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monitoraggio e valutazione Rom Cittadini d’Europa Cittadini d’Europa Progetto Equal CITTÀ DI TORINO ENTE PROMOTORE

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monitoraggio e valutazione

Rom Cittadini d’Europa

Cittadini d’Europa

Progetto Equal

Città di torinoEntE promotorE

Realizzato da:

IT-G2-PIE-023

Le fotografie riprodotte sono di Davide Scagliola, tratte dal libro: “Rom e Sinti verso il lavoro”

Città di torinoEntE promotorE

monitoraggio e valutazione

Cos’è EQUAL L’Iniziativa Comunitaria Equal fa parte della strategia dell’Unione Europea che mira a sperimentare strategie che consentano di contribuire alla crea-zione di un maggior numero di posti di lavoro, a migliorarne la qualità e a fare in modo che a nessuno sia negato l’accesso al mercato. In quanto Iniziativa comunitaria del Fondo Sociale Europeo, Equal costi-tuisce una piattaforma di apprendimento al fine di reperire nuovi mezzi per raggiungere gli obiettivi della Strategia Europea per l’Occupazione e del processo di inclusione sociale. L’Iniziativa funge da laboratorio per lo sviluppo di nuovi mezzi di lotta contro la discriminazione e le disuguaglianze nel mercato del lavoro poiché fornisce esempi di buone prassi in materia di approcci innovatori, con parti-colare attenzione alla cooperazione attiva fra Stati membri, al fine di garan-tire che i risultati migliori vengano adottati e condivisi in tutta Europa. La transnazionalità, cioè lo scambio di esperienze e conoscenze tra part-nership dei diversi Stati membri, non solo costituisce il principio distintivo dell’Iniziativa Equal nel panorama dei Fondi Strutturali, ma è anche parte integrante delle attività, i cui programmi di lavoro non possono considerar-si completi in assenza di questo elemento. La dimensione transnazionale rappresenta infatti un potenziale valore ag-giunto in quanto può contribuire ad innovare le pratiche, le politiche ed i sistemi di riferimento in maniera significativa, come stanno dimostrando alcuni casi esemplari nell’attuale periodo di programmazione. La transna-zionalità concorre inoltre a rafforzare la portata innovativa delle diverse sperimentazioni anche attraverso una più ampia disponibilità nelle PS di attori che testano metodologie, strumenti e percorsi volti alla rimozione delle barriere all’accesso e alla permanenza in mercati caratterizzati da di-namiche diverse. La comunicazione della Commissione Europea rispetto alle nuove sfide del programma Equal.Con la Comunicazione del 30.12.2003, istitutiva della II Fase dell’I.C.

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EQUAL, la Commissione Europea sottolineava la necessità di dare una ri-sposta alle sfide emergenti e in particolare sulla questione dell’integrazione del popolo Rom e diceva:

“L’allargamento a 25 paesi determinerà l’ inclusione di milioni di rom, che diventeranno la minoranza etnica più rappresentata nell’Unione europea”. La povertà, l’emarginazione e la discriminazione cui sono confrontati i rom rappresentano una sfida e una fonte di preoccupazione per tutti gli Stati membri. Gli attuali Stati membri hanno messo a punto strategie e programmi per sostenere e integrare i rom che vivono già nel territorio dell’Unione europea. Con l’allargamento, l’Unione dovrà affrontare queste sfide su una scala molto maggiore. L’Unione europea ha sostenuto azioni a favore dei rom da oltre un de-cennio. Alcuni risultati positivi sono già stati ottenuti nell’ambito dei partenariati di sviluppo orientati particolarmente ai rom. È stata messa a punto un’ impostazione personale per consentire in un certo senso di esercitare un controllo del programma. Nel corso del periodo di forma-zione un’attenzione particolare viene riservata alla comunicazione, a come trovare lavori adatti, al sostegno sociale e a studi di gestione. Le autorità locali delle organizzazioni civili delle minoranze zingare e rom partecipano ai partenariati di sviluppo e incoraggiano la partecipazione al progetto facendo in modo che vi siano contatti fra il datore di lavoro e il lavoratore potenziale, in modo che si crei un’ impostazione comune e integrata finalizzata all’occupazione. Tuttavia i criteri per il successo, quali sono percepiti dagli stessi rom, possono cambiare in questa nuova dinamica. Sia le comunità rom che altri parti della società dovranno svolgere un ruolo attivo e adoperar-si per costruire un’Europa più favorevole all’ integrazione. In quanto fonte d’ innovazione, EQUAL svolge un ruolo importante nella ricerca di nuovi mezzi per affrontare la discriminazione e la disuguaglianza e pertanto è importante per la comunità rom. Conseguentemente, nella seconda fase di EQUAL, il sostegno per le comunità rom sarà un obiet-tivo particolare in tutti i settori tematici”.

È chiaro a tutti che la situazione delineata dalla Commissione è diventata

ancor più delicata con l’ingresso nell’Unione della Romania e Bulgaria, e quindi il passaggio da 25 a 27 paesi.Le esperienze realizzate nei diversi Paesi dell’Unione dai numerosi progetti EQUAL rivolti alla popolazione Rom potranno fornire indicazioni utili a gestire politiche di integrazione e di accoglienza basate sulla “non discrimi-nazione su base etnica”; le Istituzioni, locali e nazionali, sono chiamate a tradurre queste esperienze straordinarie in azioni e attività regolari.

IntrodUzIonE

Il progetto “ROM Cittadini d’Europa” è finanziato nell’ambito della se-conda fase di Equal, Asse occupabilità. Il progetto, programma di iniziativa comunitaria, è iniziato nel luglio 2005 e terminerà il 31.12.2007. La finalità di questo progetto è quella di svolgere delle sperimentazioni con l’obiettivo di innovare le politiche ordinarie di inclusione socio lavorativa a favore delle popolazioni ROM e SINTI presenti sul nostro territorio. L’ipotesi dalla quale ci siamo partiti è che la discriminazione socio-econo-mica e culturale caratterizza l’esperienza di vita e di lavoro delle cittadine e dei cittadini di etnia rom e sinti e più in generale dei nomadi; tale discri-minazione, che si concretizza nelle difficili condizioni di vita e nel pessimo rapporto con la popolazione autoctona, ed è generata da molte cause alcune delle quali derivano da pregiudizi di origine remota, altre sono di origine socio-culturale (legate agli stili di vita e ai bassi livelli di istruzione dei nomadi) o generate dai fenomeni di microcriminalità, di illegalità e dai comportamenti non rispettosi delle regole della civile convivenza che sono purtroppo molto frequenti tra i cittadini zingari. Tale situazione genera il fenomeno di separatezza delle comunità nomadi dal resto della popolazione, sia autoctona sia immigrata, e, in grande mi-sura, contribuisce al consolidamento ed alla perpetuazione della discrimi-nazione.Nei processi di integrazione un problema è rappresentato dalla visione mag-gioritaria che la comunità ha degli zingari. Visione negativa dovuta spesso all’associazione di “zingaro” a “ladro”, comunque “zingaro” come persona dedita ad attività “illegali” o, nella migliore delle ipotesi, una persona dedi-ta all’accattonaggio.

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Tra gli stessi nomadi ci sono forti elementi di diffidenza verso i non-Zinga-ri, i gagé, e spiccate tendenze all’autoesclusione dal resto della popolazione, forme di rivendicazione “negative” della propria identità. Esistono anche molte diffidenze reciproche tra vari gruppi zingari presenti magari anche nello stesso campo o addirittura tra i membri della stessa famiglia allarga-ta. In particolare la discriminazione agisce negativamente anche rispetto alle possibilità di inserimento sul mercato del lavoro sia per attività dipendenti che autonome. Spesso l’insufficiente livello di alfabetizzazione linguistica e sociale degli zingari comporta un oggettivo svantaggio nell’accesso a per-corsi di studio, professionalizzazione e inserimento lavorativo. Inoltre esi-ste una scarsa disponibilità da parte della comunità maggioritaria e delle imprese a “dare credito” alle qualità degli zingari in ambito professionale determinate da un’oggettiva difficoltà a conciliare le condizioni di vita nei campi con le richieste del mondo del lavoro, dalle diffidenze presenti tra gli stessi colleghi di lavoro, dai frequenti problemi di salute dovuti alla situa-zione di povertà e disagio ambientale. Un ulteriore importante fattore che concorre alla situazione di discrimina-zione è dovuto alla “situazione di cittadinanza” sia in relazione al permesso di soggiorno sia alla residenza sia alla posizione giuridica. Numerosi Rom hanno come primo ostacolo alla regolarizzazione della loro posizione la-vorativa quello di avere una situazione irregolare rispetto al permesso di soggiorno e ciò impedisce di fatto qualsiasi intervento a loro favore.

IL progEtto “rom CIttAdInI d’EUropA”

“Rom Cittadini d’Europa” è un progetto “geografico” (Regione Piemonte) finanziato sull’Asse Occupabilità che intende incidere sulle discriminazioni dirette e indirette delle popolazioni ROM e SINTI. Nell’ambito di tale progetto si è deciso di intervenire:

Sulle barriere culturali, presenti sia tra gli zingari che tra gli italiani;Sull’incremento delle competenze necessarie allo svolgimento di lavori di servizio e manutenzione nei campi di sosta;Sull’emersione di attività già oggi svolte, riportandole alla legalità e ren-

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dendole compatibili con la necessità di salvaguardare l’ambiente;Sulla flessibilizzazione delle opportunità di impiego per renderle compa-tibili con le “usanze” dei ROM e dei Sinti, anche con la sperimentazione di inserimenti che utilizzino nuove forme contrattuali;Sulla qualificazione di operatori che facilitino il rapporto con i cittadi-ni nomadi, anche con l’impiego di mediatori culturali di etnia Rom o Sinti.

LA pArtnErshIp dI svILUppo dEL progEtto E LA rEtE dI AppoggIo:

La partnership di sviluppo del progetto “ROM Cittadini d’Europa” è com-posta da otto partner tra ente locale, società di consulenza, ente di forma-zione, associazioni di categoria e enti del terzo settore.Il Comune di Torino è l’ente promotore oltre che partner operativo del progetto.L’Ente Capofila è costituito dall’ATI Soges - Dasein, due società di consu-lenza torinesi, mentre il partenariato di sviluppo vede la presenza di enti di diversa specializzazione, complementari tra di loro:

AIZO - Associazione Italiana Zingari Oggi;ATI Cooperative Animazione Valdocco / Cooperativa Stranaidea/ Consorzio Self;ATI G.P.L. - gruppo di promozione locale / Coop. Liberitutti / Getica s.r.l.;C.F.P.P. - Centro di Formazione Professionale Piemontese - Casa di Carita - Onlus;CNA - Confederazione Nazionale dell’Artigianato;S.R.F. Società Ricerca e Formazione s.c.a.r.l.

