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L’ ALMANACCO 2011 1 ASD FALCHI LECCO

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Alamanacco annuale Gruppo Sportivo ASD Falchi Lecco

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L’ ALMANACCO 2011 1

ASD FALCHI LECCO

ASD FALCHI LECCOL’ALMANACCO Numero 2

Anno 2011

2001 - 2011 I FALCHI COMPIONO DIECI ANNI!!

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Morganti SpAVia Alla Santa, 1123862 Civate (LC)tel. +39.0341.215411fax. +39.0341.215400e-mail: [email protected]

Sembra ieri la pubblicazione del primo numero dell’almanacco dei Falchi. E invece un anno è già trascorso e siamo già alla seconda edizio-ne.Non so se questo sia dovuto al tempo, che trascorre freneticamente; oppure alla rapidità di questi ragazzi, che con la loro corsa sanno conquistare traguardi sempre più prestigiosi e scalare vette sempre più impervie.Spinti dal loro entusiasmo, anche noi della Morganti Kapriol cerchiamo di stare al ritmo che il mercato ci impone: un ritmo non regolare, fatto di bruschi strappi ed improvvise frenate, sempre con l’obiettivo di stare in testa al gruppo dei primi e, se possibile, di vincere quante più tappe del percorso.La crisi c’è e si sente, girando tra i cantieri. Ma, nonostante questo clima non certo positivo, la Morganti Kapriol continua nella sua corsa, at-tenta a soddisfare i propri clienti e a proporre sempre nuovi articoli, in Italia come all’estero.La squadra è ben affiatata: guidati dal nostro staff dirigenziale, gli oltre cento dipendenti divisi tra la “Morganti SpA” di Civate, la “Omec” di Molteno e la “Kapriol Tools” in Spagna continuano a dare il meglio di sé, garantendo una produzione ed un servizio di qualità, che il mercato continua a premiare. La nostra ditta oggi è infatti leader in Italia e ai primi posti in Europa per gli utensili per edilizia, abbigliamento e sicurezza nel lavoro.Oltre alla produzione e la vendita a magazzini di materiali edili e a catene specializzate, assi-curiamo anche la vendita al dettaglio tramite lo spaccio aziendale sito in Molteno. Con il recen-te acquisto della “Gigam”siamo inoltre riusciti ad aprire un nuovo importante mercato nel set-tore degli utensili diamantati e delle macchine per il taglio delle pietre e del cemento.Lavoriamo quindi nella prospettiva di una cre-scita che continui nel tempo, con la fiducia nel futuro di chi sa che un successo lo si costruisce giorno dopo giorno, con tanto impegno e tanto allenamento, ma soprattutto con tanta voglia di vincere.

ORARI: Da lunedì a venerdì 8.30/12.00 - 14.30/18.30 Sabato mattina: 8.30/12.00

Spaccio AziendaleVia A. Grandi, 32/34 23847 Molteno (LC) tel 031.851036

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SEMBRA IERI....Quest’anno ricorre il decennale della nascita dei Falchi. Mi sembra soltanto ieri quando uscivo ad allenarmi le prime volte con Carlo; andavamo la sera dopo il lavoro a correre sul Monte Barro. Ricordo che già mi stava davanti e mi punzecchiava “dai Mauro qui è pianura devi correre non puoi camminare” e io dietro con la lingua per terra e la schiena bassa tentavo di tenerlo ma con scarsi risultati. Ricordo i pochi e caserecci allenamenti svolti senza alcun programma e con scarse ambizioni ma con tanto impegno ed entusia-smo: mi piaceva così.

La domenica della gara era una festa, ci si ritrovava tutti molto presto per il viaggio in auto e non pesava alzarsi all’alba per andare a correre con gli amici. Un momento che ricordo con piacere è la partenza della gara, anzi il pre-gara, quando si corricchiava per scaldarsi e bisognava scegliere l’abbigliamento adatto alle condizioni climatiche ed ogni volta non sapevo cosa mettermi.E che dire del post gara? Forse è questo il momento più importante dove i Falchi danno il meglio di sé: seduti a tavola a mangiare e bere in compagnia!!! Ricordo un Trofeo 4 Luglio di non so quale anno, ma sicuramente antecedente il 2005, dove Enry si è ritirato dopo pochi chilometri, il sottoscritto invece aveva fatto una discreta gara. Ma il bello della giornata doveva ancora arrivare: al pranzo degli atleti lo zio Enry si è preso una sbornia di quelle che ti segnano per giorni, e lo show che ci ha regalato ve lo lascio immaginare, chiedete alle ragazze presenti quale ricordo hanno!!

Purtroppo oggi ci sono meno Falchi che corrono la domenica perché le situazioni sono cambiate: ci sono la famiglia, i figli, gli impegni personali e altri motivi, insomma non c’è più il gruppo numeroso di una volta. Mi permetto di dire che fino a qualche anno fa era-vamo la squadra più forte del lecchese, ora forse non più; sono in pochi quelli che corrono, ma sicuramente motivati da una grande passione e determinazione. Anche se non siamo i più forti sicuramente siamo il gruppo più simpatico.Personalmente non faccio più gare di un certo livello dal 2006, anno in cui ho fatto l’in-tervento della plastica mitralica, esperienza che mi ha un po’ frenato, tuttavia continuo ad andare in montagna, ad allenarmi e a seguire la squadra durante le gare.

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Il nostro spirito è quello dell’amicizia, della compagnia e dell’altruismo valori che con-traddistinguono la nostra società ma prima ancora noi stessi, valori che Adelfio ha con-tribuito a solidificare.Forse dal fuori ci vedete come dei “fenomeni”, come quelli forti, si è vero un po’ lo siamo (fenomeni) ma crediamo nella semplicità e nell’amicizia pertanto se qualcuno pensa di poter condividere questi valori si faccia avanti!

Personalmente vorrei che ci fossero dei giovani a dare continuità e vitalità a questo grup-po, noi abbiamo fatto molto e continueremo su questa strada, ma il futuro sono le nuove generazioni.Tra qualche anno saranno i nostri figli i giovani Falchi, con orgoglio taglieranno i tra-guardi, gli stessi che i loro padri hanno percorso anni prima. Spero che loro come noi si distinguano per gli stessi sani valori in cui crediamo e che ci fanno crescere quotidiana-mente. Buone cose a tutti voi e alle vostre famiglie per il nuovo anno.

Mauro

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Carissimi amici,

guardando i risultati ottenuti quest’anno e gli sforzi fatti durante tutte le domeniche estive, non si direbbe che avete 10 anni in più!!!L’entusiasmo che dimostrate in tutte le occasioni mi fa pensare che questi anni non siano passati invano: parecchi di voi hanno messo su famiglia ed anche qui la produzione non è mancata: bravi, continuate così!I miei figli ed io, con la nostra ditta, ci sentiamo veramente onorati di essere da qualche anno i vostri sponsor: credetemi quando dico che far parte (anche se con poco impegno) di una bella squadra come la vostra ci fa sinceramente piacere.Con la promessa di esservi sempre vicini, vi auguriamo di cuore un buon an-niversario,

Sandro, Franco e Alberto Morganti

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Carissimi amici,

guardando i risultati ottenuti quest’anno e gli sforzi fatti durante tutte le domeniche estive, non si direbbe che avete 10 anni in più!!!L’entusiasmo che dimostrate in tutte le occasioni mi fa pensare che questi anni non siano passati invano: parecchi di voi hanno messo su famiglia ed anche qui la produzione non è mancata: bravi, continuate così!I miei figli ed io, con la nostra ditta, ci sentiamo veramente onorati di essere da qualche anno i vostri sponsor: credetemi quando dico che far parte (anche se con poco impegno) di una bella squadra come la vostra ci fa sinceramente piacere.Con la promessa di esservi sempre vicini, vi auguriamo di cuore un buon an-niversario,

Sandro, Franco e Alberto Morganti

Com’è nato il logo KapriolCome qualcuno già sa io sono un appassionato cacciatore di alcune specie ad esclusione però dei caprioli. Ho fatto alcune puntate all’estero, principalmente nella ex-Jugoslavia, a caccia di lepri e fagiani. Durante uno di questi viaggi, quando in serata solitamente si vanno a pagare al guardiacaccia i capi abbattuti, dallo stesso guardiacaccia mi viene offerto un capriolo.

Convinto che mi offrisse un capo già abbattuto io lo accettai, ma quando vidi che prese una pistola lo seguii per capire come poteva abbattere un capriolo di notte. Mi portò in una stalla dove c’era un capriolo di 2/3 mesi che era stato raccolto da lui e allevato nella sua stalla (probabilmente la mamma era stata uccisa).

A quel punto fermai il guardiacaccia e gli dissi che se mi avesse costruito una gabbia lo avrei portato i Italia vivo. Dopo aver superato diversi problemi doganali sono arrivato a Lecco e ho liberato il capriolo in un grande bosco recintato che era alle spalle della sede di S. Egidio.

In quel momento stavo cercando un simbolo per creare un marchio per la nostra società. Kapriol è stata la scelta che con tutta sincerità non pensavo si rivelasse così fortunata!

Di Sandro Morganti

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venuti meno, ma, al contra-rio, sono maturati e si sono consolidati con l’esperienza e con i successi conquistati sul campo. Successi presti-giosi, che hanno cementato quello spirito di amicizia che sta alla base di questo splendido gruppo.

Per noi della Kapriol essere al vostro fianco è motivo di grandissimo orgoglio e sod-disfazione. Non solo per le

“invecchiamento” sono una garanzia per un intendito-re. In questo lungo periodo, trascorso nelle barriques, il vino matura, si affina, per-de via via quei sentori un po’ asprigni e si arricchisce di nuovi aromi, profondi e lunghi, che lo fanno apprez-zare da chi se ne intende.

Lo stesso vale per l’ASD Falchi: l’entusiasmo e la passione degli inizi non sono

Il decennale della costitu-zione dell’ASD Falchi co-stituisce una tappa davvero importante. È, nei fatti, il segno di un’avventura che inizia a farsi storia, a la-sciare una traccia di sé, a consolidarsi. E se a dirvelo è un’azienda, come la Mor-ganti-Kapriol, che può van-tare ben 84 anni di attività dovete crederlo.Del resto lo si dice anche di un gran vino: 10 anni di

KAPRIOL E 10 ANNI DI FALCHISandro Morganti

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abbiamo lanciato una li-nea di abbigliamento, Ka-priol Extreme, che abbina sicurezza e moda, tecnica e qualità, e che si presta assai bene per essere indossata sia nei cantieri che nel tempo libero. Una linea che ci sta dando grandi soddisfazioni.

Dunque, buon compleanno, Falchi. Kapriol è orgogliosa di essere al vostro fianco.

è in loro il futuro della no-stra società. Da parte nostra, noi della Kapriol lo stiamo facen-do, non senza sacrifici. La situazione congiunturale non è semplice e l’industria delle costruzioni si trova in un momento particolarmen-te delicato. I mercati non ci permettono grandi voli pin-darici. Ma noi continuiamo nella nostra navigazione quotidiana, con senso di re-sponsabilità verso i nostri dipendenti e le loro famiglie. Siamo in prima linea per non perdere nessuna occasione e resistere sulle nostre posi-zioni di fatturato, introdu-cendo sempre nuovi prodotti e nuove soluzioni. Quest’anno, in particolare,

vittorie, ma per i valori che incarnate nella vostra atti-vità sportiva. Valori sani, oggi sempre più difficili da trovare in una società che tende ad esaltare il successo facile, fatto senza fatica e senza impegno. Se ci trovia-mo in un momento così dif-ficile, per l’economia e per la società, la ragione principale sta proprio in una mentalità che ha cercato di trasmette-re, soprattutto alle giovani generazioni, un falso model-lo culturale.

Con la vostra corsa, il vostro impegno, la vostra passione, la vostra amicizia siete un bellissimo esempio proprio per i giovani, ai quali dob-biamo tutti guardare perché

KAPRIOL E 10 ANNI DI FALCHISandro Morganti

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LE NEW ENTRY:FABRIZIO, NICOLA, YARJ

IL FIGLIOL PRODIGO!!

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LA MAPPA 2011

ANGELA BURATTI1. ANNALISA ONGANIA2. ROBERTO ANTONELLI3. ENRICO ARDESI4. MARCO ARRIGONI NERI5. FABIO BARTOLONI6. SERGIO BERNASCONI7. ANTONIO CAPPELLO8. STEFANO COLOMBO9.

PAOLO COLTELLI10. YARJ ALAN CONSOLI11. ALESSANDRO CRIPPA12. BRUNO D’AMBROSIO13. MAURO ESPOSITO14. FABRIZIO FARUMI15. ALESSANDRO FILIGURA16. DANIELE GADDI17. SILVIO GATTI18. RICCARDO GHISLANZONI19. GIANLUCA MAGGIONI20. LUCA MAURI21. ENRICO MAZZOLENI22. GIANLUCA PAGANONI23. CLAUDIO PIZZAGALLI24. CARLO PROSERPIO25. LORIS RAGNI26. CARLO RATTI27. LUCA RIPAMONTI28. COSTANTINO SIMONETTA29. FRANCESCO SIMONETTA30. MATTEO SPREAFICO31. NICOLA SPREAFICO32. MARCO TAVOLA33. MARCO TERRANEO34. DAVIDE TRINCAVELLI35.

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Di Marco Terraneo

Il racconto delle gare dell’annoCRONACA DEL 2011

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ASD FALCHI LECCO

Anche quest’anno, come lo scorso anno, cominciamo la nostra storia

facendo un passo indietro e partendo dal-la Maggianico-Camposecco di fine 2010. Questa scelta nasce da motivi tecnici (tempi di stampa e distribuzione dell’Al-manacco) ma, d’altra parte, è in un certo senso suggestivo aprire e chiudere l’anno di gare con quella che ormai chiamiamo la “Classica delle Foglie Morte”.Il racconto prende spunto dagli articoli riportati su www.asfalchi.it. Ci scusia-mo nel caso ci fossero delle involontarie omissioni.

Novembre 2010Alla Maggianico-Camposecco si gareggia per la vittoria di giornata e per il campio-nato sociale dei Falchi. E’ Enrico Ardesi a tagliare per primo il traguardo. Sfiora il podio Carlo Ratti e poi ancora in gara gli altri Falchi Roberto Antonelli, Sergio Ber-nasconi, Gianluca Paganoni, Luca Mauri, Riccardo Ghislanzoni, Marco Terraneo, Enrico Mazzoleni, Alessandro Filigura e Marco Tavola.

Dicembre 2010Tempo di Corsa Campestre. A Cernusco Lombardone (LC) si corre il Campionato Provinciale Fidal di Corsa Campestre. Per i Falchi in gara Marco Terraneo su per-corso duro e fangoso di 7.5 km. Posizione di ripiego, ma gara in progressione dalle buone speranze. Sempre Terraneo, questa

volta in compagnia di Sergio Bernasconi, è impegnato a Mendrisio (Svizzera) ai Campionati Ticinesi di Corsa Campestre. Il tracciato veloce ed entusiasmante. Ot-tima gara di Bernasconi che chiuderà al settimo posto. Di gara non si tratta ma menzione d’ono-re alla cena sociale dei Falchi, dove un redivivo Davide Trincavelli ravviva la serata con ardite prove a cui sottoporre i presenti. Sarà poi lui a doversi sottoporre (con il sostegno del Barone) ad un rito di inziazione per potersi riappropriare della casacca dei Falchi.

Gennaio 2011Ancora Corsa Campestre e questa volta è una gran classica. Cross del Campaccio, 54esima edizione. In gara di nuovo Ter-raneo, in condizone di forma decisamen-te migliore rispetto al mese precedente. Si aggiudica però il premio di “Cretino della Settimana” per aver perso il pet-torale durante la partenza ed essere tor-

nato indietro a recuperarlo.

Febbraio 2011Sui “Sentieri di Santa Cristina” di Borgo-manero (NO) si comincia a fare sul serio. Primo appuntamento “di sostanza” della stagione. Sulla distanza dei 30 km in gara i due Falchi Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli.Alla mezza maratona di Lecco gareggiano invece Enrico Mazzoleni e Fabrizio Faru-mi, all’esordio con la maglia dell’ASD Falchi Lecco e con… gesso al braccio. Ma questa è altra storia…..Sempre su strada, alla prima tappa del circuito varesino del “Piede D’Oro” è in

gara Sergio Bernasconi,

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mentre sempre su terreno campestre è ancora Terraneo a gareggiare nella tappa monzese del Campionato Brianzolo di Cross. Chiudono le gare del mese ancora Sergio Bernasconi, sempre su strada a Ca-drezzate (VA), e Alessandro Filigura nel trail ligure “Tra Mare e Cielo” di Laigue-glia (SV).

Marzo 2011Ancora una volta in gara Bernasconi e Terraneo che chiudono la stagione dei cross. Il primo gareggia ad Erba, Cross Corto Fidal, mentre Terraneo è in gara a Carate Brianza per l’ultima tappa del Campionato Brianzolo di Cross. Sfiora il podio Bernasconi, mentre Terraneo ri-sale la classifica, in buon miglioramento rispetto alle gare precedenti.La sorpresa del mese è però il grande ri-torno del Picèt: alla mezza maratona di Piacenza Silvio Gatti è di nuovo in gara e chiude con uno stratosferico tempo (1h09’40’’), 3° tra gli italiani e 11° as-soluto, zittendo alcune malelingue che lo volevano ormai perso. Sempre Mezza

Maratona, sempre Silvio Gatti, ma passia-mo questa volta a Brescia e in compagnia del fedele compaesano Daniele Gaddi. Settima posizione assoluta per il Silvio e crono che si abbassa ad 1h09’05’’. Bernasconi continua le gare del circuito del Piede D’Oro e lo troviamo sulla linea di partenza di Malgesso, portando a casa un buon sesto posto di categoria. Allunghiamo le distanze a passiamo al Trail di Santa Croce (GE). In gara ancora Alessandro Filigura che riesce a chiudere la fatica di 42 km in condizioni metereo-logiche davvero avverse.Di nuovo mezza maratona. Stavolta è Stefano Colombo a rappresentare i Falchi alla Scarpa D’Oro diVigevano. Mentre a Vicenza, prima edizione della Ultrai-bericus dove, lungo i 65 km del percor-so, hanno dato buona prova i tre Falchi Maggioni, Pizzagalli e Ghsilanzoni. Gara dura, tempo variabile, tanto fango, ma anche un bel percorso ed un’ottima organizzazione. Alla classica Corsa del Viandante di Abbadia troviamo invece in gara, oltre al trio Bernasconi, Nicola

Spreafico ed Enrico Mazzoleni, l’inimita-bile Picèt. Silvio Gatti sbaraglia infatti la concorrenza e agguanta la vittoria.

