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1 Il significato di significato Il significato come referenza oggettiva 1.La semantica vero-condizionale e le condizioni di verità Semantica vero-condizionale (o logico-filosofica, o modellistica): il significato di una parola o di una frase è dato dal rapporto che esiste fra linguaggio e realtà

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Il significato di significato

Il significato come referenza oggettiva

1.La semantica vero-condizionale e le condizioni di verità

Semantica vero-condizionale (o logico-filosofica, o modellistica): il significato di una parola o di una frase è dato dal rapporto che esiste fra linguaggio e realtà

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Le condizioni di verità

Ogni enunciato è dotato di un determinato valore di verità

Il significato di un enunciato consiste nell’affermare qualcosa su un determinato stato di cose che può essere vero o falso

Le condizioni di verità • sono intrinsecamente diverse dalla reale verità o falsità di un

enunciato• sono di natura linguistica• sono le caratteristiche che un certo stato di cose all’interno di un

determinato mondo (reale o possibile) deve possedere affinché un determinato enunciato possa essere considerato vero in quel mondo

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Relazione diretta fra segno e referente

Riferimento diretto dei nomi propri (dei dimostrativi e dei deittici) ai loro referenti attraverso un atto di nominazione

Tre passaggi successivi per definire il significato (Putnam):

a) indicazione del genere di cose cui la parola fa riferimento

b) estensione delle cose determinata direttamente dal mondo reale

c) lo stereotipo, cioè l’insieme delle conoscenze associate alla parola e individuate in modo valido da competenti esperti

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Relazione mediata fra segno e referente

Frege, distinzione fra senso (Sinn) e riferimento (Bedeutung): è possibile fare riferimento alla medesima realtà con espressioni linguistiche diverse, che quindi hanno un senso diverso

Senso:

• parte del significato che determina i suoi valori di verità

• non coincide con l’idea soggettiva e con la rappresentazione mentale individuale di un dato referente

• non coincide con il referente e con il mondo esterno

• è “un terzo ambito”, qualcosa di mezzo, una proprietà della parola, non cambia da contesto a contesto (= garanzia dell’intersoggettività)

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Intensione, estensione e mondi possibili (Carnap)

Contesti opachi, non vero-condizionali, generati dai verbi di atteggiamento proposizionale, del tipo “credo che p”. Il valore di verità dell’enunciato “che p” non dipende dal riferimento a uno stato di cose dall’atteggiamento del parlante. Per superare questa difficoltà:

Mondo possibile = il significato di un enunciato non è dato da ciò che designa nel mondo reale, bensì consiste in un’intensione, ossia una funzione a un mondo possibile nel quale la frase sarebbe dotata di un’estensione

Estensione = ciò a cui l’enunciato si riferisce; fornisce le condizioni di verità in base alla quale esso possa risultare vero

Intensione = funzione a un mondo possibile, nel quale la frase sarebbe dotata di un’estensione

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Limiti della semantica vero-condizionale

• concezione referenzialista e antipsicologica: il significato è indipendente dalla mente dei singoli individui ed è un’entità oggettiva e assoluta (presupposto dell’indipendenza)

• la semantica modellistica esclude il lessico dal proprio studio, svuotando la semantica medesima di contenuti specifici sotto il profilo linguistico

• non tiene conto delle sostituzioni lessicali, che cambiano il significato di una frase in modo considerevole

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Il significato come valore linguistico

de Saussure, semantica strutturale: definizione esclusivamente linguistica del significato

Lingua naturale: sistema di segni, totalità in sé organizzata (da studiare secondo il principio di immanenza)

Rivendicazione dell’autonomia della semantica, emancipata da ogni forma di collegamento con l’ontologia e la psicologia

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Il significato come valore linguistico (continua)

La semantica strutturale è:

• antireferenzialista: il significato è sganciato da qualsiasi realtà esterna e il segno linguistico è inteso come sintesi fra significante e significato

• antipsicologica: mette in discussione la connessione con la mente dei singoli parlanti; l’analisi dei significati va intesa in modo autonomo, poiché essi vanno svincolati dai rispettivi concetti e diventano realtà squisitamente linguistiche

