scautismo 2011 n.1

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corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani ROBA DA ROVER ! I Rover della Compagnia Betelgeuse del Roma 5 al campetto invernale a Pisa (Foto Serena Stefani) Rivista mensile Anno LI n. 1 - gennaio 2011 Poste Italiane Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona Entusiasmo & Impegno?

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corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani

ROBA DA ROVER!

I Rover della Compagnia Betelgeuse del Roma 5 al

campetto invernale a Pisa(Foto Serena Stefani)

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Entusiasmo & Impegno?

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8 agosto 2010. Dal diario della Compagnia Betelguese, Roma 5:“Giunti alla vetta della forcella del Pramaggiore sulla cresta delle Dolomiti Friulane ecco la veduta che ci lascia in stasi in questo secondo giorno di cammino. Gli stambecchi sono a due passi da noi. È ancora tanta la strada da percorrere per raggiungere il Vajont, ancora tre giorni di cammino, ma tutto intorno a noi rende piacevole questo sentiero in salita: i rover, le chiacchiere, le pause mangerecce, le risate, la stanchezza, la nostra forza, la nostra determinazione.”

foto e testo di Giacomo Stoppa

una foto per pensare

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Branca ElleLa prima caccia non si scorda maidi Sara ................................................22Una nuova giungla da esploraredel CdA del Branco Mowgli, Padova 4 ............................................ 24

Branca EAvventure al Tecnicampdi Chara, Margherita, Sara, Reparto Hunting, Trieste .................... 26Semplicemente JamboreeStaff del Reparto Nord Ovest .............30Staff del Reparto Centro Nord ........... 31Il guidone dello Stiledi Vincenzo Vaccaro .......................... 32

Branca RAlbania, portami viadi Roberta Coniglio ............................34 Estate Liberi! .....................................36 Okkupiamo, sì o no?di Lorenzo, Marica, Angela ................ 41

sommario

Chiuso in redazione il 07-01-2011

ORGANO UFFICIALE DEL C.N.G.E.I.ANNO LI - N. 1 - GENNAIO 2011Rivista mensile a carattere tecnico-professionale Registraz. n. 7755 del 16/11/60, Tribunale di Roma.

Direttore responsabile: Carla De Girolamo ([email protected])Coordinatore: Enrico Corradini

Progetto grafico Patrizia Di Cataldo,Patrizia Andronico, Cristiano Andreani

Impaginazione e Grafica Patrizia Di Cataldo

In redazione:Diego ManiaccoMassimiliano Della Bona (Branca L)Fabio Olmastroni (Branca E) Ernesto Liconti (Branca R)Ilaria Esposito (Internazionale) Beniamino Cislaghi (Formazione) e-mail: [email protected]

Consulenza fotografica: Serena Stefani

Resp. DB: Alberto ScolariQuesto periodico è associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana ITISSN0036-5696Manoscritti, disegni e fotografie, anche se pubblicati, non vengono restituiti.È permessa la riproduzione purché venga citata la fonte.

Stampata su carta ecologica “cyclus” DalumRivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti alCORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANIEnte Morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916sotto l’Alto Patronato delPresidente della RepubblicaSede Centrale: Viale di Val Fiorita, 8800144 Roma tel. 0683769040 fax. 0683769051 http://www.cngei.ite-mail: [email protected]

Stampa: Arti Grafiche Biemmeci s.n.c.S. Martino Buon Albergo (Verona)Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/clegge 662/96 - Filiale di Verona

Non sei socio del Cngei ma vuoi ricevere ugualmente “Scauti-smo” o desideri che un tuo ami-co o amica lo riceva? Il contributo per la spedizione a domicilio è di 6 euro (6 numeri). Per sapere come fare scrivi a: [email protected]

Rivista di divulgazione del metodo scout riservata agli iscritti al

CORPO NAZIONALE GIOVANI ESPLORATORI ED ESPLORATRICI ITALIANI

ente morale D.L. n. 1881 del 21-12-1916SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

EditorialeAvete presente quell’emozione prima di un impegno?di Monia Marcacci .................................. 5

Dalle sezioniVicenza ...................................................6Milano ....................................................8Bolzano ...............................................10Borgo a Mozzano ................................12Giffoni ..................................................13Rovereto ..............................................14Cernusco Sul Naviglio .........................16

L’orlo del mondoYoung Women’s World Forum: che cosa chiedono le delegatedi Ilaria Esposito ..................................17I am 1 in 10 milliondi Antonella Azzillonna ......................20

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A volte le cose si capiscono veramente solo dopo qualche tempo che sono accadute. Così in questi giorni, stavo riflettendo

sui capi scout che ho conosciuto fino ad ora, su cosa pensavo di loro prima di diventare io stessa Capo Scout, su quanto cioè fossero diversi tra di loro e su quanto però mi sembrassero tutti/e molto più esperti e bravi e preparati di me. Mi sono un pochino spaventata, ma poi ho anche pensato che è una emozione comprensibile e comune, perché la stessa cosa mi era capitata ad esempio prima di diventare Akela, così che tutti/e gli/le Akela che avevo incontrato fino a quel momento mi sembravano più bravi di me. Forse “bravi” lo si diventa solo facendo le cose, sperimentandosi, provando e…sbagliando. Forse gli stessi pensieri hanno attraversato anche voi, prima di diventare Capo Muta o Capo Pattuglia, o prima di partecipare ad un Jamboree o ad un campo internazionale, prima di affacciarvi alla porta di una associazione presso cui prestare Servizio, o guardando il/la vostro/a capo fare con tanta sicurezza quel che a voi oggi non riesce ancora bene o dire proprio, esattamente, quel pensiero difficile da sbrogliare nella vostra mente. È davvero più bravo/a mi dico, ma solo perché ci ha provato, e provando è migliorato/a. Così spero anche io di essere “brava”, e un pochino mi tremano le gambe dall’emozione, come quella prima volta in cui ho iniziato a raccontare una bellissima storia ai miei lupetti, come la prima volta che mi sono alzata in piedi a parlare di fronte a tante persone in una lingua straniera…e un po’ di paura l’avevo davvero! Ma poi vi assicuro che si riesce e si va avanti, facendo il meglio di quel che ci è possibile, che è già moltissimo perché è l’impegno che conta, prima del risultato. Davvero. Oggi sono Capo Scout e la prima cosa che mi è successa è tutti hanno subito iniziato a farmi un sacco di domande... Forse succede sempre così quando si diventa Capo “qualcosa”, che tutti ti fanno le domande e credono che tu abbia le risposte, io preferisco pensare che in realtà non credano che tu le abbia di già ma che tu le possa trovare. Cercarle nel modo giusto, questo è

quello che dà valore a tutto. Quindi non abbiate paura a prendervi delle responsabilità, a prendervi in primo luogo quella di trovare delle risposte, perché vi assicuro che non sarete mai da soli/sole nel cercarle, così come non siete soli/sole con il vostro Branco, con la vostra Pattuglia o la vostra Compagnia, come io non sono sola perché tutti i vostri capi, e voi attraverso di loro spero, mi danno una mano a fare il “Capo Scout” del Cngei. Io di mio, ci metto il mio “meglio” cioè il meglio di quel che posso fare e sono sicura che voi ci mettete il vostro!Colgo l’occasione per augurarvi buon anno, sperando che il 2011 sia un anno divertente e fruttuoso per tutti/e!Buona caccia,Monia, Capo Scout

Avete presente quell’emozione prima di un impegno?

“Ma… Monia chi? Come faccio a riconoscerti???”

Giusto, hai ragione, ti racconto qualcosa di me! Mi chiamo Monia Marcacci, ho 36 anni sono di Firenze. Nella vita lavoro in una biblioteca, mi piacciono tantissimo gli animali e la natura in generale, il mio colore preferito è il verde, nemmeno a dirlo! Mi sono rotta il braccio sinistro due volte, entrambe cadendo da cavallo, mi piace ridere e spesso gli amici mi prendono in giro perché

se sono stanca riesco a dormire ovunque! Nel Cngei sono

stata Raskha, Baloo e Akela, coordinatrice di branca L della

Sezione di Firenze e incaricata regionale per la Toscana,

Commissaria Internazionale Wagggs, e da qualche tempo

faccio la “formatrice” dei vostri capi e anche di qualche

capo straniero quando capita! ma questo non mi si legge

scritto in faccia quindi è meglio se vi metto una mia foto

così se ci incontriamo da qualche parte a giro per l’Italia, mi

riconoscete. SONO QUELLA SOTTO I LUPETTI! Sappiate che se

verrete a salutarmi mi farete molto piacere!