Aprile 2011Al Trail dei Gorrei Carlo Proserpio fa il suo esordio nel mondo del trail con uno splendido nono posto. Nella bergamasca si corre invece la gran classica Valetudo Skyrace. In gara presenti tre Falchi: Piz-zagalli, Filigura e Farumi. Dalle Alpi alla pianura: a Seregno (MB) alla 50 km del-

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la Brianza Luca Ripamonti chiude la sua gara con un ottimo ventesimo posto asso-luto. Alla prima edizione del Raid Avventura Valcava si corre un inedito trail avventura a coppie sulla distanza di 30 km. Presen-te il nostro Alessandro “Giampy” Crippa che in coppia con l’amico Fabrizio Bana si aggiudica una splendida vittoria. Sem-pre di trail si parla: alla traversata dei Col-li Euganei sulla distanza di 42 km Jessy Maggioni chiude in 28esima posizione.Dai trail alle skyrace. Allo Skyrunning del Canto prendono il via Carlo Proserpio e Matteo Spreafico, mentre alla classica Camminata dell’Amicizia di Bosisio Pa-rini tra i partenti troviamo Sergio Berna-sconi, Marco Tavola, Gianluca Paganoni, Enrico Mazzoleni, Riccardo Ghislanzoni, Claudio Pizzagalli, Nicola Spreafico e il “Patron” Sandro Morganti. E di nuovo di vittoria si parla al 2° Trofeo Conti Romano a.m. – Valcava Sky Trail. Carlo Ratti e Davide Trincavelli si aggiu-dicano il primo e il secondo gradino del podio. Seconda piazza anche per Annalisa Ongania . In gara anche il falco Fabrizio Farumi.Infine doppia presenza per l’instancabile Sergio Bernasconi alla Mezza Maratona di Cernusco Lombardone e al Trofeo Cit-tà di Seveso su strada.

Maggio 2011 Come ogni anno il mese di maggio si apre con il classicissimo Trofeo Dario e Willy a Valmadrera. I Falchi, con ampia parteci-pazione, si aggiudicano il Trofeo ed uno

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ri dei Falchi in terra elvetica. Chiuderan-no entrambi la classica distanza di 5000 metri in meno di 18 minuti. L’8 maggio giunge finalmente il momento del 2° Trofeo Adelfio Spreafico. Grandis-sima partecipazione (195 atleti al via) e giornata splendida. Molto alto anche il li-

strepitoso Trincavelli agguanta un ottimo secondo posto dietro all’atleta di casa Ste-fano Butti. Da segnalare anche l’ottima ottava piazza di Roberto Antonelli. Falchi anche in pista di atetica. Presenti a Morbio (Svizzera) Sergio Bernasconi e Marco Terraneo, pronti a difendere i colo-

vello tecnico della gara, con un Filippo Ba che, dopo un’eccezionale prova in salita, riesce a contenere l’arrrembaggio dei due scatenati Enrico Ardesi e Davide Trinca-velli. Quarto al traguardo un altro falco, Roberto Antonelli. E poi ancora Enrico Mazzoleni, Daniele Gaddi, Sergio Berna-

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sconi, Nicola Spreafico, Fabrizio Farumi e una rientrante Angela Buratti. Enrico Ardesi si presenta poi su strada alla 10 km notturna di Monza dove chiude con un buon crono, mentre nuovamente in Svizzera troviamo in gara il duo Berna-sconi-Terraneo alla Corsa in Montagna del Monte Generoso, gara di 10 km dal percorso caratteristico e suggestivo che incrocia più volte i binari del trenino che porta in vetta. Alla fine sarà settimo posto di categoria per entrambi.Nell’ultima domenica del mese anco-ra una volta Falchi impegnati su diversi fronti. A Borgonuovo (SO) nella crono-scalata Borgonuovo-Savogno ottima pro-va di Enrico Ardesi e Davide Trincavelli, rispettivamente secondo e quarto al tra-guardo Quarta piazza anche per Annalisa Ongania, mentre troviamo in gara anche Matteo Spreafico. Passando a distanze più consistenti, al Trail del Monte Soglio Alessandro Filigu-ra e Gianluca Maggioni concludono otti-mamente la loro fatica durata 60 km con 3400 m di dislivello. Per concludere, al Trofeo Jack Canali (Al-bavilla-Bolettone), valido come campio-nato provinciale di Corsa in Montagna, Roberto Antonelli si aggiudica il titolo di Campione Provinciale Fidal. Presenti in gara anche Marco Terraneo e Sergio Ber-nasconi.

Giugno 2011Il mese di giugno si apre con la prima edi-zione dell’Orobie Vertical, gara di mille metri di dislivello tra Valbondione e il ri-fugio Coca. Bene i Falchi in gara: Carlo Ratti brilla al secondo gradino del podio, dietro a Stefano Butti. Ottima gara anche per Enrico Ardesi (4°) e Roberto Antonel-li (15°).Torniamo ora a Lecco per un altro ap-puntamento giovane, ma già imperdibile. Resegup! Nuovamente podio per Carlo Ratti, sul secondo gradino, e bene gli altri Falchi in gara: Enrico Mazzoleni, Gianlu-ca Maggioni, Luca Mauri, Claudio Pizza-galli, Gianluca Paganoni, Matteo Spreafi-co e Alessandro Filigura. Ardesi e Bernasconi presenti invece a Domodossola (VB) alla prima prova del Campionato Italiano di Corsa in Monta-gna. Buona la loro prova, vista soprattutto

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l’altissima levatura tecnica della compe-tizione.Ardesi presente nuovamente la settimana successiva, assieme a Marco Terraneo, all’Orselina-Cardada di Locarno (Svizze-ra), gara del calendario Ticinese di Cor-sa in Montagna. Terzo gradino del podio per Enrico e seconda piazza di categoria. Nono posto di categoria invece per Ter-raneo. Troviamo poi Falchi in gran spolvero ad un’altra classica. Siamo ad Introbio per la Introbio-Biandino dove Carlo Ratti si ag-giudica la vittoria davanti al “nuovamente presente” Ardesi. Vittoria anche per Davi-de Trincavelli, questa volta però sulle due ruote, mentre la consorte Annalisa Onga-nia non riesce a bissare il successo dello

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Al km verticale del Lagunch, altra “gran classica” del calendario, ottimo Carlo Ratti (6°), mentre in gara troviamo anche Enrico Ardesi, Sergio Bernasconi e Mat-teo Spreafico. Altra classica, ma dalla formula rivista, è invece l’Orobie Skyraid. Vittoria di Mar-co De Gasperi e Falchi presenti con Ro-berto Antonelli.Ancora Bernasconi in gara, a fine mese, alla “2 Run 2 Day” di Casnate con Berna-te (CO): gara in “combinata” con un 5000 metri piani in pista il venerdì sera e una prova su strada il sabato sera. Buona la prova complessiva di Sergio che chiude in 13esima posizione.Folta rappresentanza di Falchi alla Pa-sturo-Alpe Coa. Si impone Carlo Ratti

della serata è però il Picèt, che quando ap-pare fa faville. Sua la gara con una presta-zione da vero “Gigante”! Una vittoria che è un buon preambolo per le gare della domenica mattina. Enrico Mazzoleni si aggiudica il Check-Up del San Martino, mentre alla Moggio-Arta-vaggio Carlo Ratti trionfa su Filippo Ba. Enrico Ardesi coglie un ottimo terzo po-sto e secondo posto invece per Annalisa Ongania nella gara al femminile. In gara anche Matteo Spreafico, Marco Tavola, Luca Mauri e Gianluca Paganoni.A metà mese si corre invece il primo “Trail del Lago di Como”. Presenti Jessy Maggioni e Alessandro Filigura (fermato poi da un’infiammazione) nella 102 km e Fabrizio Farumi nella 31 km.

scorso anno, costretta a cedere di fronte ad un’Ilaria Bianchi in gran stato di for-ma. In gara anche altri Falchi. Tra i podi-sti Enrico Mazzoleni, Sergio Bernasconi, Nicola e Matteo Spreafico. Tra i ciclisti Lele Gaddi. E prima della chiusura del mese appari-zione del “Picèt” Silvio Gatti alla “Gorse-nigo” di Orsenigo (CO) dove coglie una grandissima vittoria come sa far lui e con gara all’arrembaggio sin dalle prime bat-tute. In gara anche Marco Terraneo.

Luglio 2011Il mese di luglio si apre con uno splendi-do successo per l’ASD Falchi Lecco. Alla Molina-Rifugio Bietti gara capolavoro per i tre moschettieri Ratti, Ardesi e Trin-cavelli che si aggiudicano l’intero podio e candelina sulla torta con la vittoria di Annalisa Ongania nella gara femminile. In gara anche Enrico Mazzoleni, Sergio Bernasconi, Luca Ripamonti e Fabrizio Farumi.Passando a distanze più lunghe (90 km…), alla Lavaredo Ultratrail ottima gara di Alessandro Crippa, Gianluca Maggioni e Claudio Pizzagalli.Lungo week-end di gare per i Falchi inve-ce quello tra l’8 e il 10 luglio. Si comincia il venerdì sera ad Anzano del Parco (CO), su strada, dove troviamo la coppia Ber-nasconi-Terraneo, su tracciato di 6 km. La sera successiva è di nuovo Terraneo in gara alla classica gara in salita tra Albavil-la (Co) e l’Alpe del Vicerè. Il protagonista

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per Alessandro Crippa, che si conferma ormai uno dei corridori più esperti nelle gare dalle distanze estreme in montagna.

Agosto 2011“Agosto, moglie mia non ti conosco”? Può darsi… Falchi infatti in gara anche nel mese che per tradizione dovrebbe es-sere dedicato al riposo. Si comincia il 7 agosto con il presidente Ghislanzoni in gara a Pagnona per la clas-sica Rampegada. Sempre il 7 Antonelli è in gara a Roncobello per la Roncobello-Laghi Gemelli, mentre alla Skrace Ortles-Cevedale tra i partenti sono schierati Car-lo Ratti, che però non concluderà la gara, e Claudio Pizzagalli.La settimana successiva è di nuovo Ghi-slanzoni a presentarsi ai nastri di partenza: siamo questa volta a Prata Camportaccio (SO) per l’altrettanto classica Prata-Pra-tella.Il 17 agosto il buon Roberto Antonel-li difende i colori dei Falchi oltralpe, in Savoia, nella 4a prova del Manigod KV Challenge: per lui un ottimo 10° posto nel Kilometro Verticale vinto da Kilian Jornet Burgada!Il presidente dimostra gran fervore e la settimana successiva si ripresenta di nuo-vo in gara, assieme a Marco Tavola (“Te-bol” è tornato!) al Mountain Running San Bernardo-Valle del Drogo.Ancor prima, nel giorno di ferragosto, di nuovo Roberto Antonelli in gara assieme alla new entry Jarj Alan Consoli. Entram-bi gareggiano al Chilometro Verticale di Ceresole Reale (TO). Ottimo quarto posto per Antonelli e buon esordio per Yarj a cui diamo il benvenuto.Il 26 Gianluca Maggioni è al via del mi-

davanti ad Enrico Ardesi. In gara anche Mazzoleni (11°), seguito da Marco Tavo-la, Matteo e Nicola Spreafico, Gianluca Paganoni, Mauro Esposito e Marco Arri-goni Neri. Nella prova in Mountain Bike, buon secondo posto di Davide Trincavel-li.E poco prima della chiusura del mese, il 30 luglio, Falchi impegnati su più fron-ti. Seconda, splendida, piazza per Carlo Ratti alla Stralivigno e primo posto di ca-tegoria per lui. Oltreconfine, alla “Crono del Nara”, denominata “la gara più ripida del Canton Ticino”, troviamo ancora l’in-stancabile Bernasconi che coglierà un ot-timo quarto posto di categoria. Al Giir di Mont di Premana, ritorno del presidente Ghislanzoni, nella sua prima skyrace da ammogliato. In gara anche Enrico Arde-si (costretto al ritiro per problemi fisici), Enrico Mazzoleni, Nicola Spreafico e Claudio Pizzagalli sulla distanza più bre-ve. Infine, ma non per ultimo, all’Ada-mello Supertrail (160 km) settimo posto

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pane e salame.A conclusione del mese da registrare la presenza di Terraneo e Pizzagalli, in gara serale a Dolzago, e grande e lieto ritorno per Franz Simonetta che, assieme a Ni-cola Spreafico, ha partecipato alla mezza maratona di Bergamo.

Ottobre 2011Como-Valmadrera e Falchi ancora pre-senti numerosi. Tra gli oltre 200 atleti al via troviamo infatti ben 9 falchetti con alcuni all’esordio in questa gara come Enry Ardesi e Franz Simonetta. Proprio

Sergio Bernasconi ha invece rappresenta-to i Falchi nella classicissima Cittiglio – Vararo, chiudendo in 15esima piazza.L’11 settembre i Falchi festeggiano in-vece il decennale con una gita sociale all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo, partecipando così alla 14^ Sudtirol Tre Cime Alpin. Ben 8 i Falchi in gara: Carlo, Claudio, Fabrizio, Matteo, Paga, Ricky, Tebol e il giovane neo-falco Yarj. Buona gara per tutti e, soprattutto, un bel week-end in allegria. Al Tor des Géants è di nuovo presen-te Giampy Crippa, questa volta forte dell’esperienza dello scorso anno. Giam-py porta a termine la sua fatica durata 330 km con 24000 m D+ in 102 ore e 26 minuti, ben 22 ore in meno dello scorso anno. Per lui 18° posto finale e grandissi-ma (e meritatissima) soddisfazone!Il 18 del mese va in scena il Trofeo Scac-cabarozzi, martoriato dal maltempo. In gara tre Falchi: Jessy Maggioni Riccardo Ghislanzoni nella gara lunga (ma con per-corso modificato) ed Enrico Mazzoleni nella mezza. Nella stessa giornata, ma su percorso decisamente più breve, Terraneo e Bernasconi gareggiano ad Albavilla al Giringiro del Bolettone. Quinto e sesto posto per loro e dopogara all’insegna del

tico Ultra Trail del Monte Bianco, mentre il 27 al Mini Kima è in gara Fabrizio Fa-rumi.Domenica 28 agosto rientro alle gare di Sergio “Stakanov” Bernasconi al Piede D’Oro di Cantello (VA) e gara eccezio-nale di Carlo Ratti, primo al traguardo nell’edizione “zero” della “Livigno Verti-cal Race”, davanti al Forestale Lele Man-zi. Rientro alle gare anche per Francesco “Franz” Simonetta nella mezza maratona “Giro dei Laghi di Cancano”.

Settembre 2011Il mese di gare dei Falchi si apre con la prima edizione della “Piazzo Race”. Vit-toria di Marco Tavola e terzo gradino per Riccardo Ghislanzoni. Il tutto senza dimenticare il “Deus Ex Machina” della gara: ovvero il maggianichese Gianluca Paganoni, che nelle prossime pagine rac-conterà meglio questa esperienza.Alla Skyrace della Rosetta è invece in gara Capitan Ratti che non riesce questa volta ad agguantare il podio, pur condu-cendo una gara di buon livello. Ad Aosta andava invece di scena la gara della Bec-ca di Nona. Percorso modificato a causa delle condizioni meteo. Nella gara di sola salita, Robi Antonelli ha colto il 16° posto.

