2005-6 oratorio di anghiari

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1 PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 6 DICEMBRE '05 - GENNAIO 2006 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue Contiene inserto Redazionale

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI Con tien e inse Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue 1

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 6 DICEMBRE '05 - GENNAIO 2006

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XXXIX - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.

La notte della cometadi Vera Cuccini

Miriadi di stellefendono l’azzurrocupo del cielonella notte dicembrina.Il mio sguardocerca con speranzala cometa della salvezza,guida dei Magi antichiverso la capanna...Adesso non si vedema so che c’è,è sempre sopra di noiper ricordarela nascita del Salvatore.Ed ecco a mezzanottele campane festoseannunciano nel silenzionotturno: è nato,è nato il Bambin Divino!E la cometa si accende,illumina i presepid’ogni chiesa, d’ogni casa,e accende ancora una voltala gioia e la speranzanegli animi umani.

Quello del XXXIX annoQuando don Marco Salvi mi ha proposto di assumere la direzione de

L’Oratorio di Anghiari ho accettato con molto piacere ed, espletate tutte le pratiche burocratiche, eccomi qua per una doverosa presentazione.

Non sono un lettore antico del foglio, ma lo seguo ormai da qual-che anno. Devo dunque comunicare subito una scoperta che ho fatto solo dopo l’interpellanza del parroco: non avevo mai posto attenzione, infatti, al colophon e non avevo mai notato un fatto che, sotto il profilo editoriale, è veramente rilevante; L’Oratorio vive da ben 39 anni! Io arrivo, dunque, alla vigilia del 40°!

Trentanove anni sono un fatto di rilievo e significano molte cose. Non è facile, per un foglio stampato, vivere così a lungo; nella realtà odierna è sicuramente un storia interessante. Ecco il dunque. Se L’Oratorio può vantare un curriculum come questo vuol dire due cose:

* Significa che il taglio che ha -la grande stampa nazionale parlerebbe in modo più sofisticato di linea editoriale- entra. Il bimestrale piace così com’è, con la sua prevalente linea pastorale e popolare.

* Significa che L’Oratorio ha un’audience, cioè dei lettori fedeli, che ogni bimestre lo attendono e lo leggono con simpatia e affetto.

Come nuovo Direttore responsabile, quindi, devo partire -e partirò- da questi dati sperando di riuscire a sostenerli e a consolidarli. Ciò vuol dire anche che dovrò affidarmi molto -e per questo lo ringrazio in anticipo- all’estro ed alla capacità di lavoro di emmedipi, la vera anima ed il vero sostegno di questo nostro foglio. Emmedipi è una antica conoscenza, che risale addirittura agli anni della scuola, ai tempi in cui da poco, entrambi, avevamo smesso i calzoni corti.

Di vicende personali e umane ne sono passate tante -lui ha passato una vita coi treni, io mi sono dedicato alla scuola- ma ora ci incontriamo di nuovo attorno a L’Oratorio. Non resta, allora, che riprendere in mano una vecchia amicizia e, all’interno di questa amicizia, consigliarsi e collaborare per lo sviluppo del bimestrale.

L’ultimo saluto ai lettori. Rimangano fedeli al foglio anche se la direzione è toccata -mi sia permessa una battuta... popolare, nello spirito simpatico e a volte scanzonato de L’Oratorio- a uno del Borgo, uno di quelli del Catorcio che ora fa bella mostra di sé nel Museo Taglieschi.

e.p.

Giornale+CalendarioAll'interno del giornale troverete

il Calendario 2006 che illustra le attività estive della parrocchia.

È una carrellata che farà conosce-re le tante iniziative che la parroc-chia mette in campo durante l'estate, ma non solo, ideato e realizzato con... l'aiuto di Alessandro Bivignani.

Il bollettino postale, sempre inserito nel giornale, può essere usato per il vostro contributo, sempre generoso, che vorrete farci pervenire.

Ricordiamo che le offerte possono essere versate alla parrocchia anche nelle agenzie delle banche locali, senza alcun addebito.

Editoriale

In copertinaL'immagine dell'altare della Madonna di Loreto in Badia tratta da una vecchia cartolina. L'opera lignea di Tino da Camaino, la Madonna di Loreto, è stata recentemente restau-rata.

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Rallegratevi: il Signore è vicino!

La Corona d’AvventoIl tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del

Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente, è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi”

Un segno che da sempre accompagna questo “periodo forte” dell’anno liturgico è la Corona d’Avvento. In realtà è composta di due simboli: quello della corona intrecciata e i quattro ceri.

La tradizione vuole che la corona d’avvento sia di forma circolare poiché il cerchio è, fin dal-l’antichità, un segno di eternità e unità. Come l’anello, che è tutto un continuo, la corona è anche

segno di fedeltà: la fedeltà di Dio alle promesse. La corona, che è un segno di regalità e vittoria, annuncia che il Bambino che si attende è il re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempreverdi dell’abete o del pino che ornano la corona sono i simboli della speranza e della vita che non finisce mai. Questi rami richiamano anche l’entrata di Gesù in Gerusalemme, accolto come Re e Messia e salutato con l’agitare di rami.

Ogni domenica delle quattro del Tempo di Avvento, si accende un cero, ed ogni cero ha un suo significato: il cero dei profeti, quello di Betlemme, quello dei pastori e quello degli angeli. Le candele di solito sono viola, tranne quella della terza domenica che è di colore rosa in segno di gioia per l’imminente nascita del Bambino Gesù.

Data la sua origine, la corona d’Avvento ha una funzione soprattutto religiosa: annuncia l’avvicinarsi del Natale ai bambini e non solo, che devono prepararsi ad esso e suscitare la preghiera comune.

AVVENTO 2005: Vegliatedi Mons. Carlo Caffarra*

“Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate”. Nella sua Provvidenza il Signore ci dona l’inizio di un nuovo anno liturgico: il tempo costituito dalla memoria della

vianni, ricordando i misteri di Cristo il cui valore e la cui grazia accompagnano ogni momento della nostra vita, e chiedono di trasformarla in Lui. Questa vita distesa nel passare del tempo, è orientata all’incontro decisivo col Signore, che per ciascuno di noi coincide col momento della nostra morte.

Tenendo conto, prendendo coscienza oggi di questo, comprendiamo bene l’invito che Gesù ci rivolge per ben tre volte nella pagina evangelica della Iª Domenica d’Avvento: Vegliate! E la stessa pagina evangelica ci istruisce perfettamente sul-la natura della vigilanza cristiana. Ascoltiamo con attenzione la parola del Signore.

“È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito”. Il tempo che stiamo vincendo è il tempo, per ciascuno di noi, che corre fra la nostra nascita e l’incontro della morte col Signore. Ci è stato affidato un compito da svolgere, che nei suoi contenuti precisi è costituito dai doveri che sono propri del nostro stato di vita e della nostra vocazione. La vigilanza cristiana consiste in primo luogo nell’adempimento dei nostri compiti terreni nel costante impegno a servire la causa del regno di Dio, con l’aperta opposizione a tutto ciò che ci può distogliere dalla fedeltà alla nostra vocazione cristiana. Vigilare dunque significa impegnarsi.

Ma questo non è tutto, secondo la parola evangelica. Essa insiste ugualmente sia nella certezza del ritorno di Gesù sia sull’incertezza del tempo in cui ritornerà. La vigilanza cristiana significa tenere desta in noi la coscienza che questa vita non durerà sempre; che questa vita deve concludersi in un incontro col Signore che ne giudicherà l’effettivo valore.

Da questa pagina evangelica quindi emerge molto chiaramente il profilo dell’esistenza cristiana: esistenza impegnata nel presente perché attende la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo; esistenza pronta ad andare all’incontro col Signo-re perché pienamente immersa nel suoi doveri quotidiani.

L’apostolo Paolo nella seconda lettura ed il profeta Isaia aprono il nostro sguardo ambedue su una prospettiva che in un qualche modo sta a fondamento dell’insegnamento evangelico.

Ascoltiamo l’Apostolo: “fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore”. Il cammino della vita dentro al tempo trova la sua sicurezza ultima nella fedeltà di Dio, il quale alleatosi con noi nel santo Battesimo, ci confermerà sino alla fine. Ma, e qui entra in dialogo il profeta, la fedeltà di Dio chiede di incon-trare la risposta dell’uomo: il peccato distrugge il rapporto. Ma è la stessa fedeltà di Dio, che non può rinunciare alla sua paternità nei nostri confronti, che fa sgorgare in noi la preghiera: “Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dai forma; tutti noi siamo opera delle tue mani”.

* Arcivescovo di Bologna

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CALENDARIO LITURGICOa cura di Franco Cristini

Mese di Gennaio 2006

1° gennaio domenica - Capodanno. Maria Santissima Madre di Dio. Sante Messe se-condo l’orario festivo. Giornata della pace.3 gennaio martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.5 gennaio giovedì - Pri-mo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le voca-zioni.6 gennaio venerdì - Epi-fania di Nostro Signore Gesù Cristo. Sante Mes-se secondo l’orario festivo. “All’apparire della stella dissero i Magi: Questo è il segno del grande re, andiamo a cercarlo, portiamogli i doni: l’oro, l’incenso e la mirra.8 gennaio domenica - Battesimo di Gesù. Sante Messe se-condo l’orario festivo.Con la Festa del Battesimo del Signore comincia il Tempo Ordinario.15 gennaio - domenica II del Tempo Ordinario - Sante Messe secondo l’orario festivo.17 gennaio martedì - Sant’Antonio abate, protettore degli animali domestici soprattutto dei maiali. Dalla devozione po-polare fu considerato il guaritore di una malattia assai dolorosa (erpes zoster detta il fuoco di Sant’Antonio).22 gennaio - domenica III del Tempo Ordinario - Sante Messe secondo l’orario festivo.24 gennaio martedì – San Francesco di Sales. Vescovo e dottore della Chiesa: nacque a Sales in Savoia nel 1567 da una famiglia di nobiltà rurale e di profonda fede; assai giovane abbracciò la vita ecclesiastica. Nel predicare la fede cattolica tra i ginevrini calvinisti, ricorse a metodi inusuali per l’epoca affidando i suoi messaggi religiosi a fogli volanti affissi sui muri delle strade o facendoli scivolare sotto le porte. Per questo è il patrono dei giornalisti e di chi opera con i mezzi di comunicazione di massa.28 gennaio sabato - San Tommaso d’Aquino dottore della Chiesa: grande studioso di teologia scrisse la “Somma teo-logica” l’opera più celebre dove affrontò straordinari inter-rogativi di fondo: il rapporto tra fede e ragione, tra realtà e pensiero, tra corpo e anima e il problema dell’esistenza di Dio (1225-1274).29 gennaio - Domenica IV del Tempo Ordinario - Sante Messe secondo l’orario festivo.31 gennaio martedì - San Giovanni Bosco: fondatore dei Salesiani si occupò in modo particolare della gioventù e dei poveri.

Mese di Dicembre 2005TEMPO DI AVVENTO

Tempo di attesa, attendiamo il Signore che viene.1° dicembre giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.2 dicembre venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.4 dicembre - Domenica II di Avvento – Sante Messe secondo l’orario festivo.6 dicembre martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.8 dicembre giovedì – Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Tutta santa, senza ombra di peccato, sei divenuta la madre del Signore”10 dicembre sabato – Beata Vergine di Loreto. Dopo la San-ta Messa delle ore 18 celebrata nella chiesa di Badia, verrà effettuata la consueta processione per le strade del Castello antico dove verranno composti i quadri viventi della vita di Gesù, di Maria e dei Santi.11 dicembre - Domenica III di Avvento – Sante Messe secondo l’orario festivo.13 dicembre martedì – Santa Lucia: morì probabilmente a Siracusa durante la persecuzione di Diocleziano. Vuole la leggenda che prima del supplizio le siano stati strappati gli occhi; dopo lunghe torture la santa fu finita con un colpo di spada. Il culto di Lucia (dal latino lux= luce) protettrice della vista era già molto diffuso nella Sicilia fin dal V secolo.15 dicembre mercoledì – Nella chiesa di Propositura alle ore 18 inizia la Novena in preparazione del Santo Natale. Per tutto il periodo della novena la Messa vespertina viene anticipata alle ore 17,15 circa. Domenica 18 dicembre la novena non avrà luogo e la S. Messa delle ore 18 verrà celebrata come di consueto nella chiesa della Croce.18 dicembre - Domenica IV di Avvento – Sante Messe secondo l’orario festivo.24 dicembre sabato – Vigilia del Santo Natale. Nella chiesa di Propositura e nella chiesa di Tavernelle dalle ore 15 con-fessioni. Alle ore 22 S. Messa nella chiesa di San Lorenzo. Alle ore 23,45 in Propositura ad Anghiari ed al Cenacolo di Montauto, S. Messe solenni.

TEMPO DI NATALE25 dicembre domenica – Santo Natale di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Venite adoriamo il Signore che è nato per noi”26 dicembre lunedì – Santo Stefano. Diacono, primo martire. Stefano fu il primo a versare il suo sangue (lapidato tra il 31 e il 36 dopo Cristo) in nome di Cristo e per questo motivo la Chiesa lo venera “come protomartire” cioè primo testimone della fede. Festa a Santo Stefano S. Messa alle ore 11.27 dicembre martedì – San Giovanni apostolo evangelista. Fratello di Giacomo, apostolo prediletto da Gesù, fu presente sul Calvario dove ricevette l’incarico di prendersi cura di Maria. Soggiornò quasi sempre a Gerusalemme e dopo la morte di Maria si stabilì a Efeso. Esiliato nell’isola di Patmos compose l’Apocalisse quindi, liberato, ritornò a Efeso dove morì.31 dicembre sabato – San Silvestro I papa. Alla S. Messa vespertina (ore 17 a Tavernelle, ore 18 in Propositura) Te Deum, canto di lode e di ringraziamento, per tutto ciò che il Signore ci ha donato nell’anno che sta per finire.

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CHIESA DI SAN LEO -CHIESA DI CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANO -VALEALLEOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della CroceOre 18,00 del sabato -CHIESA DI TUBBIANO

... E DI MONTERCHIOre 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,00 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

Visitate i Presepi

Verranno allestiti nelle nostre chiese da gruppi di volontari già da tempo al lavoro.

Te Deumdi ringraziamentoIl Te Deum verrà cantato in for-ma solenne durante le celebra-zioni del 31 dicembre 2005:

Ore 17 nella chiesa di TavernelleOre 18 in Propositura ad AnghiariOre 18,30 nella Pieve di Micciano Novena di Natale

Mercoledì 15 dicembre

Inizio della Novenadi Natale

in Proposituraalle ore 18

Primo venerdì del meseal CarmineVenerdì 2 dicembre, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione.

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IL PALTERRE: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solodi

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Francesco si è laurea-to

Il giorno 12 settembre 2005 Fran-cesco Ceppodomo ha discusso la tesi: “Esposizione professionale a polveri di legno nella zona Valtiberina” presso l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Am-biente e nei Luoghi di Lavoro, ottenendo l’ottima votazione di 110 e lode.

Relatrice prof. Giuseppina Scanca-rello; correlatore Dott. Franco Blasi.

A Francesco, nipote di Gino Ceppo-domo collaboratore del nostro giornale, gli auguri della famiglia a cui si uniscono quelli della Redazione.

Analisi psicologica dell’io Froidianodi Sergio Lombardi

Innanzi tutto occorre rela-zionare l’ambiente e le per-sone attorno a chi è oggetto di analisi psicologica e in secondo luogo bisogna fare una esatta e approfondita introspezione di sé stessi.

È necessario sapere che ad ogni azione equivale una reazione uguale, come intensità, e contraria come verso. Stabilito ciò il carattere massimalistico delle vicende razionali assume una con-notazione personale. Cioè nel momento in cui ci si rende conto che la gente sia-mo noi, che sono le nostre azioni a deter-minare lo sviluppo della razionalità, che quello che si dice destino non è altro che la conseguenza razionale delle nostre azioni, abbiamo stabilito una certezza. Cioè che ognuno di noi è artefice di sé stesso e che il mondo circostante non è altro che il risultato delle nostre azioni e in definitiva del nostro io.

Oggi si tende a voler dare una ri-sposta razionale a fatti irrazionali per cui dal punto di vista ideologico si as-siste a quella che è la sovrapposizione dei valori morali ed esistenziali con le inevitabili conseguenze pratiche che ciò comporta.

La valorizzazione dell’io è finaliz-zato ad un rafforzamento etico e morale delle nostre azioni. Detto in altre parole ognuno di noi tende a giustificare sé stesso spesso aggrappandosi a cose irreali.

In definitiva ognuno di noi è portato a vedere la pagliuzza nell’occhio dell’al-tro e a non vedere il trave nel proprio occhio. L’io Froidiano non è altro che la consapevolezza di sé stessi che ci mette in contatto con quella che noi si chiama coscienza. Ma perché questo mecca-nismo si metta in azione è necessario essere soli con sé stessi e tutto questo ci fa capire qual è il nostro ruolo nella società che ci circonda.

Nello stesso tempo fa comprendere dove stiamo andando.

In conclusione l’io non è altro che l’esatta valorizzazione di noi stessi ri-spetto al piccolo o grande mondo che ci orbita attorno e di cui noi rappresentia-mo la parte centrale che spesso tendiamo a proiettare cercando di giustificare sé stessi dando significato pratico a cose aleatorie.

La centralità del nostro io spesso ci confonde e ci costringe ad un drastico ta-glio di quei valori etici che rappresentano il nucleo centrale del vivere corretto.

Auguri Debora!Il giorno 11 ottobre 2005 Debora Meucci ha discusso la tesi: “Oswiencim-Au-schwitz: Scontro e dialogo tra cattolici ed ebrei in Polonia 1980-2005” presso l’Università degli Studi di Firenze, Fa-coltà di Scienze Politiche ottenendo la bella votazione di 105/110.Relatrice prof. Maria Grazia Enardu; correlatrice prof. Sandra Cavallucci.A Debora gli auguri degli amici e della famiglia a cui volentieri si uniscono quelli della Redazione.

