università degli studi di messina sissis – scuola interuniversitaria siciliana di...
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Università degli studi di MessinaUniversità degli studi di MessinaSISSIS – Scuola Interuniversitaria Siciliana SISSIS – Scuola Interuniversitaria Siciliana
di Specializzazione per l’Insegnamento Secondariodi Specializzazione per l’Insegnamento Secondario
prof.ssa Loredana Benedettoprof.ssa Loredana Benedetto
Lo svantaggio socio-culturaleLo svantaggio socio-culturale
Condizioni di svantaggio socio-ambientale della famiglia
Devono presentarsi almeno quattro fra i seguenti fattori di rischio (Dumas e Wahler, 1983):
• Basso livello di scolarizzazione dei genitori• Composizione del nucleo (famiglia monoparentale, età dei genitori)• Numerosità della famiglia (tre o più figli)• Zona di residenza (periferia o area ad alta criminalità)• Segnalazione ai servizi sociali.
Altre variabili da prendere in considerazione (Assemany e McInthosh, 2002):
• Disoccupazione• Alloggio inadeguato• Migrazione recente o stato di minoranza• Difficoltà di spostamento dei genitori• Problemi di custodia e sorveglianza dei bambini
Quali gli effetti di queste variabili?
“condizioni ed eventi
che inibiscono in varia misura
le opportunità di apprendimento,
di pratica, di assimilazione
di nuove forme di comportamento”
(Bijou e Dunitz-Johnson, 1981)
Variabili socio-economichecome fattori di rischio
Inadeguatezza dell’alloggio
Livello d’istruzioneStile educativo
RedditoRisorse fisiche
limitate
Povertà e limitazione delle risorse
• Abitazioni con carenza di spazi, arredi e servizi (es. illuminazione insufficiente)
• Mancanza di giocattoli, libri, strumenti
• I bambini con bassi Q.I. possiedono pochi giocattoli e poco diversificati
• Limitazione nelle abilità motorie, nei comportamenti esploratori e nel problem-solving
Stile educativo:mancanza di supporto nelle attività dei figli
• Scarse interazioni costruttive (genitore assente o poco disponibile)
• Dispersione delle attività comunicative (cure fisiche buone, ma poca attenzione a predisporre e/o rinforzare occasioni di gioco)
• Interazioni linguistiche: poco frequenti, usano codici ristretti (dialetto) e forniscono rare opportunità di identificare ed etichettare oggetti, espandere le frasi, acquisire modelli linguistici corretti
Nel salotto di casa:
Valentina (18 mesi) sta giocando sul pavimento con i cubetti. La madre si volta a guardare e
commenta: “Stai facendo una bellissima torre”. La madre prende un libro e comincia a leggere. Pochi minuti dopo, avendo finita la torre, V. le si
avvicina con in mano un suo libretto e dice: “Libo”, cercando di arrampicarsi sulle ginocchia. La madre la prende in braccio, mette da parte il
libro che stava leggendo e le chiede: “Vuoi leggere questo libro?”. V.
risponde di sì. La madre inizia: “Ecco i tre porcellini (guida il ditino sulla figura) uno…due…
tre!” e inizia a leggere.
In cucina, è acceso il televisore:
Anna (24 mesi) sta giocando sul pavimento con i cubetti, mentre la madre lava la verdura. Il gioco assorbe completamente la bambina.
Entra il fratello, inciampa e fa crollare la costruzione con i cubi. La bambina inizia a piangere, lascia il gioco e si avvicina alla madre.
“Smetti di frignare, tu, e raccogli quei cosi dal pavimento!!”.
La bambina si allontana, prende un libro, lo sfoglia e dopo qualche minuto si tranquillizza. La madre continua il lavoro al lavello e, senza guardarla,
chiede alla bambina: “Allora, li hai tolti di mezzo o no?”
Secondo alcuni recenti studi (Davies-Kean, 2004) le variabili socio-ambientali (reddito e livello culturale)
influenzano il rendimento scolastico dei figli mediante l’azione di due variabili cruciali:
Aspettative dei genitori
Aspettative dei genitori
Comportamenti educativi
Comportamenti educativi
Atteggiamento genitoriale sfavorevoleverso il successo scolastico
• Ridotte aspirazioni intellettuali e scolastiche dei genitori
(è poco probabile che rappresentino modelli da imitare)• Scarso interesse verso le attività scolastiche e/o culturali (dotazione
dei materiali, ambiente domestico che faciliti le attività di studio, contatti con gli insegnanti, informazioni sulle iniziative)
• Attribuzioni causali dell’insuccesso: fattori causali ed esterni (es. figlio bersaglio degli insegnanti, giudizi non equi, scuola “non adatta”)
• Successo nell’apprendimento secondario/estraneo rispetto all’urgenza dei bisogni della famiglia:
problemi economici lavori saltuari e precari abbandono scolastico
Comportamenti a casa
Attività scolastiche
Con quale frequenza leggi con il tuo bambino?
Il bambino legge per divertimento?
Segui il bambino nei compiti a casa?