Ho anche un indirizzo email al quale potete scrivermi:

[email protected]

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dalle sezioni

La città e la provincia di Vicenza, come tutti sapete, sono state alluvionate. Qualcuno, purtroppo non ha perduto solo beni ma anche la vita e questo ci rattrista molto. La nostra sede è un seminterrato e il fiume dista meno di cento metri. Potevamo scamparla? Nean-che per sogno! Quello che ha sorpreso tutti è stata la furia dell’acqua. Questo elemento, generalmente amico ha avuto la forza di sconvolgere completa-mente mobilio e suppellettili come se si trattasse di un tornado. Vabbè, non perdiamoci d’animo e dopo un primo momento di smarrimento prendiamo atto della situazione. Ci viene in mente di interpella-re la Consulta Veneta. Prepariamo in fretta e furia una mail chiedendo una mano. Di mani ne sono arrivate con grande profusione: da Padova, Verona, Bassano perfino qualcuno da Roma (spero di non dimenticare altre città). Insomma in Sede era tutto un brulicare di Rover, Senior e Capi. Anche qual-che Esploratrice ed Esploratore è stato presente. Prima di tutto è necessario portar fuori tut-to il materiale rovinato (ne abbiamo accumula-to una montagna) poi a pulire muri e pavimento. Abbiamo salvato forse il 10% del materiale: quello che stava sopra il livello dell’acqua. Tutto il resto, andato... Questa alluvione ci portato via decenni

di ricordi, sgabelli, panche, casse di pattuglia disegni creati dalla fervida immaginazione e dalle mani di generazioni di bambini e ragazzi passate per la Sede. Non erano solo oggetti che utilizzavamo per le varie attività, erano “pezzi di storia”, la nostra storia, che se ne partivano persempre. Fortunatamente qual-che tempo fa la dirigenza di Vicenza si è adoperata per ottenere una nuova Sede per il primo Gruppo e il Comune di Vicenza, nel mese di settembre, ha sottoscritto con noi una convenzione per una nuova Sede in centro storico. Dovevamo effettuare il trasloco entro fine anno ma gli eventi ci hanno costretti ad accelerare i tempi. Siamo andati nella nuova Sede, abbiamo ripristinato i servizi essenziali, abbiamo pulito e dipinto alcune stanze e abbiamo predispo-sto i locali per l’arrivo dei Lupetti e gli Esploratori. Le stanze però sono vuote. Tutta l’attrezzatura e il materiale per l’attività è tristemente abbandonato nel mucchio di macerie rovinato dall’acqua e dal fango. Dobbiamo ricominciare, non ci manca il sor-riso sulle labbra, anche nella difficoltà. Un altro piccolo rammarico, gli Scout sono sem-pre stati pronti a dare una mano nelle calamità. Questa volta non siamo riusciti a essere d’aiuto

agli altri perché noi stessi coin-volti direttamente ma appena usciamo dall’emergenza, cer-cheremo, con le possibilità che abbiamo, di adoperarci per il comune ben-essere. In fine un pensiero alle popola-zioni delle località a nord di Vi-cenza che hanno perduto tutto o quasi e ai paesi di Padova che in queste ore stanno vivendo la nostra stessa brutta avventura. Ancora grazie a quanti hanno dato e a quelli che vorranno dare in futuro.

Cesare Pagliarin CdS Sezione di Vicenza

l’acqua cancella i nostri RICORDIVi

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l’acqua cancella i nostri RICORDI

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dalle sezioni

CAMBIAMO IL MONDO Contro Tutte le MAFIE

“Guagliò, a Milano a Camorr’ nun’ ce stà! Tu u’ nostr’ paise nullo poi capì”

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Non è vero che a Milano, la città bianca di “neve da sabato sera”, la città delle grandi speculazioni sulle grandi opere, la città dei manager e dei “pulitori” di soldi sporchi, non c’è la mafia. Ma è nascosta, burocratica e subdola. Non come al Sud, dove la Camorra spara, brucia i negozi, dove manda inti-midazioni e blocca chiunque in motorino abbia il casco, perché potrebbe benissimo essere un sica-rio. Ti vogliono vedere in faccia, così ti riconoscono, così sanno chi sei. È per questo che noi rover della 6ª-7ª “cumpa” di Milano, “Halloween- Quetzalco-atl”, siamo andati a Sud: per capire come si vive veramente il peso della mafia; e perché (noi scout siamo sempre modesti) volevamo provare a dare una mano a cambiare la situazione. Siamo andati con Libera, un coordinamento di più associazioni in lotta contro la criminalità organizzata, a fare un Campo di Lavoro e Studio sui Beni Confiscati alla Mafia: ovvero fare e imparare. Siamo andati nelle terre di don Peppe Diana, a San Cipriano d’Aversa, cittadina del Casertano attaccata a Casal di Principe. Don Peppe era un sacerdote che riuscì a smuovere l’animo della gente, cominciando a ribellarsi alla Camorra; per questo fu ucciso. E noi siamo orgogliosi di dire che siamo andati a dare una mano a continuare ciò che iniziò quell’uomo coraggioso.A San Cipriano abbiamo svolto vari lavori: dal raccogliere pomodori su un terreno sottratto alla Camorra al dipingere un murales su un edificio confiscato ad un camorrista. Abbiamo incontrato testimoni e rappresentanti di diverse realtà: da un’associazione contro il pizzo ad un gruppo di attori che tentano di creare una nuova opportunità per i bambini di Scampia. Ma abbiamo soprattutto imparato parlando con la gente del paese, in parti-colare con i ragazzi che nel casertano ci sono nati, che la Camorra la conoscono veramente. Alcuni addirittura erano figli di camorristi. Nella casa in cui ci incontravamo, questi ragazzini trascorrono il tempo libero e parlando con loro abbiamo aperto gli occhi su un mondo. Un mondo che però non dovrebbe esistere. Un mondo in cui diventare un criminale è una delle poche alternative, in cui chi denuncia la realtà è condannato, la polizia

è infame e lo Stato non c’è né ci sarà mai. Il ricordo più grande che ci è rimasto è ciò che questi “gua-glioni” ci hanno raccontato, e il gesto più importante che abbiamo fatto è stato lasciar loro qualcosa di nostro, mostrargli che c’è un’alternativa, che il mondo può essere bello. E deve esserlo.Grazie alla 2ª e alla 9ª compagnia di Milano che hanno vissuto quest’esperienza con noi, grazie a tutti i ragazzi di San Cipriano, a Raffaella, Peppe, Valentina e a tutte le persone di “Libera” che ci hanno dato tanto, tanto di più di quello che sia possibile scrivere su carta.

I Rover della 6ª-7ª compagnia “Halloween- Quetzalcoatl” - Sezione di Milano

CAMBIAMO IL MONDO Contro Tutte le MAFIE

Mila

no

“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.” (Giovanni Falcone)

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dalle sezioni

FoRTE per la guerra?Bo

lzano

“Forte per la guerra? Forti per la pace!” è il titolo della manifesta-zione che ha avuto luogo a Fortez-za nei giorni 15 e 16 maggio 2010 per iniziativa del Cai (Club Alpino Italiano), degli Scout Agesci e Cn-gei, dei Pionieri Cri (Croce Rossa Italiana), con la collaborazione di Ana (Associazione Nazionale Alpini) – Nucleo Protezione Civi-le. Nonostante il tempo, freddo e leggermente piovoso, lo splendido scenario della fortezza austro-ungarica, voluta dall’imperatore d’Austria Francesco I per una guerra che poi mai la coinvolse, ha visto in attività circa 500 tra ragazzi delle associazioni giovanili e adulti in servizio. Il vicepresi-dente della Provincia di Bolzano, Christian Tommasini, che ha pa-trocinato l’attività, era presente all’inaugurazione assieme alle altre autorità civili a militari.I collegamenti radio all’interno del vastissimo forte e anche con i gruppi che vi si muovevano e che sono saliti al Forte Alto per le at-tività in palestra di roccia, sono stati garantiti dai radioamatori del “Mountain QRP Club” e dell’ARI di Bolzano che, per l’occasione, all’interno del forte hanno instal-lato una stazione in onda corta, attivando con il nominativo IQ3QC, la Fortezza come BZ194 per il di-ploma dei Castelli italiani. Le finalità dell’appuntamento “Fortezza 2010” che le associa-zioni si sono proposte sono state principalmente di tipo educativo: stimolare il cammino personale di crescita di ciascuno per giungere ad essere protagonisti delle pro-prie relazioni personali e sociali,

per essere capaci di accogliere le diversità favorendo il supera-mento degli stereotipi e i luoghi comuni, incentivando il dialogo e l’ interiorizzazione dei valori. La manifestazione è stata per tut-ti un percorso di confronto e di arricchimento grazie al contatto con le diverse realtà, stili di vita, diverse abilità, un’occasione nella quale ogni associazione ha por-tato un proprio contributo nella

sua unicità per il perseguimento di obiettivi comuni. Durante le due giornate all’aria aperta, le attività del grande gio-co a basi, impostato secondo le regole dell’“imparare facendo”, l’apprendimento dei rudimenti di arrampicata in sicurezza sul-la vicina palestra di roccia, l’uso appropriato delle radiotrasmit-tenti in situazioni di emergenza, il fuoco di bivacco nella serata del

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dalle sezioni

FoRTE per la guerra? FoRTI per la pace

sabato ed il pernottamento nei lo-cali della poderosa fortezza, hanno favorito tra i ragazzi le possibilità di conoscenza degli ambienti natu-rali, proponendo esperienze in cui i giovani sono entrati in contatto con tutte le componenti dell’ambiente e stimolato l’impegno attivo per la sua tutela e valorizzazione. Il gioco di ruolo a basi, proposto dai Pionieri della Croce Rossa dell’Al-to Adige, costituiva una sessione

speciale del gioco “RAID CROSS”, che utilizza il Diritto Internazionale Umanitario (D.I.U.) come strumento per incoraggiare riflessioni più pro-fonde sul comportamento umano. Questo gioco (vedi www.raidcross.it) si concentra sulla protezione della vita e della dignità umana in tempo di guerra e, più in generale, in tutte le situazioni quotidiane. La grande struttura di Fortezza, pensata e co-struita per fare la guerra, ha potuto

invece ospitare le riflessioni di molti giovani sui risvolti terribili che una guerra porta con sé per le popola-zioni che la subiscono. Rilevante anche la valenza storica di questa esperienza, che ha fatto conoscere ai ragazzi il territorio e la struttura di Fortezza, costruita “in attesa di un nemico che non giunse mai”. Buon Cammino

Diego Maniacco, Seniorsezione Cngei di Bolzano

Una fortezza costruita in attesa dei Sassoni, un nemico che non giunse mai

Un momento dell’attività che ha

coinvolto la Sezione di Bolzano.

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dalle sezioni

È stato un giorno particolare quel-lo del 10 ottobre 2010 a Lucca; l’ansia era tanta, la voglia di rico-minciare pure. Eppure di giornate che inaugu-ravano l’apertura del nuovo anno scout ne avevo fatte fin troppe ma avevo voglia di rivedere quel-le faccine felici che mi avevano salutato alle Vacanze di Branco. E poi quest’anno oltre a Baloo, il branco ha anche una Bagheera e quindi l’inizio prometteva bene. Sapevo che Sandro, il nostro se-nior attivissimo, aveva tappezzato Lucca e dintorni di manifestini che parlavano del nostro gruppo e si era anche messo in contatto con le Girl Scouts di Camp Darby invitan-dole a stare con noi. Quando con il nostro Commissario Regionale siamo arrivati al luogo del ritrovo era ancora presto; soltanto Baloo aspettava seduta sul marciapiede ma poi, una alla volta, sono arri-vate le macchine e il piazzale si è riempito di genitori, di esploratori e di lupetti che ridevano, si saluta-vano e si rincorrevano felici.

