sped. in abbonamento postale la corsa agli abbracci...

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1 a- .io- :>a- l i .sti ·on ato iie ac- m- ite ni- lla CO. he ai- ici ~r . . I lla le- llo n. 0 do se --- --- illSTINGOf IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx, a Lenin, a 1 arna 1921, alla lotta dalla sinistra contra la daganerazione di Masca, al rifiuto dei blocchi partigiani, la dura opera del restaura dalla dettrina a dell' organo rivoluzionario, a contallo con la classe 1paraia, fuori dal politicantismo personale ad elettoralesco. 4-18 febbraio 19.56 - Anno V - N. 3 IL PROGRAMMA COMUNI!';TA - Cas. Post. 962 MI LANO Una copia L. 25 Sped. in Abbonamento postale Gruppo 11 orsano del partito comunista internazionalista La corsa agli abbracci dietro lo schermo dell' opposizione zione nella condotta effettiva 1 delle nostre politiche interne ed internazionali », essi ci f anno ri- dere a crepapelle non meno dei dirigenti del Cremlino quando presentano la < < coesistenza » e la « gara economica » corne la lo- gica applicazione del marxismo alla situazione attuale. Gli « in- conciliabili contrasti ideologici » non esistono, fra i due blocchi; non esistono perchè non vi sono contrasti di struttura economica e sociale; ma, tra fratelli in , b . d . · f · · Mammone, non vige altra legge d o bl ig o et trron ah successr or- che quella della giungla. te n ut i da! neo-nfor~1smo. st al in ia- Siamo quindi arciconvinti chc no nelle campagne. St r an i successi il corso della politica internazio- che lo stesso oratore. passata la fa- nale e dei rapporti fra i due se reto.nca, provvede a .demohre 111 blocchi continuerà ad essere una cnhca. rnnfusa ma mteressante orientato verso quella che loro corne g iudizio su. tutta la po l it ica chiamano pace, e che è in realtà aete : « nforme di struttura ». Le.::s- una corsa alla conquista dei mer- ge e: cati mondiali; siamo per la stessa « Gli enti di riforma sono il p un- ragione arciconvinti che conti- to d'approdo della riforma ag r ar i a nueranno a combattersi, non per- del regime clericale. L'assenza, in chè credano in Dio o nello Stato questi enti, di agni elemento di de- (credono , lo sappiamo, soltanto mocrazia li ha trasformati in stru- nel Dio-Profitto), ma appunto menti di una mostruosa forma :ii perchè corrono tutti e due dispe- capitalismo di Stato. In questi enti, ratamente verso l'accumulazione gli interessi dei latifondisti e dei di capitale, verso I'esasperazio- gruppi monopolistici si corripe ne- n~ d":ll'imperialismo .. L.o spirito j trano con. quelli del monopolio cle- di Gme"'.ra e lo spir ito della I r ica le, eu assegnatari restano eco- guerra di Corea sono la stessa nomicamente e socialmente sogget- cosa. Uniti benchè in lotta; in ti a un inestricabile intreccio nel lotta benchè fratelli. quale il peso delle annualità do vut e "Vincitori,, e vinti nella rif orma agraria ca di :e- rr- di al ra -r- o- e- lli o, - e ·i- 11- Ai soliti semplificatori della stampa cosiddetta ben inforrnata, era parso che, dopo il fidanza- mento uffi ciale di Ginevra, i promessi sposi avessero rotto le formali promesse e fossero sul punto di restituirsi, corne vuole la norma del galateo borghesc, anelli e lettere d'amore. I viag- gi dei dirigenti sovietici in Asia, le forniture d'armi al Media Oriente, qualche screzio a Ber- lino, avevano perrrtesso di sbizzar, rirsi ai manipolatori dell'opinione pubblica, ai quali è evidente- mente data la consegna di sotto- porre la sacra e inviolabile per- sona umana a un trattamento continuo di docce scozzesi, per- chè capisca sempre meno nelle vicende che pur toccano, diretta- mente o indirettamente, a breve o lunga scadenza, la sua pelle, e si rifugi nell'oasi riposante degli ultimi ritrovati dell' incretini- mento televisivo. Ma la storia non è fatta di semplificazioni giornalistiche: è fatta di rapporti dialettici viven- ti. Il matrimonio ginevrino era un matrimonio fra mercanti; la sua parola d'ordine non era sol- tanto « coesistere » ma « gareg- .giare », che è poi la parola d'or- ·dine di tutto il mondo capitali- stico, il motto della vantata libera concorrenza e libera im- presa, in cui tutti sono fratelli, ma tutti cercano di fregare il prossimo, e più lo fregano, più salgono nel cielo dei « valori urnani » le stelle della libertà, dell'uguaglianza e della fratel- lanza. I due blocchi avevano de- <=i so di scambiarsi merci e di ·competere sui mercati mondiali: è questa la pace, la sola pace, che possa darci. Ma scam- biarsi merci e competere sui mercati significa prendersi reci- Procamente per il collo, significa trasferire la guerra dal terreno ·dei rapporti di forza militare su ,quello dei rapporti di forza eco- nomica, cioè continuare a guer- reggiarsi. Perciè non ci eravamo stupiti degli apparenti annuvolamenti ·dell'orizzonte internazionale, nè ci stupiamo delle nuove schiari- te. Sono le due facce dello stes- so processo. Kruscev vhe va in India corne agente commerciale dell'esportazione russa di capi- Buona parte della relazione del sen. Sereni al Comitato Centrale del P.C. è dedicata all ·esaltazione ai latifondisti si comp lica con quello ancora p iù gravoso di intcressi per le anticipazioni di balzei'li sulle pre- stazioni degli enti e dei g ruppi mo- nopolistici, di pesi e vincoli di agni genere ... « Nella situazione attuale. caratte- rizzata da un l at o dalla pressione organizzata delle masse lavoratrici agricole. e dall'altro lato dall'accen- tuarsi di una sovrapopolazione ar ti- ficia!e nelle campagne, i gruppi do- minanti del capitale monopolistico si orientano non solo e non tanto sulle vie tradizionali della pene- trazione del capitalismo nell 'agrt- coltura, con la formazione della grande azienda capitalistica, quanta sulla via di un sempre più pesante asservimento delle piccole aziende contadine « indipendenti ». Su tali aziende si cerca di riversare tutti i rischi e tutti i pesi dell'impresa agricola, riservandosi agni utile spremuto nelle forme più diverse: da quelle del profitto e del sovra- profitto monopolistico a quelle usu- rarie della rendita e del credito, da quelle di una spietata pressione fi- scale a quelle della sfruttamento da porte degli enti corporativi, a quel- le infine di un assoluto controllo del mercato da parte dei gruppi monopolisti, dei grandi agrari e de- gli enti corporativi da essi domina- ti. Si tende cioè a un saccheggio sistematico di tutta la popolazione lavoratrice e consumatrice, che si esercita sia ne! processo produttivo sia in quello della circolazione ~ distribuzione delle merci. La ricer- ca del massimo profltto ha corne conseguenza, in taluni casi, perfino lo spezzettamento di grandi aziende capitalistiche modernamente attrez- zate ». Tutto questo, per Sereni, non è un fenomeno che si doveva scon- tare, ma il prodotto o di un « la- vor o insufficiente dei quadri » o del- la perfidia clericale e padronale, e la sua ricetta è li bell'e pronta: « democratizzare » gli enti di rifor- ma, dar voce in capitolo agli asse- gnatari - una ricetta che fa il paio con quella che chiedesse, pu- tacaso, una maggior voce nelle as- semblee agli azionisti delle società anonime. Democrazia e « fissazione alla terra»: ecco g li obiettivi fissati ai contadini, braccianti compresi. Ma bisogna riconoscere a Sereni la sincerità del linguaggio. Il me- vimcnto cui egli appartiene non va al di là della r if o rrn a ; è un mov i- mento borghese in cui si riflettono ie tensioni interne, i contrasti rl i gruppo, della classe sociale che lo esprime. Il sua riformismo non ap- proda a nulla, ma rimane corne pa- rola d'ordine al di là della quale non puô spingersi. Sentitelo ancora: « Non è, questa, una latta socia- lista. E' una latta che resta ne! quadro del regime capitalistico, ma altresi ne! quadro di quell'assetto democratico e costituzionale avan- zato che è l'obiettivo generale del movimento popolare. Questa è la epoca in cui, da una parte, il piano quinquennale sovietico fa parlare di sè il monda e indica ai popoli le vie del progressa, mentre dall'altra il capitalismo americano si trova costretto a rimettere a bosco gran- di estensioni già messe a· coltura. Simili grandiosi e contrastanti fe- nomeni non possono restare privi di profonde ripercussioni anche ne! nostro Paese» . Ben detto: il « movimento popo- Iare » cui è affiliato il P.C. ha obiet- tivi che rientrano ne! quadro capi- talistico e nella sua sovrastruttura democratica <« avanzata », la chia- ma; l'avanzare del garnbero l) ; e in essi rientra anche il piano quin- quennale sovietico. Grazie dell'in- Iormazrone: ma lo sapevamo già. tali e di beni - dell'industrializ- zazione - e Kruscev che offre nuovi patti di amicizia ag li Stati Uniti, non sono due persone di- verse; sono la stessa persona in- carnante il moto di contraddizio- ni interne di cui vive e si ali- menta il regime capitalistico. Al- lo stesso modo, americani e inglesi che ribadiscono a Wa- shington le ragioni della loro lot- ta contra il comunismo sono quelli stessi che sono pronti a commerciare e già commerciano col « comunismo ». La gara eco- nomica, abbiamo detto, non se- mina la pace ma la guerra: nes- suno ha mai impedito ai nemici di ieri di commerciare fino al momento dello scoppio delle osti- Iità, e ancora dopo; gli industria- li e i commercianti fraternamen- te uniti nelle loro associaziom professionali brindano alla stes- sa tavola perchè sono i figli della stessa classe, ma, appena fuorr, si fanno la forca. E' una vecchia storia, Nè gli Stati Uniti hanno ragiono di meravigliarsi che la U.R. S.S. tenti di accordarsi con loro al di sopra degli alleati più piccoli: è un gioco al quale gli U.S.A. si sono allegramente pre- stati durante la guerra, e non vi è ragione che non vi si prestino domani. Francamente, la brutale sfac- ciataggine dei mercanti russi non ci è più indigesta che l'ipocrisia puritana dei mercanti anglo-sta- tunitensi. Quando costoro ci ven- gono a raccontare che « in que- sto anno 1956 la vecchia lotta tra coloro che credono che l'uo- mo trae la sua origine e il suo destino da Dio e coloro i quali trattano l'uomo corne se fosse de- stinato a servire la macchina del- lo Stato continua " e che « queste credenze sono più che semplici teorie o semplici dottrine », ma « hanno trovato la loro illustra- - l U· ta e- e- e- ra a- t- o- La Malesia, ultimo bastione del vecchio colonialisme asiatico ,· la ' .a 1 l- t li i- le ~ j l- j' ï t Nell' Asia sud-orientale sta per cercare il mena peggiore accorda seoccare un'ora attesa con vrva ap- con i partiti dominanti locali. In prensione dallïmperialismo occiden- aitre parole, sono costretti a « lavo- tale: l'ara della indipendenza del- rarsi » il nemico mena pericoloso. la Malesia. Il principe Tenku Abdul Tale gioco britannico è favorito Rahman, primo ministro della Fede- dalle obbiettive particolarità etni- razione Malese, ha dichiarato ;1 che della popolazione che vive nel- 7 gennaio, a Bombay - ove sost a- la peniso la, ossia dalle ripercussio- va nel sua viaggio a Londra - che ni politiche provocate dai contrasti il 13 agosto 1957 la Malesia pro- di razza. Infatti, la popolazione clamerà la propria indipendenza della Federazione malese non è et- dalla Gran Bretagna, restando as- nicamente omogenea, essendo costi- sociata al Commonwealth. Tenku tuito da un miscuglio di razze, tra Abdul Rahman è il capo del l'Orpn- le quali primeggiano la malese, la nizzazione nazionale u.nita dei male- cinese, l'indiana. La denominazione si, che è il più forte dei tre part it i stessa dei partiti politici della « Tri- del l'« Alleanza » anticolonialista che p]ice Alleanza » tr aduce qnesto st a- nella scorsa estate riportarono una to di case. schiacciante vittoria aile prime ele- Il problema grosso che rende dif- zioni generali indette in Malesia. ficile la coabitazione dei tre partiti Gli altri partiti coalizzati erano 1 a I ne! semi~governo locale è data dal- Associazione dei cinesi di Malesia la questions dell'atteggiamento di e il Congresso degli indiani di Ma- 1 fronte alla guerriglia. E' nota che, lesia. fin dall'estate del 1948, il partita I riormente allaraato e rafforzato comunista, che a quell'epoca fumes- negli ultimi temni, Particolarmente so fuori legge dagli inglesi, alimen- favorevoli aile trattative sono i ta unaspra guerriglia nella giun- capi dell'Associazione dei cinesi di gla. Le autorità britanniche hanno j Malesia. L'elemento cinese della po- profuso milioni su milioni di ster- , polazione non ha mai nascosto Je line e impiegato mezzi imponerm , forniti tra I'altro anche da alcum Stati membri della S.E.A.T.O .. ma senza venirne completamente a ca- po. Attualmente, le forze del ri- belle « Esercito popolare di Iibe- razione malese » si trovano confina- te, seconda fonti britanniche. nella giungla della parte settentriona- le del paese, pressa o addirittura a cavallo della frontiera thailandese. Di certo c'è che esse sono tutt'altro che debellate. Accade ara che il movimento per l"apertura di un negoziato di pace con i guerriglieri che aveva pre- so piede ner mesi sco rsi si è ulte- sue simpatie per la rivolta cornu- nista. Provate sono le relazioni di amicizia tra i guerriglieri e i conta- dini cinesi che vivono al margine della giungla. Recentemente. le au- torità colonialiste hanno ordinato la deportazione di 500 mila « squat- ters» cmesi. che erano appunto ac- cusati di prestare aiuto e riforni- menti ai guerriglieri. Strappati al- le Ioro residenze, i deportati sono st at i traoiantati (è la parola adat- ta) in 500 nuovi villaggi. Ma in se- de pohtica. J'az iorie dei cinesi a fa- vore dei guerriglieri si scontra c m il diverso atteggiamento del pr i- mo mmistro Tenku Abdul Rah- man e del sua partita. Naturalmen- te, i br it an n iei fanno di tutto per inserirsi nel gioco e trarne il mas- sima utile possibile. Il semi-governo pr esiedut o da Tenku Abdul Rahman è un gaver- no di coa lizione, composto da sei ministri malesi, tre ministri cinesi, e uno inrliano. In quanta tale, es- so si regge su una rete di compro- messi sopportati per ragioni di for- za maggiore da ciascuno dei parti- ti. Tuttavia. bisogna tenere presen- te che non siamo, in questo caso, di fronte ad una bruta coalizione di partiti politici, del tipo che ci offre il debosciato parlamentarismo delle democrazie capitalistiche oc- cidentali. Tutt'altro. Il governo di Abdul Rahman è l'espressione po- lit ica della alleanza delle tre raz- ze principali nelle quali si divide la popolazione della Malesia. ;, nel- la storia della oppressione colonia- le della Malesia. tale conquista po- lit ica ha un alto valore rivoluziona- rio. Il governo inter-razziale prova, infatti. che il movimento anticolo- nialista ha saputo compiere l'e- norme sforzo di superare gli odi razziali - fomentati da l coloniali- smo britannico e dalla reazione feu- da le locale - nel comune supe- riore interesse della latta rivolu- zionaria democratica. E quale pa- tente strumento di offensiva poli- tica sia il blocco delle razze. ben lo sanno i funzionari coloniali <li Kuala Lumpur, i sultani malesi pro- tetti dalla Corona britannica. i pian- tatori inglesi e i loro mercenari. ciil campo reazionario-colomajc che tradizionalmente punta tutte le sue carte sulle divisioni razziali. A riprova. basti considerare che i partiti conservatori e tradizionali- sti, che aile elezioni della scor-sa (Continuaz. a pag. 2) !- )- n t- t- » ili 0 n Tenku Abdul Rahman non· è nuo- vo a simili perentorie fissazioni di « scadenze politiche 11. Nel corso del- la campagna elettorale, egli aveva preso di fronte ag li elettori I'irn- pegno di chiedere alle autorità bri- tanniche l'autogoverno entra il 1957 e l'indipendenza nel quadro del Commonwealth entra il 1959. Dive- Q UADf tt \1'1TE ,· .l 0 il a Le loro grandi speranze 1. - La « Repu.bblica Popolare Te- desca » ha scelto bene il tempo del Deprecando i fatti di Venosa, nuto primo mrnistr o, eg li mantene- duplice coipo della proposta di un Panjilo Gentile, uno dei più illustri va la promessa, avanzando in for- patta di non-aggressione con Bonn -1:ollitorti del nostro conformismo, ma ufficiale tali richieste alle au- e della creazione di un esercito Poggia le sue grandi speranze per torità britanniche. Queste ultime. « per la difesa 11, inserito a su.a volta la stabilità dell'ordine dominante, pur essendo ovviamente contrarie nel dispositivo strategico del blocco di cui fatti analoghi sarebbero solo ad accettarle, opponevano un eau- orientale: il gennaio è , per il pro- una lu.ttuosa eccezione, su due co- to riserbo, evitando di pronunciar- letariato tedesco e mondiale, l'anni- Zonne (vedi Corriere della Sera del si. L'insolito atteggiamento dei su- versario dell'u.ccisione di Rosa Lu· 4-1): 1) le sempre maggiori dota- 1 perbi dominatori si spiega agevol- xemburg e di Karl Liebknecht. Per z_ioni di armi della polizia, non più I mente col fatto che, dalla loHa elet- l'occasione, il presidente si è pre- limitate alle cariche di cavalleria torale, 11 campo reaz10nar10-coh- sentato alla Camera in divisa di -e alle « piattonate »; 2) il potere di male era usc~to con le oss~ fra- I colonnello generale, la divisa delle ·controllo del partita « comu.nista » cassate. Infath, dei 52 segg1 m pa- bande che abbatterono, il 15 gen- U!Jicialè che è ormai « in condizione lia nel Consiglio legislativo fede- naio 1919, i due grandi militanti di estingu.ere gli ultimi residu.i di rale - un organo mezzo burocra- rivolu.zionari; la divisa dell'imperia- '3pirito ingenu.amente rivoltoso che, tico e mezzo elettivo - ben 51 ve- lismo e dei su.oi zelantissimi sche- ~ome si vede, serpeggiano ancora in nivano conquistati dall'« Alleanza ». rani. -<ilcuni strati mena evoluti del pro- Totale e ir~imedi~~ile, dunq~e, la __ Fedele alla su.a tradizione di . letariato » sconfitta dei parhh sostenuh da1 . 11 .t . t t· t Ne n· il an · ' · r t· britannic· d · 1 mca I o m erven 1s a, n 1 · Diamone atto all'illustre scribac- c_olon~a is. 1 . . 1 1 . e ai vassa - dato a guadagnar voti a Trieste ·china: giu.stamente, ai su.ai occhi, hzzah prmcipi ma esi. piangendo sui lembi di sacra suolo l'attuale P.C.I. è più efficiente, come La verità è ch~ . dopa lo sbricio- perduti e sulle. persecuzioni ju.go- forza d'ordine del vecchio riformi- lamento dei parhh conservaton, lo slave contra le minoranze. A quan- smo, e si affi~nca in modo degno Alto commissario br~tannico a. Kua- do la costitu.zione di u.na legione di nezia difesa del regime ag!i schiera- la Lumpur non pua fondars1. ch_e « liberatori » guidata da don Pietro? menti di polizia Siamo d 0 accord:J. sulle esigui forze dei piantaton bn- . d . ... · · · · d 1· d't t· - La grande angosc1a ei par- ,. ,a siamo altrettanto convinti - tanmc1 sulle corh eg I scre 1 a 1 1 . . d 1 , · ·' · · · tt tt I titi governatzv1 e: per eremo, ne ,e non è il primo caso della storia - sultam md1gem e, sopra u O su 1 1 . . . . t t· , h. · · · h , f t prossime e ezwn1 amm1n1s ra zve, .a c e jeeps poliziesche e jeeps politi- corpo d1 sped1z10ne. c e e arma o 1 . , h. · · · · · f 'd b' I t greppia di qualche grosso comune' c e stalihiane andranno in pezzi ,,l da tre d1v1s10m orm1 a 1 men e . . . · . · d E, qumdz ci « apparenteremo 11 o Primo serio moto 'di rivolta deglz armate ~ . appoggiate . a un appa- no? Cam: se non fossero già spo- « strati meno evolu.ti » della classe rata pollz1esco forte d1 100.000 uo- t. ·t T d. . . 0 Peraia delle avangu.ardie - certo mini. Non possedendo strumenti po- sa 1 a vz a, e came se, uni 1 0 . zvis: ' • • 1 non marczassero e non mangiassero mena « calte» di Panjilo Gentile hhc1 d1 qualche mfluenza e non ll t . . , ma Portatrici di sangue ben altri~ potendo far pesare apertamente la a egramen e msieme. ~enti fresco in questa lurida socie- forza brutale delle armi, i funzio- - De~iso a. contenere_ le. spese ~el ta dei « quizz 11 - della rivolu.zione nari del Colonial Office debbono, nuovo bzlancw, il Conszglzo dei Mz- Proletaria. volenti o nolenti, destreggiarsi nel nistri non ha trovato di meglio che applicare la celeberrima scure ai contribu.ti sulla previdenza, sociale. La parola non è ai consumi ma agli investimenti: Washington e Mosca insegnano. Gesuiticamente, i social· democratici si sono « riservati »: l'essenziale è riservarsi il posticino. -- Gli opportunisti sono sempre all'avanguardia nelle iniziative di difesa della stabilità capitalistica. Ecco i rappresentanti della C.G.l.L. in parlamento presentare la propo- sta della costitu.zione di un Comi· tato interministeriale « contra l'abu- sa del potere monopolistico nel cam- po dell'industria e in particolare per u.n'azione governativa atta a promu.overe la stabilità dell'occu.pa- zione nella grande indu.stria, che costituisce la chiave di volta di un equilibrato svilu.ppo economico » Questi presu.nti sovversivi si Janno consiglieri gratuiti (ma saranno proprio gratuiti?) della classe do- minante in materia di provvedi- menti anticrisi; vogliono un « equ.i- librato sviluppo economico n; sono convinti che lo si passa ottenere mediante l'azione di un governo borghese; sono pronti ad illuminare i ciechi governanti. Meritano la medaglia al merito della Repubbli- ca italiana. -- Lasciate che i morti seppelli- scano i morti. Avete sentito ripar- lare, dopo il solito chiasso d 0 ufjicio, dei braccianti morti o feriti a Ve- nosa? « Lascia o raddoppia 11 prou- vede ad accorciare al minuta primo la memoria dei vivi. Compaoni ! Leggete e diffondete Il programma comunista

