Siria - PalmiraLa capitale d’Oriente di Zenobia

Quando si parla di Palmira, anche se da fonti certe, sappiamo che già Salomone avrebbe fondato in un’oasi del deserto una splendida città di nome Thadamora e che il nome greco per Thadamora era Palmira, si ricollega sempre questo stupendo sito archeologico alla storia romanzesca della regina Settimia Zenobia, perché questa è la storia che, al di là delle varie versioni, attrae di più l’interesse e la fantasia.

Zenobia, vissuta nel III sec. d. C., era la seconda moglie di Odenapo, che forse poi ha avvelenato per assicurare il potere al figlio Vaballato. Essa attuò una politica filo-persiana, ostile ai Romani e si mostrò decisa ed intraprendente conquistando Siria, Egitto (nel 269), parte dell’Asia Minore.

Siria - PalmiraLa capitale d’Oriente di Zenobia

Siria - PalmiraLa capitale d’Oriente di Zenobia

Questa vedova di ferro trasformò Palmira, da sempre colonia romana, nella Capitale d’Oriente, arricchendola di costruzioni, templi, teatri…

L’imperatore romano Aureliano, in un primo momento lasciò fare, ma quando Zenobia proclamò il figlio Augusto nel 271, marciò contro di lei e senza sforzo la sconfisse rioccupando i territori conquistati.

Ma non si limitò a vincerla, la catturò con il figlio prediletto e la portò a Roma in catene facendola sfilare nel suo corteo trionfale. Non infierì oltre su di lei, anzi le offrì una pensione e una villa a Tivoli dove Zenobia, la grande regina, morì serenamente di morte naturale.

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Questa la storia di glorie e disfatte di una donna che aveva voluto troppo. A questo punto viene spontanea una domanda: perché rendere fastosa proprio Palmira, una città oasi, attorniata da un esteso ed arido deserto? La risposta è semplice: perché serviva da avamposto sia rispetto all’Oriente, sia rispetto all’Occidente. Era un centro di sosta della varie carovane cariche di spezie, aromi, seta, incenso….

Palmira oltre che centro di scambi commerciali, merito ovviamente di Zenobia, ospitò artisti ed eruditi, quindi fu anche culla di cultura…Ma torniamo ora al presente, alle rovine lasciate da Aureliano che con ferocia la rase quasi totalmente al suolo…

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...qualcosa resta perché in seguito Diocleziano tentò, senza grande successo,di farla tornare all’antico splendore...

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...fusti del grande colonnato, l’arteria più importante della città, dovetransitavano i cammelli, quindi mai pavimentata, con le mensole che sporgononella parte alta dei pilastri che si pensa servissero da supporti per le statuedei notabili…

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...il portico monumentale nel crocicchio centrale della città, le arcatedell’acquedotto e poi il teatro con la stupenda gradinata e il proscenio dovehanno recitato le loro tragedie i più famosi artisti.

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Qui sotto un caldo sole ho

cercato tra i resti di un

glorioso passato, tracce di

una storia che tanto mi

affascina.

L’esplorazione mi ha spinto

in ogni angolo per

immaginare prospettive

e ricostruzioni..

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A Palmira c’erano due aree sacre, una occidentale con il Santuario di Allate una orientale con il Santuario di Bel. Allat era la dea per antonomasia, cara ai nomadi arabi, da ricondurre pressappoco all’Atena romana con elmo ed egida. Bel è invece il dio babilonese Baal, facilmenteassimilabile a Zeus. Dei due santuari l’unico edificio che ancora resta in piedi è proprio quello di Bell, un tempo veramente grandioso..

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...ne guardiamo la ricostruzione

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...poi posiamo gli occhi sulle colonne rimaste che avrebbero dovuto esserearricchite di bronzo dorato, sulla struttura che avrebbe dovuto imitare gli antichi templi classici, della Mesopotamia con i giardini pensili..sullescalinate…come tutto passa… gloria, fama, potenza!

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Anche il castello, ormai rudere disabitato, è diventato solo un puntopanoramico per vedere in tutta la sua estensione ciò che è rimasto diquesta città… e non è poco!

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Da questi ruderi ho avvertito anche, al di là della grandezza storica,proprio una vitalità urbanistica che i Romani, anche dopo la cacciata diZenobia, hanno cercato di mantenere…

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Accanto alla città la necropoli è una testimonianza del culto dei morti,secondo la tradizione Assira...

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...che si manifesta con le

torri a cinque piani dove si

aprono le nicchie mortuarie

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...e gli innumerevoli cunicoli

dell’ipogeo più famoso

chiamato “Dei Tre Fratelli”.

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Ma guardando intorno, vedendo il deserto che avanza inesorabile, sommergendo ogni resto della grandezza del passato.. ho ripensato anche agli artisti, agli architetti che tanto hanno contribuito alla bellezza ed al fasto di Palmira.. essi vedrebbero allora con tristezza case tradite dal passare degli anni, i loro sogni svaniti in un percorso senza luce .. e non sarebbe giusto perché in fondo noi viaggiatori che percorriamo queste strade di terra e sabbia guardandoci intorno, apprezzando la grandiosità nascosta dall’inesorabile passare degli anni… facciamo rivivere anche loro e li rendiamo in questo modo immortali.

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