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Università Telematica Pegaso Sport e disabilità
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Indice
1 CENNI STORICI SULLO SPORT PER LE PERSONE CON DISABILITÀ ------------------------------------- 3
2 IL PROGRAMMA EDUCATIVO DI SPECIAL OLYMPICS-------------------------------------------------------- 7
3 SPECIAL OLYMPIC ITALIA ---------------------------------------------------------------------------------------------- 9
4 SPECIAL OLYMPIC CAMPANIA --------------------------------------------------------------------------------------- 19
BIBLIOGRAFIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 21
SITOGRAFIA ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 23
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1 Cenni storici sullo sport per le persone con disabilità
Lo sport rappresenta un elemento fondamentale nella vita di tutte le persone, siano esse
disabili o normodotate, esso è il mezzo che permette di comprendere i valori fondamentali più
significativi della vita. I soggetti disabili, forse ancor più delle persone normodotate hanno bisogno
dello sport come elemento trainante della loro vita. Se si sostiene poi che lo sport è salute per tutti
gli individui, ciò significa che lo è anche per le persone che presentano diversi deficit: motori,
sensoriali e psichici.
Questo vuol dire senza alcun dubbio, che lo sport è salute per tutti coloro che avendo dei
limiti di diverso tipo e natura, necessitano di tutta una serie di attenzioni che consenta loro non solo
di applicare una disciplina sportiva, ma anche di migliorare le loro condizioni fisiche e sociali.
Il grande movimento sportivo internazionale sviluppatosi in tutti questi anni con il
coinvolgimento di migliaia di atleti disabili provenienti da tutte le parti del mondo compresa l’Italia,
ha largamente dimostrato che lo sport rappresenta per il disabile non solo un mezzo insostituibile di
recupero psicofisico, ma anche un interessante mezzo di integrazione sociale.
Attualmente in tutte le regioni italiane esistono società sportive affiliate e centri di
avviamento allo sport-terapia per avvicinare i ragazzi portatori di handicap alle attività sportive
agonistiche nelle diverse discipline: nuoto, atletica leggera, pallacanestro, scherma, tiro con l’arco,
tennis, tiro a segno, basket, ecc….).
L’attività sportiva consente nelle sue diverse tipologie di svolgere a seconda della
condizione in cui si trova il soggetto portatore di handicap, un’ attività motoria dalla quale deriva
una migliore conoscenza del proprio corpo, una adeguata concezione dello spazio e del tempo, un
miglioramento dell’equilibrio e della coordinazione motoria.
Lo sport ha inoltre una funzione educatrice e di riequilibrio tra corpo e mente; esso tende a
compensare tensioni, desideri, frustrazioni ed evita di fare accentuare meccanismi difensivi quali
l’auto-compassione, l’auto-svalutazione e l’isolamento.
Per il disabile lo sport è il primo passo decisivo verso l’integrazione nella società, in quanto
lo aiuta a riprendere contatto con il mondo che lo circonda, facilitandone l’inserimento nella
famiglia, nella scuola, nel lavoro, stimolandolo ad uscire dal proprio isolamento e quindi a ritrovarsi
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con gli altri, ad associarsi accettando categorie comuni di valori, acquisendo il senso della
partecipazione sociale ed abituandosi ad assumersi le proprie responsabilità.
L’appartenenza ad un gruppo o ad una squadra sportiva per i soggetti disabili favorisce
l’adozione di determinati ruoli, rafforzando in loro l’identità personale attraverso la conoscenza
degli altri.
Nello sport di squadra il sostegno psicologico ed educativo sono determinanti, e l’ansia, la
competitività, la sconfitta, la vittoria, vanno condivisi nella stessa misura da tutti gli atleti, dando
pieno sviluppo allo spirito di solidarietà.
Lo sport in questo modo costituisce una delle più nobili espressioni dell’animo umano e
rappresenta un momento di cura e di amicizia.
Lo sport come situazione in cui si sperimenta il confronto con l’altro e con i propri limiti, si
apprende il rispetto delle regole ed ancora lo sport come strumento di prevenzione, espressione
affascinante di umanità, conquista e coraggio.
Nel 1948 il neochirurgo Ludwig Guttmann vide per la prima volta nello sport un’efficace
attività riabilitativa e riconoscendo importante la partecipazione attiva del malato, cercò di creare un
ambiente favorevole che stimolasse la condizione fisica del disabile.
