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Comune di Senigallia Settore Sviluppo Urbano Sostenibile Sindaco \\ Maurizio Mangialardi Assessore all’Urbanistica \\ Simone Ceresoni Dirigente Area Tecnica Territorio Ambiente \\ Gianni Roccato Responsabile Sviluppo Urbano Sostenibile \\ Stefano Ciacci Gruppo Operativo \\ Veronica Mattiello e Mario Cuicchi Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Studi Urbani laburb \\ Laboratorio di Urbanistica Responsabile Scientifico \\ Federico Oliva Gruppo di ricerca \\ Paolo Galuzzi e Piergiorgio Vitillo Responsabili Operativi \\ Marika Fior e Stefano Salata Collaboratori \\ Chiara Bonardi e Ludovico Bertè
Relazione sullo stato del governo del territorio a Senigallia dal 2003 al 2013
DOCUMENTO PROPEDEUTICO ALLA STESURA DEL REPORT 2013 ”SECONDO RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE”
bozza aprile 2013
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
2
Per il Politecnico di Milano, hanno collaborato alla redazione di una parte del presente documento durante l’attività di stage: Ludovico Bertè, Chiara Bonardi, Clio De Paola, Cassandra Federici, Benjamin Lopez, Quirino Ruggeri
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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Indice
1 \\ INQUADRAMENTO TERRITORIALE \\ Senigallia e l’area metropolitana p. 005
1.1 Territorio p. 006
1.2 Economia p. 011
1.3 Società p. 016
2 \\ POPOLAZIONE E STRUTTURA SOCIALE \\ l’evoluzione dell’ultimo decennio p. 017
2.1 La popolazione e le abitazioni di Senigallia nel contesto della Provincia di
Ancona p. 018
2.2 I movimenti della popolazione dal 2001 al primo semestre 2012 p. 022
2.3 Il movimento demografico della popolazione straniera dal 2001 al 2011 p. 027
2.4 La struttura della popolazione per classi d’età dal 2001 al 2011 p. 032
2.5 La composizione delle famiglie residenti dal 2001 al 2011 p. 035
3 \\ STRUTTURA ECONOMICA \\ l’evoluzione dell’ultimo decennio p. 039
3.1 Le attività economiche nel Comune di Senigallia p. 040
3.2 Il quadro delle attività turistiche-ricettive p. 043
3.3 Le imprese agricole p. 045
3.4 Il governo del territorio, iniziative e marketing territoriale p. 051
4 \\ AMBIENTE NATURALE E TERRITORIO p. 055
4.1 L’energia p. 056
4.2 Il consumo di suolo p. 060
4.3 L’aspetto idrogeologico p. 067
5 \\ EVOLUZIONE URBANISTICA \\ l’evoluzione dell’ultimo decennio p. 072
5.1 Lo sviluppo della città e la pianificazione urbanistica dal 1930 ad oggi p. 073
5.2 La variante al PRG per la tutela e la valorizzazione della fascia litoranea p. 077
5.3 La variante al PRG per la trasparenza e la riduzione del consumo di suolo p. 079
5.4 Il Piano strutturale del verde p. 081
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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6 \\ LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE A SENIGALLIA p. 087
6.1 Lo stato di attuazione e le potenzialità residue del PRG p. 088
6.2 Le dinamiche di rilascio delle licenze edilizie p. 092
6.3 Analisi generale sullo stato dei servizi p. 102
7 \\ NUOVE ENERGIE URBANE p. 107
7.1 Il sistema insediativo p. 108
7.2 Il sistema ambientale p. 116
7.3 Il sistema infrastrutturale p. 119
7.4 I costi della città pubblica p. 123
8 \\ RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI p. 126
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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1 \\ INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Senigallia e l’area metropolitana
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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1.1
Territorio
“Il sistema territoriale più adeguato
nel quale inquadrare le dinamiche della
popolazione nel Comune di Senigallia è
quello che comprende i Comuni del suo
entroterra, in buona sostanza quelli che
gravitano sulla vallata del fiume Misa e del
suo affluente Nevola (Arcevia, Barbara,
Castelcolonna, Castellone di Suasa,
Corinaldo, Montecarotto, Monterado,
Ostra, Ostra Vetere, Ripe, Serra de’Conti);
l’intero territorio interessato è ricompreso
nella Provincia di Ancona, per un totale di
485 km².
Le forme insediative che
caratterizzano il territorio vanno
dall’urbanizzazione lineare di tipo costiero
(riguardante il Comune di Senigallia)
all’urbanizzazione lineare di fondovalle,
riguardante le strette pianure fluviali dei
fiumi Misa e Nevola, fino ai centri storici
minori e alle urbanizzazioni lineari di
crinale nelle quali si è nel tempo
organizzato il sistema delle case sparse.
Il Piano Territoriale di
Inquadramento Regionale (PIT), che
assume i fattori ambientali, insieme a
quelli storico-culturali, come un elemento
pervasivo nella strutturazione del territorio
marchigiano, nell’individuare a scala
regionale le “strategie territoriali
intersettoriali” indica nei sistemi vallivi
ortogonali alla costa, come quelli del Misa-
Nevola, le “grandi connessioni” del
territorio regionale, e li descrive come
“corridoi ambientali”, dove gli spazi della
storia e della natura si integrano con quelli
destinati al tempo libero ed al turismo, e
dove concentrare interventi di
riqualificazione insediativa e di
miglioramento ecologico.
In particolare il PIT individua lungo il
fiume Misa un “corridoio ambientale di
salvaguardia”, ovvero un fondovalle ancora
relativamente poco compromesso e a
forte vocazione ambientale e turistica,
dove le strategie di sviluppo dei diversi
settori produttivi, dei servizi e delle
infrastrutture dovranno essere
attentamente verificate sotto il profilo
della sostenibilità ambientale.
Senigallia, unico Comune costiero, è
riguardato dalle strategie indicate dal PIT
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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per la riqualificazione della costa,
improntate alla valorizzazione delle
diversità locali e alla sostenibilità dello
sviluppo, e riassumibili con i termini:
decongestionamento, ristrutturazione
della mobilità locale, realizzazione del
corridoio ambientale costiero,
salvaguardia dei versanti collinari di
affaccio alla costa, prevenzione dei rischi
naturali (es. erosione costiera).