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4-18 febbraio 19.56 - Anno V - N. 3 IL PROGRAMMA COMUNI!';TA - Cas. Post. 962

MI LANO Una copia L. 25

Sped. in Abbonamento postale Gruppo 11

orsano del partito comunista internazionalista

La corsa agli abbracci dietro lo schermo dell' opposizione

zione nella condotta effettiva 1 delle nostre politiche interne ed internazionali », essi ci fanno ri­ dere a crepapelle non meno dei dirigenti del Cremlino quando presentano la << coesistenza » e la « gara economica » corne la lo­ gica applicazione del marxismo alla situazione attuale. Gli « in­ conciliabili contrasti ideologici » non esistono, fra i due blocchi; non esistono perchè non vi sono contrasti di struttura economica e sociale; ma, tra fratelli in , b . d . · f · · Mammone, non vige altra legge d o bl ig o et trron ah successr or- che quella della giungla. te n ut i da! neo-nfor~1smo. st al in ia- Siamo quindi arciconvinti chc no nelle campagne. St r an i successi

il corso della politica internazio- che lo stesso oratore. passata la fa­ nale e dei rapporti fra i due se reto.nca, provvede a .demohre 111

blocchi continuerà ad essere una cnhca. rnnfusa ma mteressante orientato verso quella che loro corne g iudizio su. tutta la po l it ica chiamano pace, e che è in realtà aete: « nforme di struttura ». Le.::s­ una corsa alla conquista dei mer- ge e: cati mondiali; siamo per la stessa « Gli enti di riforma sono il p un­ ragione arciconvinti che conti- to d'approdo della riforma ag r ar i a nueranno a combattersi, non per- del regime clericale. L'assenza, in chè credano in Dio o nello Stato questi enti, di agni elemento di de­ (credono, lo sappiamo, soltanto mocrazia li ha trasformati in stru­ nel Dio-Profitto), ma appunto menti di una mostruosa forma :ii perchè corrono tutti e due dispe- capitalismo di Stato. In questi enti, ratamente verso l'accumulazione gli interessi dei latifondisti e dei di capitale, verso I'esasperazio- gruppi monopolistici si corripe ne­ n~ d":ll'imperialismo .. L.o spirito j trano con. quelli del monopolio cle­ di Gme"'.ra e lo spir ito della

I r ica le, eu assegnatari restano eco­

guerra di Corea sono la stessa nomicamente e socialmente sogget­ cosa. Uniti benchè in lotta; in ti a un inestricabile intreccio nel lotta benchè fratelli. quale il peso delle annualità do vute

"Vincitori,, e vinti nella rif orma agraria ca

di :e­ rr- di al ra -r­ o­ e­ lli o, IÏ­ e

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Ai soliti semplificatori della stampa cosiddetta ben inforrnata, era parso che, dopo il fidanza­ mento ufficiale di Ginevra, i promessi sposi avessero rotto le formali promesse e fossero sul punto di restituirsi, corne vuole la norma del galateo borghesc, anelli e lettere d'amore. I viag­ gi dei dirigenti sovietici in Asia, le forniture d'armi al Media Oriente, qualche screzio a Ber­ lino, avevano perrrtesso di sbizzar, rirsi ai manipolatori dell'opinione pubblica, ai quali è evidente­ mente data la consegna di sotto­ porre la sacra e inviolabile per­ sona umana a un trattamento continuo di docce scozzesi, per­ chè capisca sempre meno nelle vicende che pur toccano, diretta­ mente o indirettamente, a breve o lunga scadenza, la sua pelle, e si rifugi nell'oasi riposante degli ultimi ritrovati dell' incretini­ mento televisivo. Ma la storia non è fatta di

semplificazioni giornalistiche: è fatta di rapporti dialettici viven­ ti. Il matrimonio ginevrino era un matrimonio fra mercanti; la sua parola d'ordine non era sol­ tanto « coesistere » ma « gareg­ .giare », che è poi la parola d'or­ ·dine di tutto il mondo capitali­ stico, il motto della vantata libera concorrenza e libera im­ presa, in cui tutti sono fratelli, ma tutti cercano di fregare il prossimo, e più lo fregano, più salgono nel cielo dei « valori urnani » le stelle della libertà, dell'uguaglianza e della fratel­ lanza. I due blocchi avevano de­ <=iso di scambiarsi merci e di ·competere sui mercati mondiali: è questa la pace, la sola pace, che possa darci. Ma scam­ biarsi merci e competere sui mercati significa prendersi reci­ Procamente per il collo, significa trasferire la guerra dal terreno ·dei rapporti di forza militare su ,quello dei rapporti di forza eco­ nomica, cioè continuare a guer­ reggiarsi. Perciè non ci eravamo stupiti

degli apparenti annuvolamenti ·dell'orizzonte internazionale, nè ci stupiamo delle nuove schiari­ te. Sono le due facce dello stes­ so processo. Kruscev vhe va in India corne agente commerciale dell'esportazione russa di capi-

Buona parte della relazione del sen. Sereni al Comitato Centrale del P.C. è dedicata all ·esaltazione

ai latifondisti si comp lica con quello ancora p iù gravoso di intcressi per le anticipazioni di balzei'li sulle pre­ stazioni degli enti e dei g ruppi mo­ nopolistici, di pesi e vincoli di agni genere ...

« Nella situazione attuale. caratte­ rizzata da un l at o dalla pressione organizzata delle masse lavoratrici agricole. e dall'altro lato dall'accen­ tuarsi di una sovrapopolazione ar ti­ ficia!e nelle campagne, i gruppi do­ minanti del capitale monopolistico si orientano non solo e non tanto sulle vie tradizionali della pene­ trazione del capitalismo nell 'agrt­ coltura, con la formazione della grande azienda capitalistica, quanta sulla via di un sempre più pesante asservimento delle piccole aziende contadine « indipendenti ». Su tali aziende si cerca di riversare tutti i rischi e tutti i pesi dell'impresa agricola, riservandosi agni utile spremuto nelle forme più diverse: da quelle del profitto e del sovra­ profitto monopolistico a quelle usu­ rarie della rendita e del credito, da quelle di una spietata pressione fi­ scale a quelle della sfruttamento da porte degli enti corporativi, a quel­ le infine di un assoluto controllo del mercato da parte dei gruppi monopolisti, dei grandi agrari e de­ gli enti corporativi da essi domina­ ti. Si tende cioè a un saccheggio sistematico di tutta la popolazione lavoratrice e consumatrice, che si esercita sia ne! processo produttivo sia in quello della circolazione ~ distribuzione delle merci. La ricer­ ca del massimo profltto ha corne conseguenza, in taluni casi, perfino lo spezzettamento di grandi aziende capitalistiche modernamente attrez­ zate ». Tutto questo, per Sereni, non è

un fenomeno che si doveva scon­ tare, ma il prodotto o di un « la­ vor o insufficiente dei quadri » o del­ la perfidia clericale e padronale, e la sua ricetta è li bell'e pronta: « democratizzare » gli enti di rifor­ ma, dar voce in capitolo agli asse­ gnatari - una ricetta che fa il paio con quella che chiedesse, pu­ tacaso, una maggior voce nelle as­ semblee agli azionisti delle società anonime. Democrazia e « fissazione alla terra»: ecco g li obiettivi fissati ai contadini, braccianti compresi.

