storia musica 1
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8/6/2019 Storia Musica 1
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La musica nella preistoria e l Etnomusicologia
Ci sono giunti diversi reperti archeologici risalenti al Neolitico o al Paleolitico, ma queste fonti non sono
sufficienti per risolvere il problema della genesi della musica. Numerosi naturalisti, antropologi e musicologi
hanno formulato nel corso degli anni congetture ed ipotesi spesso inverosimili e quasi sempre pregiudiziali
nei confronti delle culture extraeuropee.
Lunico dato certo, e comune a tutte le ipotesi e le teorie, evidenzia l funzionalità della musica nei momenti
salienti della vita sociale.
A partire dalla fine de XIX secolo, alle teorie speculative, si andò sostituendo una forma di studio autonoma,
fondata sulla oggettiva osservazione scientifica, letnomusicologia. Le sue metodologie di ricerca hanno
concentrato lattenzione sulla funzione-occasione della musica in determinate società e culture
extraeuropee, utilizzando lanalisi del testo etnografico -musicale, inserito nellambito di un dato contesto
socio-culturale, senza stabilire gerarchie qualitative in senso evoluzionistico.
In particolare i suoi studi hanno permesso di chiarire due punti cardine:
Lorigine della polifonia non fu un evento proprio ed esclusivo della civiltà europea, poiché forme
rudimentali di canto a più voci furono presenti molto prima nelle culture di tradizione orale.
Non poteva esistere un singolo sistema musicale di suoni e di scale, ma tanti sistemi di pari
importanza appartenenti a diverse culture.
La musica dei popoli antichi non fu certamente scritta, ma ci sono pervenuti reperti di vari strumenti,
disegni su vasi e altre testimonianze che ci consentono di valutare limportanza rivestita dalla musica nei riti
religiosi e nelle attività sociali.
Per gli Ebrei le principali testimonianze derivano dai libri dell Antico Testamento, ma sono molto
discontinue e insufficienti. La musica ebraica infatti fu sempre trasmessa oralmente attraverso le
generazioni e non ci sono pervenuti alcun tipo di trattati musicali.
Gli strumenti che adoperavano venivano classificati in tre categorie, ciascuna legata ad una classe sociale:
Corni e trombe: erano riservati ai sacerdoti
Lire ed arpe: destinati ai musicisti nel tempio
Zufoli e flauti: erano riservati al popolo
Da quando la vita incominciò a svilupparsi intorno alle Sinagoghe, la musica venne affidata a corporazioni
di musicisti e il culto praticatovi era fondato su un modo di lettura particolare dei testi sacri: esso
consisteva in una linea intermedia tra la recitazione e lintonazione melo genica, la cosiddetta cantillazione.
Un altro tipo di canto nelle Sinagoghe era la Salmodia, la cui esecuzione era affidata a due cori che
seguivano la forma antifonale di canto o ad un cantore o a gruppi che si alternavano al coro, in forma
responsoriale, nellintonazione dei versetti. I salmi venivano intonati su ununica nota, con qualche
inflessione caratteristica allinizio e alla fine di ogni versetto. La Salmodia passò nella liturgia dei primi
cristiani e trovò successivamente una collocazione centrale nel repertorio monastico gregoriano.
Per i Greci la musica abbonda di documentazioni provenienti da fonti letterarie e teorico musicali che ci
illustrano le pratiche e i sistemi adottati. Nelletà arcaica la musica aveva un ruolo di grande rilievo nella vitasociale e religiosa, e a partire dal VI-V sec. a.C. cessò di essere appannaggio di esperti professionisti e
incominciò a far parte del sistema educativo e ad essere accostata alla sfera dei numeri.
Lo spirito metodico dei Greci li spinse, a partire dal V sec. a.C. , ad organizzare lo spazio musicale in
unordinata successione di suoni che definironoharmonia.
Tale sistema venne definito teleion (perfetto) e aveva come base lestensione della voce umana e degli
strumenti. Fu elaborata nel IV sec. a.C. da Aristosseno e successivamente perfezionata da Claudio Toloeo.
Il sistema consisteva di 15 suoni disposti in successione discendente, con laggiunta di un suono
supplementare, il proslambanomenos (suono aggiunto dopo), per completare le due ottave.
Ogni ottava era organizzata in frazioni di quattro suoni o tetracordi
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