Coerentemente con le visioni guida
e le strategie indicate a livello regionale, i
Comuni del comprensorio hanno
impostato da tempo forti legami e
condiviso politiche Comuni sia di carattere
economico che sociale1”.
L’area metropolitana di Senigallia é
composta da 6 Comuni della Provincia di
Ancona, che fanno parte dell’Area Urbana
Funzionale (FUA 2 ) di cui Senigallia è
Comune Pivot3: Castel Colonna, Corinaldo,
Ostra, Ostra Vetere, Ripe e Senigallia. Si
estende su una superficie complessiva di
1 L. Calamosca, F. Fratesi, G. Pierpaoli, REPORT 2003 Primo rapporto sullo stato dell’ambiente, Comune di Senigallia. Servizio Urbanistica, Senigallia, 2004. 2 L’Area Urbana Funzionale, dall’acronimo in lingua inglese, FUA (Functional Urban Area), è un’area di Comuni contigui caratterizzati da una concentrazione di relazioni (afferenti principalmente alle sfere residenziali, lavorative e ricreative) tale da raggiungere un grado di interdipendenza così elevato da identificare un unico sistema socio-territoriale 3 Pivot è termine che deriva dalla lingua inglese, il cui significato è “perno”.
268,8 km² corrispondenti al 13,8% della
Provincia di Ancona e al 2,8% della
Regione Marche, come si può vedere dalla
figura 1.
La densità abitativa di questo
territorio è di 245 ab/km2 che rimane
conforme alle densità di popolazione
dell’intera Provincia di Ancona (247
ab/km²) ma nettamente superiore a quella
di tutta la Regione Marche (168 ab/km²).
L’area metropolitana si sviluppa da
est con il territorio litorale e pianeggiante
di Senigallia, verso ovest attraversando gli
altri Comuni che avvicinandosi
all’entroterra mostrano un carattere
sempre più collinare fino ad arrivare ad un
carattere montuoso nell’estremo occidente
della Provincia. Dal punto di vista
morfologico, il territorio della FUA è
caratterizzato dalla presenza di altopiani di
altitudine inferiore ai 700 m. Fin
dall’antichità, il territorio collinare fu scelto
dall’uomo come luogo di residenza sia per
le sue favorevoli caratteristiche climatiche,
sia per la maggior possibilità di difesa
dagli attacchi nemici e per la fertilità del
terreno. Questa precoce antropizzazione
delle colline ha portato alla formazione di
un paesaggio agrario riconoscibile.
Il territorio della FUA di Senigallia è
attraversato dal Fiume Misa e dal suo
affluente Nevola, che si sviluppano da
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ovest a est, congiungendosi all’altezza del
Comune di Ripe fino a sfociare nel Mar
Adriatico, in Senigallia. Questi due corsi
d’acqua attribuiscono una forte fertilità al
territorio dandogli una connotazione
prettamente agricola.
La Regione Marche, attenendosi al
Piano Paesistico Ambientale Regionale
(PPAR), inserisce nel Piano Paesistico
Regionale (PPR) una suddivisione del
proprio territorio in 7 macro ambiti i quali
sono stati formati in base alle relazioni
fisiche tra le componenti naturali,
ecologiche, storiche, antropico-insediative
e identitarie del paesaggio/territorio.
A sua volta questi macro ambiti sono
suddivisi in ambiti; quelli che riguardano la
FUA di Senigallia sono: B_03 La Valle del
Cesano, D_01 Senigallia e la valle del Misa,
D_02 Jesi e la Vallesina.
Come si può notare dalla tabella 1, la
maggior parte dei Comuni della FUA, sono
compresi all’interno dell’Ambito della Valle
del Misa. La caratteristica di questo ambito
è un paesaggio suburbano a valle e un
paesaggio rurale di qualità a monte, un
territorio che presenta un'alternanza di
zone urbane e vaste zone agricole.
Questa vasta zona collinare è inserita
dall’ISTAT nella zona altimetrica 44, che
influenza la climatologia del territorio per
cui essa ricade anche nella zona climatica
D 5 . In questa zona, infatti, i Comuni
presentano un numero di Gradi Giorno
maggiore di 1.400 e non superiore a 2.100.
Per quanto riguarda invece il rischio
sismico della zona, i Comuni dell’area
metropolitana di Senigallia rientrano nella
zona sismica 26 che raggruppa il territorio
4 L’ISTAT definisce la ripartizione del territorio nazionale in zone omogenee derivanti dall’aggregazione di Comuni contigui sulla base di valori soglia altimetrici. Si distinguono zone altimetriche di montagna, di collina e di pianura. Le zone altimetriche di montagna e di collina sono state divise, per tener conto dell’azione moderatrice del mare sul clima, rispettivamente, in zone altimetriche di montagna interna, collina interna, e di montagna litoranea, e collina litoranea [Istat, Circoscrizioni statistiche. Metodi e norme, serie C n. 1, 1958]. 5 Secondo il DPR 412/1993 il territorio nazionale è suddiviso in sei zone climatiche in funzione dei gradi-giorno, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Per definire le zone climatiche la normativa introduce una unità di misura fittizia, il “Grado Giorno”. I Gradi Giorno (GG), sono un’unità di misura che indica il fabbisogno termico di un luogo. I GG vengono rilevati nel periodo di riscaldamento convenzionale che intercorre tra il 15 ottobre ed il 15 aprile di ogni anno (periodo annuale convenzionale). Il valore numerico rappresenta la somma, estesa a tutti i giorni del periodo annuale convenzionale, delle differenze positive o negative giornaliere tra la temperatura convenzionale, fissata in Italia a 20°C, e la temperatura media esterna giornaliera. Maggiore è il valore dei Gradi Giorno, minore è la temperatura media rilevata e di conseguenza, il “freddo climatico” del periodo di rilevamento. 6 Le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Dlg 112/1998 e DPR 380/2001) hanno compilato l’elenco dei Comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone sismiche, a pericolosità
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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nel quale possono verificarsi terremoti
abbastanza forti. (figura 2)
Un ulteriore elemento
caratterizzante, in particolare nel Comune
di Senigallia, è la finissima sabbia color
oro, che ha fatto si che venisse attribuito al
litorale marino l’appellativo di “Spiaggia di
Velluto”. Così fu definita dal giornalista e
fotografo Mario Carafoli, che la
considerava riconoscibile proprio per la
sua composizione. A poco più 500 m dal
porto canale la spiaggia è molto ampia e
sono quasi assenti cabine e ombrelloni.