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Ardesi chiuderà la gara al 13mo posto e dietro Franz Simonetta, Sergio Bernasco-ni, Riccardo Ghislanzoni, Claudio Pizza-galli, Luca Ripamonti, Jessy Maggioni e Fabrizio Farumi. Bandiera bianca invece per Alessandro Filigura costretto al ritiro tra Terz’Alpe e Pianezzo. Nelle Orobie troviamo invece Roberto Antonelli, che si dimostra sempre più uno specialista nelle gare di km vertica-le. Quinta piazza per lui infatti alla prima edizione del Chilometro Verticale della Valgandino, da Cirano al Pizzo Formico.Si prosegue con una staffetta, la settima-na successiva. Al Trofeo dei Presidenti da Como al Palanzone Falchi in gara con “guest-star d’eccezione”. Roberto Ma-sciadri, in prestito dall’OSA Valmadrera, completa la terna in gara assieme a Ter-raneo e Bernasconi. Grande affiatamento dei tre che colgono la terza piazza nella gara vinta dal GSA Cometa davanti ai fantasiosi e suggestivi “Porci Arrapati”!Sempre nella stessa giornata è ancora staffetta: alle “Marmitte dei Giganti” di Chiavenna, rappresentanza dei Falchi con Ghislanzoni, Paganoni e Tavola. Alla Molina-Rifugio Elisa terzetto di Fal-chi ai piedi del podio: Enirco Ardesi, Car-lo Ratti e Roberto Antonelli. In gara anche Enrico Mazzoleni e Luca Ripamonti.Di nuovo su strada e di nuovo Berna-sconi. Ad Oltrona San Mamete (Trofeo Volere) troviamo Sergio in gara, mentre

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In gara anche due terne di Falchi. Orfani dei cosiddetti “big”, sei atleti hanno co-munque onorato la manifestazione e lo spirito di squadra che nelle staffette viene ancora più consolidato. La “Squadra A” capitanata dallo stakanovista della corsa Sergio Bernasconi ottiene la 50^ piazza, grazie anche alle prove del mai domo Tebol e del pimpante Zio della corsa in montagna.La “Squadra B” parte subito a gomiti alti col Paga, un generosissimo Luca Mauri, con un ginocchio dolorante e con un raf-freddamento tipico della stagione, butta il cuore oltre l’ostacolo e Ricky chiude poco sotto i 40’: alla fine 82^ posizione e stra-meritata pizzetta + birretta post-gara.Secondo me lo spirito del Vanoni e delle staffette in generale può essere ben rap-presentato con due istantanee di domeni-ca. La prima è quella del GER Rancio ca-

il traguardo di Via Vanoni davanti alla Gran Bretagna e alla Recastello, fresca vincitrice alle Marmitte.Se impressionante è stato il crono di Bal-daccini, altrettanto notevole è stata la performance di Golinelli che, su di un percorso che tutt’altro si addice alle sue caratteristiche di scalatore, è riuscito alla sua prima partecipazione morbegnese ad entrare nella “Hall of Fame” di questa manifestazione, scendendo sotto l’ambi-tissimo muro dei 30 minuti. Una notevole dimostrazione di forza e di concretezza in vista del Kilometro Verticale del Puig Campana di sabato 5 novembre, valido come Campionato Europeo di KV (e che chiuderà poi al 2° posto dietro Urban Zemmer e davanti a Marco De Gasperi: un podio tutto tinto d’azzurro). Un atleta magari di poche parole ma che parla so-prattutto coi fatti.

nell’inedita gara a staffetta sulle pendici del Grignone (Mountain-Bike e Corsa in Montagna), da Pasturo al Bivacco dei Co-molli, è trionfo di Carlo Ratti in coppia con Matteo Valsecchi. Ancora staffette: Morbegno, Trofeo Va-noni. E riportiamo qui l’articolo integrale di Riccardo Ghislanzoni, già pubblicato sul sito web: E’ stato il GS Orobie a mettere il sigillo sulla 54^ edizione del Trofeo Vanoni. Suc-cesso maturato grazie alla eccezionale prestazione del giovane Alex Baldacci-ni che con un 29’03” fa registrare il 2° tempo di sempre dietro al DeGa. Dietro di lui, nella prima frazione, transitano lo sloveno Kosovelj in 29’14” e il lecchese Nicola Golinelli, all’esordio su questo percorso, in 29’56”.Dopo la seconda e la terza frazione, è proprio Francesco Della Torre del GS Orobie a tagliare per primo

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vola. Ratti è quindi campione sociale dei Falchi davanti ad Antonelli e Bernasconi.In gara anche Giordano Montanari, Ema-nuele Gianola e Gianluca Corti che, insie-me a Taddeo Bertoldini, difenderanno i colori dei Falchi nella prossima stagione.E chiudiamo così anche quest’anno il nostro racconto. Sperando di non avere dimenticato nessuno e di non avervi an-noiato vi salutiamo e vi rimandiamo al prossimo anno, per una nuova cronaca di una stagione altrettanto entusiasmante. Arrivederci!!

Ghislanzoni. E infine, per concludere la narrazione dell’anno chiudiamo come abbiamo co-minciato. Maggianico-Camposecco-Mag-gianico. Carlo Ratti chiude al secondo po-sto, dietro ad uno scatenato Paolo Gotti, ma davanti al forte Emanuele Zenucchi. Roberto Antonelli chiude all’ottavo posto e poi dietro gli altri: Sergio Bernasco-ni, Marco Terraneo, Gianluca Paganoni, Luca Ripamonti, Riccardo Ghislanzoni, Luca Mauri, Claudio Pizzagalli, Fabrizio Farumi, Alessandro Filigura e Marco Ta-

pitanato da Golinelli (3° tempo assoluto) e che nonostante questo chiude in 101esi-ma posizione. Senza i suoi compagni, Ni-cola non avrebbe però potuto partecipare alla gara…La seconda è quella di Luca Mauri che, anche se era tutt’altro che nelle condi-zioni per spararsi i 7 km morbegnesi, ha detto comunque “Presente!” permettendo così anche ai suoi 2 compagni di squadra di gareggiare.Due episodi così, senza tanti fronzoli e senza tante chiacchiere.In chiusura del mese grande kermesse del Trail nel Biellese. Al Trail del Monte Casto Falchi in gara con Giampy Crippa, Jessy Maggioni, Riccardo Ghislanzoni, Claudio Pizzagalli, Alessandro Filigura sulla distanza di 46 km. Sulla distanza dei 21km presenti invece Yarj Consoli e Fa-brizio Farumi. Sempre il 30 ottobre, ma su strada, è inve-ce in gara Sergio Bernasconi a Erba (CO) per il 1° Trofeo Samsara.

Novembre 2011Apre il mese il km verticale del Grignone, gara “recuperata” dopo il rinvio di agosto. Carlo Ratti è costretto a cedere il primo gradino del podio a Daniel Antonioli, mentre in gara troviamo anche Roberto Antonelli, Enrico Mazzoleni e Riccardo

www.asfalchi.itPer essere sempre aggiornati sui risultati delle gare dei Falchi visita il nostro sito web www.asfalchi.it.

Il sito è sempre aggiornato con le crona-che delle gare, le classifiche e le foto.Molto attivo è anche il guestbook, dove si discute dei più svariati argomenti, non solo inerenti la corsa.

Molto apprezzata è la sezione delle Gare in Vetrina con i volantini e le informazioni delle gare della zona.

Seguite i Falchi e il mondo della corsa in montagna su www.asfalchi.it!

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I PODI DELL’ ANNOI principali successi degli atleti dell’ASD Falchi Lecco da novembre 2010 a novembre 2011

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UN ANNO DI CORSE

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UN ANNO DI CORSE

2011La seconda edizione del Trofeo Adelfio Spreafico,la gita sociale e i racconti di tante gare dell’anno

Foto: Michele

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e agli altri volontari. In breve allestiamo la zona e ci posizioniamo in attesa della partenza.

storiche. Ma si accetta la scommessa e nelle settimane precedenti fervono i pre-parativi e il clima organizzativo è decisa-mente più compatto ed esperto.

Si arriva così alla mattina della gara, con ritrovo a Versasio, proprio davanti al bar del “Boles”. E’ tutto pronto e già comin-ciano ad arrivare i primi concorrenti. Il parcheggio si riempie e in breve al tavolo delle iscrizioni la gente è numerosa. Tra noi Falchi ci si divide un po’ i compi-ti. Alcuni correranno, atlri faranno parte della macchina organizzativa. Altri anco-ra...entrambe le cose. A malincuore tra i partenti mancherà Carlo Ratti, presente però alla partenza. Motivo semplice e giustifica validissima: è imminente l’arri-vo della piccola Letizia e il papà è in stato di allerta.Io comincio a salire in funivia, faccio parte del gruppo di supporto all’arrivo assieme a Matteo (Spreafico), Fabio (Bartoloni)

Un anno passa velocemente ed eccoci di nuovo tutti quanti alla vigilia del

2° Trofeo Adelfio Spreafico. Che poi forse sarebbe da considerare come prima edizione effettiva, assegnan-do alla precedente la nomea e dignità di “Edizione Zero”, da conservare negli an-nali della memoria.Ma non divaghiamo.Per noi l’appuntamento è davvero impor-tante. Dopo la buona riuscita dell’anno precedente l’obiettivo è quello di ripe-tersi. Ansia da prestazione? Ma no, non esageriamo. Però un po’ di aspettative ci sono.

Si parte bene. La macchina organizzativa è ben oliata, si fa tesoro dell’esperienza: purtroppo però quest’anno il calendario non è molto favorevole. Lo slittamento della data prevista, ad maioris causa, fa cadere il Trofeo Adelfio in una domenica ricca di gare; alcune nuove e altre ormai

Secondo appuntamento per la gara in ricordo di Adelfio2° TROFEO ADELFIO SPREAFICO

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Secondo appuntamento per la gara in ricordo di Adelfio2° TROFEO ADELFIO SPREAFICO Finalmente il dado è tratto. I concorrenti

sono partiti. I cronometristi sono pronti, mentre io e Fabio, cartellino alla mano, siamo pronti ad annotare i pettorali dei concorrenti all’arrivo.Il tempo passa in fretta, e mentre si fanno i primi pronostici ci raggiungono anche gli altri Falchi, in servizio alla partenza e saliti anche loro in funivia.

Mentre parliamo ecco il primo concor-rente. In discesa veloce una maglia verde. E’ Filippo Ba al comando. Con un’ottima gara in salita ha staccato gli inseguitori e si invola al traguardo. Ma la seconda e terza piazza sono tutte per i Falchi. Ardesi e Trincavelli piombano come due caccia in discesa, per poi giungere al traguardo

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appaiati. Quarto gradino è per Roberto Antonelli, anche lui protagonista di una bellissima gara. Poi ancora Enrico Mazzo-leni e via via gli altri Falchi e concorrenti che cominciano a sussegguirsi in plotoni compatti. Di fatto io e Fabio cominciamo a.....dare i numeri.....In fretta e furia an-notiamo, trafelati, i transiti all’arrivo fino agli ultimi drappelli di corridori. Alla fine conteremo 195 arrivati, grandissimo ri-sultato a livello di partecipazione e grande soddisfazione.

La giornata è bella e soleggiata. Sotto l’abile regia del Trinca si procede con la premiazione, sorteggio dei premi e con un bel salame “fuori misura” che andrà in pa-lio a chi ne indovinerà la lunghezza.La gara è conclusa. E’ andato tutto bene, il buon Adelfio si sarà divertito di sicuro. Alcuni cominciano a scendere, altri si fer-mano per trascorrere la limpida giornata ai Piani D’Erna.

Il saluto è per il prossimo anno, mercoledì 25 aprile 2012, per la terza edizione. An-cora Falchi, ancora Trofeo Spreafico....da segnare sul calendario!

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Il GIMS (Gruppo di Impegno Missio-nario di San Giovanni) continua con

generosità a sostenere le iniziative delle “Figlie di Sant’Anna” in Eritrea. Dalla costruzione di una nuova scuola, alla re-alizzazione di forni mogogò (come quel-li costruiti lo scorso anno con i proventi del 1° Trofeo Adelfio) e di fontane, fino all’acquisto di caprette da latte per le per-sone gravemente malnutrite. E una fon-tana in particolare merita una menzione: quella su cui compare la targa in memoria di Adelfio, che anche in quelle zone ha la-sciato un solco indelebile nel cuore delle persone.

I soldi raccolti con le iscrizioni del 2° Tro-feo Adelfio Spreafico e le offerte raccolte con la simpatica iniziativa “Indovina la misura misteriosa (del salame)” hanno contribuito a finanziare in particolare il Programma di Sicurezza Alimentare. Ma vediamo meglio di che cosa si tratta at-traverso le parole delle suore impegnate in Eritrea.“Il Programma Sicurezza Alimentare è un sogno ambizioso, che coltiviamo testar-damente, una porta aperta verso un futuro di speranza. Sarebbe rimasto tutto solo un sogno se non avessimo incontrato voi sul nostro cammino. La vostra solidarietà ci trasmette una carica indescrivibile: nella nostra situazione, in cui ci sentiamo psi-cologicamente (e talvolta lo siamo anche fisicamente) smarrite nel deserto, voi siete un’oasi per tutti noi, dove poterci riposare e abbeverare, prima di riprendere il nostro cammino. Come dice la nostra amata fon-datrice Beata Rosa Gattorno, voi ci per-mettete di tirare fuori dal nostro sangue l’oro da dare ai poveri.E’ questo il terzo anno che affrontiamo il problema della malnutrizione che, com-plice le avverse condizioni climatiche, tende a peggiorare. A gennaio abbiamo iniziato con 320 nuovi bambini, portan-do così a 990 il totale dei bambini trattati nel triennio, nei villaggi in cui più forti sono stati gli effetti della scarsità delle

Programma sicurezza alimentare 2011IL GIMS E IL TROFEO SPREAFICO

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colgono, i gigli del campo non tessono e non filano, eppure nessuno è più bello di loro. Perché vi preoccupate di quel che mangerete, quando Io sono con voi?”.Come avrete potuto intuire leggendo que-ste poche righe, ci è impossibile chiudere gli occhi di fronte alle mani tese verso di noi di un bambino che domani potrebbe non esserci più e che, quindi, è oggi no-stro dovere salvare. Salvarlo vuol dire nutrirlo, accompagnarlo nel suo cammino di crescita, stargli vicino con continuità, fargli sentire il nostro affetto e rassicurar-lo che non resterà mai solo.E noi continuiamo a chiedere a voi di non lasciarci sole in questo compito”.

G.I.M.S. - GRUPPO IMPEGNO MIS-SIONARIO S. GIOVANNIVia Agliati 4 - 23900 LECCOC/O CREDITO VALTELLINESE SEDE DI LECCOIBAN IT 98 T 05216 22900 000000034417

(Ringraziamo Betti Ghislanzoni per il tanto materiale fornito sui progetti soste-nuti dal GIMS).

bulatorio per 5 mesi. All’inizio quando la portavo qui era sempre stanca, aveva gonfiori, non riusciva ad alzarsi, piangeva sempre, ma adesso, dopo 5 mesi di intense cure, è guarita. Ha cominciato a correre, ride sempre ed è felice, ha cominciato a mangiare da sola, gioca, ecc. Ora ho nota-to un notevole miglioramento e ringrazio il Signore, le suore e i benefattori che non ho perso mia figlia”.Ed ora? “Il programma non si è esauri-to, perché all’ambulatorio continuano ad arrivare bambini malnutriti. La siccità ha colpito l’Eritrea a “macchia di leopardo” e, dove non ha piovuto, non c’è speranza di raccolto.Sibiraso, a 25 chilometri da Tokonda è, come ormai consuetudine degli ultimi anni, la zona più colpita dalla siccità. Pur-troppo, anche quest’anno, tutto quello che i contadini hanno seminato e visto ger-mogliare, lo hanno successivamente visto bruciare.Il pessimismo sta avanzando inesorabil-mente, la gente è sempre più debole e noi suore siamo preoccupate perché possiamo aiutare solo una parte di chi ha bisogno. Strappa il cuore sentire parlare i contadi-ni quando dicono che i prossimi raccolti saranno scarsi ma, allo stesso tempo, si rimettono nelle mani di Dio, facendoci sentire parole di speranza: ”Guardate gli uccelli dell’aria, non seminano e non rac-

piogge, ovvero Abo, Tokonda e Zaghir. Al termine del semestre la maggior parte è stata dimessa e, come in passato, man mano che un bambino lasciava, un altro ne prendeva il posto”.

Come si è svolto il programma? “I bam-bini che soffrono di grave malnutrizione sono stati seguiti intensivamente facendo un controllo settimanale e dando loro solo la razione della settimana, poiché questo permette di darla tutta solo al bambino in-teressato cercando che non venga condi-visa con i membri della famiglia, affamati pure loro. Per i bambini che soffrono di lieve malnutrizione, è stato fatto un con-trollo mensile di peso e altezza, dando loro la razione mensile.In ambulatorio è stata inoltre data alle mamme, quando venivano per il controllo del peso dei loro bambini, una formazione continua riguardo la corretta nutrizione, l’igiene e le malattie infantili.I bambini rimangono affezionati a noi e quando ci vedono passare o andiamo a vi-sitare le scuole materne, ci corrono dietro e ci abbracciano. Questo è davvero com-movente e ci incoraggia a continuare nella nostra opera a favore dei piccoli sofferen-ti”.Ecco la testimonianza di una mamma:“Mia figlia soffriva molto a causa della malnutrizione e siamo ritornate all’am-

Sguardi di bambini. Anche se non vi possono parlare, siamo sicure cheriuscirete ad ascoltare il silenzioso grazie che traspare dalla luce dei loro occhi.

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Sguardi di bambini. Anche se non vi possono parlare, siamo sicure cheriuscirete ad ascoltare il silenzioso grazie che traspare dalla luce dei loro occhi.

Piazzorace, una parola che mi è subito suonata bene in testa.

Tutto comincia così. Una sera, tra el cia-ar el fosc, mentre corricchio per le vie di Maggianico incontro “Ice”(si legge ice non ais), uno degli infaticabili organiz-zatori della Festa Rionale del paese. Mi lancia la proposta: “Paga, ci dai una mano a organizzare una corsetta senza tante pre-tese per la Festa Rionale di settembre?”. Penso d'aver impiegato meno di un secon-do per rispondere sì. So bene il mazzo che si fanno questi ragazzotti per migliorare di anno in anno la festa del paese quindi mi sembrava il minimo dar loro una mano. Si

trattava di studiare un percorso “tran-quillo”, alla portata di tutti;

la finalità era quel-la di far

correre soprattutto i ragazzini.E così è stato. Giro da 4,5 km circa, con partenza dalla piazza della Chiesa, salita nel bosco col sentiero n°28, poi sentiero Rotary fino alle baite di Piazzo (mt.507), quindi discesa col sentiero n°29 per arri-vare infine in Oratorio.Tutto è andato per il verso giusto nono-stante il tempo non fosse dei migliori. Una cinquantina di iscritti, tra cui 7 bimbi nati dopo il 2000, tanta allegria, percorso perfetto ma anche gara vera vinta dal no-

stro Tebol.Ringrazio tutti quelli

che mi hanno aiutato nel rendere possibile la Piazzorace e, ovviamente, chi ha gareg-giato anche se, ribadisco, il grande merito va agli organizzatori della Festa Rionale di Maggianico.Ora il pensiero va all'anno prossimo: ci sarà una seconda edizione? Margini di miglioramento sicuramente ce ne sono, vedarem...Adesso vi saluto con un auspicio: rivedere nel 2012 quei 7 bimbi con un anno in più, accompagnati magari dalle loro mamme, dai loro papà, dai loro fratelli e dai loro amici...

