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40 - Avventure nel mondo 2 | 2017 RACCONTI DI VIAGGIO | Belize 26 dicembre 2016 Incontro parte del gruppo già alla stazione di Milano (Simona, Valentina, Stefania e Christian) per iniziare il viaggio con un aperitivo. Si manifesta subito lo spirito godereccio del gruppo e la cosa già ci piace. Io e Christian avevamo programmato di dormire cenare da Alessandro, ma col benestare di quest’ultimo invito anche tutti i presenti, oltre a Fabio che ci raggiunge in taxi. Serata piacevolissima; l’unica pecca è che non eravamo tutti. 27 dicembre 16 La mattina all’alba ci troviamo col “gruppo di New York” (Oriella, Elena, Valeria M oltre ai precedenti) tutti un po’ assonnati ma partiamo. Arrivati a Francoforte incontriamo i 2 partiti da Roma (Cristiano e Mirco) e mi sincero che anche il “gruppo di Houston” (Anna, Caterina, Matteo e Valeria DR) sia partito senza problemi. Arrivati a NY, facciamo una lunga fila a causa dei l’assenza di chioschi elettronici nell’aeroporto di Newark che dovrebbero velocizzare la procedura di immigrazione. Raggiungiamo l’hotel rapidamente e gratuitamente con l’AirTrain aeroportuale e lo shuttle privato della struttura. Lasciamo i bagagli e altrettanto velocemente facciamo il percorso inverso per fiondarsi a Manhattan che con gli addobbi natalizi è un qualcosa che lascia senza fiato. Ci prendiamo un hamburger e poi taxi per rincasare distrutti. 28 dicembre 16 Sveglia alle 5:00, check out e ci dirigiamo in aeroporto. Sbrighiamo le burocrazie aeroportuali di routine e ci imbarchiamo. Come da accordi ci ritroviamo al gate di imbarco per il Belize con i quattro partecipanti che ancora mancavano all’appello. Finalmente siamo tutti e pronti per affrontare questa nuova avventura! Arrivati a Belize City ritiriamo i bagagli e ci mettiamo alla ricerca di Roberto Botes. È con lui che ho organizzato il tour dell’entroterra dei prossimi 3 giorni. Lo troviamo, ci presentiamo e mentre carichiamo i bagagli mi faccio indicare dove sta il negozio di telefonia dell’aeroporto per prendere una SIM card locale. Una volta presa rientro nel pullman insieme agli altri e ci mettiamo in viaggio per Orange Walk Town. Durante il tragitto mi metto in contatto con Cristina, la simpatica coordinatrice del viaggio Da un BELIZE DISCOVERY gruppo Fratini. Testo e foto del coordinatore Andrea Fratini Un paradiso tutto da scoprire www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/9710

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40 - Avventure nel mondo 2 | 2017

RACCONTI DI VIAGGIO | East Africa RACCONTI DI VIAGGIO | Belize

26 dicembre 2016Incontro parte del gruppo già alla stazione di Milano (Simona, Valentina, Stefania e Christian) per iniziare il viaggio con un aperitivo. Si manifesta subito lo spirito godereccio del gruppo e la cosa già ci piace.Io e Christian avevamo programmato di dormire cenare da Alessandro, ma col benestare di quest’ultimo invito anche tutti i presenti, oltre a Fabio che ci raggiunge in taxi. Serata piacevolissima; l’unica pecca è che non eravamo tutti.27 dicembre 16La mattina all’alba ci troviamo col “gruppo di New York” (Oriella, Elena, Valeria M oltre ai precedenti) tutti un po’ assonnati ma partiamo. Arrivati a Francoforte incontriamo i 2 partiti da