Il progetto inoltre è sostenuto da una rete di enti di cui fanno parte:Provincia di Torino;Comune di Asti;Comune di Collegno;Comune di Moncalieri;Comune di Orbassano;

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Comune di Rivalta; Questura di Torino;Agenzia Territoriale per la Casa ATC Torino;AMIAT;Opera Nomadi di Torino;CGM Centro per la Giustizia Minorile del Piemonte e della Valle d’Ao-sta.

orgAnIzzAzIonE IntErnA dEL progEtto “rom CIttAdInI d’EUropA”.

L’organizzazione interna del progetto prevedeva la presenza di: Un project manager, un responsabile tecnico e uno amministrativo indi-viduato dalla PS; Un Comitato di Pilotaggio al quale hanno partecipato tutti i partner; Un’Equipe di lavoro composta dagli operatori dell’ATI COOP. ANIMA-ZIONE VALDOCCO/ COOP. STRANAIDEA / CONSORZIO SELF, dell’ATI G.P.L. - GRUPPO di PROMOZIONE LOCALE/ COOP. LI-BERITUTTI / GETICA S.r.l. di AIZO e del CFPP; Un nucleo di monitoraggio e valutazione coordinato da SRF - Società Ri-cerca e Formazione che lavora in collaborazione con il project manager;Un nucleo di esperti di creazione di impresa del CNA;Un nucleo di formatori del CFPP;Un gruppo di coordinamento Transnazionale coordinato dal Project Ma-nager e composto dai partner operativi del progetto.

mEtodoLogIA dEL monItorAggIo E dELLA vALUtAzIonE

Il Piano di Monitoraggio e Valutazione ha proposto di supportare il coor-dinamento del progetto nello sviluppo delle singole macrofasi, nella lettura e interpretazione delle informazioni raccolte e nell’utilizzo degli elementi emersi per la programmazione delle successive azioni di sperimentazione. I valutatori hanno anche supportato il lavoro dei Tutor dell’equipe operativa fornendo strumenti e counseling. I metodi utilizzati sono sia qualitativi sia quantitativi. Hanno riguardato sia il processo sia il risultato.

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Nel corso del progetto si sono tenute costanti rapporti con il project ma-nager, con i partner, sia singolarmente sia nell’ambito del comitato di pilo-taggio.

L’attività di monitoraggio e valutazione sugli aspetti sopraindicati sono av-venuti attraverso:

Incontri di confronto con il project manager;Richiesta di informazioni e approfondimenti ai partner del progetto at-traverso delle interviste approfondite oppure semplici incontri;Analisi del gantt, il monitoraggio dei servizi realizzati e del budget eco-nomico;Raccolta e analisi della documentazione specifica;Elaborazione di un “diario di bordo” (DROM di Viaggio) da utilizzare come strumento di raccolta delle informazioni e automonitoraggio;Analisi dei “DROM” utilizzati dall’Equipe di lavoro per ogni beneficia-rio.

IL monItorAggIo dELLE AzIonI progEttUALI

mACrofAsE �: rICErCA

Risultato previsto: Raccolta di informazioni, statistiche e dati istituzionali in relazione alle presenze di cittadini Rom e Sinti.

Azioni realizzate:Creazione di rapporti con amministratori e funzionari dei comuni coinvolti;Incontri pressi i comuni interessati con i funzionari che si occupano delle popolazioni Rom e Sinti;Realizzazione di interviste e focus group con operatori pubblici e del privato sociale;Interviste al corpo docente delle scuole frequentate da persone Rom e Sin-ti;

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Analisi banche dati esistenti;Raccolta e analisi delle politiche attivate per i nomadi (riconoscimento mi-noranze, politiche per casa, scuola, sanità, lavoro), buone prassi nei settori indicati;servizi attivati dalle pubbliche amministrazioni e dal privato sociale.

Prodotti:Report di ricerca presentato al pubblico durante il seminario di presentazione del progetto.

mACrofAsE �: promozIonE dEL progEtto

Azioni previste:Partecipazione a 8 manifestazioni di promozione, preferibilmente in coinci-denza di altri eventi significativi con spettacoli musicali e teatrali; Rassegne cinematografiche, mostre fotografiche, conferenze storico-cultura-li e su temi d’attualità, mostra-mercato di prodotti artigianali;Realizzazione di un sito internet;15 incontri di promozione/avvicinamento all’interno degli insediamenti no-madi nelle date di maggior significato per le comunità Sinte e Rom.

Azioni realizzate:Promozione e presentazione del progetto nei confronti delle popolazioni Rom e Sinti;Promozione e presentazione del progetto nei confronti dei cittadini to-rinesi;Realizzazione di un sito internet.

Le modalità di realizzazione sono state:Partecipazione a manifestazioni di promozione anche in coincidenza di altri eventi significativi con spettacoli musicali e teatrali;Organizzazione di manifestazioni di promozione su iniziativa autonoma

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del progetto;Produzione di 2 filmati coinvolgendo i beneficiari del progetto;Realizzazione di una mostra fotografica;Incontri di avvicinamento all’interno degli insediamenti nomadi.

Prodotti:Gadget promozionali del progetto;Locandine degli eventi;Archivio fotografico;Due filmati sui beneficiari e sui percorsi da loro seguiti nell’ambito del progetto “Rom cittadini d’Europa”.

mACrofAsE �: mEdIAzIonE/fACILItAzIonE

Azione previste:Costituzione di un’equipe di operatori (Tutor) e mediatori culturali di etnia Rom e Sinta; Formazione dell’equipe degli operatori;Definizione e unificazione delle procedure di contatto, presa in carico, accompagnamento ed inserimento.

Azioni realizzate:Selezione di un gruppo di operatori organizzatosi in “Equipe dei Tutor” con l’assenza di mediatori culturali; Formazione iniziale dell’”Equipe dei Tutor” per un totale di 102 ore;Formazione ad un gruppo di operatori della città di Asti per un totale di 62 ore;Implementazioni ed utilizzo di strumenti a supporto dei Tutor per quanto riguarda i percorsi dei beneficiari (cartella del cittadino del Comune di Torino, Drom di viaggio);Implementazione di una banca dati per la gestione delle risorse lavorative (banca dati aziende).

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Le modalità di realizzazione sono state:Tutor selezionati nell’ambito dei partner operativi;Formazione iniziale di 102 ore formative a cura del CFPP e AIZO con il coinvolgimento di esperti appartenenti alla rete di appoggio del progetto, ed esperti esterni (giuristi, docenti universitari);Formazione di aula a 24 operatori sociali e scolastici della città di Asti;Utilizzo e compilazione DROM per tutti i beneficiari;Utilizzo e compilazione banca dati imprese.

Prodotti / risultati:Drom Diario di Viaggio;Banca dati aziende.

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mACrofAsE �: formAzIonE

Azioni previste:Formazione teorica in aula alternata a periodo di tirocinio in azienda;Formazione in tema di creazione di impresa;Corsi flessibili e percorsi personalizzati; Profili professionali adeguati.

Azioni realizzate:Formazione teorica in aula per un totale di 449 ore a favore di 50 bene-ficiari.

Prodotti / risultatiRegistro presenze;Materiale didattico;Contenuti dei corsi;Primo vissuto formativo.

Le modalità di realizzazione sono state:Formazione in aula;Lezioni frontali.

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mACrofAsE �: AvvIo ALLA CrEAzIonE dI ImprEsA Ed InsErImEntI LAvorAtIvI

Azioni previste: Creazione di 10 imprese compatibili con le consuetudini culturali della popolazione Rom;Inserimento in stage di 50 persone.

Azioni realizzate: Accoglienza di 8 persone interessante ad intraprendere un percorso di creazione di impresa;Un solo incontro di approfondimento realizzato per 2 persone poi hanno abbandonato;Tre incontri di approfondimento realizzati per 6 persone;Accompagnamento e monitoraggio degli inserimenti lavorativi;300 persone colloquiate;100 percorsi di presa in carico ai fini di inserimento socio-lavorativo in-terrotti;Cinquantasei inserimenti in tirocinio di cui 15 persone assunte;8 persone colloquiate per l’avviamento di un lavoro autonomo e/o crea-zione di impresa;2 imprese create di cui una è operativa e una non è ancora operativa a cui mancano i presupposti della sostenibilità.

Prodotti / risultati:

Creazione di due imprese.

Le modalità di realizzazione sono state:Incontri individuali;Consulenza approfondita sulle tematiche della creazione e di gestione di impresa.

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mACrofAsE �. monItorAggIo vALUtAzIonE E AttIvItÀ dI mAInstrEAmIng

Azioni previste: Predisposizione degli strumenti di controllo economico e fisico dell’anda-mento del progetto; Monitoraggio dei cambiamenti intervenuti nel corso del progetto da parte di beneficiari Rom e sinti, istituzioni locali, imprese, cittadini italiani; Contribuire alla diffusione di una cultura di rispetto delle differenze attra-verso azioni di incontro tra la popolazione nomade e italiana in particolare attraverso l’inserimento al lavoro (dipendente ed autonomo).

Azioni realizzate: Monitoraggio economico e fisico dell’andamento del progetto;Monitoraggio dei cambiamenti intervenuti.

Prodotti / risultati:Report di monitoraggio e valutazione.

Le modalità di realizzazione sono state:Interviste, questionari;Drom di viaggio.

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mACrofAsE �: AttIvItÀ trAnsnAzIonALI stUdIo, rICErCA E ConfrontI nEI pAEsI CoInvoLtI

Sono state realizzate attività di scambio e confronto delle diverse esperienze con i progetti coinvolti nell’Accordo di Cooperazione Transnazionale, che sono:

Slovenia - LubianaProgetto: ROMSKI ZAPOSLITVENI CENTER.

Italia - BolognaProgetto: Il lungo cammino dei Sinti e dei Rom: percorsi verso il lavoro.

Azioni previste: Scambio di informazioni;Scambio di esperienze;Elaborazione di un catalogo delle buone prassi;5 incontri transnazionali.

Azioni realizzate: Incontro iniziale a Bologna con i due partner transnazionali;2 incontri a Lubiana;2 incontri a Torino.

Prodotti / risultati:

Pubblicazione del catalogo delle buone prassi.

Le modalità di realizzazione sono state:Realizzazione di eventi comuni;Visite sul campo.

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LA formAzIonE dEgLI opErAtorI

Il corso di formazione agli operatori è stato organizzato nel mese di novembre del 2005 per una durata di 102 ore.

Alla formazione hanno partecipato tutti i tutor.

Gli obiettivi del corso:Costituire l’equipe che deve occuparsi delle attività di presa in carico, accom-pagnamento e tutoraggio; Conoscere dei contenuti, delle azioni e dell’articolazione delle varie fasi del progetto Equal - “Rom: cittadini d’Europa”;Conoscere e sperimentare delle procedure e degli strumenti da adottare e utilizzare nei percorsi di formazione e inserimento lavorativo;Acquisire delle informazioni relative ai processi di integrazione ed esclusio-ne;Sperimentare la gestione di percorsi di formazione e inserimento lavorativo;Conoscere la strutturazione e il funzionamento della rete esistente e in via di consolidamento;Elaborare dei progetti individuali di presa in carico, di verifica periodica del processo e di rinegoziazione;Conoscere e instaurare delle relazioni funzionali con i referenti e gli operatori direttamente coinvolti;Conoscere le attività degli Enti partner e dei singoli tutor;Conoscere gli obiettivi, i contenuti, la tipologia e i programmi dei corsi di formazione e di rinforzo delle competenze rivolti ai beneficiari finali.

