tuzzi dal cervello al cuore

51

Upload: carlo47-tuzzi

Post on 25-May-2015

99 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

dal cervello al cuore, presentazione fatta da Fabrizio Majorana alla Luiss, su come riscrivere i sistemi di misura nei problem solving

TRANSCRIPT

Page 1: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 2: Tuzzi dal cervello al cuore

2/51

Page 3: Tuzzi dal cervello al cuore

3/51

Page 4: Tuzzi dal cervello al cuore

4/51

Page 5: Tuzzi dal cervello al cuore

5/51

Page 6: Tuzzi dal cervello al cuore

6/51

Prima di cominciare a trattare questo argomento vorrei che ci concentrassimo su alcune immagini o immaginazioni

Sarà un percorso dal cervello al cuore e dovremo mantenere la consapevolezza nell’avere un approccio tecnico e distaccato

Con il pensiero immaginiamo alcune situazioni e associamo ad ogni immagine una parola che identifichi la scena proposta

Non darò suggerimenti, ma alla fine sarà da queste immagini che partirà il nostro viaggio

Page 7: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 8: Tuzzi dal cervello al cuore

8/51

La prima immagine è quella del famoso topo protagonista nel film “Ratatouille”: è assorto, spaventato, sorpreso ad insaporire la zuppa

con il prezzemolo ancora in mano

Cosa possiamo immaginare?

Che parola vi associamo?

Forse determinazione e creatività

Non aggiungo nulla, salutiamo il simpatico topo e conserviamo queste parole fino al termine delle successive immagini che vi

verranno suggerite

Page 9: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 10: Tuzzi dal cervello al cuore

10/51

È la volta di un Rolex d’oro

Un orologio da polso molto costoso e, nelle intenzioni di chi lo acquista e lo sfoggia, sicuramente non avente il solo scopo di

misurare il tempo

Le parole che vi vengono in mente?

Certo per misurare il tempo basta un orologio da pochi euro

Qui si tratta di qualcosa di molto caro, di marca e fatto di materiali pregiati

Senza dubbio, immaginare un simile oggetto ci fa venire alla mente parole come ostentazione o eleganza

Page 11: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 12: Tuzzi dal cervello al cuore

12/51

Andiamo avanti con la fantasia

È la volta di un aereo di linea della famosa compagnia Low Cost

Una di quelle compagnie che ha “sdoganato” il concetto elitario di viaggio aereo, permettendo a tutti di raggiungere le mete

desiderate, anche solo per un fine settimana, a costi contenuti e dando vita così ad una nuova era nel trasporto passeggeri

Forse possiamo associare a questo punto una parola come economia oppure, meglio, libertà

Page 13: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 14: Tuzzi dal cervello al cuore

14/51

La quarta fantasia: immaginiamo un risciò trainato sotto un acquazzone monsonico da un uomo magro… siamo forse in India ed

il risciò ha una copertura in plastica appena sufficiente a non far bagnare troppo il passeggero all’interno, mentre l’acqua arriva al ginocchio dell’imperterrito conduttore alle prese con la sua unica

fonte di guadagno

Determinazione, ostinazione o povertà sono le parole giuste Qualcuno potrebbe suggerire ..tradizioni

Page 15: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 16: Tuzzi dal cervello al cuore

16/51

Quinta immagine: ci troviamo ora nella Cappella Sistina, proprio davanti al celeberrimo “Giudizio Universale”

Michelangelo ha eseguito uno dei capolavori più importanti che la storia dell’uomo conserva

Siamo davanti a qualcosa che ci lascia senza parole questa volta, qualcosa che ci regala brividi e commozione

Dobbiamo necessariamente associare una parola nel nostro gioco: capolavoro, straordinarietà, equilibrio?

