: lo scenario internazionale e quello rinnovabili e efficienza … · 2011. 1. 19. · vertice di...
TRANSCRIPT
Rinnovabili e efficienza energetica:
lo scenario internazionale e quello
italiano
19 gennaio 2011
Anno scolastico 2010/2011
ISS Viganò
Scenario internazionale
�Convenzione quadro delle nazioni unite sui
cambiamenti climatici (1994)
�Protocollo di Kyoto (2005)
�Vertice di Copenhagen (2009)
�Vertice di Cancun(2010)
Perchévertici internazionali?
�Il riscaldamento dell’atmosfera èdovuto a un modello economico
insostenibile
�I flussi e i fatti dell’economia sono trasnazionali(non si interessano
dei confini)
�La politica, che nel novecento regolava la dimensione economica,
èinvece rimasta ancorata alla forma dello stato-nazione, specie in
Europa
�Politiche nazionali non possono risolvere problemi globali, èuna
intuitiva questione di scala
�Necessità
di trovare in primis una reale unità
europea e
secondariamente un equilibrio a livello globale
Convenzione quadro sui cambiamenti climatici
�è
un trattato internazionale prodotto dalla Conferenza
sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite durante lo
storico summit di Rio de Janeiro (1992)
�‘storico’poiché
per la prima volta si parla di ‘sviluppo
sostenibile’
�definisce il
principio di
“responsabilità
comuni
ma
differenziate”
�non pone limiti obbligatoriper le emissioni di gas, include
previsioni di aggiornamenti (denominati "protocolli") che
avrebbero posto i limiti. Il principale di questi èil protocollo di
Kyōto
Protocollo di Kyoto
�Adottato nel 1997, sottoscritto dalla UE nel 1998, reso operativo dal 2005
(ingresso Russia e superamento del 55% emissioni globali)
�Pone obiettivi di riduzione vincolantie quantificatiper i seguenti gas serra:
biossido di carbonio (CO2); metano (CH4); protossido di azoto (N2O);
idrofluorocarburi(HFC); perfluorocarburi(PFC); esafluorodi zolfo (SF 6)
�I 37 Stati inclusi nell'allegato I (industrializzati) si im
pegnano collettivamente a
ridurre le loro emissioni di gas serra, nel periodo 2008-2012, di almeno il 5%
rispetto ai livelli del 1990(impegni dettagliati singolarmente all’interno
dell’allegato 2)
�Tra il 2008 e il 2012, gli Stati che erano membri dell’UE prima del 2004devono
ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell’8%
�Attualmente sono 184i paesi che lo hanno sottoscritto (61% emissioni globali)
Come funziona?
�Cle
an
Develo
pm
ent
Mechanism
(CDM): consente ai
paesi
industrializzati e ad economia in transizione di realizzare progetti nei
paesi in via di sviluppo, che producano benefici ambientali in termini
di riduzione delle emissioni e di sviluppo economico e sociale dei Paesi
ospiti e nello stesso tempo generino crediti di emissione (CER) per i
Paesi che promuovono gli interventi
�Joint
Imple
menta
tion
(JI): consente ai paesi industrializzati e ad
economia in transizione di realizzare progetti per la riduzione delle
emissioni di gas-serra in un altro paese dello stesso gruppo e di utilizzare
i crediti derivanti, congiuntamentecon il paese ospite
�Em
issionsTrading(ET): consente lo scambio di creditidi emissione tra
paesi industrializzati e ad economia in transizione
E i risultati?
�Kyoto èstato un fallimento: “bisognava taglia
re le
em
issioni del 5
%, so
no
cre
sciute
del 4
1%”(La Stampa del 7 Dicembre 2010)
�evidentemente il giornalista de La Stampa (e con lui m
olti altri) pensava che
l’obiettivo di Kyoto fosse globale (verificare info!)
