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Welcome to the playable world Federico Fasce lunedì 27 settembre 2010

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Al GameCamp 2010 ho parlato di come i giochi stiano permeando il mondo reale

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Page 1: Welcome to the playable world

Welcome to the playable world

Federico Fasce

lunedì 27 settembre 2010

Page 2: Welcome to the playable world

The playable web

lunedì 27 settembre 2010

Vorrei cominciare da circa tre anni fa. Ero a una conferenza a Brighton, dConstruct. Si parlava di web. Io stavo lavorando sull’uso del game design in campo web e quella conferenza aveva confermato le mie idee: ci stavamo avvicinando a un web nel quale il game design avrebbe assunto un ruolo importante. Mi sbagliavo.

Page 3: Welcome to the playable world

The playable world

lunedì 27 settembre 2010

Mi sbagliavo perché in realtà... in realtà il fenomeno di avanzata dei giochi non è limitato al web. Moltissime attività umane reali stanno assumendo aspetti ludici

Page 4: Welcome to the playable world

Beyond Facebook, beyond consoles and even computer screens, games are becoming the medium for everyday life.

Jesse SchellGame Designer e Imagineer

lunedì 27 settembre 2010

In un ormai piuttosto famoso talk allo scorso DICE, il game designer Jesse Schell ha parlato proprio di questo

Page 5: Welcome to the playable world

Perché?

(tre buoni motivi)lunedì 27 settembre 2010

Eppure i giochi sono antichissimi. L’uomo gioca più o meno da quando esiste. Perché proprio ora? Io ho tre idee in merito.

Page 6: Welcome to the playable world

Uno:Dati.

lunedì 27 settembre 2010

La prima si riferisce ai dati. I dati, di qualsiasi tipo, sono fondamentali nei giochi. Pensate a un dado. Fornisce dati, numeri.

Page 7: Welcome to the playable world

A game is a form of art in which participants make decisions in order to manage resources through game tokens in the pursuit of a goal.

Greg CostikyanGame Designer

lunedì 27 settembre 2010

Tanto che una delle tante definizioni di gioco, quella data da Greg Costikyan, punta tutto su quello. I tokens di cui parla non sono altro che dati. Risorse che manipoliamo.

Page 8: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Ora, qualche giorno fa un mio contatto su FF ha chiesto se qualcuno aveva voglia di iscriversi a questo servizio. Attraverso un contapassi è possibile sfidare gli amici e vedere chi cammina di più. We make it fun, lo dicono loro stessi. Il gioco è al centro.

Page 9: Welcome to the playable world

!!!

lunedì 27 settembre 2010

Ora, qualche giorno fa un mio contatto su FF ha chiesto se qualcuno aveva voglia di iscriversi a questo servizio. Attraverso un contapassi è possibile sfidare gli amici e vedere chi cammina di più. We make it fun, lo dicono loro stessi. Il gioco è al centro.

Page 10: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Ok, io non sono esattamente uno sportivo, eppure mi sono reso conto di avere un contapassi. Eccolo qui, era incluso in un videogame per Nintendo DS che faceva più o meno la stessa cosa del sito. Ma in chiave meno sociale.

Page 11: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Poi ho riflettuto. E mi sono reso conto che un sensore che dice quanti passi ho percorso non è più una tecnologia per sportivi o appassionati. Si trova anche nei telefonini, nei videogame, nei lettori digitali. È sempre più diffuso, questi dati sono sempre più nelle mani di tutti.

Page 12: Welcome to the playable world

Fate of the worldlunedì 27 settembre 2010

C’è chi già ora usa le miriadi di dati a disposizione per creare giochi. Fate of the world è un esempio. Parte dai dati climatici reali per creare una simulazione nella quale i giocatori esplorano diverse possibilità alla ricerca di soluzioni sostenibili. Questo è importantissimo, e avrà sviluppi ancora più interessanti con la diffusione sempre maggiore degli open data.

Page 13: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Presto i sensori saranno sempre più parte della nostra vita. Questo è di Nintendo, ha fatto sorridere molti. Eppure i dati relativi a come il nostro corpo risponde alle emozioni possono essere utilizzati per creare esperienze su misura.

Page 14: Welcome to the playable world

Games are spaces of possibility.

Will WrightGame Designer

lunedì 27 settembre 2010

E se come dice Will Wright il gioco è spazio di possibilità, riempire il gioco con dati che arrivano dal mondo reale significa usare quest’ultimo come piattaforma ludica.Stupid Fun Club, la nuova idea di wright, si occupa proprio di questo.

Page 15: Welcome to the playable world

Due:Generazione homo ludens.

lunedì 27 settembre 2010

Poi c’è una questione generazionale.