Complimenti a DavideIl giorno 14 ottobre il dr. Davide

Baldi si è diplomato presso la Scuola Vaticana di Paleografia Diplomatica e Archivistica, conseguendo a pieni voti il titolo di Paleografo greco.

La notizia è già apparsa sull'Osserva-tore Romano del 21 ottobre 2005.

Mirco si è laureatoIl giorno 8 luglio 2005 presso

l’Università degli Studi di Firenze, fa-coltà di Ingegneria, si è laureato Mirco Banelli.

Ha discusso la tesi su “Aspetti geotec-nici dell’analisi di pericolosità sismica a Senigallia. Liquefazione e cedimenti nei depositi sabbiosi Olocenici” ottenendo la votazione di 101/110.

Relatori: professoressa Claudia Ma-diai, Prof. Gabriele Scarascia Mugnozza, Prof.ssa Teresa Crespellini, Ing. Johann Facciorusso.

A Mirco le congratulazioni dei ge-nitori, della sorella Laura, della nonna, dei parenti e degli amici ed anche quelli della Redazione.

Se lo chiedessero a me! di Clèto

Io, quand’ero giovane, non ho mai ascoltato i consigli degli anziani. Però giunto a questa mia veneranda età ho una grande esperienza e potrei essere utile se solo mi chiedessero qualche consiglio.

Ma che! Appena provo a dare consigli ai miei nipoti cominciano a sbuffare e non ne vogliono proprio sapere. Ma anche altre persone potrebbero usufruire della mia esperienza.

Se per esempio quando hanno allargato la via della Bozia, togliendo un po’ di terra alla base del greppo che la delimita, mi avessero chiesto consiglio, avrei detto di costruire subito un qualche supporto che sennò la terra avrebbe franato. E infatti la terra è franata.

Quando hanno rimodernato il monumento dello scoppio della mina per la via nova e ci hanno piantato un cipresso, se mi avessero chiesto consiglio io avrei detto di non piantarlo così vicino come hanno fatto. Fra pochi anni infatti il tronco darà noia alla lapide. Se ne accorgeranno!

Ma così va il mondo; ed io dovrò tenere per me tutta la mia esperienza.

In memoria di LeoLa famiglia Cesari ha offerto la somma di Euro 100 in memoria di Cesari Antonio (Leo).

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Beatitudini della seradi Cmr

Novembre con i nostri cari in Dio

corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.

Perciò sospiriamo in questo no-stro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste; a condizione però di essere trovati già vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venir spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita.

Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascu-no per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

Sorella Morte Alba ed Estasi in Dio

La vita dell’uomo e tutta l’opera misericordiosa che Dio svolge a suo favore, non ha che uno scopo supre-mo: la nostra salvezza e la nostra feli-cità eterna. Ad essa è essenzialmente rivolto ogni dono del Signore.

La meta che ci attende è il Para-diso con una gloria ed una felicità senza confini. Non occorrono molti ragionamenti per credere alla tragica fatalità della morte! Basta aprire gli occhi per convincersi che la terra che calpestiamo non è che un vasto prato della vita che vi fiorisce, svanendo rapida.

La fede è però necessaria per scoprire il vero volto del nostro de-stino. Nella sua luce, difatti, la morte, castigo del peccato, diventa “un dono di Dio” più grande di quello della vita, perché è coronamento di tutti gli altri doni del Signore e conquista della vita eterna. In questa visione la morte perde il suo orrido disegno e San Francesco può chiamarla col dolce appellativo di “sorella”.

Tutto è incerto nella vita di un uomo: essere povero o ricco, fortu-

nato o sfortunato, felice o infelice, tutto è incerto, tranne una cosa: quel bimbo che è nato oggi dovrà purtroppo morire... quando? Prima o poi.

Vivere a lungo non significa che morire tardi. La vita non è che una morte a rate: un gioco a perdere continuo. Siamo tutti in trasferta. Non c’è essere vivente che non sia insidiato dalla morte.

È solo questione di tempo. “Gli anni della nostra vita ci ricorda la Bibbia “sono settanta, ottanta per i più robusti, passano presto e noi ci dileguiamo”. “Come un tes-sitore hai arrotolato la mia vita, mi recidi dall’ordito. In un giorno e una notte mi conduci alla fine”.

Segreto è il cammino della morte, dubbia la sua ora, ma infallibile il suo dominio. Tutti ce la portiamo addosso. A ben pensarci la morte è ancora più sicura della nascita: si poteva benissimo non nascere, ma nati, non si può non morire.

L’ultima ora, in cui cessiamo di essere, non fa da sola la morte, ma la compie: ar-riviamo allora ad essa, ma da tempo siamo in cammino.

La morte è senza età: giovane o vecchia, bambina, matura o adulta.

È senza fissa dimora: viaggia sui treni, sulle autostrade, nei cortili di campagna, sulle navi, in aereo. È senza inganni o tra-dimenti, arriva per tutti.

Dobbiamo smantellare dalla mente l’illusione che ci fa vedere sempre e solo la morte degli altri.

Eppure è chiaro: anch’io sono seduto sulla valigia come il passeggero che aspetta il treno per ritornare. Verrà pure il momento in cui dovrò dare l’ultimo respiro.

Verrà la morte ed avrà i miei occhi, la mia bocca, le mie mani. La morte infatti non esiste: esistono solo i morti.

Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese, siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.

Auguri a Luca

Il giorno 20 ottobre 2005 Luca Caremani ha discusso la tesi: “Meto-dologia e analisi dei dati nello studio dei potenziali evento correlati nei pazienti in coma” presso l’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di laurea in Medicina e Chirurgia, ottenendo l’ottima votazione di 110.

Relatore Prof. Francesco Pinto; correlatore Prof. Antonello Grippo.

A Luca, figlio della Bibliotecaria di Anghiari, gli auguri della famiglia a cui volentieri si uniscono quelli della Redazione.

Auguri a Marica e Claudio

Gli amici della parrocchia di Micciano fanno gli auguri a Marica Casi e Claudio Boncompagni per i loro 25 anni di matrimonio.

Si erano sposati infatti il 26 otto-bre 1980 nella chiesa di Sigliano.

Auguri anche dalla Redazione dell'Oratorio.

Mentre andiamo in stampa apprendiamo la notizia della morte di Cesarina Magi Rondoni. Da molto tempo collabora con la Redazione con una sua rubrica. Questo è l'articolo che puntualmente ci aveva fatto pervenire per questo numero del giornale.

Credo alla Comunione dei Santi. Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo

Congratulazioni Chiara!!

Il giorno 28 settembre 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze, Corso di Laurea Interfacoltà in Biotecnologie, indirizzo Medico-Diagnostico, si è laureata Chiara Pucci, discutendo la tesi: Studio del-l’associazione fra Frammentazione del DNA e UBIQUITINAZIONE in spermatozoi umani: possibili Pat-terns di ubiquitina caratteristici del danno genetico.

Agli auguri della famiglia, si uniscono quelli di tutti coloro che ti vogliono bene, e sono tanti!!!

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LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL'ARTEdi don Quinto Giorgini

La chiesa di San Lorenzo a Gambazzo

Situata nella valle del Padonchia alla destra del torrente, a breve distanza dall’argine, a m. 334 s.l.m. presso l’agglomerato rustico di Gambazzo, essa ha avuto le sue origini in tempi molto remoti, forse poco dopo la paleocristiana Pieve di S. Antimo, alla cui giurisdizione apparteneva. È l’unica chiesa antica di questo Plebanato non costruita in collina, ma in fondovalle, tra le frazioni di Ripoli e Pianezze.

Questa chiesetta, a vano unico, di forma rettangolare, orien-tata, attualmente senza abside, presenta una muratura antica in pietrame irregolare, con un piccolo campanile a vela al centro della facciata, dove appare la piccola porta d’ingresso. Fu chiusa al culto nel secolo scorso. Essa sorge presso il villaggio di Gambazzo, costituito da poche case costruite anch’esse con pietrame irregolare, le quali rivelano particolari architettonici molto antichi, più rilevanti verso il torrente, come per esempio il portale in pietra con grande architrave monolitico appoggiato a due pietre a mensola di forma trecentesca.

Nel 1230 il rettore di questa chiesa di nome Rainaldo lo troviamo nell’elenco del clero presente a S. Antimo in occasione della visita del Vescovo Matteo. Circa cinquant’anni dopo, esattamente nel 1277, in occasione della visita del proposto Guglielmo di Città di Castello, questa chiesa viene distinta dalle altre con il titolo del suo patrono S. Lorenzo, arcidiacono della Chiesa romana, martirizzato il 10 agosto del 258, alcuni giorni dopo il papa Sisto II.

Nel 1349 l’“Ecclesia di Gambaczo” risulta soggetta al pagamento della decima papale per “lib. XIV”. Come riferi-sce il Muzi, questa chiesa era una delle quaranta un tempo soggette alla celebre Abbazia benedettina di S. Giovanni di Marzano, sperduta nelle boscaglie appenniniche nel territorio di Monte S. Maria Tiberina. Purtroppo, in seguito all’esodo dalle montagne e per l’incuria da parte della Diocesi di Città di Castello, anche questa Abbazia è distrutta, ma per fortuna le sue campane suonano ancora nel bel campanile a torre della restaurata chiesa di S. Marco a Ranzola.

Un certo don Luca, rettore di Gambazzo almeno fin dal 1444, lo troviamo il 20 luglio del 1460 a Città di Castello insieme al rettore di Momentana don Biagio e ad altri a rappresentare il clero della Pieve di S. Antimo in occasione dell’ingresso del nuovo Vescovo tifernate Giovanni IV. Questa chiesa, insieme alle altre sorelle del territorio di S. Antimo ubicate in Toscana, passerà nel 1520 alla nuova Diocesi di Borgo S. Sepolcro e viene così visitata nel 1525 dal secondo Vescovo biturgense mons. Leonardo Tornabuoni.

Il 21 luglio del 1583 anche la chiesa di S. Lorenzo a Gambazzo viene visitata da mons. Angelo Peruzzi, visitatore apostolico che non salirà invece a quella più lontana di Pianezze. Risulta “chiesa parrocchiale” di patronato dei Capitani di Parte della città di Firenze, il cui rettore si chiamava don Grazia Martinelli che risiedeva a Monterchi in qualità di cappellano della nuova Pieve di S. Simeone Profeta. D’altra parte a Gambazzo non esisteva la canonica e come avrebbe potuto costruirla con un reddito di 12 staia di grano e due some di castagne? Di grazia se il rettore don Grazia veniva a celebrarvi la S. Messa festiva in alterne domeniche. La popolazione era di poche anime

e soltanto dieci ammesse alla Comunione. Dal resoconto scritto in latino di questa Visita, risulta che mons. Peruzzi tollera che venga amministrata la Comunione pasquale con il calice invece della pisside e non insiste per la residenza del curato in loco. Comanda a don Grazia di acquistare due nuove pianete: rossa e nera e di far costruire il confessionale. Viene annotato inoltre che i morti non venivano sepolti in chiesa ma nel cimitero. Tuttora infatti, a poca distanza da Gambazzo vi è il camposanto per le due frazioni di Ripoli e Pianezze, le cui mura perimetrali, in parte rovinate, necessitano di urgenti restauri e i nuovi loculi dovrebbero essere costruiti rispettando lo stile classico del medesimo.

Nel 1593 vi troviamo rettore don Battista Orlandini, con uno stipendio di 8 staia di grano e 8 anime alla Comunione. Nel 1623 era rettore don Piramo di Ser Lazzaro da Monterchi, di anni 47. Sul campanile c’era una campana, che purtroppo oggi non esiste più. Nel 1639 questa chiesa minacciava di rovinare nell’angolo destro. Gli abitanti erano circa una dozzina, il reddito di venti scudi. Nella visita del 1651 fu trovato rettore don Antonio Mattei e sulla parete dell’altare si vedevano dipinte le immagini della Beata Vergine Maria, di S. Lorenzo e di S. Macario, che potrebbero tutt’ora essere conservate sotto la calce. Nel 1686 vi era don Agostino Massi mentre il 10 settembre del 1694, all’età di 60 anni circa morì il rettore della chiesa di Gambazzo don Domenico Bartolomei.

Proseguono le visite pastorali regolarmente per tutto il secolo XVIII ma nel 1788 questa chiesa, che era stata sempre una piccolissima Parrocchia, viene ridotta a semplice Oratorio ed il suo piccolo Beneficio e gli abitanti vengono annessi alla parrocchia di S. Michele Arcangelo a Pianezze.

Nello scorso secolo fu chiusa definitivamente al culto ma nonostante il lungo abbandono, il tetto fatiscente e perico-lante (per cui la curia di Sansepolcro decise di murarne la porta d’ingresso onde evitare pericoli per i visitatori) l’antico edificio sacro non è crollato, anzi si dimostra intatto e solido nelle mura perimetrali ed è ritornato oggetto di interesse non solo per le sue notevoli caratteristiche artistiche e storiche, ma per la sua vicinanza al cimitero dove gli abitanti delle vicine frazioni continuano a seppellire i propri defunti. Essendo

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La vignetta di Scacciapensieri:

Allergia dilagante!

questo ex-oratorio passato nel 1986 in proprietà all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, gli abitanti del luogo in data 17 novembre 2002, hanno sottoscritto una let-tera, spedita al Direttore arch. don Marco Salvi, chiedendo di provvedere al rifacimento del tetto e al consolidamento delle mura, impegnandosi essi stessi alle spese per la sistemazione dell’interno in memoria dei propri cari defunti. Il Direttore di detto Istituto, dopo aver effettuato un sopralluogo, ha disposto la realizzazione del progetto, che presto verrà presentato alle competenti autorità, per cui si spera che l’antico Oratorio, salvato dall’incuria, ritorni al suo primitivo splendore e al culto dei fedeli.

Nell'altra pagina: La veduta della chiesetta di Gambazzo tratta da: "Viaggio per le valli altotiberine toscane" di Ercole Agnoletti, 1979.

In questa pagina, a destra, la chiesetta com'è oggi con il campanile in facciata crollato e mancante e con il portale murato. Sono in progetto alcuni lavori di restauro che po-tranno renderla di nuovo fruibile come auspicava don Ercole Agnoletti.

Proposta per ragazzi e giovaniIncontri del Gruppo Dopo Cresima

Ogni giovedì alle 18,30

Ci ritroviamo all’Oratorio con i ragazzi di terza media e prima superiore.

Stiamo pensando anche di ritrovarci, lo stesso giorno, per studiare e fare i compiti insieme, e di or-ganizzare due giorni di “vacanze invernali” durante le feste di Natale.

Ragazzi delle Superiori

Ogni mercoledì sera, dopo le ore 21, ci troviamo all’Oratorio per condividere insieme la vita, aiutan-doci con un testo che leggiamo un po’ per volta.

Poi, a volte, invece di leggere il testo guardiamo la partita o cuociamo le castagne.

Ma tutto è fatto per noi, e questo ci insegna a stare insieme e guardare alla grande avventura della vita con occhi interessati.

La Madonna del Partodi Emmedipì

A pagina 10 del giornale troverete alcune notizie sul convegno di Monterchi inerente la sistemazione definitiva dell’affresco di Piero della Francesca, noto e conosciuto in tutto il mondo: La Madonna del parto.

Marco Malatesta ha fatto pervenire alla Redazione una dettagliata disanima del problema e delle possibili soluzioni. Vorrei segnalare quella che a me pare una soluzione ade-guata e intelligente. San Simeone viene ritenuto non adatto? Vicino alla chiesa di San Simeone potrebbe trovare spazio un Battistero che avrebbe molta attinenza con l’opera da ospitare e farebbe sì che l’opera stessa possa rimanere nel centro storico salvaguardando tutti quegli aspetti positivi già ampiamente verificati.

Togliendo la Madonna dal paese si rischia, infatti, di far ricadere il paese in una "solitudine culturale e sociale".

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

I nuovi iscritti

La famiglia dei confratelli e delle consorelle della Con-fraternita di Misericordia di Anghiari è ancora aumentata: diamo il benvenuto ad Aglini Lorenzo, Bartolomei Fer-nanda, Bigioli Aura, Burioni Marco, Burioni Sisto Lean-dro, Buscosi Apollonia, Co-leschi Maura, Coleschi Sara, Coleschi Sergio, Coleschi Stefano, Del Barna Simonet-ta, Foni Duilio, Livi Marino, Magri Nella, Manfroni Elia, Marinari Edoardo, Marsupini Bruna Rossi, Martini Graziel-la Rossi, Marzolino Giovan-ni, Meozzi Rossano, Pacini Iva Foni, Procelli Antonio, Rossi Fabio, Tagliatatela Luisa Escobar, Vichi Angiolo, Zanchi Elena, Vellati Fabia-no, Virvara Luca.

A tutti loro il più sincero ringraziamento ed un fra-terno abbraccio.

