squadre contro le
quali il Napoli può contare più vittorie che
sconfitte. Atalanta, Bologna, Cagliari, Chievo,
Empoli, Genoa, Parma, Sampdoria, Sassuolo,
Spal, Torino, Udinese sono le altre formazioni.
Incroci di scudetti, picche, ripicche e petardi
sono disseminati lungo la storia dei confronti
fra Napoli e Lazio, raramente un match
tranquillo.
La beffa partenopea del 1973
L'indimenticabile Tommaso Maestrelli
Oscar Damiani
Nel campionato 1972-73, la prima sfida-
scudetto fu una guerra di nervi, provocazioni,
risse e vendette. La Lazio ci rimise il titolo
all'ultima giornata perdendo a Napoli. Vigilia
tesissima di quella partita. All'andata, la
squadra di Maestrelli e Chinaglia stravinse a
Roma (3-0 con gol di Manservisi, Nanni e
Chinaglia nella porta di Carmignani) e in campo
ne successero di tutti i colori. Vavassori e
Chinaglia non si risparmiarono alcun tipo di
botte. I laziali, una banda di straordinarie lenze
e virtuosisti della palla, presero a deridere gli
azzurri (Juliano, Carmignani, Zurlini ,
Vavassori, Improta, Damiani) che se la
segnarono al dito per il “ritorno”. La partita al
San Paolo del 20 maggio 1973 fu un inferno
come gli azzurri avevano promesso ai laziali
all'andata. In vetta, lotta serrata per lo scudetto:
Milan 44 punti, Juventus e Lazio 43. In
quell'ultima giornata, il Milan si tolse
clamorosamente di mezzo, naufragando a
Verona (3-5). Lo scudetto fu una sfida agli
ultimissimi minuti tra la Juve di Vycpalek con
Zoff, Furino, Causio, Anastasi, Haller, Altafini,
Capello, Bettega e la Lazio di Maestrelli.
Mentre la squadra biancoceleste resisteva a
Napoli sullo 0-0, la Juve andava sull'1-1 a Roma
contro i giallorossi (pari di Altafini). A questo
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Il presidente Ferlaino con Diego
TESTIMONE DEL TEMPO
La testata di Baroni del 1990
punto sarebbe stato necessario lo spareggio-
scudetto. La condanna venne nel finale delle due
gare. La Juve passò 2-1 sulla Roma con un gol di
Cuccureddu (87'), due minuti prima che il
Napoli, col “sangue agli occhi” per la partita
dell'andata, giocando alla morte, battesse la
Lazio 1-0 con un gol di Damiani. Mancava un
minuto alla fine. Lo “sfregio” segnò per sempre i
rapporti fra Napoli e Lazio. La Juve volò a 45
punti campione d'Italia, la Lazio rimase
inchiodata a 43 dietro al Milan (44). Il Napoli di
Chiappella giocò con Carmignani; Bruscolotti,
Pogliana; Zurlini, Vavassori, Rimbano;
Damiani, Juliano, Canè, Esposito (77' Umile),
Ferradini. La Lazio con Pulici; Polentes,
Martini; Wilson, Oddi, Nanni (70' La Rosa);
Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi,
Manservisi.
Il Napoli, invece, non mancò lo scudetto nella
seconda sfida con la Lazio in cui fu in gioco il
tricolore. Campionato 1989-90. Bigon sulla
panchina azzurra. Prima dell'ultima giornata, il
Napoli a 49 punti e il Milan di Sacchi a 47. La
Lazio a metà classifica. Alla penultima giornata,
il Napoli era dilagato a Bologna (4-2),
inneggiato dai tifosi bolognesi “campioni,
campioni”, il Milan naufragò per la seconda
volta a Verona (1-2). Napoli-Lazio si giocò al
San Paolo il 29 aprile 1990. All'andata era finita
ancora male per gli azzurri, un altro 0-3. Il San
Paolo fu addobbato a festa. In tribuna c'era
Carlos Bilardo che stava preparando la
nazionale argentina per il Mondiale di giugno-
luglio in Italia. Marisa Laurito fece il giro del
campo con la maglia azzurra e il numero 2 sulla
schiena che preludeva al secondo scudetto della
squadra di Maradona. Furono in sessantamila
nel San Paolo sconvolto dai lavori per Italia 90.
Immensi fili di carta verdi, bianchi, rossi si
riversarono dagli spalti sulla pista insieme a
cascate di azzurro. Quando le squadre
entrarono in campo, Maradona apparve con
Claudia, Dalmita che aveva tre anni e Gianinna
un anno. Alemao portò in braccio la sua
bambina, Corradini il suo figlioletto. Crippa e
Francini andarono verso i “distinti” a
raccogliere un lancio di fiori. Diego andò verso
la tribuna d'onore e lanciò un mazzetto di
garofani all'indirizzo di Lady Ferlaino, Patrizia
Boldoni. Tutto questo prima che si decidesse lo
scudetto. Ma c'era la sensazione della vittoria
perché il Napoli s'era messo due punti avanti al
Milan. Traguardo in pugno e l'ansia di non
lasciarselo scappare con la Lazio pronta a dare
battaglia, memore dello “scherzo” di diciassette
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Chinaglia dopo la tripletta del 1974 sfoga la sua rabbia
La tripletta di Chinaglia del 1974
anni prima. Ma, stavolta, il Napoli non aspettò
gli ultimi minuti per vincere. Andò subito a
segno Marco Baroni, lo spilungone fiorentino
che giocò con un paio di slip rossi portafortuna.
La Lazio non rimontò il fulmineo 1-0 azzurro. Il
Milan vinse inutilmente l'ultima partita (4-0 al
Bari). Bigon schierò: Giuliani; Ferrara,
Francini; Crippa, Alemao, Baroni (66' Fusi);
Corradini, De Napoli (85' Mauro), Careca,
Maradona, Carnevale.
Memorabile tra Napoli e Lazio il 3-3 del 1974 al
San Paolo, l'anno dopo lo “sfregio” del gol di
Damiani che aveva tolto lo scudetto ai laziali. Si
giocò a metà del girone di ritorno, la Lazio di
Maestrelli lanciata verso la conquista del
campionato. Botta e risposta di gol. Vantaggio
Maradona ed Alemao festeggiano lo Scudetto
azzurro con Clerici, pari di Chinaglia, a segno
Juliano, di nuovo Chinaglia, terzo vantaggio del
Napoli con Clerici e rigore finale di Chinaglia
che aveva siglato anche l'1-0 dell'andata a Roma.
La Lazio vinse lo scudetto a 43 punti, due avanti
alla Juve (41). Il Napoli di Vinicio, il primo
Napoli furente del “leone”, si classificò terzo
(36). Le formazioni dei sei gol al San Paolo.
Napoli con Carmignani; Bruscolotti (50'
Montefusco), Pogliana; Landini, Ripari,
Orlandini; Canè, Juliano, Clerici, Esposito,
Braglia. Lazio con Pulici; Petrelli, Martini;
Wilson , Oddi , Nanni (77 ' Inse lv in i ) ;
Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi,
D'Amico.
Higuain dopo il rigore fallito nel 2015
14
TESTIMONE DEL TEMPO
Un confronto mai banale
Napoli-Lazio non solo scudetti e vendette, ma
anche gol-fantasma e i golazi di Maradona da
centrocampo e dal corner al portiere Orsi nel
febbraio 1985. Freme ancora De Laurentiis per i
milioni della Champions (quaranta?) sfumati a
fine maggio 2015 nella folle sfida di Higuain ai
laziali. Doppietta da matador e poi il rigore
calciato alle stelle che spianò il successo alla
squadra di Pioli e le assegnò il preliminare
europeo. Gonzalo sbagliò la palla del tre a due
che avrebbe potuto segnare il destino diverso
del match, conclusosi 2-4. Mai una partita
tranquilla con la Lazio, compresi i petardi del
San Paolo su Pighin e Manfredonia nel match
che il Napoli pareggiò 1-1 ai tempi di Savoldi
(gennaio 1979) e perse “a tavolino” dal giudice
sportivo. Una storia di risse e rivincite furenti
che ebbe inizio nel pazzo mese di marzo del
1962 al Flaminio. Sullo 0-0, calcio di punizione
di Seghedoni per la Lazio. La palla entrò nella
porta di Pontel, ma uscì da un buco della rete.
Dolo Mistone ricorse a tutta la cazzimma
napoletana con l'arbitro Rigato, che respinse le
proteste dei laziali e disse che la palla era filata
via a lato. Conclusione: quell'anno il Napoli fu
promosso in serie A, la Lazio rimase in B.
La beffa del buco nella rete del 1962
Il titolo de “L'Unità” dopo i petardi del 1979
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L'INTERVISTA
di Bruno Marchionibus
Napoli - Lazio è una gara atipica dopo una lunga sosta per l'ex centravanti della Ma.Gi.Ca. che stima Arek Milik e non ama fare pa r agon i con i l suo Napo l i fenomenale ma si rivede in Mertens
Bruno Giordano e la sua partita divisa a metà
Ca m p i o n e
d ' I t a l i a
c o n l a
Lazio nel '74 e con
il Napoli nell'87,
miglior marcatore
della storia dei
capitol in i nel le
Coppe Nazionali e
poi componente
della meravigliosa
M a - G i - C a c o n
Maradona e Careca
all'ombra del Vesuvio, Bruno Giordano è stato
protagonista assoluto con la sua classe ed i suoi
gol tanto in biancoceleste quanto in azzurro;
quella in programma il 20 gennaio al San Paolo,
dunque, per l'ex attaccante di Trastevere non
può che essere la sfida del cuore. Bruno, Napoli-
Lazio per Lei è sicuramente un incontro
speciale. Che partita si aspetta? «Credo che la
sfida, come spesso accaduto tra queste due
squadre, regalerà spettacolo. Il Napoli negli
ultimi anni ha ottenuto piazzamenti migliori
rispetto alla Lazio, ma questo è un match
atipico, perché arriva dopo una pausa di
venti giorni e perché gli azzurri dovranno
fare a meno di alcuni giocatori importanti. È
difficile immaginare quale possa essere lo
stato di forma delle due compagini dopo una
sosta così lunga; mi auguro sicuramente di
assistere ad una bella partita e... che vinca il
migliore». Partita alla quale i partenopei, pur
protagonisti di un'ottima stagione fin qui,
arrivano con un distacco di nove lunghezze
dalla Juventus. Cosa manca secondo Lei al
Napoli per poter competere con i bianconeri?
«In realtà al Napoli manca quello che manca
a tutte le altre “grandi”; gli azzurri stanno
facendo la loro parte, il problema però è che La famosa Ma.Gi.Ca.
Con la maglia della Lazio
16
la Juve in Italia è
n e t t a m e n t e
superiore a qualsiasi
avversario. Questo è
quello che dice non
solo la stagione in
c o r s o , m a i l
complesso degl i
u l t i m i a n n i ;
p r o b a b i l m e n t e
quello passato è stato l'unico campionato in
cui è sembrato davvero possibile realizzare
l'impresa di spezzare la striscia di successi
consecutivi bianconeri, ma questo, alla fine,
per un motivo o per un altro non si è
verificato». a ex attaccante, qual è il suo D
giudizio su Milik? Milik è un giocatore «
importante. Certo non è Messi o Ronaldo,
però è un attaccante di valore e nel
campionato italiano sta facendo bene. I dieci
gol messi a segno fin qui, considerando
anche il minutaggio avuto a disposizione dal
numero 99, rappresentano un ottimo
bottino, e mi pare che il ragazzo abbia
recuperato alla grande sia dal punto di vista
fisico che psicologico dai due brutti
infortuni che ha subito. Il polacco è un
calciatore ancora giovane, ed io credo che
possa dare tanto al Napoli sia quest'anno
che nel futuro prossimo; è, insomma, un
giocatore che a me piace e sul quale
punterei, perché ha una buona stazza fisica
e, allo stesso tempo, sa giocare bene il
pallone. È vero che gli azzurri nel reparto
avanzato dispongono anche dei vari Insigne,
Mertens, Callejon, ma se vuoi essere una
squadra di primo livello devi avere più frecce
al tuo arco in tutti i reparti». roprio in P
riferimento ai tanti ottimi giocatori del Napoli
attuale, c'è qualcuno tra loro che avrebbe visto
bene nel “suo” Napoli o col quale, in ogni caso,
Le sarebbe piaciuto giocare insieme? Diciamo «
che mi “accontento” del Napoli in cui ho
giocato. Il calcio attuale è sicuramente
molto differente da quello dei miei tempi; è
chiaro che gli azzurri hanno in rosa giocatori
molto forti come Koulibaly, Insigne,
Mertens, Allan e così via, però non me la
sento di fare paragoni tra epoche diverse». A
proposito di epoche diverse, per gli attaccanti
della sua generazione le cose in campo erano
sicuramente più difficili... Senza dubbio; il «
fatto che una volta segnare fosse più
complicato rispetto ad ora sono i numeri a
dirlo. Ad oggi si arrivano a realizzare, in una
stagione, anche 30/35 reti, mentre una volta
mettere a segno 18 gol in un torneo veniva
considerato un risultato straordinario, e
questo per tanti motivi, dalle regole diverse
a l d i f f e re n t e t i po d i m a r c at ura » .
