2011-1 oratorio di anghiari

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 1 FEBBRAIO - MARZO 2011

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e

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Page 1: 2011-1 Oratorio di Anghiari

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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EZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 1 FEBBRAIO - MARZO 2011

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLIV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarinimonicaredenti.

l'editoriale di enzo papi

Millenario

Sbuffi di ventodi Franca Ciucoli

Albero dalle tenere frondescompigliate da soffi di ventoti dondoliti pieghiti allarghiti ricomponicon estrema leggerezzaper poi abbandonarti nuovamenteal cullardi quella ninna nanna.

2011 e CarnevaleCon questo numero sono 44 anni

che viene pubblicato l’Oratorio di Anghiari.

Questo traguardo è possibile per-ché tutti voi lettori ci siete vicini, con suggerimenti, articoli, sostegno eco-nomico. A proposito di quest’ultimo a pagina 25 trovate un primo nutrito elenco di coloro che ci hanno fatto pervenire la loro offerta. Fra queste ci sono offerte veramente generose, di cui siamo molto grati, e ci sono le offerte di chi, pur vivendo una situa-zione di ristrettezze, non fa mancare il suo aiuto annuale.

E veniamo alla seconda parte del titolo: il carnevale.

Si rinnova come ogni anno la festa del carnevale. Quest’anno la sfilata principale si effettua domenica 6 marzo e Monica Redenti, nostra giovane collaboratrice, ha disegnato la copertina del giornale pensando proprio a questo avvenimento che deve coinvolgere tutti gli Anghiaresi in questa festa annuale.

In particolare dovrebbe coin-volgere i giovani, sia del centro che delle frazioni, perché la nostra festa si chiama Carnevale della Gioventù.

E quindi spazio a loro, ma non saremo certo esclusi noi che abbiamo superato gli anta (se non altro ce ne staremo intorno al banco del brusti-chino), a principiare dalle frazioni che realizzano vari carri per la sfilata. Infatti anche questa dovrebbe essere l’occasione per stimolare la concor-dia e l’unione di tutti i cittadini per raggiungere lo scopo del divertimento dello stare insieme.

La Valtiberina toscana ha cambiato due volte il suo volto. La prima coi Camaldolesi che, con le loro bonifiche, ne hanno fatto un giardino, la seconda con la diga del secolo scorso della quale però, ancora, non sappiamo

come e quanto a fondo influirà sull’ambiente e soprattutto quanto sarà duratura e determinante nel paesaggio. Per quest’ultima, nonostante il recente incidente sulla condotta del canale di scolmo, parleranno i secoli futuri; i primi invece sono già storia, storia importante e buona. Per secoli la valle è vissuta e ha ben prodotto grazie all’assetto agricolo che le hanno dato i monaci. Non sappiamo di preciso quanto profondo sia stato l’inselvatichimento del territorio dai tempi di Plinio a quelli turbolenti e tragici delle guerre greco-longobarde; ma inselvatichimento ci fu sicuramente se la stessa legenda di fondazione ci dice che al posto del Borgo c’era una foresta di noci (Noceati). Ed è in un simile paesaggio che ha potuto esprimersi alla grande l’opera, anche civilmente meritoria, dell’ ora et labora benedettino-camaldolese attraverso il reticolo capillare di fondazioni che si sono insediate in questa parte pur piccola di territorio: l’abbazia di Tifi, nell’angolo più settentrionale dell’intera area, l’abbazia di Succastelli, appollaiata sul bastione di sentinella che apre alla zona alta della valle, quella finale, verso Pieve s. Stefano, e quelle di Anghiari e di Sansepolcro, dalle quali poi sono derivate le due principali città della porzione toscana della Valtiberina.

Mille anni sono tanti e vanno ricordati. Pure alla grande! Perché mille anni non sono un battito di ciglio! Ci vorranno decine e decine, centinaia di generazioni per arrivare al prossimo millennio. Quando san Romualdo,

nel 1012, -il prossimo anno è appunto il Millennium- iniziò l’esperienza di Camaldoli, la valle –illuminata dalla luce benedettina e dal moltiplicarsi delle fondazioni romuladini- ha cominciato ad uscire dalle nebbie dell’insignificanza . Per questo, anche da noi, è giusto ricordare questo pezzo glorioso di storia di fede che, in questo caso, è anche eccezionale storia sociale, del territorio, delle comunità che vi sono nate e vi sono cresciute, delle città e delle loro istituzioni. Camaldoli, dunque, si appresta quest’anno a predisporre per il prossimo anno e a proporre un importante programma di celebrazioni storico-culturali del millenario di fondazione di un Eremo che, poi, ha dato il nome all’ordine e che, ancora oggi, è casa madre di tutti i camaldolesi. Anche le nostre comunità, figlie di quella casa madre, è giusto allora che sappiano, giùbilino e partecipino. Così Anghiari la cui chiesa della Badia, camaldolese, è una delle più singolari dell’intera valle: per pianta, per camminamenti, nel suo insieme. La chiesa è inserita in un contesto poderoso, massiccio, dove sono stati fatti anche lunghi lavori di ristrutturazione che stanno terminando. È stato capito qualcosa di questo antichissimo e singolare edificio? Perché la Badia, situata nell’angolo più basso, ha pianta così strana? E poi, anomalia ancor più stupefacente, dov’era e che fine ha fatto il chiostro? Perché le abbazie un chiostro devono averlo! Il Millennium può essere un’occasione per capire, non solo la Badia ma anche il disegno della valle che dai bastioni del castrum si vede così ordinata e feconda.

Ma anche Sansepolcro! Non sappiamo di preciso quando è nato il borgo; sappiamo però che i documenti più antichi che parlano dell’abbazia del Santo Sepolcro risalgono al 1011, 1012, 1013. Ciò significa che con il

1° gennaio il Borgo è entrato in un triennio millenario nel corso del quale la fede e le origini della nostra cultura e della nostra storia verranno riprese, recuperate e ripercorse; perché il millenario diventi occasione di nuova consapevolezza dell’identità cristiana delle nostre genti e di riscoperta orgogliosa delle vere radici della nostra convivenza. È stato proprio all’ombra di questa occasione, fra le altre, che lo stesso arcivescovo Fontana ha lanciato e realizzato il gemellaggio fra il Patriarcato Latino di Gerusalemme e la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro in quanto la nostra diocesi è l’unica al mondo che porta nella sua titolatura il riferimento al Santo Sepolcro. Nel caso del gemellaggio dunque non si è fatto altro che riandare alle radici ultime dell’identità religiosa e civica del capoluogo alto tiberino. Un gesto importante per dare il là al triennio millenario!

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Le omelie di don Marcotenute nella chiesa di Santo Stefano ad Anghiari

Quaresima

La Quaresima è un tempo propizio che ci è dato e che la Chiesa ci fa vivere per riscoprire ciò che

è essenziale per vivere.Sono i quaranta giorni nel deserto di

Gesù perché si preparava alla sua missione pubblica, si preparava ad essere presenza in mezzo al suo popolo.

Quarant’anni di popolo nel deserto prima di aprire la Terra promessa perché purificasse da tutte quelle scorie che in Egitto aveva assunto. Quaranta che è multiplo di quattro, che sta a significare totalità. Vedete, quattro ha un significato importante, e quindi quaranta ancora più importante, significa to-talità, unidirezionalità, e noi siamo chiamati in questi quaranta giorni a riscoprire nella totalità Cristo per la nostra vita.

Che cosa significa allora la Quaresima per ciascuno di noi? Lasciare le cose non essenziali per capire ciò che serve per vivere.

Il popolo di Israele ritornando in Terra santa, nella Palestina, nell’esperienza del deserto fece l’esperienza dell’essenzialità di Dio, si accorse che solo Dio serviva per vivere e si affezionò di più a lui.

Se voi siete stati nel deserto, vi siete accorti che nel deserto non si portano cose superflue, quando si va nel deserto ci vo-gliono cose essenziali: l’acqua, qualcosa che ti copra dal sole e non più. Perché tutto è di peso per vivere, per camminare. Nel deserto si va con le cose essenziali.

Fare esperienza del deserto anche nella nostra vita significa chiedere che nella nostra vita ci siano le cose essenziali, il superfluo sia abbandonato.

Per questo anche per noi l’esperienza della Quaresima è il periodo del deserto, dove si cerca l’essenzialità della vita. E l’essenzialità della vita è il rapporto con Dio.

Vedete noi siamo molto distratti, superficiali; in tutta la nostra esistenza ce ne dimentichiamo spesso, spesso voltiamo le spalle a Cristo come il bene per noi. Ci attacchiamo a tante cose che non sono essenziali per vivere, anzi diamo a queste cose più importanza che del rapporto con Cristo.

Tempo del deserto. Riscoprire ciò che è essenziale: il rapporto con Cristo come il bene più grande.

Quindi sconfiggere la nostra distrazione, la nostra su-perficialità. Siamo persone per bene, ce lo possiamo dire mille volte. Però questa superficialità e questa distrazione ci accompagna sempre.

Per concludere la Chiesa ci chiede tre cose: digiuno, asti-nenza e carità.

Sono parole che ci stanno un po’ strette e di cui abbiamo perso il significato ma anche la pratica.

Solo brevemente. Digiuno: rinunciare a qualcosa che non serve per vivere. Il digiuno non è solo il non mangiare, saltare un pasto il venerdì, come ancora la Chiesa ci chiede, che è importante. Digiuno significa fare a meno di qualcosa

che proprio non ti serve, che è per di più. Digiuno può essere digiuno di televisione, digiuno di tante cose di cui la tua vita è piena e ne puoi fare a meno.

Astinenza: astenersi dalle carni, non solo mangiare il tonno e i fagioli il venerdì che va bene. L’astinenza è dal male che spesso facciamo, dalla parola in più che spesso diciamo. Asti-nenza si può dare a tante cose. Poi mangiare il tonno, diciamo così il pesce il venerdì, è una piccola cosa però se lo facciamo e se stiamo attenti anche a questa piccola cosa, è per quello di cui siamo chiamati a guardare a Cristo.

E l’ultima cosa è la preghiera e la carità: nel periodo della Quaresima ci deve essere più preghiera. Non basta un segno di croce prima di dormire. Bisogna avere la peculiarità con Cristo, anche quando lavi i piatti, anche quando dai il cencio puoi fare una preghiera senza che tu sia mortificato nel tuo da fare. E l’ultima cosa la carità. Nel periodo della Quaresima siamo chiamati ad essere più attenti agli altri. Cercate di capire, non è una questione di soldi. È una questione di tempo, di disponibilità, di ascolto. Utilizzare parte del nostro tempo per gli altri. Insomma la Chiesa ci chiede di non buttare via questo tempo di Quaresima e che questo tempo di Quaresima sia a servizio di una riscoperta più vera nel rapporto con Cristo.

Duccio di Buoninsegna, Predella della Maestà (1308-1310) - La tentazione di Cristo sul monte, Frik collection, New York.

Mc 1,12-15 - In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Sa-tana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, pro-clamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Febbraio 2011 Mese di Marzo 20111° febbraio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle or 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario. Candelo-ra: Giuseppe e Maria portarono Gesù nel Tempio, il vecchio Simeone lo prese tra le braccia e benedisse Dio dicendo: O luce delle genti illumina il tuo popolo.2 febbraio mercoledì - Presentazione di Gesù al Tempio - Candelora. In Propositura alle ore 18 rito della benedizione delle candele.3 febbraio giovedì - San Biagio vescovo e martire, Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. San Biagio è vescovo di Sebaste in Armenia. La tradizione lo considera guaritore del mal di gola, perciò alla Messa delle ore 18 verrà benedetta la gola dei fedeli.4 febbraio venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Alle ore 21, presso il Santuario del Carmine, S. Messa con Adorazione.5 febbraio sabato - Sant’Agata, vergine e martire: Subì il martirio a Catania, dove è venerata, probabilmente durante la persecuzione di Decio.6 febbraio domenica - Domenica V° del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.11 febbraio venerdì - Beata Vergine di Lourdes. Nel 1858 l’Immacolata Vergine Maria apparve a Bernardette Soubirous presso Lourdes, in Francia, dentro la grotta di Massabielle. Servendosi di questa umile fanciulla Maria chiamò i peccatori alla conversione e suscitò nella Chiesa un movimento intenso di preghiera e di carità la quale produsse una sollecitudine speciale per i malati.12 febbraio sabato - Alle ore 16, nella chiesa di Propositura, S. Messa alla presenza dei malati di tutta la parrocchia. Al termine seguirà un momento di ristoro.13 febbraio domenica - Domenica VI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.14 febbraio lunedì - Santi Cirillo monaco e Metodio vescovo, patroni d’Europa. San Valentino. Festa dei fidanzati. Da ricor-dare che Cirillo e Metodio prepararono in lingua slava i testi liturgici scritti con caratteri detti poi appunto “cirillici”.15 febbraio martedì - Festa della Madonna del Conforto nel Duomo di Arezzo. Messe continue.20 febbraio domenica - Domenica VII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.22 febbraio martedì - Santa Margherita da Cortona. Cattedra di San Pietro apostolo. Questa festa fu celebrata a Roma in questo giorno fin dal secolo quarto, per significare il fondamento e l’unità della dottrina che poggia sopra l’apostolo.27 febbraio domenica - Dome-nica VIII del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. (San Biagio)

1° marzo martedì - Primo martedì del mese. In Prepositura alle or 17 Ora di Guardia con recita del S. Rosario.3 marzo giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.4 marzo venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella Pieve di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Alle ore 21, presso il Santuario del Carmine, S. Messa con Adorazione.6 marzo domenica - Domenica IX del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.9 marzo mercoledì - Le Ceneri. Inizio della Quaresima. Alle ore 18 nella chiesa di Propositura ad Anghiari ed alle ore 21 nella chiesa di Tavernelle, siamo tutti invitati alla S. Messa durante la quale potremo ricevere l’applicazione delle ceneri quale gesto simbolico di penitenza.

Inizio del Tempo di Quaresima

13 marzo domenica - Domenica I di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.19 marzo sabato - San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria: “Servo fedele e saggio! Il Signore gli ha affidato la sua famiglia.”20 marzo domenica - Domenica II di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.25 marzo venerdì - Annunciazione del Signore: “L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria e concepì dallo Spirito Santo. Il Verbo di Dio, fatto uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi.”27 marzo domenica - Domenica III di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Immagine di San Giuseppe mo-rente tratta dal calendario 2011 dell’Oratorio.

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S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTO " -CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE “ -SAN LEO (sospesa per lavori) “ -TUBBIANOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura " -PIEVE DI MICCIANO " -PIEVE SOVARA " -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 16,00 -PONTE ALLA PIERAOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16 (ore 17 estivo) TavernelleOre 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura MonterchiOre 17,00 Madonna Bella a PocaiaOre 18,00 Propositura Anghiari

CandeloraPresentazione di Gesù al Tempio

Mercoledì 2 febbraio 2011

S. Messa e benedizione delle candele. Ore 18 in Propositura.

Andiamo incontro a Gesù, “la luce che illumina le genti”.

Al Cenacolo di Montauto

Incontri di spiritualitàEsercizi spirituali nella vita ordinaria - Sono rivolti a tutte le persone che portano nel cuore il desiderio:

* di integrare la fede con la vita* di discernere la volontà di Dio nella trama di ogni

giorno* di essere testimoni della propria fede nel concreto del-

l’esistenza* di crescere nella conoscenza di Dio attraverso l’ascolto

della sua Parola

Per famiglie: 4° sabato di ogni mese

Per tutti: 2° sabato di ogni mese

Divorziati: 3a domenica di ogni mese

Adulti: 3° lunedì di ogni mese

Bambini: 26 marzo e 9 aprile (nuovi)16 aprile (per chi è già venuto)

Nostra Signora del Cenacolo - Montauto di Anghiari - tel. e fax 0575-723072, 723066 - e-mail [email protected]

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

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Sara

C. d

iseg

IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

Nozze d’oro per Nara e Andrea

Andrea Pennacchini e Nara Gorini lo scorso mese di dicembre hanno festeggiato le nozze d’oro. Si erano sposati infatti il 15 dicembre 1960 nella chiesa di Fragaiolo di Caprese uniti dall’allora parroco don Pietro Fabbri. Gli sposi ricordano ancora oggi che per rendere più bello quel giorno all’uscita dalla Messa il paesaggio era tutto ricoperto da una bianchissima neve.

Andrea, fabbro provetto, ha lavorato nella sua officina di Rio bo, dove tuttora la famiglia abita, e partecipò con successo alla prima Mostra dell’Artigianato di Anghiari.

Nara, la ricordiamo per la sua attività di cuoca ancora capace di sfornare pietanze gustose. Ed è naturale perché lei ha imparato a cucinare dall’indimenticale Nena.

L’augurio che fanno i familiari è che la loro unione tranquilla e non monotona, solida e mai finita, sia un esempio a cui tendere.

Anche la Redazione si unisce a questo augurio.

Nozze d’oro esagerate

Nello scorso numero abbiamo ricordato le nozze d’oro di Luciano e Anna Maria della Piazzola. Nella foga delle parole abbiamo dichiarato che si erano sposati nel 1950 mentre chiaramente lo avevano fatto ma nel 1960.Ci scusiamo con i nostri amici ma l’occasione è buona per rinnovare i nostri auguri.

