2007-1 oratorio di anghiari

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 1 FEBBRAIO - MARZO 2007 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 1 FEBBRAIO - MARZO 2007

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XXXXI - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

l'editoriale di enzo papi

Tabula rasa

Saluto all’anno nuovodi Vera Cuccini

L’anno nuovo è già arrivatotra fuochi, spari e banchetti,il vecchio calendario è dimenticatoa sfogliare il nuovo siamo attenti.Auguri, sogni e speranze varietra le sue pagine ancora intattedesideriamo con ottimismo di trovare.Benvenuto anno duemilasettesii portatore di pace, amore e bontà,allontana gli odi, le guerre, le barriere,che dividono la nostra umanità!

Vedo ancora emmedipì che sputa fumo dalle narici e vomita fuoco dalla bocca:non gli ho inviato il pezzo nei tempi stabiliti dalle regole tipografiche! Ma la miaspedizione a Lisbona non è stata inutile e mi offre l’occasione per questo editoriale.Dunque ecco le riflessioni che il giro in Portogallo mi ha suggerito.

1755: la città di Lisbona viene quasi rasa al suolo da un tremendo terremoto; peril potente ministro del re, il marchese di Pombal, massone dichiarato e ideologo digrande rigidità, si offre un’occasione molto ghiotta: disegnare nella tabula rasaprovocata dal terremoto una città nuova, più lineare, più razionale, più ordinata, unavera e propria città ideale frutto di una utopia laica ed anticristiana. Così sono natila Piazza del Commercio e il quartiere della Baixa: un bello scenario, la prima, che siaffaccia sull’estuario del Tago e una città, alle sue spalle, città dove le strade siincrociano perpendicolarmente, in modo ordinatissimo e geometrico. Niente chiesa-è il nemico da battere-; niente barocco -è la cultura dei Gesuiti-; anzi, via anche iGesuiti che così, 4 anni dopo, nel 1759, vengono espulsi dal Portogallo. Questo è ilpunto: se si vuol vedere una città europea che ancora, nei suoi monumenti e nellasua urbanistica, porta i segni e l’immagine di questo scontro apocalittico fraannuncio cristiano e mentalità laicista non c’è luogo più significativo di Lisbona.Andare alla ricerca dei segni di questa lotta è stato lo scopo del viaggio. È statointeressante, così, vedere in basso, in faccia all’estuario, la città nuova secolarizzatada Pombal e in alto, sui colli, come armate per un assedio ideale, le chiese-sentinelladei quartieri barocchi: a destra, sull’Alfama, la grandiosa Nossa Senhora da Grasa ;a sinistra nel Chado la splendida chiesa di S. Roque, chiesa madre dei Gesuitiportoghesi. La lotta fra le due mentalità dura ancora oggi: davanti a S. Rocco unamano ignota ha graffito sulla parete di un cantiere, a caratteri enormi, la scritta SantaMafia, con evidente allusione all’ordine sacerdotale che ancora vive nell’edificio enel suo convento. Sono giorni da referendum, questi, in Portogallo: pro o contro lalegalizzazione dell’aborto!

Anghiari, Italia 2007. Non è difficile, anche da noi, vedere i segni della tabula rasa ,del grande terremoto culturale che dura da decenni. Da tempo ormai i mass media,con le parole degli ideologi odierni -i maitre à penser che le cattedre universitarieprestano agli editoriali dei grandi giornali- e con quelle dei giornali scandalistici -chedocumentano stili di vita dissacrati e dissacranti attraverso gli esempi di uomini edonne-idolo-, diffondono come ovvi e normali comportamenti e modi di sentire chenon sono né ovvi e, tanto meno, normali. I segni della nuova cultura, le emergenzeartistiche che cominciano a crescere dal disastro della tabula rasa , si vedono giàattraverso la televisione e i giornali; attraverso il chiasso che questi armano attornoa episodi come quello di Welby o quello dei Pacs. Lo scontro fra dissacrazione eannuncio cristiano nel vivo della quotidianità è ancora all’ordine del giorno e digrande urgenza. I Gesuiti, in Portogallo, hanno resistito all’offensiva di Pombal conla strategia dell’assedio; e sono tornati: Così i mensili come il nostro, il lavoro delleparrocchie innestate nella realtà delle nostre città e frazioni, dei gruppi di preghierae dei gruppi ecclesiali che pongono la loro umanità nuova nelle scuole e negliambienti di lavoro, sono tutti, come i Gesuiti di Lisbona, sentinelle che documentanola continuità e la radicale validità della presenza di Cristo in questo tempo diapparente eclissi del fatto cristiano. Apparente, perché i tempi della storia sonolunghi, molto lunghi. È bastato che Pombal cadesse in disgrazia perché il popolo dellaBaxia sfondasse un isolato della città laico-massonica per erigere anche lì la propriachiesa: è nata in questa maniera, come un segno desiderato e voluto, la chiesaparrocchiale di San Nicolau da Baxia. Per quanto tenace possa essere l’invadenzadel laicismo, rimane una certezza evangelica: non prevalebunt, non vinceranno!

La felicitàdi Turiddo Guerri

La vita è sempre una lunga attesadi qualcosa di cui nulla si sa.Ovvio pensare con la mente tesaa un’introvabile felicità,a un che cioè del tutto personaledi cui nessun altro abbia l’uguale.

Essere insomma protagonistanel bene o nel male è un’ambizionedal fragrante sapor d’una conquista,che sempre assilla ogni uom d’azioneo di pensier nonché tutti coloroche sudan faticando nel lavoro.

Ma la felicità è oltre ogni confinedello spazio e del tempo senza fine.

Controllateil vostro indirizzo

Se il giornale non arriva nelle vo-stre famiglie regolarmente può succe-dere perché l’indirizzo non è esatto.

Vi invitiamo a controllarlo e a co-municarci le eventuali variazioni an-che tramite i collaboratori della par-rocchia. Come diciamo in altra partedel giornale inizia con questo nume-ro il 41° anno di pubblicazione del no-stro periodico.

È un bel record!

In copertina è raffigurata la locan-dina della sacra immagine custoditadalla omonima Società del Gesù Mor-to. Dalla fine di febbraio potrà essererinnovata l’iscrizione dai festieri.

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Ho deciso di scriverti...rubrica a cura di don Gianni Zanchi

Caro amico,il prossimo 21 febbraio inizia la Quaresima, il periodo segnato dalle altre pratiche di penitenza e carità in ricordo deigiorni trascorsi da Gesù nel deserto lottando contro Satana e vincendolo; i cristiani si preparano così a celebrare, conspirito rinnovato, la solenne Pasqua annuale. Questo nelle intenzioni, perché la realtà appare assai diversa: laQuaresima è ormai poco più che un ricordo, nella pratica e nelle motivazioni.

È disertata, ad esempio, nella pratica dell’astinenza dalle carni: come segno di penitenza in onore dellaPassione del Salvatore è latitante nelle famiglie e nelle strutture sociali della ristorazione; mentre apparepoliticamente corretto adoperarsi affinché i musulmani non mangino carne di maiale vietata dalla loro religione,nessuno si preoccupa perché un buon cattolico il venerdì di Quaresima possa far colazione al bar o mangiare allamensa senza infrangere il suo dovere di astinenza. Del resto, ai nostri giorni quasi tutti ritengono importante la dietadimagrante, ma non danno alcun valore al digiuno per motivi religiosi (e, infatti, le passioni sregolate la fanno dapadroni nei giovani e nei vecchi).

Per secoli la Quaresima è stata un esercizio di salutare penitenza coinvolgente la società nei suoi vari aspetti;oggi, non solo la rilevanza sociale della Quaresima è prossima allo zero, ma perfino l’austero simbolo di penitenza chele dà inizio ha perso molto del suo significato e del suo impegno: solo pochi si recano in chiesa il mercoledì per farsicospargere il capo di cenere, ma poi il carnevale continua imperterrito anche la Domenica dopo (che sarebbe la Primadi Quaresima), magari per le vie del paese... Il carnevale è sempre piaciuto più della Quaresima, perché questa ultimavorrebbe aiutarci a metterci di fronte a Dio nella nostra vera realtà umana, il primo solletica invece la concupiscenzadel divertimento (inteso nel senso pascaliano del termine: di – vertirsi, cioè distrarsi con i piaceri fino allo stordimentoper non guardare in faccia la miseria della condizione umana bisognosa di redenzione). Oggi la mentalità dominantecerca di tenere in piedi un carnevale permanente e non aspetta certo il periodo fra l’Epifania e il Mercoledì delleCeneri per dare la stura al divertimento fino alla trasgressione; ma ciò non toglie alcuni assurdi che segnalano laschizofrenia sociale in cui siamo immersi: ad esempio, in molte scuole è bandito ogni riferimento al Natale e allaPasqua (per la ipocrita motivazione del rispetto della esigua minoranza di non battezzati, in realtà per scristianizzaredefinitivamente il Paese), figuriamoci se si parla ai bambini e ai ragazzi delle tradizioni della Quaresima; però la festadi carnevale a scuola non manca mai! Chissà se qualcuno spiegherà che anche il nome “carnevale” deriva da carne,vale = “saluto alla carne” che scompariva dalla mensa durante la Quaresima. Credo però che nelle scuole di ogniordine e grado si senta accennare alla Quaresima solo quando si illustra diffusamente a bambini e ragazzi la praticamusulmana del ramadan, sostenendo oltretutto che le due pratiche religiose sarebbero del tutto simili (e quindiequivalenti, il che è una palese falsità).

La Quaresima è disertata anche nelle sue motivazioni. Nacque nel IV secolo come periodo di purificazionespirituale per gli adulti che si preparano a diventare cristiani nella Pasqua seguente; come tale è ancora vissuta inquelle comunità cristiane che hanno dei catecumeni adulti. Si esprime così una grande verità: cristiani non si nasce, malo si diventa accogliendo degnamente il dono gratuito della salvezza divina e mantenendosi fedeli nei pensieri, nelleparole e nelle opere a tale dono. Ma oggi l’identità cristiana è minata all’interno della Chiesa stessa: tanti battezzati ecresimati non solo impostano apertamente la propria esistenza in contraddizione al Vangelo ma pretendono poi che ipastori della Chiesa benedicano tali scelte improprie e ci si scandalizza se questi ultimi si rifiutano di ammettere aiSacramenti o alle esequie cristiane chi vive e muore in aperta contraddizione alla volontà di Dio; si vuole continuaread essere cristiani (per puro tradizionalismo) ma senza alcuna fede. Invece, la Quaresima è una ottima occasione pertutti coloro che hanno fatto scelte di vita sbagliate, le vivono con disagio e desiderano ricominciare un itinerario dicambiamento di mentalità, sostenuti dalla misericordia di Dio che si manifesta attraverso la Chiesa. Fino al VII secolo èesistita per i peccati notori la disciplina della penitenza pubblica, da esercitarsi soprattutto in preparazione allaPasqua; sono convinto, caro amico, che la Quaresima tornerà ad essere vera e attuale (almeno per i cristiani) se ilsistema penitenziale ecclesiale tornerà a sua volta a rispondere alle reali esigenze dell’oggi; ma il passo preliminare èaccettare che cristiani non si nasce, lo si diventa e che rimanere cristiani implica precise scelte di vita e di pensiero chene escludono tassativamente altre.

don Gianni

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CALENDARIO LITURGICOa cura di Franco Cristini

Mese di Marzo 2007

1° marzo giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.2 marzo venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa diMicciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiridi Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.4 marzo domenica – Domenica II di Quaresima . Sante Messesecondo l’orario festivo.6 marzo martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alleore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.11 marzo domenica – Domenica III di Quaresima . SanteMesse secondo l’orario festivo.18 marzo domenica – Domenica IV di Quaresima . SanteMesse secondo l’orario festivo.19 marzo lunedì - San Giuseppe sposo della Vergine Maria.“Servo fedele e saggio! Il Signore gli ha affidato la sua famiglia”25 marzo domenica – Domenica V di Quaresima . Annuncia-zione del Signore, spostata al giorno seguente. Sante Messesecondo l’orario festivo.

Mese di Febbraio 2007

1° febbraio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedelialla preghiera per le vocazioni.2 febbraio venerdì - Presentazione di Gesù al Tempio.Candelora. Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano,alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseve-ranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.3 febbraio sabato - San Biagio vescovo e martire. La tradizionelo considera guaritore del male di gola. Vescovo di Sebaste inArmenia nel IV secolo subì la persecuzione di Licinio.4 febbraio domenica– Domenica V del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.6 febbraio martedì - Primo martedì del mese. In Proposituraalle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.10 febbraio sabato - Giornata del malato. Alle ore 16 SantaMessa nella chiesa di Propositura alla presenza dei malati ditutta la parrocchia. Al termine seguirà un momento di ristoro.11 febbraio domenica – Domenica VI del Tempo Ordinario.Beata Vergine di Lourdes. Sante Messe secondo l’orariofestivo.Nel 1858 la Vergine Maria è apparsa a Bernardette a Lourdes.14 febbraio mercoledì - Ss Cirillo e Metodio, patroni d’Euro-pa. Cirillo monaco e Metodio vescovo prepararono in linguaslava i testi liturgici, scritti con caratteri detti appunto “cirillici”.15 febbraio giovedì - Madonna del Conforto. Ad Arezzo festagrande nella cattedrale.18 febbraio domenica – Domenica VII del Tempo Ordinario.Sante Messe secondo l’orario festivo.

Inizia il Tempo di Quaresima(40 giorni)

Tutti i venerdì di Quaresima alle ore 17, 30 in Propositura adAnghiari alle ore 16 nella chiesa di Tavernelle, pia pratica dellaVia Crucis.

21 febbraio mercoledì - LE CENERI Alle ore 18 nella chiesa diPropositura in Anghiari e alle ore 21 nella chiesa di Tavernelle,siamo tutti invitati alla S. Messa durante la quale potremoricevere, quale gesto simbolico di penitenza, l’applicazionedelle ceneri.

22 febbraio giovedì - Santa Margherita da Cortona - Cattedradi San Pietro apostolo.25 febbraio domenica – Domenica I di Quaresima . SanteMesse secondo l’orario festivo.

sabato 10 febbraio 2007

GIORNATA DEL MALATOin Propositura alle ore 16 S. Messa e unzione dei malati

Ave Maria

Da alcuni mesi, all’imprecisata ora delcumbrugliume, che sarebbe l’ora del vespro, i piùattenti si sono accorti che le campane dellaPropositura intonano la bella laude alla Madonna “Èl’ora che pia”, conosciuta anche come l’Ave Mariadi Lourdes.

Da ottobre, cioè da quando le campane segnanol’Ave Maria, sono giunti in parrocchia numerosi ap-prezzamenti.

Grazie al un nuovo programma elettronico dellecampane è infatti possibile far suonare alle campa-ne diverse melodie. Anche nei giorni di Natale, adesempio, il mezzogiorno era annunciato da una par-ticolare melodia a festa.

L’intenzione è quella di segnalare i tempi di festacon suoni diversi e adeguati, come succedeva giàuna volta quando le campane erano suonate a mano.

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE

-SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura

-PIEVE DI MICCIANO-VALEALLE-TAVERNELLE

Ore 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 15,30 -TUBBIANOOre 16,00 -PONTE ALLA PIERAOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,00 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo aPianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Ragazzi III mediaLa proposta per i

ragazzi di terza mediacontinua ogni merco-ledì all’Oratorio.

Il ritrovo è dalleore 16 in poi per stu-diare e fare i compiti.

Poi facciamo un po’ di pausa e merenda e alle18,30 la conclusione della giornata con l’incontro finoalle 19.

Linda e Alessandro

Sabato 3 febbraioSan Biagio

In questo giorno dedicato al santo vescovo e martiredi Sebaste verrà rinnovata la benedizione della goladurante la celebrazione eucaristica.A Tavernelle alle ore 16 e ad Anghiari alle ore18. A Valealle invece verrà celebrata domenica4 febbraio alle ore 11.

Venerdì 2 febbraio 2007Presentazione di Gesù al Tempio

CandeloraA Tavernelle alle ore 16 e in Proposituraalle ore 18, benedizione delle candele.

"Gesù è luce per illuminare le genti".

Il Crocifisso del Cimabue

Sta per arrivare nella nostra Parrocchia ilCrocifisso (copia di quello del Cimabue diArezzo) che il Vescovo ha consegnato ai giova-ni perché fosse portato per tutta la Diocesi.

Sarà ad Anghiari dal 2 al 9 febbraio, e un invitoparticolare è rivolto ai giovani.Primo appuntamento il 2 febbraio alle 21 pres-so l'Oratorio di Anghiari.

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

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* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Auguri Chiara

Il 27 settembre 2006, presso l’universi-tà degli studi di Siena, facoltà di Scien-ze dell’Educazione e Formazione (sededi Arezzo), si è laureata con la votazio-ne di 106/110 Chiara Natalini, con latesi intitolata “L’autostima”.Relatore prof. G. Gocci, controrelatoreP. De Domini.A Chiara gli auguri dai familiari, dagliamici e dalla Redazione.

Dalle stalle...Però per il Gattaponi il modo di dire vamodificato così: dalle impalcature ai pal-chi. Sì perché, mentre il suo ambienteusuale sono le impalcature e i ponteggi,in occasione della annuale festa checoinvolge Anghiari vecchio abbiamopotuto vederlo sotto una nuova luce.E infatti il nostro amico, in occasionedella festa della Madonna di Loreto,impersonava un importante personag-gio amato da tutti noi: Papa GiovanniPaolo II.Da sopra un ballatoio faceva bella mo-stra di sé rimanendo impassibile e con-centrato durante tutto il passaggio dellaprocessione.

Offerte per la parrocchiaLa famiglia Merendelli ha offerto la

somma di 200 euro in memoria di Virus.Mentre ringraziamo la famiglia per que-sto gesto generoso comunichiamo chela somma verrà utilizzata per le opereparrocchiali.

Anghiaripaese del mezzogiornodi Clèto

Il titolo non deriva dal fatto che sia-mo un popolo del sud ma perché da noiil mezzogiorno, la metà della giornata,dura più a lungo che altrove.

Certo non si chiede che fra gli orologidella parrocchia e il campano comunaleci sia una concordanza assoluta (ricor-date Peppone e don Camillo) ma un po’di vicinanza sì.

E allora bisogna che il Campano si diada fare. Infatti oggi era mezzogiorno e unquarto quando ha deciso di suonare ilmezzogiorno!

Io vedo il Pratomagnoparte seconda

Durante la convivenza dei ragazzidelle Superiori a Larniano, i partecipantianghiaresi, assieme agli altri si sono re-cati a piedi in cima al Pratomagno. Dalassù, grazie alla giornata limpidissima(e, naturalmente, al forte vento che spaz-zava via le nuvole) si dominava un pano-rama stupendo: dal Sasso di Simone almonte Amiata, e poi Firenze, le AlpiApuane, e perfino il mare Tirreno.