Continuiamo a parlare di gol. C'è una sua rete
realizzata con la maglia del Napoli alla quale è
particolarmente legato? Beh, sicuramente «
quella alla Juve nell'anno dello Scudetto
Scudetto e Coppa in azzurro
In campo da allenatore della Nocerina
L'INTERVISTA
17
(Juventus-Napoli 1-3, ndr) è stata bella ed
anche estremamente importante. In quella
magica stagione, però, ricordo con grande
piacere anche il gol segnato sempre a Torino
ma al Toro, in una partita che vincemmo per
1 a 0 proprio grazie a quella rete. Per fortuna
di gol ne ho messi a segno diversi, ma se devo
sceglierne uno non c'è dubbio sul fatto che
quello contro i bianconeri al “Comunale”
rappresenti il massimo, anche perché ci
portò in vantaggio per 2 a 1 in una partita
tiratissima e decisiva». n conclusione, Cruijff I
ebbe modo di dichiarare che Lei è l'unico
calciatore in cui si fosse davvero rivisto. C'è,
invece, ad oggi un calciatore in cui è Lei a
rivedersi? Nel Napoli chi potrebbe essere «
considerato più vicino a me per modo di
giocare è Mertens. In giro per il mondo forse
Aguero, per le movenze e per il fatto di
giocare a tutto campo».
Ad una presentazione del libro con Giancarlo Governi
L'immagine della copertina
Bruno Giordano “sulle montagne russe”
“Non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi”. Potrebbe essere
riassunta in questa celebre massima la parabola calcistica ed esistenziale di Bruno
Giordano, raccontata dalla formidabile penna di Giancarlo Governi, che nel
ripercorrere la biografia dell'attaccante romano assume la forma dell'io narrante.“Una vita sulle montagne russe”, è questo l'esplicativo titolo dell'opera che attraversa
gli alti ed i bassi vissuti dal formidabile componente della Ma-Gi-Ca, capace dopo ogni
caduta di riprendersi e tornare più forte di prima, come la mitologica Fenice, giungendo
a traguardi epici come gli Scudetti con Lazio e Napoli.«Questo è un libro che tenevo a realizzare in ricordo dei miei genitori – spiega
Giordano - e per lasciare un qualcosa di tangibile e di vero riguardo alla mia storia.
Negli anni su di me hanno parlato molte persone, anche tanti che non mi
conoscevano, e quindi mi sembrava arrivato il momento di raccontare le cose
come stanno per davvero, per rimettere a posto tutto ciò che durante la mia
carriera di calciatore è stato detto».
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PROFILI
di Marco Boscia
V e r d i – U n " l u m b a r d " ambidestro a NapoliUn forte legame con Bologna e l’approdo a Napoli dove ha trovato il maestro Ancelotti
Otto squadre nel suo curriculumSimone Verdi nasce a Broni, una piccola
cittadina di ca. 9300 abitanti in provincia di
Pavia, il 12 luglio 1992. A soli 11 anni arriva al
Milan dalla società dilettantistica Polisportiva
Audax Travacò. Dopo le giovanili con i
rossoneri, esordisce con i "grandi" in Coppa
Italia all'età di 17 anni. Nell'estate del 2011
viene ceduto in compartecipazione al Torino,
con il quale fa il suo esordio in Serie A. Nel giro
di tre anni approda prima alla Juve Stabia,
quindi all'Empoli, con cui sigla il suo primo gol
in A proprio contro il Napoli, e poi in prestito
dal Milan per sei mesi prima in Liga all'Eibar e
poi per altri sei al Carpi. La svolta della carriera
arriva a Bologna dove milita per due stagioni,
diventando l'idolo indiscusso della tifoseria. Al
Napoli approda la scorsa estate dopo le
incertezze dello scorso mercato di gennaio.
Ambidestro con grande tecnicaVerdi nasce come trequartista ma nel corso
degli anni la sua posizione in campo è variata,
grazie soprattutto alla lungimiranza di mister
Donadoni, che lo ha spostato sulla fascia. Se
all'Empoli difatti era solito, sotto la guida di
Maurizio Sarri, alternarsi con Riccardo
Saponara proprio nel ruolo di mezza punta, a
Bologna è diventato un giocatore polivalente
capace di spaziare su tutto il fronte offensivo.
Oltre ad una velocità palla al piede fuori dal
Verdi in gol contro il Torino
PROFILI
20
PROFILI
Verdi parla delle sue scelte:
Sulla scelta della maglia
“Il 9 me lo tengo stretto; da Savoldi a Giordano a Higuain: so bene cosa ha rappresentato questa maglia per la storia del club, ma sono convinto di poterla onorare al meglio. Ci credo
Sulla telefonata con Ancelotti che lo ha convinto ad accettare Napoli:
“Una telefonata che difficilmente dimenticherò. A partire dallo squillo e al suo “ciao, sono Carlo Ancelotti” non sapevo cosa dire, ero intimorito. Lui fu perfetto. Si svelò subito come la persona che poi ho conosciuto a Dimaro: semplice, simpatica, autorevole ma umile nell'approccio; rispetto a Sarri ha una mentalità più aperta, più espansiva
Sul no al Napoli nella scorsa stagione:
“Resterò per sempre legato ai tifosi del Bologna, dovevo finire un percorso. Donadoni mi disse: “Sei uno stupido a non andarci”. Ma con la mia fidanzata decidemmo di rinviare. Inter? Sono qui, e questo conta. Da gennaio a giugno sono stato sempre in contatto con il d.s. Cristiano Giuntoli
Su Napoli:
“Vivo in centro, tutti mi dicevano fosse una città meravigliosa, con la mia fidanzata la stiamo visitando. Sinceramente non me l'aspettavo. Da fuori non hai questa percezione di Napoli, sono rimasto sorpreso
21
è il dribbling il suo principale punto di forza,
unito poi al fatto di saper usare in egual modo
entrambi i piedi. Ancora oggi risulta essere
l'unico calciatore del campionato italiano ad
essere andato in gol nella stessa partita con due
calci piazzati battuti di destro e di sinistro.
L'arrivo a NapoliAmmirato, corteggiato e poi concretamente
cercato dal Napoli di De Laurentiis già nella
sessione invernale scorsa del calciomercato,
Verdi rifiutò con un secco no di approdare
all'ombra del Vesuvio. Troppo grande il suo
legame con Bologna, dove era diventato un
idolo e dove ha trovato anche l'amore della sua
vita, la bolognese Laura, che ha conosciuto
proprio durante il suo recupero da un infortunio
al malleolo. Da quel momento ad ogni suo gol
Simone è solito festeggiare mimando proprio
una "elle" con indice e pollice, dedicando ogni
sua marcatura alla propria amata. Nella scorsa
estate, chiusa la stagione, il Napoli è tornato
prepotentemente sul calciatore, riuscendo a
strapparlo alla concorrenza ed aggiudicandosi
le sue prestazioni grazie anche al pressing
effettuato dal ds. del Napoli Cristiano Giuntoli.
In azzurro non è ancora riuscito a trovare
continuità per colpa di qualche infortunio di
troppo, ma è già andato in gol contro il Torino
in trasferta. Verdi sa comunque di poter contare
oggi sulla stima di Ancelotti e la bella Laura non
aspetta altro che ricevere altre dediche, e se lo
augurano anche i tifosi azzurri.
Dicono di lui“Si vedeva che da piccolo aveva delle doti incredibili
Sergio Catalani, primo allenatore all'Audax
“Credo che Ancelotti stia cercando di valorizzare la sua rosa, e quindi di far sentire tutti i suoi giocatori come possibili titolari. Verdi dal punto di vista tecnico non ha da invidiare nulla a nessuno, neanche a livello fisico. È l'aspetto caratteriale e mentale che poi va a incidere e a fare la differenza, quindi lui deve calarsi in questa nuova realtà che non è più quella di una squadra come il Bologna, ma di una squadra abituata in questi anni ad altri obiettivi. Il suo salto di qualità dipende da questa sfera mentaleRoberto Donadoni, suo allenatore al Bologna
“Verdi? Ovviamente non gli telefonerò, non mi permetterei mai. Posso dire che è un talento straordinario, l'ho avuto due anni ad E m p o l i : abb i a m o c o n q u i s t at o u n a promozione dalla B e poi con me ha giocato p u r e i n A . H a a n c o r a m a r g i n i d i miglioramento, ne sono convinto. L'ideale sarebbe un giocatore con la sua tecnica e la velocità di Deulofeu Maurizio Sarri, suo allenatore all'Empoli
23
VERSO NAPOLI - LAZIO
Gigi Simoni un gentiluomo in campo ed in panchina
di Pier Paolo Cattozzi
Ottant'anni tra due giorni per un calciatore ed allenatore eccellente che non ha dimenticato Napoli come la città non ha dimenticato lui
ifficile dimenticare l'anno di nascita Ddei personaggi dello sport. Anche
perché avessi a dimenticare la data
precisa, in questo caso il 22 gennaio, a
ricordartelo oggigiorno non c'è solo la
Gazzetta della Sport, ma ci sono anche i tifosi
che rilanciano immagini e nostalgia sui social.
Se poi gli anni traguardati sono 80 e il
personaggio è stato un calciatore eccellente e un
altrettanto eccellente allenatore, il vostro umile
scriba corre a strappargli una intervista.
Inevitabile la lista d'attesa perché LUIGI
SIMONI da Crevalcore, classe 1939, ha giocato
in sette squadre e ne ha allenate e gestite ben
diciassette in Italia e all'estero. Oggi diciamo
che si gode la Panchina d'oro, quella che gli
consegnarono quando allenava l'Inter, nel 1998.
«Sono nel calcio dal 1956 quando giocavo
nelle giovanili della Fiorentina» precisa con
orgoglio e con altrettanto orgoglio afferma
«seguo il calcio italiano come sempre e mi
piace scambiare le mie considerazioni con
amici e familiari». - Buono a sapersi, perché mi
pregio di portarle gli auguri dei nostri lettori e
del Direttore di “Napoli - La Città, La Squadra,
Gli Eventi”. «A Napoli sono stato prima da
giocatore poi due volte da allenatore.
Abbiamo vinto un campionato di B con
promozione, naturalmente, e una Coppa
Italia. I tifosi mi hanno sempre sostenuto e
ritornare ha sempre costituito una grande
gioia». - Chi era l'allenatore. Pesaola sempre «
cordiale: aveva una squadra di giovani con
Tacchi come ala sinistra, un campione. Io
ero un mediano, ma giocavo come oggi
giocano i due esterni». - Erano i tempi di
Lauro, un presidente e un personaggio passato
alla storia non solo del calcio. Qualche affinità
24
affinità con De Laurentiis? Non conosco De «
Laurentiis, ma devo dire che ho conosciuto
poco anche Lauro. Io lo incontrai una sola
volta: dopo un Napoli - Roma 1 a 0 nel quale
io fui fra i migliori. Disse che mi voleva
vedere: lo incontrai nel suo ufficio, mi fece i
complimenti e non lo rividi mai più». -
Decisamente poco presente rispetto a De
Laurentiis. Cosa pensò quando seppe che
Ancelotti aveva accettato l 'offerta del
Presidente. Ne fui contento. Ho giocato «
contro di lui sul finire della mia carriera e
dopo ci siamo spesso confrontati sul nostro
lavoro. Da giocatore e da tecnico lo stimo al
di là anche dei grandi risultati che ha
ottenuto. Direi che tra noi c'è anche
amicizia». Entrambi emiliani, vorrà pur dire -
qualcosa. Vedo la stessa carica umana, stessa
correttezza in campo e fuori, grande rapporto
con i giocatori. Penso proprio di sì. Ripeto «
che la mia ammirazione va oltre la stima per
il tecnico». Sul modo di gestire il gruppo e il -
gioco in campo: ossessionati dagli schemi come
Arrigo Sacchi o più elasticità? Io posso solo «
dire che da sempre ho considerato le
caratteristiche e anche i virtualismi dei
singoli per metterli a disposizione della
squadra al meglio. Non ho mai trascurato il
rapporto con i singoli giocatori. Mi pare che
anche in questo Ancelotti possa essere
considerato un maestro». Cosa pensa del -
turnover che mette in atto: solo un'inevitabile
scelta causa i numerosi impegni o un modo per
mantenere la concentrazione sempre alta da
parte di tutti? O l'una o l'altra, visti i «
risultati fin qui ottenuti, mi pare comunque
una scelta giusta». Allora chi è l'anti Juve? -
«Se devo stare a quel che abbiamo visto di
recente, direi l'Inter. Questo non vuol dire
che il Napoli non possa mantenere il
secondo posto come ha dimostrato di saper
fare in questi ultimi anni. Sul primo posto,
però, impossibile farsi illusioni visto lo
strapotere della Juventus. Non a caso la più
"ricca" del Campionato». Quindi il mito -
Sarri è ormai rimosso: niente rimpianti. Non «
si possono fare paragoni. Ancelotti, come ho
detto, caratura internazionale e fra i primi in
assoluto in Italia e all'estero. Sarri carriera
vera ancora breve. Viene dalle categorie
minori e ha già dimostrato di poter far bene
come ha fatto a Napoli. Vedremo». - Del suo
collega Mourinho, invece, cosa pensa.
«Sicuramente un buon tecnico, ma spesso lo
giudichiamo più per la sua voglia di apparire
che per i risultati non sempre brillanti come
all'Inter. Oggi, più che ai miei tempi, si
VERSO NAPOLI - LAZIO
Gigi Simoni e Massimo Moratti
Braglia e Simoni in un Genoa - Napoli
25
lavora per la ribalta TV». Come dire, più a -
favore di telecamera che a favore del gruppo. C'è
qualche emergente che promette bene. Io «
vedo in Giampaolo, oggi sponda Samp
contro il mio sempre amato Genoa col quale
ho fatto il giocatore e l'allenatore, un ottimo
tecnico. Non a caso lo aveva a suo tempo
cercato anche la Juventus (ndr: anche Simoni
ha giocato nella Juve). Io l'ho avuto alla
Cremonese quando ero Presidente e gli
avevo pronosticato una buona carriera. Mi
pare di non essermi sbagliato». Con -
l'ammazza campionato, tempi duri anche per la
Nazionale di Mancini. Penso abbia fatto «
bene a puntare sui giovani. Ne vedo dei bravi
in giro anche se devo riconoscere che i
risultati sono davvero scarsini. La scelta mi
sembra comunque quella giusta. Si vedrà». -
Ventura come Mondino Fabbri che fu il suo
maestro al debutto nel Mantova e poi lo ritrovò
Formazione del Torino 1965/66 - In piedi: Rosato, Bolchi, Poletti, Fossati, Orlando, Vieri
Accosciati: Puia, Ferrini, Simoni, Moschino, Meroni
In un Torino - Napoli con Meroni e Sivori in azzurro
Con Ronaldo e Baggio all'Inter
al Torino (con
Gigi Meroni
s u o g r a n d e
c o l l e g a e
a m i c o ) .