NEVE, GHIACCIO, DIGADove sono le istituzioni?

Sono del parere che non importa il colore del gatto ma è importante che lo stesso prenda i topi, questa

metafora serve a dimostrare che è giunto il momento di smetterla con i bla, bla e con

le alchimie dialettiche, la realtà è che quando si verifica un minimo di alterazione del tram tram Anghiari è impreparato e quindi vale la legge “si arrangi chi può”, vale a dire che sono due le cose che contano e cioè l’asse patrimoniale o la vigoria fisica senza pensare che le suddette prerogative sono aleatorie e ambedue momentanee.

La tutela del paese è un preciso incarico degli organi istituzionali per cui è il momento di adeguarsi con provvedimenti razionali. Se abbiamo gli occhi non è possibile non vedere e se ragioniamo come ci presentano le cose gli altri il nostro cervello si può friggere; quindi o si ha il coraggio di definirsi opportunisti o si cerca di crescere. È arrivato il momento di riprendere in mano la propria esistenza e ciò che ci circonda.

In definitiva quello che risulta necessario e improrogabile è rendersi conto che non si può più stare con le mani in mano mentre Anghiari si delinea verso una autodistruzione irreversibile e totale quindi è il caso che ognuno si assuma le proprie responsabilità per evitare tutto ciò, poi ai posteri l’ardua sentenza!!

[N.d.R.] Sergio affronta, nel suo modo personale, un problema molto grave e basilare per una democrazia che voglia essere il più possibile a contatto dei cittadini:

Essere vicina ai loro bisogni ma anche non trovare scuse per una anche parziale inefficienza e attrezzarsi per evitarla in futuro.

Riguardo ai problemi pratici nominati non possiamo giudicare di chi le responsabilità. Rimane la necessità del “Palazzo”, anche se ha fatto bene il suo lavoro, di essere instancabile nell’affrontare i problemi locali.

Casarecci, 7 dicembre 2010Carissimi amici de “L’Oratorio”

Ricevo da qualche tempo, con grande soddisfazione e gradimento il vostro Periodico.

Desidero ringraziarvi e complimentarmi con voi per la piacevole lettura degli argomenti e motivi trattati, e la completezza di informazioni che “L’Oratorio” offre puntualmente.

Colgo l’occasione per inviare a voi e ai vostri familiari, vivissimi auguri di un sereno Buon Natale e Felice Anno Nuovo.…

Lenadro Fiorani

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...il Palterre ovvero Ridendo castigat mores

È morta la Romana

Mentre ci prepariamo per la stampa apprendiamo la notizia dell’improvvisa morte della Romana del Romani.

La notizia coglie impreparata la nostra comunità, che ricorda la Romana come donna dal carattere forte e che ha speso la sua vita in tanti servizi della parrocchia, dal canto in Corale al catechismo alla cura delle varie chiese ed in particolare della Cap-pella dei Caduti.

La Romana collaborava già ai tempi del Proposto don Nilo, poi ha collaborato molto con don Vittorio che ricordava con un affetto particolare. Anche i sacerdoti e i cappellani che si sono susseguiti negli ultimi tempi avevano un posto particolare negli affetti della Romana.

L’inverno

Oh, brutto inverno tu vieni ormaima tante feste ci porterai.Prima Natalepoi Capodanno e Carnevaleoh le risate che noi faremoquando al calduccio tutti saremo.Ma tanti vecchifarai morireperché tu porti la neve e il ghiacciooh, torna indietro brutto invernaccio!

Giselda Gennaioli

Saluti nel Giorno della Donna dal Circolo Toscano di La Plata

A tutte le donne

Quattro righi per le donne per le mamme e per le nonne per le zie, per le cugine e per tutte le bambine.

Oh, le donne che fortuna: sono molte, mica una! Tutte quante sono belle, luminose come stelle.

Son la gioia dei maschietti, ma san fare anche dispetti. Sono allegre e birichine come delle mascherine.

Se mancassero le donne niente balli, niente gonne niente coccole e profumi solo pasta coi legumi.

Bravo chi li ha inventati questi fiori delicati! Ogni stelo di mimosa è una donna deliziosa.

Auguri a Serena

Il giorno 29 novembre 2010 presso l’Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Medicina e Chirurgia si è laureata Serena Procelli discutendo una tesi dal titolo “L’educazione e l’adattamento al nuovo stile di vita del paziente diabetico”.

A Serena, che ha ottenuto la votazione di 106 su 110 gli auguri della Redazione ma dopo quelli dei familiari e degli amici.

Romina si è laureataIl giorno 8 novembre 2010 Ro-

mina Pernici si è laureata presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, Facoltà di Lingue e Let-terature Straniere, indirizzo “Esperto Linguistico d’Area per l’Economia”, lingue Inglese-Cinese-Spagnolo.

Ha presentato la tesi dal titolo. “Sostenibilità ambientale a Las Vegas? Il caso del complesso archi-tettonico City Center”.Relatore Professoressa Elisa Ma-gnani, correlatore professor Carlo Cencini.A Romina, che abita vicino al Ponte di carletto, vanno i complimenti e gli auguri della famiglia, parenti ed amici.E di certo non si tira indietro la Re-dazione con tantissimi auguri.

Un doveroso ricordo

Il giorno 21 novembre Leonilde Martini coniugata Smidt avrebbe compiuto 94 anni. Invece ci ha lasciato questa estate, esattamente il giorno 27 giugno 2010. La de-funta, pur vivendo a Sansepolcro, è sempre stata affettivamente legata ad Anghiari dove aveva trascorso la sua gioventù essendo suo padre, Agostino Martini, ingegnere tecnico del comune di Anghiari prima e di Sansepolcro poi.

La defunta Nilde Martini già in vita aveva fatto dono all’Istituto Mar-tini di 2 busti marmorei raffiguranti i suoi antenati Donato ed Evangeli-sta Martini fondatrice dell’Istituto stesso.

I figli pertanto, Maria Luisa e Mau-rizio Smidt per onorare la memoria della loro madre e certi di interpretare i suoi desideri, devolvono a codesto Istituto la somma di 500 euro.

CordialmenteI figli

Dal Molin Bianco (quello di Tavernelle)

Neve e stradeMai come quest’anno, dopo una enor-

me nevicata che toccherà scrivere negli Annali, sono state tenute transitabili le strade, in particolare le vie secondarie.

Penso che Alessio Cagnacci ci abbia a che vedere qualcosa.

Se è stato veramente lui lo ringrazio volentieri.

La vignetta di Scacciapensieri:L’ultima carta!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La Chiese scomparse del Plebanato di Sovaraprima parte

Dal Decimario del 1349 (Arch. Vat. Arm. XXXV, 15 f. 72-80) le chiese del territorio della Pieve di Sovara tenute al pagamento delle decime erano circa trenta, di cui solo la metà è giunta fino ai nostri tempi, con le necessarie ed inevitabili trasformazioni e modifiche richieste dallo scorrere del tempo. Abbiamo finora presentato ai nostri affezionati lettori tutte quelle attualmente esistenti, comprese quelle costruite nei secoli successivi al XIV, fino ad arrivare alla moderna chiesa di Tavernelle, voluta da mons. Gino Lazzerini, la cui prima pietra fu benedetta da mons. D. Bornigia il 12 marzo 1961. Ora non ci rimane che elencare i vari oratori, cappelle e chiese scomparse di cui tuttavia conosciamo il titolo, alcune notizie ed anche l’ubicazione perché ancora ne affiorano i ruderi, resti vari, croci...

Iniziamo con le prime tre

1- Chiesa di S. Ruffino (o Rufillo o Rufilio) in zona Caciari. In basso scorre un Rio omonimo che ha ricevuto il nome dalla chiesa o viceversa. Questo sacro edificio non è riportato nel Decimario del XIV sec. Il documento più antico che ne attesta l’esistenza è un atto della Curia vescovile di Sansepolcro del 22 dicembre 1520, con il quale si assegna questa chiesa di S. Rufillo a Pianettole, per aumento di dote e prebenda al primo dei nove canonici da erigersi nella no-vella cattedrale (A.V.S. Rescritti e Decreti dell’Ordinario e sua Curia vol. I c.2). Nell’atto della visita pastorale del 1566 è dichiarata chiesa parrocchiale. Nella visita apostolica del 9 luglio 1583 questa chiesa parrocchiale “sub titulo Sancti Ruffini de Casciare…” era annessa a quella di S. Bartolomeo di “Tursigliano” (=Tortigliano), di cui era rettore un certo don Giacomo di Borgo S. Sepolcro. Il reddito annuale era di 35 staia di grano.

Il titolare non risiedeva in parrocchia, perché il Vescovo lo aveva incaricato per il servizio in cattedrale, per cui lo sostituiva nella cura della parrocchia un cappellano a cui venivano date cinque staia di grano, otto some d’uva e sedici fiorini. La chiesa fu trovata in cattive condizioni sia nel tetto sia nelle pareti e l’unico piccolo altare mancava della Croce e di candelieri decenti. I parati erano pochi e sporchi. C’era un unico calice con patena abbastanza decente. Il visitatore ordinò l’acquisto di una pianeta di seta di colore rosso, una pisside, una teca e un ombrellino per il Santissimo.

Nel 1593 troviamo la Chiesa di Caciari unita a quella di S. Pietro di Succignano. Era in buone condizioni statiche e sotto il pavimento aveva le tombe per i defunti. La popolazione era formata da 20 famiglie con 70 persone ammesse alla S. Co-munione. Il Beneficio parrocchiale rendeva 35 staia di grano, una soma di biade, otto di uva e due staia di marroni. Nella visita del 1618 si registra un’icona sulla parete dell’altare, consistente in un affresco raffigurante la Pietà con ai lati i Santi Rufino e Rocco. Nel 1639 in questa chiesa, sempre annessa a quella di S. Bartolomeo a Tortigliano, vi era un solo altare che aveva sulla parete l’immagine della Madonna col Bambino in braccio con i Santi Rufino e Giovanni Battista.

Nel 1726 era declassata a “chiesa semplice”, unita ora a quella di Toppole. Dieci anni dopo la situazione era peggiorata: “da ogni parte minacciava rovina e stava assai peggio d’un capanno”. Il rettore e la popolazione cercarono di restaurarla alla meglio, tanto che nel 1747 il Vescovo Pecchioli “la trovò sufficientemente bene”. Ma tre anni dopo, per l’azione delle piogge, il tetto fatiscente fu puntellato, le mura deturpate e la

campana incrinata. Si procede ancora alle riparazioni, tanto che nel 1762 si afferma che la chiesa “fu trovata tutta stare a

dovere”. Nel 1766 il tetto è di nuovo quasi tutto crollato, per cui il priore di Toppole, don Francesco Brizzi, avrebbe voluto ridurne le dimensioni, ma l’iniziativa non venne realizzata e la chiesa fu interdetta e la popolazione invitata a recarsi a Messa a Toppole.

Purtroppo d’inverno non sempre era possibile attraver-sare il torrente S. Rufilio, per cui i capifamiglia chiesero ed ottennero dal Vescovo di essere aggregati alla parrocchia di Pianettole. Di questa chiesa oggi rimangono soltanto alcuni resti, che affiorano dal terreno situato tra Casa Caciari e il fosso del Serpeto, in un campo sotto la nuova strada vicinale dei Brischi, in una zona franosa.

2- Chiesa di S. Pietro a Succignano (S. Petri de Suc-cinano o Suginiano). Era molto antica. La troviamo elencata tra quelle che nel 1268 erano obbligate a pagare il censo al Vescovo di Città di Castello (Franceschini La Pieve di Sovara

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Le nostre chiese...pag. 60) e la ritroviamo poi tassata per lib. XX nel 1349. Poi le sue memorie si perdono fino al 1568, quando l’8 luglio fu visitata dal Vescovo di Sansepolcro N. Tornabuoni. Era una parrocchia, poco popolata e con misere rendite, perciò il vi-sitatore cercò di rimediarvi unendola a quella di S. Rufilio di Pianettole, sotto la guida del sacerdote don Cungi. Una parte del ricavato beneficiale di 35 staia di grano fu sequestrato per restaurare il sacro edificio che ne aveva tanto bisogno. Nel 1593, al tempo di don Vincenzo Bagelli, dottore dei decreti, la chiesa era in condizioni migliori, ma i parrocchiani erano ridotti a tre sole famiglie con dieci anime per la Comunione. Il beneficio però continuava a produrre trenta staia di grano e tre some di uva. Nel 1649 troviamo questa chiesa unita, insieme a quella di S. Rufino, a S. Bartolomeo di Tortigliano. In questa chiesa di S. Pietro si celebrava ormai solo la festa annuale del Titolare. Da quest’ultima data in poi non abbiamo più notizie, quindi pensiamo e riteniamo che sia stata in quegli anni interdetta e chiusa al culto.

3- Chiesa di S. Martino di Urliano. Anche questa esisteva già fin dal 1268. Il 14 febbraio di quell’anno Giaco-mo, suo rettore, insieme ad altri confratelli, fu designato dal Vescovo Niccolò di Città di Castello per una dichiarazione giurata delle chiese del Plebanato di Sovara obbligate a dare ogni anno i consueti censi alla Canonica castellana. Tra queste

c’era anche la chiesa di “S. Martini di Urliano o Curliano”, tassata per lib. IX. Poi cala il silenzio anche su questo sacro edificio, fino al 1566, quando si afferma che era rurale e unito a quello di “S. Petri de Monte”, tassato quest’ultimo per sole lib. III nel 1349. Sia la chiesa di S. Martino che questa di S. Pietro erano entrambe fatiscenti e rischiavano di rovinare. Il Vescovo ne decretò il restauro, ma non fu realizzato, per cui queste chiese, nella visita del 1593 non esistevano più. Fu visitato il luogo dove erano un tempo situate, ma ormai crollate dalla fondamenta. Erano state unite al canonicato di don Ercole Catani, canonico della cattedrale burgense. Non

rimaneva da fare altro che piantare sul luogo una croce a ricordo e trasferire i loro titoli e le loro immagini nella chiesa madre della Pieve di S. Maria alla Sovara, con l’obbligo della festa annuale nei giorni dedicati ai S. Titolari delle due chiese scomparse. Oggi nel luogo della suddetta chiesa di S. Martino c’è un seccatoio di tabacco, in parte edificato con le antiche pietre del sacro edificio, a ricordo del quale è stata murata sul tetto una vecchia croce di ferro.

Nell’altra pagina la carta del Catasto lorenese dei primi decenni dell’800 che raffigura la chiesa di S Ruffillo confermandoci la sua esistenza in quel periodo e, sotto, la probabile collocazione della chiesa di San Pietro nell’agglomerato di Cafaggio, oggi Casa Rivol-ta. Nel riquadro la foto di una piccola croce scolpita in una pietra di riutilizzo.In questa pagina: In alto la probabile facciata della chiesa di Orliano con don Quinto e Moreno che ci ha accompagnato nella visita al complesso edilizio.Qui a sinistra una delle pietre della chiesa di Orliano riutilizzata nella ricostruzioni di un edificio.

BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE 2011

AVVISOLa benedizione delle famiglie della parrocchia di Anghiari inizieranno giovedì 10 marzo 2011.Gli orari e gli itinerari saranno esposti tempestivamente alla porta della chiesa.

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Anghiari: piccole storieScritte a quattro mani da Cesare e Ivano

Lo stradino “Dolci”

Anghiari è famosa per i suoi soprannomi.Lo stradino era il responsabile della manutenzione del

tratto di strada bianca a lui affidata [cioè con la breccia, per distinguerla dalle altre e, oggi, da quelle asfaltate N.d.R.]. Stava a cavalcioni del mucchio di massi del Tevere che spaccava con il suo martelletto. Ricavava così la ghiaia per riempire le buche che si formavano.

Quel giorno stava spaccando per la “Croce”, all’altezza della attuale sede della Misericordia. Il Propostone (Don Er-nesto Severi) usciva dalla casa di Fradamuse dopo aver portato l’Acqua Santa. Così avviene l’incontro tra i due:

«Bongiorno, signor Proposto»«Buongiorno Beppe. È un bel po’ che non ci si vede. Non

vi vedo nemmeno a Messa la domenica!»« È che tutti l’omini stano in fondo e io sono anche picco-

lo...» risponde il Dolci. E il Propostone:«Ma non vi vedo neanche all’Eucarestia!»«Signor Proposto non me parlate de caristia che ci so’

sempre in mezzo»«Va bene, va bene.» Tagliò corto il Proposto. «Ora viene

la Pasqua e tutti i cristiani sono tenuti a fare la Comunione. Metterò in fondo alla chiesa l’elenco con nome e cognome di chi non ha rispettato il precetto.»

Allo stradino, il soprannome Dolci non piaceva perché era dovuto ai suoi piedi piatti, “dolci” per l’appunto e, come liberato, esclama:

«Finalmente! Così potrò indicare autorevolmente il mio nome e cognome a chi mi chiama Dolci!»

