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La luna e la coscienza matriarcale n Erich Neumann Nella «Storia ed origine della coscienza» (1) è analizzata una successione di fasi nella quale fio si libera dall'inconscio, dalla situazione uroborica (2) iniziale e alla fine del processo si pone come centro della moderna coscienza occidentale, di fronte all'inconscio come sistema psichico separato da sé. In questa evoluzione che porta alla liberazione dallo strapotere dell'inconscio la simbologia della coscienza è maschile, mentre quella dell'inconscio, come insegnano la mitologia e la simbologia dell'inconscio collettivo, è femminile, in quanto in opposizione all'emancipazione dell'Io. La fase nella quale la coscienza dell'Io nel suo rapporto con l'inconscio è ancora infantile, cioè relativamente dipendente, viene rappresentata nel mito con l'archetipo della Grande Madre. Noi indichiamo la costellazione di questa situazione psichica e le sue forme di espressione e proiezione come « matriarcato » e chiamiamo, al contrario, « accento patriarcale » dello sviluppo della coscienza la tendenza dell'Io a liberarsi dall'inconscio e a dominarlo. 280 (1) Erich Neumann, Ur- sprungsgeschichte des Bewusstseins Rascher Verlag, ZOrich 1949 (Trad. inglese: Pantheon Books, New York 1954). (2) L'uroboro è il serpente circolare, simbolo di una situazione psichica inconscia, in sé conclusa, unità originaria (Confronta: Ursprungsgeschichte des... cit.).

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La lunae la coscienzamatriarcale n

Erich NeumannNella «Storia ed origine della coscienza» (1) è analizzatauna successione di fasi nella quale fio si liberadall'inconscio, dalla situazione uroborica (2) iniziale e allafine del processo si pone come centro della modernacoscienza occidentale, di fronte all'inconscio come sistemapsichico separato da sé. In questa evoluzione che portaalla liberazione dallo strapotere dell'inconscio la simbologiadella coscienza è maschile, mentre quella dell'inconscio,come insegnano la mitologia e la simbologia dell'inconsciocollettivo, è femminile, in quanto in opposizioneall'emancipazione dell'Io.La fase nella quale la coscienza dell'Io nel suo rapportocon l'inconscio è ancora infantile, cioè relativamentedipendente, viene rappresentata nel mito con l'archetipodella Grande Madre. Noi indichiamo la costellazione diquesta situazione psichica e le sue forme di espressione eproiezione come « matriarcato » e chiamiamo, al contrario,« accento patriarcale » dello sviluppo della coscienza latendenza dell'Io a liberarsi dall'inconscio e a dominarlo.

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(1) Erich Neumann, Ur-sprungsgeschichte desBewusstseins RascherVerlag, ZOrich 1949 (Trad.inglese: Pantheon Books,New York 1954).(2) L'uroboro è il serpentecircolare, simbolo di unasituazione psichica inconscia,in sé conclusa, unità originaria(Confronta:Ursprungsgeschichte des...cit.).

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(3) « Maschile » e « fem-minile» sono termini sim-bolici e non vanno identificaticoncretamente con « uomo» e « donna » come portatoridi caratteristiche sessualiprecise. L'uomo e la donna,da un punto di vistapsicologico, sono bisessuali,in quanto nel loro inconscioci sono anche istanze delsesso opposto. «Anima» perl'uomo, e « Animus » ner ladonna. Si consulti:C. C. Jung, L'Io e l'inconscio.Boringhieri, Torino 1967,pag, 104.

(4) Erich Neumann, Die

II matriarcato ed il patriarcato sono quindi stadi psichicicaratterizzati da uno sviluppo differente della coscienza edell'inconscio, ed in particolare da differenti atteggiamentidell'uno verso l'altro. Matriarcato perciò non significa solo ildominio dell'archetipo della Grande Madre, ma in generaleuna situazione psichica totale nella quale l'inconscio (e lafemminilità) dominano mentre la coscienza (e lamaschilità) non sono ancora pervenute all'autonomia eall'indipendenza (3). In questo senso uno stadio psichico,una religione, una nevrosi e anche uno stadio dellosviluppo della coscienza possono essere chiamatimatriarcali, e patriarcale non significa dominio sociologicodell'uomo, ma piuttosto predominanza di una coscienzamaschile alla quale è riuscita la separazione dei sistemicoscienza-inconscio e che si è affermata abbastanzasolidamente nella sua opposizione all'inconscio eindipendenza da esso. La donna moderna deve quindipercorrere anch'essa tutti gli stadi dello sviluppo che portaalla formazione della coscienza patriarcale che è tipica enaturale della situazione del conscio occidentale edominante nella cultura patriarcale.Accanto a questa « coscienza patriarcale » esiste peròanche una « coscienza matriarcale » il cui agire è nascostoma significativo. Essa fa parte di quello strato matriarcaledella psiche che è all'origine del primo sviluppo culturalenella preistoria dell'uomo. E' caratteristica della spiritualitàfemminile — al di là dell'acquisizione della coscienzapatriarcale da parte della donna —, ma ha una parteimportante anche nella vita dell'uomo. Cioè, dovunque lacoscienza non ancora (o non più) patriarcale non si èdistaccata dall'inconscio, predomina la « coscienzamatriarcale » nella preistoria umana cosi come nella faseontogeneticamente corrispondente dell'infanzia; nell'uomo,ad es., predomina come influsso più intenso dell'Anima,che rappresenta il lato femminile della sua psicologia, incrisi spirituali e nei processi creativi. La breve rap-presentazione dello sviluppo del femminile esposta in altroluogo (4) costituisce il complemento neces-

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sario per una comprensione della « coscienza matriarcale» che solo nella forma ad essa propria risalta sullo sfondodi questo sviluppo graduale. E' la coscienza del femminileaccordata alla fase uroborica patriarcale che noi indichiamocome « coscienza matriarcale» e che, come l'Io di questostadio, non è sviluppata con la stessa autosufficienzadell'Io cosciente patriarcale. Ma sia per l'uroboro patriarcaleche per la coscienza matriarcale è caratteristico lo stessosimbolo: la luna. Il simbolo lunare è cosi pregno disignificati che sembra del tutto impossibile dimostrare lasua attinenza univoca alla femminilità, e infatti si presentain forma femminile, maschile ed ermafrodita. Nel mitotroviamo il sole come compagna femminile della luna e piùspesso la luna come compagna del sole. La fase di lunanuova può essere vista come morte della lunanell'abbraccio del sole, ma anche come morte dell'uomolunare buono nell'abbraccio della donna solare cattiva;viene anche spiegata come morte del femminile dopo ilcompimento della nascita o dopo l'abuso sessuale, maanche come ritorno alla vita della luna affamata ad operadella sorella che la nutre. Quando il sole e la luna sonofratelli, la luna può essere a volte maschile, a volte femmi-nile, e l'allontanarsi e riavvicinarsi reciproco vieneinterpretato come nostalgia della luna-uomo per la sorellasolare o anche come nostalgia del fratello solare per lasorella lunare. Può anche significare la fuga della luna dalsole inseguitore o il desiderio della luna per il sole (5).La diversità degli aspetti attribuiti alla luna, a volte comemaschile rapportato al femminile, a volte come femminileverso il maschile, che si esprime anche nella diversità dellesue fasi (ad es. come falce crescente o calante può essereconsiderata maschile e come luna piena femminile) (6)porta anche alla concezione, altrettanto diffusa nellamitologia, che la luna sia ermafrodita.Anche se tentiamo di discernere una legge in questeattribuzioni apparentemente arbitrarie, dobbiamoriconoscere dalla mutevolissima simbologia della

psychologischen Stadien derweiblichen Entwick-lung. Sitrova in: Zur Psy-chologie desWeiblichen. Rascher Verlag,ZOrich 1953. Il saggio: Diepsychologischen Stadien.. ètradotto in inglese con il titolo:Thè psychological Stages ofFeminine Deve-lopment.Spring 1959.

(5) Per ciascuna di questesituazioni mitologiclie e permolte altre ancora esiste unagrande documentazione chepotrebbe essere citata manon in questa sede, in quantoil nostro interesse consistenell'illustrare il fenomeno enon nell'accumulare materialeamplificativo. Comunque, siconfronti:Hans Kelsen, Società enatura. Einaudi, Torino 1953,pag. 211; Robert Briffault,Thè Mothers. London andNew York

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1927, Voi. 3; Riihie, Son-neund Mond im primiti-venMythos, eco. (6) JohnLayard, Thè Mak-ing of Manin Malekula. Eranos -Jahrbucher XVI. Rhein -Verlag, Zurich 1948.

(7) Hugo Rahner, Myste-rium Lunae. Eranos -JahrbOcher X. Rhein -Verlag, Zurich 1943. Tra-duzione inglese in: GreekMyths & Christian Myste-rys.Burns & Oates, Lon-don1963, pag. 154.

luna che nessun simbolo è « assoluto », ma che ha unsignificato solo in quanto immesso in una totalità simbolicapiù ampia, la quale viene determinata dalla fase dellacoscienza in cui si presenta ed a cui è associata. Perciòdobbiamo distinguere se la simbologia lunare appartienead un mondo matriarcale dominato dal femminile edall'inconscio, oppure ad un mondo patriarcale, dominatodal maschile e dalla coscienza.E' necessario innanzitutto astrarre dall'opinione per noicorrente che la luna riceve la sua luce dal sole perchéastronomicamente la luce della luna in tutte le sue fasi èsolo luce solare riflessa. Questa circostanza che comparegià con i presocratici greci e viene ancora posta indiscussione da Agostino (7), non è affatto « ovvia ». La piùtarda scoperta astronomica della dipendenza della luna dalsole non fa che divenire espressione e simbolo della sotto-missione della luna nel mondo patriarcale, nel quale il soleed il giorno, e con essi la coscienza umana nel suo aspettomaschile, hanno assunto la posizione predominante. Inquesto mondo la luna è femminile ed il sole maschile enello stesso tempo la solarità maschile è il principioluminoso e creativo e la lunarità femminile il principioricettivo della luce e dipendente. Ad es. le molteidentificazioni di deità femminili con la luna nell'ellenismosono anch'esse espressione di questa rivalutazione pa-triarcale. Quasi sempre si tratta di sottomissione oassociazione di « spose » che vengono dominate dal diosolare. Però nel passato di queste dee troviamo inabbondanza anche rapporti completamente differenti conla maschilità e con il sole.Per il mondo antico ogni fase lunare è essenziale in quantomanifestazione dell'essere lunare così come le fasi dellavita sono manifestazione dell'essere dell'uomo. Su questefasi lunari viene proiettato l'evolversi delle costellazionipsichiche caratteristiche della donna, o nelle quali la donnasperimenta il suo rapporto con l'uomo.Nel tardo strato patriarcale il sole può essere maschile e laluna femminile; come fratelli possono

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assumere ambedue i sessi, oppure, come nello stadiomatriarcale, valere come maschile; comunque il rapportosole-luna verrà sempre percepito mitologicamente come unimportantissimo evento celeste e sentito soprattutto comerappresentazione simbolica del rapporto fra i sessi. Il tipo diquesto rapporto dipende dallo stadio di sviluppo psichiconel quale ha luogo. L'ordinamento patriarcale è l'esattorovesciamento del precedente ordine matriarcale in cuipredominava il femminile. Non importa se nel matriarcato laluna è associata alla notte come deità maschile e ne è figlio— spesso addirittura figlio morente nella fase del novilunio— o se il sole ed il giorno ne sono i nati. In ambedue i casi,la cui diversità non interessa in questa sede, vienesottolineata la dipendenza del maschile dalla maternitàfeconda del femminile notturno. Come spesso accade inOriente (8) in questo stadio la luna può possedere caratteridel mondo superiore e vitali e il sole caratteri del mondosotterraneo e notturni; il principio predominante è però lafemminilità che muore nel novilunio e riceve il sole nellamorte.La luce nascente dall'abbraccio solare non è generata eneanche donata dal sole, ma solo da lui suscitata edaccesa, poiché per la femminilità matriarcale della lunavale lo stesso che per il legno femminile, il quale per suanatura contiene in sé il fuoco, e l'elemento penetrantemaschile lo suscita solamente, ma non lo genera (9). Cioènello stadio matriarcale, anche se la luna femminile muorenel novilunio e viene a contatto con il sole in un rapporto divita e di morte, le fasi lunari vengono intese come fasidell'essere femminile indipendenti dal sole, ad es. anchecome fasi della gravidanza (10). Infatti una delle tipiche «associazioni » fra luna e femminilità si basa sul crescere edecrescere della luna legato al carattere essenziale dellafecondità, a confronto del quale la maschilità non ha nulladi simile da porre. Nello stadio matriarcale il punto focalesta nei fenomeni del cielo notturno; questo stadiorappresenta cioè una psicologia notturna e

(8) A. Jeremias, Hand-buchder altorientalischenGeisteskultur. Leipzig,1913.