Allora ci siamo ricordati che alcunimesi fa un articolo dell’Oratorio chiede-va ai lettori di scoprire il punto di An-ghiari da dove si riusciva a vedere l’altomonte del Casentino. Così i nostri amicianghiaresi (che sono Mirko, Jacopo eLeonardo) hanno provato in tutti i modia risolvere il quesito in senso inverso,cioè riuscire a vedere Anghiari dalla cimadel Pratomagno.

Purtroppo la direzione di Anghiaricoincideva con quella del sole e quindiil gioco di luci e ombre non ha permessodi individuare chiaramente Anghiari.L’occasione è però servita per scattareuna foto in questa bella giornata in cui,a margine dell’esperienza vissuta dairagazzi a Larniano, si è voluto ancorauna volta scoprire nuovi volti del nostroAnghiari.

Sto invecchiandodi Clèto

Me ne sono accorto quando ho sa-puto della inaugurazione della via dellemura di sotto. E bella che Celestino,socio maggioritario di quella strada,avrebbe potuto anche farmi un fischio.

E così mi sono perso anche il rinfre-sco che penso sarà seguito alla cerimo-nia ufficiale.

Anno nuovo, vita nuovadi Sergio Lombardi

Un altro anno è passato edil bilancio dello stesso èpositivo al 50% per cui sispera che nell’anno in cor-so questa percentuale au-menti sensibilmente.

È ovvio che affinché si verifichi lasuddetta opportunità, bisogna sperareche diminuisca sensibilmente l’ipocrisiae l’opportunismo delle persone e che siaffermi il senso di responsabilità.

Inoltre occorre che il tutto sia legatoad un progetto di serietà finalizzato aduna concretezza di intenti.

Spero che questo 2007 sia privo dibla, bla, di abuso di potere, di arrivismoma soprattutto di spersonalizzazione do-vuta alla messa in atto di espedienticaratterizzati dalla scarsezza morale edindisciplina esistenziale.

Comunque le festività sono finite eper quello che riguarda Anghiari nonvedo cambiamenti ma sono i primi giorni,è possibile che il nuovo anno si apprestia partire alla grande.

È risaputo che l’ottimismo è il saledella vita, ma considerando la situazioneconcreta si oscura la vallata quindi oc-corre sperare in un intervento sovranna-turale e solo allora potremo avere un2007 migliore. In definitiva si deve rico-noscere che Dio volendo siamo arrivatia vedere il 2007 e se così ha voluto nonl’ha fatto certo per abbandonarci per cuiè chiara la Sua Volontà di aiutarci!!

Nel punto esatto indicato dalla freccia si tro-va Anghiari visto dalla cima più alta delPratomagno. Sono inoltre raffigurati Iacopo,Mirco e Leonardo.Foto Alebì

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...il Palterre

Festa della Toscana?di Clèto

Giovedì 30 novembre doveva essere la Festa dellaToscana. E infatti le scuole hanno fatto festa!

Ma almeno un segno della festa io non l’ho visto. Neigiorni successivi sono state organizzate sì delle iniziative,ma nel giorno della festa "gnente". Bastava organizzarequalcosa per i ragazzi magari un semplice gioco con lebaciuccole in piazza, qualcosa che dicesse del giornofestivo. Nemmeno un suono di campane ha distolto lecolombe dalle loro quotidiane attività, niente!

Ma allora sono stati più bravi quelli di Galbino che peril 30 novembre dal 1141 festeggiano sant’Andrea a cui laparrocchia è dedicata.

Loro, nel giorno preciso della ricorrenza, hanno orga-nizzato le celebrazioni religiose nella collinare chiesa cheprima del 1520 era diocesi di Castello e poi si sono datiappuntamento presso il centro Famiglia. Qui una cena hacoinvolto tutti i capifamiglia della anghiarese frazionecollocata lungo l’itinerario della via per il Chiavaretto.

La vignetta di Scacciapensieri:

Questi genitori, mai contenti!

Grazie FabianoCon queste brevi annotazioni la par-

rocchia di Anghiari ringrazia FabianoGiabbanelli che per diverso tempo hacurato l’apertura e la chiusura dell’anti-ca chiesa di Badia. Ora ha dovuto rinun-ciare a questo incarico ma notevole èstato il suo impegno per il restauro del-l’organo del Feligiotti. Egli ha fatto sì checon la raccolta di una parte dei denarinecessari, tutta l’operazione restauropotesse partire. Nei prossimi mesi, pro-babilmente a maggio, si procederà allainaugurazione di questo antico organocon un concerto.

Semafori abbondantidi Clèto

Dopo il semaforo intelligente di San-to Stefano e quello in contestazione dellaCroce, due nuovi semafori si sonoaffacciati all’orizzonte del nostro tran-quillo paese fra la fine del vecchio el'inizio del nuovo anno.

Uno l’ho potuto vedere all’Infrantoioe lo chiamerò il semaforo dei desideri. Èstato realizzato (penso in modo scherzo-so) come strenna natalizia ed è postoall’inizio della strettoia che venendo dalcimitero conduce verso le Strosce o versola Portaccia. Lo scopo, se ho capito bene,dovrebbe essere quello di segnalare lapericolosità di quel tratto di strada.

Un altro, che chiamerei provvisorio(e infatti lo è a tutti gli effetti), è statoposto verso il giardinetto e si è resonecessario per i lavori che hanno presoil via per la realizzazione del marciapiededella Via Nova.

E così i semafori cominciano a fiorirenel Nostro Caro e Vecchio Anghiari.

Il semaforo alla Crocedi Franco Rumori

Ho partecipato a tutti gli incontri organizzati dalla nostra AmministrazioneComunale e dalla Provincia di Arezzo per illustrare le soluzioni per mettere in sicurezzale strade del paese e del circondario.

Durante l’ultimo del 19 ottobre u.s, Paola Gamberonci, anche a nome di alcuniabitanti della Croce, ha manifestato il suo dissenso verso il semaforo, leggendo ildocumento che avete pubblicato nel numero 6 di Dicembre 2006 e Gennaio 2007.

Nella circostanza, dopo aver preso atto delle argomentazioni tutt’altro chetrascurabili, prodotte da Paola e dai suoi amici, mi sono permesso di offrire alla loroattenzione, e a quella di tutti i presenti (la gran parte dei quali mi ha poi manifestatodi condividerle), le motivazioni che mi avevano invece indotto ad approvare ladecisione di installare il semaforo, ritenuta dai tecnici del nostro Comune e da quellidella Provincia, l’unica soluzione fattibile e percorribile per mettere in sicurezzaquesto importante incrocio.

Nella Via del Carmine, a seguito della considerevole urbanizzazione che hariguardato tutto il territorio compreso tra la Pineta e l’acquedotto, il traffico (pedo-nale, ciclistico e motorizzato) è enormemente aumentato e lo snodo rappresentatodall’incrocio è diventato sempre più disagevole e pericoloso anche a causa dellavelocità con cui viene transitato dai veicoli che percorrono nei due sensi la Via Libbia.

L’attraversamento dell’incrocio, provenendo da Via del Carmine e, soprattutto,dal Campo alla Fiera, rappresenta sempre un’avventura, con pericoli rilevanti per tuttie per i pedoni in modo particolare. Non c’è dubbio che l’installazione del semafororisolva in modo egregio questa importante problematica rappresentando una con-siderevole e adeguata prevenzione. Il fatto che non siano avvenuti finora incidentigravi non ci esime dall’operare perché non si verifichino nemmeno in futuro.

II divieto di transito nella Via Libbia da parte dei mezzi pesanti, diventato ormaidefinitivamente operativo, e la chiusura della “bretella” (e la sua destinazione aparcheggio), che la maggior parte di coloro che provengono da Arezzo, utilizza perimmettersi direttamente nella ”Ritta”, che è diventata la ”scorciatoia” della ViaNuova, garantiranno agli abitanti della Croce, e a tutti coloro che vorranno beneficiarne,di continuare a godere del Giardinetto. II semaforo della Stazione, chiamato a regolareun traffico non inferiore a quello della Croce, ha dimostrato che anche la preoccu-pazione delle code dovrebbe essere considerata superata.

Stiamo diventando sempre più coscienti, seppure con tanta e ingiustificabilelentezza, dell’importanza della qualità dell’ambiente in cui viviamo e della necessitache ognuno porti il suo contributo per migliorarla e preservarla per le generazioni cheverranno. Pur accompagnato da questa consapevolezza ho manifestato a Paola e aipresenti la convinzione che l’abbattimento di una pianta possa rappresentare unprezzo da accettare per proteggere maggiormente la vita dei cittadini.

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

La Pieve di S. Maria Annunziata alla SovaraIII puntata

Il detto “morto un papa, se ne fa un altro” nei secoli passatisi poteva ripetere anche per ogni vescovo e persino per ogniparroco. Oggi non più. La scarsità delle vocazioni sacerdotalifa sì che un parroco sia titolare di più parrocchie e che moltedi queste rimangano senza titolare residente con disappuntodel popolo cristiano. Per la Pieve di Sovara il suddetto prover-bio si è realizzato finora, infatti per almeno un millennio si puòriscontrare che morto o trasferito un pievano, ne veniva subitonominato un altro, fin dal lontano 1141, quando era titolare ilpievano Umberto, per giungere al 2007, dove troviamo titolare,da oltre 40 anni don Romano Manfredi, provvidenzialmenteregnante.

Dal libro più volte citato sulla Pieve di Sovara di G.Franceschini, a pagina 77, riportiamo nel riquadro a destral'elenco di 27 pievani e 10 economi spirituali.

Gli antichi pievani di Sovara ed i rettori delle varie chiesedella valle omonima, come abbiamo già detto, dipendevanospiritualmente dal Vescovo tifernate e risentirono inoltre l’in-flusso dell’ordine camaldolese che aveva in Valtiberina mona-steri e vari possedimenti. Erano anche condizionati da molte-plici interventi dei patroni laici locali, sotto la giurisdizione deiTarlati da Pietramala fin dagli inizi del XIII sec. che fecerosentire il proprio peso attraverso Bartolomeo Tarlati signoredei castelli di Toppole e di Valialle, al riparo della potenza delduca di Milano. Nel 1384 i fiorentini comprarono Arezzo e lapotenza dei Tarlati ricevette un colpo mortale. Con la vittoriafiorentina della Battaglia d’Anghiari (29 giugno 1440) sul-l’esercito del duca di Milano, comandato da Niccolò Piccinino,finiva per sempre la speranza dei Tarlati e subentrava il dominiofiorentino per cui la Pieve di Sovara venne ad essere digiuspatronato “dei magnifici capitani di parte della Città diFiorenza”.

Sotto l’ormai incontrastato dominio fiorentino, venne in-trodotto il nefasto istituto della “commenda”, per cui anche laPieve di Sovara conobbe una serie di pievani commendatari,che ne sfruttavano i frutti della ricca prebenda, incaricando delservizio religioso quotidiano qualche prete bisognoso a cuiveniva dato un compenso più o meno misero. Della maggioran-za dei pievani che ressero questa Pieve nei primi tre secoli delsecondo millennio cristiano non conosciamo neppure il nome,eccetto dei primi quattro sopraccitati. Essi dovevano essereper lo più cadetti di famiglie di nobiltà rurale.

Abbiamo già accennato al pievano don Simeone Ducci deinobili di Catenaia che resse questa Pieve per oltre 25 anni,ristrutturandola profondamente tra gli anni 1469 e 1480. DonSimeone, nella sua qualità di capo-piviere il 20 luglio del 1460,accompagnato dai parroci don Domenico di S. Salvatore, donPietro di S. Lorenzo a Sorci e don Cristoforo di Toppole, andòincontro al nuovo Vescovo di Città di Castello, Giovanni,prelato domestico di Pio II. Morto il pievano Ducci, nel 1484,la Pieve di Sovara, la cui prebenda rendeva 150 fiorini l’anno,fu data in commenda nel giugno dello stesso anno, dal governofiorentino, al giovanissimo canonico Giovanni de’ Medici, chene fu titolare fino al 1487 e che poi diventò cardinale e papa colnome di Leone X. Con la bolla del 22 settembre 1515 eresse lanuova Diocesi di Borgo San Sepolcro, annettendovi anche lasua Pieve di Sovara che fino ad allora aveva fatto parte, per

almeno mille anni, della Diocesi tifernate. I quattro successoridi Giovanni de’ Medici erano anch’essi di origine fiorentina esemplicemente titolari della Pieve che in realtà veniva officiatada cappellani scelti, delegati e ricompensati dal titolare.

Il 9 luglio del 1583 anche la Pieve di Sovara ebbe la visitaapostolica da parte di mons. A. Peruzzi e vi troviamo pievanoun certo don Scipione Ruffi di Anghiari, che reggerà la Pieveper cinquant’anni, cioè dal 1567 al 1617. Era dottore in ambeduele leggi. Aveva una prebenda piuttosto ricca, specialmente seconfrontata con quella delle altre chiese viciniori: il suo redditoera di 200 staia di grano e 40 barili di vino. Così riassume ecommenta il verbale di questa visita apostolica lo storico donErcole Agnoletti alle pagine 50-51 del suo volume, “Viaggio

Elenco dei 27 pievani e 10 economi spirituali della Pieve diSovara riportati in ordine cronologico

Umberto (1141 - ? )Capitaneo (1208 – 1223?)Giacomo (1223 – 1255?)Nerazio (1255 – 1291 )Andrea (1292 – 1311?)Simeone Ducci (1458? – 1484)Giovanni dei Medici (1484 – 1487 )Bernardo Michelozzi (1487 – 1491 )Lorenzo Serristori (1491 – 1518 )Leonardo de’ Nobili (1519 - ? )Girolamo Fasolas (1525? – 1567)Scipione Ruffi di Anghiari (1567 – 1617 )Alessandro Marzi (1617 – 1632 )Giovan Battista Fossombroni di Arezzo (1632 – 1642 )Bartolomeo Testi di Anghiari (1654 – 1655 )Gaudenzio Morgalanti economo spiritualeBruto Mazzoni (1655 – 1692 )Carlo Rassinucci economo spiritualeAnton Maria Franceschini (1692 – 1730 )Francesco Guiducci economo spiritualeAgostino Vallensi (1730 – 1754 )Santi Nicolucci economo spiritualeMichelangelo Orlandini (1755 – 1769 )Santi Nicolucci economo spiritualeBartolomeo Ligi (1769 – 1791 )Lorenzo Guiducci economo spiritualePietro Antonio Franceschini (1791 – 1816 )Giulio Boninsegni economo spiritualeGiuseppe Ducci di Sansepolcro (1816 – 1833 )Francesco Mazzotti di Galeata (1834 – 1878 )David Zelli di Arezzo (1878 – 1905 )Giuseppe Chimenti economo spiritualeAntonio Buitoni (1906 – 1936 )Gerico Babini economo spiritualeFausto Anatrini (1941 – 1951 )Virgilio mons. Borghesi economo spiritualeRomano Manfredi di S. Sofia di R. (1960 – ) attuale titolare

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...le nostre chiese

per le valli Altotiberine Toscane”, ed. Arti Grafiche di Cerbara,1980: “Nella penombra della navata brilla una lampada adolio davanti al SS.mo ed il visitatore, dopo essersiinginocchiato, si alza per esaminare il tabernacolo ligneo,che all’interno trova non foderato di seta rossa, per cuiordina di provvedere e comanda inoltre di indorare lapiccola chiave e di acquistare una patena e una pisside dirame, dorata dentro e fuori, con relativo coperchio e piede,per amministrare la S. Comunione al popolo e conservarepermanentemente il SS. Sacramento. La comunione ai malativeniva portata in forma privata e con un calice. Non venivaeseguita la processione eucaristica la prima domenica delmese, non veniva insegnata la dottrina cristiana ai ragazziné il Vangelo al popolo.

– Si comincia male! Ma le norme conciliari le ha mai lettecostui? – sta brontolando tra sé il visitatore mentre continuala visita. Il fonte battesimale è in pietra con ornamenti inmarmo, bello indubbiamente, ma non protetto da una balau-stra in pietra e non coperto dalla piramide di legno in noceche dovrà essere rivestita di un conopeo di color verde. Poirivolto al pievano, il visitatore chiede: - Quando vieneportato un bambino al battesimo, lei chiede se è stato giàbattezzato in casa per necessità? – Sì monsignore, lo chiedosempre – risponde il pievano. – E se viene a sapere chel’ostetrica lo ha fatto validamente, lei come si comporta? –Lo ribattezzo di nuovo, perché… - sta rispondendo D.Scipione, ma viene interrotto: - No, assolutamente, no! Se èstato battezzato bene è già battezzato e il bambino non habisogno d’altro se non di ciò che completa il rito. Ha capito?– Ho capito, monsignore! – dice il pievano.

Monsignore continua: - Piuttosto procuri una bacinellada tenere sotto la bocca del bambino se per caso rigettassequalche cosa. L’acqua battesimale va mutata ogni annoversandola nell’apposito sacrario. Inoltre il Visitatore ordi-na di procurare il libro dei battezzati e quello dei matrimoni,che dovranno sempre essere celebrati in chiesa, secondo ledisposizioni del concilio di Trento. Il vasetto dell’olio degliinfermi era custodito in una bella custodia di seta, però ilsacerdote doveva amministrarlo rivestito di cotta e stola e

portato in processione ai malati gravi, a cui si dovevaraccomandare l’anima al Signore per un congruo tempo enon abbandonarli fintanto che non erano spirati. Il Visita-tore passa alla visita degli altari:

1) Il maggiore risulta munito del necessario per celebra-re, eccetto la croce e il baldacchino, cui si dovrà provvedere.

2) L’altare di S. Lucia, molto venerata dal popolo che nefa celebrare la festa, lo trova piccolo, con candelieriindecorosi, senza paleotto. Ne avevano cura alcune donne.Nel giorno della festa venivano celebrate numerose messe dicui una cantata. Inoltre dà opportune istruzioni circa unaltare portatile.

3) L’altare del Crocifisso risulta indecente, piccolo equasi spoglio. – Come mai si trova in questo stato? - chiedeil visitatore. – Sa monsignore, esso è qui più per simmetria cheper necessità. Infatti non vi si dice mai la Messa! – rispondeil pievano. – Va bene! Ormai che c’è rimanga pure, ma noncelebratevi mai la Messa sotto pena di sospensione!

Vicino all’altar maggiore c’era un bell’armadio. Da ciòil visitatore deduce che la chiesa non ha la sacrestia. Fattoloaprire vi trova due pianete decenti, due tonacelle e uncamice. – Tutto qui? – Sì monsignore! – Acquisti primapossibile una pianeta di seta bianca, un’altra nera, duecamici di lino e faccia riparare il calice. – conclude mons.Peruzzi.