Qui sopra il racconto scritto a quattro mani da Cesare Menatti e Ivano Leonardi, amici del giornale e di Anghiari, che hanno rac-colto molte storie ed aneddoti riguardanti il nostro paese. Le loro storie continueranno ancora.

Le illustrazioni, anche di questo racconto, come anticipato nei numeri scorsi, sono della giovane Monica Redenti che così li arric-chisce e li rende speciali.

Anche la copertina di questo numero, come le prossime del 2011, sono e saranno opera sua e siamo lieti che abbia accettato il nostro invito.

La Loredana

Nel leggere l’ultimo numero dell’Oratorio ho saputo che la Loredana è andata in pensione e che le Suore della Ripa, dove lavorava, le hanno fatto una bella festa.Se lo avessi saputo avrei partecipato. Perché? Perché la Lore-dana, oltre a prestare la sua opera nel pensionato, era la persona che stava più a contatto con le ospiti.Sentiva le loro esigenze, piccoli problemi ma importanti per loro, per poi risolverli assieme alle Suore.Ne ho avuto le prove.Mia mamma, per sua spontanea volontà, è vissuta alla Ripa per più di venti anni. Aveva un carattere forte e volitivo e non sempre tutti erano capaci di capirla e di farla retrocedere dalle sue decisioni.Solo la Loredana ci riusciva sapendo ascoltare e dando poi un suo parere.Abitando a Firenze non sempre potevo venire a trovarla, ma ero tranquillo perché sapevo che c’era lei che faceva di tutto per metterla a suo agio.Una volta si ruppe due costole e la Loredana l’accompagnò all’ospedale di Città di castello e vi rimase fino a che non arrivai.Anche in altre occasioni mia mamma Iolanda ha avuto bisogno di essere aiutata e lei è sempre stata disponibile in tutto. Per questo e per altro ha la mia stima e la mia gratitudine.Persona sempre con il sorriso e con tanta, tanta voglia di lavorare (sapeva fare di tutto), nell’Istituto era indispensabile.Le auguro una lunga vita da pensionata assieme al marito e al figlio, fortunati di avere accanto una persona speciale.Ringrazio ancora per tutto quello che ha fatto per mia mamma fino alla fine.Con affetto.

Ulivi Lamberto

NeveÈ ufficiale! La neve caduta venerdì 17 dicembre

2010 è stata di 30 centimetri.L’ha detto Frido dal suo Osservatorio sopra Pino

confrontando i dati del posto con quelli dell’Acque-dotto e del Giardinetto della Croce.

Disperazionedi Clèto

È quella che ho visto nell’espressione di una donna che mi seguiva.

Ma facciamo un passo indietro. Stavo salendo in macchina per Via della tomba quando, doven-do dare la precedenza ad un’auto che proveniva in senso opposto, ho fatto scendere mia moglie.

È allora che la guidatrice della macchina dietro di me ha fatto un gesto come di disperazione per-ché la ripresa della corsa è tardata di circa quattro secondi.

Il problema è che c’è caso che anch’io, nel-la stessa situazione, mi sarei comportato in quel modo.

Cercherò di non farlo!

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Elogio a Bruno Mangoni nel primo anniversario della sua morte: 1° marzo.

L’ultimo concerto

Al Grand Hotel di Rimini il prof Bruno Mangoni si è esibito in un applauditissimo concerto pianistico. Ha deliziato il numeroso pubblico con virtuosismi piacevolissimi su brani famosi spaziando da Libertango di Piazzolla a Per Elisa di Beethoven, da Il cigno di Saint-Saens a Tonight di Presley, da Misty di Garner al Notturno opera 9 di Chopin, da Stardust di Carmichael al Sogno d’amore di Litz, da Estate di Martino a Toccata e fuga in Re- di Bach.

La sua interpretazione si muoveva su note contemporanee ma di derivazione classica, passando e collegando ad arte generi diversi, popolari, etnici, jazz e famosi temi americani creando così un’atmosfera di intensa sonorità nelle sue più inaspettate e gradevoli distorsioni e deformazioni. Tutto questo in una libertà di espressione assoluta che rendeva l’ascolto eccezionalmente piacevole.

Le sue mani si libravano, spaziavano come voli di rondini libere su un pentagramma ideale e fantastico in una esegesi esclusivamente personale.

Il pubblico ha seguito il concerto con grande partecipazione, standing ovation e intensi applausi che alla fine di ogni aria venivano ad arte pudicamente sovrastati dalle note del brano che seguiva.

Il concerto si è protratto fino a tarda notte.E proprio il caso di ricordare il famoso detto:“Nemo Propheta in Patria”

Le note del suo ultimo concerto ci seguiranno sempre nel suo ricordo.

Piero Lega

Anche quest’anno ad Anghiari si è rinnovata la tradi-zione dei Babbi Natale arrivati in vespa nel giorno della Vigilia, grazie alla bella iniziativa ideata dalla Pro Loco di Anghiari in collaborazione del “Motoclub Il Ferraccio – Baldaccio Corse”.

Il corteo ha preso le mosse dal piazzale del Campo alla Fiera per poi discendere le vie del centro storico addob-bate e illuminate a festa, attraversando Corso Matteotti, Via Mazzini, Viale Gramsci e fermandosi infine sotto la Galleria Girolamo Magi, che, date anche le condizioni atmosferiche non favorevoli, è stata presa come punto di arrivo della sfilata, in sostituzione dell’ormai tradizionale arrivo in Piazza Baldaccio.

A creare l’atmosfera di festa hanno contribuito anche quest’anno la musica e le grida di entusiasmo dei tanti bambini presenti, che acclamavano l’arrivo della sfilata, annunciata dal suono fragoroso dei clacson.

Parcheggiate le vespe, i componenti del Motoclub, si sono fermati a salutare grandi e piccoli, ridendo e scher-zando con tutti e donando palloni, caramelle, cioccolatini e libri per festeggiare insieme in allegria.

Il Babbo Natale anghiarese è un personaggio originale, differente da quelli che siamo soliti vedere altrove: man-tiene infatti aspetto e costume tradizionali, ma si adegua ai tempi moderni ed arriva a bordo di un mezzo a motore anziché della classica slitta. Il simpatico personaggio riesce sempre a coinvolgere ed emozionare i bambini e i loro genitori, rafforzando inoltre lo spirito di gruppo e di appartenenza all’interno dello stesso Motoclub.

L’organizzazione dell’evento è stata curata, come sempre, dalla Pro Loco di Anghiari e coordinata dal Presidente Piero Calli. Un ringraziamento particolare va anche all’Amministrazione Comunale, alle Forze dell’Ordine e alle Associazioni che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione.

La manifestazione, iniziata quasi per gioco per volontà di alcuni componenti del Motoclub, anno dopo anno si è radicata sempre di più nella comunità anghiarese e si sta diffondendo anche nell’intero territorio valtiberino.

Appuntamento quindi alla prossima edizione, fin da ora fissata per il 24 dicembre 2011!

Babbo Natale arriva in vespa!

Nella foto il gruppo dei Babbi Natale in Piazza Baldaccio ad An-ghiari per la festa del 24 dicembre 2010.

Primo Venerdì del mesea Micciano

alle ore 20

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Una relazione datata 3 dicembre 1955 del Direttivo della nostra Filarmonica, ci ripresenta oggi la Società qual’era 30 anni fa, con la sua organizzazione, 198 soci contribuenti, 30 allievi della Scuola di Musica e 46 i componenti della banda.Dal testo del documento emerge il ricordo della consistente partecipazione cittadina alla vita attiva della Filarmonica, addi-rittura a dimensione di solida e concrete attività sociale, inequivocabilmente sorretta dal tradizionale estro musicale dei suoi appassionati e qualificati bandisti.Anche in quella ormai lontana epoca il Direttivo ed il corpo attivo, erano un mosaico di condizioni sociali ed ideologiche, come di età dei loro componenti: accanto agli anziani fino al 70° anno, c’erano i meno anziani, i giovani ed i giovanissimi di 10, 11, 13 anni ecc., tutti accomunati nella loro passione per la musica, ma soprattutto sorretti dalla volontà e dalla massima serietà di ben fare, spesso anche sopportando, almeno per molti, la non lieve rinunzia ad un meritato riposo dopo una giornata di duro lavoro.

LA “PIETRO MASCAGNI” FILARMONICA NELLA VESTE DI 30 ANNI FA...

Il Consiglio Direttivo della Società di quell’anno era così formato:

PRESIDENTE - Innocenti Alfiero, di anni 69, impresario edile,VICE PRESIDENTE - Domestici Marin Faliero, di anni 46, Ricevitore Postale,SEGRETARIO - Santi Almo, di anni 60, impiegato co-munale,CASSIERE - Cancellieri Vadero, di anni 33, bancarioPROVVEDITORE - Innocenti Assunto, di anni 63, marmista,ARCHIVISTA CONSIGLIERE - Leonardi Inigo, di anni 66, pensionato,CONSIGLIERI: Allegretti Desiderato, di anni 69, calzolaio - Cacioli Corrado, di anni 58, elettricista - Leonardi Antonio, di anni 66, commerciante - Pernici Renato, di anni 41, calzolaio - Polverini Francesco, di anni 49, esercente.COLLEGIO dei SINDACI – Babbini Loris, di anni 43, impiegato - Poggini Milton, di anni 44, liutaio.RAPPRESENTANTE COMUNALE - Cerboni Amedeo, di anni 63, banconiere.

I componenti del corpo attivo erano i seguenti:

MAESTRO DELLA SCUOLA DI e DIRETTORE della BANDA: Polverini Fausto, di anni 32.STRUMENTINIFlauto in do - Santi Almo,di anni 60,impiegato comunale - Cla-rinetto piccolo mib., Polverini Sergio, di anni 31, portalettere, Giabbanelli Franco, di anni 17, muratore.CLARINETTI SOPRANII° clarinetto solista, Polverini Francesco, di anni 49, esercente,I° clarinetto Alberti Urio,di anni 41, orologiaio, “ Carria Silvano, di anni 28, muratore, “ Meozzi Ennio, di anni 28,·musicista,2° clarinetto Del Furia Leonardo, di anni“23, colono, “ Pernici Giuseppe, di anni 34, manovale, “ Polverini Siro, di anni 20, meccanico3° clarinetto Papini Elvio, di anni 32, calzolaio, “ Rossi Pietro di Carlo, di anni 13, scolaro, “ Calli Piero, di anni 11, scolaro, “ Guiducci Gilberto, di anni 10, scolaro,Clarinetto contralto mib. Guadagni Gino, di anni 43, SAXOFONI:Soprano mib. Meozzi Angiolo,di anni 26, falegname,Contralto Babbini Loris,di anni 43, impiegato,Tenore Meoni Loris, di anni 17, cementista,Baritono Cambi Gianfranco, di anni 20, manovale.

CORNI fa e mib.:1° corno Del Sere Laurino, di anni 28, meccanico,2° “ Leonardi Ivano, di anni 19, studente.TROMBE:Solista Santi Assunto, di anni 28, studentato,II° tromba Leucalitti Ivandro, di anni 25, colono,III° tromba Rumori Franco, di anni 17, studente.TROMBONI:I° trombone Innocenti Assunto, di anni 63,marmista,II° ” Falsetti Terzilio, di anni 30, manovale,III° “ Chialli Sergio, di anni 18, colono.FLICORNI:Flicornino mib. solista Ricceri Eugenio, di anni 24, muratore,I° flicorno sopr. Polverini Pietro, di anni 58, calzolaio,II° “ Guiducci Giancarlo, di anni 17, studente,I° “ contralto Rossetti Dialma, di anni 32, calzolaio,II° “ “ Gaggiottini Amerigo, di anni 32, calzolaio,III° “ “ Gaggiottioi Pierluigi, di anni 16, muratore,flicorno tenore solista Minelli Marco, di anni 28, manovale, “ baritono solista Lucertini·Aldo, di anni 36, op. tessile,II° “ “ “ Brondoli Gino, di anni 23, manovale,I° flicorno baritono Cambi Edgardo, di anni 23, falegname,I° “ basso grave sib. Minelli Telemaco, di anni 62,pensionato,II° “ “ “ “ Giorni Mario, di anni 20, meccanico, “ “ “ mib. Minelli Giuseppe, di anni 65, fornaio, “ “ “ fa Conti Adriano, arrotino.BATTERIA:Cassa Polverini Giuseppe, di anni 61, fabbro,Piattista Boncompagni Ottorino, di anni 62,·calzolaio,Tamburino Marconi Giocondo, di anni 65, falegname “ Guiducci Mario, di anni 10, scolaro,Tam-Tam e timpani Matteucci Pietro, di anni 59, calzolaio.

Vada un particolare ricordo verso coloro - oggi scomparsi - i cui nomi si leggono nella citata relazione del 3 dicembre 1955 e che con tanto attaccamento fecero parte del complesso musicale, onore e vanto della nastra Filarmonica e del nostro Paese.La riscoperta di vicende, proprie della vita trascorsa da questa nostrale Associazione, sia di felice augurio e di valido inci-tamento, soprattutto ai giovani, che, con vivo piacere oggi si notano numerosi nelle sue file, brillantemente vivacizzate dal gentile Gruppo Folk delle MAJORETTES.

L. Babbini

L’articolo è stato pubblicato nel 1985 nell’Oratorio e quindi i ricordi a cui si riferisce Loris si rifanno a documenti e all’attività della Filarmonica del 1955.

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Una iniziativa per l’acquisto di un elettrocardiografo automaticoGli amici del pranzo dell’oca Aggiornamento iscritti e offerte

Altri iscritti del 2010

Bartoli Stefano, Bergamini Silvio, Cheli Pia, Coleschi Elena, Ferri Silvano, Gabellini Maria, Guadagni Ilaria, Inci Ettore, Innocenti Lidia, Marconi Mario, Mariani Claudia, Mondani Otello, Pedrazza Andrea Antonio, Ruggeri Vilma, Savini Rodolfo.

A tutti loro il nostro più fraterno ringrazia-mento

Offerte fine 2010

Cangi Loris 1 0Manganesi Giuseppe 1 0Bianchini Assunta - i familiari alla memoria 200Gigli Fabio 1 0Inci Ettore e Gabellini Maria 1 0Meozzi Quinto 1 5Mariani Vadera 2 0Burzi Luigi - la famiglia alla memoria 2 5 5Franceschini Vandro 3 0Ruggeri Vilma 1 0Serafini Pasquale 1 0Meozzi Buccarelli Spinetta in memoria dei cari defunti 5 0Franceschi Piera in memoria del marito Cambi Gianfranco 2 5 0Ditta Busatti Srl - Anghiari 3 . 0 0 0R i c a v a t o d e l “ p r a n z o d e l l ’ o c a ” a Tavernelle 1.430Magrini Fernando - i colleghi di lavoro della figlia Lisetta 1 2 3Magrini Fernando - la famiglia, paren-ti e vicini di casa, alla memoria 1 4 0Procida Assunta in memoria della sorella Domenica 1 0 0Pincardini Derna - la famiglia alla memoria 355Piomboni Lucio Metello 5Boncompagni Bergamaschi Pia - la fa-miglia alla memoria 2 7 5Poggini Giovannino 5 0Fastacchini Vally in memoria dei cari defunti 50Luca Virvara 1 0Bartoli Stefano 2 0Monini Cristina 2 0Monini Fernando 1 0Boriosi Rino 5 0Ghignoni Vasco e Tani Maria Giovanna 1 0 0Miano Antonio 1 0Crociani Osvaldo 5 0Giglini Vasco 5 0Meazzini Delfo 1 0Giorgi Giorgio e Gigliola 5 0Cambi Claudio 1 5 0Ghignoni Enrico e Carla 5 0Raffaelli Benito in memoria della sorella Ada 50

Che Dio ve ne renda il merito!

Carissimi,

l’idea di questo pranzo ci è stata presentata dalla consorella Simona Boldrini e dalla sua famiglia; sentita la necessità, da parte della Confraternita di Misericordia, di acquistare un elettrocardiografo automatico (costo di circa € 15.000) da installare nell’ambulanza del servizio di pronto intervento, Simona ci prospettò di iniziare la raccolta di fondi con un bel pranzo il cui netto ricavo avrebbe costituito il primo accantonamento per l’acquisto della nuova strumentazione.

Il primo “grazie” va quindi a Simona ed alla sua famiglia, che hanno dato all’idea anche braccia e gambe, organizzando il convivio e contattando la maggior parte di Voi intervenuti.

Il secondo “grazie” va naturalmente a tutti gli altri collaboratori che sotto le varie vesti si sono impegnati per la miglior riuscita dell’iniziativa; c’è chi ha provveduto a “cuocere le oche”, chi a preparare gli altri piatti di portata, chi ad apparecchiare e servire a tavola...

Il terzo “grazie” va a tutti i presenti al pranzo che, con sensibilità e senso di appartenenza alla Confraternita di Anghiari, hanno contribuito ancora una volta alla miglior riuscita della proposta.