Acquisti Franco 2 0Antonelli Fabrizio 1 0Ardenti Dario 1 0Bassani Gino 2 0Bigioli Maria 2 5Boldorini Cesarina 3 0Capacci Mauro 2 5Caraffini Bruno 5Carboni Vasco e famiglia 15Chieli Nella 5Corsi Pietro 1 0Crociani Osvaldo e famiglia 20Cuccini Vera 5 0Del Barba Angiolo 4 0Donati Agostina 5Donati Angiolo 2 5Donati Sarti Adriano 50Dragoni Mirella 5 0Elisei Luigi e famiglia 20Ercoli Rino 5 0Fabiani Maria Pia 5 0Famiglie Orlandi eBoncompagni 5 0Ferrini Tullio 1 0 0Giorni Giuseppe e Alfredina 5 0Foni Duilio e famiglia 50Gaetani Brunero 2 5Giannini Alessandro 20Giorgeschi Cesarina 20

La Madonna del Parto di Monterchi: ancora sulla sede definitivaGiovedì 27 ottobre scorso presso il teatro di Monterchi c’è stato un Convegno Sulla Madonna del Parto. Non ho parteci-

Giorni Gemma 1 0Giorni Silvana 2 0Gles Busatti 2 0 0I familiari in memoria di Mazzoni Palma 270I familiari in memoria di Piomboni Ernesto 370I familiari in memoria di Poggini Vilmo 130I familiari in memoria di Rossi Francesco 195Innocenti Gino 1 0Lanzi Oscar 2 0Leonardi Italiano 1 0Leonardi Romano 2 5Livi Marino 5 0Mafucci Giovanni 5 0Magri Nella 3 0Mangoni Bruno 1 0 0Mazzoni Vincenzo 2 5Meazzini Delfo 5 0Meozzi Rossano in memoria di Moreno 50Mondanelli Ovidio 5 0Montagnoli Sergio 2 5Moscetti Panichi Rossella 25Pallini Valfrido 7 0Pernici Faustina 1 0Pernici Vincenzo 2 0Petruccioli Pietro 5 0

pato alla discussione sulle ultime ipotesi riguardante la troppo lunga storia della collocazione definitiva della Madonna del Parto non già per disinteresse o indifferenza verso questo importante problema del nostro paese, ma ho pre-ferito rimanere in preghiera ad Anghiari dove si celebrava la solenne chiusura dell’Anno Eucaristico per rimanere in disparte senza dover polemizzare con i responsabili presenti e passati di questa ingarbugliata matassa.

Io, in qualità di parroco di Monterchi, ho cercato di rimanere, come ho detto più volte, al di sopra dei vari orientamenti, tutti meritevoli di riflessione e conside-razione, ma ho sempre detto ed anche scritto che la Madonna deve ritornare al culto e per questo la chiesa migliore, perché più grande, più luminosa, situata nel centro storico e che ultimamente è stata restaurata, rimane l’arcipretura di San Simeone che accoglie tutti i mon-terchiesi nelle più grandi solennità e ricorrenze liete e tristi della vita.

Questa chiesa antica, contiene già nu-merose opere artistiche e un luogo aperto

al culto e quindi pienamente fruibile e può accogliere numerosi pellegrini e turisti avendo due porte una per entrare e una per uscire.

Nei dodici anni che sono stato al servizio di questa chiesa ho cercato di migliorala sotto tutti gli aspetti. La ricostruzione del tetto, l’imbiancatura, l’impianto elettrico, quello antifurto e antincendio. È stato realizzato l’artistico portone del Giubileo, i servizi igienici nella sagrestia dell’Oratorio. In subordi-ne si potrebbe restaurare o adattare l’altra chiesa di San Benedetto che adesso è officiata dalla Fraternità di Betania.

Se resta in paese giova anche a pro-muovere il turismo, la cultura, il lavoro per le botteghe e i negozi presenti nel centro storico. Perché costruire una nuo-va chiesa in un posto isolato non comodo neppure per gli abitanti di Mercatale quando nell’ambito della parrocchia di Monterchi ci sono già cinque chiese e quindici nell’intero territorio comunale. Molte di queste sono anche bisognose di restauro e tutte di notevole interesse storico ed artistico.

Aprire un’altra chiesa al culto si-gnifica chiudere quella di San Simeone che ritengo invece più idonea e sicura anche se un po’ più scomoda per alcuni abitanti, per conservare l’antico affresco pierfrancescano.

Se non valorizziamo il centro sto-rico con la presenza della Madonna dell’Attesa del Parto, con che cosa si può valorizzare. Le frazioni poi quali Pocaia, Le Ville, Mercatale, in qualche modo trarrebbero dei benefici indiretti dall’aumentato numero dei visitatori di Monterchi e non rimarrebbero isolati.

Noi cristiani praticanti con fermez-za e chiarezza portiamo avanti questa nostra proposta inoltre preghiamo la nostra Madonna perché possa in-contrarsi di nuovo con San Simeone, nostro patrono, come avvenne come ho avuto modo di dire altre volte, nel quarantesimo giorno della nascita di Gesù Bambino. Q.G.

Poggini Milton Antichità 100Ridolfi Elia 5 0Ruggeri Sirio e famiglia 50Santi Assunto 1 0Senesi Leris 1 0Suore Agostiniane della “LA RIPA” 1 0 0Vichi Angiolo 2 5

C h e D i o v e n e re n -da merito!

La somma necessaria per il pagamento dell’au-tomezzo adibito al traspor-to disabili è ancora lontana ma con l’aiuto di tutti con-fidiamo di raggiungerla quanto prima.

Vi aggiorniamo sulle offerte pervenuteci alla data del 31 ottobre 2005

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LA PAGINA DELLA CARITASa cura di Laura Taddei

Una storia per pensare... La capacità di amareUn papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affac-

ciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino: “ Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile, ti ho preso la bustina dei calciatori... Che cosa devo ancora prenderti?”. “Papà, per favore, prendimi la mano!” rispose il bambino.

Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l’organizzazione, l’efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritro-vare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere,

passeggiare. Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità d’amare. Al termine della vita saremo giudicati solo sull’amore.

Siamo sempre più consapevoli dell’importanza che risentono nelle nostre comunità, la relazione e il bisogno di dialogo. Un modo per crescere nell’attenzione all’altro è stato nei mesi scorsi l’occasione di incontro e condivisione fra chi è interessato all’esperienza della Caritas parrocchiale, incontro guidato da Don Giovanni de Robertis.

In un clima di fraternità, siamo stati aiutati nella riflessione dal brano evangelico dei discepoli di Emmaus che è stato an-che l’emblema dell’anno Eucaristico e della enciclica “ Mane nobiscum domine”. Il tema dell’incontro, della relazione, del dialogo, della gioia, e dell’ardore che sentiamo nel petto quando c’è una compagnia che ti corrisponde, e infine il dono della presenza del Risorto che cambia il lamento in gioia, tutto questo si rende attuale e praticabile nelle situazioni concrete della vita comunitaria.

Nella giornata del 29 ottobre ad Arezzo, in un incontro con tutte le Caritas parrocchiali della diocesi, siamo stati testimoni di una azione concreta da parte di una Caritas parrocchiale della città. Questa ha rivolto la sua attenzione alle famiglie che nel territorio soffrono per il problema della casa e del caro affitto.

Per il cristiano la carità non è fare l’elemosina o almeno non solo, ma soprattutto praticare e promuovere la giustizia: “nessuno deve chiedere per carità ciò che gli spetta per diritto”

è stato affermato.Quindi è stata promossa una iniziativa di monitoraggio e

di sensibilizzazione sul disagio esistente che vede la mancata disponibilità di alloggi popolari e anche purtroppo tanti pro-prietari cristiani, tenere gli appartamenti sfitti o pretendere quote esose.

In questo caso l’opera della caritas è stata quella di infor-mazione- denuncia, richiesta di interventi mirati alle ammi-nistrazioni pubbliche e di ammonizione del comportamento dei singoli.

In un articolo del direttore della Caritas italiana che abbia-mo commentato, si ribadisce che l’annuncio del vangelo deve coniugarsi con la testimonianza della carità e che l’attenzione alle domande della gente è opera di evangelizzazione. Affer-mando il ruolo di “animazione” delle Caritas parrocchiali ne indica anche i metodi.

Nel riquadro sotto l’inizio dell'articolo.

Il vangelo non è custode delle coscienze

tranquille.

“Chiamati a comunicare il vangelo in un mondo che cambia, mai come oggi l’evangelizzazione ha un tema così aderente agli interessi, alle attenzioni e alle domande della gente. Il vangelo non è il custode delle coscienze tranquille. È piuttosto dono da realizzare, fuoco da portare e sogno in cui abitare. Per questo motivo ci invita ad affrontare i problemi, a cammi-narci dentro, a collocarci, attraverso la contemplazione del volto di Cristo, nei crocevia delle contraddizioni e delle fragilità di ogni uomo. Il frequentare e l’abitare la vita, il territorio, la storia, interpella le comunità parrocchiali mettendo in luce come, accanto alla risposta di solidarietà immediata, giocata forse più sull’onda di una buona emozione che sul sentiero ordinario e quotidiano della carità, c’è un tessuto comunitario ancora fragile, una tunica che presenta ancora lacerazioni, una conflittualità che continuamente riemerge. Quando la carità chiede di diventare esperienza quotidiana di relazione, compagnia, condivisione e non soltanto di beni, le comunità parrocchiali mostrano ritardi, incertezze e contraddizioni. Eppure un annuncio del vangelo che non tocca, non giudica e non interpella la vita e i fatti che avvengono è sfasato e dissociato dalla realtà: “… la stessa sollecitudine per il vero bene dell’uomo che ci spinge a prenderci cura delle sorti delle famiglie e del rispetto della vita umana si esprime nell’attenzione ai poveri che abbiamo tra noi, agli ammalati, agli immigrati, ai popoli decimati dalle malattie, dalle guerre e dalla fame… Ricordiamoci sempre delle parole del Signore: quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25,40)” (Benedetto XVI, assem-blea generale Cei, 30 maggio 2005).

Nella foto in alto è raffigurato un particolare dell'Adorazione dei Magi di Hieronymus Bosch

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Angolo della MissioneDomenica 23 ottobre si è celebrata nelle chiese di An-

ghiari, Tavernelle, Santo Stefano e nel Santuario del Carmine la Giornata Missionaria. Sono stati organizzati nelle chiese suddette mercatini di dolci ed altri oggetti per raggranellare fondi per le Missioni.

Il risultato è stato ottimo. Si è raggiunta la somma totale di 2.892 euro.

Tavernelle 535 euro, Santo Stefano 501 euro, Carmine 425 euro, Propositura S. Messa del sabato 270 euro, Propositura Messa delle 9,30 euro 210; ore 11 euro 641; chiesa della Croce ore 18 euro 310, per un totale appunto di 2.892 euro.

Il ricavato è stato così ripartito: Euro 900 alle Missioni diocesane, euro 900 alle Missioni parrocchiali (Padre Remo in Brasile) euro 900 alla Missione Tanzania ed euro 192 alla Caritas parrocchiale.

Mentre andiamo in stampa sono pervenuti 100 euro dalla parrocchia di Micciano che saranno devoluti alla Missione Tanzania.

Un ringraziamento va rivolto al gruppo di persone, per lo più donne, che per tutto il mese di ottobre ha lavorato in maniera instancabile perché tutto andasse a buon fine. Da sottolineare anche l’impegno spirituale che il gruppo si è imposto incontrandosi tutti i mercoledì nella parrocchia di Anghiari per leggere la parola del Vangelo, trarne riflessioni e suggerimenti per rinforzare la propria fede.

Ricordiamoci che tutti siamo missionari; dice Gesù nel Van-gelo di Matteo “Andate ed ammaestrate tutte le nazioni.”

Annunziare e testimoniare il Vangelo: è questa la vera priorità della Missione.

“Io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” dice ancora Gesù nel Vangelo di Giovanni.

Missionario è dunque dedicarsi alla salvezza di tanti fratelli, vicini e lontani, che non hanno ricevuto il dono inestimabile della fede in Cristo.

Pace e bene. Tanti auguri di Buone Feste.

La marcia pacifista di Monterchiche costò la prigione a due preti

Nel Giugno 1940, dietro raccomandazione di Monsignor Pompeo Ghezzi, allora Vescovo di Sansepolcro, fu organizzata a Monterchi una marcia pacifista per denunciare i pericoli di una guerra ormai inevitabile.

Luogo di raccolta per la popolazione di Monterchi la chiesa di San Simeone dinanzi all’immagine del Crocifisso.

Don Antonio Chimenti, l’anziano arciprete di Monterchi, si dimenticò di chiedere il permesso alla Regia Questura, malgrado si fosse messo d’accordo in questo senso con i Sacerdoti della parrocchia.

I partecipanti affluirono nel luogo prestabilito alla spiccio-lata, altri invece in processione recitando il Rosario.

Numeroso il gruppo dei monterchiesi, gli stessi Sacerdoti non riuscirono a confessare e comunicare tutta la gente presente.

A questo punto si verificò un colpo di scena.Il maresciallo dei carabinieri, seguendo le direttive ricevute

di sciogliere ogni forma di assembramento di persone e di imprigionare i capi, mandò via bruscamente e con decisione quanti erano in piazza, entrò in sacrestia e arrestò i presunti organizzatori, ripetendo loro quanto confidenzialmente aveva detto all’arciprete, la sera precedente: «Fuori niente, in chiesa quello che volete ».

Tra i Sacerdoti arrestati Don Alberigo Morucci, accusato di aver attraversato il paese vociando e gesticolando. Due altri Sacerdoti Don Boncompagni, Parroco di Pianezze, e Don Brunini furono considerati ribelli e spediti il primo a Lauria (Potenza), il secondo a Diamante (Cosenza).

Furono dei capri espiatori?Una autorevole esponente del fascio locale commentò:

Si tendeva più in su», volendo alludere al Vescovo di San-sepolcro.

Non fu facile fare tornare i Sacerdoti nelle loro sedi.Finalmente arrivò un telegramma di riabilitazione per i due

ribelli. Era passato fortunatamente un solo anno.Mario Massi

I nostri primi 40 anniQuest’estate parlando del più e del meno con la mia amica Anna Testerini, abbiamo pensato che sarebbe stato simpatico ritrovarci con i vecchi compagni di scuola per passare una serata assieme. Quindi, dopo una veloce carrellata su chi eravamo, aiutati anche da Alessandro Magrini, il giorno 16 settembre con alcuni “ragazzi” del 1965 ci siamo ritrovati a cena per festeggiare un periodo della nostra vita. Purtroppo molti ex scolari hanno dato forfait per motivi di lavoro altri forse perché già “vecchi”. Da sottolineare la presenza della Loredana Giorni che è venuta appositamente da Pistoia per poi subito ripartire. Fatto sta che la serata è riuscita e ci siamo divertiti a ricor-dare aneddoti e fatti che hanno caratterizzato la nostra vita scolare. Ci siamo quindi riproposti di ritrovarci alla prossima occasione, magari con un numero più consistente di persone. Paolo

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Le zucche d’AnghièriBeppe - È visto Cecco queli de la Fonte che zucche!Cecco - Eh, me lo posso ‘mmaginère ma anche pel Puggiulino e ‘n Piazzola c'è i cristièni cun certe zucche!B. – Nooo, te vulivo dire che han preparèto de le belle morti secche, cu’ le zucche.C. – Ah e già. Mò la chièmino la festa de Aluin. Ma anche ai nostri tempi era ‘na festa. Certo è ‘na festa che l’ha porta el cunsumismo. Ma me sembra che aumenta sempre de più.B. – È cusì, però a me ‘n me disgarba. Iell’altro viddi passère ‘na dghicina de gruppi de citti mascherèti e erino tutti educhèti e contenti anche si io ‘n gn’ho pututo dère tanto. Ma me son parsi contenti lo stesso.C. – Si forse è ragione te Beppe. ‘N fondo cume se fa a fagni capire quelo che significhèva per noi le nostre tradizioni cume ‘l Ciccicocco! E sicché ben venga anche ‘ste feste moderne. L’importante è che, cume tutte le cose, se faccino con intelli-genza che ‘n guasta mai.

Aspettando il Natale!Il quattordici dicembre 2005 sono passati tre anni dal giorno che mi portarono in ospedale a Sansepolcro

dove rimasi fino al 20 gennaio 2003.Di quel giorno non ricordo proprio nulla e nemmeno dei giorni successivi, per circa tre mesi! Poi, piano pia-

no, mi ritornò la memoria a ricordare le cose passate (in parte).Pensavo alla mia cara Misericordia e alla amata chiesa di S. Stefano in pian d’Anghiari. Oggi, dopo tre

anni, quante cose lontane ricordo!Vorrei dire il giorno, la data, il perché. Ma non ce la faccio. Ricordo solo i bellissimi presepi fatti negli ultimi

tempi, il bellissimo che rappresentava Anghiari. Quello di due anni fa con i monti, i prati, le strade, i pastori, le luci, l’acqua, la capanna! Tutto era bello!

E quello del 2004? Era bellissimo! Veramente curato in tutti i suoi particolari. Bravi giovani. Bravi festarini, bravi collaboratori. Seguitate a farlo!

Ma come avete fatto a ideare quei temporali, i tuoni, i lampi, l’acqua che cadeva al tempo giusto? Tutto era veramente bello!

Pensando a voi mi fate sentire debitore della chiesa di S. Stefano quando trent’anni fa si tentava di fare alla meglio un po’ di presepio, laggiù dove ora c’è la scuola guida.

Allora non c’era nemmeno la chiesa. Era in restauro e la Messa veniva celebrata dove oggi c’è la sacrestia, si entrava da fuori.

Io ho tentato di scrivere queste poche righe per raccomandare ai bravissimi festarini e loro collaboratori che con tanto zelo si prodigano a questa bellissima iniziativa.

Anche quest’anno avremo il piacere di gustarci la veduta di quello che sanno fare i nostri volenterosi giova-ni.

Un sincero augurio; Buon Natale a tutti per il 2006

Angiolo Pari

Con questo particolare ricordo di Angiolo, rivolto sì ai collaboratori di Santo Stefano ma che ricalca la si-tuazione di tutte le nostre parrocchie, vorremmo far giungere il ringraziamento delle comunità a quanti si impegnano attorno alle parrocchie!

LE LOGGEdi Clèto

Auguri!La Redazione augura agli affezionati lettori della Ripa

i migliori auguri per un felice Natale.Sappiamo che il giornale è letto volentieri e questo ci

fa veramente piacere e ci auguriamo di continuare ancora per molti anni.

Una menzione particolare per l’Isola del Bagnolo con i suoi 102 anni, che ci ricorda e ci segue sempre.

Ancora Auguri......Auguri a tutti i lettori dell'Oratorio e in particolare a quelli più lontani!