Egli inventò discipline e tecniche sportive adatte alla disabilità producendo in tal modo un
contesto sociale e ambientale rispondente alle esigenze, realizzando in questo modo programmi di
allenamento per disabili da proporre a tutti i pazienti che frequentavano il suo centro.
“….Grazie allo sport i pazienti paraplegici, cominciando a sviluppare la muscolatura delle
braccia e delle spalle, raggiunsero rapidamente risultati….superiori rispetto alle usuali tecniche di
riabilitazione. Lo sport, inoltre, favorì il raggiungimento dell’equilibrio e delle abilità motorie legate
all’uso delle sedia a rotelle, permettendo un utilizzo più efficace di tale mezzo di locomozione…”.1
L’iniziativa di sir Guttmann ebbe molto successo il 28 luglio del 1948 quando si tennero i
primi giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili cui parteciparono sportivi disabili ex membri
delle Forze Armate Britanniche.
1 Luongo, M., Malafarina G. ( 2007). Intervista col disabile. Vademecum fra cime e crepacci della disabilità. Milano:
Franco Angeli, p.69.
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I Giochi Paralimpici o Paralimpiadi (dal prefisso “para” inteso come parallelo con la parola
Olimpiade e i suoi derivati)2 rappresentano l’equivalente dei Giochi Olimpici e sono rivolti agli
atleti con disabilità fisiche, visive o intellettive.
La prima competizione sportiva per gli ex membri delle Forze Armate Britanniche con danni
alla colonna vertebrale è avvenuta durante i Games a Stoke Mandeville organizzata da Guttmann
nel 1948. Nel 1952, invece, parteciparono ai giochi anche alcuni atleti olandesi e la manifestazione
assunse in questo modo un carattere internazionale.
Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegico dell’Istituto
Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), propose a Guttmann di
organizzare l’edizione delle Paralimpiadi del 1960 a Roma che nello stesso anno avrebbe ospitato la
XVII Olimpiade ed “…i IX Giochi Internazionali per Paraplegici di Roma 1960, ovvero la nona
edizione internazionale di Stoke Mandeville Games, vennero posteriormente riconosciuti come I
Giochi Paralimpici Estivi del 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la
denominazione –di- Giochi Paralimpici…”.3
Successivamente nel tempo, i contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a
Roma, fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville del 1964, ancora
nel 1968 ad Israele, nel 1972 in Germania, nel 1976 in Canada e nello stesso anno ebbero luogo le
prime Paralimpiadi Invernali in Svezia.
Le gare vengono organizzate contemporaneamente ai Giochi Olimpici del 19 giugno 2001
quando è stato stilato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e il Comitato
Paralimpico Internazionale (IPC).
Le discipline attualmente proposte nelle Paralimpiadi estive sono: Atletica leggera, bocce,
calcio a 5, calcio a 7, ciclismo, equitazione, goalball, judo, nuoto, pallacanestro sulla sedia a rotelle,
pallavolo, rugby su sedia a rotelle, scherma sulla sedia a rotelle, sollevamento pesi, tennis su sedia a
rotelle, tennis tavolo, tiro a segno, tiro con l’arco e vela.
Sono sport invernali: sci di fondo e discesa libera, Biathlon, Curling in carrozzina, Hockey
su slittino, sci alpino e Supergigante.4
2 Ibidem., p.69.
3 Luongo, M., Malafarina G. ( 2007). Intervista col disabile. Vademecum fra cime e crepacci della disabilità. Milano:
Franco Angeli, p.69. 4 Ibidem, p.69.
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Oggi il movimento Paralimpico Mondiale è gestito e coordinato dall’International
Paralympic Committee (Comitato Paralimpico Internazionale) del quale fanno parte 157 Comitati
Nazionali Paralimpici, compreso il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), oltre alle varie Federazioni
e Organizzazioni rappresentative delle varie tipologie di disabilità.
Il Comitato Paralimpico Internazionale fondato nel 1989, ha diversi compiti come:
promuovere lo sport delle persone disabili e coordinare l’organizzazione dei Giochi Paralimpici
Estivi ed Invernali, sopra elencati.
L’organizzazione sportiva in Italia per l’attività sportiva dei disabili, fa capo al CIP che
promuove attività sportive di tipo Promozionale, di Alto livello Paralimpico.