«Forse. Certo
Fabb r i n o n
riuscì mai più
a dimenticare
tutto quello
che dissero di lui. Con Gigi Meroni, oltre
alla sintonia in campo dove lui era un vero
fuoriclasse, ricordo la grande amicizia
personale anche fuori dal campo. Giocavamo
a carte. Niente soldi, solo passatempo». -
Quindi Torino su entrambe le sponde,
Mantova, Genoa fino a quella Cremonese che lo
accolse come figliuol prodigo e lo fece
Presidente. Napoli però ... Napoli è una città «
che ama la sua squadra alla follia,
un'emozione contagiosa che mi ha subito
catturato. Ci sono stato tre volte e non l'ho
mai dimenticata. Tutto è particolare. Le
voglio bene». arbato, generoso, mai G
26
VERSO NAPOLI - LAZIO
eccessivo. In
campo e fuori, è
proprio il caso
d i d i r l o .
Ottanta anni:
quante altre
cose potremmo
rispolverare.
Penso al rigore
clamorosamen
te perdonato a
Juliano che fece
v i n c e r e l o
scudetto alla
Juve e perderlo
all'Inter di Gigi Simoni che, sempre con garbo
ed eleganza, vinse poi una bella Coppa UEFA.
Senza dimenticare che furono quattro (uno da
calciatore) i Campionati di serie B vinti, due dei
quali a Pisa, città dove abita con moglie e figlio.
Ha allenato anche all'estero, Bulgaria, CSKA
Sofia. Lo hanno premiato anche come
l'Allenatore dei sogni, 1994. unga vita Mister L
GIGI, Auguriiiiiiiiiiiiiiiii.
Luigi Simoni – La sua carriera ed il suo palmarés Nato a Crevalcore (Bologna) il 22 gennaio 1939. Debutta come calciatore professionista nel Mantova e sotto la guida di Edmondo Fabbri ottiene la storica promozione in serie A. Nel Campionato 1961/62 passa al Napoli e anche qui firma la promozione in serie A e la conquista della Coppa Italia. L'anno successivo ritorna a Mantova per poi passare al Torino dove gioca per tre stagioni come mediano di sostegno nientemeno che a Gigi Meroni, indimenticabile campione morto in un incidente stradale. Nella stagione 1967/68 è nella Juventus. L'anno dopo scende in B e con la maglia del Brescia ottiene la sua terza promozione in serie A. Conclude la sua carriera agonistica col Genoa nel 1974. Sei le squadre nelle quali ha giocato in venti anni di carriera.Nel 1975, sempre nel Genoa, inizia la sua carriera da allenatore che conclude nel 2014 come Direttore tecnico della Cremonese. 17 le Società di calcio allenate da "Gigi" Simoni dal 1975 al 2014. Dal Genoa al Napoli, dall'Inter ( Coppa UEFA 1997/98) al CSKA Sofia, dal Torino alla Cremonese. Come DT ha gestito anche il Gubbio e la Lucchese (serie C e Lega Pro).Nel suo Palmarés: da calciatore, Coppa Italia e Promozione in A col Napoli. Campionato Italiano di serie B col Genoa. Come allenatore: 3 Campionati italiani di serie B con il Genoa e Pisa due volte, una Coppa Anglo-Italiana con la Cremonese - una Coppa UEFA con l'Inter (1997/98). Premiato come Allenatore dei sogni nel 1994 e vincitore della Panchina d'oro nel 1998.
Con il Presidente Luzzara
Stretta di mano con Roberto Baggio
28
di Salvatore Caiazza
Napoli-Lazio non è una partita
qualsiasi per Pasquale Foggia.
L'attuale direttore sportivo del
Benevento, partenopeo doc, ha avuto il piacere
solo di essere nemico dei colori della sua
squadra del cuore. E varie sfide da avversario le
ha vissute proprio con la maglia biancoceleste.
Nato proprio a due passi da Fuorigrotta
avrebbe voluto, come tutti gli “scugnizzi”
napoletani, giocare nel “mitico” San Paolo. Ci
sarebbe potuto andare anche a piedi al San
Paolo da casa sua ma purtroppo ha dovuto
affermarsi altrove per diventare un calciatore
professionista.
La solita storia
del Napoli che
non si rende
conto di chi ha
in giro per la
città, facendo
felici i club del
Nord. E proprio
a l N o r d h a
iniziato a capire
LE STORIE
Pasquale Foggia e la voglia matta di vestire l'azzurro
Oggi è il direttore sportivo del Benevento ma il talento napoletano non dimentica le emozioni provate al San Paolo
che il calcio era la sua professione. Ceduto dal
Banco di Napoli al Padova a soli 14 anni viene
scelto anche dal Milan. Poi comincia la trafila
con Treviso, Empoli, Crotone e Ascoli. Ecco la
Lazio nel 2006. Ci resta un anno, va alla
Reggina, al Cagliari e poi ci ritorna nel 2008 per
rimanerci fino al 2011. Parentesi con la Samp e
di nuovo nella Capitale. La sua carriera da
calciatore la chiude con la Salernitana. La
soddisfazione è stata anche quella di aver vestito
la maglia dell'Italia. Dopo tutta la trafila delle
Under, tra il 2007 e il 2009 colleziona tre
presenze e un gol con la Nazionale maggiore.
Oggi Pasquale Foggia cura gli interessi di
mercato del Benevento. Persona di fiducia del
presidente Vigorito, mette tutta la sua
conoscenza calcistica a disposizione dei colori
giallorossi. Senza mai perdere di vista la scuola
calcio di Fuorigrotta che porta il suo nome.
Allora Foggia, che sensazioni prova se le dico
Napoli-Lazio? «Beh, sensazioni uniche. Ho
avuto la fortuna di far parte di una grande
società dove ho vinto una Coppa Italia e ho
giocato in Europa League, conquistando
29
anche un posto in Nazionale. Purtroppo
quando poi affrontavo il Napoli era uno
strazio per me». In che senso? «Per me nato al
Rione Traiano, tifoso della Curva B,
affrontare la squadra della mia città non è
mai stato facile. È successo anche con le
altre maglie. Era emozionante ma allo stesso
tempo pensavo che quella era la mia fede».
Una fede che lei ha anche punito…. «Sì, contro
il mio Napoli ho sempre fatto delle ottime
prestazioni. Forse avevo una carica diversa,
inconsapevole, che mi portava a dare il
massimo». Di sicuro ci sarebbe voluto stare
dall'altra parte e avere il San Paolo per lei….
«Credo che sia stato l'unico neo della mia
carriera non aver indossato la maglia
azzurra. E dire che un paio di volte ci sono
andato molto vicino». D'altronde il San Paolo
per gli “scugnizzi” amanti del pallone è come un
tempio…. «Già giocare al calcio è una
fortuna, avere poi la fortuna di farlo con la
squadra del cuore non ha prezzo. Giocare poi
sul quel prato verde dove tanti anni fa c'era il
più forte giocatore del mondo non ha prezzo.
Ma è andata così». Oggi può tifare Napoli
senza problemi. A meno che il Benevento non
ritorni presto in A….«Sarebbe un bel
successo per tutta la Campania. Benevento è
una grande realtà e il presidente Vigorito ha
dimostrato che in serie A ci può stare». Lei
che ha vissuto da avversario i primi anni della
gestione De Laurentiis, come è cresciuto questo
Napoli? «In maniera esponenziale. Credo che
la maggior parte dei tifosi napoletani non si
aspettava una crescita del genere nel giro di
poco tempo. In Italia ma soprattutto
all'estero ha dimostrato il suo valore».
Adesso poi c'è Ancelotti…. «Un personaggio
incredibile. Ho avuto la fortuna, anche se per
poco, di essere allenato da lui. Una cosa è
viverle certe situazioni , un'altra è
raccontarle. Credo che i giocatori del Napoli
di adesso devono veramente ringraziare Dio
per la fortuna che hanno ad avere come guida
tecnica uno come Ancelotti. De Laurentiis è
stato molto bravo a portarlo a Napoli. È
diverso dagli altri, sotto l'aspetto umano e
del carisma sa trasmettere i suoi concetti in
maniera egregia ed elegante. Ha un suo
modo di vedere il calcio che altri non
hanno». Può farcela il Napoli per lo scudetto?
«Da buon napoletano la speranza è l'ultima a
morire. Ma poi la realtà dice che la Juve ha
Cristiano Ronaldo e diventa complicato
vincere lo scudetto. Il Napoli ci deve provare
fino alla fine perché è giusto che sia così
anche se hai davanti una squadra così forte.
Allora si punta alla Coppa Italia e all'Europa
League? «I trofei sono sempre trofei. Rimane
sempre lì scritto il tuo nome. Vincere la
Coppa o l'Europa League è importante. Poi
diventa tutto bello».
MertensA Napoli un Ciro venuto dal Belgio
MERTENS:IL FOLLETTO BELGADIVENTATO NAPOLETANO
resce in diverse squadre belghe,
Ctra cui l'Anderlecht ed il Gent,
prima di affermarsi nei Paesi Bassi.
Si mette in luce con la maglia dell'AGOVV
nel triennio 2006-2009 e passa quindi
all'Utrecht, dove milita due anni e poi per
altri due al PSV prima di approdare nel 2013
al Napoli. Comincia da esterno d'attacco,
faticando a partire titolare chiuso dalla
competizione con Insigne ma risultando
spesso decisivo da subentrante. Per
l'infortunio di Milik Sarri lo trasforma in un
implacabile bomber d'area di rigore. Con gli
azzurri ha già vinto una Coppa Italia ed una
Supercoppa Italiana. Grazie alla sua statura
risulta essere un giocatore che fa della corsa
e della tecnica le sue migliori qualità. Dotato
di un dribbling devastante, è in grado di
rubare l'occhio per i numeri palla al piede di
cui è capace. Con il pubblico partenopeo ha
instaurato un legame speciale tanto da
essersi completamente “napoletanizzato”. I
tifosi lo hanno difatti soprannominato
“Ciro”, nome tra i più diffusi a Napoli.
Dries Mertens: nato a Lovanio (Bruxelles), età 31, altezza 169 cm, peso 61 kg
30
IL CONFRONTO
IMMOBILE:IL BOMBER DI RAZZA DI CUIROMA AVEVA BISOGNO
Ciro Immobile:nato a Torre Annunziata (Napoli), età 28, altezza 185 cm, peso 85 kg
i forma nelle giovanili del Sorrento.
SÈ Ciro Ferrara a notarlo e a portarlo
nel 2007 alla Juventus, con la quale
vince da protagonista due Tornei di
Viareggio ed esordisce in massima serie ed
in Champions League. Dopo i prestiti al
Siena e al Grosseto, è nella stagione 2011-
2012 a Pescara con Zeman in serie B che si
afferma definitivamente, segnando 28 gol.
Nelle quattro stagioni successive milita con
Genoa, Torino, Borussia Dortmund e
Siviglia. Fa poi ritorno per 6 mesi a Torino,
sponda granata, prima di essere acquistato
dalla Lazio nell'estate del 2016. Immobile è
un centravanti capace di spaziare su tutto il
fronte offensivo. Dotato di un ottimo
dribbling nello stretto, di un fisico possente e
di un micidiale tiro di prima intenzione, da
ogni posizione sia di destro che di sinistro.
Vero e proprio bomber di razza che ha
segnato un'infinità di gol e che a Roma in
biancoceleste è diventato idolo dei tifosi.