...Auguri agli operai che lavorano per il rifacimento della piazza d'Anghiari, anche se, con le indicazioni tecniche dello Scucco, per le feste avranno già finito il lavoro!

...Auguri a tutti gli abitanti d'Anghiari e, considerata la provenienza del nostro Direttore responsabile, anche a quelli del Borgo!

...Auguri a tutti i citti d'Anghièri augurando che il Ceppo non porti loro il carbone come si meriterebbero!

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

SECONDA EDIZIONE DEGLI ANNALI DEL TAGLIESCHI

Come comunicato nello scorso numero del giornale, è in atto la ristampa dell’importante libro “Annali della Terra d’Anghia-ri” a cura del Gruppo Fratres , con il determinante contributo della locale Confraternita di Misericordia. Si riporta qui di seguito quella che sarà la presentazione di questa nuova edizione dell’opera, a firma del presidente e del governatore delle due suddette associazioni di volontariato.

Da troppo tempo non erano più disponibili copie di que-sta importante opera storico-letteraria che, nei suoi ormai quindici anni di vita, ha ottenuto lusinghieri apprezzamenti da illustri studiosi di “cose antiche” e da insigni professori universitari che, a volte, ne hanno consigliato lo studio ai propri studenti.

Come è noto, essa fu resa possibile dall’attento e metico-loso lavoro di traduzione dello storico manoscritto di Lorenzo Taglieschi (secoli XVI-XVII), riguardante un tratto di storia d’Anghiari, operato da due classi di studenti della locale scuola media “L. Da Vinci”, stimolati, consigliati e guidati in questo dai due loro insegnanti di lettere Finzi Daniele e Parreschi Matteo.

Con profonda tristezza ed imbarazzo, ci siamo trovati per molti mesi nell’impossibilità di esaudire le frequenti e continue richieste di ulteriori copie del libro, provenienti da più parti.

Alla luce di tutto questo e fermamente convinti della grande importanza rivestita da questa opera per la nostra comunità anghiarese, non ce la siamo sentita di far finta di niente e di lasciare che questa gradatamente finisse nell’album dei ricordi.

Quali primi editori, i membri del direttivo del Gruppo

Donatori di Sangue di Anghiari si sono trovati concordi nel deliberare la ristampa del libro, con la stessa elegante veste tipografica, nella speranza di una sua ulteriore e più marcata divulgazione.

In fondo, le motivazioni che portarono il Gruppo, in quel lontano 1991, a farsi carico della pubblicazione sono ancora del tutto valide: “l’incontro tra due forme di volontariato (scuola-donatori di sangue) così diverse, eppure così vicine nello spirito, nel loro insostituibile contributo alla crescita della società”.

Nel sostenere questo nuovo impegno finanziario, molto gravoso per il nostro esiguo bilancio, abbiamo incontrato la determinante disponibilità della locale Confraternita di Misericordia, a conferma dell’intimo legame che fa di queste due dinamiche associazioni di volontariato un’unica grande famiglia, quotidianamente impegnata nel paese al servizio del prossimo e, più in generale, nella promozione tra la nostra gente della cultura del dono e della solidarietà umana e cristiana.

Il Governatore della Misericordia Massimo RedentiIl Presidente del Gruppo Fratres Pietro Ganganelli

NUOVE DISPOSIZIONI MINISTERIALI SULLE DONAZIONI DI SANGUEDue nostri volontari al convegno regionale di Rapolano Terme

Sabato 22 ottobre 2005, presso la sede della Misericordia di Rapolano Terme, abbiamo partecipato al seminario di ap-profondimento organizzato dal Consiglio Regionale Fratres della Toscana, sulle nuove normative in materia di donazioni di sangue, introdotte dal decreto ministeriale del 3 marzo 2005.

Dopo una breve introduzione da parte di Francesco Scarano, vice presidente regionale fratres, ha preso la parola il dott. Liombruno, responsabile del centro trasfusionale di Arezzo, che ha illustrato ai presenti i nuovi criteri che sono alla base della selezione del candidato donatore da parte degli operatori medici, al fine di assicurare la massima protezione sia della sua salute che di quella del ricevente.

A margine dell’intervento del dott. Liombruno sono stati infine ricordati quelli che sono i requisiti fisici per l’accettazione del candidato donatore.

La giornata è proseguita con la parte relativa alla gestione informatica dei dati da parte dei vari gruppi fratres della regione. In particolare evidenziamo che sarà possibile, molto presto, ottenere dall’azienda sanitaria di competenza i dati relativi alle donazioni via internet e trasmetterli con lo stesso mezzo al Consiglio Regionale. Un grande passo avanti che ci permetterà di velocizzare notevolmente le procedure di controllo e gestione dati con grandissimi risparmi di tempo e con verifiche sempre più sicure.

Il seminario si è poi concluso con l’intervento ed il saluto del presidente regionale fratres Franco Lenzi che ha sottolineato l’importanza della donazione di sangue nella nostra società, sottolineando come il fenomeno sia in crescita in Italia ma ancora ri-manga ben lontano dai dati degli altri paesi europei e soprattutto lontano da quelle che sono le richieste dei nostri ospedali.

La giornata è terminata con un buffet nella splendida cornice di Rapolano Terme, alla presenza di alcuni gruppi Fratres della provincia di Arezzo (Anghiari, Capolona e Camucia) e di una nutrita presenza dei gruppi della provincia senese.

Carlo Leonardi e Piero Matteucci

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GIORNATA DEL DONATORE DI SANGUE 2005

Domenica 11 dicembre

Ore 11: S. MESSA SOLENNE, presso l’insigne Propositura di Anghiari, alla presenza delle autorità civili e militari e dei labari dei gruppi fratres della provincia, in suffragio dei soci defunti.

Ore 13: PRANZO SOCIALE, presso il ristorante “ IL CRISTALLO “ di Caprese Michelangelo, gratuito per i donatori attivi che dovranno comunque prenotarsi, come chiunque altro voglia partecipare, presso gli uffici della Confraternita di Misericordia, di mattina sempre aperti (tel. 0575/789577), o dalla signora Vesta Vel-lati, ufficio Pro Loco

ALTRI IMPORTANTI APPUNTAMENTI DA RICORDARE…

Il gruppo sportivo FRATRES-BIKE all’EroicaDi buon mattino le alcune centinaia di ciclisti affollano il piccolo cen-

tro del comune di Gaiole in Chianti, cuore delle colline che danno origine all’omonimo, famoso, vino.

Ma non è una gara come tutte le altre, che ogni domenica riempiono le strade e fanno a volte arrabbiare gli automobilisti.

L’Eroica – così si chiama la manifestazione – nasce quasi come rievoca-zione di gare ciclistiche dei primi anni del 900. E così, la prima domenica di ottobre, il tempo si è davvero fermato nei colli del chianti, dove sembrava di rivivere le magiche atmosfere dei primi giri d’Italia.

Numerosi ciclisti, di tutte le età e provenienti da tutto il centro Italia, hanno partecipato a questa manifestazione che prevede tre diversi livelli di difficoltà.

La cosa interessante è che la stragrande maggioranza dei partecipanti arrivano sempre con bicicletta e abbigliamento d’epoca. Non è difficile

scorgere, nelle biciclette arrugginite e pesanti di diversi decenni fa, una caratteristica borraccia di lamiera o un “portapane” di pelle. E i copertoni di riserva, rigorosamente, si intrecciano tra le braccia.

Anche il nostro gruppo sportivo, il FRATRES-BIKE, era presente con tanto di Fiat 600 d’epoca.Durante il percorso non potevano mancare succulenti punti di ristoro per i ciclisti, con dolci e affettati, il tutto annaffiato

con buon vino rosso… gli sportivi di oggi spalancherebbero gli occhi se vedessero questo!Ma a Gaiole, quel giorno, il tempo si ferma.Si ferma uno sfrenato agonismo e la pretesa di vincere ad ogni costo, lasciando il posto alla schiettezza e alla tranquillità

che i colli del Chianti sanno trasmettere.Una giornata all’insegna dell’allegria e della festa, insomma.E i nostri amici anghiaresi del G.S. FRATRES-BIKE hanno fatto bella figura con abbigliamento e biciclette davvero

impeccabili.Ringraziamo, per tutti, l’amico presidente del gruppo Fabrizio, cioè Iccio, per aver organizzato l’uscita dei valorosi an-

ghiaresi, e nonché per avere tenuto alta la nostra bandiera. Abi

Ore 17.30: ASSEMBLEA SOCIALE ORDINARIA, presso la sala della Misericordia, con approvazione del bilancio 2004.

Ore 21: 4° VEGLIONE del DONATORE: presso il Ca-stello di Sorci, con musiche dal vivo e ricco bouffet.

Tutti possono partecipare. Un invito particolare ai nostri associati !!!

R I N G R A Z I A M E N T I

Un doveroso ringraziamento ai coniugi VANNUC-CI ROSA e RICCI REMO, abitanti in località Tra fiume, che in occasione dei loro sessanta anni di matrimonio ci hanno fatto pervenire un’offerta di euro 50,00. Grazie ancora ed auguri !

Il consiglio direttivo fratres

SABATO 28 GENNAIO 2006

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La Scampanata della “solidarietà”.Quando negli ultimi giorni di aprile mi iscrissi alla scampanata, non ero certamente convinto fino in fondo di fare una cosa

giusta e sensata. Quando poi, nei primi “giorni addetti al carretto”, hanno iniziato a suonare l’una dopo l’altra le mie rumorose sveglie, dando luogo peraltro anche alle sonore e vivaci rimostranze delle mie tre donne di casa, i dubbi sulla opportunità della mia scelta di partecipare alla scampanata sono aumentati vertiginosamente, ma ormai era troppo tardi. Giorno dopo giorno ho assistito al trattamento, impietoso quanto puntuale, al quale venivano sottoposti i malcapitati ritardatari, sempre più convinto che prima o poi tale sorte sarebbe toccata anche a me, ineluttabile come il sorgere del sole e come la presenza in piazza di Capruggine, Celestino, il Maschio, l’avvocato Bargiacca ed Emmedipi.

Verso la metà del mese di maggio ho cominciato a pensare che forse avrei chiuso indenne il periodo della scampanata; mi sono però sorte spontanee anche alcune considerazioni sull’argomento. I primi giorni erano stati segnati da momenti di autentico terrore: terrore sullo “sciopero” delle sveglie, su qualche sabotaggio da parte delle mie donne, su attentati “esterni” di vario genere, porte sbarrate, catene ai cancelli, blocchi stradali, trappole, dirottamenti (la storia recente della Scampanata racconta di questo e di altro… e non si tratta certamente di leggende metropolitane). Ad un certo momento poi, come per incanto, ho iniziato ad apprezzare il senso goliardico dell’iniziativa ed ho cominciato a maturare una sensazione diversa e più positiva rispetto alle catastrofiche sensazioni dei primi giorni. La preoccupazione del “far tardi in piazza” ha lasciato spazio alla consapevolezza che, in definitiva, partecipavo ad una forma di esorcizzazione e condanna della pigrizia, ad un qualcosa che nella giocosità invitava e quasi obbligava a darsi da fare, ad accorrere in piazza e a non poltrire sotto le coperte. La punizione del carretto assumeva nel mio immaginario il senso di censura dell’inoperosità e dell’ozio, legittimando contemporaneamente i meriti di coloro che, puntuali all’appello dei sei rintocchi del campano, dimostravano invece solerzia e dinamicità. Mi sentivo partecipe, in ultima analisi, di un qualcosa che in fondo era giusto. Era giusto che anch’io mi assumessi impegni e rischi per mantenere in vita una tradizione locale ed un insegnamento importante nel suo senso morale: la Scampanata, pur se in forma evidentemente goliardica, mi aveva spinto a partecipare, ad attivarmi, suggerendomi che era sbagliato limitarmi ad essere solo uno spettatore e a guardare senza rischi “il carretto degli altri”.

Anche per aiutare la Misericordia c’è bisogno dello spirito della Scampanata: c’è la necessità di scacciare ogni tanto la pigrizia e di accorrere in piazza. C’è l’obbligo di intervenire, senza rimanere a guardare “perché tanto lo spettacolo lo fanno gli altri, perché tanto nel carretto ci salgono gli altri”. C’è il dovere di partecipare tutti, perché l’appello della “Scampanata della solidarietà” è per tutti, ed è giusto che tutti ne sentano il richiamo e si facciano carico della propria parte, ognuno per quello che può.

Finita la Scampanata, circa a metà giugno, quando i miei pensieri sull’appello in piazza erano ormai metabolizzati ed ac-cantonati nell’area della memoria, un bel mattino mi viene a trovare Palmiro per lasciarmi una busta chiusa. Palmiro mi dice che me la manda la Società della Scampanata ed è per la Misericordia. La apro, non lo nascondo, con un pizzico di curiosità, e trovo un assegno circolare di 450 euro, allegato ad una lettera firmata da Francesco, il presidente, a nome di tutto il consiglio della società. Nella lettera viene spiegato che l’offerta a favore della Confraternita potrà contribuire all’acquisto della nuova autovettura attrezzata per il trasporto dei disabili.

In quei momenti, come per incanto, sono riemersi tutti i pensieri e le sensazioni che avevo avuto durante la seconda parte della Scampanata: il concetto di partecipazione, di solerzia, di attività, e la condanna della pigrizia, dell’inoperosità, dell’indolenza. La Società della Scampanata aveva in qualche maniera risposto al mio appello non espresso; si era iscritta figurativamente alla “Scampanata della solidarietà”, arrivando puntuale al raduno dando un grande esempio di generosità e partecipazione a tutti coloro che alla Misericordia non sono iscritti e che non “scendono puntuali in piazza”, ma si limitano a guardare.

È anche per questi motivi che il contributo generosamente offerto dalla “Scampanata vera” a favore della Confraternita merita i più sentiti ringraziamenti e va ben oltre l’importo dell’offerta in sé, peraltro molto generosa.

Anche Voi, iscrivetevi alla nostra “Scampanata della Misericordia”. Nei momenti giusti radunatevi puntualmente in piazza e fate la vostra parte; ogni volta che i sei rintocchi del campano chiameranno a raccolta per fare la differenza fra la solidarietà e l’indifferenza, non fatevi sorprendere! Lasciate che il carretto rimanga sempre vuoto!

Molto rumore per nulla di ClètoÈ questa l’esclamazione che mi è venuta alla mente

quando mi sono reso conto che il rifacimento della piazza, giunto davanti alla macelleria dei Ganovelli, era digià finito. Da lì in poi si sarebbe provveduto alla sostituzione delle lastre più danneggiate e alla successiva scalpellatura generale (quando poi è iniziato il rumore vero).

Diciamo che questa è forse la soluzione meno invasiva su questo bene che è la piazza d'Anghiari.

Certo avranno influito questioni di bilancio o tecniche ma la “Piazza” di Anghiari è una cosa troppo importante

perché non se ne discuta e non si mettano anche in di-scussione le varie ipotesi di lavoro. A cose completate potremo aggiungere qualcos’altro di più preciso e di più motivato.

Molti i commenti degli “esperti” che stazionando per la piazza hanno espresso i propri contrastanti pareri.

Mi pare che a questo punto ci stia bene "Ai posteri l'ardua sentenza!"

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“Care suore, la Diocesi vi è grata!”Appunti dell’omelia del Vescovo mons. Gualtiero Bassetti alla festa delle suore del Cenacolo di Mon-tauto.

Chiesa di Tavernelle, 25 settembre 2005

Voglio innanzitutto ringraziare le suore del Cenacolo per quello che sono, per il loro carisma. L’evangelizzazione e la Catechesi – dicono infatti le loro costituzioni – spinti dall’amore di Cristo e profondamente sollecitate da un mondo che per lo più non lo conosce, collaboriamo con tutte le nostre forze all’annun-cio del vangelo perché possa diventare, in ogni uomo, forza zampillante.

Oggi l’annuncio, la catechesi, la formazione, i ritiri spirituali, sono il mezzo più efficace assieme alla testimonianza della vita, per portare Cristo, speranza del mondo, in una società in continuo cambiamento e trasformazione,.

Care suore: la Diocesi vi è davvero grata, e conta moto sulla vostra presenza e la vostra testimonianza esemplare.Oggi vogliamo anche ricordare la vostra madre fondatrice, santa Teresa Couderc. Essa può essere ben compresa da

quanto ha più volte affermato: “ricomincerei volentieri il cammino, ho trovato così bene il Signore…”E così le nostre suore continuano in mezzo a noi la missione della loro Madre fondatrice che consiste nel porre im-

pegno per trasformare il modo mediante il vangelo e l’approfondimento della fede.Concludo con un breve pensiero sulla liturgia di oggi: chiediamo a Dio per intercessione di santa Teresa Couderc la

grazia di lasciarci convertire, che tutti siamo peccatori e abbiamo bisogno di pentimento, per poter ricevere la gioia del perdono, altrimenti, come dice Gesù, i peccatori e i pubblicani ci passano avanti nel regno dei cieli.

+ Gualtiero Bassetti, Vescovo

La comunità parrocchiale in festa per Santa Teresa Couderc,fondatrice delle Suore di Nostra Signora del Cenacolo

Domenica 25 set-tembre alle ore 11.15 le campane suonano a festa e da tutte le case, stradine, colline… le persone arrivano nella Parrocchia di S. Maria Assunta a Tavernelle.

In mezzo a tutta la comunità parroc-chiale c’è anche il vescovo Gualtiero, che è venuto da

Arezzo per celebrare l’Eucaristia. Presenti anche don Marco, che concelebra, e il diacono Fabio.

Il coro al completo, con l’organista Cesare, esibisce con gioia, sicurezza e in unione i diversi canti e così aiuta e ar-ricchisce l’assemblea tutta che man mano si unisce nel canto di lode.

I chierichetti, in gran numero, e Oliviero con grande di-gnità fanno il loro servizio all’altare. La chiesa è ornata molto gioiosamente. I girasoli, colti sui campi qua e là e messi con stile da Laura, danno una luminosità tutta particolare.