Mentre parlavo con alcuni genitori di nuovi cuccioli (sono ben otto!) ho visto Sandro arrivare, circondato da bambine e adulti che non co-noscevo. Il guppetto si teneva un po’ discosto dagli altri, e quando al grido di: “Lupi, Lupi, Lupi” ab-biamo fatto il cerchio, le bambine si sono inserite quasi timorose e si sono tolte le giacche a vento: erano le Girl Scouts di Camp Darby con le loro uniformi coloratissi-me e piene di distintivi. Ci hanno spiegato che da loro l’associazio-ne femminile e quella maschile sono separate, che non portano il foulard ma hanno un’uniforme con un gilet di colore diverso a se-conda della fascia d’età, sul qua-le attaccano i loro distintivi della progressione e degli eventi a cui partecipano. Infatti loro hanno le Daisy (dai 5 ai 6 anni), le Brownie (dai 7 agli 8 anni), le Junior (dai 9 agli 11 anni) e le Cadette (dai 12 ai 13 anni). Poi ci siamo spostati nel prato esterno alle mura ed eravamo proprio tanti perché sia il Bran-co che il Reparto avevano al loro interno qualche girl scouts e ab-biamo piantato il palo per l’alza bandiera che ha ospitato anche la bandiera americana insieme a quella italiana e a quella as-sociativa. L’attività che è seguita per le strade di Lucca si è svolta a gruppi misti (lupetti, esplorato-ri, girl scouts) e, mentre i nostri esploratori hanno fraternizzato esercitandosi con l’inglese, le no-stre due lupette americane hanno fatto da interpreti per quelle girl scouts che non capivano l’italiano. Le fotografie che vedete mostra-no, meglio di tante parole, l’atmo-

sfera fraterna che ha pervaso la giornata; tutti, in ogni momento, si sono perfettamente integrati, particolarmente duranteil pranzo in un unico grande cerchio. A conclusione del pranzo le diri-genti delle Usa Girl Scouts Over-seas hanno regalato a tutti un distintivo e ci hanno offerto dei biscotti, che usano per fare autofi-nanziamento, preparati per loro in America. Avete presente nei films quando si vedono le girl scouts con una specie di carretto tutto pieno di scatole? Proprio quelle!La giornata si è conclusa con il passaggio al reparto di ben 5 lu-petti e con l’ammaina bandiera a cui hanno assistito molti genitori. Siamo molto soddisfatti di come sia iniziato il nuovo anno scout e già stiamo pensando a quando ri-cambiare la visita e le cortesie ri-cevute alle nostre sorelle di Camp Darby; un’esperienza come questa per i nostri ragazzi e ragazze, vale molto più di tante parole.

Barbara SerfogliAkela e Capo Gruppo

Borgo a Mozzano - Mediavalle

Tre Girl Scouts della base

americana in Italia di Camp Darby.

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noOspiti all’ apertura

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A Giffoni Valle Piana, paese in provincia di Salerno, il Gruppo Scout Cngei “Giffoni I°”, in oc-casione dell’apertura dell’anno scout, ha organizzato presso la struttura della Cittadella del Gif-foni Film Festival (conosciuta in tutto il mondo per il Festival del cinema per ragazzi) una giornata intera dedicata al mondo scout. I ragazzi del posto, che magari non avevano mai vissuto le no-stre esperienze, sono stati invitati a mettere alla prova la propria abilità fisica e a conoscere l’am-biente pieno di avventura del no-stro mondo. Una iniziativa che ha visto la partecipazione di circa 200 ragazzi del paese, i quali, a fine giornata, hanno manifestato tutta la loro gioia, lascian-do intendere ai capi scout di voler “tenta-re” l’esperienza scout. “Abbiamo pensato che sarebbe stato bel-lo aprire l’anno scout invitando i ragazzi di Giffoni a trascorrere una giornata con noi” spiega Enzo D’Elia, fondatore del gruppo Giffoni I°. A fine giornata, poi, c’è stato il momento più at-teso da nostri ragazzi: l’apertura dell’anno

scout, che ci vedrà protagonisti per un anno intero qui a Giffoni e non solo, con le nostre numerose iniziative per la crescita sociale, culturale ed ambientale della no-stra città. Uno dei nostri motti è “Si impara da piccoli a diventare grandi”. La vita di gruppo aiuta a diventare grandi, soprattutto in una società complessa come quella in cui vivono i nostri ra-gazzi. Ogni anno, in occasione del Giffoni Film Festival Internazio-nale del cinema per ragazzi, la nostra città è invasa da migliaia di bambini provenienti da tutto il mondo. Fare questa manifesta-zione all’interno della struttura che nel mese di luglio li vede

protagonisti ci è sembrata una cosa bella e significativa, soprat-tutto per la gente di Giffoni, che ha sempre creduto nella nostre “buone azioni” e ci ha sempre dimostrato di tenerci in grande considerazione. L’augurio è che da Giffoni Valle Piana (città dei bambini) possa partire un messaggio di speranza e di pace a tutti i fratelli scout d’Italia.

Salvatore Mancino, SeniorGruppo Giffoni I°

Sezione di Giffoni Valle Piana (Salerno) Gi

ffo

ni

Ospiti all’ apertura Si impara da PICCOLI

a diventare GRANDI

dalle sezioni

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dalle sezioniRo

vere

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Jamborette 2010Un rapido saluto disinteressato ai genitori e l’imbocco dell’A22, la consapevolezza di voler partire per una nuova avventura e l’eu-foria di essere in tanti, non senza qualche timore nostalgia o pau-ra. Ogni campo estivo comincia con un viaggio, e stavolta ancora di più, esso è parte fondamentale per ritrovare e riallacciare i rap-porti e le sinergie di amicizia che per magari un paio di mesi (dalla chiusura dell’anno in poi) si sono andati affievolendo. (...)

Giorno 114 ore di viaggio e siamo arrivati in Belgio, ci siamo portati dietro le brioches per colazione ma siamo così scombussolati dal viaggio e trepidanti di entrare al campo che ce ne dimentichiamo totalmente. A dire il vero dopo essere scesi dal pullman ed essere stati accolti da colui che abbiamo ribattezzato Re di Ninove, Nick De Brabanter (il big boss del Jamborette per inten-derci), non sen-

za qualche difficoltà e con un po’ di “disac-cordo” abbiamo diviso le varie Patrols nei va-ri sottocampi (Bloody Mary, Robin Hood, e per ultimo, nel quale non avevamo nessuna Patrol, King Artur), do-ve ragazzi e ragazze si sono appropriati delle loro tende ed hanno cominciato a preparare le “originali” cucine per far da mangiare (niente a vedere con le nostre favolose fornelle). In serata dopo il nostro primo assag-gio di “cucina” belga per la cena, c’è stata una bella presentazione del campo con tutti i ragazzi e le bandiere delle varie nazioni parte-cipanti, e tanta bella musica e un ritornello che ci accompagnerà per tutta la durata del campo:Jamborette, is in town now Scouts, we know all how To work to sing to play to cook and many many more Scouts, we do(...)

Giorno 2: HIKING ON FIANDRACon grande sorpresa la sveglia è alle sette e con facce pari a quelle di un film horror di vecchia data, ci prepariamo gli zaini, incredu-li del fatto di partire per un hike già al primo giorno di campo, ma senza indugio ci si divide nei vari gruppi misti, e dopo aver raccolto il pocket lunch (en panin per ca-pirne) ci siamo incamminati, su strade diverse, per le “scalate” alle “altissime vette” del Belgio, desti-nazione Bruxelles (che avremmo poi raggiunto il giorno seguente).Dopo una estenuante ed intermi-nabile camminata in giro per le Fiandre, tra mulini a vento…… e sterminate aree verdi, con i piedi fumanti per l’asfalto (che do-lori) ognuno si è ritrovato a cenare e dormire in luoghi differenti, chi in una scuola, chi in un granaio, chi in una sala polivalente (...)

Giorno 4: INTERNATIONAL DAYLa mattina del quarto giorno, con ancora piedi muscoli e ossa indolenziti, nonché in debito di

Un campo davvero spe ciale

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dalle sezioni

qualche ora di sonno, ogni Patrol ha cuci-nato un piatto tipico della propria nazione, e l’ha offerto all’assaggio di tutto il campo. Ne è risultato un mix di culture, tradizioni e gu-sti davvero interessante e nuovo: apprezzatissima la pasta italiana, le fortaie, la carne belga, i wurstel con marmellata di mele cotogne, un po’ meno la paella spagnola e un fallito tentativo di spaghetti alla carbonara.Il pomeriggio, ancora satolli dalla nostra scorpacciata, abbiamo fatto dei giochi internazionali, ovvero ogni diverso gioco rappresentava un pò le particolarità di ogni singo-la nazione, e tra salti lotte di sumo e balli ci siamo davvero divertiti.(...)

Giorno 8: TENDE APERTE ùAL JAMBORETTEGiornata di grande festa al Jam-borette. Il campo apre le porte alla cittadinanza e agli ospiti stranieri: tra questi ovviamente i più impor-tanti erano i nostri super mitici senior, che ancora “reduci” dalle scorribande di Amsterdam, sono venuti a trovarci e a degustare un po’ di cucina tipica locale.

La giornata infatti prevedeva una grande grigliata per pranzo con spettacoli, esibizioni di falconieri e cavalieri, una banda che rallegrava l’atmosfera, e giochi a ripetizione per tutti i gusti… insomma una vera e propria festa, che ha visto coinvolti anche moltissimi concit-tadini della vicina Ninove.Per i nostri esplo è stata una giornata di relax e divertimento, con molto tempo libero per stare insieme e conoscere nuove cultu-re (molte nazioni hanno allestito stand e tendoni). (...)