(9) Questi problemi verrannosvolti ampiamente nel libro «Psychologie des Weiblichen», cit.

(10) Hans Kelsen, Società enatura. Einaudi, Torino 1953,pag. 80.

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(11) Non è possibile esa-minare completamente lacompensazione del principiodi coscienza Rer mezzo dellaluna, nel quale ad unacoscienza femminilematriarcale corrisponde unanimus lunare maschile e aduna coscienza maschile-patriarcale corrispondeun'anima lunare femminile.Ad es., come abbiamo visto,a livello matriarcale la naturaperiodica delle fasi lunari puòessere concepita comefemminile. Al contrario, nellapsicologia patriarcaledell'ebraismo, il maschile puòsperimentare sé stesso comeluna femminile di fronte ad unprincipio divino solaresuperiore, se la coscienzareligiosa maschile si identificacon l'anima lunare femminile.Caratteristica di ciò è laidentificazione luna-Gia-cobbe nell'ebreo Mi-drasch. Altrettanto si trovanella «abbaia. Rapportisimbolici analoghi valgonocollettivamentenell'identificazione dellaChiesa con la luna (Rah-ner,v. sopra) e individualmentedove, come ad es. nellamistica, l'anima individualeassume un carattere lunarepassivo di fronte alla divinità.(12) A. Ungnad, Die Reli-giondar Babylonier und Assyrer.Jena 1921, S. 165.

lunare. Il mondo diurno e solare della coscienza è piùsbiadito perché, secondo l'interpretazione psicologica,l'umanità di questo stadio vive ancor più nell'inconscio chenella coscienza e perché non ha ancora completato losviluppo che culmina nell'autocoscienza del consciopatriarcale. Sebbene nello stadio antico matriarcale la lunasia maschile, ed in quello successivo patriarcale siafemminile, sostenere che la simbologia maschile della lunaè stata poi sostituita da una femminile sarebbe una sempli-ficazione grossolana (11).Indipendentemente dallo stadio di evoluzione dellacoscienza ed anche dal fatto che essa sia predominantenella psicologia femminile o in quella maschile, la luna èessenzialmente legata alla femminilità. In ogni caso ne èuno dei simboli centrali, sia che simbolizzi come figuravirile le componenti maschili della vita femminile nellostadio matriarcale, sia che in forma femminile simbolizzi lecomponenti femminili della vita maschile nello stadiopatriarcale.L'inno al dio-luna di Ur esprime forse nella forma più bellala pluralità della natura maschile, femminile ed ermafroditadella luna. Esso dice:« Potente torello con spesse corna, membra perfette conbarba color azzurro, pieno di forza e di vigore.Frutto generato da sé stesso, di nobile figura, splendido aguardarsi, della cui opulenza la vista non si può stancare;Grembo materno, generatore del tutto, che ha un asiloluminoso presso le creature viventi;Clemente, misericordioso padre, che tiene nella sua manola vita di tutta la terra » (12).« Potente torello con spesse corna, membra perfette, conbarba color azzurro, pieno di forza e di vigore ». Questaimmagine della luna come toro e fecondatore, come forzafallica e dionisiaca che accresce la vita e si trova, comeadolescente amato e uomo, come portatore di piacere eprocreatore, nel punto centrale della vita femminilematriarcale, questa immagine appartiene ancora alla fasedella

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« Grande Madre » ed al suo rituale di fecondità che dovevagarantire le necessità elementari dell'umanità,specialmente il cibo. La luna, il cui crescere, decrescere eritornare fu per l'umanità antica il più impressionante di tuttii fenomeni celesti è Signora sia de! periodo celeste-cosmico, sia del periodo terreno femminile, il cui ritmo diventotto giorni è analogo al ritmo celeste ed è il corrispon-dente terreno più visibile di un evento celeste superiore. Icampi soggetti alla luna sono svariati e, come vedremo,niente affatto limitati all'ambito psicobiologico.Come simbolo della figura celeste crescente e sempre inmutamento la luna è Signore archetipico delle acque,dell'umidità e della vegetazione, cioè di tutto ciò che vive ecresce. E' il Signore della vita psicobiologica e perciò dellafemminilità nella sua essenza archetipica, la cuirappresentante umana è la donna terrena. EssendoSignore del mondo psicobiologico, dell'umido e dellacrescita, essa domina le acque degli abissi, i fiumi, i mari,le sorgenti e i succhi. Questo è il mondo originario delluroboro nutritore » della preistoria, in cui la vita comenutrimento e fertilità era la meta centrale dell'umanità (13).La fertilità degli animali selvatici, degli armenti, dei campi edel gruppo umano è il punto centrale di questo mondo cheè quindi essenzialmente il mondo della femminilità, di ciòche nutre e partorisce, e cioè il mondo della Grande Madresul quale predomina la luna.A questa fertilità che l'uomo venerò nella donna comeSignora del grembo partoriente e del seno nutritore, delsangue e della crescita, si rivolge fin dagli inizi il ritualedella fertilità, come tentativo dell'uomo di influenzare, conl'aiuto della magia, le forze numinose da cui dipende ilnutrimento e con esso la vita. Perciò la fertilità dipende ingrande misura dall'attività magica del femminile (14) allaquale presiede la luna, in quanto forza transpersonale chela dirige. Incantesimo, magia, ispirazione ed oracoloappartengono quindi sia alla luna che al femminile, il qualeè sciamano, sibilla, profetessa

(13) Erich Neumann, Ur-sprungsgeschichte des ... cit.

(14) Robert Briffault, op. cit.

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(15) Ibid., Il, pag. 502 e

(16) Esther Harding, Wo-man's Mysteries. Long-mans,Green & C., New York 1935. Inostri risultati concordanoso!o in

e sacerdotessa (15). Le ricerche di Briffault hannodimostrato che la luna e la mitologia lunare hanno giocatoun ruolo predominante nella storia primordialedell'umanità, ma, almeno per ciò che stiamo descrivendo,sono altrettanto importanti le sue indicazionisull'importanza predominante del femminile esull'associazione ad esso della luna come principiomaschile (16).Come caratteristiche archetipiche maschili della lunapossiamo raggruppare le seguenti, diffuse su tutta la terra:la luna è « II Signore delle donne », non è solo il loroamante, ma addirittura il loro vero sposo, accanto al qualel'uomo reale terreno compare soltanto come « co-sposo ».La luna è Signore della vita femminile più intima e vera cheinizia con la comparsa delle mestruazioni, l'emorragiamensile. La mestruazione viene causata dalla luna cheviolenta la donna ed in un certo senso la « defloraspiritualmente ».La deflorazione spirituale è, come sostiene giustamente lasaggezza archetipica dell'inconscio, il momento decisivonel destino della donna. Con la mestruazione la fanciulladiviene donna, secondo la natura come diciamo noi, adopera della divinità — della luna — come diceva l'umanitàantica. La deflorazione materiale ha così un ruolosubordinato. Presso i popoli primitivi il rapporto sessualecon il quale avviene la deflorazione materiale inizia spessogià nell'infanzia. In molte culture la deflorazione associataalla fuoriuscita di sangue è considerata magicamentepericolosa e perciò sacralmente negativa; per questaragione viene compiuta con oggetti sacri, da sacerdoti o dastranieri e cioè non da appartenenti al gruppo, chepotrebbero essere infettati da questo atto. Solo quando ladonna assume nel mondo patriarcale valore di proprietà, omeglio di mezzo per aumentare la proprietà, l'integritàdella vergine e con essa la deflorazione materialeassumono valore positivo e indirettamente diventanoanche per la donna un avvenimento importante da cuidipende la sua vita futura di donna. In ogni caso lamestruazione, come deflorazione

spirituale, determina la vita femminile indipendentementedalla vantazione o svalutazione che le culture hanno divolta in volta operato. La fecondazione e la fertilità nonvengono poste, come sappiamo, in diretto rapporto conl'atto sessuale — e ciò è comprensibile perché le relazionisessuali iniziano ancor prima che cominci l'epoca dellafertilità e durano ancora quando questa è terminata.Matrimoni rimangono sterili, donne non sposate dellequali nessuno crederebbe che possano avere rapporti conuomini, ad es. idiote, malate di mente, deformi, ecc.rimangono incinte. Mentre il rapporto sessuale non èlegato con evidenza alla fecondazione, la connessione frala comparsa delle mestruazioni e la possibilità difecondazione, cosi come fra l'essere fecondata el'interrompersi della mestruazione, o la fine dellemestruazioni e la fine della fertilità, è evidente per lamentalità primitiva.Che la luna, Signore della mestruazione e della fertilità,venga considerata come fecondante indica, sul pianopsicologico, che il rapporto sessuale con l'uomo realeviene percepito ad un livello diverso da quello dellamestruazione, della gravidanza e della nascita. E' tipicadello stadio matriarcale della psicologia femminile unatotale o relativa mancanza di rapporto del femminile con ilmaschile. Il rapporto sessuale non viene vissuto dalladonna come fenomeno individuale, rilevante, riferitoall'uomo come individuo. Nella cultura primitiva con la suagenerale o temporanea promiscuità sacrale, rintracciabilein molti luoghi anche se non necessariamentecorrispondente alla situazione sessuale originaria, ilrapporto sessuale viene sperimentato dalla femminacome gioco variabile, effimero, caratterizzato dal piacere.La mancanza di un legame amoroso individuale e lapreponderanza della situazione sociale nella scelta delpartner matrimoniale dicono che nello stadio matriarcaledella psicologia femminile l'esperienza di una sessualitàsenza oggetto, delle mestruazioni, della gravidanza edella nascita — come anche, più tardi, del rapporto