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Articolazione e metodologia:Il corso è composto da 3 moduli, di cui uno in aula di 30 ore e altri due di 15 ore ognuno di laboratorio e di verifica e sperimentazione.

Durata Metodologia Contenuti

I modulo 30 ore Formazione in aula

Ogni incontro prevede l’intervento del-l’esperto e la trattazione interattiva di ar-gomenti collegati coinvolgendo i tutor e i soggetti rappresentativi di casi specifici, utilizzando ausili didattici di informazio-ne e approfondimento;

II modulo 15 ore Laboratorio

Incontri con operatori direttamente coin-volti per acquisire competenze e speri-mentare le procedure necessarie all’at-tivazione e alla realizzazione di modelli e processi di inserimento lavorativo. Individuazione e assegnazione agli al-lievi di argomenti da trattare durante il tirocinio.

III modulo 15 oreVerifica,

sperimentazione e tirocinio

Incontri periodici ricorrenti con cadenza bimestrale per valutazione e rilevazione aspetti critici ed eventuale riadattamen-to del progetto e del percorso di presa in carico e inserimento lavorativo.Consegna elaborato, presentazione contenuti, confronto e discussione al-largata.

Un secondo corso di formazione ai formatori è in svolgimento presso la città di Asti. Ha una durata di 62 ore e coinvolge 24 operatori di varia pro-venienza: istituti scolastici, comune di Asti, associazioni del territorio.

LE AttIvItÀ dEL progEtto A fAvorE dEI bEnEfICIArI

Le attività del progetto sono finalizzate all’inserimento socio-lavorativo dei beneficiari. Il progetto “ROM Cittadini d’Europa” ha offerto due modalità di integrazione sul mercato del lavoro:

inserimento lavorativo come inserimento dipendente; autoimpiego attraverso la creazione d’impresa.

Per quanto riguarda l’inserimento nell’azienda l’attività consiste nell’inse-rimento in tirocinio al fine di favorire l’incontro domanda-offerta, con la finalità di assunzione. A supporto dell’inserimento in tirocinio, i beneficiari hanno a disposizione una borsa lavoro per la durate di tre mesi, rinnovabile di altri tre. I beneficiari possono avvantaggiarsi anche di altre integrazioni strumentali all’inserimento lavorativo (abbonamento e biglietti per il trasporto pubbli-co, biglietti per l’uso dei bagni pubblici ecc). Per l’attività di creazione d’impresa il progetto, attraverso consulenti, assiste i beneficiari nell’elaborazione di un “business plan” e li accompagna nelle varie fasi tecniche e amministrative per la costituzione dell’azienda.L’inserimento sociale riguarda l’attività di orientamento, di informazione e delle volte anche di accompagnamento verso diversi servizi di natura so-ciale, assistenziale e sanitaria del territorio. Parecchie consulenze sono state svolte per quanto riguarda il rinnovo del permesso di soggiorno.

LA prEsA In CArICo

Il progetto “ROM Cittadini d’Europa” prevede la presa in carico dei bene-ficiari, che consiste in una serie di colloqui iniziali volti a spiegare, da un lato, la logica e le finalità del progetto, e dall’altro lato a ricostruire la storia di vita del beneficiario in termini di livello di istruzione (scuola e formazio-ne professionale), esperienza lavorativa pregressa (subordinata o autonoma, regolare o in nero), competenze (formali, non formali e trasversali) e i desi-derata lavorativi e professionali. Un Tutor affianca il beneficiario e lo accompagna in tutte le fasi successive nell’ambito del progetto.

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L’approccio iniziale con i beneficiari è stato mediato dall’Ufficio Nomadi del Comune di Torino. Sono stati forniti un’ottantina di nominativi all’Equipe dei tutor che hanno provveduto alla convocazione quindi alla selezione dei primi beneficiari. Tale processo si è ripetuto a più riprese. Oltre ai nominativi forniti dall’Ufficio Nomadi, altre persone Rom sono arrivate direttamente presso l’ufficio operativo del progetto così come altre sono state direttamente contattate dai Tutor, attraverso altri cittadini Rom oppure nei campi.A tutti i potenziali beneficiari sono state illustrate le finalità del progetto, le modalità di accesso e il carattere non assistenziale degli strumenti di supporto al reddito.Tre sono state le selezioni in questa prima tappa:

Assenza o non adeguatezza di documenti validi per l’inserimento lavorativo. Parecchie persone erano sprovviste del documento del permesso di soggiorno o erano in possesso di un documento che non consentiva di svolgere attività lavorative. Si tratta del permesso di soggiorno rilasciato ai sensi dell’articolo 11 del regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, per richiesta di apolidia. Le disposizioni di legge vietano lo svolgimento di attività lavorative da parte dei titolari di tali documenti; Persone informate in modo totalmente erroneo rispetto alle modalità di accesso al progetto, rispetto alla strutturazione del percorso e ai strumenti che metteva a disposizione. Ci sono stati dei casi in cui sono state avanzate richieste di “doni”, di “finanziamenti a tasso zero” per la creazione di un’attività autonoma oppure di “assegni” assistenziali senza la volontà di intraprendere nessun percorso volto all’inserimento lavorativo;Persone che si sono dichiarate non interessate al percorso proposto.

L’assenza del possesso del permesso di soggiorno per una grande fetta delle persone Rom di nazionalità ex Jugoslava presenti sul nostro territorio è una delle barriere maggiori con cui ci siamo scontrati. Sono delle persone che non hanno mai avuto un documento valido per la permanenza in Italia oppure l’hanno avuto in passato, ma non sono stati in grado di rispettare i requisiti per il rinnovo.

Project Manager Comune diTorino

Elencobeneficiari

MONITORAGGIO

RICERCA RISORSE

Equipeoperativa(Tutors)

1ϒ Colloquio

2ϒ Colloquio

Presa in carico einserimento nel

progetto

Inserimentoin formazione

Monitoraggioformazione

Selezionebeneficiari

Selezionebeneficiari

Inserimentoin tirocinio

Monitoraggiotirocinio

Inserimentoin tirocinio

Contattopotenzialibeneficiari

Rinnovotirocinio

Attivazioneborsa lavoro

Tutoraziendale

Fine percorso

Visitamedica

iscrizioneal CPI

Segretariatosociale

Situazionefamiliare

Situazioneabitativa

Rapporti con laPubblica

Amministrazione

ASL CPI

Assunzione

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E’ solo una fetta molto ristretta che è riuscita a mantenere il permesso di soggiorno avuto in momenti particolari come può essere una sanatoria oppure un provvedimento specifico durante delle emergenze umanitarie all’estero. Poche delle persone incontrate e qualcuno dei nostri beneficiari sono riusciti ad acquisire la cittadinanza italiana.

La questione dei “doni”, “finanziamenti a tasso zero” oppure quella degli “assegni” assistenziali, di cui si accennava prima, è dovuta, da una parte a dei difetti di comunicazione, in buona o cattiva fede, rispetto agli stanziamenti del progetto Equal, dall’altra parte alle politiche frammentate, negli anni, nei confronti di tale popolazione. Il progetto Equal “Rom Cittadini d’Europa” ha una previsione economica di un milione e trecento mila euro, con l’obiettivo di supportare la sperimentazione e l’innovazione. Una parte, circa il 10%, è prevista per il sostegno al reddito di quelle persone che vorrebbero impegnarsi in un percorso strutturato che porti verso l’autonomia lavorativa.

Alcuni dei nostri beneficiari si sono presentati presso l’ufficio operativo del progetto, facendo riferimento alla cifra totale del budget, avanzando delle richieste economiche.

Per quanto riguarda invece le politiche implementate nel corso degli ultimi anni ci sarebbero due elementi da evidenziare:

L’impegno enorme in risorse umane, in stanziamenti economici e sforzi progettuali del Comune di Torino, e degli altri comuni coinvolti nel progetto, a favore di tali popolazioni per assicurare servizi essenziali, istruzione e integrazione dei minori e sistemazione dei luoghi di insediamento;Le politiche implementate negli ultimi anni non sono riusciti a creare un sistema volto al miglioramento della qualità di vita di queste persone e hanno fatto sì che sia cresciuta, presso alcune di loro, in particolare nelle “presenze storiche”, una cultura assistenzialista nei confronti delle istituzioni pubbliche.

Un’altra parte ancora significativa di persone colloquiate non è stata presa

in carico dagli operatori del progetto in quanto avanzavano delle pretese a cui non si poteva dare credito. Si trattava, ad esempio, di persone che non erano disponibili a muoversi in città oppure altre che volevano il lavoro sotto casa. La presa in carico e l’accompagnamento sociale hanno visto i tutor del pro-getto impegnati per svariati mesi sullo stesso caso. Da una parte i tempi di reazione e di decisione dei beneficiari sono lunghi e non dipendono quasi mai solo da loro stessi, ma coinvolgono l’intero nucleo familiare; dall’altra parte i beneficiari presentavano delle problematiche multiple da risolvere prima del-l’avviamento lavorativo. Così i tutor si sono trovati impegnati in un’attività di “pre-presa in carico”. Si è trattato di un vero e proprio “Segretariato Sociale”. Tali attività hanno riguardato problematiche di tipo familiare, di tipo per-sonale e di tipo sociale. Hanno riguardato anche problemi di relazione con la Pubblica Amministrazione, problematiche legate al permesso di soggior-no, iscrizione sanitaria e residenza.

E’ proprio il “Segretariato Sociale” l’approccio più innovativo alla “pre - presa in carico”. Esso, oltre ad aver consentito di risolvere alcuni problemi concreti, ha creato un ambiente qualificato vicino ai Rom del progetto, ha strutturato delle reti di fiducia, e creato dei rapporti di fiducia personali e professionali.

Con il secondo colloquio l’equipe, in forma collegiale, decideva a favore dell’inserimento nel progetto. Scattavano due obblighi amministrativi. L’iscrizione presso il CPI (immediata disponibilità all’impiego) per tutti coloro che non l’avevano ancora fatta e la visita medica. La visita medica veniva effettuata nell’ambito della convenzione che il comune di Torino ha con l’ASL 1, e quindi non comportava costi per il beneficiario.

Alcune delle persone prese in carico hanno avuto la possibilità, prima di essere inserite in tirocinio, di seguire dei momenti formativi.Per i primi due gruppi di persone, esattamente 21, sono stati organizzati due percorsi paralleli di abilità sociali, il cui programma viene riportato. Il periodo della formazione è stato marzo-aprile del 2006 per un totale di 51 ore.