Ma bisogna riconoscere a Sereni la sincerità del linguaggio. Il me­ vimcnto cui egli appartiene non va al di là della r if o rrn a ; è un mov i­ mento borghese in cui si riflettono ie tensioni interne, i contrasti rl i gruppo, della classe sociale che lo esprime. Il sua riformismo non ap­ proda a nulla, ma rimane corne pa­ rola d'ordine al di là della quale non puô spingersi. Sentitelo ancora:

« Non è, questa, una latta socia­ lista. E' una latta che resta ne! quadro del regime capitalistico, ma altresi ne! quadro di quell'assetto democratico e costituzionale avan­ zato che è l'obiettivo generale del movimento popolare. Questa è la epoca in cui, da una parte, il piano quinquennale sovietico fa parlare di sè il monda e indica ai popoli le vie del progressa, mentre dall'altra il capitalismo americano si trova costretto a rimettere a bosco gran­ di estensioni già messe a· coltura. Simili grandiosi e contrastanti fe­ nomeni non possono restare privi di profonde ripercussioni anche ne! nostro Paese» . Ben detto: il « movimento popo­

Iare » cui è affiliato il P.C. ha obiet­ tivi che rientrano ne! quadro capi­ talistico e nella sua sovrastruttura democratica <« avanzata », la chia­ ma; l'avanzare del garnbero l) ; e in essi rientra anche il piano quin­ quennale sovietico. Grazie dell'in­ Iormazrone: ma lo sapevamo già.

tali e di beni - dell'industrializ­ zazione - e Kruscev che offre nuovi patti di amicizia ag li Stati Uniti, non sono due persone di­ verse; sono la stessa persona in­ carnante il moto di contraddizio­ ni interne di cui vive e si ali­ menta il regime capitalistico. Al­ lo stesso modo, americani e inglesi che ribadiscono a Wa­ shington le ragioni della loro lot­ ta contra il comunismo sono quelli stessi che sono pronti a commerciare e già commerciano col « comunismo ». La gara eco­ nomica, abbiamo detto, non se­ mina la pace ma la guerra: nes­ suno ha mai impedito ai nemici di ieri di commerciare fino al momento dello scoppio delle osti­ Iità, e ancora dopo; gli industria­ li e i commercianti fraternamen­ te uniti nelle loro associaziom professionali brindano alla stes­ sa tavola perchè sono i figli della stessa classe, ma, appena fuorr,

si fanno la forca. E' una vecchia storia, Nè gli Stati Uniti hanno ragiono di meravigliarsi che la U.R.S.S. tenti di accordarsi con loro al di sopra degli alleati più piccoli: è un gioco al quale gli U.S.A. si sono allegramente pre­ stati durante la guerra, e non vi è ragione che non vi si prestino domani. Francamente, la brutale sfac­

ciataggine dei mercanti russi non ci è più indigesta che l'ipocrisia puritana dei mercanti anglo-sta­ tunitensi. Quando costoro ci ven­ gono a raccontare che « in que­ sto anno 1956 la vecchia lotta tra coloro che credono che l'uo­ mo trae la sua origine e il suo destino da Dio e coloro i quali trattano l'uomo corne se fosse de­ stinato a servire la macchina del­ lo Stato continua " e che « queste credenze sono più che semplici teorie o semplici dottrine », ma « hanno trovato la loro illustra-

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U· ta e­ e­ e­ ra a­ t­ o- La Malesia, ultimo bastione

del vecchio colonialisme asiatico ,·

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Nell' Asia sud-orientale sta per cercare il mena peggiore accorda seoccare un'ora attesa con vrva ap- con i partiti dominanti locali. In prensione dallïmperialismo occiden- aitre parole, sono costretti a « lavo­ tale: l'ara della indipendenza del- rarsi » il nemico mena pericoloso. la Malesia. Il principe Tenku Abdul Tale gioco britannico è favorito Rahman, primo ministro della Fede- dalle obbiettive particolarità etni­ razione Malese, ha dichiarato ;1 che della popolazione che vive nel- 7 gennaio, a Bombay - ove sost a- la peniso la, ossia dalle ripercussio­ va nel sua viaggio a Londra - che ni politiche provocate dai contrasti il 13 agosto 1957 la Malesia pro- di razza. Infatti, la popolazione clamerà la propria indipendenza della Federazione malese non è et­ dalla Gran Bretagna, restando as- nicamente omogenea, essendo costi­ sociata al Commonwealth. Tenku tuito da un miscuglio di razze, tra Abdul Rahman è il capo del l'Orpn- le quali primeggiano la malese, la nizzazione nazionale u.nita dei male- cinese, l'indiana. La denominazione si, che è il più forte dei tre part it i stessa dei partiti politici della « Tri­ del l'« Alleanza » anticolonialista che p]ice Alleanza » tr aduce qnesto st a­ nella scorsa estate riportarono una to di case. schiacciante vittoria aile prime ele- Il problema grosso che rende dif­ zioni generali indette in Malesia. ficile la coabitazione dei tre partiti Gli altri partiti coalizzati erano 1a I ne! semi~governo locale è data dal­ Associazione dei cinesi di Malesia la questions dell'atteggiamento di e il Congresso degli indiani di Ma- 1 fronte alla guerriglia. E' nota che, lesia.

fin dall'estate del 1948, il partita

I riormente allaraato e rafforzato

comunista, che a quell'epoca fumes- negli ultimi temni, Particolarmente so fuori legge dagli inglesi, alimen- favorevoli aile trattative sono i ta unaspra guerriglia nella giun- capi dell'Associazione dei cinesi di gla. Le autorità britanniche hanno j Malesia. L'elemento cinese della po­ profuso milioni su milioni di ster- , polazione non ha mai nascosto Je line e impiegato mezzi imponerm , forniti tra I'altro anche da alcum Stati membri della S.E.A.T.O .. ma senza venirne completamente a ca­ po. Attualmente, le forze del ri­ belle « Esercito popolare di Iibe­ razione malese » si trovano confina­ te, seconda fonti britanniche. nella giungla della parte settentriona­ le del paese, pressa o addirittura a cavallo della frontiera thailandese. Di certo c'è che esse sono tutt'altro che debellate. Accade ara che il movimento per

l"apertura di un negoziato di pace con i guerriglieri che aveva pre­ so piede ner mesi sco rsi si è ulte-

sue simpatie per la rivolta cornu­ nista. Provate sono le relazioni di amicizia tra i guerriglieri e i conta­ dini cinesi che vivono al margine della giungla. Recentemente. le au­ torità colonialiste hanno ordinato la deportazione di 500 mila « squat­ ters» cmesi. che erano appunto ac­ cusati di prestare aiuto e riforni­ menti ai guerriglieri. Strappati al­ le Ioro residenze, i deportati sono st at i traoiantati (è la parola adat­ ta) in 500 nuovi villaggi. Ma in se­ de pohtica. J'az iorie dei cinesi a fa­ vore dei guerriglieri si scontra c m il diverso atteggiamento del pr i­ mo mmistro Tenku Abdul Rah­ man e del sua partita. Naturalmen­ te, i br it an n iei fanno di tutto per inserirsi nel gioco e trarne il mas­ sima utile possibile. Il semi-governo pr esiedut o da

Tenku Abdul Rahman è un gaver­ no di coa lizione, composto da sei ministri malesi, tre ministri cinesi, e uno inrliano. In quanta tale, es­ so si regge su una rete di compro­ messi sopportati per ragioni di for­ za maggiore da ciascuno dei parti­ ti. Tuttavia. bisogna tenere presen­ te che non siamo, in questo caso, di fronte ad una bruta coalizione di partiti politici, del tipo che ci offre il debosciato parlamentarismo delle democrazie capitalistiche oc­ cidentali. Tutt'altro. Il governo di Abdul Rahman è l'espressione po­ litica della alleanza delle tre raz­ ze principali nelle quali si di vide la popolazione della Malesia. ;, nel­ la storia della oppressione colonia­ le della Malesia. tale conquista po­ litica ha un alto valore rivoluziona­ rio. Il governo inter-razziale prova, infatti. che il movimento anticolo­ nialista ha saputo compiere l'e­ norme sforzo di superare gli odi razziali - fomentati da l coloniali­ smo britannico e dalla reazione feu­ da le locale - nel comune supe­ riore interesse della latta rivolu­ zionaria democratica. E quale pa­ tente strumento di offensiva poli­ tica sia il blocco delle razze. ben lo sanno i funzionari coloniali <li Kuala Lumpur, i sultani malesi pro­ tetti dalla Corona britannica. i pian­ tatori inglesi e i loro mercenari. cioè il campo reazionario-colomajc che tradizionalmente punta tutte le sue carte sulle divisioni razziali. A riprova. basti considerare che i partiti conservatori e tradizionali­ sti, che aile elezioni della scor-sa

(Continuaz. a pag. 2)

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li 0 n Tenku Abdul Rahman non· è nuo­

vo a simili perentorie fissazioni di « scadenze politiche 11. Nel corso del­ la campagna elettorale, eg li aveva preso di fronte ag li elettori I'irn­ pegno di chiedere alle autorità bri­ tanniche l'autogoverno entra il 1957 e l'indipendenza nel quadro del Commonwealth entra il 1959. Dive-

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Le loro grandi speranze 1. - La « Repu.bblica Popolare Te­

desca » ha scelto bene il tempo del Deprecando i fatti di Venosa, nuto primo mrnistr o, eg li mantene- duplice coipo della proposta di un

Panjilo Gentile, uno dei più illustri va la promessa, avanzando in for- patta di non-aggressione con Bonn -1:ollitorti del nostro conformismo, ma ufficiale tali richieste alle au- e della creazione di un esercito Poggia le sue grandi speranze per torità britanniche. Queste ultime. « per la difesa 11, inserito a su.a volta la stabilità dell'ordine dominante, pur essendo ovviamente contrarie nel dispositivo strategico del blocco di cui fatti analoghi sarebbero solo ad accettarle, opponevano un eau- orientale: il gennaio è , per il pro­ una lu.ttuosa eccezione, su due co- to riserbo, evitando di pronunciar- letariato tedesco e mondiale, l'anni­ Zonne (vedi Corriere della Sera del si. L'insolito atteggiamento dei su- versario dell'u.ccisione di Rosa Lu· 4-1): 1) le sempre maggiori dota-

1 perbi dominatori si spiega agevol- xemburg e di Karl Liebknecht. Per

z_ioni di armi della polizia, non più I mente col fatto che, dalla loHa elet- l'occasione, il presidente si è pre­ limitate alle cariche di cavalleria torale, 11 campo reaz10nar10-coh- sentato alla Camera in divisa di -e alle « piattonate »; 2) il potere di male era usc~to con le oss~ fra- I colonnello generale, la divisa delle ·controllo del partita « comu.nista » cassate. Infath, dei 52 segg1 m pa- bande che abbatterono, il 15 gen­ U!Jicialè che è ormai « in condizione lia nel Consiglio legislativo fede- naio 1919, i due grandi militanti di estingu.ere gli ultimi residu.i di rale - un organo mezzo burocra- rivolu.zionari; la divisa dell'imperia­ '3pirito ingenu.amente rivoltoso che, tico e mezzo elettivo - ben 51 ve- lismo e dei su.oi zelantissimi sche­ ~ome si vede, serpeggiano ancora in nivano conquistati dall'« Alleanza ». rani. -<ilcuni strati mena evoluti del pro- Totale e ir~imedi~~ile, dunq~e, la __ Fedele alla su.a tradizione di . letariato » sconfitta dei parhh sostenuh da1 . 11.t . t t· t Ne n· il an · ' · r t· britannic· d · 1 mca I o m erven 1s a, n 1 · Diamone atto all'illustre scribac- c_olon~a is. 1 . .

1 1. e ai vassa - dato a guadagnar voti a Trieste

·china: giu.stamente, ai su.ai occhi, hzzah prmcipi ma esi. piangendo sui lembi di sacra suolo l'attuale P.C.I. è più efficiente, come La verità è ch~ •. dopa lo sbricio- perduti e sulle. persecuzioni ju.go­ forza d'ordine del vecchio riformi- lamento dei parhh conservaton, lo slave contra le minoranze. A quan­ smo, e si affi~nca in modo degno Alto commissario br~tannico a. Kua- do la costitu.zione di u.na legione di nezia difesa del regime ag!i schiera- la Lumpur non pua fondars1. ch_e « liberatori » guidata da don Pietro? menti di polizia Siamo d0accord:J. sulle esigui forze dei piantaton bn- . d . ... · · · · d 1· d't t· - La grande angosc1a ei par- ,.,a siamo altrettanto convinti - tanmc1 sulle corh eg I scre 1 a 1 1 . . • • • d

1,

· ·' · · · tt tt I titi governatzv1 e: per eremo, ne ,e non è il primo caso della storia - sultam md1gem e, sopra u O su 1 • 1

. . . . t t· , h. · · · h , f t prossime e ezwn1 amm1n1s ra zve, .a c e jeeps poliziesche e jeeps politi- corpo d1 sped1z10ne. c e e arma o 1 • • . , • h. · · · · · f 'd b' I t greppia di qualche grosso comune' c e stalihiane andranno in pezzi ,,l da tre d1v1s10m orm1 a 1 men e . . .

· . · d E, qumdz ci « apparenteremo 11 o Primo serio moto 'di rivolta deglz armate ~ . appoggiate . a un appa- no? Cam: se non fossero già spo- « strati meno evolu.ti » della classe rata pollz1esco forte d1 100.000 uo- t. ·t T d. . . 0Peraia delle avangu.ardie - certo mini. Non possedendo strumenti po- sa 1 a vz a, e came se, uni 1 0. zvis:

' • • • • • • 1 non marczassero e non mangiassero mena « calte» di Panjilo Gentile hhc1 d1 qualche mfluenza e non ll t . . , ma Portatrici di sangue ben altri~ potendo far pesare apertamente la a egramen e msieme. ~enti fresco in questa lurida socie- forza brutale delle armi, i funzio- - De~iso a. contenere_ le. spese ~el ta dei « quizz 11 - della rivolu.zione nari del Colonial Office debbono, nuovo bzlancw, il Conszglzo dei Mz­ Proletaria. volenti o nolenti, destreggiarsi nel nistri non ha trovato di meglio che

applicare la celeberrima scure ai contribu.ti sulla previdenza, sociale. La parola non è ai consumi ma agli investimenti: Washington e Mosca insegnano. Gesuiticamente, i social· democratici si sono « riservati »: l'essenziale è riservarsi il posticino. -- Gli opportunisti sono sempre

all'avanguardia nelle iniziative di difesa della stabilità capitalistica. Ecco i rappresentanti della C.G.l.L. in parlamento presentare la propo­ sta della costitu.zione di un Comi· tato interministeriale « contra l'abu­ sa del potere monopolistico nel cam­ po dell'industria e in particolare per u.n'azione governativa atta a promu.overe la stabilità dell'occu.pa­ zione nella grande indu.stria, che costituisce la chiave di volta di un equilibrato svilu.ppo economico » Questi presu.nti sovversivi si Janno consiglieri gratuiti (ma saranno proprio gratuiti?) della classe do­ minante in materia di provvedi­ menti anticrisi; vogliono un « equ.i­ librato sviluppo economico n; sono convinti che lo si passa ottenere mediante l'azione di un governo borghese; sono pronti ad illuminare i ciechi governanti. Meritano la medaglia al merito della Repubbli­ ca italiana. -- Lasciate che i morti seppelli­

scano i morti. Avete sentito ripar­ lare, dopo il solito chiasso d0ufjicio, dei braccianti morti o feriti a Ve­ nosa? « Lascia o raddoppia 11 prou­ vede ad accorciare al minuta primo la memoria dei vivi.