Roma (Cristiano e Mirco) e mi sincero che anche il “gruppo di Houston” (Anna, Caterina, Matteo e Valeria DR) sia partito senza problemi.Arrivati a NY, facciamo una lunga fila a causa dei l’assenza di chioschi elettronici nell’aeroporto di Newark che dovrebbero velocizzare la procedura di immigrazione. Raggiungiamo l’hotel rapidamente e gratuitamente con l’AirTrain aeroportuale e lo shuttle privato della struttura. Lasciamo i bagagli e altrettanto velocemente facciamo il percorso inverso per fiondarsi a Manhattan che con gli addobbi natalizi è un qualcosa che lascia senza fiato. Ci prendiamo un hamburger e poi taxi per rincasare distrutti.28 dicembre 16Sveglia alle 5:00, check out e ci dirigiamo in aeroporto. Sbrighiamo le burocrazie aeroportuali

di routine e ci imbarchiamo. Come da accordi ci ritroviamo al gate di imbarco per il Belize con i quattro partecipanti che ancora mancavano all’appello. Finalmente siamo tutti e pronti per affrontare questa nuova avventura!Arrivati a Belize City ritiriamo i bagagli e ci mettiamo alla ricerca di Roberto Botes. È con lui che ho organizzato il tour dell’entroterra dei prossimi 3 giorni.Lo troviamo, ci presentiamo e mentre carichiamo i bagagli mi faccio indicare dove sta il negozio di telefonia dell’aeroporto per prendere una SIM card locale.Una volta presa rientro nel pullman insieme agli altri e ci mettiamo in viaggio per Orange Walk Town. Durante il tragitto mi metto in contatto con Cristina, la simpatica coordinatrice del viaggio

Da un BELIZE DISCOVERY gruppo Fratini.

Testo e foto del coordinatore Andrea Fratini

Un paradiso tutto da scoprire

www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/9710

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Avventure nel mondo 2 | 2017 - 41

RACCONTI DI VIAGGIO | Belize RACCONTI DI VIAGGIO | Belize

Da un BELIZE DISCOVERY gruppo Fratini.

Testo e foto del coordinatore Andrea Fratini

Belize Solo, che arrivando un paio d’ore prima di noi, si è gentilmente offerta di prenderci i biglietti del water taxi facendoci risparmiare più di un’ora di viaggio e grazie all’intervento di Roberto abbiamo anche risparmiato il 20% sull’acquisto degli stessi.Passiamo prima dal ristorante per scegliere il menù, nella speranza (vana) che facciano prima a servirci. Successivamente ci rechiamo in hotel per doccia e scarico bagagli e poi di nuovo al ristorante per cena. Il cibo è buono, il servizio è lento, ma la cosa più curiosa è che per gruppi di oltre 7 persone c’è l’obbligo di pagare un 10% di servizio; una sorta di bizzarro “sconto a volume” ma al contrario.Nel ristorante ci sono anche gli altri due gruppi, quindi colgo l’occasione di rendere i soldi a Cristina prendendo in cambio i biglietti. Torniamo all’hotel cotti, ma prima di salutarci scegliamo il menù per la colazione, con lo stesso criterio del ristorante, ossia, la sempre più vana speranza di accelerare i tempi.29 dicembre 16Anche stanotte mi sveglio alle 4:00 a causa del fuso e sento che la pioggia cade pesante fino a mattina. Ne approfitto per prepararmi le cose per l’indomani.Finalmente è l’ora di scendere per colazione e aiuto l’inserviente a velocizzare il servizio. Dopo aver ottenuto la gratuità per la colazione del tour leader (ovviamente ripartita tra il gruppo), pago tutto e partiamo alla conquista di Lamanai!Il viaggio in barca all’inizio spaventa il gruppo perché non ancora avvezzi alla pioggia battente, ma una volta partiti piano, piano, smettono di pensarci, concentrandosi sul divertimento assicurato dal nostro “pilota”.Durante il tragitto di circa un’ora ci dice che nel

