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Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza agli anziani UNEBA VENETO E URIPA RASSEGNA STAMPA VENETA 13- 20 NOVEMBRE 2010 Sommario Regione Anziani a pag 7 Sernagiotto: non tollero aumenti delle rette nelle case di riposo superiori all' 1,6%. Nelle case di riposo troppo personale amministrativo Disabili a pag 9 Cervellin protesta contro controlli Inps ai disabili congeniti Materne a pag 10 Nuovi criteri per l'erogazione dei fondi regionali alle scuole d'infanzia non statali in Veneto Sociale a pag 11 Sernagiotto presidente della rete Elisan Sanità a pag 12 Coletto nomina commissione per uniformare i criteri di stesura del bilancio delle Ulss a pag 13 Meno scarto pro capite tra le Asl nel nuovo riparto. Ci rimettono Belluno, Feltre, Rovigo e Adria a pag 14 Riparto fondi Ulss, si va verso i costi standard a pag 16 Coletto: presenterò' a gennaio il riparto dei fondi alle Ulss per il 2011. Faranno testo i costi delle Ulss 4,7,9 a pag 17 Cena di Galan con alcuni direttori generali delle Ulss. Gossip. BELLUNO Anziani a pag 18 Mostra fotografica sugli anziani della casa di riposo di Trichiana a pag 19 Meno personale alla casa di riposo di Cavarzano, il Comune di Belluno sfora il patto di stabilità e non può assumere Disabili a pag 20 Alla piscina di Agordo sollevatore e attrezzature per la rieducazione funzionale Materne a pag 21 35 mila euro da Fondazione Cariverona per il nido parrocchiale di Cortina a pag 22 La scuola materna di Farra di Feltre chiede 500 euro a ciascun sostenitore Sociale a pag 23 Più posti letto che impegnative nelle strutture dell'Ulss 1 a pag 24 Ulss 1: gli anziani rinunciano ai posti che si liberano in casa di riposo. Per i disabili servirebbero 40 posti letto in più Uripa – Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza agli anziani www.uripa.it [email protected] Uneba Veneto - Unione nazionale di istituzioni e iniziative di assistenza sociale www.uneba.org [email protected] 1 DI 102 Torna al sommario

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Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza agli anziani

UNEBA VENETO E URIPARASSEGNA STAMPA VENETA13- 20 NOVEMBRE 2010

Sommario

RegioneAnziania pag 7 Sernagiotto: non tollero aumenti delle rette nelle case di riposo superiori all' 1,6%. Nelle case di riposo troppo personale amministrativoDisabilia pag 9 Cervellin protesta contro controlli Inps ai disabili congenitiMaternea pag 10 Nuovi criteri per l'erogazione dei fondi regionali alle scuole d'infanzia non statali in VenetoSocialea pag 11 Sernagiotto presidente della rete ElisanSanità a pag 12 Coletto nomina commissione per uniformare i criteri di stesura del bilancio delle Ulssa pag 13 Meno scarto pro capite tra le Asl nel nuovo riparto. Ci rimettono Belluno, Feltre, Rovigo e Adriaa pag 14 Riparto fondi Ulss, si va verso i costi standarda pag 16 Coletto: presenterò' a gennaio il riparto dei fondi alle Ulss per il 2011. Faranno testo i costi delle Ulss 4,7,9a pag 17 Cena di Galan con alcuni direttori generali delle Ulss. Gossip.

BELLUNOAnziania pag 18 Mostra fotografica sugli anziani della casa di riposo di Trichianaa pag 19 Meno personale alla casa di riposo di Cavarzano, il Comune di Belluno sfora il patto di stabilità e non può assumereDisabili a pag 20 Alla piscina di Agordo sollevatore e attrezzature per la rieducazione funzionaleMaternea pag 21 35 mila euro da Fondazione Cariverona per il nido parrocchiale di Cortinaa pag 22 La scuola materna di Farra di Feltre chiede 500 euro a ciascun sostenitoreSocialea pag 23 Più posti letto che impegnative nelle strutture dell'Ulss 1a pag 24 Ulss 1: gli anziani rinunciano ai posti che si liberano in casa di riposo.Per i disabili servirebbero 40 posti letto in più

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Sanitàa pag 25 Presentato il Piano di zona dell'ulisside 1: “di più per adolescenti e famiglie, meno per gli anziani”a pag 26 Ridotti i trasferimenti regionali a Ulss 1 e Ulss 2, ma l'una tantum compensa a pag 27 Angonese passa alla Ulss 4 di Thienea pag 28 Compostella nuovo direttore generale dell'Ulss 1

PADOVAMaternea pag 29 Ancora proteste di Comuni e materne paritarie contro lo Stato che tagliaa pag 30 Il Comune promette fondi, ma la materna di Pionca di Vigonza non cancella l'ipotesi di chiusuraa pag 31 Al nido parrocchiale di Piombino Rese installato un purificatore dell'aria da 985 euroSanitàa pag 32 Usb protesta contro Ulss 17 che appalta servizi ai privati

ROVIGOAnziania pag 33 Scarparo del Csa di Adria non si dimette ed attacca il sindaco dimissionarioa pag 34 L'assessore provinciale Brusco spiega ai famigliari come rifiutarsi di pagare l'integrazione per le rette della casa di riposoa pag 35 Che ne è stato del progetto di casa di riposo a Ceregnano?A pag 36 Comitato dei famigliari della Casa del sorriso di Badia Polesine presenta la sua attività: abbiamo evidenziato il problema dell'aumento delle rettea pag 37 Il Comitato Familiari della Casa del Sorriso di Badia Polesine chiede attenzione e più cautela nelle spesea pag 38 Rifondazione insiste: i familiari degli ospiti devono avere più peso decisionale in casa di riposo ma non devono pagare la rettaa pag 40 Il presidente della casa di riposo di Badia Polesine attacca il Comitato dei familiariDisabili a pag 41 56% di ribasso per l'appalto per i lavori alla Ulss 18 compreso nuovo ceoda pag 42 Nuovo progetto di sport per disabili in provincia di RovigoSocialea pag 43 Bando di Csv di Rovigo sulle reti di coordinamento del volontariatoa pag 44 Pagelle degli utenti e delle associazioni ai servizi del volontariato rodiginoa pag 45 Convegno sui tagli ai fondi per disabili e al sociale nella Ulss 18Sanitàa pag 46 Brusco: ecco la prova che la Lega ha autorizzato sprechi nella Ulss 18

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TREVISOAnziania pag 47 Il sindaco di Vedelago contro il criterio dell'anzianità per assegnare i posti per non auto, che penalizzerebbe la casa di riposo di Vedelagoa pag 48 Sulle case di riposo la conferenza dei sindaci Ulss 8 non decidea pag 49 Anche 20 studenti delle superiori e un 89enne si diplomano volontari con gli anziani grazie al corso Israaa pag 51 Il Comune di Villorba dà 192 mila euro per tre anni di assistenza domiciliare alla casa di riposo Marania pag 52 La casa di riposo di Oderzo contro il blocco del patrimonio delle Ipab voluto da Sernagiotto: “abbiamo i conti in attivo e stiamo per costruire la nuova sede”a pag 53 Scontro legale sulla nomina del presidente della casa di riposo di Sileaa pag 54 Il centro per anziani Sartor affida i pasti a cooperativa in attesa dell'adeguamento delle cucine, i dipendenti protestanoa pag 55 Casa di riposo di Castelfranco dà un nucleo in gestione a cooperativa, i dipendenti protestanoa pag 56 Non arriva la decisione sul nuovo cda per la casa di riposo di Paesea pag 57 Ricorso al Tar sull'aggiudicazione dei lavori del Bon Bozzolla di Farra di Soligoa pag 58 Ponte di Piave, contestata vendita di villa a Insieme si PuòDisabili a pag 59 Protesta davanti all'Inps di 9 associazioni di disabili a pag 60 Aido porta i ragazzi down a raccogliere le olive e preparare l'olio. Prosegue il progetto di realizzare un agriturismo gestito da persone downa pag 61 Vendemmia dell'Aipd nei vigneti di Giorgio Cecchetto: sesta edizionea pag 62 Esempi di disabili che si prendono l'autonomia raccontati dall'associazione Grinta e coraggioMaterne a pag 64 Rischio chiusura per 200 scuole materne parrocchialia pag 65 Le materne parrocchiali consegneranno le chiavi al prefettoa pag 66 Tagli alle materne, lettera di don Carlo Velludoa pag 67 Per le materne paritarie l'incertezza resta: quando ci arriveranno i soldi?A pag 68 Materna da 1,35 milioni a Zero Branco, approvato il progettoa pag 69 Per debiti e passività rischia di chiudere il nido parrocchiale di Orsagoa pag 70 Fotovoltaico su tutte le scuole di Casiera pag 71 Inaugurazione del centro infanzia di Paesea pag 72 Cappella Maggiore d 70 mila euro all'anno ai suoi due asili paritariMinoria pag 73 Convegno su adolescenti e suicidio alla Fondazione BernardiSocialea pag 74 Il Cesana Malanotti gestirà assistenza ad anziani in residence costruito dal comune di Vittorio Veneto e dall'impresa Tonon

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VENEZIAAnziania pag 75 Donazione della Cassa di risparmio di Venezia all'hospice dell'ipab Monumento di San DonàMaternea pag 76 Servono 750 mila euro per la nuova materna di MalcontentaSocialea pag 77 Dibattito sulla cittadella sociosanitaria a Cavarzere. Il presidente dell'Ipab: l'accordo ci serve per ricevere un vitale contributo regionalea pag 78 Studenti di 15 scuole superiori volontari con minori e disabili grazie a Con-tatto

VERONAAnziani a pag 79 Nuovo progetto di lavori da 2,9 milioni all'ipab di Arcole: previsti anche spazi per ricoveri di sollievoa pag 80 San Martino Buon Albergo premia Umberto Venturi, volontario della casa di riposo San GiuseppeDisabili a pag 86 Coop Azalea gestisce albergo e ristorante che danno opportunità di lavoro a disabili Materne a pag 81 100 anni della materna parrocchiale di Colognolaa pag 82 Comitato di gestione & commissario, liti sulla gestione della scuola materna di Cavalca sellea pag 83 Nuovo direttivo del comitato di gestione della scuola d'infanzia don Ulisse Bertoldi di Sant'AmbrogioMinoria pag 84 “Spazio famiglia” gratuito apre a Mozzecane per chi ha figli 1-3 anniSocialea pag 85 A San Pietro in Cariano laboratori di “ginnastica mentale” con l'Associazione Alzheimer Veronaa pag 88 Convegno su don Giuseppe Girellia pag 89 Indagine sul gradimento dei servizi del Csv di Veronaa pag 90 Porte aperte ai centri diurni per sofferenti psichici dell'Ulss 21a pag 91 Concorso per le scuole su Comboni Sanitàa pag 92 40 assunzioni all'ospedale di Zevio che deve divenire polo riabilitativo provincialea pag 93 Servizio di interprete al telefono negli ospedali Ulss 21

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VICENZA Anziania pag 94 Il presidente dell'Ipab di Vicenza chiede alla Regione di sbloccare le alienazioni per ovviare alle spese post alluvionea pag 96 Nuovo Consiglio d'amministrazione per la casa di riposo di DuevilleDisabili a pag 97 Distrutta dall'alluvione la sede del Gruppo educativo territoriale per disabili di CresoleMaterne a pag 98 Le suore lasciano la gestione della materna di Nove, subentra il Comune ma non sarà una scuola pubblicaSocialea pag 99 Villa Serena organizza incontri di riflessione culturale sulla vecchiaiaSanitàa pag 100 Curriculum e progetti di Angonese, nuovo direttore generale della Ulss 4a pag 101 Mancano le promesse assunzioni, si incrinano sempre più i rapporti dei sindacati con l'Ulss 6

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REGIONE ANZIANIGazzettino 12 novembre

Sernagiotto: non tollero aumenti delle rette nelle case di riposo superiori all' 1,6%. Nelle case di riposo troppo personale amministrativo

Per carità non chiamatela rivoluzione, per l’assessore al sociale della regione Veneto, Remo Sernagiotto, è solo la risposta ad un bisogno. «Ho osservato il sistema, ma soprattutto ho guardato le proiezioni e c’è poco da scherzare: bisogna intervenire». Il Veneto invecchia con una velocità che spaventa: oggi in Veneto gli anziani non autosufficienti che rimangono a casa con l’assegno di cura sono 25 mila e altrettanti sono nelle case di riposo, ai quali va aggiunta la parte degli invisibili, chi da solo non ce la fa, ma vive nell’ombra. Un esercito di 55mila anziani non autosufficienti che fra 18 anni arriverà a 100 mila. Numeri che fanno paura: «Questo significa che servono politiche capaci di riformare la legge sulla non autosufficienza: non solo casa di riposo, o assegni di cura, ma altre risposte», aggiunge Sernagiotto. E da qui la necessita di fare una “rivoluzione” che sarà pur pacifica, ma che ha un esordio dirompente.. «Ho i bilanci delle case di riposo onlus tutti in attivo, tutto il sistema pubblico fa invece fatica a sostenersi. Bisogna cambiare le regole. Stiamo pensando ad una riforma sostanziale, che potrà gettare le basi per un programma a lunga gittata». Prima mossa? «Non si devono aumentare le rette alberghiere nelle case di riposo e chiedo alla gente di segnalarmi da subito ogni piccolo aumento. Ho messo il mio assessorato a disposizione: via telefono, e-mail, lettera, basta che la popolazione segnali. C’è un aumento fisiologico dell’ 1.6 per cento che su 46 euro di retta vuol dire circa 50-60 centesimi. Tutto il resto è fuori dai canoni e non lo tollero». Quindi controlli. E poi? «Dobbiamo avere una legge che preveda più servizi. Faccio un esempio: chi tiene a casa il non autosufficiente deve poter godere di un vaucer, per compensare l’impegno. La donna che perde il posto di lavoro o che decide di rimanere a casa per prendersi cura dell’anziano, dovrebbe poter contare su una sorta di stipendio e di pensione». Certo, belle idee. Ma i soldi? Il sociale è sempre meno finanziato. «Di soldi non ce ne sono più, e per nessuno, ed è per questo che la nostra nuova legge deve prevedere altri percorsi.. Il controllo sulle rette è uno di questi, ma anche promuovere la permanenza di un anziano a casa è una fonte di risparmio. Se una retta costa 46 euro, e si prevede un piccolo intervento per chi assiste, ho risparmiato». Oggi, cosa non si riesce a fare a causa dei bilanci ristretti? «Ci sarebbe la necessità di dare risposte a più persone, di avere maggiori

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impegnative, ma gi costano 15 milioni l’anno. Dobbiamo imparare a tagliare quello che è superfluo». Per esempio? «Nelle case di riposo ci sono troppi amministrativi, la nuova legge sta prevedendo correttivi. Stiamo poi lavorando sui piani di zona e ci accorgiamo che i bisogni stanno crescendo del 10 per cento, vuol dire 3mila nuovi ingressi. Poi vedo il bilancio di una onlus con 110 ospiti accreditati, tutte impegnative da 49 euro sanitari, 48 di alberghiera, non hanno ammortamenti, ma hanno utili per 280mila euro l’anno». Quindi la Casa di riposo è un affare? «Quelle pubbliche hanno il contratto di enti locali e hanno costi maggiori. Noi vogliamo conoscere la differenza tra i costi di gestione e poi tirare fuori i costi standard. Serve una grande collaborazione: è un tempo dove neppure un centesimo va sprecato. Ad esempio tutto l’utile delle Case di riposo pubbliche lo vorrei ricondurre sulla quota alberghiera a carico del paziente, per sgravare le famiglie. L’obiettivo è quello di aiutare chi non ce la fa». Entro quanto quella che lei non vuole chiamare rivoluzione? «Non è una rivoluzione, ma una lettura dei bisogni, voglio fare solo l’assessore. Il 2011 sarà l’anno delle riflessione, dopo aver approvato la legge».

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REGIONE DISABILI Gazzettino 16 novembre

Cervellin protesta contro controlli Inps ai disabili congeniti

Disabilità permanenti da certificare, di anno in anno. Presa in giro. Mancanza di sensibilità Vergogna organizzativa. «Chiamare i disabili congeniti ai controlli periodici per filtrare le false invalidità è un esercizio di pessimo gusto che oltretutto crea costi all'apparato burocratico, costi che probabilmente vanificano in parte i risparmi sui falsi invalidi trovati». Non ci sta Davide Cervellin, non vedente, gi presidente della Commissione handicap di Confindustria. E parla a nome di coloro che, come lui, sono sistematicamente richiamati a certificare il loro deficit. «In tutti i Paesi che si definiscono civili, quelli che sono disabili dalla nascita o che hanno handicap conclamati, a meno di qualche miracolo di Lourdes e Medjugorie rimangono tali per tutta la vita e non dovrebbero essere chiamati a nessun controllo una volta avvenuta la certificazione di disabilità». A Cervellin, cieco dall'età di sedici anni, ieri è stato chiesto di rinnovare il contrassegno per il parcheggio, rilasciato con una scadenza di 5 anni, «periodo che mi ricorda tanto la pianificazione di stampo sovietico, peccato che con disabilità permanenti ci sia poco da pianificare guarigioni. E così eccomi recarmi dal medico, a ingrossare inutilmente una coda, a chiedergli di ri-certificare l'ovvio e tornare a riportare carte all'ufficio della polizia municipale dove qualcuno riesaminerà e archivierà la nuova documentazione, rilasciandomi un nuovo tagliando». Stesso iter che toccherà domani a Giorgio Rigato, cieco assoluto dalla nascita che dover recarsi alla Commissione Inps in piazza Insurrezione portando con sé le carte che gli stessi uffici gli avevano lasciato tempo fa, dato che è proprio l'Inps che eroga gli assegni di indennità di accompagnamento o le pensioni di invalidità «Come dire che l'ente stesso non crede alla veridicità dei suoi atti». Cervellin domani sarà a Padova a portare la sua solidarietà a Rigato e a testimoniare «un altro segno del declino di questo Paese che se la prende coi deboli per lasciare ai furbi e potenti la possibilità di farla franca». A Roma il contrassegno invalidi viene rilasciato anche a chi ha un'aritmia cardiaca o un leggero diabete. «Da una parte c'è un eccesso di rigore che diventa sopruso e dall'altra regna un lassismo che si trasforma in giungla».

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REGIONE MATERNEwww.lazione.it 16 dicembre

Nuovi criteri per l'erogazione dei fondi regionali alle scuole d'infanzia non statali in Veneto

Li prevede il progetto di legge, sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari e approvato all'unanimità dalla commissione Sanità del Consiglio regionale, presieduta da Leonardo Padria

Il provvedimento (primo firmatario il trevigiano Federico Caner) intende modificare la legge regionale di settore del 1980 abolendo la distinzione tra scuole di piccoli comuni (sotto i 3 mila abitanti) e scuole dei comuni maggiori, stabilendo che i contributi regionali siano assegnati solo in base al numero dei bambini iscritti, al numero di sezioni attivate e a quanti bambini disabili accolti, senza tener conto di parametri di tipo edilizio-strutturale.

In base alla legge vigente - spiega Padria - 126 scuole dell'infanzia che si trovano nei comuni al di sotto dei 3 mila abitanti ricevono un contributo regionale inferiore alla media di 3.800 euro. Con questa proposta, invece, la ripartizione del fondo assegnato alle scuole materne non statali non preveder distinzioni fra comuni di diversa dimensione a vantaggio dei comuni più piccoli, che sono proprio quelli che si trovano a gestire con maggiori difficoltà i bilanci, aggravati da un minor trasferimento di risorse finanziarie da parte degli organi centrali e da un minor gettito tributario da parte dei residenti. L'equiparazione dei criteri tra comuni di diverso peso demografico risponde al principio di valorizzare il servizio sociale reso dalle scuole d'infanzia paritarie nelle real locali, soprattutto in quelle più piccole.

Altro aspetto importante del progetto di riforma licenziato dalla commissione - aggiunge Padria - è l'anticipazione dal 31 gennaio al 31 ottobre della scadenza per le scuole per presentare alla Regione le richieste di contributo. Modifica che permetterà agli istituti - sottolinea il presidente della commissione Sanità e sociale - di fruire dei contributi essenziali con diversi mesi di anticipo.

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REGIONE SOCIALEwww.lazione.it 16 dicembre

Sernagiotto presidente della rete Elisan

Remo Sernagiotto, assessore alle politiche sociali della Regione del Veneto, è il nuovo Presidente della rete europea per lo sviluppo delle politiche sociali Elisan. La Rete Elisan è stata costituita tre anni fa e raggruppa 1200 citt del vecchio continente di undici Stati membri dell’Unione Europea (Italia, Francia, Spagna, Germania, Belgio, Bulgaria, Grecia, Irlanda, Polonia, Romania, Svezia), che lavorano per migliorare gli interventi di inclusione sociale, dell’invecchiamento della popolazione, delle nuove povertà.

La presentazione al nuovo incarico europeo di Sernagiotto è avvenuta a Bruxelles, nella sede del Comitato delle Regioni, durante l’Assemblea del network europeo alla presenza del Commissario Europeo per le politiche sociali e l’inclusione sociale Laszlo Andor.

“Le politiche sociali devono essere parte attiva, propositiva, rilevante anche per lo sviluppo economico, di tutte le politiche europee – ha detto Sernagiotto al momento del suo insediamento, dopo l’elezione da parte dell’Assemblea dell’Elisan – e questa rete europea intende diventare sempre più un punto di riferimento per il Parlamento e per la Commissione Europea, perché da parte di tutti gli attori istituzionali si riconosce l’importanza di assumere le buone pratiche che si sono realizzate in tante parti d’Europa nel settore delle politiche sociali. Da questo punto di vista – ha proseguito l’assessore Sernagiotto – il Veneto è un esempio e un modello per tutta l’Europa, e questa elezione deve essere intesa anche come un riconoscimento delle azioni da noi messe in atto, che si caratterizzano per la forte integrazione tra interventi sociali e interventi sanitari”.

Sernagiotto ha anticipato anche alcune linee d’intervento che saranno attuate nel Veneto: nel campo del carcere per favorire il reinserimento dei carcerati nel mondo del lavoro, nel campo della disabilità, e dell’integrazione dei rom.

Nel nuovo consiglio direttivo della rete europea Elisan sono stati eletti altri due veneti: il sindaco di Crocetta del Montello Eugenio Mazzocato (nuovo tesoriere della rete) e Alessandro Pigatto coordinatore dei direttori sociali delle Aziende Ullss del Veneto.

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REGIONE SANITA'Giornale di Vicenza 14 novembre

Coletto nomina commissione per uniformare i criteri di stesura del bilancio delle Ulss

Procedure unitarie per redigere bilanci e effettuare investimenti nella sanità pubblica. Non più Ulss “individualiste che agiscono in modo autonomo divise da diaframmi.Le 24 aziende del Veneto non saranno più feudi indipendenti ma avranno modelli precisi di riferimento. L'assessore Luca Coletto inaugura un nuovo corso della sanità: ha istituito a Venezia, a palazzo Molin, due commissioni tecniche con il compito di elaborare proposte anche in netta controtendenza rispetto al passato ma che definiscano un modus operandi analogo e compatibile per tutti. Le compongono dipendenti regionali e professionisti esterni. La commissione al bilancio é coordinata da Francesco Dotta, gi capo di gabinetto della presidenza e oggi responsabile del controllo di gestione nella segreteria della sanità. Con lui l'avvocato veronese Andrea Leoni esperto di diritto amministrativo, Stefania Zattarin responsabile a Venezia della direzione per i rapporti Stato-Regioni e Annamaria Tommasella dg reggente dell'ulss 4 Thiene-Schio. La commissione investimenti è coordinata da Michele Romano, ex dg ed ex direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera di Verona e oggi consulente regionale. Con lui il dg dell'ulss 22 di Bussolengo Alessandro Dall'Ora, la bocconiana Veronica Vecchi esperta di strumenti di finanziamento delle amministrazioni pubbliche, il commercialista veronese Cristiano Maccagnani.La commissione bilancio è chiamata a individuare una impostazione identica per la stesura di preventivi e consuntivi, in modo che le singole poste siano immediatamente confrontabili.«I bilanci - spiega Coletto - dovranno essere tutti leggibili e confrontabili». Solo a titolo di esempio, le voci di spesa dei beni sanitari andranno inserite nello stesso modo. E il costo di un medico specialista convenzionato andr uniformato. Non più un'ulss che lo identifichi come dipendente, e un'altra che lo piazzi nel capitolo Acquisto prestazioni.Insomma si unificano criteri e modalità per riuscire a decrittare i bilanci e avere subito un reale quadro di insieme. Idem per gli investimenti. Coletto si attende una proposta unica. Oggi le Regioni seguono strategie differenti. La Lombardia, ad esempio, centralizza gli acquisti di grandi attrezzature e le spese per lavori straordinari con un metodo non condiviso da tutti, perché se garantisce il massimo controllo può deresponsabilizzare i direttori generali. L'Emilia Romagna consente alle aziende di accendere mutui. Altre Regioni impegnano finanziamenti propri.Nel Veneto, la messa in discussione dei project financing e l'impossibilità da parte delle Ulss di pagare una tac o una risonanza con risorse proprie rendono urgente la ricerca di un modello diverso in grado di rispondere alle esigenze.Le due commissioni concluderanno il lavoro entro gennaio. Poi l'assessore sottoporrà le proposte alla giunta. «Con il libro bianco delle Ulss e il piano socio-sanitario - dice Coletto - anche questo genere di omogeneizzazione diventa parte di una riforma generale con cui costruiremo la nuova sanità del Veneto».