Significato come valore: possibilità per ogni parola di essere confrontata e opposta a qualsiasi altra parola della medesima lingua

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Il significato come valore linguistico (continua)

Concezione differenziale e posizionale del significato: “la caratteristica più esatta [dei valori di una parola] è di essere ciò che gli altri non sono” [de Saussure]

significato

Relazione sintagmatica

gli elementi linguistici di un

enunciato sono collegati per

contiguità

Relazione paradigmatica

gli elementi linguistici di un

enunciato sono collegati per

equivalenza (o somiglianza)

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Il significato come valore linguistico (continua)

Campi semantici: insieme delle parole connesse a livello sintagmatico e paradigmatico in un dato sistema linguistico

• Limiti della semantica strutturale

Vizio di circolarità: se i termini linguistici sono definiti in funzione dei loro rapporti e i rapporti linguistici sono definiti in base ai termini, si cade in un circolo vizioso

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Il significato come comprensione dell’esperienza

La semantica cognitiva e la semantica dinamica pongono l’accento sia sugli aspetti psicologici che sui vincoli referenziali

Semantica come “teoria della comprensione”

Significato: modo in cui gli individui

comprendono ciò che comunicano

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Il significato come comprensione dell’esperienza (continua)

Alla semantica della verità (T-semantics) subentra la semantica della comprensione (U-semantics) studio dei processi di produzione e di interpretazione dei significati [Fillmore]

Vincolo della plausibilità psicologica come parametro per accettare o meno un determinato modello esplicativo

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Il significato come comprensione dell’esperienza (continua)

• L’insieme delle conoscenze implicate nell’uso dei significati concerne la totalità delle conoscenze enciclopediche prodotte dalla propria esperienza personale e dall’appartenenza a una determinata cultura

• la conoscenza dei generi naturali e degli artefatti avviene attraverso i processi percettivi per ostensione

• le conoscenze enciclopediche implicano un frequente e rilevante impiego dei processi di inferenza per cogliere e interpretare gli indizi presenti nei diversi fenomeni ed eventi della realtà

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Il significato come comprensione dell’esperienza (continua)

• Stretta connessione fra i significati e i rispettivi concetti

• Concezione realista del significato: risultato dell’elaborazione cognitiva e della rappresentazione mentale di un determinato oggetto o evento da parte dell’individuo

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Una teoria unificata del significato

Costruzione di una semantica unificata, in grado di cogliere e spiegare il processo di significazione nella sua globalità e interezza

1. La dimensione referenziale

necessità di porre un rapporto fra il significato e la realtà

riferimento = rinvio e ancoraggio al reale

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Il riferimento rimanda al contenuto dell’esperienza del parlante e, attraverso tale esperienza, al mondo

L’esperienza personale è una lente che ingrandisce o rimpicciolisce, modificando i dati di realtà in funzione dei propri schemi mentali, valori e pratiche conoscitive

I significati si configurano come l’esito di un’attività culturale

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La dimensione inferenziale

Organizzazione cognitiva dei significati:

a) i significati hanno dei corrispettivi nei concetti

Concetti = costrutti mentali in grado di “mappare”, rappresentare, categorizzare e definire gli oggetti e gli eventi della realtà

Concetti e significati costituiscono due livelli distinti, anche se interdipendenti

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b) Sul piano cognitivo, i significati richiedono un’importante attività mentale di inferenza per essere compresi

• I significati di una parola, di una frase o di un gesto vanno intesi e interpretati in funzione degli elementi del contesto d’uso e della rete relazionale esistente

• Gli interlocutori si basano su una serie di indizi per cogliere e interpretare in maniera attendibile il significato di qualsiasi atto comunicativo

• Le parole vanno considerate, quindi, degli indizi linguistici su cui realizzare le opportune ipotesi interpretative e implicature

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La dimensione differenziale

Il sistema comunicativo della lingua, al pari di qualsiasi altro sistema di comunicazione, contribuisce a costruire il significato di una parola

