rnf 3_2014

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  • 8/12/2019 rnf 3_2014

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    Radicati nella fedefoglio di collegamento della chiesa di Vocogno

    e della cappella dellOspedale di Domodossoladove si celebra la messa tradizionale

    3 la liturgia che si deve adattare al tempo

    degli uomini, o il tempo degli uomini chedeve prendere la forma della liturgia cattolica?

    Ci sembra che la questione cruciale sia tutta

    qui.

    Un cristianesimo modernistico che vede leverit di fede emergere dal profondo dellacoscienza degli uomini,vorrebbe che la liturgiaprendesse le mosse dalvissuto antropologico,dalla vita degli uomini, percelebrare la consapevo-

    lezza umana del propriorapporto con Dio. In fondo stata questa la linea vin-cente di questi anni: laliturgia ha sempre di picelebrato l'uomo, anchequando ha celebrato lafede dell'uomo. Insomma,la liturgia si adattata allavita del tempo. Risultato?

    Una tragedia! Dio e lecose eterne praticamentescomparse dalle chiese,per far posto alla fede deicredenti, che esprimono,commentano, interpretanoquello che loro vivono nei confronti di Dio. Laliturgia riformata parla nel migliore dei casidella Chiesa, ma quasi mai di Dio. E quandoparla della Chiesa, lo fa pi secondo l'ottica diPopolo di Dio in cammino che come Corpo

    Mistico di Cristo.

    E guardate che non stiamo parlando di quellesfacciate para-liturgie tutte sociali e umana-

    mente impegnate dei catto-comunisti deglianni '70... parliamo piuttosto di quelle liturgie,di quelle messe, che oggi vanno per la maggio-re nell'ufficialit delle diocesi, dove si parla difede, di comunit credente, di popolo attorno al

    suo vescovo di liturgie che celebrano questacomunit, ma nelle quali non si adora Dio pre-sente e non ci si inabissa nel mistero dellaredenzione. una sorta di neomodernismo

    liturgico che ha superatola tentazione marxistadel solo impegno delmondo, ma che parlandodi fede si sofferma suicredenti, ma non arriva

    mai a Dio, a NostroSignore, alle verit eter-ne, alla questione dellasalvezza. come se ci sifosse accorti che non sipoteva andare avanti,come anni fa, in un cri-stianesimo orizzontale, esi cos approdati all'im-pegno sociale ecclesiale,

    per edificare la comunitdei credenti. In ogni casol'errore sempre lo stes-so: partire dall'uomo echiudere il Cielo.

    Ma l'uomo ha propriobisogno di questa auto-celebrazione della pro-pria fede, o non fatto piuttosto per inabissar-si in Dio?

    No, la liturgia cattolica cosa totalmente

    diversa: l'irruzione del Cielo sulla terra ed la porta aperta tra il Cielo e la terra!

    Se volete tentiamo di dare due eloquenti

    ANNO VII

    MARZO 2014N.

    Editoriale

    La liturgia cattolica lirruzione del Cielo sulla terra

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    Radicati nella fede pag. 2

    immagini contrapposte, che dicono due conce-zioni diverse, molto diverse del culto: quella diun semplice prete che in una delle tante chie-se sparse nell'orbe cattolico celebra, nellaquiete della preghiera, rivolto al Crocifisso, l'e-

    terno sacrificio che salva le anime, assistitodalla orante e adorante attenzione dei fedeli, equella di una rumorosa efestosa comunit, che andan-do alla messa preoccupatadi fare comunit esprimendo ipropri carismi (in veritfacendo qualcosa perchnelle nuove messe mal si sop-porta lo stare fermi) e di met-tersi al passo con le direttive

    dell'operatore pastorale... eche in ultimo far certo anchela comunione. Sono due con-cezioni opposte, inconciliabili.Una, quella tradizionale, faspazio all'azione di Dio, l'altrasi sofferma... ma forse, osia-mo dire, si ferma all'azionedella comunit!