Page 17: Tuzzi dal cervello al cuore
Page 18: Tuzzi dal cervello al cuore

18/51

Siamo alla fine di questo viaggio immaginario

Deserto del Sahara e, all’orizzonteSi scorge una moto che corre solitaria verso il nulla o verso qualcosa

di straordinario, incalcolabile

Corre verso il nulla per ritrovare tutto

Qualcosa che solo chi sta pilotando può percepire

Forse il suo vero viaggio è un altroè un viaggio diverso da quello che vediamo, forse un viaggio

altrettanto difficile e pieno di insidie e spazi

Non vi è nulla all’orizzonte, solo una moto sola e lontana

Cosa ci viene in mente? Forse passione, qualcuno può suggerire... follia, altri … avventura o

esperienza o “semplicemente” viaggio

Page 19: Tuzzi dal cervello al cuore

19/51

Determinazione, creatività, ostentazione, eleganza, economia, libertà, determinazione, povertà, ostinazione, tradizioni, capolavoro,

straordinarietà, equilibrio, follia, avventura, esperienza, viaggio

Ecco le parole che abbiamo raccolto fin qui

Adesso passiamo alla fase due

Affermiamo che: TUTTO CIÒ CHE NON SI PUÒ MISURARE NON ESISTE

Page 20: Tuzzi dal cervello al cuore

20/51

TUTTO CIÒ CHE NON SI PUÒ MISURARE NON ESISTE

Si può anche non essere d’accordo con questa affermazione, riconosco che sia una affermazione abbastanza forte

Però in un certo senso può essere vera in modo assoluto

Se per un momento affermiamo questo assioma, possiamo cominciare a fare lo sforzo di misurare le nostre “caratteristiche”

Page 21: Tuzzi dal cervello al cuore

21/51

Certo, la creatività in qualche modo si potrà misurare

L’economia per definizione è ovviamente misurabile

Proviamo ad inoltrarci nell’equilibrio o nella follia

Anche la caratteristica viaggio può essere semplice se intendiamo il mero spostamento, ma estremamente complessa se entriamo nel

metaforico

La povertà è relativa e le tradizioni?

La scala è pressoché infinita per quest’ultime

Page 22: Tuzzi dal cervello al cuore

22/51

Certo non voglio portarvi verso la pericolosissima meta di creare degli ingegneri dell’amore o dei calcolatori

di sentimenti

Nel nostro cervello si trovano i pesi di quelle bilance dei vecchi salumieri o farmacie, quelli con due piatti e i vari pesi di riferimento di varie dimensioni

incasellati nelle loro forme idonee

Nel nostro cervello vi è la gamma dei colori e caratteristiche come peso,

volume, densità

Page 23: Tuzzi dal cervello al cuore

23/51

Tutto è chiaro, e se vediamo un contenitore sappiamo, ad occhio, dire che probabilmente

conterrà un litro d’acqua, forse due o ...

Così come se io vi chiedessi di darmi immediatamente la misura dell’ambiente dove

vi trovate probabilmente mi direte quattro, cinque o sei metri se siete in un soggiorno di

medie dimensioni

che qualcuno possa affermare venti o trenta metri o soltanto trenta centimetri, è molto

improbabile

Non avremo bisogno dello strumento per misurare, e non saremo troppo lontano dalla

misura „reale”

Page 24: Tuzzi dal cervello al cuore

24/51

Ma se dal cervello la caratteristica si avvicina al cuore le cose si

complicano e i nostri algoritmi cominciano a diventare nebbiosi, le

frazioni delle nostre divisioni diventano linee storte e le parentesi

iniziano a sgretolarsi.

Maggiore è la vicinanza della caratteristica al cuore tanto più sarà la nostra capacità ed il nostro sforzo di creare un vero e proprio algoritmo

di misurazione.