Compaoni ! Leggete e diffondete

Il programma comunista

2 IL PROGRAMMA COMUNIS1 t\

la Malesia, ultimo ~astione ~el vecc~io colonialismo asiatico estate hanno subito una comp let a disfatta. difendevano tesi aperta­ mente razziste. Infatti, il partito Ne- gara di Dato Sir Onn Bin Ja'Afar, . . . . . . . . . organizzato e sostenuto dalle auto- c~e .le r iv ol uz ion i , tutte le r iv ol u- 1 cont r obi lanci ar e la c.rescente . in- mettono i ns ierne una massa di 564 rità britanniche, presentava agli e- zrorn anhfe\ldah e democr at.iche. fluenza dei fil~-comumsti cmesi, e mila 454 persane ', Come si vede, i lettori un programma imper niato non ha~no. vmto per la. con".ergen- cioè la rad ica lizzaz ione della lott? males., non costrturscono che la sui principio della suoremazia del- za deUaz10ne r iv ol uz ion ar ia del per ottenere li nd ip ende nz a. C10 rnaggror a nz a re lat iva della p opo l a­ la razza malese risnetto alle al- proletanato e della. bor ghesta r adi- spiega perchè la data del. 1957 che zione. Essi .deteng.o:10 al p resent e tre razze. Invano, i ~api di questo ca.le.? In .tah cond iz ioni, 11 primo la scorsa estate era consider at a da! il pr-edornirrio pol it ico, non certa­ partito collaborazionista han n O mirnst ro Tenku Abdul Rahman, pur partito malese la più lontana sca- mente p er chè dispongano di una sbandierato il « pericolo » della cre- pro îessando un aperto P.rogramma denza per la .conouista de l la ut og o- or ganivzaz ione partitica più efficien­ scente influenza dei cinesi ernigr-a+i antf cornurrista, non puo r i sch i ar e la verno. oggi v ie ne posta add ir ittuta te ed !nfluent.e che quella. capeg­ in Malesia Allo spogiio delle sche- rottura con i l p a rt ito cmese, Tale corne inizio della preria i nd ipe n- g iat» d a i cm esi , ma perche si avval­ de si è visto che la Joro Ior-serm a- iattura. farebbe t roppo il gioco del- de nz a , gano delle norme costituzionali che ta predica razzista non aveva t ro- la c.oahztone ~olomaltstko-feudale.. Vorranno i funzionari del Co lo- lirnitano i diritti elettorali dell~ po­ vato neppure quanti elettori bast a- Viceversa. 1 Alto comrmssarro br i- niai Offi'ce smentire il primo Mi- pola7.:one allogena. Che avverra, al­ vano a dare i voti richiesti per l'as- tanriico e 1 suor supe rrorr del Co lo- nistro della Federazione malese. lorch: 1 cmesi potranno disp iegare segnazione di un seggio. L'altro par- mal Office non pos~on_o ostacola.re, cioè di un territorio che presto o lutta la. loro. forza. e.lettorale? Non tito reazionario. il Partita islamico ~orne :,,orrebbe.ro, 1 azrone p o l it ica tardi dovranno abbandonare. favo- a case,,. il pnmo Mm1stro. recalcitr a pan-malese, che al r azzrsmo ant ici- .el primo m.rnistro e del suo par- rendo indirettamente il gioco del davant.1 aile proposte. « drntens1ve » nese accoppiava l'oppio del fana- t ito, che ogg, chiedono che. la data partito cinese? Crediamo che anche che, m irano a remsenre. 1 rnembn tismo confessionale. non usciva me- ~ella pr ocl amazione di indiperiden- questa voila essi eviteranno di pro- dell Eser cito popo.lare, notonamei:­ no malconcio dalla lotta. anche se La della Mal~sia venga anucipata nunciarsi pubblicamente. Dopo tut- te legat i ai crne.si, nella .vüa poli­ riusciva a conquistare I'unico seg- di due. anm. Se. i nf att i, v ag heg g ias- to. J! p ar t i to malese co st itu isce l'ala t ica Ieaale E se 1 guer r ig l ier i f'anno gio lasciato libero dalla Al le anz a sero dt. carnbia re sisterna e .provare moderata del mov irne nto ind ipen- 1 pa~i a p e r 1 futun vot i non ~ccorre nazional-democrauca. la pol it ica del pugno di ferro. dentist a. con la auale Il governo ÙI I d i i e quanta ne f'accinno - a g l i i n-

li . , . . altro nsultato. non. provocherebber::, Londra puo spe ra re di acco rdar si I g les] che si apprestano a parlire . La so idar iet à aelle razze contre che quello d i strrngere ancora di e ai ma lesi che dovrann·, fronleg­ il comune nermco colorrial ista. ch.e più il partito malese al partito ci- Quel che importa. soprattutto_ al la g ra re da so li la lotta ~- pe r le arrm la. v i tt or-i a dei p art iti .md'.pendent1- nese. Esempio eloquente di corne Inghi Iter ra "·- nell impossibi lit à che I che non mtendono deporre. sti traduceva da asfirazwne pr~- i movimenti rivoluzionari hanno bi- la Malesi a r est i nella co~dizwnen d~ Par t ico larmente v rgo ros a è l'agi­ grammahca in realta operante, (., sogno per vincere. non solo della co lo n ia . che 11 fut uro. st at o .maL s, 1 tazwne che I c inesi comumsti st an- eviderrtemente, un bene troppo p re- volorità dt. latta deg li . i nd i pe nd en te accet t i di assocrar si a, d d

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. . . . a oppress1. ma , . . I no con ucen o ne a co oma au o- zroso, perche se ne possa r ischi ar e anche de l iirnpr tenza d 11 f Commonweal,h. seg uend: I esernp io di Si . . . • • > e e a con u- , . . . noma I mgapore, prez10sa pos1- Il deter'.oramento. La consapevolez- sione degli oppressori! Le divergen- dell Ind i a, del Pakistan, della Bir- zione-chiave dell imperialismo br i- za di cio, e la certezza che una poli- ze di principio tra malesi e cinesi marna. Or a, Il p ar tit o malese non h_a ta nn+co e del commercio internazio­ t1c~ di.versa segnerebbe la ncaduta sono innegabi!i, corne lo sono i con- mostrato alcuna e stt azto ne . al r i- nale occidentale. I Cinesi di Sin­ ail ~ndietro del movirnento per la flitti di orientamento pratico, ma. guardo. Inollre, ;orne r ifer isce la g apo re sono oiù di 900.000 su una indipendenza e la modernizzazimie, per l'immodificabile condizione di st arnp a, Tenku Aodul Rahman, net popolazione di 1.200.000 abitanti di del p aese, t iene st.rettam.ente. urnt i I passività del campo controrivoluzio- co lloqui che. ha avuto. nello scorso cui fanno parte. inoltre. Malesi, In- 1[ parhto malese, il par-tito cmese, nario, le interne discordie dei par- aaosto con 11 segretano ?ntanmc.o diani. Pakistani. Eurasiatici e sol­ il partito indiano, benchè in cia- titi sovversivi diventano e sse stesse aUe colonie I~ennox Boyd, ha di- tanto 17.000 eur onei. I comunrstr scuno di essi si riflettano diversi e una patente molla del movimento c.h,arato che I Alleanza dei tre par~ mess i fuori Ieg ae fin da! 1948. oggi contrastanti interessi soci al i. Forse rivoluzionario. titi e disposta a dare garanzie agi! rnilitano nella ala sinistra del Par-

mteresst econormci e commercial! hritannici anche dopo il raggiungi­ mento dellïndipendenza. corne pu­ re a concedere ai funzionari bri­ tannici il permesso di permanenza nella futura Malesia libera. r icono­ scendo loro la qualifica di consu­ lenti tecnici. Tali offerte che inte­ grano l'impegno di aderire al Com­ monwealth hanno. per ovvie r ag io­ ni. un diverso valore, per gli ingle­ si, secondo se sono fatte dai malesi o dai cinesi. Nulla garantisce. in­ fatti, il governo di Londra che il partito filo-comunista cinese non senta - conquistando event.ualmen; te il sopravvento ne! futuro stato malese libero - il possente richia­ mo del movimento pancinese che muove dalla Cina popolare. Per tali profonde ragioni, gli inglesi si ten­ gono Tenku Abdul Rahman corne il nemico meno pericoloso, corne il male minore.

(Continuazione dalla prima pagina)

Riflessi dei contrasti imperialistici

L'amnistia a favore dei guerri- istato di emergenza e ritardare la glieri che fu promulgata nel settem- evacuazione del corpo di spedi­ bre, era il frutto di un compr ornes- zione. so tra i partiti dell'Alleanza. Inser i- La polemica doveva sfociare, d

ta dapprima nel programma eletto- dirla in breve, nella Conferenza di raie dei tre partiti, divenne poi Baling, svoltasi nei giorni 28 e 29 materia di legge. Purtroppo l'atto dicembre 1955. I cinesi avevano par­ di clemenza non riscosse le simpa- tita vinta. E' indubbio che il p r i­ tie dei beneficiati, perchè la riabili- mo ministro Abdul Rahman re­ tazione e la riammissione dei mern- candosi, insieme col primo Mini­ bri dell'« Esercito popolare » nella stro di Singapore David Marshall, vita civile erano subordinate - fer- all'incontro con la delegazione guer­ mo restando il divieto del P. Co· rigliera capeggiata da Cin Perig, munista - a certe indagini che la segretario del P. Comunista male­ polizia avrebbe dovuto compiere sui se, subiva l'iniziativa del partito passato dei guerriglieri. Non occor- cinese. E' pure vero che la confe­ re sforzarsi molto per comprendere renza falliva o. corne ritengono al­ corne la sola idea di consegnarsi cuni, si aggiornava « sine die », per disarmati nelle mani della polizia la resistenza opposta da Cin Peng - controllata dai generali britan- ai termini dell'amnistia, la cui ac­ nici che da sette anni e mezzo dan- cettazione Tenku Abdul Rahman no una caccia spietata ai rivoltosi si accaniva a porre corne condi­ - trovasse fieramente avversi i zione indispensabile dell'accordo. capi del!'« Esercito popolare ». Que- Ma il fatto in sè del prevalere del sti ultimi reagirono, avanzando loro principio caldeggiato dai cinesi una proposta al primo ministro, e il contatto diretto tra le parti, il cioè appunto l'apertura di un ne- negoziato -- rappresentava per :J goziato tra le parti. L'iniziativa, partito malese una perdita di pr e­ partita dalla giung!a, fu appoggia- stigio. D'a ltra parte bisogna tene­ ta energicamente, in sede ministe- re presente che l'influenza crnese i> riale, dai capi del partito cinese, i in via di accrescimento, e che sol­ quali assoggettarono il recalcitran- tanto le discrfminaziom razziali irn­ te Tenku Abdul Rahman ad una poste dagli inglesi hanno impedi­ forte pressione. Naturalmente, gli to un maggior successo elettoralc inglesi mostrarono immediatamen- della Associazione dei cinesi di Ma­ te di essere contrari alla proposta lesia. di trattare la resa con i plenipo- Orbene, il fatto che a dieci gior­ tenziari dei guerriglieri. Ma non ni dalla Conferenza di Baling il poteva riuscire al primo Ministro primo Ministro abbia fatta la men­ di sottrarsi ad un invito che t rov a- zionata dichiarazione di Bombay. va consenzienti tutti i sinceri fa u- ! deve essere spiegato. a parere no­ tori della indipendenza del paese stro, con l'aspirazione del partito e della cacciata degli ing lesi. R malese a rimontare la corrente e chiaro, infatti, che la cessazione a ristabilire le distanze nei con­ della guerriglia partigiana prive- fronti del partita cinese. Evidente­ rebbe gli inglesi dei pretesti di cui mente, per il partito di Tenku Ab­ si servono per tenere il paese in du! Rahman esiste un solo modo di

viene subito dopo è quella cinese. il cui numero assomma a 2.011.072. Seguono gli indiani, i pakistani, i ceylonesi che complessivamente

I due sin da cati ultrarif ormisti • fusi negli Stati Uniti si sono

Molto. si è commentata sulla starn- mestiere era avvenuta, com'è noto, pa la fusione avvenuta recentemen- ne! 1936. La costituzione di sinda­ te negli Stati Uniti fra le due gran- cati di industria anzichè di mestiere di organizzazioni sindacali, I'antica rispondeva alla necessità di org«­ A.F.L. (American Federation of La- nizzare quella grande massa di ope­ bor) e il C.I.O. (Congress of-Indu- rai non qualificati che l'A.F.L., tipi­ striai Organizations), paventandosi ca organizzazione dell'« aristocrazi3 da un lato una minaccia alla st a- operaia », escludeva da! suo seno; bilità del potere padronale e perfino ed ebbe il suo centro principale nel­ de! regime, vedendosi dall'altro nel- l'industria dell'acciaio. Era inevita­ l'avvenimento la possibilità di una bile che. abbracciando i proletari seria e unitaria ripresa della lotta meno qualificati e più sfruttati, il degli operai americani sui terreno C.I.O. mostrasse all'origine uno spi­ degli intedessi di classe. Le due in- rito di battaglia ben diverso dal­ terpretazioni, l'una di « destra » e l'A.F.L., tanto più che l'abile poli­ l'altra di « sinistra », sono entrambe tica dei suoi dirigenti era stata di lontane da! vero. Non è dalla fu- convogliare nel nuovo sindacato -· sione delle due organizzazioni sin- per neutralizzarli - un certo nu­ dacali che puà venire una minacc1a mero di organizzatori di tendenze al regime capitalistico; non da essa « radicali ». membri degli I.W.W., si puà attendere una ripresa delle trotzkisti o affini. e. in genere, gli pur gloriose, anche se discontinu<>. elementi che l'es!remo riformismo tradi~ioni di lo.tta di classe del pro-

1

dell'organizzazione di rnestiere gom­ letanato amencano. persiana aveva disgustato. Ma Ja La secessione del C.I.O. dalla vec· politica dei suoi dirigenti era tut­

chia organizzazione sindacale di t'altro che radicale: corne abbiamo

ricordato per esteso in una nostra pubblicazione, non solo il suo lea­ der Lewis veniva da un ceppo con­ servatore ed ultramoderato, e Jo si potè perfino accusare - a ra­ gione - di aver sostenuto coi fondi sindacali le campagne elettorali dei repubblicani ne! decennio 1920-30, ma il suo obiettivo politico era ap­ punto di « organizzare gli inorga­ nizzati ed inorganizzabili » perchè, negli anni cruciali della crisi ame­ ricana. non uscissero dai binari del­ la legalità: Lewis fu pars magna nella politica sociale di Roosevelt e, nei grandi scioperi del 1936-39, la sua funzione fu quella del canaliz­ zatore di un malcontento minaccio­ so entro gli argini della politica filogovernativa. Durante la guerra, il C.I.O., da cui Lewis fini per stac­ carsi, fu un'arma al .servizio del governo; lo fu, non meno del­ l'AF.L., ne! periodo della guerra fredda. Le due correnti ora fuse

(continua in 4.a pag.)

tito d'Azhne pooolare. diretto da intellettuali cinesi. Questo partito è forte soprattutto nei sindacati e ne lie organizzazioni studenteschc. ma estende la sua influenza anche> negli strati 9iccolo borghesi. e per­ sino neila grassa borghesia mercan­ tile cinese. La stampa ang!o-americana non

nasconde la propria apprensione per la situazione esolosiva che esi­ ste a Singapore e lascia trasparire forti dubbi sulla oossibilità che il partito laburista. attualmente al po­ tere. riesca nell'avvenire a frenare

lavanzat a cinese-comunista. « An­ che gli uomini di affari cinesi. tra­ âizionalmente conservatori. sono stati indotti per paura a collabo­ rare attivamente o passivamente con i comunisti » - scrive sconso­ latamentP I'« U.S. News & World Report» e aggiunge: « Tra i magna­ ti e i commercianti multimilionari della gomma, per esempio, non c'è uno che parli apertamente contro i comunisti. L'influente Camera di Commercio cinese è stata trasfor­ mata in un riluttante strumento dei ccrnunisti. Quasi tutti i princi­ pali giornali di lingua cinese se­ guono l'orientamento comunista » Lo spettro di una Malesia indi­

pendente diventata satellite della Cina. e avamposto del movimento pan-cinese nell'importante settore dell'Asia sud-orientale, non senza ragione turba i sonni dei governan­ ti inglesi e arnericani. Questi ulh­ mi, se sono liberi dalle preoccupa­ zioni economiche e commerciali che affi1ggono gli inglesi -- per i quali la Malesia è il paradiso dello stagna e della gomma, che minaccia di diventare un « paradiso perduto » - hanno non meno potenti motivi di allarme. Senza contare che i mi- liarda ri americani non farebbero cerirnonie se potessero subentrare ai rivali inglesi nel controllo delle piantagioni di gomma e delle minie­ re di stagno, il Dipartimento di Stato deve preoccuparsi delle con­ seguenze negative che un eventua­ le sopravvento dei cinesi comuni­ sti di Malesia provocherebbe nella S.E.A.T.O. (leggi: Tratt,ito per la difesa dell'Asia sud-orientale) che fu firmata dall'Australia, dalla Nuo­ va Zelanza, dalle Filippine, dalla Thailandia, dal Pakistan, dall'Inghi!­ terra. dag!i Stati Uniti e dalla Fran­ cia. Tale trattato fu voluto tenace­ mente dagli Stati Uniti. desiderosi di affermare la potenza navale ame­ ricana nel Pacifico, e apprestare un argine alla espansione della poten­ za cinese. Ma l'anello debole di que­ sta ennesiprn bardatura bellica sta­ tunitense è rappresentato dalla Thailandia, ove la crisi del riso costituisce un serio pericolo per il governo filo-americano di Pibul Songramm.