fiume ci sono i coccodrilli (non per niente Lamanai significa “acqua dei coccodrilli”) ma vuoi per la velocità da rally e vuoi per altri fattori, non riusciamo a vederne nemmeno uno.Visitiamo il sito in un paio d’ore facendo un po’ di foto e scalando la vetta della piramide Maya da cui godiamo di una splendida visuale, il tutto accompagnato dalle grida delle scimmie urlatrici. Ne vediamo 5 in cima ad un albero, ma sono troppo lontane per poterle apprezzare. Torniamo indietro con la barca ma prima di scendere cerchiamo di vedere una scimmia urlatrice da vicino e ci riusciamo. Davvero graziosa. Tornati al molo, mangiamo il cibo preparato alla buona con prodotti freschissimi, tra cui una micidiale insalata a base di piccantissimo habanero.

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RACCONTI DI VIAGGIO | Belize

Tutto squisito ma con quantità limitate. Finito il pranzo ci rimettiamo in viaggio per raggiungere San Ignacio.Chiedo al gruppo se vuole fare una sosta per un cocco fresco, e sento alcuni laconici sì. Subito dopo chiedo se hanno voglia di allungare l’acqua di cocco con del rum e scatta la hola! Detto fatto, ci fermiamo prima da un chioschetto di liquori a prendere 4 boccette di rum e poi da “dick head”, il nome di un chiosco in cui prendiamo 8 cocchi. Il gruppo si sta caricando. Tornati a bordo attacco la chiavetta MP3 allo stereo del minivan e la festa ha inizio! Anche l’autista Roberto si scatena su alcuni pezzi. A questo punto c’è bisogno di un rinforzino e quindi chiedo di fermarci ad un supermarket dove compriamo una cinquantina di Belikin (le birre nazionali) che finiamo prima di arrivare a San Ignacio. Oramai il gruppo è così su di giri che ci dispiace quasi essere giunti a destinazione.Quasi a malincuore scendiamo e prendano possesso delle camere dell’hotel che avevamo scelto, situato fuori dal centro ma davvero molto grazioso. Doccia e poi in bus verso il ristorante suggerito da Roberto. Il ristorante dove mangiamo abbastanza bene è decisamente informale e fortunatamente questa volta non troviamo nel conto lo spiacevole sovrapprezzo del servizio. Decidiamo di fare lì colazione la mattina dopo, quindi prenoto il cibo concordando di essere lì alle 6:30, 30 minuti prima del l’orario ufficiale d’apertura. Questo ci farà guadagnare tempo consentendoci di fare una sosta in più alla Riserva forestale del monte Pine Ridge. Tornati in hotel alcuni decidono di andare a ballare e Roberto si occuperà del loro trasporto (suggerisco ai “ballerini” di tenerne conto il giorno della mancia), gli altri invece restano in hotel a far due chiacchiere fino al rientro degli altri sorseggiando chi birra e chi dell’ottimo rum.30 dicembre 16Facciamo colazione nel ristorante di ieri sera dove ho chiesto di farmi trovare 32 birre. 2 a testa dovrebbero essere sufficienti per la mattinata, nell’attesa che aprano i mini market con prezzi più convenienti. Dopo colazione ripartiamo fermandoci lungo la strada solo per comprare due caschi di banane per un dollaro americano e poi la musica ad alto volume ci accompagnerà fino alla nostra prima meta. La strada per arrivare è dissestata ma il verde panorama è piacevole da guardare.Arriviamo al complesso archeologico di El Caracol dove Il nostro autista/guida Roberto ci dà prima una panoramica del complesso tramite il plastico situato alla destra della biglietteria, dopo di che iniziamo il tour finalmente sotto il tanto desiderato Sole. La traversata è stata lunga ma è valsa la pena visitarlo. Dopo aver pranzato il gruppo parallelo di Luca ha un imprevisto: il loro van non riesce a partire e si sente una forte puzza di bruciato. La frizione? Boh. Fatto sta che 5 li carichiamo con noi, 2 in una jeep e gli altri 9 in un minivan. Alla guida del nostro van