La lingua è un sistema complesso di differenze che consente un insieme indefinito di operazioni di confronto possibilità di generare variazioni linguistiche di significato in grado di influenzare la formazione dei concetti secondo una certa direzione piuttosto che un’altra (ipotesi debole del relativismo linguistico)

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In sintesi

Il sistema dei significati non è in sé concluso, ma è in continuo divenire in funzione delle esperienze generate nell’interazione e nello scambio fra i comunicatori

Il significato si configura come un percorso interpretativo per spiegare e dare senso agli accadimenti che rappresentano il contenuto delle proprie esperienze personali e sociali, oggetto della comunicazione

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I significati fra universalità e relatività

Gli aspetti universali della comunicazione

Universali linguistici = aspetti invarianti e comuni dei processi comunicativi, condivisi dalle lingue naturali oggi esistenti. Forme costanti e ricorrenti, che concernono il livello grammaticale e semantico.

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L’ipotesi della grammatica universale (o generativa)

di Chomsky

Assunto di base: esistenza di una uniformità della competenza linguistica negli esseri umani, in modo indipendente dalla lingua che parlano

Omogeneità dei processi linguistici

“Organo del linguaggio” geneticamente definito(Language Acquisition Device o LAD)

Concezione innatista del linguaggio e della comunicazione

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Parole

PrestazioneImpiego concreto e contingente di una lingua in una data situazione

Langue

CompetenzaCapacità generale (di solito non

consapevole) di usare una lingua; fa riferimento a una

conoscenza perfetta posseduta da un parlante ideale

De Saussure

I-language

“lingua internalizzata”; astrazione linguistica al fine di formulare ipotesi

sulla mente umana

E-language

“lingua esternalizzata”;

studiata da coloro che sono interessati all’uso contingente della lingua

Chomsky

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Criptotipi

Struttura profondaCategorizzazione linguistica non

direttamente percepibile ma necessaria per spiegare la struttura

superficiale; è sostanzialmente identica in tutte le lingue naturali

Fenotipi

Struttura superficialeArticolazione apparente e

acusticamente percepibile di una frase; può variare da lingua a lingua

Whorf

Universali sostantivi

Inventari universali di nozioni come nome, verbo, aggettivo ecc.

Universali formali

Sistema universale di regole profonde che governa e vincola tutte le grammatiche

Chomsky

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Limiti del modello di Chomsky

Impossibilità di confronto fra categorie linguistiche senza una metalingua che stabilisca a priori tutte le necessarie distinzioni

Impossibilità di ipotizzare una struttura “profonda” in mancanza di un lavoro di raccordo e confronto fra le strutture “superficiali” delle diverse lingue

Riluttanza ad affrontare il livello psicologico e sociologico della spiegazione dei fenomeni linguistici

Il modello rischia di essere un esercizio astratto sulla “logica” della mente umana, fuori da ogni riferimento contestuale e da ogni verifica empirica. Paradosso di una “lingua che non serve per comunicare”

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I primitivi semantici secondo Wierzbicka

Primitivi semantici: unità minime e semplici di significato, non ulteriormente definibili, a partire dalle quali sono derivabili tutti gli altri significati

• Identificazione di un metalinguaggio semantico naturale (lingua mentale universale)

• Limiti: elenco dei primitivi è cambiato nel tempo l’insieme dei primitivi non esaurisce il significato di tutti gli altri termini

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La teoria della relatività linguistica

Accento sulla pluralità delle culture e sulle modalità di influenza fra linguaggio e cultura

La cultura, attraverso il linguaggio, influenza il modo in cui pensiamo, in particolare il modo in cui categorizziamo la nostra esperienza

Imparare una lingua straniera significa anche acquisire un nuovo punto di vista sulle cose

Le strutture semantiche delle diverse lingue sono incommensurabili fra loro; di conseguenza, i parlanti elaborano modi di pensare differenti tra loro

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Il “Sillogismo di Whorf”

• dato che esistono differenze nelle categorie linguistiche nelle varie lingue naturali,

• dato inoltre che le categorie linguistiche determinano alcuni aspetti del pensiero degli individui,