L’erba cresce fra la sabbia, (elemento
tipico degli spazi naturali di duna) con
qualche fiore selvatico e proprio per il suo
aspetto naturale e quasi trasandato, negli
anni ’20 la spiaggia fu denominata costa
dei barbari.
decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. L’ultimo aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale (Gruppo di Lavoro, 2004), previsto dall’Opcm 3274/03, è stato adottato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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B03 C01 C02 D01 D02 D03
La Valle
del Cesano
Cagli e Valli del
Candigliano ed Alto Cesano
Fabriano e l’Alto Esino
Senigallia e la valle del Misa
Jesi e la Vallesina
Il paesaggio di Ancona
Castel Colonna 43% / / 57% / /
Corinaldo 33% / / 67% / /
Ostra / / / 75% 25% /
Ostra Vetere / / / 100% / /
Ripe / / / 100% / /
Senigallia 11% / / 62% 27% /
Tabella 1 - Percentuale di superficie del territorio dei comuni FUA ricadente all’interno degli ambiti della Provincia di Ancona
Figura 1 Aree Urbane Funzionali delle Marche (FUA) e microabiti a cui appartengono
Figura 2 Zone sismiche del territorio italiano con recepimento delle variazioni operate dalle singole Regioni (fino a marzo 2004)
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
11
1.2
Economia
Per realizzare un inquadramento
economico dell’area metropolitana di
Senigallia, è necessario utilizzare i dati
disponibili a livello Provinciale. I dati a cui
fa riferimento questo capitolo provengono
da Unicamere-infocamere, Movimprese
con elaborazioni dell'Ufficio Statistica e
Studi dalla Camera di Commercio della
Provincia di Ancona.
Nonostante il problematico quadro
economico che sta affrontando l’Italia
durante gli ultimi anni, i dati sulla
demografia delle imprese della Provincia
di Ancona si allineano al saldo7 positivo
italiano del 2011. Infatti, sulla base dei dati
del 2011 estratti dal Registro delle Imprese
e redatto dalla Camera Commercio di
Ancona, le imprese della Provincia sono
7 L’eccedenza o il deficit di iscrizioni rispetto alle cessazioni delle attività.
47.455 delle quali 42.520 risultano attive
(circa 90%).
Come si può notare dal grafico 1, nel
decennio compreso tra il 2000 e il 2011, le
cessazioni delle imprese sono sempre
state inferiori alle inscrizioni, fatta
eccezione per l’anno 2009, anno in cui la
Provincia di Ancona ha risentito in modo
evidente degli effetti della crisi chiudendo
con un saldo negativo (-68 imprese) e con
un tasso di crescita del -0,15%8, a cui si
riferisce il grafico 2. Nei due anni
successivi il saldo risulta invece positivo,
sia nel 2010 (con un saldo pari a +649
unità), sia nel 2011 (+202 unità) anno in
cui si evidenzia comunque un forte ribasso
del tasso di crescita.
Per quanto concerne il trend dei
tassi di natalità delle imprese della
Provincia di Ancona risulta piuttosto simile
a quello regionale e nazionale.
L’andamento, seppur costante, nel
decennio 2001-2011 mostra due forti
rallentamenti: uno nel 2003 e uno nel
2009. Sebbene il calo avvenuto nel 2003 si
8 Il tasso di crescita delle imprese è la differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità i quali si calcolano rispettivamente con il rapporto tra il numero di imprese nate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nell’anno t (in percentuale), per quanto riguarda il tasso di natalità; e il rapporto tra il numero di imprese cessate nell’anno t e la popolazione di imprese attive nell’anno t (in percentuale), per quanto riguarda il tasso di mortalità.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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possa ricondurre alla contestuale
diminuzione delle iscrizioni e delle
cessazioni, questo porta comunque a
registrare un saldo positivo. Di contro nel
2009 la crisi ha colpito duramente le
imprese, portando alla prima chiusura
negativa del decennio.
Il tasso di mortalità delle imprese, tra
il 2006 e il 2009, assume valori più alti
rispetto alla media del decenni 2000-2011;
mentre nel 2010, quando il tasso di
mortalità diminuisce, lascia presagire un
miglioramento della situazione generale.
In realtà il tasso di mortalità delle imprese
nel 2011 incrementa nuovamente.
Tra le forme giuridiche adottate dalle
imprese della Provincia di Ancona si
registra una prevalenza delle ditte
individuali9 (pari a circa il 62% del totale
nel 2001), forma molto diffusa soprattutto
nel settore dell’agricoltura. Nel 2011 tale
forma di impresa mostra una variazione
negativa (-5%) a favore delle Società di
capitali che, invece, aumenta di circa 11
punti percentuali (grafico 3).
Un segno dei cambiamenti
imprenditoriali avvenuti nel lungo periodo
è rappresentato appunto dalla rilevanza
9 La ditta individuale è quel tipo di impresa che fa riferimento a un solo titolare (cioè l’imprenditore) il quale è l’unico responsabile e anche l’unico promotore della sua iniziativa imprenditoriale.
delle Società di capitali10 che guadagnano
punti percentuali anche a scapito delle
Società di persone. Queste ultime sono: le
Società a nome collettivo (Snc) e le Società
in accomandita semplice (Sas)11.
Le Società di capitali in Provincia di
Ancona segnano la più significativa
variazione dall’anno 2010 al 2011 con un
incremento del 3%. In particolare, esse
sono costituite da Società a responsabilità
limitata a socio unico (Srl). Le Società di
persone, al pari delle tendenze rilevabili
anche nel resto d’Italia per l’anno 2010-
2011, continuano a diminuire di numero e
le cessazioni superano le iscrizioni,
producendo un saldo negativo.
I dati del 2011 continuano a rilevare
una diminuzione del numero delle Società
a nome collettivo (Snc), sia delle Società
semplici (Ss), mentre le Società in
accomandita semplice (Sas) continuano a
rimanere stabili. Infine, si rileva l’emergere
delle altre forme giuridiche come le
Società cooperative che mostrano una
variazione positiva anche nella Regione
Marche.