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REGIONE SANITA' Gazzettino 17 novembre

Meno scarto pro capite tra le Asl nel nuovo riparto. Ci rimettono Belluno, Feltre, Rovigo e Adria

L’assessore Luca Coletto può dirsi soddisfatto. Se uno degli obiettivi era quello di diminuire la forbice tra le quote pro capite delle diverse Asl, è stato centrato: da un divario di 423 euro si è passati a 363. É un primo passo verso l’introduzione dei costi standard, cioè nell’assegnazione delle quote per persona prendendo ad esempio le Asl che hanno saputo essere economicamente più virtuose. A leccarsi le ferite però c’è più di qualche Azienda: aumenti minimi, o addirittura tagli (anche se annunciati), ma un recupero dell’attenzione alle aree disagiate (montagna e laguna) e un aiutino ai più bastonati. Il riparto 2010 (7 miliardi e 894milioni contro i 7 miliardi e 700 milioni del 2009) ha inaugurato una stagione di austerità: 1 miliardo di buco, vero o presunto che sia, ipoteca di non poco la progettualità futura. Tanto più che la Regione non è disposta a veder scendere la qualità delle cure erogate: un bel dilemma far quadrare pochi soldi e efficienza massima. Da questo bilancio qualche bacchettata a chi non aveva i conti a posto è arrivata, e si è tradotta in minori attribuzioni. Vedi l’Asl Veneziana che è scesa di 20 milioni di euro, anche se poi ne ha ottenuti 18 in più per la gestione del project financing (come l’Asl di Asolo che ne ha avuti 12) e una tantum altri 5 milioni e 676 mila euro quale parziale risanamento del pesante squilibrio. In calo le Asl di Belluno, Feltre, Rovigo e Adria, alle quale è comunque andato un trasferimento particolare per poter tirare il fiato e colmare i disavanzi. Degli 8 miliardi e 137 milioni assegnati al Veneto sulla base della ripartizione nazionale, 5 milioni - come in questi giorni promesso dall’assessore Coletto - sono stati accantonati per il progetto diabete; 21 milioni per un fondo destinato all’incremento della qualità assistenziale delle strutture; 76 milioni come fondo integrativo per le aziende a valenza provinciale o regionale; 43 per i farmaci oncologici; 10 per lo sviluppo dell’assistenza territoriale di base; 85 milioni per le attività trasfusionali; 668 milioni milioni sono previsti come quota parte sanitaria del fondo per la non autosufficienza. «Si va verso i costi standard, questa è la grande novità, e sono criteri che possono essere recuperati anche per il futuro. Alle Asl che hanno ottenuto una erogazione minori sono state attribuite anche quote una tantum per dare un po’ di respiro - sottolinea l’assessore Coletto - Adesso si dovranno studiare soluzioni non tanto finalizzate ai tagli, ma alle risposte che arrivano da Roma. Ai direttori generali (che giàà pare dovranno rinunciare al premio, ndr) chiediamo di gestire bene le risorse, di verificare l’appropriatezza della spesa farmaceutica, di prestare attenzione alle categorie più deboli». A chi, sfogliando il riparto, gli chiede conto del perché le Asl veronesi ne escono economicamente a testa alta, lapidariamente invita a guardare la spesa pro capite: «É più bassa che nel resto del Veneto e non lo dico io, ma parlano le cifre». Adesso la palla passa alla V Commissione del Consiglio regionale. «Diciamo che ormai, visti i tempi ristretti, questo riparto rappresenta una griglia di presupposti sulla quale lavorare l’anno prossimo - sottolinea il presidente della V. commissione Leonardo Padrin - valuteremo il valore delle linee di principio, i numeri, ad annata conclusa, hanno poco valore. Quelli si guardano semmai nel ripiano»

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REGIONE SANITA'Giornale di Vicenza 17 novembre

Riparto fondi Ulss, si va verso i costi standard

Siamo a fine anno, ma i conti della sanità veneta 2010 iniziano a cambiare. È stata approvata ieri dalla giunta regionale - come hanno annunciato il presidente Luca Zaia e l'assessore Luca Coletto - il tanto atteso e discusso “riparto”, cioè la spartizione, Ulss per Ulss, dei fondi nazionali.«SI RIDUCE IL DIVARIO TRA LE ULSS VENETE». Il primo obiettivo, spiega l'assessore Coletto, era cominciare a ridurre l'enorme divario esistente tra Ulss venete a livello di contributo per abitante: l'anno scorso c'erano ben 423 euro di differenza di contributo pro capite tra l'Ulss più “ricca” e quella più “povera”, mentre ora con il riparto 2010 - avverte Coletto - la differenza è stata ridotta del 14%, e cioè 363 euro. Come evidenzia il grafico a destra, il “riassestamento” premia in particolare Ulss del Trevigiano, del Veronese e del Vicentino, e qualche altra, che erano storicamente penalizzate.ELIMINATI ALCUNI “CRITERI” DEL PASSATO. La “lenta rivoluzione” in atto, spiega l'assessore, è quella del distribuire le risorse - 8 miliardi e 137 milioni in tutto passati dallo Stato al Veneto per la sanitàà nel 2010 - non più in base alla “spesa storica” di ciascuna azienda sanitaria, ma in base a “costi standard” individuati calcolando una sorta di linea mediana tra le Ulss che risultano più virtuose - storicamente quella di Thiene-Alto Vicentino, e poi anche quella trevigiana di Pieve di Soligo - e le altre. Sono stati così aboliti il “Fondo di affiancamento” e il “Fondo per l'innalzamento della quota pro capite minima” che erano stati istituiti per evitare che qualche Ulss ricevesse meno soldi dell'anno precedente. Ancora: non c'è più un fondo a parte che veniva destinato a parte per alcune attività come le “terapie intensive”, che oggi rientrano come le altre nei normali criteri di spartizione delle risorse, e anche per i servizi di urgenza-emergenza (Suem) i fondi necessari sono stati individuati con criteri di “costo standard”: sar poi un unico centro regionale, il Creu, a valutare il conto a consuntivo dei Suem delle singole Ulss.«PRIORIT AGLI OSPEDALI “CAPOLUOGO”. Un altro criterio-base, giàà emerso da dichiarazioni precedenti e confermato ieri da Coletto, è quello dellaprioritàt a una “dorsale” di ospedali veneti, e cioè in sostanza quelli dellecittàt capoluogo: c'è infatti una cifra specifica che va dai 18 ai 5 milioni di euro che è stata destinata a ciascun ospedale “capoluogo” perché «svolge particolari funzioni sovra-aziendali a valenza provinciale e regionale», anche per «creare la rete clinica degli ospedali e il loro collegamento funzionale» per poter ridurre le liste d'attesa.SVOLTA NELLA SPESA PER I FARMACI. Altro capitolo che “pesa” è quello dei farmaci. Il nuovo sistema di divisione, superando anche in questo caso la “spesa storica” delle Ulss, ha individuato un “costo standard”: quello registrato dalla media dei bilanci delle Ulss del 2008, rivalutato del 2,8% e ricalcolato però in base alle fasce di et «perché è evidente - spiega Coletto - che bambini e anziani sono i maggiori consumatori di

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farmaci, per cui le Ulss con maggiore popolazione di questo tipo hanno un costo diverso». La Regione peraltro ha già deciso di emettere un avviso per una gara unica da 1,2 miliardi per tre anni per la fornitura di farmaci.PIÙ FONDI PER LA MONTAGNA. Come aveva indicato la 5a commissione consiliare presieduta da Leonardo Padrin (Pdl), è stata aumentata del 25% la quota per abitante destinata alle Ulss per i Comuni montani definiti “particolarmente disagiati”.

Altre due sorprese emergono dalla delibera con cui la Regione vuole spartire la “torta” della sanità veneta per quest'anno (che è già quasi finito).CONTRIBUTO AD ARZIGNANO-VALDAGNO. Per l'ulss 5 di Arzignano è riconosciuto un contributo di 500 mila euro per lo specifico “Cric-Centro per lo studio e la cura dell'invecchiamento cerebrale, la famosa struttura per l'Alzheimer trasferita all'ospedale di Valdagno dalla Regione, ma rimasta nei mesi scorsi senza fondi.SOLDI A PARTE PER IL DIABETE. Infine come sempre la Regione ha tenuto per sé una cifra: 167 milioni sono per “interventi e attività svolte a livello accentrato regionale”, mentre 5 milioni di euro - annuncia l'assessore Coletto, in risposta anche alle numerose interpellanze presentate in merito dall'Italia dei Valori in Consiglio regionale - saranno destinati al famoso “progetto diabete” messo a punto da tempo dalla Commissione regionale diabetologica. Infine sempre in “cassa centrale ” a Venezia sono rimasti 21 milioni che andranno a ulss che migliorano la qualità assistenziale, e 43 milioni per l'acquisto dei farmaci ad alto costo destinati alla cura di tumori, una cifra stabilita in base alle spese registrate nel 2009.

Arrivano gli “aiuti una tantum”. Come era emerso nelle settimane scorse, una prima applicazione della logica dei “costi standard” alla ripartizionenenenenenene- ne dei fondi tra ulss aveva addirittura portato alcune aziende definite “spendaccio- ne”, e cioè quelle che avevano storicamente i maggiori trasfe- rimenti dalla Regione e peral- tro denunciavano spesso guai di bilancio anche più delle altre ulss, a ricevere per quest'anno una cifra minore di quella dell'anno scorso. In Giunta si era anzi parlato di una forte discussione, con assessori come Isi Coppola e Renato Chisso a difendere le ragioni di ulss come le rodigine e le veneziane, appunto destinate a ricevere meno contributi pur in presenza di conti in forte deficit. La soluzione è arrivata con un'ultima tabella allegata alla delibera varata dalla Giunta Zaia: una cifra dedicata alle aziende «che con il presen- te riparto non risultano asse- gnatarie di un finanziamento almeno pari a quello del 2009». La delibera assegna quindi milioni in più a Venezia (5,6), a Belluno e Feltre (rispettivamente 8,2 e 1,2), e a Rovigo e Adria (rispettivamente 656 mila euro e 3,7 milioni). Attenzione: la cifra è «esclusivamente per l'anno 2010»UN AIUTO ANCHE AL PROJECT FINANCING. Ma non è l'unico “aiuto” stabilito dalla nuova 'suddivisione' dei soldi tra ulss. La Giunta Zaia infatti, accogliendo anche un'indicazione che era emersa nella commissione consiliare “Sanit”, ha ritenuto anche di «assegnare specifiche risorse» per sostenere i bilanci in crisi delle ulss che hanno gi aperto ospedali nuovi con i contratti di “project financing” affidati ai privati. L'ulss di Venezia prende quindi 18 milioni di euro e l'ulss di Asolo ne porta a casa 12 in più. Va da sè che spera anche l'ulss Alto Vicentino che aprir il nuovo ospedale di Santorso.SONO AIUTI “EXTRA” RIPARTO. Da notare che gli “aiuti” alle ulss penalizzate dai nuovi criteri e quelli per i “project” sono stati assegnati dalla Giunta al di fuori della “torta” di 8,1 miliardi concessa dallo Stato. Insomma, sono “aiuti di Regione

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REGIONE SANITA' Giornale di Vicenza 18 novembre

Coletto: presenterò' a gennaio il riparto dei fondi alle Ulss per il 2011. Faranno testo i costi delle Ulss 4,7,9

Il riparto 2010 è fatto, ma ora urge pensare al prossimo. L'assessore Luca Coletto annuncia una novità che, visti i ritardi biblici degli ultimi 5 anni, sarebbe rivoluzionaria: «Presenterò il riparto 2011 a gennaio».Per le ulss è quasi come avere in mano il bilancio di previsione. E c'è una seconda novità, altrettanto importante. La giunta, martedì, nel dare via libera al riparto, ha scritto in delibera, con una decisione del governatore Zaia fatta propria da Coletto, un indirizzo politico che il prossimo anno diventerà determinante. I criteri da costi standard” coi quali si è costruito il riparto 2010 (si sono però destinati fondi perequativi “una tantum” alle ulss di Belluno, Venezia, Rovigo e Adria, che altrimenti sarebbero finite sotto acqua), saranno applicati anche in futuro.TRE ulss FARANNO DA MODELLO DI “COSTO STANDARD”. Il riparto 2011 verrà elaborato con la stessa procedura stabilita dal decreto ministeriale per i costi standard. Metodo fotocopia. Da applicare rigidamente. In altre parole i costi standard nazionali vengono calcolati dal ministero della salute sulle migliori performance delle tre Regioni più virtuose d'Italia. Allo stesso modo i costi standard del Veneto saranno individuati sulla scorta dei risultati (come spesa ospedaliera, spesa per il territorio, farmaceutica), messi a segno dalle tre Ulss che vantano le migliori prestazioni economiche, cioè la 4 di ThThienela 7 di Pieve di Soligo, la 9 di Treviso.ADDIO “UNA TANTUM”. «Questo - spiega Coletto - ridurrà ancora di più la forbice fra chi prende di più e chi prende di meno». In altre parole, se fra un mese l'assessore presenteràà il nuovo riparto e spariranno i benefit una tantum, le ulss che oggi sono fuori con il bilancio forse farebbero bene a pensare subito a un piano di rientro. L'avvertimento vale per i dg Padoan (ulss 12), Marcolongo (ulss 18) Dal Ben (ulss 19), e per la new entry Compostella (ulss 1), che al suo ingresso a Belluno si trova già sul tavolo una bella gatta da pelare. Cambierà anche l'applicazione del criterio della specificità per la montagna e la laguna. Addio alle quote supplementari indistinte. Le risorse in più verranno date tenendo conto della funzione. «Le specificità - spiega l'assessore - saranno identificate». Come dire: inutile dare il 25 per cento in più a Belluno se poi a Venezia i sindaci del Cadore si lamentano perché l'ospedale di Pieve non viene attrezzato a dovere.ADDIO RIPIANI DELLA REGIONE. Finita per sempre poi l'epoca in cui le ulss facevano debiti e a fine anno passava la Regione a tappare i buchi. «Basta con la deresponsabilizzazione. Il pareggio è un obbligo anche etico. Va a vantaggio di tutti». La Regione non potrà non ripianare il deficit complessivo nei confronti del ministero, ma responsabili, sul piano contabile (leggi Corte dei conti) e su quello politico (leggi norma contrattuale che prevede di mandare a casa gli inadempienti), di operazioni (investimenti e project), che portassero a scoperture finanziarie ingiustificate, saranno ritenuti loro, i dg. Stesso rigore per il Frat, il fondo regionale per le attività trasfusionali. Il riparto lo conferma. Servir a finanziare i Dimt, i Dipartimenti provinciali. I bilanci, però, verranno rendicontati a parte e dovranno garantire il pareggio. Ne risponderà personalmente il capodipartimento.

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REGIONE SANITA'Giornale di Vicenza 19 novembre

Cena di Galan con alcuni direttori generali delle Ulss. Gossip.

Alla vigilia tanto imbarazzo e poco pudore. Molti direttori generali delle Ulss, quando leggono l'sms di Giancarlo Galan che li invita alla rimpatriata da Filippetto, la trattoria degli auguri di Natale e degli ordini di scuderia sulla strada di Sovizzo, cominciano a sfogliare margherite e a incrociare telefonate. Timori, dietrologie: «È lui che ci ha fatti dg, ma ora a Venezia i padroni sono altri. Cosa diranno? Tu ci vai?». Pochi sanno l'arte di tenere chiuso nel cuore il proprio turbamento. Fa eccezione Adriano Cestrone, che taglia la testa al toro: «Il capo è Zaia, non ci piove, ma esistono i rapporti umani...». Saggi non si diventa, casomai si nasce, come Valerio Alberti: «Ma siamo in Afghanistan o nel ventennio? Il ministro dell'Agricoltura invita a una cena e non ci vai?». Nessuno, comunque, può essere saggio a stomaco vuoto. Così i coraggiosi arrivano, ma le defezioni sono parecchie. Mancano Benazzi, Dal Ben, Dall'Ora, Dario, Del Favero, Orsini, Rao. Non c'è Compostella (ma lui è una recluta). E neppure Caffi, e Giusy Bonavina è attonita: «Ma come? Siamo partiti insieme da Verona. Mi ha detto: ci vediamo da Filippetto». Non c'è l'ex segretario Ruscitti. «Altrimenti - sbotta un dg vicentino - me ne sarei andato, e con me altri...». E non c'è neppure il successore Domenico Mantoan. Un'assenza ingombrante. Scelta o distrazione? Fitto è il mistero. C'è invece il capo dell'Istituto zooprofilattico Igino Andrighetto. La cena inizia alle 20.40. È il 17 novembre, come nel 2009. Galan arriva con la scorta e la fida Laura Lazzarin. «Vi ho invitati perché un po' quest'anno sono stato presidente». Il pronostico su governo e fiducia: «Faremo maggioranza risicata. Votiamo a marzo». Un accenno all'austerity: «Frena il mondo. Preparate i piani industriali». Non una parola su Zaia. Solo una domanda sul buco: «Ma che storia è? Eravamo la Regione più virtuosa. Ministero e Corte dei conti ci hanno sempre certificato il bilancio. E i 250 milioni che mancano a Caffi?». Caffi è ghost. Risponde Alberti. Qualche battuta da Angonese e Mason. Alessandri parla di alluvione (e di chi non c'era). Il vicino lo stoppa: «Si mangia». Ed è un trionfo, anche se l'aria non è da festa: sopressa, risotto con i barboni, anatre (quelle sparate in botte da Galan-cacciatore), torta di mele e tiramisu. Si parla di caccia e pesca, passioni del Giancarlo privato. Alle 22.40 tutti a casa. Il ministro riparte all'alba per Roma.

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BELLUNO ANZIANICorriere Alpi 18 novembre

Mostra fotografica sugli anziani della casa di riposo di Trichiana

Inaugura sabato 20 alle 20.30 al salone polifunzionale della casa di soggiorno per anziani di Trichiana, la mostra fotografica Assistere con amore. La serata saràà; anche occasione per presentare il progetto al quale hanno aderito i fotografi professionisti Federico D'Ambros e Benetti Marina e che ha portato appunto all'allestimento della mostra visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 11 e dalle 15.30 alle 17.30. Il lavoro ha permesso anche la realizzazione di un calendario, che sarà in vendita al pubblico.”Ringrazio di cuore - commenta l'assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Trichiana, Raffaella Da Ros - il personale della Villanova Servizi che si è dato da fare per la realizzazione di questo progetto, che coinvolge i nostri nonni della Casa di Riposo e apre le porte della loro dimora al paese. I due fotografi si dimostrano, con le loro opere, eccezionali immortalatori di sentimenti, aiutandoci a far penetrare nelle nostre menti e nei nostri cuori la brezza frizzante della loro vitalit”;. Domenica 21 novembre alle 14, si tiene la tradizionale Festa della Madonna della Salute, con la musica de Gli Zingari, castagne e vin brulè

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BELLUNO ANZIANICorriere Alpi 19 novembre

Meno personale alla casa di riposo di Cavarzano, il Comune di Belluno sfora il patto di stabilità e non può assumere

Meno operatori di turno e più stanchi alla Gaggia Lante di Cavarzano gestita dalla Sersa.A denunciare la situazione, in una domanda di attualitàà, è il capogruppo del Patto per Belluno, Celeste Balcon, che riporta quanto notato dai familiari degli ospiti della casa di riposo dellacittàt capoluogo durante l'assemblea. “Il tutto -scrive Balcon,-a avrebbe origine dall'impossibilitààà di assunzioni di personale a seguito del mancato rispetto del patto dstabilitàtàtà da parte del Comune di Belluno, che ha ricadute sulle sue società partecipate Sersa, Nis, Bellunum Sportivamente Belluno. Problema che lo stesso Comune ha evidenziato nella lettera indirizzata alle stesse socie lo scorso mese di agosto” Ma per il capogruppo del Patto per Belluno qualcosa non funziona in tutto questa vicenda. “Si legge sulla stampa, infatti, che alla faccia del patto sforato, la Nis può assumere gli stagionali. Allora percè non si possono trovare altre soluzioni anche per la Sersa?” si chiede Balcon. Il consigliere comunale vuole conoscere il motivo di questi due atteggiamenti diversi dell'amministrazione comunale verso la Nis, da una parte, e verso la Sersa, dall'altro, “considerando cheè molto più importante fare assistenza ai nostri anziani piuttosto che gestire gli impianti sportivi” Per Balcon “potrebbero essere assunti stagionali anche alla Sersa e alla Bellunum a questo punto. E se quest'anno il Comune ha rispettato il patto di stabilità quando si pot scrivere alle società che possono riprendere le assunzioni?”

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BELLUNO DISABILI Corriere Alpi 18 novembre

Alla piscina di Agordo sollevatore e attrezzature per la rieducazione funzionale

AGORDO In acqua senza barriere alla piscina di Agordo. Sabato alle 17 all'impianto natatorio di via Lungorova saranno inaugurate le nuove attrezzature che consentiranno anche ai disabili fisici e psichici e agli anziani di praticare le attività in acquaDa alcuni giorni a bordo vasca è visibile un sollevatore che faciliterà l'accesso in acqua delle persone con difficoltà, rendendo più sicuro e agevole anche il lavoro degli istruttori. Assieme a questa struttura, la Cma, presieduta da Luca Luchetta, ha acquistato e montato anche tre attrezzi utilizzabili per la rieducazione funzionale in acqua: un simulatore di camminata per il recupero del tono muscolare degli arti inferiori e superiori; un tapis roulant per la camminata in acqua; un acqua-bike per la fortificazione degli arti inferiori. Strumenti che possono essere usufruiti per la tonificazione fisica anche nell'ambito di attività sportive o per circuiti di fitness in acqua. La manifestazione, organizzata dalla Impianti sportivi e dalla Cma, con il patrocinio di Coni, Ulss n.1, Comitato d'Intesa, CSA Ufficio educazione fisica di Belluno, oltre a presentare alla cittadinanza i nuovi acquisti, proporrà una dimostrazione di nuoto agonistico e attività didattiche per portatori di handicap, con la partecipazione degli atleti della quadra sportiva disabili Sport Life di Montebelluna e i gruppi CEOD e UOP di Agordo. Saranno presenti, nelle vesti di prestigiose testimonial, le atlete Martina Villanova, campionessa mondiale di staffetta femminile a TaiPei 2010, e Jelica Zulievic, campionessa 2006 nei 50 stile libero e 50 delfino, che daranno così prova concreta di quali siano le possibilità in acqua anche per le persone meno fortunate. Gli organizzatori auspicano una partecipazione numerosa in particolare fra i bambini in modo tale da creare in loro la sensibilità verso il tema della disabilità e la consapevolezza che, attraverso una politica seria e intelligente, i limiti dati dall'handicap possono essere attenuati.

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BELLUNO MATERNEGazzettino 16 novembre

35 mila euro da Fondazione Cariverona per il nido parrocchiale di Cortina

La parrocchia di Cortina ha ricevuto un sostanzioso aiuto, nella gestione delle attività per i più piccoli. Il parroco decano don Davide Fiocco fa sapere che è arrivata in questi giorni la notizia per cui il consiglio di amministrazione della Fondazione Cariverona ha deliberato di assegnare alla parrocchia di Cortina un contributo di 35 mila euro, per le opere di adeguamento alla normativa e di abbattimento delle barriere architettoniche, recentemente portate a compimento nell'immobile che ospita la scuola dell'infanzia, il mini-nido Oasi dei piccoli, la pastorale giovanile e le altre opere parrocchiali. «È un sostanzioso contributo - spiega il parroco - che si aggiunge ai 25 mila euro già erogati nell'anno 2009, per il progetto di rinnovo degli arredi, ora felicemente concluso». Presentando ufficialmente i lavori, a fine ottobre, nelle celebrazioni per ricordare il vecchio pievano don Pietro Frenademez, che volle quella struttura, oltre sessant'anni fa, il parroco don Fiocco ricordò gli importi che sono stati spesi, negli ultimi cinque anni: 86.195 euro per la copertura dell'immobile, 115.372 per la scala di sicurezza, 148.998 per una parte dei lavori alla centrale termica, 148 mila per l'arredo dell'asilo, 139.180 per l'adeguamento delle sale parrocchiali, 250 mila per l'ascensore e la sistemazione del vano scale, 200 mila per il tetto delle aule dell'asilo e delle sale parrocchiali. In totale, dal 2006 ad oggi, sono stati spesi un milione 87.747 euro. «Da parte dei sacerdoti della nostra parrocchia, del consiglio parrocchiale per gli affari economici, del comitato di gestione dell'asilo, giunga alla Fondazione una particolare espressione di gratitudine - aggiunge - In un momento in cui i fondi ministeriali si annunciano praticamente dimezzati (si prevede un taglio del 47%), questa attenzione di fiducia nei nostri confronti almeno ci incoraggia ad andare avanti».

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BELLUNO MATERNECorriere Alpi 18 novembre

La scuola materna di Farra di Feltre chiede 500 euro a ciascun sostenitore

Appello per la scuola materna "Don Bosco". Lo lancia dalle colonne del bollettino "La Martinella" il parroco di Farra don Vittorio Dalla Torre. Un'intera pagina è dedicata all'appello in cui si ricorda: “Sono note le difficoltà in cui si dibatte la nostra scuola materna parrocchiale. Venendo meno l'aiuto dello stato, della Regione e del comune, è necessario che tutti ci rimbocchiamo le maniche per salvare questa nostra scuola, voluta tenacemente dai nostri vecchi e che sempre si è distinta nel campo pedagogico e assistenziale”. Don Dalla Torre si rivolge ai parrocchiani e a quanti altri volessero contribuire affermando che &”è urgente garantire il bilancio positivo della scuola” e precisando che “abbiamo bisogno di svariate decine di migliaia di euro” La scuola paritaria autorizzata di viale Pedavena e la parrocchia tendono la mano verso quanti possono impegnarsi a versare entro il 2011 una somma che vada dai 500 ai 1000 euro

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BELLUNO SOCIALECorriere Alpi 16 novembre

Più posti letto che impegnative nelle strutture dell'Ulss 1

BELLUNO. Irritarsi le gengive, per poi cospargerle di una crema di nicotina. E' l'ultima moda in materia di «sballo», in voga in questi tempi anche in provincia di Belluno. L'operazione consiste nell'irritare prima le gengive (che come tutte le mucose in questo modo assorbono maggiormente le sostanze), per poi stenderci sopra la nicotina. Così si ottiene un senso immediato di eccitazione. A parlare di questa novità è stato il direttore del dipartimento delle dipendenze, Alfio De Sandre alla presentazione del Piano di Zona. La priorità per le dipendenze resta ancora l'alcol che rappresenta la porta d'ingresso per l'uso di sostanze illegali. Raggiunta una certa et il consumatore ritorna al vecchio amore cioè all'alcol con i problemi di emarginazione sociale che ne derivano. Ma la preoccupazione è che sempre più giovani fanno ricorso a queste sostanze. «Non dobbiamo abbassare la guardia, anche se da quanto vediamo esiste una scarsa percezione del rischio sulle conseguenze dell'abuso di sostanze lecite come l'alcol o illecite come le droghe nei giovani, ma cosa ancor più grave nelle famiglie. Gli adulti che dovrebbero essere coloro che contribuiscono a giudicare i comportamenti dei figli, non recepiscono la pericolosità degli abusi di sostanze, forse perché è più facile far finta di niente che prendere posizione», ha detto De Sandre che ha anche lanciato l'allarme sulla carenza di personale nel suo dipartimento. «Una carenza molto grave che sta diventando insostenibile, soprattutto nell'Agordino. Siamo sotto di almeno quattro unite, anche se adesso l'emergenza sta in parte rientrando con la pubblicazione del bando per la ricerca di un nuovo medico che andrà a supportare il personale operante ad Agordo». Tra le emergenze che il Piano di Zona quinquennale dovrà tenere presente, ci sono poi gli anziani e i disabili. Per loro si pone la questione della discrepanza tra posti letto disponibili e impegnative assegnate dalla Regione. «Il problema è che ci troviamo con più posti rispetto alle impegnative e quindi quando si tratta di dare risposte alle richieste ci troviamo tagliati fuori». Di fronte a questa situazione è stata lanciata l'idea di creare un tavolo di programmazione dei posti letto, dove fare i conti tutti insieme su quello che serve e andare una volta sola, a rappresentanza di tutto il territorio, in Regione per reclamare il dovuto. Dal territorio è venuta anche la richiesta di maggiori centri diurni per far fronte alle necessità per i disabili adulti e la diversificazione degli interventi. Insomma le azioni già in atto necessitano, nei prossimi cinque anni, di essere potenziate: dalle case di riposo all'affido, per quanto riguarda l'area infanzia e adolescenza. Un potenziamento che dovrà fare i conti però con un minor trasferimento alla Regione da parte del Governo di 70 milioni di euro proprio nel sociale. Il Piano sarà sottoscritto il 23 novembre da Usl e Conferenza dei sindaci e il 30 inviato a Venezia per l'approvazione.