• ne consegue che questi aspetti del pensiero differiscono nelle diverse comunità culturali in funzione della lingua che esse parlano

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Il “Sillogismo di Whorf” (continua)

Il “sillogismo di Whorf” è stato in seguito interpretato come un forte apporto all’ipotesi del determinismo linguistico = la lingua determinerebbe le forme del pensiero dei parlanti medesimi nei riguardi della loro esperienza

Versione forte del determinismo: i concetti possono essere concepiti e attivati soltanto se sono formulati attraverso il linguaggio. È insostenibile, in quanto il pensiero è assai più complesso di ciò che il linguaggio può esprimere (percezione, rappresentazioni senso-motorie, immaginazione, esperienze emotive…)

Versione debole del determinismo: i concetti codificati attraverso il linguaggio sono favoriti in quanto più accessibili e più facili da ricordare

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La “revisione” della teoria della relatività linguistica

Teoria della relatività linguistica come applicazione della relatività culturale

Le esperienze vanno codificate a livello cognitivo in modo da poter poi essere verbalizzate

La diversità delle lingue naturali è connessa alla presenza di distinzioni semantiche che si riflettono nelle distinzioni culturali che, a loro volta, influenzano la categorizzazione cognitiva e affettiva dell’esperienza

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Ogni comunità tende a elaborare il proprio codice (speech community e idioculture): creazione di un forte senso di appartenenza che diventa esclusione per gli altri

A volte si ha la creazione di un vero e proprio codice criptato che, in qualità di gergo, discrimina l’in-group rispetto all’out-group.

Eteroglossia = espressione della voce differente di una minoranza rispetto alla lingua ufficiale della maggioranza culturale

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Numerose prove a sostegno di questa impostazione:

La concezione dello spazio varia in funzione della lingua in modo rilevante: sistema assoluto o geocentrico, sistema relativistico o egocentrico (Bali, India, Nepal), sistema intrinseco (tzeltal)

I movimenti spaziali: le medesime azioni sono categorizzate in modo diverso, per esempio, in inglese e in coreano

Nell’apprendere la lingua di una cultura, un bambino impara modi particolari di pensare per parlare

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Componenzialità e prototipicità del significato

La semantica a tratti

Due condizioni: a) il significato è scomponibile in tratti semantici considerati come condizioni necessarie e

sufficienti (CNS) per la sua formazione

b) il numero dei tratti semantici costituisce un inventario limitato

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Il modello CNS

I principi del modello CNS:

a) nessun tratto può essere cancellato in quanto ognuno di essi è una condizione necessaria

b) nessun tratto può essere aggiunto, poiché i tratti semantici sono condizioni sufficienti

c) tutti i tratti hanno la medesima rilevanza e sono sul medesimo piano, senza nessuna organizzazione gerarchica

d) il significato di qualsiasi termine presenta confini netti e precisi secondo la logica booleana di natura binaria (presenza o assenza); di conseguenza, il significato o esiste nella sua interezza o non c’è

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Il modello CNS (continua)

• il modello CNS è un sistema binario: la presenza di un tratto implica l’assenza del tratto opposto

• distinzione e separazione fra le conoscenze dizionariali (costitutive del significato) e le conoscenze enciclopediche (secondarie e accessorie, di natura fattuale e caratterizzate da un numero illimitato di aspetti)

il significato di una parola è univoco, assoluto e determinato in modo preciso dalle sue componenti costitutive

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Limiti della semantica a tratti

• non ammette eccezioni: la modifica di un solo tratto renderebbe inapplicabile il modello

• i significati sono considerati come entità discrete, senza sfumature e senza posizioni intermedie o marginali

• l’ipotesi che il significato sia determinato in modo univoco e definitivo da un numero limitato e chiuso di proprietà costitutive appare fragile e insostenibile

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Limiti della semantica a tratti (continua)

• la distinzione netta fra proprietà necessarie e accidentali non risulta percorribile: nel significato di qualsiasi parola esiste una gradualità delle proprietà semantiche