    Vedete, le verit di fede nonnascono dalla coscienza pro-fonda degli uomini, dal vissutodella comunit che reinterpre-ta il proprio vissuto alla luce diDio, ma sono comunicatedalla reale rivelazione di Dioche la Chiesa custodisce etrasmette: la rivelazionediscende dal Cielo, non ger-

    moglia dalla terra come vor-rebbero i modernisti. Cos laliturgia porta il Cielo in terra eporta la terra al Cielo. azio-ne di Dio innanzitutto, e nonprimariamente azione dellaChiesa. La Chiesa riceve l'a-zione di Dio, la custodisce, laesprime utilizzando certamente tutte le possibi-lit umane adeguate salvaguardia la liturgiadalle modifiche errate che possono confonde-

    re l'opera di Dio e la trasmette fedelmentecustodendola, perch il Cielo resti aperto sugliuomini.

    Tutti, praticamente tutti, quando si parla diMovimento Liturgico amano rifarsi a domGuranger, il grande abate benedettino cherifond il monachesimo in Francia dopo la tem-pesta rivoluzionaria. Con lui si d inizio al

    Movimento Liturgico, cio a quella rinascitadello spirito cristiano che dalla liturgia prendele mosse. Autore prolifico,pensiamo all'Anno Liturgicoda lui pubblicato ma non solo,partecipe di tutti i drammi e lebattaglie della Chiesa del XIXsecolo, ascoltato consiglieredi Pio IX... fondatore dell'ab-bazia di Solesmes.

    Ma cosa voleva veramentedom Guranger? E cosachiedeva San Pio X, ripren-dendo con autorevolezza illavoro del grande benedetti-no e dando cos nuovo vigoreproprio al MovimentoLiturgico? Volevano che ilpopolo avesse l'intelligenzadelle cose divine (che capis-

    se la liturgia della Chiesa),perch queste penetrasserodi nuovo la vita del popolo cri-stiano. Volevano una grandeopera di educazione perchle cose del Cielo tornassero adare forma alla vita degliuomini.

    Ma citiamo dom Guranger:

    I misteri del grande sacrifi-cio, dei sacramenti, deisacramentali, le fasi delciclo cristiano cos fecondein grazia e in luce, le ceri-monie, questa lingua subli-me che la Chiesa parla aDio davanti agli uomini in

    una parola tutte queste meraviglie torne-ranno familiari al popolo fedele.Listruzione cattolica sar ancora per le

    masse il grande e sublime interesse chedominer tutti gli altri e il mondo torner acomprendere che la religione il primo deibeni per lindividuo, la famiglia, la citt, la

    San Pio X

    Dom Guranger

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    Radicati nella fede pag. 3

    nazione e per la razza umana tutta intera(Institutions liturgiques - seconda ediz., t. IIIcap. 1, pag. 13).

    Guranger, e con lui Pio X con la sua troppomal citata partecipazione attiva, volevano l'e-satto contrario di quello che si fatto dalConcilio in poi. Nel post-concilio la liturgia stata trasformata per aderire alla vita degliuomini, la Chiesa nel passato ha invece sem-pre desiderato che la vita degli uomini pren-desse forma dalla liturgia cattolica.

    Non volevano un abbassamento della liturgiaalla vita meramente naturale degli uomini, mavolevano un innalzamento del popolo ai subli-

    mi misteri.

    Cosa se ne fa un uomo di una liturgia che gliparla solo delle sue speranze e delle sue fati-che, che gli parla del suo senso religioso, mache non gli parla mai del Cielo? E su questo

    equivoco che tragicamente fallito ilMovimento Liturgico.