Alessandro si fa voce della comunità parrocchiale, ringrazia per questa celebrazione che abbiamo vissuto insieme, perché da anni un’amicizia ci lega e perché per la prima volta la Madre Teresa è stata festeggiata nella nostra parrocchia.

Alla sera Vespri solenni nella chiesa di Montauto.Il giorno seguente, 26 settembre, la festa continua al Ce-

nacolo: 7.30 lodi della Solennità cantate e alle 18.30 Conce-lebrazione eucaristica presieduta dal nostro parroco.

Il collaudato coro di canto fa il bis e in allegria e gioia la festa degli Amici va verso la fine… ma continua sotto il chiostro!

Il 26 settembre, ogni anno, noi sorelle del Cenacolo festeg-giamo la nostra Fondatrice, quest’anno in modo tutto partico-lare… l’anno 2005 racchiude in sé due date significative:

1 febbraio 1805 nascita della Madre Teresa, 200 anni fa26 settembre 1885 Madre Teresa ritorna al Padre, 120 anni fa.

Da allora la Madre Teresa non cammina più fisicamente con noi su questa terra, ma chi si lascia guardare e interpellare dal suo viso rugoso e dagli occhi luminosi, trova sostegno e coraggio per intraprendere la strada della santità alla quale siamo chiamati tutti noi.

Ascoltiamo la testimonianza di una nostra amica, che ne ha fatto una profonda esperienza.

* * *Qualche tempo fa mi si è presentata l’occasione di partecipare ad un pellegrinaggio ai luoghi dov’è nata e vissuta Madre Teresa Couderc: ho accettato, ma con poco entusiasmo; l’entu-siasmo invece è arrivato quando ho constatato quanto grande fosse quella figura di “piccola” donna! Un’anima che vorresti potere imitare per la sua umiltà, obbedienza incondizionata e dedizione totale per il bene degli altri.Davanti all’urna, dove il suo corpo sembra semplicemente addormentato, me la sono sentita sorella maggiore e mamma che ha parlato al mio cuore assopito nell’indifferenza del mio vivere, ed ha risvegliato in me un grande desiderio di potermi spogliare del mio “Io” e rivestirmi soprattutto di umiltà e amore verso il prossimo e mettere al primo posto sempre e soprattutto Dio!Non posso dire che io ora sia molto migliore, ma il desiderio di poterla imitare è veramente grande.

MarisaA tutti di cuore va il nostro GRAZIE, perché in grande sempli-cità e amicizia abbiamo pregato, cantato e fatto festa insieme con in mezzo a noi la Madre Teresa, che abbiamo cominciato a conoscere come donna semplice, tremendamente concreta, assetata di Dio, consegnata per sempre al Suo AMORE. Le Suore del Cenacolo di Montauto

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Dalle nostre ParrocchieRinnovato il Presepe a Monterchi

Con dicembre si entra nell’Avvento. È già iniziato l’anno catechistico e i ragazzi sono stati invitati a par-tecipare regolarmente. I giovani della seconda media che si stanno preparando alla Cresima vengono accolti presso la Fraternità di Betania. A questi confratelli, che collaborano con me per la catechesi, ho assegnato appunto il gruppo della Cresima.

Durante l’Avvento celebriamo con solennità la festa dell’Immacolata presso la chiesa della Madonna Immacolata a Padonchia che da antica data si celebra molto solennemente l’8 dicembre in questa chiesa. S. Messe alle 9 e alle 11,30 e nel pomeriggio ci sarà una messa vespertina . Probabilmente verrà celebrato anche un battesimo.

Durante la celebrazione della Novena, da quando io sono parroco qui a Monterchi, celebriamo anche in modo particolare la devozione alla Madonna del-l’Attesa del Parto perché è la Madonna dell’Avvento, la Madonna dell’Attesa. La domenica che precede il Natale, il 18 dicembre, solennizziamo in modo par-ticolare questa ricorrenza perché la più grande figura dell’Avvento, assieme a Giovanni Battista ed Isaia, è la Madonna, soprattutto la Madonna che attende la venuta di Gesù.

Riguardo sempre al Natale il gruppo di lavoro sta già allestendo il presepio che verrà modificato in alcune scene. Sarà come sempre realizzato nella cripta della chiesa.

Alle Ville poi c’è l’iniziativa di allestire un Presepe vivente. È questa la prima volta che si organizza questa manifestazione e ci auguriamo che abbia successo.

Il giorno 24, alle ore 23, ci sarà la S. Messa antici-pata presso la Fraternità di Betania al monastero. A mezzanotte nella chiesa arcipretale verrà benedetto il presepio e ci sarà quindi la S. Messa solenne.

Il giorno di Natale, il 25, alle ore 9 e mezzo, S. Messa dell’Aurora nel monastero della Fraternità di Betania e alle ore 11,15 S. Messa solenne a San Simeone.

L’ultimo dell’anno alle ore 16 S. Messa con il canto del Te Deum come ringraziamento dell’anno trascorso.

Nell’anno nuovo, il primo giorno, è la festa della Madonna Madre di Dio e giornata della pace. Le Sante Messe seguono l’orario festivo sia a Monterchi che a Padonchia che a Pocaia.

Per l’Epifania, il giorno 6 gennaio, alla Messa delle 11,15 e a quella vespertina alle ore 17, benedizione dei ragazzi.

Il 17 gennaio festa di Sant’Antonio abate con benedizione degli animali. Si fa alle 15 nel pomeriggio nella piazza del mercato e poi nella chiesa della Fraternità di Betania si celebra la S. Messa in onore del santo.

Al lavoro per il Presepe di S. StefanoÈ appena novembre ma i volenterosi festarini, assieme ad altri

validissimi collaboratori stanno già mettendo in cantiere il Presepe nella chiesa di Santo Stefano.

Il progetto non si conosce ma possiamo stare certi che pure que-st’anno a Natale, potremo ammirare una significativa opera d’arte.

Nel passato non siamo mai stati delusi e crediamo pure che anche questa volta il risultato sarà ottimo.

Siccome il lavoro per costruire tale presepe viene svolto come sappiamo nelle ore notturne, se ci sono delle persone che possono e vogliono aiutare a realizzare l’opera si facciano pure avanti, sarete ben graditi.

Grazie a tutti e ci incontreremo a Natale.

Al cimitero in gruppo

Il 2 novembre alle 6,30, da S. Stefano, un bel gruppo di persone, assieme al parroco don Marco, recitando il Rosario, si sono incam-minate con i lumi accesi verso il cimitero. Qui, nella cappella, è stata celebrata una S. Messa in suffragio di tutti i defunti.

Dalla parrocchia di Micciano

Giovedì 15 dicembre avrà inizio la Novena di Natale alle ore 18.30 e proseguirà fino al 23 dicembre con lo stesso orario.Natale: S. Messa ore 24 della vigilia e ore 11 del giorno 25.Lunedì 26 dicembre, nella Chiesa di Micciano, Esposizione del SS. Sacramento, dalle ore 15 alle ore 19. Nei giorni che precedono il Natale verrà messo un foglio in fondo alla Chiesa con l’orario per permettere, a chi vuole, di segnare la propria disponibilità, in modo da garantire la presenza di qualcuno in tutte le ore del pomeriggio.Sabato 31 dicembre: S. Messa con Te Deum di ringraziamento alle ore 18,30.Venerdì 6 gennaio – Epifania: S. Messa alle ore 11. Nel pomeriggio alle ore 16 ci sarà in Chiesa una recita dei bambini, seguirà la tradi-zionale distribuzione delle calze della Befana.La Festa di S. Antonio verrà celebrata domenica 22 gennaio. S. Messa ore 11. Seguiranno il tradizionale pranzo e momenti ricreativi nel pomeriggio. I festarini, fin da ora, invitano tutti a partecipare.

Primo venerdì: 2 Dicembre e 13 Gennaio.

Comunicazioni alle famiglie della parrocchia:Il secondo sabato di ogni mese, dalle ore 9 alle ore 11, pulizia della

Chiesa. Con un po’ di disponibilità da parte di tutti, potremmo fare dei turni e avere la nostra Chiesa sempre decorosa.

Nell’assemblea, aperta a tutti i parrocchiani, che si è tenuta in canonica nel mese di ottobre sono stati formati i due consigli che affiancano il parroco nell’organizzazione e gestione della vita della parrocchia: il Consiglio per gli affari economici e il Consiglio per le attività pastorali. Nella bacheca verranno comunicati i nominativi che ne fanno parte.

Sarebbe cosa gradita se alcune famiglie prendessero l’iniziativa di impe-gnarsi, almeno una volta nell’anno, a procurare e sistemare i fiori in Chiesa. Chi ha intenzione di accogliere la proposta può comunicarlo direttamente al parroco o a qualcuno dei componenti dei due consigli parrocchiali.

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Incontro con Federigo NomiNel pomeriggio del 12 novembre scorso l’Assesso-

rato alla Cultura del Comune di Monterchi ha realizzato una tavola rotonda dal titolo: Incontro con Federigo Nomi.

Si sono fatte apprezzare per la competenza le relazioni del prof. Vittorio Dini e del prof. Piero Ricci dell’Uni-versità di Siena, di Daniele Piccini critico letterario e del prof. Franco Polcri archivista della Curia vescovile di Sansepolcro.

La Compagnia d’Ercole ha letto alcuni brani del cele-bre scrittore e poeta tratti dal Catorcio di Anghiari. Fabio Fruscini ha eseguito alla chitarra musiche del 600.

Il parroco di Monterchi, ultimo successore di don Federigo Nomi nella Pieve arcipretura di Monterchi che ha servito per 22 anni dal 1682 al 1705, ha breve-mente presentato la figura sacerdotale e spirituale del suo illustre predecessore che svolse qui il suo ministero pastorale in un contesto religioso e sociale tutto diverso come quello post-tridentino, molto diverso dalla realtà odierna secolarizzata.

In un prossimo numero dell’Oratorio verranno inserite dettagliate notizie su questo importante argomento.

Domenica 4 dicembre, nella Arcipretura di San Simeone, alle ore 11, verrà celebrata una S. Messa in occasione del terzo centenario della morte di Federigo Nomi. In questa occasione verrà esposto per la prima volta un ritratto dell’antico pievano, copia di quello esistente nel Museo Taglieschi di Anghiari. Alla cerimonia saranno presenti le rap-presentanze delle varie Comunità e delle autorità religiose, civili e militari.

La nebbia è fioritadi Emmedipì

Non si tratta della ormai scomparsa pianta che fioriva nei Monti Rognosi all’inizio dell’estate. Si tratta proprio della nebbia che nel mese di ottobre ha imperversato nella nostra vallata.

Un arbusto mezzo secco del mio giardino, grazie alla nebbia (ma non va dimenticato comunque l’apporto di alcuni ragni che hanno costruito le loro tele seriche proprio fra i rami), è così fiorito.

Il paracarro abbattutodi Anghiarino Anghiarese

Tempo fa, quando rifecero i lavori dei marciapiedi della Croce, sostituirono il bel paracarro esistente all’angolo delle Logge della Banca (le Logge di Borgo) con uno nuovo, molto più piccolo: un paracarretto.

I primi di ottobre ho visto che anche quel paracarretto era stato ugualmente abbattuto da qualche automezzo desideroso di accorciare la strada per andare in piazza.

Ce l’abbiamo quasi fattadi Clèto

L’argomento riguarda i vasi che per qualche tempo hanno ornato il primo tratto del Borgo della Croce.

Sulla loro collocazione ci sono stati, a suo tempo, favorevoli e contrari. Non ricordo se ero scettico ma di fronte alla domanda su cosa avremmo dovuto mettere per far sì che le macchine non parcheggiassero sul mar-ciapiede non saprei che rispondere.

Comunque sia, piano piano, giorno dopo giorno, i vasi sono rimasti solo due e penso che entro la fine del 2005 noi automobilisti saremo riusciti ad eliminarli del tutto.

A questo evento hanno dato il loro decisivo contribuito anche automobilisti venuti da fuori.

Chiaramente ho scherzato. Mi sembra infatti che gli automobilisti non abbiano fatto una gran bella figura.

Salute!

Il pane di San MartinoComplice il tempo, pieno successo alla festa di San Mar-

tino del 2005. Dopo i bringoli, prelibato piatto confezionato dalle donne anghiaresi, altre iniziative hanno animato le due giornate novembrine.

Nel Borgo della Croce, legato a San Martino perché pro-prio in questo luogo vi apparve nel 1309, quest’anno è stata ripresa l’antica tradizione di distribuire il pane appositamente preparato. Il forno del Borgo e il forno Bindi di Anghiari hanno aderito all’iniziativa ed hanno offerto il pane necessario per la distribuzione gratuita nei due giorni di festa.

Un ringraziamento doveroso ai bottegai ed esercenti del Borgo della Croce e alle famiglie che con gli oggetti regalati hanno contribuito a realizzare la pesca di beneficenza. Un ringraziamento poi a tutti gli anghiaresi che non hanno fatto mancare la loro presenza. Sono stati così raccolti 537 euro che saranno utilizzati per iniziare il restauro di una delle tele della chiesa della Maddalena. A questa somma vanno aggiunte le offerte raccolte dagli stornellatori di San Martino nel loro girovagare canoro.

Nelle sale dell’Informagiovani poi era stata allestita la Mostra sui funghi. Nella sale erano anche esposti i disegni sull'autunno e sul bosco dei bambini delle scuole materne di Anghiari, Campalla, San Leo e San Lorenzo.

Che aggiungere? Il prossimo anno ci riproveremo!

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I cocci d’AnghièriCari Anghiaresi,il successo di pubblico (oltre quat-tromila visitatori) ha determinato la necessità di prorogare la durata della mostra “I cocci d’Anghiari” fino all’8 gennaio 2006.

Le ceramiche anghiaresi hanno avuto la possibilità di esibire la loro funzionale bellezza delle forme con alcune tipologie di stoviglie che ca-ratterizzano le principali produzioni dei nostri vasai tra XIX e XX secolo anche nell’esposizione “La Toscana ceramica”, tenutasi a Montelupo Fiorentino dal 18 giugno al 17 luglio 2005 e promossa dall’Associazione Terre di Toscana, grazie alla col-laborazione fra il dott. Valentino Minocchi curatore della mostra, e il prof. Fausto Berti, direttore del Mu-seo Archeologico e della Ceramica di Montelupo.

Lo stesso Valentino Minocchi ha pubblicato nella rivista del settore ce-ramico “CeramicaAntica” l’articolo “Alla riscoperta di una produzione poco conosciuta”, facendoci cono-scere a livello nazionale. E non è finito qui.

Il 24-25 settembre, in Toscana, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio Culturale, Anghiari ha rappresentato il territorio della Provincia di Arezzo con la mostra “I cocci d’Anghiari”.

Inoltre la collaborazione tra il no-stro Comune e l’Associazione Terre di Toscana consentirà alle ceramiche anghiaresi di partecipare all’Esposi-zione Promozionale della Ceramica Toscana, che si terrà a Baltimora (USA) nel mese di dicembre 2005.

Grazie

Anghiari, 7 ottobre 2005

Se è stato possibile realizzare questo importante evento espo-sitivo lo dobbiamo alla vostra singolare disponibilità, alla vostra corale partecipazione, al vostro attaccamento alla storia locale, ai vostri slanci di generosità che avete dimostrato con le recenti donazioni di documenti e di manufatti al Mu-seo della Battaglia di Anghiari.

Ricordo di AldoIl giorno 30 settembre 2005 il

nostro poeta Aldo Tognetti ci ha lasciato. Che dire di Aldo? Era amato e stimato da tutti.

In questi ultimi anni si era dedicato alla poesia collaborando con la rivista “Er tramm” in ver-nacolo pisano.

Mandava anche delle poesie all’Oratorio di Anghiari non dimenticando le sue origini anghiaresi.

Pensava che nel settembre scorso sarebbe venuto ad Anghia-ri. Avevamo fatto tanti progetti ma, non ce l’ha fatta.

La tua cara moglie Delia e la tua nipote sono sempre vicino a te.

Noi tutti parenti ti porteremo sempre nel nostro cuore,ciao caro Aldo

Superati i 10.600 euro!

Siamo a un passo dal compimento della raccolta, prevista in 11.000 euro. Una no-tevole somma, 500 euro, è stata devoluta dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”, che ringraziamo pubblicamente per il loro costante sostegno a meritorie iniziative anghiaresi.Un altro importante contributo è giunto dalla famiglia Del Pia in ricordo di Cesare Fabbriciani, la cui immatura, tragica scomparsa colpì profondamente il nostro paese. La comunità anghiarese si strinse intorno alla famiglia del giovane marito e padre che era benvoluto da tutti per il suo carattere generoso e solare. Non ci hanno fatto mancare il loro consueto sostegno Novella Ceppodomo e Carla Leonardi. Anna Polverini ha offerto in memoria dei suoi defunti. Tanti anche gli anonimi che hanno lasciato le loro offerte alla Badia.Nel frattempo, a cura del Laboratorio di Restauro “Antica Maniera” di Marco San-ti, sono iniziati i lavori di ripristino della cantoria danneggiata dall’incendio del 28 aprile scorso. Subito dopo sarà la volta della cassa che racchiude l’organo. In dicembre, salvo imprevisti, torneremo a Badia al Pino per vedere e documentare lo stadio d’avanzamento del restauro dello strumento.Ancora grazie a tutti e ricordiamo che LE VECCHIE LIRE SERVONO AN-CORA!Anghiari, 31 ottobre 2005

Il Comitato per il restauro: Elida Bianchi, Fabiano Giabbanelli, Monia Leonardi.

Al Bardi Aldo Tognetti

-O babbo, ha detto mamma che ti vòle!=Il tempo di finir questa partita!-È urgente, perché mamma è impensierita,col viso che più triste non si pòle!

=O còsa vorrà mai, Santa Madonna!Scommetto che si tratta del padroneche vuole aumentarci la pigione!-Magari fosse!... Babbo, è morta nonna!