Un grazie particolare, infine, agli amici del Centro Parrocchiale di Tavernelle, che hanno messo a disposizione i locali ed un bell’aiuto organizzativo. Per inciso, l’iniziativa ha portato nelle nostre casse la significativa somma di Euro 1.430

Cogliamo anche l’occasione per riassumere brevemente l’attività della Vostra Misericordia per l’anno 2009; i dati definitivi dell’attività 2010 verranno riportati nel prossimo giornalino dell’oratorio.

Molte attività hanno visto i volontari protagonisti in prima persona, durante la “giornata del malato” (11 febbraio), con l’organizzazione della festa del 3 maggio, della lotteria, della tombola, dei fuochi pirotecnici e delle iniziative collegate.

Sono stati presenti anche a celebrazioni strettamente connesse all’ambiente religioso (processioni, ritrovi…); con l’aiuto di altri collaboratori siamo riusciti a tenere aperta la sede del nostro museo storico, dando la possibilità a tanta gente di “toccare con mano” la secolare storia di volontariato e carità cristiana della nostra Misericordia.

Sono stati organizzati nuovi corsi di formazione e, per i volontari già in attività, serate di “ripasso” delle conoscenze specifiche di settore.

Un capitolo particolare è stato l’impegno economico che l’associazione ha voluto e dovuto affrontare per l’ammodernamento e la manutenzione straordinaria della nostra sede (€ 40.018), per l’acquisto di nuovi automezzi (€ 39.563) e per la manutenzione ordinaria di tutto il parco macchine “carburante, assicurazioni, bolli, riparazioni…” (€ 26.000).

L’impegno maggiore è stato in ogni caso quello sostenuto dai volontari in divisa, con 3.445 servizi effettuati con gli automezzi della Confraternita (3 autoambulanze e 5 autovetture per i servizi sociali), con una percorrenza complessiva di Km. 119.639, per una media di oltre 9 servizi e 327 km. al giorno. In aggiunta, i nostri volontari hanno coperto a Sansepolcro 941 turni di servizio al 118 per un totale di 7.734 ore. Vi invitiamo a riflettere per qualche attimo su questi “numeri”.

Con immenso orgoglio Vi possiamo testimoniare che, anche in virtù del Vostro aiuto, la comunità anghiarese può andare fiera della propria Confraternita di Misericordia, operante sia in Anghiari sia in Valtiberina; il testimone lasciatoci dai primi volontari del quattordicesimo secolo continua ad essere posto in buone mani.

Continuate ad aiutarci! Che Dio Ve ne renda il merito!

IL MAGISTRATO

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Il Gruppo conquista per la prima volta il primo posto a livello provinciale!!!

BATTE FORTE IL CUORE DEI FRATRES ANGHIARESI

“Pietro, obiettivo raggiunto: 700 donazioni precise”. Con questo breve sms, l’infaticabile capogruppo Fabiano mi comunicava nell’ultimo giorno dell’anno la notizia da noi tutti tanto attesa, ma che un dicembre così pieno di imprevisti ed emergenze di varia natura aveva fortemente messo in discussione. Niente ha potuto contro la generosa volontà dei nostri donatori una delle più copiose nevicate degli ultimi trenta anni né, tanto meno, la scioccante emergenza legata alla falla nella diga di Montedoglio, che per diversi giorni hanno sconvolto il quieto vivere della nostra vallata, precludendo al traffico strade e ponti ed assurgendo alle cronache nazionali.

Ancora un record, quindi, nella invidiabile tabella di marcia del Gruppo Fratres di Anghiari, che per la prima volta conquista il gradino più alto del podio tra i ventitrè della provincia di

Arezzo. Dopo solo dodici mesi dalla conquista delle seicento donazioni ecco arrivare il traguardo delle settecento, che

consegnerà alla storia l’anno appena trascorso come il più generoso tra i trentaquattro di vita dell’associazione. Legittima la soddisfazione di tutti noi nel costatare la piena vitalità del Gruppo, con la convinzione di aver contribuito ancora una volta e così egregiamente, alle necessità del sistema trasfusionale regionale, con l’unico obiettivo di non privare i nostri malati di questa indispensabile risorsa.

Doveroso il ringraziamento agli oltre quattrocento donatori attivi anghiaresi, veri protagonisti di tutto ciò, con la speranza che anche nel nuovo anno continuino in questo impegno civico, rispondendo con sollecitudine ed entusiasmo alle nostre chiamate, con la certezza che donare sangue è donare la vita, è poter restituire la salute a quanti tra noi stanno vivendo situazioni di malattia.

Il 2011 sarà l’anno del trentacinquesimo compleanno dell’associazione ed è intenzione di tutti festeggiarlo nel migliore dei modi. Il Consiglio Direttivo sta già ragionando su quelle che saranno le manifestazioni celebrative ma il miglior modo resta per tutti quello di migliorare i già buoni risultati in quello che è il primario impegno della donazione del proprio sangue.

Il Presidente

Nel 2010 ventisei nuovi giovani volontari

La nostra “Famiglia” aumenta ancora

Questo il messaggio di benvenuto ai nuovi arrivati, da parte di una nostra volontaria:

“Con grande soddisfazione da parte di tutti, il nostro caro Gruppo Fratres si è arricchito, durante il corso dell’anno appena finito, di ben ventisei nuovi preziosi donatori di sangue, molti dei quali giovanissimi. Abituati come siamo, purtroppo, ad ascoltare spesso soltanto cattive notizie, belle novità come questa andrebbero sicuramente sempre meglio diffuse, soprattutto quando interessano i nostri giovani. C’è, poi, un motivo più personale visto che anch’io sono cresciuta insieme al Gruppo Fratres, al quale sono iscritta come donatrice da più di quindici anni e del cui Consiglio Direttivo, in passato, ho avuto l’opportunità di far parte per qualche tempo. Esperienza quest’ultima che ha contribuito a rendere il mio affetto nei confronti della nostra associazione ancora più profondo e consapevole.

Inizialmente ho pensato che i nuovi iscritti fossero tutti diciottenni o comunque molto giovani, poi leggendo i nomi ho riconosciuto fra questi anche persone anagraficamente più mature. Segno evidente che la costante opera di sensibilizzazione al volontariato, svolta dal Gruppo nelle molteplici iniziative in cui è impegnato durante l’anno, ha fatto centro su una larga fetta di popolazione locale.

Grazie dunque al presidente Pietro Ganganelli, ai consiglieri e a tutti i collaboratori che con grande generosità continuano a spendere gratuitamente il loro tempo per organizzare al meglio le ormai consuete e partecipate

manifestazioni del Gruppo!E soprattutto grazie di cuore ai ventisei nuovi donatori,

linfa vitale per la nostra associazione! Mi unisco volentieri al Consiglio per dare loro un caloroso benvenuto; con grande altruismo hanno accolto l’invito di mettere a disposizione di chi ne ha bisogno una piccola, ma preziosissima parte di sé!

Già premiati durante il pranzo sociale della Giornata del Donatore dello scorso 12 Dicembre con il prezioso libro “Annali della Terra d’Anghiari” dello storico Lorenzo Taglieschi, edito dal Gruppo stesso e con l’utile “ombrello del donatore”, riporto con piacere qui di seguito i nomi dei nuovi adepti in ordine di iscrizione: Cantelli Maurizio, Bianchini Mario, Acquisti Gessica, Carboni Candida, Bartoccini Giuseppina, Sauer Costanze Ursula, Mazzi Gabriele, Di Staso Gianluca, Rosadi Laura, Gallai Francesca, Natalini Elisa, Massetti Matteo, Pecorelli Laura, Melani Paolo, Morelli Fabrizio, Ganganelli Cesare, Andries Ovidiu, Baggi Marida, Melani Margherita, Pernici Mirco, Franchini Silvia, Tiberti Debora, Serafini Anna Maria, Bartolomei Pietro, Zineddu Letizia e Pompeo Chiara.”

Sara R.

Nella foto qui sopra il pranzo sociale 2010 con il tavolo dei Giovani Donatori.

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...dal Gruppo Fratres

Anghiari: Le prossime Giornate del Donatore di Sangue 2010

Assegnato alla Consociazione Nazionale Fratres un premio importante

PREMIATO L’IMPEGNO DI TUTTI I GRUPPI FRATRES D’ITALIAPrestigioso riconoscimento per tutti i Donatori di Sangue Fratres d’Italia. Domenica 21 novembre, nella cattedrale di

Pistoia gremita di pubblico, si è svolta la XXVIII Giornata della Pace, della Cultura e della Solidarietà con la consegna del PREMIO INTERNAZIONALE “GIORGIO LA PIRA”.

Si tratta di un ambito riconoscimento che in passato ha visto premiate figure di primissimo piano quali l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, giornalisti come Enzo Biagi, poeti come Mario Luzi, scienziati come Rita Levi Montalcini, pacifisti come il premio Nobel Adolfo Peres Esquivel, Madre Teresa di Calcutta, il Cardinale Glemp, primate di Polonia ed il Cardinale Angelo Bagnasco, attuale Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

In questa edizione spicca l’assegnazione del premio alla Consociazione Nazionale dei Gruppi Donatori di Sangue Fratres, nella persona del suo presidente Luigi Cardini che, al momento della consegna ha dichiarato: “Sono onorato del riconoscimento conferitomi e voglio dedicarlo e soprattutto condividerlo con gli oltre centomila donatori di sangue della Fratres, perché di essi è il dono che, con amore fraterno e spirito di solidarietà, molte volte salva la vita umana e costantemente contribuisce alla cura ed alla salute degli ammalati, senza distinzione alcuna.”

Giornata del Donatore 2010: Il Convegno Medico

FATTI UN REGALO:DONA!

Donare sangue è un grande regalo che fa bene agli altri e

anche a te !

DIVENTA ANCHE TUUN DONATORE DI SANGUE

FRATRES!!

I L V E G L I O N E D I C A R N E VA L E

Sabato 26 FEBBRAIO 2011Presso il Ristorante “ L’ISOLA CHE NON C’E’ ”, FIGHILLE (PG)

Cena e ballo per tutta la notteIn collaborazione con la Confraternita di Misericordia.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!

Nel pomeriggio del giorno 11 dicembre scorso, si è rinnovato l’annuale Incontro Dibattito su tematiche strettamente mediche, organizzato dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” di Anghiari , in stretta collaborazione con la dott.ssa Rosella Guadagni, consulente medico dell’associazione e medico di base. Inserito a pieno titolo, come sempre, tra le manifestazioni previste dalla edizione 2010 della Giornata del Donatore, ha coinvolto numerose persone, nell’accogliente sala conferenze della Confraternita di Misericordia. Tra queste da segnalare la presenza di Giuseppe Ricceri, assessore comunale alle politiche sociali e Dall’Ara Gianfranco, presidente provinciale dei Gruppi Fratres.Molto attuale l’argomento trattato, relativo alle strette interazioni tra la nostra salute e l’ambiente in cui ci troviamo a vivere, sul quale hanno relazionato il dott. Roberto Romizi, presidente nazionale Ass. Naz.le Medici per l’Ambiente ed il dott. Lorenzo Droandi, presidente provinciale della stessa.Attraverso una ben organizzata presentazione “all’americana”, sono stati illustrati i vari aspetti che correlano l’ambiente alla salute umana: dai campi elettromagnetici ai pesticidi nei campi ed ai conservanti e coloranti nei cibi, alle polveri sottili (il noto PM10), prevalentemente dovute al traffico veicolare e agli impianti di riscaldamento, all’impatto micidiale dell’amianto e degli idrocarburi aromatici (benzine), per non parlare anche dell’inquinamento acustico. I dati presentati hanno mostrato un generale incremento delle patologie con esito spesso invalidante o addirittura letale. È comunque un fenomeno legato al nostro moderno e generalizzato modello di vita. Modello che, giusto o sbagliato che sia, è tipico dei paesi

a v a n z a t i in cui certi consumi, o peggio stili di vita, spesso m a l s a n i per sé e per gli altri, sono “cosa normale”.C o s a fare? Cercare di correggere, per quanto possibile, i nostri comportamenti a tavola, non fumare, non bere, non drogarsi (come fatto notare da un partecipante), limitare l’uso dell’auto e del riscaldamento. Utilizzare telefonino ed altri apparati wireless con coscienza e buon senso. In poche parole cercare di vivere una vita il più naturale possibile in un ambiente non (troppo) inquinato e adottare sempre e comunque a cominciare dalle Autorità preposte il “Principio di precauzione” sempre valido ma non sempre applicato.In ogni caso sta in noi e negli elementi di sistema che controlliamo, buona parte della prevenzione. Conoscenza ed educazione sono quindi pilastri indispensabili su cui poggia l’architrave che altro non sono che la politica e le sue scelte.

Roberto Stowasser

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Ero a Londra già da qualche settimana quando il fegato cominciò a darmi delle noie. La causa? Certamente la diversa alimentazione e in special modo il Fish & Chips di cui sono sempre stato ghiotto. È una mia debolezza la frittura di merluzzo e patatine fritte. Avvertivo comunque tutti i sintomi del mio fegato in disordine, elencati con precisione dal “bugiardino” (il foglietto che accompagna un medicinale) di un farmaco che avevo comprato. E’ incredibile, non ho mai letto un ”bugiardino” senza arrivare alla conclusione di soffrire proprio di tutti quei malanni in esso elencati. In quell’occasione decisi di andare alla biblioteca di Muswell Hill per studiare la cura anche di altre indisposizioni. Aprii il libro e mi apprestai a leggere

Cominciai con i Problemi del fegato. Quelli ce li avevo tutti e lo sapevo. Il caso cominciò ad appassionarmi e continuai a leggere le varie malattie in ordine alfabetico. Acidità: la causa principale è un consumo eccessivo di alcool. Questa, sapevo già di averla contratta sin dalla cena del io matrimonio. Mi soffermai al ballo di San Vito e scoprii come già sospettavo, che avevo anche quello (contrazioni muscolari). Bocca secca, la cui causa principale è lo stress. E ti pare che non avessi anche questa. Cateratta, mi auto controllo aprendo e chiudendo gli occhi alternativamente e deduco che anche questa c’è ma solo agli inizi ed in modo lieve. Il colera invece lo avevo con serie complicazioni. Quanto alla differite sembrava che la avessi fin dalla nascita. Dolore al basso ventre, è un problema che si manifesta durante la gravidanza. Graziadio questo lo salto non fa proprio al caso mio. Dolore alla spalla: questo mi perseguita da quando ho cominciato a giocare a pallone. E così giunsi alla febbre da tifo, lessi i sintomi – e scoprii che dovevo averla da mesi eppure non me ne ero mai accorto. La gotta nel suo stadio più maligno, era sopraggiunta e mi aveva acciuffato senza che me ne fossi accorto. Lessi alla voce M, malaria e mi resi conto che ne soffrivo e che al massimo entro un mese sarei entrato nella fase acuta. Fui sollevato nel trovare che il morbo di Raynaud disturbo ischemico delle dita, lo avevo beccato ma solo in forma leggerina e che fosse stato solo per quello avrei potuto vivere fino a cent’anni. L’orchite invece era lieve (dolori ai testicoli). Quanto alla zimosi, era evidente che me la portavo dietro sin da bambino.