�l’obiettivo di riduzione complessivo, al 2008, dei Paesi Annex-1 aderenti a Kyoto
risulta di circa -4% rispetto al 1990
�nel 2008, le emissioni dei Paesi Annex-1 senza USA sono risultate ben piùbasse
rispetto al loro obiettivo (-13.9% contro -4%)
�se si considerano tutti i Paesi Annex-1 (USA compresi), le emissioni al 2007 non si
discostando molto dall’obiettivo originario a cui Kyoto puntava (-3.9% contro -
5.2%)
�l’UE non sta messa male, e si prevede che raggiungeràil proprio obiettivo (-8%
per EU-15) senza troppi problemi
�Da notare invece che l’Italia, con un obiettivo di -6.5% rispetto al 1990, nel 2008
stava a +7%.
E quindi?
�è
indubbio che il Protocollo ha contribuito ad innescare una
discussioneai m
assimi livelli politici.
�inoltre, attraverso i cosiddetti “meccanismi flessibili”, ha creato un vero
mercato del carbonio
�detto questo, i risultati sono arrivati anche in seguito a fenomeni
indipendenti dal protocollo (crisi economica, deindustrializzazione
dopo il crolli dell’URSS)
�non si può ignorare che m
olti Paesi industrializzati raggiungeranno i
loro obiettivi con ben pochi sforzi: questo suggerisce che gli obiettivi
erano tutt’altro che ambiziosi
�inoltre, i paesi “non Annex-1”(in via di sviluppo) hanno quasi
raddoppiato le emissioni dal 1990, passando da circa 12500 a oltre
24000 Mt CO2eq
Copenhagen (2009)
�il vertice danese èun vero e proprio ‘fiasco’: sono in particolare i litigi tra Usa e
Cina a non creare le condizioni negoziali per arrivare a un accordo concreto.
Ci si limita a tre enunciazioni di principio:
�si stabilisce l'obiettivo di un aumento massimo di temperatura globale di 2
°Ce
ci si impegna ad attuare azioni in tal senso, ma senza specificarle...
�si stabilisce che i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppocompilino due distinte
tabelle per le riduzioni di gas ad effetto serra al 2020, praticamente su base
volontaria. Neanche i Paesi sviluppati assumono im
pegni vincolanti!
�infine, si stabilisce il flusso di finanziamentia breve termine dai Paesi sviluppati a
quelli piùpoveri (30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012)
�Lumumba
Di-Aping,
presidente sudanese:
«questi
trasferimenti non
basterebbero neppure a comprare una baraper i cittadini dei nostri paesi»(Il
sole 24 ore, 10 dicembre 2009)
Cancun2010
�gli “Accordi di Cancun”rimettono in moto la discussione intorno ai target
di riduzione dei gas serra post 2012 e al proseguimento del Protocollo di
Kyoto
�gli accordi delineano una chiara strada per concretizzare una seconda
fase operativa del protocollo di Kyotoalla prossima COP 17 di Durban in
Sudafrica (28 Novembre -9 Dicembre 2011)
�tra le cose esplicite salta subito all’occhio la richiesta ai paesi sviluppati
aderenti al Protocollo di Kyoto “come gruppo”di ridurre le proprie
emissioni del 25-40% entro il 2020, rispetto ai valori del 1990
�parallelamente nel documento Long-term
Cooperative Actionsi dice
che i paesi sviluppati, includendo in questo caso anche gli USA che non
sono parte del Protocollo di Kyoto, debbono ridurre maggiormentei gas
serra, per allinearsi a quanto richiesto nel IV rapporto IPCC (il riferimento
non esplicitato èal taglio del 25-40% citato nel Protocollo)
Cancun
�i negoziati sono stati trasparenti, un processo ampio, frutto del lavoro di
molti gruppi di contatto
�Inclusione della societàcivile e del settore privato
�il cambiamento climatico è
definito come “inequivocabile”e dovuto
all’uomo, inclusi gli eventi estremi e gli eventi a svolgimento graduale
(innalzamento delle temperature, del livello del mare, acidificazione
degli oceani, riduzione delle masse ghiacciate e impatti relativi,
salinizzazionee degradazione delle foreste, perdita di biodiversitàe
desertificazione).