=Gliélo dicevo sempre: Nunziatina,i pónci, alla sua età, le fanno male,se va di questo passo, si rovina!

Se invece m’ascoltava, sempre, c’èra.Ora devo fissarle il funerale,... e si ricena tardi anche stasera!

Nella foto qui sopra il campanile della Badia che con il suono della sua campana accompa-gna tante cerimonie della Comunità di Anghiari. Nel prossimo anno annuncerà il termine del restauro dell'organo.

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Fuochi sotto le antiche muraa cura della Banca di Anghiari e Stia - Credito Cooperativo

Fuochi e spettacoli teatrali ad Anghiari per festeggiare la Banca

Nell’ambito delle celebrazioni per il cen-tesimo anniversario della fondazione della Banca di Anghiari e Stia, si è tenuto venerdì 7 ottobre lo spettacolo pirotecnico della compagnia teatrale ATMO, intitolato “Storie tra raggi di luce”.

Lo spettacolo avrebbe dovuto costituire l’evento finale della Festa delle Associazioni, inizialmente prevista per il 28 agosto e rimandata per ben due volte a causa del maltempo che ha im-perversato nell’ultimo scorcio dell’estate 2005.

Nella suggestiva cornice della storica cinta muraria di Anghiari, negli ampi parcheggi di fronte alla sede della Confraternita di Mi-sericordia, gli ATMO hanno saputo mettere in scena uno spettacolo originale e coinvolgente, combinando sapientemente la magia dei fuochi d’artificio con straordinari effetti di luci, colori e suoni, e reinterpretando liberamente una tipica storia d’ambientazione medievale.

Nella rappresentazione un re è ormai giunto alla fine dei suoi giorni e non ha un figlio cui lasciare l’eredità del trono. Decide quindi di indire un torneo tra i cavalieri del reame per la successione, ma il torneo viene interrotto da un perfido mago con mire di potere sul reame. Usando terribili magie questi semina il panico tra la gente e mostri spaventosi invadono la città… Quando ormai il mago ha pieni poteri, un uomo del popolo senza titoli nobiliari, armato solo di grande coraggio, decide di affrontare le forze oscure messe in campo dal mago. Alla fine, con l’aiuto della Grande Madre (la Natura) che contrapporrà la forza immensa dei suoi elementi al male, il cavaliere riuscirà a sconfiggere il malvagio stregone. Trionfo finale di luci, colori e giochi pirotecnici.

Entusiasmo e divertimento per tutti, soprattutto per i più piccoli, ovviamente attratti dalla fantasmagoria degli effetti speciali.

Con questo spettacolo, offerto gratuitamente della Banca a tutti i cittadini, la compagnia teatrale degli ATMO, che vanta prestigiose produzioni tra cui quella realizzata a Bari in occasione della fiera del Levante, ha inteso approfondire l’esperienza del teatro da strada arricchendola con effetti spettacolari e combinandola con una storia che trae ispirazione da tradizioni, simbologie e leggende medioevali.

Presentato in Teatro il libro sulla storia della BancaSabato 19 novembre presso il Teatro dei Ricomposti è stato presentato ufficialmente il

volume intitolato “Un paese e la sua Banca. Storia della Cassa Rurale di Anghiari”, scritto dal Professor Daniele Finzi sulla storia della Banca dalle origini ai giorni nostri.

Si tratta di un’indagine storica e documentata sulla nascita e sullo sviluppo della ex Cassa Rurale, oggi Banca di Credito Cooperativo, alla ricerca dei fattori e delle condizioni che ne hanno permesso il radicamento e la crescita nel paese e nel territorio.

Per l’occasione erano presenti illustri autorità del mondo bancario e politico, anche a livello nazionale, che hanno sottolineato il ruolo fondamentale svolto dal Credito Cooperativo nell’attuale panorama bancario nazionale. Le BCC – come hanno sottolineato i relatori presenti al convegno - si contraddistinguono per essere rimaste banche autenticamente locali, saldamente ancorate a valori quali il rispetto della persona, la cooperazione, il mutualismo.

Il volume viene distribuito gratuitamente a tutti i soci della Banca. Si tratta di un prezioso strumento per approfondire la conoscenza della storia del paese, di cui la Banca è uno dei protago-nisti. Inoltre molti cittadini riconosceranno sé stessi o i propri cari negli eventi narrati ed avranno così modo di rendersi conto di come Anghiari e la sua Banca siano accomunate da un patrimonio prezioso di storie, esperienze e ricordi da salvaguardare e far conoscere.

Proseguonole celebrazionidel Centenario

Il nutrito program-ma della celebrazioni si concluderà venerdì 16 dicembre con la presentazione del do-cumentario “I Cento Anni della Banca. Un secolo di storia anghiarese”, che ri-percorre alcune fasi della storia locale, attraverso il racconto e le testimonianze di-rette dei protagonisti della vita del paese e della Banca.

Il documentario sarà pubblicato sotto forma di DVD, il che permetterà di inserire una serie di “contenuti speciali” per appro-fondire alcuni dei temi trattati.

Sempre in occasio-ne della presentazione del documentario, si terrà la premiazio-ne dei vincitori del concorso di scrittura “Semina, raccogli, racconta”, realiz-zato dalla Banca in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, per racco-gliere e valorizzare le memorie legate alle tematiche del lavoro e del risparmio, con par-ticolare riferimento alla storia di Anghiari dell’immediato dopo-guerra.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il gruppo liturgicoNei prossimi mesi prenderà finalmente avvio nella Par-

rocchia di Tavernelle il “Gruppo Liturgico”. Si tratta di un gruppo di persone che hanno a cuore la dignità e il decoro degli spazi dove si svolge la liturgia, e che si sentono di dare la propria disponibilità per servire la propria Parrocchia in questo modo.

Le indicazioni pastorali consigliavano che al termine del-l’anno eucaristico sorgessero, nelle Parrocchie dove ancora non esisteva, il Gruppo Liturgico.

Queste persone, che saranno scelte dal Parroco, si forme-ranno continuamente e avranno un loro cammino di incontri e di preparazione. In particolare il Gruppo Liturgico, oltre che curare con particolare attenzione gli spazi e gli arredi, lavorerà in alcuni aspetti che riguardano più da vicino le nostre Cele-brazioni: le Letture, il canto, la partecipazione dell’Assemblea e il servizio della Messa.

Il cammino è lungo, ma intanto Tavernelle parte con questo Gruppo che andrà ad affiancarsi agli altri già esistenti in Parrocchia.

Buon lavoro!

È ripreso il catechismo!Lo scorso 17 ottobre una folla di ragazzi affollava la

chiesa di Tavernelle: è iniziato il catechismo. La domenica precedente il Sacerdote ha affidato loro il “mandato” invo-cando su di loro l’assistenza dello Spirito e affidandoli alla preghiera della Comunità.

Poi l’incontro con i ragazzi, pieno di stupore e sempre nuovo. Sensazioni che solo i bambini sanno dare. Un mo-mento di festa-preghiera in chiesa con suor Astrid e poi nelle vari stanze per cominciare il cammino con il proprio catechista.

Quest’anno diamo il benvenuto a 3 nuovi giovani della prima elementare che iniziano a seguire più da vicino la stupenda avventura della fede cristiana:

Noemi CagnacciGabriele MarchesiSofia Mondani

A loro e alle loro famiglie tutta la Comunità di Tavernel-

In ricordo di Ernesto PiomboniLo scorso 15 settembre la Comunità Parrocchiale di Tavernelle e la Compagnia del S. Cuore di Maria SS. di Galbino hanno pianto la perdita del caro amico, collaboratore e confratello Ernesto Piomboni.Alla S. Messa esequiale ha partecipato tutta la Parrocchia, animando la Celebrazione. I Confratelli con la propria Cappa, presenti alla Messa, hanno poi accompagnato Ernesto alla sua ultima dimora terrena.Al termine della Messa è stato letto questo ricordo che vi proponiamo per ricordare Ernesto Piomboni:

Tutta la Comunità Parrocchiale di Tavernelle si sente vici-na alla famiglia di Ernesto, e assieme ad essa ne piange la perdita, fiduciosa della sua dipartita verso il Paradiso.La Comunità è grata a Dio per averci dato Ernesto, che nella sua vita ha testimoniato con fede un servizio silen-zioso alla Parrocchia, e in particolare per molti anni alla Chiesa di S. Andrea apostolo.Assieme a questo, si unisce il ricordo della Compagnia del Sacro Cuore di Maria di Galbino: se ancora oggi la Com-pagnia ancora esiste, molto è grazie a lui.Affidiamo la sua anima all’intercessione della Madonna, perché sia stella luminosa nel suo ultimo pellegrinaggio: quello verso la vita che non finisce mai.

Il nostro nuovo sacrestanoNella foto, accanto al nostro Vescovo monsignor Gual-

tiero Bassetti, c'è Oliviero, il nuovo sacrestano della Chiesa di Tavernelle.

Oliviero è originario della zona di Pratieghi. Ha fatto per alcuni anni il portiere nel Seminario di Sansepolcro e poi si è trasferito a Pisa dove ha svolto il servizio di custode della chiesa del Convento dei Servi di Maria.

Ora è tornato ad abitare con la sorella Doretta a Tavernelle e ha accettato volentieri di collaborare con la nostra Parroc-chia. La foto è stata scattata nella sacrestia di Tavernelle, nel pieno svolgimento della sua attività, lo scorso 25 settembre.

I Santi bagnatiIl tempo è stato veramente inclemente in occasione

della festività dei Santi, il 1° novembre scorso.Dopo la Messa delle 15,30 nella chiesa di Galbino,

con l'incoraggiamento insistente di don Marco, la pro-cessione al cimitero è stata fatta lo stesso nonostante le condizioni climatiche avverse.

In compenso la festa della Madonna del Rosario, sem-pre a Galbino, si è svolta regolarmente e con la merenda di chiusura nel prato antistante la chiesa.

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La vignetta di Scacciapensieri:

Siamo troppo polli?

Insetti volantidi Emmedipì

Nel pomeriggio di martedì 13 settembre la Marilena e l’Alessandra mi hanno chiamato, alquanto allarmate, per farmi osservare che il Borgo della Croce era invaso da uno sciame di insetti volanti.

La strada era totalmente invasa da questi insetti sia verso la piazza che verso la chiesa della Croce.

Guardando poi in alto, con il sole che stava calando verso l'orizzonte, si poteva vedere che gli insetti in questione formavano come dei vortici che si spostavano velocemente.

Il fenomeno è per me nuovo e non so se altri lo hanno potuto osservare in quell'occasione e in caso di risposta affermativa mi piacerebbe avere ulteriori notizie.

Dopo una diecina di minuti i misteriosi insetti si sono pian piano diradati fino a scomparire del tutto.

Compagnia del S. Cuoredi Galbino

Dopo le festività dei Santi e dei morti, la Compagnia invita gli iscritti Confratelli alla festa di S. Andrea Apostolo, titolare della chiesa di Galbino. In particolare invita a partecipare alla S. Messa che si terrà alle ore 18.30 del 30 novembre, giorno della festa.

Durante la Celebrazione due Confratelli faranno il proprio ingresso nel gruppo dei “Confratelli con la Cap-pa”, e verrà loro consegnato in tale occasione il proprio abito completo di mantellina e buffa.

Nei prossimi mesi sarà presentato il nuovo Statuto

e il Regolamento della Compagnia, che in questi giorni è in fase di preparazione. Esso sostituirà ufficialmente il vecchio statuto datato 1875, integrando nuovi accorgimenti attuali, e togliendo gli aspetti ormai desueti, cercando di mantenere il più possibile la struttura dell’originale.

Come accennato nello scorso numero, la Compagnia si sta impegnando nel fabbricare un nuovo stendardo. Questa insegna, che sarà usata nelle Processioni e nei Funerali dei Confratelli, ha un costo un po’ elevato, ma con la generosità di tutti gli iscritti ce la potremo fare.

Intanto Marco Santi sta restaurando la “mazza processionale” di Galbino. I più grandi si ricordano della mazza che usava il noto Aurelio per le Processioni. Purtroppo negli anni scorsi fu inconsapevolmente imbiancata, nascondendo i suoi preziosi disegni che per fortuna stiamo portando alla luce.S a l u t i a t u t t i e b u o n e f e s t e d i N a t a l e a t u t t e l e f a m i g l i e d e g l i i s c r i t t i .

Il Camerlengo

Ma quando sono partite?Anche quest'anno non sono riuscito, verso il set-

tembre, a vedere la partenza delle rondini. So solo di averle viste ancora il 12 di settembre. Ho chiesto in giro e le risposte sono state varie ed evasive.

Comunque sia vorrei ricordare al lettore che le rondini andrebbero favorite il più possibile ad esempio non sciupando i loro nidi anche se la loro presenza può creare un po’ fastidio o magari sporcare un po’ in terra.

Sappiate che le rondini che vediamo sfrecciare in cielo sembrano tutte uguali e invece sono di tre tipi.

E allora il buon saggio dice: Rispetattele!

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Palazzo TutiUna lapide in marmo color cenere, non molto vistosa, ricorda che in quel palazzo fu ospite

nel 1885 Alfredo Baccarini, nome che sinceramente a me e alla maggior parte degli anghiaresi, diceva poco.

Non molto tempo fa mi è capitato di leggere una vecchia rivista stampata a Gubbio nel 1992 con una pagina intera dedicata a questo personaggio al quale dice si deve la realizzazione della Fer-rovia Arezzo-Fossato di Vico.

Il Baccarini, quale ministro dei Lavori Pubblici, il 1° giugno 1881, per la realizzazione dell’opera concesse un contributo pari a sei decimi del costo.

L’allora sindaco di Gubbio, A. Fab-bri, il 20 ottobre 1881, fece concedere la cittadinanza al Baccarini per ragioni di gratitudine.

Sempre la città di Gubbio, il 6 ottobre 1890 a soli 3 giorni dalla morte del Bac-carini, gli dedicò la strada che da Porta Marmorea conduceva alla nuova stazio-ne ferroviaria e nel Palazzo Comunale fu collocata una lapide con espressioni dello stesso Baccarini.

Ne parlai con Mario Del Pia che mi disse che l’argomento era già stato trattato sull’Oratorio nel n. 5 dell’anno 2000, dove effettivamente trovai per intero il contenuto della lapide voluta dal sig. Francesco Testerini che con altri Democratici anghiaresi con lettera del 12 novembre 1890 all’allora Sindaco ringraziavano per il concorso dato nella spesa ed invitavano lo stesso e la Giunta

municipale all’inaugurazione della stes-sa lapide per il giorno 16 novembre.

Tutto qui e non mi sembra molto chiarificatrice senza l’ausilio della rivista eugubina.

Da altre fonti sappiamo che la fer-rovia nel 1885 era già funzionante fino ad Anghiari e presumo che il ministro Alfredo Baccarini si trovasse qui proprio per l’inaugurazione di questo tratto, sicu-ramente il più difficile di tutta l’opera a causa delle numerose gallerie.

Mi viene da notare su quanto riporta-to, l’esultanza di una città quale Gubbio e l’indifferenza del nostro Comune per un avvenimento così importante.

* * *Sempre a proposito di Palazzo Tuti

pochi ricordano, e le ultime generazioni non sanno, che attorno agli anni 30 del secolo scorso fu sede di un decoroso ed elegante albergo. L’Albergo Diana, con ingresso dov’è l’attuale studio fotografi-co F10. Gestito dal Sig. Tuzio Tuti e con molta grazia e signorilità dalla compianta signora Amelia.

Purtroppo non poteva dare certezza alla numerosa prole dei titolari, tanto che ognuno di essi scelse strade diverse:

Delle due figlie, una di nome Italia si sposò e si trasferì in Argentina, l’altra Giuseppina si maritò ad un impiegato Buitoni di Sansepolcro. Dei figli, Iridio, amico dei fratelli Foni, come loro si arruolò in Aviazione.

France-sco scelse per arruolar-si la Marina. Lorenzo il più giovane si arruolò nella Polizia di Stato.

R i m a -se a casa il penultimo Ario che si sistemò al Monte dei Paschi di Siena che aprì un’Agenzia in Piazza Baldaccio.

Attorno agli anni 40 il Signor Tuzio, già ufficiale nell’esercito, fu richiamato con il grado di Capitano e dovette lasciare l’albergo.

L’insegna sopra il portone d’ingres-so rimase a lungo. La signora Amelia resisté ancora, ma tutto doveva finire, quasi in sordina tanto che nessuno se ne accorse.

Athos Camaiti

La Madonna di LoretoSabato 10 dicembre, di nuovo, le donne di Anghiari vecchio saranno in prima

linea per addobbare ed arricchire le stradine del nostro centro storico con i Quadri viventi.

Il loro sarà un omaggio per la Madonna di Loreto che viene venerata nella chiesa di Badia e sono stati genitori e nonni che hanno tramandato questa tra-dizione. Molti i nomi che vengono alla memoria. Persone care che ormai non ci sono più ma che con il loro esempio non verranno dimenticate.

L’impegno, la voglia di fare degli abitanti, pur se rimasti in pochi, sarà pal-pabile nell’atmosfera festosa che precede e segue le celebrazioni liturgiche e la processione del pomeriggio della festa.

L’invito per tutti è quello di essere presenti ma anche, perché no, dare un aiuto concreto alle iniziative che vengono messe in cantiere dagli alacri abitanti del centro antico di Anghiari.

A destra la bella raffigurazione della Madonna di Loreto realizzata da Loris Babbini.

Il Palazzo Tuti, vicino alle Logge. Nella sua facciata la lapide di cui si parla nell'articolo è evidenziata in bianco.