Il CIP offre a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla pratica sportiva adattata, opportunità
ad ogni livello e l’atleta seguendo in ogni ambito sportivo il proprio percorso di crescita, ha la
possibilità di raggiungere traguardi importanti, così come può decidere di restare solo nell’ambito
promozionale o praticare da amatore, la semplice attività sportiva.
“…Per partecipare alle competizioni agonistiche gli atleti vengono classificati in base al tipo
di disabilità sia per i differenti quadri nosologici (classificazioni sistematiche delle diverse malattie)
e sia per le capacità funzionali residue, permettendo così a tutti i partecipanti di competere alla pari
senza penalizzare le persone con disabilità più gravi.5
La struttura operativa del CIP è costituita da nove dipartimenti di cui otto si occupano di
singole discipline sportive in chiave agnostica e promozionale ed uno presta la sua attenzione alla
promozione dello sport praticato dalle persone con disabilità intellettivo-relazionale.
L’organizzazione inoltre prevede la presenza di Comitati Regionali, Comitati Provinciali e
Delegati Provinciali per garantire su tutto il territorio nazionale la rappresentatività delle Società e
la realizzazione degli obiettivi istituzionali.6
5 Luongo, M., Malafarina G. ( 2007). Intervista col disabile. Vademecum fra cime e crepacci della disabilità. Milano:
Franco Angeli, p.71. 6 Ibidem, p.71.
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2 Il programma educativo di Special Olympics
“Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare
con tutte le mie forze”.
(Giuramento dell’atleta di Special Olympics)
Special Olympics è un programma educativo internazionale di allenamento sportivo e
competizioni atletiche rivolto a ragazzi ed adulti, con disabilità intellettiva.
Nasce nel 1968 negli Stati Uniti per volontà di Eurice Kennedy Shriver, sostenitrice per più
di 3 decenni del miglioramenti delle persone con disabilità intellettiva, in occasione dei Primi
Giochi Internazionali tenutisi a Chicago, Illinois. Qualche anno prima nel 1960 Eurice Kennedy,
organizzò una giornata di gioco e sport esclusivamente per ragazzi disabili e si accorse
immediatamente che questi ragazzi erano molto più capaci nelle attività fisiche di quanto molti
esperti ritenessero.
Nei primi anni Special Olympics fu finanziato dalla Fondazione Kennedy e da vari enti;
attualmente la Fondazione Kennedy non sostiene più economicamente Special Olympics ma
continua a condividerne i principi e ad estenderli in tutto il mondo.
Dal 1 Ottobre 2003, Special Olympics ha raggiunto una maggiore autonomia approvando
anche un nuovo Statuto, con il proposito di dare un maggior risalto a tutto il movimento ed una
maggiore diffusione del suo messaggio di gioia e di speranza.
Ogni anno una rappresentativa italiana viene chiamata a partecipare alternativamente ai
Giochi Mondiali (Invernali o Estivi) o a quelli Europei.
Special Olympics è riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, così come il
Comitato Paralimpico; le due sono organizzazioni separate e distinte, diverse le premesse, diversa la
filosofia che le muove.
Mentre il Comitato Paralimpico opera coerentemente con i criteri dei Giochi Olimpici con
gare competitive riservate ai migliori, Special Olympics ovunque nel mondo e ad ogni livello
(locale, nazionale ed internazionale), è un programma educativo, che propone ed organizza
allenamenti ed eventi solo per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità.
Le manifestazioni sportive sono aperte a tutti e premiano tutti, sulla base di regolamenti
internazionali continuamente testati e aggiornati.
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Con Special Olympics lo sport che può essere praticato in modo unificato, dove i ragazzi
con disabilità possono competere insieme e, soprattutto alla pari, con persone senza disabilità.
Infatti il principale obiettivo di Special Olympics non è tanto il risultato agonistico, quanto
la socializzazione e l’inclusione di persone con disabilità intellettiva nella società.
Attraverso lo sport gli atleti di Special Olympics, hanno la possibilità di vivere esperienze
importanti che permettono loro di entrare in contatto con persone “normali”, conoscere la gioia
della partecipazione a gare ed eventi sportivi, diventare protagonisti di intere manifestazioni, ma
soprattutto uscire dalle mura di casa, dalla propria città, lontani dalla quotidianità, dalla routine ma
soprattutto dai propri parenti e genitori per vivere alcuni giorni in modo autonomo ed indipendente.