�sono stati aggiunti nuovi strumenti: uncomitato per le misure di
adattamento al cambiamento climatico, un meccanismo per il
trasferimento di tecnologia
e il ‘Fondo verde per il clima”, per la
gestione dei meccanismi finanziari della Convenzione, che dovrebbe
raccogliere 100 miliardidi dollari all’anno entro il 2020 e che saràgestito
da un consiglio direttivo (metà
rappresentanti dei Paesi Sviluppati e
metàrappresentanti dei Paesi in Via di Sviluppo)
Cancun–gli aspetti negativi
�mancano obiettivi specifici e legalmente vincolantidi riduzione delle
emissioni per il 2020. Le riduzioni più
basse previste nell’Accordo di
Cancunpotrebbero portare secondo le analisi del CarbonAction
Trackerad un aumento della temperatura media del pianeta di circa
3°C, molto superiore all’obiettivo declamato di aumento di 1,5 o 2 °C
rispetto ai livelli pre-industriali (circa 250 anni fa)
�èstata ancora rimandata la definizione diun quadro complessivo di
impegni a lungo terminedi riduzione delle emissioni, per i prossimi
decenni (es. fino al 2050), che prevedano, nei termini vincolanti del
protocollo di Kyoto, impegni e scadenze precise
�un accordo con impegni vincolanti di riduzione è
ben piùcomplesso e
richiede volontà
politiche che oggi non sembrano presentinei due
maggiori emettitori mondiali, Cina e Stati Uniti
�scarsa partecipazione e attenzione dei m
edia
E a livello comunitario?
�libro verde 2006 si pone tre
obiettiviper una politica
energetica condivisa dai 15:
�aumentare sicurezza dell’approvvigionamento energetico;
assicurare competitivitàeconomie europee; promuovere la
sostenibilitàambientale del settore energetico
�conse
guenze: incentivo alla differenziazione delle fonti+
promozione rinnovabilie efficienza energetica
�azioni: piano d’azione “20-20-20”del 2007 im
pone tramite una
serie di direttive di: ridurre del 20% emissioni di CO2;
raggiungere il 20% della produzione energetica da rinnovabili;
diminuire del 20% i consumi attraverso m
aggior efficienza e
politiche di risparmio
Contenuti 20-20-20
�interventiper aumentare efficienza
di edifici, trasporti,
elettrodomestici, impianti di produzione di energia
�norme di efficienza per il settore industriale
�incentiviai servizi energetici e meccanismi specifici di
finanziamento
�Piebalgs, commissario europeo all’energia nel 2006:
“se
applic
ate
le
misure
conte
nute
in
questo
pacchetto c
i fa
ranno risparm
iare
100 m
lddi €
e 7
80
milioni d
i tonnella
te d
i CO
2 a
ll’anno, da q
ui a
l 2020”.
Il quadro italiano
�il calcolo degli obiettivi nazionalièavvenuto in base al PIL:
secondo la commissione èl’unico modo per rispettare il
principio di equitàe solidarietàche ispira l’azione UE
�per l’Italia gli obiettivi (video Setti) al 2020 sono: riduzione 13%
CO2(rispetto al 2005); raggiungimento del 17% di energia
prodotta da fonti rinnovabili(5,2% al 2005); lo sforzo rispetto al
risparmio energetico non èstato quantificato
�come ha risposto il nostro paese? Per la prima volta ha messo
in campo veri incentivi per le fonti rinnovabili (certificati verdi+
tariffa omnicomprensiva + contoenergia) e per l’efficienza
(certificati bianchi
+detrazioni
fiscali
’55%’) dopo
l’imbarazzante vicenda CIP6…
Cip6
�1992: primo teorico intervento di incentivazione rinnovabili, ma…
�voce A3 bolletta: un totale di 13 mlddi €tra 1992 e 2012
�l’intento è
favorire la liberalizzazione del mercato dopo la fine del
monopolio statale ENEL
�il punto critico: denominazione fonti ‘assimilate’(cogenerazione,
inceneritori, gassificatori, scarti di lavorazione, fonti fossili prodotte da
giacimenti minori o isolati)
�circa il 70% di questi incentivi sono andati alle assimilate
�sembrava che la parola fine fosse scritta nella finanziaria 2008, ma in
seguito all’“emergenza rifiuti”napoletana il dl 172/2008 concede un
nuovo anno di proroga per quanto concerne gli inceneritori, anche
quelli non interessati dall’emergenza e autorizzati prim
a della fine del
2008!