Ero così arrivato all’ultima lettera dell’alfabeto. In con-clusione la sola malattia che non avevo era il gomito del tennista. In un certo senso ci rimasi un po’ male, tant’è vero che più volte me lo toccai per averne la certezza. Mi misi a riflettere e dedussi che se ero ancora vivo lo dovevo certa-mente all’intercessione divina, grazie a mia nonna che mi dedicava ogni sera un rosario intero. Santa nonna!! Provai ad auto-visitarmi: cercai di auscultarmi il cuore, non riuscì a sentirlo, aveva smesso di battere? Eppure ieri c’era. Mi toccai il polso, il piede, il collo ma niente, nessuna pulsazione. Provai a guardarmi la lingua allo specchio e ne ricavai la conferma che avevo anche la scarlattina. Mia moglie Lela si accorse subito che qualcosa non andava e mi domandò se stavo bene. Le confermai, mentendo, che certamente stavo bene. “Sai”, le dissi, “mi mancano Anghiari e i miei nipotini e poi sono preoccupato per la storia dei mutui americani sub-prime, la crisi mondiale”. E pensare che ero entrato nella biblioteca di Muswell Hill in discrete condizioni di salute e ne ero uscito distrutto. Avevo raggiunto la conclusione che se proprio dovevo morire era meglio tornare subito ad Anghiari. Finalmente arrivò la data del ritorno in aereo, da tempo prenotato, per l’Italia, Alle 5 del mattino del 6 settembre il taxi, puntualissimo era fuori in attesa. Mettiamo le valigie nel bagagliaio e via verso la North Circular Road fino ad imboccare poi la motorway M11 per Cambridge e l’aereoporto di Stanstead. Il traffico verso

Cambridge era ancora scorrevole , quello invece in direzione opposta verso Londra diventava sempre più intenso con il passare dei minuti. Il tassista un simpatico ed allegro cipriota con tanta voglia di chiacchierare, interloquiva animatamente con Lela tirando in ballo tutti i soggetti di questo mondo, da Obama a Bin Laden, da Berlusconi a Sarcozy, da Clinton a Bush, dall’Afganistan alla Palestina. Io intanto totalmente assente , seguivo la luna e le nuvole che scorrevano indietro più veloci ogni volta che l’autista accelerava. Ammiravo estasiato l’alba che alle 5,45 già tingeva l’orizzonte di un rosa delicato. Il cielo grigio metallico era illuminato da una piccola fetta di luna sulla quale veloci passavano batuffoli di nuvole bianchissime sopra la silhouette nera degli alberi che costeggiano la motorway. Puntuali arrivammo all’aeroporto facemmo il check-in e nello stesso modo puntualissimo l’aereo decollò in direzione Perugia e dopo un perfetto atterraggio, prendemmo la nostra macchina e raggiungemmo finalmente Anghiari. Non mi rimaneva che andare di corsa dal dott. Checcaglini, il mio medico di famiglia, il quale mi vide stralunato e mi chiese:

«Allora cos’hai?» Gli risposi:«Per non farti perdere tempo ti dirò solo quello che non

ho. Non ho il gomito del tennista.»E gli raccontai come ne ero venuto a conoscenza, appunto

perché mi ero ben documentato presso una biblioteca a Londra. Mi fece sedere sul lettino. Mi misurò la pressione scuotendo un po’ la testa. Controllò i battiti del cuore sul polso, sempre scuotendo la testa. Almeno lui era riuscito a trovarli! Mi fece aprire la bocca e ci sbirciò dentro, mentre io dovevo dire “aaah”. Mi afferrò con la sinistra stretto il polso e poi all’improvviso quando non me lo aspettavo mi colpì sul petto -Fu una vera vigliaccata!- seguita subito dopo da un colpo sulla fronte e da un’improvvisa martellata sul ginocchio sinistro e poi sul destro. Stavo per rispondere con un calcio, ma, per rispetto mi trattenni. Senza dire una parola, cominciò a battere con due dita sulla schiena, mi fece stendere sul lettino e cominciò a palparmi la pancia. Da destra a sinistra. La sua serietà, indice di preoccupazione mi consolò e quasi mi rallegrai che forse aveva trovato tutti i mali di cui avevo avuto il sospetto, mentre continuava a scuotere la testa! Alla fine di questo accuratissi-mo controllo si sedette alla sua scrivania e concentrandosi al massimo scrisse una ricetta, la piegò e me la dette. Non ebbi il coraggio di aprirla e di leggerla, la misi in tasca ed uscì in preda a tutti i peggiori pensieri. Andai alla farmacia in Piazza Baldaccio, la porsi al Dr Ortalli. Lui la lesse e me la restituì, guardandomi con un certo imbarazzo. Anche lui scuotendo la testa mi disse che non ce l’aveva. Io, preso un po’ dal panico gli risposi: «Ma questa non è una farmacia?» E lui con tono ironico: «Certo ma questo prodotto lo puoi trovare solo da Fausto, lì, alla macelleria appena sotto la statua di Garibaldi proprio di fronte all’edicola di Tommaso.» Mi restituì la ricetta, che subito sbirciai curioso, la lessi in fretta, diceva:

A pranzo: Una bistecca da 300 grammi alternata a pesce con verdure ed un bicchiere di vino rosso.

A pomeriggio: Una camminata fin al Santuario del Car-mine e ritorno.

La sera: Una cenetta frugale e leggera. A letto ogni sera alle 10.

E non ti riempire la testa di cose che non puoi capire.

E così, graziadio sono ritornato a vivere.Peter Lega (6 settembre 2010)

Un malato ipocondriaco

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L’Affresco della Ma-donna della Miseri-cordia del XVI secolo

di autore anonimo, recen-temente restaurato dalla Soprintendenza alle Belle Arti di Arezzo attraverso lo “Studio Tre” di Tommaso Sensini, è ritornato nella sua Cappella a destra subito dopo l’ingresso principale. Esso misura m 2,36 x 1,87. L’immagine della Vergine è alta m 1,60, con le mani allarga il suo manto scuro per proteggere i rappresentanti di tutte le categorie del popolo cristiano.

La Madonna, oltre l’au-reola, ha sul capo una corona sostenuta da due angeli, il suo volto dolce e materno, il vestito di colore marrone terra di Siena, con otto orna-menti dorati, un fermaglio sul petto, una cintura ai fianchi e i piedi nudi che posano sopra un caratteristico supporto a forma di capitello.

Al suo lato destro, sotto il manto della Vergine, am-miriamo una decina di figure

maschili ed in primo piano quella di un Santo inginocchiato a mani giunte di condizione nobile, probabilmente un re, dietro vediamo un monaco e dei religiosi con un Papa, un cardinale, due Vescovi e alcuni fratelli incappucciati. Al lato sinistro la Vergine protegge altrettante figure femminili, in primo piano una nobile donna Santa, inginoc-chiata e a mani giunte e dietro quattro religiose, con in mezzo una giovane e vicino tre eleganti donne scollate ed infine si scorge il mento e la capigliatura di un’altra donna.

Nei secoli passati questo bellissimo dipinto era conservato e venerato nella chiesa di S. Maria del Borghetto, distrutta dal terremoto del 1917, adiacente all’attuale antica sede della Confraternita della Misericordia. In passato, secondo quanto scrive don Bruno Giorni, divenne proprietario della suddetta chiesa un certo Guadagni che poi cedette il fabbricato al clero di Monterchi. Dopo il terremoto, la chiesa non fu restaurata ma anzi demolita, però fu salvato l’affresco staccandolo dal muro e nel 1929 fu trasferito nella “Chiesina” di Le Ville ove risentì gravemente dell’umidità dell’ambiente. Nel 1969 l’Affresco della Misericordia, per volere delle proprietarie Italia ed Enrica Tassinari, fu donato ed esposto alla pubblica venerazione, nella restaurata arcipretura di Monterchi.

Oggi con Paolo VI la Madonna della Misericordia potrebbe essere anche invocata Madre della Chiesa, cioè di tutto il Popolo cristiano, dal Papa ai cardinali, dai vescovi ai religiosi, fino ai semplici fedeli, siano essi nobili o poveri.

Madre della Misericordia, prega per noi! (D.Q.G)

È ritornata restaurata nella Pieve Arcipretura di San Simeone Profeta in MonterchiLA MADONNA DELLA MISERICORDIA

Benedizione delle famiglie a Monterchi e PocaiaGli orari e gli itinerari a pag 25 del giornale

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Da Monterchi - a cura di Matteo RomanelliFebbraio - Marzo 2011

Dalle nostre Parrocchie

da Santo Stefanoa cura di GM

Domenica 6 febbraio, festa di S. Biagio, patrono di Pocaia. S. Messe a S. Biagio alle ore 10 e alle ore 16, seguite dalla tradizionale benedizione della gola. Il portale di questa chiesa parrocchiale è stato rifatto ex novo in stile antico, con frontespizio, stipiti e soglia offerti dal benefattore maestro Carlo Vagnoni, che il parroco don Quinto ringrazia anche a nome del popolo di S. Biagio. Restano ancora da sistemare i gradini e i marciapiedi.

Mercoledì 9 marzo inizio della Quaresima, benedizio-ne e imposizione delle sacre Ceneri, digiuno e astinenza. Ore 16 S. Messa a Monterchi, ore 17 a Pocaia. N.B. In Quaresima verranno effettuati incontri di preghiera e di catechesi sulla S. Bibbia e la prima lettera pastorale del-l’Arcivescovo Fontana per adulti, catechisti, fidanzati e gruppi di preghiera nella chiesa della Madonna Bella.

BENEDIZIONE DELLE CASEE DELLE FAMIGLIE

Sabato mattina 2 aprile dalle ore 9 alle 13 benedizioni delle famiglie di Gambazzo, Pianezze e Tarsignano.

Lunedì 4 aprile nel primo pomeriggio benedizioni delle famiglie di Ripoli, Fonaco e Borgacciano.

Dal 5 al 9 aprile benedizioni delle famiglie e aziende residenti nella parrocchia di S. Biagio a Pocaia.

Dall’11 al 16 aprile benedizione delle famiglie, bot-teghe e aziende della parrocchia di Monterchi.

Nel pomeriggio della Domenica delle Palme 17 aprile e del Lunedì e Martedì Santo, Quarantore nella Pieve Arcipretura di Monterchi.

Lunedì 18 e Martedì 19 aprile benedizioni delle restanti famiglie della parrocchia di Padonchia.

Mercoledì Santo 20 aprile, alle ore 21, Confessioni Pasquali a Padonchia per tutti.

N.B. Rallegramenti a tutti gli organizzatori del Presepe vivente di Le Ville e di quello artigianale di Monterchi, che hanno avuto anche quest’anno notevole successo e partecipazione. Nella cripta della chiesa di S. Simeone a Monterchi, il classico presepio, realizzato dai parroc-chiani Verdinelli Giuseppe, Rondini Roberto, Galletti Massimo, Testerini Enrico, Raini Antonella, Armati Michele, Barili Daniele, è stato arricchito di particolari costruzioni artistiche, riguardanti l’antico cassero me-dioevale, caratterizzato da torri, archi, mura e cappelle oggi scomparsi.

Presepe

Natale a S. Stefano come da tanti anni si è potuto ammirare un presepe di tutto rispetto preparato con dei particolari ben predisposti come le luci, i movimenti, il ruscello dove scorreva-no le acque. Naturalmente al centro dell’attenzione la Natività. La capanna era costituita da un vecchio tronco di castagno trovato nei dintorni dei nostri boschi. Gli ideatori hanno ben pensato di usarlo per collocarvi la Sacra famiglia.

Insomma tutto a perfezione, così è stato il giudizio dei visitatori che sono stati moltissimi.

Se anche quest’anno si è potuto ammirare il presepe nella nostra chiesa si deve a quelle persone che con sacrificio ma determinazione hanno preparato questo bel presepe. A loro dobbiamo riconoscenza e gratitudine i quali sono: Augusto e Alessio Polcri da Maraville, Davide Nicchi da San Rocco, Piero Giorni da la Polveriera, Massimo Foni da Ca’ de Frati, Senio Ruggeri dal Ponte dei sospiri, Stefano Comanducci dai Chiusini, Fabrizio Cristofani da la Ferrovia e Stefano Paoloni da Molin del Comune.

La Comunità vi dice grazie e vi invita a continuare.P.S. Nel corso dei lavori non sono mancate soste per

rifocillarsi con brustichino, salsicce a grappoli e bicchieri di vino e diversi dolci (tutto ben meritato). A tutto questo hanno provveduto sia Luigi Boncompagni macellaio del Viale che Palmiro Papini falegname del Campo alla Fiera mentre ai dolci ci hanno pensato le donne.

Le luci

Un altro gruppo, questa volta di giovani pensionati, compo-sto da Luigino Giorni, Bruno Nicchi, Senio Ruggeri e Gastone Mafucci, ha provveduto ad illuminare il viale con le luci nata-lizie. Non è stato molto ma di più non si poteva fare. Le nostre forze (esaurite) non ci hanno permesso di fare di più.

Ci auguriamo di continuare e aspettiamo sempre l’arrivo e l’aiuto di qualche giovane volenteroso che ci affianchi.

Ciò che abbiamo fatto speriamo che sia stato apprezzato ugual-mente dalla Comunità e ben vengano i loro ringraziamenti.

Ceppi e befane

Se in piazza Baldaccio c’erano tanti Ceppi un altro ceppo de Ca’ de Maurizio aveva visitato e portato molti doni ai bambini della Scuola dell’Infanzia di Anghiari. Molta ammirazione e un po’ di timore, ma poco, da parte dei bimbi. Applausi di soddisfazione dalle maestre e tutte le altre persone presenti per come i bimbi cantando hanno accolto il Ceppo.

Questo Ceppo, in veste da befana, assieme ad un’altra befana doc, hanno fatto visita agli anziani ospitati presso la residenza protetta della Croce e a quelli della Ripa.

In ambedue i luoghi grande accoglienza e ringraziamento per aver fatto trascorrere un po’ di tempo in allegria ai nostri anziani ai quali sono giunti anche dei doni.

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Dalle nostre parrocchieda Micciano

CresimaDomenica 9 Gennaio 2011, giorno in cui la

Chiesa ha celebrato quest’anno il Battesimo di Gesù nel Giordano, nella Pieve di Micciano, Benedetta Gaggiottini, Irene e Francesco Livi, Lo-renzo Magri, Francesco Pompeo, hanno ricevuto il sacramento della santa Cresima, conferito dal nostro Arcivescovo, Mons. Riccardo Fontana.

Il silenzio orante con cui è stata seguita la liturgia, preparata con particolare attenzione dal nostro parroco don Giovanni Zanchi, è stata evidente testimonianza della partecipazione dei fedeli presenti.

L’arcivescovo ha saputo sapientemente coinvolgere i cresimandi rivolgendosi loro con affetto paterno nel momento della rinuncia e della professione di fede. Durante l’omelia ha sottolineato quale grande ricchezza per le famiglie e per la comunità parrocchiale rappresentino i nuovi cresimati e quanto sia importante oggi, in un mondo più che mai confuso, aprire il cuore a Cristo e lasciarsi guidare dallo Spirito Santo.

La celebrazione eucaristica, a cui hanno partecipato anche tre seminaristi e il diacono Fabio Mondani, è stata resa più solenne dai canti e dall’accompagnamento musicale, eseguito da Cesare Ganganelli.

Il Gruppo dei Chierichetti

Partiamo dall’inizio… I primi di ottobre, più o meno, Alessandro mi chiama al telefono per parlarmi di una cosa importante: mi chiede se sono disposto a seguire le prove dei chierichetti poiché lui non può più essere sempre presente. Io ci ho pensato un po’ anche perché stavo per incominciare il mio cammino universitario ed ero assalito dai dubbi: “Riuscirò a essere presente?”, “Sarò in grado di trasmettere qualcosa ai bambini e ai ragazzi?” Tuttavia ho accettato.

Il primo impatto con l’incarico è stato difficile: al gruppo dei chierichetti infatti si è unita una bella fetta di bambini di seconda elementare e le prime volte c’era sempre una gran confusione quindi era difficile anche solo iniziare le prove.

Pian piano però tutti si sono resi conto che era difficile svolgere le nostre prove in mezzo al caos e siamo riusciti a “lavorare” per bene.

Un momento molto bello è stato quello della consegna delle Albe, le vesti bianche, ai ragazzi di seconda media, durante l’Avvento. Mi ricordo che quella mattina in chiesa c’erano tantissimi chierichetti.

Credo proprio che si stia creando un bel gruppo e la cosa mi fa piacere oltre che darmi soddisfazione.

Ora però vi devo lasciare perché tra pochi minuti iniziano le prove e io devo andare dai miei ragazzi.

Samuele

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Grande la soddisfazione di insegnanti ed alunni nel vedere esposto all’ammirazione dei tanti turisti e

residenti della vicina città umbra una delle opere artistiche più belle tra quelle prodotte nei cinquanta anni di vita, nei laboratori di ebanisteria, intaglio, tarsia, doratura e laccatura dell’arte lignea della rinomata scuola superiore anghiarese: il presepio in legno e vimini con personaggi a grandezza naturale.

In occasione, infatti, dell’annuale Mostra Internazionale di Arte Presepiale di Città di Castello, ormai giunta alla sua XI edizione, il presepe dell’Istituto d’Arte di Anghiari è stato ospitato nella stupenda chiesa trecentesca di San Domenico dal quattro dicembre al nove gennaio ultimi scorsi, inserito a pieno titolo

nel ricco percorso in cui la Mostra era articolata e che abbracciava l’intero centro storico cittadino. Accanto, quindi, ai quaranta presepi napoletani, a quelli provenienti dal continente africano esposti nella Basilica inferiore della cattedrale ed ai tanti altri presenti nei vari spazi della mostra, le migliaia di turisti che sono arrivati, hanno potuto ammirare ed apprezzare anche l’estro e l’abilità artistico progettuale di insegnati ed alunni della scuola anghiarese. Il presepio è formato dai tre personaggi della Sacra Famiglia, a grandezza naturale, con sullo sfondo una rappresentazione stilizzata di Anghiari montata su una grande cornice intagliata. Il tutto poggia su un pavimento policromo finemente intarsiato. Anche la grande stella che sovrasta la natività è realizzata in legno e vimini. Il presepio è stato esposto, in anni passati, non solo in varie città del centro Italia ma anche nella cittadina francese di Montbeliard, in occasione di una mostra internazionale dell’artigianato artistico, riscuotendo sempre notevoli apprezzamenti.