10 Sono società definite tali in quanto in esse l’elemento del capitale ha una prevalenza concettuale e normativa rispetto all’elemento soggettivo rappresentato dai soci. 11 Le società di persone sono società definite tali in quanto in esse prevale l’elemento soggettivo, rappresentato dai soci, rispetto al capitale.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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L’esame dei dati demografici delle
imprese provinciali iscritte nell’anno 2011,
disaggregati per settore produttivo,
mettono in luce ulteriori particolarità nella
dinamica evolutiva del tessuto
imprenditoriale. Le nuove imprese iscritte
in quell’anno alla Camera di Commercio di
Ancona (grafico 4) sono state aperte nei
seguenti settori economici:
il 7% nell’agricoltura,
il 17% nel commercio,
il 3% per alberghi e ristorazione,
il 7% nelle attività manifatturiere,
il 12% nelle costruzioni,
il 13% in servizi alle persone e alle
imprese,
l’1% in attività immobiliari,
il 40% in altre attività non classificate.
Nonostante i dati sul PIL diffusi
dall’ISTAT 12 , indichino una situazione
dell’economia nazionale particolarmente
difficile e complessa, l’export italiano
conosce tassi di crescita non solo sempre
positivi, ma anche più dinamici di quelli
delle altre componenti del Prodotto
Interno Lordo, grazie alle buone
performance ottenute dai settori tipici del
12 Nel quarto trimestre del 2011, il Prodotto Interno Lordo è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, e dello 0,4% nei confronti del quarto trimestre del 2010.
“Made in Italy” quali la moda, la
meccanica, l’agroalimentare e l’arredocasa.
Per quanto riguarda le variazioni
tendenziali regionali e provinciali, seppur
sempre positive, non riescono a
raggiungere il livello dell’export nazionale
(con variazione del’11%), ma si aggirano
intorno a variazioni di circa 9%, rispetto al
2010.
Per quanto riguarda la dinamica
settoriale della Provincia, questa mostra
una ripresa che non coinvolge tutti i
settori più importanti dell’export, ma solo
quello del settore manifatturiero
tradizionale. Infatti, più della metà delle
attività delle vendite all’estero convergono
nei tre principali comparti del sistema
imprenditoriale provinciale che sono: la
produzione di apparecchiature elettriche
(che rappresentano circa il 25% delle
vendite all’estero), il settore meccanico
con circa il 22% e la produzione di metalli
con circa 11%. Anche se le maggiori
esportazioni riguardano le attività
manifatturiere nell’anno 2011 nella
Provincia di Ancona, su un totale di
202.000 impiegati, solo 68.000 sono
assunti in questo settore, mentre la
maggior parte degli impiegati si dedicano
alla produzione di servizi, che vanta un
totale di 130.000 occupati, lasciando solo
3.000 impiegati all'agricoltura.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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Grafico 1 Andamento iscrizioni e cessazioni delle imprese (espresse in migliaia) nel decennio 2000 e 2011
Grafico 2 Andamento del tasso di crescita delle imprese della Provincia di Ancona nel decennio dal 2000 al 2011
2
2,5
3
3,5
420
00
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Iscrizioni Cessazioni
-0,40%
-0,20%
0,00%
0,20%
0,40%
0,60%
0,80%
1,00%
1,20%
1,40%
1,60%
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Tasso di crescita
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
15
Grafico 3 Forme giuridiche delle imprese registrate nel 2001 e nel 2011
Grafico 4 Iscrizioni (espresse in n° assoluto) delle imprese per settore economico nell’anno 2011
24%
19%57%
3%
Società di capitali Società di persone Imprese individuali Altre forme
215
543
84
212
378
40329
1256
agricoltura
commercio
alberghi e ristoranti
attività manifatturiere
costruzioni
servizi alle persone e alle imprese
attività immobiliari
non classificate
13%
22%
62%
3%
2001 2011
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16
1.3
Società
____________
____________
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2 \\ POPOLAZIONE E STRUTTURA SOCIALE
l’evoluzione dell’ultimo decennio
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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2.1
La popolazione e le abitazioni di Senigallia nel contesto della Provincia
di Ancona
Dalla lettura della tabella 2 sono
confrontati i dati ufficiali dei censimenti
del 2001 e 2011, nell’ambito territoriale
della FUA di Senigallia. Il Comune è il
secondo in termini di superficie,
concentrando sul suo territorio (al 2011),
circa il 55% della popolazione della
Provincia di Ancona.
La popolazione dell’Italia Centrale
nel decennio 1991-2001 rimane pressoché
stabile, diminuendo di poche unità (-
0,04%). Il numero degli abitanti di
Senigallia cresce meno (1%) di quello della
Provincia di Ancona (2,6%) e della Regione
Marche (2,9%), che proporzionalmente
aumentano rispetto all’Italia Centrale e alla
tendenza nazionale.
Nel decennio 2001-2011, invece, si
registra una inversione di tendenza in
quanto la popolazione di Senigallia cresce
più della media regionale, provinciale e
Italiana, anche se la media dell’Italia
Centrale risulta più alta di quasi un punto
percentuale. Nello specifico Senigallia
vede un incremento del 7,7%, a fronte di
quello dell’Italia centrale del 8,7%.