Sembra al pievano che il grosso della tempesta sia ormaipassato e sta pensando che se la sta cavando meno male diquanto pensava, quando si sente chiamare per nome: - SignorScipione! Quanto prima faccia costruire una sacrestia con illavello, l’inginocchiatoio, l’armadio e tutto quanto richiestodai decreti generali conciliari. Ha inteso? – Il pievano piegala testa senza rispondere. Monsignore prima di uscire dà unosguardo generale allo stabile. – Sembra in buono stato – dicea voce alta – il tetto mi pare abbia bisogno di una ripassatina.Signor pievano, faccia costruire inoltre un bel confessionale,con tutte le particolarità volute dal Concilio, cioè l’affissionedella bolla “in Coena Domini” e il crocifisso di fronte alpenitente, nonché l’elenco dei casi riservati al Vescovo... Esceper entrare in canonica:- Una buona casa! - esclama monsi-gnore. Risponde sommessamente il povero don Scipione: - Ionon vi abito “propter gravissimas inimicitias”, non ho ilcoraggio di abitare in una casa così isolata e da solo. C’è genteche mi odia, monsignore! Io abito a Sansepolcro e anche lìsono sempre in pericolo di rimetterci la vita. Il Vescovo delBorgo lo sa e mi ha dato la licenza di lasciare qui un cappel-lano al quale offro un compenso di 45 staia di grano perchéfaccia tutto quello che occorre. Monsignor Peruzzi guarda infaccia don Scipione ma non vi può scorgere nulla del drammadi quella vita. Il pievano sta a capo chino e non aggiunge altro.Monsignore rispetta quel segreto e fa ritorno ad Anghiari.”Nonostante le inimicizie dichiarate, don Scipione vivrà altri 34anni! Erano del tutto vere?

Infatti lo troviamo ancora pievano di Sovara nella visitasuccessiva del 1593. Il Vescovo gli ordina di togliere dall’altarmaggiore l’immagine della Beata Vergine Maria per riportarlanel suo luogo primitivo, le statue e altre immagini, per far postoad una icona. Gli comanda inoltre di acquistare due campane,una di 100 ed un’altra di 200 libbre. Gli abitanti ammessi allacomunione erano 110. Nel frattempo, alle suddette entrate dellaprebenda della chiesa, si erano aggiunte altre provenientidall’unione con quelle di Santa Maria di Casale e dei S.S.Angelo e Marino, che ammontavano a 10 staia di grano,dall’affitto di altri beni, 65 staia di grano, a cui dovevano essereaggiunti il valore della coltivazione di tre o quattromila piantedi glasto (=guado?).

Pieve di Sovara: la tribuna e il campanile (dall'estratto della Società diStudi Medievali, Mario Salmi, La pieve di Sovara, 1966)

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cronache dai RenicciVITA DA CHÈNI

a cura del cane Pippo

Rosco, “amico per la coda”Anno novo, collare novo! È el mi’ terzo collare, che degià n’ho fatto

fora dua! El primo era ‘na fascetta de lèna a l’uncinetto (robba davergognasse, ma i mi’ padroni aìon paura che me facesse mèle alcollo!); el secondo, de coio, m’ha durèto tre mesi e pu’ l’ho sdilembètotutto e non chinìa più, cusì l’ho perso! La befèna (!) me n’ha porto unonovo, cul gancio pel guinzaglio…

A voialtri el guinzaglio podarebbe fe’ pensère a ‘na cosa brutta,ma a mè me pièci, perché vol di’ che se va a spasso!

De le volte, presempio, la mi’ padrona me porta a caminère pe’ lavia vicinèle de Mutèle, quela che dala via nova porta a Rinicci. Primame ci portèa lei, ch’aìo poca forza…pu’, piano piano, ho angumincètoa crescere e mo’ ci la porto io, a spasso; e gni do certi traventoni quande‘n se l’aspetta, che me diverti ‘n frighìo!

Passeggiando ‘nverso la bottega e ‘nverso el Tevere, na sera‘ncontrette Rosco, un bastardino abandonèto che vinìa dal Borgo (oras’è acasèto’qui, ntur ‘na famiglia che lu tengon cume ‘na rosa al nèso!).

Se vidìa subbito che sapìa el fatto suo… e io angumincette aguardallo cun simpatia e a cerchè’ de facci amicizia: gni dèo l’azzichetto,e lu’ me fuggìa ghietro; saltèo ‘l fosso e subbito el saltèa anche lu’…solo che Rosco era sciolto e io ero leghèto al guinzaglio e da l’altraparte c’era la mi’ padrona: certe comiche! ‘N giorno ci se missed’acordo che la sera sarebbe vinuto a trovamme al mi’ ricinto, che ciaìa d’ansegnamme cume se fa a stère al mondo. Arivò a buio e me disse,a la borghese:

“Che fì? Vu’ venì a fì’ ‘n giro?” “’N giro? E cume se fa? El cancello è chiuso!” “’N fì’ ‘l somaro: pègli la rincorsa, salti ‘nsula coccia, arpegli l’aire,

fì’ ‘n salto sopra la rete e pu…via! Ci l’ì el coragio?” “Ch’è ditto? Si ciò ‘l coraggio? Io?... Mì’!!!” (e feci cume m’aìa

ditto; ero libero! Vulìo fère el grande, ma le gambe me tremèon cumefoglie, che ‘n sapìo quel che pudìa succedere).

Quella fu ‘na nottèta che fin che campo un me ne scordo: se fuggìaa traverso ai campi, a Gambaréa, a Rimaggio, ai Maglioli, aCatorcio…s’arivò anche a Viéo e al Tevere! ‘Na corsa, ‘na baruffa, du’capriole, ‘na galoppèta…e pu’ ci s’arposèva e Rosco m’arconteva lesu’ avventure d’amore e de caccia…e de cume se devi fère quela cosae quel’altra…e che bisogna puntère quande se senti el sito delsalvètico…

“Puntère? Boh! Ma quante ne sé, tu, Rosco!!! …Ma, dimme, cumese fa a puntère?”

“Mì’!” me disse…e me feci piglière ‘n colpo: arpenso che s’era ariviAlbièno, supper lu stradone, e lu’ me se fermò mmezz’a la via cume ‘nastatua, cur ‘na gamba alzèta, una pieghèta, el muso ‘ntirizzito avantie la coda ‘ntirizzita ‘nghietro, la trippa bassa e i priciutti alzèti!

“Rosco! Ma che fè? Stè mèle? Che t’ha tocco, ‘na paralisi?”Lu’ feci ‘na risatina, se girò e scrollò la testa: “ Quante cose c’ì da

‘mparare! Questa è la puntata, el mi’ coco! Cusì se fa per fì’ vedé’ alpadrone che c’è ‘l fagiano! E tu, biscarino, arpensa che sì’ ‘n can da caciae no ‘n can da cacio!!! I padroni ‘n te governon mica perché sì’ belo!”

E cusì me vinne qualche pinsieri ‘n più! “Sarà meglio ch’ampèri afère ‘sta puntèta, si ‘n vo che m’arportono a Montone!”

Da alora, tutte le notte, quande ‘n me vedi nissuno, faccio ‘n’orettade gennastica, per abituamme a puntère: testa avanti, coda ‘nghietro,gamba alzèta, fermo e blocchèto…sperèmo che un me vegga nissuno,sinnò me piglion per matto!!!Ve saluto che ‘gna che vèda a’rlenamme!!!

Ciao! El vostro Pippo

Una donna al frantoio??!!

Ho sempre amato la campagna ed i suoi frutti e quest’annoho avuto modo, per una serie di circostanze, di vivere in primapersona le varie fasi della produzione dell’olio.

Un autunno fin troppo benevolo ha reso piacevole la rac-colta delle olive nei dolci declivi del Carmine e la loro sistema-zione sui tavolati; l’appuntamento al frantoio poi, nella tardaserata, mi ha dato l’opportunità di seguire in diretta la frantu-mazione delle olive, la distribuzione della pasta sugli “stuoini”,la spremitura dello scuro liquido iniziale che non fa pensare alcaldo calore dell’oro, la centrifugazione per separare l’acquadall’olio.

Ho toccato con mano quanto lavoro e sacrificio si richiedo-no al coltivatore per ottenere un buon prodotto, ho ammiratol’abilità e la destrezza degli operai che manovrano i vari ingra-naggi, ho apprezzato la cordialità dei gestori del frantoio, hoassaggiato con gusto l’olio appena spillato: quest’anno avevaper me un sapore più intenso e genuino.

Erano le prime ore del mattino quando, con Mario, sonouscita da Ravagni con il nostro olio nuovo, ma la stanchezzanon si faceva sentire, semmai un entusiasmo fanciullesco chenon mi ha messo in imbarazzo per essere stata l’unica donnapresente e partecipe ai “lavori”.

Marida

Il cartello*di Maria Pia Fabiani

L’inglese non lo so, non l’ho studiato.Ma durante la guerra, bene o male,bisognava talvoltafarsi capire dai “liberatori”.

La mia mamma era un asso nel ricamo,ma in mezzo a bombe e a tessere annonariequante difficoltà! Davvero troppe!E al posto dei ricaminei vestiti fiorivano le toppe.

Per guadagnar qualcosa ebbi un’idea:leggendo attenta in un vocabolario,scrissi in un bel cartello:“WASHING AND STRECTCHING”(qui si lava e si stira)fidando negli inglesi militarie nelle loro entrate generose.Ma passarono invano giorni e mesie alla fine finirono gl’inglesi!

Levai il cartello inutile e poi seppich’era follia sperare in quella pacchiaperché nel mio cartello c’era scrittoin inglese: “SI LAVA E SI STIRACCHIA”.

*La poesia è tratta dalLibro di Maria Pia:La vita invita

A destra uno dei po-chi momenti simpa-tici della guerraquando un soldatoinglese sta imparan-do a rammendareun calzino.

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Una storia per pensare - a cura di Laura TaddeiLA PAGINA DELLA CARITAS

Il granellino

Ero andato mendicando di uscio in uscio lungo il sentiero del villaggio, quando in lontananza mi apparve il Tuo aureo cocchio,simile a un sogno meraviglioso.

Mi domandai: chi sarà mai questo Re di tutti i re? Crebbero le mie speranze, e pensai che i giorni tristi sarebbero ormai finiti;stetti ad attendere che l’elemosina mi fosse data senza doverla chiedere, e che le ricchezze venissero sparse ovunque nellapolvere.

Il cocchio mi si fermò accanto; il Tuo sguardo cadde su di me, e Tu scendesti con un sorriso. Sentivo che era giunto alfineil momento supremo della mia vita. Ma Tu, ad un tratto, mi stendesti la mano dicendomi: “Che cosa hai da darmi?”

Ah, quale gesto veramente regale fu quello di stendere la Tua palma per chiedere l’elemosina ad un povero! Esitante e confuso,trassi lentamente dalla mia bisaccia un acino di grano e Te lo porsi. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, sul finire del giorno,vuotai a terra la mia bisaccia e trovai nell’esiguo mucchietto di acini, un granellino d’oro!

Piansi amaramente per non aver avuto cuore di darti tutto quello che possedevo...

Alla fine della nostra vita scopriremo con stupore di essere ricchi solo di tutto ciò che abbiamo donato.

Non importa, ama

L’uomo è irragionevole, illogico ed egocentrico,non importa, amalo.Se fai il bene diranno che lo fai per secondi fini:non importa, fai il bene.Se realizzi i tuoi obbiettivi, incontrerai chi ti ostacola:non importa, realizzali.Il bene che fai forse domani verrà dimenticato:non importa, fai il bene.L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile:non importa, sii onesto e sincero.Quello che hai costruito può essere distrutto:non importa, costruisci.La gente che hai aiutato forse non te ne sarà grata:non importa, aiutala.Dà al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate:non importa, dai il meglio di te.

Madre Teresa di Calcutta

Domenica 22 ottobre 2006 è stata celebrata in tutta la Chiesala ottantesima Giornata Missionaria mondiale con il tema: “Lacarità, anima della missione.” Anche nelle nostre parrocchie sisono susseguite numerose iniziative con grande partecipazio-ne dei fedeli. Il Papa ha inviato per l’occasione il suo messaggioa tutti i cristiani, incentrato ancora sull’amore di Dio:

“La missione, ha ricordato il Papa, se non è orientatadalla carità, se non scaturisce cioè da un profondo amoredivino, rischia di ridursi a mera attività filantropica e socia-le. L’amore che Dio nutre per ogni persona costituisce,infatti, il cuore dell’esperienza e dell’annunzio del Vangelo,e quanti l’accolgono ne diventano a loro volta testimoni.”

“Il mandato di diffondere quest’amore, spiega il Papa, fuaffidato da Gesù agli Apostoli dopo la sua risurrezione, e gliApostoli, interiormente trasformati il giorno della Penteco-

ste dalla potenza dello Spirito Santo, iniziarono a renderetestimonianza al Signore morto e risorto. Da allora, laChiesa continua questa missione, che costituisce per i cre-denti un impegno irrinunciabile e permanente.”

“Alla vigilia della sua passione, fa rilevare BenedettoXVI°, Gesù lasciò come testamento ai discepoli raccolti nelCenacolo per celebrare la Pasqua il comandamento nuovodell’amore (...) Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri(Gv 15,17). L’amore fraterno che il Signore chiede ai suoiamici ha la sua sorgente nell’amore paterno di Dio.”

“L’amore, ricorda il Santo Padre, che è e resta il moventedella missione, ed è anche l’unico criterio secondo cui tuttodeve essere fatto o non fatto cambiato o non cambiato. (...)Essere missionari, ha aggiunto il Papa, significa alloraamare Dio con tutto sé stessi sino a dare, se necessario, anchela vita per Lui.”

Il buon Samaritano, disegno di Nino Musio tratto da: GiovanniCiravegna, La Bibbia raccontata ai ragazzi, Figlie di San Paolo, 1988.

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Fotocronaca

Il Ceppo in piazzaIn termini dialettali “Il ceppo” indica la consegna dei regali

per la Vigilia del S. Natale; termine mutuato dal passato quandoi doni venivano consegnati davanti al camino con il nonno(l’anziano di casa) che battendo con l’attizzatoio nel ceppo dilegno messo sul fuoco per la veglia di Natale, distraeva ibambini che vedevano “piovere dal cielo” i regali.

È con lo stesso spirito di un tempo che i soci del Motoclub“Il Ferraccio” Baldaccio Corse di Anghiari hanno voluto,anche per il Natale 2006, festeggiare questa particolare ricor-renza.

Una ventina di babbi Natale sono giunti nella piazza diAnghiari a bordo dei loro scooter d’epoca per consegnare atutti i bambini presenti palloni ed altri doni.

Il Motoclub ringrazia tutti gli Enti e le Associazioni chehanno collaborato con loro a questa iniziativa. (foto F. Pecorari)

Banco alimentareSabato 25 novembre si è tenuta in tutta Italia

la giornata della Colletta Alimentare.Questa particolare giornata contribuisce in

maniera sostanziosa ad aiutare la fondazione “Ban-co Alimentare” che da alcuni decenni opera inprima linea nella lotta contro la fame nei paesipoveri e non solo. Infatti il Banco Alimentare, oltreche fornire generi di prima necessità a popolazionibisognose, aiuta ogni giorno centinaia di famiglieitaliane che vivono in difficoltà economiche.

La raccolta consiste nell’acquistare alcuniprodotti indicati dai volontari che si sarebberotrovati all’ingresso di ogni supermercato. E pro-prio l’esperienza del volontario accomuna ognianno tanta gente, rendendoli partecipi di un ge-sto di carità.

Quest’anno nei supermercati di Sansepolcroerano presenti anche alcuni anghiaresi che, a finegiornata, - stanchi ma felici - hanno scattatoquesta foto. (Foto Ruggero Cambi)

La spezzatura del maialeÈ una tradizione ben consolidata nel

nostro territorio. Oggi si rischia chescompaia. È perché le case sono cam-biate (non hanno spazi per conservarela carne del maiale), le persone sonocambiate (non hanno tempo), i maialisono cambiati (non si sa che mangiano).

Ma esistono ancora pochi supersti-ti. Eccoli nella foto: la famiglia Franchinidi Tavernelle (Lorenzo e la Carla) che haprovveduto il maiale assieme ai Cagnacci(Mario detto Baffino e il figlio Alessio),nell’occasione coadiuvati da Clementede la "Scola". Il poeta, presente nelposto, ha subito cantato un’ottava com-posta per l’occasione. Poi Ale ha prov-veduto alla foto ricordo, in cui si vedeanche don Marco, che a certe occasionici tiene a non mancare. (foto Alebì)

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Ai volontaridella Confraternita di Misericordia di Anghiari

Carissime consorelle e confratelliL’anno 2006 è terminato da poco; è il momento dei bilanci delle nostre

attività e delle nostre coscienze.Questi mesi Vi hanno visti impegnati in maniera rilevante per man-

tenere alta la “bandiera” della nostra Confraternita.Siete stati presenti, fortemente presenti, in tante situazioni, a volte

dolorose, a volte gioiose, a volte ancora tristi o serene.Siete stati presenti nella giornata del malato, in febbraio, come nella

processione del Venerdì Santo, in aprile.Siete stati presenti in piazza, nella festa del 3 maggio, e presenti anche

nella bellissima assemblea di domenica 26 novembre, in occasionedell’inaugurazione della nuova autoambulanza donataci dalla “Fonda-zione Onlus Marco Gennaioli”.

E soprattutto siete stati sempre presenti ogni volta che siete statichiamati a soccorrere un nostro malato, a qualsiasi ora, di notte e digiorno, in qualsiasi angolo del nostro territorio.

Avete sempre portato aiuto e soccorso con i colori accesi dellevostre belle divise, e la Vostra presenza, composta, garbata, dignitosa,professionale, ha ogni volta confermato la missione della nostra Con-fraternita, originata dai più saldi principi di ispirazione cristiana.

Il conoscerVi ormai bene, mi convince che saprete affrontare gliimpegni del 2007 con lo stesso spirito di servizio, di carità e dedizioneche avete dimostrato in tutto l’anno appena concluso; saprete tenereben alta la fiaccola di cristiana umanità che, accesa in Anghiari dai nostriantenati quasi sette secoli fa, ci è stata tramandata di anno in anno, disecolo in secolo, per illuminare un cammino a volte non facile e spessoirto ed impegnativo, ma comunque sempre ben tracciato dalla fede edall’amore verso chi più soffre.

Con il cuore colmo di gioia e gratitudine, e, ne sono certo, anche anome di tutta la popolazione anghiarese, Vi auguro un futuro radioso epieno di soddisfazioni, per tutti Voi e per le vostre famiglie.