Come è ormai noto, l’Istituto d’Arte di Anghiari si sta trasformando, a seguito della recente Riforma Gelmini, in un Liceo Artistico con la possibilità, quindi, di arricchire maggiormente la preparazione culturale dei propri alunni. Saranno, comunque, salvaguardate nel tempo quelle peculiarità artistico laboratoriali che l’hanno da sem-pre contraddistinta così che i propri studenti abbiano la possibilità, raggiunto il diploma finale, di inserirsi nello strategico settore della conservazione dei beni culturali o proseguire gli studi in percorsi universitari, come i tanti giovani che formatisi con impegno nel corso degli anni, sono oggi dei bravi architetti, insegnati, artisti, tecnici o artigiani di qualità. Orteip 2011

Mese di Gennaiodi Armando Zanchi

Questo è il mesedel retaggionon più festenel suo raggio

La Befanaormai passatacome un’ondaallontanata

Questo mesefa cernieraalla vicinaprimavera

Il Febbraiolo fa lo scontoqualche giornoperde al conto

All’Aprilec’è da capirese le piantevanno a fiorire

Ed il Maggiocon la ginestraè fioritae fa la festa

Ed il Giugnomiete il granocon il Luglioche dà la mano

All’Agostoc’è la vacanzatutto il mesein lontananza

C’è il meseSettembrinoindaffaratoa fare il vino

Nell’Ottobrele castagnecadono a terranelle montagne

Il Novembreun po’ nebbiosoal Camposantotrovi il riposo

Lì c’è il mortoe vai a trovareed i fioripuoi portare

Il Dicembresi dà da faree la festaricominciare

Ma la Pasquanon va lasciataè una festatanto amata:

L’ISTITUTO D’ARTE IN MOSTRA A CITTA’ DI CASTELLO

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Dopo il Convegno “Buona Impresa in buona Economia”

Il “capitale umano” risorsa della Bancaa cura della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo

Spunti davvero interessanti e soprattutto utili per

un’attenta riflessione, quelli suggeriti dal Convegno “Buona Impresa in buona Economia”, svoltosi lo scorso 2 ottobre presso il Palazzetto dello Sport di Anghiari ed organizzato dalla Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo.

In un momento nel quale domina la logica dei numeri, è stata restituita la giusta importanza alla centralità della persona, allo spirito di collaborazione e al concetto di “fiducia”.

Su questo filone il dottor Fabio Pecorari, Direttore Generale della Banca di Anghiari e Stia dallo scorso 9 giugno, vuole impostare la propria linea operativa. Intende infatti valorizzare le risorse umane, quelle che con il loro lavoro e svolgendo al meglio le mansioni loro affidate permettono il raggiungimento dei risultati auspicati.

Riallacciandosi all’articolo 1 comma 2 della Carta dei Valori, mette in evidenza la figura dei collaboratori e comunica di avere avviato un progetto valutativo dei dipendenti che dovrà produrre una precisa “fotografia” del personale, al fine di ottimizzare le caratteristiche dei singoli in funzione degli obiettivi da conseguire. “La valorizzazione delle nostre risorse umane – sostiene il Direttore – sarà il risultato di due livelli di indagine: l’uno tiene conto della valutazione oggettiva della prestazione lavorativa; l’altro, affidato ad un consulente esterno, valuterà invece il potenziale del singolo e quindi anche le eventuali doti non espresse da quest’ultimo nell’esercizio della sua professione”.

La Banca è il luogo per eccellenza in cui si deve creare fiducia. Ed è la fiducia, prima ancora dei numeri, che costituisce la garanzia del funzionamento di qualsiasi realtà, anche economica. Essa, nel caso della Banca, è fondata non solo sugli elementi prettamente materiali e peculiari degli istituti di credito, ma anche

e soprattutto sul modo di porsi dei collaboratori nei confronti del cliente. Questo è il vero valore aggiunto, non quantificato, ma assai significativo, dell’attività della Banca.

Ciò è tanto più vero per una Banca di Credito Cooperativo come quella di Anghiari e Stia, che è Banca locale e mutualistica che fa della relazione con il cliente la propria filosofia e la propria prassi quotidiana.

Ciò significa indirizzare su una chiave etica la propria linea operativa, nella consapevolezza del fatto che la fiducia alimenta la buona reputazione, e che quest’ultima è la naturale conseguenza dell’opera di valorizzazione della persona.

E la valorizzazione del singolo dipendente o collaboratore significa metterlo nella condizione di lavorare al meglio, cioè con il massimo della serenità e con le giuste motivazioni: solo così potrà rendere il miglior servizio possibile al cliente e produrrà per la Banca i migliori risultati.Fiducia e reputazione si sposano bene con il nobile concetto di moralità e di etica professionale che deve sempre contraddistinguere i nostri comportamenti.

Nella foto il Direttore Generale, dotor Fabio Pecorari, durante il Convegno “Buona Impresa in buona Economia”.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Ci siamo...ci siamo e viviamo questo nuovo anno insieme a voi!Vogliamo condividere con voi quanto stiamo facendo e vi-vendo quando ci troviamo la domenica mattina alle ore dieci per il catechismo.

Anche quest’anno siamo un bel gruppo e ci impegniamo (fuori dal catechismo) dove possiamo... e quindi... il coro di canto ha guadagnato tante voci bianche e con freschezza e sicurezza cantiamo con quanti sono un po’ più grandi di noi!

Il gruppo dei ministranti si è ingrandito!Sono arrivate nuove tuniche, candele processionali, anche

la lista per segnare i servizi da svolgere...; e cerchiamo, con il nostro servizio attorno all’altare e con il Sacerdote, a rendere più solenne la Celebrazione Eucaristica domenicale.

Prima di Natale, Luca, Tristano, Nicolas, Cassio, Chiara, hanno celebrato il sacramento della Riconciliazione -per la prima volta- e hanno ricevuto il perdono.

Chiediamo a tutte le persone della Parrocchia di pregare per noi e con noi perché quest’anno riceviamo per la prima volta Gesù vivo e vero nel nostro cuore. Noi ci prepariamo a questo grande giorno.

Il 5 gennaio, ore 21, il “gruppo teatro” (tutti volontari) ha offerto un messaggio molto forte a tutta la Parrocchia.

A ciascuno il proprio postoLa piccola rappresentazione, tra canti di Natale e recitazione,

ha voluto vivacizzare nel cuore di ciascuno/a la consapevolezza

che ognuno/a di noi ha il suo posto... e per trovare il proprio posto nella vita nulla di più facile che mettersi ai piedi di Gesù e lasciarsi guardare e guidare da Lui.

Per riuscire a mettere in piedi questo “Recital” ci hanno aiutato ed insegnato e avuto grande pazienza e benevolenza con noi Chiara Natalini, Catia Piomboni, Giulia Camaiti, Giulia Livi e la sua mamma Barbara.

Eravamo 16 attori, dai 2 ai 12 anni, accompagnati dall’or-chestra “Zecchino d’oro”!!

E alla fine le Befane ci hanno fatto visita e portato una bella e buona calza!

Grazie, grazie di tutto cuore a tutti!!!

E adesso viviamo anche noi il “tempo ordinario” ma tranquilli... non diventiamo ordinari ma rimaniamo scattanti, gioiosi e sempre aperti al nuovo “lasciatevi sorpresare”.

Abbiamo tanti progetti e siamo contenti di vivere in questa Parrocchia insieme a voi!

Chi vuol venire a condividere con noi il nostro cammino catechistico è sempre il “Benvenuto”. Abbiamo posto per tutti!

A tutti Buon Anno

da noi... “ci siamo!”

Distributore Merendelli a Tavernelle

La foto raffigura il di-stributore Merendelli di Ta-vernelle che ha svolto la sua attività dal 1962 (quando è stato rilevato dalla precedente gestione della Cooperativa), fino al 1991 (anno della sua chiusura definitiva). Dietro si vedono le nuove case di Tavernelle sorte attorno alla chiesa.

A quei tempi esisteva la bottega di alimentari (vi si vendeva di tutto) e si prepara-vano merende gustose.

Inoltre, anche allora si chiamava La Pergola, si pre-paravano pranzi e cene a ri-chiesta.

Mi sembra che anche i 13, storica associazione sorta ne-gli anni ‘20 del secolo scorso, amavano consumare i loro pranzi presso la Pergola.

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Deo gratias! Così si scioglie l’assemblea al termine della Messa, così si conclude l’affascinante, a tratti rocambolesco, racconto del giovane sacerdote che nei suoi primi anni di Ministero si trovò ad affrontare un insigne nemico: la guerra. Eppure la breve storia di don Pietro Buresti, narrata durante il passaggio del fronte da Arezzo, sembra avere un incalzante ritornello: una Fede mai timorosa pur nel tragico evolversi degli eventi. Il prete,

ligio ai suoi doveri liturgici e pastorali, non tralascia (e lo annota più volte) di consumare il Santissimo Sacramento del Tabernacolo anche quando la furia del conflitto precipitosa imperversa; ma non con minore sollecitudine corre dai suoi fedeli, quelli che ha, come si diceva in tempi addietro, “in cura d’anime”. L’obbligo dell’Ufficio Divino, cioè la costante preghiera per il popolo cristiano, non sembra poi così distante dall’affrettarsi a recuperare cadaveri, consolare mogli rimaste vedove o accudire gli orfani. Già, quella volta il grande alleato non fu chissà quale esercito liberatore ma la Fede: ora la Messa, magari celebrata sotto l’imminente bombardamento, ora il Rosario che continuamente pende dalle mani dei più colpiti da lutti e tragedie.

“Ad Deum qui laetificat…”: così invece principiava allora la Messa. Ma con molta umanità cosa possiamo domandarci

realisticamente oggi? Era davvero rallegrato da Dio? Le circostanze di certo furono avverse e anche le formule liturgiche, pur in tutta la loro gioia, ci sembrano quasi improprie. No: la Fede ha la grande capacità di sostenere ed educare. E lo fa in ogni tempo e lo fa attraverso la Chiesa e i suoi Ministri. La contrarietà apparente della circostanza non doveva (e non deve) minare la fiducia e la Speranza; questo avviene e trae forza anzitutto dell’obbedienza: “ad Deum qui laetificat”.

Ormai va tramontando la generazione di quelli che hanno vissuto la guerra, o meglio che la guerra l’hanno subita. Alcuni della mia età hanno fortunosamente incontrato e potuto ascoltare i racconti dei loro nonni. Quei racconti in cui chi parla diventa serio e malinconico e triste, con gli occhi gonfi; e quelli più giovani, quelli che ascoltano e che sono cresciuti alla “scuola della televisione” e dei reality, restano con la faccia stordita di chi non sa ben più distinguere la realtà dalla finzione.

In un antico scritto cristiano, forse anteriore agli stessi Vangeli, si legge: “guardate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”. Questa, avviandoci alla conclusione, è la prima riflessione che mi è venuta leggendo il libretto delle “Memorie del tempo di guerra” di don Pietro Buresti; quelle pagine, rinate grazie all’attenzione e alla cura di don Natale Luciano Gabrielli, non sono semplice cronaca ma narrano di un servo di Dio e degli uomini in continua imperterrita (tal volte testarda) ricerca di trasmettere insegnamenti eroici e degni di merito.L’essere eroi non è ultimamente la dimostrazione di capacità sovrannaturali e mitiche, ma il vivere costantemente nella propria vita il Vangelo di Gesù. Questo è infatti il primo e indispensabile requisito per iniziare il lungo iter del processo di canonizzazione, cioè per diventare Santi. I miracoli, si sa, li possono fare tutti. Ma vivere una vita eroica, di cui conseguenza è il bene degli altri, è già un’altra cosa. E questa è solo dei Santi.

A.B.Nella foto la copertina del libro di don Buresti

MEMORIE “TEMPORE BELLI”

I caponidi Emmedipì

Fermi, fermi. Se siete andati a controllare la gros-sezza della zucca dei presenti siete in errore.

Stiamo parlando del fagiolo, nato e cresciuto nella val Sovara da tempo immemorabile e che ci auguriamo potrà essere documentato a dovere, e che si chiama appunto fagiolo capone.

Ma torniamo alla foto. È stata scattata in quel di Tavernelle, che ha diritto di fregiarsi del titolo di paese del Sovara, anzi capoluogo della Val di Sovara che affonda la sua storia nella preistoria. E allora?

E allora a Tavernelle è stato fatto l’incontro con i produttori di fagioli caponi che quest’anno hanno par-tecipato alla festa di san Martino. Nella foto ce ne sono alcuni, i più attivi, ma altri operano silenziosamente perché questa specie particolare non vada dispersa ma anzi potenziata.

Ora non rimane che il riconoscimento ufficiale che dia consistenza a queste nostre ricerche.

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Le vicende di Gino Bartali durante la guerra si lega-no anche all’Alta Valle del Tevere, dove per alcuni mesi (a Nuvole di Città di Castello) egli trovò rifugio con la moglie Adriana ed il figlio Andrea.

Qui trovò gente sincera, la cui amicizia durò a lungo anche dopo la guerra: la famiglia Capaccioni, il parroco Don Mariotti, Gabriele Spapperi, che nella vicina Ler-chi costruiva biciclette e con Bartali era solito scambia-re consigli. Occorre dire poi che l’ultima gara di Barta-li, nel 1954, fu disputata proprio a Città di Castello.

Ma anche a Sansepolcro Bartali ebbe tanti amici, come il meccanico di biciclette Arduino Fiordelli e suo figlio Ivo, continuando con Batti, Boncompagni, Din-delli,... tutta gente del rione di Porta Romana che, alla fine della guerra, pensò di fondare una squadra ciclisti-ca che venne intitolata a Giulio Bartali ed ebbe il fratel-lo Gino come presidente onorario.

A Ponte a Ema, dove i Bartali vivevano, si diceva che Giulio Bartali, più giovane di due anni, fosse ad-dirittura più forte di Gino. Purtroppo nel giugno 1936, a seguito di un incidente avvenuto durante una corsa, Giulio Bartali moriva all’età di vent’anni. La religiosità di Gino Bartali trovò radici profonde anche in questo grave lutto e nel rimorso che accompagnò il campione toscano per aver incoraggiato il fratello nella carriera ciclistica.

***È curioso che proprio a Sansepolcro venisse intito-

lata (caso unico) una società ciclistica a Giulio, un ge-sto forse ispirato da un reale sentimento di affetto verso Bartali.

A partire dal ‘47 la “Giulio Bartali” organizzava cin-que corse all’anno ed il Giro della Valtiberina rappre-sentava quella più importante, in grado di richiamare da fuori i dilettanti più forti.

Tuttavia la gara più sentita era il Campionato Citta-dino, dove i corridori della “Giulio Bartali” si scontra-vano con i rivali dell’Associazione Ciclistica Sansepol-cro. I primi avevano maglie rosso amaranto con banda orizzontale blu da cui emergevano le scritte bianche S.R.P.R. GIULIO BARTALI SANSEPOLCRO, men-tre i secondi indossavano divise bianche e nere come i classici colori della città.

Il luogo di ritrovo tra-dizionale era costituito dal caffè delle Stanze, gestito da Luigi Batti e posto sulla Via Maestra accanto al Teatro Dante, mentre la sede era stata stabilita a Villa Giova-gnoli, abitazione del se-gretario.

Partenze e arrivi era-no perciò posti, gene-ralmente, di fronte alla villa, lungo il rettifilo di Via Anconetana che ricalcava il tracciato di una vecchia corsa di cavalli che, dal sobborgo di San Lazzaro, rag-giungeva Porta Romana.

Tavernelli, Antimi, Buricchi, Battistelli, Mancini, Massani, Mencherini, Ciampelli, Quirini, Mariotti, Ballerini, Giusti, Innocenti, Bilancetti rappresentavano i nomi della “Giulio Bartali”, ma tra essi emersero quel-li di Arnaldo Alberti (il “Canarino”, vincitore nel Cir-cuito della Valle del Potenza, nel Giro del Casentino e nel Gran Premio Pirelli di Foligno) e Libero Barbafina. Quest’ultimo, seppur giovanissimo, nel ‘50 riuscì quasi a cogliere la vittoria nel “Trofeo Mannelli” di Firenze. L’inesperienza purtroppo gli giocò un brutto scherzo facendolo superare, sulla linea del traguardo, da Sergio Vitali e Gastone Nencini.

Il 14 gennaio 1951 il giovane ciclista della “Giulio Bartali” morì tragicamente e in suo ricordo venne isti-tuita la “Coppa Libero Barbafina”.

Nel 1953 si corse l’ottava ed ultima edizione del “Giro della Valtiberina” organizzato dalla “Giulio Bar-tali” (un premio di rappresentanza era intitolato anche all’allora Ministro degli Interni Amintore Fanfani), poi, una volta che i corridori più validi migrarono in altre squadre, l’interesse andò scemando e, a causa dei cam-biamenti sopraggiunti nella società e nello sport, la glo-riosa “Giulio Bartali” ben presto cessò di esistere.

In alto il disegno di Andrea Bertocci raffigurante i fratelli Gino e Giulio Bartali.

La gloriosa “Giulio Bartali” di Sansepolcrotesto di Andrea Bertocci

RestauriIl 15 dicembre scorso, primo giorno della Novena di natale e compleanno di Don Giovanni De Robertis, come programmato, il mobile della sacrestia della propositura (quel lungo bancone dove si conservano le vesti dei sacerdoti e l’occorrente per le varie celebrazioni) era al suo posto restaurato e in perfetto ordine.Contiamo di darvi ulteriori notizie nei prossimi numeri del giornale.

Al Carmine invece è già esposta la restaurata tela che raffigura “La lavanda dei piedi”. L’opera, copia di quella della Pro-positura ma quest’ultima opera del Sogliani, verrà ricollocata quanto prima nella sua posizione precedente.Anche per questo lavoro dettaglieremo nel prossimo numero. Per ora possiamo ricordare che del suo restauro se ne è fatto carico la Pia Società del Gesù Morto.