Giorno 9: FINAL DAY is... A PARTY!Per l’ultimo giorno lo staff del Jamborette ha pensato bene di farci dormire qualche oretta in più, e saltando la colazione, ci hanno regalato un altro assaggio di internazionalità con un brunch (colazione e pranzo insieme). Do-po aver saziato la nostra fame, tutti gli scouts si sono riuniti per un big game sullo stile di face book dove ogni ragazzo poteva scrivere e lasciare un commento sul “profilo” (un foglio di carta) di un altro scouts; un pomeriggio divertente e di confronto che ha contribuito a saldare ancora di più i rapporti già splendidi fra gli eslpo.E dopo una squisita cena a buf-fet, spazzolando tutto il rimanente della grigliata del giorno prece-dente, si è dato il via alla festa: musica, dj, danze, gli esplo ( e non solo) si sono scatenati e lasciati andare al divertimento, e tra un panino e un aranciata, si sono anche ben riempiti lo stomaco.Ciliegina sulla torta, il gran finale con un MEGA FALO’ davvero enor-me e una band a suonare le ultime canzoni che avremmo ascoltato al Jamborette.

Giorno 10: LEAVING JAMBORET-TE and NINOVELa mattinata dell’ultimo giorno è stata interamente dedicata allo smontaggio e pulizia del campo.Una volta riassettato e ordinato tutto, abbiamo pranzato con dei panini e abbiamo atteso l’arrivo del pullman.Prima di smontare il nostro bellis-simo alzabandiera abbiamo deciso di fare un cerchio di chiusura finale con tanto di ammainabandiera, come solo noi sappiamo fare.Infine, prima di partire, i due re-parti si sono separati e seduti in cerchio per le riflessioni finali, impressioni di ognuno su questi favolosi giorni trascorsi insieme…Il viaggio in pullman è stato lun-go e pesante ma la stanchezza ha contribuito a farci dormire per lunghe tratte [...]

Le staff dei Reparti “Mizar” e “Wichasa Wakan”

Sezione di Rovereto

Caro Leo, ci dispiace davvero

tanto per cio che ti e’ accaduto.

I giorni di campo trascorsi

senza di te sono stati molto

difficli, ti abbiamo pensato

moltissimo, ci sei mancato e ci

manchi tutt’ora. non vediamo

l’ora di porterti riabbracciare,

per poter rivivere insieme

le emozioni trascorse al

Jamborette, e per farti sentire

quanto ti siamo vicini. Torna

presto, ti vogliamo bene , un

abbraccio forte forte e mille

bacioni. Il tuo reparto Wichasa

Wakan e il tuo secondo reparto Mizar”

Un campo davvero spe ciale

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dalle sezioniCe

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Cucire insieme la crescitaIl Progetto Patchworld nasce da un lavoro di costruzione di re-te tra Associazioni operanti nel territorio della Martesana ad est di Milano. Pienamente coinvolta in questo Progetto, cofinanziato dall’Amministrazione Comunale, è la Sezione CNGEI di Cernusco sul Naviglio, al cui fianco lavo-reranno le associazioni “Colo-rEsperanza”, “Eticomondo”, la scuola media e la scuola supe-riore IPSIA di Cernusco.Il progetto prevede un lavoro di Educazione allo Sviluppo: il tema principale è “la cittadinanza in un mondo di migranti”. Negli ultimi anni si sta osser-vando tra noi una crescita della presenza straniera, sia per la presenza di minori adottati, sia per il fenomeno del ricongiun-gimento famigliare che porta le persone extraeuropee a stabiliz-zarsi sul territorio. Nell’anno in corso è stato avviato un processo di coinvolgimento della comuni-tà, o meglio delle comunità stra-niere nella definizione di percorsi partecipati di integrazione, come ad esempio la “Festa delle Cul-ture” alla quale la nostra sezione partecipa da tre anni. Il progetto si presenta appunto come momento culminante di un

percorso formativo sui temi dell’educazione allo sviluppo che ha visto realtà educative, tra cui la nostra sezione scout, di diversa estrazione confrontarsi e lavorare insieme.Nell’ambito del Progetto Patchworld sono già stati av-viati momenti formativi rivolti ad insegnanti, educatori scout ed operatori delle associazioni, ma aperti a tutta la cittadinanza, sul tema delle migrazioni e della presenza di migranti in Provincia di Milano. In particolare, grazie alla partecipazione di esperti e testimoni, verranno poi realizzati tre incontri rivolti ai nostri giova-ni esploratori e agli studenti di pari età delle classi terze della scuola media per presentare i tratti caratteristici di tre culture, quella caraibica, quella rom e la magrebina che verranno ap-profondite durante il percorso con i ragazzi. Vi saranno anche momenti volti a far incontrare tra loro i ragazzi che stanno parteci-pando al progetto e, con attività tipicamente scout, si punterà sui temi dell’incontro con l’altro e sull’esperienza con ciò che non si conosce. Parallelamente si in-tende lavorare con i rover della Compagnia e con i ragazzi/e di una classe dell’istituto superiore IPSIA. Con i nostri rover verrà studiato un percorso di quattro

incontri per sviluppare un approccio rispetto

al sistema economico in gene-rale e alle proprie scelte critiche di consumo, di riflessione per favorire il superamento delle differenze culturali e per far emergere i pregiudizi esistenti. È un progetto impegnativo, al quale dedicheremo quest’anno parecchie forze, che ci augu-riamo possa caricare i ragazzi, farli crescere non solo in termini culturali, facendo loro superare pregiudizi e stereotipi attraverso la conoscenza, ma soprattutto concretamente, nel quotidiano, rinforzarli sui valori, forse troppo spesso calpestati e disattesi di uguaglianza, di integrazione, di solidarietà e di pace tra i popoli. Ma…torniamo al Progetto Patchworld…perché qui viene il bello! Il progetto prevede infatti un momento finale con un’espe-rienza estiva, rivolta a giovani e, nel nostro caso ai rover, di viag-gio di conoscenza e di servizio nella Repubblica Dominicana e per il quale sono già stati av-viati rapporti con le istituzioni e con gli scout di quel paese. Ma questo …….autofinanziamento permettendo!!!!Ce la faremo? Noi faremo “del nostro meglio”!!

Cecilia Cisternino, CdS Cernusco sul Naviglio

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l’o rlo del mondo

La Nostra Dichiarazione

Chiediamo al MONDO:Le delegate del Young Women’s World Forum invitano i governi di tutti i Paesi a…

1Mettere in atto politiche, che garantiscano lo sviluppo sostenibile dell’ambiente,tali da tassare la produzione non sostenibile e usare

il ricavato per i progetti che riguardano il riciclaggio e la natura.

2Fermare il ciclo della povertà attraverso un’educazione di alta qualità, libera e inclusiva, la quale permetta alle ragazze e ai

ragazzi uguale accesso a tutti i corsi di studio.

3 Lavorare insieme per costruire un accordo vincolante, equo e ambizioso che combatta il cambiamento climatico, con la volontà di:

supportare le fonti di energia rinnovabile, proteggere la biodiversità e rinforzare le politiche sul “Riduci, Riusa e Ricicla”.

4 Implementare e rafforzare le leggi, affinché siano eque ed adatte ai cittadini ed assicurino ad ogni persona, vittima

della discriminazione di genere, di avere accesso ad un supporto comprensivo e duraturo senza distinzioni.

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l’o rlo del mondo

Chiediamo a WAGGGS:Le delegate dello Young Women’s World Forum invitano lo Scautismo femminile e il Guidismo a…

1Creare ed usare concretamente le partnership tra le associazioni scout, la società civile ed I governi per lavorare

al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Usare queste partnership per supportare iniziative come quelle dei progetti locali tenuti dalle guide, il microcredito, la formazione, la raccolta fondi, gli acquisti di seconda mano e la giornata dedicata agli Obiettivi del Millennio.

2 Consentire alle ragazze di allargare la loro comprensione rispetto alla povertà e la fame presente nel mondo, attraverso

la condivisione delle conoscenze e delle esperienze. In particolare, mettere in contatto le associazioni scout dei paesi in via di sviluppo con quelle dei paesi sviluppati e attraverso questa interazione, creare un programma specifico sulla povertà che possa essere tarato sulle realtà locali.

3Promuovere l’eguaglianza di genere e nel mentre costruire la fiducia tra le ragazze e le donne attraverso la coeducazione e la

cooperazione tra ragazze e ragazzi nel guidismo e nello scoutismo ed incrementare il lavoro congiunto tra WAGGGS e WOSM.

4Stabilire un gruppo di lavoro sul GAT

(global action theme) tra le associazioni in modo da avere più materiale di supporto per migliorare le azioni nelle comunità locali.

La Nostra Dichiarazione

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Chiediamoalla SOCIETA

, CIVILE:

Le delegate del Young Women’s World Forum invitano tutte le persone di buona volontà a ...

1 Fare una Campagna per fermare la corruzione promuovendo la trasparenza nelle azioni di governo in tutti i paesi, per assicurare

assistenza alle persone che ne hanno bisogno.

2 Prendersi la responsabilità individuale nei confronti dell’ambiente, riducendo l’impatto ambientale personale sul pianeta, riciclando,

avendo un piano per la piantumazione degli alberi ed incoraggiando l’uso delle risorse locali per l’alimentazione.

3Gestire programmi che concedano maggiori possibilità alle donne ed assicurino la loro partecipazione attiva a tutti i livelli nella società –

“Senza di me, non ci sei tu”.

4Incoraggiare le Organizzazioni non Governative e le comunità ad introdurre sistemi e situazioni competitive, che spingano ad un

cambiamento dello stile di vita e ad una corretta gestione dei rifiuti e dell’energia.

La dichiarazione che avete let-to è il frutto di una condivisione durata alcuni giorni tra giovani donne provenienti da varie parti del mondo, ma che avevano le stesse esigenze. Esigenze che non riguardano solo loro, ma che se leggiamo con un po’ di attenzione riguardano molte realtà nel nostro paese.Proviamo a porci delle doman-de: Quante donne governano il nostro paese? Nel luogo in cui vivo quante donne fanno parte dell’amministrazione comunale?Come sempre cari ragazzi vi

lascio con uno spunto di riflessione Ilaria Esposito

CoCon Int.

l’o rlo del mondo

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l’o rlo del mondo

I AM 1 IN 10 MILLION!!!