c’è un cambio, a Roberto subentra “il capitano”, un pittoresco amico di Roberto nonché autista/guida del gruppo di Luca.Roberto nel mentre cerca una soluzione per recuperare il van bloccato al sito. Dopo alcune telefonate lasciamo Roberto ad un incrocio e proseguiamo il tour come da programma con i nostri nuovi 5 ospiti.La prima fermata è Rio on Pools un luogo scenografico per le foto ma anche per il bagno. Ma dato che abbiamo deciso di visitare anche le cascate

di Big Rock ripartiamo perché è la che andremo a fare il bagno. Le cascate hanno una forza da non sottovalutare, quindi suggerisco al gruppo di non nuotare nella piscina ai piedi della cascata per evitare che la corrente li spinga sulle rapide rocciose. Altri si dilettano con tuffi dagli scogli più bassi. Dopo un oretta ripartiamo. A metà strada il van si ferma, ma

dopo pochi secondi di panico riparte.Giornata faticosa, ma appagante. Il viaggio di rientro a San Ignacio termina alle 18:30 come al solito accompagnato da birra e snack. Mangiamo così tanto che decidiamo di posticipare la cena alle 20:00 e di farla nello stesso locale di ieri visto che le alternative in città sono più care e che tutto sommato ci siamo trovati bene.31 dicembre 16Sveglia alle 6:15, raccolta soldi per la mancia di Roberto e poi andiamo a far colazione nel solito posto. Facciamo il carico di birre per noi è per le nostre 4 nuove ospiti che non vorrebbero più lasciare il nostro gruppo. Lungo la strada raccattiamo Orlando che è una delle guide autorizzate che ci accompagnerà nella strepitosa escursione odierna.

I requisiti per la visita di Actun Tunichil Muknal sono: maglietta (possibilmente termica), short (no bikini), un paio di scarpe da scoglio è un paio di calzini (da indossare nelle zone sacre). Tutto il resto, inclusa la macchina fotografica di qualunque genere, va lasciato nel pullman. Una volta arrivati ci dividiamo in 2 gruppi da 8, ognuno di essi capitanati da una guida autorizzata. I primi 45 minuti li passiamo con un trekking sul fango (a causa delle forti piogge) e con 3 guadi del fiume con diverse profondità, mentre l’ora successiva la passiamo all’interno di una grotta in cui effettuiamo torrentismo è una visita di questo sito archeologico sepolcrale.Senza ombra di dubbio è l’escursione top dell’entroterra del Belize.Il gruppo è esaltato e averla lasciata come ultima tappa è stata un’ottima scelta.Ci aspettano due ore di pullman per raggiungere il porto di Belize City. Nonostante la sosta per il carburante riusciamo a prendere il water taxi delle 16:30 anziché quello delle 17:30 guadagnando così un’ora sull’arrivo a Caye Caulker. La traversata in acqua dura 45 minuti senza soste intermedie. Arrivati sul’isola scarichiamo i bagagli e ci incamminiamo verso l’hotel che dista una decina di minuti a piedi.Mentre lascio tutti a fare la doccia vado a confermare, pagare e definire la nostra mini crociera in tenda dei prossimi tre giorni. Tutto fatto, a questo punto andiamo a mangiare l’aragosta in uno dei pochi ristoranti ancora aperti e disponibili ad accettarci alle 20:30.Siamo distrutti e lo si capisce dal fatto che a fine cena cala un po’ il silenzio, quindi decidiamo di muoverci velocemente al Lazy Lizard dove sono già radunati tutti i giovani più “di tendenza” e “trasgressivi” dell’isola.Alla mezzanotte brindiamo con 2 bottiglie di spumante e con un paio di panettoni portati dall’Italia (di cui uno senza glutine per Anna ... cosa non si fa