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con il bambino — sono legate molto più strettamente conla vita inferiore della donna che non il rapporto con l'uomoreale.La situazione fondamentale di questo stadio, e cioè che ilrapporto con la maschilità compare più come fenomenosociale che spirituale, porta al fatto che (come abbastanzaspesso capita nella psicologia delle moderne nevrosifemminili) le esperienze inferiori della femminilità legatealla vita sessuale non sono in rapporto con l'uomo terreno,individuale e non vengono rapportate a lui, ma proiettatelontano, su una figura transpersonale ed impersonale, evengono vissute come provenienti da essa, e cioè dalla «luna ». Cosi la luna è Signore delle donne in quantoSignore della loro deflorazione inferiore, perché la donnariceve la mestruazione dall'invisibile rapporto notturno conessa. La luna è il fecondante ed il « vero » padre dei figli,ma è anche il Signore dell'estasi e dell'ebbrezza, e quindiSignore dell'anima e del rapimento orgiastico.In altre parole l'appartenenza della femminilità alla luna èuna tipica participation mystique, nasce da un'esperienzainconscia di identità con essa. In ogni esperienzaessenziale della sua esistenza la femminilità si riconoscelegata alla luna e identica ad essa, dipendente e ad essacongiunta. Il rapporto della femminilità con la luna sirispecchia nel rapporto della luna con la terra e con la vita.Come già ha indicato Bachofen, il fatto che la luna vengaconsiderata come terra celeste e che le dee terrestri sianoper lo più anche dee lunari, testimonia la diversità deglistadi della psiche femminile che si rispecchia nella terra,nella luna e nel loro rapporto reciproco. Il « mondosublunare » è, visto da parte maschile e solare, ildisprezzato « mondo matriarcale ». Contenuto esimbologia della coscienza matriarcale si basano però ingran parte su questo carattere unitario della femminilità,per la quale il cielo notturno e la1 terra sono il grande uovocircolare dell'uroboro matriarcale in mezzo al quale sitrova la luna, che, come uovo d'argento, rappre-

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senta ad un livello superiore l'uovo oscuro che la circonda,e lo illumina.« Frutto generato da sé stesso » « Grembo materno »,generatore dei tutto — abbastanza stranamente viene quiusata per la luna una terminologia che appartieneprofondamente all'autocoscienza dello stadio matriarcale,in cui la femminilità riconosce e onora sé stessa comeorigine della vita. « Grembo materno, generatore del tutto,frutto generato da sé stesso » questa è l'invocazione allagrande dea della umanità primitiva, la quale è cielonotturno quindi luna, e partorisce quest'ultima in formamaschile (17).Il rapporto della femminilità con la luna va ben oltre il suoaspetto di fertilità biologica ed anche fallico-ctonica.Abbiamo già sottolineato che la luna è anche Signoredell'incantesimo e della magia della fecondità, ma il suosignificato spirituale non si limita al rapporto sacraleselettivo che la femminilità possiede, come profetessa ecome sibilla.Parti importanti della cultura primitiva dell'uomo sonocreate dalla femminilità e dal suo spirito inventivo.Operazioni elementari come la conservazione del fuoco, lapreparazione dei cibi e delle bevande inebrianti, laconfezione degli abiti, la filatura, la tessitura, lafabbricazione dei vasi eco. appartengono al dominiooriginario della femminilità. In principio queste non sonoprestazioni « tecniche » nel senso della coscienzapatriarcale, ma piuttosto rituali carichi di significati simbolici.Bisogna piuttosto definirli come misteri originari in quanto sitratta di misteri di un'attività simbolica inconscia, e nonancora di un'attività conoscitiva.Con sbalorditiva coerenza però anche qui l'attività delfemminile viene oscurata da quella della luna, poichéquesta si presenta come filatrice e tessitrice, Signora dellacottura, della fabbricazione dei vasi, dell'intrecciare, comeinventrice degli abiti e dell'ornamento del corpo, ed anchein questo si dimostra Signora della vita femminile (18).A questo punto è facile comprendere, anche se per orasolo superficialmente, il significato della luna

(17) La bisessualità della lunasi esprime nel mito platonicoanche nella teoria che gliuomini derivano dal sole, ledonne da Venere e gliermafroditi dalla luna. Labisessualità è unacaratteristica del-l'uroboro ilquale contiene in sé ilfemminile ed il maschile.

(18) Robert Briffault, op. cit.,Il, pag. 624 e segg.

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(19) C. G. Jung, Alchemi-calStudies. C. W. n. 13, pag 115:«La luce naturale è unacomprensione intuitiva dellecircostanze, una specie diilluminazio-ne»

che ci interessa di più e cioè il significato spirituale.L'attività spirituale originaria dell'inconscio è il cadere nellasua imprevidibilità « lunatica » cioè lunare; il suo campopiù prossimo, al quale appartiene più propriamente è laproduttività spirituale non sistematica dell'umanità primitivae ancor più del femminile. L'ispirazione e l'intuizione sonola espressione del potere spirituale dell'inconscio, dellumen naturae (19) del mondo notturno femminile, nelquale la sua oscurità si illumina improvvisamente perispirazione.Questo numen viene sperimentato come proiezione sullaluna, simbolo spirituale centrale dell'inconscio legato allafemminilità, nella quale perciò vediamo la figura centraledella « coscienza matriarcale ». Nel linguaggio dellapsicologia analitica potremmo quindi dire che la luna è ilcentro archetipico del mondo dello spirito e dell'animusfemminile. Ma anche questa definizione non è sufficientese noi differenziamo ulteriormente il concetto di animus,oltre quanto è stato fatto finora.Noi distinguiamo tre strati del mondo dell'animus (Animus-WeIt), i quali sono rapportabili ai tre differenti livelli disviluppo della psiche femminile, al patriarcato, almatriarcato ed allo strato urobo-rico. Il mutamento in cui lapsiche femminile viene coinvolta durante il suo passaggiodal rifugio nell'uroboro materno al matriarcato esuccessivamente da questo alla vita nel mondo patriarcale,influenza anche quella struttura parziale della psiche chenoi chiamiamo animus, e cioè il lato spirituale maschiledella femminilità. Questi differenti livelli si possonoriconoscere sia nelle proiezioni collettive del mondo miticoche nelle proiezioni individuali della donna moderna.Lo strato più superficiale e più tardo del mondo dell'animusha origine nel patriarcato. Questo mondo si manifesta conopinioni e frasi che, ad una osservazione più ravvicinata, sirivelano come patrimonio spirituale maschile e patriarcale.Derivano dal mondo della coscienza e dello spirito maschiliche sono per la femminilità impropri ed estranei. In

essi si esprime il dominio inferiore del patriarcato sullafemminilità e perciò questo strato animus non appartienein realtà alla natura femminile, ma piuttosto alla culturamaschile.La più alta forma dell'animus nel mondo patriarcale è lopsicopompo che rappresenta il trapasso allo stadiosuccessivo più profondo, il quale « inizia ». Infatti dietro, osotto, questo mondo patriarcale dell'animus si trova lostrato dello spirito dell'animus (Animus - Geist-Schicht)con il quale la femminilità è unita in modo primigenio. Noichiamiamo questo strato uroboro patriarcale. In esso lamaschilità è transpersonale e numinosa, ha caratteredivino, demonico, e divino-umano, e rappresenta unaspecie di spirito naturale non razionalizzabile in alcunmodo e non prossimo alla coscienza, nel quale invecedomina l'elemento emotivo-sensoriale, demonico,musicale, senza parole ed erotico. Dove la femminilitàsogna, desidera, fantastica, è immersa nel suo mondoinferiore, è possibile riconoscere questo mondodell'animus. In esso dominano esseri erranti ed orgiastici,demonici e divinamente amanti, nei quali gli elementiterreno e celeste, super- e sottoumano, amorale edangelico, sono riuniti in modo totalmente irrazionale.Sarebbe errato considerare solo negativamente laseduzione di questo mondo di foreste, isole e luna, anchese il suo fascino che sottrae alla realtà e ai rapporti realiha spesso un ruolo pericoloso nelle nevrosi femminili.Questo segreto mondo inferiore è, nonostante tutto, unmondo spirituale e creativo nella vita femminile, e quandosi riesce a inserire in essa questo stadio psichicomatriarcale col suo mondo di animus, si può giungere aduna notevole attività produttiva. (Non parleremo qui dellostrato più profondo uroborico, dell'animus, nel quale lapaternità divina e maternità divina sono congiunti).

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(20) Si vedano i seguentidizionari etimologici:Grimm, J. u. W., Deut-schesWfirterbuch; Littré E.,Dictionnaire de la lan-guefrancaise; Boisacq, E.,Dictionnaire étymolo-gique dela langue grec-que, 1916.

Prima di tentare una comprensione psicologica piùprofonda della « coscienza matriarcale » ci permetteremoun « intermezzo etimologico sulla luna » che ci da lachiave della sua struttura archetipica. L’ aspettopsicologico dell'archetipo risulta essere un punto virtuale diriferimento unitario per l'affinità inferiore di radici che dalpunto di vista linguistico sono state sinora considerateassolutamente indipendenti.L'etimologia (20) tenta di separare due radici delle qualil'una è la radice di « Mond », che con IJITQV, « Mond »,mensis-Monat (mese), Messen (misurare), appartiene allaradice « ma » ed al sanscrito mas;l'altra invece è la radice sanscrita manas, ^evo?,, mens,Mind (mente), ecc. E rappresenta quindi la radice dello «spirito » per eccellenza.Dalla radice-spirito manas cresce un tronco a piùdiramazioni di significato spirituale: v-svot,, spirito, cuore,anima, coraggio, fervore; pisvoivav, pensare a qualcosa,meditare, desiderare; U£[JIOV(X, avere intenzione, avere inmente; is-awo^a^, pensare, ed anche essere sprofondatonei pensieri e delirare, da cui deriva y.avw, delirio,ossessione e p,avreia, predizione. Altre ramificazioni dellostesso tronco sono [Trivio, ^evo^, rabbia, UT)WÙ), indicare,manifestare, P.EVM, maneo-rimanere, attardarsi e man(sanscrito) dubitare, attendere, perseverare; p,w8awo,imparare; menini-ricordarsi e mentiri-mentire. Tutte questeradici-spirito derivano dall'unica radice sanscrita originariamati-h-pensiero, intenzione.In contrapposizione a questa radice viene posta, senzaalcuna ragione, la radice-luna I- ITQV, Mond (luna), mensis-Monat (mese), mas, che appartiene a ma- messen(misurare). Da essa non deriva solamente matra-m- Mass(misura) ma anche IJIITITI^, intelligenza, saggezza,[JnnTieo'Sai, meditare, avere in mente, sognare. Consorpresa ci accorgiamo che questa radice-luna, che èapparentemente all'opposto della radice-spirito, viene poiricondotta, esatta-

mente come l'altra, alla radice sanscrita mati-h-Mass(misura), sapere (21). La radice unitaria archetipica deisignificati è quindi lo spirito lunare, che si esprime in tuttequeste ramificazioni linguistiche e quindi ci si rivela nellasua essenza e nel suo significato originario. E' un motoemozionale, strettamente legato all'attività dell'inconscioche qui deriva dall'archetipo lunare come spirito lunare.Nella sua manifestazione attiva questo spirito è spiritoardente, coraggio, ira, ossessione e furore; è unmanifestarsi che porta alla perdizione,all'automistificazione ed alla menzogna, ma anche allacreazione poetica. Accanto a questa produttività ardenteprocede però un altro atteggiamento più « moderato »,meditabondo, sognante, in attesa, desideroso, dubbioso,attardantesi, legato ai ricordi ed all'apprendimento esfociante nella misura, nell'accortezza e nel senno.Abbiamo già parlato dell'« intuizione » come di una attivitàspirituale originaria dell'inconscio. La comparsa dicontenuti spirituali, i quali, con tutti i caratteri dell'evidenza,penetrano nella coscienza e la dominano affascinandola, èprobabilmente la forma originaria dell'emergere dello spiritonell'uomo. Mentre in una coscienza che si amplia ed in un lopiù forte questo emergere viene introiettato e concepitocome una manifestazione inferiore della psiche, all'origineesso si manifesta come espressione sacrale e comemessaggio numinoso « dallo esterno » delle Potenze o deglidei. L'Io che sperimenta questi contenuti come provenientidall'esterno, anche quando li definisce intuizione o ispira-zione, assume nella sua posizione ricettiva verso ilfenomeno spirituale spontaneo lo stesso atteggiamento cheè caratteristico per l'Io della coscienza matriarcale.Anche oggi è vero, come in passato, che l'uomo di notte,quando l'inconscio è più vitale e l'introversione più attiva,recepisce le manifestazioni dello spirito lunare piùfacilmente che durante il giorno, luminoso.Naturalmente la coscienza matriarcale non è pro-