Che Dio ve ne renda merito.

Vi aggiorniamo sulle offerte pervenutecialla data del 31 dicembre 2006

Anonimo (C.G.) 40Anonimo (L.L.) 100Anonimo (M.E) 80Anonimo (R.M.) 25Bartolomei Annamaria 20Bernardini Dina 10Brizzi Franco in memoria di Mondani Milena 20Camaiti Derna 25Cambi Gianfranco - i familiari alla memoria 300Cambi Tristano e famiglia 30Cesari Pietro 20Cipriani Gabellini Veronica

i familiari alla memoria 85Cipriani Mafucci Emma e Del Pia Romana 100Di Lauro Laura 10Fastacchini Vally in memoria dei cari defunti 50Fausta e Giuliana in memoria di Rocchini Tilde 50Ghignoni Bruno e Luisa 25Ghignoni Vasco 100Girolimoni Giuseppe e Draghi Annamaria 25Gubbiotti Loredana 20Guelfi Mirna 25Guerrini Iride

in memoria del marito Merendelli Virus 350Inghirami Elisa in memoria dei familiari defunti 50Lodovici Gabriella in memoria di Mondani Milena 20Marinari Edoardo - i familiari alla memoria 300Martini Graziella 25Martini Lensi Malvina 50Miano Marinella in memoria di Zafferani Franco 25Mondani Mario

in memoria della moglie Senesi Faliera 315Mondani Milena - i familiari alla memoria 150Monini Santi 50Montagnoli Sergio

in memoria di Mondani Milena 20Nocentini Ivano e famiglia

in memoria di Nocentini Iris 47Padelli Alfredo 10Pallini Loris - i familiari alla memoria 220Pernici Marco 1.000Polverini Sergio 10Ricci Giovanni e Rossi Silvana 100Rosadi Dino 10Studio F10 di Boldrini 35Testerini Francesco 100Valentini Mario

in memoria della mamma Madiai Anita 41Veschi Lina Domenica - i familiari alla memoria 250

Un ringraziamento a tutti Voi

Che Dio ve ne renda merito

I nuovi iscrittial 31 dicembre 2006

Bernardini Dina, Cambi Gianna, Casacci Moreno,Ceccantini Aldo, Cortelazzi Gian Nunzio,Draghi Anna Maria, Dragonetti Maria Pia, GabrielliCarolina, Gagliostro Caterina, Ghignoni Vasco, Giorni Clau-dio, Giorni Frido, Giorni Roberto, Giovagnini Ivan,Girolimoni Giuseppe, Guidelli Aldo, Guidelli Ugo, Lani Dina,Meazzini Giustino, Meucci Giuseppe, Nocentini Severina,Palazzeschi Mario, Pallini Valfrido, Pernici Ermindo,Pernici Michele, Sandroni Eufemia, Tortori Settimio.

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”

PAOLA SALUZZI TESTIMONIAL PER LA FRATRES

Anghiarisito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Come ogni anno, anche per quello appena trascorso lanostra Consociazione Nazionale si è fortemente impegnatanel settore della comunicazione. Scopo dell’impegno, si sama è bene ripeterlo, consiste nell’operare a favore della diffu-sione della cultura della donazione tra la gente.

L’attenzione della Fratres nei confronti delle strategie dicomunicazione è andata aumentando sensibilmente durantequest’ultimo triennio, nella convinzione che la diffusione diuna corretta informazione medico scientifica e civica debbaessere veicolata da campagne di forte impatto massmediatico.

L’ultima di queste ha potuto contare sull’impegno di unnuovo testimonial, la conduttrice presentatrice televisiva Pa-ola Saluzzi. È stata lei l’ambasciatrice dell’immagine dellaFratres nel 2006. È stata scelta perché è una persona impegna-ta nel sociale e perché è una donna.

Volevamo questa volta inviare al pubblico un messaggiochiaro: le donne sono portatrici della cultura, della generositàe della solidarietà.

È stata, insomma, Paola Saluzzi a comunicare, attraverso lemodalità di volta in volta più consone, il concetto base:“Ognuno di noi può essere il tipo giusto per compiere ungesto tanto importante per la nostra società”. Dal giugnoscorso fino ad oggi Paola Saluzzi ha portato il messaggioFratres in varie trasmissioni televisive e su vari giornali ditiratura nazionale. Questo il messaggio rivolto dalla conduttricetelevisiva a tutti i donatori di sangue Fratres:

“Donare il sangue è un gesto così semplice da compiere,così nobile e buono che ancora non riesco a comprenderecome mai è così difficile considerarlo una necessità, un’azio-ne che ognuno di noi non può fare a meno di svolgere, unobiettivo da perseguire per il bene degli altri e proprio.

Perché donare il sangue è donare la vita. È donare unaparte di sé a quelle persone che dipendono proprio da questosemplice gesto, per continuare il loro cammino.

Ma a voi non dico niente di nuovo, voi sapete e vivete conla consapevolezza che la donazione del sangue non è solo unatto di generosità ma di fiducia nel bene più prezioso cheognuno di noi ha, la vita. Rappresentare la Fratres cometestimonial per la campagna di sensibilizzazione alla dona-zione, è un’opportunità che voi tutti mi avete offerto, che sto

F A T T I U N R E G A L O: D O N A!

Donare sangue è un grande regalo, che fabene agli altri e anche a te.

DIVENTA ANCHE TUUN DONATOREDI SANGUEFRATRES

V E G L I O N E DEL DONATORESabato 3 febbraio 2007 – ore 21

C A S T E L L O D I S O R C I

MUSICA DAL VIVO E RICCA CENABUFFET PER TUTTI !!!

Informazioni e prenotazioni presso l’Ufficio della PRO LOCO o quellodella Misericordia

portando avanti con grande emo-zione e che mi fa amare la vitaancora di più proprio per-ché ambasciatrice di talevalore. È convinzione dimolti che il contributo per-sonale nell’ambito delladonazione non sia fon-damentale, certo unabuona azione ma sicu-ramente non determi-nante: una goccia nel-l’oceano e come taleche ci sia o meno cosacambia? Ma se tutti lapensassimo in questomodo non ci sarebbe“oceano” e nemmeno“mare” e le vite biso-gnose si spezzerebbe-ro per la sola sbaglia-ta e scarsa conside-razione del valore diuna singola donazio-ne.

Grazie per avermi coinvolto in questo progetto di amoree solidarietà, di generosità verso un prossimo che non cono-sciamo ma che vede in noi tutti la sua àncora di salvezza, unnostro fratello la cui storia si fonderà inconsapevolmentecon quella di chi ha donato, forti della consapevolezza chela vita è quanto di più prezioso un uomo ha ricevuto dalCielo. Donare sangue deve accendere in noi un felice dub-bio: ovvero chi riceve davvero questo regalo? La persona inospedale, i suoi parenti e amici al di là del vetro di una salaoperatoria, oppure noi che diventiamo immensamente piùricchi con un solo semplicissimo gesto? Fratres per fratellan-za, per generosità, per crescita del nostro cuore, vi abbracciotutti, uno per uno.”

Paola Saluzzi

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...dal Gruppo Fratres

Quello appena trascorso è stato un anno importantissimoper il Gruppo Fratres Donatori di Sangue di Anghiari. Avercompiuto i trenta anni di vita ha significato per tutta l’associa-zione conquistare l’importante traguardo della piena maturitàoperativa. In tutti questi anni, infatti, il gruppo è riuscitointelligentemente a crescere con costanza ed a ritagliarsi unposto di tutto rispetto nel variegato mondodell’associazionismo anghiarese, soprattutto nel campo spe-cifico del volontariato d’eccellenza, divenendo una tra le piùattive realtà non solo del comprensorio valtiberino ma di tuttala provincia aretina.

Ripercorriamo, allora, le tappe salienti pensate ed organiz-zate dai responsabili del Gruppo durante tutto il 2006, percelebrare al meglio tale ricorrenza, con l’aiuto anche di qualcheimmagine tratta dall’album fotografico… di famiglia.

Iniziamo con la bella Passeggiata Ecologica nel parconaturale del Sasso di Simone del 14 maggio, con il pranzocaldo preparato dal Gruppo Fratres di Sestino per passare,subito dopo, a quella che è stata il cuore di tutte le celebrazioni:la Tre Giorni dei primi di giugno con la solenne CelebrazioneLiturgica al Santuario del Carmine, officiata dal VicarioDiocesano Mons. Giovacchino Dallara, alla presenza delleautorità civili e militari e dei presidenti nazionale e regionale deiGruppi Fratres; il concerto del Coro Polifonico di TempioPausania (Sassari) ed il rinfresco per tutti, con la mega tortadi compleanno. Come dimenticare, poi, l’attesissimo Conve-gno sulle Cellule Staminali del famoso ematologo fiorentino

In occasione della Giornata del Donatore di Sangue Fratres,nella serata di venerdì 15 dicembre si è tenuto nella Chiesa dellaPropositura un concerto di musica classica, con la specialepresenza del Sindaco Danilo Bianchi, del Comandante dellastazione dei Carabinieri di Anghiari, dell’assessore GiuseppeRicceri, della dott.ssa Paola Vannini, responsabile del CentroTrasfusionale di zona.E’ doveroso, innanzitutto, esprimere un particolare grazieall’Insigne Propositura di Anghiari che nella persona di DonMarco Salvi ha permesso che questo concerto potesse svol-gersi nella suggestiva atmosfera di questo tempio.E’ universalmente noto che questa nostra Italia sia terra diSanti , Eroi, Artisti e Navigatori ed io aggiungerei di eroisilenziosi come i donatori di sangue che, ad Anghiari, sono diun numero veramente importante. Ma Anghiari si distingueanche e principalmente come fertile terra di scrittori, poeti,validissimi artigiani ed artisti. In questa serata il foltissimonumero di presenti ha avuto la fortuna ed il piacere di assistere

ad un eccezionale con-certo in cui si sonoesibiti tre giovanissi-mi artisti, due dei qua-li anghiaresi.Al Pianoforte ha suo-nato Giulio Camaiti,studente al Conserva-torio di Firenze nellaclasse di Pianoforteseguita dal M° Stefa-no Ranieri. Durantela serata ha eseguitomusiche di Bach,

prof. Rossi Ferrini, presso la sala conferenze della Misericor-dia, strapiena di addetti ai lavori e di gente comune. Sonoancora vive, poi, nelle menti e nei cuori dei cinquantaquattroanghiaresi che si sono uniti a noi nel Pellegrinaggio a Lourdesdel luglio scorso, le emozioni vissute nei due giorni di perma-nenza in questo angolo di paradiso terrestre, durante i qualihanno condiviso con le migliaia di persone presenti preghiere,gioie, sofferenze, speranze…

Chiudiamo, infine, con la Giornata del Donatore di San-gue Fratres del 17 dicembre, come sempre molto attesa epartecipata (duecentoquaranta i presenti al pranzo sociale!),preceduta dal riuscitissimo Concerto Natalizio di MusicaClassica (leggere articolo specifico) di tre giovani strumentistilocali, nell’Insigne Propositura. Durante la serata sono statipremiati, per la prima volta nella storia del gruppo, i ventiquat-tro nuovi iscritti dell’anno 2006 e consegnati riconoscimenti atre storici volontari (Carria Eliana, Cesari Ivano, PozzoliAgostino e Tuti Tuzio ) che hanno raggiunto o superato lesessanta donazioni.

Tante e di qualità, quindi, le manifestazioni vissute nell’an-no appena trascorso e promosse dal Gruppo Fratres non soloper festeggiare il proprio trentesimo compleanno ma anche perassicurare nel paese una costante sua visibilità e ricordare atutti la propria “missione”, nel campo della donazione delsangue. Un sincero ringraziamento a tutti quelli che in variomodo hanno reso possibile tutto ciò.

Orteip ‘07

Schubert e Beethoven, concludendo con la gioiosa Danza diCl. Debussy.All’Organo Tamburini presente in Propositura, si è esibitoCesare Ganganelli, studente presso il Conservatorio di Perugianella classe di Organo e Composizione Organistica (M° Wijnandvan de Pol), eseguendo musiche di J. S. Bach, tra le quali lacelebre Toccata in Re minore BWV 565 e l’Adagio in DoMaggiore BWV 564. Il Concerto ha visto anche la partecipa-zione del M° Gabriele Menci alla tromba che si è esibito in duosia con l’accompagnamento del pianoforte che con quellodell’organo eseguendo sia musiche note (Prelude al Te Deumper trombino e organo – M. A. Charpentier) sia musiche menoconosciute, ma tutte di grande effetto.In chiusura, dopo l’esecuzione in prima assoluta dell’AdesteFideles per Tromba, Pianoforte e Organo (arrangiato dalM°Claudio Menci), il pubblico è esploso in un lunghissimostanding ovation, indirizzato ai tre protagonisti indiscussidella serata. Con questo concerto i tre giovani hanno ampia-mente dimostrato il loro indubbio valore artistico e la possibi-lità di poter conseguire ottimi successi nel mondo della musicaclassica, dando così tante soddisfazioni e lustro a questonostro paese. Dopo il concerto, presso i locali dell’Oratorio, ilGruppo Fratres ha offerto a tutte le persone presenti unmomento conviviale, con cioccolata calda e dolci tipici natalizi.Perché fare un concerto proprio il 15 dicembre? La data nonè stata infatti scelta casualmente. Tale giorno è da sempre ilprimo della Novena del Natale ed è intenzione degli organizza-tori ripetere questa manifestazione ogni anno, in tale data, perrendere ancora più solenne l’inizio di questo importante mo-mento dell’anno liturgico.L’appuntamento è quindi per il prossimo 15 dicembre, quandola Propositura di Anghiari accoglierà la seconda edizione delConcerto di Natale. Piero Lega

Tanta soddisfazione per le iniziative celebrative di tale ricorrenza

L’ANNO DEL TRENTESIMO DI FONDAZIONE SI È CONCLUSO

IL CONCERTO DI NATALEprima rassegna di musica classica

Un momento del Concerto in Propositura

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Nel grande lastricatodel nostro vecchio Anghiaritre Leonessecrescevano alla pari

Strette tra loroda una cara amiciziache ancora oggisempre ancora in vista

Fecero i bagagliAnghiari abbandonatosolo per seguireil ruolo assegnato

Una in Valdarnol’altra in Liguriain quella Genovaposata in altura

Ma il loro ricordodel vecchio paesela Grazia Boriosimai si arrese

Anche la Meryfiglia del Boncompagniche non rivedoda quasi cinquant’anni

Ma sempre con il cuorefiglie di questo paesele loro amiciziesempre a mani tese

Anche la Fedorala cara mia sorellain quei tempiera bella e snella

Nel vecchio lembodel Castello Anticodove si vissetutti con sorriso

Queste tre donneche sentono nel cuorequesto vecchio Anghiariloro primo amore

Amore di ricordidi vita lì passatala gioventùda loro tanto amata

Alla cara Graziache porgo il mio affettoanche alla Merya cuore sempre aperto

Siamo Anghiaresiormai io al tramontoma da paesanosempre io ci conto

Con la miseriache si vendeva a staiama l’amiciziaa tutti ci legava:

Le amiche del cuore: Fedora Mery Graziadi Armando Zanchi

I collaboratori delle nostre parrocchie, come sempre instancabili e geniali, si sono rimboccati le maniche anchequest’anno per allestire il presepio nelle rispettive chiese.

Così da Valealle a Tavernelle, da Toppole a Santo Stefano, da San Leo alle chiese di Anghiari, da Micciano alle chiesedi Monterchi e delle Ville, ognuno ha dato il meglio di sé.

Una simpatica ricostruzione delle immagini dei presepi come ricordo di queste opere, e anche come ringraziamentoper la generosità prestata.

Le foto sono attorno al simulacro di Gesù infante che in Propositura era stato solennemente esposto la Notte di Natale,durante il canto del Gloria in Excelsis Deo.

Il Presepio

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Il beato Bartolomeodi Emmedipì

Venerdì 5 gennaio, dopo molti proponimenti ma decisi a rintracciare il beatoanghiarese della nobile famiglia Magi, emigrato in quel di Empoli da quasicinquecento anni, siamo partiti da Anghiari per la città della valle dell’Arno.

Due giovani viaggiatori hanno accompagnato me ed Alessandro in questaspeciale ricerca.

Breve sosta a Montelupo per visitare una Mostra sulla ceramica ed unirciad un amico Empolese, Marco, che ci ha poi guidato in tutto il nostro itinerario.

Subito in Propositura dove ci aspettava Monsignor Cavini, vegliardosacerdote che saputa la nostra provenienza ci ha voluto fare partecipi di unasimpatica curiosità. Quando era titolare in una parrocchia del Mugello, fra i suoiparrocchiani c'era il nostro attuale Vescovo: Monsignor Bassetti.

Però, del beato Bartolomeo nessuna indicazione. Ci ha indirizzati comun-que da padre Lorenzo presso la chiesa di Santa Maria alla Ripa con annessoconvento francescano la cui costruzione iniziò nel 1483.

Solo che padre Lorenzo, dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, è presente inquel luogo solo da quattro anni e non è a conoscenza delle vicende del nostrobeato. Ci fa visitare la chiesa ed altri locali e ci fa omaggio di un libro* sullachiesa di Santa Maria dove forse potremo trovare qualche notizia.

Ed il libro infatti si è rivelato subito portatore di notizie ben precise. Unaveloce lettura ci conferma che una prima fase degli importanti lavori al

Un altro anellodella nostra catenache porta doloreuscire dalla scena

Il caro Virusamico da una vitaora la morte à vintocon noi la sfida

Ci à separatinel giorno di Natalecome ricordoda non dimenticare

Tanti anghiaresidevoti a questo mortolà nella Chiesanon si trovava posto

Tutti venutiad onorare le spoglieportare il salutoalla cara moglie

Alle care figliedi loro un caro ricordonella gioventùin un mondo più fecondo

Ora rattristatedal tanto doloreper la brutta mortedel caro genitore

Le ò ritrovatein questo periodo tristerecando coraggioin queste brutte piste

Alla cara sorellae al caro Falieroun forte abbraccioin questo momento nero

La morte ci strappaquesta creaturada questo Anghiaricon le possenti mura

Il nostro Virusormai lui riposae certo dal cielolui veglia la sua sposa

Concittadinida tutti noi amatied il salutoci à sempre appaiati

Ora siamo stretticon il loro doloreil nostro Virusresti con noi nel cuore

Alla cara Annaamica di vero cuoredico coraggioe avanti con passione:

Al caro Virus Merendellidi Armando Zanchi

Nella foto Mario, il capocomitiva, mentre consegna aMonsignor Cavini di Empoli il santino commemorativodel beato Bartolomeo Magi di Anghiari raffigurato inalto a destra.

complesso di Santa Maria alla Ripa terminò proprio con la morte del beatoBartolommeo [sic] d’Anghiari avvenuta l'8 marzo del 1510.