Malesia e Thailandia

tiera malese, sono ammassati i guer­ riglieri dell' « Esercito popolare di li­ berazione malese ». Anzi, fonti bri­ tanniche riferiscono che basi dei guerriglieri di Cin Peng si trova­ no addirittura nelle zone paludose che si stendono entro siamese.

il confine

Come è noto, la stabilità econo­ Attraverso tali contrasti il movi-1 mica, e quindi politica. della Thai­

mento indipendentista malese si landia riposa sulla produzione del apre faticosamente la strada. Sen- 1 riso, di cui vengono esportate all'e­ za dubbio. a ritardarne la marcia stero larghe eccedenze - oltre un contribuisce molto la profonda me- milione e mezzo di tonnellate al­ dificazione verificatasi netrequili- l'anno. Quale importanza rivesta brio internazionale dell'Asia sud- questo prezioso cereale per il pae-' orientale. La sorgente potenza del- se. si ricava da! fatto che il go­ la Cina - che all'epoca della tra- verno ne monopolizza il commer­ sformazione del vecchio impero bri- cio estero. Il governo thailandese tannico del!'India era una nullitil compra il riso ai, contadini a prezzi politica -- complica il gioco del- irrisori e Io rivende su! mercato J'imperialismo britannico. , mondiale, realizzando profitti altis- I timori ang!o-americani circa la simi. Questi costituiscono la massi­

« cinesizzazion-e » della futura M,i- ma entrata delle finanze statali, ma lesia libera non sono certamente non poca parte di essi va a finire infondati. Quanti sono i cinesi ne!- nelle voraci tasche dei membri del la penisola? I dati correnti ci dico- dominante partito nazionaJista, no che su una estensione territo- quali, secondo fonti americane ov­ riale di 131.248 chilometri quadra- 1 viamente portate a minimizzare. in­ ti, vive una popolazione di o!tre 5 1 camerano la bellezza del 12 per cen­ milioni e mezzo di abitanti. Secon- to del reddito nazionale! Nell'im­ do una valutazione risalente a quai- mediato dopoguerra, quando l'inte­ che· anno fa, gli abitanti di razza ra Asia era preda della fame, gli malese raggiungono la cifra di 2 speeulatori thailandesi assoggettaro­ milioni 579.914 unità. La razza che no i paesi }mportatori di riso

che in Asia è l'alimento base - ad una politica iugulatoria. Ma il ri­ torno alla normalità e i grandi pro­ gressi segnati nella risicultura de­ gli altri paesi asiatici - in India è in corso una vera rivoluzione del riso - dovevano tagliare le un­ ghie agli affamatori di Bangkok. Oggi succede. difatti, che larghe ec­ cedenze di riso giacciano invendute nei magazzini, offrendo un colos­ sale banchetto ai parassiti. Fin da! 1947. a seguito del colpo

di Stato che portava al potere il dittatoriale governo di Pibul Song­ gram, la Thailandia gira nell'or­ bita statunitense. Offrendo un regi­ m~ preferenziale nelle vendite del riso siamese nell'area del dollaro e corrispondendo un « aiuto » eco­ nomico è militare di 5 milioni di dollari al!'anno. gli imperialisti :,­ mericani sono riusciti a catturare il governo di Bangkok, che rimanc in tut ta l' Asia il più legato allo schieramento occidantale .. Ma il re­ gime di Pibul Songramm è mina­ to dalla crisi economica e circonda­ to da nemici pronti ad approfittare dell'occasione per dargli addosso da lutte le direzioni. In Cina è stata istituita, più di un anno fa. la Re­ pubblica Autonoma di Thailandia che raggruppa la popolazione thai residente in territorio cinese. Ad oc­ cidente. premono le arrnate comu­ niste ribelli della Birmania; ad o­ riente le truppe di Ho-ci-Min che frequentemente hanno sconfinato ~el Laos, lo stato-cuscinetto che di­ vide la Thailandia dalla Cina e da! Vietnam. A sud, infine, alla fron-

Ai pericoli esterni si sommann. poi. quelli interni. Infatti, Lma mas­ sa di 50.000 profughi indocinesi, tra cui moiti sono simpatizzanti di H'l­ ci-Min. sono rifugiati in territorio siamese. Nè occorre dimenticare che il movimento clandestino comuni­ sta che fa capo alla centrale erni­ gr;ta a Pekino, è in crescente svi­ luppo tra la popolazione cinese. Su unà popolazione di meno di 20 mi­ lioni, i cinesi assommano a quasi 4 milioni di persone - a Bangkok. l'unica città thailandese, costitui­ scono il 50 per cento della popola­ zione - nè la loro influenza poli­ tica è !egata al solo peso. demogra­ fico. Oltre a giovarsi della forza del numero, essi socialmente sono mol­ to influenti, in quanta detengono il controllo di tutte le attività c'om. merciali, e quindi rappresentano un fattore economico ineliminabile, benchè siano sottoposti ad una du­ ra legislazione di discriminazione razziale.

Già la nuova politica « distensi­ va » adottata dal governo di Peki­ no dopo la Conferenza di Bandung, costituisce un pericolo per il regi­ me filo-americano che impera a Bangkok, perchè priva di giustifica­ zione la compagna anticomunista condotta con feroci metodi dalla po­ lizia siamese. Difatti nello ambito stesso del « paese legale » si nota il sorgere di tendenze neutraliste che domandano la revisione degli stretti impegni assunti verso l'Oc­ cidente, e tale fenomeno rappresen­ ta indubbiamente un successo della politica « asiatica » della Cina po­ polare. Nè la crisi del riso, che è la causa prima degli incipienti mu. tamenti politici, mostra di avviarsi a qualche soluzione. D'altra parte, le tradizioni politiche della Thailan. dia - 11 « rivoluzioni », cinque co­ stituzioni diverse e 20 cambiamenti di governo nello spazio di 22 anni - non sono proprio tali da rassi­ curare gli anglo-americani.

Come si vede, il movimento per l'indipendenza della Malesia si svol­ ge in condizioni internazionali as­ sai complicate. subendo i contrac­ colpi del grandioso duello che si sta svolgendo sotto i nostri occhi tra Occidente e Oriente. E non pre­ tendiamo certamente di avere, con

queste scarne note, fornito un qua­ dro completo delle situazioni esi­ stenti negli altri settori dell' Asia sud-orientale. che influenzano e so­ no influenzate - per i legami pales1 e occulti che uniscono reciproca­ mente le varie questioni del ribol­ lente ·continente asiatico - dalla ri­ vo!uzione democratica della Male­ sia. E altro ci sarebbe da riferire sulla lotta interna che si svolge nel­ la penisola, ma per ragioni di spa­ zio dobbiamo riservar!o ad un prossimo articolo.

Allo stato attuale, la Federazio­ ne Malese non ha raggiunto, nonchè rindipendenza, neppure l'autogover. no. L' Alto commissario britannico conserva ancora il diritto di veto sulle decisioni del governo locale e avoca a sè tutte le funzioni di governo che riguardano la difesa. le relazioni diplomatiche e la poli­ tica estera della Federazione. Per­ tanto, più che di governo, si deve par!are di un semi-governo. che de­ tiene solo una parte del potere po­ litico, e non certamente la parte determinante che è invece tenuta dalle autorità britanniche. Il movimento indipendentista ma­

lese deve combattere contro l'occu­ pante imperialista e la reazione rea­ zione feudale impersonata dai sul­ tani locali protetti dalla Coro­ na britanmca. Di contro all'ala mo­ derata e collaborazionista del par­ tito malese, che tende a conserva­ re alla futura Malesia libera legami con gli attuali padroni britannici - e tale fenomeno è rilevabile nel­ la storia di tutte le rivoluzioni an­ ticoloniali e antifeudali dell'Asia - si erge l 'ala radicale e oltranzista, rapperentata da! partito cinese. e. ancora di più. da! partito comuni­ sta, animatore della guerriglia con­ lro gli inglesi. Riconoscendo la parte che i par­

titi comunisti asiatici si sono ad­ dossati nelle rivoluzioni anticolo­ niali, non facciamo che registrare un aspetto del vivente processo sto­ rico, da tutti constatabile nella preserite evoluzione di quei paesi. Ma non lo facciamo certamente con l 'acritica ammirazione dei corri­ spondenti dell'Unità e dell 'Avanti' L'obiettivo e considerevole apporta che i partiti cornunisti asjatici ar­ recano ai rivolgimenti asiatici, non basta a farci accettare la totale falsificazione dei principi marxisti, che essi stessi compiono in sede di interpretazione storica del loro stesso operato. Sostenendo di lot­ tare per l'avvento del socialismo. essi operano un falso programma­ tico, che è dimostrato tale dalla stessa strategia rivoluzionaria, da loro applicata. che mira ad associa­ re le spinte rivoluzionarie dei con­ tadini poveri. del proletariato, e­ della borghesia radicale e naziona­ lista, contro il comune nemico feu­ dale e coloniale. Noi sappiamo in­ vece. per l 'esperienza delle rivolu­ zioni accadute in Europa e da! marxismo passate al vaglio di una critica inconfutabile. che tale formula di alleanza politica tra le classi è propria della rivoluzione. non socialista e proletaria, ma de­ mocratica e borghese. In Malesia. a Singapore, in Indocina, in Indo­ nesia, in Thailandia. in Birmania 2 nella stessa Cina i partiti comunisti app!icano a fondo 0.uesto tipo di alleanza politica infer-ckssista. Per gli s·copi che si prefiggon0, non pos­ sono fare altrimer.ti. Per Jiberare l'Asia da! colonialismo e dalle so­ pravvivenze feudali. altra via non c'è, in assenza della rivoluzione proletaria nei paesi capitalistici di Europa e di America. Ma i partiti comunisti asiatici dimostrano di usurpare il nome e la dottrina del marxismo, nascondendo a sè e aile masse il vero contenuto delle rivo­ luzioni asiatiche che altro non è se non democrazia-borghese sui ter­ reno sociale, e nazionale da! punto di vista dello Stato. Traditrice e rinnegata senza at-·

tenuanti è poi l'attitudine dei parti­ ti comunisti dell'Europa, i quali pretendono di applicare alla latta contro il compiuto capitalismo euro­ americano le formule programma­ tiche e le parole di agitazioni della rivoluzione democratico - borghese· che ancora vanno bene (ma fi.no a quando?) nelle arretrate Asia e A· frica, mancando il partito di classe· del proletariato. E' chiaro che se i partiti asiatici che si autodefinisco­ no comunisti fossero veramente ta· li, non nasconderebbero a sè stessi e agli altri di svolgere, non potendo diversamente, un compito rivoluzio­ nario democratico-borghese, evitan­ do in tal modo di accreditare pres· so il prolet<1riato mondiale il mito ingannatore che dalla Russia di Krusciov straripa ne! mondo.

I partiti pseudosocialisti e pseu· docomunisti, che vivono in Euro· pa nella sporca manovra· par!amen­ tare. sono due volte bugiardi e menzogneri, perchè non marciano affatto, corne pretendono, ne! corso di un movimento rivoluzionario - corne è il caso invece dei rivolu­ zionari democratici dei paesi colo­ nia!i - e perchè pretendono che Je politiche di cc apparentamento » con g!i esponenti delle corrotte borghe· sie europee - socialdemocratici, Ji­ berali, radicali e persino dernocr1- stiani -- possono trarre il proleta­ riato fuori dalla fetida cloaca della società borghese.

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IL PROGRAMMA.COMUNIST.A s

STRUTTURA ECONOMICA E SOCIALE DELLA RUSSIA D'OGGI Seguito della:

PARTE I. Lotta per il potere

nelle due rivoluzioni 125. Una guerra, venti nemici

Come non si poteva impostare la discussione sull'economia rus­ sa senza l'esame del processo ri­ voluzionario, e in esso delle pro­ spettive e programmi che in quella lunga lotta su fronti mu­ tevoli per il potere furono avan - zati, appunto circa la formazione di quella struttura avvenire, ra - gione ed obiettivo della lotta me. desima, cosi non si puô chiud=re questa parte storico-pol itica per passare a quella storico-economi­ ca (in quanta separabili) senza considerare nella prima la sene tremenda delle guerre civili che la coronarono, e fino a che non si chiusero ovunque con la vittoria non consentirono che tutto lo sforzo si portasse sulla struttura sociale.

Non è possibile qui scrivere di questa, che si dovrebbe chiamare epopea corne quella che in tem­ po meno moderno segnè l'urto tra la civiltà europea e quella araba, una storica narrazione in ordine cronologico, ma è neces­ sario ricordarne la sintesi allo scopo di far valutare il peso di questo periodo ardente ne! bi lancio dello sforzo della rivolu­ zione, che forse chi giudica da oggi, e non fa parte di quelli della vecchia generazione che vis­ se da lungi e da pressa l'ansia di quelle alternative paurose, non mette nella giusta proporzio-

Rapporto alla 8.iunione di l\lapoli e Genova

pubblica dell'Estremo Oriente, creata dal Giappone corne Stato­ tampone, diviene parte della Russia sovietica. Si formava intanto ad opera

della flotta britannica il fronte nord: gli inglesi sbarcano ad Ar­ cangelo il 1 luglio del 1918 e a Murmansk, più a nord-ovest, nel- 1' Artica, l' 1 agosto, fondando coi bianchi locali un . Governo del Nord.

vene è il sangue proletario degli Eguali e dei Comunardi: esse ri­ fiutano l'ignobile arte del boia; a bordo degli incrociatori i ma­ rinai, con Marty, si sono ammu­ tinati; il 2 diaprile l 9Hl Odessa viene evacuata dai francesi e le navi riprendono il mare. Episo­ dio che bene si lega alla serie possento di rivoluzioni di lavo­ ratori che segnano di tappe rosse la storia di Francia in date non dirnenticate: uno dei pochi gene­ rosi apporti che noi dall'Ovest abbiamo saputo dare alla dispe rata difesa dei compagni, dei fratelli di Russia.

capo controrivoluzionario riconc­ scimento ed appoggi, ma il gior­ no 'seguente i rossi lo scacciano da Sterlitamsk, pressa Perm. 11 ,t giugno Koltciak aderisce alle proposte di Parigi. Ma ne! corso di questi mesi egli è stato r ibut­ tato oltre gli Urali e non r igua­ dagnerà più terreno, Mosca che è stata nel frattempo minacciata dal sud, mentre Leningrado lo era da! nord-ovest e sud-ovest, non terne più la minaccia da oriente. Il 14 novembre cade Jam­ burg, ed Omsk, capitale di Kolt­ ciak in Siberia, e il 4 dicembre il compagno Ivan Smirnov, uno dei tanti dirigenti di partita mo. stratisi ottimi generali, puè tele­ grafare: Koltciak ha perduto la sua armata. In gennaio 1920 an­ che questo energico rastrellamen­ to è compiuto; il capo stesso pro­ so e passato per le armi.

ne con l'evento divenuto più fa­ moso e riferito alla fase acuta, all'acme della lotta nella capi­ tale, alle giornate di Ottobre, la cui importanza sarebbe stata cari­ cellata dalla storia di oggi se uno solo dei tentativi innumere­ voli di capovolgere Ottobre armi alla mano avesse raggiunto il successo.