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(21) Boisacq, op. cit

pria solo della donna, ma esiste anche nell'uomo, in formadi coscienza-Anima. Questo è vero particolarmente perl'uomo creatore, ma l'affidarsi alla attività dell'inconscioper le ispirazioni e le idee, ed anche nel funzionamentodegli istinti e nell'« afflusso di libido » (Libido-Versorgung)alla coscienza, è generale. A tutto questo presiede la lunae perciò l'attenzione, la concordanza con essa, e cioè ilculto dell'astro, sono necessarie. Il primo aspetto del cultolunare è il suo significato come misura del tempo.L'orientamento temporale dell'uomo primitivo è riferito allaluna, da essa deriva in tutta la umanità il computo delmese lunare e poi dell'anno lunare. Il tempo lunare non èil tempo astratto quantitativo della coscienza scientificapatriarcale, ma è qualitativo, cioè muta e nel mutamentoassume qualità differenti. Il tempo lunare è periodica-mente ritmico, aumenta e diminuisce, è favorevole esfavorevole. Come un tempo dominante sul cosmo, essodomina la terra, ciò che vive, la femminilità. La lunacrescente non è solo una determinazione temporale, maanche una qualità simbolica del mondo vivente edell'uomo, esternamente come interiormente, cosi comela luna calante, la luna piena e la luna « nera ». Ci sirenderà conto meglio delle figure dei tempi lunariimmaginando il loro carattere archetipico come caratteredelle grandezze di irradiazione emanate. Queste sonocentri di vibrazione, ondulazione, flusso e forza che attra-versano il mondo e fanno pulsare dall'interno edall'esterno la vita psico-biologica. Il tempo lunaredetermina la vita umana. La luna nuova e la luna pienasono i primissimi periodi di tempi sacri, la luna nera, comevittoria del drago notturno oscuro, il « primo » tipicoperiodo oscuro e sfortunato. Ma dalla costellazione deltempo lunare cosmico dipende tutto, la semina ed ilraccolto, la crescita e la maturazione, e di conseguenza lariuscita ed il fallimento di qualsiasi impresa e attività.Il suo influsso però non si limita alla vita del mondo e dellacultura primitivi, ma arriva ad es. fino a tarda epoca inGrecia dove i Lacedemoni non pote-

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rono giungere in tempo alla battaglia di Maratona, poichénon era loro permesso combattere nella prima metà delmese; giunge addirittura nella nostra epoca, in cui, comeanno santo ed anno festivo basato sulla settimana di settegiorni, ordina e domina ancora la nostra vita con giorni diferie e di riposo.Dove però la luna e la sua periodicità si manifestano inprevalenza è la femminilità che perciò viene sempreidentificata con la luna dalla maschilità. La femminilità nonè legata al periodo lunare solo nel mutamento periodicomensile, anche se il suo periodo lunare interiore si è ormaireso indipendente da quello esteriore dell'astro. Tutta lasua « mentalità » è determinata dalla luna ed il tipo dellasua spiritualità è caratterizzato dall'archetipo lunare comequintessenza della coscienza matriarcale.Cassirer (22) parla di percezione delle fasi nel concettomitico del tempo e di tempo biologico-cosmico, senza peròapprofondire la dipendenza dall'esperienza della luna e lasua connessione con la femminilità. Non solo l'umanitàsente periodi sacri e sperimenta il suo essere come unsuccedersi di fasi, la maggior parte delle quali sonosettimine; è importante notare che questa esperienza dellaluna è anche una categoria fondamentale della coscienzamatriarcale e perciò dello spirito femminile.La periodicità lunare con il suo fondo notturno è il simbolodi uno spirito che cresce e si trasforma in corrispondenzacon i processi oscuri dell'inconscio. La coscienza lunare,come potrebbe anche essere chiamata la coscienzamatriarcale, non è mai disgiunta dall'inconscio, infatti è unafase spirituale dell'inconscio stesso. L'Io della coscienzamatriarcale non possiede attività libera e indipendente, maattende passivamente, regolata dall'impulso spirituale(,Geist-lmpuls) che l'inconscio le trasmette. « Favorevole »o « sfavorevole » è un periodo di tempo nel quale l'attivitàspirituale, dipendente dalla periodicità dell'inconscio, sirivolge verso l'Io, diviene visibile e si manifesta, oppure sene distoglie,

(22) Ernst Cassirer, Filosofiadelle forme simboliche. LaNuova Italia, Firenze 1964,voi. Il, pag. 157.

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(23) Non a caso il regno dellemuse, e cioè delle forzefemminili, che patrocinanotutto ciò che è « musico », «musicale », « ritmico », «danzante», « predicente » esoprattutto « creativoartisticamente», è sottopostoalla luna con la suanumerazione per 9 e per 3(C. Keré-nyi, Die orphischeKosmo-gonie und derUrsprung der Orphik. Eranos-Jahr-bùcher XVII, 1949). Lostesso vale per le figure diMuseo, di suo figlio Ru-molpo e di Orfeo (J. J.Bachofen, Das Mutter-recht3' ed., Voi. Il, pag. 849, 856 esegg.). Tali figure sonoimportanti per tramandare lacoscienza matriarcale neimisteri orfici ed eleusini. Unulteriore esempio che voglia-mo citare è che in Cinal'origine del teatro è trattadalla luna. Un imperatore chevisitò la luna fu, secondo laleggenda, cosi incantatodalle can-

si oscura e scompare. Il compito dell'Io al livello dellacoscienza matriarcale è di attendere e adattarsi ai periodifavorevoli e sfavorevoli, uniformarsi alla luna mutante estabilire una consonanza, una unanimità con la vibrazioneche ne proviene.In altre parole la coscienza matriarcale dipende dallo statoe dall'accordo con l'inconscio. Si può valutarenegativamente come instabilità e lunaticità questadipendenza dalla luna, essa da però un fondo positivo allacoscienza che agisce come cassa di risonanza erappresenta perciò una particolare caratteristica, altamentepositiva, della coscienza matriarcale. Questo carattere diconsonanza e accordo ha, nella sua dipendenza dal ritmo,dai periodi di flusso e riflusso, del crescendo edecrescendo, qualcosa di fortemente musicale. Perciò lamusica e la danza, con la loro accentuazione ritmica, assu-mono un ruolo molto importante nell'atteggiamento e nellaformazione della coscienza matriarcale e nell'accordo fra lo,femminilità e spirito terrestre che la determina (23).Il carattere musicale è un aspetto se non proprio generale,almeno prevalente dell'« uroboro patriarcale ». La suanatura esaltante e orgiastica è propria del fascino piùprofondo e della sublimità dell'essere femminile. L'unione diun sentimento emozionale spinto fino all'annullamento, conl'esperienza spirituale irrazionale dell'armonia, collaboranoqui in una legge inferiore invisibile, il rapimento tentatore vadal fascino del suono vocale e del flauto del Pifferaio diHamein alla musica estatica dei dionisiaci, al poteredissolvente della musica nei rituali orgiastici, all'effetto dellamusica sulla donna moderna (24).Se indichiamo la luna come lato spirituale dell'inconscio,aspetto frequente nell'inconscio dell'uomo moderno, è aprima vista incomprensibile che la colleghiamo con laperiodicità ed il fenomeno temporale. Ma anche questocontesto è estremamente pieno di significati.Una gran quantità di dati attesta che il sistema psichicoinconscio, che noi chiamiamo inconscio col-

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lettivo, è, indipendentemente dal sistema conscio, in certiperiodi attivo e vivo, in altri inattivo e in stasi, e cioè chepossiede una sua periodicità inferiore. Questo fenomenoinizia con l'alternanza di notte e giorno, legata ad unmutamento interno del sistema psicobiologico e ad unmutamento di dominante fra conscio e inconscio. Il sistemapsichico ed i rapporti fra i sistemi parziali conscio e incon-scio sono quindi sottoposti ad una periodicità psico-biologica tale quale, a volte, è stata elaborata comedottrina dei periodi maschili e femminili.Anche la dipendenza della vita psichica dalla vita diciascun periodo dell'anno è in correlazione con tutto ciò. Lapsicologia primaverile e autunnale non agisce solo sulmanifestarsi delle psicosi, che si presentano in questiperiodi con maggiore frequenza, ma tutta la vita sessuale èin evidente rapporto con la primavera, il cui carattere di «tempo dell'amore » viene confermato dall'alto numero diconcepimenti, di delitti sessuali e... suicidi (25). Poichéperò la sessualità è un campo sintomatico centrale dellavita psichica, possiamo dedurre da ciò quanto la nostrapsiche dipenda da periodi influenzati dal cosmo,probabilmente fino nei minimi particolari della nostra vita.E' perciò assolutamente indifferente che ci immaginiamoquesto influsso come guidato da attività ormonale o inqualche altra maniera (26). E' noto che gli individui creatorie le loro creazioni sono fortemente caratterizzati dallaperiodicità. La sua influenza agisce qui addirittura su gruppidi anni. Se però osserviamo la conformità di sviluppiparalleli nello stesso periodo storico in culture indipendentil'una dall'altra, conformità osservata obiettivamente, oalmeno ritenuta probabile, vediamo che ci sono elementi iquali sembrano attestare che nell'inconscio collettivo presonel suo insieme si presentano serie analoghe di sviluppo.Colpisce, per fare un solo esempio, che particolarievoluzioni culturali della coscienza nei Sumeri, in Egitto,India, Cina e nell'America Centrale si siano verificate conuna contemporaneità che noi, tenendo conto delle miglialadi anni occorse agli

zoni e le danze delle fate dilassù che, al suo ri torno sullaterra, insegnò a dei giovaniquei canti e quelle danze,dando in tal modo inizio alteatro cinese. (J Bredon, DasMondjahr, 1937, S. 420).