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Le nostre aspettative iniziali rispetto al percorso formativo erano molto alte. Si sperava in una frequenza continuativa, una partecipazione attiva e in un impatto positivo e importante sui corsisti. La maggior parte dei partecipanti era al primo “vissuto formativo”. Parec-chie di loro erano analfabeti. La composizione del gruppo era molto varia anche dal punto di vista anagrafico.

Il risultato raggiunto è stato quello di aiutare le persone a concettualizzare e razionalizzare alcune esperienze in modo che potessero essere spendibili in altri contesti.

A favore dei beneficiari sono stati organizzati in tutto otto corsi. Oltre ai due di cui si accennava, ci sono stati:

Un corso di Abilità sociali nel periodo settembre - ottobre 2006 della durata di 62 ore al quale hanno partecipato 11 iscritti;Un corso di Informatica di base nel periodo ottobre - novembre 2006 della durata di 194 ore al quale hanno partecipato 8 iscritti tutte donne;Un corso di Educazione al lavoro nel mese di febbraio 2007 della durata di 12 ore al quale hanno partecipato 3 persone di Moncalieri;Un corso di Abilità sociali nel mese di febbraio 2007 della durata di 27 ore al quale hanno partecipato 4 persone;Un corso di Informatica di Base nel periodo febbraio - marzo 2007 della durata di 52 ore al quale hanno partecipato 3 persone;Un corso specifico per 20 cittadini rumeni di alfabetizzazione in lingua italiana in collaborazione con il CTP della Scuola Media Statale U. Saba.

Nessuno dei cittadini ROM rumeni preso in carico dal nostro progetto ha seguito i percorsi formativi organizzati dal progetto Rom Cittadini d’Eu-ropa.

Le motivazioni sono sostanzialmente due:Sono giunti sul territorio torinese dopo lo svolgimento dei corsi;Sono delle persone con esperienze lavorative più forti di quelle in possesso delle persone “storiche”.

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CoRSo dI ABILITà SoCIALI

Formazione dei beneFiciari.Il percorso formativo comprende molte azioni dirette e indirette (ricerca, colloqui individuali, orientamento, presa in carico, corso di abilità sociali, tutoraggio e tirocinio, bilancio compe-tenze, azioni di supporto e consulenza, acquisizione mansionario lavorativo, …).La proposta di corsi di abilità sociali ed, eventualmente, di formazione professionale, è determinata dalla necessità di offrire ai beneficiari un percorso breve, agile, finalizzato alla comprensione della normativa che regola il mercato del lavoro, la ricerca delle risorse, la preparazione soggettiva, l’adempimento di doveri e la fruizione di diritti. Il corso intende mettere a disposizione del beneficiario alcuni contributi conoscitivi per evitare pregiudizi e contrapposizioni, per facilitare atteggiamenti improntati alla tolleranza, all’integrazione, per riuscire a far convivere le differen-ze etniche e culturali, per sperimentare e consolidare modalità di accesso ad opportunità di inserimento lavorativo e sociale. In considerazione delle caratteristiche e delle variabili presenti nei beneficiari finali riferibili alla diversità di genere, all’età, alla scolarizzazione, alle pregresse esperienze lavorative, alle attitudini, alle competenze professionali, alla composizione familiare e al ruolo esercitato, la proposta di formazione e di programma di corso di abilità sociali non può evidenziare una struttura rigida e svilupparsi adottando una metodologia didattica impo-stata secondo riferimenti esclusivamente razionali e logico-deduttivi.

riParTizione modULareQuesta proposta rappresenta una traccia di contenuti la cui trattazione deve essere flessibile, capace di adattarsi a percorsi personalizzati che privilegiano le modalità operative ed espe-rienzali. L’estensione, l’approfondimento, l’articolazione e la successione degli argomenti sono strettamente dipendenti dalla composizione e dall’ampiezza dei gruppi, dagli interessi, dalle prospettive di inserimento lavorativo, dalle capacità di comprensione … La ripartizione del cor-so ha una scansione modulare che, nell’ipotesi di corso più breve, prevede 2 moduli didattici della durata di 20 ore, e in situazione ( c/o azienda o impresa di inserimento) un modulo della durata di 20 ore con la possibilità di rientro periodico in aula. I primi 2 gruppi risultano essere costituiti per adesione ad un’opzione temporale riferita allo svolgimento del corso nelle ore antimeridiane o pomeridiane; qualsiasi altro criterio ipotizzato, l’età, il livello di scolarizzazione, la tipologia di lavoro desiderato (subordinato, autonomo, costituzione di impresa), esperienze lavorative pregresse di durata significativa non sono risultati concretamente praticabili.

meTodoLoGia e STrUmenTiL’impostazione metodologica del corso non può che essere conseguente e quindi privilegiare gli aspetti esperienzali da cui emerge l’intelligenza delle operazioni concrete e, per induzione la comprensione, la legittimità e l’applicazione di regole di convivenza, di dinamiche relazionali incentrate sul confronto e le discussione nel gruppo. Alla fine del percorso didattico propedeu-tico, all’avvio di un tirocinio presso un’azienda o un’impresa cooperativa, sarà possibile l’elabo-razione e la rilevazione di un bilancio delle competenze, la compilazione di un curriculum che evidenzi le mansioni lavorative svolte e le potenzialità spendibili, la preparazione per sostenere un colloquio finalizzato all’inserimento lavorativo, la conoscenza di disposizioni generali che regolano l’attività di istituti, servizi, agenzie, il consolidamento delle relazioni con operatori impegnati nella realizzazione del progetto Equal.

ProGramma, arGomenTi, nUmero ore

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Presentazione del corso - Costituzione del gruppo - Alfabetizzazione - Lingua e civiltà italiana - (6 ore)Personalizzazione dei percorsi con valorizzazione delle conoscenze di base individuali.

inTerVenTo SULLa comUnicazione (3 ore)Saper comunicare; Saper gestire i conflitti;Soluzione negoziata dei conflitti; Saper risolvere problemi; Saper prendere decisioni.

biLancio deLLe riSorSe (3 ore)Conoscenze ed esperienze professionali passate; Analisi delle caratteristiche personali; Iden-tificazione del sistema di valori.

iL mercaTo deL LaVoro (3 ore)Legislazione in materia di mercato del lavoro, Il mondo del lavoro in Italia: lavoro indipenden-te, lavoro autonomo e cooperative, contratti, diritti e prestazioni nei confronti di disoccupati, borse lavoro, cantieri lavoro, lavori socialmente utili, la mobilità, incentivi al lavoro autonomo, invalidità o inabilità al lavoro.

SoSTeGno aLLa ricerca aTTiVa deL LaVoro (3 ore)-Simulazioni del colloquio di lavoro - Role-playing. -Motivazione e comunicazione nei percorsi di occupabilità: tecniche di motivazione nella ricerca del lavoro; intervista; la comunicazione; cercare un lavoro - Job-club.

VaLori e diSVaLori deL mio PoPoLo e deLLa cULTUra GaGe’Le culture: il valore del confronto e delle convivenze possibili nella diversità (12 ore)- La storia del popolo rom; Racconto della storia del singolo partecipante; La storia del singolo in relazione alla storia del popolo rom; Concetto di valore e disvalore: trasposizione e traduzio-ne nelle due lingue; Concetto di valore e disvalore: diacronia e sincronia; Riconoscimento e rafforzamento dei valori che caratterizzano la cultura zingara; Conoscenza di ciò che della mia cultura è percepito come disvalore dai gagè; Identificazione di ciò che accomuna le due culture e modalità di rafforzamento; Identificazione di ciò che separa le due culture ed individualizza-zione di possibili ponti comunicativi.Il Lavoro: diritto e/o dovere? (6 ore)Riconoscere le differenze e i punti di contatto sul significato del lavoro nella cultura rom e in quella gagè; Mutuare una cultura del lavoro che sia più “canonica” ( pause stabilite rispettate, puntualità nell’espletamento del lavoro, precisione nell’esecuzione dei compiti): Raccolta e discussione di alcune esperienze positive e negative; Verbalizzazione delle sensazioni e im-pressioni relativamente alla propria esperienza lavorativa, evidenziando anche aspetti nascosti o elementi negativi difficili da esplicitare;Raccolta desideri/aspettative ed obiettivi dei singoli partecipanti rispetto alle esperienze lavo-rative future (anche in relazione al corso) e loro, eventuale, ritaratura - regole comportamentali nel contesto lavorativo o analisi delle modalità di comunicazione nelle relazioni sul luogo di lavoro.La creazione d’impresa: requisiti individuali, contesto normativo, procedure e prassi.

RESTITUZIONE

LA formAzIonE E I pErCorsI dI InsErImEnto LAvorAtIvo:

Le cinquanta persone che hanno seguito uno dei momenti formativi fanno parte delle presenze “storiche” sul territorio. Diciannove di loro sono stati inserite in stage. Tre sono maschi e le altre sono donne. Gli altri corsisti non hanno ritenuto di continuare il percorso proposto dal progetto.

Inserimenti di persone che hanno seguito il nostro corso. M FAssunta. 0 4Rifiuta l’assunzione dopo 3 mesi di tirocinio. 1 0Tirocinio chiuso dopo 6 mesi. 1 2Disponibilità massima ad un contratto dopo 6 mesi di tirocinio. 0 2Tirocinio chiuso dopo 3 mesi. 0 3Tirocinio mai partito o di durata inferiore a 16 giorni. 1 2Tirocinio ancora in corso 0 3Totale 3 16

Tra i beneficiari che hanno seguito la nostra formazione, oltre a rappre-sentare la maggioranza dei beneficiari, le donne hanno fatto i percorsi più “qualificati”. Come si vede nella tabella precedente quattro sono state as-sunte, altre quattro hanno fatto il tirocinio per la durata di sei mesi e per due di loro, le aziende ospitanti hanno manifestato una disponibilità mas-sima ad una futura assunzione.

I beneficiari, sempre tra le presenze storiche, che sono stati inseriti in tiro-cinio, ma non avevano frequentato il corso di formazione sono stati tredici. Sei femmine e 7 maschi.

Inserimenti di persone che non hanno seguito il nostro corso. M FAssunta. 1 1Assunta dall’impresa familiare poi rimesse in tirocinio dal Comune 0 1Tirocinio chiuso dopo 3 mesi. 4 0Tirocinio ancora in corso 2 3Tirocinio mai partito 0 1Totale 7 6

Un maschio e una femmina sono stati assunti. La situazione del maschio as-

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sunto è molto particolare. E’ diplomato in ragioneria, lavora come contabile presso un’azienda e si è iscritto all’università degli studi di Torino. E’ difficile valutare con precisione l’impatto dei corsi di formazione organiz-zati dal progetto “Rom Cittadini d’Europa” sui percorsi di inserimento lavo-rativo delle persone. Il numero dei casi è basso, e forse coloro che hanno se-guito i corsi sono proprio le persone maggiormente strutturate, mentre quelle più deboli dal punti di vista sociale non hanno colto questa opportunità. Inoltre ci sono delle persone che frequentarono in precedenza altri corsi e quindi non hanno ritenuto produttivo seguire anche questi.

LA CrEAzIonE dI ImprEsA.