Cento ragazze da 61 Paesi nel Mondo.Tre Obiettivi del Millennio di cui discutere e una dichiarazione da scrivere in cinque giorni.YOUNG WOMEN’S WORLD FORUM, ovvero il Fo-rum Mondiale delle Giovani Donne. Il primo dei tre Forum che si terranno anche nel 2011 e nel 2012 per festeggiare il Centenario del Guidismo e dello Scautismo Femminile. Una delle esperienze più emozionanti, arricchenti, divertenti e concrete della mia vita. Il mondo in-tero mi ha circondata per tutta la durata del mio soggiorno ad Heythrop Park, nella fortunatamente soleggiata campagna dell’Oxfordshire, a trenta minuti da Oxford. Mia compagna di avventura è stata Giorgia, delegata AGESCI della Sezione di Pordenone con cui ho passato ore a parlare di tutto e a bere tè!I tre Obiettivi di cui abbiamo discusso sono quelli

presi in considerazione da WAGGGS per il Cen-tenario e sono: Eliminare la povertà estrema e la fame; Promuovere la parità tra i sessi e l’au-tonomia delle donne; Assicurare la sostenibilità ambientale. Abbiamo lavorato su questi obiettivi in modo mai pesante o noioso, sia nei momenti collettivi sia nei piccoli gruppi in cui eravamo di-vise. Il mio si chiamava Kingham Patrol e devo dire che eravamo davvero ben assortite, dalla cantante-ballerina dei Caraibi alla comica islan-dese passando per le splendide ragazze della regione Araba. Ho passato con loro momenti davvero eccezionali condividendo le esperienze e arricchendomi attraverso le loro differenze; sembra strano,ma ho già le vacanze prenotate in Israele dalla mia amica Hind e in Bolivia dalla mia amica Celeste!!!

Giorni davvero in-tensi, caratterizzati da sessioni mat-tutine con ospiti come Jo Swinson, giovane parla-mentare inglese e Leymah Gbo-wee, fondatrice di un’associazio-ne per la pace e lo sviluppo delle donne in Africa, che con il suo di-scorso ci ha ispi-rate e caricate per essere noi il cambiamento di cui il mondo ha bisogno. “Guest star” ma soprattutto ospite a sor-

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I AM 1 IN 10 MILLION!!!

presa dell’evento è stato il Primo Mi-nistro Inglese Da-vid Cameron che ci ha stupite per il suo reale interesse in quello che stava-mo facendo e la sua disponibilità nel ri-spondere alle nostre domande di giovani donne curiose di co-me il nostro Forum possa influenzare le Istituzioni mondiali. La risposta a questa domanda è la Di-chiarazione rivolta a WAGGGS, alla società civile e ai Governi, che abbiamo ideato, votato e redatto in un momento di reale democrazia che mi ha fatto sentire davvero parte di quel movi-mento mondiale che unisce tutti noi dall’Islanda alle Cook Islands! Oltre ai momenti seri e di lavoro le bravissime organizzatrici delle Girlguiding UK ci hanno preparato, con tanta accortezza ad ogni singolo dettaglio ed estrema precisione, una serie di momenti informali per coccolarci. Per esempio il 20 - 10 del 2010 alle ore 20.10 abbiamo festeggiato la fine dell’anno del Centenario del Guidismo e dello Scautismo Femminile con fuochi d’artificio, decorazioni di tazze e di cupcakes, danze tradizio-nali scozzesi, smalti brillanti e con la realizzazione di un video celebrativo in cui abbiamo rinnovato tutte insieme la nostra Promessa. Insomma il nostro essere donne e l’attenzione alle nostre esigenze si respirava in ogni singola attività e proposta che ci è stata fatta, non mi sono mai

sentita così a casa con persone mai viste prima del 19 Ottobre. Questa è solo una piccola parte della magia di un evento così importante. Mobilitare le nostre coscienze e renderci parte attiva della società per cambiare le nostre vite e il mondo ha un grande significato, perché le scout e le guide sono dieci milioni e possonoo fare la differenza! E come ci ha detto Leymah Gbowee: “Little steps, Huge Impact, Lifetime Legacy” e cioè: “Piccoli passi, Enorme impatto, Eredità per tutta la vita”, possiamo fare davvero tanto ogni giorno della nostra vita e in piccolo in tutte le nostre realtà.Con la speranza che leggiate la nostra Dichia-razione e vi facciate portavoce del cambiamento che il movimento mondiale di WAGGGS propone, vi auguro un affettuoso Buona Caccia.

Antonella AzzilonnaCicala Loquace

Sezione di Matera

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branca elle

C ari Lupetti, gironzolando un po’ per la Giungla sento che ovunque c’è

gran fermento: le Attività con i vostri Branchi sono ricominciate, e soprat-tutto come ogni anno le vostre Tane si riempiono di tanti nuovi cuccioli!! Sono sicura che, come ci si aspetta da bravi Lupetti come voi, li avete accol-ti con grande gioia e state facendo del vostro meglio per aiutarli a percorre-re i loro primi, importantissimi passi nella Giungla, aiutati dai vostri fanta-stici Vecchi Lupi... uno dei momenti più emozionanti è sicuramente la pri-ma Caccia con il Branco! Una sfida per molti di loro ma anche un impe-gno per voi Lupetti, che dovete fare di tutto per far sentire i nuovi cuccioli accolti e parte del vostro Branco.Proprio ieri mi sono imbattuta in una cucciola di ritorno dalla sua prima Caccia, ed era davvero un fiume di parole!! Ho pensato di appuntarmele per condividerle con voi, Lupetti e cuccioli di tutta Italia! Volete sentire cosa mi ha raccontato??!!

La Prima Caccia

Non si Scorda Mai!

È molto bello andare in Caccia, non dovete

avere paura se per caso siete spaventati dall’idea di dormire

fuori casa! Ci si diverte tanto e i Vecchi

Lupi sono bravi!

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Nome ed età: Claudia, 8 anni

Cos’hai pensato quando Akela ti ha detto che sareste andati in Caccia?Ero molto felice e allegra! Ho pensato che sarebbe stata la mia prima Caccia... e non ve-devo l’ora!

Eri emozionata prima di par-tire?Sì, perché sapevo che avrei fatto tante cose belle e divertenti con il Branco e i Vecchi Lupi.

Come ti immaginavi sarebbe stata?Mi immaginavo la mia prima Caccia emozionante e divertente, ma anche un po’ stancante, perché mio fra-tello tornava sempre molto stanco dalle Cacce!

Cos’hai pensato quando sei partita?Finalmente si parte!

Qual è stato il momento più bello?E’ stato il Fiore Rosso: abbiamo riso e scher-zato tanto, le scenette sono state molto belle e i Vecchi Lupi facevano davvero ridere! Abbiamo ballato e recitato,è stato bello an-che se l’abbiamo fatto all’interno della casa perchè Akela diceva che fuori faceva troppo freddo... quindi abbiamo messo le torce al centro della stanza anzichè accendere un Fuoco vero!

branca elle

La Prima Caccia

La notte ho dormito poco perchè chiac-chieravamo tra di noi, è stato bellissimo!

Ti sei divertita?Da matti!!! Non è stato come mi imma-ginavo, ma molto molto molto più bel-lo!! Abbiamo fatto tante attività diver-tenti che avevano preparato i Vecchi Lupi e riso tantissimo!

Cosa pensi degli scout? sono come te li immaginavi?Sono bellissimi!! Me li immaginavo belli per-chè un po’ li conoscevo già, ma sono molto meglio!

Cosa vorresti dire agli altri cuccioli d’Italia che stanno per andare in Cac-

cia per la prima volta?Che è molto bello andare in Caccia, non dovete avere paura se per caso siete spaventati dall’idea di dormire

fuori casa! Ci si diverte tanto e i Vecchi Lupi sono bravi! Mi piacerebbe incontrare tutti i Lupetti del CNGEI in un campo, così giocherem-mo tutti insieme! Ciao a tutti!

Insomma, pare sia stata proprio una cosa ben fatta!E voi, volete raccontarci com’è andata la vostra Caccia? Coraggio, l’indirizzo è [email protected]

“La forza del Branco è nel Lupo, la forza del Lupo è nel Branco”Buona Caccia

Saradella Muta Nazionale

Non si Scorda Mai!

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branca elle

Ciao Lupetti di tutta Italia!!!! Siamo il CdA

del Branco “Mowgli” Padova 4 e facciamo parte di un Branco favoloso: siamo tanti e spiritosi e giochiamo insieme, divertendoci un mondo! Vogliamo raccontarvi la nostra prima Caccia del Consiglio d’Akela, fatta il 27 e 28 Novembre… è stata fantastica, tanto che non vediamo l’ora di ripeterla!

una nuova giungla da esplorare

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Alla fine della solita riunione in Tana del Sabato pomerig-gio, abbiamo preso il tram con Akela, Bagheera, Mang e Rama e siamo andati in centro a Padova, nella Tana del Branco del Popolo Libero: una Giungla nuova da esplora-re! Dopo la cena al sacco, è arrivato un mago che ci ha portato in una stanza semibuia piena di tappeti e lì abbia-

mo iniziato una meravigliosa e fantastica avven-tura, cercando di scappare da una prigione per li-berarci dai ma-lefici della terri-bile Maga Nera. In questogioco di ruolo abbiamo dovu-to usare molta fantasia e im-maginazione. Quando, alla fine, siamo ri-usciti a scon-figgere la Maga Nera, ci siamo infilati nei no-stri sacchi a pelo, stanchi dopo una cac-cia molto in-

tensa. Forse non eravamo poi molto stanchi, dato che alle 6.30 ci siamo sve-gliati disturbando il sonno dei Vecchi Lupi. La mattina dopo, abbiamo fatto colazione e abbia-mo finito gli angioletti che abbiamo cominciato con tutto il Branco il sabato prima: li abbiamo cosparsi di brillantini e abbiamo messo i na-strini per appenderli sull’albero di Natale! Spe-riamo di venderli tutti!Alla fine, finalmente, è arrivato il momento che aspettavamo tutti... il Consiglio d’Akela! Ci siamo seduti in cerchio e siamo stati tutti insieme per più di un’ora. È stato fortissimo! Prima di tornare a casa, ab-biamo voluto scrivervi la nostra Caccia, anche se non è stato facile mettersi d’accordo tutti quanti. Speriamo che tutti i CdA d’Italia si di-vertano tanto quanto noi, perchè è bellissi-mo!! Buona Caccia