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BELLUNO SOCIALECorriere Alpi 16 novembre

Ulss 1: gli anziani rinunciano ai posti che si liberano in casa di riposo.Per i disabili servirebbero 40 posti letto in più

Mantenere i servizi attuali, potenziandoli e ampliandoli, facendo i conti, però;, con una riduzione di trasferimenti alla Regione nel sociale pari a 70 milioni di euro. E' questa la sfida che cercherà di affrontare il Piano di Zona quinquennale. Molti i problemi emersi, a cominciare dalla fragilità delle famiglie, dalla situazione precaria dei minori, per cui si sta lavorando all'apertura di una comunità educativa residenziale. Area anziani. Ma il problema più; grosso restano gli anziani che aumentano, con il conseguente bisogno di servizi. E su questo fronte, come ha rilevato Arrigo Boito, referente per l'area, servirà aumentare l'offerta e specializzarla, considerando anche la disabilitàà nell'anziano. E soprattutto valutare l'offerta stessa visto che delle 140 persone in lista d'attesa per un posto, nessuna ha voluto entrare in casa di riposo, pur liberandosi un letto. Perché? “Forse perché la crisi ha causato la perdita di lavoro di molte persone che preferiscono tenersi i familiari in casa, oppure i tempi di attesa sono troppo lunghi e la gente si organizza con le badanti (sono 2300 nel Bellunese, il dato più; alto in Veneto). Aumentano anche le impegnative di spesa fuori Usl (circa 40). Questo perché molti per lavorare si spostano in altre zone e preferiscono portarsi i familiari là dove lavorano”, ha detto Boito che ha aggiunto: “E' necessario analizzare come si organizzano le famiglie per non creare troppa offerta a cui non corrisponde la richiesta”;.E sull'offerta c'é una discrepanza tra posti letto (1044) e impegnative residenziali (1022). “L'intento é di avere tante impegnative quanti sono i letti”.Servirà, infine, implementare e rendere più; flessibili i moduli per i ricoveri temporanei, adesso troppo imbrigliati.Domiciliarità.Allarme per l'aumento imponente del disagio sociale e dell'emergenza abitativa causata dalla crisi che colpisce disabili, anziani e persone con problemi. In questi cinque anni serviranno nuovi centri di aggregazione per anziani e il potenziamento del trasporto a chiamata. disabilità Anche la disabilità sta diventando un punto critico per l'aumento esponenziale dei soggetti che necessitano di assistenza, soprattutto in età avanzata. Per cui é necessaria un'espansione dell'offerta diurna e residenziale. I servizi chiedono quindi 40 posti in più; nei servizi residenziali e un aumento delle impegnative sanitarie: oggi sono 60 contro i 96 posti letto.Il quadro sociologico. Un quadro che né destinato a diventare sempre più; critico come ha evidenziato il sociologo Diego Caso sottolineando come sia in atto un nuovo spopolamento della montagna che sta causando l'indebolimento delle reti relazionali e di protezione spontanea garantite dalla famiglia, oggi invece in crisi. E questo farà sì che la domanda di servizi aumenterà sempre di più;. Come aumenteranno anche i loro costi visto che in questi ultimi anni sono stati persi 8000 individui attivi e la riduzione nei prossimi 10 anni si aggira sui 14mila. Il che significa che aumentano gli anziani e quindi i bisogni.

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BELLUNO SANITA' ULSS 1 Gazzettino 16 novembre

Presentato il Piano di zona dell'ulisside 1: “di più per adolescenti e famiglie, meno per gli anziani”

L’ultimo atto del Piano di zona dell'ulisside 1 si è compiuto ieri con la presentazione del documento ai soggetti cosiddetti terzi, cioè a tutti quelli (sodalizi, gruppi, parrocchie, sindacati ed altri) che sono stati coinvolti nei diversi tavoli per costruire questo strumento di programmazione nell’area del sociale. Nei giorni scorsi il Piano era stato presentato ai sindaci dei tre Distretti di Belluno, Agordo e Cadore. Nel programma 2011- 2015 predisposto dal responsabile dell’area sociale dell'ulisside 1 Angelo Tapparella, appare evidente che la scelta obbligata è il consolidamento del sistema dell’offerta attraverso processi innovativi di riqualificazione, di riorganizzazione e di riorientamento. «E’ prioritario potenziare le politiche e le azioni a sostegno delle famiglie, alla tutela dei minori, alla promozione del benessere e al contrasto al disagio degli adolescenti». E il presidente delegato della Conferenza dei sindaci, Angelo Pagani, incalza: «Vanno sicuramente riequilibrate le aree. Attualmente il 60 per cento degli interventi è riservato solo all’area anziani». «Ma soprattutto è necessario garantire i livelli essenziali di assistenza - continua Pagani - anche in presenza di mancanza di risorse. Ecco il motivo per cui è indispensabile coinvolgere altri soggetti e rivedere soprattutto la gestione associata dei servizi. Non è più sostenibile il sistema che consente ad ogni realtà territoriale di gestire in proprio le strutture. Bisogna pertanto ripensare all’organizzazione distrettuale. Non c’è dubbio che vanno ricercati fondi per garantire i livelli essenziali dei servizi sociali dei comuni». Le aree che costituiscono il Piano di zona sono: anziani (suddivisi in residenzialità e domiciliarti), disabilità, dipendenze, salute mentale, famiglie e minori, inclusione (marginalità). A queste si aggiungono le due aree trasversali che sono immigrazione e servizio integrazione lavorativa (disabilità, dipendenze, carcere). Paganin pone l’accento sul fatto che l’80 per cento delle risorse sono destinate al personale: «In questo ambito non c’è molto da tagliare se si vogliono erogare servizi consoni alla domanda. In verità gli amministratori locali temono di perdere i servizi. Ma noi dobbiamo essere capaci di investire di più con adeguati finanziamenti. Si possono trovare modalità di risparmio riorganizzando meglio attività e interventi». Il Piano di zona contiene anche una modalità diversa della distribuzione del fondo per i non autosufficienti. Si chiede di renderlo unico e gestito sul territorio e non come adesso dalla Regione. L’iter del Piano ora prevede la Conferenza dei sindaci che è convocata per il 23 prossimo per adottarlo. Contemporaneamente ci sarà la sottoscrizione dell’Accordo di programma da parte del presidente della Conferenza, del direttore generale dell’Ulss 1 e da eventuali altre istituzioni pubbliche interessate. Dopo di che il Piano di zona dovrà essere inviato in Regione entro il 30 novembre.

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BELLUNO SANITA'Gazzettino 18 novembre

Ridotti i trasferimenti regionali a Ulss 1 e Ulss 2, ma l'una tantum compensa

Il giorno dopo l’approvazione in giunta regionale del riparto dei fondi alla sanità veneta, si fanno sentire più dissensi che consensi. Se da un lato il vice presidente del consiglio regionale, Matteo Toscani (Lega) si dice soddisfatto dei trasferimenti «perché siamo riusciti a portare a casa oltre 9 milioni di euro con l’una tantum», un po’ più cauto va il consigliere Dario Bond (Pdl). Decisamente contrario è il terzo rappresentante bellunese a Venezia, Sergio Reolon (Pd), che parla punti persi nella media regionale. I numeri del riparto sono: all’Ulss 1 di Belluno 230.022.000 euro (a fronte dei 235.955.000 del 2009) e al’Ulss 2 di Feltre 143.988.000 euro (143.757.000 nel 2009). Per compensare queste due aziende, la Regione ha stanziato altri 8.293.000 euro per Belluno e 1.207.000 per Feltre in qualit di una tantum per quest’anno. Per il prossimo non si sa. «Per il 2011 i presupposti saranno diversi - spiega Dario Bond. - La lettura del Libro bianco sulla sanità del Veneto e il Piano socio sanitario regionale detteranno nuove regole con cifre che non saranno più le stesse. Alcuni servizi verranno ridimensionati se non addirittura tagliati. Ci sono realtà venete con tanti abitanti e tanti servizi e quella bellunese è composta da pochi residenti». Molto severo è invece il giudizio di Sergio Reolon. «Pur considerando l’una tantum - afferma - l’incidenza del trasferimento a Belluno, sul totale della spesa regionale per la sanità, è diminuita. Dal 1996 al 2009 sono stati operati trasferimenti pari all’83 per cento all’Ulss 1 e al 90,6 per cento all’Ulss 2, quando la media regionale è del 118,7 per cento. Pertanto Belluno ha perso circa 40 punti. Anche riguardo al 25 per cento in più che spetterebbe alla nostra provincia per la sua specificità non ci siamo: l’incremento si aggira sul 10 per cento: del tutto inadeguato e non rispettoso del deliberato del consiglio regionale»

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BELLUNO SANITA'Gazzettino 18 novembre

Angonese passa alla Ulss 4 di Thiene

Ermanno Angonese da ieri è ufficialmente a capo dell’Ulss 4 di Thiene. Lascia la sanità bellunese nelle mani di Antonio Compostella che ha già preso possesso dell’ufficio di via Feltre. «Non nascondo - esordisce l’ormai ex direttore generale dell’Ulss 1 - di essere contento del trasferimento. Per varie ragioni. Mi viene assegnata un’azienda con le migliori performance a livello non solo regionale ma anche nazionale, che si accinge a realizzare un unico grande ospedale al posto dei due esistenti. Inoltre, per me si tratta di un avvicinamento a Mason Vicentino dove abito». Fatta la premessa, Angonese si affretta a dire: «Dispiace che 36 mesi di attività all’Ulss 1 siano trascorsi così velocemente. Belluno mi ha dato moltissimo e, dal canto mio, sono certo di aver seminato molto. Ho fiducia che i frutti cresceranno, come l’ospedale unico delle Dolomiti quale perno di tanti satelliti. Soprattutto nei rapporti umani ho vissuto un bel periodo: la gente di montagna è forte, caparbia e schietta. Sono grato al primo cittadino di Belluno e alla conferenza dei sindaci e a tutti i bellunesi. Sì, ho avuto più di quello che ho dato. Ho conosciuto persone meravigliose e, a parte qualche incomprensione, ho avuto un ottimo rapporto con i dipendenti». Angonese, prima di andarsene, non evita di lanciare la stoccata alla segretaria cittadina del Pd, Irma Visalli. «Con le sue affermazioni - precisa - ha dimostrato di non capire come stanno le cose circa l’ipotesi di permuta con l’edificio di via Tiziano Vecellio. Mi dispiace dirlo, ma ci perde tanto sul piano personale quanto su quello della sua professione di architetto. Ma tant’è. Forse le è impossibile guardare la realtà e uscire dagli schemi. Ricordo di aver parlato con un consigliere del Pd il quale si era detto a favore della nuova sede, ma non mi avrebbe mai dato ragione vista la sua posizione partitica. Mi è bastato».

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BELLUNO SANITA'

Gazzettino 18 novembre

Compostella nuovo direttore generale dell'Ulss 1

Nella sua nuova veste di direttore generale dell’Ulss 1, Fernando Antonio Compostella è salito ieri pomeriggio all’ultimo piano del palazzo amministrativo di via Feltre. «Si prende possesso del ruolo» dice. In queste parole è possibile avvertire un sottile sollievo. La nomina del dottor Compostella a capo dell’Ulss bellunese infatti, era l da un po’ di giorni, ferma a Palazzo Balbi sulla scrivania del governatore Luca Zaia il quale, preso dall’emergenza maltempo in Veneto, aveva procrastinato sulla firma del decreto. Ma martedì il sospirato documento è stato sottoscritto. «Il presidente regionale mi ha dato fiducia - commenta Compostella - ed io spero di ripagarlo sul campo. Intanto sono giunto a Belluno per prendere visione della situazione. Ho chiesto all’ingegner Angonese di presentarmi allo staff dirigenziale della sanit bellunese in modo da iniziare a muovermi subito in questo mio nuovo incarico». Fino alla sua nomina a Belluno, Compostella era direttore dell’Agenzia regionale socio sanitaria del Veneto. Un ruolo che gli ha permesso di aver conoscenza della materia. «Un conto sono i numeri - si affretta a sottolineare - e un altro sono le persone e le relazioni con esse e con il territorio. Adesso devo accoppiare i numeri al clima del luogo». In merito alla sua nuova destinazione, il neo direttore generale afferma: «Vengo volentieri a Belluno. Mi è stato affidato un incarico prestigioso, vuoi perché questo è un capoluogo di provincia e vuoi perché si tratta di una realtà con delle grandi potenzialità sia dal punto di vista professionale e sia sul piano relazionale e umano. Credo molto nel valore del rapporto tra le persone, che fa sciogliere molti nodi e che aiuta a migliorare l’offerta dei servizi. La gente di montagna è solida, pratica: penso che avrò soddisfazioni anche sul piano personale». Fernando Antonio Compostella, a cui piace definirsi «un ragazzo del ’54», è sposato e ha tre figli: una femmina di 23 anni e due maschi di 21 e 19. «L’ultimo è un rugbista» riferisce con orgoglio. E quando sa che Belluno vanta una grande tradizione in questo sport è ancor più contento del suo trasferimento. Con la famiglia abita a Santorso, fra Thiene e Schio: «Farò il pendolare - dice - ma prenderò un alloggio in città». E intanto, forse per alleggerire la comprensibile tensione dell’impatto con la nuova realtà, Compostella racconta la storia di sant’Orso, il cavaliere medievale di origine slovena che diede il nome al suo paese perché, dopo un lungo peregrinare per espiare la sua colpa di parricida, lì sul monte Summano è sepolto. «Mi piace dire che abito alle caviglie del monte Summano».

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PADOVA MATERNEGazzettino 17 novembre

Ancora proteste di Comuni e materne paritarie contro lo Stato che taglia

C’è un modello veneto che funziona. È quello delle scuole dell’infanzia paritarie, ovvero l’ossatura della prima istruzione dai 3 ai 6 anni nella nostra Regione. Siccome quelle pubbliche non ci sono o sono poche, sono le scuole paritarie, gestite da associazioni, Ipab, parrocchie, ad accogliere i bambini. Sono 1.100 nel Veneto, oltre a 300 nidi. Le prime ospitano 94mila bambini i secondi 6.700. Ci lavorano 10mila operatori. E sapete qual è il problema? Che questa situazione fa risparmiare su scala nazionale 3,4 miliardi di euro all’anno allo stato e 520 milioni solo nel Veneto, ma Stato e Regione danno indietro briciole sotto forma di contributi. E le scuole non ce la fanno più. Ma se non ce la fanno crolla tutto, anche a Padova, dove le materne statali sono 10, le materne comunali paritarie sono altre 10 e le materne paritarie - chiamiamole private ma che offrono un servizio pubblico - sono 45. Ieri l’assessore alla Scuola, Claudio Piron ha lanciato l’ennesimo grido di allarme convocando rappresentanti delle scuole del Veneto, il presidente regionale della Fism, Ugo Lessio, don Fernando Fiscon gestore dell’asilo S. Giuseppe e un genitore, Marco Bovo di Povegliano (Tv). Il succo della storia, dice Piron, è che «lo Stato non rispetta la legge del 2000 che ha istituito le scuole. Taglia sempre di più i fondi e la Regione a sua volta paga con ritardi anche di un anno. Le scuole sono allo stremo. Lo sa quanto ritorna lo stato al Veneto per i 520 milioni che risparmia ogni anno? 14 milioni. E per il 2011, dai 531 milioni di quest’anno ha previsto di stanziarne 280». Che non siano parole lo dimostra l’intervento di don Carlo Velludo, che gestisce la scuola paritaria Provera a Treviso. «Questa estate sono andato quattro volte in banca per chiedere un credito per pagare gli stipendi mentre avanzavo ancora 30mila euro dalla Regione. Quest’anno il 50 per cento del contributo è stato deciso il 9 marzo ed emanato il 25 agosto. Alcune scuole non l’hanno ancora ricevuto. Noi dal 2000 ad oggi abbiamo fatto risparmiare 6milioni a Stato e Regione ma la parrocchia ha un debito di 400mila euro. Se questi sono i privilegi... È intervenuto anche il sindaco di Rubano, Leonildo Bettio. «Nel mio comune ce ne sono tre e noi diamo 200mila euro l’anno. Ma non sanno quante risorse avranno e io non sono in grado di dare risposte».

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PADOVA MATERNEGazzettino 17 novembre

Il Comune promette fondi, ma la materna di Pionca di Vigonza non cancella l'ipotesi di chiusura

Resta in bilico la scuola materna di Pionca. Nonostante l'approvazione all'unanimità di un atto di indirizzo, resta lo spettro della chiusura annunciata per luglio 2013. Sei ore di consiglio, tra discussioni, botta e risposta, ma alla fine le posizioni restano distanti. All'una di notte il voto sul futuro della scuola dell'infanzia di Pionca. La proposta contenuta nell'atto di indirizzo del Comune prevede l'acquisizione a titolo oneroso dell'area dove c'è la scuola per un milione di euro. «Con quei soldi - ha detto il sindaco Nunzio Tacchetto - la parrocchia potrà reperire le risorse per realizzare la nuova materna dopo aver individuato un sito ritenuto idoneo». Sull'area attualmente occupata dalla scuola si potrà realizzare la nuova piazza di Pionca, con parcheggi e servizi. Acquisizione che dovrà essere fatta dalla Stu Vigonza Sviluppo. La proposta tuttavia non convince i residenti, in particolare i genitori e il parroco don Giuseppe Cassandro. Perplessità sui tempi e sopratutto sulla reperibilità da parte del Comune delle risorse per l'acquisizione. La chiusura è stata annunciata dallo stesso parroco più di un anno fa ed è stata recentemente ribadita in una lettera inviata all'amministrazione. «Costruita nel 1959, la scuola ha bisogno di continue manutenzioni che sono sempre più onerose e che la parrocchia non riesce più a sostenere. A gennaio ci sono le preiscrizioni e dovrò dire ai genitori che non saranno garantiti i tre anni di scuola perché se non ci sarà la scuola nuova, questa dovrà chiudere». Domani sera la scuola dell'infanzia sarà il tema dell'incontro pubblico organizzato nella scuola elementare di Pionca.

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PADOVA MATERNEGazzettino 17 novembre

Al nido parrocchiale di Piombino Rese installato un purificatore dell'aria da 985 euro

PIOMBINO DESE Aria pura al nido. Acquistato un purificatore dell'aria che riduce il rischio di allergie e contagio tra i bimbi che frequentano l'asilo nido parrocchiale San Giuseppe. Grazie al dispositivo, il cui acquisto è stato deciso dalla giunta e che è concesso in comodato alla struttura infantile, saranno eliminati i fattori allergici, inquinanti o batterici presenti negli ambienti in cui soggiornano i bambini. Prodotto dalla ditta Gioele sa di Trento e già sperimentato in molti ospedali del Veneto, il macchinario consente di pulire ed igienizzare l'aria attraverso un sistema di vapore-aspirazione con filtro ad acqua. «È una pratica igienica molto efficace e a basso impatto ambientale, dal momento che non ricorre a prodotti di natura chimica - ha affermato l'assessore all'ambiente Daniele Lazzaro - È inoltre molto pratico se si considera che per rendere salutare l'aria in una stanza di venti metri quadrati sono sufficienti appena sette minuti». Oltre a rendere più accogliente l'ambiente in cui i bimbi giocano, mangiano e dormono per diverse ore al giorno, il purificatore è infatti in grado di abbattere fino al 90% degli agenti inquinanti senza ricorso a detersivi aggressivi o disinfettanti. Il costo dell'apparecchio è di 985 euro, totalmente a carico dell'amministrazione comunale.

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PADOVA SANITA'Mattino 16 novembre

Usb protesta contro Ulss 17 che appalta servizi ai privati

MONSELICE. Servizi sanitari affidati ai privati. A denunciare il rischio di una pericolosa «breccia» per l'Ulm 17 è l'Unione sindacale di Base, che ha proclamato lo stato di agitazione sindacale. Nel mirino la decisione dell'Ulm di «affidare ai privati dei servizi sanitari - spiega il sindacato - assumendo infermieri per la dialisi da una Sri, come succede per Dialisi e Nefrologia». «Per i due infermieri che arriveranno a Montagnina l'Ulm spenderà 62.400 euro: con gli stessi soldi si potevano pagare almeno quattro infermieri interni, cioè il doppio» accusa Federico Martelletto, della Rad. «Con una situazione di crisi, e la Regione che dichiara un buco di un miliardo di euro, l'Ulm 17 si permette di appaltare un servizio spendendo il doppio rispetto alle assunzioni di infermieri». La questione venerdì è finita sul tavolo del Prefetto, ma il confronto con i vertici Ulm si è risolto con un nulla di fatto. «L'Ulm ha motivato la scelta con l'urgenza di far fronte all'arrivo di nuovi dializzati - spiega uno dei lavoratori - ma noi è da tre anni che chiedevamo infermieri da formare, perché Montagnina era al collasso. Non possono ora invocare l'urgenza». I lavoratori proseguono la battaglia, che diventa una questione di principio.

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ROVIGO ANZIANIResto del Carlino 12 novembre

Scarparo del Csa di Adria non si dimette ed attacca il sindaco dimissionario

IL PRESIDENTE del Sa di Adria, Roberto Scarpaio non ha alcuna intenzione di dimettersi dall’incarico, come da invito dell’ex sindaco Massimo Barbuglioni, anzi minaccia di perseguirlo penalmente. Ritiene, infatti, di aver rilevato con il suo legale di fiducia evidenze di natura penale nella nota di Barbuglioni. Scarpaio, inoltre, evidenzia che il sindaco ha potere di nomina dei consiglieri del Sa, ma non di revoca essendo nominato dai consiglieri. Infine, secondo Scarpaio, Barbuglioni effettua inammissibile l’incursione nelle scelte operative del consiglio del Sa, citando persone estranee al contenzioso. «In definitiva — conclude il presidente del Centro servizi anziani di Riviera Sant’Andrea — nessuno ha ancora spiegato all’ex sindaco quali erano i suoi compiti e ciò avvalora la mia convinzione di aver fatto un servizio alla città, anche se molto sofferto di cui sta pagando tuttora, nel mandarlo a casa. Se questa è l’aria nuova tanto sbandierata, è sicuramente tra i massimi fetori che madre natura possa esprimere. Voglio poi ricordare che, dopo la fine di una contesa durata mesi, anche nelle più tremende guerre le armi cessano di fare fuoco e la ‘resa dei conti’ è di una barbarie inaudita».

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 16 novembre

L'assessore provinciale Brusco spiega ai famigliari come rifiutarsi di pagare l'integrazione per le rette della casa di riposo

Il problema delle rette delle Case di riposo per i non autosufficienti è stato sollevato tre anni fa dal vice presidente della Provincia nonché assessore salute, Guglielmo Brusco il quale ha il merito di aver «scoperto» che esisteva una legge del 2000 che porta il nome del ministro Livia Turco, fondamentale, perché afferma che «a pagare le integrazioni alle rette per i non autosufficienti ricoverati in Case di riposo, siano i comuni di residenza e non i familiari degli assistiti». All'incontro di alcuni giorni fa, promosso dal coordinatore territoriale del sindacato dei pensionati della Cgil, Giovanni Canella, presenti, tra gli altri, i consiglieri di minoranza, Renato Pregnolato e Doriano Moschini e la rappresentante del comune di Taglio di Po, vice presidente del consiglio di amministrazione del Ciass, Bianca Barini. «Il comune di Taglio di Po - ha rilevato con piacere Brusco - si è allineato ai comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Polesella e Frassinelle riconoscendo, con delibera di Giunta, che a pagare l'integrazione delle rette per i non autosufficienti residenti nel comune all'atto dell'entrata in Casa di riposo, sia il comune e non i familiari ma, non avendo disponibilità finanziarie si è impegnato però a trovarle». «Pur essendo una delibera di indirizzo è un atto responsabile - ha sottolineato Brusco». Brusco ha poi detto: «i familiari devono rifiutarsi di pagare le integrazioni, ma lo devono fare usando tutte le precauzioni possibili, seguendo le dovute modalità affinché le procedure siano corrette, non bisogna mettere in pericolo il diritto delle persone». Praticamente, il familiare deve ritirare la firma d'impegno rilasciata all'atto del ricovero e informare con lettera-raccomandata il Comune e la Casa di riposo che il proprio congiunto ricoverato non è autosufficiente quindi, come stabilisce la legge, non sarà pagata l'integrazione alla retta; successivamente si presenta ricorso al «Difensore civico provinciale». Diversi sono stati gli interventi e l'assessore Brusco a tutti ha dato precise e chiare risposte ricordando che «mai la persona ricoverata, non autosufficiente, potrà essere dimessa».

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 17 novembre

Che ne è stato del progetto di casa di riposo a Ceregnano?

Tegani attacca l'operato degli amministratori. Il Coordinatore locale del Movimento per l'Italia nonché Consigliere comunale di minoranza contro sindaco ed amministratori. Si riferisce in particolar modo ai lavori non ancora ultimati dell'area camper service di Lama Polesine che attualmente si trova in totale abbandono a se stessa. Secondo Tegani è diventata solo un'area praticata per il trasbordo dei camion della spazzatura e per le soste delle auto di cacciatori e pescatori che fanno lo spuntino dopo le loro battute di pesca o caccia. Oppure, come di recente è successo, viene invasa da gruppi di nomadi che, vista l'agiata sosta permessagli, pensano bene di pernottarci. Ad oggi, continua il Consigliere Tegani, non esiste alcun cartello che individui la messa in sicurezza per dell'area e questi lavori dovevano essere ultimati quattro mesi fa ma l'area camper risulta a tutt'oggi totalmente abbandonata. Altri lavori sempre in sospeso, promessi e non mantenuti, sono il rifacimento della segnaletica stradale ed il ripristino delle buche in diverse vie del paese. Ora poi insiste il Consigliere, viene anche garantito un servizio spudorato di autovelox solo per rimpinguare le casse vuote dell'amministrazione e non certo per una corretta prevenzione e controllo del territorio. Sulla questione Grimeca Tegani si augura che arrivi presto una soluzione per la messa in normalità della produzione e la tutela del lavoro dei molti operai che ora vivono con l'acqua alla gola. Inoltre Tegani termina chiedendosi che fine abbia fatto la promessa della realizzazione della Casa di Riposo a Ceregnano che doveva, in futuro, garantire più di cento posti di lavoro.