Divideremo la serie in fronti seguendo ciascuno dall'inizio al­ la fine, e appena accennando per Il 15 agosto anche truppe ame­ ognuno di essi l'origine delle for- ricane vengono a sbarcare nella ze controrivoluzionarie, in gruppi estrema Siberia dando man forte politici e quindi sociali interni, e agli allora alleati giapponesi. Gli in invii di forze di intervento da Stati dell'Intesa: Inghilterra, Stati esteri; l'inizio, le fasi e Giappone, Stati Uniti hanno le Particolarmente impegnati nel alternanze principali e la fine, stessissime intenzioni dei loro ne- tentato jugulamento della r ivo­ che ovunque fu segnata con la rmci in conflitto guerreggiato, luzione sono gli inglesi col tru­ stessa parola, annientamento, li- tedeschi, austriaci, turchi e bul- culento liberatore dell'umanità quidazione, rastrellamento, e una gari: far crollare il potere dei Winston Churchill. Non gli basta o due volte soltanto colle parole bolscevichi e dei lavoratori riva. il fronte dell'Artico, bloccato dal­ pace, evacuazione, fuga. Dieci, l luzionari. le distanze e dal clima. Il Soviet vent~ guerre: la rivoluzione d~ve- Poteva Ja Francia giacobina di Ba~ù sui Caspio _dominato dai va vmcerle tutte, alla controrivo- mancare a simile nobile corive- fellom menscevichi ed esserre • • • • luzion1; bastava vincerne una: gno? Essa vi si unirà non troppo -:- gli stessi part.iti che. il 25 ma~-1130. Fronte mend1onale: Demkm n_on vmse. Qul:sta colossale le- gloriosamente appena la fifa de- ~10 avevano diramato m Georgia zrone della stona resta al proie- gli ancora validi eserciti di Gu- 1 tedeschi e consegnato loro la tariato mondiale, quale che sia glielmone, che solo la frana di città di Poti -, a lieve maggio­ stata la vicenda che fece finire, Brest Litowsk ha potuto scorn- ranza ne! 27 luglio del 1918 chia­ ma no1: p~r tr'.1-uma, la Rivoluzio- paginare, le sarà passata. Il 17 ma in ~iu_to gli inglesi _coI?-tro i ne Socialista m Russia, dièembre navi francesi sbarcano bolscevichi, La stona si r ipete:

In questo tragico ciclo Je pr i- truppe ad Odessa e si inoltrano Ve~d1;1n. vile ci1;tà di confettieri ... me date si debbono scrivere su- ' nell'interno. Si tratta di prende- al! mrrruco apn le porte. Il 13 bito dopo l'Ottobre 1917, l'ultima re la consegna dalle divisioni agosto gli inglesi, muovendo dal­ alla fine del 1922! Il momento hoches che in quello stesso mese la Persia, arrrvano al comando massimo in cui gli attacchi spe- precipitos'.1mente_ si ri1:irava~o, del generale Dun?tervil~e ed o~- cialmente da nord-ovest e da sud corne abbiamo visto. Chi ha vis- c1;1pano 11 terr:1tono de~l Azerbai- . . sembravano aver ragione di Le- suto i tempi di queste solenni gran, Quest_o 1mpeccab1l_e gentle-1 v1enE: proclamato dittatorr- della ningrado di Mosca puô .,;_ lezioni della storia non potrebbe man non ~a content~ di fare da Russia, Come sappiamo questi

d . l'e t d •

1 1919coDn,,,. mai averli dimenticati: e corne predone d1 oleodotti, ma da au-1 aveva forze nel Caucaso setten-

Prars1 au unno e . ue . . . . t ti b · f f ·1 '>6 t · 1 fi .., 1 · · · . di di t dif mai alla Mussolini del 1914 si en ico 01a a uci are - corn- rrona e no aa prmcipio del anrn 1 ispera a 1 esa due e ' ' · · · b 1 · hi t 1918 ·1 26 · 1 ·, · di · . t d, . t . poteva da esseri ragionevoli pia- pagm comrmssari o scevic 1, ra : 1 si proc ama comandan- piu anrn 1 rrconquis a ei errr- · s · · p id t d 1 s t · di t tt 1 f t .

11 ·

1 · gnucolare ancora sulla borghesia cui ciaurman, resi en e e o- e m capo 1 u e e orze russe

on a a rrvo uzrorie. francese quando Hitler nel 1940 viet, con l'aiuto dei socialrrvolu- della Russia meridionale; dunque le rovinô addosso corne Gugliel- zionari. Il l,'3 settembre si chiude tedeschi, francesi ed inglesi non mo nel 1914, piagnucolaro corne questa gloriosa azione col rientro ve ne sono più: bensi i loro ri­ aveva fatto il Mussolini dell'au- in Persia delle truppe di Dunster- fornimenti di denaro, armi e mez­ tunno di quel 1914, cui tutti i ville. zi di agni genere, e meglio quelli fessi gridavano: lascerete sgoz- Altra azione inglese fu la rivol- degli anglo-francesi, La grande zare la Francia? - quelle stesso, ta di Jaroslav, città a 200 km. offensiva, pericolosissima per i che poi la sgozzè nel 1940 con a nord di Mosca, capitanata dal bolsc1;vichi, dal sud, si sferra ~el poca spesa, quando aile prime bianco Savinkov e istigata dal- maggio del 1919 e la base prm­ mosse delle divisioni corazzate l'ambasciatore inglese Lokhart. cipale è nel Kuban, tra il Mar naziste Marianna si affrettè a ri- Scoppiata il 6 luglio 1918 già il di Azof e il Caucaso. porre nel fodero la spada di Ver- 1 21 era stata soffocata dai 'bolsce- Le tappe dell'avanzata e la cingetorige, di Carnot e di J of- vichi. Le minacce dal nord su Mo- riconquista della tormentatissima fre! Di qui e di là gente non sca non destarono mai un vero Ucraina sono travolgenti. Il 15

121 F 1 ' 1 cuciva col Filo del Tempo. allarme e il fronte di Arcangelo giugno Denikin pre_nde Kupiansk, , fOn e C0S8CCQ e C80C8SIC0 Il 21 marzo le truppe francesi fu nel seguito ritirato e reimbar- 100 km. ad est d1 Karkov, poi sono a Kherson, ma nelle Joro cato dagli inglesi. Karkov stessa. Con ulteriore

spinta il 4 settembre prende Kiew, la capitale, e il 22 è a Kursk, sulla direttrice Karkov­ Mosca, da cui dista solo 500 km. Si intende che alle spalle tutto è suo: Crimea, Don, bacino del Doriez, La grave minaccia preme su Orel, a soli 250 km. da Mosca, che è presa il 13 ottobre. Il Co­ mitato centrale bolscevico pren­ de misure di emergenza, e final­ -nente il 21 ottobre l'Armata Ros­ sa schierata tra Orel e Voronetz dette battaglia e l'esercito di De­ nikin r iportô una grave· sconfitta. Il 17 novembre Ursk, punto vi­ tale, era ripreso dai rossi. Disorganizzata la patente ar­

mata di Denikin nella fine del 1919 le forze rivoluzionarie si danno alla difficile opera di r isi­ stemare il terreno liberato e irto di macerie e di insidie. Prima di parlare di ricostruzione di tutto ciè che è stato devastato ed è indispensabile alla vita della po­ polazione, già è un compito tre­ mendo la bonifica dell'ambiente umano denso di spie, di sabota­ tori e di nemici politici. La guer­ ra civile differisce da quella sta­ tale per il fatto che non puô nel territorio occupato mettere tutto a ferro e fuoco, fare bottino e distruggere ulteriormente gli im­ pianti, ma anche ner il fatto che deve con drastiche misure neu­ tralizzare la parte dei civili che sono dissimulati partigiani delle forze controrivoluzionarie.

Durante questa dura bisogna in cui la sicurezza alle spalle delle truppe avanzanti non puè essere assicurata da misure di intimidamento indiscriminato, ma bisogna discriminare socialmente tra i compagni e i nemici di clas se, Denikin potè ridursi molto più a sud e riorganizzare grazie ai solidi aiuti stranieri la sua base del Caucaso settentrionale. Nel marzo egli tentô di muovere ancora verso il nord ma questa volta l' Arma ta Ros;a lo ferrnô assai più a sud. Arrestatolo rien­ trè a Rostov sul basso Don e il 27 marzo 1920 prese Novorossisk al .d~ là dello stretto di Kerc (pe; cm 11 mare d'Azof comunica col ~~r Nero) sulla costa. Qu esta po­ sizione comanda tutta la Ciseau­ casia, vecchio baluardo dei Bian­ chi,. e permise la definitiva Iiqui­ dazione delle forze di essi, chiu­ dendo questa grave fase del conflitto armato.

126. fronte te~esco-ucraino Sappiamo che tra le forze con

cui si dichiara in stato di guerra il III Congresso panrusso dei So­ viet, il 31 gennaio 1918, vi è il governo della Rada Ucraina, che si allea coi tedeschi durante le già note fasi dell'armistizio e del­ la pace di Brest Litowsk, conti­ nuazione diretta della guerra coi tedeschi. Sappiamo le successive avanzate di questi, fino all'accet­ tazione delle durissime condizioni ultirnative il 3 marzo 1918. Se si segue il confine tra Germania e Russia quale era prima della prima guerra mondiale, andando dal Baltico al Mar Nero, vi era­ no prima tre province russe: Estonia, Lettonia, Lituania, quin­ di la parte russa della Polonia con Varsavia, e dietro questa la Russia Bianca o Bielorussia, quin­ di l'U craina, regione sud-ovest della Russia che toccava allora la Polonia austriaca e il resto del­ l'impero asburgico, e quindi la Romania. Dopo Brest la Germa­ nia incorpora Estonia, Lettonia, Lituania, tutta la Polonia, e vie­ ne a confinare con la Russia Bianca, che ha per capitale Minsk, 700 km. a sud di Pietro­ grado, e poi con l'Ucraina, che ha per capitale Kiew, circa altri 300 km. più a sud. La Bielorussa non ha grande importanza, con una diecina di milioni di abitan­ ti, oggi, contro 40 della ricca Ucraina, che ha oltre Kiew le grandi città di Karkov, Odessa, Dniepropetrowsk, ecc. 11 fronte fino all'Ucraina fu dalla Germa­ nia rispettato, in quanto attac­ care sarebbe stato rompere il trattato di pacs con prevedibile grave impressione sul proletaria­ to tedesco già in fermento. Ma il governo ucraino della Rada di­ venne praticamente un vassallo di Berlino; e una vera guerra cominciô in tutta l'Ucraina tra le grandi for:ze bolsceviche e quelle governative dei bianchi e socialopportunisti. Ben presto il potere dei Soviet si sarebbe esteso a tutta l'Ucraina, se que­ sta non fosse stata occupata da­ gli « alleati " germanici che so­ stenevano il governo di Kiew. Sotto questa forma truppe tede­ sche scacciarono i bolscevichi tra l'aprile e il marzo del 1918 da Karkov, Odessa, Rostov sui Don e Taganrog, porto alla foce del Don sui Mare di Azov, e della Crimea. Il 29 aprile i tedeschi deposero la Rada e nominarono Hetman o dittatore il generale bianco Skoropadsky. Era una forma di invasione della Russia rossa bolscevica da parte dei te­ deschi, malgrado la pace formale. Tuttavia questo fronte si dissolse dopo l'armistizio generale in Eu­ ropa nel dicembre 1918, e l'arma-

ta tedesca si rrtirô entra le sue frontiere antiche, lasciando auto­ maticamente il terreno alle forze bolsceviche, e chiudenào questa prima fase di lotta nel sud-ovest,

Durante il 1918 gli aiuti tede­ schi raggiungono le armate bianche che tra il Don e il Volga erano state riunite da vari gene­ rali zaristi cui già il III congresso nella riferita data dichiarè guer ra: Alexeiev nel sud-est e fino a nord del Caucaso, Kaledin sui Don, Kornilov ne! vicino Kuban. Con essi era anche il bianco Marmontov, e vart reparti di ca­ valleria cosacca, già nerbo del­ l'esercito irnper iale. Nell'agosto 1918 Krasnov era a soli 15 km. dal centra importante di Zarizin sui Volgq, chiave di tutto il sud­ est russo (poi Stalingrado), ma le forze russe di Voroscilov il 20 agosto contrattaccavano Iibe­ rando la tante volte disputata città. Di nuovo accerchiata, que­ sta viene .liberata il 16 e 17 otto­ bre dalla « Divisione di acciaio " chiamata dal Caucaso. Le forze degli imperi centrali

agivano anche a sud del Cauca­ so con reparti turchi e tedeschi. L'Europa confina alla catena del Caucaso che va dal Mar Nero al Mar Caspio, geograficamente, ma politicamente la Russia aveva al sud tre regioni, Georgia con l'ai­ ta Tiflis e Batum sui Mar Nero; Azerbaigian con Bakù sul Caspio e Armenia tra le due con Erivan. Il 15 aprile 1918 i turchi presero Batum e si diffusero in tutta la Transcaucasia, importantissima ar fini di guerra per i giacimenti petroliferi. Caduti gli imperi cen­ trali, la lotta in questo fronte seguirà contro gli inglesi in fase ulteriore.

128. lnterventi dalrlntesa Mentre la rivoluzione dura­

mente latta da sud e 'da ovest con i tedeschi, i loro accaniti ne­ rmci nella apertissima guerra concentricamente a loro volta in­ tervengono sperando mirare al cuore della rivoluzione. La prima mossa spetta al Giappone, che sbarca reparti a Vladivostok il 5 aprile del 1918, unendosi ai bianchi della regione del Litera. le, fondando un governo dello Estremo Oriente che, se era il più lontano da Mosca, fu anche l'ultimo ad essere cacciato dal territorio sovietico: è solo il 14 novembre del 1922, quattro anni e mezzo dopa, che i giapponesi evacuano Vladivostok, e la Re-

129. Est. Cecoslovacchi e Koltcia~ Come nell'anno 1918 la sconfil- parte operaia: riformisti e radi­

ta militare pose fine ai tentativi cali, irredentisti dall'Austria. Es. delle forze tedesche all'ovest e al si ebbero dalla rivoluzione la li­ sud, cosi ebbero fine i tentativi bertà e si pensè avviarli per la di intervento diretto con forze Siberia, quando serpeggiô nelle regolari straniere: le potenze loro file la ribellione ai bolsce­ vincitrici non cessarono di fare vichi. Il movimento comincia ne! piani contro la Russia sovietica, maggio del HJ18, e fu in tutti i ed anzi svilupparono azioni assai modi sostenuto da agenti Irance­ più minacciose in tutto il corso si. Muniti di armi abbondanti gli del 1919, ma si portarono anche ex prigionieri prendono Novo Ni­ esse in pieno sul terreno della colaiesk (oggi Pugacevsk) sui guerra civile, organizzando ed ; Volga, il 26 maggio, Celiabinsk, armando, sempre col mezzo di tra il Volga e gli Urali, il 27, Pen­ generali zaristi, forze « indigene ,, za, al di qua del fiume, circa 400 della popolazione russa avversa chilometri ad est di Mosca, il 29, al regime bolscevico, illudendosi Omsk in Siberia oltre gli Urali di far leva su resistenze sociali il 7 giugno; Samara, oggi Kui­ alla rivoluzione, che certo non biscev, sul fiume, 1'8, Ufa, ad est mancavano soprattutto tra le sulla Kama, il 5 luglio, Simbirsk, classi medie delle campagne. Ne oggi Ulianovsk, sui Volga, il 22 sorsero una serie di aspri con- luglio, Ekaterinenburg negli Ura. flitti, cui si aggiungevano tuttavia li (oggi Sverdlowsk) il 25, e il talune vere guerre di Stati, corne nodo fluviale di Kazan da cui con la Finlandia e poi la Polo- minacciano Nijni Novogorod (og­ nia. Il 12 maggio 1918 una vitto- gi Gorkj) il 27. ria sui rossi del generale Man- Ovunque e specie all'est si uni­ nerheim troncava le speranze scono forze dei bianchi, degli es­ per una repubblica sovietica in serre e perfino operai delle indu­ Finlandia: coi diretti aiuti del- strie di Votkinsk e lgievsk che li l'lntesa la guerra sui fronte di seguono (città lungo la Kama). Karelia durô senza decisivi suc- S~ formano due governi: quelle cessi da una delle parti fino al di Samara che si fa dire « della principio del 1920. Anche qui la Assemblea Costituente "• e quel­ storia dettô lezioni eloquenti: la lo di Omsk tenuto dai bianchi e guerra di « liberazione naziona- per essi dal generale Koltciak, le » della Finlandia da Mosca fu rimasto famoso. Si è cosi formata messa in piedi dai tedeschi, che un poderoso fronte orientale, e la appoggiarono ugualmente l'Armata rossa si organizza per quando al posto dei Romanoff attaccarlo: una prima offensiva venne Lenin: senza soluzione di conduce alla riconquista di Ka­ continuità al 1918 tale funzione zan e si cominciano a rastrellare viene pari pari ereditata dagli l resti dei cecoslovacchi lungo inglesi ed alleati e dalla travol- il Volga. Ma Koltciak rfüratosi gente e grossolana simpatia ba- oltre gli Urali forma un nuovo nale degli americani, cicisbei a esercito, dopo che nel dicembre sangue freddo nel mondo di MR- 1918 con un colpo di Stato ha donna Libertà. Quante lezioni, preso da solo il potere rovescian­ ma corne perdute; e soprattutto do gli esserre e menscevichi. Egli quando le stesse dozzinali sim- muove contra Perm (oggi Molô­ patie avallarono lo sconcio am- tov) deciso a riprendere la via plesso 1941 tra Russia ed Ameri- di Mosca. La città cade il 2 gen­ ca supermilitariste! naio 1919, il 6 marzo Koltciak è

