storia musica 1

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La musica nella preistoria e l Etnomusicologia Ci sono giunti diversi reperti archeologici risalenti al Neolitico o al Paleolitico, ma queste fonti non sono sufficienti per risolvere il problema della genesi della musica. Numerosi naturalisti, antropologi e musicologi hanno formulato nel corso degli anni congetture ed ipotesi spesso inverosimili e quasi se mpre pregiudizia li nei confronti delle culture extraeuropee. Lunico dato certo, e comune a tutte le ipotesi e le teorie, evidenzia l funzionalità della musica nei momenti salienti della vita sociale. A partire dalla fine de XIX secolo, alle teorie speculative, si andò sostituendo una forma di studio autonoma, fondata sulla oggettiva osservazione scientifica, letnomusicologia. Le sue metodologie di ricerca hanno concentrato lattenzione sulla funzione-occasione della musica in determinate società e culture extraeuropee, utilizzando lanalisi del testo etnografico -musicale, inserito nellambito di un dato contesto socio-culturale, senza stabilire gerarchie qualitative in senso evoluzionistico. In particolare i suoi studi hanno permesso di chiarire due punti cardine:  Lorigine della polifonia non fu un evento proprio ed esclusivo della civiltà europea, poiché forme rudimentali di canto a p iù voci furono presenti molto prima nelle culture di tradizione orale.  Non poteva esistere un singolo sistema musicale di suoni e di scale, ma tanti sistemi di pari importanza appartenenti a diverse culture. La musica dei popoli antichi non fu certamente scritta, ma ci sono pervenuti reperti di vari strumenti, disegni su vasi e altre testimonianze che ci consentono di valutare limportanza rivestita dalla musica nei riti religiosi e nelle attività sociali. Per gli Ebrei le principali testimonianze derivano dai libri dell Antico Testamento, ma sono molto discontinue e insufficienti. La musica ebraica infatti fu sempre trasmessa oralmente attraverso le generazioni e non ci sono pervenuti alcun tipo di trattati musicali. Gli strumenti che adoperavano venivan o classificati in tre categorie, ciascuna legata ad una classe sociale:  Corni e trombe: erano riservati ai sacerdoti  Lire ed arpe: destinati ai musicisti nel tempio  Zufoli e flauti: erano riservati al popolo Da quando la vita incominciò a svilupparsi intorno alle Sinagoghe, la musica venne affidata a corporazioni di musicisti e il culto praticatovi era fondato su un m odo di lettura particolare dei testi sacri: esso consisteva in una linea intermedia tra la recitazione e lintonazione melo genica, la cosiddetta cantillazione. Un altro tipo di canto nelle Sinagoghe era la Salmodia, la cui esecuzione era affidata a due cori che seguivano la forma antifonale di canto o ad un cantore o a gruppi che si alternavano al coro, in forma responsoriale, nellintonazione dei versetti. I salmi venivano intonati su ununica nota, con qualche inflessione caratteristica allinizio e alla fine di ogni versetto. La Salmodia passò nella liturgia dei primi cristiani e trovò successivamente una collocazione centrale nel repertorio monastico gregoriano. Per i Greci la musica abbonda di documentazioni provenienti da fonti letterarie e teorico musicali che ci illustrano le pratiche e i sistemi adottati. Nelletà arcaica la musica aveva un ruolo di grande rilievo nella vita sociale e religiosa, e a partire dal VI-V sec . a.C. cessò di essere appanna ggio di esperti professionisti e incominciò a far parte del sistema educativo e ad essere accostata alla sfera dei numeri. Lo spirito metodico dei Greci li spinse, a partire dal V sec. a.C. , ad organizzare lo spazio musicale in unordinata successione di suoni che definirono harmonia. Tale sistema venne definito teleion (perfetto) e aveva come base lestensione della voce umana e degli strumenti. Fu e laborata nel IV sec. a.C. da Aristosseno e successivamente perfezionata da Claudio Toloeo. Il sistema consisteva di 15 suoni disposti in successione discendente, con laggiunta di un suono suppleme ntare, il  proslambanomenos (suono aggiunto dopo), per completare le due ottave. Ogni ottava era organizzata in frazioni di quattro suoni o tetracordi 

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La musica nella preistoria e l Etnomusicologia

Ci sono giunti diversi reperti archeologici risalenti al Neolitico o al Paleolitico, ma queste fonti non sono

sufficienti per risolvere il problema della genesi della musica. Numerosi naturalisti, antropologi e musicologi

hanno formulato nel corso degli anni congetture ed ipotesi spesso inverosimili e quasi sempre pregiudiziali

nei confronti delle culture extraeuropee.