(24) Con ciò la musica non èsoltanto un'artespecificamente temporale, mal'intera simbologia lunare, ilconcetto del tempoqualitativo, del ritmo, dellefasi, ecc., è decisiva per lasua struttura di base, e nonsolo nella musica primitiva.

(25) W. Hellpach, Geo-psychische Erscheinun-gen,1917.

(26) Accenniamo solamentein questa sede agli a-spettipsicologici dell'a-strologia dalcui insegnamento derival'intera tipologia umana, cosìcome anche il destino indipendenza cosmica dal mo-mento della nascita e dellagravidanza.

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(27) Rudolf Otto, Das Ge-setzder Parallelen, in:Vishnu Narayana, Texte zurindischen Gottes-My-stik,1917, S. 132 F.

sviluppi precedenti, dobbiamo definire totale e che non èspiegabile con altri influssi esterni (27).Anche prescindendo da qualsiasi spiegazione di questifatti, è comprensibile che osservazioni ed esperienze diquesto tipo abbiano condotto l'umanità a concepire ilmondo e il destino come un decorso periodico, come adesempio i periodi di milioni di anni degli indiani, l'ordineciclico di Fiatone, ed infine l'« eterno ritorno » di Nietzsche.Vi sono quindi buone ragioni per ritenere che esista unaperiodicità-guida cosmica e psicobiologica alle cuimanifestazioni appartiene, fra le altre, anche l'inconsciocollettivo. Una tale periodicità però determina non soltantoil mondo, ma anche la storia dello spirito e costella nellacollettività umana, come nei « Grandi Individui » che larappresentano, contenuti che si impongono sullaproduttività dei singoli e del gruppo e la cui elaborazionedeve spesso essere compiuta in periodi di tempo cheabbracciano generazioni.Per il destino dell'uomo è determinante il tempo in cui eglivive e in quale fase dello sviluppo destinale superiore lasua vita personale è immersa, ma il tempo è il destino, e ilsuo flusso è ciò che modella l'umanità. L'umanità lo hasempre sentito e le divinità del destino sono divinità deltempo, ma originariamente soprattutto divinità lunari. Ilcomponente anonimo del gruppo all'inizio non ha tempo edestino propri, ma partecipa al destino e al tempo delGruppo. Solo col progredire dell'individuazione il destinodel singolo si stacca da quello collettivo, seguendo ilGrande Individuo che, per primo, ha destino e tempoproprio. Soltanto a questo punto la stagione terrena ecosmica che tutto determina viene trasformata in tempo diindividuazione in cui l'« adesso » appartiene ormai definiti-vamente al singolo, come il suo lo, la sua totalità e il suodestino. Solo nel tempo dell'individuazione la luna divieneluna « inferiore » e la totalità del Sé, ormai sempre piùvisibile, viene riconosciuta come centro inglobante e nellostesso tempo guida, alla quale in certo senso anche laluna è subordinata.

Ma dal punto di vista della coscienza matriarcale mancaancora molto per arrivare a questo stadio finale.In questo saggio ci occupiamo della coscienza ma-triarcale o lunare agli inizi dello sviluppo della coscienzaumana e non del suo ritorno nella psicologiadell'individuazione, il quale, come sempre quando, nellosviluppo normale, ci troviamo di fronte ad un ritorno, è unritorno ad un livello più alto.il nesso fra tempo, inconscio e spirito lunare fa però partedella natura della coscienza matriarcale piùprofondamente di quanto non sia emerso finora e solocomprendendo adeguatamente il carattere spiritualedell'archetipo lunare possiamo capire ciò che significacoscienza matriarcale, « spirito femminile ».Il carattere aggressivo e violentante che strappaall'inconscio la personalità nella emozione dell'intuizione,dell'ispirazione e dell'ebbrezza e la porta all'estasi, allapazzia, alla creazione poetica o alla preveggenza, è unaparte dell'attività dello spirito. Al suo opposto corrispondela dipendenza e l'abbandono della coscienza matriarcale.E' l'abbandono di ogni intuizione ed ispirazione a ciò cheemerge dall'inconscio in modo misterioso ed assai pocoinfluenzabile, quando, dove e come vuole. Losciamanesimo e le altre manifestazioni simili fino allaprofezia sono in questo senso prevalentemente passivi, laloro attività è più un ricevere che non un agire volontario.Il compito precipuo dell'Io è essere pronto a ricevere ilcontenuto emergente dell'inconscio e porsi in accordocon esso. Poiché però l'autonomia della coscienza diquesto emergere è caratteristica di tutti i contenutiinconsci, la luna compare frequentemente come simbologenerale dell'inconscio.Che la luna sia Signora del tempo, e che questo rapportoluna-tempo sia essenzialmente una delle caratteristichedella coscienza matriarcale diviene chiaro solo seguendoil significato temporale della luna oltre l'accaderecosmico-mitologico, fino al suo influsso sulla psicologiaindividuale.

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Lo sviluppo della coscienza patriarcale culmina nellarelativa liberazione di un sistema conscio differenziatofornito di un certo quantum di libido regolabile, e cioèutilizzabile a piacere come volontà. Noi dobbiamocomprendere il significato di questa forma patriarcale dellacoscienza, anche se rifiutiamo l'autosuggestione illusoriadell'interpretazione che questa coscienza da di sé come diun sistema assolutamente libero. La coscienza maschilepatriarcale è un organo altamente significativo e, comedimostra l'evoluzione della specie uomo, un organostraordinariamente efficace di adattamento e di ela-borazione. Uno dei suoi vantaggi consiste nella suacontinua capacità reattiva e nella straordinaria rapiditàdelle sue reazioni e del suo adattamento. Se le reazioniistintuali stimolate dai suoi organi di senso sono pronte, lacapacità reattiva dell'uomo moderno è, nella grandespecializzazione di questa rapidità istintuale, ancor piùelevata. La rapidità di reazione della coscienza vieneaccresciuta, e qui non possiamo seguirne i particolari, datutti quei processi che hanno portato al distacco patriarcaledall'inconscio (28).

28) Erich Neumann, Ur-sprungsgeschichte des ... Troviamo i processi di astrazione con l'aiuto dei quali è

possibile spostare ed utilizzare concetti, cosa che nel tipodi pensiero differenziato porta alla manipolazione diastrazioni, quali ad es. i numeri matematici ed i concettilogici, le quali, in senso psicologico, possiedono unaquantità massima di non-emozionalità astratta.

Mentre la coscienza patriarcale è per natura rapida eoltrepassa i lunghi processi di mutamento e di evoluzionedella Natura con l'arbitrio del calcolo sperimentale, lacoscienza matriarcale è legata al tempo di crescita dellaluna. La sua illuminazione ed il suo sapere luminoso sonolegati, come la luna, al flusso del tempo ed alla periodicità.Per questa coscienza il tempo deve essere maturo e conesso, come il seme, deve maturare la conoscenza.Nel rito e nel culto dover attendere e attesa sono identicial girare intorno, al circondare. Così, nella

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splendida favola della strega dei fratelli Grimm (29), comein molte altre favole, la donna deve attendere finché nonsia di nuovo luna piena. Fino a quel momento essa devegirare tacendo attorno al lago, oppure deve filare fino ariempire completamente il fuso. Solo quando il tempo è «compiuto » emerge la conoscenza come illuminazione.Ugualmente nei misteri femminili primitivi (30) del cuocere,infornare, lievitare e bruciare, la maturazione, lalievitazione e la trasformazione sono sempre legati ad unperiodo di attesa. L'Io della coscienza matriarcale è adusoall'attesa immobile fino a che il tempo sia favorevole, ilfrutto dell'albero lunare sia maturo come luna piena e cioèfinché la conoscenza non venga partorita dall'inconscio.Infatti la luna non è solo Signora della crescita, ma lo èsoprattutto in qualità di albero lunare ed albero della vita: «Frutto partorito da sé stesso ».La differenza fondamentale e specifica della coscienzamatriarcale da quella patriarcale comincia nell'atto del «capire ». Nella prima capire non è, come per la coscienzapatriarcale, un atto dell'intelletto quale organo di rapidaregistrazione, elaborazione ed ordinamento (31), masignifica invece « concepire ». Quando qualcosa deveesser compresa, deve « penetrare » nella coscienzamatriarcale, nel senso sessuale-simbolico di fecondazionee quindi di concepimento. Questa simbologia femminiledella coscienza matriarcale porta ancora Oltre, poiché ciòche è penetrato deve poi « spuntare ». Nell'atto di «spuntare » è compreso, con genio linguistico, il doppioaspetto della coscienza matriarcale, per cui la luce dellaconoscenza « spunta » nello stesso modo del seme.Quando però qualcosa è penetrato e poi spuntatocoinvolge tutta la psiche che ora viene pervasa dalla cono-scenza e cerca, anzi deve, realizzarla con la sua totalità.Con il capire-concepire subentra così per la coscienzamatriarcale un mutamento di personalità. L'individuo vieneafferrato e mosso dal contenuto nella sua totalità, mentrenella coscienza pa-

(29) Grimms Màrchen, DieNixe im Teich.

(30) Si confronti la pag. 286.

(31) Qui, come in seguitoprendiamo il pensiero solocome l'esempio più chiaro dìuna funzione-differenziata, ilcui dominio è caratteristicodella coscienza patriarcale. Siconfronti di C. G. Jung Tipipsicologici (ed. Bo-ringhieri) edi Erich Neu-mann,Ursprungsgeschi-chte des ...cit.

triarcale abbastanza spesso un contenuto « compreso »intellettualmente viene semplicemente sistemato in unoscomparto del sistema intellettivo. Come per unacoscienza patriarcale è più difficile realizzare che non «capire in modo sublime » cosi per una coscienzamatriarcale è difficile comprendere quando non si puòrealizzare. Qui però realizzare significa « portare sino allafine » e riferirsi al contenuto nel modo dello scambioreciproco col quale madre ed embrione si mutanoreciprocamente durante la gravidanza.Il tempo qualitativo matriarcale è, all'opposto del tempoquantitativo patriarcale, unico ed irripetibile come unagravidanza. Per la coscienza-lo patriarcale ogni periodo ditempo è uguale, mentre la coscienza matriarcalesperimenta nel tempo lunare il tempo individuale delmondo, se non proprio dell'Io. L'unicità e l'irripetibilità deltempo si costellano proprio per un occhio aduso alla cre-scita vivente, il quale sperimenta e realizza la crescitadell'attimo, la sua maturità alla nascita. Nelle favole iltesoro emerge ogni cento anni dall'abisso, in un giornopreciso (32), in un’ora precisa, ed appartiene a colui che lotrova nel giusto momento della crescita. Solo unacoscienza matriarcale sintonizzata con i processidell'inconscio può riconoscere questo elemento temporaleindividuale, una coscienza patriarcale invece, per la qualequesto attimo è uno dei tanti dello stesso genere, lo man-cherà. In questo senso la coscienza lunare è più concretae più vicina alla realtà vivente, e la coscienza patriarcalepiù astratta e lontana.La sede della coscienza matriarcale viene perciòlocalizzata simbolicamente non nella testa, ma per lo piùnel cuore. « Capire » è qui un atto del sentimento cheabbraccia, e abbastanza spesso questo atto — ad es. nelprocesso creativo — deve avvenire con la più fortepartecipazione affettiva af finchè qualcosa possa irradiare eilluminare. Al contrario il processo di pensiero e diastrazione della coscienza patriarcale è « freddo », inquanto l'obiettività ad esso necessaria richiede una di-