Prossimo step: trovare la stessa continuità di
rendimento con la Nazionale italiana.
di Marco Boscia
31
Immobile A Roma il Ciro da Torre Annunziata
33
L’INTERVENTO
La violenza ed il razzismo nel calcio di Giovanni Gaudiano
Massimo Costa, arbitro benemerito, pensa che una maggiore determinazione da parte delle istituzioni sia necessaria per evitare che una manifestazione sportiva si trasformi in una guerriglia urbana
La vergogna di Milano nella partita del 26
dicembre tra Inter e Napoli e la guerriglia di
Roma di qualche giorno fa. A poca distanza di
tempo due episodi che testimoniano come
l 'ambiente del calcio italiano non stia
attraversando uno dei migliori momenti. Ne
parliamo con Massimo Costa attuale segretario
Provinciale del PD ma soprattutto arbitro
benemerito dell'Associazione Italiana Arbitri
della Federazione Italiana Giuoco Calcio. -Cosa
ne pensi di questa situazione verificatasi a
Milano con le urla e gli insulti a Koulibaly e
soprattutto di questo razzismo strisciante che
continua a imperversare nel campionato
italiano? «É una cosa grave, su cui agire con
determinazione a tutti i livelli a partire dalle
istituzioni. Si tratta di un fenomeno che può
mettere a rischio lo sport, le competizioni e
la credibilità del sistema. Non si può più
parlare di razzismo strisciante, è un
atteggiamento che non va preso sotto
gamba che non appartiene al mondo dello
sport ma al tempo in cui viviamo. Ne
trascende un preoccupante ricorso alla
violenza che è diventato drammatico,
assistiamo a morti che sono collegati a
questo o quell'evento sportivo ma alla fine si
tratta di episodi di pura violenza. Bisogna
agire con mano ferma, i delinquenti devono
andare in galera e rimanerci, pensare di
andare allo stadio già armati deve
corrispondere ad una condanna di livello. Se
non diamo esempi di questo tipo, avremo
sempre più difficoltà a contenere la
problematica. Le istituzioni calcistiche, che
fanno egregiamente il loro lavoro, devono
a g i r e a n c h ' e s s e c o n g r a n d e
determinazione». Sarebbe stato importante
interrompere o sospendere la gara tra Inter e
Napoli per lanciare un chiaro segnale a tutto il
mondo del tifo organizzato e non? «Ci ho
riflettuto a lungo, è complicato dire cosa
sarebbe stato meglio fare. La sospensione
della partita per esempio potrebbe essere
strumentalizzata da tutte le tifoserie per
poter aumentare i l proprio potere
contrattuale nei confronti delle società. E
p o i u n a d e c i s i o n e s i m i l e av rebb e
determinato un serio problema di gestione
dell'ordine pubblico visto il numero di
34
Massimo Costa
L’INTERVENTO
spettatori presenti alla partita. Credo sia più
praticabile immaginare una sanzione
successiva. Chi non merita di vedere una
part i t a d i ca l c io dovrebbe e s se re
allontanato, sarei per il Daspo a vita di
fronte a comportamenti di questo tipo,
magari immaginando una possibile
revisione solo in presenza di comportamenti
di sicuro ravvedimento ma almeno dopo
dieci anni. Un presunto tifoso che va armato
allo stadio e aggredisce avversari e forze
dell'ordine merita il Daspo ed altri
provvedimenti di legge». - Sei d'accordo con il
L’INTERVENTO
35
Presidente Gravina, quando ha detto che il
calcio non si deve fermare? «Sono d'accordo,
non si può fermare il campionato per quattro
delinquenti. Del resto di fronte alla
delinquenza cittadina cosa dovremmo fare:
chiudere le città? Io penso che vada adottata
la linea dura contro i colpevoli, anche
attraverso la tecnologia . Abbiamo
telecamere negli stadi che aiutano a
ident i f i ca re i t i fo s i . Prend iamo i
responsabili e diamo un segnale forte». -Gli
scontri di Roma che preludono alla partita tra
Napoli e Lazio portano un altro tema: le
tifoserie in trasferta. Giusto impedire le
trasferte? «Di fronte a situazioni gravi
bisogna agire in maniera straordinaria.
Ricordo quando furono aboliti i treni dei
tifosi perché ci furono i morti tra i
sostenitori della Salernitana sotto il tunnel
della stazione delle Carrozze. Gli incidenti
di Roma di questi giorni sono gravi. È
difficile immaginare che questi gruppi di
pseudo tifosi invece di sostenere i propri
colori non trovino di meglio che aggredire le
forze dell'ordine. Il fenomeno non ha nulla
di sportivo ma è prettamente delinquenziale
e quindi va combattuto con qualunque
mezzo». -Che sensazione ti ha lasciato la
reazione di Koulibaly, che forse era più rivolta al
pubblico che all'arbitro, dal punto di vista
umano oltre che professionale? «Non so se
fosse diretta al pubblico. In quel frangente è
normale che abbia determinato la sanzione
arbitrale. Certo giocare un'intera partita
sentendosi beccato costantemente non è
piacevole sia sul piano sportivo che su quello
umano. Inoltre è umiliante per gli stessi
compagni di squadra. A questo proposito ho
colto dopo l'espulsione una partecipazione
dei calciatori dell'Inter, soprattutto di
Icardi, di grande comprensione per quanto
stava avvenendo. Il mondo del calcio e le
istituzioni devono lottare affinché questo
fenomeno sia eradicato».
Sassuolo battutoAdesso tocca al Milan
LA COPPA ITALIA
36
La ripresa dopo una lunga sosta è sempre
insidiosa. In Coppa Italia il Napoli ha archiviato
senza particolari problemi la pratica Sassuolo,
conquistando la qualificazione ai quarti di
finale. Soltanto in 15mila al San Paolo hanno
accompagnato il 2 a 0 degli azzurri sui
neroverdi. Senza Hamsik indisponibile, Albiol,
Zielinski, Mertens ed Allan, subentrato poi a
gara in corso, Carlo Ancelotti ha proposto
di Lorenzo Gaudiano
Facile 2 a 0 per il Napoli contro i neroverdi di De Zerbi. Appuntamento al 30 gennaio per i quarti di finale allo Stadio Meazza contro il Milan di Gattuso
l'ennesimo undici innovativo, impiegando
Insigne sulla fascia sinistra di centrocampo e
Ounas in appoggio alla punta Milik. Il ritorno
di Koulibaly in difesa ha dato di nuovo solidità
ad un reparto che prima della sosta contro il
Bologna aveva traballato terribilmente.
Diawara e Fabian Ruiz a centrocampo hanno
saputo interpretare entrambe le fasi di gioco
contro la fisicità e la velocità dei giocatori
neroverdi. Sono apparsi particolarmente in
forma Insigne ed Ounas. Lorenzo il Magnifico
da trequartista è tornato a ricoprire il ruolo di
esterno, dimostrando di avere una maggiore
predisposizione nello sfornare assist per i
compagni d'attacco. Il talento algerino invece
con l'arrivo di Ancelotti alle falde del Vesuvio
sembra aver acquisito quella fiducia che gli era
mancata sotto la gestione Sarri. Sulla trequarti
Ounas con il suo talento nel dribbling è
imprevedibile e può tranquillamente spostare
gli equilibri di una partita. Il primo gol
partenopeo è arrivato proprio grazie ad uno
scambio tra questi due giocatori, finalizzato poi
da Milik. Il Sassuolo ha provato ad insidiare il
Napoli e ad agguantare il pareggio (tra l'altro
messo a segno da Locatelli ma annullato per un
fallo di mano). La storia della partita però si è
37
conclusa con il bellissimo tiro rasoterra
realizzato da Fabiàn Ruiz. Nel finale Ancelotti
ha concesso qualche minuto al 18enne Gianluca
Gaetano, all'esordio con la maglia della prima
squadra che è apparso emozionato di giocare sia
pur solo qualche minuto dinanzi al pubblico del
San Paolo. Mancavano diversi titolari, che tra
l'altro mancheranno anche in occasione della
prima di ritorno contro la Lazio, ma il Napoli è
apparso in buona forma. È necessario soltanto
che gli uomini di Ancelotti, prima di prendersi
dei rischi sul risultato, chiudano prima la partita
per poter gestire le energie fino al fischio finale.
Ai quarti l'impegno sarà più duro. Il 30 gennaio
gli azzurri affronteranno il Milan a San Siro, tra
l'altro il Napoli giocherà anche qualche giorno
prima per la seconda giornata del girone di
ritorno del campionato. L'augurio è che non si
ripeta quanto accaduto in occasione della sfida
di Natale tra Inter-Napoli. Gli episodi di
intolleranza dagli spalti hanno confermato
come in Italia si sia indietro su temi di grande
attualità come il razzismo. La Coppa Italia deve
essere un obiettivo e l'ostacolo Milan subito
metterà alla prova il Napoli, che non solleva un
trofeo dall'era Benitez. Nell'ultimo triennio
l'impegno profuso dagli azzurri nelle coppe non
è stato dei migliori. Con Ancelotti adesso è
possibile realizzare un salto di qualità, perché il
Napoli dalla sua parte ha le risorse tecniche e
l'esperienza internazionale del suo tecnico per
arrivare sino in fondo sia in Coppa Italia che in
Europa League.
Il Cammino Azzurroriparte dalla LazioAl San Paolo si affrontano due squadre votate al gioco con obiettivi diversi: il Napoli cerca di tenere il passo della Juve, la Lazio insegue la zona Champions
di Bruno Marchionibus
38
Napoli e Lazio, in questi anni di assoluto dominio
bianconero, sono state le due squadre col
rendimento più costante e le uniche capaci di portare
via, nelle Coppe Nazionali, qualche titolo ai
cannibali juventini. Risultati, questi, a cui le due
c o m p a g i n i s o n o a r r i v a t e m e d i a n t e l a
programmazione e mettendo in mostra un calcio
piacevole e d'attacco. La sfida del San Paolo tra il
Ciuccio e l'Aquila, così, promette spettacolo e si
preannuncia aperta a qualsiasi possibile risultato,
con il Napoli pronto a ravvivare la caccia alla Juve
capolista e la Lazio decisa a dare un segnale forte alle
rivali in lizza per un posto Champions.
Una gara che promette spettacolo
Due squadre votate all’attaccoma pragmatiche
LA PRESENTAZIONE
Il Napoli sceso in campo all'Olimpico nella gara d'andata
Uno dei pregi della Lazio di Inzaghi è quello di
essere squadra duttile, in grado di modificare
sistema di gioco a seconda di avversari e fasi della
partita; i biancocelesti, inoltre, sono forti di
individualità notevoli, su tutti Milinkovic con la sua
classe e la sua fisicità, ma anche Luis Alberto e
Correa sono uomini in grado di inventare dal nulla
una giocata decisiva. La squadra di Inzaghi può
anche contare sulla vena realizzativa del bomber
Ciro Immobile, che a Roma ha trovato l'habitat
ideale per rendere stabilmente al meglio delle
proprie possibilità. Il Napoli, dal canto suo, negli
ultimi mesi con il 4-4-2 firmato Ancelotti si sta
rivelando squadra meno spettacolare ma più pratica
NAPOLI - LAZIO
STADIO SAN PAOLO - 20 GENNAIO 2019 - ORE 20.30
CAMPIONATO – SERIE A GIRONE DI RITORNO
1^ GIORNATA
NAPOLI
ALLENATORE ANCELOTTI
ZIELINSKI
MERTENS
NAPOLI
ALLENATORE ANCELOTTI
STADIO SAN PAOLO
HYSAJ
MILIK
DIAWARA
FABIAN RUIZMAKSIMOVIC
GHOULAM
MERET
LULIC
LUIS
IMMOBILE
39
NAPOLI - LAZIO
STADIO SAN PAOLO - 20 GENNAIO 2019 - ORE 20.30
LAZIO
ALLENATORE INZAGHI
ZIELINSKI
LAZIO 3
-4-2
-1
MERTENS
LUIZ FELIPE
ACERBI
RADU
PATRIC
PAROLO
MILINKOVIC-SAVIC
LULIC
STRAKOSHA
LUIS ALBERTO
CORREA IMMOBILE
sicuramente quello del 29 aprile '90, quando i
partenopei battendo per 1 a 0 gli aquilotti con gol di
Baroni si aggiudicarono il secondo Tricolore della
loro storia, ma negli ultimi anni sono stati numerosi
gli incroci a Fuorigrotta tra le due compagini che
hanno lasciato il segno. Dal 4 a 3 per i padroni di casa
dell'aprile 2011, quando i ragazzi di Mazzarri grazie
ad una tripletta del Matador Cavani ebbero la
meglio sui laziali al termine di un incontro al
cardiopalma, al 4 a 2 per i biancocelesti all'ultima
giornata del torneo 2014/15, che regalò agli uomini
di Pioli la qualificazione ai preliminari di Champions
a scapito proprio della banda Benitez. In
quell'occasione Higuain sul 2 a 2 calciò alle stelle un
penalty decisivo. Poi nel settembre successivo con
una tripletta l'argentino firmò il 5 a 0, primo
risultato di rilievo della gestione Sarri; i match tra
gli azzurri e la Lazio hanno sempre assicurato agli
spettatori gol ed emozioni.
rispetto al triennio sarriano, come testimoniano le
svariate vittorie di misura arrivate nel corso della
stagione. Gli azzurri già dalla sfida ai capitolini
dovranno ad ogni modo dimostrare di aver
completamente assorbito i l contraccolpo
dell'immeritata eliminazione dalla Champions,
affidandosi, squalificato Insigne, alla coppia
offensiva formata da Mertens e Milik, a segno sei
volte nel mese di dicembre.
La sfida tra Napoli e Lazio, come primo cassetto
della memoria collettiva azzurra, va ad aprire
Gol, spettacolo ed emozioni neiprecedenti confronti
Carlo Ancelotti e Simone Inzaghi
Il pareggio di Milik
BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a.Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: [email protected] – [email protected] Palma Campania (NA)Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120
41
IL FILM DEL CAMPIONATO
20 scatti per il girone d'andata del Napoli di Carlo Ancelotti di Giovanni Gaudiano Foto di Pietro Mosca
om'è stato il girone d'andata del Napoli
Ccon Carlo Ancelotti in panchina? Viene
subito da rispondere: di sostanza. In
questi pochi scatti che vi proponiamo, colti
dall'occhio assiduo e pronto di Pietro Mosca, c'è
l'essenza della prima parte della stagione degli
azzurri. L'arrivo in estate del tecnico emiliano è
stato accolto dal pubblico napoletano con un
misto di rispetto e stima, anche se molti si
lamentavano per l'addio di Sarri, il tecnico del
bel gioco, dovuto a loro dire per una scelta del
presidente. iente di più sbagliato. Sarri è N
andato via seguendo il rumore del fruscio delle
banconote, quelle che si era visto passare
davanti negli anni di lavoro in banca. Non è una
critica ma una semplice considerazione dettata
dalla sua dichiarazione resa in televisione: “Con
il prossimo contratto mi vorrei arricchire”. e D
Laurentiis si è probabilmente speso con il
toscano come non mai, basta pensare alla visita
che il presidente organizzò durante la sosta di
capodanno scorso al tecnico, raggiungendolo
nel suo paese d'origine. u in quell'occasione F
che l'idea Ancelotti prese definitivamente piede,
quando il numero uno si rese conto che con la
testa ed anche con il cuore Sarri era già da
Carlo Ancelotti:
‘‘Siamo in linea
con que l l o che
abbiamo meritato
sinora. Il girone
d’andata è stato
o t t i m o . S o n o
convinto che non
abbiamo ancora
espresso il nostro
vero potenziale
fino in fondo. Ho
una rosa composta
da ragazzi seri,
forti e umili
Lazio – Napoli 1 a 2: Insigne dopo il gol vittoria
Napoli – Milan 3 a 2: La gioia di Zielinski
Samp – Napoli 3 a 0: “Brutto raffreddore”
42
IL FILM DEL CAMPIONATO
3
Napoli – Fiorentina 1 a 0: Il colpo vincente di Insigne
Torino – Napoli 1 a 3: Verdi sigla il suo primo gol
Napoli – Parma 3 a 0: Milik realizza una doppietta
Juventus – Napoli 3 a 1: Il pareggio di Mandzukic
Napoli – Sassuolo 2 a 0: Il gol lampo del giovane Ounas
43
da un'altra parte. Non bastarono rilanci e
rassicurazioni di tenere compatto il gruppo.