• La distinzione fra conoscenza dizionariale ed enciclopedica appare inconsistente: sono entrambe formazioni culturali; i dizionari sono enciclopedie parziali e limitate

• la definizione di confini netti fra un significato e l’altro non è sostenibile: per molti oggetti ed eventi esiste una zona di vaghezza semantica

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La semantica del prototipo

1. Il processo di categorizzazione

Processo di segmentazione del flusso continuo della realtà e dell’esperienza in categorie, analizzate secondo due dimensioni (Rosch):

a)dimensione verticale = consente di collegare fra loro diverse categorie attraverso il processo di inclusione. Tre livelli di inclusione: - sovraordinato

- di base

- subordinato

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Il processo di categorizzazione

Le categorie di base sono quelle più importanti

Validità dell’indizio (cue validity): probabilità che un oggetto appartenga a una certa categoria se possiede una data proprietà

• Categorie sovraordinate più astratte e inclusive

• Categorie subordinate più specifiche e particolari, meno informative

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b) dimensione orizzontale: concerne in che modo ogni categoria è organizzata al proprio interno e che relazioni sono istituite fra i suoi diversi membri in termini di appartenenza e di rappresentatività

Concetto di prototipo. Due accezioni

1. La teoria standard del prototipo

Il prototipo è il migliore esemplare di una data categoria, quello che la rappresenta meglio e che è dotato di maggiore salienza

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La teoria standard del prototipo

Il prototipo è il migliore esemplare di una data categoria, quello che la rappresenta meglio e che è dotato di maggiore salienza

Principio di somiglianza e di analogia: si confrontano e valutano i vari elementi di una categoria con il prototipo secondo giudizi di maggiore o minore somiglianza, procedendo in maniera graduale, fondandosi su attività logiche di natura inferenziale

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Limiti della teoria standard del prototipo

• si confondono i concetti di rappresentatività (il possesso del maggior numero delle proprietà tipiche di una categoria) e di appartenenza (ha bisogno di criteri più forti di quelli di “somiglianza di famiglia” e di confronto con il prototipo)

• occorre separare i concetti di prototipo e di struttura della categoria

• il concetto di validità dell’indizio non spiega le ragioni per cui certe proprietà sono tipiche e distintive e altre non lo sono

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La teoria estesa del prototipo

Passaggio dal concetto di prototipo come istanza reale e come occorrenza concreta al concetto di prototipo come entità astratta e come costrutto mentale

Il prototipo diventa un insieme di proprietà astratte

Configurazione degli effetti prototipici: insieme delle proprietà salienti che distinguono una categoria dall’altra

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Si ottengono diversi effetti

– una categoria può rimandare a una gamma di referenti diversi senza essere percepita come ambigua (polisemia analitica)

– le proprietà di una categoria possono essere differenti, di importanza diversa, fra loro sovrapponentisi

– esistenza di esemplari con un maggior numero di effetti prototipici

– presenza eventuale (ma non necessaria) di confini sfumati della categoria

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Prototipicità della categoria

(maggiore o minore possesso degli effetti prototipici)

Tipicità del significato

(rimanda al concetto di valore medio, di regolarità delle situazioni)

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Proprietà essenziali (proprietà comuni a tutti i membri di una categoria; definiscono l’appartenenza categoriale soltanto in negativo per

escludere chi non le possiede)

Proprietà tipiche (proprietà specifiche aggiunte, soggette a eccezioni e cancellabili, senza per questo inficiare il processo stesso di

appartenenza)

Tra le proprietà essenziali e quelle tipiche esiste una gerarchia di rilevanza: le prime sono più importanti delle seconde

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Il caso della polisemia e la somiglianza di famiglia

La semantica del prototipo si trova in difficoltà con il fenomeno della polisemia semantica, in quanto quest’ultima prevede un senso di base, che assume diversi percorsi di senso nei significati derivati

Teoria della somiglianza di famiglia (Wittgenstein): per il concetto di gioco, per esempio, non esiste il prototipo, né un insieme di proprietà comuni, ma soltanto somiglianze parziali e locali, condivise da almeno due membri della categoria