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(32) E’ tipico che spesso sidica che il tesoro “fiorisce”

stanza che presuppone sangue freddo e testa cri-stallina.L'associazione della coscienza lunare con il cuoreè generale per l'umanità per la quale la testa nonè ancora divenuta il centro della coscienza patriar-cale distaccata dall'inconscio. Come in Egitto ilcuore è il centro originario del pensiero e dellospirito creatore, in India esso viene collegato co-smicamente alla luna ed è la sede del Mana, or-gano spirituale psichico, che appartiene anch'essoalla radice men ed è il luogo in cui la divinità su-prema si palesa. Lo stesso vale per la Cina. « Do »(scritto in antico solo con l'ideogramma di « cuo-re », cioè capacità spirituale, e con « ciò che stain direzione dello sguardo ») indica originariamen-te la forza magica irradiante, poi la forza misticadel cuore, e soprattutto: forza, capacità e virtù (33).Questo accentramento nel cuore della coscienzamatriarcale rapportato al tempo qualitativo dellaluna è l'orientamento valido per tutti i processi dicrescita e di metamorfosi. È tipico però anche delprocesso creativo-spirituale nel quale dei contenutisi costellano con uno sviluppo lento, più o menoindipendente dalla coscienza, per fluire in una co-scienza non sistematizzata e chiusa, ma al con-trario aperta e suscettibile di essere ampliata. Che ilcuore e non la testa sia la sede della coscienzamatriarcale ci dice che, per accennare ad una soladelle conseguenze di questa simbologia, l'Io dellacoscienza patriarcale, l'Io-testa corrente, spessonon conosce nulla di ciò che avviene nel piùprofondo centro di coscienza (Bewusstsein-Zentrum) del cuore.Infatti anche i processi della coscienza matriarcalesono rapportati ad un lo e perciò non si devonodefinire inconsci. L'attività dell'Io nella coscienzamatriarcale è differente da quella dell'Io della no-stra attuale coscienza patriarcale, ma ciò nondime-no quest'ultima ed il suo agire partecipano ai pro-cessi della coscienza matriarcale. La sua presenzacostituisce la differenza fra il funzionamento del-l'uomo primitivo al livello matriarcale ed un esi-

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(33) Lao-Tse, Fuhrung undKraft aus der Ewigkeit.

(34) Diels, Herakleitos.Frammento 123.

(35) F Nietzsche, Gesam-melte Werke, XI, S. 305.

stere totalmente inconscio. L'identificazione cor-rente del nostro lo con la coscienza-" testa » pa-triarcale e la corrispondente elevata indipendenzadella coscienza matriarcale ci porta spesso adignorare ciò che ci accade realmente; che ad es.,come si scopre dopo, facciano su di noi una pro-fonda impressione delle cose, situazioni, personedelle quali il nostro Io-testa non ha preso affattoconoscenza. Al contrario una mancanza di reazio-ne apparentemente atona può essere caratteristicadi un essere — abbastanza spesso un essere fem-minile — la cui mente non è capace di una rea-zione immediata, mentre la sua coscienza-cuoreha recepito perfettamente. Che qualcosa abbia« colpito » e sia stata realizzata diverrà evidentenella successiva fecondità di evoluzione della per-sonalità. Per la coscienza matriarcale è valida lafrase di Eraclito: « La natura ama nascondersi » (34).lì momento della coscienza è velato e misterioso,l'Io della coscienza matriarcale lo subisce, spessosenza che l'Io-testa noti nulla. Ma una introspezio-ne più profonda, che tenga conto dei sogni, delleimmagini e della fantasia dimostra che questo mo-mento ed il verificarsi lascia traccia nella coscien-za matriarcale, e cioè non scorre affatto senza par-tecipazione conscia.Questo velarsi dell'attimo del concepimento, spes-so decisivo per la vita, è colmo di significato, in-fatti la crescita ha bisogno di silenzio e di racco-glimento e non rumore e chiarità. Non a caso lanostra coscienza patriarcale è simbolicamente unacoscienza solare e diurna. Che questa leggevalga sia per la crescita biologica che per quellaspirituale lo conferma Nietzsche, il grandeconoscitore dello spirito creativo, con la suafrase: « Durante la gravidanza noi ci nascondiamo »(35).Il processo creativo si svolge non sotto i raggi co-centi del sole, ma nella fredda luce riflessa dellaluna, quando grande è l'oscurità dell'inconscio: lanotte e non il giorno è il tempo della procreazione.Ad essa appartengono l'oscurità e il silenzio, il se-

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greto, il tacere e l'essere velati. Per questa ragionela luna è la signora della vita e della crescita inopposizione al carattere mortale del sole divorante.L'umidità notturna della notte lunare è il tempodel sonno, ma anche del risanamento e deila gua-rigione. Perciò il dio lunare Sin è medico, e lapianta salutare, come dice una iscrizione cuneifor-me, viene: « circondata dopo il tramonto, a capovelato, con il cerchio magico di farina e tagliataprima dell'alba. » (36).Accanto alla simbologia del cerchio magico e dellafarina, c'è qui la simbologia del « velo » come sim-bolo misterico che appartiene sia alla luna chealla notte e al suo carattere misterioso. La guari-gione e il guaritore, la pianta risanatrice e la cre-scita risanante si congiungono in questo conte-sto (37). È la forza rigenerante dell'inconscio cheopera durante il sonno, nell'oscurità della notte oalla luce della luna, come Mistero e nel Mistero,per forza sua propria, per forza di natura, senzail concorso della coscienza e senza l'ausiiiodell'Io-Testa. Perciò pillole e piante curative ven-gono ascritte alla luna e il loro segreto viene con-servato dalle donne, o meglio dalla femminilità cheappartiene alla luna.Bisogna quindi comprendere questa crescita vege-tante nella vastità del simbolo, per la quale ognisimbolo è sintesi della realtà interiore e di quellaesterna. Al regno notturno delia luna risanatriceappartiene la forza rigenerante il corpo e le ferite,la guarigione che avviene la notte, e il processospirituale che con procedimenti oscuri, percepitisolo dal cuore, fa « superare » all'uomo una crisiirrisolvibile.Il fatto che spesso la luna in Oriente sia verde nonsignifica, come si è creduto, che il verde vengaconsiderato come il colore lunare (38), ma è do-vuto piuttosto al suo legame essenziale con la ve-getazione, di cui è detto: « Quando la parola diSin scende sulla terra nasce il verde » (39). Questoverde di Osiride, di Childer, del germe di Siva edella pietra verde dell'alchimia è il colore dello

(36) A. Jeremias, op. cit..S. 242, Ann. 7.

(37) K. Kerényi, Der Got-tliche Artz, 1948, S. 95 ff.:C. A. Meier, Antike Inku-bation und moderne Psy-chotherapie. Studien ausdem C. G. Jung - InstitutVoi. I, Zùrich 1949 (trad.inglese: Northwestern Uni-versity Press, Evanston1967).

(38) Non esamineremo ilsimbolo lunare dell'argento e, fra gli altri esempi,l'umanità « argentea » diEsiodo ad esso connessa.(39) A. Jeremias, op. cit.,pag. 248, nota 3.

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sviluppo fisico, e dello sviluppo spirituale. La luna come Signoredella coscienza matriarcale è legata ad un sapere specifico e ad untipo particolare di conoscenza: è coscienza generata, spirito gene-rato, luce come nascita delia notte. La conoscenza come fruttoappartiene alla natura della coscienza matriarcale per la quale èvalida la frase di Nietzsche: « Tutto nella donna è enigma e tuttonella donna ha una soluzione. Questa soluzione si chiamagravidanza ». Di nuovo l'albero della vita è un albero lunare e il suofrutto è il frutto prezioso della luna piena. La bevanda e la pilloladell'immortalità, il sapere supremo, l'illuminazione e l'estasi sono ifrutti rilucenti dell'albero lunare, del mutamento nella crescita.Infatti la luna è anche il re Soma dell'India, è il succo dellabevanda dell'estasi, la quintessenza del nutrimento di cui viendetto: « Come re Soma, come Sé del nutrimento io lo onoro »(40). La luna è il Signore della fecondità e della magia dellafecondità. Questa magia appartenente alla coscienza matriarcale èprima di tutto magia di una crescita intensa o rassicurante, alcontrario della magia volontaria con un fine preciso, dell'incanta-mento attivo, come ad es. l'incantamento di caccia, cheappartengono alla coscienza patriarcale, attiva e maschile. I processidi trasformazione, che sono processi di crescita, sono subordinati alSé e si riflettono nella coscienza matriarcale, la quale li accompagna esostiene ne! suo modo peculiare. I processi di formazione invece, neiquali anche l'iniziativa e l'attività si trovano nell'Io, appartengono aldominio dello spirito maschile patriarcale. Portare a maturazione unaconoscenza, tipico della coscienza matriarcale, significa anche unatto del « ricevere » che sta alla base del concetto di « assimilazione »di un contenuto; esso è la forma tipica femminile di attività, cheperò non deve essere in alcun modo scambiata con un abbando-narsi o farsi trascinare passivo. Il fatto che l'Io della coscienzamatriarcale sia più passivo a confronto delia coscienza patriarcale,non dipende dal-

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(40) Deussen, 60 Upani-shaden, 1897, S. 53.

la sua incapacità all'azione, ma piuttosto dal suo sapersiaffidato ad un processo in cui non può « fare », ma deveinvece « lasciar fare ».La femminilità è affidata, o meglio « abbandonata », intutte le situazioni decisive del suo esistere, in grado assaipiù ampio del solo-maschile, al numi-noso della natura edal suo influsso. Perciò il suo rapporto con la natura e conla divinità è più fiducioso ed intimo, il suo legame con iltranspersonale anonimo si presenta prima ed è piùprofondamente attivo di quello con l'uomo individuale.Sebbene la coscienza matriarcale sia comune a tuttal'umanità ed abbia un ruolo significativo anche nell'uomo,specialmente però nell'uomo creativo, la suarappresentante più propria è la donna, anche se oggiessa dispone di una coscienza patriarcale e se il conflittofra i due atteggiamenti consci è uno dei conflitti di basedella donna moderna. Fin dai primordi alla donna èproprio, per natura, l'atteggiamento fondamentalericettivo-inglo-bante della coscienza matriarcale. Non èsolo nella periodicità della mestruazione che lafemminilità, se vive questo processo significativamente,deve anteporre il suo accordo con la luna al volere eprogettare della sua coscienza-lo maschile. Gravidanza enascita portano con sé mutamenti psicobiologici totali cherichiedono e presuppongono un atteggiamento ed unatrasformazione di anni. La natura sconosciuta delbambino, il suo modo d'essere, il suo sesso — diimportanza decisiva in molte culture matriarcali epatriarcali — la sua salute, il suo destino, in tutte questecose la femminilità dipende dalla grazia e dal potere delladivinità ed è condannata, come lo, alla non-attività e alnon poter intervenire. Allo stesso modo, in una fase piùtarda, essa dipende in modo assai differente dallamaschilità dallo strapotere del rapporto amoroso. Per lafemminilità la fede-lo e la fede-coscienza maschile (ich-glaubigkeit bewusstseins-glaubigkeit) patriarcale sonoestranee, le sembrano addirittura un poco ridicole edinfantili; da qui deriva il profondo scetticismo e quel certodisinte-