Attività cognitive e culturali
Visitare un museo o una mostra
Andare a teatro/ad un concerto
Gioco
Attività sportive e ricreative
Giochi da tavolo/Puzzles
Videogames
Stile educativo genitoriale
Calorosità
Sentimenti positivi
Rinforzamento
Riconoscimento dei bisogni
Affetto
Scambi verbali
I metodi educativi inefficaci
I compiti a casa Controllo e critica. Assumono atteggiamenti direttivi, usano la minaccia
o promettono punizioni (“Parlo con l’insegnante e ….”)Valutazioni negative. Esprimono giudizi globali (“Non sei portato
per…”, “Sei svogliato”, ecc.) piuttosto che rinforzare i singoli obiettivi perseguiti e riconoscere le differenze di impegno/rendimento nelle singole attività
Intervengono in caso di “gravi” eventi (es. sospensione o richiamo del dirigente)
Più che la sorveglianza e il controllo, risulta efficace creare un ambiente domestico che faciliti attività autonome di studio e il
riconoscimento dell’importanza dell’istruzione
Credenze e aspettative del genitore
Generali• Stereotipi di genere• Attribuzioni del
successo/fallimento• Credenze d’efficacia• Valori• Conoscenza di specifiche
strategie d’insegnamento (es. computer, algebra,
lingue straniere, latino, ecc.)
Specifiche• Aspettative riguardo la
scuola• Percezione delle abilità
del figlio• Percezione del valore
delle singole abilità• Percezione degli interessi
del bambino• Obiettivi di
socializzazione
Quali gli atteggiamenti Quali gli atteggiamenti e i vissuti nei confrontie i vissuti nei confronti
dell’istruzione?dell’istruzione?
Circolarità tra difficoltà/ritardo negli apprendimenti e
problemi emotivo-relazionali
Svantaggioculturale
Svantaggioculturale
Probabilità di insuccesso nelle prestazioni
richieste
Probabilità di insuccesso nelle prestazioni
richieste
Esperienze di insuccesso,giudizi sociali negativi,
abbassamentoautostima
Esperienze di insuccesso,giudizi sociali negativi,
abbassamentoautostima
Calo della motivazione,comparsa di comportamentidi evitamento del compito,
reazioni di passivitào aggressività
Calo della motivazione,comparsa di comportamentidi evitamento del compito,
reazioni di passivitào aggressività
Aumento delle lacune conoscitive e deldivario rispettoalle richieste
Aumento delle lacune conoscitive e deldivario rispettoalle richieste
Disagio emotivoe relazionale
Disagio emotivoe relazionale
Diminuzione dei tempi di attenzione al compitoe della motivazione
Diminuzione dei tempi di attenzione al compitoe della motivazione
Maggiori probabilità di insuccesso nelle
prestazioni richieste
Maggiori probabilità di insuccesso nelle
prestazioni richieste
Esperienze di insuccesso,maggiori probabilitàdi ricevere giudizi
negativi, abbassamentodell’autostima
Esperienze di insuccesso,maggiori probabilitàdi ricevere giudizi
negativi, abbassamentodell’autostima
Aumento delle lacune conoscitive e deldivario rispettoalle richieste
Aumento delle lacune conoscitive e deldivario rispettoalle richieste
Sul piano operativo, vi è un’attenzione a:
• Dal contenimento dei rischi di abbandono scolastico (scuola secondaria) all’identificazione precoce dei fattori di rischio (scuola dell’infanzia)
• Realizzazione di interventi integrati: dal recupero esclusivo degli apprendimenti scolastici alla comprensione degli aspetti emotivo-motivazionali
Interventi di prevenzione dello svantaggio culturale
(Head Start)Programmi di parent education volti a colmare le carenze
dell’ambiente educativo e familiare. Intervento precoce (prima infanzia, comunque prima
dell’ingresso a scuola). Aree: sviluppo psicomotorio, arricchimento cognitivo,
stimolazione del linguaggio.Routine e condizioni abitative (alimentazione, condizioni
igieniche, salute, sicurezza)
Risultati: il Q.I.dei bambini, misurato regolarmente (fino a 6 anni), non presentava differenze rispetto a quello di coetanei in condizioni non svantaggiate ed era in media superiore (Q.I.= 135) di quello di altri bambini “a rischio” (Q.I.=91).
Quali programmi sono efficaci?(Baroff, 1989)
• Sono utili interventi di recupero scolastico (sviluppo linguistico, apprendimenti strumentali di lettura, scrittura e calcolo) in orari extrascolastici
• Sono tanto più efficaci quanto più precoci• e prolungati• Gli effetti sono a lungo termine quando
coinvolgono i genitori potenziando le capacità educative
Cosa ne pensano gli insegnanti?(Vianello, 1989)
Gli alunni svantaggiati pongono problemi di:• aggressività e violenza (38%)• isolamento (35%)• rifiuto (27%)
Fattori causali:• Famiglia disgregata (53%)• Carenza di risorse culturali/economiche (30%)• Cultura diversa (15%)
L’esperienza di insegnamento influenza gli atteggiamenti? (Vianello, 1989)
• Gli insegnanti ritengono che questi alunni creino maggiori problemi rispetto ai soggetti in situazione di handicap.
• Problemi: ristrutturazione generale delle attività e approccio motivazionale (atteggiamenti e valori degli allievi nei confronti dell’istruzione).
• L’esperienza diretta riduce gli atteggiamenti negativi (insegnanti e allievi) nei confronti di alunni di colore, arabi e slavi,ma non nei confronti degli “zingari” (cruciale la differenza sul piano dei valori, es. furto, diversità come chiusura).
Linee operative
Apprendimenti scolastici• Analisi delle difficoltà e recupero individualizzato• Training d’incremento dell’autoefficacia (fiducia personale in ambiti d’abilità
differenti da quelli scolastici)• Coinvolgimento emotivo e partecipazione
Area emotivo-relazionale• Adattamento al contesto scolastico, osservanza delle regole e rapporto con
adulti/coetanei• Training sulle abilità sociali (autocontrollo emozionale, contenimento
aggressività/passività)
Coinvolgimento familiare• Iniziative e programmi precoci• Impegno (studio e apprendimento) come risorsa ai fini dell’autonomia
personale dell’alunno (istruzione e obiettivi a medio-lungo termine, es. formazione professionale)