Di Gianluca Paganoni

Prima edizione...”Un nome che suonava bene in testa..”PIAZZORACE

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Di Riccardo GhislanzoniLa gita del decennale!!!I FALCHI ALLE TRE CIME

Per festeggiare il decennale del gruppo, i Falchi hanno organizzato una bella

gita con tanto di gara nella bella Val Pusteria. Gita in compagnia di famiglie e di amici per un week-end all’insegna dello

sport e del divertimento.

Partenza nella mattinata di sabato da Lecco con tanto di pullman, come si addice ad una gita sociale seria, fermata

conviviale per stuzzicare l’appetito in una piazzola di sosta di Bressanone a base di pane e salame, accompagnati da un fresco

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I FALCHI ALLE TRE CIME

Il tempo di farsi una bella doccia e mettere ancora

qualcosa nello stomaco, una bella birretta fresca ed ecco la “curiera” pronta a riportarci su “quel ramo del lago di Como”.

Gita sicuramen-te da ripetere:

bella gara, luoghi stupendi, compagnia ottima e un doveroso ringraziamen-to alla generosità di Sandro Morganti.

Cartizze. Ottimo soggiorno in un albergo in centro a Sesto.

Le Tre Cime di Lavaredo sono lo splendido scenario naturale che ripa-

ga le fatiche degli atleti che tagliano il tra-guardo della Südtirol Tre Cime Alpin, da Sesto al Rifugio Locatelli (2405 m), dopo 17,5 km e 1350 m di dislivello positivo. E il Rifugio Locatelli, ai piedi delle mitiche pareti nord delle Tre Cime, è anche il pun-to ideale per parenti e amici per farsi una bella passeggiata, per fare il tifo agli atleti e per gustarsi gli ultimi metri di gara.

Alla domenica mattina, tra i 900 atleti che partono da Sesto, ci sono anche

8 Falchi: Carlo, Claudio, Fabrizio, Matteo, Paga, Ricky, Tebol e il giovane neo-falco Yarj. Insieme a loro anche i due compagni di trasferta Viviana e Luca, giovani e pro-mettenti atleti dell’OSA Valmadrera.

Per tutti c’è la grande soddisfazione di tagliare il traguardo e di gustarsi lo

spettacolo di questo splendido angolo di Dolomiti.Abbondante ristoro all’arrivo e poi lunga discesa per rientrare a Sesto.

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prensione e la fatica degli organizzatori, i dubbi di chi non sa se riuscirà a finirla, il sorriso di Monica che con pazienza era ancora alla Bedoletta a fare assistenza sotto l’acqua insieme a Roberta ed Ali-da, gli amici sul percorso e le cazzate che comunque riusciamo a sparare anche nel gruppo in gara, ma le 3 ore che ho im-piegato non raccontano nulla di tutto ciò, non sono che la crosta del significato, non sono più importanti di tutto questo.Quello che rimane veramente lo si vede negli occhi di tutti quelli che hanno taglia-to il traguardo o hanno anche solo provato a tagliarlo, agli organizzatori e alle perso-ne che ci vogliono bene.

Tanta gente afferma che le persone che vanno in montagna sono “migliori” rispet-to alle altre, io credo che un pirla rimane tale anche a 8000 metri, la differenza la fa il cuore. Un uomo lo si vede, lo si capisce,

lo degli altri. Io ho corso in tutti questi anni pensando di poter diventare un uomo migliore, in realtà mi sono accorto che correvo per dimostrarmi qualcosa, ero in competizione con me stesso…La corsa in montagna, e ancora prima l’ar-rampicata e l’alpinismo, non li ho vissuti mai come competizione verso altre perso-ne, ero alla ricerca dei miei limiti. E’ stato come se fare tutte queste fatiche fosse una specie di espiazione del mio essere.

Anche oggi quando decido di intraprende-re qualcosa cerco sempre di fare il massi-mo possibile ma forse ora c’è la consape-volezza di sapere che è stato ed è tuttora un passaggio.So cosa posso fare e che tempi posso otte-nere se mi alleno ed impegno, ma l’aspet-to competitivo è in secondo piano, forse sono un po’ più in pace con me stesso….Quindi se ripenso alla Reseg-up vedo l’ap-

Di Luca MauriIl racconto della gara, ma anche un...”discorso serio”!RESEG-UP!

Gara di casa organizzata magistral-mente dagli amici della 2Slow. Che

dire?Mi sono iscritto alla seconda edizione perché avevo un “conto in sospeso” con l’edizione precedente visto che ero arriva-to a malapena alla Bedoletta solo perché c’era Monica ad aspettarmi… Comunque ho onorato la sua presenza a conati di vo-mito e parolacce, non male direi!!Quest’anno è andata come mi aspetta-vo, l’ho finita in poco più di 3 ore ma, se questo era l’aspetto predominante che mi frullava nella testa lo scorso anno, ora ho imparato a vedere le cose in modo diver-so. Porca vacca mi tocca fare un discorso serio… (per uno a cui piace dire sempre un sacco di stupidate è tutto dire!).

Perché uno decide di correre o fare uno sport di fatica? Ognuno di noi ha un suo perché e probabilmente è diverso da quel-

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lo si valuta dal cuore non dal tempo im-piegato a fare una gara.Un atleta lo si valuta dai risultati, quindi rimangono le classifiche, i tempi, le pre-miazioni… niente di male per carità!!E’ come quando arrivi in vetta ad una montagna… il piacere di un’ora sulla cima svanisce in fretta, lo sforzo per la vetta è ciò che resta vivo!

Questa mia memoria non vuole affatto gettare scredito sul mondo delle gare e sui campioni che gareggiano, atleti e tempi assolutamente inavvicinabili per il sotto-scritto, quindi massimo rispetto ed am-mirazione, vuole essere solo un punto di vista personale su circa otto anni di gare.Mi ritengo veramente fortunato di aver potuto vivere delle così belle esperienze e sensazioni insieme ad un gruppo di gente a suo modo speciale.

E come di solito usiamo dire… CHE NON MANCHINO MAI VITTORIE E F…E!!

Il racconto della gara, ma anche un...”discorso serio”!

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Di Luca e Donatella

14a Como-Valmadrera 3° Trofeo Antonio Rusconi a.m.

A distanza di un anno siamo ancora qui alla partenza di questa bellissima

gara per ricordare Antonio.A distanza di un anno sono ancora qui alla partenza da novello sposo.Sono rientrato solo due giorni fa dal viag-gio di nozze ma, nonostante il poco alle-namento, ci tenevo a esserci. Anche per ricordare Antonio.In queste due ultime settimane ho avuto l’occasione di leggere il libro “IL GRAN-DE ALPINISMO INVERNALE” e così ho avuto modo di conoscere ancora di più l’uomo che era Antonio.All’arrivo ad aspettarmi c’è mia moglie Donatella.La giornata è splendida ed è previsto un gran caldo.Parto al mio solito passo e, dopo un’ora e mezza, mi sembra di essere già alla frutta.

Rallento e mi prefiggo dei traguardi da raggiungere…Canzo, Gajum, il rifugio

Terz’alpe, il rifugio SEV.La stanchezza aumen-ta lentamente ma non voglio pensare ad un ritiro.

Penso così a tutte quelle persone che ogni giorno lottano solo per scendere da un letto d’ospedale.Allora mi accorgo che sono qui per divertirmi e che la mia fatica è nulla al confonto.Penso a mia moglie che mi sta aspettando e che devo raggiungere.Alla fine dell’ultima salita incontro l’amico Carlo San-tini che mi accompagnerà, sostenendomi moralmente,

sino al rifugio SEV.Per qualche minuto indosso il mio k-way per riparare il mio stomaco un po’ malan-dato.

La discesa sino al traguardo è poco più che una passeggiata veloce ma in qualche modo riesco ad arrivare a Valmadrera ac-colto da mia moglie Donatella.Il crono segna poco sotto le 5 ore ma non importa.

L’importante era esserci.L’importante era vivere di nuovo quelle emozioni che ogni anno viviamo noi tut-ti partecipanti nel correre e… correndo volgere lo sguardo al Cielo e dire CIAO ANTONIO! ANCHE OGGI SEI QUI CON NOI!

A distanza di un anno ho avuto il desi-derio di scrivere ancora di questa gara.

In quest’anno per me molto speciale, voglio ringraziare tutti gli amici che mi sono stati sempre vicini nei momenti difficili.

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14a Como-Valmadrera 3° Trofeo Antonio Rusconi a.m.

Sono stati tanti i momenti in cui anche una semplice telefonata o un sorriso hanno al-leviato le preoccupazioni di quest’anno.Grazie a tutti per questo perché insieme si può fare molto.

Grazie per averci accompagnato fino al 17 settembre!Giorno del nostro matrimonio!

(Altimetria: http://www.podismobrianza.netsons.org)

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questo almanacco) racconti entusiastici di gare per me sconosciute: i Trail. Non so bene cosa siano ma gli ingredienti mi sembrano quelli buoni: distanze lunghe, contesti naturali e selvaggi, essenzialità, spirito di avventura condivisa, rispetto della natura e degli altri. Ho deciso: nel 2011 voglio fare un Trail. Conto di approfittare del periodo inver-nale per prepararmi meglio. Infatti in in-verno abbandono il mio quotidiano ciclo-pendolarismo Merate-Bovisa-Merate: in bici è già ad alto rischio con la luce del sole, farlo d’inverno al buio sarebbe un tentato suicidio e lo sostituisco con un più allenante treno-running. Ovvero Merate-Sesto San Giovanni in treno e Sesto San Giovanni–Bovisa di corsa. Saranno 6/7 Km (alcuni per le non bellissime vie di Sesto ma buona parte nel bel Parco Nord Milano): non tanti ma riesco a farli quasi quotidianamente. Una buona soluzione

tutte le varie specialità quelle che negli ultimi anni mi affascinano di più sono le distanze medio-lunghe (30-60 km) in contesti naturali. Non che ci sia partico-larmente portato o predisposto: son co-munque da mezza classifica a prescindere dal tipo di corsa. Nell’inverno del 2010 leggo (anche dal-

le pagine di

Sky-race, sky-marathon, corse in mon-tagna, eco-maratone, maratone, mez-

ze maratone, campestri, 10mila, 5mila e le mitiche tapasciate: credo di averle pro-vate tutte. Versatilità?? No… più che al-tro il semplice piacere di correre per stare bene con se stessi a prescindere dal tipo di

corsa. Tra

IL MIO PRIMO TRAIL: GORREIDi Carlo Proserpio

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meno e il gioco è fatto!). Quindi oltre a es-sere stato di più con i bimbi sono riuscito ad infilare qualche lungo tra i bei sentieri dietro casa: Parco del Curone e del San Genesio. Cosa voglio di più dalla vita?

Arrivo a Febbraio in buone condizioni e curioso tra i calendari delle gare

Trail, ne trovo una che mi ispira: 46 km con 2000 m D+, si chiama Trail dei Gorrei e si corre il 3 Aprile nella zona di Ovada, confine Piemonte-Liguria. Mi iscrivo!Venerdì sera carico la famiglia e partia-

che mi permette di ottimizzare i tempi di spostamento e di allenarmi. E poi quella sensazione di iniziare il lavoro consa-pevole che comunque vada la giornata, qualcosa di buono l’hai già fatto: impa-gabile!!Durante l’inverno ho inoltre pianificato di fare un po’ di più il papà: sarò a casa in congedo parentale un giorno in settimana. A parte la busta paga più leggera (ma chi è abituato a prenderne pochi ha impara-to comunque ad accontentarsi: tiri un po’ giù il riscaldamento, qualche bistecca in

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2 0 0 per il giro corto da 26 km, i restanti per la 46 km. Poche centinaia di metri su asfalto e via nel sentiero: i primi son fenomeni veri e li perdo subito di vista. Ci sono poi i fenomeni improvvisati che partono a tutta: sorpassi e numeri da circo salvo poi trovarli qualche km più avanti belli inchiodati e sbuffosi. Trail o mica Trail a qualcuno il pettorale fa davvero male alla salute.

l’occasione mi è concessa la notte nella cuccetta singola: mi sveglierò solo 2/3 volte per raccogliere quei bruchi delle 2 bambine che rotolano continuamente giù dal letto, almeno mi sono evitato le altre 3/4 sveglie per quella peste del loro fratello. La mattina colazione e ultimi preparativi: sono un po’ nervoso, preoccupato dal fatto di non aver mai corso con un marsupio e dal sole che nonostante siano solo le 7 è già particolarmente caldo. Ma ormai ci siamo: si parte. Siamo in circa 300: di cui

mo con il camper dei suoceri. Passiamo il sabato tra le colline del Monferrato e visitiamo Acquiterme. Ne approfitto per recuperare il materiale obbligatorio che ancora mi manca per la gara: in un ali-mentari qualche barretta e in un negozio di giocattoli il fischietto, mi rendo conto che serve anche un cellulare… che io non ho! Lo chiedo in prestito a mia moglie che quando scopre che devo correre con fischietto, cellulare, borraccia, cibo, telo termico, giacca mi piglia non poco per il culo e un po’ si preoccupa: “ma vai a fare una corsa oppure una gara di soprav-vivenza? Vedi di tornare intero!” le sue (amorevoli) parole!Il Sabato sera arriviamo al luogo di par-tenza: Moretti di Ponzone. E qui scopro la dimensione umana del Trail dei Gor-rei: Nando. Lo trovo in piazza indaffa-rato negli ultimi preparativi e nonostante l’orario del ritiro pettorali è passato da un pezzo mi riapre il locale, mi consegna il pettorale, mi dà il benvenuto, scambiamo due parole, capisce che sono un novello e dispensa qualche buon consiglio. Grazie Nando: uno così se non ci fosse bisogne-rebbe inventarlo!Cenetta in camper e via a nanna. Per

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ro: è ripida ma provo comunque a correrla e ci riesco pure bene. Lo staff gentilissimo mi incita: dalla maglietta dei Falchi leg-gono che sono di Lecco “bella: lì ci sono le Grigne, dai che sei sedicesimo e quelli davanti sono bolliti” mi dicono. Riparto con la conferma di essere in una posizione di classifica per me insperata: devo am-metterlo mi emoziono!

Poco dopo riprendo quattro atleti un po’ in crisi, sul successivo traverso

altri due: molti pagano la giornata terri-bilmente calda. Ho finito l’acqua proprio quando incrocio uno dello staff. Mi dice che poco avanti c’è una pozza: “bevi pure: l’acqua è buona, qui oltre a voi non c’è niente e nessuno per km!”. Credo che in quella situazione sia stato il dono più bello: fresca e buona. Riparto: quella poz-za è una delle immagini più bella che ho di questa avventura. Ora c’è la salita finale: pendenze e km nelle gambe non mi permettono più di correre. Butto giù il testone e salgo gobbo di un buon passo… non sopporto questa posizione ma tengo duro. A metà salita incontro un altro atleta: la faccia non è delle più belle (difficile tro-varne di belle in queste situazioni) ma vedo che è ben assistito dallo staff. Prima dell’ultimo strappo la salita molla e torno a correre: oggi non mi ferma nessuno! Ul-timo strappo camminando e sono in cima: da qui all’arrivo mancano 5 km. C’è un ultimo ristoro dove mi comunicano che sono nono. Prendo un gel e via! Nel finale intravedo l’atleta che mi precede, lui ri-lancia per non farsi raggiungere e io sono soddisfatto della mia prestazione: arriverà pochi secondi davanti a me.

Chiudo nono in 5h e 38 minuti, a quasi un’ora dal vincitore: il forte valdo-

stano Giuliano Cavallo seguito da Valen-tino Tancini e Pablo Barnes. A fine giornata oltre alla soddisfazio-ne personale sono anche orgoglioso di portare la casacca dei Falchi sul palco. Anch’esso in stile trail: spartano e senza fronzoli.

Foto: Carlo Proserpio e www.acquirunners.it/

Riparto, il paesaggio è bello: si alterna-no tratti brulli, esposti e senza alberi (mi sembra di essere sulla Luna) a boschi umidi con attraversamenti di torrenti dove i colori e profumi della primavera inizia-no a farsi largo.

Prima del secondo ristoro raggiungo la prima donna della gara breve. Sono

un po’ perplesso perché solitamente le pri-me donne le vedo solo per i primi km… in questo caso sto superando la prima della gara breve mentre io sono in gara sulla lunga. Al momento penso che evidente-mente le donne da queste parti sono meno bioniche di quelle lecchesi oppure io sono in particolare forma (o entrambe le cose?). Quando la strada spiana mi rendo conto di riuscire a spingere bene, in breve siamo al bivio: breve a destra, lunga a sinistra. Mi trovo solo per molti km, cosa che a me piace da maledetti. E poi il percorso è davvero bello: si alternano salite (mai lunghissime e ripide), discese pulite e tra-versi anche veloci… insomma percorso corribile. In un punto perdo leggermente il sentiero ma riesco subito a riprenderlo: bisogna tenere gli occhi ben aperti perché in alcuni tratti la traccia non è evidente. Le segnalazioni aiutano ma bisogna sa-perle vedere: anche questo è parte del Trail.. e mi piace!

Supero qualche altro atleta e arrivo ad una bella rampa che precede un risto-

Io cerco di prendere il mio ritmo: 46 km non sono pochi, meglio non esagerare.

Il percorso è anomalo perché dopo pochi km c’è una lunga discesa, corro sciolto senza esagerare ma con la massima attenzione: le mie caviglie non sono molto affidabili. Mi sento bene: battiti bassi (ci mancherebbe: siamo in discesa!), sudo poco e sono bello concentrato. Inizia la salita: in breve molti atleti sono al passo, io preferisco correre, forse è più dispendioso e meno redditizio ma so di imballarmi di meno. Funziona! Il ritmo è buono e anche nei tratti più ripidi non mollo. Supero parecchie persone. So che non sto forzando quindi decido di continuare così per tutta la salita. Discesa con qualche passaggio tecnico e primo ristoro. Tra i consigli mi ricordo quello di alimentasi bene: mi fermo alcuni minuti per mangiare e bere a dovere. In molti mi passano ma sono sicuro di aver speso bene quel tempo.