Inoltre, confrontando i dati sulle
abitazioni del censimento 2011 per
Senigallia con quelli regionali, provinciali e
nazionali, emerge che il numero delle
abitazioni cresce mediamente di più nella
Provincia di Ancona (9,7%) e nella Regione
Marche (9%) rispetto all’Italia centrale
(5,5%) e alla media nazionale (6,1%). Il
numero delle abitazioni di Senigallia poi,
cresce ulteriormente rispetto sia a quello
della Provincia di Ancona che a quello
della Regione arrivando ad un aumento
del 13%.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
19
Censimento 2001 Censimento 2011
Comune abitanti al 2001
abitanti variazioni '91-2001
abitazioni al 2001
abitanti al 01/01/2011
abitanti variazioni '01-2011
abitazioni al 2011
abitazioni variazioni 2001-2011
Senigallia 41.550 406 1,0% 20.925 45.027 3.477 7,7% 24.048 3.123 13% Castelcolonna 961 11 1,2% 486 1.072 111 10,4% 528 42 8% Corinaldo 5.170 -66 -1,3% 2.056 5.152 -18 -0,3% 2.293 237 10,3% Ostra 6.028 181 3,1% 2.447 6.837 809 11,8% 2.978 531 17,8% Ostra Vetere 3.536 39 1,1% 1.479 3.485 -51 1,5% 1.721 292 17% Ripe 3.575 509 16,6% 1.372 4.371 796 18,2% 1.827 455 25% TOTALE 60.820 1.080 21,7% 28.795 65.944 5.124 49,3% 33.395 4.225 91,1% Provincia di Ancona 448.473 11.210 2,6% 203.700 481.028 32.555 6,8% 225.642 21.942 9,7% Regione Marche 1.470.581 41.376 2,9% 672.785 1.565.335 94.754 6,05% 739.561 66.776 9% Italia Centrale (Toscana, Umbria, Lazio; Marche) 10.906.626 -4.727 -0,04% 5.142.990 11.950.322 1.043.696 8,7% 5.441.606 298.616 5,5% Italia 56.995.744 217.7 0,4% 27.291.993 60.626.442 3.630.698 6% 29.074.722 1.782.729 6,1% Fonte dei dati: Censimenti 1991, 2001 e 2011 (prime elaborazioni)
Tabella 2 Variazioni di popolazione dal 2001 al 2011. Confronto con i dati nazionali, provinciali, regionali
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
20
Analizzando l’andamento
demografico di Senigallia dal 1861 al 2011,
emerge che negli ultimi 50 anni la
popolazione residente è pressoché
raddoppiata attraverso un graduale e
quasi costante aumento demografico, che
ha raggiunto negli anni ‘70 del secolo
scorso il suo apice. Nel decennio 1961-
1971 si registra, infatti, in convergenza con
la massima fioritura del turismo locale, un
aumento decisivo della popolazione
residente. Il numero totale di residenti
passa dalle 23.527 unità del 1861 alle
45.027 unità del 2011 (47,7%).
Anche nell’ultimo decennio 2001-
2011 la popolazione è cresciuta con un
aumento di circa 3.500 unità (pari a un
incremento del 7,7%). Un fenomeno a cui
è corrisposta una costante urbanizzazione
del territorio e un aumento della
dotazione di servizi rivolti alla
popolazione, che ha confermato
l’importanza del Comune come rinomato
centro turistico nonché città ambita dalle
famiglie.
Dal 1861 al 2011 l’aumento della
popolazione è costante, con un
incremento medio di circa 1.200 unità ogni
dieci anni. La situazione si assesta nel
ventennio tra il 1981 e il 2001, mentre nel
decennio tra il 2001 e il 2011 si verifica il
secondo maggior incremento della
popolazione (il primo avvenne
nell’immediato dopoguerra con 4.218
unità, pari al 14,9%) con un aumento
corrispondente a 3.477 persone.
Dalla lettura della tabella 3 e dei
grafici 5 e 6, si evince che la popolazione
di Senigallia, pur continuando ad
aumentare in termini assoluti, in termini
percentuali è in continua diminuzione
negli anni compresi tra il 1951 e il 2001. A
partire dall’anno 2001 si registra, invece,
una notevole variazione percentuale
positiva (7,7%) della popolazione.
Anno Popolazione Variazione
n. %
1861 23.527
1871 22.695 -832 -3,5
1881 23.085 390 1,7
1901 23.195 110 0,5
1911 23.852 657 2,8
1921 25.473 1.621 6,8
1931 26.347 874 3,4
1936 28.327 1.980 7,5
1951 32.545 4.218 14,9
1961 35.337 2.792 8,6
1971 38.099 2.762 7,8
1981 40.135 2.036 5,3
1991 41.144 1.009 2,5
2001 41.550 406 1,0
2011 45.027 3.477 7,7
Fonte dei dati: Censimenti ISTAT Tabella 3 Aumento percentuale della popolazione dall’anno 1861 all’anno 2011
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
21
Grafico 5 Popolazione residente nel Comune di Senigallia dal 1861 al 2011
Grafico 6 Variazione percentuale della popolazione residente tra il 1861 e il 2011
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
50.000
1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011
po
po
lazi
one
anno
-3,5%
1,7%0,5%
2,8%
6,8%
3,4%
7,5%
14,9%
8,6%7,8%
5,3%
2,5%1,0%
13,0%
-5,0%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
1871
1881
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1961
1971
1981
1991
2001
2011
Variazione…
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
22
2.2
I movimenti della popolazione dal 2001 al primo semestre 2012
Nella tabella 4 sono riportati i
movimenti della popolazione senigalliese
dal 2001 al 2010, con i tassi di natalità,
mortalità e migratori e i relativi saldi
naturali e migratori. Ciò che si riscontra
dalla lettura della tabella è che la
popolazione residente dal 2001 al 2010 ha
subito un aumento pressoché costante, di
3.520 unità, passando da 41.507 abitanti
del 2001 ai 45.027 del 2010, di cui 21.554
maschi e 23.473 femmine. Inoltre dal 2001
al 2010 l’aumento della popolazione è
stato costante (nonostante l’oscillazione
sia stata anche di poche unità), senza alcun
valore negativo (ovvero con diminuzioni di
popolazione).
In particolare tra 2001 e il 2003 la
crescita della popolazione residente è
stata la più intensa, poiché passando da
41.507 a 43.597 unità, si registra un
aumento di ben 2.088 unità in soli tre anni,
a fronte delle complessive 3.520 unità
registrate per tutto il periodo 2001-2010.
Dall’anno 2005 all’anno 2009, si può
notare una stabilizzazione della
popolazione intorno alle 44.000 unità,
sebbene la crescita della popolazione
abbia mantenuto un trend positivo,
permettendo al Comune di Senigallia di
raggiungere nel 2010 i 45.027 abitanti.