Categorie radiali: presenza di un caso centrale e variazioni convenzionalizzate che non possono essere previste da regole generali (Lakoff, analisi del sistema di classificazione dei Dyirbal)

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Stabilità e instabilità del significato

La variabilità e la flessibilità del significato

• cancellabilità dei tratti semanticio si fonda sulla natura convenzionale del significato (in quanto

realtà storicamente e culturalmente definita)

• presenza di confini sfumati e continuio un enunciato è sfumato se è caratterizzato dalla proprietà di

opacità referenzialeo il significato consiste in un fuzzy set

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• man mano che ci si allontana dai casi standard, si entra in un’area di vaghezza semantica

• i fenomeni semantici della somiglianza di famiglia e delle categorie radiali sfociano nel più vasto ambito della polisemia semantica

• questi fenomeni conducono alla graduabilità semantica (superamento della distinzione fra significato letterale e significato figurato)

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• La variabilità e la flessibilità dei significati dipendono dal contesto d’usoo il significato è legato a un contesto (context-bound)

o il contesto svolge una funzione di selezione semantica

o risemantizzazione contestuale: un parlante può attribuire determinati tratti semantici a qualcosa che di per sé non possiede, ma che acquisisce grazie a una specifica situazione contingente

o i fenomeni comunicativi sottesi all’instabilità e alla variabilità semantica sono alla base della plasticità dei significati (consente ai parlanti di impiegare i significati in modo flessibile in funzione delle loro intenzioni comunicative)

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La regolarità dei significati

Occorre bilanciare la flessibilità e la variabilità dei significati con la loro stabilità e regolarità

I processi di stabilità semantica rendono possibili e spiegano le probabilità di ordine e di regolarità nello scambio dei significati

Significato presuntivo = significato che si assume come condiviso entro una data comunità di comunicatori

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Processi di riproduzione Processi di produzione

Format comunicativi

• Processi di riproduzione: ripetizione stereotipata nel tempo; formazione di routine comunicative entro un contesto standard

Contesto standard: contesto che presenta una elevata regolarità nella ripetizione delle interazioni, degli eventi e degli scambi comunicativi

La regolarità dei contesti è la regolarità dei significati: il significato di un atto comunicativo è dato dalla rappresentazione della regolarità del contesto standard

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• Processi di produzione: variazioni e deviazioni dei format in funzione delle condizioni contingenti e degli aspetti di novità caratteristici di ogni situazione comunicativa

La regolarità del contesto è un fatto storico e culturale, non una necessità logica, e il passato non determina il presente: ciò rende possibili delle variazioni contestuali in funzione della situazione contingente (hic et nunc)

Nel duplice processo di riproduzione e produzione, regolarità e variazione sono componenti essenziali del significato che si presuppongono e si implicano a vicenda

Format comunicativi (continua)

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Stabilità e instabilità del significato

In sintesi

Stabilità e instabilità del significato

• due poli che oscillano in continuazione e in modo sincrono

• creano lo spazio comunicativo dei significati, nel quale si giocano le interazioni e le relazioni fra le persone

Lo spazio comunicativo generato da tali processi consente di collegare il flusso dei significati al flusso dell’esperienza

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Significato, contesto e indessicalità

Contesto: insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli spaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali che assieme a un dato testo genera il significato come unità comunicativa

• il contesto non è un a priori oggettivo, ma il risultato delle scelte che i comunicatori fanno nei confronti di vincoli e opportunità dell’ambiente

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Rapporto fra testo e contesto

Prospettiva esternalista

Contesto = matrice del significato di una data parola o frase, in quanto, di volta in volta, filtra, attiva certe sue proprietà semantiche e ne

inibisce altre

Prospettiva internalista

anche il testo contribuisce a definire il contesto, poiché,

data una parola o una frase, sono attivati certi contesti standard piuttosto che altri

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Per la psicologia della comunicazione

Prospettiva interazionistatesto e contesto si integrano in modo intrinseco fra loro; si

rimandano a vicenda in continuazione; non si possono discernere gli aspetti semantici pertinenti al testo e quelli pertinenti al contesto