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resse che la femminilità prova per la coscienza patriarcalee per il mondo spirituale maschile ad essa proprio,specialmente quando scambia, come accade spesso,spirito e mondo cosciente. La ma-schilità è legata all'lo ealla coscienza e si è liberata volontariamente dalladipendenza dalla natura e dal fato, nella cui profondità hale sue radici la coscienza matriarcale. Ma l'accentopatriarcale sull'io, la volontà e la libertà, è in contrasto conl'esperienza femminile del dominio delle Potenze,dell'inconscio, del destino e del legame dell'essere con ilnon-lo e con il Tu.A quest'attività oscurata dell'Io al livello matriarcalecorrisponde anche il suo atteggiamento di coscienza che,al contrario dell'attività dell'Io-testa, preferisce osservare.Si tratta più di una percezione accompagnata daattenzione che di un agire intenzionalmente pensante ogiudicante della coscienza. La coscienza matriarcale cheosserva non deve essere confusa con la funzione disensazione della coscienza-lo maschile, ma neanche conil distanziarsi della coscienza maschile che porta allascienza ed all'obiettività; essa viene diretta da sentimentie intuizioni concomitanti fondati su processi semi-consci,con il cui aiuto l'Io si orienta con una forte partecipazionedi tendenze emotive.La coscienza matriarcale riflette i processi inconsci, liriassume e si regola a seconda di essi, cioè si mantienepiù o meno in attesa, senza intenzioni volontarie dell'Io. Sitratta di un tipo di percezione totale cui prende parte tuttala psiche, nella quale l'Io ha il compito di condurre lalibido verso l'evento vitale osservato e di rafforzarlo, piùche astrarre da esso e giungere cosi ad un ampliamentodella coscienza. Tipico di questa coscienza in osserva-zione è l'atto della contemplazione nel quale delle energievengono dirette verso un contenuto, un processo o unpunto centrale, mentre l'Io attua una partecipazione aquesto contenuto caratterizzato emotivamente e se ne fapenetrare e riempire, al contrario della coscienzapatriarcale che se ne allontana ed astrae.

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Questa natura contemplativa, più vicina a( sentimento,dello spirito lunare, viene indicata in lingua tedesca con laparola-base Sinn (senso-sentimento, ma anchecomprensione) a cui appartengono sin-nieren (essereimmerso nella meditazione), im Sinn haben (averintenzione), nachsinnen (meditare), sich besinnen (riflettere), besinniich (contemplativo), Be-sinnung(coscienza di sé-conoscenza), Sinnesart (carattere-mododi pensare), Gesinnung (modo di sentire-sentimenti-opinioni), Sinne (senso), sinniich (sensuale) e non ultimaEigen-Sinn (cocciutaggine) così generalmente ascritta allafemminilità da parte dell'uomo. L'attività spirituale circolaree covante della coscienza matriarcale non va diritta alloscopo come l'atto di pensiero, la deduzione e il giudizio.Sue caratteristiche sono il girare attorno ad un centro el'osservare, che Jung una volta defini « render pregno », enon come per la coscienza maschile il colpire il bersaglioe l'acutezza di analisi. La coscienza matriarcale è piùinteressata al significato delle cose che ai fatti o ai dati erispetto alla crescita organica è orientata più teleo-logicamente che secondo la meccanica causale o lalogica causale.Poiché il processo della conoscenza è una gravidanza edil suo prodotto è una nascita, cioè un processo al qualepartecipa tutta la personalità nella sua interezza, per lacoscienza lunare la « conoscenza » è aldilàdell'affermazione, del resoconto e della testimonianza. Ècome un possesso inferiore, realizzato dalla personalità econ esso cresciuto, di una evidenza che si sottraefacilmente alla discussione poiché il processo conoscitivoin-teriore, entro il quale si trova questa conoscenza, non èesprimibile adeguatamente e può essere trasmesso moltomale a qualcuno che non lo abbia sperimentato.Ad una coscienza maschile normale il conoscere dellacoscienza matriarcale sembra perciò incontrollabile,arbitrario e soprattutto mistico: ed in effetti colpisce insenso positivo il centro della questione. Infatti lerivelazioni dei veri misteri e della

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mistica sono proprio di questo tipo e cioè non veritàcomunicate ma trasformazioni vissute, che valgono perciònecessariamente solo per coloro che possiedonoun'esperienza adeguata. Per questo è validol'avvertimento di Goethe:

« Non ditelo a nessuno, solo al saggio,poiché subito irride la folla ». E cioè le conoscenze

della coscienza matriarcale non sono indipendenti dallapersonalità che le sperimenta, non sono astratte e prive diemozionalità, poiché questa coscienza conserva illegame con quelle zone dell'inconscio da cui essederivano. Quindi possono essere spesso in contrasto conil conoscere della coscienza maschile, fatto di contenuticonsci idealmente isolati ed astratti, privi di ogniemozionalità, dotati di generale indipendenza dallapersonalità.All'interno dello sviluppo occidentale è basilare latendenza ad ampliare il dominio della coscienzapatriarcale e riportare ad essa tutto ciò che è possibile.Ma nonostante ciò la coscienza matriarcale non è affattouna funzione superata della coscienza oppure una zonadi contenuti che solo per inerzia non sono stati sviluppatifino alla coscienza patriarcale. Il conoscere del lato lunareè, almeno per la nostra psiche attuale, in gran parteinafferrabile dalla nostra coscienza scientifica. È un co-noscere vitale di tipo generale che un tempo era oggettodei misteri e della religione e che appartiene al campodella saggezza e non della scienza. Lo spirito della luna èportatore di cultura, ma il suo significato non sta nell'averportato storicamente all'osservazione del cielo eall'astrologia, alla matematica e all'astronomia. Èportatore di cultura in quanto modello celeste, come «frutto generato da sé stesso », come vincitore sulla mortee portatore di rinascita; è lui che come Signore degli spiritie dei morti invita le forze naturali e spirituali dell'inconscioa salire verso l'altro quando il tempo è venuto, dalleacque degli abissi sulle quali domina, e cosi da al mondodegli uomini non solo crescita e pane, ma anchepredizione, poesia,

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saggezza ed immortalità. La coscienza matriarcalesperimenta il processo del divenire della conoscenza,misterioso e sconosciuto, svolgentesi nell'oscurità, comeun accadere nel quale il Sé è attivo come totalità. QuestoSé è dominante come luna, ma sopra di esso domina lacoscienza matriarcale come Grande Madre, come unitàdel notturno. Proprio questo legame che la coscienza ma-triarcale ha con la crescita impone di non interromperemai il rapporto con il fondo che la genera, e cioè la Madrenotturna, al contrario di ciò che fa per principio e coneroica decisione l'Io maschile. Perciò per l'Io matriarcalel'influsso della luna maschile si interseca spesso, nelsimbolo lunare, con quello della Grande Madre. La comu-nione dell'Io matriarcale con la luna arriva, come quelladella Grande Madre stessa, fino ad esseme l'amante efino all'identità con esso. Questa natura ermafrodita dellaGrande Madre diviene evidente nel fatto che essa nonaccoglie dal di fuori lo spirito lunare, suo Signore edamante, come crede a torto o ragione, ma lo porta in sécome sua propria parte maschile, come divinità, figlio-amante, padre e figlio contemporaneamente.L'Io della coscienza matriarcale sperimenta la forzafecondante della luna come lato fecondantedell'inconscio, come cioè parte della Grande Madreuroborica. Perciò si riconosce nella sua dipendenza dallatotalità, che gli si presenta nell'immagine della GrandeMadre, e nella sua stessa immagine. Come questa, l'Iocirconda ciò che ha ricevuto e come lei riconosce ilprocreato come un nato da sé, come figlio e frutto dellapropria crescita.Cosi la luna assume aspetto maschile come centro delmondo spirituale della coscienza matriarcale, ed anchefemminile come forma suprema del Sé spiritualefemminile, come Sophia, come saggezza. Ma questasaggezza è legata a ciò che vive, nella sua inscindibile eparadossale unità di vita e di morte, di natura e di spirito,di ordine temporale e di destino, di crescita, di morte esuperamento

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della morte. Questa forma femminile di saggezza noncorrisponde ad alcuna legge astratta, in cui corpi astralimorti o atomi girano nello spazio vuoto, è piuttosto unasaggezza legata alla terra, al crescere su di essa dellavita organica ed all'esperienza degli avi in noi. È saggezzadell'inconscio e degli istinti, della vita e dell'essere inrapporto.Perciò alla coscienza matriarcale corrisponde la saggezzadella terra, del contadino, e naturalmente quella delladonna. L'insegnamento della Cina, specialmente quellodell'1-King e di Lao-Tze, è espressione di questacoscienza matriarcale che ama il nascosto e l'oscuro, eche abbisogna di molto tempo. Ad esso corrisponde larinuncia alla rapidità del successo, alla prontezza direazione ed alla visibilità dell'effetto — la coscienzamatriarcale rivolta più alla notte che al giorno è perciò piùsognante e spettatrice che non sveglia e agente. Essaama la luce, la chiarezza e l'acutezza della luce diurnaassai meno di quanto desideri la coscienza patriarcale, laquale nel suo ritrarsi dal lato lunare cancella fin troppo ilrapporto del suo essere con il lato oscuro dell'inconscio.La sua saggezza è quella del paradosso che non separae mette a confronto gli opposti con la chiarezza dellacoscienza patriarcale, ma piuttosto li riunisce con un «cosi » - anche.In questo senso — che non deve essere assolutamentefrainteso — la coscienza matriarcale è relativistica, poichéè in rapporto non tanto con l'unicità della verità quanto conuna saggezza che rimane immersa nel sistema cosmico-psichico delle forze in evoluzione. Questa relativizzazionesembra addirittura ostilità della coscienza matriarcaleverso l'« assoluto », se si può chiamare ostilità ciò che inrealtà è diversità e tendenza al rapporto.Il dipendere della coscienza matriarcale dal partner spiritoluna, il suo concordare con esso e con le sue fasirappresenta un momento dell'Eros, del rapporto con l'Iodel partner amante lunare, per cui la coscienzamatriarcale, in quanto coscienza di rapporto, si differenziaessenzialmente da quella

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patriarcale. Mentre la coscienza patriarcale, libera eindipendente, può fare e pensare quando, come e cosavuole, e nel suo modo distaccato, cioè astratto, è auto- omeglio io-sufficiente, e domina sul campo dei suoicontenuti consci, la coscienza matriarcale non èindipendente perché è legata alla luna e all'inconscio, daiquali sa di dipendere e secondo cui si regola.Perciò la Sophia lunare non ha quel carattere spiritualeastratto, uni-individuale ed assoluto che la maschilitàpatriarcale definisce supremo, onora come Cielo diurnodello spirito e del sole ed a cui subordina il mondo lunare.Lo spirito lunare della coscienza matriarcale è « solo »spirito lunare, solo anima ed eterno femminino. Peròproprio perché gli manca il carattere di divinità « lontana »conserva la luce più blanda e meno abbagliante di unospirito umano. La saggezza femminile non è speculativaperché vicina alla vita ed alla natura. legata al destino edalla realtà vivente, il suo sguardo senza illusioni verso larealtà può scuotere una mentalità maschile idealista, maproprio perciò essa nutre ed aiuta la realtà, la consola edaiuta e la conduce oltre la morte verso sempre nuovetrasformazioni e nascite. La saggezza lunaredell'attendere, del ricevere e del maturare accoglie tuttonella sua totalità e trasforma ciò che ha accolto e sestessa con esso. Si tratta sempre di interezza,modellamento e realizzazione, e cioè di creatività, e nonbisogna mai dimenticare che proprio la creatività è legataper sua natura alla coscienza matriarcale; infattil'inconscio, e non la coscienza, è creativo ed ogniprestazione creativa presuppone tutti quegli atteggiamentidi gravidanza e di rapporto che abbiamo riconosciutocaratteri-stici della coscienza matriarcale.Mentre però la realizzazione culturale dell'uomo creativo— almeno nella sua forma più alta — è sempre una sintesidi coscienza ricettivo-gravida matriarcale e modellatrice-patriarcale il rapporto preponderante del femminile con lacoscienza matriarcale e la sua saggezza comporta,accanto a

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(41) Erich Neumann, Diepsychologischen Stadien der,... op. cit.