Page 25: Tuzzi dal cervello al cuore

25/51

Facciamo un piccolo sforzo ancora. Prendiamo una sola delle parole evocate all’inizio; ostentazione

Creiamo il nostro algoritmoSicuramente ci sarà una linea di frazione

A denominatore potremo mettere come valore: numero di volte che indosso l’orologio. A numeratore: numero di volte che desidero

mostrarlo. Con un bel “%” alla fine ed avremo il valore percentuale della ostentazione

Certo è un algoritmo migliorabile, sicuramente dovremo tenere conto di altre cose ma intanto lo abbiamo creato, mentre prima

pensavamo che forse non fosse nemmeno misurabile

Lo stesso sforzo lo possiamo poi ripetere, in forma più o meno complessa, con le altre caratteristiche

Page 26: Tuzzi dal cervello al cuore

26/51

Significa dunque che i limiti sono in noi stessi e nella nostra capacità di creare nuove funzioni, senza avere limiti nella misura. Vi ricordo sempre di giocare con la fantasia e non essere mai troppo

“ingegneri”

Se qualcosa non è misurabile non esiste, abbiamo detto, e possiamo aggiungere: è migliorabile solo ciò che è misurabile

Eppure vi sono aspetti della vostra vita che sono assolutamente migliorabili ma difficilmente misurabili o crediamo che siano tali

Abbiamo detto: creatività, determinazione, ostentazione ...

Abbiamo usato parole come tradizioni, follia, esperienza ...

Page 27: Tuzzi dal cervello al cuore

27/51

Questi sono concetti che esistonoma facciamo più fatica a misurarli

È sicuramente più semplice misurare il denaro

o il peso di una pietra

Page 28: Tuzzi dal cervello al cuore

28/51

Racconto questa storiella: un giorno atterrano sulla terra a sorpresa gli alieni, scendono dalla loro navicella con il preciso scopo di

studiare il comportamento dei terrestri e stilare una relazione da portare nei loro laboratori

Per far ciò decidono di imitare i comportamenti umani e di misurarne su loro stessi gli effetti

Il primo degli aspetti in esame riguarda quello del bere Gli alieni approdano sulla terra, si travestono da umani per non

essere riconosciuti e la prima sera vanno a bere

Page 29: Tuzzi dal cervello al cuore

29/51

Entrano in un pub ed ordinano una vodka con acquaNe bevono in quantità e, nonostante la loro struttura aliena,

ritornano sulla navicella ubriachi non avendo neanche una cultura esatta di “quanto” bere per diventare ubriachi

La seconda sera, scelgono un altro pub ed ordinano whiskey chiedendo che questo fosse allungato con dell’acqua, ne bevono fino

a diventare ubriachi, anche la seconda sera

Salgono sulla navicella e cominciano a stilare la relazione

A quel punto, occorreva una terza prova

Page 30: Tuzzi dal cervello al cuore

30/51

un salto al pub e, anche per l’ultima volta, dopo buone dosi di acqua e rum, rientrano definitivamente distrutti dall’alcol

Si riprendono e stilano il loro rapporto

L’acqua rende gli umani ubriachi

Page 31: Tuzzi dal cervello al cuore

31/51

Era l’unico fattore mantenuto costante e bevuto in quantità tutto il resto cambiava ogni volta

Persino il pub non era stato lo stesso nelle tre sere

L’acqua rende ubriachi

Non fa una grinza

Page 32: Tuzzi dal cervello al cuore

32/51

Misuriamo la formazione

Compito difficile, antipatico, ostico sicuramente come misurare gli effetti sul fatturato di una pubblicità

Dunque cerchiamo di capirci: dovremmo misurare gli effetti che ha sul business di un’azienda il quantitativo di formazione , oppure la qualità del suo personale?