    Occorre tornare a Guranger e al vero SanPio X. Ma, a quando questo ritorno?

    www r dic tinell fede blogspot it

    Gli incontri di Dottrina Cattolicaper il mese di marzo:

    venerd 14 e 28

    ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno

    INCONTRI DI

    DOTTRINA CATTOLICA

    a VOCOGNOMercoled 19 marzo 2 14

    ore 20 30SANTA MESSACANTATA

    Festa di San Giuseppesposo della B V Maria

    Trovate tutti i numeri di Radicati nella fede in formato PDF su:

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    Radicati nella fede pag. 4

    Come bello leggere queste pagine di

    Pre Emmanuel sulla Chiesa. Come

    dolce sentirlo parlare qui in particolare

    della unit, santit, cattolicit e aposto-

    licit della Chiesa. Si presi dalla sem-

    plicit e dalla profondit del suo discor-

    so. Mai freddo, sempre spirituale e dot-

    trinale, un vero nutrimento dell'anima!

    In questi tempi di duri attacchi alla Chiesa, magari nascosti da facili populismi e finti affetti per il

    Papa, mai compreso totalmente nel suo vero compito di custode della fede, lasciamoci educare

    dal P. Emmanuel, ed impariamo a guardare alla Chiesa con uno sguardo cattolico come il suo.

    da La sainte glise

    del Pre Emmanuel Andr

    Dottrina Cattolica

    Capitolo XIV

    I QUATTRO CARATTERIUNIT, SANTIT, CATTOLICIT, APOSTOLICIT.

    [seconda parte]

    La Chiesa di Ges Cristo essenzialmente santa:perch Ges Cristo, come capo, la penetra di unospirito di santit, che lo Spirito Santo. QuestoSpirito agisce incessantemente per purificarla daogni peccato (Postcommunio del marted dellaPentecoste) e per farle compiere ogni giustizia,essendo questa carit che compie tutta la legge(Rm 13,10).

    La santit, che diffonde lo Spirito Santo nella

    Chiesa con la carit, molto interiore: tuttavia essaha il suo lato esteriore, ed attraverso questo cheessa una carattere della Chiesa.

    La santit della Chiesa si manifesta attraverso imisteri del suo culto, che sono i misteri di purezzaattraverso il suo insegnamento, che, come dice ilsalmo, casto e immacolato attraverso le sue pro-duzioni, che sono i santi e le opere sante.

    Vi sono dei peccatori in troppo gran numero che la

    disonorano ma non le levano nulla della sua santi-t sostanziale. Essi sono in essa come l'ombra chefa esplodere la luce. Sono in opposizione con il suoinsegnamento, che condanna ogni vizio con la giu-stizia che essa porta, e la cui vita che li condanna

    pi ancora. Fanno macchia su di essa: fatto chemostra il suo immacolato biancore.

    Un musulmano, lussurioso e crudele, non macchial'islamismo, che ha autorizzato la lussuria e la cru-delt. Un protestante, avvinghiato dai suoi vizi, nonha da arrossire leggendo Lutero.

    La Chiesa, essa, non si fa un'autorit entrando incomposizione con i vizi e le turpitudini degli uominiessa fa vedere, combattendoli senza sosta n quar-tiere, che la sua autorit viene da Dio. ci in cuiessa santa. Nessuna autorit umana pu dispu-tarle questo carattere.

    ***

    La Chiesa di Ges Cristo essenzialmente cattoli-ca, cio universale. Ges Cristo l'ha stabilita per lasalvezza di tutti gli uomini e in effetti, essa si adat-ta a tutti, per salvarli tutti.

    Dalla sua culla, che il Cenacolo, la Chiesa ciappare come cattolica. Nascendo sotto la pioggiadelle lingue di fuoco, si mette a parlare tutte le lin-gue. Questa diversit delle lingue indicava moltochiaramente che essa si sarebbe estesa a tutte lenazioni portava dunque dalla nascita il segno dellasua cattolicit.

    Cos prese immediatamente il nome di cattolica equesto nome le divenne talmente proprio, che i suoinemici stessi continuarono a chiamarla cos.Bisogna, scrive Sant'Agostino ad un amico, biso-

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    gna abbracciare la Chiesa che cattolica, e che cos chiamata, e dai suoi figli, e dai suoi stessi nemi-ci. Volenti o nolenti, gli eretici e gli scismatici, sevogliono essere capiti, devono darle questo nome(De vera religione).