Il CdA del Branco “Mowgli” – PD4Marta, Alessandro, Daniele, Francesca, Eleonora,

Francesco, Daniele, Rossella, Francesca e Erik

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TECNICAMPL’AVVENTURA DELLE “MULONE” (RAGAZZO-NE) TRIESTINEDopo il campo estivo, l’avventura per le mitiche “mulone” triestine non è ancora finita. Ma che avventura le aspettava? Il tecni-camp!!!! Visto che tutte amiamo fare i “groppi” (nodi), abbiamo scelto il corso di pionierismo.Dopo circa daue ore e mezza di treno sia-mo finalmente arrivate alla stazione di Vicenza e io ho iniziato a chiedere agli al-tri scout “Che corso fai?”. Tutti mi rispon-devano “Under ink”, “Cooking adventure” o “Nambedoka”…E i pionieristi?? Erava-mo convinte di aver sbagliato ritrovo fin-ché non abbiamo incontrato le “bimbe” livornesi e poi tutti gli altri compagni di corso.Durante il viaggio in pullman fino alla base, le mitiche “mulone” triestine hanno iniziato a conoscere gli altri “muli” (ragazzi).Una volta alla base, abbiamo incontrato i capi: Chiara, Fede, Fabio, Andrea detto

Olmo e Miki. Ci siamo di-visi in pattuglie e abbiamo fatto il quadrato iniziale. La sera i ragazzi di Mantova ci hanno insegnato il ban della mucchina

tibetanina, che è diventata la no-stra mascotte. Ma la vera avventura è iniziata il giorno dopo: abbiamo costruito le sopraelevate. Una di queste l’abbiamo costruita con le camere d’aria delle biciclette per renderla “mollicciosa” (molleggiante). Dormire su una sopraelevata “mollicciosa” è divertente: il pavimento è instabi-le e io e Marghe ci svegliavamo spesso di notte perché avevamo paura che la tenda cedesse.

DORMIRE

su una sopraelevata

MOLLICCIOSAÈ D I V E R T E N T E

Il giorno dopo abbiamo costruito un trabucco con l’intento di bagnare con la bottiglia di Chiara il sot-tocampo di Nambedoka… Abbiamo sistemato la bottiglia, abbiamo puntato il trabucco contro le loro tende e 3…2…1…plof! La bottiglia volante ha percorso al massimo un metro e mezzo… sarà per la prossima volta!! Chissà, magari al prossi-

mo campo estivo ne costruirò uno con la mia pattuglia, ci alleeremo con le altre pattuglie e bagneremo i capi!!Dopo l’efficientissimo trabucco abbiamo costrui-to il ponte levatoio (che è diventato la scorciatoia per raggiungere le tende) e la teleferica dalla qua-le quasi tutti siamo caduti per terra e la povera Bianca si è impigliata i capelli…Chiara ci diceva sempre che dal tecnicamp nasco-no sempre nuove amicizie che poi dureranno per sempre... Noi siamo diventate amiche dei “bimbi” livornesi, dai ragazzi di Bassano, Pisa, Mantova, Vicenza, Bergamo e Milano… Ragazzi, speriamo di rivedervi presto, magari al prossimo tecnicamp!!

Chiara-Pinguina Laboriosa,5° rep. Hunting-Trieste

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UN FOGLIO, PROPRIO NEL DIARIOSto sfogliando il diario per controllare i compiti per domani… Ecco: in-terrogazione di fisica, ve-rifica di tedesco e studia-re due capitoli di scien… Ma che cos’è questo fo-glietto tra le pagine del dia-rio? Lo apro: è il testo di una canzone, precisa-mente “Il Sogno del Menestrello”, brano che ho sentito per la prima volta al Tecnicamp. Prendo la colla e attacco il foglio nella prima pagina di set-tembre, così ogni volta che aprirò il diario mi ri-corderò di quest’ avventura meravigliosa e di tut-te le persone meravigliose che ho conosciuto.Mi fermo un attimo, credo che l’ interrogazione di fisica possa aspettare.Ripenso al Tecnicamp a tutto quello che ho impa-rato, il sudore, la gioia, le risate e i canti, e tutti gli amici che adesso ho in giro per l’Italia.Ripenso alle facce dei miei compagni di corso, ra-gazzi con cui ho trascorso solo 5 giorni, che ades-so mi sembra di conoscere da una vita. Ripenso alla fatica per costruire le tende soprae-levate e la felicità quando ci siamo accorte che erano solide e che nes-suno è crollato giù. Ripenso alle torri, al ponte levato-io, alla teleferica, alla catapulta e al trabucco, alle altalene e al portale col ph tirato su insieme ai miei amici.Ripenso alla canzoncina “Terra Trema Pionierismo Si Scatena” (in onore al nostro mitico corso di pio-nierismo) e al ban “ La Mucchina Tibetanina” che ci ha insegnato il ragazzo di Mantova e mi scappa un sorriso.

RIPENSO

alle facce dei miei

C O M P A G N ID I C O R S O C O N

cui ho trascorso

5 GIORNIe che adesso mi sembra

DI CONOSCERLID A U N A V I T A

Ripen-so ai fantastici capi che ho conosciuto, pro-

venienti da tutte le parti d’ Italia e che si sono dati un sacco da fare per noi : Chiara, Fabio bar-barossa (anche se questa non me la perdonerà ), Andrea, Michele e Federico. A loro va un grazie speciale per avermi trasmesso la passione per il pionierismo e per avermi insegnato una sacco di cose che insegnerò a mia volta appena possibile a tutto il mio reparto di provenienza.Un grazie anche a tutti i miei compagni di avven-tura: i ragazzi di Livorno che hanno condiviso con noi il loro dialetto, ai ragazzi di Milano, di Bassano del Grappa, di Bergamo, di Mantova, di Pisa e di Vicenza. Un grazie anche alle mie com-pagne di Trieste che mi hanno tenuto compagnia e hanno fatto passare in un batter d’occhio il viag-gio verso Vicenza.Spero solo il prossimo anno di poter partecipare

di nuovo a questa fantastica ini-ziativa, di rivedere i miei amici e di conoscerne molti nuovi e ap-prendere altre fantastiche tecni-che dello scautismo.

Mi sa che ora mi tocca proprio tornare alle mie formule di fisica.

Margherita Tommasini 5° Reparto Hunting Trieste

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BASTA CRISI PER LE CUCINEOre 9.38 del 25 agosto 2010. La stazione di Trieste non è molto affollata, ma tuttavia c’è un via vai di gente e si distinguono alcu-

ni strani personaggi seduti su una panchina: 5 ragazze con il fazzoletto al collo, con accanto una montagna di zaini e tende. Quegli strani individui siamo noi: Sara, Fede, Marghe, Juju e Chiara del 5° Reparto di Trieste. In quel momento eravamo tutte agitate ed emozionate per la fanta-stica avventura che ci stava aspet-tando: il Tecnicamp!!! Avevamo scelto il corso di Pionierismo, per smetterla di andare in crisi ogni volta che c’è da montare una cucina, anzi per saper innalzare costruzioni ancora migliori. Dopo aver preso il treno delle 9.38 ed aver passato 3 ore e mezza a bordo, finalmente siamo arrivate alla sta-zione di Vicenza. Lì abbiamo incontrato i nostri compagni provenienti da varie regioni d’Italia e a bordo di due pulmann ci siamo diretti alla base. Abbiamo subito fatto conoscenza con i ragazzi del nostro corso, tutti simpaticissimi, e con i nostri 5 fantastici capi: Chiara, Fede, Fabio, Michele e An-drea. Abbiamo subito indossato i mitici foulard verdi del Tecnicamp ed abbiamo montato le tende, che il giorno dopo abbiamo dovuto rimontare su delle fantastiche sopraelevate che abbiamo costru-ito. Quella era infatti l’attività che ci ha tenuti occu-pati per tutto il giorno. Divisi per pattuglie abbia-mo lavorato sodo per realizzare sopraelevate con assi o con camere d’aria e il risultato si è visto: siamo ancora tutti vivi! Il giorno dopo abbiamo costruito un’altalena, una catapulta, un trabucco e un PH e tutti facevano un figurone. Per quanto ri-

CI SIAMO

D I V E R T I T Iun mondo a lanciarci

C O N I M B R A G Oe carrucola per la

TELEFERICA

guarda il funzionamento … ecco diciamo che il PH funzionava benissimo (hehehe), la catapulta e il trabucco avevano una gittata mooolto corta ma solo perché siamo pacifisti e non volevamo rischia-re di colpire gli altri corsi e per quanto riguarda l’altalena… dopo un piccolo incidente ha funzio-nato alla grande!! Il terzo giorno abbiamo costruito una fantastica torretta a clessidra, una torre a base quadrata, il mitico ponte levatoio ed una (quasi) perfetta teleferica! Tutto ha funzionato benone e ci siamo divertiti un mondo a lanciarci con imbrago e carrucola per la teleferica! Tuttavia, l’attività più

apprezzata è stata quella serale, dove dopo una dura giornata di lavoro ci si autovalutava e ci si gustava un cuc-chiaio di nutella !! Insomma, il Tec-nicamp è stato un’esperienza fanta-stica che tutte noi ripeteremo sicuramente e consiglio il corso di Pionierismo a tutti quanti, perché è un’avventura grandiosa!!! E’ un’ oc-casione per conoscere nuova gente e stare con ragazzi, anzi fratelli, prove-nienti da tutt’Italia! Spero di rincon-

trare un giorno tutte le persone che ho conosciuto a questo fantastico campo, ma anche se questo non dovesse accadere, sono sicura che ne conserverò il ricordo per sempre.