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Ecco i vostri contributi pervenuti in parrocchia

Offerte per il 2011

Adelmo Mencarini, MotinaAdriano Lucertini, TorinoAgostino Ruggeri, PolverieraAlberica Barbolani, Borgo CroceAlberto Benedetti, Selvella-MadonnucciaAlberto Camaiti, Borgo della CroceAlberto Montini, PadonchiaAlessandro Vichi, USAAngiolina Scartoni, AcquedottoAngiolino Meozzi, Ponte SospiriAngiolo Nevistrelli, TavernelleAnna Maria Bartolomei, Via NovaA. Maria Bivignanelli Fontanelli, ArezzoAnna Maria Guiducci, ArezzoAnna Maria Noferi, Piazzetta CroceAnna Polverini, Borgo della CroceAnna Rosadi, Le VilleAntonietta Olivieri, GrossetoAntonio Zanchi, BoliviaAntonio Zineddu, TavernelleArmando Zanchi, ArezzoAss. Carabinieri, AnghiariAve Rossi, MalmaluccoBarbara Bergamini, Via di San LeoBrunella Bianchini, San LeoBruno Polverini, PocaiaBruno Zanchi, Sant’AgostinoCarla Donati Sarti, Casa DonatiCarla Gallai, ArezzoCarla Poggini, MotinaCarla Pulcinelli, San LeoCarlo Cherici, Piazza BaldaccioCarmela Nisi, TuricchiCesare Corsi, S. Giuliano MilaneseCesarina Donati Sarti, SerafinoClaudio Baggi, ValealleClaudio Boncompagni, Valle SterpetoClaudio Cambi, Campo alla FieraDanilo Locci, StazioneDario Torelli, ViaioDelfo Pernici, CasacciaDiana Dini, Via del CarmineDomenica Pernici Cast.vo SabbioniDomenico Del Pia, ArezzoDomenico Rossi, Via di PinoElbano Meazzini, ArezzoElda Polverini, SansepolcroElio Papini, Il CasottoElvira Barfucci, TavernelleErmindo Capolungo, San LeoErminio Staccini, Borghetto di sopraEugenia Chieli, InfrantoioEugenio Guadagni, TavernelleEugenio Merendelli, Osteria TavernelleFabio Dragoni, InfrantoioFabio Pecorari, Via del CarmineFabrizio Nasini, InfrantoioFabrizio Nicchi, Piazza del baluardoFaliero Pernici, Via della RipaFernando Paletti, CasanovaFosco Bernardini, San SimoneFrancesco Bruschetti, Palazzo BarlianoFrancesco Comanducci, Via CarmineFrancesco Rosadi, Le Ville

Francesco Testerini, Via per ArezzoFranchini G:Battista, TavernelleFranco Cristini, Poggio del soleFranco Leonardi, InfrantoioFulvia Lanzi, San MartinoGasparino Vichi, CarmineGiacomo Marsupini, Mura di sopraGian Piero Alberti, BelvederinoGianfranca Lombardi, Sesto S. GiovanniGianna Polcri, MaravilleGianni Natalini, TavernelleGianni Papini, Il CantinoneGianpaolo Gattari, Via della FossaGinetta Ligi, MonterchiGino Giovagnini, TavernelleGiorgio Franchini, TavernelleGiovanni Bianchini, Palazzo del PeroGiuliana Lenzi, GrassinaGiuliana Pettinari, BarlianoGiuliano Donati, RenicciGiuseppa Minco, ZeccarilleGiuseppe Cagnacci, La BanchinaGiuseppina Lanzi, Piazza cazzottiGiuseppina Martini, ArezzoGrazia Giabbanelli, Campo FieraGraziano Zanchi, Campo della FieraGustavo Cuccini, PerugiaIva Polendoni, FrassinetoIvano Cesari, Via del CarmineIvano Leonardo, ArezzoKaty Ruggeri, Buones AiresLamberto Ulivi, Tavarnuzze FILeoniero Buscosi, BernoccaLina Milanini, InfrantoioLoriano Rosadi, Ponte alla PieraLuca Paci, SportoneLuca Viviani, Campo alla FieraLuciano Cecconi, InfrantoioLuciano Paci, PiazzolaLucio Carleschi, San Leo d’ArezzoLuigi Monini, Le CascineLuigino Gorfini, ValcelleMagda Ruti, La BancaMarcella Pernici, S. Giovanni ValdarnoMarcello Gelsumini, Campo FieraMarco Gigli, BernoccaMargherita Pacini, TavernelleMari Marcella, GiardinellaM. Assunta Del Sere, Mura di sopraMaria Ebe Ricci, MolinelloMaria Guadagni, InfrantoioMaria Senesi, Mura di sopraMariano Marsupini, San Giuliano ARMario Gamberonci, Busto ArsizioMario Ruggeri, InfrantoioMarisa Gnaldi, OlmoMaurizio Manenti, SansepolcroMauro Marziali, Borgo S. FredianoMichele Bruni, StazioneMoreno Zanchi, Il FossoNelly Santi, PiazzolaNevio Comanducci, Via CarmineNiccoletta Mondani, ScandicciNidia Matteucci, Pisa

Nilo Nicchi, ArezzoOdilio Goretti, SansepolcroOliviero Panichi, TavernelleOretta Cambi, ArezzoOsvaldo Rosadi, Ponte alla PieraOsvaldo Verdinelli, MonterchiOvidio Mondanelli, GiardinellaPalmiro Giuliattini, Molin biancoPamela Zanelli, GhettoPaola Olandesi, GiardinellaPaolo Quarto, RomaPier Luigi Gallai, Città di CastelloPier Secondo Giorni, PolverieraPietro Bonucci, CerbaiaPietro Giabbanelli, GiardinellaPietro Pasqui, BucaccePietro Petruccioli, ViaioRenata Giovacchini, Via della RipaRenato Mariani, BagnolinoRenato Rossi, MonterchiRina Ruggeri, SportoneRosita Guiducci, TerratoSanti Comanducci, IntoppoSanti Spigoli, ViaioSassolini Giuseppe, SansepolcroSassolini Simone, USASilvana Cherici, Campo della FieraSilvana Papini, ArezzoSilvano Boncompagni, Via di San LeoSilvano Dini, ArezzoSilvia Paci, San LorenzoSisto Burioni, MotinaStefania Merendelli, InfrantoioTeresa Bartolomei, PortogalloValentina Pierantoni, Il FossoValentino Petruccioli, PiettoVally Fastacchini, ArezzoVandro Franceschini, Borgo CroceVaro Alessandrini, San LeoVera Rossi, Via del CarmineVerdiana Menzogni, CavrigliaVilmo Chiasserini, Bagno a RipoliVincenzo Pernici, Molin del CacciaVittoria Giovagnini, San LeoVittorio Bevignani, TavernelleVittorio Mugelli, InfrantoioVittorio Smacchia, PocaiaWalter Meozzi, CarmineWerther Canicchi, La VignaWillard Sperry, Casanova LaniZelia Tagliaferri, Milano

Milena Testa Prati, Roncadello FC, manda la sua offerta per preghiere; Nilo e Maria Alessandrini in memoria dei propri familiari; Giuseppe Fastacchini per opere di bene; Donatella Riccardi in memoria del padre Pier Vittorio e Maria Gennaioli in suffragio dei propri defunti.Giabbanelli Giancarlo ricorda la mo-glie Maria Serpi e Francesco Testerini manda un’offerta anche per le opere parrocchiali.

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Con la digadi Montedoglioriempirevoglio il foglio.Il terrorenella valleà vuotatocase e stalle.Nella nottela sirenacon una voceche fa pena.Allertavadi scappareperché l’acquava arrivare.Con il SindacoDanilo Bianchiarrivatisono in tanti.Con la macchinafa staffettail suo popololui allerta.Anche quellodi S. Sepolcrocon dell’acquafino al collo.Lì nel Tevereil suo pontetroppa acquaà di fronte.Lui da ordinedi fermarealle macchinedi passare.Tutti i vigiliin allertalì arrivanotutti in fretta.Con barconied anfibinei postipiù infidi.Loro aiutolì portarealla genteche sta affogare.Chi à la macchinafugge in frettaverso qualchecollinetta.

A Citernaverso Anghiarisi vedevaun grande safari.Poliziae vigilessenella notterigide e strette.Lì compattead aiutaree la gentea trasportare.Una veramobilitazioneCampo della Fieravera stazione.Poliziacon camionettane contaipiù di sette.Era un veroformicolioun grandiosobene di Dio.Un aiutouna fratellanzaanche da quelliin distanza.Quella Digafrantumatatanta acquaè scappata.Un rumoreassordantee una pienamassacrante.Tanta genteimpauritadalla Digaè tradita.A Viaioe GricignanoS. Fioranel guazzaio.Troppa acquasotto i piedie i pericolinon li vedi.Ora l’ondaè passatala pauraaggiornata:

Arezzo 2 gennaio 2011Terrore a Montedogliodi Armando Zanchi

Le befane di Bicecco

Giovedì 6 gennaio, giorno dell’Epifania, per la strada di Sanleo zona Bicecco, si aggiravano due befane.

Le vegliarde provenivano da Pistrino e a causa di un guasto meccanico alla scopa erano rimaste appiedate; non si sono perse d’animo! Hanno fatto di necessità virtù suonando ai campanelli della zona, lasciando un gradito omaggio. Passato l’attimo di meraviglia, sono state inseguite ed immortalate nella foto qui riportata. Dopo esserci congedati da loro, le abbiamo lasciate a bordo strada mentre con gran calore salutavano i passanti e gli automobilisti che transitavano di là.

Dal giornalino voglio dire alle befane un GRAZIE per aver rallegrato gli abitanti della zona con la loro simpatia dandoci appuntamento al prossimo 6 gennaio 2012, augurando a loro e a tutti voi un anno di salute e di gioia.

Paola F.

Sant’AndreaIl 30 novembre ricorre la festa di Sant’Andrea e due

sono le parrocchie con questo titolo ad Anghiari.Galbino, posta nelle colline sovrastanti il castello di

Galbino e Catigliano nella parte destra del Sovara.E se a Galbino i capifamiglia organizzano e festeg-

giano degnamente la giornata che si chiude alla sera con la cena dei capifamiglia anche Catigliano ha voluto fe-steggiare questa giornata e alla presenza di don Marco, che ha celebrato la S. Messa, si sono riuniti nella restau-rata chiesa diversi fedeli provenienti anche dalle vicine parrocchie.

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Realizzata dal Prof. Martini Alessandro

Copertura libro liturgicoL’idea di fare una copertura per un libro liturgico mi era

venuta già nel passato, ma mai avevo trovato il momento per realizzarla.

Ora, pensionato, potendo disporre di maggior tempo libero, specie nelle fredde giornate invernali, ho sentito il bisogno di fare qualcosa che mi gratificasse e ho ripreso la vecchia idea, mettendo così a frutto quelle tecniche che per molti anni avevo insegnato ad Arezzo all’Ist. Professionale.

Ulteriori motivazioni le ho trovate nel mio interesse per l’arte sacra, in tutti i suoi aspetti e nella cultura cattolica di cui tutti siamo pervasi.

La scelta di rappresentare il Santuario del Carmine è stata dettata dal ricordo dei momenti giovanili trascorsi alla Festa dell’Ascensione con i familiari, quando si pranzava al sacco nei pendii erbosi, ma soprattutto per la specificità storica del Santuario rappresentata dall’apparizione mariana, fatto che ben si presta ad essere rappresentato per immagini.

Tecnicamente la legatura di un libro è detta “coperta” ed è composta da una pagina frontale o “piatto anteriore” dove ho rappresentato il Cristo crocefisso ed i simboli dei quattro evangelisti:

Matteo – uomo alato: perché il suo vangelo inizia con l’elenco degli uomini anteriori a Gesù.

Marco – leone alato: perché il suo vangelo inizia con la predicazione di G: Battista nel deserto, dove c’erano animali feroci.

Luca - bue alato: perché il suo vangelo inizia con la visione di Zaccaria nel Tempio, pove si sacrificavano animali come buoi e pecore.

Giovanni - l’aquila: l’occhio che fissa il sole, perché il suo vangelo si apre con la contemplazione di Gesù-Dio: “In principio era il verbo”.

***Nella costola o “dorso” trovano posto le iniziali S.M.C

(Santuario Madonna del Carmine).

***Nel “piatto posteriore” ho rappresentato l’apparizione di

Maria alla pastorella. Attorno ad essa la più classica simbo-logia mariana:

Sole – simbolo di vita, di calore, di luce, di forza attiva del-l’anima, la cui essenza è quella di produrre il bene e il male.

Rosa - “Rosa mistica prega per noi”. Rosa in quanto immagine di una bellezza inarrivabile per forma, colore, profumo. Mistica perché destinata a significare valori e realtà che la superano.

Giglio – In riferimento alla Madonna il titolo richiama la sua purezza assoluta.

Stella – Ricorso a un simbolo cosmico per celebrare la bellezza.

Lettera – Riflette sul mondo la sua immagine e la luce della sapienza.

Realizzato in rame con la tecnica dello “Sbalzo a cesello”. Nella fase dello sbalzo si creano i volumi con l’ausilio di pezzi opportunamente sagomati, nella fase del cesello si rifiniscono i particolari. La tecnica dell’incisione a bulino è presente nella firma e nell’Anno Domini.

Un particolare ringraziamento va a Don Marco per la sen-sibilità e l’apprezzamento dimostratomi e per la partecipazione fattiva agli oneri incontrati.

A me la soddisfazione di poter annoverare fra gli arredi sacri del Santuario del Carmine un elaborato che porta il mio nome.

Alessandro MartiniAnghiari, 18 gennaio 2010Nella foto è raffigurato il coprievangelario realizzato dal Prof.

Martini per il Santuario del Carmine. Lo abbiamo utilizzato per la prima volta in occasione della festa dell’Ascensione 2010.

La Mascherata in PiazzaDomenica 6 marzo 2011 ore 15, ingresso gratuito

Brustichino e salsicce – Musica e balli in maschera

Vi aspettiamo!

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I Scarafoni del Tempiodi Armando ZanchiArezzo, 3 dicembre 2010

Senato e Cameratempio di Scarafonitengono congressiper darci poi lezioni

Chi scalmanatocon i suoi addettitra una banco all’altrosi sentono protetti

Se c’è pericolocambiano casaccama da questo tempioqui nessuno scappa

Abbarbicaticome piante di limonirestano al caldoda uomini tanto buoni

Lì non c’è tempestache li possa affogarela loro naveè sempre in alto mare

Tessano leggiper affari suoipoco il pensierolo perdono per noi

Come i tafanisvolazzano nell’aulanei corridoipiù di uno confabula

Per loro il Tempioè sempre bene pagatoed ogni giornone esce rafforzato

Fanno le bizzecome dei neonatiformano nuovi gruppie sembrano affamati

Affamati di gloriae tanto di poteredalle poltronenon staccano il sedere

Come delle Anatreli senti starnazzarepoi in giornatainsieme a mangiare

Livornesi e Pisanisi facevano guerrama anche nel Tempioè una sacra terra

Ingravattatiocchi sonnolentileggono i giornaliincuranti dei presenti

Povera Italia!Ridotta e malconciameglio vuotare subitol’acqua dalla bigoncia:

L’Anno nuovodi Senesi Maria

L’anno vecchio se ne vae mai più ritorneràio gli ho dato una valigiadi disastri e maldicenzee gli ho detto un po’ tostaporta via tutto,questa è roba nostra.Anno nuovo avanti, avantiti fan festa tutti quanti.Porta a noi un anno migliorela salute, la pace e la speranzanel nostro cuore.

Nel gennaio 1985

Grande gelodi Frido Camaiti

Situazione scatenante.Fine dicembre: L’anticiclone della

Azzorre comincia ad andare verso N/Est e di conseguenza aria fredda dal Polo Nord inizia a scendere verso l’Europa centro-orientale.

Anticiclone Russo-Siberiano: Iniziò ad invadere tutto il suolo russo spingendosi verso occidente. Grande “catino” gelato in agguato.

Il colonnello Baroni in TV annuncia l’arrivo del grande gelo con situazione barica identica al 1956 (grandissimo freddo).

Caroselli, in un’altra trasmissione, afferma che arriverà il grande gelo russo! Arriva il Burano (Burian)!

Fine dicembre ’84 - primi di gennaio ’85: Aria umida dal Mediterraneo risale la penisola formando una depressione nel mar Ligure che inizia a richiamare il gelo dall’Europa dell’Est.

Effetti: Gelo dal 1/1/85 al 14/1/85. 14 giorni di gelo assoluto con temperature mai superiori allo 0.

Anghiari: Giorno in assoluto più freddo il 7 gennaio: al mattino ore 7,30 -12°; ore 13,45 -7°; ore 23,45 -13°. Temperature rilevate in Loc. La Ripa, cielo sereno.

Neve caduta: il 14 gennaio cm. 3 (Bernocca); l’8 gennaio cm. 15 (La Gattina).

Tormente di neve: il 9, 13 e 14 (con neve fresca).

Aramisdi Clèto

Aramis, il gestore del caffè del Terrato e conosciuto come Tremendo, era famoso per i maritozzi.