Sarri, contrariamente a quanto dichiarato
all'inizio dell'estate, aveva già deciso e con lui il
suo procuratore. l pubblico, però, che di sicuro I
non dimenticherà la scorsa stagione, cadute di
stile e giustificazioni a volte poco comprensibili
comprese, ha capito in questi mesi quale salto di
qualità la società, la squadra, la città stiano a
mano a mano realizzando. ncelotti è un uomo A
tranquillo, sereno, consapevole delle sue
possibilità e soprattutto di quelle della sua
Udinese – Napoli 0 a 3: Si festeggia in gruppo dopo la netta vittoria
Napoli – Roma 1 a 1: Mertens in “Zona Cesarini”
Napoli – Empoli 5 a 1: Dries e la sua tripletta
Genoa – Napoli 1 a 2: Vittoria sotto la pioggia
Napoli – Chievo 0 a 0: Il Chievo fa catenaccio
44
IL FILM DEL CAMPIONATO
squadra, quel gruppo che senza proclami, senza
professioni di fede e senza mai spiccicare un
minimo di paragone sta portando a giocare un
calcio diverso, fatto di verticalizzazioni, di
ricerca della velocità, di determinazione e
soprattutto di capacità di tenere tutta la rosa in
corsa e pronta a dare il necessario contributo.
L'avversario è sempre più forte, è intervenuto
sul mercato con investimenti importanti. Il
Napoli, però, non ha mai mollato. Rispetto allo
scorso anno gli azzurri hanno qualche punto in
meno che potrà essere recuperato con un girone
di ritorno ancora migliore e soprattutto in
crescendo rispetto a quello dello scorso anno,
quando Hamsik e compagni non furono capaci
di ripetersi nella seconda parte del campionato.
Si tratta di un bilancio provvisorio, anche se
l'avventura in Champions ha già mostrato una
crescita per una squadra che deve consolidare la
sua presenza in Europa ed il suo importante
ranking.
Atalanta – Napoli 1 a 2: Milik segna un gol splendido
Napoli – Frosinone 4 a 0: Un’agevole vittoria
Cagliari – Napoli 0 a 1: La punizione vincente di Milik
Napoli – Spal 1 a 0: Il gol vittoria di Albiol Napoli – Bologna 3 a 2: Milik e Mertens sotto l’albero
Inter - Napoli 1 a 0: Mazzoleni super star
45
All'assalto dell'Europa LeagueLungo e tortuoso è il percorso verso Baku. La
finale di Europa League, che si terrà al Bakı
Olimpiya Stadionu il 29 maggio, è lontana. Le
tappe per raggiungerla sono tante: alcune
saranno più agevoli, ma comunque da non
sottovalutare; altre più difficili. Il Napoli può
contare su un organico at tre zzato e
sull'esperienza internazionale di Carlo
LA STRADA PER BAKU
Alla scoperta dello Zurigo di Lorenzo Gaudiano
La squadra della città più grande della Svizzera costruita attorno alle banche sarà il primo ostacolo nel cammino del Napoli in Europa League
Lo Zurigo 2018-19
Ancelotti per fare bene in questa competizione e
provare a sollevare questo trofeo, che manca in
bacheca dal 1989.
La prima tappa di questo viaggio verso
l'Azerbaijan sarà Zurigo, la maggiore città
svizzera per numero di abitanti nonché
maggiore piazza finanziaria del Paese, seconda
Una città elegante e centro di cultura
Una panoramica di Zurigo e del fiume Limmat
46
in Europa preceduta da Londra e nona a livello
mondiale. Da colonia celtica, colonizzata
successivamente dai Romani, la città elvetica si
è evoluta nel corso dei secoli, arrivando a
contrastare il titolo di capitale, andato poi a
Berna. Tra le banche lungo il fiume Limmat e i
circa 350 km di piste ciclabili Zurigo è
considerata una delle città più vivibili d'Europa
e nello stesso tempo un centro culturale noto
per l'Odeon Café, luogo di ritrovo di noti
personaggi storici del primo Novecento come
Joyce, Lenin, Mann ed Einstein, per il
Politecnico federale di Zurigo, uno dei poli di
ricerca più importanti al mondo ed anche per
l'importante Opernhaus, il Teatro dell'Opera,
inaugurato il 30 settembre del 1891. Meta
d'interesse per una visita, la città dove il Napoli
il 14 febbraio darà inizio al suo cammino in
Europa League dopo l'eliminazione dal girone
di Champions si presta per una trasferta non
L'Odeon Café
Il Politecnico Federale della città elveticaIl Teatro dell'Opera
solo sportiva.
Lo Zurigo fu fondato nello stesso giorno del
Napoli, il 1° agosto, soltanto 30 anni prima della
società partenopea. La squadra elvetica vanta
un palmarés ricco di trofei nazionali: 12 titoli,
10 coppe di Svizzera e una coppa di Lega. Nel
1964 e nel 1977 i biancoblù raggiunsero la
semifinale di Coppa Campioni, uscendo
sconfitti per mano di Real Madrid e Liverpool,
fatali anche per il Napoli in Champions
rispettivamente nel 2017 e in questa stagione.
Quest'anno, a metà campionato, lo Zurigo è
quarto in classifica a 24 punti di distanza dalla
prima, lo Young Boys, ma a solo 5 punti di
distanza dalla possibile qualificazione in
Champions. La squadra allenata da Ludovic
Magnin, ex terzino sinistro anche della
nazionale elvetica, fino a questo punto è apparsa
poco competitiva in campionato, riuscendo
invece a disputare un buon girone in Europa
League contro Bayer Leverkusen, Aek Larnaca
e Ludogorets, superato con due giornate di
anticipo al secondo posto proprio dietro la
compagine tedesca. Si tratta di una squadra
giovane, arricchita dal contributo di qualche
giocatore d'esperienza, che negli ultimi due anni
La squadra di Ludovic Magnin
LA STRADA PER BAKU
47
dopo una retrocessione in Serie B svizzera nel
2016 ha saputo ricostruirsi. Grazie alla vittoria
della coppa Nazionale in quell'anno gli elvetici,
pur militando nel campionato cadetto,
parteciparono alla fase a gironi dell'Europa
L e ag u e 2 0 1 7 , m a n c a n d o d i p o c o l a
qualificazione ai sedicesimi. Con il sostegno dei
circa 26mila tifosi che al Letzigrund Stadion
assisteranno alla partita d'andata lo Zurigo
rappresenterà un ostacolo da non sottovalutare
per il Napoli. Il campionato elvetico riprenderà
il 2 febbraio, quindi i partenopei avranno
qualche partita in più nelle gambe. Due sono le
minacce che il Napoli dovrà contenere: il
centravanti Odey e l'esterno offensivo Kololli.
L'entusiasmo e la voglia di far bene contro una
squadra importante saranno inoltre le armi
dello Zurigo in questi sedicesimi. Il Napoli di
Ancelotti dovrà fare attenzione a non
sottovalutare la partita e cercare di chiudere il
discorso ottavi già in parte in terra elvetica,
considerando anche gli incroci di campionato
contro Fiorentina, Torino e Parma che saranno
fondamentali per continuare ad inseguire la
Il Letzigrund Stadion dove gioca anche il Grasshopper
Juventus. Ai sedicesimi il Napoli negli ultimi
anni è stato eliminato tre volte: nel 2013 contro
il Viktoria Plzen, quando in panchina c'era
Mazzarri; nel 2016 e nella passata stagione con
Sarri alla guida dei partenopei contro Villarreal
e Lipsia.
Quest'Europa League potrebbe per questo
certificare la crescita internazionale dei
partenopei. Rispetto al passato bisognerà
affrontare la competizione con la giusta
determinazione per andare avanti ed approdare
agli ottavi, raccogliere punti utili per il ranking,
incassare proventi necessari alla società e
tentare di raggiungere anche per il prestigio la
finale di Baku. La strada è lunga e di certo
presenterà difficoltà maggiori nell'andare
avanti ma il Napoli sostenuto dal suo pubblico,
che di certo non mancherà a Zurigo, e costruito
da Carlo Ancelotti ha le risorse per poter ben
figurare e, perché no, centrare l'obiettivo.
Gli obiettivi del Napoli
L'APPROFONDIMENTO
49
L'APPROFONDIMENTO
Il Napoli e l'Europa League
Carlo Ancelotti
di Francesco Marchionibus
l sogno Champions del Napoli si è Iinfranto di fronte a un girone di
qualificazione difficilissimo, in cui gli
azzurri si sono misurati con due delle
c and idate a l l a v i t to r i a f i na l e de l l a
competizione, e al termine del quale
nonostante le belle prestazioni fornite sono
stati costretti all'eliminazione solo per
differenza reti e con una sola sconfitta subita.
Ma proprio il cammino condotto nelle partite
del girone ha mostrato come la squadra
azzurra sia oramai in grado di competere
praticamente ad armi pari, e comunque di non
sfigurare, con le maggiori potenze calcistiche
europee. Ecco dunque che l'eliminazione dalla
Champions, una volta superata l'amarezza per
aver visto sfumare in extremis un traguardo
quasi raggiunto, può rappresentare il
trampolino di lancio per una grande stagione
in Europa League: il carisma di mister
Ancelotti e la sua abitudine a disputare le
competizioni internazionali, unitamente alla
sempre maggiore consapevolezza della
propria forza da parte dei giocatori, molti dei
quali hanno oramai maturato anche una buona
esperienza internazionale, possono consentire
R a n k i n g e
p r e m i : e c c o
perché il Napoli
dovrebbe puntare alla
seconda compet iz ione
e u r o p e a m a g a r i
intervenendo sul mercato
50
Aurelio ed Edoardo De Laurentiis
al Napoli di arrivare molto avanti in E.L. e,
perché no, di puntare alla vittoria finale. E se
gli azzurri riusciranno a disputare una grande
Europa League, oltre a regalare ulteriori
emozioni e soddisfazioni alla tifoseria,
compiranno un ulteriore importante passo in
avanti anche per il consolidamento futuro del
club partenopeo, sia dal punto di vista sportivo
che da quello economico. In primo luogo,
infatti, andare avanti il più possibile in E.L.
consentirà al Napoli di conquistare i punti
necessari per mantenere il proprio ranking
internazionale (attualmente la 16^ posizione),
se non addirittura per migliorarlo, e quindi di
presentarsi ai sorteggi della prossima
Champions 2019/2020 mantenendo la
seconda fascia. Inoltre, grazie all'incremento
dei premi previsti in questa stagione per la
partecipazione all'Europa League, il club
azzurro arrivando in fondo alla competizione
potrebbe garantirsi un ritorno economico
molto interessante. La UEFA ha stabilito un
monte premi compless ivo per l 'E .L .
2018/2019 di 560 milioni di euro, con un
aumento di oltre 160 milioni rispetto alla
stagione precedente. Del montepremi totale il
25% (140 milioni di euro, 2,92 a squadra) è
destinato ai 48 club partecipanti alla fase
iniziale a gironi, il 30% (168 milioni) attribuito
in base alle prestazioni (1 milione alle vincenti
dei gironi, 0,5 alle seconde, 0,5 per i sedicesimi,
1,1 per gli ottavi, 1,5 per i quarti, 2,4 per le
semifinali e 4,5 per le finaliste, con 4 milioni
ulteriori per la squadra vincente), il 15% (84
milioni) attribuito in base al ranking degli
ultimi dieci anni e il 30% (168 milioni) in base
al cosiddetto “market pool”, e cioè alla
suddivisione delle quote del mercato
televisivo. on questi numeri, anche se non è C
possibile stabilire in anticipo la cifra precisa
che si potrà incassare (gli importi distribuiti
dal market pool per ogni singolo club possono
essere calcolati non prima della fine della
competizione), è però possibile stimare che il
raggiungimento delle semifinali di E.L. possa
essere più remunerativo della partecipazione
agli ottavi di Champions e che arrivare in
finale di E.L., magari vincendola, possa
equivalere a disputare un quarto di finale di
C.L.. uesto vuol dire che con l'attuale Q
situazione di classifica della serie A il club
azzurro pur non facendo calare la tensione in
campionato dovrà considerare l'Europa
League come un obiettivo primario, per
prestigio sportivo, prospettive future e ritorno
economico. er questo motivo, anche se il P
mister ufficialmente ha dichiarato che non ci
saranno interventi sul mercato di gennaio e se
la gran parte delle notizie che si rincorrono in
questi giorni sono destinate a rimanere solo
voci senza fondamento, per il Napoli in
prospettiva europea sarebbe importante
acquistare uno/due giocatori capaci di elevare
ulteriormente la qualità della rosa senza
alterarne gli equilibri.