Sara Vascotto 5° Reparto Hunting Trieste

TECNICAMP

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Reparto NORD OVEST

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Reparto CENTRO NORD

ELEONORA LOLLINI: Sono la CR del Reparto CentroNord e al Jam in Inghilterra ero VCR nel reparto Ardito Desio (NordEst). Ho 29 anni, vivo a Pisa e qui, nel lon-tano 1989 ho cominciato la mia avventura scout. Lupetti, esplo, rover e poi capo: cinque magnifici anni in reparto prima di diventare capo gruppo e, adesso, membro del comitato di sezione. Faccio anche parte della pattuglia nazionale, strano gruppo di persone che si occupa di aiutare i capi di voi esploratori. Nella vita faccio la webwriter, ovvero scrivo i contenuti per i siti internet. I miei interessi non sono particolarmente originali... Per cui ve li racconto a voce, così potete fermarmi se vi annoio!

COSIMO D’ANDREA: Sono VCR del Reparto CentroNord al Jamboree. Ho 24 anni, sono di Eboli, città in provincia di Salerno. Nella vita studio Ingegneria Ambientale all’Università di Salerno. La mia avventura nel CNGEI è iniziata alcuni anni fa, quando avevo 8 anni ed ero già convinto di voler far parte di que-sta grande famiglia mondiale. Terminato il mio percorso in Compagnia, il fantastico mondo della Branca E mi ha catturato e da due anni ricopro il ruolo di Capo Reparto nel mio Gruppo e sono anche membro del Comitato di Sezione. Il sogno di Sweden 2011 finalmente è diventato realtà!

GUIDO MAGGIORE: Sono VCR del Reparto CentroNord al Jamboree. Ho 28 anni e sono di Napoli, ma ho sempre fatto gli scout a Portici. Sono stato lupetto, esploratore e rover, dopodiché ho iniziato subito la mia avventura nel Reparto, prima come VCR e poi come CR. Le strade poi, per motivi di studio, mi hanno portato ad allontanarmi da casa, andando anche oltre oceano, ma non ho mai smesso d’interessarmi a cosa suc-cedeva negli scout e a poco a poco mi sono anche avvicinato al mondo degli Scout e delle Politiche Giovanili. Sono stato poi CoBraE, ho prestato ser-vizio al Jamboree 2007 in Inghilterra e dall’ultimo anno sono membro del Comitato di Sezione e sono ritornato a fare, con grande gioia, il CR!

SILVIA FELIZIANI: Sono la VCR del Reparto CentroNord, ho 24 anni e vivo a Roma, dove sono anche nata. Sono entrata nel CNGEI a 10 anni e da allora, dopo esser stata lupetta, esploratrice e rover, non ho mai lasciato la nostra associazione. Sono stata Mang, Baloo ed infine Akela, in quest’anno appena terminato ho fatto Vice Capo Reparto e ed in quello che viene sarò Capo Compagnia. Do anche una mano alla dirigenza della mia Sezione, ricoprendo ruoli dai nomi strambi.Mi sto per laureare in Fisica, e una volta diventata dottoressa il futuro sarà tutto da scoprire, un indi-zio? ... la mia dissertazione è sul forno a microonde!

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Se fai garrire al vento il tuo guidon... c’è Stile scout in te!

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Se fai garrire al vento il tuo guidon... c’è Stile scout in te!

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Lo scorso 29 e 30 maggio il Reparto Hob-bit di Matera, come tutti i reparti di Pu-glia e Basilicata, non ha perso l’occasione per partecipare al CRB, che quest’anno si è svolto a Novoli, un paese in provincia

di Lecce.Per me, il CRB è un campo fantastico perché ho l’occa-sione di rincontrare amici scout di diverse città che, per un San Giorgio, un evento interregionale o na-zionale, ho conosciuto. Pen-so inoltre che sia una buona occasione per confrontarsi con altri scout e magari im-parare nuovi bans o canti.La serata conclusiva del con-corso Stefano Costa si è svolta a Novoli il 29 maggio quindi, gli organizzatori del CRB hanno ben pensato di farci assistere al concorso che, prima di quel giorno, era a molti sconosciuto. Stefano Costa era uno scout di Novoli che, pur-troppo, perse la vita durante un campo invernale;

il concorso è di tipo letterario ed è dedicato a lui. Quest’anno ha avuto come tema il

coraggio e sono stati premiati i mi-gliori elaborati.

Dopo lo spettacolo (chiusosi tra le risate grazie al comico Fa-

brizio Fontana), siamo torna-ti al campo dove abbiamo fatto quadrato e abbiamo visto delle interviste. Ad essere stati intervistati erano dei rover che aveva-no partecipato al Jambo-ree del 2007 come esplo-ratori e volevano

rassicurare chi fra noi spera di partecipare al pros-simo Jamboree.Il giorno dopo siamo stati divisi in gruppi: ogni gruppo doveva costruire una giostra e non c’era t e m p o da perdere perché il Lu-

na-Park doveva aprire.Il mio gruppo aveva pre-parato una “scuola per clown” dove: si facevano le bolle di sapone, si im-parava a far roteare i piat-ti e ci si truccava per di-ventare dei veri clown. Oltre alla “scuola”, c’era la camera degli orrori, la ruota panoramica la pe-sca e tanto altro.Dopo la fase di costru-zione, a turno abbiamo provato tutte le giostre e

devo dire che ci siamo anche molto divertiti.Una volta finita l’attività abbiamo pranzato e fatto quadrato. Durante il quadrato è stato decretato il gruppo vincitore dell’attività… noi non abbiamo vinto, ma dopotutto l’importante non è vincere ma partecipare.Una cosa, però, con il mio reparto l’ho vinta: la bandierina per lo stile e di questo sono molto fiero perché dietro la bandierina c’è l’impegno costante dei capi e di tutti noi ragazzi per diventare un buon reparto; magari fra i migliori.Come ultima cosa vorrei ringraziare i servizi ed i vari capi che si sono veramente impegnati per farci trascorre un bel CRB: hanno trovato un posto fan-tastico, hanno pensato ad una bellissima attività e hanno preparato un pranzo fantastico; quindi da parte mia e credo anche di tutti gli altri: “GRAZIE”.

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“Visto che non siamo ancora pronti per un’Estate Rover di cammino, buttiamoci sul servizio”. Questa la frase che ci ha condotti in Albania… per fortuna! Con il

gentile aiuto della compagnia “Stella del Cammino” di Benevento abbiamo ottenuto il contatto delle “Vergini di Matara” e... che dire? Esperienza fanta-stica sarebbe troppo riduttivo, provare per credere! Catapultati in un Paese rimasto indietro di almeno 50 anni, abbiamo toccato con mano il vero Servizio, quello che ti completa, che ti riempie e in un modo o nell’altro ti cambia. Arrivati lì pensavamo: “Ma chi ce l’ha fatta fare? Troppo impegnativo, troppo difficile, troppo tutto”. Eppure pian piano le opi-nioni sono cambiate a tal punto da non voler più tornare a casa. Ad ognuno di noi era affidato un “bambino” (così da loro definito ma in realtà la fascia d’età andava dai 4 ai 37 anni) da accudire. Il nostro compito era star con lui tutta la giornata: aiutarlo a lavarsi, vestirsi, fargli il bucato, mangiare insieme … insomma vivere in simbiosi. Non vi nascondo che all’inizio è stata dura, anche un po’ traumatizzante ma alla fine ti veniva così naturale che più che un peso era quasi un piacere. Dietro ognuno di loro c’è una storia disarmante, che ti gela il sangue nelle vene. Com’è possibile vivere 365 giorni l’anno chiusi in casa, nascosti, privati della propria libertà? Ebbene sì. La maggior parte dei diversamente abili albanesi vive questa condizione, una vergogna per la famiglia, da nascondere per evitare maldicenze e giudizi. “Meglio che la gente non sappia altrimenti sua sorella non troverà marito”.

L’esser single è inammissibile; per questo intere fami-glie sono afflitte da malattie poiché, pur di ovviare a tale “disgrazia”, si organizzano matrimoni combinati tra disabili e ovviamente il risultato è... Dritan, un ragazzo di 27 anni, che viene da una famiglia di 5 figli, 3 dei quali colpiti dalla stessa malattia dege-nerativa, una forma di distrofia, che all’età di 12-13 anni li ha costretti su una sedia a rotelle. Una sorella è morta, la madre è caduta in depressione ed è stata colpita da Alzheimer. Lui vive in montagna con suo padre, malato terminale di cancro... insomma una condizione tutt’altro che felice. Per non parlare di Tola, la più piccola della casa. Ha 4 anni e le era stata diagnosticata una malattia che le impediva di camminare e di parlare, entrambi i genitori sono malati, ma il padre le ha abbandonate per nuove nozze. Per lo Stato albanese una donna malata non può ottenere l’affidamento dei figli, così Tola è an-data in custodia al padre ma poiché troppo difficile da gestire, l’ha “ceduta“ ad una zia. Questa zia l’ha portata dalle suore di Rreshen (il villaggio in cui ci trovavamo) poiché ha già 6 figli. Ciò nonostante la bambina ha

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.trovato pace e ora ha iniziato a camminare, a di-re qualche parola. L’Albania è un paese che per 50 anni ha vissuto sotto la dittatura comunista, che ha aperto gli occhi solo nel ’93, corrotto dalla selvaggia globalizzazione (perché puoi anche non mangiare, l’importante è avere una Mercedes, la parabola, il cellulare all’ultimo grido). Noi siamo rimasti lì 10 giorni ma il campo aveva la durata di due settimane. In ogni giornata si svolgevano varie attività: laboratori di musica, manualità, fisioterapia, giochi, il tutto alternato da pranzo, merenda e cena. Vespri, lodi e messa erano facoltativi, almeno per noi volontari. Dopo cena giochi, balli o in alternativa, passeggiata con i “bambini” per Rreshen. Dopo di che tutti a nanna! Noi volontari e le suore rimanevamo svegli ancora per po’ e, per svagare la mente, ci davamo

Albania portami via...

allo sport o a semplici chiacchierate. Abbiamo avuto anche modo di girovagare e visitare Tirana, Kruja e un altro villaggio di montagna (Kallmet). Il 10 agosto è arrivata l’ora del ritorno e tra commozione e gioia abbiamo rimesso i nostri zaini in spalla in direzione Matera. Ciò che abbiamo lasciato o, per meglio dire, portato con noi? Sicuramente tante emozioni, amici e nuovi compagni d’avventura. Ognuno di noi è rimasto “scottato” e fa già il conto alla rovescia spe-rando che agosto arrivi in fretta per poterci ritornare. Spero che vi sia venuta voglia di provare e mettere in pratica una componente fondamentale della branca R, il Servizio. Buon Cammino!