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 16 novembre

Comitato dei famigliari della Casa del sorriso di Badia Polesine presenta la sua attività: abbiamo evidenziato il problema dell'aumento delle rette

Da ieri mattina nella bacheca della Casa del sorriso di Polesine è esposta la prima relazione del Comitato dei familiari che si è riunito il 5 novembre in assemblea con tutti i familiari. È il resoconto dei primi mesi di attività dopo le elezioni di fine maggio e il successivo insediamento. Il comitato è coordinato da Giorgio Soffiantini e attualmente ne fanno parte Piergiovanni Saltarin, Sandra Malosti, Mara Valentini e Leonello Melon. La lunga relazione ripercorre le finalità del comitato e precisa che sono stati affrontati vari temi come l’organizzazione generale, l'assistenza sanitaria, la distribuzione farmaci, la gestione degli spazi interni ed esterni, le attività di animazione e il problema delle rette. «Un lavoro fitto fitto che ha impegnato notevolmente il comitato provvisto unicamente delle proprie forze, risorse, motivazioni e responsabilità». Si sono ottenuti, secondo i componenti, alcuni risultati quali «l’ottenimento di una modifica alla Carta dei servizi; una sensibilizzazione di tutto il personale per l'attenzione alle esigenze dell'ospite; la modifica di due regolamenti (quello per l'elezione e la funzionalità del comitato, oltre a quello per l'accesso alla struttura delle persone di fiducia dei familiari, che svolgono attività di compagnia nei confronti degli ospiti); nuove disposizioni per la somministrazione dei farmaci; l'utilizzazione di materiale monouso; il questionario di fine anno implementato da molte nuove domande conseguenti al lavoro svolto nelle riunioni del consiglio d’amministrazione con il comitato; l'evidenziazione del problema dell'aumento delle rette». L’organismo ha annunciato che sta lavorando alla «valorizzazione del proprio ruolo», chiede più informazione e visibilità nell'attività della Casa del sorriso e boccia sia i fuochi d'artificio che chiudono la tradizionale “Grigliata d'agosto”, giudicati «fuori luogo e inopportuni in considerazione del posto e della situazione dove si svolgono e perché disturbano i vicini», che «la gita annuale gratificata da un limitatissimo numero di ospiti (ovviamente pronti a qualsiasi destinazione), mentre impegna un sostanzioso numero di operatori e accompagnatori».

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 16 novembre

Il Comitato Familiari della Casa del Sorriso di Badia Polesine chiede attenzione e più cautela nelle spese

Il Comitato dei familiari della Casa del sorriso di Badia Polesine sostiene che «il nostro pallino è il costo di ogni cosa che viene fatta, perché può essere sostenuta e motivata solo se riguarda la stragrande maggioranza dei ricoverati, perché tutto impatta sulle rette di tutti e il 93 per cento delle entrate proviene proprio da questa voce. La festa d'estate è sponsorizzata completamente, ma gli operatori che prestano aiuto in quell'occasione sono pagati dagli sponsor? Gli sforzi degli sponsor non potrebbero essere orientati per finalità maggiormente apprezzabili e condivise da tutti? Questi sono solo due esempi e alcuni dei motivi per i quali il comitato ha chiesto di essere sempre interpellato nella fase preliminare». Il resoconto della situazione «è positivo, ma non del tutto soddisfacente è la prospettiva di attività futura», da qui parte una polemica: «Il presidente (Fabrizio Rossi, ndr) in assemblea, ascoltate le nostre considerazioni ha risposto: “Se anche il comitato dovesse dire di no ai fuochi, io li farò fare lo stesso. Perché me li chiedono gli ospiti”. È è un po’ complicato lavorare su un piano di reciproca considerazione. Poco importa se gli ospiti che lo chiedono sono una minoranza; poco importa che i rappresentanti dei familiari siano stati eletti e votati dal 68 per cento dei familiari (quorum minimo 40) e siano l'organismo che rappresenta tutti. Se queste sono le premesse, in tali condizioni sarà un po' difficile per il Comitato poter far valere i propri suggerimenti.

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 18 novembre

Rifondazione insiste: i familiari degli ospiti devono avere più peso decisionale in casa di riposo ma non devono pagare la retta

Leggo le dichiarazioni da parte del comitato familiari della casa di riposo di Badia Polesine e mi sento in dovere di fare alcune considerazioni nel merito. Ringrazio sinceramente il comitato familiari di Badia che con coraggio affronta pubblicamente una serie di problematiche relative al ruolo ed al rapporto con i gestori dell’Ente in questione, considerando che le problematiche evidenziate sono molto simili nella maggioranza delle strutture del territorio polesano. Nel corso degli ultimi tre anni, in Rifondazione comunista, ci siamo rapportati con decine di familiari di ospiti nelle varie strutture polesane che ci hanno spiegato come gli stessi siano poco coinvolti nelle gestioni degli enti, nonostante la normativa regionale vigente incentivi questo tipo di rapporto soprattutto nelle decisioni più importanti, al contrario, accade di frequente che i familiari degli ospiti siano oggetto d’informazione a scelta compiuta come cattiva abitudine e diffusa in tutto il territorio. Il gruppo consiliare di Rovigo, di cui sono componente, in occasione del rinnovo del Cda dell’Iras, aveva chiesto ufficialmente che uno dei componenti fosse espressione delle famiglie degli ospiti, a garanzia di tutela del servizio e della massima trasparenza, purtroppo i risvolti furono verso altra direzione e le mia proposta non venne neppure considerata. Tra le osservazioni del suddetto comitato badiese risalta sicuramente la condivisa preoccupazione di un nuovo imminente aumento delle rette come abitudine annuale, allo scopo di fronteggiare spese che servirebbero proprio alla gestione della casa di riposo. Mi preme osservare , per l’ennesima volta, al di l delle modalità rispetto al quale i consigli di amministrazione decidano questi aumenti, che nella realtà il rapporto giuridico tra gli ospiti e gli amministratori, anche per la corresponsione economica, sta in capo alla normativa che regola la materia, la quale prevede in modo inequivocabile la totale esclusione dei familiari o dei parenti civilmente obbligati per pagare, quando l’anziano ospite sia una persona certificata come non autosufficiente, di conseguenza le persone definite impropriamente come “parenti firmatari dell’impegno di spesa” abbiano tutto il diritto di rescindere questo tipo d’impegno che, ripeto, non è riconosciuto dalle norme attuali ma che, se del caso, spetta interamente al Comune di residenza al momento di ricovero in struttura. Assolutamente discutibile, quindi, lo stesso impegno di spesa che assomiglia molto ad una scrittura privata contenente un impegno di spesa che in termini di legge dovrebbe essere casomai assunto liberamente dai familiari e non come obbligo per

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ricoverare il proprio caro presso la struttura e senza che gli stessi parenti siano compiutamente e preventivamente informati circa i contenuti di legge. Moltissime sentenze del Tar e del Consiglio di Stato hanno sentenziato questa prassi come illegittima. È importante ribadire come la normativa esistente nel nostro ordinamento giuridico sia in capo alla legge 328 del 2000 (articolo 6 comma 4 e articolo 25) che richiamandosi alla legge 130 del 200 spiega come l’anziano ospite non autosufficiente debba essere qualificato attraverso la propria situazione economica individuale e nel caso che la stessa non gli permetta di coprire l’intero costo della retta, l’eventuale integrazione spetti assolutamente al Comune escludendo inequivocabilmente i suoi parenti motivo, per cui i ripetuti aumenti annuali dovrebbero preoccupare i Comuni e non le famiglie degli anziani che per legge ne sono completamente esenti. Credo sia importante ricordare alle famiglie in questione gravate ingiustamente da un impegno di spesa non dovuto e in un grave periodo di crisi economica, che l’ufficio del difensore civico provinciale ha istituito decine di pratica nel territorio provinciale con l’unico obiettivo di iniziare un percorso giuridico e istituzionale che dar giustizia a queste famiglie ed è per questo motivo che invito chiunque si trovi attualmente in queste condizioni di attivarsi al più presto mettendosi in contatto con l’Ufficio rapporti con il pubblico istituito presso la sede della Provincia, dove gratuitamente e con molta professionalità e discrezione ricever un sostegno importante verso la legalità e la giustizia. Ribadisco la nostra disponibilitàà ad incontrare consigli amministrazione e familiari degli ospiti allo scopo discutere il problema fornendo materiale molto utile alla causa come copie di sentenze, pareri di difensori civici e molto altro, ma nel frattempo auspico che i Cda delle case di riposo polesane investano i propri Comuni di riferimento delle proprieresponsabilitàt per le integrazioni di retta, senza gravare ulteriormente e ingiustamente verso i parenti degli assistiti, evitando contenziosi giuridici che potrebbero rivelare gravi risvolti diresponsabilitàt amministrativa. Cristiano Pavarin responsabile dell’Area sociale Federazione della Sinistra

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ROVIGO ANZIANIGazzettino 18 novembre

Il presidente della casa di riposo di Badia Polesine attacca il Comitato dei familiari

Il Comitato dei familiari della Casa di riposo di Badia Polesine, dopo aver reso nota alla stampa la relazione dell'attività svolta nei primi mesi di vita, è andato in rotta di collisione la stessa struttura. Scrive il presidente Fabrizio Rossi: «Il Comitato dei familiari, con procedura irrituale e inconsona al ruolo, spero forse per inseguire una propria visibilità, ha portato a conoscenza dell'opinione pubblica notizie talmente approssimative da rasentare il ridicolo. Il signor Soffiantini (Giorgio Soffiantini coordinatore del Comitato dei familiari, ndr) sa benissimo che la porta della presidenza è sempre aperta. Quindi non vada sui media a protestare valorizzazioni del ruolo, di fatto mai ostacolate, né confonda le carte mescolando i ruoli: confrontarsi non significa condividere e men che meno co-deliberare. Non si dimentichi che da anni è presente nella struttura un attivo Comitato degli ospiti, le cui istanze, che non sempre collimano con quelle manifestate dal Comitato familiari, meritano da parte nostra analoga considerazione». Rossi sostiene che il Comitato ha avuto la massima collaborazione e risorse e aggiunge: «Se i fuochi artificiali e le gite sono i problemi rilevati, vuol proprio dire che complessivamente le cose vanno bene». Rossi difende la scelta di fare i fuochi d'artificio al termine della grigliata estiva e le gite che sono «scaturite da richieste del Comitato degli ospiti». Quindi nasce un conflitto fra «Comitato dei familiari» (eletto in base a un regolamento per la prima volta a maggio 2010) e «Comitato degli ospiti» che non può essere la stessa cosa. Il presidente lamenta che il Comitato dei familiari rischia di diffondere un'immagine sbagliata della Casa di riposo, che ha alti standard di qualità «riconosciuti dalla Regione Veneto», e dopo aver ammesso che «la preoccupazione sui possibili aumenti delle rette è attentamente valutata dal cda», aggiunge: «Terrò conto, nel limite del possibile, dei suggerimenti che il Comitato vorrà presentare e anziché strologare, perché non proseguire un dialogo sereno nelle sedi opportune?».

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ROVIGO DISABILIResto del Carlino 12 novembre

56% di ribasso per l'appalto per i lavori alla Ulss 18 compreso nuovo ceod

UN RIBASSO del 56,6% ha permesso al raggruppamento temporaneo di imprese con capogruppo Opra Costruzioni Srl di Rovigo e mandante Ids Srl di Rovigo di aggiudicarsi l’appalto per la manutenzione straordinaria, incrementativa e coordinata a strutture e impianti dei fabbricati dell’Azienda Ulss 18 di Rovigo per la durata di tre anni. L’importo dei lavori, stimato dall’Ulss 18 era di circa 4 milioni e 800 mila euro. Opra e Ids realizzeranno i lavori con 2 milioni 475 mila 391 euro iva inclusa. Opra e Ids che insieme contano circa 100 dipendenti.Ribassi di questo tipo sono ormai all’ordine del giorno un po’ in tutta Italia tant’è che delle 21 offerte arrivate all’Ulss 18 di Rovigo, che ha approvato la documentazione tecnica di gara il 15 giugno scorso, diversi hanno superato il 50%. Retice Snc di Galvan e Romito, Badia Polesine hanno ribassato del 53,8%, Consorzio alta tecnologia di Ravenna del 50,6%, Sacaim Spa ing Mantelli di Marghera (Ve) del 50,5%, Cpt Group Srl di Rovigo del 50,4%. Altre quattro offerte erano tra il 40 e il 50 per cento. La gara è stata presieduta da Giovanni Spina, ingegnere dell’Ulss 18, come indicato nel bando di gara approvato con decreto del direttore generale Adriano Marcolongo il 15 giugno.Ids Srl ultimamente si è aggiudicata altri due appalti all’Ulss 19 di Adria. Con un ribasso di circa il 50% la realizzazione del nuovo blocco parto dell’ospedale di Adria (importo stimato dei lavori 734 mila 826 euro) e con un ribasso di circa il 35% la realizzazione del nuovo Ceod di Adria (importo stimato dei lavori 858 mila euro).Per spiegar ribassi di tal genere diverse sono le motivazione. Fra queste non bisogna sottovalutare quella del periodo economico che stiamo attraversando. Un momento molto delicato e difficile, al punto che la situazione è che a ben guardare le aziende stanno arrivando alla fase del cannibalismo.Cosa significa? Vuol dire che molte imprese oneste lavorano al limite del sotto costo nella speranza di mantenere in vita la propria attività aspettando la fine della crisi. C’è chi invece, poiché la legge lo permette, dichiara fallimento e col concordato preventivo paga attorno al 15% dei debiti che ha contratto con le banche. L’impresario salva i capitali accumulati e la propria famiglia mentre i dipendenti restano a casa.

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ROVIGO DISABILI Gazzettino 17 novembre

Nuovo progetto di sport per disabili in provincia di Rovigo

Tutti si devono muovere, hanno bisogno di fare sport, hanno diritto di vivere e divertirsi. È l'idea ispiratrice di “All moving. Lo sport che abbatte le barriere”, un progetto che integra sport e disabilità tema del dibattito in programma in sala consiliare a Palazzo Celio sabato 20 alle 9. A promuovere l'iniziativa, insieme alla Provincia, i due Panathlon di Adria e Rovigo, il Coni, Unisport, Canoe Polesine e il comitato veneto paraolimpico. Il tema portante dell'appuntamento sar la partecipazione. «È fondamentale - hanno sottolineato l'assessore allo Sport Leonardo Raito e i due presidenti panathleti Anna Paola Nezzo e Alberto Doni - che lo sport si apra al coinvolgimento di sempre più larghe fasce di popolazione, soprattutto verso coloro che possono superare la disabilità fisica proprio grazie alla partecipazione alla pratica sportiva». Il convegno si aprir con gli interventi di esperti, docenti e giornalisti specializzati, per poi lasciar spazi a una tavola rotonda sul rapporto fra sport, disabili e divulgazione attraverso i mezzi di comunicazione. Tra gli ospite anche Bebe Beatrice Vio, giovanissima schermitrice tredicenne di Mogliano Veneto, priva degli arti a seguito di una malattia.

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ROVIGO SOCIALEGazzettino 15 novembre

Bando di Csv di Rovigo sulle reti di coordinamento del volontariato

Il consiglio direttivo del Centro servizi al volontariato ha deliberato un nuovo bando per lo sviluppo e la promozione delle reti di coordinamento del volontariato. La scadenza è il 30 dicembre. Possono presentare progetti i coordinamenti di organizzazioni di volontariato con sede legale nella provincia di Rovigo, iscritti al registro regionale e operanti in almeno tre Comuni. Queste associazioni possono operare in rappresentanza di coordinamenti fra organizzazioni di volontariato della provincia di Rovigo di nuova costituzione. La finalità di tutti i progetti deve essere “approntare strumenti ed iniziative per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative di volontariato ed il rafforzamento di quelle esistenti” ai sensi del decreto ministeriale 8/10/97. Il finanziamento del Csv non potrà superare l’80 per cento del costo del progetto fino al tetto massimo di 20 mila euro. Fra le novità previste dal bando, valorizzare le attività dei volontari riconoscendole fino a un massimo del 50 per cento della quota obbligatoria di co-finanziamento (10 per cento dei costi totali).

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ROVIGO SOCIALEResto del Carlino 16 novembre

Pagelle degli utenti e delle associazioni ai servizi del volontariato rodigino

UN RAPPORTO sul volontariato e sulle risorse che ha a disposizione. Si è svolto venerdì scorso, nella sede della Fondazione Cariparo, in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo, il convegno su ‘La valutazione della progettazione sociale del volontariato’.La ricerca, che è stata pubblicata a cura del Csv e della Fondazione Zancan di Padova, ha valutato i risultati, l’utilità e l’impatto delle risorse destinate ai progetti sociali delle organizzazioni di volontariato, in questo periodo impegnate a fronteggiare la crisi economica e sociale che investe anche il Polesine.Il rapporto prende in esame un campione di 84 progetti finanziati tramite bando nel triennio 2006-2008 a 61 associazioni. Complessivamente, nell’intero periodo, il Csv ha finanziato 221 progetti promossi da 78 associazioni, cui hanno aderito 653 organizzazioni, prevalentemente associazioni ed enti locali, e coinvolto circa 114.000 beneficiari finali.Dalla ricerca emerge il ruolo rilevante del volontariato in termini di risposta ai bisogni: il 23% degli utenti afferma che, in assenza dei servizi delle associazioni, non avrebbe saputo a chi rivolgersi. Il volontariato è un punto di riferimento per essere ascoltati, avere un supporto morale e mantenere rapporti sociali. La soddisfazione rispetto ai servizi è elevata, soprattutto per la disponibilità dei volontari (‘moltissimo soddisfacente’ per il 64%).Secondo gli ‘attori’ qualificati del welfare locale (30 rappresentanti di enti locali, Ulss, cooperative sociali, Fondazioni e Associazioni di promozione sociale) intervistati, i progetti delle associazioni sono utili per integrare i servizi esistenti (indice di utilità 0,75), promuovere la cultura della solidarietà (0,68), creare collaborazioni con il terzo settore e qualificare il volontariato come promotore di sviluppo sociale. Sono percepiti meno utili per la prevenzione, l’informazione sui servizi e la sensibilizzazione della comunità locale. Il 36% delle associazioni intervistate afferma che senza l’apporto del Csv non sarebbe riuscita a realizzare il progetto. Per il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato «è possibile misurare l’efficacia dei progetti, il loro impatto sociale, il loro rendimento in termini di utilità per le persone e per le comunità locali. Ciò allo scopo di valorizzare la qualità dell’azione del volontariato».«Le indicazioni emerse da questo lavoro hanno consentito di migliorare i nuovi bandi del Csv», commenta Vani Franceschi, presidente del Csv. Per Carlo Scapin, direttore dei servizi sociali dell’Az. Ulss 18 «il volontariato in futuro potrà assumere un ruolo più significativo nella rilevazione dei bisogni sociali ma sarà necessario un maggior coordinamento». Giorgio Osti, professore dell’università di Trieste, pur apprezzando la ricerca di un modello di valutazione, ha evidenziato i rischi di un eccessivo utilizzo dei progetti sociali a fronte delle richieste dei cittadini di servizi continuativi e di qualità.

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ROVIGO SOCIALEResto del Carlino 19 novembre

Convegno sui tagli ai fondi per disabili e al sociale nella Ulss 18

TAGLIO DEI FONDI uguale taglio dei servizi sociali. Come fare a sbilanciare questa equazione? E’ questa la domanda alla quale cercheranno di rispondere gli esperti al tavolo dell’Ulss 18, per un convegno dal titolo ‘La qualità della vita delle persone con disabilità complesse: fare di più con meno risorse?’In pratica, tutti i servizi a favore di persone svantaggiate che l’azienda sanitaria polesana eroga dal 2001 sono a rischio riduzione. Basti pensare che solo nel 2008, secondo i dati dell’ultima relazione sociosanitaria, i disabili che usufruivano dei servizi offerti dalla struttura erano oltre 1.200, tra quelli impegnati nei centri diurni (171), quelli che partecipavano a programmi di integrazione lavorativa (327), scolastica (436), nuoto (131), accoglienza in residenza (83), o ad altri progetti regionali (63), ai quali si aggiungono i ciechi pluriminorati (23).Questo però è solo un esempio dei servizi sociosanitari erogati dall’Ulss 18, che comprendono anche quelli rivolti a minori, con disturbi psichici e non, donne, famiglie, persone con disturbi mentali o dipendenze patologiche. A questo, si aggiunge l'attività territoriale, fatta di visite ambulatoriali e domiciliari, psicoterapie e consulenze, che dopo una fase di espansione si è assestata sui 73.912 interventi nel 2008, su un totale di 3.665 pazienti.Tutti questi servizi, e molti altri, rischiano di venir meno in seguito al taglio dei fondi programmato dalla Regione per questo settore. Come fare a questo punto? L’impressione è che l’azienda sanitaria e le istituzioni locali vogliano tentare di fare squadra per elaborare nuovi modelli, in grado di ottimizzare risorse sempre più scarse senza eliminare i servizi erogati o senza rinunciare alla loro qualità.All’appuntamento di oggi parteciperanno il direttore generale Adriano Marcolongo, che farà gli onori di casa (a partire dalle 9) insieme al sindaco di Rovigo, fausto Merchiori, alla presidente della Provincia, Tiziana Virgili, al presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 18 Antonio Bombonato e al vescovo delle diocesi di Adria e Rovigo, Lucio Soravito de Franceschi.Una panoramica sui servizi sociali dell’azienda sanitaria sarà invece o9fferta da Carlo Scapin (alle 9.30 circa), direttore del reparto, che lascerà poi la parola a Ebe Montini, presidente della sezione italiana ciechi e ipovedenti, Mauro Barbieri, direttore della cooperativa sociale padovana ‘Il Graticolato’ e Claudio Cassinelli, presidente dell’istituto ‘D. Chiossone’ di Genova. Dopo la pausa, interverranno Rossano Bartoli, segretraio generale della Lega del filo d’oro di Osimo (An), alle 11.15, Pietro Gonella, commissario straordinario dell’ospedale San Camillo di Venezia, Carlo Hanau, professore dell’Università di Modena e, dopo il dibattito, chiuderà i lavori l’assessore regionale Isi Coppola (alle 13).

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ROVIGO SANITA'Gazzettino 18 novembre

Brusco: ecco la prova che la Lega ha autorizzato sprechi nella Ulss 18

Gli americani la chiamano «Pistola fumante». A palazzo Celio, più prosaicamente, la considerano solo la prova che «i dubbi sulla conduzione della sanit veneta targata Lega nord erano fondati». Alla fine è saltata fuori la famosa lettera in cui il direttore generale Adriano Marcolongo comunicava, due anni fa con l’assessore regionale alla Sanità il leghista Sandro Sandri, la propria proposta di budget per le strutture private preaccreditate dell'Ulss 18. «In pratica con un lungo allegato estremamente esplicativo - attacca l'assessore provinciale alla Salute Guglielmo Brusco - la lettera raccomandata di Marcolongo ribadisce alcun semplici verità: smentisce la necessità di sovrautilizzare le prestazioni private mancando in requisito della motivazione epidemiologica». Vuol dire che se non c'è un'emergenza sanitaria conclamata è assurdo aumentare l'esborso di denaro pubblico verso il privato convenzionato. «Inoltre, illustra la possibilt della struttura pubblica dell'Ulss 18 di produrre di più e propone di ridurre i costi fino a quasi 14 milioni di euro». L'allegato poi è una cornucopia di esempi che Brusco come altrettanti ed evitabili sprechi: dal 2003 al 2007 denuncia il considerevole aumento della spesa e dei volumi di prestazioni per strutture private che vanno dall'assistenza ambulatoriale al recupero e alla riabilitazione, dagli esami di laboratorio alla diagnostica per immagini a oculistica, cardiologia, dermatologia, Orl e ortopedia. Tutte voci sulle quali Marcolongo si disse pronto a risparmiare a far data dal 2009. Di più: si conteggiano anche ipotesi di risparmio per l'anno in corso e per il prossimo dal milione scarso a ben 7,5 milioni di euro. In totale Marcolongo comunicava di poter risparmiare quasi 12 milioni fino alla fine di quest'anno e ben 39 milioni entro il 2012. Perché allora non è stato ascoltato? Perché ora l'assessore regionale paventa tagli agli ospedali di Adria e Trecenta, quando il suo predecessore aveva in mano la chiave per evitare lo sperpero? Ma anche perché, dai tempi dell'assessore regionale Flavio Tosi, la sanità veneta gestita dagli uomini di un unico partito, ha visto allargarsi il buco di bilancio senza dar corso ad adeguate politiche finanziarie di contenimento?

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TREVISO ANZIANI ULSS 8Gazzettino 12 novembre

Il sindaco di Vedelago contro il criterio dell'anzianità per assegnare i posti per non auto, che penalizzerebbe la casa di riposo di Vedelago

«Sindaci irresponsabili». Paolo Quaggiotto, primo cittadino di Vedelago, bacchetta il collega di Crocetta Eugenio Mazzocato e quanti minacciano di non votare i piani di zona (oggi a Loria la presentazione all'assemblea dei sindaci) se non verrà usato il criterio dell'anzianità nell'assegnazione dei posti per non autosufficienti alle case di riposo. Un criterio che favorirebbe vari istituti e penalizzerebbe Vedelago (la cui struttura è recente) che propone invece di riequilibrare il settore ora sbilanciato verso Montebellunese e Pedemontana, almeno attraverso la ripartizione proporzionale dei posti letto. «Se la minaccia di non votare i piani di zona fosse vera - dice Quaggiotto - sarebbe un ricatto irresponsabile». L'analisi del sindaco di Vedelago parte dai numeri: «Nell'Usl 8 ci sono 12 case di riposo di cui una privata (proprio a Vedelago). Il 40% della popolazione risiede infatti in Castellana dove vi sono solo due case di riposo». Ma Quaggiotto chiama in causa anche le «esigenza delle famiglie» dato che «bisogna portare maggiori servizi dove risiedono anche per fare risparmiare e dar loro più possibilità di stare vicino ai loro cari: la proposta di Crocetta non risponde ai bisogni».

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TREVISO ANZIANI ULSS 8Gazzettino 13 novembre

Sulle case di riposo la conferenza dei sindaci Ulss 8 non decide

Case di riposo «congelate». Nella riunione della Conferenza dei sindaci svoltasi ieri a Loria, è stata illustrata e consegnata agli amministratori la bozza dei piani di zona per il prossimo quinquennio, in vista di un nuovo incontro che si svolger fra una ventina di giorni. In un documento ricco di dati, analisi e progetti, manca, però, un capitolo al momento lasciato fuori: è quello delle case di riposo, di cui l'esecutivo deve ancora discutere. Va, in particolare, trovata una mediazione fra le posizioni dei vari sindaci: agli antipodi Vedelago e Crocetta, con Paolo Quaggiotto che vorrebbe un riequilibrio fra i posti della Castellana e quelli del Montebellunese (finora favorito) e Eugenio Mazzocato che chiederebbe di rispettare il criterio di anzianità degli istituti. Intanto si prospetta l'ipotesi di un aumento delle quote che, sulla base di ciascun residente, i Comuni devono versare per interventi sul sociale. La media sarebbe di 0,75 centesimi all'anno nel quinquennio.