(42) Non del tutto senzaragione, e comunque nonsenza humor, la teoriapsjcoanalitica di una donnaafferma perciò — come unaspecie di risposta all'invidiadel pene attri-

tutti i fattori positivi, anche notevoli pericoli. È significativodello spirito lunare e della crescita che il tacere e realizzaresiano più importanti che formulare e portare alla coscienza,ma la tendenza alla realizzazione della coscienzamatriarcale, uno dei suoi elementi creativi, riesce per ilfemminile solo nel puro naturale.Nella fase deli'autoconservazione (41), nello stadio in cuila natura femminile per sua natura può rimanere legatasenza danno alla Grande Madre, l'Io matriarcale non èaffatto conscio di essere dominato dall'inconscio. Maanche quando perviene ad una coscienza emergente disé, persevera nella condizione basilare della sua esistenzae cioè l'unitarietà. Anche quando il femminile, come è statodimostrato in altro luogo, deve passare dall'auto-conservazione alla rinuncia di sé, pretende di esser presototalmente. Non si accontenta, come il maschile, dellarealizzazione di una struttura parziale della psiche, mavuole esser preso nella sua totalità. Al livello spiritualedell'anima questo significa realizzare.Qui però subentra spesso una « insidia » della naturafemminile, che, invece di realizzare, concretizza e trasponesul piano esterno il processo creativo della gravidanza permezzo della proiezione naturale.Il femminile cioè attua concretamente la fase dellacoscienza matriarcale e la sua simbologia ed ama, divienegravida, partorisce, nutre, cura, ecc. ed è femminile versol'esterno e non dentro di sé. È possibile che la minoreattività spirituale visibile della donna, la mancanza di operecreative in confronto con l'uomo dipenda da questatendenza. Essere il luogo d'origine della vita nellagravidanza e nella nascita e dar forma alla realtà limitata aquesta vita sembra al femminile — a torto? — creativoabbastanza (42).Per il femminile la coscienza matriarcale è « connaturata »e tutto ciò che per l'uomo deve diventare avvenimentospirituale per essere realizzato, partecipa alla realtàesterna entro la sua stessa

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carne. Da questo punto di vista il maschile con il suosviluppo verso la coscienza patriarcale è di un gradinoavanti al femminile in quanto per sua natura può vivere lacoscienza matriarcale solo come stadio spirituale e noncome coscienza corporea. Quando perciò, per ragioni cheabbiamo esposto altrove, l'umanità deve pervenire allacoscienza patriarcale ed al suo distacco dall'inconscio, lacoscienza matriarcale, il matriarcato e con esso la luna,assumono per essa un significato negativo esopraffacente. Per qualsiasi sviluppo, o stadio di esso, chetenda alla coscienza patriarcale e cioè al sole, lo spiritolunare diviene spirito di regressione, spirito della madreterrificante e strega. Sia che questa luna negativa vengapercepita come maschile o come femminile, essarappresenta comunque il simbolo dell'inconscio ingoiante.Specialmente come luna nera essa diviene succhiasangue,assassina di bambini e divoratrice di uomini (43) esimbolizza il pericolo dell'inondazione dell'inconscio comelunaticità, sonnambulismo e pazzia.Il verbo inglese « to moon », « non aver voglia » e «sprecare il proprio tempo », indica che « essere distratto »può anche significare essere attirato verso l'inconscio dallaluna e dalla sua azione pericolosa.Qui come ovunque tutto dipende dall'importanza che unafase psichica ha all'interno di un processo di sviluppo. Lacoscienza lunare o matriarcale è creativa e produttivacome principio e come fine. La luce lunare è la prima luceche rischiara il mondo oscuro dell'inconscio da cui nasce econ cui è legata, e tutto ciò che è fanciullesco, in crescita,creativo e femminile rimane fedele a questo legame con lospirito lunare.Però ciò che era avanzamento e distacco dall'inconsciodiviene, con il progredire dello sviluppo, attaccamento adesso. Il mondo solare, nuovo e a livello superiore, entra incontrasto con il mondo lunare, allo stesso modo delpatriarcato con il matriarcato, ambedue intesi come stadipsichici. Solo

buita dall'uomo alla donna -che l'intera produzionecreativa culturale dell'uomonon è altro che unacompensazione alla suaincapacità di un par-" to reale,e derivi quindi in certa misuradalla sua « invidia dell'utero ».

(43) R. Briffault, op. cit.

in periodi più avanzati di sviluppo, quando il patriarcato siè completamente realizzato o portato all'estremo ed haperduto il contatto con il suolo materno, l'individuazioneporta ad un ritomo indietro. Allora ha luogo lariunificazione della coscienza solare patriarcale conquella anteriore, e la coscienza matriarcale più prossimaal fondo originario con il suo simbolo centrale, la luna,emergono dall'abisso, cariche della forza rigenerantedell'acqua primigenia, per celebrare l'antico HierosGamos di luna e sole ad un livello nuovo, superiore, nellapsiche umana.Riprendiamo, riassumendo, ancora una volta le fasi dellosviluppo femminile:nella fase dell'autoconservazione predomina com-pletamente il rapporto originario, il maschile vienesubordinato come strumento oppure come fanciullo.Quando l'Io femminile sperimenta, lo fa come femminilitàmaterna, Kore è Demetra, cioè l'Io sperimenta la suaidentità con la totalità della psiche come completaunitarietà. Il principio degli opposti non è sviluppato eperciò la coscienza è molto limitata.Nella fase uroborica patriarcale si fa strada un nuovosviluppo, li maschile viene sperimentato come un Altro,soggiogante, ed il femminile sperimenta sé stesso,proprio nel suo perdersi nel maschile transpersonale enella rinuncia di sé, come femminile ad un nuovo livello.Innanzitutto esso deve sacrificare il rapporto primario conil materno, da cui viene liberato per mezzo dell'uroboropatriarcale, e quindi conosce il maschile non come fa lamadre, come qualcosa di nato da sé, ma come donna efiglia. Con ciò si costella la nuova fase della coscienzache abbiamo descritto come matriarcale. Il lato spiritualemaschile si presenta ora come Signore delle donne, dellaluna; la coscienza lo riceve sopraffatta e ne viene resagravida. In ambedue queste costellazioni la conoscenzanon è qualcosa di operato dalla coscienza, ma piuttostoqualcosa che le accade; l'attività appartiene a quel latospirituale lunare dell'inconscio che

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in seguito diviene mondo dell'Animus. La espressione diquesta attività è un mondo di conoscenze emergenti difronte a cui l'Io si pone come in attesa, ricettivo,osservatore ed in certo senso solo come « ostetrico ».Quando il lato spirituale lunare appare alla coscienzamatriarcale in forma femminile, come Sophia, ciò significache il Sé femminile è diventato visibile all'lo femminile.Questo manifestarsi della Sophia-dea lunare corrispondead un processo di trasformazione della femminilità stessa,in cui il suo carattere spirituale viene spezzato.L'archetipo transpersonale celeste dello spirito femminileè all'opposto dell'incoscienza terrena della Demetraarchetipica che non vuole cedere la figlia-Kore.Anche se questo stadio-Sophia dello sviluppo femminilesi manifesta definitivamente solo nel processo diindividuazione, come proiezione mitologica si presentagià nella prima fase dell'uroboro patriarcale. Lo spiritolunare maschile viene in essa percepito come centro delmondo dell'Animus, come parto-figlio-spirito di una totalitàspirituale femminile. Cosi, come per il maschile l'Anima èfiglia della figura spirituale maschile che rappresenta latotalità, delia divinità maschile, nella femminilità l'Animusè figlio della figura spirituale che rappresenta la totalità, laSophia, la divinità femminile. Nella fase finaledell'individuazione il femminile, dopo aver vissuto gli stadidei patriarcato e dell'incontro, arriva ad un superamelodel patriarcato e della coscienza patriarcale. Arriva ariallacciare il rapporto con la Grande Madre ad un nuovolivello, ed a ravvivare così la coscienza matriarcale, la cuiinfluenza rimane attiva nel femminile anche quando(purché non cada in un patologico estraniamento da sé)viene irradiata dalla chiarità diurna dell'acquisitacoscienza solare patriarcale. Ma anche per il maschile, ilcui differente sviluppo spinge ad un distanziarsi molto piùnetto dall'inconscio e dalla Grande Madre, la coscienzafemminile matriarcale non è affatto un residuo arcaico dasuperare. La differenziazione, che culmina nellacoscienza pa-

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* Tratto da: Zur Psychologie des Weiblichen. Rascher, Zurich,1953. Per gentile concessione della signora Julie Neumann.

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(44) Rose Quong, Chine-seWit, wisdom and writ-tenchakters, 1944.

(45) M. J. bin Gorion, DieSagen der Juden, 1913, Bd.1, S. 16.

triarcale moderna, ha portato anche alla nevrotiz-zazionedell'uomo moderno, al suo estraniamento da sé ed allaperdita pericolosa della vitalità creativa della sua psiche.Perciò ristabilire il contatto con l'inconscio è anche per ilmaschile della più grande importanza. Questo contatto sipuò stabilire attraverso l'Anima, suo lato femminile, eattraverso la realizzazione della coscienza matriarcale adessa congiunta. Solo il ricongiungimento del maschile conil mondo spirituale dell'Anima e quello femminile con ilmondo spirituale dell'Animus portano alla sintesi, allanuova conoscenza, che, paragonata al sapere coscienteunilaterale, viene chiamata illuminazione.È caratteristico che nella scrittura cinese il segno « Ming »,illuminazione, è una unione delle immagini di sole e luna(44). Sia per il maschile che per il femminile la totalità èraggiungibile solo quando, con una unificazione di giorno enotte, di superiore ed inferiore, la coscienza patriarcale equella matriarcale giungono alla produttività loro propria esi completano e fecondano vicendevolmente.L'ebreo Midrash racconta che all'inizio della creazione lunae sole erano della stessa grandezza, ma che poi perun'azione colpevole la luna rimpicciolì e il sole divenne lastella dominante del mondo. La promessa di Dio alla lunaparla però del ritorno futuro alla situazione originaria:« Un giorno tu sarai nuovamente grande come il sole;e la luce della luna sarà come la luce del sole. » (45)

(Trad. di MATELDA GIULIANI TALARICO)