Credo che molti giovani di oggi non abbiano mai assaggiato un ma-ritozzo, ed è un peccato.

Ma Aramis era anche conosciuto per molte sue battute. Eccone due raccontate dall’amico Mario.

Nella saletta di dietro al caffè c’era un biliardo e quando assisteva a qualche tiro non proprio provetto esclamava:Quande le palle fan chia chia,il giocatore poco ne sa.

Poi quando clienti poco spende-recci chiedevano il giornale, Aramis rispondeva tranquillo ma deciso:I giornali li vende anche la Maria! (del Palazzari).

Armoniedi... capo d’annodi Amedeo Vellati

Soffitti squallidi, sale parateceneri spente, belle fiammatepellicce morbide, stracci indecentisenza ricovero, vecchi languentivisucci lividi, e rubiconde guance;singhiozzi, visi giocondi,veglie fantastiche, mense copiose,notti sul lastrico, fami rabbiose,Così d’ogni anno s’apre la via...santa... armonia

Finiscila tudi Maria Pia Fabiani

Questa notte è un poco strana…Senti? Arriva la (Befana).

Sopra i tetti con la scopaHa girato tutta Eu(ropa).

Ecco, è giunta qui da noi:la vedremo, prima o (poi).

L’hanno vista di recenteCon il viso sorr(idente)

Dai vecchietti è andata lestaE le han fatto molta (festa).

I vecchietti sono buoniE si meritano i (doni).

Ecco, sento, arriva, arriva!Su, facciamole un (evviva)!

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Sul filo della memoria...a cura dei Musei gestiti dalla Toscana d’Appennino Società Cooperativa

Pietropaolo TaglieschiCon la mostra appena conclusa “Pietropaolo Taglieschi,

il figlio, il primogenito, il fratello. Un manoscritto inedito in mostra.” si è voluto mettere in luce un aspetto sulla storia della famiglia Taglieschi scaturito dall’eccezionalità del ritrovamento, nella Biblioteca Comunale Rilliana di Poppi, di un manoscritto autografo di Pietropaolo Taglieschi, fratello primogenito del più noto Lorenzo.

Grazie al ritrovamento casentinese si sono aperte anche nuove considerazioni sulla autografia del “cabreo” (libro manoscritto di annotazioni economiche) denominato “Beni delli Redi” (in mostra permanente nelle sale del Palazzo della Battaglia). Esso, pur non essendo una fonte inedita come il manoscritto poppese, ha caratteristiche della grafia non dissimili da alcuni appunti di Pietropaolo conservati nel nostro Archivio comunale ad Anghiari e non dissimili dalle scritture presenti nel manoscritto di Poppi, a questo punto riferibili ad un autore specifico e non generico.

Dal confronto è evidente che Pietropaolo è il compilatore del manoscritto “Beni delli Redi”, evidenziando come il fratello di Lorenzo tenesse particolarmente al patrimonio

familiare e quindi, da “attore muto” delle vicende della famiglia, diviene il vero garante e amministratore, dimostrabile dal matrimonio con Elisabetta di Raffaello Taglieschi, teso alla riunifica-zione del patrimonio fondiario e immobiliare più che ad interessi di progenie.

Nel manoscritto “Beni delli Redi”, infatti, vi sono, oltre a tutti i rogiti delle proprietà, anche delle rappresentazioni grafiche delle stesse che, stando all’autografia di Pietropaolo di tutto il manoscritto, si presuppone abbiano la stessa mano.

Da questi brevi ragionamenti viene spontaneo riconsiderare la figura di Pietropaolo Taglieschi, amministratore, disegnatore, nonché studioso delle umane attitudini.

Gabriele Mazzi

La Madonna del partoLa Madonna, maestosa e solenne nella sua maternità

portata quasi a compimento, domina, con assoluta naturalezza, all’interno di una tenda di broccato a grandi arabeschi foderata di pelli di vaio. È disposta di tre quarti perché risulti più evidente la sua condizione di donna gravida e con la mano destra si accarezza il ventre con un gesto di pudore e protezione ma anche di consapevole fierezza. La tenda è aperta da due angeli speculari e perfettamente simmetrici anche nelle corrispondenze del verde e del rosso dei pepli. Sono gli angeli, realizzati rovesciando lo stesso cartone, a rivelare il miracolo in atto, dando alla scena la solenne ritualità dell’ostensione eucaristica. Il loro sguardo si incrocia con quello dello spettatore, mentre gli occhi della Madonna lo ignorano completamente e si concentrano nella silenziosa contemplazione del proprio ventre.

Piero della Francesca dipinse la Madonna del Parto sopra l’altare maggiore della piccola chiesa di Santa Maria di Momentana, oggi non più esistente, intorno alla metà del 1400. Questa è l’unica notizia certa che riguarda una delle opere più affascinanti e misteriose del sommo artista di Borgo Sansepolcro. Difatti, a causa di una pressoché totale mancanza di documenti, ancora oggi non conosciamo il nome del committente, ammesso che ci sia stato, né tanto meno il motivo che ha portato Piero ad affrescare la Madonna incinta, un’immagine molto insolita nella pittura italiana del Quattrocento. Proprio la particolarità dell’iconografia, insieme con la storia di Monterchi, ci offrono preziose informazioni utili a fare luce sulle origini della Madonna del Parto.

Fin dall’antichità nel luogo dove sorgeva la chiesa di Santa Maria di Momentana, una collina non distante dall’abitato di Monterchi detta “il Montione”, si praticava il culto della fertilità. Nelle acque che sgorgavano abbondanti da varie parti della collina e defluivano a valle verso il fiume

Cerfone usavano bagnarsi le donne per avere fortuna nel parto e abbondanza di latte. Le tracce di questo antico culto, praticato fino al secolo scorso, si possono tuttora riscontrare nella toponomastica della zona: Montione è un teonimo che si lega a Giunone e il nome Cerfone ci rimanda a Cerfio, il nume tutelare delle coltivazioni. Con l’evangelizzazione della zona l’antico rituale delle acque era stato sostituito dalla venerazione di una statua lignea raffigurante una Madonna con il Bambino, come ci riportano alcune fonti storiche. Piero della Francesca, per personale affezione verso il paese della madre o perché stimolato da un misterioso committente, potrebbe aver deciso quindi di recuperare quel primitivo messaggio della vita, già presente nel luogo e appartenente da sempre alla cultura e alla tradizione delle comunità della nostra area, che ancora oggi la Madonna del Parto ci tramanda.

Lorenzo Minozzi

Si coglie l’occasione per invitare i lettori ad alcuni appuntamenti con visite guidate gratuite a tema:Il 20 Febbraio

“Le Armi da Fuoco e gli Armaioli anghiaresi”, ore 11:00 al Palazzo della Battaglia, piazza Mameli, Anghiari“Piero della Francesca e Monterchi”, ore 15:30 Museo Madonna del Parto, via della Reglia, Monterchi

Il 20 Marzo“Le Memorie Celate”. La Preistoria ad Anghiari, ore 11:00 Palazzo della Battaglia, piazza Mameli, Anghiari“Iconografia della Madonna del Parto”, ore 15:30 Museo Madonna del Parto, via della Reglia, Monterchi

Info: tel. 0575 787023 E-mail: [email protected]: tel.0575 70713 E-mail: [email protected]

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L’niziativa coinvolge tutto il territorio e le frazioni

Carnevale della Gioventù di Anghiari

Asterischi di 43 anni fa

Dall’Oratorio nn. 5 e 6 1968 - La prima sfilata del carne-vale della Gioventù, avvenuta in Anghiari i l 25 febbraio 1968, organizzata, presso l’Oratorio, da un generoso gruppo di amici, ebbe un esito felice. I moltissimi intervenuti sono rimasti soddisfatti: intesa concorde di animi.

Qui a destra il logo del Carnevale della Gioventù di allora.

Il 12 novembre 2010 si è riunita l’assemblea generale dei soci del Carnevale della Gioventù di Anghiari, per procedere al rinnovo delle cariche sociali per il quadriennio 2011/2014.

Una nutrita presenza di soci ha partecipato alla riunione, provvedendo all’elezione dei 24 consiglieri che avranno l’onore e l’onere di gestire l’Associazione, appunto per il quadriennio appena iniziato. Ci sono state molte riconferme; Baglioni Giordano, Bartolini Elena, Bottoni Giorgio, Buzzichini Tiziana, Capacci Walter, Chieli Roberto, Fontana Moreno, Giorni Luigino, Manenti Alberto, Marzi Luca, Milanini Valentino, Mori Otello, Poggini Andrea, Poggini Mauro, Rossi Maurizio, Ruggeri Sirio e Zanchi Giovanni. A questi si sono aggiunti nuovi consiglieri; Bruttini Emanuela, Burioni Marco, Cherici Valfrido, Gorfini Luigino, Graziotti Fabrizio, Natalini Nicola e Rossi Bruno.

Nella successiva riunione del Consiglio Direttivo del 16 novembre 2010 è stata riconfermata all’unanimità la sig.ra Buzzichini Tiziana alla carica di Presidente della Società; alla vice-presidenza è stato nominato il sig. Marzi Luca. Sostanzialmente i vertici del sodalizio rimangono immutati, con in aggiunta l’ingresso di qualche giovane che fa ben sperare per il proseguimento dell’attività.

Il gruppo si è messo immediatamente al lavoro e, nella continuità degli anni precedenti, sta preparando una bella edizione del “Carnevale in Piazza”, programmato per l’ultima domenica di carnevale, il 6 marzo alle ore 15, tempo permettendo. Parteciperanno bande musicali, gruppi folcloristici ed attrazioni individuali; la miglior riuscita del Carnevale sarà però assicurata, ci auguriamo, dalla presenza in piazza di tante belle maschere e dalla partecipazione dei nostri compaesani,

sempre pronti a sostenerci ed incoraggiarci.Per finanziare le ingenti spese necessarie per

allestire la sfilata, anche per quest’anno abbiamo pensato di ricorrere ad una sottoscrizione interna a premi, che annovera al primo posto un soggiorno a Bled (Slovenia) di 5 giorni (4 notti) a mezza pensione nel bellissimo “Hotel Golf” 4 stelle, attrezzato con centro benessere. Altri premi: un computer portatile Axus K-50C-SX2009, una videocamera Panasonic SDR-S50, un bracciale per donna in oro bianco ed un orologio Citizen acciaio.

Vi invitiamo fin d’ora ad acquistare i biglietti, il cui ricavato ci permetterà di mantenere l’accesso libero e gratuito a tutte le manifestazioni del Carnevale.

E il 6 marzo alle ore 15, tutti in piazza!

Fiori d’invernodi Emmedipì

È il pen-s i e r o che mi è v e n u t o vedendo le infio-rescenze ( p e n s o che tali s i a n o ) d e l l e v i t a l b e m e n t r e mi dirige-vo sicuro verso Toppole.Le ho trovate subito dopo la bottega del Tacconi, poco pri-ma del bivio per Verazzano.

La vignetta di Scacciapensieri:Sindaco speciale!

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Dicembre 2010

Mese di Novembre 2010Mercoledì 1. Oggi è morta Derna Pincardini in Saioni. Aveva solo 60 anni ed abitava ai Mori. Era originaria del Borgo.Giovedì 2. Anche oggi ha voluto fare un po’ di grandine.Giovedì 9. Stamani ho visto Ottavio e il Cortelazzi con l’ape piena di alberi di natale.Lunedì 13. Oggi, festa di S. Lucia, è nato Ettore Graziotti di Fabrizio e Eleonora Guiducci. La sua famiglia per la Croce, nel convento che fu di San Martino di fuori ed il suo babbo ha un officina di trattori a San Lutio, vicino a Sorci.Giovedì 16. Verso le undici cadevano le caluvie di neve.Venerdì 17. Oggi invece è caduta la neve e abbondante. Frido mi dirà quanta.Sabato 18. Stamani Anghiari era tutto bello imbiancato e sono passato dalla Bozia e c’era un bel viottolino pulito. Ma finiva alla casa di Mauro Papini e allora mi sa che il viottolo è opera sua.Domenica 19. Nel pomeriggio con mia moglie siamo andati a fare un giro sulla neve lungo la ferrovia, verso Maraville. Che bellezza!Lunedì 20. M’han detto che la neve ha rotto la tenda della Giovanna del bar della Battaglia. Ma passando davanti al bar del Mondani alla Stazione ho visto che la neve ha rotto anche la sua.* Al ritrovo delle Compagnie a Tavernelle, causa neve, non abbiamo potuto fare la processione.Martedì 21. Anche oggi c’è la nebbia. Ma sotto c’è sempre la neve. E, come dice il proverbio: Sotto la neve pane!Domenica 26. Oggi è nato Giorgio Del Pia di Michele e Laura Salmoiraghi. La sua famiglia abita a Firenze, verso il Galluzzo, ma i nonni paterni sono d’Anghiari.Lunedì 27. Oggi era una bella giornata di sole ma sopra il Borgo c’era la neve e la Faggeta era tutta bianca.* Stasera ho preparato la minestra di ricotta per un gruppo di familiari (è piaciuta) e il migliaccio bianco (anche questo è piaciuto ma un pochino meno). Le ricette le trovate nel calendario dell’OratorioMercoledì 29. Oggi è morto Severino Antoniucci di anni 79. Abitava al Campo della Fiera ma era originario di Ca’ del Nero al Ponte alla Piera.Giovedì 30. Stanotte tanta paura per l’incidente alla diga di Montedoglio.* Oggi è morta Filomena Rossi di anni 79. Abitava a San Salvadore ma era originaria di Monte S. Maria Tiberina.Venerdì 31. Stasera non sono potuto andare alla Messa del Te Deum di ringraziamento in Propositura.

Giovedì 4. Stamani, passando dal campo della Fiera, ho visto che da un camino usciva un gran fumo. Speriamo che non gli abbia preso fuoco.Venerdì 5. Oggi è nata Celeste Andrzejewski di Andrea e Nicoletta Calosci. Abita a Roma ma il suo bisnonno paterno era di Anghiari originario della Lituania.Martedì 9. Stamani ho portato il timbro al Bindi che ci deve segnare il pane di San Martino per sabato.Mercoledì 10. Stamani il mercato era abbastanza attivo ma una brollata alle 10,30 ha fatto largo in piazza.* Più tardi ho visto Gastone, quello di Ca’ di Maurizio, con due ombrelli: uno chiuso e uno aperto.* Oggi è morta Assunta Bianchini vedova Livi di anni 89. Abitava a Ponte Eleonora ma era originaria di Monte Santa Maria Tiberina.Giovedì 11. Oggi ho visto il Fancelli al Ponte dei Sospiri che stava andando verso casa a piedi (abita alle case verdi). Ora ho capito perché quel posto si chiama così!* Anche oggi, come ieri, è venuta un po’ di grandine.Venerdì 12. Oggi è morto Gino Piccini di anni 94. Abitava a Tizzano.Lunedì 15. Stamani sono andato da Gastone (il Mafucci) e ho visto che aveva messo le castagne ad asciugare al sole.Martedì 16. Oggi è morto Luigi Burzi detto Pino. Abitava a Tofanicchio ma la sua famiglia è originaria di Ca’ del Bocca. Per qualche tempo ha abitato alle Vignacce.Giovedì 25. Verso il tocco ho visto che sopra il Borgo aveva fatto un po’ di neve.Venerdì 26. Oggi è morta Domenica Procida vedova Fanciullini di anni 81, abitava a Lerchi. Era originaria di Anghiari, era nata a Belvedere di Valealle, e a suo tempo era stata bidella alle scuole elementari. Ha abitato per molti anni all’Infrantoio.Sabato 27. Stamani alla Faggetta c’era diversa neve. Andando a Tavernelle dalla Doretta ho visto che il tetto del castello di Montauto era tutto bianco per la neve.Martedì 30. Oggi è morta Pia Boncompagni in Bergamaschi di anni 76. Era conosciuta con il nome di Fosca ed abitava a Libbiano ma era originaria di Montemercole.

PinocchiettoPinocchietto va a Palazzocon il libro sotto braccio.La lezione non lo sama che voto prenderà?Con il 5 non si passacon il 6 appena appenacon il 7 ben beninocon 8 ben benonecon il 9 professorecon il 10 direttore.

Gli abitanti di Anghiariil 31 dicembre 2010 erano

5 8 1 5Maschi 2828

Femmine 2987

Quindi le sette donne per ogni uomo ce le possiamo scordare. Accontentatevi di una abbondante.

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Questo giornale lo potrete trovate su Internetwww.parrocchiadianghiari.it

Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Giornata del malato

Sabato 12 febbraio 2011

Nel pomeriggio, dalle ore 16, ritrovo e S. Messa in Propositura insieme a tutti i malati della parrocchia, a cui verrà amministrato il sacramento dell’Unzione degli infermi.

Seguirà un momento di festa!

La parrocchia invita tutti ad essere presenti

MERCOLEDI DELLE CENERI

INIZIO DELLA QUARESIMA

Mercoledì 9 marzo 2011

Ore 18 in Propositura, ore 21 a Tavernelle

S. Messa e applicazione delle ceneri