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Il mare d'Anghiari: Le StretteÈ l’Italia che riprende faticosamente a vivere dopo la tempesta della guerra. Siamo nell’estate 1946 e un folto gruppo dei

dipendenti della tessitura Busatti ha deciso di fare una scampagnata con bagno alle Strette.Era un po’ la spiaggia di Anghiari più amena e meno pericolosa del Tevere.A quei tempi si approfittava delle Strette non solo per svagarsi ma anche per prendersi un bagno anche nel senso igienico

del termine. Nelle nostre case del centro storico i bagni erano rari e l’approvvigionamento dell’acqua alle fontane pubbliche faticoso e parco in quanto si poteva prelevare solo con mezzine o piccoli secchi . In questa vecchia foto non sono molti i sopravissuti, mentre dalla medesima e dai racconti di Ennio, di Mario e dell’Osvalda si comprende bene come fosse bello e possibile divertirsi stando insieme e spartendo pane e vino.

Sono raffigurati: In alto da sinistra: Ennio Meozzi, Crespi Ernesto, Martini Osvalda, Mario Moretti, Pernici Mirella, Carlo Conti, Angioloni Beppa, Conti Rosa, Cerquatti Maria e Matassi Foscolo.Davanti: Guadagni Adolfo, Franceschi Teresina (Cecina), Conti Maura, Crespi Idelma e la figlia.

Foto recuperata da Mario Moretti

Tettidi Emmedipì

Dopo il rifacimento del tetto dello storico Palazzo Fontana situato nel Borgo della Croce, due altri edifici anghiaresi hanno in questi mesi il tetto in rifacimento.

Si tratta di quello delle Scuole elementari il cui edificio è stato ricostruito per adeguarlo alle norme antisismiche e dello storico Ammazzatoio. Quest’ultimo edifico, il macello, situato sotto la Fonte porta nella facciata la data del 1850 e una rottura di un trave ha reso necessario l’intervento. Alcune ipotesi, mai realizzate, prevedevano di utilizzare questo contenitore quale mostra espositiva permanente per gli artigiani locali.

Sarà questa un’occasione propizia per far sì che un qualche progetto ci faccia di nuovo utilizzare anche questo edificio. Certo l’impegno economico sarà notevole ma ogni iniziativa sarà valida per togliere dall’ab-bandono questo nostro bene pubblico.

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Paroledi Franca Ciucoli

Paroleamate,odiate,spensierate.Parolesussurrate,urlate,dimenticate.Parolesoffocate,pensate,mai dette.Parole,suoni vissuti,che riecheggianonei nostri pensieri.

L’olmo di San Giro-lamoPassando mi sono reso conto che due belle piante di olmo sono cresciute attorno a quella che fu la chiesa di San Girolamo.Io ricordo quando un grandissimo olmo, collocato dietro la casa, con la sua vasta chioma faceva ombra alla concimaia della casa colonica che a quel tempo era San Girolamo. Ricordo poi quando con le foglie di questa pianta si strofinavano le mani per lavarle soprattutto dopo aver colto il tabacco o durante la battitura prima di iniziare il desinare, il fatidico pranzo con l’ocia. Strofi-nando le foglie sembrava di usare il sapone e comunque avevano un effetto sgrassante.Negli anni successivi quasi tutti gli olmi si sono seccati per non so quale malattia ed ora, con mio grande pia-cere stanno ricrescendo nel nostro territorio.

La conclusione dell’Anno EucaristicoGiovedì 27 ottobre, al termine del

cammino spirituale di un intero anno all’insegna dell’approfondimento del mistero Eucaristico, le Comunità del Vicariato di Anghiari e Monterchi hanno celebrato la sua degna conclusione con una solenne Eucaristia.

Una Celebrazione veramente solen-ne: presieduta dal vicario foraneo don Romano Manfredi e concelebrata dagli altri Sacerdoti del vicariato, animata con il canto di giovani e adulti riuniti per l’occasione e con un numeroso servizio liturgico. Alla Messa erano presenti le autorità istituzionali di Anghiari e le varie Associazioni. Degna di nota è la presenza delle Confraternite e delle Compagnie in maniera numerosa. In particolare la Compagnia del SS. Sacramento di Mon-terchi, assieme alle Compagnie, sempre del SS. Sacramento, di Casenovole e di Micciano. A loro si erano aggiunte le Misericordie di Anghiari e Monterchi, la Compagnia del S. Cuore di Galbino e Tubbiano e le Compagnie del Gesù morto e di S. Antonio di Anghiari.

Alle 18 in punto la solenne proces-sione introitale faceva il suo ingresso dalla porta principale della Prepositura, mentre suor Astrid di Montauto animava

l’Assemblea coinvolgendola nel canto, e Cesare Ganganelli prestava egregio servizio come organista.

Le toccanti parole dell’omelia di don Romano hanno risuonato, specialmente nella sua parte conclusiva, come un monito per la folla di fedeli che gremi-vano la Propositura: “Bisogna ripartire tutti dall’Eucaristia!”. E la sera stessa, durante l’adorazione eucaristica, si è potuto riscontrare davvero un concorso di popolo, presente fino alla mezzanotte.

Nel silenzio della serata orante, è stata presente la Comunità dei religiosi di Betania, di Monterchi, che hanno animato un’ora di adorazione, mentre a seguire, la Corale di Anghiari ha pre-stato un encomiabile servizio eseguendo alcuni brani sacri dedicati all’Eucaristia, su cui ha spiccato il celebre “Ave verum Corpus” di Mozart, che ha fatto vivere momenti di commozione e di riflessione profonda.

La serata si è conclusa con la bene-dizione eucaristica da parte del nostro Parroco don Marco, mentre nel corso della serata alcuni Sacerdoti sono stati disponibile per le Confessioni.

Questa Celebrazione si è posta come conclusione di un intero anno dedicato all’Eucaristia. Prima il manifesto, poi

le sta-z i o n i q u a -r e s i -m a l i c o n a c -cento euca-r i s t i -co, e infine la riscoperta della preghiera silenziosa di fronte a Gesù Eucaristia.

Molti hanno già espresso il desiderio di riproporre almeno una volta all’anno un appuntamento del genere, che i più anziani hanno ricordato come simile alle tradizionale “quarant’ore”.

I nostri Parroci ricordano infine che le nostre chiese sono sempre aperte nel pomeriggio, ed invitano a riscopre il fascino della adorazione personale e silenziosa in qualunque ora della giornata, per non scordarsi di questo “stupore di fronte all’Eucaristia” di cui ha parlato più volte Giovanni Paolo II, che aveva indetto, prima di morire, l’Anno dell’Eucaristia.

Notizie di Athos Camaiti

Una strada di Roma porta il nome di Anghiari

È dedicata ad Anghiari una via a Roma. Va da Via Gattamelata a Via Luchino dal Verme nel C. Prene-stre.

(Stradario 1968)

Maestri di Grammatica stipendiati dal Comune di Arezzo

1525-1527 Messer Lodovico da Anghiari1511-1513 Ser Gismondo di Paolo da Upacchio da Arezzo Presbiter

(Da “I Tatti Studies, 1987, vol. 2°)

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L’Istituto d'Arte di Anghiari ha premiato i suoi migliori studenti

F o l l a delle gran-di occasioni ad Anghiari, per la secon-da edizione del Concor-so a premi voluto dalla dirigenza e dal collegio docenti dell’Istituto Statale d’Arte di Anghiari e Sansepolcro, in memoria di due indimenticabili insegnanti Franca Bagnoli e Fausto Valbonetti che tanto hanno dato in professionalità ed umanità a questa importante realtà scolastica della Valtiberina Toscana.

Il Concorso è riservato a tutti gli studenti interni delle due sedi in cui la scuola è articolata e premia ogni anno nella sezione A coloro che abbiano conseguito nello scrutinio finale dell’anno precedente le più elevate medie in tutte le discipline, e nella sezione B quanti abbiano riportato almeno una vota-zione di 10/10 in una delle materie di indirizzo, unitamente ad una media di 7/10 nelle restanti, in assenza ovviamente di debiti scolastici.

La cerimonia si è svolta all’interno dell’Insigne Propositura di Anghiari, gentilmente concessa, alla presenza dei sindaci delle due cittadine dott. Danilo Bianchi per Anghiari e avv. Alessio Ugolini per Sansepolcro, del Provveditore agli studi di Arezzo dott. Alfonso Caruso, delle altre autorità civili e militari e di rappresentanti del mondo dell’associazionismo. Tantissimi gli studenti e i genitori presenti, nonché i parenti e gli amici dei premiati. Ha presieduto la manifestazione il dirigente scolastico prof. Benito Carletti.

Particolarmente significative le testimonianze di ex allievi delle due scuole: due architetti, altrettanti professori, una dottoressa e un prete si sono succeduti sul palco per parlare del loro passato di studenti, delle singole esperienze e della propria carriera professionale o religiosa che in queste due scuole hanno trovato l’origine e l’impulso formativo ed umano, per proseguire poi nelle varie situazioni in cui si sono trovati a vivere, fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

I vari momenti della cerimonia sono stati intercalati dal-l’esecuzione di musiche rinascimentali per liuto e percussioni da parte dei maestri Luca e Lorenzo D’Amore, anche loro ex allievi della scuola.

La consegna di medaglie, trofei e diplomi agli studenti vin-citori del concorso (De Jaco Francesco, Casi Gloria, Chiribini Sonia, Paggetti Milena, Puletti Stefania e Serafini Stefano), da parte delle autorità presenti e dei figli dei due insegnanti Franca e Fausto alla cui memoria il Premio è dedicato, ha concluso la cerimonia che per l’Istituto d’Arte di Anghiari e Sansepolcro riveste un momento significativo ed importante di aggregazione, riconoscenza e testimonianza, alla luce dell’importante ruolo da esso svolto nella formazione delle giovani generazioni di ieri e di oggi.

Orteip 2005

La festa e la campana di Valealledi EmmedipìNella prima domenica di ottobre si è celebrata la festa a Valealle. Numerose le famiglie circonvicine che hanno dato la loro opera per far sì che la festa riuscisse di soddisfazione per tutti.A tutti loro il ringraziamento della Comunità.L’appuntamento è per la festa di San Biagio nella cui ricor-renza contiamo di poter dare il nuovo santino raffigurante San Biagio.Alla fine di ottobre i fratelli Baggi hanno tolto la campana che si trova nel campanile di Valealle perché dovevano essere fatti dei lavori di consolidamento del castello in legno e la corda doveva esser sostituita.Così ho potuto osservare con più precisione la scritta che si trova nella campana stessa.+ REGINA * CELI * LAETARE * ALLELVIA * MCC-CLXXX+ OPVS * IULIANI * MARIOCTI * DENAVI * FLOREN-TINI+ TEMPORE * DOMINI * ANTONI * ABBAS * SANTE * MARIE * DEDICCIANOIl primo rigo riporta l’inizio della laude alla Madonna e la data del 1480.Poi si sa che la campana è stata fusa a Firenze ad opera di Giuliano di Mariotto Denavi al tempo di Antonio, Abate di Dicciano.La campana ha un bellissimo stemma dell’Ordine Camal-dolese.Non sembri strano il rapporto tra Dicciano (Deciano) e Valealle. Un certo Quintavalle infatti, signore di Valealle nell'ottobre del 1142 provvide a donare tutto ciò che possedeva a Camaldoli. D'altra parte anche la chiesa di San Girolamo in quei tempi era soggetta anch'essa a Deciano.

Il mercato delle castagnedi Mario Del Pia

Molte cose ad Anghiari sono finite o si sono semplicemente trasformate.

Una di queste è il mercato delle castagne.Si teneva sotto la Galleria Magi e nei mercati del mese

di ottobre era un via vai di mezzi agricoli, prima i carri poi i trattori, che portavano le balle con le castagne e le am-mucchiavano nei marciapiedi. Poi venivano i compratori, generalmente dalla Romagna che caricavano il tutto e ci si rivedeva il mercato dopo.

Naturalmente tutto ciò creava confusione e difficoltà alla circolazione. I tempi erano cambiati e alcuni già vendevano le castagne direttamente a casa propria.

Si sarebbe potuto dare ulteriore impulso a questo mercato invece come primo e credo ultimo atto si è spostato al Campo della Fiera perché non desse noia.

Stamani sono andato a veder ed ancora qualche produt-tore porta le proprie castagne ma la cosa è ridotta ai minimi termini.

Giorni fa ero per caso al Ponte alla Piera ed ho assistito così alla vendita del prelibato prodotto autunnale che si svolgeva lì poco prima del fatidico ponte.

I produttori dei dintorni portavano il loro prodotto, si di-scuteva sul prezzo, e poi si passava a caricare la merce.

Si potrà fare qualcosa per questa attività delle nostre colline? So che qualcuno si sta dando da fare per far riconoscere come tipico anche il prodotto del nostro territorio. Non si potrebbe dargli una mano?

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Anghiari mio paese nativoovvero i drammi, i sogni, il lavoro e le tante fatiche dei vecchi anghiaresi dal '900 in poi - di Armando Zanchi

Altro lavoro di attività, lavorare per le strade Comunali a stendere la ghiaia e si partiva sempre a cavallo dei Pantaloni per arrivare al mattino in Codignola , al di là del Valico della Libbia, e poi la sera ritornare. Il pranzo sempre leggero che non dava noia al colesterolo, pane ed acqua con qualche sambudello, bagnato con acqua che scorreva nel vicino fosso, quel pezzo fattosi duro dentro la busta at-taccato ad una pianta, era duro il pane, ma era duro anche il lavoro. Ed ora parliamo della Be-nemerita Mise r i -c o r d i a del no-stro pae-se, a quei tempi fat-ta di buo-na spalla, tanto per portare i malati o i morti, perché questo lavoro veniva fatto con una portantina flessibile per i malati e dura per i morti, sicché quando ci toccava trasportare un malato all’Ospedale con quella portantina flessibile ci toccava fare attenzione di andare tutti e quattro allo stesso passo, se no lo sballottìo della portantina, faceva cadere il malato e quindi tutti insieme al passo, se no quello sballottìo ci faceva faticare il doppio.

Poi veniva quella rigida per traspor-tare i morti ed anche lì si faceva atten-zione, se era possibile, di essere della stessa altezza se no c’era da crepare e fare la stessa fine del morto. Il tragitto era lungo e lì non vi era la possibilità di avere un cambio.

Certo che ora con i nuovi mezzi di trasporto si va meglio di quel trasporto Centenario, ormai da museo per gli Anghiaresi.

Eppure tutto era utile a quei tempi, come erano utili nel dopo guerra i lumini a petrolio ed a carburo, come era utile quel povero vinello chiamato acquarello perché di acqua si trattava, perché fatto con della venaccia pressata al massimo, veniva gettata dentro un bigone con dell’acqua e lì sortiva questo adorato acquarello frizzante che con il suo frizzante ci dissetava, pochi vi erano i gradi, io direi quasi nulli, quindi poco il pericolo di prendere una sbronza.

I grandi fabbricatori di scarpe di le-gno, i cosidetti zoccoli, che a quei tempi si faceva concorrenza a l’Olanda e noi quattro fratelli tutti li calzavamo e quando si usciva si sembrava una colonna di carri armati in marcia per il rumore assordante che si faceva, quando si scendeva dalla Piazzola verso la piazza centrale.

Questi due artisti di allora uno si chia-mava Dino Leonardi, padre di Cecchino che lavorava in Comune, poi il Chiarini di Maraville e tutti e due, dopo gli zoccoli, facevano anche le rulle, perché a quei tempi era un gioco molto interessante ed in voga.

L’Addetto Facchino, per potare i bagagli dalla stazione ferroviaria, quella stazione che tanta gioia ci portava e tanto aiuto, era Gregorio detto il Maranna.

Il grande riparatore di paioli, che aveva una botteghina al Mammalucco era il Marinari conosciuto come Pirro, lui era un vero specialista di questo lavoro. Altro addetto al paese per il controllo dell’elettricità era Ghighino Leonardi operaio dell’Ente Valdarno ora Enel, al quale dopo il pensionamento subentrò in questo lavoro il Paglicci. Questo Leonar-di musicante e suonatore di cornetta, ad avanza tempo, per mancanza del Maestro di Musica, lo faceva lui il Direttore della Banda, e ricordo un particolare, perché anch’io facevo parte della Banda, che una sera alle prove settimanali, si suo-nava un pezzo d’opera. Lui fermò la Banda con un’alzata di mano dicendo: Mi sembra che quei tromboni suonano troppo forte, e noi si rispose: Ma se non suoniamo per niente, perché c’è diver-se pause musicali e quindi in attesa di riprendere al momento di suonare e lui rispose ridendo: Si vede che me lo ha fatto le orecchie!.

Un altro Operatore di quell’epoca, poco gradito, non come persona ma come mestiere, era Domiziano Giabbanelli, esattore dei Dazi Comunali, da pochi Anghiarese benvoluto.

I grandi suonatori di Fisarmonica che allietavano le tante belle feste da ballo paesane e spesso campagnole, erano Arialdo Boncompagni detto il Palle, Marconi Giocondo detto Chioccolèa, poi Menchino del Merendello, Fernan-do detto Bernocca e Angiolino Moretti detto Bietolino. I grandi Sassofonisti, Gino Guadagni detto il Caponero, Guido

Mariotti detto Pistrella, i due componenti della grande Orchestra ODPAR in cui faceva parte anche Aldo Lucertini con il Trombone, il Fornacini con il Contrab-basso, il Del Sere come batterista, Idea Nello Senesi come cantante e Fausto Polverini al Piano.

Altro lavoro poco redditizio ma sempre utile per tirare avanti la baracca era quella dei ricercatori di ferraccio, rame, stracci pelle di coniglio e penne di anatra e galline, tutto comprato a quei tempi da Cesare Corsi e da Galliano Calli mentre al giro per la campagna Guadagni Corrado e Valentini Valentone. Il Gua-dagni Corrado detto il Roggio, quando partiva, portava dietro pezzi di terracotta che lui vendeva o faceva il cambio con stracci o pelle, con i contadini. Mentre il trasportatore che passava oltre i confini, e rammentato nelle poesie scritte dal figlio Galliano, ed era il vecchio Calallo, che la sua vita la spendeva tutta per questo duro lavoro per il mantenimento della sua famiglia. Per la rivendita di vasellame il Bianchi Umberto detto Mezzovino, il quale sempre con la moglie a tutti i mercati della provincia.