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gli 8,2 km del tracciato.Allora mi sono chiesto come avevo fatto ad abbassare il tempo di ben due minuti, che potevano essere ancora di più se fossi rimasto più concentrato nella parte finale della gara.In effetti mi sono un po’ troppo rilassato quando ho incontrato due tifosi d’ecce-zione, i nostri compagni di squadra Lele e Mauro, appostati a L’Aser, noto passaggio del per-

anno consecutivo che otteniamo questo risultato.

Anch’ io mi sono preso una piccola sod-disfazione classificandomi in tredicesima posizione assoluta e realizzando il mio re-cord personale di 1h 03’ 07”.Eh sì, perché questa è stata la mia quar-ta partecipazione alla gara ed il mio mi-glior tempo risaliva all’edizione del 2009 quando impiegai 1h 05’ 16” a percorrere

DI Enrico MazzoleniLA MIA ELISA

Se mia moglie Emanuela dovesse leg-gere il titolo di questo mio articolo…

penserebbe sicuramente molto male, ma come voi runners ben potete immaginare, mi riferisco alla gara di corsa in monta-gna, che si è disputata il giorno 9 ottobre con partenza dalla frazione di Molina a Mandello del Lario ed arrivo al rifugio Elisa a quota 1515 metri.

L’edizione di quest’anno ha registrato la partecipazione di ben 124 atleti. Si è svolta in una “fresca” giornata, 10 °C al via alle ore 9, ma baciata sul tratto fina-le da uno splendido sole autunnale.Tanto per cominciare direi che si potrebbe intitolare “l’edizione dei tempi record”; infatti miglior tempo di sempre sia in campo maschile, dove ha trionfato con il crono di 51’ 14” il lecchese Nicola Goli-nelli del team Ger Rancio, che in quello femminile, dove si è imposta Ilaria Bian-chi del Team Valcamonica che ha stoppa-to le lancette dell’orologio in 1h 04’ 35”.Noi Falchi di Lecco poi, come squadra, abbiamo portato a casa il 16° Trofeo Evangelista Ferrario destinato alla 1° so-cietà classificata; mi permetto di dire che “siamo troppo forti!” perché è il terzo

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corso posto a pochi minuti dall’arrivo.

Sono certo che il buon allenamento è stato un fattore determinante per compiere que-sto miglioramento. Però, penso che il mo-tivo principale, essendo da poco diventa-to papà, sia stato il pensiero che dovevo tornare a casa il più presto possibile per prendere in braccio Pietro, il mio picco-lissimo campione!In realtà, da quando è nato lui, è sempre meno il tempo a disposizione per allena-menti e gare.Perciò, sono sicuro che le mie prestazioni sono migliorate in questo periodo perché cerco di correre sempre più veloce per po-ter passare più ore in sua compagnia.

Così il vederlo crescere giorno dopo gior-no mi dà una forte ed indescrivibile carica ed iniezione di fiducia.

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Di Riccardo GhislanzoniLa festa del TrailMONTE CASTO

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Piemonte, Italia.

Ad attenderci c’è già l’autista con il pullman, o meglio, la “curiera” (se no che c’azzeccava l’introdu-zione?!), con il motore acceso. In pochi minuti ecco arrivare i com-pagni di trasferta, tanti Falchi e gli amici di PodismoBrianza. Le 3.30 non sono ancora scoccate che già si

in arte Davide Van de Sfroos, per introdurre il racconto di una bel-lissima giornata trascorsa insieme a tanti amici con la passione per il Trail. Una domenica di fine ottobre cominciata molto presto, anzi direi molto prestissimo… ah no, non si dice. Fatto sta che alle 3.15 c’è il ritrovo a Montevecchia, destina-zione Andorno Micca, Biellese,

E la curiera che la va sö e giò e l’autista che na po piö e la sciura cunt i bei tèt e la düneta c’ha sbaglià’l biglièt. Sempru la solita tiritera... Töcc in sö la curiera.

Mi permetto di scomodare un certo Davide Bernasconi,

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Poco prima di mezzodì arriva il primo falco Giampy Crippa, che entra nella Top20. Dopo un po’ ar-riva anche Jessy, il sottoscritto, il Pizza e Ale Filigura.All’arrivo ci sono già Fabry Faru-mi e Yarj, in gara nella 21 km.Monte Casto: la Festa del Trail. Ma cosa c’entra il titolo? Di soli-to, dopo l’arrivo, ci sono sempre i soliti “riti”: doccia, pàblic rele-scion (ovvero si scambiano quat-tro chiacchiere con i “compagni di fatica”) e pasta-party con le gam-be sotto il tavolo. Una prima pe-culiarità del Casto è che, oltre alla “festa del carboidrato”, c’è anche la “festa del luppolo”, nel senso che la Menabrea, nota produttrice Biellese di birra, è tra gli sponsor della gara e mette a disposizione degli assetati atleti birra alla spina illimitata e gratuita!Forse anche solo questo basterebbe

E sì, perché c’è anche una seconda curiera,

quella veneta, a ranghi un po’ più ridotti. Abbiamo poi tutto il tempo necessario per ritirare il pettorale e fare colazione.Ore 7.00: oltre 350 trailer sono al via della gara di 46 km e 2300 m D+. Percorso davvero bello, im-preziosito da una giornata di sole incredibile. Strade sterrate e sen-tieri molto corribili ma anche bo-schi di faggio e panorami spettaco-lari. Ristori ben forniti e tracciato segnato alla grande.

parte e, nella prima sosta ad

Agrate, i posti rimasti vuoti dei 54 disponibili vengono riempiti da-gli assonnati bergamaschi dell’IZ Skyrunning.Sosta veloce ad Arluno ma il neo-falco Yarj è stato tradito dal pas-saggio all’ora solare ed è rimasto in branda. Ci raggiungerà più tar-di.

Ore 5.45: entrata trionfale della curiera lombarda in zona partenza.

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pane e salame, formaggio, poi ar-rivano birre, birre Menabrea Dop-pio Malto 7.5°, vino rosso, grappa, caffè, prosecco offerto dagli amici della curiera veneta, in ordine più o meno sparso. Gli esperti nutrizio-nisti si straccerebbero le vesti nel vedere tutto questo… D’altronde è risaputo: l’alimentazione è fonda-mentale.Il Giampy, ogni volta che lo guar-di, è lì che fa andare la bocca. Il Jessy, ogni volta che lo guardi, è lì che sorseggia un bicchiere e in-tavola discorsi con apparente con-vinzione.

Comunque è proprio una vera fe-sta, tra brindisi, canti e tante grasse risate.Ma come tutte le feste, anche que-sta finisce. E lì ad aspettarci, nel parcheggio, c’è il nostro fedele “dinosauro di lamiera” che ci ri-porterà a casa, stanchi ma felici.

Ma varda che atmusfera... Tücc in sö la curiera!

a rallegrare l’ambiente già di per sé molto gio-viale.Comunque, dopo aver riempito lo stomaco ed aver placato la sete, ci sono le solite premiazio-ni. Al termine ci si saluta e ci si dà l’appuntamento all’anno prossimo. Seee, questo in una gara “norma-le” ma non qui. O almeno non subito.

Parafrasando Fabri Fibra, ora “parte la festa, festa, fe-sta, festa, festa, la festaaa” (e non la testa). E già, perché, dal ventre della curiera esco-no salami nostrani lecchesi, formaggelle bergamasche e buon vino. Ora comincia il bello.

Ed ecco che i tavoli che hanno ospitato il pasta-party si riani-mano con bocche affamate di “atleti” che addentano ingorde

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nostante l’ambiente in cui sono immerso sia davvero eccezionale. Correre di notte ha poi tutto un fascino particolare.

E’ già da qualche settimana che, come allenamento, esco con Giampy & com-pany e corriamo quando arriva il buio, dopo aver messo a letto i nostri bimbi. In questo modo riusciamo a ritagliare lo spa-

Decidiamo di andare a cenare e ci man-giamo una bella pizza. Il tempo stringe e ci attende una bella nottata: a mezzanotte si parte.

Sarà la tensione o chissà cosa ma io mi sento lo stomaco un po’ sottosopra e nelle due ore che ci restano prima della parten-za non riesco assolutamente a chiudere occhio.Finalmente alle ore 23.45 siamo tutti pronti sulla linea di partenza. Ognuno di noi “naviga” nei suoi pensieri e tende ad estraniarsi. Tre, due, uno… ci salutiamo e …via! Si parte.I primi chilometri sono su asfalto e per me la vedo già dura.Quando comincia la lunghissima sali-ta verso la Forcella Lavaredo (2450 m e punto più alto della gara) si alza un vento freddo e questo non aiuta di certo il mio stomaco già in subbuglio. Anche le gambe non girano come dovrebbero girare, no-

LUT, Lavaredo Ultra Trail, una gara parti-colare attorno alle Tre Cime di Lavaredo, nel cuore delle Dolomiti. Circa 87 km con un dislivello positivo di 5300 metri, con partenza da Auronzo di Cadore allo scoc-care della mezzanotte di venerdì 1 luglio.Prima di immergerci nel clima della gara ci attendono ben 5 ore di viaggio in mac-china dalla Brianza. In questa “trasferta” siamo in cinque: io, Gessy, Giampy, Gio-vanni e Diego.

Gessy e Giampy hanno già corso qui lo scorso anno (tra l’altro Giampy aveva colto un grande 8° posto) e ci raccontano di quanto sia dura questa gara, con salite e discesa davvero toste. Ma forse è stata proprio la durezza della gara ad attirarmi qui.Arriviamo alla palestra di Auronzo per il ritiro dei pettorali e chiediamo qualche in-formazione sul meteo previsto dato che in cielo girano certi nuvoloni…

LAVAREDO ULTRA TRAIL 2011Di Claudio Pizzagalli

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LAVAREDO ULTRA TRAIL 2011

zio per la nostra passione correndo sulle nostre montagne, dal Cornizzolo ai Cor-ni di Canzo, dal Resegone alla Grigne. E questo senza sottrarre tempo e spazio alle nostre famiglie. La notte, il vento e qualche nuvola na-scondono un po’ il paesaggio che ci cir-conda. Stiamo percorrendo la Val Giralba e transitiamo dai rifugi Carducci, Comici, Pian di Cengia prima di scollinare alla Forcella. Qui scendiamo al Locatelli, al cospetto delle pareti Nord delle mitiche Tre Cime.

La discesa è lunga attraverso la Val Rim-bianco. Dopo circa 30 km transitiamo dallo spettacolare Lago di Misurina ma l’oscurità è ancora nostra compagna di viaggio. Quando comincia ad albeggiare siamo

circa a metà strada. Vengo raggiunto da Giovanni e proseguiamo assieme. Al ri-storo del 44° km a Villa Gregoriana bevo un buon brodo caldo che mi rimette a po-sto lo stomaco: questo sarà il momento cruciale della mia gara.

La seconda parte del percorso risulta es-sere più tecnica e veramente spettacolare ma io ho finalmente ritrovato le energie e adesso non mi ferma più nessuno. Sto veramente bene e vado con passo spedito, senza quasi fermarmi ai ristori. Le ascese alla Forcella Grande, alla Forcella Piccola e al rifugio Chiggiato sono dure ma le su-pero di slancio.

Dopo il rifugio Baion c’è l’ultima lunga discesa che mi porta al traguardo di Au-ronzo in poco più di 15 ore. Per me an-

che una buona 53esima posizione su più di 400 atleti arrivati al traguardo (senza contare poi chi si è dovuto ritirare, come il nostro amico Diego).

Il migliore dei nostri è stato Giampy 13h14’ (26°), poi Gessy in 14h18’ (42°). Finisher anche Giovanni in 16h28’.Nel complesso è stata davvero una bella gara, una delle più dure considerando la lunghezza e il dislivello che abbiamo do-vuto superare.

Per il 2012 bollono in pentola importanti novità: si parla già di un’edizione com-pletamente rivoluzionata. A partire dalla partenza, da Cortina d’Ampezzo. E poi un percorso tutto nuovo, 120 km con 6000 m di dislivello positivo. Interessante, davve-ro interessante!

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sta. Non puoi ignorarla... E, in effetti, di muraglia si tratta visto che Maggia-nico, metro più o metro meno, si trova ad una quota di 220 mt. mentre la croce della vetta raggiunge i 1236 mt. Anzi, per fare il pignolo, se vai fino alla piaz-zola dell’elicottero, raggiungi i 1241 mt.!In fin di ball, per arrivare in cima hai più di 1000 mt. di dislivello, terreno ideale per un bel chilometro verticale.

Ma come arrivare fin lassù? Due sono i sentieri classici che par-

tono dal paese. Tenendo sempre via alla Fonte (mt. 236) come punto di partenza abbiamo i sentieri n° 29 e n° 28. Il 29, indicato con bolli bianchi - gialli, sale verso il nucleo storico di Piazzo (mt.507), prosegue verso Camposecco (mt.605), si impenna fino al bivacco Mario Corti (mt. 921), si impenna ancor più fino al Corno Grao (mt.1049); si respira poi per 8-900 metri sulla Piana fino alla Foppet-ta, quindi ultimo strappo fino in cima. Lunghezza, più o meno, di circa 4,3 km.

Di Gianluca Paganoni“...tutte le persone dovrebbero avere una passione...”MAGNODENO!

Tutte le persone dovrebbero avere una passione. Una vita senza interessi è

una vita vuota. A tanti piace il calcio; ad altri piacciono le auto; alcuni ascoltereb-bero solo musica. Noi Falchi siamo un gruppo di corsa in montagna quindi, mi pare ovvio, a noi piacciono le montagne. Tutte le montagne sono belle anche per-ché sono tutte diverse tra loro. Però, an-che qui, ognuno di noi ha la sua preferita.Magnodeno, o meglio Magnòden in dia-letto, è una parola che mi rimbomba nelle orecchie fin da piccino. Avendo abita-to sempre a Maggianico infatti, quando si parla di montagna si parla de Ma-gnòden. E’ un po’ come uno che nasce a Genova: non può non piacergli il pesto!

Ma perché questa fissa? La risposta in effetti è abbastanza scontata:

da qualsiasi punto del paese questa mon-tagna è molto vicina; al mattino, quando alzi le tapparelle, vedi questa muraglia verdissima con quella fascia orizzontale di rocce calcaree bianche che ti sovra-

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“...tutte le persone dovrebbero avere una passione...”

Se il sentiero 29 è bello ripido, il 28, o sentiero della Corna Marcia, è bello in-cazzato! Si parte come detto sempre dalla Fonte ma poi, dopo circa 200 mt., si svol-ta a sinistra (seguire bolli bianco – rossi). Dopo aver incrociato il sentiero Rotary, la pendenza aumenta. Si supera lo zucco de Mazzapiòcc, quindi la Corna Marcia, per arrivare sulla Piana alla Foppetta. Da qui fino in vetta ancora col 29. Lunghezza del percorso, passo più passo meno, 3,5 km.

Certo che quando arrivi su ti si apre un panorama stupendo come, del resto,

da tutte le montagne lecchesi: vedi ovvia-mente tutte le cime di Lecco e della Val-sassina; si vede il nostro lago che sbuca da nord e scende dolcemente verso Olginate, dove ritorna fiume e si addentra nella Pia-nura Padana; puoi ammirare la Brianza con tutti i suoi laghetti. Nelle giornate più

terse, invece, con lo sguardo puoi partire addirittura dall’Oberland Bernese, per poi avvistare il Cervino, il Rosa, il Monviso ed arrivare fino agli Appennini dell’Emilia.Ma, soprattutto, quassù si può mangiare l’ottimo risotto coi funghi preparato dai veri angeli custodi del Magnodeno: gli alpini del gruppo Maggianico-Chiuso.

Che dire: potrei dilungarmi ore ed ore nel parlare di questa

montagna ma non vorrei esagerare.Solo un numero, tanto per fare un po’ lo “sborone”: da aprile 2001, nascita del gruppo Falchi ad oggi, 11 ottobre 2011, data di stesura di queste quattro righe, il mio “diario di montagna” dice: “Paga, in Magnode-no sei salito 611 volte!”.

D’altronde cosa dice il proverbio? “Mogli, monti e buoi dei paesi

tuoi...”.

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Sergio Bernasconi, Angelo Pollini e Matteo Malinverno

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ASD FALCHI LECCO

Sergio Bernasconi, Angelo Pollini e Matteo Malinverno

fugio dove si pernotta, si incontrano altri escursionisti e si passa la serata insieme, sicuramente un viaggio non dedicato al divertimento ma allo stare in mezzo alla natura. Giro molto panoramico, se-gnato ottimamente e molto frequentato.Consigliato a persone allenate tutto il circuito integrale fatto da noi a piedi, in alternativa si può scendere a valle ed usufruire dei mezzi pubblici o degli im-pianti di risalita per alcuni tratti, come faceva la maggior parte delle persone incontrate da noi lungo il percorso.