Lunico dato certo, e comune a tutte le ipotesi e le teorie, evidenzia l funzionalità della musica nei momenti

salienti della vita sociale.

A partire dalla fine de XIX secolo, alle teorie speculative, si andò sostituendo una forma di studio autonoma,

fondata sulla oggettiva osservazione scientifica, letnomusicologia. Le sue metodologie di ricerca hanno

concentrato lattenzione sulla funzione-occasione della musica in determinate società e culture

extraeuropee, utilizzando lanalisi del testo etnografico -musicale, inserito nellambito di un dato contesto

socio-culturale, senza stabilire gerarchie qualitative in senso evoluzionistico.

In particolare i suoi studi hanno permesso di chiarire due punti cardine:

  Lorigine della polifonia non fu un evento proprio ed esclusivo della civiltà europea, poiché forme

rudimentali di canto a più voci furono presenti molto prima nelle culture di tradizione orale.

  Non poteva esistere un singolo sistema musicale di suoni e di scale, ma tanti sistemi di pari

importanza appartenenti a diverse culture.

La musica dei popoli antichi non fu certamente scritta, ma ci sono pervenuti reperti di vari strumenti,

disegni su vasi e altre testimonianze che ci consentono di valutare limportanza rivestita dalla musica nei riti

religiosi e nelle attività sociali.

Per gli Ebrei le principali testimonianze derivano dai libri dell Antico Testamento, ma sono molto

discontinue e insufficienti. La musica ebraica infatti fu sempre trasmessa oralmente attraverso le

generazioni e non ci sono pervenuti alcun tipo di trattati musicali.

Gli strumenti che adoperavano venivano classificati in tre categorie, ciascuna legata ad una classe sociale:

  Corni e trombe: erano riservati ai sacerdoti

  Lire ed arpe: destinati ai musicisti nel tempio

  Zufoli e flauti: erano riservati al popolo

Da quando la vita incominciò a svilupparsi intorno alle Sinagoghe, la musica venne affidata a corporazioni

di musicisti e il culto praticatovi era fondato su un modo di lettura particolare dei testi sacri: esso

consisteva in una linea intermedia tra la recitazione e lintonazione melo genica, la cosiddetta cantillazione.

Un altro tipo di canto nelle Sinagoghe era la Salmodia, la cui esecuzione era affidata a due cori che

seguivano la forma antifonale di canto o ad un cantore o a gruppi che si alternavano al coro, in forma

responsoriale, nellintonazione dei versetti. I salmi venivano intonati su ununica nota, con qualche

inflessione caratteristica allinizio e alla fine di ogni versetto. La Salmodia passò nella liturgia dei primi

cristiani e trovò successivamente una collocazione centrale nel repertorio monastico gregoriano.

Per i Greci la musica abbonda di documentazioni provenienti da fonti letterarie e teorico musicali che ci

illustrano le pratiche e i sistemi adottati. Nelletà arcaica la musica aveva un ruolo di grande rilievo nella vitasociale e religiosa, e a partire dal VI-V sec. a.C. cessò di essere appannaggio di esperti professionisti e

incominciò a far parte del sistema educativo e ad essere accostata alla sfera dei numeri.

Lo spirito metodico dei Greci li spinse, a partire dal V sec. a.C. , ad organizzare lo spazio musicale in

unordinata successione di suoni che definironoharmonia.

Tale sistema venne definito teleion (perfetto) e aveva come base lestensione della voce umana e degli

strumenti. Fu elaborata nel IV sec. a.C. da Aristosseno e successivamente perfezionata da Claudio Toloeo.

Il sistema consisteva di 15 suoni disposti in successione discendente, con laggiunta di un suono

supplementare, il proslambanomenos (suono aggiunto dopo), per completare le due ottave.

Ogni ottava era organizzata in frazioni di quattro suoni o tetracordi  

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