Leone Testardo (Roberta Coniglio)Compagnia Bushido, Matera 1

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ieriDevo ammettere di essere partita con mille pregiudizi in testa:

che la gente subisse remissiva, scoraggiata...

...vado con la voglia di capire...

...questa è la mia prima esperienza con altri scout di altre città...

...non so, forse non mi riguarda!

...Ma siamo pochi?! E poi chissà come sono i capi...

...vado per coltivare la terra!...

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Ma il numero di partecipanti al cantiere era destinato a salire... arrivati al campo, abbiamo trovato ad accoglierci l’associazione “Al di là dei sogni”, una comunità per disabili. Ed è stato quello il momento più bello, a mio parere, di tutto il Cantiere: Sebastian faceva in modo che tutti si stringessero la mano, ALMENO una volta, e Astrid, seduta su una sedia chiedeva “un bè” (un bacio) a gran parte dei ragazzi, anche più di uno, se proprio le piaceva......ascoltare testimonianze forti, provoca una grande rabbia e fa venir voglia di rimboccarsi le maniche e aiutare a cambiare questa situazione......abbiamo visto il degrado e provato la rabbia dell’impotenza......curato i tanti piccoli cuccioli abbandonati del ricovero......abbiamo compreso ma anche condannato la paura, e ammirato il coraggio di chi ha gridato: si può fare!......per esempio Ciro, collaboratore della cooperativa sociale “Al di là dei Sogni” ci ha raccontato che nella cartella di Jason un ragazzo sordo muto, c’era scritto soggetto pericoloso quando invece Jason è un ragazzo capacissimo e sopratutto un gran lavoratore!!!...

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con cosa torniamo a casa?...Abbiamo incontrato le persone che lottano per questa causa, sentita la loro forza, visto il loro impegno affinché la gente torni a sentirsi padrone di quella terra da troppo tempo sottrattagli......che si può essere utili con le proprie mani in una terra che prima era di nessuno, ed ora è sempre più della comunità......questo è stato il cantiere, un insieme di stimoli! Sette giorni di collaborazione, di canti, di lavoro, di ascolto di testimonianze forti, che ti portano, non solo a vivere e convivere al campo, ma chissà, anche un’amicizia più duratura......ma sufficiente per tornare a casa dal Presidio di Maiano-Sessa Aurunca con la consapevolezza, che nulla è impossibile......Credo che per me questo Cantiere sia stato un’esperienza unica nel suo genere e se ne avessi l’occasione lo ripeterei anche cento o mille volte....Quello che possiamo fare per ora nel nostro piccolo è cominciare a diffondere queste notizie, condividere con altri questa esperienza, nella speranza che l’anno prossimo più rover partecipino a questo Cantiere....Siamo passati oltre voci e pregiudizi, su un qualcosa di cui si parla tanto ma non si sa nulla, e ci siamo sentiti parte di tutto questo, felici di potere, con il nostro aiuto, contribuire...abbiamo girato paesi e riso e scherzato sperando che il tempo potesse finire e bevuto col nodo alla gola guardando gli amici partire.

Queste le voci di Giovanna, Furio, Marta, Cosimo, Silvio, Edoardo e Angelo.Sessa Aurunca (Caserta) Agosto 2010.

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con cosa torniamo a casa?

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Che cosa succede nel mondo della scuola? I nostri Rover hanno vissuto questo momento storico particolare, e ce lo raccontano. C’è chi ha partecipato alle occupazioni e chi no: ecco le loro storie

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Sono più di due anni che migliaia di studenti come me e di professori scendono in piazza per manifesta-re contro un provvedimento che, guardando il numero dei parteci-panti alle diverse forme di prote-sta, sembra scontentare un po’ tutti: il decreto Gelmini. Nonostan-te questo la riforma è entrata in vigore prima nelle scuole elemen-tari, successivamente nelle scuole superiori e dopo il voto al senato anche nelle università. Chi più di noi, studenti e professori, dovreb-be avere la possibilità di dire la sua riguardo ad un provvedimento che tocca la scuola italiana? Eppure nessuno sembra volerci ascoltare.Sempre da ormai due anni, quasi tutte le scuole si stanno impe-gnando in altre diverse forme di protesta come cogestioni, auto-gestioni, lezioni in piazza, occupa-zioni e molte altre ancora, per non arrendersi di fronte all’indifferenza che questo governo dimostra nei nostri confronti.La mia scuola, il liceo scientifico Piero Bottoni, ha deciso di prende-re la via dell’occupazione, per ben

due volte in un solo mese, per di-verse ragioni, prima tra cui quella che si stava creando a Milano una vastissima rete di scuole occupa-te, il che significava lanciare un messaggio ancora più forte. Solo a milano sono stati infatti occupati numerosissimi istituti superiori oltre al mio ( Vittorio Veneto, Parini, Volta, Brera, Marconi, Cremona, Tito Livio, Severi, Tenca, Virgilio, Leonardo da Vinci, Caravaggio, Manzoni, solo per citarne alcuni) e anche diverse facoltà universitarie.Un altro dei motivi fondamentali per cui è stata presa questa de-cisione è che un’occupazione ri-spetto alle altre forme di protesta ci sembrava quella che avrebbe potuto avere più impatto me-diatico, ipotesi confermata dalle numerose richieste di recensioni come questa che ci sono state ri-chieste riguardo al nostro provve-dimento, dall’interesse di alcune radio e giornali, casualmente però nessuna televisione ha divulgato la notizia.Durante entrambi le nostre occu-pazioni, come pure in quelle delle

altre scuole, si sono tenute moltis-sime assemblee su svariati temi di cui non si ha mai l’opportunità di parlare nell’ambiente scolastico, questo a dimostrazione del fatto che occupare una scuola non si-gnifica, come molti pensano, so-lamente prendere la scuola per saltare qualche giorno di lezione e fare festa la notte ma significa manifestare attivamente per una cosa un cui crediamo, significa non voler rassegnarsi di fronte a ciò che non ci sta bene e significa soprattutto voler lottare per poter continuare a studiare in futuro.

Marica Nicolai, Compagnia Thor, Milano 5

In questo reportage fatto dai rover le posizioni sulle occupazioni giunte in redazione sono nettamente a favore delle contestazioni alla riforma. Dei contrari è arrivato solo un parere, che abbiamo pubblicato. E voi cosa ne pensate? Vi invitiamo a raccontarci la vostra esperienza e a proporci il vostro punto di vista per poter continuare il confronto sul prossimo numero. Scrivete a:[email protected]

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Lunedì 13 dicembre gli studenti del liceo Marconi di Milano hanno occupato per protestare contro i tagli alla scuola pubblica e contro la riforma dell’università. Sono in-tervenuti attivisti di Legambiente e Amnesty International e il co-mico Diego Parassole. Dopo aver interrotto l’occupazione per poter partecipare alla manifestazione per la sfiducia al governo martedì 14 dicembre, gli studenti sono tornati a occupare mercoledì e giovedì. Nei vari giorni dell’occupazione si è par-lato dell’acqua pubblica, di ecologia, di attualità, ma non mancavano aule musicali e di intrattenimento.I ragazzi hanno occupato perché la Pubblica Istruzione è tra i servizi

maggiormente penalizzati dalle manovre governative, con il taglio di circa 8 miliardi di euro e 132.000 lavoratori in 3 anni, perché la Finan-ziaria 2011 riduce del 70% i fondi per il diritto allo studio mentre per le scuole paritarie non prevede nes-sun taglio. Il collettivo ha dichiarato: “Il nostro obiettivo non è occupare e prenderci un edificio ma, simbo-licamente, per riprenderci ciò che è nostro e che ci stanno togliendo. Ci stanno sfrattando dal nostro fu-turo. Noi vogliamo che la Scuola sia di tutti, e non solo di chi può permetterselo”.

Lorenzo BregantCompagnia Thor, Milano 5

Mi dispiace, io non ci sto. Studio a Roma, da fuorisede, sono iscritta alla Facoltà di Lettere della Sa-pienza. Ho partecipato alle prime assemblee, poi ho deciso di non seguire più i dibattiti. Mi interessa quello che succede all’università, mi interessa moltissimo. E dopo anni di scautismo penso che par-tecipare alla vita civile del proprio paese sia molto importante. Ma io non credo che questa riforma proposta dal ministro Gelmini sia

tutta sbagliata. Secondo me i ra-gazzi che scendono in piazza non ne sanno quasi niente, non sono ben informati. Io cerco di leggere un po’ di tutto, e non solo giornali, c’è anche Internet. Ho letto tutto il testo della riforma, e non mi sem-bra male, ma temo che molti miei coetanei non sappiano nemmeno per che cosa protestano. Nella nuova università, ad esempio, non potranno partecipare ai concorsi i parenti dei docenti, e questo mi

sembra molto giusto. Il mandato del Rettore non sarà più eterno ma durerà al massimo otto an-ni, i bilanci dovranno essere più trasparenti....Insomma, mi pare che ci siano molte cose da salva-re, è per questo che non occupo, non protesto e non vado in strada a manifestare. Ma ho sempre la sensazione di dovermi nasconde-re: la maggior parte degli studenti non la pensa come me.

Angela, Roma

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Io non ci sto, Volete asscoltare le mie ragioni?

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