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RACCONTI DI VIAGGIO | Belize

per i propri compagni di viaggio!). Poi mentre un gruppo rientra l’altro resta a far bisboccia fino alle due di notte.1 gennaio 16Colazione parca ma dignitosa alle 8:30 in hotel. Alle 9:30 ci rechiamo al molo per partire con la nostra mini crociera. Compriamo un paio di casse di birra extra, scegliamo l’equipaggiamento da snorkeling, e poi aspettiamo parecchio tempo per salpare accompagnati dalla ciurma composta dal gentilissimo mozzo e pescatore Jordan che parla spagnolo, dal bravo timoniere Ian che parla inglese e dal tanto mitico (leggasi folle) quanto incomprensibile cuoco e capitano Harry che parla creolo.Finalmente partiamo. Gioia alle stelle. Prima sosta al Caye Chapel acquarium per lo snorkeling con un fondale in cui si trovano diversi coralli e pesci tropicali. Niente di eccezionale ma comunque è un buon inizio. L’imbarcazione riprende il suo cammino su un mare leggermente ondoso che ci innaffia a tratti. La metà di oggi è Goff’s Caye un’isola deserta tutta di rena con 10 alberi di numero, posta al centro di una barriera corallina.Arrivati invito il gruppo a montare le tende, dando alcune dritte a coloro che non l’avevano mai fatto. Riusciamo a montare tutto alla meno peggio prima che faccia buio, e nell’attesa della cena ci godiamo un cielo stellato pazzesco.Ci aspetta una cena luculliana a base di aragoste (rigorosamente una a testa) catturate la sera prima a Caye Caulker da Ian, il pesce catturato nella precedente pausa snorkeling da Jordan e poi riso e verdure a profusione; in assoluto la nostra miglior cena.Una volta terminata, la ciurma organizza una bizzarra gara di paguri, gli unici abitanti dell’isola, e poi tutti intorno al fuoco per un po’ di sano cazzeggio.All’approssimarsi della mezzanotte, chi prima chi dopo, si decide di tentare di dormire. La notte è ventosa ma clemente, zero pioggia, quindi anche chi ha dimenticato le cose fuori (nonostante le raccomandazioni...) non ha problemi, se non quello di aver dormito chi poco, chi nulla.2 gennaio 16Alle prime luci esco per andare a fare snorkeling, ma la barca non è ancorata al molo, bensì un po’ a largo, quindi per recuperare pinne, maschera e boccaglio devo prima raggiungere la barca per poi arrampicarmi in perfetto stile uomo ragno visto che la scala non era giù, bensì posta in orizzontale.Sto un’oretta a mollo ma il lato dell’isola che esploro è quello interessato dalle correnti, quindi l’acqua è torbida. Trovo coralli e branchi di pesci a colazione ma niente di imperdibile. Fabio invece si immerge nella parte sottovento dell’isola trovando una manta (magari una delle tre che ci hanno accolto all’arrivo), ma soprattutto un’acqua più tranquilla. Uscito dall’acqua invito il gruppo a rimettere a posto il materiale da campeggio e di collocarlo all’inizio del molo.Sollecito la ciurma a portarci la colazione e dopo poco arrivano frutta, würstel, uova strapazzate e “fried jack” (una buonissima e soffice pasta fritta). I ritmi della ciurma sono veramente rilassati, quindi invito prima i ragazzi a darmi mano per caricare