Dagli ultimi aggiornamenti sulla
popolazione residente, si registrano sul
territorio comunale 44.432 abitanti.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
23
ANNO MOVIMENTO NATURALE MOVIMENTO MIGRATORIO VARIAZIONE POPOLAZIONE
al 31/12 NATI X 1000/ab MORTI X 1000/ab. SALDO ISCRITTI X 1000/ab CANCELLATI X 1000/ab SALDO v. a. %
2001 348 8,3 496 11,9 -148 811 19,5 559 13,5 252 104
41.507
2002 340 8,2 476 11,2 -136 268 6,3 40 0,9 228 496 1,17 42.399
2003 343 8,1 497 11,7 -154 682 15,6 119 2,7 563 409 0,94 43.597
2004 380 8,7 467 10,6 -87 498 11,3 197 4,5 301 214 0,49 43.899
2005 374 8,5 505 11,5 -131 391 8,9 210 4,8 181 50 0,11 44.023
2006 360 8,1 478 10,8 -118 418 9,5 247 5,6 171 53 0,12 44.207
2007 381 8,6 548 12,3 -167 532 12 274 6,2 258 91 0,21 44.377
2008 375 8,4 513 11,5 -138 522 11,7 275 6,2 247 109 0,24 44.536
2009 383 8,6 544 12,2 -161 514 11,5 318 7,1 196 35 0,08 44.673
2010 351 7,8 549 12,2 -198 541 12 258 5,7 283 85 0,19 45.027
2011 362 7,9 509 11,2 -147 1292 8 787 17,3 505 222 0,48 45.385
1ºsem.201213 196 4,3 266 5,8 -70 612 13,5 533 11,74 79 -426 -0,93 45.394
totale 4.193 95,5 5.848 132,9 -1.655 7.081 139,78 3.817 86,24 3.264 1.442 3,1 /
Tabella 4 Movimento della popolazione dal 2001 al 2010
13 I dati relativi all’anno 2011 e al primo semestre 2012 sono provvisori in attesa dei riconteggi che si renderanno necessari a seguito del rilascio della Popolazione Legale dei Comuni.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
24
Grafico 7 Popolazione residente dal 2001 al 2010 e linea di tendenza al 2030
Grafico 8 Variazione percentuale della popolazione residente dal 2001 al 2012 e linea di tendenza al 2030
38.000
39.000
40.000
41.000
42.000
43.000
44.000
45.000
46.000
47.000
48.000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
2022
2023
2024
2025
2026
2027
2028
2029
2030
po
po
lazi
one
Anno
popolazione
tendenza
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
1,5
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
2022
2023
2024
2025
2026
2027
2028
2029
2030
vari
azio
ne p
erce
ntua
le
Anno
varaizione %
tendenza
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
25
Osservando i dati relativi al saldo
naturale e migratorio (tabella 4); e la
tabella 5 relativa al tasso di mascolinità14 si
possono effettuare alcune considerazioni
generali sul carattere sociale della
popolazione.
Il tasso di natalità 15 è in lieve
diminuzione, passando dall’8,3‰ del 2001
al 7,8‰ del 2010, tendenza in contrasto
con il generale andamento nazionale (il
tasso di natalità in Italia dalla seconda
metà degli anni Novanta ha registrato una
moderata ripresa arrivando al 9,1‰ nel
2011)16, toccando il massimo nel 2004 e il
minimo proprio nel 2010.
Il tasso di mortalità 17 è invece
aumentato, passando dall’11,9‰ (con 348
nati a fronte di 496 morti) a 12,2‰ (con
351 nati a fronte di 549 morti), superando
di 0,25 punti percentuali la media italiana,
e toccando il massimo nel 2007 con il
12,3‰ e il minimo nel 2004 con il 10,6‰.
Dal 2001 al 2010, quindi, la popolazione di
14 L’espressione tasso di mascolinità designa la proporzione di sesso maschile nell’insieme della popolazione. Esso è calcolato individuando il numero di maschi ogni 100 femmine. 15 Il tasso di natalità misura la frequenza delle nascite di una popolazione in un arco di tempo (normalmente un anno) ed è calcolato come rapporto tra il numero dei nati in quel periodo e la popolazione media. Questo dato viene utilizzato per verificare lo stato di sviluppo di una popolazione. 16 Fonte: http://demo.istat.it 17 Il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero delle morti, durante un periodo di tempo, e la quantità della popolazione media nello stesso periodo.
Senigallia ha registrato un tendenziale
movimento naturale18 negativo (-4,4%). I
dati non hanno subito forti oscillazioni,
così come evidenziato con il grafico 9, ma
sostanzialmente il numero dei morti ha
avuto una incidenza maggiore rispetto a
quello dei nati. Diversamente è avvenuto
per il saldo migratorio19, infatti i dati degli
iscritti e dei cancellati si sono assestati
solo dopo il 2005, mentre negli anni
precedenti hanno subito forti oscillazioni.
Per quanto riguarda il movimento
migratorio esso risulta positivo in quanto a
fronte di una diminuzione dei nuovi iscritti,
che passano da 811 nel 2001 a 541 nel
2010, nel periodo 2001-2010 si registra
una diminuzione viva delle cancellazioni,
che passano da 559 a 258 unità.
In generale la popolazione negli
ultimi 10 anni ha subito un costante,
seppur leggero,aumento dovuto non tanto
a un movimento naturale che anzi risulta
negativo, bensì a quello migratorio. Il
saldo naturale della popolazione dopo
aver registrato una caduta rilevante sino al
2005, negli ultimi 6 anni si è
sostanzialmente stabilizzato, registrando
anzi, dal 2009 al 2010 un lieve incremento
(grafico 10).
18 Il saldo naturale: è la differenza tra il numero di nati ed il numero di morti in un dato periodo. 19 Il saldo migratorio è la differenza tra il numero di immigrati e quello di emigrati in un dato periodo.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
26
Grafico 9 Movimento naturale e migratorio dal 2001 al 2012
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
po
po
lazi
one
anno
nati morti iscritti cancellati
Grafico 10 Saldo del movimento naturale e migratorio dal 2001 al 2012
-600
-400
-200
0
200
400
600
800
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
po
po
lazi
one
anno
saldo naturale
saldo migratorio
saldo totale (variazione rispetto all'anno precedente)
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
27
2.3
Il movimento demografico della popolazione straniera dal 2001 al 2011
La presenza della popolazione
straniera nel Comune di Senigallia è
cresciuta in maniera graduale nell’ultimo
decennio, registrando un incremento di
ben 4,7 punti percentuali, confermando il
generale andamento nazionale. Negli
ultimi dieci anni la popolazione straniera
abitualmente dimorante in Italia è quasi
triplicata, passando da poco più di
1.300.000 a circa 3.770.000 unità.