Non c’è mai stato nessun tipo di problema durante il tragitto, grazie soprattutto alla stessa linea di pensiero da par-te nostra, nonostante la stanchezza, le spalle che dolevano a cau-sa del peso dello zaino, le fiacche presenti sui piedi dovute agli scar-

Di Sergio Bernasconi e Matteo MalinvernoDiario di una settimana di trekkingMONTE BIANCO

Lavorando per tutto l’arco dell’anno, ad agosto, periodo

in cui è più appropriato chiudere la rivendita di pane, penso alle agognate ferie e come trascorrerle al meglio.Quest’anno, 2011, dopo anni di viag-gi extra-europei, decido di rimanere nel vecchio continente e fare un trek-king tra Italia, Svizzera e Francia, il co-sidetto “Tour du Mont-Blanc” (TMB) ovvero il “Giro del Monte Bianco”.Compagni di avventura sono Matteo Ma-linverno ed Angelo Pollini, amici affiatati ormai da anni e accomunati dalla passione per la corsa e per la montagna. Il TMB ha una lunghezza di 170 km con 10.500 m di dislivello positivo (e negativo) che decidiamo di compiere in una settimana, dietro la precisa programmazione di An-gelo. Il percorso non ha presentato diffi-coltà tecniche per tutta la sua lunghezza, ad eccezione di un piccolo tratto attrezza-to con scale e catene sopra Courmayeur. La giornata tipica è stata: camminata di circa 8 ore, con sosta per pranzo, di so-lito panini, una pausa caffè, arrivo al ri-

poni, qualche notte insonne a causa della gara di “rus-samento” da parte di ele-men-t i

Duna di Rissani

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esterni, che sono stai gli unici aspetti negativi. Rifugi grandi e accoglien-ti nella parte italiana e francese, un po’ cari nel Vallese Svizzero, problema che si potrebbe comunque risolvere scen-dendo a fondovalle dove sono presenti i “Gite de Tappe”, una specie di ostello dove è possibile pernottare ed usufru-ire della cucina con un contributo di 10 euro, un buon rapporto qualità-prezzo.Da tener sempre in considerazione le con-dizioni atmosferiche: noi siamo stati gra-ziati avendo trovato condizioni avverse solamente nei primi due giorni, bel tempo per la restante parte della settimana. Pe-riodo consigliato da giugno a settembre considerando dei passi a 2700 m dove si potrebbe trovar neve negli altri mesi.A livello paesaggistico questo trek-king è uno dei migliori dell’Eu-ropa e non ha nulla da invidiare a quelli Nepalesi o Sud Americani.

Un ringraziamento particolare ai miei due compagni di viaggio Angelo e Matteo.

Conformazioni rocciose nella Valle dei Fichi

Tramonto ad Assihla

Note di viaggio - Di Matteo Malinverno

Era una fredda sera d’inverno quando, seduti ad un tavolo e di fronte ad un boccale di birra, ci veniva l’idea di programmare questo trekking. Di fronte all’ipotesi di una settimana da trascorrere in un territorio incontaminato, tra paesaggi mozzafiato

e natura selvaggia ci siamo subito entusiasmati. Così è nata questa vacanza stupenda in compagnia di Sergio e Angelo, tutti e tre accomunati da una grande passione per la montagna e lo sport.Durante il trekking abbiamo avuto come compagno silenzioso e imponete il massiccio del Monte Bianco con le sue innumerevoli vette coperte dalle nevi perenni, dalle lingue azzurre dei suoi ghiacciai in contrasto con i grandi boschi di conifere e i tetti lucenti delle case dei paesini di fondovalle.Di questa avventura mi rimangono tantissimi ricordi come la giornata in cui abbiamo percorso 2500 metri di dislivello positivo; a fine giornata, quando abbiamo finalmente raggiunto il rifugio, non posso non ricordare le facce attonite e incredule del rifugisti e del gestore quando abbiamo raccontato loro il percorso che avevamo compiuto quel giorno.La notte poi pensavamo di riposarci per bene in vista della tappa successiva ma non avevamo fatto i conti con gli altri ospiti del rifu-gio alcuni dei quali, in particolare uno, hanno cominciato a russare dalle 22.00 fino alle 5.00 di mattina senza soste. Una cosa che ho imparato è che in montagna oltre agli scarponi e al materiale tecnico è importante munirsi anche di due tap-pi per le orecchie!!!!! Anche l’ultima notte non si è dormito molto in quanto i due tedeschi nostri vicini hanno ben pensato di farsi uno spuntino a mezzanotte passata con qualche barretta energetica e fin qui niente di male, l’unico particolare è che per scartare due barrette ci hanno messo mezz’ora con un rumore fastidiosissimo. Ricordo anche la vista dell’aquila a pochi metri di distanza da noi, appollaiata su di una roccia si è poi alzata in volo con una velocità impressionate; gli stambecchi in gruppo tra la nebbia e le marmot-te che ci hanno accompagnato con il loro caratteristico fischio. Durante gli ultimi giorni di trekking abbiamo anche conosciuto due ragazzi romani e un gruppo di persone affiliate al Trekking Italia con le quali ci ritrovavamo le sere nei rifugi per fare quattro chiacchere sulla giornata appena trascorsa.In conclusione vorrei ringraziare Angelo e Sergio per la bellissima esperienza che mi hanno fatto vivere.

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Antica Kasbah del XVI Secolo

Piazza di Marrakech in notturna

Le tappe- Di Angelo Pollini

1° tappa: Courmayeur - Rifu-• gio Elena; 7h 30’ +1600 D2° tappa: Rifugio Elena - • Champex Auberge Bon Abri; 8h + 1000 D3° tappa: Champex -Trient Rif. • Le Peuty; 5h + 1200 D4° tappa: Trient -Rif. Bellachat; • 11h 15’ + 2500 D5° tappa: Rif. Bellachat - Rif. • Chalet Du Truc; 8h 30’ +1500 D6° tappa: Rif. Chalet Du Truc – • Rif. De La Croix Du Bonhom-me; 7h 30’ +1700 D7° tappa: Rif.De La Croix Du • Bonhomme – Courmayeur; 10h +1000 D

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al check-in, finalmente ci imbarchiamo.Dopo 4 ore di volo si presenta davanti ai nostri occhi la terra nera e brulla di Kefla-vik. Al risveglio dalla prima corta (4 ore di buio) notte su suolo islandese ci diri-giamo nella capitale Reykjavik per noleg-giare i mezzi che ci condurranno per tutta l’isola: un pulmino 9 posti 4x4 e due SUV sempre 4x4, indispensabili per affrontare le numerose strade sterrate con tanto di guadi, ottimo terreno di prova per le mie eccezionali doti da rallista.Imbocchiamo la Ring Road, la strada, una tra le poche asfaltate, che corre ad anello lungo tutta la costa dell’isola.Dopo un breve tratto pucciamo il culo nelle acque calde e puzzolenti della lagu-na blu, un centro termale bello ma un po’ commerciale. Abbandonata la costa ci avventuriamo

successivi 16 giorni nella incontaminata Islanda.

Era già qualche anno che l’idea di un viag-gio nella glaciale Islanda mi girava per la testa e tra una sciata e l’altra butto lì la proposta a Giacomo, che accetta subito, e al barone, noto per essere un decisionista, che accetta dopo mille domande e cento ripensamenti. Vista la nostra scarsa capacità organizzati-va e la nostra ancora più scarsa conoscen-za della lingua inglese, indispensabile da quelle parti (l’islandese è impossibile da utilizzare), ci aggreghiamo ad un gruppo di Avventure nel Mondo con la speranza che sopportino noi 3 persone con grandi problemi.

Superate le lamentele dell’omino pedante

ISLANDA

Sabato 6 Agosto. Tre loschi individui si aggirano per l’aeroporto di Mal-

pensa: il compagno di scalate del famo-so alpinista Davide Guerra (Giacomo), il sosia di un forte skyrunner (il sottoscrit-to) e un personaggio inqualificabile (il Barone) con un bagaglio a mano definito dall’omino all’imbarco (…peraltro piut-tosto seccato) “uno zaino da spedizione”; si guardano in giro alla ricerca degli altri 15 sventurati che passeranno con loro i

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ISLANDA

abbiamo giocato a palle di colori, in particolare il vulcano Askia dove il 14 di agosto

nell’entroterra dove il paesaggio si fa desertico e lunare; tra cascate, laghet-ti vulcanici e colate laviche arriviamo a Landmannalaugar, montiamo le nostre tende in un campeggio umido e paludoso, mangiamo un gran freddo ma possiamo ammirare il fantastico pigiama del baro-ne. Il giorno dopo facciamo una passeg-giata sulle montagne circostanti, dove ci facciamo un’idea delle bellezze che in-contreremo lungo tutto il nostro viaggio.Numerosi sono i paesaggi che meriterebbero paginate di commento. Tra questi lo spettacolare lago Jӧkulsàrlon, dove il ghiacciaio si rompe in tanti iceberg prima di sciogliersi nel mare; le cascate, impressionanti per la loro forza e la loro potenza; le spiagge di sabbia nera; i fiordi, con i loro piccoli paesini di pescatori; i parchi naturali; i vulcani dagli svariati

Un’Avventura da VivereDi Matteo Spreafico

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neve sotto la tormenta.

Il centro dell’isola è dominato per una grossa parte dal ghiacciaio Vatnajӧkull, il più grande d’Europa, su cui, attrezzati di ramponi, ci incamminiamo per una breve escursione.Dopo la fastidiosa esperien-za al lago dei moscerini (insopportabili), raggiungiamo la costa Nord, dove orga-nizzano uscite in barca per ammirare da vicino le balene; consiglio: evitate di fare colazione prima dell’imbarco!Caratteristiche dell’Islanda sono le sol-fatare, luoghi dove dalle spaccature del terreno escono vapori bollenti e maleodo-ranti e dove si formano laghetti naturali fantastici per farci il bagno (attenzione all’acqua: in alcuni punti supera anche i 70°). Questi fenomeni geotermici sono diventati nel tempo la maggiore fonte di energia dell’isola.Non poteva mancare una visita ai famosi geyser, l’attrazione naturalistica di maggior interesse del pae-se, getti di acqua bollente in pressione che arrivano anche ai 40 m di altezza a inter-valli di circa 10 minuti.

L’ultimo giorno abbiamo visitato Reykja-vik, dove vivono i 2/3 dei 300.000 islan-

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con se almeno un maglione pesante e la giacca vento, per far fronte alle numerose piogge (il k-way della Reseg-up è stato perfetto… grazie Paolo!).

Sperando di non avervi annoiato trop-po…. BUONA STAGIONE DI GARE 2012!!!

desi. Abbiamo avuto la fortuna di capitar-ci proprio nel giorno della maggiore festa nazionale, che ci ha regalato strade piene di bancarelle, musica in ogni piazzetta e atleti accorsi per partecipare a maratona, mezza e 10 km. Ovviamente io e Mauro ce ne siamo guardati bene dal partecipa-re… in ferie niente corsa!!! Complimenti comunque ad Alessandro, un amico della Cernuschese incontrato per caso e giunto quinto nella mezza in 1:17’.

Per concludere, direi che questi luoghi spettacolari meritano una visita (guardate le foto e poi giudicate!). Se vi abbiamo in-curiosito, sappiate che la vita in Islanda è piuttosto cara, ma se vi organizzate come noi i costi sono facilmente limitabili: per-nottamenti in ostelli, scuole e campeggi; pranzi e cene fai da te grazie alle cucine che trovate sempre disponibili dove per-nottate (siamo usciti una volta a cena, abbiamo speso 35 € per un piatto molto scarso, senza considerare che la scelta si limita a pochi piatti a base di salmone o agnello); viaggiare in gruppo, così da am-mortizzare il costo del noleggio dei mez-zi.Il clima nei mesi estivi non è particolar-mente rigido, ma è indispensabile portare

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Di Giovanni CivilliniUna bella avventuraUCRAINA

Così anche il 30 luglio è arrivato; il fatidico giorno della partenza per

Chernobyl. Sono più di dieci mesi che stiamo lavorando su questo progetto, sembrava un gioco, invece… siamo qui per partire. Ci sono gli sponsor, gli ami-ci, le autorità, insomma, tutti quelli che ci hanno dato fiducia.Allora…via! Alle dieci precise, come da programma, si parte. È una giornata bel-lissima, di sole.Non sappiamo se questo è un bene o una maledizione (il sole di luglio batte in te-sta) ma forse meglio un po’ di caldo piut-tosto della pioggia. Ci vuole qualche giorno per imparare ad usare bene il navigatore, così a Bergamo, mentre Osvaldo corre e io lo seguo in bicicletta, ci perdiamo. Avendo percorso più dei 13 km previsti, vedendo una ge-lateria, propongo al buon Osvaldo di an-dare a mangiare un gelato. “Non si può” risponde. Io insisto “Dam a trà Osvaldo… mangem un gelato”. Così noi in gelateria

e gli altri incollati ai telefonini alla nostra disperata ricerca.

Alla sera, con mezz’ora di ritardo, siamo a cena a Castenedolo ospiti

della locale sezione degli Alpini. Grande abbuffata. Prima di partire ci riempiono il frigorifero con il cibo avanzato. Alla nostra richiesta di sdebitarci con loro, ci viene offerto un contributo economico a noi molto utile per il raggiungimento del nostro progetto. Il secondo giorno, arrivo di sera a Vicenza, poi con i camper tornia-mo indietro di 20 km per essere ospiti a Monteforte D’Alpone, a cena del gruppo podistico Valdapone De Megni, organiz-zatore della “Montefortiana”. Mi dilungo un po’ parlando di questi pri-mi giorni in Italia perché l’ospitalità è commovente. Il terzo giorno la tappa ar-riva a Portogruaro. Qui l’accoglienza è trionfale. In città manifesti annunciano il nostro arrivo. Noi percorriamo gli ultimi 5 km insieme agli atleti locali del C.A.I. e

AVIS che vogliono correre con noi l’ulti-ma parte di frazione. Invece l’olimpionico maratoneta (non vedente) Carlo Durante corre insieme a Daniela l’intera frazione di 24 km partendo con lei da Oderzo per raggiungere Portogruaro, nelle uniche ore di pioggia dell’intera staffetta. Tutti a cena dagli alpini con i soci del C.A.I. e dell’AVIS. Altra abbuffata con tanto di cibo per i giorni a seguire e ricco con-tributo economico per la nostra iniziati-va. Tutto questo è stato possibile grazie all’aiuto di amici del C.A.I. locale (che io e Daniela abbiamo conosciuto in monta-gna) che ci hanno messo in contatto con Gianna Zanin, persona molto disponibi-le che ha organizzato tutto ciò. Lei ci ha seguito e incoraggiato tutti i giorni della staffetta con SMS fino al nostro arrivo a Chernobyl. Arrivati in Slovenia, di sera, ci fermiamo in un paesino piccolissimo: VIPAVA. Il campeggio è altrettanto piccolo ma acco-gliente tanto che ci fermeremo anche nel

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g r a n d e traina un carretto di legno (normalmente trainato da cavalli) con sopra altri bambini più piccoli.

Ucraina: pensiamo, finalmente siamo arrivati. Non è così, siamo solo a

poco più di metà strada. Primo problema alla frontiera: non ci lasciano passare a piedi perché c’è una specie di autostrada quindi bisogna percorrerla col camper. Per fortuna a meno di 3 km c’è un’uscita e allora via di nuovo di corsa. Un rettili-neo lunghissimo e molto largo con buche

N o n c’è un centimetro di pelle libero da questi fastidiosi insetti e ad ogni pacca sulle spalle si lascia una macchia di sangue. In questo viaggio visitiamo la città di Budapest fermandoci per un giorno di riposo (si fa per dire in quanto per visitarla camminiamo tutto il giorno). Sarà come dicono molto bella!! Ma è anche molto caotica e non mi entusiasma più di tanto. Trovo più affascinanti i piccoli villaggi incontrati formati da baracche di legno dove i bambini giocano nudi per strada con attrezzi che i grandi usano per lavorare (gerla, rastrelli, ecc.) oppure un bambino

ritorno. I proprietari del camping, molto disponibili, conosciuta la nostra iniziativa ci offrono l’ospitalità in entrambi i casi. Grazie!

La Slovenia: un paese verde e ordina-to che mi ricorda il nostro Trentino.

Qui incontriamo le prime cicogne che ci accompagneranno per tutta l’Ungheria e l’Ucraina. Uno spettacolo che non ho mai visto dal vivo. Possiamo osservare i loro nidi enormi sui pali della luce nei centri dei paesi, oppure vederle beccheggiare nei campi, persino in un campo di cavoli (vuoi vedere che i bambini vengono pro-prio da lì?? ). Appena entrati in Ungheria si presen-ta davanti ai nostri occhi un rettilineo di circa 30 km in una foresta di querce. Qui si corre benissimo, al fresco, nonostante siano le prime ore pomeridiane. All’im-provviso un branco di cervi ci attraversa la strada. Un tuffo al cuore…bellissimi. Alla fine di questo rettilineo, il paesaggio diventa più brullo, più monotono. Il posto dei cervi viene preso da un insetto meno nobile ma più fastidioso: la zanzara. Essa ci accompagnerà in tutto il viaggio fino a Chernobyl dove sembra che tutte le zan-zare incontrate sul nostro percorso siano arrivate per pungerci.

Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di ricongiungere le persone come poche altre cose. Ha il potere di risvegliare la speranza là dove prima c’era solo disperazione.(Nelson Mandela)

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sciamo a trovarla e bisogna dire che qual-che volta su queste strade sono più adatti i fuoristrada che i camper.

Finiti i Carpazi inizia la grande pianu-ra. Rettilinei immensi, campi sconfi-

nati, molti coltivati ma la maggior parte incolti. La povertà qui si tocca con mano. Ci chiediamo perché non lavorano più la terra, perché la lasciano incolta e la rispo-sta ci viene data (più tardi) da un conta-dino che ospita alcuni di noi a pranzo.

800 m s.l.m.). Terreni verdi e ben colti-vati. Passiamo villaggi così sperduti che sono sconosciuti persino alla gente che abita a qualche chilometro di distanza. Il navigatore non trova strade e ci invi-ta continuamente a fare inversione; ma noi cocciutamente imperterriti, sempre avanti, perché le mappe che consultiamo ci indicano dei paesi (che poi si rivelano villaggi di pochissime capanne di legno) e quindi pensiamo che deve esserci anche una strada che porta lì. Infatti è così, riu-

nell’asfalto che fanno proseguire a zig zag sia i camper che le biciclette. Oltrepassia-mo molti villaggi, sarà una zona un po’ di-sastrata, pensiamo… neanche per sogno!! Le strade sono tutte così. Sembra che l’asfalto sia stato messo alla costruzione della strada e poi abbandonate.