Page 33: Tuzzi dal cervello al cuore

33/51

Una follia! Eppure, se abbiamo seguito i ragionamenti precedenti, non dovrebbe farci più paura

Probabilmente dovremo stare attenti a mettere insieme i giusti algoritmi. Certamente la formazione esiste, dunque è misurabile, e

sicuramente è migliorabile

Tocca a noi allora fare le cose per bene? Certamente, ci stiamo allontanando dal cervello e ci dirigiamo a

passi spiegati verso il cuore

Page 34: Tuzzi dal cervello al cuore

34/51

A volte abbiamo tutti gli strumenti idonei, qualche volta ne abbiamo pochi

Ci sono volte che tutto il ragionamento, le caratteristiche e i soggetti in esame stanno nel cervello e noi, volutamente, spostiamo un

oggetto da misurare verso il cuore, annullando gli strumenti corretti e inserendo fenomeni “di pancia”

Page 35: Tuzzi dal cervello al cuore

35/51

Un esempio è quello che mi è capitato alcuni anni fa quando ero chiamato al responsabile ed entusiasmante compito di presiedere

alla qualità di processo in Ferrari, durante i primi anni di esperienza che ho avuto l’onore di svolgere in azienda

Le vetture lamentavano un cronico problema legato al “peud’orange”. Un difetto di verniciatura sicuramente legato all’abbondanza di vernice di cui quelle vetture godono

Occorreva però comprendere come i parametri influenzavano il fenomeno e tra loro erano correlati

Page 36: Tuzzi dal cervello al cuore

36/51

Proposi di affrontare il problema eseguendo un DOE, un “design of experiments”.

Una delle caratteristiche tipiche di simili approcci soprattutto secondo la mentalità italiana, almeno secondo la mia esperienza, è che certe metodologie vengono relegate agli esperti, ai consulenti

esterni ed ai guru del settore

Page 37: Tuzzi dal cervello al cuore

37/51

Io volevo dimostrare che è sufficiente divertirsi lavorando ed anche le metodologie più estreme si sarebbero potute affrontare anche con

i tecnici di linea (tecnologi)

Certo si trattava di ragazzi svegli, capaci e volenterosi, ma sicuramente non potevano essere indicati come consulenti dai colletti bianchi, con due lauree nel cassetto e noti insegnanti

Page 38: Tuzzi dal cervello al cuore

38/51

Non mi basta ancora

Il fenomeno era già allora brillantemente misurabile dalle strumentazioni specifiche che si trovavano in commercio, parliamo del 1997, per cui sarebbe stato opportuno coinvolgere i tecnici ed

affidare la misura finale a valle dei settaggi del processo ad un idoneo misuratore per leggere risultati esatti

Io volevo portare la misura dal cervello al cuore, anzi … alla pancia

Page 39: Tuzzi dal cervello al cuore

39/51

Per cui decisi di “nominare” uno dei ragazzi come misuratore unico,

incorruttibile e insindacabile

Un esperto, colui che diceva in modo perentorio: questa vernice vale quattro, quell’altra … cinque!

Page 40: Tuzzi dal cervello al cuore

40/51

Certo avremmo aggiunto l’errore della misura nella computazione, ma vogliamo mettere la spinta emotiva che offre il coinvolgimento!

Ricordiamoci della misurazione dell’ambiente in cui ci troviamo, potremmo mai dare risposte assurde?

Abbiamo asserito che vi sono misure facili e oggettive: pesi, volumi, distanze, e vi sono misure difficili, quelle del cuore,

ma … possibili

Page 41: Tuzzi dal cervello al cuore

41/51

Qui si trattava di portare tra le misure del cuore quelle che avevano la “fortuna” di appartenere al cervello, per renderle un po’ più

soggettive ed utilizzarle anche ad altri scopi: creare squadra!

L’esperimento, seppure con un piccolo errore nella misura, fu un successo e l’annoso problema venne risolto in tre giorni

Page 42: Tuzzi dal cervello al cuore

42/51

Bene, ritorniamo adesso al tema del nostro argomento: laformazione ed i suoi effetti

Esiste un rendimento del fenomeno?E’ possibile scrivere un algoritmo consistente che ci forniscal’efficacia di un lavoro così responsabile e molto poco circoscrivibile?Eppure all’inizio abbiamo già mostrato qualche tentativo di misurareperfino l’ostentazione, figuriamoci!