L’incidenza degli stranieri sul totale della
popolazione sale da 2,3% nel 2001 al 6,4%
nel 2011. Nel 2010, infatti, l’incidenza
percentuale della popolazione straniera
sulla popolazione totale è del 7,5 %.
Nei grafici 11 e 12 sono, invece,
riportate le percentuali della popolazione
straniera in riferimento al Paese di
provenienza e si dimostra come la
struttura della popolazione straniera sia
cambiata nel corso del decennio 2001-
2011. In generale, aumenta la popolazione
proveniente dall’Europa e dall’Asia,
passando rispettivamente dal 51% al 57%
e dal 17% al 23%. Contrariamente a questa
tendenza in aumento si impone la forte
diminuzione della popolazione
proveniente dal continente Americano (si
passa dall’11% nel 2001 al 6% nel 2011) e
da quello Africano (si passa dal 21% nel
2001 al 14% nel 2011).
Analizzando in maniera più
approfondita i grafici relativi alle
percentuali della composizione della
popolazione straniera in riferimento al loro
Paese di provenienza ed effettuando un
confronto tra i dati relativi all’anno 2001 e
quelli relativi all’anno 2011, si possono
effettuare alcune considerazioni. Per
quanto riguarda il continente Europeo,
aumentano in maniera esponenziale gli
stranieri provenienti dall’Albania (+56,7%),
l’Ucraina (+95,3%), la Romania (+90%);
rimangono pressoché invariati i dati
relativi ai Paesi di provenienza del
continente americano e africano (come
accennato in precedenza), mentre
aumenta il numero di stranieri provenienti
dai Paesi del continente asiatico,
registrando un incremento del 84,6% per
gli immigrati provenienti dal Bangladesh e
del 68% per quelli provenienti dalla Cina.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
28
Nella tabella 5 è riportato il
movimento demografico della
popolazione straniera all’anno 2002
all’anno 2010, da cui si può notare un
deciso incremento dell’immigrazione da
1.196 unità a i 3.396 unità. Per quanto
riguarda invece il tasso di natalità e
mortalità, si registrano notevoli divergenze
tra i tassi relativi alla popolazione
complessiva (rispettivamente 7,8‰ nel
2010) e quelli relativi alla popolazione
straniera (rispettivamente 13,8‰ nel
2010), contro un tasso di mortalità
dell’12,2‰ per la popolazione
complessiva e dell’1,5‰ per i cittadini
stranieri.
In linea generale la popolazione
straniera di Senigallia ha subito un
decremento delle nascite, che passano da
15,9‰ nel 2002 a 13,8‰ nel 2010, e un
aumento delle morti che passano
rispettivamente da 0,8‰ nel 2002 a 1,5%
nel 2010, ma complessivamente il saldo
naturale rimane positivo (+12,3‰ nel
2010), mentre quello della popolazione
totale Senigalliese nello stesso anno
registrava una perdita percentuale di -0,4
punti.
Allo stesso tempo si registra nel
periodo 2002-2010 un calo degli iscritti e
un aumento di cancellati per la
popolazione straniera, ma il saldo
migratorio rimane comunque positivo (nel
2010 si registra per gli stranieri un
incremento del 83,3‰, mentre per la
popolazione residente solo del 6,3‰).
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
29
Grafico 11 Popolazione straniera residente al 31 dicembre 2001 e suddivisione per continenti di provenienza
51%
21%
11%
17%
Europa
Africa
America
Asia
Popolazione straniera al 31 dicembre 2001
4% 4%
39%
9%
7%2%
35%
Francia
Germania
Albania
Romania
Russia
Ucraina
altro
Stranieri provenienti dall’Europa
4%
27%
23%
12%
26%
8%Algeria
Marocco
Nigeria
Senegal
Tunisia
altro
Stranieri provenienti dall'Africa
9% 10%
13%
45%
23% Bolivia
Brasile
Cuba
Perù
altro
Stranieri provenienti dall’America
28%
32%
6%
12%
22% Bangladesh
Cina
Filippine
Iran
altro
Stranieri provenienti dall’Asia
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
30
Grafici 12 Popolazione straniera residente al 31 dicembre 2011 e suddivisione per continenti di provenienza
57%
14%
6%
23%
Europa
Africa
America
Asia
Popolazione straniera residente al 31 dicembre 2011
1%2%
26%
27%
6%
15%
23%
Francia
Germania
Albania
Romania
Russia
Ucraina
altro
Stranieri provenienti dall’Europa
5%
37%
10%16%
23%
9% Algeria
Marocco
Nigeria
Senegal
Tunisia
altro
Stranieri provenienti dall’Africa
10%
12%
14%
37%
27%Bolivia
Brasile
Cuba
Perù
altro
Stranieri provenienti dall’America
45%
25%
2%
4%24% Bangladesh
Cina
Filippine
Iran
altro
Stranieri provenienti dall’Asia
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
31
ANNO
POPOLAZIONE TOTALE SENIGALLIA
POPOLAZIONE TOTALE STRANIERA
%
2002 42.399 1.196 2,8
2003 43.597 1.759 4
2004 43.899 2.060 6,7
2005 44.023 2.241 4,7
2006 44.207 2.412 5,4
2007 44.377 2.670 6
2008 44.536 2.917 6,5
2009 44.673 3.113 7
2010 45.027 3.396 7,5
2011 45.385 3.598 7,9
Tabella 6 Peso della popolazione straniera sulla popolazione totale
ANNO MOVIMENTO NATURALE MOVIMENTO MIGRATORIO VARIAZIONE
v.a. %
Pop.straniera totale al
31/12 NATI X 1000/ab. MORTI X 1000/ab SALDO ISCRITTI X 1000/ab CANCELLATI X 1000/ab SALDO
2001 27 22,5 1 0,8 26 255 213 122 101,9 133 107 8,9 1.197
2002 19 15,9 1 0,8 18 268 224,1 40 33,4 228 210 17,5 1.196