Page 16: Welcome to the playable world

34anni

L’età del giocatore

mediolunedì 27 settembre 2010

Vi presento il videogiocatore medio. Secondo una ricerca dell’ESRB ha 34 anni. Vi sembrano tanti? Pensavate che il gioco fosse territorio dei teenager?

Page 17: Welcome to the playable world

1978lunedì 27 settembre 2010

Eppure Space Invaders, uno dei primi successi nel mondo dei videogame, ha più o meno quell’età. Stiamo parlando di persone che sono cresciute mentre qualcosa di nuovo si faceva strada nel loro tempo libero

Page 18: Welcome to the playable world

13% 25% 38% 50%

26%

49%

25%

Sotto i 18 18-49 Sopra i 50

lunedì 27 settembre 2010

La cosa sorprendente è vedere come sono distribuite le fasce di età; guardate come gli over 50 siano poco più dei preteen. E quanto sia diffuso il gioco tra gli adulti.

Page 19: Welcome to the playable world

40%dei giocatori sono donne.

lunedì 27 settembre 2010

Si dice che il gioco sia un divertimento orientato ai maschi. Eppure, a quanto pare, le donne sono quasi la metà del mondo dei giocatori. Possiamo azzardare che molta più gente di quel che pensiamo gioca? Sicuramente.

Page 20: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Ora, i giovanissimi nascono immersi nei mondi di gioco. Tanto che esiste chi ha pensato che una scuola elementare che usa i giochi come strumento di insegnamento possa funzionare. E funziona. Perché? Perché i giochi, di fatto, sono spazi sicuri nei quali esercitare nuove capacità.

Page 21: Welcome to the playable world

With games, learning is the drug.

Raph KosterGame designer

lunedì 27 settembre 2010

Lo spiega bene Raph Koster. Noi siamo fatti per imparare. Il nostro cervello ci premia con scariche di dopamina ogni volta che impariamo qualcosa. È un processo meccanico che ci serve a spingerci all’evoluzione

Page 22: Welcome to the playable world

Tre:Blissful productivity

lunedì 27 settembre 2010

Questo concetto io non lo so tradurre, se potete aiutatemi. Viene da Jane McGonigal.

Page 23: Welcome to the playable world

22 ore alla settimanalunedì 27 settembre 2010

Il giocatore medio di un MMORPG come World of Warcraft gioca in media 22 ore alla settimana. Praticamente è un lavoro part time!

Page 24: Welcome to the playable world

When we’re playing a game we’re happier working hard than we are relaxing or hanging out.

Jane McGonigalGame designer

lunedì 27 settembre 2010

Jane la spiega così: noi preferiamo l’azione alla stasi. Abbiamo bisogno di fare, e di scatenare i processi della dopamina quando facciamo. Quindi se trasformiamo le nostre attività di routine in un gioco, siamo più produttivi e capaci.

Page 25: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

I nostri stessi comportamenti cambiano: The Fun Theory è un progetto di Volkswagen che ha cercato di dimostrare proprio questo. Attraverso l’introduzione di elementi divertenti si cerca di indurre un determinato comportamento valutato come positivo (le scale invece che la scala mobile, la raccolta differenziata).

Page 26: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Foursquare è un esempio. I meccanismi di badge e mayorship incentivano le persone a fare qualcosa che normalmente non farebbero: tirare fuori il loro smartphone e segnalare la loro presenza. Questa azione apre poi la strada ad altre possibilità. Ma senza di essa FS non esisterebbe.

Page 27: Welcome to the playable world

L’homo ludens 2.0 gioca sempre, in ogni contesto. Il cerchio magico è una pura illusione. Il vero campo da gioco è la realtà in quanto tale.

Matteo BittantiGame Scholar

lunedì 27 settembre 2010

Matteo Bittanti riassume bene questa tendenza. Ci avviciniamo al playable world.

Page 28: Welcome to the playable world

Alcune considerazioniQuando succederà?

lunedì 27 settembre 2010

Ok, ma quando accadrà? In parte è già sotto i nostri occhi.

Page 29: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Prendete IKEA. Questa è la mappa di un loro negozio. E tutti i loro punti vendita sono simili a questi. Vi ricorda qualcosa? A me sì.È un labirinto! Come in Pacman! Ma c’è di più: vedete queste zone? Sono scorciatoie che servono a tagliare alcune zone del labirinto. Funzionano un po’ come i warp in super Mario. Le avete notate la prima volta che avete visto Ikea? Probabilmente no, perché sono un trucco da giocatori esperti.