Un episodio a sè stante fu la oltre gli Urali e il 15 prende Ufa. ri volta dei cecoslovacchi prigio- Il 28 aprile 1919 l' Armata rossa. nieri di guerra dello zar in una che è stata rio~·ganizzata, ripren­ zona del medio Volga. Questi ex de la controffensiva con successo. soldati erano di origine sociale e n 26 maggio il Consiglio militare politica piccolo-borghese e in degli Alleati di Parigi offre al

Non appena finita la guerra europea, corne dicemmo, gli Al­ leati si prefiggono di prendere il posto dei tedeschi che evacua­ no l'Ucraina, e rimettere in piedi il fronte sud e sud-ovest. Il 24 novembre del 1918 adunano una conferenza, a Jassy nella Roma­ nia, dei russi bianchi, ossia zari­ sti, pienamente sostenuti da Churchill: il generale Denikin

131. Fronte occidentale : Judenich Questo altro gravissimo tenta­

tivo che mirava a Pietrogrado' prima che a Mosca e che nel tem­ po fu del tutto concomitante con la guerra di Denikin, fu altra di­ retta ispirazione degli inglesi e di Churchill. La direzione wil­ soniana della Lega delle N azioni aveva consacrata la «libertà» dei popoli di Finlandia ed Estonia che dovevano servire da basi di attacco ai bolscevichi. Intanto si organizzava in terreno russo la armata di Judenich. Tutti i ten­ tativi furono fatti per saldare le operazioni di queste forze prez­ zolate dalla straniero capitalista con quelle nazionali di Manner­ heim, ma la Finlanclia non voleva fare operazioni di invasione e si fermo sulla sua storica frontiera della Carelia, vicinissima alla ba­ se navale di Kronstadt alla foce della Neva e a Pietrogrado. Dal posto di frontiera di Terioki, do­ ve qualche delegato al Comin­ tern ne! giugno 1920 non fu dai finlandesi lasciato passare, non occorrevano che 25 km. per Pie­ trogrado, ove si inaugurava il II Congresso. Quanta all'Estonia, avendo la

Russia di allora rinunziato ad incorporarla, sebbene durante tutta la lotta di Judenich gli fos­ se servita di base logistica, il 2 febbraio 1920, dopo un armistizio, firmava la pace con Mosca. L'impresa di Judenich si ini­

zia colla prima estate del 1919 ed egli muove da nord-ovest mi­ nacciando direttamente Pietro­ grado; a cui nel maggio, ossia quando Denikin muove dalle ba­ si del Mar Nero, è già molto vicino. Stalin fu allora mandato a Pietrogrado, dove Zinovief di­ rigeva partito e Soviet e con decisive misure formazioni mili­ tari e guardie rosse Iiberarono la città, mentre i marinai rossi liberavano la fortezza di Kra­ snaja Gorka caduta nelle mani dei nemici. Judenich indietreg­ gio, ma il 25 entrava Pskov, 250 chilometri a sud-est, organizzan­ dovi la sua base di operazione. Il 13 giugno avvenne il passo di Churchill per smuovere i finlan­ desi. In ottobre Judenich sferra il

sua maggiore e più pericoloso at­ tacco, e il 16 prende Gatchina. Il 20-21 ha luogo la battaglia de­ cisiva sull'altura di Pulkovo, po­ co ad est di Pietrogrado: per Ju­ denich è il crollo finale, e la ros­ sa seconda capitale è libera dal pericolo, nello stesso giorno in cui tra Orel e Voronetz, corne abbiamo detto nel precedente pa­ ragrafo, le forze di Denikin ve­ nivano schiacciate. II momento di più alto rischio era superato, sui tre fronti più importanti del­ la lunga guerra civile la contro­ rivoluzione era sgominata.

132. Fronte del Sud : Wrangel Tuttavia ancora un'ondata do­

veva venire ad abbattersi sulla cinta ormai allentata da eroici colpi di ariete che aveva tentato stringersi attorno alle due me­ tropoli, cervello e cuore della grande Rivoluzione.

Una nuova armata bianca si è formata in aprile 1920 ed è affi.~ data al barone Wrangel, altra creatura anglo-francese, che si

(Continua in 4.a pag.)

" il programma comunista,,

A MILANO si trova in vendita, per ara, alle edicole di:

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4 IL PROGRAMMA COMUNISTA

Struttura sociale ed economica della Russia d' oggi avanza dalla Crimea. Le forze nemiche sono ancora imponenti, e dopo aver appena respirato per la lotta con Denikin e Judenich l'esercito rosso deve ancora spie. garsi su due fronti: Wrangel al sud, e all'occiè.ente, corne vedre­ mo, la Polonia. Il bacino carbonifero del Do­

netz, la regione del Don e del Kuban erano state di nuovo per­ dute dai rivoluzionari troppo irn-

da cui si giunse a dieci chilorne. / La grandezza della vittoria re direttamente la questione. Che tri; e dopo la conversione. La bolscevica nella guerra civile è cosa è meglio? Acciuffare e met­ manovra non avvenne, e il rn tanto alta e il significato di que- tere in prigione e talvolta anche agosto i polacchi davanti a Var- sto processo vulcanico della guer fucilare centinaia di traditori tra savia, su consiglio di Weygand, ra di classe tanto vasto, che solo i cadetti, i senza partita, i men­ attaccarono Tukacewsky e lo bat- un folle ed una banda di disfat- scevichi, i socialisti rivoluzionari, terono. Il 17 agosto, spezzato il tisti puô compiacersi, per luride che « agiscono » (chi con le ar­ fronte, non restô al comando rus- ragioni di bottega, di descrivere mi alla mano, chi con un complot­ so che ordinare la generale r iti- l'eroica falange della difesa rossa to, chi facendo dell'agitazione rata abbandonando il territorio corne un verminaio di agenti del contra la mobilitazione, corne i polacco, La grande speranza era nemico. tipografi e i ferrovieri menscevi­ perduta. Il 2 settembre si ini- A noi interessa non l'eroe cui chi, ecc.) contra il potere dei ziarono le trattative per la pace, tributare la corona ma l'illustra- Soviet, cioè per Denikin, o la­ avef!,dO i franco-polacchi malgra- zione della vastitâ del compito, sciare arrivare le cose a un pun­ do 11 clamoroso successo consi. che consistette nel difendere col- to tale da permettere a Koltciak, dérata :'ana I'idea di invadere il le arrni il potere raggiunto dopo a Denikin, di sterminare, fucila.: te_rntono sov1et_1co. La pace di una lunga campagna r ivoluzj-i, re: fustigars a °:orte d1ecm~ di Riga fu firmata 11 20 ottobre 1920. naria colle tappe dal 1905 al m1gha1a di operai e contadini? "· Da allora quel fronte, quel confi. 1917. ' « La scelta non è difficile ». ne tormentato, non doveva più F'ino 1 l<J"J 1999 t bi li t La Rivoluzione non discr iminô

. fi I tt b a . - e --, s a I izza o . R . f itt . muovers1 no a. se em r~ HJ39, il territorio della dittatura comu-11n . uss.1a .. e, u vr . onos~. . . . quaf!,do ~9 3:my dopo Hitler . e nista fino ai limiti di uello che . D1scn_mmo tra 1 nerruci won Stalin . si divisero la. Pol~ma era sotto l'im ero delÎo zar si di Russia, con~ent.endo un meto, sch1ac_c1a~a dai tedesc~1. Ogg1_ la susseguono 1/ fondazioni d~lle

I do c~e ogg1 e. grunto fin!'l alla

Polorria e Stat.o_ satellite del l'Im, repubbliche comuniste unite e fe- , pegg10~e rgnorruma, e non e st~ta perialismo m1htare di Mosca: derate alla Russia: l'elenco sa- solo vmta, ma d1sonorata ed in­ Leopoli è restata nelle frontiere rebbe interminabil~: guriana e sozzata, russe ~er.e e propne, con molte Daghestan nella fine del 1921, altre c1tta_ polacche come Brest Crimea in quell'Ottobre, Bucha­ e Grodno, son_o russe l~ finn~- ra riel settembre del 1920; ecc. tedescho Esto~ua, Letto:n1a ~ Li- Lungamente tormentata dalle tuaf!-1~; Koemgsberg si chiarna lotte che abbiamo esposte fu la Kalm1_ngr~d. Questa frontJera Transcaucasia, particolarmente e­ cammmera n_:iolto . an~ora fit:0 a sposta alle insidie del capitalismo che le grandi _cap1~ah ?Of!- si le- mondiale. Nel febbraio del 1921 verann? vittorroso m piedi, come Stalin fece occupare la Georgia Var~av1~ alla fine della guerra dalle forze armate, mentre il par- ~ento_ d1 fare, so_ccomb~ndo con tito desiderava averla per spon- . . . . . . . 1 su.01 combattent! operai sotto l~ tanea adesioné, ma fu tra le ul- I serv,zz dei nosi.ri mdustr1al1 non rovmo . delle case spianate dai time operazioni territoriali di ti- bastano, evidentemente, al goverr:? tedesc~1 una p~r. una, 1:11entre dal- po militare. Il 12 marzo 1922 era U.S.A., a quale ha escluso dall'asse­ le an!1che_ pos!zIOm di Tukacew, proclamata la repubblica Tran. gnazione di commesse l'Ansaldo Sasi sSktY1. Il vitftorwso genedrahssiCmo scaucasica (oggi Armenia, Azer. Giorgio di Genova. La ragione uffi-

a m era ermo a guar are. o- baigian e Georg1a) · l · · · B 1. t t' lt · cialmente data e a situazwne sin- me er 1no en o a sua vo a, e . . . , . . . un giorno ancora lontano rîten, L~ ~uerra, civile era fim~a. -= dacale dell azienda, ma e co sz poco terà. commc1!=lva l epoca dell_a pol~tic~ « ragionevole » ( giacchè la mae-

. . . . . . e~onom1ca, amm1n1strativa, di ctn stranza è stata convenientement" Ne1 dur i aman dibattiti del diremo nella nostra seconda par- , , decimo congresso del partito co t No t , , « epurata », mentre d altra parte ,a . - e. n con ques o sara pero . b n_:ium~t1:l r~sso 1:eI 1:1arzo del ~921 chiuso l'argomento politico. La azwne della C.G.1.L. ha, come a - si fara_ 11 bîlancio di quel, cruc1!=1le lotta tra diverse correnti, che rovesc.10: Lenm ascoltera pall ido non potevano non rispondere a le reciproche accuse. Forse non forze sociali effettive continuerà pensava egli alla qu~stione del a lungo ne] partito. Essa non da­ successor_e,. che abbacma la co~- rà quasi mai luogo ad atti di forza re!lte <?P11:10ne, ma guardava Il armata dei dissidenti, bensi a ,P.­ n_:i1ragg10 1~menso della rivolu, pressioni dal centro cosi vaste z10~e mon?ia~e che, allontanan: che ebbero il carattere di vero ?os1 da 1101 di un gran tratto, ci sterminio di movimenti, nemici imponeva una Iunga e dura atte- del centro statale. L'esposizione sa, ma una non diversa certezza. dei fatti e dei programmi econo.

mici riportandoci nel pieno del problema storico di cui abbiamo ammannito i dati formidabili, non ci permetterà di tacere di questa latta accanita e di non dedicare nell'esposizione della struttura economico-sociale alcu. ni capitoh allo scontro colle op- posizioni, al terrore nel oartito e . . nello Stato, e alle ferocissime Leggiamo che la g~a.nde fabbncJ purghe che travolsero tanti dei tedesca di automobilt « Volksw'l­ protagonisti delle lunghe vicende genwerke » - che nel 195? _denun~ che avevan condotto il partita ciava riserve per 113_ miltoni di rivoluzionario al potere, con la marchi. e pr~fitti non d1strib1:'1ti .~er

1 ,

sua luminosa conquista e la glo. 5,2 mzlwm dt marcht -, ha 17:'Pl n- Percha la nostra stampa VIVI riosa sua difesa. Lunga lotta in tata_ succursali di produzione m Sud cui dietro questi nomi, di perse- Ajrica, Irlanda, Braslle, Belgw, Ca- FORLI': Alla riunione federale: guitati non tanto coi plotoni di nada, e sta allestendo una fabbric?- Marino 100, Nereo 100, Monti 250. esecuzione quanto con una irnpal. co,mpleta neql: U.S.A., ntenuto

71! Illegg. 280. Gastone 100, Giovanni

catura di infamia, indiscutibil- miglior . mercato potenziale P~e ;~ 400, Giu!iano 100, Manoni salutan­ mente si trovo un moto di masse sue « utllztarie ». Si arJgiunga c '· do Cegha 1000, Artusi salutando del proletariato russo, non in metà della produzio~e annua ted<?-1 Bruno 150, William 500. Bellogam­ grade di sollevare il peso soffo. sca di Volkswagen e esportata 1~ ba e Rina 500, Cando!i 100, Pinazzi

. . . 100 esi La concorrenza tedesca e 500 N · R cante sotto cm nmasta sola m pa · . . d l , en omeo 150, un falegname : . . · p·eno sviluppo sui mercati e di p 200

. A un mondo nermco la rtvoluziono m 1 . . . . âi 1 arma , NTRODOCO: Pep- . . ' . . ndo. la ditta non d1stribu1sce i- ·

250. UDI comumsta di Russia, m un pro- mo ·. . t i E' pmo , NE: quello della Car-

cesso originale, ma leggibile a videndz e non paga m eress · nia salutando i compagni di Parigi pieno dalla dottrina marxista, una bazza. 1000; COSENZA: Natino 10.000; sanguinosamente se pure senza •• • ROMA: Alfonso 5000; GAETA: Elio una nuova vera guerra civile, ha 500, Albano 500; MILANO: Riunio- per la gloria dell'eterno nemico La United States Steel Company ne 1150, Barbiere 1000, Val. 500: dovuto piegare. avrebbe realizzato - si legge in NAPOLI: Lupo abbraccia Natino

« 24 Ore» - profitti netti di 102,1 300. milioni di dollari nel quarto trime- TOTALE: 24.900; TOTALE PRE­ stre del 1955 contra 57,6 nello stesso CEDENTE: 12.700; TOTALE GENE­ periodo del 1954 e 89,6 nel terzo I RALE: 37.600. trimestre dello stesso 1955. ln un anno i profitti netti sono quasi rad­ doppiati: l'acciaio porta fortuna, nel bel mondo capitalistico.

(Coniinuazione dalla terza pagina) pegnati all'ovest, ma nel novem­ bre del 1920 è possibile affron­ tare in forze Wrangel: in una battaglia sull'itsmo di Perekop che unisce al continente la pe­ nisola di Crimea egli subisce un tremendo rovescio e fugge per salvare la vita: per la metà di novembre tutta la Crimea, tante volte perduta e ripresa, è di nuo. vo ripulita dalle bande dei bianchi.