Special Olympics è organizzato secondo una struttura che mette al centro le esigenze
dell’atleta.
In tutto il mondo il programma Special Olympics segue le stesse direttive per sviluppare in
modo il più possibile omogeneo ed efficace le attività sportive.
A livello nazionale, regionale e locale, i referenti si organizzano secondo delle specifiche
aree in base alle loro competenze e mansioni. Il direttore nazionale e il direttore regionale sono
strettamente collegati fra loro sugli interventi territoriali, in modo tale che:
tutte le aree dialoghino tra loro;
ciascuna area sui tre livelli possa comunicare e agire in sinergia con i relativi referenti;
un sistema di comunicazione orizzontale e verticale, quindi, che prevede un incrocio vivo e
dinamico di informazioni, metodologie e conoscenze7.
7 http://www.specialolympics.it/
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3 Special Olympic Italia
«…Special Olympics Italia, Associazione Benemerita del CONI, è presente in Italia da
venticinque anni e opera in tutte le regioni, dove i Team locali seguono l’allenamento degli Atleti
nel rispetto dei programmi internazionali e attraverso convenzioni stipulate con alcuni tra i maggiori
Enti di Promozione sportiva italiani (CSI, CSEN, Cns Libertas, US Acli, Cns Fiamma, Uisp, Aics e
MSP)…».8
I potenziali beneficiari del programma in Italia sono più di 1.000.000 e sono 10.000 gli atleti
disabili che praticano atletica leggera, bocce, calcio, equitazione, ginnastica, nuoto, pallacanestro,
sci alpino, sci nordico, corsa con le racchette da neve snowboard, tennis e che hanno l’opportunità
di sperimentare altre discipline sportive inserite come eventi nell'ambito del programma “Prova lo
sport!”: tennistavolo, rowing, golf, mountain bike, badminton, floor hockey e pallavolo unificata.
Gli Atleti partecipano ogni anno ai Giochi Regionali e Nazionali delle varie discipline.
Rappresentative italiane gareggiano, inoltre, nei Giochi Europei e in quelli Mondiali, estivi ed
invernali.
A livello nazionale, regionale e locale, i referenti si organizzano secondo delle specifiche
aree in base alle loro competenze e mansioni. Il direttore nazionale e il direttore regionale sono
strettamente collegati fra loro sugli interventi territoriali, in modo tale che: - tutte le aree dialoghino
tra loro, e che ciascuna area sui tre livelli possa comunicare e agire in sinergia con i relativi
referenti.
Un sistema di comunicazione orizzontale e verticale, quindi, che prevede un incrocio vivo e
dinamico di informazioni, metodologie e conoscenze.
8 http://www.specialolympics.it/
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Fig.1.: Organigramma Special Olympics Italia
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Special Olympics Italia è strutturato in diverse aree, autonome ma collegate tra loro, ovvero:
1. Area tecnica
2. Area scuola (Progetto “SO GET INTO IT”),
3. Area stampa
4. Area volontari
5. Area famiglie
6. Area salute
7. Unità Formazione Studi
1. Area tecnica - è quella più a diretto contatto con gli atleti e si occupa non solo degli
allenamenti ma di tutto quanto ad essi afferisce: norme, regolamenti, didattica; con costante
attenzione alla missione all'aggiornamento tecnico specifico sulle attività adattate.
I regolamenti dell'attività motoria e sportiva effettuata con il Programma Special Olympics
sono stati adeguatamente adattati alle abilità speciali differenti, che le persone con ritardo mentale
possono presentare.
L’attività sportiva consente di ottenere benefici a livello fisico, psicologico e cognitivo.
Questo vale per tutti e a maggior ragione per le persone con ritardo mentale.