Una ulteriore notizia ci conferma che il padre guardiano Valerio Martellidecise di riportare in chiesa, presso il nuovo altare maggiore, le spoglie delbeato Bartolomeo d’Anghiari. Fu in quell’occasione che venne consegna-ta a Maurizio di Girolamo Magi la reliquia della testa del beato per esseretraslata nella chiesa della Croce ad Anghiari.

Una terza notizia ci riporta l’iscrizione nel basamento del pilastro disinistra del presbiterio: D.O.M.A. BEATI FRATI BARTOLOMEI DEANGLARIO QUI IN COELUM EX LOCO MIGRAVIT CAPITE ILLUCTRANSLATO OSSA HOC TUMULO [CONSERVATUR]

Mi sembra che ci sono valide prove per continuare la nostra ricerca.Ulteriori notizie ci verranno dai prossimi incontri e dopo che avremoparlato con il sig Michelucci, studioso e conoscitore della storia di Empoli.

Non dimentichiamo poi che la chiesa della Croce fu costruita pensandoproprio al beato Bartolomeo. Nel realizzare il nuovo orologio non cidimenticheremo di questa importante considerazione.*) Lucia Pagni e Walfredo Siemoni, La chiesa e il convento di S. Mariaa Ripa, Edizioni Del Cerro, Tirrenia 1988

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Dalle nostre Parrocchie

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La Candelora a cura di don Quinto Giorgini

Il 2 febbraio alle ore 16 a Monterchi verrà celebrata la festadella Presentazione del Signore al Tempio con la tradizionalebenedizione delle candele.

Il 3 e 4 febbraio verrà celebrata la festa patronale di SanBiagio con S. Messa alle ore 16, celebrata nell’omonima chiesaa cui seguirà la benedizione della gola.

Nei venerdì di febbraio e marzo presso il Circolo di Pocaia,dalle 21 alle 22 circa, si terrà il corso di preparazione almatrimonio per i fidanzati della zona di Monterchi. Questoavviene in base a delle richieste precise fattemi dai parrocchia-ni che ho accettato ben volentieri anche se sarà per me unulteriore impegno.

Nei giovedì di Quaresima avranno luogo gli incontri dipreghiera e di catechesi per tutti dopo cena alle ore 21 nellachiesa della Madonna Bella, seguendo lo schema diocesanodella lettura e commento della lettera di San Paolo apostolo airomani.

La benedizione delle famiglie nelle proprie case inizierà lamattina del 17 marzo per la frazione di Pianezze ed il 19 per lafrazione di Ripoli, Fonaco e Borgacciano per continuare dal 20al 24 nella parrocchia di San Biagio a Pocaia e dal 26 marzo al3 aprile in quella di Monterchi e di Padonchia.

Nel pomeriggio dei primi tre giorni di aprile verrannocelebrate le solenni Quarant’ore nella pieve arcipretura di SanSimeone in Monterchi.

Dalle ore 16 alle ore 17,30 del Mercoledì Santo si terràl’ufficio delle Confessioni nella chiesa di Padonchia.

Il triduo pasquale verrà celebrato sia a Monterchi che aPocaia secondo un orario che verrà portato a conoscenza dellefamiglie in occasione della benedizione.

Il 6 aprile Venerdì della Pasqua e Morte del Signore avràluogo, come negli scorsi anni, la solenne Via Crucis in onoredel Gesù Morto. La Veglia Pasquale La notte del Sabato Santo7 aprile preparerà la grande solennità di Pasqua e di Resurre-zione con S. Messe solenni secondo l’orario estivo.

Il lunedì di Pasqua 9 aprile si celebrano le Confessionipasquali a San Biagio e poi in questo periodo continua ilcatechismo dei fanciulli e dei ragazzi con l’auspicio di unamaggior partecipazione e impegno.

La Prima Confessione

Il 18 novembre scorso i bambini di quarta elementare hannoricevuto per la prima volta il sacramento della RICONCILIA-ZIONE.

Era un appuntamento rimandato dall’aprile, quando, a cau-sa di vari impegni, abbiamo preferito essere tutti insieme.

Grazie all’atteggiamento gioviale ed accogliente di DonMarco e alla sensibilità dei Genitori che sono stati presenti inlarga parte alla liturgia, è stata una vera festa per tutti; dopo ilmomento composto e partecipato in Chiesa, è seguito un bre-ve “dolce” incontro all’oratorio, che ha contribuito a renderegioioso un sacramento che fa ancora fatica ad essere compre-so dai più.

Dopo un’iniziale comprensibile tensione, i bambini hannosperimentato la gioia del perdono; ecco alcune loro breviriflessioni a caldo:

“dopo la confessione mi sono sentito bene e molto depuratonel cuore”“quando mi stavo confessando mi vergognavo però dopo erofelice”“ho provato tanta gioia e mi sono anche divertita”“dopo essermi confessata mi sentivo pulita”“io mi sono emozionato, perché era una cosa nuova, ma dopoero felice”“è stato molto bello sapere che Dio mi perdonava tutti i mieipeccati. Ho provato gioia ed amore”“quando ho finito di confessarmi mi sentivo libera e sollevata”“quando alla fine della confessione Don Marco mi ha messo lamano sopra la testa, non mi sentivo più emozionato, ma felice”“prima della confessione ero un po’ agitata, ma dopo mi sonocalmata: è andato tutto bene”“dopo la confessione mi sono sentito meglio; mi è piaciutoquando ci siamo messi a cantare; poi dopo c’era il dolce”“quando sono salito da Don Marco ho sentito gioia”“quando sono andata da Don Marco mi sentivo molto emo-zionata; io sono stata la terza. Siamo stati tutti bravi e poisiamo andati a festeggiare”.

Marida

Ad Assisi per il perdono28 luglio 2006

In questo grazioso paese della Toscana,arriva oggi la marcia francescana.Allegra e fraternaproveniente dal santo monte de la Verna.Le orme di Francesco seguiamoe verso Assisi andiamonoi marciamo con fatica e sudorema la gioia ci riempie il cuoredomani continueremo a camminare verso Assisie vi ringraziamo dei momenti qui condivisi.

I marciatori della ToscanaXXVI Marcia Francescama“Illumina il cuore mio”

Nozze d'oro a Pocaia

Il 28 gennaio 2007 i coniugi Azelio Blasi e Anna MariaMancini, circondati dai loro figli e nipoti, hanno celebratole nozze d’oro con la benedizione papale richiesta dalparroco don Quinto. La cerimonia si è svolta nella chiesaparrocchiale di San Biagio a Pocaia presso la quale iconiugi Blasi trascorrono le ferie estive,

Auguri anche dal nostro periodico l’Oratorio di Anghiari.

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Luci nataliziee presepi a S. Stefanodi MG

Puntuali come sempre i festarini, assieme ad altri infaticabilicollaboratori, si sono prodigati per rendere un Natale di tuttorispetto mettendo in bella mostra in primo luogo il presepesuperando ogni migliore aspettativa.

In più questo gruppo di lavoratori instancabili ha provve-duto ad installare le luci natalizie, e dovranno provvedereanche a smontarle, rinnovando tutte le cordonate e il viale siè illuminato di un nuovo splendore.

Oltre all’impegno di lavoro tutto ciò è costato anche unnotevole sforzo economico. Pertanto si ringrazia chi ha presta-to la propria opera (di montaggio e smontaggio i quali noisappiamo chi sono) e un ringraziamento particolare ai commer-cianti della Stazione e a tutte quelle persone che hannopartecipato con il loro contributo.

Un augurio dalla Comunità, vi siamo grati e state pronti peril prossimo anno.

Finalmente siamo caldiSono già in funzione e si fanno sentire i nuovi radiatori nella

chiesa di Santo Stefano.Quest’opera è stata realizzata grazie al lavoro di persone

che hanno prestato la loro opera o la loro offerta (continua laraccolta perché l’impegno di spesa è stato notevole).

Grazie a don Marco che si è impegnato in prima personafacendo sì che questa iniziativa si sia potuta realizzare.

Grazie a tuti voi che ci avete aiutato.Restiamo in attesa dei vostri contributi. Chi lo vuol fare si

può rivolgere a Giovanni Valbonetti, Gastone Mafucci e MeriChiarini.

Per la prima volta nella nostra Parrocchia, sono stati orga-nizzati degli incontri fra adulti, per poter vivere meglio la nostravita di cristiani, all’interno delle nostre famiglie.

Questi incontri servono ad arricchire la nostra scarsaconoscenza sulla parola di Dio e sul Vangelo.

Il punto di partenza è l’opuscolo consigliato dalla nostradiocesi a tutte le parrocchie per i centri di ascolto. Taleopuscolo esamina la Lettera di San Paolo ai Romani, divisa indiversi incontri.

Ogni due settimane ci ritroviamo con il nostro parroco donRomano, abbiamo potuto anche commentare i Salmi e confron-tarci sulle varie problematiche che ogni giorno ci affliggono.

Scambiandoci pareri vari ed ascoltando le sagge parole delnostro parroco, che con tanta cultura ed altrettanta pazienza,vuole farci ripercorrere con fermezza, la storia dei popoli e delnostro Padre Celeste!

È molto bello questo arricchimento che colma le nostrelacune, rasserena il nostro animo ed è un aiuto anche per lanostra vita sociale.

Infatti stando insieme, possiamo scoprire e capire megliole esigenze della nostra collettività!

Grazie alla nostra animatrice Laura, che Dio ha volutomandare per noi, per aiutarci in vari cammini spirituali!

Speriamo che tutto ciò continui richiamando sempre piùpersone e tutti insieme possiamo così trascorrere al meglio legrigie giornate dell’inverno!

A Tavernelle nozze d'oro dei TavernelliDomenica 25 febbraio Francesco Tavernelli ed Emola Romolini festeggeranno il loro 50° anniversario di Matrimonio. Si erano sposati,infatti, proprio il 25 febbraio del 1957 nella chiesa della Lama di Caprese Michelangelo davanti al parroco don Giuseppe Barindelli.I nipoti ci hanno fatto pervenire in redazione una bella foto, quella del giorno del Matrimonio dove Emola accompagnata dal fratello

(il babbo era mancato in tempodi guerra) e seguita dal futuromarito e da alcuni familiari edamici si avvia a piedi verso lachiesa dove sarà officiato ilrito. La stessa Emola ci ha poiraccontato con orgoglio che alpranzo nuziale fu servito addi-rittura ad ognuno un tordoarrosto girato.I due “novelli sposi” si ritro-veranno con parenti ed amicinella chiesa di Tavernelledomenica 25 febbraio alla S.Messa delle 11 assieme a tut-ta la Comunità, per ringraziareil Signore del loro amore edella loro fedeltà.Ai due festeggiati giungano,insieme agli auguri di amici econoscenti, anche i compli-menti dell’Oratorio.

La Redazione

Un inverno più vivo nella Parrocchia di San Leo

Il Centro di ascoltodi Maddalena Chieli

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Ammalato e mortodi Lamberto Ulivi

Non sono passati molti anni da quando nella civiltà contadina s i doveva fare di tutto con grande perizia: dalla seminaalla raccolta, dalla potatura delle piante alla muratura di un capanno per gli attrezzi agricoli.

Per assistere poi gli animali malati o partorienti bisognava improvvisarsi veterinari. Si ricorreva agli artigiani soloquando occorrevano cose specifiche come calzature, mobilio, carpenteria od altre cose simili ed era il capoccia, cioè coluiche nella famiglia curava gli interessi, che li chiamava a seconda delle necessità.

Un giorno il capoccia di una numerosa famiglia chiamò un calzolaio per soddisfare le esigenze di coloro che avevanobisogno di scarpe. Allora tutti gli artigiani lavoravano a giornata e, per un guadagno maggiore, cercavano di protrarre ladurata del lavoro il più possibile ricorrendo anche a qualche espediente.

Il nostro calzolaio, arrivato di prima mattina, si mise al lavoro e, intenzionato a perdere un po’ di tempo, disse al capoccia:“Vi voglio raccontare com’è morto il mio babbo!”

Il capoccia molto astuto, tagliò corto e disse in dialetto: “Calzoleo ce lo raccontète a tavola come è morto il vostro babo.”Infatti era usanza che le opere (ovvero coloro che prestavano la loro manodopera) rimanessero a pranzo dalla famiglia

committente il lavoro. Il calzolaio capì l’antifona e riprese il lavoro senza più fiatare.All’ora di pranzo tutti si sedettero attorno alla tavola per mangiare e fu in quella occasione che il capoccia chiese al

calzolaio: “Calzoleo, com’è morto il vostro babo?”Il calzolaio, che aveva una fame da lupo, rispose frettolosamente: “Amalèto e morto fu tutt’una” e si mise a mangiare

con lena.La miseria era così imperante che né l’uno né l’altro potevano permettersi di perder tempo in chiacchiere.

PieroRiguardo alla definitiva sistemazione della Madonna del Parto ancora molte dichiarazioni e proposte anche in vista dell’anno

pierfrancescano appena cominciato.L’ipotesi di collocarla nel Palazzo Massi ogni tanto ritorna sul tappeto. Certamente tale edificio è un bel palazzo ma non certo

un luogo sacro e quindi se non va avanti il progetto di trasformare la casa comunale, in cappella, decade la possibilità ditrasferimento. Ipotesi più fattibile potrebbe essere quella di trasferire l’affresco, dopo determinate condizioni di restauro, nellavicina chiesa di San Benedetto, fra l’altro lasciata libera dalla Fraternità di Betania e che potrebbe essere donata al Comune dallaComunità assieme alla sacrestia e alla foresteria.

Questi luoghi, con i dovuti restauri approvati dalle Belle Arti e dal Ministero per i Beni Culturali, potrebbe essere la sedeadeguata per questa opera così importante per Monterchi. Invece di fare un’altra chiesa abbiamo quella da restaurare e daconsolidare e poi abbiamo proprio di fronte il luogo dove è custodita provvisoriamente e che potrebbe rimanere come ulterioremomento culturale relativo all’opera di Piero.

La promozione di ogni uomoLe nostre parrocchie, per i mercatini delle Tende di Na-

tale, hanno raccolto la somma di 1120 Euro. Grazie al contri-buto fattivo di molte persone che ancora una volta hannosfidato egoismo e falso perbenismo e si “sono data da fare”per preparare dolci, biscotti, castagnole ma anche oggetti epiccoli regali da vendere poi all’uscita delle chiese. Ma ve-diamo insieme che cosa sono le “Tende di Natale”, a cui lenostre Parrocchie contribuiscono da alcuni anni.

Con il nome “Tende di Natale” si intende un importantegesto di carità nato nel 1990 per sostenere i primi volontariraccogliendo fondi e facendo conoscere il loro lavoro a fa-vore delle popolazioni più fragili. All’inizio era un semplicebanchetto allestito fuori da un supermercato in Lombardia,poi il gesto è cresciuto in numero e quantità, ma senza ilpretesto di trovare risposte, né realizzare azioni filantropi-che, ma per imparare attraverso un gesto semplice che lalegge vera dell’esistenza è la gratuità e la carità.

Ogni anno le Tende aiutano paesi in difficoltà, tenendol’occhio verso quel modello di sviluppo proposto quarantaanni fa dall’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI: “difronte a questi problemi, non basta l’opzione economica”diceva Paolo VI, “per essere autentico sviluppo deve esse-re integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogniuomo e di tutto l’uomo”.

È quanto afferma Benedetto XVI nella Deus Caritas Est:“L’amore - caritas – sarà sempre necessario, anche nellasocietà più giusta. Non c’è nessun ordinamento statalegiusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore.Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsidell’uomo in quanto uomo .”

Quest’anno i progetti delle Tende erano cinque:LITANI: il fiume della convivenza - Acqua e sviluppo rura-le per gli agricoltori in Libano.BETLEMME: rinasce la speran-za - Sostegno a una scuola per1.000 bambini in Terrasanta  LIMA: la tenerezza sfida il de-grado urbano - Educazione, curae lavoro per 250 famiglie in Perù.KOSOVO: seminare il futu-ro - Sviluppo e formazioneper giovani agricoltori.NORD UGANDA: ilmiracolo della vitanell’emergenza - So-stegno alla pediatriadell’ospedale diKitgum.

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La Banca vi porta in gita...a cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

Tra le numerose iniziative che la Banca diAnghiari e Stia realizza, nell’arco dell’anno, in favo-re della propria compagine sociale, particolare rilie-vo riveste la “gita sociale”.

Si tratta infatti di un’occasione per ravviva-re lo spirito di appartenenza e di partecipazione deisoci alla vita della Banca, per approfondire la cono-scenza e l’integrazione reciproca, per diffondere,anche attraverso momenti di svago e di divertimen-to, i valori dello “stare insieme” e della “cooperazio-ne”, che sono alla base della natura stessa dellaBCC.

Una prima gita si è svolta dal 1° al 3dicembre 2006 ed ha avuto come meta i caratteristi-ci “Mercatini di Natale” dell’Alto Adige e dell’Au-stria. L’adesione è stata notevole e tutti i partecipan-ti hanno espresso soddisfazione per l’ottima orga-nizzazione e per il clima di allegria e serenità che ha

contraddistinto il fine settimana.Per il 2007 la Banca ha predisposto un calendario di gite che si svolgeranno lungo tutto l’arco dell’anno. Il

programma si articola in una variegata serie di itinerari, differenti per durata e periodo di effettuazione, al fine di venireincontro alle molteplici esigenze della compagine sociale.

Ricordiamo anche che una prima gita è stata programmata per i giorni 10-11 febbraio a Venezia in occasionedella pittoresca cerimonia di apertura del Carnevale: anch’essa, come quella ai mercatini natalizi, ha registrato inpochi giorni il tutto esaurito.

Ogni gita prevede la differenziazione tra la quota di partecipazione per i soci e figli di soci di età inferiore ai18 anni e quella per gli altri eventuali accompagnatori.

Proponiamo qui di seguito il calendario delle prossime iniziative, precisando che le stesse sono state megliodettagliate in una lettera inviata direttamente al domicilio di tutti i soci, unitamente all’indicazione delle quote dipartecipazione, dei termini e le modalità per l’iscrizione.

Questo il programma delle gite per il 2007

10-11 febbraio - Carnevale di Venezia

Visita alla città in occasione della cerimonia di apertura del tradizionale Carnevale. - Al momento risultano già esauriti i postia disposizione.

16-23 aprile - Tour “Cuore dell’Andalusia”

Viaggio Aereo A/R Bologna-Malaga; pullman a disposizione per la visita delle più importanti città dell’Andalusia: Malaga,Ronda, Siviglia, Granada, Cordoba.