51
IL MONDO ECONOMICO
La Banca Popolare del MediterraneoIl Presidente del Comitato Esecutivo Gennaro Fusco parla della Banca, della sua espansione, degli obiettivi e delle difficoltà del mercato meridionale e del lavoro di chi tutti i giorni si batte per combattere l'omologazione
Il mondo imprenditoriale partenopeo e le
famiglie hanno perso da qualche anno
riferimenti finanziari sul territorio. Le
agg regazioni , le volontà pol it iche, la
competitività e la necessità di presentarsi al
mondo economico con un patrimonio adeguato
e un cassetto di insolvenze apparentemente
leggero, ha impegnato la Banca d'Italia in un
lavoro di accorpamento e di fusione che alla fine
ha visto le istituzioni bancarie meridionali di
fatto sparire. La recente ultima modifica, che ha
interessato il Banco di Napoli già oggetto in
passato di accorpamento, ma che oggi già sa che
tra qualche tempo smetterà di esistere anche
attraverso il nome che ancora campeggiava
nelle insegne delle filiali sparse sul territorio
d e l M e z z o g i o r n o , n e è u n a b u o n a
testimonianza. In questo panorama c'è però chi
ha pensato di poter combattere il monopolio
delle banche del nord partendo da zero: è il caso
Napoli. A parlare a tutto tondo è il Presidente
del Comitato Esecutivo il dottor Gennaro
Fusco. Come è nata la Banca e quale è stata ad
oggi la sua evoluzione? «L'idea della
costituzione della Banca nasce nel 2005 per
la volontà di realizzare sul territorio
un'istituzione finanziaria in grado di dare
risposte adeguate alle istanze delle piccole
imprese e delle famiglie. La Banca Popolare
del Mediterraneo dopo un lungo iter
autorizzativo ha avviato l 'attività,
inaugurando lo sportello di Via Depretis in
Napoli, a marzo del 2012. È una società
cooperativa che oggi conta circa 1500 soci e
20.000.000 di € di capitale con punti
52
operativi in Via Argine, Palma Campania e
Sant'Antimo». Quali erano gli obiettivi che
l'iniziativa voleva raggiungere? «Realizzare
un veicolo bancario che raccogliesse le
risorse del territorio e nello stesso territorio
realizzasse gli impieghi, in modo da creare
un circolo virtuoso con le risorse locali e che
avesse i centri decisionali
proprio sul medesimo
terr i tor io» . Come ha
r i s p o s t o i l m o n d o
i m p r e n d i t o r i a l e
all'iniziativa? È stato facile
diffondere la presenza di un
istituto appena nato? «Il
tessuto imprenditoriale
r e g i o n a l e è m o l t o
variegato e con diffuse
sensibi l i tà . Tuttavia
l'iniziativa è stata accolta
con favore e lo testimonia
il numero di sottoscrittori
d e l c a p i t a l e c h e f a
r i f e r i m e n t o p r e v a l e n t e m e n t e a d
imprenditori dell'area campana. Non è stato
affatto facile e tutt'ora non lo è in quanto la
BPMed compete con gli istituti di credito
che hanno una lunga storia ed una grande
dif fusione. Tuttavia la conoscenza
approfondita del territorio consente ad una
piccola banca come la nostra di poter
svolgere un ruolo di assistenza alle piccole
imprese e alle famiglie più diretto ed
immediato». Che periodo attraversa
l'economia napoletana? «Non è certamente
u n a s t a g i o n e d i g r a n d e c r e s c i t a
dell'economia locale, ad ogni modo segnali
di conforto si registrano dal terziario, dalla
ristorazione e dal comparto turistico in
generale che mostra significativi incrementi
di volumi e presenze negli ultimi anni».
C o m e a p p a i o n o l e
prospettive del mondo
economico campano viste
da un operatore finanziario
del settore? «Il discorso
meriterebbe un lungo
a p p r o f o n d i m e n t o .
L'economia regionale
evidentemente subisce
gli eventi globali nella
buona e nella cattiva
sorte. Esistono delle aree
d i e c c e l l e n z a c h e
crescono con interessanti
p r o s p e t t i v e m a i l
p roblema at t i ene a l
raggiungimento delle condizioni di
“normalità” dei servizi e delle infrastrutture.
Le istituzioni purtroppo non incentivano la
crescita di auto-imprenditorialità e non
creano i presupposti adeguati per favorire le
iniziative dei privati. Mi riferisco al tema
trasporti, sicurezza, parcheggi, decoro etc.,
che rappresentano i requisiti preliminari per
lo sviluppo florido di una comunità».
Tornando indietro nel tempo, impiegherebbe il
suo tempo per fondare una nuova banca? «È
IL MONDO ECONOMICO
53
una domanda che mi sono posto più volte.
L'impegno è stato inimmaginabile. Tuttavia
aver dato vita all'unica banca popolare
autentica con sede in Napoli, aver finanziato
centinaia di imprese, aver dato lavoro
direttamente o indirettamente a decine di
soggetti e aver favorito in parte a progetti
d'impresa, altrimenti inesistenti, mi fa
propendere decisamente per un sì. In fondo,
mutuando una considerazione di un
banchiere esperto, è innegabile che anche in
una cattiva economia si possa fare una buona
banca!». Gennaro Fusco
Presidente del Comitato EsecutivoBanca Popolare del Mediterraneo
Alcuni pensieri sulla banca di personaggi illustri
“Non è tollerabile che una banca centrale, isolata, che non ha nessuna responsabilità né l 'obbligo di spiegare quello che fa , possa continuare a creare disoccupazione mentre i governi stanno zitti Franco Modigliani, economista e premio Nobel
“La disputa che ha ammorbato i secoli e che dovrà essere risolta prima o poi è La Gente contro Le BancheLord Acton, storico e politico britannico, nato a Napoli
“L'irrobustimento del capitale, anche c o n g l i s t r u m e n t i m e s s i a disposizione dello Stato, è condizione per sostenere la capacità del sistema b a n c a r i o d i f o r n i r e c r e d i t o all'economia Mario Draghi, economista. Presidente della BCE
“Wall Street è l'unico luogo in cui chi arr iva in Rol ls-Royce chiede c o n s i g l i o a c h i a r r i v a i n metropolitana Warren Buffett, imprenditore ed economista statunitense
“Il fattore chiave che determinerà il tuo futuro f inanziar io non è l'economia; il fattore chiave è la tua filosofia Jim Rohn, imprenditore e studioso statunitense
Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NATel. 081 558 1970Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00
55
SOCIETÀ
La tenacia di una Mammadi Marina Topa
Storia di Elvira che ha creduto di poter offrire al figlio una vita migliore e più autonoma
'ultimo giorno di scuola, nel giugno del L2013, la mamma di un bambino
autistico salutò dicendo: “Farò di tutto
perché Checco, crescendo, possa uscire da
s o l o n e l q u a rt i e re c o m e gl i a l t r i
ragazz i ” .Gior n i f a ho a s s i s t i to a l l a
presentazione del progetto P.A.S.S. (Progetto di
Adozione Scolastica e Sociale per l'inclusione di
bambini e ragazzi con Disturbo dello Spettro
Autistico) da parte della dottoressa Luisa
Russo, responsabile del Centro Unico
Aziendale per la Salute Mentale in Età
La signora Elvira e suo marito
Evolutiva. Nel filmato ho riconosciuto Checco;
studiava a casa di una compagna, camminava da
solo per strada. La frase di sua madre è subito
riaffiorata nella mia memoria: Elvira ce l'ha
fatta, la sua storia deve essere divulgata! La
incontro nel risto-pub “La Carovana”, in via
Carelli, attività che ha avviato da qualche mese
con il marito: «Mia moglie mi ha dimostrato,
portandomi risultati concreti giorno dopo
giorno, che il suo non era un sogno
irrealizzabile, quindi ci impegniamo insieme
per divulgarlo. Rendere quanto più
56
SOCIETÀ
autonomi e liberi di esprimersi nostro figlio
e gli altri ragazzi autistici è diventata la
missione della nostra famiglia». lvira, da E
dove sei partita per l'attuazione del tuo
progetto? Dall'incontro con la ASL, in «
particolare con la dottoressa Luisa Russo.
Durante i primi anni in cui Checco ha
frequentato la scuola statale avevo molta
rabbia dentro, lo sentivo rifiutato e mi
sentivo sola, incompresa. Mi rivolsi alla ASL
dove incontrai la dottoressa Russo, che
organizzava degli incontri settimanali con
altri genitori di bambini autistici. Lì imparai
a sbollire la rabbia e a capire la posizione
dell'altro: chi non vive una situazione non
può comprendere gli stati emotivi che ne
derivano. La diversità fa paura, specialmente
se non la si conosce. È così che ho imparato a
comunicare con un approccio diverso con gli
insegnanti e con tutte le persone con cui si
relaziona nostro figlio. Non ho avuto paura a
spiegare ai genitori dei suoi compagni il suo
modo di essere e soprattutto il nostro
bisogno di collaborazione per la sua
crescita». e tue richieste hanno incontrato più L
accoglienza e collaborazione o rifiuti?
«Accoglienza, solo accoglienza! La
dottoressa mi ha insegnato che far del bene
agli altri fa bene a se stessi e riuscire a far
passare questo messaggio è stato un
passaggio fondamentale. Quando ho iniziato
a chiedere aiuto, con semplicità, ai genitori
dei compagni di mio figlio, anzi dei miei
figli, senza mandare un messaggio di pretesa
o di accusa, ho iniziato a raccogliere
importanti risultati e la condivisione
dell'entusiasmo che questi provocavano ha
innescato un processo positivo a catena».
Come è nato il progetto PASS, che in realtà
avevi in embrione nella tua mente già nel
giugno del 2013? È nato dalla volontà di un «
gruppo di noi genitori che ci sentivamo forti
degli esiti positivi delle nostre esperienze e
dalla dottoressa Russo che lo ha divulgato
tantissimo, anche se si sta realizzando
essenzialmente nella 5^ municipalità».
57
S «econdo te come mai? Perché, pur essendo
fondamentalmente semplice, in quanto si
basa sulla divulgazione della conoscenza
dell'autismo, dei suoi modi diversi di
manifestarsi, e sulla stimolazione continua
d e l l a s e n s i b i l i t à u m a n a , è m o l t o
impegnativo da un punto di vista emotivo.
Noi ci siamo trasferiti a Lucca per un
periodo e anche lì, parlando al cuore delle
mamme, ho trovato sostegno. L'amore delle
mamme è sempre lo stesso, ovunque. La
dottoressa della ASL di Lucca rimase
sorpresa dei miglioramenti di Checco già al
secondo incontro periodico. In realtà il
nostro progetto consiste nello spostare
nelle situazioni di vita quotidiana le terapie
con gli specialisti che si attuano negli
ambulatori, come l'andare a comprare il
pane o fare la fila per entrare a cinema. Oggi
i nostri ragazzi fanno queste esperienze
accompagnati non da specialisti ma da
volontari e grazie a loro riescono ad
acquisire una certa autonomia dai
familiari». hecco come ha vissuto il ritorno a C
Napoli dopo che si era ambientato a Lucca?
«Bene, perché ha ritrovato la zia che ama
tantissimo e poi altri affetti. In genere per
gli autistici i cambiamenti sono pesanti,
invece Checco è un bambino molto elastico,
proprio grazie al fatto che ha vissuto molto
nel sociale». arlami un po' della presenza dei P
ragazzi qui al risto-pub La Carovana Per noi «
questo pub è la realizzazione di un sogno:
avere un luogo di aggregazione per creare
una società attiva, una comunità che si metta
sempre in gioco e che favorisca la
conoscenza delle differenze. Il sabato
mattina organizziamo dei laboratori creativi
con i mattoncini della Lego per bambini dai
6 ai 10 anni che poi pranzano, il pomeriggio e
la sera, con ragazzi più grandi. Checco,
anche se non partecipa ad un laboratorio
perché non gli interessa, è presente e serve ai
tavoli, versando la coca-cola, preparando
panini … cose che alcuni coetanei non sanno
ancora fare. Per questo lo ammirano e lui ne
acquista in autostima». n sintesi cosa I
significa attuare il progetto PASS? Significa «
dimostrare che anche l'autonomia della
persona autistica può aumentare; significa
creare una comunità attiva dove i genitori
sono accolti ed aiutati ad accettare e vivere
58
SOCIETÀ
la loro realtà senza giudizio, nel rispetto dei
propri tempi e poco alla volta, grazie al
sostegno reciproco, si riesce a trasformare
un'esperienza difficile in un'occasione
positiva socialmente. Il numero delle
famiglie coinvolte nel progetto PASS sta
crescendo, quando ci incontriamo ognuno di
noi, in piena libertà, racconta le sue
esperienze e le mette a disposizione degli
altri senza pretendere di dare indicazioni.
Sono importanti per noi la chat e soprattutto
il social, un appartamento di via Morghen
messo a d ispos iz ione del la nostra
associazione “La Città Adattabile”, pensate
che è interamente arredato grazie ai fondi
datici dall'IKEA. Per le buone iniziative i
fondi si trovano sempre e se magari si
riuscisse a spostare anche qualche fondo
pubblico su iniziative pratiche come la
nostra …». ragazzi che frequentano questo I
risto-pub come partecipano alle partite del
Napoli? In famiglia siamo tutti tifosi del «
Napoli, ovviamente! Checco partecipa a
modo suo, soprattutto attraverso le reazioni
del fratello più piccolo e del suo amico del
cuore, che sono tifosi accaniti; non segue lo
schermo ma gioisce e si lascia coinvolgere
emotivamente quando vediamo le partite. E
il nostro impegno è anche quello di coltivare
una tifoseria sana, e con questo credo di aver
detto tutto!»