tutto il materiale delle tende in barca, poi tutti quanti a sistemare le proprie cose prima negli zaini e poi quest’ultimi nella barca. In qualche modo riusciamo a partire in orario. Ci aspetta una sosta per lo snorkeling a Colson Reef prima di raggiungere Tobacco Caye. La barriera qui è decisamente bella e ricca di pesci. Io vado a pescare con la fiocina insieme a Jordan, o per meglio dire vado a fargli da assistente perché mentre io ho preso un solo pesce lui riesce a prenderne oltre venti. Durante l’immersione ci imbattiamo in uno splendido ed elegantissimo esemplare di raya pinta (o spotted eagle ray in inglese) di oltre un metro e mezzo di apertura alare.Dopo quasi un’ora io rientro in barca per mangiare con gli altri il delizioso pasto preparato da Harry lasciando pescare Jordan con più tranquillità. Al suo rientro prova ad insegnarmi come si tolgono i molluschi dalle conchiglie e a pulirli. Stesso risultato della pesca: nel tempo in cui io ne completo una, lui ne avrebbe fatte 50! Conn quei molluschi ci prepareranno un delizioso ceviche.Finito di pranzare ci dirigiamo verso Tobacco Caye dove avremo l’opportunità di fare un’altra uscita per lo snorkeling. L’isola è graziosa, conchiglie ornamentali ovunque (tutte con la fessura che Jordan mi aveva insegnato a fare per l’estrazione del mollusco). Un bar che serve da bere con musica a tutto volume, alcune casette e un campo da beach volley dove ci accampiamo. Ceniamo col nostro delizioso pesce e dopo due chiacchiere andiamo a dormire.3 gennaio 16Alle 6:00 mi alzo per l’immersione all’alba; la più bella del viaggio. La flora non è un gran che ma la fauna è incredibile. Avvisto razze caraibiche di tutte le dimensioni, tre splendidi e grossi esemplari di murena di color verde acceso, pesci scorpione, barracuda, granchioni, fini stelle marine, un polpo con i suoi piccoli e una gran quantità di aragoste.Invito gli altri ad aggregarsi e qualcuno lo fa. Alle 7:45 iniziamo a smontare le tende per accelerare l’arrivo della colazione. Una volta terminato carichiamo su un backpacker francese a cui ho chiesto in cambio solo una cassa di birra per gruppo. Niente si crea, niente si distrugge, tutto si negozia!Dopo un paio d’ore facciamo una sosta per lo snorkeling dove siamo guidati da Jordan. Il fondale è più bello di quello di stamani ma con meno pesci, anche se tra le tante, avvistiamo alcune razze particolarmente grandi.La ciurma inizia a prepararci il pranzo e abbiamo già l’acquolina in bocca, acquolina che dopo poco viene ricompensata. Dopo questa sosta di circa tre ore, a nostro malincuore, ci

rimettiamo in viaggio in direzione di Caye Caulker. Ora prevista di arrivo mezzanotte! Ieri sera avevo informato l’hotel del nostro arrivo anticipato per farci trovare pronte le chiavi; qualche ora di sonno su un

letto abbiamo voglia di farcela tutti. Inoltre, visto che con lo staff degli EZ boys ci siamo trovati bene ho concordato con loro di effettuare lo snorkeling di domani anziché con la persona che avevo contattato dall’Italia. Avremmo dovuto fare un’ulteriore sosta snorkeling ma alla fine il capitano tira dritto. Pazienza. Arriva il tramonto. Facciamo foto e selfie. Arrivano le stelle. Ci mettiamo ad ammirarle.

Arriva il freddo. Ci copriamo accostati l’un l’altro. Finisce la benzina. Ci mettiamo a ridere come matti. È da queste piccole cose che misuri la coesione e la bellezza di un gruppo. Fortunatamente dopo non molto arrivano i rinforzi con le taniche e ripartiamo.Evitando di arrivare a Placencia (cenando li) risparmiamo circa 7 ore e saltando l’ultima sosta un altro paio, quindi riusciamo ad attraccare a Caye Caulker alle 22:00.Rientrati prendo le 4 nostre stanze al solito hotel più un’altra per Federica, la partecipante di un gruppo parallelo che abbiamo adottato.Mangiamo un cheese burger nell’unico locale aperto a quest’ora e poi andiamo a letto devastati dalla stanchezza.4 gennaio 16La mattina mi sveglio presto per discutere col diving del tour di immersioni prenotato per l’indomani. Avevano fatto un po’ di casino con gli acconti, ma quello che importa è il totale e tutto si aggiusta. Oriella, che avrebbe dovuto immergersi, ha la febbre, quindi concordo con Cristina, la coordinatrice di uno dei due viaggi paralleli di sostituirla facendo entrambe felici: la prima perché non perde l’acconto e la seconda perché partecipa ad un tour bello ed economico senza aver perso tempo a cercarlo durante il giorno che aveva pianificato come libero per il suo gruppo.Fatto questo vado a pagare all’agenzia Tsunami la quota del volo sul Blue Hole del pomeriggio. Infine