25-27 maggio - Croazia

Visita in autobus alle Grotte di Postumia, all’Abbazia di Opatija e al Parco naturale di Plitvice. Al rientro visita dei principalipaesi dell’Istria: Pola, Rovigno, Parenzo e Umag.

3-7 ottobre - Crociera Costa Romantica “Isole delle perle”

Crociera sul Mediterraneo con partenza da Savona e visita alle città di Ajaccio, Palma di Maiorca e Barcellona.

dicembre - Mercatini di Natale - 3 giorni

Visita in autobus in Alto Adige con itinerario analogo a quello già proposto per il 2006.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il Presepio e la Compagnia

La Compagnia ne ha fatta un'altra delle sue: si è propostaper la realizzazione del Presepio in chiesa. La mente dell'inizia-tiva è, come sempre, di Massimo Fragai del Bagnolo che insie-me ad Alfredo Giovagnini hanno proposto di costruire un pla-stico della valle del Sovara secondo le indicazioni dell'archivioLeopoldino del 1800. Allora l'idea di reperire un po' di"manovalanza" si è concretizzata nella Compagnia e così i nove"volontari" hanno cominciato ad adoperarsi con tutte le loroenergie. E non manca davvero nessuno: Luciano fa il murato-re, Andrea il falegname, Claudio l'idraulico (per fare il fiumecon l'acqua scorrevole), Lorenzo il ragioniere (ci vuole anchechi approvvigiona le scorte di materiale), Adriano ha reperitol'oro per il primo re magio e infine Alessandro che coadiuva ilCamerlengo Baggi impegnato a rifornire ogni serata di vinsanto.

Il risultato è stato molto apprezzato, anche se la realizzazio-ne completa dell'opera potrà avvenire solo il prossimo anno.Nel Natale 2007 ogni casa riprodurrà fedelmente le vecchiecasa coloniche e i mulini esistenti all'epoca nella bella valledella Sovara. Per quest'anno è andata!

Bambini, Befana & Co.di Laura e Chiara

Anche quest’anno come di consueto lasera del 5 Gennaio si è svolta la tradizionalerecita interpretata dai bambini del catechi-smo di Tavernelle. “Fiaba di Natale” è iltitolo dello spettacolo; la natività racconta-ta dall’entusiasmo delle stelle che si fannobelle per il grande momento, dal sole, dallaluna e non solo, da una famiglia come tanteche attende con speranza la venuta di Gesù.

I bambini hanno partecipato attivamen-te alla recita con entusiasmo e allegria ed èper questo che vogliamo ricordarli tutti:Niccolò, Cecilia, Giulia, Agnese, Iacopo,Domiziano ,Luca, Gabriele, Noemi, France-sca, Sofia, Daniele, Chiara, Gabriele, NoemiC. , Nicola, Serena.

Come da tradizione, non sono mancatele Befane, che sono arrivate a fine serata

premiando i piccoli attori con calze piene di dolci.Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato

nell’allestimento della scena e nella preparazione dei vestiti, etutti i genitori per la loro disponibilità.

L’appuntamento è al prossimo anno!!!!

Le Compagnie si radunanoIl 15 dicembre scorso abbiamo fatto a Tavernelle una

riunione con tutte le Compagnie di Anghiari. Erano presenti:la Misericordia, la Compagnia del Gesù Morto, quella diMicciano, di Casenovole e, naturalmente, quella di Galbino. Ilraduno è iniziato con la S. Messa celebrata da don Marco e poici siamo trasferiti al centro parrocchiale per la cena con labruschetta e l’olio nuovo. L’iniziativa è riuscita bene, e conl’occasione desidero ringraziare i partecipanti e chi ha collabo-rato. Grazie anche a Mario Del Pia che per l’occasione avevacomposto una ottava.

Nello scorso mese di novembre alcuni confratelli hannoprovveduto a riscuotere la tassa annuale. A fine 2006 i sociiscritti alla Compagnia sono 108, mentre segnaliamo anche i treconfratelli deceduti in questo anno.

I prossimi appuntamenti della Compagnia saranno il pran-zo che si terrà domenica 18 febbraio e la presenza ai riti dellaSettimana Santa a Tavernelle e ad Anghiari.

Il Camerlengo

AvvisoSi comunica che dal 1° gennaio la S. Messa do-menicale viene celebrata alle ore 11 e non piùalle 11,30.

Un ringraziamentoLa Carla Franchini si fa interprete dei sentimenti del Coro

Parrocchiale nel ringraziare, per la loro disponibilità, LucaBartolomei e Andrea Rossi che hanno accompagnato i cantidelle celebrazioni natalizie. I due giovani suonatori intendo-no inoltre proseguire con questo servizio anche tutte ledomeniche alla Messa.

Allora concludiamo con un augurio: avanti così!

Nella foto sono ritratti in una simpatica posa i ragazzi che loscorso 5 gennaio hanno presentato al numeroso pubblico accor-so un recital natalizio nella chiesa di Tavernelle. Nella stessa oc-casione sono stati visitati dalla Befana che gli ha lasciato una cal-za con dolci e caramelle. La settimana seguente si sono godutiinvece la cena preparata dalla Chiara e dalla Laura, come meri-tato compenso.

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La vignetta di Scacciapensieri:

Meglio prevenire!

Giovinettadi Franca Ciucoli

Spesso col pensieroritorno al mio passatoquando timidi passi muovevoverso la vitateneri desideri affollavanoil mio cuorefrasi stupide e spiritosenascondevano le mie paure.Mi credevo adultae non lo ero.Ingenua e cristallinapensavo al mio avvenirecome ad una favola rosa.Sorrido orae una grande tenerezzami pervade.Una sola cosa mi rimprovero:di non aver saputo assaporareil mio sbocciarenon sapendo quanto breve fosseil mio fiorire.

Il passerottodi Vera CucciniIl vento gelido del Nordsibila tra i rami dei cipressi,tutto è coperto di candida brina,ricami di ghiaccio velano i vetri,il silenzio d’un’altro mondoaleggia nella piccola stradanel primo mattino invernale.Ad un tratto mi scuotedall’immobile contemplazioneil “cip” tremulo d’un passeroinfreddolito, posatosi sul murettodinnanzi alla mia finestra.Lo guardo con dolcezza,sembra volermi dire qualcosacon il cinguettio triste.Si muove a saltelli intornoad una macchia scura...Fisso lo sguardo attentoe riesco a capire tanta pena.Un altro passerotto giacemorto sul muro gelato...Il freddo della nottes’è portato via senza pietàquella piccola tenera creatura.

La raccolta delle olivedi Roby 47

Raccogliere le olive è divertentenon per tutti ma per me sicuramentene ho raccolte molte, anzi tante.Sono dovuto andare in quel di Romae ho riportato tanta roba buonaper servire amici e parentispero siano rimasti anche contenti.L’olivo dà un frutto prelibatoper dar gusto agli occhi e al palatopenso di ringraziare chi l’ha creato

Casale 2006

Il novembre settembrino del 2006Le foglie umide si dilettano ad assaporare la residua linfa vegetativa degli ultimi giorni di novembre.Una fitta nebbia avvolge le guglie e le torri del paese antico e per Viale Antonio Gramsci le ultime foglie bronzate e striatedi ruggine si beano delle goccioline di rugiada che su di esse si sono formate durante la notte fresca.Lungo i lati del viale e sotto le panchine s’ammucchiano le prime foglie cadute al soffio di un leggero vento della prima tra-montana.E’ il presagio dell’inverno che s’avvicina ed un’estate ormai lontana che ci ha lasciati con tutte le sue bellezze, le sue tri-stezze ed amarezze, dalle guerre nel Medio Oriente, alle miserie senza fine dell’Africa, al maremoto di New Orleans, alle terri-bili ed incessanti cronache nere di ogni santo giorno. Uno è costretto a domandarsi: “Ma quando finirà il tormento di que-sta umanità inquieta e senza pace? Ma perché deve essere tanto difficile seguire l’insegnamento del Dio Universale :-Amail prossimo tuo come te stesso? Questo risolverebbe tutti i problemi del mondo, piccoli e grandi.Amo questo periodo dell’anno, non solo per l’arrivo delle celebrazioni del Santo Natale e del Capodanno ma perché la bel-lezza del rigido inverno comincia a diventare palesemente evidente. Uscire nelle giornate fredde, bearsi di quell’aria fresca ecorroborante specialmente quando il cielo è terso che fa sognare il rientro a casa e le dita formicolanti che cercano le brac-cia aperte dei nipotini ed il calore di un camino acceso. Lela Lega

25 dicembreUn giorno voglio vedere il Mondo,non solo la Terra,ma anche l’Universo.Quando naturalmente sarà il momento,vedrò tutto e anche di più,perché vedrò il Creatore.

Franco Berlicchi

Babbo Natale si fece male!!!L’altra notte Babbo Nataleera solo e si fece male.Allora prese una pasticchinache però era troppo piccina.Poi andò dalla Befanache gli diede una tisana.E da allora si sentì più sue arrivò fino in Perù.

Lucia Scartoni

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Assemblea della carità del 26 novembre 2006Un grazie alla signora Carla Masetti Gennaioli

L’annuale assemblea della carità che tradizionalmente teniamo ogni ultima domenica di novembre, festa della Misericordia,quest’anno ha rivestito un significato del tutto particolare, avendo avuto in programma, fra le altre cose, anche l’inaugurazionedi una nuova autoambulanza donataci dalla “Fondazione Onlus Marco Gennaioli” di Anghiari.La storia della nostra Confraternita di Misericordia di Anghiari ha origini lontane. Pochi anghiaresi, a metà del 14° secolo edesattamente nel 1348 danno vita alla “Compagnia di Santa Maria della Misericordia” detta “Compagnia dei Neri”. L’Associazionenasce per seppellire i morti e per portare cibo ai poveri ammalati durante il periodo della “grande peste” o “peste nera”, che inquegli anni sconvolge l’intera Europa mietendo vittime per oltre un terzo della popolazione; negli anni successivi gli aderentia questa Compagnia portano inoltre generi alimentari ed assistenza ai poveri, ai detenuti della prigione pubblica, edaccompagnano infine al luogo del supplizio i condannati a morte del tribunale di Anghiari. Queste attività proseguono nei secoli,naturalmente modificandosi nelle modalità di intervento in base alle esigenze e ai mezzi a disposizione, ma sempre mantenendoi concetti di gratuità e volontariato che le accompagnano sino ai giorni nostri. Nel 1564 nasce la “Compagnia dello Spirito Santo”poi “Confraternita di Misericordia”; si passa così ai primi soccorsi dei poveri infermi e al trasporto dei malati gravi in tutto ilComune con lettighe a spalla.Ci sono poi periodi ed anni che mettono a dura prova le capacità e l’organizzazione dei volontari anghiaresi; fra questi, la nuovaepidemia di peste del ‘600, l’epidemia di tifo del 1817.

Dopo il 1800 si hanno i primi trasferimenti dei malati all’ospedale di Sansepolcro su lettighe trainate dai cavalli, a volte instaffetta con la Confraternita della cittadina Biturgense. Il 1° luglio 1870 Anghiari ha il suo primo “Ospedale della Misericordia”,munito di 10 letti e fortemente voluto dalla nostra Confraternita. L’ospedale, fra alterne vicende, passa poi allo Stato e vienedefinitivamente chiuso nel recente 1984.

L’attività della Confraternita di Misericordia dei giorni nostri credo sia sotto gli occhi di tutti.Ciò che in conclusione desidero sottolineare è un fatto ben preciso; il dolore della morte nella pestilenza del 1348 ha acceso

in Anghiari una fiamma, una torcia. Questa fiaccola della carità, ha attraversato sette secoli di storia anghiarese senza maispegnersi; è arrivata sino a noi, di anno in anno, di secolo in secolo, passando di mano in mano sempre tenuta alta dai nostrivolontari, di ieri, di oggi, accomunati, i volontari di ieri e quelli di oggi, da una salda ispirazione cristiana predicatrice di operedi carità verso il prossimo.

E oggi abbiamo potuto inaugurare una nuova ambulanza.E allora, cosa c’entrano sette secoli di storia?C’entrano, eccome!Dal dolore della morte nasce sette secoli fa la Compagnia di Santa Maria della Misericordia.Dopo sette secoli, si rinnova per noi quasi un miracolo.Dal dolore della morte nasce una fondazione; nasce la “Fondazione Onlus Marco Gennaioli” di Anghiari.Dal dolore della morte, la “Fondazione Marco Gennaioli” regala un’autoambulanza nuova alla Confraternita di Misericordia

di Anghiari, ambulanza che è speranza di soccorso e di vita per tutti noi.Ed allora, cosa può dire la Confraternita di Misericordia di Anghiari alla “Fondazione Marco Gennaioli”; cosa può dire il

Governatore al presidente dellaFondazione e alla sua famiglia! Cosaposso dire alla signora Carla MasettiGennaioli, che prima di essere pre-sidente della Fondazione è la mam-ma di Marco Gennaioli, è la mammadi un figlio che oggi non c’è più,anche se solo fisicamente oggi nonc’è più!

Posso solo dire che la nostrafede cristiana ci insegna che nellacertezza della morte e del suo dolo-re, ci sono la speranza ed il miracolodella resurrezione.

Ed allora, Signora Carla, grazie anome mio personale, a nome di tuttii confratelli e consorelle della no-stra Confraternita, a nome di tutta lacomunità anghiarese.

Grazie, e che Dio gliene rendamerito.

Nella foto a destra la signora CarlaMasetti Gennaioli ed i volontari dellaMisericordia davanti alla nuova am-bulanza

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Ginetta GennaioliCittà di Castello, 12 dicembre 2006

Ginetta Gennaioli, deceduta in Miami-FL (USA), l’8 marzo 2005, ha voluto lasciare una signifi-cativa offerta alla Propositura di Anghiari, come segno tangibile dell’affetto che la legava allasua città natale.Dopo la morte della madre, Ginetta lasciò Anghiari, prima per gli studi, poi per il lavoro; le vicendedella vita e il matrimonio l’hanno portata a vivere in Portogallo e negli Stati Uniti d’America, dovetutti coloro che l’hanno conosciuta e amata conservano di lei un ricordo di persona eccezionaleper la sua forza, per la sua vitalità, per la capacità di sapersi fare apprezzare in ogni situazione.Diceva ai parenti italiani che si sentiva sempre sorretta dall’amore della sua famiglia, alla qualeera profondamente legata e dalla venerazione per la figura della madre che, nonostante lesofferenze fisiche derivatele dalla grave malattia che l’aveva colpita, aveva saputo trasmetterleottimismo e fede profonda.Aveva un legame forte con il padre Dott. Marco Gennaioli, che era fiero di questa figlia“giramondo” e con l’amatissimo fratello Gino e il nipote Marco.Era rimasta profondamente sconvolta per la prematura scomparsa di Marco e riteneva un attoaltamente generoso e degno di lode la Fondazione a suo nome fortemente voluta dalla madreCarla.Anche Ginetta ha saputo affrontare personalmente, con il coraggio che la caratterizzava, l’ultimaprova della sua vita e così, forte e generosa, tutti la ricordano.

Andrea e Arcangelo FeligiottiLe notizie sulla famiglia di organari Feligiotti sono talmente

scarse, che solo i rari strumenti conservati, da lui costruiti frala fine del Settecento e i primi anni del secolo successivo,costituiscono, per ora, le fonti più attendibili per la conoscenzadella sua attività e dei suoi indirizzi artistici. Lo strumento diSant’Agnese in Arezzo, come questo conservato in Anghiari,indicano concordemente una dipendenza dell’autore dallascuola veneta più che da quella toscana. Ne fanno fede lemisure delle canne con la bocca sopra il crivello e il labbrosuperiore a scudo per quelle di facciata, la presenza dellaCornetta (nello strumento di Sant’Agnese) a cuspide neiregistri da concerto, il Tirapieno derivato nella realizzazionetecnica da quello a manovella dei veneti.

Anche nella disposizione delle canne di facciata e nellaadozione di alcune soluzioni nella meccanica dellecatenacciature e suoi organi ricordano quelli nacchiniani; è delNacchini infatti l’organo del 1747 nel Duomo di Urbania, cittànatale del Feligiotti.

* * *

Andrea Feligiotti nasce nel 1760 da Pier Giovanni Feligiottiad Urbania, in provincia di Pesaro. Appartiene ad una famigliadi organari, tra i quali il più noto è Arcangelo, nato nel 1729.Arcangelo, attivo nella seconda metà del XVIII secolo nelle

Marche e in Toscana, è il fondatore di una officina per lacostruzione di organi, continuata poi da Andrea. Si trasferiscead Arezzo nel 1770 dove rimane fino alla morte (1796) perportare avanti la sua professione di restauratore di organi efonditore di campane.

Andrea Feligiotti inizia l’attività come riparatore ed accor-datore dell’organo della Cattedrale della sua città (1781) erimane in tale carica quasi ininterrottamente sino al 1828.

Anche lui verso la fine del XVIII secolo risulta particolar-mente attivo nell’aretino, per restaurare e costruire organi,alcuni dei quali si conservano tuttora, pressoché intatti.

Muore nella città natale il 13 marzo 1835.

Lo strumentoChiesa dove si trova l’organo: Badia di San Bartolomeo Apo-

stolo.Costruttore: Andrea Feligiotti.Data: 1804.Ubicazione: nella cantoria sopra la porta d’ingresso.Tastiera: 45 tasti (Do1 – Do5), prima ottava corta.Pedaliera: 9 pedali (Do1 – Do2).Registri: Principale Basso, Principale Soprano, Ottava, Quin-

ta Decima, Decima Nona, Vigesima Seconda, Vigesima Se-sta, Vigesima Nona, Voce Umana, Flauto.

Somiere: a tiro.

L’organo della BadiaLa parrocchia di Anghiari, mentre annuncia che nei prossimi mesi verrà inaugurato il restauro dell’organo antico della

chiesa di Badia, vuole rendere pubblico che la somma di denari generosamente messi a disposizione per volontà di GinettaGennaioli, verrà utilizzata proprio per il ripristino di questo importante bene ormai da troppi anni rimasto quasi dimenticato.La somma verrà utilizzata sia per il restauro vero e proprio dell’organo che della cassa lignea che lo racchiude sia perl’adeguamento dell’impianto elettrico e delle opere in muratura resesi necessarie.

Alla famiglia la vicinanza della parrocchia per la scomparsa di Ginetta e l'assicurazione del ricordo nelle preghiere. Graziea questo gesto la Comunità si riappropria di un bene artistico di grande valore, che per decenni ha accompagnato con lapropria musica le vicende liete e tristi della gente di Anghiari.