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lunedì 27 settembre 2010

Prendete IKEA. Questa è la mappa di un loro negozio. E tutti i loro punti vendita sono simili a questi. Vi ricorda qualcosa? A me sì.È un labirinto! Come in Pacman! Ma c’è di più: vedete queste zone? Sono scorciatoie che servono a tagliare alcune zone del labirinto. Funzionano un po’ come i warp in super Mario. Le avete notate la prima volta che avete visto Ikea? Probabilmente no, perché sono un trucco da giocatori esperti.

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lunedì 27 settembre 2010

Prendete IKEA. Questa è la mappa di un loro negozio. E tutti i loro punti vendita sono simili a questi. Vi ricorda qualcosa? A me sì.È un labirinto! Come in Pacman! Ma c’è di più: vedete queste zone? Sono scorciatoie che servono a tagliare alcune zone del labirinto. Funzionano un po’ come i warp in super Mario. Le avete notate la prima volta che avete visto Ikea? Probabilmente no, perché sono un trucco da giocatori esperti.

Page 32: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

Prendete IKEA. Questa è la mappa di un loro negozio. E tutti i loro punti vendita sono simili a questi. Vi ricorda qualcosa? A me sì.È un labirinto! Come in Pacman! Ma c’è di più: vedete queste zone? Sono scorciatoie che servono a tagliare alcune zone del labirinto. Funzionano un po’ come i warp in super Mario. Le avete notate la prima volta che avete visto Ikea? Probabilmente no, perché sono un trucco da giocatori esperti.

Page 33: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

La fotografia digitale. Oggi abbiamo tutti la nostra macchina fotografica, in una forma o nell’altra. Ognuno sceglie il grado di difficoltà che preferisce, oggi tutti scatterete molte foto. Perché? Siete liberi dalla tirannia della pellicola, che vi costringeva a ponderare gli scatti e a scegliere una sola fotocamera. Oggi il vostro mondo da fotografare... È come un FPS, lo vedete arricchito dalle informazioni nel viewfinder e colpite bersagli in movimento. E se usate la fotocamera del telefono invece che la reflex, state cambiando arma.

Page 34: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

La fotografia digitale. Oggi abbiamo tutti la nostra macchina fotografica, in una forma o nell’altra. Ognuno sceglie il grado di difficoltà che preferisce, oggi tutti scatterete molte foto. Perché? Siete liberi dalla tirannia della pellicola, che vi costringeva a ponderare gli scatti e a scegliere una sola fotocamera. Oggi il vostro mondo da fotografare... È come un FPS, lo vedete arricchito dalle informazioni nel viewfinder e colpite bersagli in movimento. E se usate la fotocamera del telefono invece che la reflex, state cambiando arma.

Page 35: Welcome to the playable world

lunedì 27 settembre 2010

La lettura. Kindle sta cambiando il modo in cui leggiamo. Ma non attraverso il device, no. Quello è solo un punto di arrivo. Già oggi posso vedere i passi di un libro sottolineati da altre persone. Domani questo sarà possibile anche con note e commenti. Il testo ritorna a essere qualcosa di vivo, che possiamo esplorare anche in modo non lineare. Proprio come il mondo di un gioco di ruolo, nel quale i posti interessanti sono segnalate da chi ci vive.

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lunedì 27 settembre 2010

La lettura. Kindle sta cambiando il modo in cui leggiamo. Ma non attraverso il device, no. Quello è solo un punto di arrivo. Già oggi posso vedere i passi di un libro sottolineati da altre persone. Domani questo sarà possibile anche con note e commenti. Il testo ritorna a essere qualcosa di vivo, che possiamo esplorare anche in modo non lineare. Proprio come il mondo di un gioco di ruolo, nel quale i posti interessanti sono segnalate da chi ci vive.

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Juicinesslunedì 27 settembre 2010

Ok, questo è uno scherzo, ma neanche troppo. I game designer sanno bene che il feedback in un gioco è fondamentale. Se si dà una risposta sproporzionata alle azioni di un giocatore, questi si sentono maggiormente appagati e tendono a rimanere nel gioco. In gergo questa idea si chiama Juiciness. La usano molto certi sparatutto.

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lunedì 27 settembre 2010

Probabilmente tutti conoscete lo swiffer. Ora, molte persone preferiscono usare questo che un attrezzo tradizionale, perché? Uno dei motivi è che offre un feedback ottimo: il panno bianco mostra perfettamente che quello che state facendo ha un effetto sul vostro pavimento. Si monta, è leggero, dà soddisfazione. Con pochi accorgimenti lo swiffer trasforma il lavoro in qualcosa di più giocoso. Vi pare assurdo? Eppure se ne parla in uno dei migliori manuali di game design. È una cosa molto seria, sapete?

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È tutto.Che ne pensate?

lunedì 27 settembre 2010

Ok, con lo Swiffer abbiamo chiuso questa panoramica. Voi che ne pensate?