Situazione delle rinnovabili in Italia ad oggi
�dati rapporto TERNA 2008…
�con 59,7 TWhle rinnovabili hanno prodotto il 16,9%
sul totale
nazionale (+21% rispetto al 2007)
�eolico +27% rispetto al 2007, fotovoltaico +395%, idroelettrico +26%
(dovuto solo alla variabilitàstagionale), biomasse +8,2%, geotermico
-0.9%
�ancora oggi metà
della potenza da rinnovabili italiana èdovuta
all’idroelettricodi 50 anni fa: negli anni ’60 copriva da solo il 90% del
fabbisogno nazionale! Abbiamo finora vissuto di rendita rispettoagli
obiettivi UE
�le fonti rinnovabili più
giovani pesano ancora molto poco,
fotovoltaico ed eolico, anche se gli incrementi registrati in questi anni
sono uguali o persino superiori a quelli di Spagna e Germania
Cambiare mentalità..
�alle rinnovabili si deve accostare un necessario ripensamento
del concetto di sistema energetico
�alcune parole chiave:
decentram
ento
, re
te e dem
ocra
zia
energ
etica
�una rete policentricaeviterebbe: rischi di blackout, una minore
dispersione di energia (se ne va persa per strada piùdel 7%),
minori costi manutentivi, un minore impatto sui territori, più
equità
�ènecessario superare le rigiditàmateriali e concettuali che
caratterizzano in nsmodello centralista: in Germania molti
esempi pratici di reti policentriche ed ‘intelligenti’capaci cioèdi
flessibilità
nella gestione di flussi energetici incostanti, come
quelli che derivano inevitabilmente dal vento e dal sole
Incentivi e provvedimenti al 2010
�Scambio sul posto: nuova formula incentivante aperta a tutte le
fonti per impianti fino a 200 Kwche producono energia elettrica,
purchéentrati in funzione prima della fine del 2007. Per quelli
entrati in funzione precedentemente rimane la soglia dei 20 Kw.
�ContoEnergia: dedicata al fotovoltaico la formula èattiva dal
2007. Tariffa incentivante sull’energia prodotta, diversa a seconda
della taglia e del livello di integrazione architettonica dell’impianto.
C’èfacoltàdi attivare simultaneamente lo scambio sul posto fino a
impianti di 200 Kw. Oltre questa taglia si fa ritiro dedicato.
�Ritiro dedicato: operativo dal 2008 si tratta di una forma
semplificata di vendita di elettricitàalla rete. E’compatibile con i
certificati verdi e con il contoenergiasu im
pianti superiori ai 200 Kw.
Non ècumulabile a scambio sul posto e tariffa omnicomprensiva
Incentivi e provvedimenti al 2010
�Tariffa omnicomprensiva: operativo dal gennaio 2009 èun incentivo
monetario, differenziato per fonte e della durata di 15 anni, che
viene concesso per l’energia elettrica messa in rete, e non per tutta
l’energia prodotta. Valido per impianti medi-piccolidi produzione
(fino a 1 MW o 200Kw per l’eolico) in esercizio da data successiva al
dicembre 2007. Non si può applicare per il solare e in genere per
impianti per la produzione di calore. E’alternativa ai certificati verdi
che invece sono assegnati rispetto a tutta la produzione (non solo a
quella messa in rete).
�Certificati verdi: Anch’essi introdotti dal ‘decreto rinnovabili’, in
vigore dal 1/1/2009. Si applica agli impianti in funzione da dopo il 31
dicembre 2007. I coefficienti premiano in modo differenziato le
diverse fonti
�Detrazioni fiscali: 55% su riqualificazione immobili, 36% manutenzione
immobili, 20% apparecchiature efficienti.
Grazie dell’attenzione