Il secondo giorno si salgono i CARPA-ZI. Strada collinare con alcune salite

abbastanza impegnative comunque non altissime (il punto più alto è poco più di

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to il museo ci sono cartelli che riportano i nomi dei paesi che sono stati cancellati per sempre; e poi le immagini, gli orrori che solo vedendo si possono comprende-re.Sembra impossibile ma anche in Euro-pa ci sono nazioni con grandi problemi di povertà. In Ucraina ho visto famiglie vivere in baracche di legno, nei villaggi piccoli e grandi, senza acqua potabile, servizi igienici; pochi vestiti e giocattoli per i bambini che camminano scalzi sulle strade. Insomma ho visto la povertà. Poi ci sono Kiev e altre città dove il benessere è a portata di mano. Bei palazzi, macchi-ne di lusso, traffico intenso, persone ben vestite, ristoranti, ecc.. qui tutto rispec-chia l’Europa ma dietro l’angolo il niente. Questa è l’Ucraina. La loro indipendenza dalla Russia (di cui loro ne vanno orgo-gliosi) non li ha certo aiutati. Anzi, ha contribuito ad indebolirli economicamen-te perché la Russia ha tenuto per sé i ca-pitali economici e le fabbriche. Causando loro un grosso abbattimento sul reddito procapite passato da 8000 a 2000 dollari l’anno, la centrale poi ha fatto il resto. Oltre alla povertà economica esiste anche una povertà più grave, quella “MORA-LE”, che ho toccato con mano visitando

presa poco bene da chi deve percorrere gli ultimi chilometri ma la gioia e l’emozione hanno il sopravvento. Le lacrime, la com-mozione e le pacche sulle spalle si spreca-no. Scattiamo fotografie con le bandiere e gli striscioni degli sponsor, fino a quando i poliziotti di presidio perdono la pazienza e c’invitano ad andare via; non vogliono che scattiamo foto. Non capiamo quale segreto devono custodire perché lì non c’è niente. Infine partiamo non tanto per l’in-sistenza dei poliziotti, quanto per l’assalto delle zanzare che come già detto si sono radunate in quantità mai viste.

Terminata la parte sportiva arriva l’esperienza umana, la parte più toc-

cante. Un’esperienza credo diversa per ognuno di noi perché troppo personale e io trovo difficoltà a parlarne per le forti emozioni che mi ha dato. Vorrei invitare tutti i politici di destra o di sinistra che durante la campagna referendaria sul nu-cleare sostenevano che le morti causate dallo scoppio della centrale di Chernobyl tutto sommato non erano molte, a visita-re il museo di Chernobyl che si trova a Kiev. Le pareti non sono tinteggiate, ma sono tappezzate di foto di bambini morti. Il soffitto dell’atrio dell’entrata e per tut-

Sembra una famiglia di benestanti. Hanno una bella casa, ben arredata, il computer, la TV. Io penso “quante mucche può ave-re questa famiglia?” quindi glielo chiedo. Mi risponde che ha 5 mucche; io insisto nel chiedere come mai così poco bestiame con tutto il terreno lì fuori? La risposta è semplice: tutto quello che è prodotto in Ucraina non può essere esportato anche se prodotto a 1000 km da Chernobyl. Così noi produciamo solo per il consumo in-terno; poco se si pensa che qui tutti hanno una mucca per il latte, come pure un pez-zo di terra per gli ortaggi. Inutile produrre più del necessario. Sbagliare strada qui è molto più difficile che in Italia. Il navigatore indica la stra-da dicendo spesso proseguire diritti per 170/180 km poi svoltare a destra o sini-stra. Così corriamo intere giornate sullo stesso rettilineo sempre con le cicogne ad allietarci le giornate e le zanzare a rovi-narcele. Arriviamo a Chernobyl con mez-za giornata di anticipo, non perché siamo bravi (è vero che al mattino siamo parti-ti con un vantaggio di 4 km rispetto alla tabella di marcia) ma l’arrivo anticipato è dovuto allo sbarramento dalla centrale che troviamo a 70 km invece dei 30 come indicano le nostre mappe. La notizia viene

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tanti amici; così oltre alla palestra si stan-no rifacendo anche gli spogliatoi. Durante il nostro soggiorno abbiamo avuto modo di vedere i lavori di ristrutturazione che sono quasi ultimati. Possiamo dire che i nostri soldi sono stati spesi bene. Scusate se mi sono dilungato troppo ma le emo-zioni sono state tante. Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato, sono citati tutti sul nostro sito http://staffettaleccochernobyl.wordpress.com/.

Un grazie particolare ai “FALCHI LECCO” e “A.P.E. LECCO” per la

collaborazione della nostra partenza.

aver capito che gli orfani sociali sono cir-ca 300.000 (trecentomila).

Sono giunto al termine e non ho par-lato del perché di questa nostra av-

ventura: la ristrutturazione della palestra nella scuola professionale di Chernigov. Sinceramente dopo quello che ho visto mi è sembrata la cosa meno importante, ma questa è solo la mia impressione; chi vive e lavora lì dice che non è esattamente così anzi è fondamentale per la crescita di questi ragazzi e allora… EVVIVA la pa-lestra!! Il nostro impegno era di raccogliere circa 13.000 Euro. Siamo andati ben oltre ar-rivando a circa 22.000 grazie all’aiuto di

i bambini che arrivano ospiti da noi (non in tutti fortunatamente) e orfanotrofi (co-siddetti ma più somiglianti a lager)… Non voglio e non posso entrare nei detta-gli, perché sono situazioni indescrivibili. Potrei sembrare esagerato, solo vedendo si potrebbe capire. Sicuramente una del-le cause di questo degrado sociale è l’al-colismo. Donne poco più che bambine partoriscono e abbandonano i figli. I più fortunati rimangono con i nonni, gli altri riempiono gli orfanotrofi dove i direttori nella maggior parte dei casi sono più inte-ressati al sussidio che lo stato mette loro disposizione per ognuno di questi orfani che occuparsi di questi poveri bambini. Dalle informazioni avute mi sembra di

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I Falchi e la staffetta Lecco-Chernobyl - La partenza

Ma cosa c’entra questa “impresa” sportiva e di solidarietà degli amici della SEV Valmadrera con l’Almanacco dei Falchi?Beh, prima di tutto ci sembrava una storia troppo bella, che meritava di essere raccontata e fatta leggere anche ai nostri amici e parenti.E poi perché un contributo, seppur minimo, l’abbiamo dato anche noi Falchi insieme all’APE Lecco. Già, perché abbiamo dato una mano alla SEV ad organizzare la partenza della Staffetta da Lecco, sabato 30 luglio. E per raccogliere dei fondi per il Progetto Chernobyl, è stata organizzata anche una Camminata non competitiva che ha accompagnato gli “staffettisti” fino a Rivabella. Da lì è poi partito il vero viaggio verso l’Ucraina.Una Camminata che ha riscosso un discreto successo, con tante persone che hanno voluto esserci anche solo per dare un contributo all’iniziativa.Un grazie alla SEV per averci coinvolto e tanti complimenti per aver pensato, progettato e infine aver portato a termine questa bellissima “gara di solidarietà”.

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Di Riccardo GhislanzoniLa storia dei Falchi attraverso le diviseMETTI LA CANOTTIERA!

Possiamo parlare dei 10 anni dei Falchi anche attraverso la storia delle divise.

Cominciamo con quelle del lontano 2001 acquistate da Brunetto. Canotta grigia e blu con quel grosso falco sul petto e quel font della scritta “ASSOCIAZIONE SPORTIVA FALCHI” veramente d’altri tempi, anni ’30-’40 direi…

Canotta e pantaloncino sostituiti da quelle molto più tecniche della Nike arrivate sul finire dell’estate 2003 grazie al Tita Liz-zoli. E insieme al completo da gara ecco anche il primo abbigliamento da riposo: la maglia grigia Nike in Dry-Fit e la tuta blu dell’Adidas.

Nel 2006 il grande Adelfio comincia a parlare a Sandro Morganti di quel grup-po di amici col “vizietto” della corsa. Ed ecco arrivare poco dopo il completino Sport-Specialist e sponsorizzato Kapriol, così tanto sfruttato da Antonio Cappello e dal Clan Brianza, insieme al mitico “pa-tone” Kapriol con tanto di pantaloni della tuta un po’ largotti, ma ideali per i lavori a casa o per guardare un bel film distesi sul divano!

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METTI LA CANOTTIERA!

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per assorbire il sudore della fronte!

Dulcis in fundo, sul finire della primavera del 2010 arrivano anche le nuovissime di-vise da skyrunning.

squadra seria!

Negli anni poi la dotazione viene integrata con il gilet arancio e il giubbetto rosso Ka-priol, con le calze con cui si fa anche della beneficienza, con le fascette e le bandane

Aprile 2007: la sponsorizzazione da parte della Kapriol viene subito concretizzata con l’acquisto di una linea tutta nuova targata Asics. Dal completo gara, all’ele-gante completo da riposo, fino alla tuta e al borsone: sembriamo veramente una

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Di Riccardo GhislanzoniLe tappe della Storia Dei Falchi10 ANNI E PIU’!!!

Zegama - 2006

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è il presidente e che, come dice il nome stesso, fino ad ora si era dedicato più che altro alle “imprese alpinistiche”. La “Monza” è e sarà un po’ una gara sim-bolo poiché attirerà verso la corsa anche due giovani “atleti” di Ballabio: i cugini Mauro Esposito e Ricky Ghislanzoni. Per loro c’è l’esordio nelle gare nella Bongio Trip 1998, quando la formula era ancora quella della cronoscalata. Edizione vinta, tra le donne, da Rosita Rota Gelpi e da un giovanissimo Marco De Gasperi in 12’30”, migliorando di pochi decimi il re-cord di un certo Tita Lizzoli, forte atleta la cui attività è stata stroncata da un terribile incidente nella fine del 1997. E proprio il Tita entrerà nei Falchi in qualità di presi-dente qualche anno dopo...

Novembre 1998: il gruppo atleti del GAM in gara alla Camposecco aumenta di nu-mero e “la rivelazione Ratti” sfiora la vit-

Novembre 1997: il primo seme viene get-tato o la prima pietra viene posata… Fate voi. I due maggianichesi Gianluca Paga-noni e Carlo Ratti partecipano alla loro prima gara di corsa, la “gara di casa”, la già blasonata Maggianico-Camposecco. Il buon Paga pensava pure di vincerla, nonostante gli scarponi ai piedi: “Sono di Maggianico, vincerò poi io...”. E invece si imbatte in un mondo tutto nuovo, fatto sì di agonismo ma anche e soprattutto di tanta passione.

Sull’onda dell’entusiasmo, il giugno del 1998 Carlo e Gian sono al via, insieme a Marco “Tebol” Tavola, della mitica Mon-za-Resegone, gara notturna a squadre, dal centro di Monza alla Capanna Monza, alle pendici del Resegone. Il colore delle ma-glie è il giallo, quello del GAM, Gruppo Alpinistico Maggianichese, di cui Paga

Decennale della nascita dei Falchi: quale occasione migliore per riper-

correre le tappe della storia del gruppo? Quale occasione più propizia per ripesca-re dai cassetti dei ricordi le foto di qual-che anno fa? Quando le foto ancora si stampavano partendo dai negativi e non erano ancora una “fredda” combinazione di pixel da guardare sullo schermo di un PC, di un iPad, di un iPhone o di qual-siasi altro tablet o smartphone, frutti della moderna tecnologia di questi ultimi anni. Quale occasione più indicata per andare a ripescare vecchi ritagli di giornale o altri frammenti del nostro passato sportivo?E’ quello che abbiamo fatto, cercando di raccogliere alcune immagini significative per illustrare la storia del nostro gruppo. Per lasciare più spazio possibile alle foto, cercheremo di limitare le parole e di uti-lizzarle solo come una sottile traccia di collegamento tra le varie istantanee.

Maggianico-Camposecco - 1997

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ASD FALCHI LECCO

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Monza-Resegone1998

Bongio Trip1998

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L’ ALMANACCO 2011 77

Bongio Trip1998

Maggianico-Camposecco - 1999

Staffetta CAI Barzanò - 1999

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78 L’ALMANACCO 2011

Nel 2001 finisce l’idillio con Cor-no ed ecco che a Mandello, grazie a Bruno, nasce l’ASSOCIAZIONE SPORTIVA FALCHI formata da questo gruppo di giovani che fa della corsa un’occasione di diver-timento e di festa.

L’AS FALCHI si mette subito in luce con buoni risultati. All’ini-

toria, preceduto solo da Tomelleri.Il 1999 è caratterizzato sempre dal giallo, questa volta accompagnato dal nero: sono i colori sociali del GSA Corno Marco Ita-lia, in cui approdano gli atleti del GAM. E il gruppo di amici con la passione della corsa e della montagna cresce mese dopo mese: Lele Gaddi, Loris Ragni, Clau-dio Pizzagalli, Silvietto Gatti, Brunetto D’Ambrosio, Enrico Ardesi…

Cena Sociale Corno Marco Italia - 2000

Running del Barro - 2000

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L’ ALMANACCO 2011 79

zio si corre nelle tante gare in montagna della zona e nelle skyrace (dal Kima al Giir di Mont, dal 4 Luglio allo Scaccaba-rozzi). Per alcuni c’è anche l’esordio in maratona (Firenze 2004). Ci sono anche delle puntate all’estero per i simpatici ma irriverenti Falchi (sì, la “carriola” spin-ta da Mauro nella piazza di Zegama, nel cuore dei Paesi Baschi, è il leggendario skyrunner Bruno Brunod!!!). Ci sono nel corso degli anni tante prestigiose vitto-rie e ottimi piazzamenti in gare di livello anche internazionale. Come non citare la vittoria mano nella mano di Ratti e Arde-si alla 1^ edizione della skyrace Ortles-Cevedale (2006) o la vittoria dei fratelli Nino&Franz Simonetta insieme a Colna-ghi nella Monza-Resegone (2007), oltre alle ottime prestazioni in occasione delle prestigiose staffette autunnali valtellinesi: il Trofeo Marmitte dei Giganti e il Trofeo Vanoni. Non si contano poi le innumere-voli vittorie individuali e di squadra nelle gare in montagna di Lecco e dintorni.

Un gruppo che viene aiutato a cresce-re anche grazie a due persone davvero eccezionali: Adelfio Spreafico e Sandro Morganti. Persone dai profondi valori, dal grande altruismo e da una generosi-tà sconfinata. Ma i Falchi crescono anche numericamente, sempre però appoggian-

Galbiate - San Genesio - 2001

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ASD FALCHI LECCO

80 L’ALMANACCO 2011

Molina - Rif. Bietti - 2003

Trofeo Casimiro Ferrari 2003

Maratona di Firenze 2004

Rally Valtartano 2005

Zegama 2006

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L’ ALMANACCO 2011 81

dosi sulle solide basi dell’amicizia e della passione per la fatica.

Le piccole e grandi imprese diventano allora tante, impossibile raccontarle tutte. Nel frattempo, nel giugno del 2006, Car-lo Ratti fa sbarcare sul web il sito www.asfalchi.it dove poter raccogliere i raccon-ti e le foto delle nostre gare. Alla fine del 2007 inauguriamo la nostra sede, elemen-to fondamentale per la continua crescita del gruppo.

Per alcuni Falchi ci sono anche tante sod-disfazioni nei trail e nelle “ultra”, per altri c’è la soddisfazione di indossare la canot-ta azzurra della Nazionale agli Europei di Corsa in Montagna Master, per altri anco-ra c’è l’onore di salire sul podio nel Cam-pionato Italiano Skyrace a staffetta.E forse è un po’ questa la caratteristica dei Falchi: passare con disinvoltura dalle brevi corse in montagna agli ultra-trail più lunghi e massacranti, correre nelle gare di livello internazionale come nelle garette di paese. E tutto questo mantenendo sem-

Dolomites Skyrace 2006

Ortles-Cevedale 2006

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82 L’ALMANACCO 2011

Como-Palanzone 2002

Campionato Brianzolo 2008

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L’ ALMANACCO 2011 83

anni, che sembrano davvero volati (scusa-te il gioco di parole). E un veloce sguardo al nostro passato ci dà la forza e le giuste motivazioni per guardare al futuro con accresciuto entu-siasmo e con rinnovata passione! Gli stes-si sentimenti di quei ragazzi con la ma-glietta gialla che cominciarono a correre qualche annetto fa…Ora e sempre: FORZA FALCHI!

sioni in un Almanacco cartaceo. L’idea piace e raccoglie tante adesioni. L’inizia-tiva viene poi riproposta annualmente.Nell’aprile 2010 c’è la prima edizione della gara in memoria di un amico che non c’è più: nasce il Trofeo Adelfio Spre-afico.Due iniziative che vogliamo far crescere, anno dopo anno. Così come vogliamo far crescere tutto il nostro gruppo. Proprio com’è successo per i Falchi in questi 10

pre il solito spirito goliardico e di genuina passione per questo sport di fatica, su e giù per strade e sentieri. C’è gente che vince, c’è gente che “arriva con la banda” nelle ultime posizioni di classifica. Ma dopo il traguardo si trova sempre e comunque un motivo per scherzare e per brindare tutti assieme.