Il progetto Equal Rom cittadini D’Europa si era posto l’obiettivo di assiste-re dieci beneficiari in un percorso di creazione di un’impresa.I potenziali beneficiari del percorso di creazione di impresa del progetto ROM Cittadini d’Europa sono stati otto. Sette cittadini ex Jugoslavi e un cittadino italiano Sinto. Nessun cittadino di origine rumena risulta tra i nostri beneficiari.Del tema del lavoro autonomo dei cittadini Rom e Sinti e della creazione d’impresa si era discusso parecchio durante la fase progettuale. Si era parlato di tutte quelle attività che storicamente svolgevano queste popolazioni e che oggi, in parte, in forme molto più precarie e non regolari, alcuni continuava-no a svolgere: “raccolta rame”, vendita di fiori, vendita ambulante, ecc.. La valutazione svolta in sede progettuale era finalizzata alla costruzione di percorsi volti ad accompagnare queste attività verso forme di regolarità e di sostenibilità. Tale ipotesi di lavoro è stata caldeggiata dagli operatori pubblici e del priva-to sociale che lavorano da più anni con tale popolazione.

I pErCorsI

Il primo contatto con i potenziali futuri “imprenditori” ha seguito lo stesso iter di quello degli altri beneficiari. Le persone venivano segnalate diretta-mente dall’Ufficio Nomadi del Comune di Torino, altre si sono presentate

spontaneamente o attraverso altri beneficiari. Dopo la prima accoglienza e i colloqui di approfondimenti con i tutor veni-vano convocati dai consulenti del CNA, partner delegato per queste azioni, in presenza del proprio tutor.In tutto sono stati presi in considerazione otto casi. Due sono state le im-prese avviate: un’azienda nel settore della raccolta e commercio di materiali non ferrosi e una nel settore delle pulizie.

Tipologie attivitàNumero

incontri di consulenza

esitosostenibilità

Si No ParzialeAttività di export abbigliamento verso la Croazia ) 3 Negativo 8

Messa in riserva e recupero rame 3 Avviata 8

Chiosco per commercio fiori 3 Negativo 8

Meccanico (cicli e motocicli) 3 Negativo 8

Attività di somministrazione alimen-ti in forma ambulante 3 Negativo 8

Impresa di Pulizie; 3 Avviata 8

Costituzione e gestione isola ecologica 1 Negativo 8

Costituzione attività manifatturiera (mollificio) 1 Negativo 8

Le otto idee di impresa su cui è intervenuto il progetto Equal “Rom Cit-tadini d’Europa” sono quelle elencate nella tabella precedente. Sono delle attività già in essere oppure riguardano il settore lavorativo in cui è inserita la persona come lavoratore dipendente. Le attività già in essere erano ovviamente irregolari. Il percorso svolto era di intervenire sulla loro emersione e quindi portarli alla regolarizzazione.

Dei nostri otto beneficiari, due hanno abbandonato immediatamente dopo il primo incontro. Quattro hanno svolto tre incontri di approfondimento prima di abbandonare. I motivi dell’abbandono possono essere così sintetizzati:

Impegni amministrativi gestionali molto elevati;Impegni fiscali molto elevati;Alcune attività sono al limite della legalità;

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Convenienza economica di rimanere nell’irregolarità;Modelli organizzativi e gestionali difficilmente regolarizzabili;Attività che coinvolge parecchie persone non tutte sempre regolarizzabili.

Le due imprese “avviate”, a giudizio dei consulenti della CNA, si trovano in una situazione giudicata delicata. Come si evince dalla tabella precedente una risulta “non sostenibile”, mentre l’altra lo è solo parzialmente. La proprietaria dell’impresa di pulizie è un’ex-dipendente del settore. L’im-presa è stata avviata esclusivamente per volontà della beneficiaria. Gli ope-ratori del progetto avrebbero preferito aspettare in modo da approfondire meglio alcuni elementi. Il problema maggiore identificato riguarda l’assenza di clienti. La benefi-ciaria ha sempre assicurato la presenza di un bacino dal quale selezionare la propria clientela, ma non è risultato vero. Oggi la beneficiaria è inserita in tirocinio presso il CNA in modo che acqui-sisca competenze in materia. Il sostegno che sta ricevendo riguarda anche la ricerca di clienti. L' altra impresa che è stata assistita è quella di “messa in riserva e recupero rame”. Ad oggi la ditta ha semplicemente la partita IVA per “commercio all'ingrosso metalli non ferrosi”.

La creazione di un’impresa con la finalità di “messa in riserva e recupero rami” ha un percorso molto complesso soprattutto in termini di permessi e verifiche ambientali sulla sede di svolgimento dell'attività. Ulteriori com-plicazioni derivano dalla composizione della società. Sono due persone, una con le risorse economiche regolarmente presente in Italia, la seconda, irre-golare, in possesso delle competenze tecniche e del mestiere.

Il percorso che si cercherà ancora di fare con loro in questo ultimo periodo è l'analisi di fattibilità di un’attività più semplice da avviare e sostenere che è “il trasporto in conto terzi” di quei metalli per i quali è stata chiesta l'aper-tura della partita IVA per commercio. Anche in questo caso intervengono le norme di tutela ambientale quindi non è un percorso semplice.

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Il percorso teorico impostato nell’ambito del progetto ROM Cittadini d’Europa è rappresentato nella tabella successiva.

Verifica dei requisiti e presa in carico da parte del tutor

Secondo colloquio con la presenza di operatore CNA perillustrazione degli adempimenti per la creazione d’impresa:

2 ore circa o 2 incontri da 1 ora.

Valutazioneda parte del beneficiariodei rischi e della volontà

di continuare

Redazione del piano di fattibilità con valutazione della possibilitàdi creazione d’impresa: (4 ore)

PERCORSO DI CREAZIONE DI IMPRESA PER PROGETTO ROM CITTADINI D’EUROPA

Percorso per la stesura della fattibilità

Raccolta dei datirichiesti

Incontro di verifica dei dati richiesti:1 ora trattabile

Incontro per spiegazione di cosa sia un BusinessPlan e richiesta dei dati necessari alla definizione

dello stesso: 1 ora o più.

Percorso di consulenza per l’acquisizionedelle basi di gestione d’impresa

Incontro sull’inquadramento aziendale: definizionedella tipologia di impresa che si intende avviare:

1 ora

Incontro sul fisco:1 ora o più

Incontro su marketing e gestionefinanziaria: 2 ore

Primo colloquio di accoglienza

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La fattibilità vera e propria, cosi come pensata, non è mai stata applicata. Non ci è stato possibile definirla per nessuno dei soggetti incontrati. I motivi sono molteplici e possono essere così sintetizzati:

Debolezza di fondo dei nostri beneficiari;Secondi fini non sempre dichiarati;Ambiti di intervento di nicchia e in concorrenza con settori imprenditoriali nuovi;Esperienze consolidate in settori di “sopravvivenza” e non imprenditoriali.

Per i Rom, soprattutto quelli di origine ex Jugoslava, l’avvio di attività auto-nome, è principalmente legata alle problematiche del rinnovo del permesso di soggiorno. Pare che l’essere in possesso di una partita IVA per commercio ambulante di rottami metallici dia la possibilità al rinnovo del permesso di soggiorno. Ovviamente è una strada positiva per mantenere una presenza regolare sul nostro territorio ma ovviamente non implica un impegno in un lavoro autonomo, oppure essere imprenditori in grado di gestire e di mantenere un’impresa. L’imprenditoria e il lavoro autonomo sono due approcci molto complessi alla creazione di occupazione per le fasce deboli in generale, e in partico-lare per il nostro target. E’ convinzione nostra che il percorso di creazione d’impresa, ma soprattutto la sua gestione e il mantenimento dell’attività sia impraticabile. Le conclusioni che possiamo trarre, ovviamente limitate all’esperienza del nostro progetto, è l’approccio concettuale sbagliato che abbiamo praticato. Era un errore pensare che tali attività si potessero regolarizzare, era un er-rore pensare che quelli eventualmente regolarizzate potessero essere soste-nibili e ben gestite.

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AzIonI trAsvErsALI E dI sEnsIbILIzzAzIonE sUL progEtto:

Ricerca intervento sulle condizioni abitative:

Nell’ambito del progetto Equal Rom Cittadini Europa è stata condotta una ricerca - intervento sulle 60 famiglie Rom residenti nelle case di edilizia popolare presso l’ambito territoriale del Contratto di Quartiere II di via Parenzo. Sedici delle famiglie contattate sono state intervistate. Le altre non erano disponibili. Tale attività è stata svolte di concerto con l’ATI respon-sabile del CdQ II di via Parenzo e del Nucleo di Prossimità della Polizia Municipale della Città di Torino. Per questa attività è stato elaborato un rapporto di ricerca.

Azioni di sensibilizzazione e informazione

Sono stati organizzati incontri e momenti di sensibilizzazione con proie-zione video, testimonianze a cura dei beneficiari e dei concerti musicali di gruppo Rom.

Comunicazioni e mass media

Sono stati organizzati degli incontri con dei singoli giornalisti con la finali-tà di sensibilizzarli sul tema dei cittadini Rom e Sinti. E’ stata anche organizzata una riunione con il responsabile del Comitato re-gionale per le Comunicazioni (Corecom), con la finalità di studiare percorsi di tutela dei cittadini Rom da azioni di discriminazioni.

Forum delle associazioni

E’ stato organizzato un Forum delle Associazioni con l’obiettivo di accre-scere la sensibilizzazione verso i cittadini Rom e di coordinare le azioni a livello territoriale.Oltre ai partner del progetto ne fanno parte realtà che lavorano con le po-polazioni Rom e altre impegnate sulle tematiche dell’antidiscriminazione.

Associazione mista RoM SINTI e GAGE’

Una delle azioni volte alle creazioni di reti e rapporti con le popolazioni Rom presenti sul territorio cittadino è consistita nella creazione di un’associazione mista che vede il coinvolgimento di persone ROM - SINTI e “Gagé”.

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Dopo dei tentativi iniziali di creare un’associazione locale la scelta per cui abbiamo optato è stata di aderire ad un’associazione già esistente a livello nazionale.

AzIonE �

Il progetto Rom Cittadini d’Europa sta sviluppando nell’ambito dell’azione 3 di Equal, in partenariato con delle cordate nazionali un progetto denominato SPEIRO Sostenibilità di Percorsi Innovativi in Rete per l’occupazione.La cordata è composta da:

IT- G2 - ToS - 021Rete di Appoggio all’Inserimento Lavorativo delle fasce deboli

IT- G2 - EMI - 002 - ALUNGo Percorsi personalizzati di inserimento e stabilizzazione nel lavoro

IT- G2 - LoM - 035 - FABRICA

IT- S2 - MdL - 116 - EXTREMEPercorsi sperimentali di occupabilità per situazioni di disagio estremo

IT- G2 - FRI - 001 - oCCUPABILE Servizi in rete per l’occupabilità

IT- G2 - ToS - 031 - PERLARete Territoriale per l’Inclusione Sociale

IT- G2 - EMI - 042Il lungo cammino dei Sinti e dei Rom: percorsi verso il lavoro

IT- G2 - ABR - 081 - A.METR.I.S.Area METRopolitana per l’Inclusione Sociale

IT- G2 - PIE - 023 Rom Cittadini d’Europa

Il progetto si pone come obiettivo principale la valorizzazione e diffusione di soluzioni innovative per l’inserimento lavorativo delle fasce deboli nel-l’ottica più generale della loro inclusione sociale.Il progetto SPEIRO suddiviso in 4 Macrofasi:

MF 1Analisi comparativa dei modelli e degli output: finalizzata alla comparazione dei modelli organizzativi per l’inserimento lavorativo, sia sperimentati da alcune PS che in fase di definizione da parte di altre.