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TREVISO ANZIANI ULSS 9Gazzettino 16 novembre

Anche 20 studenti delle superiori e un 89enne si diplomano volontari con gli anziani grazie al corso Israa

Volontari tra gli anziani. Per motivi diversi e con sfumature diverse. Sono sessanta le persone che l'altro giorno hanno ricevuto il diploma dopo aver frequentato un corso di formazione promosso dall'associazione «Natale Mazzo» presieduta da Mario Piolo (nella foto) nell'ambito dell'israelita, l'Istituto per i servizi di ricovero e assistenza anziani del Comune di Treviso. Tra queste persone spiccano venti studenti di scuola superiore che hanno deciso di sperimentare forme diverse di uso del tempo libero, dedicandosi agli altri. Una scelta controcorrente rispetto ai coetanei. Noi abbiamo deciso di scoprire perché, ascoltando le loro storie. Se è vero che la Marca trevigiana è ancora un'area solidale, in cui vi sono moltissime persone iscritte a diversi sodalizi benefici, è altrettanto vero che spesso manca il ricambio generazionale. Il boom di iscrizioni a un corso che introduce al volontariato tra gli anziani risulta doppiamente significativo poiché si tratta di un ambito non facile, dal punto di vista sanitario ma anche emozionale.

Noemi Tintinnabolo è una graziosa ragazza di 16 anni. Abita a Mogliano. Studia, esce con gli amici, gioca a pallavolo, partecipa alle attività degli scout. Qualche tempo fa qualcosa nella sua vita è cambiato. Una vicina di casa, a cui era affezionata, inizia a comportarsi in modo strano. Dimentica le cose, appare confusa, sembra non riconoscere più gli amici e i parenti. «Sono rimasta colpita da questi segnali che non capivo e da una malattia con cui mi sono scontrata, l'Alzheimer» racconta Noemi. Certo, avrebbe potuto fare come tanti: lasciarsi scivolare tutto sopra con indifferenza, curarsi dei fatti propri, vivere in spensieratezza la sua et. Eppure quel pensiero non la lasciava. Cosa succede nella mente di una persona affetta da questa malattia? Come aiutare l'anziana vicina e altri nelle stesse condizioni? «Mia madre ha cominciato ad occuparsi della nostra vicina, le preparava da mangiare, la accudiva». L'esempio della madre conta più di tante parole o prediche che gli adulti spesso fanno ai ragazzi, dimenticando di mettere in pratica ciò che dicono. Ma come fare? Come rendersi utile? «In quel periodo ho letto un articolo nel giornalino del progetto giovani che si chiama Salamandra e mi sono decisa ad agire». Si parlava di un progetto curato dal Centro di servizio per il volontariato, che offre ai giovani di svolgere delle esperienze nel sociale. «Ne ho parlato con alcune amiche e così ci siamo decise» racconta Noemi. Prima del corso proposto dall'associazione Mazzo, la giovane aveva già svolto del volontariato all'istituto Menegazzi, rintracciando la vicina di casa che non manca di incontrare appena può. «Lei non mi riconosce più ma mi guarda e le si inumidiscono gli occhi per l'emozione e questo mi riempie la giornata». Noemi sorride. Ha ritirato il suo diploma dalle mani del presidente dell'Israa Fausto Favaro avanzando con le stampelle. Si è fatta male

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giocando a pallavolo ma non voleva rinunciare alla cerimonia per lei molto importante. Diverso il percorso di Alberto Padalino, uno dei rarissimi maschi che hanno accolto l'appello degli anziani trevigiani. A ritirare il diploma erano solo in due. «I miei amici non capiscono perché sono qui» spiega il 15enne studente del Riccati. Una scuola diversa da quelle da cui usualmente provengono i volontari. Al Menegazzi sono principalmente studenti del Duca Degli Abruzzi (liceo socio-psico-pedagogico) e dall'Itas Mazzini, scuola paritaria specializzata nel sociale. Alberto deve convivere con una storia personale pesante. Ha perso la mamma quando era molto piccolo ed è stato costretto a crescere in fretta. «Io non mi dissocio dai miei coetanei che amano divertirsi ma non penso che la vita sia tutta qui». Anche Alberto legge la rivista Salamandra e si incuriosisce entrando in contatto con lo Sportello «Scuola-volontariato». Accostarsi alle persone in difficoltà è per lui «un modo per mettesi in discussione e maturare». La sua esperienza gli fa capire che «i giovani mascherano la solitudine e il vuoto che hanno dentro con mille maschere» mentre dedicarsi agli altri riesce a colmare il vuoto: di chi soffre e insieme il proprio. Alberto è alla ricerca di persone vere, che non badino solo all'apparenza. Anche se la scuola riconosce crediti formativi a chi fa volontariato, questi ragazzi non sono spinti da criteri utilitaristici. E lo dimostra il fatto che a corso concluso hanno deciso di continuare l'esperienza, ampliandola anche ad altri settori: il doposcuola per i bambini immigrati (Noemi) e i disabili dell'Anffas (Alberto). Dimostrando - come testimoniano - che «a Treviso non esiste solo la generazione da spritz».

A vederla non si direbbe proprio che Giorgina Mazzon abbia la bellezza di 89 anni. Non è un modo di dire. Perché bella la signora Giorgina lo è davvero. Un sorriso aperto e gioviale, una personalità vivace, attiva, simpatica, pronta alla battuta. Ritira il suo diploma insieme a 20 ragazzi che hanno meno di 18 anni. Li guarda sorridendo e condivide con i presenti la fiducia nel futuro. «Finché ci sono ragazzi così che decidono di donare il proprio tempo agli altri c'è speranza». Ne è convinta e dimostra il suo ottimismo ogni giorno da molti anni. Giorgina Mazzon non è una volontaria dell'ultima ora. «Da sempre si dedica al prossimo ma ama approfondire gli argomenti e aggiornarsi» spiega Mario Piolo, presidente dell'associazione Natale Mazzol che ben conosce questa straordinaria persona, presente ogni giorno, 365 giorni all'anno nella casa di riposo di San Giuseppe. A mezzogiorno e alle 18 si presenta puntuale per sostenere chi da solo non riesce a mangiare. Sole o pioggia, caldo tropicale e freddo polare. Non manca mai. «Certo quando mia figlia mi lascia libera corro qui!» racconta con ironia. La signora Giorgina si impegna anche in parrocchia, accanto alle persone anziane che vivono sole e a chiunque si trovi in difficoltà. Ma lo fa con estrema semplicità, senza darvi troppo peso. Donna energica, dotata di grinta e di spirito. Così la descrivono al Menegazzi. E persona curiosa tant'è che alla soglia dei novantanni ha deciso di frequentare un nuovo corso di formazione, approfondendo il tema dell'Alzheimer per aiutare con più competenza gli ospiti della casa di riposo. Molti dei quali sono più giovani di lei.

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TREVISO ANZIANI ULSS 9Gazzettino 16 novembre

Il Comune di Villorba dà 192 mila euro per tre anni di assistenza domiciliare alla casa di riposo Marani

VILLORBA - È stata rinnovata la convenzione tra il Comune di Villorba e la Casa di riposo e centro diurno «G. e P. Marani» per l'affidamento del servizio di assistenza domiciliare relativo al triennio 2011-2013. Il Comune investe 64mila euro annui, per un totale triennale di 192mila euro. La somma viene versata alla casa di riposo, che si impegna a fornire agli anziani villorbesi, ad un prezzo ridotto, il servizio di assistenza domiciliare con i propri mezzi e il proprio personale. «I posti in casa di riposo sono sempre più un problema, - commenta l'assessore al sociale, Nicola Arrigoni. - Credo che la soluzione migliore sia che l'anziano venga assistito a casa propria, nell'ambiente famigliare dove è sempre vissuto. L'assistenza costa meno e l'anziano si sente molto più a suo agio». Nonostante le difficoltà che vivono i Comuni oggi, «per noi come amministrazione è importante essere riusciti a garantire il servizio, che si avverte sempre più necessario, - continua l'assessore. - Il sociale è e deve restare una priorità». In casa di riposo, la spesa è di circa 100 euro al giorno, che diminuisce sensibilmente con l'assistenza domiciliare. Come emerge da un'indagine proposta la scorsa settimana da Il Gazzettino, Casa Marani svolge 2600 ore di assistenza domiciliare nel territorio villorbese. L'assistenza fornita della struttura agli anziani è molto ampia: dall'igiene personale alla preparazione della colazione fino alla consegna dei pasti a domicilio e l'accompagnamento alle visite mediche.

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TREVISO ANZIANI ULSS 9Gazzettino 16 novembre

La casa di riposo di Oderzo contro il blocco del patrimonio delle Ipab voluto da Sernagiotto: “abbiamo i conti in attivo e stiamo per costruire la nuova sede”

Il «tesoretto» non si tocca. Tutto ciò che l'amministrazione della Casa di Riposo di Oderzo è riuscita ad accantonare in questi anni è finalizzato alla costruzione della nuova sede. Lo dice a chiare lettere il presidente Sandro Valerio, esprimendosi chiaramente sulla posizione manifestata dall'assessore regionale Remo Sernagiotto di voler «congelare» i beni delle Ipab. «Non trovo per niente giusto - dice Valerio - che gli attivi di bilancio, generati da gestioni attente ed oculate, debbano essere congelati, non si capisce per quel motivo, per finire magari in un grande calderone che temo, potrebbe essere utilizzato anche per ripianare le passività di enti che non sono stati gestiti in modo opportuno». I bilanci della Casa di riposo sono in attivo. A contribuire all'incremento delle risorse disponibili c'è la vendita, approvata di recente dal consiglio comunale, di un terreno che la Residenza per anziani ha ceduto al Comune. Per un importo di 96mila euro. «Si tratta - precisa il presidente Valerio - di una serie di aree situate nei pressi di via dello Scoutismo, la bretella realizzata di recente che collega via Altinate con la circonvallazione». Aree risultate da vari frazionamenti, che prese una per una sono di difficile utilizzo per le loro ridotte dimensioni. Il Comune ha manifestato altresì la volontà di acquistarle; le perizie di stima hanno attribuito alle aree, nel loro insieme, il valore complessivo di 96mila 797 euro. In sede di consiglio comunale è stato anche stabilito che il Comune garantir l'accesso, attraverso l'attuale parcheggio, ai terreni che rimangono in proprietà della Casa di riposo. «Anche quest'introito - sottolinea il presidente Valerio - è finalizzato alla costruzione della nuova sede. Per la quale disponiamo già di sostanziosi finanziamenti regionali». Ciò che si attende è ora il via libero, da parte della Regione Veneto, al progetto esecutivo, in modo da poter bandire il relativo appalto. Strutturata in massima parte per anziani non autosufficienti, la costruzione verrà realizzata a stralci. Nel primo stralcio è prevista la costruzione della sede amministrativa nonché degli edifici per l'attuale nucleo «Pagani» più altri posti letto, per un totale di 151. Nel primo stralcio è prevista anche la costruzione del Centro Diurno in grado di accogliere una trentina di ospiti.

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TREVISO ANZIANIGazzettino 17 novembre

Scontro legale sulla nomina del presidente della casa di riposo di Silea

La giunta di Silea ha dato incarico allo studio legale Sartorato costituendosi contro Renato Boscutti: «È una precauzione, non siamo affatto preoccupati» precisa il sindaco Silvano Piazza. L’ex presidente della casa di riposo “Villa d’Argento” è tornato alla carica ricorrendo al Tar, dopo aver subito la revoca della mansione in seguito alla condanna penale. L’iter ha richiesto circa un anno. L'incompatibilità dell’incarico di Boscutti è stata denunciata da una lettera anonima. L’allora presidente ha prodotto una fedina penale pulita, ma Piazza ha approfondito scoprendo la condanna. Ora l’ex dirigente contesta l’allontanamento e la giunta resiste.

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TREVISO ANZIANITribuna 13 novembre

Il centro per anziani Sartor affida i pasti a cooperativa in attesa dell'adeguamento delle cucine, i dipendenti protestano

CASTELFRANCO. Chiude la cucina del centro per anziani Sartor, pasti preparati fuori dalla casa di riposo. Il personale lancia un appello: «Salvate i nostri posti di lavoro». I pasti per i nonni saranno preparati in un centro di cottura esterno. I 23 lavoratori della cucina temono di perdere il lavoro e chiedono garanzie. «Stiano tranquilli, continueranno a lavorare», rassicura la direzione. 23 persone lavorano nelle cucine del centro residenziale Domenico Sartor. Personale assunto tramite un appalto vinto dalla cooperativa Cirfood con base a Reggio Emilia e succursale a Padova. La coop si occupa da una decina d'anni del servizio cucina. Il contratto per il personale scade il prossimo 22 novembre e sul tavolo è pronta una proroga per altri due mesi. Tuttavia quello che accadrà dopo per i lavoratori è un mistero. La direzione della casa di riposo si è vista a costretta a cambiare sistema. I pasti non saranno più prodotti nella cucina del centro, ormai fatiscente e inadatta a ospitare il servizio. Saranno preparati in un centro cottura esterno alla casa di riposo (per legge previsto nei limiti di 30 chilometri di distanza) e trasportati al centro. Trattasi del cosiddetto «pasto veicolato». Ma questo cambiamento di sistema preoccupa il personale delle cucine che teme di ritrovarsi senza lavoro. «Lavoriamo qui da una decina d'anni - spiegano i cuochi - siamo preoccupati. Se cambia il servizio temiamo di ritrovarci senza lavoro. Cosa faremo in tal caso? Al momento non sappiamo ancora cosa succeder, vogliamo garanzie». La direzione della casa di riposo ha già comunicato l'intenzione di fare lavori di ristrutturazione della cucina per renderla a norma di legge e utilizzabile, ma ci vorrà un anno e mezzo. «La cucina va rifatta - spiega la direzione - perciò temporaneamente il servizio sarà affidato a una ditta che fornir il pasto trasportato, come avviene per tante mense scolastiche. Quando i lavori saranno terminati, il servizio tornerà in sede. Il personale può stare tranquillo, non c'è alcun pericolo».

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TREVISO ANZIANITribuna 17 novembre

Casa di riposo di Castelfranco dà un nucleo in gestione a cooperativa, i dipendenti protestano

CASTELFRANCO. Dipendenti della casa di riposo Sartor in rivolta dopo la presentazione da parte del cda del piano di esternalizzazione del servizio. Dal 1 dicembre un altro nucleo del centro residenziale sarà affidato a una coop. Immediata la riunione dell'assemblea dei lavoratori chiusa con un un documento di fuoco indirizzato a cda e sindaco. “Scandaloso, umiliante e ricattatorio”. Sono sulle barricate i 70 dipendenti interni del centro residenziale D. Sartor. La decisione del cda dell'ente di dare in gestione il nucleo C1 (ospiti non autosufficienti) a una ditta esterna che già gestisce la maggior parte degli altri nuclei dei centro non è per loro accettabile. Giovedì scorso si sono riuniti in assemblea. Al termine della discussione è stato prodotto un documento da inviare al sindaco Luciano Dussin, al cda dell'ente e all'associazione dei familiari degli ospiti. “In nome di che cosa - chiedono i lavoratori - non si è mai andati nella direzione di gestire direttamente i servizi con personale proprio, investendo su di esso e dando credito al servizio pubblico, come invece hanno fatto e stanno facendo altre realtà uguali alla nostra?”. La proposta della gestione esterna è stata presentata dal cda come unica via per contenere le spese del centro, per il mantenimento del fondo incentivante per il personale e per salvaguardare i posti di lavoro del personale inidoneo, cioè i dipendenti che a seguito di problemi fisici non posso più svolgere lavori di un certo tipo per i quali erano stati inizialmente assunti. “Siamo disposti a un sacrificio economico, quello della produttività variabile, pur di mantenere in gestione diretta questo pezzo di servizio - dicono i lavoratori - Chiediamo garanzie per i colleghi che saranno dichiarati inidonei, tenuto conto che con il loro lavoro, professionalità e dignità hanno contribuito a tenere alto il nome dell'ente.

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TREVISO ANZIANIGazzettino 18 novembre

Non arriva la decisione sul nuovo cda per la casa di riposo di Paese

È saltata la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Paese Servizi, la municipalizzata che gestisce la casa di riposo, la farmacia comunale e la parafarmacia nel centro commerciale la Castellana. I nomi che trapelano sono quelli di Bruno Sonego, commercialista vicino alla Lega, come presidente e Monica Severin, area Pdl, secondo consigliere. Nel centrodestra, insomma, le cose sono fatte. Ma a tenere aperta la partita è la nomina del rappresentante di minoranza, terzo consigliere, ancora in alto mare. L'opposizione punta tutto su Vito Guccione, ex presidente della società, ma la maggioranza non lo gradisce e invita il centrosinistra a proporre una terna di nomi. Tra i quali, bruciato Guccione, spicca quello di Rosella Lorenzetto, ex assessore al Sociale. Ieri il sindaco Francesco Pietrobon (Lega) ha incontrato l'ex primo cittadino, Valerio Mardegan, per arrivare a una candidatura condivisa, ma l'accordo non è vicino: «Manca la terna dei candidati indicati dalle liste della minoranza, serve un'altra settimana». Il confronto è già partito, anche perché l'opposizione non intende tirare troppo la corda rischiando di indurre il centrodestra a nominare un amministratore unico, come ipotizzato subito dopo le dimissioni in blocco dell'ex cda guidato da Silvia Martimbianco (Udc). In questo contesto si colloca la retromarcia delle minoranze su Guccione. «Noi stiamo attendendo le proposte - spiega Pietrobon - Col quadro completo dei candidati prenderemo una decisione, nel rispetto della pluralità che il cda deve esprimere». E sulla stessa lunghezza d'onda c'è Mardegan. «Stiamo discutendo per capire come sbloccare la situazione - rivela l'ex sindaco - dobbiamo concordare i nomi, anche perché come minoranza non possiamo imporre nulla». Il cerino ora è nelle loro mani.

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TREVISO ANZIANITribuna 19 novembre

Ricorso al Tar sull'aggiudicazione dei lavori del Bon Bozzolla di Farra di Soligo

FARRA DI SOLIGO. Avrà uno strascico giudiziario l'esito della gara d'appalto per l'assegnazione dei lavori di manutenzione straordinaria dell'ex ospedale di Soligo (in foto), oggi sede di una casa di riposo per anziani non autosufficienti. Contro l'aggiudicazione provvisoria dell'appalto da parte dell'Ipab Bon Bozzolla ad un'impresa di Rovigo, infatti, la associazione temporanea di imprese guidata dalla Costruzioni De Biasi di Col San Martino ha presentato ricorso al Tar. I ricorrenti, classificatisi al secondo posto nella gara d'appalto, contestano la procedura di assegnazione dei punteggi che, specie per una voce, sarebbe stata determinante ai fini dell'aggiudicazione dei lavori. Per inciso, sotto il profilo della qualità; delle lavorazioni, l'associazione temporanea di imprese guidata dalla Costruzioni De Biasi aveva raggiunto un miglior piazzamento rispetto ai vincitori assoluti. La gara d'appalto licenziata dall'Ipab Bon Bozzolla lo scorso marzo riguardava la ristrutturazione delle ali ovest e nord dell'ex ospedale di Soligo, praticamente la quasi totalità; dell'edificio ora adibito a casa di riposo. La base d'asta era di 3 milioni e 255 mila euro, suddivisi in un milione e 638 mila euro per gli edifici civili e industriali e in un milione e 617 mila euro per gli impianti tecnologici.

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TREVISO ANZIANI Tribuna 19 novembre

Ponte di Piave, contestata vendita di villa a Insieme si Può

PONTE PIAVE Discutibile la cessione della villa, attuale sede dei vigili urbani, alla Cooperativa Insieme Si Può. E' l'opinione del capogruppo di minoranza Mirco Lorenzon che si dice molto perplesso della scelta dell'amministrazione comunale. All'ordine del giorno del consiglio di lunedì; - spiega - ho visto che si discute della cessione per 350.000 euro del villino alla cooperativa che ha avuto in concessione trentennale la casa di riposo comunale. Mi chiedo se la procedura sia legittima visto che non è stato fatto un bando pubblico e si è andati a trattativa privata, sebbene non si fosse una trattativa tra enti pubblici. Lorenzon dissente anche sul valore di cessione dell'immobile, 350 mila euro, che si basa su una stima di un anno fa pari a 339mila euro. Credo che se ci fosse stato un bando - suggerisce l'assessore provinciale alla Protezione civile - sicuramente qualche privato avrebbe offerto una cifra superiore dato che la è appetibile anche per realizzare un'abitazione privata o uno studio professionistico. Magari avremmo potuto incassare una cifra superiore. Capisco l'impegno sottoscritto all'utilizzo pubblico di parte dell'edificio - precisa Lorenzon - ma non ritengo ortodossa la procedura adottata. Vorrei sapere se è legittima la strada della trattativa privata. Avrei preferito una procedura più trasparente. Sintetica la replica del sindaco Roberto Zanchetta. dal momento che intravvedo più;di un capogruppo di minoranza - dice - preferisco che sia l'aula consiliare il luogo più adatto per esplicitare argomentazioni ufficiali fondate e legittime. Sono convinto di rendere un favore alla coalizione avversaria che continua nella sua rissosità.

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TREVISO DISABILITribuna 12 novembre

Protesta davanti all'Inps di 9 associazioni di disabili

In 100 di fronte all'Inps di via Trento e Trieste per dire no al taglio di fondi alla disabilità. C'erano genitori e parenti di portatori di handicap ieri davanti alla sede dell'istituto di previdenza. tutti con la stessa paura: perdere l'assegno di invalidità. «I nostri figli sono invalidi veri purtroppo», hanno scritto su uno dei cartelli i famigliari che ieri si sono riuniti in strada per protestare. Tante le associazioni: Oltre l'indifferenza, Abilmente insieme di Ponzano, l'associazione genitori della Nostra famiglia di Conegliano, l'Anffas di San Don di Piave, il Comitato genitori ragazzi disabili Ulss 9, l'associazione Famiglie disabilità di Oderzo, il Movimento handicap Treviso, la Uildm Treviso e la Fish del Veneto. Ma fra i manifestanti c'erano anche moltissime persone che vivono una condizione di grave disabilità e temono che i controlli sugli assegni vadano a tagliare fondi necessari. L'Inps ha precisato che chi soffre di invalidità permanente può presentare solo la documentazione cartacea, senza doversi recare di persona alla visita. Le associazioni dal canto loro replicano: «non siamo contrarie ai controlli, chi percepisce l'assegno di invalidi senza averne diritto deve essere scovato e punito ma proprio non si capisce per quale ragione le verifiche siano dirette verso persone in carico ai servizi sociali, frequentanti i centri diurni, addirittura ospiti delle residenze per disabili adulti». Sono persone le cui condizioni non si prestano ad equivoci. «Tanto più - aggiungono - che in Veneto non esistono falsi invalidi. Lo ha detto anche l'assessore regionale Sernagiotto e noi siamo d'accordo». Ma la preoccupazione è anche un'altra. A settembre l'Inps nazionale ha emanato una circolare interna sulle nuove linee guida in materia di riconoscimento dell'indennità di accompagnamento. «Le novità contenute nel testo potrebbero dare spazio a interpretazioni restrittive sulla valutazione di invalidi (ad esempio sugli atti quotidiani di vita considerati invalidanti, ndr), interpretazioni che potrebbero mettere a repentaglio l'assegnazione del sussidio - continua Flavio Savoldi, Fish - Perché si emanano nuove linee guida se la situazione non è mutata. Non è che si cerca di tagliare sull'invalidità?».

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TREVISO DISABILI Azione 19 novembre

Aido porta i ragazzi down a raccogliere le olive e preparare l'olio. Prosegue il progetto di realizzare un agriturismo gestito da persone down

Sabato 13 novembre è partito un nuovo esperimento nel settore agricolo dell'Associazione italiana persone down sezione della Marca trevigiana, che ha sede a Mareno di Piave, ma che opera su tutto il territorio della Provincia di Treviso. Un numeroso gruppo di circa trenta ragazzi con sindrome di down si sono recati in località Piadena a Vittorio Veneto presso l'uliveto del signor Schipani per cimentarsi nella produzione di olio. Qui ad attenderli c'erano guanti, reti, pettini abbacchiatori e tante olive da raccogliere. I ragazzi hanno subito impugnato gli strumenti e si sono avvicinati agli ulivi, facendo quasi a gara a chi faceva cadere nelle reti più frutti. Anche le più piccoline del gruppo, di soli 6 anni, hanno voluto provare la raccolta di olive dai rami più bassi. Con attenzione i ragazzi, guidati dal signor Schipani, hanno alzato le reti e rovesciato le olive nelle casse e poi di corsa al frantoio della cooperativa Tapa Olearia di San Giacomo di Veglia, dove hanno potuto imparare i vari processi di spremitura e scoprire che l'olio trevigiano è uno dei più pregiati in Europa.La giornata di lavoro si è conclusa con un meritato assaggio di olio su una fetta di pane per tutti i lavoratori.Un altro passo verso il grande sogno di questa vulcanica associazione di creare un agriturismo gestito da persone down. Un progetto che si sta concretizzando giorno dopo giorno. L'associazione sta infatti acquisendo una casa colonica a questo scopo. Ma i costi sono considerevoli perciò serve l'aiuto di tutti. Per informazioni contattare l'associazione al 345-3443955 o inviare un'e-mail a [email protected].

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TREVISO DISABILIAzione 19 novembre

Vendemmia dell'Aipd nei vigneti di Giorgio Cecchetto: sesta edizione

Nonostante la pioggia c'era tanto sole, portato dai ragazzi dell'Associazione Italiana Persone Down alla sesta vendemmia del Raboso Piave svoltasi all'azienda agricola Cecchetto. Da ben sei anni il titolare Giorgio, affiancato dalla moglie Cristina, promuove quest'evento, con i giovani dell'associazione che si occupano della raccolta dei grappoli di Raboso e della successiva vinificazione. Una vendemmia veramente speciale, alla quale i ragazzi tengono tantissimo. Anche quest'anno è arrivato a salutarli il presidente della Regione Luca Zaia. La gioia e l'impegno che essi profondono non si esauriscono in una sola giornata. Durante l'inverno infatti essi decorano e firmano personalmente le etichette; in primavera imbottigliano e confezionano le bottiglie. Ogni anno vengono prodotte circa 500 bottiglie di questo specialissimo Raboso; la n. 1 della vendemmia 2009 è stata consegnata da tre ragazzi down al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, in occasione del Vinitaly 2010, il salone internazionale del vino di Verona. Entusiasmo, impegno e tanta voglia di sperimentare e di mettersi alla prova cercando l'autonomia, l'autostima: ecco gli ingredienti di questo progetto che coinvolge i ragazzi che partecipano ai corsi di educazione all'autonomia sociale. Le soddisfazioni davvero non mancano: Martina Villanova, che fa parte dell'Aipd Marca Trevigiana, fresca campionessa mondiale di nuoto. Un'impresa davvero eccezionale, raggiunta con sacrificio, un messaggio di speranza per tutti i giovani atleti disabili, per i loro familiari e per tutti coloro che nelle potenzialità di questi ragazzi ci credono, convinti che essi meritino di essere i veri protagonisti della loro vita.