L’articolo 1 del Regolamento Internazionale Special Olympics, riporta i principi
fondamentali sui quali si basa tutta l’attività, riportiamo i principali:
1. gli allenamenti devono essere condotti da personale specializzato di Special
Olympics che metta in evidenza le reali abilità dell'allievo e dia la giusta importanza
alla prestazione. Allo stesso tempo l'istruttore dovrà lavorare per l'acquisizione di
autonomia da parte del ragazzo, sia per la gestione della propria persona, sia per la
gestione dell'attività sportiva (allenamento e gare);
2. ogni performance e' una vittoria personale a prescindere da come gli atleti si
classificano. Ogni atleta e' premiato con una medaglia;
3. possono partecipare persone di tutte le età (a partire dagli 8 anni ) e di tutti i livelli di
abilità'. I regolamenti sono stati adattati per permettere la più ampia partecipazione;
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4. ogni atleta gareggia con altri con le stesse abilità. Si pensa così, che l’attività sportiva
concepita secondo questi principi sia il mezzo più efficace per sviluppare l'autonomia
personale, l'autostima e per creare momenti di integrazione sociale. Per ogni
disciplina vengono organizzati a livello regionale vari incontri, giochi, meeting,
tornei ed a livello nazionale i Giochi Nazionali. La gestione tecnica dei Giochi
Nazionali e' affidata ad uno staff tecnico nazionale che lavora tutto l'anno per la
realizzazione di competizioni eque ed in condizioni di massima sicurezza.
L'organizzazione delle manifestazioni nazionali è affidata ad un Comitato
Organizzatore che cura, nel rigoroso rispetto delle necessità degli atleti speciali, tutti
gli aspetti logistico – organizzativi.
In ogni disciplina sportiva possiamo affidarci ad uno staff tecnico nazionale
qualificato, coordinato a livello centrale, che si occupa di regolamentare ogni
manifestazione nazionale, seguendo le direttive di Special Olympics International,
tenendo però sempre presente gli adattamenti necessari per la realtà italiana.
2. Area scuola - Il progetto scuola di Special Olympics prende avvio dal percorso formativo
denominato “So get into it”, rivolto a tutti gli ordini e gradi di scuola, che persegue l’obiettivo
generale di Special Olympics di promuovere ed educare alla conoscenza della diversa abilità per
evidenziarla come risorsa per la società.
Ogni scuola può sviluppare il programma secondo le proprie caratteristiche ed adeguare il
percorso in base alle proprie esigenze, inserendolo nel Piano dell’Offerta Formativa. Il progetto
parte dal corso di formazione che conduce l’insegnante interessato a conoscere appieno le finalità e
le modalità operative di Special Olympics.
Il percorso didattico da portare avanti nella scuola prevede, oltre a momenti di preparazione
teorica coerente con le altre materie curricolari, una fase dell’azione, in cui c’è l’impegno pratico.
Le attività sono finalizzate all’integrazione della disabilità intellettiva nella società
attraverso lo sport, con la formazione di un team scolastico: un gruppo di insegnanti, personale non
docente, familiari e volontari organizzati intorno agli alunni con disabilità, oppure preparati per
sostenere i team locali nello svolgimento dei Giochi Regionali e Nazionali.
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I destinatari del Progetto sono:
alunni con disabilità intellettiva, che possono sperimentare l’esperienza dello sport e
del gioco adattate alle proprie capacità, interagendo con i compagni che,
opportunamente preparati, vivranno la disabilità in un contesto di divertimento ed
emozione sportiva;
alunni senza disabilità, che saranno condotti a vivere esperienze di integrazione con
la disabilità in cui questa è la principale risorsa da cui scaturiscono momenti di gioco
e di sport;
docenti della scuola dell’obbligo, non solo di educazione fisica, che avranno
l’occasione di far accrescere le capacità relazionali all’interno del gruppo classe,
educando gli alunni alla socializzazione nel far loro vivere esperienze di reale
integrazione;
giovani ragazzi e ragazze, che prestano la propria opera nel volontariato e
nell’associazionismo di base, perché apprendano le metodologie e le tecniche più
funzionali per la realizzazione delle esigenze delle persone con disabilità intellettiva
e, volendo, con handicap fisico e sensoriale.