MF 2

Analisi comparativa dei processi innovativi finalizzata all’analisi degli elementi critici e delle esigenze di innovazione in relazione a tre principali aree di azione: le imprese i contratti/normative/programmazione, la certificazione dei soggetti portatori di disagio.Report su “Analisi comparativa e processo di trasferibilità” (Libro Verde).

MF 3

Sostenibilità, riconoscimento e trasferibilità l’obiettivo è di fare emergere un orientamento comune sulle prospettive di radicamento e stabilizzazione dei modelli - sistemi - esperienze sviluppati dai progetti. Verranno confrontate le strategie di sostenibilità, riconoscimento e trasferibilità di ciascuna PS (i problemi prioritari affrontati, vincoli, ostacoli, resistenza, contraddizioni e, per contro, l’organizzazione, i metodi, gli strumenti selezionati per implementare le strategie individuate).

MF4

Disseminazione: diffusione dei risultati degli interventi sia a livello regionale che nazionale, la pubblicizzazione delle azioni del progetto, la creazione di momenti di condivisione dell`esperienza per stimolare la riflessione, tra i partner del PS sugli effetti prodotti.

rom CIttAdInI d’EUropA: I bEnEfICIArI dEL progEtto

Con la parola “beneficiari” si intendono tutte quelle persone che hanno usufruito di un percorso di inserimento lavorativo attraverso lo strumento della borsa lavora oppure attraverso una consulenza volta ad accrescere le conoscenze e le capacità per la creazione di un’impresa.Dal ragionamento che sarà sviluppato qui di seguito non verranno prese in considerazione tutte quelle persone (approssimativamente 200) che sono state incontrate e quindi colloquiate dall’equipe dei tutor del nostro pro-getto. I percorsi di presa in carico sono stati 56 e hanno riguardato 54 persone.Le persone che hanno usufruito di una borsa lavoro sono state 52, mentre le borse attivate sono state 54. Bisogna sottolineare che il numero delle borse

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è superiore di due unità del numero delle persone in quanto per due bene-ficiari sono state attivate due borse in due percorsi diversi. Mentre per altre due persone la borsa non è mai partita.

Due dei nostri beneficiari hanno espresso la volontà di intraprendere un percorso di creazione di impresa e l’hanno portato a termine. Le altre 50 persone, durante i colloqui, hanno espresso il desiderio di un inserimento lavorativo subordinato.

PercorsiNumero dei percorsi di “presa in carico” attivati 56

PersoneNumero persone coinvolte 54Persone inserite in percorso di lavoro subordinato 50Persone inserite in percorso di “creazione di impresa” 2Persone per cui la borsa non è mai partita 2

BorseCasi di inserimento in lavoro subordinato 52Casi di inserimento in lavoro autonomo 2Borse non partite 2Totale 56

Il comune di Torino, Ufficio Nomadi, nell’ambito del progetto “Rom Cit-tadini d’Europa” ha inserito in stage 12 persone. Il monitoraggio di tali persone è seguito direttamente dal Comune.

Le nazionalità e il sesso:

Nazionalità M F TotaleRumena 13 11 24Bosniaca 3 6 9Croata 2 2 4Macedone 2 1 3Ex Jugoslavia (nazionalità non dichiarata) 2 5 7Naturalizzati italiani 1 6 7Totale 23 31 54

Come si vede dalla tabella precedente, il progetto ha coinvolto persone ROM di sei nazionalità diverse. E’ opportuno evidenziare la significativa presenza di cittadini ROM rumeni che rappresentano per il nostro progetto più del 44% del totale dei benefi-ciari. Per il nostro Equal, l’arrivo in Italia di queste persone ha prodotto effetti molto positivi in termini di accrescimento di una sperimentazione e model-lizzazione di metodologie nella presa in carico e di inserimenti lavorativi di persone appartenenti a questa etnia. Ovviamente l’arrivo dei ROM rumeni ha prodotto anche molti allarmismi, innalzato il livello di insicurezza dei cittadini così come alcune persone di tale provenienza sono state protagoniste di crimini e di reati gravi. Il contatto dei tutor del progetto con i ROM rumeni è avvenuto in una fase avanzata delle attività del progetto. Malgrado la brevità del tempo i risultati sono stati molto positivi. Il primo inserimento in tirocinio di cittadini rumeni risale alla seconda metà del mese di aprile del 2007, mentre gli ultimi sono del mese di novembre. L’attivazione dei primi tirocini del progetto risalgono invece a quasi un anno prima (luglio 2006). L’interpretazione che possiamo dare a questa forte pre-senza di cittadini Rom rumeni riguarda il loro essere “comunitari” (dal primo gennaio 2007), e la loro volontà molto forte e molto evidente di migliorare la qualità della loro vita.

Il secondo punto molto importante da evidenziare riguarda la componente di genere. Infatti le donne presenti nel nostro progetto rappresentano più del 57% del totale dei nostri beneficiari. Fasce d’età e sesso:

Fasce di età M F Totale Inferiore a 18 3 3 618-25 7 13 2026 - 35 4 10 1436-45 5 2 746-55 2 2 4Maggiore di 56 2 1 3Totale 23 31 54

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I minori beneficiari del progetto “Rom Cittadini d’Europa” sono stati sei. Sono tre maschi e tre femmine. Sono cinque minori presenti da tempo sul territorio compreso nelle nostre attività, di cittadinanza ex-Jugoslava, e una femmina rumena giunta recentemente.

I cinque minori ex-jugoslavi hanno tutti conseguito la licenza media infe-riore, mentre la ragazza rumena dichiara di “saper leggere e scrivere”.I giovani di età compresa tra 18 e 35 anni rappresentano la maggioranza dei nostri beneficiari. Sono trentaquattro persone. Le donne di questa fascia di età rappresentano quasi della metà dei maschi. Lo sono sia nella fascia compresa tra 18 e 25 anni, sia in quella tra 26 e 35. Le persone che hanno un’età compresa tra 36 e 45 anni sono sette così come quelle che hanno un’età maggiore a 46 anni.

La tipologia del permesso di soggiorno e la regolarità delle presenze:

Tipologia Valori assoluti

Articolo 31 5Attesa occupazione 7Cittadinanza italiana 7Cittadinanza comunitaria 24Lavoro autonomo 2Lavoro subordinato 2Per motivi famigliari 5Nessun documento 2Totale 54

Per quanto riguarda la tipologia del permesso di soggiorno e la regolarità delle presenze (tabella precedente) ci si rende subito conto della debolezza delle posizioni dei nostri beneficiari, se non si prendono in considerazione i cittadini italiani e quelli comunitari (trentuno persone). Due persone non sono in possesso di nessun documento. Il loro inserimen-to nelle attività del progetto è stato possibile per via del fatto di essere agli arresti “domiciliari”. Le persone straniere in questa situazione giuridica non sono espellibili e hanno la possibilità di svolgere attività lavorativa. Sette persone hanno un permesso di soggiorno per “attesa occupazione”. Tale documento ha una validità relativamente breve.

Cinque persone sono in possesso di permesso di soggiorno ai sensi dell’ar-ticolo 31. Il permesso di soggiorno viene rilasciato in virtù alla presenza di gravi motivi connessi alla situazione di minori che si trovano nell’ambito familiare (articolo 31 del Decreto legislativo 286/1998 (Disposizioni a favo-re dei minori - Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 29, comma 3. Altre cinque persone hanno un permesso di soggiorno per “motivi familia-ri”. Sono persone con età compresa tra 16 e 21 anni, in carico a familiari regolari. Quattro persone dispongono di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Due per lavoro “subordinato” e due “autonomo”.

LE provEnIEnzE tErrItorIALI E LE tIpoLogIE AbItAtIvE.

I beneficiari del progetto sono, come si diceva, i cittadini Rom e Sinti che si trovano sul territorio delle città di Torino, di Collegno, di Moncalieri, di Orbassano e di Rivalta Torinese.Nessun cittadino di etnia Sinta è stato inserito in un percorso lavorativo. Parecchi sono stati colloquiati, qualcuno anche più di una volta. Il contatto è risultato molto problematico e non si è riuscito a coinvolgere persone di tale provenienza nelle attività del nostro progetto.Altre difficoltà sono state incontrate per quanto riguarda le persone pro-venienti dai territori delle città di Orbassano e di Rivalta Torino. Nessuna persona Rom o Sinta proveniente da queste due città è stata coinvolta nelle nostre attività.Le persone che hanno usufruito dei percorsi di inserimento socio-lavorativo provengono dalle città di Torino, Collegno e Moncalieri. Gli inserimenti maggiori sono stati effettuati a Torino, seguono Collegno con tre inserimenti, e Moncalieri con due.

Le cinque persone “non torinesi” provengono da campi presenti sul territo-rio delle due città.I cittadini “torinesi” inseriti in tirocinio hanno una situazione abitativa va-ria. Alcuni abitano in casa, altri in uno dei due campi ROM autorizzati e, soprattutto i rumeni, vivono in insediamenti “non autorizzati”.

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Territorio della Città Di Torino cittadinanza

sistemazione

Rumena Bosniaca Croata Ex Jugoslavia

Macedone Serba Italiana (non dalla

nascita)

Totale

Casa 4 5 3 3 1 1 1 18

Campi autorizzati 0 3 1 1 0 0 5 18

Campi non autorizzati 20 0 0 0 0 0 0 20

Altre forme abitative 0 1 0 0 0 0 0 1

Totale 24 9 4 4 1 1 6 49

Come si vede dalla tabella precedente la sistemazione “abitativa” più numero-sa è quella dei campi “non autorizzati” sorti nell’ultimo periodo a Torino.

Infatti, 20 dei 49 cittadini “torinesi” inseriti in tirocinio provengono da tale tipologia. Sono tutte delle persone di nazionalità rumena.

Queste persone possono appartenere a due categorie: Quella dei “nuovi arrivi” nell’ambito dei flussi che hanno interessato, e continuano ad interessare il nostro paese; Quella delle “vecchie presenze” e cioè persone che erano irregolarmente presenti sul territorio cittadino, ed “emerse” in seguito all’ingresso della Romania nella Comunità Europea.

Dall’esperienza diretta che abbiamo avuto nell’ambito del progetto, esse appartengono a tutte e due le categorie. L’appartenenza alla prima o alla seconda categoria si può desumere, ad esempio, dal livello di conoscenza della lingua italiana oppure dal grado di autonomia nel muoversi in città e la conoscenza della stessa.