Qui sotto trovate una scheda tecnica dell’organo della Badia curata dallo studente di organologia Cesare Ganganelli.

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Adamo Balzani, PadonchiaAdelaide Ferlesi, BresciaAdelmo Bassani, Campo FieraAdelmo Mencarini, MotinaAdina Dini, CorcianoAdriana Conti, BorghettoAdriana Cristini, GenovaAlberica Barbolani, Borgo CroceAlbertina Romanelli, MonterchiAlberto Montini, MonterchiAlessandra Guadagni, S.SepolcroAlessandro Vichi, MarylandAlfonso Sassolini, SpicchiAmalia Salvi, Mura di sopraAndrea Rossi, MolindagnoloAngelo Morvidoni, C. FieraAngiolino Roselli, CordoniAngiolo Magri, RenicciAngiolo Meozzi, CrocifissinoAngiolo Nevistrelli, TavernelleA. Maria Bartolomei, Via NovaA. Maria Noferi, Piazzetta CroceAnna Pericchi, MurellaAnna Polverini, Borgo CroceAnnunziata Del Pia, SansepolcroAnselmo Meucci, ScoianoAntonella Piantini, CasentinaAntonietta Olivieri, GrossetoAntonio Zanchi, BoliviaAntonio Zineddu, TavernelleApollonia Buscosi, CerbaiaAssuntina Fabbriciani, La FonteB e T Sperry, Casa Nova LaniBarberia Ottavio, Piazzetta legneBenedetto Papini, Via della DoganaBenito Raffaelli, Viale StazioneBrunero Gaetani, CampallaBruno Bianchini, ViamaggioBruno e Luisa GhignoniBruno Polverini, PocaiaBruno Valbonetti, PerùBruno Zanchi, Via GaribaldiCarla Poggini, Ponte SospiriCentro Aggregazione SocialeCesarina Donati Sarti, P SospiriClara Giornelli, CarboncioneConforta Leonardi, TavernelleCosetta Cestelli, MotinaCostantino Mondani, GualchieraDario Torelli, ViaioUna personaDelfo Meazzini, TerratoDelfo Venturi, CasacciaDelia Bartolini Tognetti, PisaDerna Camaiti, Poggio del soleDonatella Riccardi, ColleDonatina Giorni, Quarrata

Duero Nocentini, IntoppoDuilio Polcri, MaravilleElena Primitivi, Borghetto di sottoElena Sassolini, TerratoElida Bianchi, Piazzetta delle legneElisa Inghirami Pacini, Via FossaElvira Barfucci, TavernelleEmanuela Casi, BolognaEnrico Baglioni, InfrantoioEnrico Piomboni, GiardinellaEnzo Papi, SansepolcroErmindo Pernici, Ponte CarlettoErminio Staccini, BorghettoErnesto Dragoni, Campo FieraEugenio Guadagni, TavernelleEva Senesi, TavernelleFabio Dragoni, Borgo CroceFabrizio Nasini, InfrantoioFaliero Merendelli, Borgo CroceFamiglia Merendelli, Campo sportivoFederico Maurizio, Ca’ del BoccaFedi Alvaro, CarmineFernando Olandesi, GiardinellaFernando Paletti, CasanovaFilomena Luongo, Via CarmineFranca Ciucoli, Portaccia di fuoriFrancesca Boschi, MotinaFrancesca Carboni, Borgo CroceFrancesco Bruschetti, PalazzoFrancesco Ceppodomo, Borgo CroceFrancesco Crociani, S. SimoneFrancesco Maggini, Ponte PieraFrancesco Sassolini, ValdimonteFranco Acquisti, BadiaFranco Brizzi, RomaFranco e Iride Testerini, Via LibbiaFrido Giorni, Via di San LeoFulvio Floridi, Borgo CroceGastone Mercati, IntoppoGheldo Marghi, BagnoloGianfranco Citernesi, Via CarmineGianpaolo Gattari, Via FossaGino Giabbanelli, TerratoGino Giovagnini, TavernelleG. Battista Franchini, TavernelleGiovanna Ottobri, CalenzanoGiovanni Bianchini, Palazzo del PeroGiovanni Foni, Ca’ de’ FratiGiovanni Giorni, Gardone V.T.Giuliano Donati, RenicciGiuliano Polverini, MonterchiGiulio Bianconi, TavernelleGiuseppa Capucci, BoziaGiuseppe Acquisti, FaggetoGiuseppe Del Pia, Via di San LeoGiuseppe Leonardi, BagnoloGiuseppe Matteucci, Ponte Sospiri

Giuseppe Sassolini, SansepolcroGiuseppe Sperone, Piazza MercataleGrazia Giabbanelli, Campo FieraGraziano Bartolomei, Campo FieraGraziano Zanchi, Campo FieraIlva Franceschi, Borgo CroceIvano Cesari, Via del CarmineIvano Leonardi, ArezzoIvo Scartoni, Via di PinoKatia BagnoliLamberto Ulivi, TavarnuzzeLaurino Veri e famigliaLeone Bruschi, Poggio del soleLeoniero Buscosi, Via del CarmineLiana Giovagnini, InfrantoioLilia Guadagni, TavernelleLina Bilancetti, ArgentinaLorena Scartoni, Campo SportivoLorentina Cagnacci, TavernelleLuca Del Pia, MilanoLuca Paci, SportoneLuciana Lanari, SansepolcroLuciano Cecconi, InfrantoioLuciano Paci, Sporto PiazzolaLuigi Monini, Le CascineLuigi Tuti, Le Logge del MagiLuigino Giorni, PolverieraM. Drakard, LibbianoMaddalena Gori, IsabellaMagda Ruti e Antonio RinaldiManola Lodovici TramontaniMarcella Ghignoni, RenicciMarcella Pernici, S. Giovanni V.noMarco Lombardi, MontinoMarco Stanghellini, BolognaMaria Claudia Brizzi, MelicianoMaria Palazzeschi, PolverieraMaria Picone, Mura di sopraMariarosa Pancioni, Via di San LeoMarinella Miano, StazioneMario e Carlo Vichi, CarmineMario Gamberonci, B. ArsizioMario Mariotti, San RemoMarisa Franchini, InfrantoioMassimo Foni, Ca’ de’ FratiMassimo Fragai, GualchieraMassimo Meozzi, Via di PinoMaurizio Girolimoni, Via CarmineMauro Baldi, MaravilleMauro Meoni, Via della FossaMirna Guelfi, RomaNada Foni, DepositoNatalino Del Pia, TerracinaNelly Santi, PiazzolaNevio Comanducci, Via CarmineNilo Agolini, Via nova bassaOdilio Goretti, Sansepolcro

Offerta anonimaOrazio Leonardi, SansepolcroOrina Boncompagni, Campo FieraOsvaldo Crociani, StazioneOsvaldo Rosadi, Ponte PieraOsvaldo Verdinelli, MonterchiOvidio Mondanelli, GiardinellaPalmiro Giuliattini, MolinbiancoPaolo Cangi, Bagnolo di sopraPiero Biagioli, PocaiaPiero e Silvia Matteucci, MotinaPiero Lega, Villa Spirito SantoPiero Plini, MonteloroPiero Rossi, Ponte alla PieraPietro Bartolomei Corsi, CarmignanoPietro Giabbanelli, ArezzoPietro Martini, Via NovaPietro Pasqui e Luisa PetruccioliPrimo Del Sere, SansepolcroRelia Leonardi, Borgo CroceRenato Bidossi, ArezzoRiccardo Ghignoni, PolverieraRina Del Tasso, GiardinellaRinaldo Nicchi, Via di San LeoRino Boriosi, Via CarmineRoberto Cesari, CasaleRosa Gullino, NizzaRosa Vannucci Ricci, Borgo CroceRosanna Merendelli, Borgo CroceRossano Omarini, TavernelleSanti Comanducci, IntoppoSantino Del Sere, CasanovaSergio Lombardi, BorghettoSergio Polverini, Via ProposituraSeverina Nocentini, Via CarmineSilvano Boncompagni, Via S LeoSiro Polverini, Via di San LeoSisto Leandro Burioni, MotinaSperanza Bianchi, Ponte PieraStefania Pacini, GiardinellaStefano Cardelli, ScandicciSusetta Piomboni, ViaioTeresa Bartolomei, LisbonaTeresa Maurizi, TofanicchioTeresa Mercati, StazioneTina Salvi, Casa dei maestriTuriddo Guerri, Campo FieraValentino Petruccioli, PiettoVanna Meazzini, TavernelleVera Chiasserini, Borgo CroceVincenza Ruscetti, BorghettoVito Pennacchini, ArezzoVittoria Guadagni, PortacciaVittorio Smacchia, PocaiaVladimiro Dragonetti, S RemoWalter Meozzi, CarmineWerther Canicchi, La Vigna

Le famiglie ci sostengonoPervengono le vostre offerte in vari modi: con i bollettini postali, tramite la banca o direttamente ai collaboratori della

Parrocchia. In genere mettiamo il nome dell’intestatario del giornale ma alcuni specificano che l’offerta è fatta a nome dellafamiglia. Noi li ringraziamo per questa indicazione e sappiamo bene che anche altre persone mandano la loro offerta con questaintenzione, pur se non dichiarata, anche se a volte noi, per motivi di spazio o di impaginazione, dobbiamo semplificare.

Con questa comunicazione intendiamo segnalare queste vostre intenzioni che ci testimoniano d’altra parte che un po’ tuttii componenti delle famiglie apprezzano il nostro lavoro iniziato ben 40 anni fa. Con il 2007 inizia il nostro 41° anno di pubblicazione.Grazie

Vally Fastacchini Cerboni manda la sua offerta in memoria dei propri defunti e Poderini Giuseppe in ricordo di Italia Borgogni.

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Ti vogliamo beneAbramo è un nome importante e tu eri una grande persona

non solo per noi, che ti consideravamo la colonna portantedella famiglia, ma anche per la gente che ti conosceva e che erain apprensione per la tua salute.

Quella colonna è venuta a mancare e un grande vuoto si ècreato dentro di noi.

Grazie per averci dato la vita, grazie per averci insegnatoquali sono i veri valori, grazie per esserci stato nei momentifelici e tristi, grazie per la famiglia che hai creato nonostante tifosse stata negata fin da giovane con la morte prematura dellanonna e dello zio Benito, grazie per averci insegnato il rispetto,l’onestà e la disponibilità verso il prossimo.

Ora insieme al nonno, alla nonna e allo zio costruisci unospazio in Paradiso anche per noi, perché il tuo posto, dopotanta sofferenza non può essere che lì.

Le parole che non ti abbiamo mai detto sono queste: Tivogliamo bene e rimarrai per sempre nei nostri cuori.

Livia e Claudio

Auguri a Suor Maria Rosa

Lo scorso 27 novembre la Comunità del Cenacolo diMontauto ha festeggiato il compleanno della veterana fra lereligiose: suor Maria Rosa, che ha compiuto 85 anni.

Originaria di Chieri (in provincia di Torino) suor Maria Rosaè stata diversi anni fa a Montauto, quando le prime suore delCenacolo arrivarono nell’antico convento francescano. Il suoultimo arrivo in terra d’Anghiari risale al 1985, e ancora oggi èsempre a Montauto.

Soprattutto a Tavernelle è ricordata per l’attività di Cate-chismo che ha svolto per tanti anni, e inoltre la ricordiamo tuttiper averci sfamati tante volte… infatti suor Maria Rosa hasempre svolto il servizio della cucina, e direi in maniera eccel-lente! A Tavernelle si ricordano quando propose per la primavolta il cavolo crudo in insalata farcito con mela, arancio, nocie uvetta. Senza poi parlare dei suoi famosi dolci.

E con la stessa dolcezza le sue Sorelle ed alcuni amici sisono ritrovati il 27 novembre per festeggiare con lei la gioiosaricorrenza.

A Suor Maria Rosa vanno anche gli auguri della redazione.

10 dicembredi Mario Del Pia

Il 10 dicembre ricorre la memoria liturgica della Madonna diLoreto. Per la tradizione questa data segna la notte dellatraslazione miracolosa della casa dove la Madonna visse ericevette l’annuncio dell’Angelo Gabriele. Sempre secondo latradizione la S. Casa fu traslata “per opera angelica” e si salvòdall’opera distruttrice degli arabi. Nel suo tragitto, la S. Casaavrebbe sorvolato diversi luoghi, che sono rimasti nei secolilegati alla devozione alla Madonna di Loreto.

Ad Anghiari è difficile che ci sia passata, (oltretutto è anchefuori del probabile percorso) anche se una non bene conosciu-ta tradizione dice che alcune donne, prima che sorgesse il sole,videro passare la grande reliquia mariana. Ma tant’è che adAnghiari il 10 dicembre è festa, e festa grande.

Già dai giorni precedenti le donne di Anghiari vecchiolavorano instancabilmente per allestire i “Quadri viventi”, chesono ogni anno più belli. Quest’anno poi, grazie ad un minimodi organizzazione, i temi dei quadri viventi sono stati il filoconduttore delle preghiere, riflessioni e canti della processio-ne. Ogni quadro veniva annunciato e una riflessione tratta dalmagistero del Papa o di altri scritti ne approfondiva il signifi-cato. È da segnalare c'è che accanto alla grande partecipazionedi gente alla Processione, si deve anche riscontrare una bellapartecipazione attiva, grazie al buon funzionamento dell’im-pianto acustico e della scelta dei canti e delle preghiere.

Insomma, quest’anno (o meglio l’anno scorso) abbiamovissuto davvero una bella festa in Anghiari vecchio. Unplauso alle donne che allestiscono i quadri viventi, e l’invitoa continuare così! Sarebbe anche bello se ogni anno i quadriavessero un tema comune, così da armonizzare sempre di piùtutta la celebrazione.

Dal suo ritorno ad Anghiari siamo impossibilitati a portarein Processione la statua della Madonna di Loreto, quella diTino da Camaino, tanto cara agli anghiaresi. In questi due annila Processione è stata una sorta di “festoso pellegrinaggio”verso la Casa di Maria, e proprio davanti all’antica statua dellaMadonna si è concluso il nostro cammino, affidando allaVergine-Madre tutte le speranze delle nostre Comunità.

Beato MagiMentre andiamo in stampa don Marco si trova ancora

in convalescenza dopo l’intervento alla spalla resosi ne-cessario per la brutta caduta dell’anno passato.

Per chi non si ricordasse, don Marco era caduto in oc-casione della benedizione della nuova caserma del CorpoForestale dello Stato di Anghiari.

Nel frattempo avanzavano le nostre ricerche sul beatoBartolomeo Magi di Anghiari, e abbiamo avuto l’intuizio-ne che il nostro beato potrebbe essere invocato come pro-tettore contro le cadute. Dilui si narra infatti che sulMonte della Penna allaVerna, a rischio di caderein un alto dirupo, fu salvoperché alcuni angeli ven-nero in suo aiuto e lo gui-darono nel ritorno.

Ci sembra quindi chenon sia fuori luogo invoca-re il nostro beato a prote-zione delle cadute e simili.

Se lo avessimo saputoprima!!

Il beato Bartolomeo, Maestro deiNovizi, raffigurato in una tela nelrefettorio della Verna.

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Antichi mulini ad acquanella valle del Sovaradi Flavio Mercati - V parte

I mulini del Ponte allaPiera

Continuando ad andare a ritroso super la valle della Sovara incontriamo, allafalde dell’Alpe di Catenaia, la ridente etranquilla località del Ponte alla Piera.Questo insediamento abitativo sicura-mente esisteva già in epoca romana ocomunque diversi secoli prima del mille,il che è testimoniato dal fatto che neiprimi secoli del Cristianesimo, esistevain quelle vicinanze, forse nei secoli IV eV, la Pieve di S. Ilario presso Spilino, orain rovina. Dove c’era una pieve, “questamadre vegliarda” come la definisce mons.Angelo Tafi, che era la più antica formadi organizzazione religiosa, ci dovevanecessariamente essere anche un nu-cleo demografico di un certa consisten-za. Non costruivano una pieve dovec’erano pochi o non c'erano abitanti.

Sul torrente Cerfone, affluente di si-nistra della Sovara, torrente che nasce escende giù dalla montagna sovrastante,esisteva anche un ponte di epoca roma-na, ristrutturato recentemente, sulla an-tica via romana Arezzo-Rimini. Prendia-mo come punto di riferimento tale ponteper localizzare i mulini ad acqua dellazona, che erano due: uno, poco al disopra del ponte, e uno, poco al di sotto.Tutti e due erano alimentati dall’acquadel Cerfone prelevata mediante un cana-le che si allacciava al torrente circa 150-200 metri a nord del mulino di sopra.Ultimamente gran parte del canale eraintubato, ma sicuramente un tempo eratutto scoperto. L’acqua dal primo muli-no arrivava al secondo scorrendo su untrogolone in cemento, posto sul fiancointerno della muraglia destra che delimi-ta il Cerfone nell’abitato, in posizionerialzata rispetto al letto del torrente epassando sotto il vecchio ponte roma-no. Entrambi i mulini avevano due grup-pi di macine ed entrambi hanno funzio-nato sempre e solo ad acqua. Quello disopra ha durato a macinare fino agli anni’60, quello di sotto ha cessato l’attivitàprima della seconda guerra mondiale.

Il prodotto tipico della zona erano esono le castagne, quindi oltre ai soliticereali, si macinavano anche molte ca-

stagne secche perottenere la rinomatadolce farina.

Si macinava perla zona del Ponte, maanche per quella diMontauto, come ri-corda ancora qual-cuno.

I mugnai faceva-no, a volte, addirit-tura servizio a domi-cilio: per esempio siricorda nella zona diquando andavanocon cavalli o muli aprendere in questalocalità some di robada macinare (la somaè il carico che sta ingroppa ad un qua-drupede) traversan-do a guado la Sovarae poi riportavano lesome di farina. Deimulini del bacinodella Sovara, nel Co-mune di Anghiari,questi due erano i piùa nord, ma all’incirca alla stessa latitudi-ne, ma ad ovest di essi, e nella frazionedi Savorgnano, nel comune di Subbiano,vi era anche un altro mulino, che prende-va acqua, mediante un canale, da unaffluente di sinistra della Sovara, ilFossatone; anch’esso ha macinato finoagli anni ’60 e aveva due gruppi di maci-ne. Però i mulini della valle della Sovaranon finivano qui perché la vallata siestendeva e si estende anche a destradel fiume, non solo a sinistra dove sitrovavano i mulini sinora esaminati.

I mulini di Upacchi

Anche Upacchi nel 1200 era possedi-mento camaldolese. Si ha notizia anchedi una rivolta. Nel 1237 la popolazione diPianettolo (anch’esso dominiocamaldolese) si mise in subbuglio con-testando l’autorità dei religiosi. Poi, nelchiostro del monastero di Pianettolo, siradunarono gli uomini di Upacchi insie-me a quelli di altre chiese (località) della

zona e alla presenza del priorecamaldolese giurarono di accettare quan-to il priore avrebbe stabilito.