Altri addetti alla pulitura pozzi neri, per la società Anghiarese di allora, mentre adesso il liquame va nelle fogne, mentre prima dentro il pozzetto chiamato in gergo, il pozzo del bottino, ed andava vuotato a secondo le famiglie che vi abita-vano ed il recupero era tutto lì a secondo quanto mangiavano benché il mangiare era poco ma lì l’urina vi andava e quindi andava vuotato al mattino presto, perché il profumo non disturbasse il sonno dei paesani. A questo lavoro era addetto Marco della Giardinella ma anche altre persone facevano questo ingrato lavoro che poi disperdevano nei campi come concime, ora è impossibile, per i tanti detersivi che vi sono mischiati.

Nella foto in alto una ricostruzione sul-l'uso della portantina della Misericordia che si rivelò tanto utile per portare soccorso alla popolazione di Anghiari nel secolo scorso.

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di Fridus MetereologicusStiamo entrando nel semestre freddo e la domanda che ci

poniamo è sempre quella: Come sarà il prossimo inverno? Nevicherà ad An-ghiari come lo scorso anno? Nessuno certamente lo può prevedere.

Durante l’inverno scor-so, nel periodo gennaio-feb-braio-marzo, la circolazione è stata caratterizzata da una continua discesa di aria gelida dal polo dovuta alla presenza contemporanea

dell’alta pressione delle Azzorre e dell’anticiclone russo-sibe-riano in una posizione ben definita nel nord Europa (Asse di Woejkoff). Ciò ha permesso alle “gocce fredde” di scendere dal polo ed invadere il Mediterrnaeo con le conseguenze di un inverno molto freddo e copioso di nevicate. Durante il mese di luglio e di settembre, abbiamo avuto episodi simili in chiave estiva: l’anticiclone delle Azzorre tende sempre di più a spostarsi verso nord. Se dovesse continuare anche nei prossimi mesi questa tendenza, una volta che si farà strada l’anticlone freddo, le conseguenze saranno simili a quelle dello scorso inverno per la gioia degli amanti della neve.

Ricordiamo che per vedere Anghiari ben coperto dal manto nevoso la situazione migliore è sempre la solita: gelo da nord come sopra descritto, passaggio dell’aria fredda attraverso la valle del Rodano e la porta di Carcassona , formazione di un minimo de-pressionario nel mar ligure e continue perturbazioni in formazione e in direzione ovest-est con nevicate abbondanti certe.

Alcuni dati statici inverno 2004/2005109 i cm. di neve fresca caduti in totale.61 i giorni con temperatura al di sotto dello zero al mattino.54 i giorni in cui la neve è rimasta al suolo in paese.34 i centimetri di neve sui campi della Gattina il 23 febbraio

per la nevicata più abbondante.18 le cadute di neve (quando si deposita al suolo almeno 1

cm. di neve fresca).11 i giorni di gelo assoluto (temperatura mai sopra lo zero

termico nell’arco della giornata).2 i giorni con le temperature più basse al mattino: il 1 e il 2

di marzo.

Cercatori di funghiLa foto illustra un articolo di giornale, tratto dal Cor-

L'Oratorio in giroSegnaliamo Alessia Pacini, entusiasta lettrice che ci

segue da Vicenza.Grazie a Simone Sassolini che si sposta nei vari stati

degli USA per lavoro, anche il nostro giornale lo segue fedelmente nelle varie località.

Con Alessandro Vichi, ad Anghiari poco tempo fa per il suo matrimonio, per ora giungiamo regolarmente nel Maryland.

Inverno anghiarese

riere d’Imperia dei primi di ottobre, e riempie certamente gli occhi agli addetti ai lavori. L’unica osservazione da fare è che quel signore a sinistra, Vladimiro Dragonetti, non è Sanremese doc ma Anghiarese doc!!!!

Fa parte della grande mandata di fungai che spopo-lavano negli anni settanta in Anghiari!

Saluti fc

Un mercato spostatodi Clèto

Nel numero scorso parlavo di una diversa collocazione del mercato di Anghiari nell'ambito paesano. Ora vado oltre.L’Ascani nel suo libro su Anghiari riporta un documento da cui si apprende che nel 1048 (diversi anni fa!) il nostro Santo

Stefano aveva un fiorente ed importante mercato.Probabilmente il tutto era dovuto alla strada che, provenendo dallo Stato Pontificio, si snodava alla base della collina di

Anghiari. Di solito, dove c’era una strada importante, in particolari luoghi facilmente accessibili da più parti, lì si originavano e fiorivano i mercati.

Un altro esempio con simili caratteristiche è quello posto lungo la strada di crinale che da Anghiari, passando per il Car-mine, andava verso la Marca e Papiano. Proprio a Castiglion Fatalbecco (Cul di Paiolo), anche lì poco dopo il mille, vi era una importante fiera poi trasferita ad Anghiari: la Fiera del becco (29 giugno).

E allora perché non riproporre anche per la zona di Santo Stefano la fiera di settembre all’approssimarsi della festa annuale di quella località? Magari in giugno potremmo andare tuti a Cul di Paiolo!

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la pagina di Walter Del Sere

Rai: di tutto di più

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RAI UNO. Martedì 15 novembre. Piove. Il Del Pia chiama: “Per stasera voglio qualcosa per l’Oratorio”. Rispondo: “In qualche modo se farà”.

Così mi viene in mente la storia più recente. Roberta, la pasionaria (non manca una s porque è castigliano) del sigaro toscano, mi chiede aiuto. Dove sta il problema? Mi travesto da Wolf (quello che risolve i problemi di tarantiniana memoria) e il gioco è fatto.

Ieri mattina a Cafaggiolo (ci s’arriva dal Comune di Viaio, in mezzo al piano) c’era una troupe della RAI che aveva biso-gno di sigaraie, contrabbandieri e finti carabinieri. Le sigaraie erano quelle uniche di Chitignano. Per l’altra situazione, che ci vòle ? Durante la festa da record di San Martino e dei Bringoli il Grottini lo trovo ad abbrustolire salsicce e sambudelli, men-tre Frido è alla mostra micologica. Loro faranno i carabinieri (con i costumi prestati tra 1000 raccomandazioni dalle 2 E).

A Celestino basta chiamarlo e come contrabbandiere di tabacco è perfetto. Manca il contrabbandiere casentinese con la polvere da sparo.

Che ci vorrà a trovarlo? Tra i questuanti di San Martino prendo il più stonato. Chi sarà? Il Del Pia. Non dico altro sennò che sorpresa è?

I nostri eroi si vedranno in TV tra le 7 e le 8 della mattina di sabato 26 novembre nel corso del programma di RAI UNO “Sabato, Domenica &….” condotto da Sonia Grey e Corrado Tedeschi. Se non avete caricato la sveglia fatevi prestare la videoregistrazione.

Ultimora. * Fioccano le richieste per la casina del ranger presa ad esempio anche dal governo per risolvere il problema degli sfrattati.* Una frase di Voltaire ripresa anche da uno scarso Beni-gni durante lo show di Celentano: “Non condivido quello che dici ma darei la vita perché tu possa dirlo”. Ora non esageriamo eh…però a me mi manca quel polemicone che, sotto le Logge, scriveva in perfetto italiano con i congiuntivi al punto giusto denunciando quelli che lui giudicava crimini e misfatti paesani.

Bringoli. Grazie alla vera estate di San Martino di quest’an-no la festa dei bringoli è stata un successone. Sapete quanti bringoli se ne sono andati? Non meno di 8 quintali in un giorno e mezzo.

Per non parlare poi del brustichino, salsicce, castagne, vino novello e canaiola. Ma anche al banco dei sapori di San Martino i 2 vicepresidenti della Pro loco coadiuvati da We-ston hanno incassato forte con la novità dei bringoli di farina integrale macinata a pietra, formaggio sopraffino, insaccati da sballo, verdure biologiche, vino dei colli d’Arezzo e, ciliegina sulla torta, le castagne scelte una a una da Valerio che sono andate a ruba (non tanto per la bontà quanto per il sudore versato dal citto di Carlomino per raccattare dalla bassa terra il classico frutto autunnale).

Attenti al fante. Molto bene pure la mostra micologica allestita nel labirinto di palazzo Corsi come l’altra novità della distribuzione del pane di San Martino con alcuni questuanti che hanno girato per Corso Matteotti cantando strofe incom-

prensibili e donando il pane benedetto.Primato anche per la bringolata in mountain bike con più

di 200 ciclisti a spasso nella campagna anghiarese alla dome-nica mattina. In Piazza Baldaccio poi c’era Memorandia, il mercatino che Anghiari propone ogni seconda domenica del mese. I più acculturati hanno potuto visitare la bella mostra di ceramiche nostrali “I Cocci d’Anghiari”, allestita nel Palazzo del Marzocco. A proposito: per gli anghiaresi l’ingresso è sempre gratuito e c’è tempo per curiosare fino al 6 gennaio 2006. Approfittatene.

RAI TRE. Una troupe di Geo & geo, il noto programma che va in onda tutti i giorni su RAI TRE, ha scelto Anghiari per girare alcuni servizi di attualità.

Il primo documentario ha riguardato il sigaro toscano. Grazie al Consorzio Tabacchicoltori Kentucky della Valtibe-rina Toscana, nel cascinale di Cafaggiolo è stata ricostruita una scena di vita contadina. Quindi: contadini che lavorano le foglie di tabacco, bambini che giocano e tante altre situazioni improvvisate nell’aia per dare un senso compiuto alla scena agreste. La storia è quella della nascita, alla fine del 700, per caso o per meglio dire per incidente del sigaro toscano.

I fatti: una botte con il tabacco fu lasciata inavvertitamente all’aperto e, un acquazzone improvviso, inzuppò il Kentucky facendolo fermentare. Il tabacco bagnato sarebbe stato da buttare. Ma un vecchio saggio propose di racchiudere quel tabacco fermentato all’interno di un’altra foglia di tabacco. Nacque così il sigaro toscano. E dove, se non in Valtiberina che da sempre produce un ottimo Kentucky, Geo & Geo poteva ambientare la storia della nascita del sigaro toscano?

Successivamente gli operatori della RAI hanno filmato alcuni momenti di vita associativa soffermandosi sugli alle-namenti di calcio giovanile.

Poi, all’Oratorio, sono state “girate” alcune belle scene, con i ragazzi che giocano, commentano e cantano in cerchio alcuni brani imparati durante le escursioni e i campeggi estivi, replicati nella attigua Chiesa della Propositura dove con il Proposto Don Marco i giovani della Parrocchia hanno ancora cantato e suonato come realmente usano fare.

Scene molto apprezzate dal regista e dagli operatori televisivi di mamma RAI, compiaciuti e sorpresi di poter filmare e fare vedere una gioventù così sana e gagliarda come quella di Anghiari.

Il giorno dopo spazio alla tradizione del restauro del mobile antico con la visita a un artigiano anghiarese figlio d’arte e una lunga sequenza sull’istituto statale d’arte di

Nella foto qui sopra i due contrabbandieri con Dado, l'inviato da Roma.

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CRONACHETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Ottobre 2005

Martedì 16 agosto. Oggi è morto Marcello Panichi alla giovane età di anni 52. Abitava a San Leo.Sabato 27 agosto. Oggi è morta Santa Fabbriciani vedova Ruggeri di anni 91. Abitava in fondo a via Taglieschi e la ricordiamo quando assieme al marito Santino vendeva le legne.

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Mese di Settembre 2005

Giovedì 1. Oggi è nata Sofia Maddalena Falcini di Marco e Beatrice Draghi. La sua famiglia abita a Mirasole.Venerdì 2. Oggi è nata Francesca Martini di Mark e Mirela. La sua famiglia abita al Campo della Fiera.Lunedì 5. Oggi è nata Alice Baracchi di Alessandro e Rita Serafini. La sua famiglia abita vicino alla Chica.Martedì 6. Oggi è nato Simone Capacci di Mauro e Nada Mazzoni. La sua famiglia abita verso il Ponte dei Sospiri e il suo babbo lavora in Banca.Sabato 10. Oggi è nata Aurora Frulloni di Maurizio e Rosaria Rossi. La sua famiglia abita a San Leo.Domenica 11. Oggi è morto Vilmo Poggini di anni 87. Abitava a Casalanda dove aveva una azienda agricola.Lunedì 12. Stasera ho visto che le rondini sfrecciavano ancora nel cielo. Ancora non sono partite.Martedì 13. Nel pomeriggio, verso le cinque, nel Borgo della Croce c’è stata quasi un’invasione di insetti volanti.* Oggi è nata Caterina Del Pia di Luca e Marta Sironi. La sua famiglia abita a Milano ma il suo babbo che fa il fotografo è originario di Anghiari.Venerdì 16. Oggi è morto Ernesto Piomboni di anni 76. Abi-tava vicino alla chiesa di Tavernelle e per molti anni è stato bidello alle elementari.Domenica 18. Oggi è morta Palma Mazzoni vedova Bruschi. Aveva 82 anni ed abitava vicino alla Vignolina.Oggi è morto Bruno Loddi di anni 90. Abitava a Colignola.Sabato 24. Nebbia al piano tempo sano. E infatti oggi il tempo è stato bello.* Oggi è morto Giocondo Mariani di anni 96. Abitava al Bagnolo di sotto e la sua famiglia da molto tempo abita in quelle zone.Lunedì 26. Oggi a Tregozzano ho visto un gruppetto di rondini pronte per la partenza.Martedì 27. Oggi è morta Violetta Bianchi vedova Quaresimi di anni 75. Abitava verso le Bucacce.Mercoledì 28. Oggi è nata Martina Chieli di Roberto e Rosalba Montini. La sua famiglia abita per la via del Carmine e il suo babbo ha il negozio di abbigliamento in piazza.Giovedì 29. Oggi è nata Elena Bernardini di Paolo e Luisella Maggini. La sua famiglia abita a Bicecco.Venerdì 30. Passando per la Croce ho visto il trattorino di Fico pronto per la vendemmia.* Oggi è nata Benedetta Comparini di Luca e Cinzia Tomassini. La sua famiglia abita alle Pianacce di Tavernelle.

Sabato 1. Oggi è nata Alice Mangoni di Enrico e Barbara Croci. La sua famiglia abita per la via Nova e la sua mamma è assessore comunale.Martedì 4. Oggi sono andato a prendere il caffè con Frido e il Gabellini e Giorgio Mondani ce l’ha servito al tavolino.Mercoledì 5. Oggi è nata Sofia Rossi di Paolo e Susanna Festini. La sua famiglia abita verso Bagnaia e il suo babbo è un noto giornalista anche dell’Oratorio.Giovedì 6. Oggi ho visto la moglie di Berio che spazzava la via davanti a casa sua.Venerdì 7. Oggi è nato Andrea Gennari di Graziano e Roberta Pernici. La sua famiglia abita per la via della Ripa.Domenica 9. Oggi è nata Lucia Baglioni di Enrico e Silvia Livi. La sua famiglia poco dopo l’Infrantoio.Lunedì 10. Oggi è morta Gina Giovagnini in Magrini alla giovane età di anni 55. Abitava a Mezzavia e la ricordiamo di quando gestiva la lavanderia della Via Nova.Mercoledì 12. Oggi è nato Drina Ralic di Slobodan e di Bi-ljana. La sua famiglia abita al Soccorso.* Oggi è nata Anna Cesari di Valter Michela Leonardi. La sua famiglia abita a San Leo.Giovedì 13. Oggi ho incontrato Alessandro Vichi che sabato si è sposato con Nicole e che fra una diecina di giorni ritor-neranno in America.Domenica 16. Oggi è nata Aurora Del Teglia di Simone e Enrichetta Pasqui.Lunedì 17. Stamani la Croce dalla Fonte in giù era chiusa perché stanno rifacendo l’asfalto.Martedì 18. Mentre tornavo da Castello, poco prima dell’uscita di San Giustino, ho visto nella banchina una volpe morta.Mercoledì 19. Stamani al mercato GPL m’ha detto che iersera una diecina di cinghiali hanno attraversato la strada a sua moglie verso il Ponte dei Sospiri.* Oggi è nato Marco Neri di Claudio e Maria Jeltovskaia. La sua famiglia abita per il Borgo della Croce e il suo babbo fa l'autista del pulmino della scuola.Giovedì 20. Oggi è morto Antonio Cesari di anni 63. Abitava al Borghetto. La famiglia era originaria di Upacchi.Venerdì 21. Ho visto il Baggi che era in piazza e l’ho chiamato ma non m’ha sentito.Sabato 22. Oggi è nata Fjolla Halimi di Driton e Shemsije. La sua famiglia abita ai Cordoni.Lunedì 24. Stamani ho visto lo Scucco che dava indicazioni agli operai in piazza di come dovevano eseguir i lavori.Martedì 25. Oggi è nata Martina Caporali di Giovanni e Beatrice Pannacci. La sua famiglia abita a Montemercole.Mercoledì 26. Fabio Rossi m’ha detto che ha preparato il recipiente per cuocere le castagne per San Martino. Ad un bidone ha fatto la bellezza di 432 buchi.* Oggi è morta Marisa Milani in Salvadori. Abitava alla Scheggia ed aveva 79 anni.* Oggi è morto Francesco Rossi di anni 80. Abitava ad An-ghiari vecchio.Giovedì 27. Oggi è morto Antonio Procelli di anni 64. Abitava poco dopo Maraville e la famiglia proveniva dalla Sovara.Sabato 29. Oggi è morto Loredano Guiducci di anni 65. Abitava verso le Strosce e le sue figlie gestiscono il negozio di alimentari in piazzetta De Amicis.

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per i vostri scritti Oratorio di Anghiari - 52031 ANGHIARI

Sabato 10 dicembre 2005

"I Quadri viventi"Lungo le stradine di Anghiari vecchio per festeggiare la Madonna di Loreto