Nel 2009 decidiamo di raccogliere i rac-conti delle nostre gare e delle nostre pas-

Maggianico - Camposecco 2006

Cena Sociale 2006

Monza-Resegone 2007

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84 L’ALMANACCO 2011

Giro Dei Laghi Del Bitto 2007

Rasura-Bar Bianco 2007

Le Porte Di Pietra 2007

Trofeo Marco Vidini 2007

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 85

Inaugurazione Sede 2007

Europei Master di Corsa in Montagna 2008

Luzzeno-Manavello 2008

Skyrace della Rosetta 2008

Como-Valmadrera 2008

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ASD FALCHI LECCO

86 L’ALMANACCO 2011

Marmitte dei Giganti 2008

Colere 2009

100km di Seregno 2009

Mezza di Sirone 2009

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L’ ALMANACCO 2011 87

Marmitte dei Giganti 2009

Tesserete-Gola di Lago 2010

Maratonina di Lecco 2010

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88 L’ALMANACCO 2011

Molina - Rif Elisa 2009

Maratonina di Lecco 2010

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L’ ALMANACCO 2011 89

Cernobbio-Rovenna 2010

Tor des Géants 2010

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90 L’ALMANACCO 2011

nosciuti, al mitico “Sentiero 4 Luglio” del 2002, ovviamente iscritti sulla distanza dei 42 km. Durante la cena nell’albergo delle suore ci si tranquillizzava a vicenda per il domani, ma già si fantasticava per i progetti del “dopodomani”, senza render-si conto che saremmo arrivati, macinando chilometri e chilometri su sentieri, a ce-mentare un’amicizia che poi è andata ben oltre l’attività sportiva.

Archiviata in modo egregio questa prima esperienza, spontanea è venuta l’idea di provare a conquistare qualcosa assieme per davvero, una gara che provasse che quella appena nata era una vera amicizia. La “Monza-Resegone” calzava a pennel-lo. Lì si parte, si corre, si soffre e si arriva in tre. Lì ci si aiuta e ci si fa aiutare, non c’è spazio per l’egoismo, si è in tre ma è come essere una sola entità. Se si arriva in due non è una mezza vittoria, è piuttosto

“Clan Brianza” è un appellativo coniato dai “vecchi Falchi” e che identifica un gruppo di amici: sia geograficamente che come personalità, riferita al modo di in-tendere l’attività podistica.Inizialmente eravamo in tre poi la “setta” si è arricchita nel corso degli anni di nuo-vi “adepti”, senza peraltro arrivare ad un numero elevato di componenti, in quanto le corse a cui preferibilmente partecipia-mo riguardano le lunghe o lunghissime distanze, essenzialmente in ambiente montano. In una semplice parola: i trail.Cinque lettere che racchiudono una fi-losofia che, per essere spiegata in modo esauriente, richiederebbe tutto lo spazio di questo Almanacco. Pertanto ci riser-veremo di approfondire l’argomento in futuro.

Ed è proprio in una di queste gare che noi tre (Giampy, Pizza e Gessy) ci siamo co-

CLAN BRIANZADi Giampy, Gessy e Pizza

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L’ ALMANACCO 2011 91

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una sonora sconfitta!Crediamo che ancora adesso il buon esito di quella corsa sia uno dei ricordi più belli che ci ri-mane tra le svariate mani-festazioni a cui poi abbia-mo partecipato. Sì perché da quel momento si è ca-pito che assieme avremmo potuto affrontare qualsiasi altra prova. Eravamo “ca-richi”.

E allora via! Incitati dal mi-tico Antonio Rusconi e dal non da meno valente “fal-co” Luca, si va al Passatore, giusto per arrivare alla so-glia psicologica dei 100 km. Quindi si va al Cro-Magnon, ultra-trail di 110 km, non a squadre ma portata a termine in trio come la Monza-Rese-gone. E poi Valdigne, Porte di Pietra, Abbots Way, Sentiero

delle Grigne e molte altre fino alla miti-ca UTMB (Ultra-Trail du Mont-Blanc) nel 2006 e la superba Petite Trotte à Léon (prima edizione, nel 2008).Certo di anni adesso ne sono passati. La passione è intatta, il fisico un po’ meno ma il gruppo è più vivo che mai. Anche se mogli, figli e lavoro rivendicano giu-stamente i loro sacrosanti spazi, il “Clan Brianza”, nel periodo di Natale, si riu-nisce sempre davanti ad una tavola ben imbandita per stendere un “programma”. Computer, riviste del settore e calendari alla mano si costruisce la stagione che an-drà ad iniziare.

Sia beninteso che siano gare “lunghe”, in ambienti montani mozzafiato. Pretendia-mo troppo? Il bello è che c’è solo l’imba-razzo della scelta!Ah, dimenticavamo: è un “clan” ma è aperto a tutti, ovviamente… Giampy alias Alessandro CrippaGessy alias Gianluca MaggioniPizza alias Claudio Pizzagalli

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ASD FALCHI LECCO

92 L’ALMANACCO 2011

peggio. Lei i primi mesi era un angioletto, mangiava e dormiva...quasi non si capiva nemmeno che ci fosse !!!Ma in ogni caso due sono sempre il dop-pio di uno e a volte aspettare fino alle 20 è veramente dura.Da non sottovalutare che Letizia è nata per un caso del destino lo stesso giorno di un Falco molto famoso che è “andato avanti”. Mi riferisco al caro Adelfio che è stato un punto di riferimento notevole, quindi ad ogni compleanno lui sarà ideal-mente con noi.

Senza considerare le paturnie al rientro dall'allenamento del tipo:

oggi non andavo un c...zzo• oggi mi fa male tutto• oggi ho un motore della madonna.•

Insomma tutti facciamo qualche sacrificio a nostro modo a partire da Giovanni che aspetta impazinete il papà per giocare; io che non vedo l'ora che apra la porta per averne uno solo da gestire e Carlo che si fa in quattro per riuscire a conciliare tut-to.In ogni caso che fino a che la corsa rimar-rà una passione positiva così forte cer-cheremo di darci da fare come abbiamo sempre fatto e poi credo che sentirsi dire da Giovanni: “ papà tu hai il motore....sei un campione nato” possa essere una sod-disfazione impagabile.

Lui dice sempre che il riposo è il pane quotidiano per un vero atleta e forse con un figlio piccolo non è che proprio si rie-sca a riposare al meglio.E quindi si può magari sfatare la leggenda che con un figlio non si corre e si fa di tutto per assecondare il marito in questa sua passione così forte:

basta lamentarsi quando rientra alle • 20:15 dalla corsa quando non sono le 20:30 perchè è andato con il dr. Cappel-lola notte prima della gara farlo dormire • solo nella cameretta dell'atleta (poverino deve riposare bene !!!)non farlo mai alzare di notte se il bambi-• no ha bisogno di qualcosa (con la diretta conseguenza che adesso Giovanni vuole sola la mamma di notte....che c....lo)cercare comunque di seguirlo il più pos-• sibile per non correre con il pensiero che moglie e figlio sono a casa impazienti ad aspettarti. Certo è meglio trovarli sul percorso di gara.

Visto che tutto questa non bastava sono riuscita a convincere Carlo ad avere un altro figlio.Convincere perchè con due figli è proprio del tutto finita !! (secondo la sua logica da atleta).Così il 19 maggio di quest'anno è nata Le-tizia !!Devo dire che anche io pensavo molto

Di Alessandra Colombo

LA MOGLIE DEL FALCO

Che cosa significa essere la moglie di un Falco ? ….e poi scusate se è poco (senza fare torti a nessuno) non un Falco qualun-que ma il mitico Falco “Carlo Ratti”.Infatti quando era quasi sempre sul gra-dino più alto del podio, eravamo due pic-cioncini innamorati ed io avevo tempo di seguire ed incoraggiare il mio caro mari-tino durante quasi tutte le sue prestazioni domenicali, ero la moglie del Ratti e non più Alessandra !!!Bei tempi quelli in cui si potera prendere, andare, senza problemi far tardi, magiare al volo...fermarsi a festeggiare e poi sdra-iarsi sul divano e godersi il meritato ripo-so dopo un'intesa giornata di fatica non solo fisica.Poi piano piano gli anni passano....si in-vecchia e la nostra famiglia si è allargata con la nascita di Giovanni. Dopo il primo periodo di rodaggio siamo riusciti ancora a seguire il nostro eroe in qualche occa-sione speciale. Perchè in effetti con un bambino, le cose iniziano a diventare un po' più complicate ma fino a che le spalle e le gambe mi hanno sostenuto mi sono caricata Giovanni nello zaino e via !!!

Devo dire che per la vita da atleta di Car-lo la nascita di Giovanni è stata una vera rivoluzione !!

qualche notte insonne;• la moglie scoraggiata al rientro dall'al-• lenamento;qualche allenamento saltato;•

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 93

giovedì di ogni mese, per le assemblee, le grigliate, ecc. Ma il ritrovo dal Bòles negli altri giovedì rimane sempre un pun-to di riferimento sia per chi c’è sempre e non ne salta nemmeno uno (tranne forse quando il Natale cade di giovedì...) sia per chi viene una volta all’anno ma sa che comunque saremo lì in “saletta” con la nostra weiss a parlare di corsa e di Ma-gnodeno.Come minimo segno di ringraziamento per il Bòles, per le tante piadine offerte ma soprattutto per il suo attaccamento al nostro gruppo, permetteteci di fare un po’ di pubblicità al Bed&Breakfast Partenza Funivia Piani d’Erna, proprio sopra il bar, aperto pochi mesi fa e gestito proprio da Antonio e dalla moglie Renata.

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Franziskaner, la birra weiss, e ricchi ta-glieri di salumi e ciotole di patatine. Nelle serate più fredde, una bella “grolla”, la classica “coppa dell’amicizia” valdosta-na, era poi un ottimo corroborante.Poi l’idilio con questo locale con il cami-no è finito dopo ripetute e sonore “pettina-te” e i Falchi, che nel frattempo avevano salutato anche la Corno Marco Italia un giovedì sera di inizio 2001, si sono spo-stati qualche curva più in su, al piazzale della funivia per i Piani d’Erna. E qui c’è il Tony’s Bar gestito dal mitico Antonio Bolis in arte “el Bòles”! E qui i Falchi hanno capito di aver trovato il ritrovo giusto per il giovedì.Al posto della Franziskaner c’è la Forst, al posto dei taglieri le piadine (piatto forte del locale), al posto della grolla il “bom-bardino” (costato qualche cartellino gial-lo per “lancio di panna non regolare!”). Il tutto accompagnato da tante patatine e arachidi e… i Falchi sono subito conqui-stati!E a distanza di anni il giovedì sera è an-cora il giorno canonico del ritrovo davanti ad una birra per parlare sì di gare ma an-che di “imprese alpinistiche” in Magno-deno e di progetti futuri.Dal dicembre 2007 abbiamo anche una bellissima sede che sfruttiamo il primo

Di Riccardo Ghislanzoni

QUELLI DEL GIOVEDI’ SERA

Falchi e giovedì sera, un binomio indis-solubile sin dalla nascita... ma anche

da prima. Tutto ha origine dai tempi del GSA Corno Marco Italia: il giovedì sera c’era infatti il settimanale ritrovo nella mitica sede di Via F.lli Bronzetti a Lecco, al primo piano di un’anonima palazzina. E lì, tra una sfogliatina dell’Esselunga prossima alla scadenza e un canestrello (che poi uno tira l’altro), si parla di corsa e delle gare del week-end successivo. Poi, quando c’era una bottiglia di spumante disponibile, magari vinta a qualche gara, ecco che scattava l’esilarante “tiro al ber-saglio”, dove il bersaglio erano le coppe sulle mensole e il “proiettile” era il tappo di sughero... Quante risate! E poi, prima di lasciare la sede, il solito siparietto: la “sfilata” di Paganoni con la giacchetta un po’ tirata del buon Gian Marco con tanto di fastidiosa (anche per chi la dà) pacca sulla spalla all’ignaro (o meglio non suffi-cientemente attento) possessore del giac-chino.Lasciata la sede, la serata proseguiva in quel di Versasio al bar del Caminetto, dove le discussioni su gare, presenze in Magnodeno e al Bivacco Corti, prestazio-ni atletiche del Dott. Scoccimarro con il suo seguito di fedeli sherpa, eccetera ec-cetera, proseguivano davanti ad una bella

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ASD FALCHI LECCO

94 L’ALMANACCO 2011

I Falchi sono come te, quando ti specchi alla mattina e sorridi a quell'acciacco in

più.

Giovane dentro, bello fuori? Ma sì, ripartiamo. Dieci anni dopo, come se fosse

allora.

Con quella voglia di volare alto con lo spirito, verso traguardi da esplorare.

Lungo un viottolo, una strada, una salita, un passo dopo l'altro, un viaggio dopo

l'altro.

E nuovi incontri, amori, i primi figli.

Si cresce insieme: avversari e amici, una birra e un progetto, dentro una casa comune,

un destino comune.

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 95

Non è corsa, è vita.

Se vinci, se cadi, se perdi, se qualcuno saluta prima del dovuto (ciao Adelfio e grazie),

la fettuccia del percorso non si spezza.

Ci sono ripartenze, arrivi e traguardi dove ritrovarsi, assieme.

Volando alto, guardando in alto.

Di fronte a quello specchio che ti restituisca quello che sei.

Falchi ora, Falchi sempre.

Dario Scaccabarozzi - Giornale di Lecco

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ASD FALCHI LECCO

96 L’ALMANACCO 2011

I “LIETI EVENTIDEL 2011!!!

18 giugno - ELENA E RICCARDO

31 luglio, Irene e Alessandro

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 97

E UN BEL BENVENUTO AI NUOVI NATI!!

LETIZIA RATTI, 19 MAGGIO

PIETRO MAZZOLENI , 24 AGOSTO

LUCA RAGNI, 3 SETTEMBRE

SOFIA SIMONETTA, 23 NOVEMBRE

AUGURONI AI PICCINI E A PAPA’ E MAMMA!

18 giugno - ELENA E RICCARDO

12 settembre, Maria Elena e Silvio

17 settembre, Donatella e Luca

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ASD FALCHI LECCO

98 L’ALMANACCO 2011

OVVERO: LE FOTO PROIBITE DEI FALCHI, RUBATE DAL CASSETTO DELLE COSE NASCOSTE. GIUSTO

...E ORA......

...NON GIRATE

QUESTA PAGINA

!!

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 99

OVVERO: LE FOTO PROIBITE DEI FALCHI, RUBATE DAL CASSETTO DELLE COSE NASCOSTE. GIUSTO

...E ORA......

QUALCHE PICCOLO BRIVIDO PRIMA DEI SALUTI. IMMAGINI FORTI.......SIETE AVVISATi!!

...NON GIRATE

QUESTA PAGINA

!!

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ASD FALCHI LECCO

100 L’ALMANACCO 2011

Dall’alto in basso e da sinistra a destra:

IL BARONE ALLE PRESE CON UN Personaggio misterioso; enry saluta

e decide di cambiare vita; L’AMORE CHE TRIONFA DURANTE LA GRIGLIATA

ESTIVA DEI FALCHI

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 101

Dall’alto in basso e da sinistra a destra:

IL PAGA in un momento di rara ferocia. Sergio la notte di natale studia

la sitUazione; Fabrizio con un inedito “Scusal” da competizione

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ASD FALCHI LECCO

102 L’ALMANACCO 2011

Dall’alto in basso e da sinistra a destra:

“PER UNA POMA”......idillio tra il paga e table; silvietto fa il pieno dopo una

gara, tra lo stupore dei presenti; ancora misteri alla cena dei falchi:

chi si cela dietro la maschera?

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 103

Dall’alto in basso e da sinistra a destra:

Fabrizio in un momento di commozione; il paga mostra le coscie, che di ‘sti

tempi si sa mai....; falchi esperti grigliano a piu’ non posso....

Page 104: ALMANACCO ASD FALCHI LECCO 2011

ASD FALCHI LECCO

104 L’ALMANACCO 2011

Dall’alto in basso e da sinistra a destra:

trinca e il barone novelli sirenetti; enry e carlo in un momento di

passione - foto gia’ vista nel 2009 ma degna di essere riproposta;

sergio festeggia le centesima gara del semestre tra la

preoccupazione della signorina alla sua destra ....’mazza se magna!

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ASD FALCHI LECCO

L’ ALMANACCO 2011 105

Dall’alto in basso e da sinistra a destra:

IL presidente mostra il buon esempio; un paga irresistibile fa

conquiste e se ne vanta; dal lontano 2002 un mistero svelato....

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“Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.”

Immanuel KantSALUTI FINALI E RINGRAZIAMENTI

Si chiude così anche questa edizione del nostro Almanacco, con l’augurio che ancora una volta vi siate divertiti a leggere le nostre piccole e grandi imprese.L’appuntamento è ancora per il prossimo anno, con la promessa che faremo di tut-to per riempire, con le nostre storie, le pagine ancora bianche che ci aspettano nel 2012.

Ciao a tutti,

Gli Atleti dell’ASD Falchi Lecco

Le foto, dove non specificato sono state tratte dal sito www.asfalchi.it e dalle rac-colte private degli atleti e dei simpatizzanti dell’ASD Falchi Lecco.

Ci scusiamo per eventuali involontarie imprecisioni, omissioni e dimenticanze.Si ringraziano Sandro Morganti, tutta la sua famiglia e la Kapriol per il supporto e per l’affetto dimostrato in tutti questi anni e che viene rinnovato anno dopo anno.

Per ulteriori informazioni sui progetti GIMS (Gruppo Impegno Missionario di San Giovanni) ci si può rivolgere a Sandro Morganti, cell. 335.80.77.336

Un ringraziamento speciale a Bashanti Moneta per i preziosi consigli di impagi-nazione e messa in stampa.

Grazie a Betti e Lorenza per la grande disponibilità e per il materiale fornito.

Un grazie particolare va infine a tutti gli atleti che hanno contribuito non solo con articoli e foto, ma anche con idee, consigli e proposte per la stesura

dell’Almanacco.

Finito di stampare nel dicembre 2011www.asfalchi.it

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L’ ALMANACCO 2011 107

ASD FALCHI LECCO

“Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.”

Immanuel KantSALUTI FINALI E RINGRAZIAMENTI

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