Il significato è la fusione di un testo e di un contesto in maniera congiunta, dinamica e contingente

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Rapporto fra testo e contesto (continua)

Il significato dipende dall’uso (Wittgenstein), ovvero dal modo con cui si impiega una certa parola, frase o gesto in una certa situazione in maniera contingente

Gestione locale del significato: non è prodotto da principi generali e astratti ma è attivato in maniera contingente nel flusso delle interazioni fra gli interlocutori

Significato concetto = costruzione mentale temporanea elaborata in base alle informazioni elaborate dalla memoria a lungo termine nella memoria di lavoro e in funzione degli scopi e del contesto

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Rapporto fra testo e contesto (continua)

Fuoco comunicativo: modo in cui gli interlocutori orientano la loro attenzione e interesse sugli aspetti prominenti di un certo atto comunicativo

Importanza del fenomeno comunicativo della deissi = insieme delle espressioni linguistiche che fanno riferimento diretto alla situazione comunicativa nel tempo e nello spazio

Il significato delle espressioni deittiche (o indessicali) può indicare un referente soltanto se è definito in modo preciso il contesto in cui ha luogo la frase

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Rapporto fra testo e contesto (continua)

Indessicalità: ancoraggio del significato e dell’interpretazione di una frase al suo contesto d’uso

Indizi di contestualizzazione: indicatori verbali e non verbali che servono a definire • l’identità sociale dei partecipanti, • l’attività sociale in oggetto, • l’atteggiamento affettivo positivo o negativo con cui intendere

l’enunciato, nonché • l’atteggiamento epistemico del parlante nei riguardi dell’enunciato prodotto

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Significato letterale e significato figurato

Significato denotativo e significato connotativo

Questa distinzione è stata oggi messa in discussione

Significato denotativo

Denotazione = attribuzione di un significato ovvio (o primario), convenzionale e neutro a una

certa parola o espressione

Significato connotativo

Significato associato (o secondario) di una parola in

aggiunta al significato primario

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Oltre il significato letterale

Significato letterale

significato linguistico; combinazione dei significati delle

singole parole; risultato di operazioni esclusivamente

linguistiche (significato primario)

Significato figurato

Ricorso a modi espressivi che, facendo riferimento al significato letterale, lo impiegano in modo

simbolico e traslato(significato secondario)

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Distinzione ripresa da Grice

Logica del linguaggio

Si applica al significato letterale = riproduzione fedele del pensiero

nel passaggio all’enunciato; rispetto del principio di

cooperazione e delle sue massime

Logica della conversazione

Si applica alle regole che sono alla base delle implicature

conversazionali; significato figurato = deviazione dalle

massime; richiede un ulteriore processo inferenziale di

comprensione (implicatura)

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Il significato metaforico

Tre modelli per spiegare la comprensione della metafora

a) modello semantico: la metafora è un’anomalia e una deviazione semantica. Occorre una correzione, trasformando il senso metaforico con una parafrasi letterale corrispondente e procedendo alla successiva sostituzione

b) modello della comparazione: la metafora è un confronto indiretto e implicito in cui si asserisce che il primo termine (topic) ha una certa somiglianza con il secondo termine (vehicle) sulla base della condivisione di determinate proprietà (ground)

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c) modello della attribuzione di proprietà: le metafore sono comprese direttamente, in quanto al primo termine sono attribuite proprietà della categoria costituita dal secondo termine. In tal modo si include il topic in una categoria attributiva attraverso il processo X è un Y

• Questo modello spiega:

• l’irreversibilità della metafora grazie al processo di inclusione

• la valutazione della metaforicità (valore metaforico dell’enunciato, dato dal grado di inclusione del topic nella categoria attributiva del vehicle)

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• la possibilità che enunciati letterali assumano valenza metaforica

• la genesi della metafora attraverso la doppia referenza

La metafora è un’interfaccia importante fra il linguaggio (èun’importante forma comunicativa) e il pensiero (forma dirappresentazione concettuale; metaforicità del pensiero)