Gli obiettivi generali del Progetto Scuola sono:
Proporre nel mondo della scuola il modello di lavoro in Team Special Olympics che
è collaudato a livello sportivo, e che può essere ripetuto anche nell’ambito scolastico;
promuovere all’interno delle scuole medie superiori una forte sensibilizzazione e
formazione di volontariato tra gli studenti del triennio superiore, futuri referenti nel
lavoro e nella società dei ragazzi con disabilità intellettiva;
stimolare, attraverso la sensibilizzazione degli studenti, un costruttivo dialogo tra le
famiglie degli alunni con e senza disabilità, per far promuovere loro la necessità di
scoprire quale sia il valore aggiunto rappresentato dall’incontro e dalla comprensione
della disabilità;
sviluppare iniziative che favoriscano la multidisciplinarità in favore dell’integrazione
della disabilità utilizzando tutte le potenzialità offerte dalle abilità artistiche, culturali
e sportive;
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aumentare i servizi finalizzati all’integrazione, ottimizzando i costi e soprattutto
utilizzando tutte le potenziali risorse umane e professionali presenti nella scuola, pur
con ruoli e compiti diversi; infatti, se parte del corpo docente si rende disponibile a
seguire la nostra proposta, il piano didattico ed educativo per gli studenti disabili
potrà essere realizzato e programmato da tutto il collegio docenti che supporterà
l’eventuale lavoro dell’insegnante di sostegno;
fornire esperienze di integrazione pratica con un lavoro che porta alla stretta
collaborazione tra alunni con e senza disabilità, attraverso lo sport inteso prima di
tutto come esperienza formativa e di gioco;
affermare pienamente il valore dello sport quale strumento relazionale, riabilitativo,
sociale e, dove possibile, accrescere il livello qualitativo dell’attività motoria, quale
metodo strumentale più idoneo per poter conseguire soddisfacenti risultati;
organizzare e realizzare eventi e manifestazioni culturali, artistiche e sportive, che
mirino a valorizzare l’autonomia, l’autodeterminazione e l’autostima della persona
disabile per il miglioramento della qualità della sua condizione di vita;
porre le premesse per la predisposizione ed il miglioramento di strumenti legislativi,
sia sul piano nazionale sia locale, che consentano l’effettivo raggiungimento
dell’integrazione della persona con disabilità intellettiva;
fare promozione culturale organizzando corsi di informazione e aggiornamento su
quali siano ragioni scientifiche e psichiatriche alla base delle diverse forme di
disabilità e l’approfondimento delle metodologie didattiche ed educative per
agevolare l’integrazione delle persone disabili ed incrementare le capacità individuali
per accrescerne l’abilitazione personale9.
3. Area stampa - ricopre un ruolo molto importante, infatti svolge il compito di
implementare la conoscenza delle attività sportive svolte da disabili intellettivo – relazionali, e la
filosofia con la quale si affrontano le stesse.
Gli strumenti utilizzati sono di vario tipo e comprendono:
9 http://www.specialolympics.it/
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- Ufficio Stampa;
- Conferenze Stampa;
- Comunicazione Stampa;
- Rassegne Stampa;
- Sito internet;
- Newsletter “notizie speciali online”;
- Notizie speciali (cartaceo);
- Mailing list.
4. Area Volontari - si occupa della ricerca, della formazione, della gestione delle persone
che vogliono offrire il loro servizio volontario in varie forme, sia durante gli eventi che in altre
situazioni non direttamente legate ad essi.
Nello Special Olympics Italia, il programma volontari nasce dalla considerazione che il
volontariato è fondamentale per il progresso sociale della collettività.
In tutto il mondo i volontari sono circa 1.000.000, per 2.000.000 di atleti speciali. In Italia
ogni anno vengono coinvolti circa 3.000 volontari tra tutti gli eventi locali, regionali e nazionali.
Il supporto dei volontari è vitale, ogni contributo è prezioso e ci aiuta a realizzare delle
bellissime manifestazioni per i nostri atleti.
Special Olympics offre la possibilità di conoscere la disabilità in modo gioioso, proprio
perché gli Atleti e i volontari si trovano a condividere momenti emozionanti, divertenti. Tutti
possono avvicinarsi al programma volontari anche coloro che non hanno mai avuto esperienza e che
guardano la disabilità con timore e diffidenza.
Le persone che si dedicano al volontariato hanno bisogno di essere coordinate e di ricevere
una specifica istruzione.
Special Olympics Italia tende a formare i quadri regionali dell'area volontari al fine di
coordinare i volontari nella attività sportive e in tutti gli eventi SOI.
L'impegno può non essere costante durante l'anno, ma è indispensabile in alcuni momenti
come eventi Locali, Giochi Regionali e Giochi Nazionali.
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In queste occasioni i volontari potranno collaborare e fornire il loro supporto in molteplici
modi, ma soprattutto si troveranno a condividere una bellissima esperienza gli atleti.