Coloro che vivono nei campi autorizzati sono di nazionalità ex Jugoslava e presenti da molti anni sul nostro territorio. Sei di loro risultano aver acqui-sito la cittadinanza italiana.

Il livello di istruzione:

Titolo di studio M F TotaleAnalfabeta o senza titolo di studio 5 7 12

Sa leggere e scrivere 1 1 2

Quinta elementare italiana 0 1 1

Scuola elementare in Italia 1 0 1

Scuola elementare in Romania 1 0 1

Licenza media rumena 5 7 12

Licenza media estera 2 1 3

Licenza media italiana 4 7 11

Formazione professionale - Italia 0 4 4

Formazione professionale - Romania 1 1 2

Primo anno di Scuola superiore Romania 1 1 2

Diploma di maturità rumeno 0 1 1

Diploma di maturità Italia 1 0 1

Università Romania 1 0 1

Totale 23 31 54

Undici dei nostri cinquantaquattro beneficiari hanno un livello d’istruzio-ne che possiamo considerare medio-alto. Tutti gli altri risultano con un livello basso.

Dodici persone sono analfabete, mentre due sanno leggere e scrivere. Al-l’interno di queste due categorie le donne risultano leggermente più svan-taggiate.

Le persone che hanno frequentato la scuola elementare oppure hanno finito il ciclo sono 3.

La maggior parte dei nostri beneficiari hanno conseguito la licenza media, in Italia o all’estero. Essi rappresentano quasi la metà del totale (15 donne e 11 uomini).

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Le esperienze lavorative pregresse dei beneficiari del progetto Equal Rom.

Esperienza lavorativa pregressa M F TotaleNessuna 7 7 14Muratore saldatore 4 0 4Miniera 1 0 1Agricoltura 1 0 1Allevamento cavalli 3 0 3Lavori generici vari 1 3 4Camionista 1 0 1Pulizie 0 7 7Borse lavoro 2 11 13Operaio 1 0 1Aiuto cuoco - cucina - cameriere 2 1 3Stage corso di formazione 0 2 2Totale 23 31 54

Il quadro delle esperienze lavorative pregresse dei beneficiari del nostro pro-getto si presenta molto vario. Tra i nostri beneficiari ci sono 14 persone che non hanno mai lavorato, oppure non hanno ritenuto di segnalare eventuali esperienze come lavorative.

Altre 15 persone, a prevalenza giovani, hanno lavorato esclusivamente attra-verso degli strumenti di inserimento assistito, borse lavoro e tirocini post-formazione. Alcuni di loro hanno beneficiato di borse lavoro per parecchie annualità anche se non in modo continuativo.Gli altri hanno sviluppato dei percorsi e maturato delle esperienze simili a quelle di tanti altri immigrati. Le esperienze pregresse che risultano dalla tabella precedente sono ovviamente state maturate sia in Italia da parte del-le presenze cosiddette “storiche”, nel paese di origine prevalentemente dai Rom Rumeni e in qualche caso in altri stati europei.

mAnsIonI E sEttorI dI InsErImEnto

Gli inserimenti lavorativi del progetto Rom Cittadini d’Europa rispecchia-no in parte i lavori che svolgevano i nostri beneficiari precedentemente al loro ingresso nel progetto. Ovviamente l’ingresso nelle attività del progetto

ha rappresentato la prima esperienza lavorativa per 14 persone, di cui qual-cuno ha trovato inserimento stabile sul mercato del lavoro.

Inserimenti progetto ROM Cittadini d’Europa M F Totale

Pulizie 4 12 16Manutenzioni 2 0 2Saldatore - impiantistica elettrica 3 0 3Giardiniere - aree verdi 2 2 4Lavoro autonomo 0 2 2Assemblaggio - smontaggio 2 1 3Muratore / piastrellista 3 0 3Barista - cameriera - aiuto cuoco 2 4 6Addetta segreteria - operatore telefonico 0 5 5Maneggio 2 0 2Operatore video 0 1 1Commessa - addetta cassa 0 2 2Operaio 1 0 1Contabile 1 0 1Estetista 0 1 1Autista 1 0 1Stiratrice 0 1 1Totale 23 31 54

Otto delle trentadue beneficiarie donne sono state inserite in percorsi “qua-lificati” così come avvenuto per cinque dei ventitre uomini. Uno di loro, l’unico, giovane Rom diplomato in ragioneria in Italia. Dopo nove mesi di permanenza in tirocinio presso l’azienda ospitante è stato assunto a tempo determinato secondo la qualifica in possesso. E’ anche l’unica persona a cui è stato concesso un supporto così lungo nel tempo per consentirgli di terminare il quinto anno di studi e sostenere l’esame di maturità.

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Durata, andamento e esiti degli inserimenti in tirocinio:

Esito N° Durata posizione N°In corso 17 3 mesi In corso 17

In corso 1 Al secondo trimestre In corso 1

Chiuso 13 6 mesi

Chiuse 5

Disponibilità massima 1

Assunti 7

Chiuso 11 3 mesi

Chiuse 8

Rifiuta l’assunzione 1

Assunti 2

Chiuso 1 9 mesi Assunto 1

Sospeso 4 2 mesi e 5 mesiSospeso 1

Assunto 3

Sospeso 7 Compreso tra 2 giorni e 2 mesiSospesi 6

Assunto 1

Mai partito 2Assunto 1

Attesa 1

Totale 56 56

I percorsi attivati come si è detto sono stati 56, di cui diciotto sono ancora in corso. Diciassette al primo trimestre e uno al secondo. Tredici percorsi sono stati chiusi al sesto mese. In cinque casi il rapporto con l’azienda ospitante si è chiuso del tutto. In un caso l’azienda ospitan-te ha dichiarato che sarebbe disponibile ad una qualche forma di futura collaborazione con l’ex-tirocinante. In sette casi il/la tirocinante è stato/a assunto/a.Undici percorsi sono stati chiusi al terzo mese. In otto casi il rapporto con l’azienda ospitante si è chiuso del tutto. Un ex-tirocinante ha rifiutato l’as-sunzione mentre altri due sono stati assunti. Un tirocino è stato chiuso dopo nove mesi di tirocinio ed ha portato all’assunzione. Quattro percorsi sono stati sospesi tra il secondo mese e il quinto. Due possono essere considerati chiusi mentre gli altri due hanno portato all’assunzione. Sette tirocini sono stati sospesi tra il secondo giorno e il secondo mese. Sei possono essere con-siderati chiusi del tutto, mentre uno ha portato all’assunzione. Due percorsi non sono mai partiti. Una beneficiaria è ancora in attesa mentre la seconda oggi risulta assunta.

Il dato che emerge in un modo forte è la concentrazione degli “assunti” tra le persone che hanno svolto un tirocinio della durata compresa tra sei e nove mesi. Essi rappresentano più della metà delle persone assunte. E’ ov-viamente una durata che consente all’impresa di “valutare” e sperimentare il lavoratore e al lavoratore di inserirsi senza difficoltà.

I rom rUmEnI

In questo paragrafo intendiamo svolgere un approfondimento rispetto ai nostri beneficiari Rom di cittadinanza rumena. La scelta è giustificata dal grande dibattito politico e mediatico che si svolge a proposito di questa popolazione.Visto che la nostra osservazione è su numeri ristretti, il nostro approfondi-mento non vuole avere nessuna valenza “scientifica” né prendere una posi-zione nel dibattito in corso. Il ragionamento viene svolto esclusivamente sulle ventiquattro persone che hanno usufruito di un inserimento lavorativo con lo strumento della borsa lavoro messa a disposizione del progetto “Rom Cittadini d’Europa”. C’è da precisare che i tutor del progetto hanno colloquiato tante persone di nazionalità rumena su cui, per vari motivi, non si è comunque riusciti ad intervenire.

Diciotto delle ventiquattro persone rumene sono in possesso di un titolo di studio basso oppure analfabeti. Tra gli analfabeti troviamo cinque persone (quattro maschi e una femmina) e una persona che non ha nessun titolo di studio, ma dichiara di saper leggere e scrivere. Una ha frequentato la scuola elementare mentre undici quella dell’obbligo.

Titolo di studio M F TotaleAnalfabeti o senza titolo di studio 4 2 6Elementare 1 0 1Scuola dell’obbligo 5 6 11Scuola professionale per muratori 1 1 2Scuola superiore e Diploma di maturità 1 2 3Università 1 0 1Totale 13 11 24

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Le persone in possesso di un livello medio alto sono sei, di cui una ha fre-quentato l’università. Due altre hanno frequentato una scuola professionale per muratori, due donne hanno il diploma di maturità e un maschio ha frequentano esclusivamente la prima classe della scuola superiore.

Per quanto riguarda invece le esperienze lavorative pregresse dei nostri ven-tiquattro beneficiari rumeni, maturate sia nel paese di origine sia in altri paesi europei, risultano abbastanza varie. Solo tre non hanno mai lavorato. Sono femmine con età compresa tra 17 e 23 anni. Gli altri adulti hanno tutti maturato delle esperienze non indifferenti.

Esperienza lavorativa pregressa M F TotaleNessuna 0 3 3Allevamento cavalli, agricoltura 5 0 5Artigianato (muratore) 4 0 4Industria estrattiva (miniera) 1 0 1Industria 2 0 2Ristorazione - servizio bar - pulizie 0 8 8Autista 1 0 1Totale 13 11 24

sEttorE dI InsErImEnto In tIroCInIo

Gli inserimenti in tirocinio svolti dall’equipe dei Tutor del progetto “Rom Cittadini d’Europa” riprendono quasi alla lettera gli ambiti di lavoro nei quali erano inseriti i nostri beneficiari nel paese di origine.

Inserimento lavorativo M F TotaleManeggio, allevamento 2 0 2Pulizie 3 7 10Costruzione 2 0 2Esercizi pubblici (barista, cucina) 0 3 3Autista 1 0 1Aree verdi 2 0 2Industria 1 1 2Impianti elettrici 1 0 1Saldatore 2 0 2Totale 14 11 25

C’è da sottolineare che il numero degli inserimenti di cittadini ROM ru-meni è superiore di un’unità a quello del numero dei beneficiari, in quanto, come si evidenziava prima, c’è una persona per la quale sono state attività due differenti borse lavoro.

Valutazione tirocini:

Esito N° durata motivazione posizione N°

Interrotto 4 Compreso tra 1 e due mesi

Rientro in Romania - irre-peribilità del beneficiario - tensione con l’azienda

Assunzione 1

Interruzione 3

Sospeso 2 Compreso tra 2 e 5 mesi

Irreperibilità del beneficiario - problemi interni all’azienda Interruzione 2

Chiuso 6 Compreso tra 3 e 6 mesi

Assunto 3

interruzione 3

Assunto 2

6 mesi (dal 4° mese integrazione)

salariale dell’azienda)

Assunzione 2

In corso 10 Primo trimestre In corso 10

In corso 1 Secondo trimestre In corso 1

Totale 25 25

La situazione dei tirocini per quanto riguarda i cittadini ROM rumeni è la seguente:

11 dei 25 tirocini sono ancora in corso;2 tirocini sono stati sospesi. Nel primo caso (al secondo mese) per irreperibilità del beneficiario; nel secondo per problemi interna all’azienda ospitante;6 tirocini chiusi; 4 interrotti.