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porto il gruppo ad effettuare il tour di snorkeling a Hol Chan e Shark Ray Alley. La prima sosta ha luogo nel miglior reef incontrato, sia per flora che per fauna, il secondo invece è un vero e proprio tuffo al cuore, un bagno letteralmente in mezzo a una decina di squali nutrice, impossibile non sbatterci addosso, erano ovunque, senza poi parlare delle razze! Una me la sono trovata sulla schiena. Questo si colloca tra i ricordi più vividi del viaggio. In questo momento di pura adrenalina, Fabio ha la brillante idea di molestare gli squali mettendogli la mano davanti alla bocca, fino a che uno non lo morde lasciandogli vari tagli ma ancora la mano attaccata al polso. Finita l’immersione saluto le nostre due ospiti di altri due gruppi e con altri quattro ci fiondiamo a fare il volo sul Blue Hole. Per chi non ha mai fatto un volo simile, quest’esperienza è davvero adrenalinica, ma in ogni caso, vedere quell’enorme buco blu in mezzo al mare è un’emozione per tutti.Finito il volo organizziamo la cena in un ristorante che ce la serve su un tavolo in spiaggia, alla cena si aggiunge una viaggiatrice in solitaria di mia conoscenza che per puro caso si trovava a passare proprio da Caye Caulker.Dopo questo simpatico incontro molti di noi vanno a letto perché l’indomani faremo le nostre prime immersioni degne di questo nome.5 gennaio 16Sveglia alle 5:30 per me, Fabio e Alessandro al fine di raggiungere il diving qui a Caye Caulker in tempo per la colazione prima della partenza. Mentre Simona, Valentina e Valeria DR, dovranno prendere il water taxi in quanto il loro first dive viene gestito solo dai diving di San Pedro. Il resto del gruppo andrà a San Pedro per passare il pomeriggio insieme. Alcuni proveranno anche le moto d’acqua.La mia buddy per le immersioni è Cristina, che scopro essere un’esperta sub, è davvero un piacere andare giù con lei. Gli altri due, li molesto un po’ chiedendogli sistematicamente quanta aria avessero; l’ultima cosa che vorrei è che si verifichino imprevisti. Ad ogni immersione migliorano il consumo d’aria quindi

per il giorno dopo mi tranquillizzo.In parallelo le tre ragazze fanno la loro prima esperienza sott’acqua e mi raccontano che tolte le prime difficoltà hanno trovato la cosa entusiasmante. Una di loro ha deciso di prendere il brevetto più avanti. Son contento di averle fornito lo stimolo per una sua nuova passione.Rientriamo tutti alle 16:00 e con Cristina decidiamo di fare anche l’immersione notturna. Con noi si aggrega un americano per raggiungere il numero minimo di partecipanti (3). Ottima immersione piena di polpi in giro sui coralli e razze giganti che riposavano al suolo (fino al nostro arrivo). All’andata ci godiamo un bellissimo tramonto e al ritorno il solito superbo cielo stellato.Fatto 30 facciamo anche 31, e Cristina la ospitiamo pure a cena in un tranquillo ristorantino la cui specialità sono le aragoste.Ci salutiamo e un po’ stanchini, ma soddisfatti, andiamo a letto.6 gennaio 16Ultimo giorno di escursioni in Belize. Ahimè. Io e gli altri due facciamo l’immersione al Blue Hole. Come avevo anticipato a tutti, l’immersione in sé, serve giusto per vantarsi di esserci stati, perché tolto il colonnato di stalattiti e stalagmiti che si trova poco sopra i 40 metri e uno splendido corallo tubolare ricamato da tantissime stelle marine non c’è molto altro da vedere; la fauna è scarsa.Cosa diversa per le altre due immersioni, ossia quella di Half Moon Wall e quella di Long Caye Acquarium, le migliori di tutto il viaggio per la ricchezza di flora e fauna. Nell’isola che da il nome al primo reef, ci fermiamo per la pausa pranzo scoprendo un’isola meravigliosa, fatta di iguana, di un area in cui le tartarughe da giugno a novembre vengono a deporre le uova, una comunità di red-footed booby (o sula