5. Area Famiglie - si occupa di raccordare diverse iniziative e informazioni rivolte ai
familiari degli Atleti al fine di una partecipazione concreta ed efficace al benessere degli atleti, sia
per quanto riguarda gli obiettivi che i metodi.
Il Programma Famiglie offre l’opportunità di:
- condividere esperienze positive con altri familiari;
- approfondire la conoscenza del movimento Special Olympics;
- ricevere ed offrire ospitalità in occasione delle gare.
Obiettivi del Programma Famiglie:
- coinvolgere i familiari in modo attivo;
- incrementare il numero degli atleti, tecnici, volontari;
- coordinare iniziative di supporto (raccolta fondi, feste, ecc.);
- favorire le comunicazioni e l'approfondimento di temi specifici….
Per entrare a far parte del Programma Famiglie, bisogna rivolgersi ad ogni Team S. O. I. , che può
dare informazioni relative al Programma; inoltre ogni regione ha un referente che affianca le società
ed i privati interessati.
6. Area salute – il programma salute è realizzato grazie al contributo volontario di medici
specialisti che svolgono visite altamente qualificate e gratuite agli atleti affinché possano sviluppare
tutte le loro potenzialità ed esprimersi al meglio sia nello sport che nella vita quotidiana.
I principali obiettivi sono:
- migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità mentale;
- sensibilizzare atleti, genitori, parenti, insegnanti ed allenatori sull'importanza del sottoporsi
a regolari controlli medici;
- incoraggiare Medici Specialisti a fornire assistenza alle persone con ritardo mentale
affinché possano finalmente usufruire di un servizio altamente qualificato e rispondente alle loro
esigenze;
- comprendere meglio i bisogni delle persone diversamente abili al fine di elaborare, sulla
base di dati di ricerca attendibili, test valutativi e diagnostici più specifici ed efficaci;
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Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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- accrescere i Programmi Salute affinché sempre più atleti possano beneficiarne e creare una
rete mondiale di specialisti che vogliano mettere le loro conoscenze al servizio degli atleti speciali
in occasione degli eventi regionali, nazionali e mondiali Special Olympics;
- formare Medici Professionisti in grado di saper accogliere e rapportarsi con le persone
disabili mentali;
- fornire assistenza medica specializzata ed altamente qualificata alle persone con ritardo
mentale;
- migliorare la salute ed il benessere fisico per agevolare la conquista dell'autonomia e
facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro e nella società intera.
I programmi salute realizzati in Italia sono:
a) SPECIAL OLYMPICS LIONS CLUB INTERNATIONAL OPENING EYES: Il
primo Programma Internazionale di screening visivo optometrico studiato per
migliorare la qualità della visione della popolazione con disabilità mentale.
b) SPECIAL OLYMPICS SPECIAL SMILES: Il primo screening odontoiatrico è stato
realizzato in Italia da professori e studenti volontari della Facoltà di Medicina e
Chirurgia, C.d.L. in Odontoiatria e Protesi Dentaria, dell'Università degli Studi di
Milano
c) SCREENING PODOLOGICO - "STEP BY STEP": Il primo screening Podologico
realizzato in Italia è stato promosso dall'Associazione Italiana Podologi (AIP) con la
partecipazione di professori e studenti dell'ultimo anno dell'Università La Sapienza
di Roma
7. Unità Formazione e Studi (UFS) - è la struttura di Special Olympics Italia, preposta a
promuovere lo studio e l'approfondimento delle tematiche relative alle persone in situazione di
ritardo mentale. Si propone, inoltre, di fornire agli operatori ed ai tecnici SOI le competenze
necessarie a sostenere efficacemente la diffusione e la pratica dello Sport.
La filosofia di Special Olympics è avvicinare le persone diversamente abili alla
partecipazione sportiva per il valore formativo che esso rappresenta, nella prospettiva di una sempre
migliore integrazione sociale e lavorativa, anche come proficua utilizzazione del tempo libero.