Tra i nostri tirocinanti Rom rumeni abbiamo 6 persone assunte. Due di loro sono stati assunti dopo 6 mesi di tirocinio. Per tutti e due, all’inizio del quarto mese, le aziende ospitanti hanno versato un’integrazione salariale

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aumentando l’impegno lavorativo a 40 ore settimanali.Tre tirocinanti sono stati assunti alla fine del terzo mese. La sesta tirocinan-te, in accordo con la sua tutor, dopo aver sospeso lo stage dall’esercizio dove era ospitata, è stata immediatamente assunta come apprendista presso un altro esercizio pubblico.

CArAttErIstIChE dELLE pErsonE AssUntE

La finalità di questo paragrafo è di capire meglio quali sono le caratteristi-che dei nostri beneficiari stabilizzati sul mercato del lavoro.

La tabella successiva riprende la durata dei tirocini di queste persone.Per una sola persona il tirocinio non è mai partito. Per quattro è durato tra 2 e 5 mesi e quindi si è interrotto prima della fine del primo trimestre o del secondo, per altre due persone è durato 3 mesi, per quattro 6 mesi, e in fine per una sola persona 9 mesi di tirocinio.

Durata degli stage e numero delle persone assunte:

Durata N°6 mesi 73 mesi 29 mesi 12 mesi e 5 mesi 3Compreso tra 2 giorni e 2 mesi 1Mai partito 1Totale 15

Le persone assunte sono 4 maschi e 11 femmine appartenenti a due fasce di età: 18-25 e 35-47. Sei sono cittadini rumeni, tre di cittadinanza bosniaca, 2 ex Jugoslavi, 2 italiani, un croato, e una serba.

Cinque dei sei cittadini rumeni hanno tutti maturato delle esperienze la-vorative nel paese di origine, mentre la sesta dichiara di non aver mai lavo-rato.

Due delle cosiddette “presenze storiche” non hanno mai lavorato; un citta-

dino croato che frequentava la scuola e una cittadina bosniaca. Gli altri, molto giovani tranne due signore, una bosniaca e l’altra ex Jugo-slava, hanno esclusivamente maturato esperienze lavorative attraverso degli strumenti di inserimenti assistiti.

Per quanto riguarda invece la tipologia contrattuale con cui sono stati as-sunti, ne troviamo:

12 persone a tempo determinato di cui due “part time”;2 giovanissimi come “apprendistato”;1 persona con “contratto a progetto.

Esperienze precedenti Sesso Età Cittadinanza Tipologia contrattoNessuna F 36 Bosniaca Tempo determinato

Nessuna F 23 Rumena Tempo determinato part time

Inoccupato M 21 Croata Tempo determinatoLavori vari in Romania M 47 Rumena Tempo determinatoLavori vari in Romania F 20 Rumena Tempo determinatoPulizie F 30 Rumena Tempo determinatoPulizie F 35 Bosniaca Tempo determinatoSaldatore M 38 Rumena Tempo determinatoMuratore piastrellista M 25 Rumena Tempo determinatoBorse lavoro F 25 Ex Jugoslavia Tempo indeterminatoBorse lavoro F 19 Serba ApprendistaBorse lavoro F 18 Italiana apprendistaBorse lavoro F 21 Bosniaca Tempo determinato

Borse lavoro F 46 Ex Jugoslavia Tempo determinato part time

Borse lavoro F 22 Italiana Contratto a progetto

I settori di inserimento:

Settore N°Industria 1Servizi all’impresa 9Edilizia 1Commercio - ristorazione 2Agricoltura 1Servizio alla persona 1Totale 15

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I quindici beneficiari hanno trovato inserimento in sei settori diversi: Una persona è stata stabilizzata come saldatore in un’azienda industriale; Nove nel settore dei “servizi all’impresa” (sei con mansioni di pulizie, un contabile e due con compiti di segreteria); Due nel settore commercio-ristorazione come barista e aiuto-cuoco; Una come “addetta vivaio” nel settore agricolo; Uno nel settore “edilizia” come muratore piastrellista;Una nel settore di servizio alla persona come estetista.

IL monItorAggIo dELLA rEtE E dEL pArtEnArIAto

Il progetto Equal Rom Cittadini d’Europa è il primo progetto Equal che si occupa di cittadini Rom e Sinti. I partner attuatori del progetto possono essere divisi in due tipologie:

Enti e organizzazioni che operano da parecchio tempo a favore di tali popolazioni;Altri, con esperienza pluriennale di intervento a favore di altre fasce deboli, alla loro prima esperienza di intervento sui Nomadi.

In alcuni momenti di sviluppo delle attività, i rapporti di collaborazione, sia tra queste due tipologie sia all’interno di ognuna di esse non sono stati privi di tensioni e di incomprensioni. Gli operatori con più esperienza, sia del settore pubblico sia di quello pri-vato, hanno inizialmente percepito il progetto come invasivo, seguito da persone a cui non si riconosceva una competenza sufficiente ad entrare nel merito in modo approfondito o comunque se ne percepiva il pericolo che si poteva mettere in discussione l’equilibrio preesistente. Queste tensioni, con il tempo, in parte sono scomparse e in parte hanno cambiato natura.Le tensioni nei rapporti tra le organizzazioni alla loro prima esperienza, an-ch’esse in parte scomparse, erano dovute ad un difetto nella comunicazione e ad una differenza nella visione dell’opportunità di alcuni interventi e di valutazione di singoli inserimenti. La logica di costruzione del partenariato ha proseguito l’inclusione di enti

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complementari tra di loro, in modo che ognuno possa offrire un valore aggiunto al progetto. Su alcune tematiche i partner operativi si sono sentiti abbandonati dal partner più esperto di una determinata tematica e non hanno avuto, a loro giudizio, l’apporto aspettato.

I risultati del progetto hanno ovviamente risentito dei momenti di disfun-zionamento nella comunicazione e nella collaborazione. Tutti i partner riconoscono al project manager la capacità di stimolare i partner con i propri richiami, con la mediazione che ha messo in atto per trovare delle soluzioni condivise da tutti i partner. Al di là delle tensioni, il risultato della collaborazione tra i partner è stato:

Un nuovo approccio al lavoro di gruppo trasversale agli enti di appartenenza;Una maggiore responsabilizzazione dei partner sia quelli con più esperienza sia quelli alla loro prima esperienza;Un maggior rispetto per il lavoro da tutti i soggetti coinvolti.

Il partner pubblico ha sperimento un’esperienza di collaborazione con il settore privato su questo ambito di intervento.I partner privati hanno acquisito delle esperienze nuove, si sono inseriti in reti di intervento a livello nazionale e locale, hanno accresciuto il loro in-tervento a favore dei Rom sia nell’ambito territoriale di intervento di Equal sia in altri territori.Come risultato del progetto, esistono oggi degli operatori che hanno matu-rato un approccio di lavoro di gruppo e capitalizzato una forte esperienza trasferibile su altri progetti.Alcuni partner, in forma congiunta o singolarmente hanno progettato o stanno gestendo dei progetti di inserimento socio-lavorativo e scolastico a favore dei cittadini Rom.

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ConCLUsIonI

Il progetto ha sperimentato e implementato un “sistema nuovo” di presa in carico e di inserimento socio-lavorativo delle popolazioni Rom. Con il progetto Rom cittadini d’Europa si è passati da un modello di in-serimento lavorativo che privilegiava un approccio di tipo individualisti-co all’applicazione di un metodo standardizzato che fa riferimento a delle procedure definite, concordate e basate su un substrato solido, non lasciata all’improvvisazione, alla soggettività del singolo operatore che decideva la migliore strategia, pensandosela singolarmente sulla base della sua espe-rienza. Il nostro progetto Equal aveva come centro di attenzione proprio lo svilup-po di questi meccanismi di comunicazione.Il progetto ha cercato di dare sistema a questa funzione di intermediazione, dove gli operatori non sono più stati quei pochi che c’erano prima, ma si è cominciato ad operare con un’equipe, per cui c’è stata la percezione di un sistema, che ha acquisito una modalità di condivisione di metodi, di stru-menti e di confronto interno e ha sviluppato una omogeneità di stili. Questo sicuramente ha favorito il rapporto dell’ente pubblico o della strut-tura che si propone come interlocutore rispetto alla varietà dei nomadi e quindi c’è stata meno possibilità di manipolazione, in quanto trovarono confronto all’interno di una cerchia più ampia.

Il sistema nuovo sperimentato non si può considerare del tutto innovativo. E’ stato in parte trasferito ed applicato, con i dovuti adeguamenti, di altri modelli elaborati in diversi progetti Equal precedenti o da altri progetti sperimentali rivolti a questa popolazione o altre fasce deboli.

Oggi possiamo dire che esiste un modello applicabile. E’ un modello soste-nibile che vede il concorso del settore pubblico e di quello privato. Il risultato minimo potrebbe essere quello di acquisire l’esperienza da parte dell’ente pubblico, capire come deve essere modulato un servizio di accom-pagnamento, e nella misura in cui non si è in grado di gestirlo singolar-mente e trasformalo in un patrimonio di operatività quotidiana, chiedere, in un processo di esternalizzazione dei servizi, ad uno o più enti esterni, collaborazioni volti allo sviluppo di un servizio di accompagnamento e in-

serimento socio-lavorativo, conoscendo le caratteristiche e le dimensioni.

Ovviamente la sua sostenibilità dipenderà moltissimo dalla volontà pubbli-ca di programmazione e di intervento.

Rimangono dei problemi totalmente aperti, la cui soluzione interferisce di-rettamente sulla sostenibilità del sistema sperimentato e, più in generale, sul tema dell’integrazione socio-lavorativa dei cittadini Rom.

I problemi incontrati e su cui gli enti pubblici dovrebbero intervenire sono multipli e riguardano sia le autorità nazionali sia quelle locali. A titolo d’esempio essi riguardano:

L’alto numero di persone sprovviste di un documento valido per il soggiorno o per l’accesso al mercato del lavoro; L’assenza di una normativa nazionale o regionale che include i cittadini Rom tra le fasce deboli sul mercato del lavoro alla pari, ad esempio, di detenuti, ex-detenuti, persone con problemi di dipendenze, disoccupati di lunga durata o immigrati extracomunitari;L’aggiornamento della disciplina regionale in tema di integrazione e inserimento socio-lavorativo di tale popolazione;I modelli insediativi e la definizione di parametri di ingresso e di uscita dal sistema “campo”;La definizione di patti di cittadinanza in cui vengono delineati i diritti e i doveri su base di responsabilità individuale e non di comunità.

Cittadini d’Europa

Progetto Equal