The Meat è la prima steakhouse
dove la carne è un’esperienza totale.
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showcooking al tavolo e vini scelti ad hoc.
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AT
61
LA CITTÀ
Via dei Tribunalidi Lorenzo Gaudiano
Plateia e non decumano per ind icare l a s t r ada che p o r t ava a l l a g i u s t i z i a secondo il disegno del viceré don Pedro de Toledo
È passeggiando per il centro storico di
Napoli che si entra subito in contatto con
il suo patrimonio storico-culturale e se ne
comprende l'unicità. Colonia greca poi
successivamente romanizzata, la città
partenopea offre allo sguardo dei suoi abitanti e
dei tanti turisti che accorrono durante l'anno
numerosi indizi delle proprie radici. Basta
indagare l'origine degli odonimi, visitare
palazzi antichi e chiese per respirare l'aria che fu
e che ora continua ad esistere nonostante il
soffocamento della modernità. Un esempio è
Via de i Tribunal i , oggi nota per gl i
i n n u m e r e vo l i p u n t i d i r i s t o r o c h e
accompagnano i passanti dall'inizio alla fine del
percorso. Chi si è mai veramente chiesto il
motivo per cui si chiami così? Via dei Tribunali
fa parte del centro antico della città, risalente al
VI a.C., e parte da piazza Bellini arrivando di
fronte a Castel Capuano. Un tempo era
conosciuta come Decumano maggiore, termine
improprio considerando l'origine greca di
Napoli (quello da adottarsi sarebbe plateia e non
decumano, che è di origine romana). Insieme a
quello superiore ed inferiore costituiva la pianta
nevralgica del centro storico, ispirata allo
L'origine grecaschema ippodameo adottato per le poleis
greche.
Don Pedro e l'unificazione dei tribunali
Secondo le testimonianze di Boccaccio
nell'Amleto e di Petrarca nell'Itinerarium
Syriacum, era conosciuta anche come Via
Augustale, Via di Capuana e Via del Mercato
Vecchio. Nel 1537-1540 il viceré don Pedro de
Toledo trasferì a Castel Capuano i cinque
tribunali della città: la Gran Corte della Viaria,
il Reale Consiglio, la Reale Camera Sommaria, il
tribunale della Bagliva e il Tribunale della
Zecca. Tale provvedimento suscitò nel popolo
u n a g r a n d e
preoccupazione, in
quanto quella via
c o n d u c e v a
d i r e t t a m e n t e
all'edificio dove tutti i
tribunali erano stati
riuniti. n passato I
suscitava g rande
p a u r a , ogg i u n a
p a s s e g g i a t a p e r
quella via genera
interesse e piacere.
Castel Capuano
63
LA CITTÀ
Q u a t t r o p a s s i nella Napoli antica
di Giovanni Gaudiano
Via dei Tribunali oggi è la strada dei turisti. Gigi e Antonio Sorbillo ci aiutano a scoprire storie e leggende legate ai palazzi ed alle attività di un tempo
Parte proprio da Via dei Tribunali la
Napoli cercata dai turisti. Sembra di
vivere un ricorso storico, tipico del
nostro compaesano Giambattista Vico.
Decumano maggiore o Plateia qualsivoglia il
cuore pulsante della città continua ad essere
questa strada che unisce la casa della musica di
San Pietro a Maiella a via Duomo e Castel
Capuano passando per una serie di palazzi e
chiese dove la storia e l'arte hanno lasciato
importanti e indelebili tracce. Con Gigione e
Antonio Sorbillo, titolari di una delle pizzerie
più note e frequentate, cerchiamo di ricostruire
quale evoluzione sociale ha interessato la zona
che dal punto di vista architettonico è di fatto
rimasta quella di un tempo. È Gigione che parla,
si tratta di un personaggio la cui simpatia può
essere definita naturale: «In questa strada sino
al 1962 c'era solo la pizzeria del nonno, poi
in quell'anno Di Matteo iniziò la sua attività
con la friggitoria che decise di ampliare con
il forno nel 1964: Sorbillo quindi voleva dire Gigi Sorbillo
pizza. Io arrivai nel quartiere quando avevo
quattro mesi e si può dire che da allora la
zona è diventata la mia prima casa». Erano
tempi diversi, Antonio Sorbillo, cugino di
Gigione, prosegue: «Il nostro era un quartiere
di fatto riservato ai soli residenti mentre
oggi può essere definito una vera e propria
attrazione turistica. La gente del posto
viveva per strada. I bambini giocavano sotto
i portici, erano tipiche le famose guaratelle,
era di fatto l'epoca degli scugnizzi, quelli che
non si vedono più. Oggi la strada è affollata
dai turisti che chiedono informazioni, si
64
LA CITTÀ
fermano a mangiare, visitano tutto quello
che c'è da vedere e molto spesso ritornano.
Quest'andamento basta a descrivere la base
del cambiamento. Prima i residenti neanche
sapevano cosa ci fosse in questa zona, oggi
quasi tutti sono pronti a spiegare,
indirizzare, consigliare chiunque chieda
informazioni». Prima – riprende Gigione – «
tutti conoscevano solo il monte dei pegni
perché serviva molto spesso per la
s u s s i s t e n z a g i o r n a l i e r a e n o n s i
interessavano di sapere cosa altro offrisse
questa strada. Nelle chiese che oggi vengono
visitate da turisti che arrivano da ogni parte
del mondo ci si andava per un funerale, per
qualche funzione familiare non esisteva il
culto del bello. Era nota la chiesa di Santa
Patrizia perché veniva frequentata da tutte
le donne che non potevano avere figli che per
devozione pensavano di risolvere dentro
quelle mura il loro problema». Via dei
Tribunali dunque è davvero cambiata
radicalmente, prima c'erano gli studenti che
occupavano le case in fitto oggi si è addirittura
superato il concetto di bed & breakfast con le
case vacanza che vengono fittate a giorni o a
settimane, con gli universitari fuori zona che
non riescono più a trovare un posto. «La zona
ha subito un'osmosi delle attività – spiega
Gigione - molte sono sparite a differenza di
quanto avvenuto per esempio nella
Pignasecca dove sono praticamente sempre
le stesse. Via dei Tribunali ad un certo punto
ha compreso che il futuro poteva essere
racchiuso in altre attività più redditizie e
così sono aumentate le pizzerie, i bar, i take
away. Certo c'è chi si lamenta per l'eccessivo
via vai dei turisti ed ha coniato l'espressione
la maddalena delle pizzerie ma l'evoluzione ha
portato dei cambiamenti da valutare
positivamente. Il Comune potrebbe fare di
p iù soprat tut to per i t ra sport i , i
collegamenti e la pulizia con per esempio
una maggiore dotazione di recipienti per la
raccolta spicciola dei rifiuti». Via dei
Tribunali fa parte del quartiere Pendino che
anticamente aveva una sua denominazione:
«Era il quartiere della bizzoche – racconta
Gigione – perché le donne di questa zona
erano tutte signorine, non se ne sposava
nessuna: un po' perché non erano bellissime
ma poi anche per le condizioni economiche
dell'epoca. Proprio nella zona dove oggi c'è
la nostra pizzeria c'era una signora di nome
65
Gelsomina che vendeva la frutta, che in
prat ica era immangiabi le . Quando
capitavano gli studenti in cerca di alloggio
Gelsomina gli trovava la stanza a patto che
avessero anche comprato un po' della sua
frutta. Tutto avveniva a Vico Fico che si
chiama così perché un nostro amico al
centro della sua casa ha un albero di questa
frutta che gli attraversa e gli arreda parte del
salone». L'attrazione della strada è stata però
sempre Palazzo Spinelli con nel cortile quei
suoi caratteristici locali dove lavoravano gli
artigiani. «E' un palazzo del 600 dove hanno
girato molti film tra cui il famoso
Maccheroni con Jack Lemmon e Marcello
Mastroianni. In quel film ebbe una parte
anche il famoso charlot, personaggio del
quartiere dedito alla vendita di sigarette di
contrabbando, che fu utilizzato per fare il
custode del palazzo. Era l'epoca della
colazione domenicale fatta con pizze fritte
accompagnate dal bicchierino di marsala
all'uovo che comportava lo spostamento del
pranzo alle 15.00. Oggi gli artigiani
dell'epoca non ci sono più, la vita è
cambiata, ma il palazzo resta bellissimo». La
zona però negli anni non ha mai perso la
caratterist ica del l ' imprevedibi l i tà , un
personaggio e una leggenda chiudono
l'immaginaria passeggiata: «Il quartiere
ancora oggi – racconta Gigione – ospita
quello che fu per tanti ragazzi un
personaggio insolito: “Agostino 'o pazz” al
secolo Antonio Mellino. Vive a Piazza dei
notorietà e qualche fortuna. Quando si
giravano dei film gli organizzatori si
affidavano a lui per la sua capacità di
giostrare con la mitica Kawasaki 900 Testa
Nera che “Agostino” custodisce ancora oggi
con cura. In questa zona poi negli anni
passati si incontravano diversi artisti come
Pino Daniele che frequentava il Diaz e tutti
lo chiamavano “Pinotto”, oggi da questo
punto di vista c'è meno effervescenza». La
chiusura spetta ad Antonio che ci riporta alla
leggenda del “Monaciello” che tanto leggenda
nel caso di questa zona non pare essere:
«Napoli di fatto è tutta collegata nel
s o t t o s u o l o . E q u e s t a z o n a l o è
particolarmente. C'è stato un periodo in cui
molte donne rimanevano incinte ed
attribuivano, a loro dire, il fatto a questa
ent i tà sconosc iuta che s i sarebbe
approfittata di loro. In realtà si dice che ci
fosse un operaio che lavorava nelle grotte
che sfruttando i cunicoli raggiungeva
qualche signora compiacente senza essere
visto. La leggenda del posto creò il
“Monaciello” di via Tribunali». La
passeggiata per il momento finisce qua ma ci
sono ancora tante storie da raccontare.
Girolamini dove fa l'antiquario. Le notorietà
e qualche fortuna. Quando si giravano dei
66
TRADIZIONI E LEGGENDE
'O MUNACIELLO
he piaccia o no, questo personaggio
Cesiste… Non importa dove esso sia
ubicato, ovvero nei nostri meandri
fantasiosi o nella quotidianità, ma una cosa è
certa: chiunque a Napoli è a conoscenza del
munaciello. Chi lo ha visto realmente se ne
guarda bene dal rivelarlo, chi è scettico non si
pronuncia ma tuttavia ne parla quasi con timore
reverenziale per evitare di essere investito, di
striscio, da qualche presunta sciagura; anche tra
loro risiede comunque il motto “non è vero ma ci
di Paola Parisi
Figura esoterica tra le più famose e caratteristiche della tradizione partenopea, è un personaggio leggendario molto controverso
Matilde Serao
credo”. 'O Munaciello, che in napoletano
significa letteralmente piccolo monaco, è una
de l le f igure esoter iche p iù famose e
caratteristiche della tradizione partenopea. Si
tratta di uno spiritello leggendario del folclore
della città all'ombra del Vesuvio, rappresentato
come un ragazzino deforme o una persona dalla
bassa statura, una sorta di gnomo, vestito con
un saio e con fibbie argentate sulle scarpe.
Ancora oggi ci si chiede se questa figura sia
stata inventata dai racconti popolari o se, invece,
esista davvero. Le sue manifestazioni sarebbero
numerose: di simpatia, quando lascia monete e
soldi nascosti dentro le abitazioni o fa piccoli
scherzi che si tramutano in numeri da giocare al
Lotto; di apprezzamento, quando sfiora le belle
donne, o di dispetto, quando occulta e rompe
oggetti o soffia nelle orecchie di chi dorme. Ecco
tutto quello che c'è da sapere sullo spirito
napoletano della casa. Le leggende riguardanti
questo personaggio sono varie e variegate: la
tradizione narra, come ha riportato la grande
Matilde Serao, che verso il 1445, epoca in cui
Napoli era governata dagli aragonesi, Caterina
Frezza, figlia di un ricco mercante, si innamorò
di un giovane garzone, tal Stefano Mariconda.
L'amore fu contrastato dal padre di lei tanto che
il ragazzo, un giorno, fu trovato morto nel luogo
dove era solito incontrare Caterina la quale,
dopo la sciagura, si ritirò in convento dove diede
alla luce il bimbo frutto di quella relazione
clandestina. Il piccolo nacque però deforme e le
67
suore che lo
accudivano
gli cucivano
a b i t i
m o n a c a l i
corredati da
cappucc io,
p e r
nasconderne
l e i n f e l i c i
f a t t e z z e .
Q u a n d o
usc iva da l
convento, il
popolo gl i
d i e d e
l'appellativo
di munaciello. Con il tempo gli furono attribuiti
addirittura poteri magici al punto da farlo
divenire una leggenda. Insomma, chi ne dice
bene e chi ne dice male, chi lo cerca e chi spera di
non incappare mai in questo spiritello. Secondo
un'altra leggenda, i munacielli altri non
sarebbero che i pozzari, ovvero coloro i quali si
occupavano della gestione delle cavità idriche
che per il loro fisico piccolo ed esile sapevano
destreggiarsi tra un cunicolo e l'altro della
cosiddetta Napoli sotterranea. Erano coperti da
un elmetto ed un mantello, che somigliava
all'abito di un monaco per l'appunto. Spesso per
risalire dal sottosuolo, giungevano nelle case
del centro storico dove approfittavano per fare
uno spuntino ed inoltre, a coloro che non
pagavano il loro operato, sottraevano qualche
oggetto di valore e addirittura conquistavano le
donne della casa. Una terza ipotesi li
rappresenta come piccoli demoni dispettosi e
cattivi che nascondono oggetti oppure li
lasciano ma al solo scopo di attirare a sé i vivi. O
munaciello si manifesta agli abitanti della casa
con gesti che esprimono benevolenza o
antipatia a seconda dei casi. Non a caso un
antico proverbio recita: “O Munaciello… a chi
arricchisce a chi appezzentisce”. Colui che suo
malgrado se lo ritrova “ospite” non deve mai
rivelarne la presenza, per non imbattersi in
spiacevoli conseguenze. Secondo la credenza
popolare egli infesterebbe ancora oggi alcune
zone del centro storico di Napoli: Sant'Eframo
Vecchio, Piazza Garibaldi e via dei Tribunali.