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Pertanto L’UFS:
- promuove ricerche finalizzate ad approfondire ogni aspetto inerente il rapporto sport-
disabilità mentale;
- progetta ed organizza l'attività didattica riferita alla disabilità mentale;
- studia nuove metodologie per la promozione di Special Olympics Italia;
- promuove la produzione di dispense, di guide tecniche e di testi ufficiali di Special
Olympics Italia;
- elabora protocolli e convenzioni con enti ed istituzioni finalizzati al perseguimento degli
scopi di Special Olympics Italia;
- organizza giornate di studio, convegni, seminari, stages nazionali ed internazionali ed altre
forme di incontro organizzate su tematiche riguardanti disabilità mentale/ritardo mentale; fornisce
altresì consulenza nel settore;
- organizza corsi di preparazione ed aggiornamento tecnico finalizzati allo sviluppo del
rapporto sport- disabilità mentale, secondo le direttive di Special Olympics Italia;
- studia e promuove, con particolare interesse, gli Sport unificati come approccio
privilegiato per favorire l’inclusione;
- promuove l’abbattimento di ogni barriera fisica, sociale e culturale e partecipa alle
iniziative intraprese in questa direzione;
- elabora progetti finalizzati alla partecipazione a iniziative promosse a livello locale,
nazionale, europeo ed internazionale inerenti gli scopi di Special Olympics Italia.
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4 Special Olympic Campania
Il 14 ottobre 2011, presso il Salone di Rappresentanza di Palazzo S. Agostino, la Convention
“Special Olympics”, ha segnato l’avvio delle attività per i docenti previste dall’omonimo progetto,
che si propone di favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone
con disabilità intellettiva attraverso la pratica sportiva ed è inserito tra le iniziative del programma
promosso dall’Ufficio Scolastico Provinciale per elevare la qualità dei processi di inclusione degli
alunni disabili.
L’incontro tra i vari dirigenti, coordinatori, assessori e presidenti sia dello sport che della
formazione ha previsto una sessione seminariale con le relazioni di docenti universitari di Salerno e
Napoli.
I lavori sono proseguiti con i laboratori delle esperienze a cura dello staff tecnico Special
Olympics Campania.
Nel corso dell’incontro, allo scopo della più ampia ed efficace sensibilizzazione delle
comunità scolastiche, degli enti, delle istituzioni, associazioni professionali e parti sociali, è stato
consegnato ai partecipanti il “Calenda – programma, scuola inclusiva e cittadinanza sociale
2011/2012”, illustrato da significativi lavori pittorici di alunni con disabilità e realizzato con il
contributo dell’Amministrazione Provinciale.
Tra i tanti appuntamenti e manifestazioni svolte in Campania, uno splendido sole ha
illuminato i Giochi Special Olympics Team Campania tenutasi il 7 maggio 2011 presso lo stadio
Vestuti di Salerno alla presenza del Vicepresidente di Special Olympics Italia.
Numerosa la presenza degli Atleti Special Olympics che hanno gareggiato nel calcio a 5,
basket e atletica leggera.
Il Direttore Regionale di Special Olympics Italia Team Campania, ha espresso la propria
soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione.
Ancora, il consueto appuntamento annuale della “Festa della primavera” presso l’Istituto
Antoniano di Ercolano si è aperto con una minimaratona targata Special Olympics che si è svolta
nel bellissimo Parco dell’Istituto.
Il 21 aprile, presso la Scuola Media Statale “Pirandello” di Napoli si è svolta la prima
manifestazione regionale Special Olympics Campania, che ha coinvolto tutta la scuola ed ha accolto
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gli altri cinque Team che hanno aderito a questo appuntamento: G. S. Antoniano Ercolano, ITAGR
De Cillis Napoli, SMS Russo II Napoli, “E’ più bello insieme” Benevento e ITAS Vittorio
Emanuele II Napoli.
Grazie ad una struttura efficiente è stato possibile organizzare in contemporanea un torneo di
calcio a 5 unificato sul campo all’aperto, gare di velocità maschili e femminili sull’adiacente pista
di atletica da 80 metri, badminton all’interno della
palestra e un’esibizione di pallamano femminile da parte della fortissima e numerosissima
squadra della “Pirandello”, composta da circa 40 ragazze.
Collettivamente hanno preso parte alle gare oltre 70 Atleti. I colori, i sorrisi e il sudore degli
“Atleti Special Olympics”, hanno dimostrato la loro voglia di divertirsi e di esprimere le proprie
emozioni insieme a tutti i ragazzi e gli adulti intervenuti e ai numerosi e attivi studenti volontari che
hanno fatto sentire la loro presenza.
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