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TREVISO DISABILIAzione 19 novembre

Esempi di disabili che si prendono l'autonomia raccontati dall'associazione Grinta e coraggio

«Non vogliamo essere considerati né incapaci né eroi!».Più che uno slogan potrebbe essere un progetto di vita, quello proposto da Francesca Schiavinato, presidente dell'associazione Grinta e Coraggio, sabato scorso all'auditorium de La Nostra Famiglia di Conegliano, nel corso di un convegno sulla realtà di vita delle persone disabili, introdotto dalla presidente de La Nostra Famiglia Alda Pellegri.Il tema Nuovi bisogni e nuovi sogni voleva accendere l'attenzione sulla normalità della vita dei disabili, capaci - come tanti normodotati e talora anche meglio… - di sfruttare le proprie capacità e di superare i propri limiti.Limiti che sono di vario genere, come ha illustrato Andrea Martinuzzi, primario dell'Irccs Medea, spiegando il metodo Icf per la classificazione delle stato di salute e della disabilità. Dove va tenuto conto delle funzioni corporee, dei fattori ambientali e di quelli personali, rilevando i bisogni ma anche i punti di forza della persona.A catalizzare l'attenzione del folto pubblico, le testimonianze di alcuni rappresentanti di Grinta e Coraggio, che hanno raccontato la loro esperienza su singoli aspetti riguardanti la vita di una persona con handicap.Marco e Gabriella, ad esempio, hanno dimostrato come l'autonomia possa essere una conquista con risultati sorprendenti, a volte superiori ad ogni previsione, per chi ci metta volontà e tenacia: uno fino a liberarsi delle scarpe ortopediche e limitando l'uso della carrozzella, l'altra conseguendo la patente e una pressoché normale autonomia nei suoi spostamenti.Ha colpito la determinazione di Mirko, che ha saputo andare oltre il certificato di invalido al 100% per dedicarsi con successo ad un lavoro manuale, producendo nella propria azienda agricola piccoli frutti da cui ricavare anche buone marmellate.Gabriella e Francesca hanno condiviso la loro gioia di essere diventate mamme, senza lasciarsi scoraggiare dagli scetticismi altrui, senza paura per le fatiche aggiuntive che avrebbe comportato.Sara ha raccontato la sua scelta di impegnarsi nel mondo giovanile, mettendosi nella prospettiva di un servizio motivato dalla fede, fino a diventare salesiana cooperatrice.A partire da queste esperienze personali, Carlo Giacobini, direttore della rivista HandyLexPress, ha evidenziato come nella nostra società il riconoscimento della pari dignità sancito dalla Costituzione trovi intoppi ed equivoci di vario genere. Come per la decisione di tagli alle risorse «che sono sempre una scelta politica e che può creare una discriminazione indiretta, perché crea uno svantaggio, anche se magari in un modo apparentemente neutro». E Giacobini metteva in guardia a «non confondere i diritti con la carità, perché la risposta ai bisogni non è un gesto di generosità. Ma di giustizia». Mentre, a proposito del problema delle risorse decurtate, affermava: «Per

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disabili e anziani si annuncia un'emergenza devastante».In seguito alle relazioni e testimonianze scaturiva un confronto a più voci che coinvolgeva numerosi presenti, soprattutto per evidenziare come debba essere posta grande attenzione alle tante famiglie dei disabili, spesso lasciate sole e non sostenute, quindi non riconosciute nel loro diritto ad una vita normale.E i componenti dell'associazione Grinta e Coraggio si rendevano infine disponibili, ove richiesto, a portare le proprie esperienze e la propria voce, anche per conto di chi non può farlo, per far comprendere la necessità di superare una cultura chiusa nei confronti della diversità.

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TREVISO MATERNECorriere del Veneto 11 novembre

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TREVISO MATERNEVita del Popolo 12 novembre

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TREVISO MATERNEVita del Popolo 12 novembre

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TREVISO MATERNEGazzettino 13 novembre

Per le materne paritarie l'incertezza resta: quando ci arriveranno i soldi?

Il Veneto, con Lombardia ed Emilia Romagna, è la regione con il più alto tasso di scuole materne paritarie, spesso collegate alle parrocchie. E in Veneto, la Marca è la provincia con la maggior diffusione: le frequentano quattro bambini su cinque tra i tre e i sei anni. Logico che proprio qui sia emerso più forte il malcontento per il tagli annunciati dal governo. Gli stessi genitori meditavano azioni forti di protesta: «Siamo pronti a fare tutto il necessario: abbiamo fatto una scelta precisa scegliendo questa scuola», spiegava la mamma di un bimbo della materna Rubinato di Santa Maria Maggiore. Al di l del sostegno ai coniugi lavoratori, in molti sottolineano la funzione formativa di questi asili: «Il progetto educativo offerto qui è un valore aggiunto, non sostituibile con un'alternativa», nota il signor Jacopo. «Il bambino impara a rapportarsi con i coetanei e tante altre cose che stando a casa non riceverebbe -ribadiscono Federica e Davide, due figli alla Divina Provvidenza-. E, a differenza di altri gradi di istruzione, in questo settore il pubblico non d una risposta adeguata, per la scarsa disponibilità di posti». La sforbiciata ai contributi metteva le scuole d'infanzia di fronte al rischio chiusura o di aumentare le rette: «Creando così delle strutture d'elite: non è questo lo spirito con cui sono nate queste scuole», ribadisce Giovanna Schiavon, coordinatrice della materna Rubinato. Ora il pericolo sembra scongiurato, ma negli asili si attende di capire con certezza quanto (e soprattutto quando) entrerà in cassa: «A poche settimane dalle iscrizioni, questa spada di Damocle rende difficile la programmazione», nota Schiavo. Ma sulle minacciate proteste è scettico il prefetto Aldo Adinolfi: «A Rovigo ci fu lo stesso problema e intervenni verso Regione e organi centrali dello Stato ottenendo delle sovvenzioni. In questo caso non sono stato investito delle questione: consegnare le chiavi delle scuole non risolve i problemi»

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TREVISO MATERNETribuna 15 novembre

Materna da 1,35 milioni a Zero Branco, approvato il progetto

ZERO BRANCO. La giunta ha approvato il progetto preliminare per la nuova scuola materna che verrà realizzata al Villaggio Alpini. L'intervento ras diviso in stralci. Per la prima parte dei cantieri, in cui è prevista la realizzazione delle zone comuni per le sei sezioni, oltre che gli spazi per 3-4 sezioni con i relativi laboratori, è prevista una spesa di 1 milione 350 mila euro. Ad asilo concluso, i posti a disposizione delle famiglie zerotine saranno 150. La giunta ha scelto di investire non solo gli avanzi di amministrazione, ma anche parte delle risorse a bilancio. Il progetto è stato elaborato dai professionisti dello studio Made, incaricati dal Comune. La giunta Feston ha voluto inaugurare proprio in occasione della progettazione dell'asilo statale l'esperienza della democrazia partecipata, ossia la forma di collaborazione tra istituzione e reali fruitori della struttura. E' così che insegnanti, bidelli, rappresentanti delle materne parrocchiali, genitori, professionisti e cittadini si sono incontrati per individuare punti critici della nuova struttura.

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TREVISO MATERNETribuna 16 novembre

Per debiti e passività rischia di chiudere il nido parrocchiale di Orsago

ORSAGO. Se non arriveranno contributi l'asilo nido parrocchiale rischia la chiusura, l'ultimo anno si è chiuso con un disavanzo di 25 mila euro. I tagli, in particolare, arrivati dalla Regione, hanno provocato una situazione di deficit, la parrocchia chiede aiuto alle istituzioni per portare avanti il servizio, che era stato attivato tre anni fa ad integrazione della scuola materna.”E' un servizio per la collettivi- spiega il parroco di Orsago, monsignor Mario Casagrande - avevano ricevuto delle promesse, ma finora a queste non sono seguiti ffatti. La scuola materna parrocchiale Maria bambina era stata fondata oltre cento anni fa. Nel 2005 quando era parroco don Domenico Salvador era stato progettata la ristrutturazione per la messa a norma della struttura e deciso l'ampliamento con la costruzione dell'asilo nido per i bimbi più piccoli fino ai 3 anni, avviata nel 2007. Un'opera resa possibile anche dai lasciti avuti di alcuni benefattori, che aveva inoltre richiesto un prestito bancario che ancora oggi si fa sentire nella casse parrocchiali per diverse centinaia di migliaia di euro. Sono una ventina i piccoli che frequentano il nido, la parrocchia ha sempre più difficoltà a sostenere i costi anche perché il contributo regionale è sceso da 1.500 euro a un migliaio di euro per bimbo. Mentre la situazione della materna è positiva e l'ultimo bilancio si è chiuso con un sostanziale pareggio, il nido difficilmente potrà rimanere aperto se continue con passività; come quelle registrate nell'ultimo anno. “E' un servizio importante e necessario, il Comune deve sostenerlo attraverso una convenzione come avviene per la materna - la proposta del capogruppo dell'opposizione Enrico Ioppo - altrimenti il nido chiuder”;. Dal 1998 quando l'allora amministrazione Gaiot strinse un accordo con la parrocchia di San Benedetto Abate, il Comune di Orsago fornisce un sostanzioso contributo per la scuola materna. Per l'asilo nido invece c'è stato un contributo economico una tantum di 10 mila euro quando fu aperto”Ad Orsago sono arrivati 250 mila euro di fondi statali grazie alla legge mancia - aggiunge Ioppo - deve esserci la volontà dell'amministrazione comunale di sostenere l'asilo nido” “ Il Comune far la sua parte per salvare il nido-. Siamo sempre stati presenti con la parrocchia per sostenere la scuola materna - spiega il sindaco Giancarlo Mion - cercheremo di risolvere questa situazione”

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TREVISO MATERNEGazzettino 16 novembre

Fotovoltaico su tutte le scuole di Casier

Il Comune di Casier continua ad investire sulla scuola nonostante i tagli dei trasferimenti dello Stato e i vincoli imposti dal patto di stabilita. La conferma viene dall'assegnazione della gara d'appalto per dotare anche la scuola elementare Dante Alighieri di Dosson dell'impianto fotovoltaico. Entro 30 giorni verranno affidati i lavori alla ditta aggiudicataria. Il progetto dell'ingegner Sergio Rigato di Spresiano prevede una spesa di 227 mila euro, di cui 194 mila di contributo regionale. L'intervento prevede la contestuale sistemazione del tetto del plesso di via Fermi. I pannelli verranno integrati con la copertura. Il programma della giunta, guidata dal sindaco Daniela Marzullo, prevede di installare impianti fotovoltaici su tutte le strutture scolastiche del territorio. Dal febbraio 2009 sono in funzione i pannelli solari a servizio delle scuole materna ed elementare di via Bassa a Casier, il cui impianto è stato sistemato sul tetto dell'annessa palestra comunale. Presto sarà produttivo anche l'impianto fotovoltaico della scuola media Vivaldi di Dosson realizzato senza costi per l'amministrazione grazie al progetto 1000 tetti fotovoltaici per mille scuole, promosso dal Consorzio Energia Veneta di cui il Comune di Casier è socio. L'amministrazione punta sull'energia alternativa per risparmiare sui consumi energetici e per combattere l'inquinamento ambientale. Un altro significativo investimento nel settore della scuola ha riguardato il recente ampliamento della scuola media Vivaldi che conta 403 alunni. Il progetto ha consentito ricavare una serie di nuovi laboratori (aule di tecnica, musica, scienze e artistica), oltre alla razionalizzazione degli spazi esistenti che ha permesso di ricavare l'ambiente per l'archivio e una sala ricevimento genitori. In precedenza il comune aveva provveduto ad attuare il progetto di abbattimento di tutte le barriere architettoniche e a riordinare l'area verde esterna. Anche l'aula magna è stata ampliata e adeguatamente attrezzata. Fiore all'occhiello della media è l'aula dell'informatica dotata di ben 22 personal computer.

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TREVISO MATERNEVita del Popolo 11 novembre

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TREVISO MATERNETribuna 18 novembre

Cappella Maggiore dà 70 mila euro all'anno ai suoi due asili paritari

CAPPELLA MAGGIORE. <Ci sono 45 mila euro in favore delle associazioni e 70 mila euro per i due asili paritari nell'assestamento del bilancio di previsione 2010 approvato ieri sera in consiglio comunale. “Nonostante i tagli effettuati a livello centrale - dice il sindaco Mariarosa Barazza - il nostro Comune è riuscito ugualmente a dare alle 15 associazioni del paese 45 mila euro, che non sono pochi. Nel 2009 vennero erogati alle associazioni 38 mila euro. E ancora più si sono tenute in considerazione le due scuole materne di Anzano e Cappella alle quali per il 2010 vanno 70mila euro. Nonostante i consiglieri di opposizione ci abbiano criticato lo scorso anno per i pochi soldi dati agli asili, con questo assestamento dimostriamo che per le materne si è passati dai 59 mila euro del 2009 ai 70 mila del 2010, undici mila euro in più; che non sono briciole. Nostra intenzione è da sempre mantenere aperti e funzionali i due asili paritari nell'interesse degli utenti, che sono i bambini”

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TREVISO MINORIAzione 19 novembre

Convegno su adolescenti e suicidio alla Fondazione Bernardi

Sabato 27 novembre al Centro studi Mons. Franco Costa della Fondazione Bernardi di Conegliano si terrà il convegno sul tema La problematica suicidiaria nella società contemporanea: interrogativi etici sul significato della vita e sulla prevenzione del suicidio in adolescenza e in particolari condizioni esistenziali. Interverranno: Marisa Durante, direttrice Servizi sociali Ulss 7, il professor Luigi Pavan e il dottor Michielin. Inizio alle 9.30.

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TREVISO SOCIALEGazzettino 17 novembre

Il Cesana Malanotti gestirà assistenza ad anziani in residence costruito dal comune di Vittorio Veneto e dall'impresa Tonon

Un residence con 35 alloggi riservati ad anziani, coppie (anche giovani) a basso reddito, immigrati regolari in difficoltà. È un progetto dalla forte valenza sociale quello che la giunta ha approvato, per ora a livello preliminare, nei giorni scorsi, e che avrà come partner l'istituto Cesana Malanotti e l'impresa Tonon. C'è dunque l'ok dell'amministrazione comunale sul progetto preliminare del residence «I narcisi», destinato a sorgere in via Grazia Deledda a Costa, tra il supermercato Coop, l'ospedale civile e la futura caserma dei Vigili del Fuoco e sede della Protezione civile. Nei progetti di sindaco e assessori, l'immobile metter a disposizione 35 appartamenti, ognuno dei quali accompagnato da un posto auto e da una cantina. Tali spazi, come detto, non saranno messi a disposizione di tutti ma solo di alcune ben precise tipologie di utenza. «Saranno appartamenti di edilizia agevolata» precisa il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Giuseppe Maso, che curerà la seconda parte del progetto, quella dell'assegnazione e della gestione degli alloggi una volta costruito il residence. Quest'ultimo sorger seguendo i principi del Piano nazionale di edilizia abitativa contenuto nella manovra finanziaria 2009 del Governo Berlusconi. Il piano ha tra i propri obiettivi l'incremento dell'offerta abitativa da destinare in via prioritaria alle categorie sociali svantaggiate, favorendo il coinvolgimento di capitali pubblici e privati. Un piano recepito dalla Regione Veneto, che a settembre ha messo a disposizione oltre 22 milioni di euro per i Comuni che manifesteranno formalmente il loro interesse a mettere in pratica il piano del Governo. Tra questi c'è anche Vittorio Veneto, che prima ancora di inviare in Regione la richiesta di contributo ha individuato in via Deledda il terreno sul quale costruire «I Narcisi», pensato per dare una casa a condizioni agevolate a nuclei familiari, anche giovani, a basso reddito (compresi i monoparentali o monoreddito), ad anziani autosufficienti ma in condizioni sociali o economiche svantaggiate, e anche a immigrati regolari a basso reddito.

Un Comune, un'ipab e un'impresa edile insieme per costruire il residence di edilizia agevolata a Costa. Oltre all'amministrazione vittoriese, che ha già approvato il preliminare e che chieder il contributo economico della Regione, sono coinvolti nel progetto anche l'impresa Tonon di Colle Umberto e l'istituto Cesana Malanotti. La prima, come si legge nella relazione tecnico - descrittiva del residence, si impegnerà a progettare e realizzare la struttura su un lotto pari a 3.720 metri quadrati di cui è proprietaria, eseguendo i lavori a costo di realizzazione. Il Cesana, nel progetto, gestir invece i servizi alberghieri e socio assistenziali per gli ospiti anziani.

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VENEZIA ANZIANIGazzettino 16 novembre

Donazione della Cassa di risparmio di Venezia all'hospice dell'ipab Monumento di San Donà

SAN DON - La Carive regala alla casa di riposo carrelli medicali e altre strumentazioni per migliorare lo standard della struttura, in particolare per il nuovo reparto Hospice. Il presidente del comitato di gestione del «Monumento ai Caduti», Fabio Bonadio, ha voluto ringraziare personalmente Mario Fassina, direttore della filiale di San Don, dando a quest'ultimo l'incarico di omaggiare il presidente della Carive Giovanni Sammartini per la collaborazione.

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VENEZIA MATERNENuova 13 novembre

Servono 750 mila euro per la nuova materna di Malcontenta

“Come Municipalità abbiamo inviato al Comune un progetto per realizzare la nuova scuola materna La Sorgente (nella foto) a partire dal 2011. Per farlo servono 750 mila euro”. A dirlo è il vicepresidente della Municipalità, Bruno Polesel, dopo la presentazione di 400 firme raccolte dal Pd di Malcontenta. La scuola è stata chiusa a settembre per inagibilità ora i 40 bimbi che la frequentavano sono ospiti alla materna Stefani. Poi, a giorni, saranno trasferiti al centro civico, adattato a scuola, di via del Maggiolino”I cittadini di Malcontenta - dice Polesel - hanno tutte le ragioni per chiedere la realizzazione di una nuova struttura. Nel frattempo però non siamo rimasti a guardare: abbiamo fatto fare uno studio dal quale risulta che per far sorgere la nuova scuola ci vorrebbero 750 mila euro e abbiamo girato la richiesta al Comune. Speriamo che metta a bilancio questo stanziamento”

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VENEZIA SOCIALEGazzettino 14 novembre

Dibattito sulla cittadella sociosanitaria a Cavarzere. Il presidente dell'Ipab: l'accordo ci serve per ricevere un vitale contributo regionale

CAVARZERE La sala riunioni della casa di riposo Danielato ha ospitato ieri un'assemblea promossa dai rappresentanti dei familiari degli ospiti per discutere sull'accordo di programma per la realizzazione di un nuovo progetto unitario di servizi socio-sanitari nell'area dell'ex ospedale. All'assemblea erano presenti anche il presidente dell'Ipab Amedeo Bernello, il consigliere di amministrazione Fabrizio Zulian e i consiglieri comunali Nadio Grillo, Mirca Grillo e Renato Belloni. «Abbiamo indetto questa assemblea - ha introdotto Nadia Domenicale, rappresentante dei familiari degli ospiti dell'Ipab - per cercare di capire meglio questo accordo e cosa comporterà per gli ospiti della casa di riposo. Dichiariamo sin d'ora che siamo fermamente contrari al trasferimento all’ex ospedale, in quanto il volere del fondatore di questo complesso residenziale era creare uno spazio esclusivamente per gli anziani con la propria autonomia». «Quando è stato portato in consiglio di amministrazione questo accordo - ha proseguito Fabrizio Zulian - sono stato l'unico ad esprimere voto contrario. Quello che non è chiaro è la modalità in cui avverrà il trasferimento della sede dell'Ipab. Nell'accordo c'è solamente scritto che l'Ipab si impegnerà ad acquisire, non acquistare, l'area per le proprie attività e si impegnerà a finanziare l'intera opera di accorpamento dei servizi. In pratica l'Ipab acquisisce ciò che ha contribuito a realizzare e di cui però non è proprietaria». «Posso garantire che l'Ipab manterrà il controllo di tutte le proprie attività - ha ribadito il presidente Amedeo Bernello -, ma ad oggi non abbiamo l'autorizzazione all'esercizio e riceviamo 1 milione di euro l'anno di contributo regionale senza il quale non sopravvivremo. È per questo che il Cda è arrivato a un accordo, che comunque non è ancora stato discusso in termini finanziari».

L'Ipab Danielato ha iniziato la propria attività nel 1998. Gran parte del patrimonio dell'Ipab deriva dal lascito di Andrea Danielato. Attualmente l'Ipab gestisce un centro residenziale per anziani autosufficienti e non. Il centro residenziale composto da edifici. In un edificio si colloca la struttura comunitaria per persone in situazioni di marginalità sociale denominato «Le Magnolie», destinati ad ospitare persone autosufficienti, mentre il secondo edificio è la residenza per anziani «Andrea Danielato», che ospita 71 non autosufficienti

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VENEZIA SOCIALENuova Venezia

Studenti di 15 scuole superiori volontari con minori e disabili grazie a Con-tatto

Leggere le favole ai piccoli ospiti delle case famiglia, danzare con i coetanei diversamente abili, addestrare i cani per il soccorso dei feriti. Sono tante le opportunità che il progetto “Con-tatto: proposte per crescere i volontari di domani” offre agli studenti della scuole superiori. Nei prossimi mesi i ragazzi che sceglieranno di percorrere l'esperienza del volontariato tramite il progetto, si ritroveranno davanti a un ampio ventaglio di possibilità. Potranno partecipare ai corsi per leggere le favole ai bambini meno fortunati, oppure danzare con i coetanei diversamente abili, o anche affiancare i bambini stranieri delle elementari per insegnare loro la lingua italiana. Gli studenti-volontari, infine, possono imparare ad addestrare i cani per il soccorso dei feriti o per aiutare le persone disabili nelle loro attività quotidiane. Il progetto contempla la partecipazione di 10 scuole del Comune e 5 della provincia. Info: 041-2381650/2 o 348-7602247.

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VERONA ANZIANI Arena 13 novembre

Nuovo progetto di lavori da 2,9 milioni all'ipab di Arcole: previsti anche spazi per ricoveri di sollievo

ARCOLE Il consiglio di amministrazione dell'Ipab Opere Riunite don Luigi Rossi, guidato dal presidente Lionello Vestena, tornato a gestire casa di riposo e scuola materna del capoluogo dopo aver vinto il ricorso al Tar, ha ripreso in mano le redini dell'ente varando subito un progetto di ampliamento della struttura per anziani.È un progetto diverso da quello precedente, che prevedeva l'acquisizione di un terreno vicino: ora l'Ipab non comprerà nulla. Il consiglio di amministrazione si è incontrato con il personale per illustrarne le caratteristiche: nuove sala da pranzo, sala polivalente, camere, un nuovo giardino e altri servizi comuni. Il presidente Vestena ha colto l'occasione per congratularsi con il personale e gli ospiti, che si sono classificati al primo posto nella seconda edizione della manifestazione “Mettiamoci in Gioco”. La parola è andata poi ai tecnici estensori del progetto: gli architetti Tiziano Perobelli, Federica Provoli e il geometra Maurizio Provoli. Il progetto nasce dall'esigenza di adeguare la struttura agli standard regionali e mantenere così il numero dei posti letto autorizzati dalla Regione. La prima fase dei lavori interesserà la parte nord dell'edificio, con la realizzazione di una sala da pranzo al primo piano e di una serie di servizi comuni ai nuclei di degenza, tra cui ambulatori, soggiorni e bar interno. Al piano terra saranno ricavati una sala polivalente destinata pure alle attività formative dei bambini della scuola dell'infanzia e a disposizione della comunità.Si vedrà se sarà possibile anche la realizzazione di un bar per creare un'ulteriore apertura verso l'esterno e per rendere più confortevoli le visite dei familiari agli ospiti. Sarà ristrutturata l'attuale soffitta, dove verranno ricavate alcune camere da letto con bagno. Qui andranno gli ospiti del primo piano, che sarà a sua volta ristrutturato, in modo da creare il minor disagio possibile agli ospiti. «Questi spazi in soffitta potranno essere poi utilizzati per i casi di emergenza», ha spiegato il presidente Vestena, «per periodi limitati, per assistenza post operatoria, per dare qualche giorno di sollievo alle famiglie che accudiscono gli anziani malati in casa. Un servizio questo, diventato indispensabile e che molte famiglie del paese aspettano da tempo». Completeranno l'opera un giardino, un auditorium tra la casa di riposo e la scuola dell'infanzia. Il presidente ha annunciato inoltre: «Non appena si avrà un parere di massima da parte dell'ufficio tecnico comunale, tutti i dipendenti delle opere riunite saranno coinvolti nella progettazione definitiva, per rendere il più possibile funzionali tutte le scelte progettuali».Il costo dei lavori si aggira attorno ai 2,9 milioni di euro, coperti in parte con un prestito a fondo perduto di 900 mila euro concesso dalla Fondazione Cariverona e per altri 300 mila da un contributo della Regione. Per coprire il costo rimanente (1,7 milioni) verrà acceso un mutuo. «Il consiglio di amministrazione auspica la collaborazione e la disponibilità di tutti», ha concluso il presidente Vestena.