piedirossi) e di altri uccelli che gonfiano a dismisura la loro rossa gola per attirare le femmine. L’isola è splendida, prendo qualche informazione che poi girerò ad un’altra coordinatrice con cui mi ero sentito prima di partire e che trovo al mio rientro a Caye Caulker con il resto del mio gruppo che nel frattempo aveva deciso di fare un giro in barca a vela su un’altra isola deserta insieme al mitico Jordan, a cui regalerò i miei guanti da sub visto che gli piacevano tanto.Siamo a pezzi perché chi più chi meno, abbiamo dato davvero tanto in questo viaggio, ma niente ci ferma

dall’organizzare l’ennesima cena tutti insieme. Prenoto il posto di ieri le cui aragoste erano davvero deliziose.Dopo aver ricevuto quanto ordinato da bere, con mia gran sorpresa e immensa gioia, tra applausi e grida, il gruppo mi consegna un pacchetto al cui interno trovo una maglietta del Belize con tutte le loro firme e la scritta “Siamo ragazzi fortunati perché ci hai regalato un sogno - Belize discovery”. Mi si riempie il cuore. Sono

stati degli encomiabili compagni di viaggio, i partecipanti ideali che ogni coordinatore vorrebbe avere. Pronti ad affrontare nuove avventure con entusiasmo, anche quelle votate a maggioranza ma non all’unanimità, persone in gamba che hanno collaborato, ognuno a modo suo all’organizzazione e alla riuscita del viaggio, persone simpaticissime con cui passare divertenti giornate e serate. Un gruppo così coeso che si sarebbe trovato bene in qualunque luogo, ma aver avuto il Belize come cornice del nostro quadro di viaggio ha reso unici e indelebili questi emozionanti 12 giorni per ognuno di noi.7 gennaio 16Il giorno del rientro solitamente è fiacco e noioso, ma questo gruppo creativo farà di tutto per tenermi vigile.Anna, Matteo, Caterina e Valeria DR partono col water taxi delle 6:30, mentre io con restanti prendiamo quello delle 10:30, dopo aver fatto colazione e comprato gli ultimi souvenir. Nonostante le raccomandazioni di controllare ognuno il proprio volo, arrivati in aeroporto scopro che Mirco e Cristiano avrebbero dovuto prendere il volo precedente, quindi grazie alla gentilissima collaborazione di una ragazza della United Airline, riesco a farli partire comunque sebbene Mirco sia ancora in lista d’attesa nella tratta Houston-Francoforte. Corsa a Houston verso il gate di imbarco per non perdere posizioni nella lista d’attesa. Lo sforzo è stato premiato, anche Mirco riesce ad entrare nel volo. Anche a Francoforte non mancano gli imprevisti, tipo chi lascia il bagaglio in un terminal ma si imbarca in un altro o chi esce dall’aeroporto senza passaporto. Sembra incredibile, ma tutti riusciamo a rientrare nelle proprie dimore. I messaggi FB e WA si sprecano e già pensiamo al prossimo viaggio...

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