Forse qui un algoritmo può esprimersi nel rapporto tra prodotto edesigenza espressa ma … continuiamo con le domande

Page 43: Tuzzi dal cervello al cuore

43/51

Abbiamo mai pensato di collegare la formazione alle strategie?

Oppure mai pensato di occuparci innanzitutto al prima?

Al prima della formazione stessa per poterla misurare meglio?

Page 44: Tuzzi dal cervello al cuore

44/51

Il punto è proprio questo: sforzarci di trattare con lo stesso approccio anche quegli aspetti che man mano che si allontanano dall’ovvietà per avvicinarsi all’aleatorietà, alla soggettività; nello stesso modo con cui trattiamo le metriche per così dire “semplici”

E tanto più ci avviciniamo a fenomeni non completamente definibili, non circoscrivibili e, anzi, vulnerabili da mille fattori, tanto più

occorre che la nostra inventiva, la nostra immaginazione lavori per rendere scientifico ciò che per sua “fisiologia” non lo è.

Page 45: Tuzzi dal cervello al cuore

45/51

In altre parole è fondamentale che facciamo un passo importante nei confronti della misura in genere

Il più delle volte le metodologie, anche le più tecniche, quelle più sopraffini - come il Six Sigma ad esempio - vengono considerate come un punto di arrivo. Una meta a cui arrivare per considerarci

bravi. Poi possiamo avere un approccio un po’ più corretto: utilizziamo metodi e strategie come strumento per misurare

qualcos’altro

Page 46: Tuzzi dal cervello al cuore

46/51

Dobbiamo fare un passo ancora avanti

Utilizzare le metodologie come mattoni per costruire qualcosa che ancora non esiste. Occorre utilizzare ciò di cui siamo in possesso per

creare metriche nuove, come si utilizzano le lettere di un alfabeto ma facendo lo sforzo ulteriore di creare parole fino a quel momento

inesistenti

Page 47: Tuzzi dal cervello al cuore

47/51

Il problema non è che certe cose non si possono misurare ma è che siamo noi che non riusciamo a misurarle bene

Tutto ciò, in realtà, può essere un rischio a volte

E’ quello che tante volte ci viene chiesto: trasformare i fenomeni in relazioni ed algoritmi. Non vi sto chiedendo di misurare l’amore o la

rabbia quando chiudiamo l’ufficio

Restiamo in azienda per favore

Page 48: Tuzzi dal cervello al cuore

48/51

Noi abbiamo imparato ad andare in bicicletta secondo un approccio “trial and error”. Di certo non abbiamo chiesto ai nostri genitori di

“essere messi in condizione di operare bene”

Ne abbiamo loro chiesto “delle procedure o degli standard per lavorare al meglio”: la stessa cosa ci accade quando “giudichiamo” il prossimo: le misuriamo spesso senza un buon “campionamento” e

senza i corretti strumenti di misura e – scandalo! – senza procedure

Page 49: Tuzzi dal cervello al cuore

49/51

C’è un elaboratore dati da qualche parte del nostro corpo, nel nostro cervello, che si sposta verso la pancia e che istintivamente esegue

comunque un calcolo, un algoritmo

Poi trova delle caratteristiche, sceglie i fattori determinanti ed arriva a delle conclusioni

Internamente facciamo dei calcoli di sicuro da qualche parte

Page 50: Tuzzi dal cervello al cuore

50/51

Cosa c’entra tutto questo con la formazione?

Noi non sappiamo ciò che non sappiamo

se non possiamo esprimere ciò che conosciamo sotto forma di numeri, in realtà non ne sappiamo un granché

se non ne sappiamo molto, cosa possiamo controllare

se non possiamo controllare, siamo alla mercé del cambiamento

Page 51: Tuzzi dal cervello al cuore

51/51

GRAZIE DELLA PARTECIPAZIONEda fabrizio majorana

presentazione curata da carlo tuzzi gennaio 2014