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VERONA ANZIANIArena 14 novembre

San Martino Buon Albergo premia Umberto Venturi, volontario della casa di riposo San Giuseppe

La serata dei riconoscimenti civici, in coincidenza con i festeggiamenti per il patrono, ha premiato al teatro Peroni, con il Martino e il Giovane Martino, quattro cittadini segnalati dal Consiglio comunale i cui nomi sono stati indicati in un decreto di assegnazione del sindaco.«Il Martino» è un riconoscimento civico conferito a cittadini che si sono distinti in vari campi. La cerimonia è stata accompagnata da interventi musicali di Sergio Grandi, Elisabetta Baldani Guerra e dal gruppo corale San Martino, con musiche di Romolo Nicolis e presentazione di Martina Gonella. Sono saliti sul palco per ricevere il Martino dalle mani del sindaco Valerio Avesani: Roberto Danese, Umberto Venturi e Dino Verzini.Danese è il fondatore del «Progetto Roberto», con lo slogan «Fare del bene ti fa sentire bene». Partito volontario da San Martino nel 1986, si è immerso nelle condizioni della gente di Sabana Grande de Boy nella Repubblica Dominicana, condividendone le fatiche quotidiane, creando un articolato villaggio dove dare un tetto, un piatto caldo, un letto, istruzione e assistenza medica a bambini e anziani. Umberto Venturi, classe 1926, laureatosi in medicina e chirurgia e specializzatosi in ortopedia è stato uno dei più giovani primari d'Italia, prodigandosi nel lavoro con i pazienti e nell'insegnamento con passione e professionalità. Dal 1987 ha lavorato come volontario nella casa di riposo San Giuseppe e dal '95 è stato a lungo presidente della onlus Croce Blu.Dino Verzini è nato invece con le due ruote nel sangue perché già il padre Tullio aveva partecipato negli anni 1927-30 a quattro Giri d'Italia. Vinse nel '65 il titolo italiano di tandem in coppia con Bruno Gonzato, l'anno dopo quello individuale di velocità e ad Amsterdam nel '67, quello iridato di tandem sempre con Gonzato. Partecipò ai giochi olimpici di Città del Messico nel '72 e nel '77, a 34 anni, fu terzo ai campionati italiani professionisti su pista. «Il Giovane Martino», è stato invece assegnato a Elia Merzari, 29 anni, diplomatosi al liceo Galilei di Verona con il massimo dei voti nel 2000 e laureatosi al Politecnico di Milano con la lode in ingegneria industriale, con specializzazione energetica e nucleare. Ha frequentato a Tokyo il dottorato di ricerca sulla fusione nucleare, lavorando con ricercatori di tutto il mondo ed è stato consulente del governo giapponese per il problema dell'energia nucleare e docente all'università di Tokyo fino al 2008. Dallo scorso anno insegna ed è ricercatore all'universitài Chicago ed ha ottenuto il premio 2010 per il miglior articolo scientifico dall'American nuclear society sulla simulazione di prototipi di reattori e turbine. Impossibilitato ad essere presente, è stato raggiunto negli Usa in video conferenza e hanno ritirato il premio papà Luciano e mamma Adriana. (...)

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VERONA MATERNEArena 13 novembre

100 anni della materna parrocchiale di Colognola

Un secolo di canti, di giochi, di corse spensierate e di scoperte, imparando a vivere in comunità e a colorare la vita dividendo matite e pennelli con tanti compagni. Un secolo di occhi lucidi, nello staccarsi dalla mano della mamma, ma con la certezza di trovare subito le braccia delle maestre, da cui attingere sicurezza e saggezza.È la sintesi dei primi 100 anni della scuola dell'infanzia parrocchiale «Santa Maria Bertilla», situata lungo la Scalinata Zandomeneghi nel centro storico di Colognola, che oggi festeggia il secolo di fondazione con l'arrivo a scuola, alle 15, del vescovo Giuseppe Zenti.Ad accoglierlo, oltre al parroco Giuseppe Facci, alle insegnanti e ai genitori, ci saranno i piccoli alunni. Il vescovo visiterà la scuola, prendendo visione anche di un piccolo opuscolo nel quale, per la prima volta, la parrocchia dei Santi Fermo e Rustico ha ricostruito la storia dell'asilo, come veniva allora chiamato, mediante una ricerca d'archivio. Quest'ultima ha messo in luce la figura di don Luigi Pastorello, l'allora parroco di Monte che l'11 novembre 1910 riuscì ad aprire la scuola, in uno spazio precario ricavato presso un istituto di via Cubetta, dove una compagnia religiosa, legata a don Antonio Provolo, si occupava dell'educazione di alcuni giovani disabili (oggi in zona, al suo posto, sorge il Ceod «Gresner»). Con l'aiuto di don Alessandro marangoni, suo curato e successore, don Pastorello concretizzò, non senza sacrifici, l'acquisto di un terreno vicino alla chiesa, lo stesso dove, qualche anno dopo, la materna si trasferì e dove sorge attualmente. Il suo intento era di «raccogliere i bambini all'ombra della carità allontanandoli dai pericoli… e facendoli crescere nella religione».Se quasi subito la scuola fu affidata alle suore dorotee di Vicenza, da decenni ormai la didattica è di pertinenza di docenti specializzati mentre la gestione è curata da un comitato di genitori. L'edificio, inoltre, è stato ristrutturato.«La scuola dimostra una grande vitalità nella collaborazione tra genitori, insegnanti, operatrici e soprattutto nella gioia dei bimbi che la frequentano», fa sapere don Giuseppe Facci. Gli fa eco l'assessore all'istruzione Giovanni Migliorini: «Ha rappresentato negli anni il tassello fondamentale del sistema educativo per rispondere ai bisogni di crescita e di educazione dei bambini. Riconoscere ciò, significa esprimere gratitudine nei confronti degli educatori, dei benefattori e delle tante persone che negli anni hanno fatto sì che si possa oggi festeggiare il traguardo del centenario».«Un anniversario che significa anche riconoscere alle parrocchie il merito di aver svolto una funzione sostitutiva delle pubbliche istituzioni», aggiunge il sindaco Alberto Martelletto, che con Migliorini presenzierà alla festa, «anche quando esse non erano in grado di provvedere a questo importantissimo servizio sociale».

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VERONA MATERNEArena 14 novembre

Comitato di gestione & commissario, liti sulla gestione della scuola materna di Cavalcaselle

CAVALCASELLE DI CASTELNUOVO L'idea dell'arrivo di un commissario non piace a una parte dei genitori della scuola materna «Don Manganotti» di Cavalca selle. I quali, dopo le dimissioni di più del 50 per cento dei componenti il comitato di gestione hanno deciso di fare un ulteriore tentativo con l'elezione di un nuovo comitato. È la decisione scaturita dall'incontro promosso da Stefano Burrini, attuale vice presidente del Comitato di gestione uscente, dal quale sono usciti alcuni nomi di candidati e l'invito a quanti più genitori di fare altrettanto e segnalare il proprio nome entro lunedì.L'incontro, che ha avuto luogo nella stessa scuola, é stato partecipato e ha toccato tutti gli aspetti di una crisi che appare soprattutto di tipo relazionale, con il corpo docente da una parte e il comitato di gestione dall'altra. In mezzo c'è anche un aspetto economico non facile per un plesso che ha 120 iscritti e un bilancio in attivo ma in cui manca la quota di accantonamento prevista per i «trattamenti di fine rapporto». Situazione che negli ultimi mesi ha portato a scelte, come la riduzione di personale (alcune ore dell'ausiliaria e l'equivalente di una docente e mezzo in meno) pari a un risparmio di circa 7.500 euro al mese che secondo lo stesso Burrini permetteranno all'istituto di recuperare un andamento più tranquillo anche sotto l'aspetto finanziario. Perché un dato sicuramente positivo é il fatto, sottolineato da tutti gli intervenuti, che i bambini vanno a scuola ogni giorno con il sorriso stampato in viso, segno evidente che l'armonia di cui devono beneficiare non é venuta meno. Ciononostante gli interventi della serata hanno confermato la difficoltà di dialogo tra le componenti della scuola: da un lato un comitato che, a detta di alcuni genitori, ha fatto scelte non condivise; dall'altro le insegnanti che anche a seguito della riduzione di personale si sono trovate a fare i conti con la necessità, ad esempio, di non poter accompagnare i bambini in bagno per non lasciare incustodito il resto della classe. In mezzo i genitori che per qualcuno «non possono governare in quanto ricattabili perché qui hanno i loro figli» e una vicenda, quella delle dimissioni, cui é stato dato un significato anche «politico».«Siamo qui per capire cosa vogliamo fare. Le strade possibili sono solo due: o la gestione della scuola viene affidata ad un commissario oppure cerchiamo di dare vita ad un altro comitato pronto a lavorare e a mantenere un contatto stretto con i genitori», ha detto Turrini. E sulle due proposte, pur con qualche insistenza, si sono alzate le mani di coloro che hanno la disponibilità a candidarsi per il nuovo Comitato di gestione. Sempre che queste elezioni possano tenersi regolarmente: perché tra i mille ostacoli da superare c'è anche quello della legittimità della sua nascita visto che resta da capire se le dimissioni di oltre metà dei componenti abbiano o meno fatto decadere l'intero Comitato di gestione.

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VERONA MATERNEArena 18 novembre

Nuovo direttivo del comitato di gestione della scuola d'infanzia don Ulisse Bertoldi di Sant'Ambrogio

Nuovo direttivo del comitato di gestione della scuola d'infanzia don Ulisse Bertoldi di Sant'Ambrogio, che ospita 120 bambini ed altri 20 piccoli all'asilo nido. Nuovo presidente è Carlo Boscaini subentrato a Stefano Ambrosi, segretario è Valentina Piatti e gli altri membri del comitato sono don Angelo Garonzi, Carlo Zanoni, Sabrina Zorzi, Federica Scala, Mauro Tommasini, Raffaella Ugolini (rappresentante asilo nido), l'assessore Franco Cristini in rappresentanza del Comune e la coordinatrice Susanna Benedetti. «Il nuovo comitato» spiega il presidente Carlo Boscaini «proseguir secondo le linee guida del precedente guidato dal presidente Stefano Ambrosi a cui va un ringraziamento per quanto fatto. Abbiamo trovato un edificio sano ed una gestione oculata sotto il profilo economico, che ha permesso di gravare il meno possibile sulle famiglie. Un ringraziamento anche a Carla Cecchini, storica segretaria dell'asilo, per il ruolo fondamentale che ha ricoperto». Diversi gli eventi che accompagneranno l'ultima parte del 2010. «Dopo la festa dei nonni», prosegue il presidente, «domenica alle 15 star la volta della castagnata, un modo per coinvolgere tutti. Il 23 dicembre è in programma la festa di Natale. Un'altra novità è il nuovo sito internet www.maternabertoldi.it .

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VERONA MINORIArena 16 novembre

“Spazio famiglia” gratuito apre a Mozzecane per chi ha figli 1-3 anni

MOZZECANE Domani alle 20,30 in villa Ciresola verrà presentato il progetto «Spazio famiglia 1-3 anni». È stato deliberato dalla giunta comunale che ha inoltre accolto le proposte operative della Cooperativa Tangram di Valeggio alla quale è stato affidato il suo svolgimento. Il progetto costerà al Comune 4.870 euro e sarà totalmente gratuito per chi frequenterà. Gli obiettivi del progetto sono: sostenere il ruolo educativo del genitore e della famiglia nella prima infanzia, favorire la conoscenza ed il senso di appartenenza sociale attraverso il confronto e la condivisione dell'esperienza educativa tra genitori alla nascita del figlio, creare opportunità di incontro tra bambini e di socializzazione trai genitori , favorire la nascita di una rete sociale più ampia. Ogni gruppo sarà composto da sette bambini di et tra uno e tre anni accompagnati da genitori o da nonni. Gli incontri si terranno in due aule della nuova struttura annessa alla scuola dell'infanzia in via Dante Alighieri e saranno quattro dalle 9,30 alle 11.

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VERONA SOCIALEArena 15 novembre

A San Pietro in Cariano laboratori di “ginnastica mentale” con l'Associazione Alzheimer Verona

L'Associazione Alzheimer Verona gioca con la memoria e fa del cervello una palestra. Si chiama «Fitness mentale» il progetto di prevenzione primaria e promozione alla qualità della vita delle persone anziane, voluto dall'associazione da sempre impegnata nel cercare soluzioni ottimali per i malati affetti da demenze e per sollevare i famigliari dall'assistenza che quotidianamente devono dare.A San Pietro in Cariano, al circolo Noi, si è da poco concluso un ciclo di incontri volto a informare sulle possibili dinamiche che avvengono in chi si trova a dimenticare il passato ma anche il presente. È una sorta di Informa-mente, come lo ha definito la psicologa che ha condotto il corso, la dottoressa Barbara Garofalo e che ha tradotto questo genere di profilassi in «giochiamo a salvare la memoria».L'iniziativa, patrocinata dalla Provincia e sviluppata grazie al contributo del Comune di San Pietro in Cariano è una delle tante portate avanti dall'associazione Alzheimer di Verona che è impegnata in interventi specifici rivolti alla demenza di Alzheimer. Attiva gruppi di sostegno e supporto ai familiari, ai quali si aggiungono gruppi di stimolazione cognitiva per gli ammalati e corsi di formazione specifica per familiari, badanti, volontari. Come fa notare la presidente Maria Grazia Ferrari «l'associazione da decenni è attiva per la prevenzione primaria». È proprio nella prevenzione che punta il progetto in questione «Informa-mente: La memoria ci gioca degli scherzi? Giochiamo per salvare la memoria» che vede in prima linea gli anziani che frequentano il circolo. Gli incontri condotti dalla dottoressa Garofalo e dalla dottoressa Olimpia Cascia, professioniste esperte nel lavoro con la terza et, e da tempo collaboratrici dell'associazione, sono stati rivolti a stimolare la memoria e l'attenzione degli anziani attraverso attività ludiche e cognitive specifiche: i partecipanti si sono visti costretti ad “allenare” la propria memoria, potenziando così le proprie risorse in ambito cognitivo e sperimentando in modo piacevole la percezione di autoefficacia. «L'importanza di attività di prevenzione primaria rivolte alla terza et, ha trovato una sensibile attenzione da parte dell'assessore ai servizi sociali del Comune di San Pietro in Cariano, Marco Bogoni e dell'assistente sociale Poli, responsabile dell'area disabilità e terza et del comune, che hanno colto l'importanza e la necessità di creare sul territorio, troppo spesso sguarnito, attività di questo tipo», evidenzia Ferrari. Secondo i dati forniti dall'anagrafe dal Comune di San Pietro in Cariano relativi al dicembre 2007, su 12.855 residenti, 2.390 risultavano over 65, con un'incidenza del 18,5 per cento. Una percentuale che indica come occorra investire nella prevenzione delle malattie neurovegetative. Negli ultimi anni nel nostro Paese si è assistito ad un aumento tale della popolazione anziana da indicarlo come “più vecchio” del mondo per una percentuale di residenti ultrasessantacinquenni che ormai supera il 20 per cento dell'intera popolazione.

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VERONA SOCIALEArena 15 novembre

Coop Azalea gestisce albergo e ristorante che danno opportunità di lavoro a disabili

Albergo e ristorante ma anche luogo di riabilitazione. Il progetto «Nel cuore dell'ospitalità nasce all'interno della cooperativa sociale Azalea che di recente ha festeggiato i suoi 18 anni di attività con una speciale cena-evento all'hotel Gran Can di Pedemonte. Spiega Silvano Dalla Valentina, direttore della struttura, che «a partire dalla mission aziendale è stata ricavata anche quella del progetto, cioè gestire e sviluppare un servizio terapeutico e riabilitativo innovativo che, utilizzando lo strumento ricettivo-ristorativo e turistico, favorisca l'inclusione sociale e un'opportunità occupazionale e lavorativa per le persone con disabilità psico-fisica, il tutto dentro a un quadro di attività economica sostenibile e remunerativa».Lo slogan scelto non è solo un modo di dire, precisa Dalla Valentina:«È l'idea di servizio che vogliamo offrire, nata dal principio ispiratore attorno al quale desideriamo consolidare la nostra identità e cioè che l'ospitalità è cura». Con l'apertura della Locanda Le Salette a Fumane, che offre i sapori e il calore della vecchia osteria di paese, e del ristorante hotel Gran Can a Pedemonte (ristrutturato e riaperto da pochi mesi in via Campostrini) «si sono voluti creare legami tra impresa e settore sociale, tra persone, tra veronesi e visitatori, tra esperienze di piacere e di difficoltà, in modo che non ci fosse più un dentro e un fuori ma un tutto».Fanno parte di questo concetto, precisa il direttore Dalla Valentina, «la scelta della tradizione e della cantina dedicata alle doc veronesi ma anche la scelta delle farine biologiche, della cucina a chilometri zero, della pasta e del pane fatto in casa ma, in particolare, l'ospitalità e l'inserimento lavorativo di persone con disabilità mentale accanto all'ospitalità e all'accoglienza di concittadini, operatori e visitatori». Anche dal punto di vista della scelta delle pietanze si è voluto puntare sul territorio, valorizzando i prodotti locali, come il vino, l'olio, i formaggi e i salumi. In entrambe le strutture c'è la possibilità di pranzare, cenare e di dormire. Al Gran Can ci sono 23 camere doppie e triple e tra qualche mese vi verrà affiancato un moderno residence con 22 piccoli appartamenti, mentre alla Locanda Le Salette sono disponibili 16 camere, singole, doppie e triple.Giuseppe Turrini, presidente di Azalea, ricorda come le attività della cooperativa sociale, nata per l'assistenza a domicilio, si siano articolate nel corso degli anni, arrivando a toccare anche problematiche recenti nel campo della cura della persona, come l'assistenza domiciliare ai malati terminali, il sostegno alle famiglie con figli autistici, l'assistenza degli anziani. «L'idea di integrare delle persone con disabilità mentale in una struttura non dedicata ai disabili ma vocata alla normale ricettività alberghiera», spiega, «rappresenta un concetto innovativo di assistenza. Questo gruppetto di persone ospiti dell'hotel, che alloggia in un'ala della struttura, ha la possibilità di vivere in un ambiente sociale, a contatto con le persone che

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frequentano l'albergo, oltre che con i propri assistenti, e di vivere in una situazione di normalità, senza sentirsi isolato. Qualcuna di loro svolge attività lavorativa nella struttura stessa e questo migliora ulteriormente il rapporto con il prossimo».Alla serata di «compleanno» di Azalea ha partecipato Andrea Favari, presidente dell'associazione Ants che si occupa di bambini autistici, il quale ha letto dei brani di un diario scritto da una ragazza autistica, sorprendenti per acume e capacità di cogliere le mille sfumature di una comune giornata. Bellissima l'esibizione di due cantanti lirici, il soprano leggero Sonia Peruzzo e il baritono Andrea Cortese, che hanno cantato arie tratte da opere di Bizet, Rossini, Donizzetti e altri autori. Al pianoforte li accompagnava il maestro Matteo Salvemini.

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VERONA SOCIALEArena 16 novembre

Convegno su don Giuseppe Girelli

Il vescovo di Verona Giuseppe Zenti interverrà domani al convegno su don Giuseppe girelli, nel centenario della sua ordinazione sacerdotale. Si terrà alle 20.30 in duomo per iniziativa dell'omonima associazione, con l'adesione della diocesi e del Comune. Terranno relazioni il presidente dell'associazione Danilo Donisi (la vita di don girelli), padre Florio Tessari cappuccino e postulatore della causa di beatificazione (la carità del servo di Dio). Don Giacomo Cordoli, delegato per l'Europa dell'Opera don Calabria, parlerà della santità di don girelli). Concluder il vescovo Zenti che parlerà su «Don Giuseppe girelli perla del clero veronese».Con l'occasione saràà illustrata la fase del processo canonico ultimata dalla Congregazione vaticana per le cause dei santi esaràrà presentato il nuovo volume su «Don Giuseppe girelli maestro dello spirito-meditazioni», a cura di Danilo Donisi con la collaborazione di Mario Zocca. «E un evento di grande importanza per Villafranca e la sua gente», spiega Donisi, «dopo nove anni da quando il vescovo padre Flavio Carraro ha aperto il processo diocesano concluso in tempi brevi dalla Congregazione vaticana».

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VERONA SOCIALEArena 17 novembre

Indagine sul gradimento dei servizi del Csv di Verona

Per la prima volta, i cittadini veneti danno la pagella al volontariato. Il Csv, centro servizio per il volontariato della provincia di Verona, ha presentato ieri i dati emersi dal primo Rapporto di valutazione sui progetti di solidarietà finanziati dal Csv stesso. Un'operazione di trasparenza, che ha coinvolto 96 organizzazioni veronesi, allo scopo di avere ben chiaro quali siano i punti forti del volontariato scaligero e come poter migliorare la gestione dei progetti e la loro utilità. Attraverso questionari e interviste, rivolti sia alle associazioni di volontariato, che hanno usufruito dei quasi 700mila euro messi a disposizione dal Csv, sia ai cittadini beneficiari degli aiuti, si è cercato di capire come e quanto è migliorato il lavoro di volontariato, grazie all'apporto del centro.La ricerca è stata elaborata e redatta dalla Fondazione Zancan di Padova, onlus specializzata in ambito sociale, in parallelo con Belluno e Rovigo, basandosi sulla valutazione dell'operato del 2009, e ha dato risultati molto lusinghieri per il volontariato veronese.«È emerso un grado di soddisfazione molto alto», conferma Lucio Garonzi, direttore del Csv di Verona, «sia da parte della associazioni, che grazie ai nostri progetti sono riuscite a confermarsi promotrici di sviluppo sociale sul territorio potenziando le propria credibilit e la propria immagine, sia da parte degli utenti che hanno espresso apprezzamento e riconoscenza per la disponibilità dei volontari, per la loro capacità di ascolto e, per la riservatezza dimostrata. In un momento in cui i soldi sono pochi», prosegue Garonzi, «è essenziale gestire bene i fondi a disposizione ed essere anche in grado di dimostrarlo, in modo da non perdere credibilità e fiducia da parte di donatori e finanziatori».Verona si conferma come città di eccellenza nel volontariato, con un gradimento, da parte delle persone beneficiarie del rapporto con le organizzazioni di volontariato, che oscilla tra il 73% ed il 90%, per quanto riguarda alcuni punti cardine dell'assistenza, come la capaci d'ascolto, la disponibilità, la capaci di fornire risposte adeguate e l'accuratezza degli interventi.«Lo studio ha fornito dati, concetti e riflessioni importanti, che devono essere ritenute una fondamentale tappa di azione, oltre che un punto di partenza», conclude il presidente del Csv di Verona, Elisabetta Bonagiunti, «attraverso questo lavoro si vuole contribuire alla crescita della cultura della valutazione all'interno delle organizzazioni di volontariato che, per loro natura, hanno la potenzialità per divenire un soggetto accreditato alla valutazione dei servizi del nuovo welfare plurale. La ricerca è una tappa preziosa in un cammino di valutazione degli interventi e in un modello di lavoro utile sia a chi eroga e gestisce la progettazione, come il Csv di Verona, sia a chi, operativamente, mette in pratica idee e azioni, come le organizzazioni di volontariato».

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VERONA SOCIALEArena 17 novembre

Porte aperte ai centri diurni per sofferenti psichici dell'Ulss 21

I centri diurni del dipartimento di Salute mentale dell'ulss 21 aprono per un giorno le porte ai cittadini dei 25 Comuni della Bassa. Con l'obiettivo di far conoscere la loro organizzazione e le attività praticate da un centinaio di pazienti, tra i 22 e i 55 anni, affetti da psicosi e da altri disturbi psichici. «Ma soprattutto», afferma Giovanni D'agostini, direttore del Dipartimento, «con l'intento di ridurre la diffidenza e sfatare i vecchi luoghi comuni che circondano ancora i malati di mente. L'interazione con la società in cui queste persone vivono è infatti fondamentale per valorizzare le risorse di cui sono dotate, garantire il loro reinserimento socio-lavorativo e migliorarne la qualità di vita».Non è dunque un caso che l'iniziativa - in cui oggi, dalle 10 alle 15, saranno coinvolti i centri «Il Tulipano» di Legnago, «La Fontanina» di Bovolone ed «Il Girasole» di Nogara, in funzione dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 16.30 - sia stata denominata «Porte Aperte». «Questa giornata», sottolinea la psicologa Violetta Saggioro, responsabile dei tre centri, «sarà l'occasione per informare la popolazione sulla funzione svolta da queste strutture collegate con il Dipartimento, che offrono agli utenti percorsi personalizzati in base alle patologie con attività individuali e di gruppo volte a favorire il loro recupero e ad aiutarli a riformulare relazioni e ritmi giornalieri». «In questi interventi che spaziano dalla psicoterapia alla musicoterapia», aggiunge la psicologa, «è di grande aiuto anche il supporto delle famiglie con le quali concordiamo i programmi riabilitativi. Così come è preziosa la collaborazione con le associazioni, le scuole e le aziende del territorio con cui allestiamo corsi e laboratori».«Porte Aperte» offrir anche lo spunto per presentare la riorganizzazione avviata dalla direzione dell'ulss 21 nel Dipartimento, che ha interessato soprattutto i centri diurni. «Da qualche mese», informa Daniela Carraro, direttore generale, «le tre strutture possono contare su un'équipe integrata formata da psicologi, psichiatri ed operatori professionali, che assicura la continuità terapeutica del disagio psichico in tutte le sue manifestazioni»

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VERONA SOCIALEArena 18 novembre

Concorso per le scuole su Comboni

L'Associazione Rivela, l'assessorato alle Politiche Giovanili del Comune e il Progetto Culturale della Diocesi in collaborazione con i Missionari comboniani, con l'Ufficio scolastico provinciale, l'Uffi cio Pastorale della scuola della Diocesi e Diesse (Didattica e innovazione scolastica) promuovono un concorso sulla figura e l'opera di Daniele Comboni dal titolo «Alla scoperta dell'Africa sulle tracce di Daniele Comboni», concorso a premi per ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado di Verona e provincia per premiare quanti svilupperanno i migliori prodotti creativi di opere letterarie, multimediali e artistiche su episodi della vita di Comboni, i viaggi di esplorazione, la tratta degli schiavi, il colonialismo europeo in Africa centro-orientale nel XIX secolo, il Nilo e le sue sorgenti, il deserto, flora e fauna, aspetti climatici e ambientali, usi e costumi delle popolazioni indigene, lo sviluppo dei popoli africani secondo Comboni, il Sudan nell'800 e il Sudan attuale, le missioni comboniane oggi.

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VERONA SANITA'Arena 17 novembre

40 assunzioni all'ospedale di Zevio che deve divenire polo riabilitativo provinciale

Fumata bianca, finalmente, per l'ospedale di Zevio, candidato a diventare polo riabilitativo provinciale: la Regione ha dato il via libera all'assunzione a tempo indeterminato di 17 infermieri, 18 fisioterapisti e a 5 assistenti amministrativi attualmente in servizio con contratto a termine, scadenza il 31 dicembre prossimo.«Con le assunzioni diamo un seguito concreto e importante agli impegni assunti per dare alla struttura zeviana il dovuto rilievo nell'ambito del necessario rafforzamento del sistema riabilitativo veronese e veneto», spiega l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. Che aggiunge: «Sullo sviluppo riabilitativo ci concentreremo anche con la nuova programmazione attualmente allo studio, perché in questa direzione vanno sia le reali necessità espresse dalla gente sia le indicazioni a livello nazionale rispetto al tasso dei posti letto degli ospedali per acuti».L'assessore ai Servizi sociali Diego Ruzza sprizza soddisfazione. Dice: «È il primo concreto passo compiuto dal Chiarenzi sulla strada per diventare polo riabilitativo provinciale. Quindi l'ospedale avrà un futuro, potrà continuare a dare assistenza e contemporaneamente assicurerà serenità al personale, almeno in parte non più continuamente in ansia per la stabilità del posto di lavoro. L'auspicio è che questa maggiore serenità motivi ulteriormente fisioterapisti, infermieri e amministrativi, la cui professionali è peraltro già ampiamente riconosciuta».Il provvedimento regionale toglie dalla precarietà 40 dei circa 80 operatori in servizio nel reparto del Chiarenzi dotato di una settantina di posti letto, con un turn over che sfiora il 90 per cento, pazienti in arrivo anche da province vicine e, rarità, un bilancio economico in attivo. La restante parte degli operatori, medici con contratto libero professionale e personale di cooperative, al momento rimane con un rapporto di lavoro a termine. Ma se Venezia comincia a togliere il reparto dalla posizione pressoché sperimentale in cui ha operato per una decina d'anni, dapprima con gestione affidata a privati, più recentemente all'Ulss, in corsia non si escludono ulteriori assunzioni.Rispetto ai parametri regionali i posti letto riabilitativi in provincia di Verona sono deficitari. La specialità è diventata necessariamente sempre più gettonata alla luce dei tagli ospedalieri e dell'incremento delle tecniche chirurgiche che hanno concentrato i posti letto per acuti in pochi nosocomi specializzati. Da qui l'opportunità di liberare quanto prima i letti destinati all'acuzie, per dirottare i pazienti che hanno superato la fase più delicata del ricovero in reparti con spazi di degenza meno costosi ma comunque in grado di recuperare al meglio dalla malattia.