133. La guerra russo-polacca Qucsto episodio storico ebbc

una portata incalcolabile e sem. bro rimettere in movimento tut­ te le forze proletarie di Europa: credemmo davvero che al levarsi sulla progredita, industriale, oc­ cidentale Varsavia delle bandiere rosse tutto il sottosuolo nell'ovest avrebbe tremato e la faccia della vecchia Europa sarebbe tutta cambiata, corne al principio del XIX secolo quando la incendia­ rono le baionette della grande rivoluzione borghese. Nella sistemazione data dagli

americani alla nuova Europa del­ l'utopia wilsoniana la città bilin­ gue di Wilno era rimasta in di­ sputa tra Lituania e Polonia, con un lungo conflitto finito con la sopraffazione polacca a dispetto degli stessi ordini ginevrini. I polacchi fin dall'autunno del 1919 sconfinarono nella Russia Bianca e ne occuparono la capitale

ta fosione dei due sindacati oltrari­ f ormisti negli U.S.A.

(continuaz. dalla 2.a pag., sono sorelle: non entra sangue nuo­ vo nell'A.F.L.; portati sullo stesso live!lo economico, mossi dalla stes­ sa politica. operai qualificati e non­ qualificati non rappresentano più due forze in urto. i secondi desti­ nati a pungolare i primi; è l' A.F .L., la sua tradizione e il suo apparato, che hanno assorbito il C.I.O .. non viceversa. Basta d'altronde leggere le di­

chiarazioni programmatiche del presidente della nuova organizza­ zione Meany (ex presidente del- 1 'A.F.L. ), del 5 dicembre scorso. Tut­ ta l'impostazi'.Jne risente del più rancido riformismo, portato anzi al massimo dalla psico]ogia di « alta congiuntura » che attraversano g!i U.S.A. Riassumiamo i punti più im­ portanti: g!i interessi dei lavoratori e quelli dei datori di lavoro sono interdipcndenti: l'esistenza di un sindacato libero è l'altra faccia del­ fesistenza della libera iniziativa ne! c:impo padronale e del regime po­ !itico « libero »; la maggicranza del­ le dispute fra lavoratori e datori di lavoro possono essere risolte al­ l'amichevole, mediante trattative di­ rette, senza ricorso a scioperi e serrate (da un articolo sui « Mon­ <lo » del 31 gennaio). Come si vede. f> l'idillio, comp]etato dall0impegno dei sindacati di favorire la espan­ sione e il potenziamento dell 'indu­ stria e dell'economia generale, e dàlla dichiarazione che il comuni­ smo rappresenta il massimo perico­ lo totalitario e va combattuto in seno al sindacalismo mondiale atfermazione che. da un lato, bat­ tezzando « comunista » il è)Jocco so­ vietico, schiera la nuova organizza­ zione sindacale sui piano della po­ litica estera governativa e. dall 'al­ tro, è la logica presa di posizione di un'organizzazione ultrariformista contra la nascita eventuale di un partita rivoluzionario centrato sui­ la dittatura della classe operaia. La nuova organizzazione rag­

gruppa circa 17 milioni di lavorato­ ri. E' un potenziale gigantesco: ma non è il numero che pesa, se manca il partita politico rivoluzionario. Co­ si com'è oggi, la A.F.L.-C.I.O. non è che una massa di manovra della politica governativa, la longa ma­ nus della classe governante . in campo proletario, lo strumento del boom economico e, auindi, degli al­ tri profitti. Non è di qui che puà venire la ripresa del movimento proletario americano. Non è questo il luogo di esaminare le ragioni sto­ riche complesse che hanno ritarda­ to o impedito. negli U.S.A .. la for­ mazione di un partito comunista (che. intendiamoci bene. non è il partita « cumunista » ufficiale. ultra­ riformista anch'esso): importa sta­ bilire che solo la sua, l!erto Junga e faticosa ma inevitabile. costitu. zione potrà dare alla poderosa mas­ sa fisica dei lavoratori organizzati e non-organizzati il peso sociale di una forz'a d'urto capace di scardi­ nare l'ordinamento borghese.

Minsk, con alcune parti della Volinia e della Podolia. Sostaro­ no, al tempo della minacciosa avanzata di Denikin in tutta la Ucraina, perchè la vittoria dei bianchi zaristi avrebbe potuto avversare le pretese polacche di espansione e perfino di indipen­ denza. Battuto in fine del 1919 Denikin definitivamente, le forze polacche, sostenute con ogni mez­ zo dalla Francia e dal suo emis­ sario generale Weygand si mos­ sero occupando tra gennaio e marzo 1920 le città di Dvinsk, Latgalia e Mosyr, che sono tra Russia Bianca e Ucraina, tra Minsk e Kiew. Le forze lituane appoggiano l'invasione, che il 26 aprile è in pieno sviluppo, con­ dotta dalle truppe del governo di Petliura, sotto il comando del « liberatore della Polonia )) Pil­ sudsky. Qui scrive Trotzky: «Per quanto una tale guerra fosse im­ posta all' Arma ta rossa, lo scopo del governo sovietico non era solo di parare l'attacco, ma di portare la Rivoluzione in Polo­ nia e in tal modo aprire con la forza la porta per il Comunismo in Europa H. Ecco il linguaggio di uno Stato ed esercito rivoluzio­ nario: quando essi diverranno imperialisti, allora il miserabile loro linguaggio si impasterà d1 difesa dall'aggressione alla Pa­ tria, di pacifismo, di coesistenza - la loro azione di vile tradi­ mento. II 30 aprile Trotzky cosl scrisse

al Comitato Centrale: « precisa­ mente perchè è una lotta di vita e di morte essa avrà un carattere estremamente intenso ed aspro H. f 'U Ed ammoni contro la speranza 1)11, ultraottimistica di una rivoluzio- ne in Polonia (i soliti falsi sini- La situazione della Iotta arma­ stri sostenevano ancora una vol- ta ando per tal modo stabiliz­ ta che non si dovesse c?mbattere zandosi, dopo la serie di fasi in campo aperto eserc1to contra convulse di cui crediamo aver esercito, m~ contare . sulla forz_a I presentato le principali. Molti e n~tev:ole dei_ proletari e comum- molti altri furono gli episodi pri­ stI d1 Poloma). " Che la guerra ma che sparissero tutte le minac­ termini c_o:i, una r~voluzion~ d~i ce al conquistato potere: si do­ lavoraton 11: Poloma, no1: ':I puo vrebbe dire degli anarchici di essere dubb10, ma non v1 e nes- Makhno che ancora nel difficile suna base per: credere ch_e _la agosto 1920 insidiavano strade e ~uerra commci con una s1m1le ferrovie ucraine, delle ribellioni rivoluzione ». di Semnnoff e Ungarno in Orien- Trotzky ha dimostrato di non te,di guardie bianche finlandesi

essere stato favorevole, per la in Carelia, di quella tremenda debolezza delle forze militari so- dei marinai di Kronstadt ove in­ vietiche, alla diretta « marcia su dubbiamente comunisti estremi­ Varsavia "· Ma Lenin era fau- sti ed anarchici erano coinvolti, tore di questa idea, egli sentiva e che fu vinta nel cinquantenario che la rivoluzione di Europa non della Comune di Parigi il 18 mar­ poteva essere ulteriormente a- zo 1921: la storia non ha tutti i spettata, e, come sempre, che materiali per giudicare un tale senza di essa tutto sarebbe stato episodio. pe:duto;_ quell'idea _allora ine~ri~ Crediamo estraneo al nostro te­ no1 _tutti che segu1vamo . ans10s1 ma tutto il succedersi dei dibat­ la ~1stanza dalla proletan~ Var- 1 titi sulle responsabilità delle savia che tant~ pr~ve pr~ma e c,risi che segnarono le tappe del­ dopo ha ~ato d1 ~r.01sm~ d1 clas. la lunga guerra interna. Le con- se, autentica _Pang1 de~l Est, _del- futazioni di Leone Trotzky alle le av~nguard1e della R1voluz10ne incredibili narrazioni della Sto­ mond1ale. ria staliniana ufficiale sono di L'S maggio i polacchi conqui- valore decisivo: esse sono perfino

stano di forza Kiew, la capitale superflue agli occhi di chi ha ucraina, e i bolscevichi rispondo- qualche volta constatato l'entu­ no col loro sforzo più potente. Il siasmo dei soldati rossi, non tan­ nemico indietreggia . sotto il ta per la persona impareggiabile, contrattacco di tutto 11 fronte: quanto per l'opera Iuminosa del tra l'entusiasmo del mondo pro- grande capo guerriero della Ri­ letario si seguono le notizie in- voluzione. La sua risposta finale calzanti: il 13 giugno la rossa a Stalin schiaccia il vincitore Kiew è ancora una volta nostra; sotto la dignità e l'altezza del l'll luglio si è a Minsk; il 14 a vinto .. Quasi mai, dice il grande Wilno: i polacchi sono fuggiti o:~amzzatore della vittoria, che fino al fiume Bug. II 1° agosto pm volte vedemmo davanti i Tukacewsky è a Brest: Varsavia grandi quadri geografici luminosi è meno di 100 chilometri ad segnare i punti delle vittorie e ovest· l'll l' Armata Rossa è delle disfatte, con costante razio­ schie;ata davanti alla città. nale e ordinata visione delle mi- Purtroppo questa inarcia trion- sure da adottare, con freddezza

fale fu duramente fermata, con di t~nico e n~m c~n pose di con­ un colpo terribile all'entusiasmo dottiero, qua.si illéll (e~li dice se­ rivoluzionario. Le discussioni sul renamente) 10 non fui sui fronti disastro durano ancora adesso. delle sicure vittorie studiate e at­ L'ala sinistra russa si era proiet- tuat~ ripar~ndo le fr1;lne e ~ vuoti tata verso sud-ovest in direzione e gh sbagh, se non 1 trad1menti di Leopoli (Lemberg, Lwow) al (di. cui si volle in~redibilme~t.e comando di Voroscilov e Budion- cancare la sua partita) perche il ny. Jégorov comandante in capo mio im~egno era _sui pun~i di mi­ dispose che l'armata di cavalle- n?re res1stenza, d1 probab1l_e pros­ ria si lanciasse verso nord per sima f~at~ura, nella sempli~e, co­ prendere di fianco i difensori di 1:1e egl_1 d1ce, nostra _strategia pe~ Varsavia, puntando su Lublino, lmee mt~rne, ~he 1m1~oneva d1 che è tra Lwow e Varsavia. Que- co:rere a1 t~a~ti debolI del ·cer­ st'ordine era dovuto a Trotzky, c~10, ~he a.r:rivo ad avere. un ra~­ presidente del Comitato rivolu- g10 d1 soh duecento ch1lometn. zionario di guerra, mentre Stalin Solo a Pulkovo egli narra di che era presso Voroscilov sembra avere direttamente comandato la sostenesse l'avanzata su Lwow, vittoria su Judenich.

Dopo la vittoria su Kolciak nell'agosto del 1919 - e con cio sospendiamo le citazioni - Le­ nin scrive: « 0 dittatura (cioè potere di ferro) dei proprietari fondiari e dei capitalisti - o dit­ tatura della ciasse operaia )).

« Non v'è via di mezzo. Sogna­ no vanamente una via di mezzo i figli di papà, gli intellettuali, i piccoli signori che hanno studia­ to male su cattivi liori. In nes­ suna parte del mondo non vi è, nè puo esservi, via di mezzo. 0 dittatura della borghesia ( dissi­ mula ta sotto !e frasi pompose dei socialisti rivoluzionari e dei men­ scevichi sul potere del popolo, sillla costituente, sulle libertà, ecc.) o dittatura del proletariato. Chi non ha imparato cio da tutta la storia del secolo decimonono è un perfetto idiota; ma in Rus­ sia abbiamo visto tutti corne i menscevichi e i socialisti rivolu­ zionari, sotto Kerensky e sotto Koltciak, questa via di mezzo sognavano ». Una generazione fa noi con Le­

nin abbiamo sognato la rivoluzio­ ne fuori di Russia. Cosa oggi so­ gnate voi, giovani proletari del 1956? Quale via di mezzo? Quali cattivi libri studiate male; e da perfetti idioti? FINE DELLA PRIMA PARTE

6AlllElllNO nn REi

la pace rossa

biamo ripetutamente dimostrato, servito non da pungolo ma da ener­ gico freno alle iniziative operaie J che neppure gli industriali ne sono convinti. Amici si, ma gli affari in­ nanzi tutto: pare infatti che la de­ cisione sia stata presa in seguito al­ le proteste delle ditte concorrenti americane, il cui appetito, in perio­ do di alta congiuntura, è tale da no,i desiderare che altri partecipi al banchetto. Altro esempio che le ragioni dei conftitti interni del re­ gime borghese non hanno nulla a che vedere con le presunte ideol'J­ gie o con le affiliazioni di parte.

* * *

135. Sempre il dettato di lenin Abbiamo sempre illustrato il

nostro sviluppo colla dimostra­ zione che esso si adagia sulla prospettiva russa di Lenin. Cio è un fatto che non si deduce dal « Lenin ha sempre ragione » dei filistei, perchè i lettori sanno che sulla prospetti va europea, alla scala tattica degli anni che co­ minciano dal 1919, dissentiamo su punti essenziali dalla previsione di Lenin. Quando egli vedeva vi­ cina la rivoluzione occidentale che non venne, non sbagliava. Non sono questi errori, ma meriti rivoluzionari. Ma quando egli non vide la minaccia dell'oppor­ tunismo che avrebbe rialzato la testa, egli sbaglio: perchè non lo considero inseparabile dagli svi­ luppi di certe manovre tattiche acconsentite. Nell'economia dello sviluppo

russo e nella politica del partito egli non sbaglio, questo è impor­ tante, perchè nulla ha a che fare con personali infallibilità buone per i gonzi, al fine vitale di fis­ sare la dialettica integrità di tut­ .ta una costruzione dottrinale storica. Ecco corne tratto la questione

del trattamento agli avversari op­ portunisti entra la Russia e .du­ rante la latta suprema (luglio 1919): « Il nostro compito è por-

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Non sappiamo fino a che punto sia esatta la corrispondenza del « Corriere della Sera », d'altronde portato a diffidare delle mani­ festazioni di parentela del regi­ me russo coi regimi occidentali. Comunque, riportiamo il testo, ri­ guardante una conversazione di Ka­ ganovic coi giornalisti stranieri 1! 26 gennaio:

« Qiwli saranno gli sviluppi del­ l'economia comunista? Un giorna­ lista ha osservato che vi sono al­ cuni esempi di osmosi fra i due opposti sistemi economici: quello occidentale adotta forme di colletti­ vizzazione, quello marxista tende a decentralizzare e, talora, a « indivi­ dualizzarsi ». La risposta di Kagano­ vic è stata interessante: egli si e dichiarato d'accordo e ha insistito che il marxismo non fu mai contra­ rio alla proprietà privata ». Se il marxismo è quello che i do­

minanti staliniani con le loro ville e le loro automobili di gran lusso applicano, ha certo ragione Kaga• I novic. Fra poco ci diranno che il marxismo non si if mai sognato di

MONDO predicare neppure il passaggio ad una società comunista. Non dimentichiamo che Kagan::i­

vic ha proposto la costruzione di un tunnel fra Siberia e Alaska. I mercanti hanno fretta di scambiare merci: il marxismo non è mai stato contrario agli afjari!

VITA del partito -···- Riunioni Ha avuto luogo la consueta riu­

nione dei gruppi della Romagna. con la presenza pure di compagni di Parma e di Firenze. A parte il consueto bilancio organizzativo an­ che in vista del tesseramento 1956. è stata al centra della discussione la recente riunione di Milano, che un giovane compagno ha illustrato chiarendo e sviluppando diversi punti s·Jmmariamente accennati ne] riassunto pubblicato ne! n. 1 del giornale. Diversi compagni sono in­ tervenuti nella discussione che ne è seguita.

Versamentl COSENZA 10.000; PIOMBINO

12.000; BOBBIO 500; FORLI' 3500 + 4800 + 800; ROMA 5.000; S. MA­ RIA 3300; GAETA 1000; NAPOLI 300; CREMONA 500; MILANO ab­ bonamento 500 + 500; FORLI' 2100.

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Responsabile BRUNO MAFFI l

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