I mulini di Upacchi erano due, postiuno in fila all’altro, in quella stretta golafra il colle di Upacchi e quello diPianettole. Erano piccoli e a breve di-stanza uno dall’altro, circa 100 metri,alimentati da un canale che prendevaacqua per mezzo di un trogolo di legno diquercia dal rio di Upacchi che scorreaccanto.

Da un mulino l’acqua refluiva poi albotaccio dell’altro. Nessuno ricordad’averli mai visti funzionare, sembracomunque, in base alle notizie in nostropossesso, che uno abbia cessato di fun-zionare nel 1919 e l’altro pochi anni dopo.Sono rimaste però le case e tracce benvisibili di essi.

La briglia sul Cerfone, poco prima dei mulini delPonte alla Piera e, nello sfondo, l'autore della ricer-ca. Da qui l'acqua dà inizio alla gora affiancando iltorrente sottostante fino ad alimentare il primo deidue botacci dei mulini. Digitalfoto Emmedipì

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...antichi muliniMolin del Caccia

Scendiamo ora da Upacchi costeg-giando il torrente Teverina, formato dal-l’unione del rio di Upacchi con quello diMontemercole, e giù al bivio prendiamola strada per Toppole e Pianettole, pocodopo l’incrocio incontriamo il mulinodetto “Il Molin del Caccia”. Si chiamavae si chiama così perché nel ‘300 vi vennead abitare un certo Averuccio di Cacciad’Averuccio da Montemercole (allora alposto del cognome si usava spesso ri-correre al nome del babbo ed anche aquello del nonno. Erano i cosidetti nomipatronimici).

C’erano un tempo tracce sul postodell’esistenza passata di questo mulino,però nessuno lo ha mai visto funzionare;anche in un elenco dei mulini d’Anghiaridel 1818, con i relativi mugnai, non com-pare. Probabilmente ha cessato la suaattività anche prima dell’ottocento op-pure, e poteva avvenire anche questo,col tempo, macinava solo per uso difamiglia. Non dimentichiamo infatti chemolti mulini erano abbinati a poderi equindi potevano anche macinare solo laloro roba. In questo caso quindi il mulinonon era più un vero e proprio mulino peril pubblico ed il mugnaio non un vero eproprio mugnaio. Chi lo gestiva potevafigurare sotto altra voce, per esempiocontadino.

Il Mulino di ToppoleSorgeva in quella gola percorsa dal

torrente Cestola, fra Verazzano eToppole. Anche questa zona era undominio dei Camaldolesi che nel ‘200 viavevano anche un’abbazia. Nel 1909 fi-gurava fra i mulini del Comune di An-ghiari. Intorno al 1920 non più. Quindi hacessato la sua attività in questo periodo.

Molino del Merendello,Molino di S. Giovanni delTempio, Molino dellaMurella

Sono i mulini la cui esistenza èattestata da antichi documenti ma di cuinon sono rimaste tracce né ricordi tra-smessi oralmente. Il mulino delMerendello si trovava nei pressi delMerendello sulla strada per Toppole eVerazzano ed era alimentato dal torrenteCestola. Il mulino di S. Giovanni delTempio era attiguo a Pieve di Sovara, equello della Murella era nei pressi dellacasa che tuttora porta questo nome.

I Mulinaccio

Ci sono due edifici nella valle dellaSovara che portano questo nome: uno èfra Catigliano e Sorci, lungo la Sovara;l’altro nella zona di Tavernelle, a sud delMolin Bianco. Ciò indurrebbe a pensareche anch’essi siano stati dei mulini, perònon siamo riusciti a trovare altro tipo ditestimonianza che lo dimostri ma, sem-pre andando avanti per congetture, ildispregiativo “accio” farebbe anchepensare che siano stati abbandonati daiclienti a vantaggio di altri migliori. Ilprimo potrebbe essere stato un vecchiomulino di Sorci e di Catigliano, lasciatopoi per quello nuovo del ‘500, il secondoun altro dei mulini della reglia esaminatain inizio, quella dei sette mulini. Ed infattivi passa adiacente, quindi sarebbe statoun ottavo mulino. Rimane comunque unmargine di mistero.

Questo raffigurato è l'ambiente dove eracollocato il ritrecine del primo dei duemulini di Upacchi. Digitalfoto Emmedipì

Gruppi in cammino

Nell’anno del grande Giubileo, l’AnnoSanto 2000, Mario Del Pia ha avuto lageniale intuizione di preparare un ap-posito registro dove i pellegrini chesarebbero passati da Anghiari e direttiverso Roma o altra meta giubilare,avrebbero potuto lasciare un ricordoscritto del proprio passaggio.La cosa è stata accolta ed è servita aregistrare i numerosi pellegrini (quasisempre in gruppo) che si recavano inSantuari o a Roma. Poi però, il registronon è rimasto a raccogliere polvere

fino al prossimo anno santo (2025) maha continuato la sua opera, e in esso igruppi di pellegrini che soggiornano adAnghiari possono sempre segnarsi.Questa estate il nostro Oratorio è servitocome momento di sosta per diversi grup-pi (per lo più di giovani) che camminava-no verso dei luoghi significativi, e quindihanno lasciato traccia del proprio pas-saggio nel nostro registro:

27 luglio 2006Grati per la grande ospitalità che speri-mentiamo in queste vostre terre, siamoqui vostri ospiti come pellegrini in cercadelle orme di San Francesco che spesso

ha camminato lungo il tragitto traAssisi e la Verna.Come marciatori del gruppo tedesco diBolzano/Austria/Tirolo siamo in cam-mino verso Assisi.Nello spirito vi porteremo con noi aquell’incontro con il Signore del dueagosto a Santa Maria degli Angeli.Che il Signore vi benedica e vi protegga.Grazie

Per i marciatoriFra Roland Faustin o.f.m.

Un'altra testimonianza la potete tro-vare a pag. 18.

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la pagina di Walter Del Sere

Una notte insonne

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Questa (per me insolita)insonnia è dovuta alla granbella cena consumata a LaMotina (voto 8 +) con giova-ni amici e figli di amici diRoma. Tagliatelle al sugod’oca, ravioli tartufati, cin-ghiale in umido coi piselli evia di questo passo. Fatto èche a 50 anni abbondanti sela sera si mangia così tanto edi gusto, poi la notte si passain bianco.

E così è. Il pensiero correcosì alla mattinata di Capo-danno quando in Pro Locoabbiamo proposto la visitaguidata al borgo antico, a be-neficio dei tanti (direi tantis-simi) turisti, i più armati di pas-seggino e figlioletti al segui-to, che affollavano Anghiari.

Non sto a dilungarmi sulsuccesso della visita (voto 6+ di autostima).

Il fatto è che s’è fornitoun’altra opportunità agli in-cantati visitatori del nostroborgo antico (voto 9 al borgoantico). Notato con malcelataironia che i vasi sistemati lun-go le mura sono stati impie-gati la notte di San Silvestrocome rampa di lancio per pe-tardi e fuochi artificiali chehanno incendiato (nel sensobòno) Anghiari per un quar-to d’ora. Poi, tranquillità. Chivoleva scatenarsi nella notteaveva altre mete vicine dasfruttare: dalle discoteche allefeste di piazza concentratenella parte umbra della valla-ta. Va bene così. Anghiari nonpuò e non deve fare di tutto edi più. Quindi, se la calma èarrivata presto: qual è il pro-blema? Orgogliosi per le tan-te sviolinate alla bellezzad’Anghiari tributateci dallecentinaia di visitatori und tu-risti.

Ahi, ho perso il filo. Ri-prendo da via Taglieschi dove

s’è incontrato Omero, il Presi-dente della Baldaccio Bruni(voto 9 per il campionato daschiacciasassi). Nella notteinsonne il pensiero era che ilprossimo anno, dopo averevinto il campionato di promo-zione toscana, con un paio dimodifiche si vince anche ilcampionato d’eccellenza e fra2 anni siamo in serie D. Qui,con altri 2 ritocchi si diventa lasquadra rivelazione e si va afinire in serie C. Tutto ciò ac-cadrà nella stagione agonisti-ca 2008/2009. A quel punto sivendono 2 o 3 giocatori alTorino (che ce li ha chiesti) equelli che l’han tirati fòra inprecedenza si ripigliano tutti iquattrini sborsati. Ach, stavogià sognando.

Giunti in Piazza (linguac-cia mia perché non stai zitta)m’è toccato dire che quel mo-numento-ne a Garibaldi nonera destinato alla Piazza d’An-ghiari (e si vede dalla s-pro-porzione) e che forse lì ci sta-va meglio il busto marmoreoantecedente (quello che è insala del consiglio).

Invece tra le mura, presodalla concitazione nel raccon-tare la Battaglia d’Anghiari el’eroismo di noi toscani, hofatto non meno di 7 gaffe infa-mando i nemici milanesi (guar-da caso al seguito ce n’eranoun bel po’). E meno male cheil vecchio buon Guiducci (inquesto non ha pari) è riuscitoad ingarbugliare la situazionein modo tale che nessuno ciha capito più niente. E se nonci fosse il Guido (voto 8 +)….e invece c’è sempre.

Sempre tra le mura notati,inchiodati al muro, sacchetti eguanti di plastica a beneficiodi quelli che vengono a farfare i bisognoni ai lorocagnoloni in questo luogocosì panoramico. Complimenti

a Celestino (voto 8 +) che haavuto questa intuizione. Ser-virà?

Quando poi ritorni alPoggiolino e lì hai raccontatoTovaglia a Quadri e la gente tiguarda a bocca aperta perchéo non ci credono o ti prendo-no per matto, oltre agli odori dinane al forno e sughi domeni-cali (voto 8 alle massaie) tiviene giustappunto il pensie-ro: ma se tutto questo tra po-chi anni diventerà (come di-venterà) un posto disabitato,siamo sicuri che il fascino diAnghiari Vecchio resteràimmutato?

La cosa che manca d’in-verno al Poggiolino e dintorni(anche se il mio geranio anco-ra germoglia benché siamo ar-rivati quasi alla Befana), sonole fioriture: quei capolavori dipiante che rendono onore aquelli e quelle che fanno agara dalla prima mattinata finoa tarda sera a superarsi nel-l’arte del giardinaggio. È gra-zie a sta gente (voto cumula-tivo 9) se si sentono esclama-zioni di meraviglia tutti i giorniper 8 mesi all’anno.

Dalla Badia al PalazzoPretorio con il presepe dellapiazza di Città di Castello (oche c’entra?) che copre l’af-fresco de La Giustizia di Anto-nio d’Anghiari, che mise subottega con quel ciabattino dinome Benedetto e che avevacome garzone il figliolo di que-st’ultimo, un certo Piero, si,Piero della Francesca. Pecca-to che il Sommo Piero non ciha lasciato niente di suo quiad Anghiari. A meno che ilTopeka col Penna nonscoprano qualcosa.Sennò c’è

sempre il Gaggio (il Battesimodi San Giovanni ora custoditoalla National Gallery di Lon-dra ma fatto dal Sommo Arti-sta per abbellire la parete ovestdel Battistero in viaTaglieschi??).

A S. Agostino c’è la storiadel passaggio degli spetalieridel Tau arrivati con l’Arcive-scovo di Canterbury esiliatoda Enrico II etc. In che annoeravamo? Il 1164.

E (voto 8 +) anche alla ProLoco che ha ricordatoTommaso Becket nel giornodel suo martirio (29 dicembre1170) con un concerto tenu-tosi nella Chiesa di S.Agostino. Infreddoliti pre-senti: 6 tedeschi, 4 canadesi, 8inglesi, 6 parenti dei musicisti,Biga, Birchi, Cesare e 3 orga-nizzatori. Ma va bene così.L’importante è non perdersidi coraggio.

Ho riperso il filo. La visitaguidata si è conclusa alle Log-ge con l’illustrazione dellatrecentesca Ruga di SanMartino. La particolarità? Lamattina del solstizio d’estate,il primo raggio di luce che facapolino da sopra il Borgo,taglia preciso la dritta che portafino all’ex Convento della Cro-ce. Proprio come quel sole che,al tramonto del 21 giugno, met-te in risalto le forme del ser-pente di pietra che scende giùdai lati della piramide maya diChichen Itzà, in Messico… enuvole… e balene grigie inBaja California Sur dove icetacei vengono giùdall’Alaska ad accoppiarsi epartorire balenotteri che sifanno accarezzare nelle tiepi-de acque del mar di Cortez.

Che c’entra ‘sto finale?C’entra, c’entra.

Notte insonne tra l’1 e il 2 gennaio. Conto le pecorelle pensando così di addormentarmi. Ma non è così. Allora si scriveper l’Oratorio.

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CRONACHETTAdei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti adAnghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Dicembre 2006

Sabato 2. Stamani pensavo non ci fosse la nebbia invece c’eraanche più fitta di quest’altri giorni.Domenica 3. Stamani per la Via Nova ho visto Nanni, ilfalegname, che cercava di cogliere le olive davanti a casa sua.- Oggi è morto Giuseppe Bianchi di anni 76. La sua famigliada Milano venne ad abitare a Valcelle.Lunedì 4. Stamani Gino de Barliano mi ha portato delle meleselvatiche che se mi piacciono mi dà la pianta.Domenica 10. Il tempo è stato bello e la festa della Madonnadi Loreto è riuscita bene.Martedì 12. Oggi con Alessandro abbiamo sincronizzato ilsuono dell’Ave Maria in Propositura.Mercoledì 13. Alessandro di Tavernelle m’ha detto chestanotte una macchina ha ammazzato il suo gatto Tigro.- Oggi è morta Palma Bigioli vedova Giornelli. Aveva 82anni ed abitava all’Intoppo ma per molti anni ha abitato aTrombone.Venerdì 22. Oggi è morta Faliera Senesi in Mondani. Avevasolo 60 anni ed abitava al Campo della Fiera.Sabato 23. Oggi con Alessandro siamo andati dal Franchiniperché spezzava il maiale e la Carla ci ha preparato un bellospuntino.Domenica 24. Frido ha detto che il primo dell’anno piove epoi ritorna il freddo.Lunedì 25. Oggi è morto Virus Merendelli. Aveva 79 anni edabitava verso le Bucacce. Ricordiamo la famiglia deiMerendelli di quando abitavano al Vergone.Giovedì 28. Oggi è morta Lucia Zoi vedova Domina. Aveva91 anni e la ricordiamo di quando gestiva l’appalto del Borgodella Croce. La sua famiglia prima aveva una nota osteriavicino al Mammalucco che era detta della Vittoria.- Oggi è morta anche Angiola Severi vedova Bellini. Aveva94 anni ed era originaria di Valle di mezzo.

Mese di Novembre 2006Venerdì 3. Oggi Maurizio il fabbro ha fatto dei raccordi per ibanchi di San Martino.Sabato 4 . Con le donne del Borgo della Croce abbiamo fatto leprove con la stoffa per coprire i banchi San Martino.Lunedì 6. Oggi è morto Cambi Gianfranco. Aveva 71 anni edabitava al Poggiolino. Spesso si poteva vedere al lavoro nelsuo campo vicino alla sorgente della ferrovia.Mercoledì 8. Oggi è morta Veronica Lina Cipriani vedovaGabellini. Aveva 85 anni ed abitava fuori della Portaccia. La suafamiglia ha abitato per diverso tempo a Monte.Sabato 11. Oggi nella chiesa del Convento di San Martinoabbiamo fatto la distribuzione del pane.Martedì 14. Stamani Marco ha fatto cadere una delle zucche di suozio della Murella che l’aveva portate per la festa.Giovedì 16. La Lilli è caduta davanti alla bottega della Marisama sono intervenuti due dottori per assisterla.- Oggi è morto Loris Pallini. Aveva 67 anni ed abitava verso leBucacce. Faceva il muratore assieme al fratello.- Oggi è morta anche Eletta Nocentini vedova Felisi. Conosciu-ta con il nome di Iris era la sorella di Baldino ed aveva 81 anni.Martedì 21. Stamani ho visto il Baggi “col capello novo” cheandava verso piazza.-Oggi è morto Edoardo Marinari. Aveva 72 anni ed abitava peril viale della Stazione. Lo ricordiamo di quando gestiva ilristorante della mamma Nena.Lunedì 27. Ieri, ma anche oggi, la nebbia è rimasta per tutta lamattinata.Mercoledì 29. Oggi il Mazzoni ha montato le luci di Natale peril Borgo della Croce.

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Il caro Penelopecane di lui di razzacon i suoi padroninei cieli lui scorrazza

Vede l’Italial’America ai suoi piedilui fa l’ingressocome i pionieri

Per due volteil mondo à sorvolatoora il suo voloa terra si è fermato

Questo Penelopegrande cane fedelela sua morteporta dolore e pene

Morto Penelopecane Italo-Bolivianodi Armando Zanchi

Arezzo, 14 ottobre 2006

‘Sto dolce canelui trasvolatorelà nei cielicon il suo padrone

Lui à sorvolatomari e montagnesenza un cennodi paura costante

Tanti gli acciacchigli anni ce n’ha tantied in Boliviain cerca di amanti

Lui alla cortedei suoi padroniche lo curavanocon dei grandi cuori

Ora ci ha lasciatoin terra lui riposacon il suo abbaiarevoleva dirci qualcosa

Il caro Penelopepiccolo ma ruggentevedeva un gattoe si vedeva pungente

Piccolo canecon sangue bollentesempre in alertaquando veniva la gente

Nella sua cucinalo vedevi ascoltarequasi al rumorelo vedevi abbaiare

Con il padroneal giro per il paesein compagniaa fare le sue spese

Poi piano pianoal passo del padronelì verso casaritorno al cantone

Una mangiatae piccola bevutauna dormitagiornata per lui finita

Il nostro Penelopecane Italianoora è morto laggiùda vero Boliviano

Naturalizzatodai suoi connazionaliora per Penelopel’amore degli altari

Ai suoi padroni‘sta perdita dolorosaper loro dueera parte di una cosa

Ora che scrivone sono dispiaciutoperché Penelopeera molto conosciuto

Se gli Anghiaresisapranno la notiziala morte di Penelopecerto li rattrista:

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Mercoledì 21 febbraio 2007inizio della Quaresima

Durante la S. Messa benedizione e imposizione delle Sacre Cenericome gesto penitenziale della Quaresima.

Ad Anghiari alle ore 18 in ProposituraA Tavernelle alle ore 21

Da giovedì 22 febbraio inizia la Benedizione dellefamiglie seguendo l'itinerario degli altri anni.