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VERONA SANITA'Arena 18 novembre

Servizio di interprete al telefono negli ospedali Ulss 21

Il rischio per un paziente cinese così come per un marocchino e qualsiasi altro straniero di farsi ingessare il braccio al posto della mano o di vedersi somministrare un ansiolitico anziché un antipiretico è definitivamente scongiurato negli ospedali dell'Ulss 21. Malgrado l'arabo e l'idioma del Paese del Dragone restino indecifrabili per la maggior parte dei medici, degli infermieri e degli altri operatori dell'Azienda sanitaria della Bassa alle prese ogni giorno con un'utenza sempre più multietnica.Questa settimana, in tutti i reparti ospedalieri e nelle strutture territoriali delle sedi di Legnago, Bovolone, Zevio, Nogara e Cerea, è entrato infatti in funzione uno speciale interprete telefonico in grado di tradurre in tempo reale una sessantina di lingue diverse. E quindi di eliminare alla radice disagi ed inconvenienti dovuti proprio alla difficoltà di comunicazione. Un'eventualità nient'affatto trascurabile visto che solo all'ombra del Torrione vivono oltre 1.600 immigrati di 50 etnie diverse senza contare la nutrita colonia straniera presente negli altri 24 Comuni assistiti dall'Ulss 21. Da qui l'esigenza, sebbene finora l'ostacolo sia stato in qualche modo aggirato e non si siano verificati incidenti, di attivare un servizio di mediazione linguistica che permetter di evitare incomprensioni tra personale e malati in ogni settore. Tutto ciò 24 ore su 24 e sette giorni su sette.Per la verità, la traduzione simultanea via cavo non è una novità per l'Azienda guidata da Daniela Carraro. Nel 2008 era partito infatti un primo test con la società «Colloquia multimedia» di Milano, che era ristretto però a 10 lingue messe a disposizione del Punto di primo intervento del «San Biagio» di Bovolone e delle unita di Pediatria, Neonatologia e Pronto soccorso del «Mater salutis» di Legnago. Sulla scorta dei vantaggi conseguiti nella fase sperimentale, segnata da una quindicina di colloqui telefonici al mese in prevalenza per pazienti cinesi, arabi ed albanesi, l'Ulss 21 ha pensato di abbattere le barriere linguistiche in tutte le realtà aziendali. L'altro cambiamento ha riguardato il fornitore del servizio svolto, almeno nel primo trimestre di prova gratuita, dalla «Eurostreet» di Biella: una cooperativa, che metter a disposizione un call center con 18 operatori pronti a tradurre le lingue principali ed altri 40 per quelle minori.Il funzionamento è semplicissimo: al medico di turno sarà infatti sufficiente comporre il numero interno 5885 da un apparecchio munito di tasto vivavoce per comprendere all'istante i malesseri lamentati dal paziente straniero che ha di fronte. La risposta verrà garantita nell'arco di 3-5 minuti per arabo, cinese, romeno ed altri 15 idiomi più parlati nella Bassa, mentre l'attesa sarà di poco superiore per le lingue poco frequenti. «Si tratta», sottolinea il direttore Carraro, «di un servizio completo, che velocizzerà i tempi di intervento assicurando perciò un'assistenza ancora più qualificata alle centinaia di stranieri che accogliamo ogni giorno nelle nostre strutture».

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VICENZA ANZIANIIl giornale di Vicenza 14 novembre

Il presidente dell'Ipab di Vicenza chiede alla Regione di sbloccare le alienazioni per ovviare alle spese post alluvione

«La conta dei danni subiti da ipab di Vicenza è salita a 1 milione e 30 mila euro. È stato encomiabile l'impegno dei dipendenti che si sono prodigati ben oltre l'orario di lavoro per impedire danni maggiori e ripristinare l'attività al servizio degli anziani. ipab ha dato anche ospitalità ad altre persone accogliendole al Salvi, al S. Camilla, a S. Pietro e a Parco Città Ipark».È l'inizio della lettera aperta che il presidente dell'ipab, Giovanni Rolando ha inviato in Regione al presidente Zaia, all'assessore Sernagiotto, ai consiglieri regionali, comunali e ai parlamentari ed europarlamentari vicentini.«Ma oltre alla conta dei danni e alle fatture straordinarie da pagare ci vorrà tempo per ripristinare e rimettere a regime ogni struttura, ufficio per ufficio, reparto per reparto, palestra di riabilitazione, locali servizi di parrucchiere, podologo, servizi, depositi e magazzini, arredamenti , impianti servizi generali, server-hardware... Ora però è necessario far comprendere alle istituzioni, che c'è un modo per andare incontro alle esigenze, molteplici e incombenti, di ipab, determinate dalla grande alluvione di Ognissanti. Esigenze che si vanno drammaticamente ad aggiungere alla già pesante situazione finanziaria in cui l'ente di conte S. Pietro si trova a causa del debito bancario accumulato nel corso degli anni. Milioni di euro di debito con gli istituti di credito che rendono particolarmente gravosa la situazione per mutui e interessi passivi, dove le uscite hanno continuato a superare le entrate e che fa prevedere per l'anno in corso una chiusura del bilancio in rosso, a meno 6-700mila euro». Che cosa fare? «La soluzione c'è- si legge nella missiva- concreta e fattibile. ipab, grazie alla straordinaria generosità nel tempo dei vicentini, possiede un patrimonio immobiliare, in terreni e fabbricati, parzialmente affittati, quantificabile in 90-100 milioni di euro. Ma non può valorizzare questo patrimonio neppure parzialmente se non previa autorizzazione alla vendita da parte della Regione Veneto, a causa di una legge regionale approvata qualche anno fa. L'assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto, su sollecitazione del commissario straordinario Tiziano Zenere, già aveva assunto l'impegno per l'autorizzazione all'alienazione di alcuni beni di proprietà dell'ipab, a fronte della grave situazione finanziaria verificata e accertata dallo stesso commissario.Nel rispetto rigoroso delle procedure previste l'ipate si è impegnata a trasmettere la rendicontazione sino al raggiungimento del tetto dell'importo parziale di 10 milioni e .880 mila euro, di cui 7 milioni e 730 mila per il bilancio 2010 e 3 milioni e 150 mila di alienazioni di beni già autorizzati». Per questo ipab ha già individuato alcuni beni cedibili. «Il 3 agosto, però, lo stesso assessore regionale Sernagiotto presentava in giunta e faceva approvare una delibera con la quale si bloccava , temporaneamente, tutte le alienazioni previste di tutte le ipab del Veneto».

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Ed ecco il punto. «Occorre sbloccare subito le alienazioni dei beni go autorizzati per ipab di Vicenza....Ma ancor più è diventato urgentissimo sbloccare le alienazioni per i disastrosi eventi della grande alluvione. Dando così la possibilità di valorizzare, seppur parzialmente, parte dei beni disponibili . Ma occorre far presto. Subito. E' sufficiente una delibera di giunta sapendo, come detto, che ipab di Vicenza ha già garantito tutti i passaggi prescritti per legge e nel rispetto della gara pubblica».«Ciò consentirebbe alla comunità ipab, ai nostri 600 circa anziani ospitati nelle diverse strutture pubbliche dell'Ente, ai famigliari, agli oltre 540 dipendenti che aspettano e vogliono poter contare, com'è loro diritto sul pagamento della tredicesima e sulle certezza dello stipendio per i mesi a seguire».«Non si chiede la luna- conclude la lettera di Giovanni Rolando- si chiede soltanto di poter utilizzare ciò che è nostro, dei vicentini....».« In assenza di una risposta positiva io penso che sia giusto non stare con le mani in mano. Per questo valuterò, insieme al Consiglio d'amministrazione se porre in vendita, in ogni caso, i beni. L'alternativa è una sola: aumentare le rette degli anziani del 3 per cento. E questo passo oggi, in presenza di altra soluzione, non si può prendere in considerazione».

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VICENZA ANZIANIGiornale di Vicenza 16 novembre

Nuovo Consiglio d'amministrazione per la casa di riposo di Dueville

Dopo quattro anni, il Consiglio di amministrazione guidato da Dino Cisco, lascia il posto ai nuovi curatori dell'Ipab, pronti a proseguire il lavoro iniziato dagli amministratori uscenti.«La nomina dei componenti si è svolta senza particolari problemi- spiega il Sindaco Giuseppe Bertinazzi- tre posti sono stati occupati da persone scelte dal sottoscritto, uno è stato riservato al parroco, o ad un suo delegato e l'ultimo seggio disponibile è andato, come da regolamento, al presidente dell'associazione Famiglie-Ospiti. Per il momento la parte “ecclesiastica del Cda saràà dunque rappresentata da Don Bruno e Annamaria Marodinsaràr portavoce dei famigliari degli ospiti».I tre nomi scelti dal primo cittadino di Dueville sono Marcello Lionzo, Maralba Battistella e Annalisa Valente. «Quest'ultima è stata da me selezionata tra la terna di candidati che mi è stata presentata dalle minoranze del Consiglio Comunale- continua Bertinazzi- queste si sono dette soddisfatte del nuovo Cda, accogliendo la nuova parte burocratica dell'Ipab con apprezzamenti e fiducia».Secondo il sindaco, mantenere la casa di riposo come fiore all'occhiello del Comune, sarà un compito impegnativo. «Ma i nuovi amministratori - è convinto Bertinazzi - sono competenti e riusciranno a mantenere uno standard alto nei servizi forniti agli ospiti. Non dubito che saranno capaci di affrontare tutti i mutamenti legislativi, adeguandosi alle future norme riguardanti le Ipab. Voglio ringraziare l'uscente amministrazione Cisco per l'ottimo lavoro, svolto con capacità e senso del dovere».Bertinazzi sottolinea che negli ultimi quattro anni la casa ha aumentato la qualità e il numero di servizi: l'ala con il reparto Alzheimer, le nuove cucine, la ristrutturazione della parte più vecchia dell'edificio e i molteplici finanziamenti a fondo perduto ottenuti dalla Fondazione Cariverona, sono solo alcuni dei meriti, riconosciuti a livello locale, provinciale e regionale, del Cda uscente.Il nuovo Consiglio si è insediato ufficialmente ieri con un augurio di buon lavoro da parte del sindaco.

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VICENZA DISABILI Giornale di Vicenza 13 novembre

Distrutta dall'alluvione la sede del Gruppo educativo territoriale per disabili di Cresole

Se penso che l'alluvione poteva sommergere il centro, con i ragazzi dentro, mi vengono i brividi - spiega Stefano Pattaro, responsabile della cooperativa Il Cigno che gestisce il gruppo educativo territoriale (Get) di Cresole per conto dell'Ulss 6 -. Siamo stati fortunati che era chiuso perché era un giorno festivo, altrimenti sarebbe stato un incubo». Lo stabile che da oltre dieci anni ospita gli undici disabili autistici, con la sindrome di Down o con problemi evolutivi che frequentano il Get ogni giorno dalle 9 alle 16 assistiti da 5 operatori, si trova tra la canonica e il centro diurno della parrocchia, dove l'acqua in pochi minuti ha superato il metro e 60 di altezza la mattina dell'alluvione, lasciando poi 50 centimetri di fango. Ora, dopo giorni di lavoro per togliere la melma, non rimane più nulla: armadi, cucina, laboratori, computer e tutto ciò che si trovava all'interno del centro sono stati portati via perché inservibili. E il pulmino utilizzato per il trasporto degli utenti, che abitano nei territori comunali di Isola, Caldogno e Costabissara non va più in moto dopo essere stato in ammollo nell'acqua e nel fango. I volontari stanno tentando di asciugare i locali, concessi dalla parrocchia in comodato d'uso, dove i disabili trascorrevano le giornate, con la speranza di riaprire al più presto. «Abbiamo dovuto buttare via tutto - spiega il parroco don Gaetano Bortoli -. Speriamo di riuscire a ripartire in una ventina di giorni, ma servono deumidificatori per asciugare le stanze, nuovi arredamenti, un mezzo per il trasporto. Confidiamo nella generosità e nella solidarietà delle istituzioni e dei vicentini perché se no sarà dura».Ora Vinicio, Roberta, Elisabetta, Gaia, Ruggero, Paola, Nicola, Antonio, Enrico, Alessandro e Marilù hanno trovato ospitalità in un centro a Vicenza vicino a borgo Scroffa gestito dalla cooperativa L'Aquilone 2004 dove, in parte, hanno ripreso da lunedì scorso le loro attività: i momenti ricreativi e di socializzazione, i pranzi, i laboratori per lavorare il legno e la ceramica, gli incontri con volontari ed associazioni. «Per fortuna quando c'è stata l'alluvione il centro di Cresole era chiuso altrimenti chissà cosa poteva succedere - sottolineano Anna Maria Rizzi e Mariuccia Zordan, madri di due ragazzi che frequentano il centro, a nome anche degli altri genitori -. Ringraziamo la cooperativa L'Aquilone, ma i nostri figli vogliono tornare a Cresole, perché l si sentono a casa. E quando hanno saputo dell'alluvione hanno voluto tornare al centro di Cresole per vedere come era la situazione. Questo centro a Vicenza è molto confortevole, ma a Cresole i ragazzi hanno l'orto, spazi per le attività e un sacco di persone che li vanno a trovare, per insegnare loro a fare lavoretti o anche solo per salutarli, e li fanno sentire al centro della comunità». «Per i ragazzi del Get è stata sicuramente una sofferenza - spiega Luciana Fontana, responsabile del servizio disabilità dell'Ulss 6 -. Hanno visto il loro centro sommerso e poi c'è stato il cambio di ambienti, di ritmi e di attività. Ma stanno bene, hanno reagito meglio del previsto».

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VICENZA MATERNEGiornale di Vicenza 17 novembre

Le suore lasciano la gestione della materna di Nove, subentra il Comune ma non sarà una scuola pubblica

Un'intera comunità, a Nove, in questi giorni, si sta interrogando sul futuro della scuola materna Danieli, da sempre annessa all'istituto delle madri canossiane Figlie della carità, in paese da 113 anni (la materna funziona da un secolo).Dal prossimo anno scolastico la struttura che accoglie più di 130 bimbi dai 3 ai 6 anni, non sarà più gestita dalle religiose. A confermarlo, di fronte a un pubblico numeroso riunito in quel salone dove hanno giocato e sono cresciuti generazioni di piccoli novesi, è stata Madre Annalisa Perina della casa generalizia canossiana, responsabile delle comunità del Veneto. «Non è ancora detto che le madri se ne vadano ma come istituto canossiano con le nostre possibilità riusciamo a portare questa scuola fino al termine del corrente anno scolastico - ha detto suor Annalisa - Tuttavia, come istituto, ci impegneremo a partecipare al passaggio, finché esso sarà del tutto compiuto per quello che riguarderà unicamente il cambio di gestione che avrà luogo da settembre 2011».Suor Annalisa ha riconosciuto che tra le concause che hanno determinato la drastica scelta di chiudere la gestione diretta delle Canossiane dell'asilo Danieli c'è anche la riduzione delle vocazioni. Parole rassicuranti sono giunte dal sindaco Manuele Bozzetto.«È dal 1996 che sento dire che le madri canossiane lasciano Nove - ha esordito il primo cittadino - La struttura rimane questa e dal 1° di settembre 2011 subentreremo con una forma di gestione che stiamo studiando. Ci impegneremo a garantire la qualità lavorativa e professionale. Ci stiamo dedicando all'individuazione delle possibili forme gestionali, visto che non sarà una scuola pubblica, sentiremo anche la parrocchia. Ho chiesto alle madri canossiane che ricevano qui, come sempre, le iscrizioni per il prossimo anno scolastico dal prossimo gennaio. La scuola materna rimane a Nove con un sistema al quale vogliamo dare garanzia».All'interno della Giunta è stato composto un gruppo di lavoro ad hoc per analizzare la questione: è formato dallo stesso sindaco e dagli assessori Zanardello e Zaminato e ha già esaminato possibili forme di statuto.Nell'incontro dell'altra sera, al cospetto dei genitori dei bambini, il sindaco avrebbe escluso la possibilità di costituire una cooperativa, tempi troppo lunghi, sembra che l'orientamento sia quello di costituire un'associazione che consenta di traghettare la gestione aziendale (con personale e servizi) della materna novese. Assicurazioni sono giunte anche riguardo il contributo erogato dal Comune che non subir diminuzioni.Il sindaco ha anche letto la prima comunicazione ufficiale, giunta in Comune, dalla quale emerge la disponibilità dell'istituto religioso a cedere l'attività della scuola materna a un soggetto indicato dal Comune.Se da un lato è assicurata la continuità per i bimbi della materna, dall'altro rimangono interrogativi circa l'immobile di proprietà della congregazione, il sindaco Bozzetto ha detto che questo argomento sarà uno dei passi successivi, chiaro che la relativa urgenza riguarda l'assicurazione dell'accoglienza dei bimbi per il prossimo anno scolastico.

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VICENZA SOCIALEGazzettino 16 novembre

Villa Serena organizza incontri di riflessione culturale sulla vecchiaia

Con il titolo “Limite, confine ed avventura dell’esperienza di vita” il Centro Servizi Sociali Villa Serena propone un nuovo interessante ciclo di incontri aperti al pubblico. L’iniziativa è patrocinata dai Comuni di Valdagno, Recoaro Terme, Trissino, Brogliano, Cornedo Vicentino e Castelgomberto, in collaborazione con Asl 5 “Ovest Vicentino”, commissione pari opportunità del Comune di Valdagno e Associazione Guanxinet. Con questo ciclo di incontri, giunto alla sua seconda edizione, il Centro Servizi Sociali Villa Serena vuole proporre un nuovo percorso culturale sui temi legati alla terza et, attraverso la voce di ospiti illustri e operatori dei servizi di assistenza agli anziani. Si tratta inoltre di un’occasione per far conoscere alla cittadinanza i servizi presenti presso la struttura. Si inizia stasera, alle 20 con l’incontro “Madre-figlia, uno sguardo nello specchio”. Relatore della serata saràà la scrittrice Giusi Quarenghi,introdurràrà Marisa Crestani, presidente della commissione Paropportunitàit di Valdagno. Martedì 30, alle 20, secondo appuntamento con il professor Edoardo Boncinelli, genetista di fama internazionale. L’incontro dal titolo “La vecchiaia: destino o scelta?” sarà introdotto dall’assessore Giovanni Perazzolo. Il ciclo di incontri 2010 si concluder martedì 14 dicembre, sempre alle 20 con l’appuntamento “Il destino di esserci, l’aiuto come professione”, curato dagli operatori e formatori del Centro Servizi Sociali Villa Serena. Introdurrà la dottoressa Erica Pranovi.

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VICENZA SANITA'Giornale di Vicenza 17 novembre

Curriculum e progetti di Angonese, nuovo direttore generale della Ulss 4

È ufficiale. Da questa mattina Ermanno Angonese è il nuovo direttore generale dell'Ulss 4. Il governatore Luca Zaia ha firmato il decreto di nomina con cui l'ingegnere biomedico di Mason lascia il suo posto di dg dell'Ulss 1 di Belluno per succedere a Domenico Mantoan, chiamato da settembre a Venezia a dirigere la segreteria regionale. Angonese, veterano della sanità pubblica del Veneto con i suoi 30 anni di impegno amministrativo iniziato nel lontano 1980 a Bassano, avrebbe dovuto prendere servizio già lunedì della settimana scorsa, ma poi l'emergenza-alluvione ha dato la precedenza in Regione ad altre cose, e così solo ieri Zaia ha dato il via libera al movimento che porta Angonese a Thiene, dove la reggenza dopo la partenza di Mantoan era stata affidata al direttore amministrativo Annamaria Tommasella, e Antonio Compostella a Belluno. Raggiante il neo-dg. Guidare l'Ulss con le maggiori performance del Veneto e d'Italia è un onore che non mi aspettavo, un riconoscimento che mi entusiasma e mi sprona a dare il meglio di me stesso. Per lui è anche il ritorno nel Vicentino dopo la parentesi bellunese iniziata nel 2008, ma soprattutto dopo il quinquennio vissuto dal 2003 alla guida dell'Ulss 20 di Verona. In precedenza Angonese, 61 anni, dopo un'esperienza di sindaco per 4 mandati del Comune in cui è nato e risiede, era stato, a partire appunto dal 1980 e sempre a Bassano, vicepresidente del comitato di gestione dell'Ulss 5 e delegato al coordinamento dei lavori del nuovo ospedale inaugurato nel 1993, poi amministratore straordinario e commissario fino al 1994, quindi dg dell'Ulss 3 nata dalla fusione fra la 5 della città del Grappa e la 35 di Asiago. Dal 2003 al 2007, come detto, l'investitura a Verona, l'azienda più grande del Veneto con un bacino di 450 mila abitanti. Angonese è davvero felice: E' una promozione che mi rende orgoglioso. Confido di dare un ulteriore contributo al miglioramento degli standard dell'Ulss. So che è un'azienda motivata e ha un personale all'altezza.Del resto l'Ulss 4 ha conquistato i suoi primati grazie a medici, infermieri, tecnici, amministrativi di qualità. Se, come sono certo, ci sarà feeling fra loro e me, non potremo che crescere ancora di più. Sarà, dunque, Angonese a portare a termine la costruzione dell'ospedale di Santorso, bissando ciò che negli anni Novanta fece a Bassano. Un'altra grande sfida, perché, a dire il vero, sarà il mio terzo nuovo ospedale. Ne ho visto nascere un altro, quando ero dg all'Ulss 20, a San Bonifacio, realizzato con un leasing di 50 milioni, uno strumento mai usato prima che ha anticipato il project financing. E' stato l'unico ospedale, per il suo progetto di avanguardia, a essere stato presentato a Porta a Porta da Bruno Vespa. Il neo-dg di Thiene manda messaggi di gratitudine a Belluno e auguri al successore Compostella, 56 anni, di Santorso, ex direttore dell'Agenzia regionale socio-sanitaria: «L'esperienza all'Ulss 1 mi ha arricchito sotto il profilo umano. Con la gente di montagna c'è un rapporto forte. Lì ho passato 35 mesi, un periodo che non consente di raccogliere molto dopo aver seminato parecchio come il progetto per Cortina o il nuovo reparto materno-infantile di Belluno. Troppo poco tempo. Per questo dai bellunesi ho ricevuto più di quanto io abbia potuto dare.

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VICENZA SANITA'Giornale di Vicenza 19 novembre

Mancano le promesse assunzioni, si incrinano sempre più i rapporti dei sindacati con l'Ulss 6.

Un incontro di Agile, Cisl, Uil e della Rsu con la responsabile del personale Laura Moretti e la dirigente dell'ufficio infermieristico Marisa Padovan fa esplodere il malessere che da tempo serpeggia nei sindacati del comparto. Se ne fa portavoce il segretario provinciale della Cgil per la funzione pubblica Giancarlo Puggioni, che chiede un faccia a faccia urgente con i vertici, il dg Antonio Alessandri e la direzione strategica.Ma ecco come sono andate le cose. I sindacati chiedono chiarimenti sul turnover del personale per quest'ultimo scorcio di anno, dopo che l'ultima richiesta dell'Ulss 6 si é arenata in Regione, e non si hanno più notizie. Moretti, però, non fa altro che ripetere ciò che i sindacati sanno già: «Prevediamo di assumere 39 infermieri, 5 ostetriche, 5 tecnici di laboratorio, 1 assistente sanitaria, 1 tecnico di neuroradiologia, 4 terapisti della riabilitazione, 1 tecnico di radiologia, 8 operatori socio sanitari, 5 assistenti sociali e 2 amministrativi».Triplice e Rsu obiettano che queste assunzioni sono solo sulla carta, perché la Regione non li ha ancora autorizzate. In effetti la pratica è ancora ferma. Di certo si sa che Venezia ha depennato la richiesta per l'assunzione di 12 infermieri da destinare al reparto dozzinanti.Moretti dice che, comunque, da Vicenza la delibera partir. Puggioni reagisce: «Se la Regione non dar il nulla-osta sarete costretti a tornare indietro. Inoltre, una parte di queste assunzioni a tempo determinato in realtà non sono altro che rinnovi di contratti a termine in scadenza che non comportano un effettivo aumento di personale». Insomma, i sindacati non gradiscono né provvedimenti che potrebbero rivelarsi effimeri e né escamotage.“Davvero disarmante – si sfoga Puggioni – In tanti anni di vita sindacale non mi ero mai trovato dinanzi a una direzione così inconsistente”. In più resta aperta la “ferita” dei 40 posti-letto soppressi a luglio in chirurgia, otorino e chirurgia maxillo-facciale.».«La direzione aveva promesso che la chiusura si sarebbe limitata al periodo estivo, ma siamo alle porte dell'inverno e tutto resta come prima. I sindacati non accettano: «È una cosa grave e intollerabile. Ma come? Eliminano posti-letto preziosissimi mettendo in crisi reparti, medici, infermieri, obbligando ad accelerare le dimissioni dei pazienti, e lasciano aperte le degenze private dove non va nessuno e dove a differenza di quanto proclamato non si incassano soldi per cui si provocano altri debiti? Non parliamo poi del seminario. Si spendono 93 mila euro al mese e non si vede ancora nulla». Insomma, Puggioni, «non soddisfatto su tutta la linea» di una situazione che si sta incancrenendo, sollecita Alessandri, Fantuz, Dalla Zuanna, Fortuna «a un confronto vero con i sindacati sulle prospettive dell'Ulss 6, sulle priorit, sull'organizzazione del

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lavoro, sui servizi essenziali che non possono essere ulteriormente ridotti». Puggioni ribadisce: «Non può essere ancora e solo il personale a farsi carico del funzionamento dei servizi, lavorando ben oltre l'orario di servizio e magari con contratti in scadenza non rinnovati».«Noi continueremo a batterci per sostenere il lavoro delle migliaia di persone che, tutti i giorni, tengono ancora in piedi la nostra sanità pubblica». Ora i sindacati restano in attesa di una chiamata da parte di Alessandri: «Se ci risponde bene, altrimenti decideremo quali iniziative di lotta assumere. Il dg sappia che non assisteremo passivi al ridimensionamento del S. Bortolo. Su questo siamo molto decisi e non ci smuoveremo».

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