    Joseph de Maistre fa la stessa considerazioneriguardo ai protestanti: questi hanno tentato di desi-gnare i cattolici sotto il nome di papisti, ma i lorosforzi sono stati vani occorre che chiamino cattolicii figli della Chiesa romana, se vogliono essere capi-ti. Bel trionfo della verit, che costringe la lingua nor-male a renderle testimonianza!

    Dato che la Chiesa cattolica, ne segue che divi-na per due ragioni:

    - Il piano di Dio che tutti gli uomini siano salvati evengano alla conoscenza della verit (1Tm 2,4).Dunque, la vera Chiesa deve essere universale.

    - La cattolicit, che un'attitudine a diffondersiovunque, in se stessa un carattere eminentemen-te divino. Ogni opera umana essenzialmente loca-lizzata prende i natali da un dato suolo, dal suo rap-porto con le condizioni del suolo trapiantata altrove,deperisce. La Chiesa, al contrario, germina e frutti-fica sotto tutti i climi venendo da Dio, essa riguardail fondo della coscienza umana, che ovunque lo

    stesso. La sua cattolicit un riflesso dell'immensi-t divina: come Dio, essa si rende presente a tuttele creature e, senza cambiare in se stessa, senzadiminuire dilatandosi, riempie tutti gli spazi.

    ***

    La Chiesa risale agli apostoli, attraverso una cate-na ininterrotta di pastori. Si riunisce ad essi, coschiaramente come i rami al tronco e attinge allaradice, attraverso loro, la stessa linfa che li riempe. ci che si intende con la sua apostolicit.

    In se stessa, la Chiesa una novit nel mondoinvecchiato: novit pura, santa, inalterabile. Nellostesso tempo essa pi antica di tutte le istituzioniumane: apparve negli apostoli, ma era nascosta neipatriarchi e risale all'origine del mondo (Ef 2,20).

    Si pu chiamarla, come Sant'Agostino chiamavaDio: la bellezza sempre antica e sempre nuova. LaChiesa si sviluppa su un fondo immutabile ha deimezzi di salvezza per tutti i tempi, senza perdere un

    iota delle sue tradizioni diciotto volte secolari (P.Emmanuel scrive nel XIX secolo, ndr.).

    L'eresia nuova, si vede il punto da cui cominciaopera umana, segnata dal nome di un uomo, di

    cui essa non si pu sbarazzare, arianesimo, nesto-rianesimo, luteranesimo inizia con una scissione,con una rottura da queste giudicata prima diessere capita, le manca la missione. Infine il tempola trascina via, come l'aveva portata: o se le lasciaun nome, non pi che un nome sotto il quale abita

    una pura negazione.Il tempo, al contrario, il tempo che corrode tutto,

    non ha presa sulla Chiesa. Societ immensa cheabbraccia tutti i luoghi, essa all'immagine dell'im-mensit di Dio edificio costruito sul fondamentodegli apostoli, e che rispetto ai secoli che si susse-guono, all'immagine della sua eternit.

    ***

    Ciascuno dei suoi caratteri presi a parte decisivo

    presi insieme, formano una dimostrazione invincibi-le della divinit della Chiesa.

    L'unit della Chiesa colpisce molto ma l'unit nellacattolicit colpisce ancora di pi. Tenere i popoli pidiversi nel legame della pi stretta comunionericondurre i costumi pi diversi allo stesso ideale disantit conservare le tradizioni apostoliche inmezzo alle rivoluzioni degli imperi, e in una diffusio-ne indefinita attraverso il mondo: cio essere nellostesso tempo una e molteplice, immobile e in movi-mento, stabile e progressiva: ecco ci che costitui-sce agli occhi degli uomini, in maniera irrefutabile, ladivinit della Chiesa nostra madre.

    Essa manifesta inoltre la sua origine divina attra-verso altri segni, vale a dire attraverso i doni sopran-naturali, in particolare con il dono dei miracoli chenon le mai mancato. Ma questo dono non si mani-festa sempre e ovunque, mentre i caratteri di cuiparliamo sono permanenti e universali nel loroinsieme, costituiscono il pi impressionante miraco-lo. E si pu dire che i miracoli propriamente detti,

    fenomeni passeggeri, non intervengono, nell'ordinedella Provvidenza, che per rendere gli uomini atten-ti a questo miracolo sostanziale.

    continua...