Pare che proprio in quest'ultima sia presente
una casa abitata da un munaciello alquanto
irascibile. L'abitazione, molto temuta dai
cittadini del posto, fu presa in affitto da uno
studente per pochi soldi al mese. Questi
dapprima pensò di essere vittima di un incubo,
ma dopo aver visto lo spirito e non avendone
rivelato a nessuno la sua presenza, divenne ricco
e famoso. A questo punto, entra in scena, nel
vero senso della parola, il personaggio della
celeberrima commedia di Eduardo De Filippo
Questi Fantasmi!, dove il buon Pasquale
Lojacono credeva nella presenza benevola di un
munaciello dispensatore di opulenza che altri
non era se non l'amante della moglie e, nel
mentre, ci si chiede un po' beffardamente: quanti
Pasquale Lojacono esistono a Napoli e non
solo? Ecco forse questo è uno dei tanti motivi
per cui in certi casi è meglio tacere…
Il Lojacono di Massimo Ranieri
LA MOSTRA
68
L ’ e v e n t o : I l C i e l o o l t r e g l i D e idi Lorenzo Gaudiano
Presso la stazione f e r r ov i a r i a Tav Napoli-Afragola dal 18 Gennaio una mostra fotografica di R i c c a r d o D e Massimi, a cura del critico d'arte Barbara Martusciello
a stazione Alta Velocità di Napoli-LAfragola non è soltanto un punto di snodo fondamentale per il trasporto
ferroviario nel Mezzogiorno, ma anche un capolavoro artistico-architettonico che a mano a mano si sta aprendo ad altri fronti di utilizzo. Non poteva esserci scenario migliore per la mostra di Riccardo De Massimi Il Cielo oltre gli Dei, a cura del critico d'arte Barbara Martusciello. L'artista originario di Priverno, in provincia di Latina, propone all'interno della struttura progettata dall 'indimenticato architetto anglo-iracheno Zaha Hadid una rassegna fotografica di 22 scatti a colori e in bianco e nero. Le figure statuarie e le
architetture imponenti che fanno da soggetto alle fotografie costituiscono opere realizzate da artisti ispirati dalla grandezza divina. Stagliandosi verso il cielo, viene fuori un percorso immaginario che unisce due mondi: quello umano, creatore di opere d'arte, e quello divino, ispiratore e osservatore della loro real izzazione. La mostra, per genti le concessione di Rete Ferroviaria Italiana, si a v v a l e d e l P a t r o c i n i o d e l l a C I U (Confederazione Italiana di Unione delle Professioni Intellettuali) e sarà visitabile fino al 2 febbraio tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00 ad ingresso libero.
Riccardo De Massimi Una delle foto in mostra
LA DOLCE IDEA
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Pizza al forno o dolce?Perché no entrambi!Si chiama Pizza Dolce l'ultima ed intrigante novità “sfornata” da Gianluca Ranieri con la collaborazione di Gino Sorbillo
di Lorenzo Gaudiano
“I più felici sono coloro che vivono giorno
per giorno come i bambini, portando a
spasso le loro bambole che svestono e
rivestono, girando con gran rispetto intorno
alla dispensa dove la mamma ha rinchiuso i
dolci, e quando infine riescono a ottenere
quanto desiderano, lo divorano a piena
bocca gridando: «Ancora!»”. Un brevissimo
estratto dell'opera di Johann Wolfgang Goethe,
I dolori del giovane Werther, riassume in
pochissimi righi la sensazione che lascerà la
nuova Pizza Dolce della Pasticceria Ranieri,
creata per Gino Sorbillo e destinata a
completare il menù della nuova pizzeria Lievito
Madre a Mare in via di totale rifacimento a via
Partenope. Le prime riproduzioni dolci in
miniatura saranno: Margherita, Marinara e
Nonna Carolina. Sfoglia e pan di Spagna,
insieme ad ingredienti come il fiordilatte di
Napoli e la ricotta Fior di Fuscella della Latteria
Sorrentina, si combineranno per creare la
chiusura perfetta di un pranzo o di una cena in
pizzeria. «Creare la pizza dolce con Gino
Sorbillo – spiega Gianluca Ranieri – è
intrigante: presta attenzione a particolari
per rendere più piacevole la degustazione.
Per esempio, stiamo provando diverse
consistenze della sfoglia e del pan di Spagna
per raggiungere una “scioglievolezza” che sia
paragonabile a quella della sua pizza». Non
resta altro che assaggiarlo per accompagnare la
bontà di una pizza targata Gino Sorbillo con la
gustosa ed intrigante sperimentazione del
pasticcere Gianluca Ranieri.
70
SCAFFALE PARTENOPEO
“L'ARCIPELAGO IMBRIANI” di Bruno Marchionibus
A n n a R i t a R o s s i a l l a r i s c o p e r t a dell'intellettuale cosmopolita e letterato napoletano Vittorio Imbriani
Il 21 dicembre alla libreria “Colonnese” è stato
presentato “L'Arcipelago Imbriani” di Anna
Rita Rossi, volume facente parte della collana
“Il Merito di Napoli” incentrato sulla figura
dell'istrionico Vittorio Imbriani. Il titolo, spiega
l'autrice, è un tributo a Benito Iezzi, studioso
appassionato del letterato napoletano, al quale
si deve questa metafora che ben esprime
l'eterogeneità dell'intellettuale e dell'uomo. La
scrittura di Imbriani infatti spaziò dalla
narrativa alla prosa, dall'etnografia alla critica
letteraria fino al giornalismo. «Un autore che
io stessa non conoscevo prima che il mio
relatore me lo proponesse come argomento
per la tesi – confessa Anna Rita – ma che credo
meriti davvero una riscoperta da parte del
pubblico napoletano e non solo». Amante
tanto della penna quanto dei duelli, lo stile di
Imbriani è unico e contrario a tutti gli schemi
formali allora in voga così come lo è stata la sua
vita, trascorsa fin dall'infanzia in giro tra l'Italia
e l'Europa fino al definitivo ritorno nella natia
Napoli all'età di 30 anni. Lo scrittore acquisisce
così, come ricorda l'autrice, «tratti unici per i
suoi tempi. Imbriani è un napoletano
“italianissimo” (molto tardi apprese il
dialetto come vera e propria lingua
straniera) con una formazione cosmopolita
che, se da una parte offre al lettore una
diversa chiave di lettura dell'Italia e della
Napoli a lui contemporanea, dall'altra
continua ancora oggi a trasmettere qualcosa
con le sue opere, forti proprio perché
anacronistiche e controcorrente». Un motivo
in più, questo, per
andare a riscoprire i
suoi scritti, magari
par tendo propr io
d a l l a l e t t u r a
d e l l ' A r c i p e l a g o
delineato da Anna
Rita Rossi.
Anna Rita Rossi
La copertina de “L'Arcipelago Imbriani”
Vittorio Imbriani
TENDENZE
Cosa berremo nel 2019?Il cocktail trend parla di prodotti di stagione ma i l vecchio gin tonic vive una seconda giovinezza
Come ogni inizio anno si prova a fare un
bilancio del precedente, cercando di
pronosticare i nuovi
trend del mercato. Un'analisi mai
facile in cui si cerca di prevedere
lo sviluppo delle tendenze,
l'evoluzione di gusti, abitudini e
innovazioni di processo. In realtà
il mondo della mixology degli
ultimi mesi offre molti spunti di
riflessione su quanto potrà
accadere nel prossimo futuro,
come ci raccontano Antonio
I m b r i a n i e L i n o S b a r r a
–direttore e barman dell'Intrigo
Cafè, noto locale della movida
notturna nell 'area Nord di
Napoli. Allora, cosa berremo nel
2019? «Iniziamo col premettere
che oggi i consumatori sono ben
informati e consapevoli, tant'è che assume
sempre maggiore importanza l'esperienza
“d'acquisto”, vissuta attraverso il racconto del
drink, della sua storia e delle materie prime.
Altri aspetti che assumono grande rilevanza
riguardano la proposta di prodotti home-made,
tesi a valorizzare l'originalità del prodotto e
71
di Giorgio Punzo
valorizzare l'originalità del prodotto e l'utilizzo
di spezie e prodotti di stagione con importanti
l e g a m i c o n l e s p e c i a l i t à
territoriali ». I nostri esperti
continuano: «Oggi fare il barman
r i c h i e d e a n c h e c a p a c i t à
manageriali con forte attenzione
alla limitazione degli sprechi, al
drink cost e alla sostenibilità,
proprio come avviene nel mondo
della ristorazione. Per quanto
riguarda i gusti, sembra esserci
un orientamento verso sapori più
acidi ed amari, rispetto ai cocktail
zuccherosi, andando a rafforzare
l'utilizzo di bitter, spezie ed
infusi». Se dovesse indicare il
cocktail che vi richiedono di più
in questo periodo? «Sicuramente
il gin tonic. Un grande classico
che sta vivendo una seconda vita anche grazie
all'offerta di toniche di grande qualità e che
assumeranno sempre maggiore importanza alla
pari delle etichette di gin più prestigiose e
ricercate ». Infine, l'estetica della presentazione
ai tempi dei social diventa ancor più
fondamentale.
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TENDENZE
73
La salute è la pr ima cosa di Lorenzo Gaudiano
L a M e d i t a z i o n e T r a s c e n d e n t a l e c o m e strumento per combattere lo stress e migliorare la qualità
Negli ultimi anni il concetto di salute tout court
è stato sostituito da quello del benessere. Lo
stato di salute identifica una situazione di
assenza di malattia e una piena efficienza fisica
mentre il benessere, oltre allo stato di sanità
della persona, si concentra anche sull'efficacia
della nostra vita sociale e relazionale. Il
benessere quindi non è solo condurre una vita
sana, ovvero attività fisica, regimi alimentari
controllati evitare eccessi etc. ma anche sotto il
profilo interiore, quindi stare bene con gli altri e
sviluppare relazioni ed inserirsi al meglio nei
vari contesti sociali con i quali ci troviamo ad
avere a che fare quotidianamente, come il lavoro
e la famiglia. Il mondo di oggi è alquanto
complesso e nei nostri rapporti ci imbattiamo
spesso in situazioni che ci creano rabbia,
disagio, preoccupazione, paura di non farcela,
tutte accorpate in una sola parola: stress.
Questo termine è inserito in psicologia ma è
stato preso in prest i to dal l ' industr ia
metallurgica: “stress test” sono le sollecitazioni
a cui sono sottoposti i prodotti, analogamente a
quello che viviamo ogni giorno quando ci
confrontiamo con il mondo del lavoro e la
società in generale. Lo stress, oltre a creare
Maharishi Mahesh Yogi
disagio psicologico, può comportare diverse
conseguenze a livello biologico e quindi
malattie. Esistono tanti modi di combattere lo
stress e cambiare il proprio stile di vita. Uno dei
metodi è adottare una tecnica di rilassamento:
ve ne sono diverse come il training autogeno,
mind fullness, yoga posturale etc. ma la più
accreditata è la Meditazione Trascendentale,
che si ritiene sia la più efficace per combattere lo
stress e migliorare la qualità della vita. La
Meditazione Trascendentale è una pratica che
si tramanda da millenni oralmente da un
maestro all'altro, fino ad arrivare ai giorni
nostri a Maharishi Mahesh Yogi, filosofo
indiano e fondatore del movimento ad esso
relativo che negli anni 50 rivelò al mondo intero
i benefici di questa tecnica, che viene insegnata
secondo antichi metodi che in modo naturale
permettono alla mente di sperimentare lo stato
74
più appagante nella sua vera natura. Molti
conoscono Maharishi poiché personaggi famosi
come i Beatles, Mia Farrow, il celeberrimo
regista David Linch, il cantante Sting si sono
recati in India per incontrarlo, essendo degli
assidui sostenitori del movimento. La
meditazione viene praticata attualmente da
milioni di persone in tutto il mondo. In Italia sta
ottenendo dei riscontri molto positivi tanto è
vero che esistono centri molto attivi dove essa
v i e n e p r a t i c a t a . L a M e d i t a z i o n e
Trascendentale è essere se stessi, attivare il
potenziale di auto guarigione del corpo, felicità
e pace interiore, esperienze umane elevate,
svi luppo totale del nostro potenziale
intellettivo, la via più veloce per un mondo
migliore. Essa è una tecnica, quindi non è una
pratica religiosa o stile di vita ed è insegnata da
professionisti qualificati e certificati ed è, infine,
confermata da ricerche di altissima qualità.
Chiunque può imparare la M.T. a prescindere
dal suo background culturale, religioso o
educativo. Venti minuti, due volte al giorno,
sono sufficienti per produrre i risultati
desiderati. In Campania esiste un centro attivo
per imparare questa tecnica e precisamente a
Giugliano in Campania località Varcaturo (NA)
e gli insegnanti sono a disposizione del pubblico
per rispondere a tutti i quesiti a loro rivolti. Per
contatti si invita a consultare il sito Napoli-
Giugliano Meditazione
T r a s c e n d e n t a l e . i t .
Inoltre sono aperte al
pubblico con scadenza
b i se t t imanale de l l e
conferenze introduttive
per una più approfondita
conoscenza di quanto
sopra descritto.