    SantAgostino confuta gli eretici

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    25 MarzoAnnunciazione della B. V. Maria

    Il Santo del Mese

    1. - Nove mesi prima della festa di Natale noicommemoriamo con la santa Chiesa il giorno incui leterno Verbo di Dio, al messaggiodellAngelo, assunse nel seno della beatissimaVergine Maria la nostra natura umana per redi-merci dal peccato e dalleterna dannazionenella quale eravamo incorsi. E questo il giornopi grande di tutta la storia dellumanit, qualenon ve ne fu mai, n

    ve ne pu essere disimile il giorno dellosposalizio del Figliodi Dio con lumanit.

    2. - Il re Achaz diGerusalemme rudemente incalzatodai nemici esterni.Invece di rivolgersiper aiuto al Signore,vuole chiamare gliEgiziani perch com-battano con lui controAssur. Dio lo invita achiedere un qualchesegno miracolosocome pegno dellaiuto divino. Achaz respingelofferta di Dio. Egli non ha una vera fede in Dioe pone invece la sua fiducia nella potenza mili-tare degli Egiziani. Non chieder (un segno da

    Dio) e non tenter il Signore dice con labbrablasfeme. Poich egli ha respinto Dio per que-sto il Signore stesso vi dar un segno, il segnodella Vergine Madre. Ecco la Vergine concepi-r e partorir un figlio, e lo chiameranno con il

    nome di Emmanuele, Dio con Noi (Epistola).Oggi, giorno dellIncarnazione del Figlio di Dio,questa promessa ha avuto compimento.LAngelo viene alla Vergine. Non temere,Maria, perch tu hai trovato grazia presso Dio.

    Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai allaluce un figliuolo. Questi sar grande e sar

    chiamato Figlio dellAltissimo. La Verginerimarr vergine e sar madre. Lo Spirito Santo

    scender su di te. Perci quel santo che nasce-

    r da te sar chiamato Figlio di Dio. AlloraMaria disse: Ecco lancella del Signore, avven-ga di me secondo la tua parola (Vangelo). E ilVerbo si fece carne nel seno della Vergine.Con le parole dellAngelo salutiamonellOffertorio la Vergine Madre di Dio: AveMaria, piena di grazia; il Signore con te, tu sei

    benedetta fra le

    donne e benedetto il frutto del tuo

    seno - Maria, laMadre di Dio, ilcapolavoro di Dioche non ha legua-le, dopo lUomo-Dio, Ges Cristo.Ecco lancella del

    Signore. Maria lancella delSignore, totalmenteabbandonata a ciche Dio desidera evuole, totalmentesottomessa ai pitenui desideri di

    Dio. Tanto morta a se stessa, tanto la suavolont diventata una cosa sola con il voleredi Dio. Alla dignit e distinzione del tutto singo-lare che le viene annunciata dallAngelo, Maria

    contrappone la parola dellumilt: Ecco lancel-la del Signore, avvenga di me secondo la tua

    parola. Nellistante in cui il cielo si china a lei ele domanda il suo assenso, nellistante in cui ilVerbo increato del Padre scende in lei e diven-ta suo figlio, da lei dipendente, ella non pu enon vuole essere altro che lancella del Signore.Quanto pi in alto elevata, tanto pi si umilia.Tale la grandezza che le viene da Dio: essaobbliga a riconoscere la propria piccolezza e

    indegnit. La bassa opinione che le creaturaumana ha di s aumenta con la grandezza cheDio le conferisce. Ci che pi avvicina a Dio eunisce con lui nel modo pi intimo, non sono le

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    grazie in se stesse, ma la fedelt con la qualela creatura, conscia del proprio nulla, accogliela grazia e la segue. Cos fa Maria.

    3. - Avvenga di me secondo la tua parola.Maria da il suo assenso. Nello stesso momentoconcepisce il Figlio di Dio. Egli le riempie lani-ma della sua luce e riversa in lei le ricchezzedella sua grazia. Ella unita intimissimamentea lui. Le intenzioni e i sentimenti del Figlio pas-sano nella Madre. Maria e Ges sono diventatiuna cosa sola. Maria non ha nessun pensiero,nessun volere, nessun desiderio, nessun motoche non sia in comune con Ges. Vive con lui ein lui. Linfinito che porta nel suo seno consuma,per cos dire, il suo essere e limmette totalmen-

    te in s ella si perde negli abissi della divinitprezioso frutto dellumile prontezza a farsiancella. Ave Maria, piena di grazia, il Signore con te.

    Ecco, la Vergine concepir e partorir un

    Figlio, che sar chiamato Emmanuele, Dio con

    noi. Nel seno della vergine il Figlio di Dio sisposa con lumanit. Con sacra reverenza la

    liturgia contempla questo sposalizio dellaVergine con il Dio Re. Ascolta, o figlia, e guar-da e porgi lorecchio. Il Re si invaghito della

    tua bellezza. Egli il tuo Signore, a lui tinchi-

    na. Gi si appressano i popoli per offrire il loroossequio alla regina nel giorno delle sue nozze.In lungo corteo vengono i rappresentanti deipopoli della terra recando nelle loro mani doni inomaggio. Le figlie di Tiro ti offrono doni (oMaria), ti rendono omaggio i grandi del popolo.

    La figlia del re fa il suo ingresso in ornamenti

    smaglianti, trapunta doro la sua veste. In

    variopinto abbigliamento condotta al reoggiche concepisce il Figlio di Dio. Altre vergini laseguono: i popoli e gli uomini convertiti aCristo. Con letizia ed esultanza seguono la regi-

    na ed entrano nel palazzo del re, nel possessodelle grazie e dei doni soprannaturali.Ecco, la Vergine concepir canta la liturgia

    nel Communio. Quotidianamente la VergineMadre Chiesa e noi nella Chiesa, ricevendo lasanta Comunione, riviviamo il misericordiosoconcepimento divino di Maria. Fossimo noi ani-mati dai sentimenti della Vergine di Nazareth!

    ANGELUS- ngelus Dmini nuntivit Mari.- Et concpit de Spritu Sancto.Ave, Mara...

    - Ecce anclla Dmini.- Fiat mihi secndum verbum tuum.Ave, Mara...

    - Et Verbum caro factum est.- Et habitvit in nobis.Ave, Maria...

    - Ora pro nobis, sancta Dei gnetrix.- Ut digni efficimur promissinibusChristi.

    Ormus.Grtiam tuam, qusumus, Dmine,mntibus nostris infunde ut qui,ngelo nuntinte, Christi Flii tuiincarnatinem cognvimus, per pas-sinem eius et crucem, ad resurrec-tinis glriam perducmur. Per en-

    dem Christum Dminum nostrum.Amen.

    Glria Patri... (tre volte)

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    ORARI SANTE MESSE

    VocognoChiesa di Santa Caterina v.m.

    Domenica e Feste

    ore 10.30 Messa cantataore 17.00 Messa letta

    Luned - Mercoled e Venerd:ore 17

    Marted - Gioved e Sabato:ore 7

    Per le Messe in settimanasaranno possibilidelle variazioni di orario.

    Tel. don Alberto 349.2848054

    Luned - Marted - Gioved eVenerd: ore 17

    Mercoled: ore 7Sabato: ore 8

    Per le Messe in settimanasaranno possibilidelle variazioni di orario.

    Tel. don Stefano 348.2463990

    DomodossolaCappella dellOspedale

    Domenica e Feste

    ore 10.30 Messa cantata

    5 marzo 2014

    a VOCOGNO ore 20 30

    MERCOLEDIDELLE CENERI

    SANTA MESSAE IMPOSIZIONE DELLE SACRE CENERI