2003 13 7,4 2 1,1 11 682 387,7 119 67,7 563 552 31,4 1.759
2004 46 22,3 5 2,4 41 498 241,7 197 95,6 301 260 12,6 2.060
2005 35 15,6 4 1,8 31 391 174,5 210 93,7 181 150 6,7 2.241
2006 45 18,7 2 0,8 43 418 173,3 247 102,4 171 128 5,3 2.412
2007 47 17,6 3 1,1 44 532 199,3 274 102,6 258 214 8 2.670
2008 46 15,8 2 0,7 44 522 179,0 275 94,3 247 203 6,9 2.917
2009 48 15,4 3 1,0 45 514 165,1 318 102,2 196 151 4,8 3.113
2010 47 13,8 5 1,5 42 541 159,3 258 76,0 283 241 7,1 3.396
2011 45 12,5 4 1,1 41 493 137 291 80,8 202 161 4,4 3.598
totale 418 177,5 32 13,1 386 5.114 2254 2351 950,6 2763 2377 113,6 /
Tabella 5 Movimento demografico della popolazione straniera dal 2001 al 2011
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
32
2.4
La struttura della popolazione per classi d’età dal 2001 al 2011
Nel Comune di Senigallia si registra
una tendenza assolutamente in linea con
quella nazionale, ovvero un graduale
processo di invecchiamento della
popolazione: nella tabella 7 e nel grafico
13 si osserva un aumento di tutte le classi
di età in particolare per quella degli over
75 (+952 unità, passando rispettivamente
dalle 4.202 unità del 2001 alle 5.154 unità
del 2011), eccezion fatta per la classe degli
adulti dai 15 ai 19 anni, che registra una
diminuzione di 3 unità. In particolare,
osservando un generale aumento della
popolazione senigalliese tra il 2001 e il
2011, si riscontra una diminuzione di ben
2,3 punti percentuali della popolazione
della classe di età compresa tra i 15 e i 64
anni, a fronte di un aumento di 1 un punto
percentuale della popolazione con 65 anni
e più. Nel 2011 la popolazione Senigalliese
tra 0 e i 14 anni ha una incidenza sulla
popolazione totale, inferiore (12,3%)
rispetto a quella regionale (13,3%),
provinciale (13,4%) e nazionale (14%).
Anche la popolazione senigalliese tra i 15
e i 64 anni, considerata popolazione
attiva20, presenta valori percentuali al di
sotto delle medie provinciali, regionali e
nazionali. Al contrario la popolazione di 65
anni e più, registra valori percentuali
superiori rispetto a quelli provinciali
regionali e nazionali.
Dal 2001 al 2011, quindi, la
popolazione di Senigallia ha registrato un
tendenziale aumento dell’indice di
vecchiaia21, che è passato rispettivamente
da 185,3% nel 2001 al 193,6% nel 2011,
così come si evidenzia con la tabella 9,
rimanendo in linea con l’andamento
nazionale, che aumenta di 6,5 punti
percentuali. Diversamente è avvenuto
invece per l’Italia centrale, la Provincia e la
Regione nelle quali l’indice di vecchiaia è
diminuito di 9,7 punti percentuali.
20 Secondo le definizioni adottate dall’ISTAT, per popolazione attiva si intende l’insieme delle persone di età non inferiore ai 15 anni e non superiore ai 65 in rapporto alla popolazione totale. 21 L’indice di vecchiaia è un indicatore statistico dinamico usato per descrivere il peso della popolazione anziana sul tutale della popolazione. Esso si definisce come il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni); valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
33
anno
CLASSI DI ETÀ
totale GIOVANI ADULTI ANZIANI
< 5 da 5 a 9 da 10 a 14 da 15 a 19 da 20 a 64 da 65 a 75 76<
2001 1.667 1.686 1.725 1.904 26.361 5.207 4.202 42.752
2002 1.645 1.625 1.673 1.837 25.205 5.388 4.134 41.507
2003 1.698 1.641 1.725 1.816 25.640 5.501 4.378 42.399
2004 1.756 1.708 1.742 1.855 26.372 5.612 4.552 43.597
2005 1.822 1.729 1.774 1.784 26.522 5.644 4.624 43.899
2006 1.813 1.773 1.785 1.817 26.451 5.725 4.659 44.023
2007 1.817 1.794 1.764 1.857 26.479 5.658 4.838 44.207
2008 1.840 1.801 1.796 1.890 26.526 5.628 4.923 44.404
2009 1.875 1.826 1.798 1.851 26.562 5.638 4.986 44.536
2010 1.867 1.861 1.781 1.883 26.604 5.590 5.087 44.673
201122 1.866 1.834 1.845 1.901 26.843 5.584 5.154 45.027
Tabella 7 Popolazione per classi di età dall’anno 2001 all’anno 2011
anno
CLASSI DI ETÀ
0-14 anni 15-64 anni 65 e più Popolazione totale % unità % unità % unità
2001 11,9 5.078 66,1 28.265 22,0 9.409 42.752
2002 12,0 4.943 65,1 27.042 22,9 9.522 41.507
2003 11,9 5.064 64,7 27.456 23,3 9.879 42.399
2004 11,9 5.206 64,7 28.227 23,3 10.164 43.597
2005 12,1 5.325 64,5 28.306 23,4 10.268 43.899
2006 12,2 5.371 64,2 28.268 23,6 10.384 44.023
2007 12,1 5.375 64,1 28.336 23,7 10.496 44.207
2008 12,2 5.437 64,0 28.416 23,8 10.551 44.404
2009 12,3 5.499 63,8 28.413 23,8 10.624 44.536
2010 12,3 5.509 63,8 28.487 23,9 10.677 44.673
2011 12,3 5.545 63,8 28.744 23,0 10.738 45.027
An
no
201
1 Provincia di Ancona 13,4 64.525 63,9 307.027 22,6 109.476 481.028
Regione Marche 13,3 208.479 64,2 1.005.059 22,5 351.797 1.565.335
Italia Centrale 13,4 1.602.355 65 7.778.316 21,5 2.569.651 11.950.322
Italia 14 8.513.222 65,7 39.811.683 20,3 12.301.537 60.626.442
Tabella 8 Popolazione divisa per grandi classi di età
22 Popolazione residente al 20/10/2011; fonti: ISTAT; elaborazione dati: Ufficio Statistica del Comune di Senigallia.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
34
Grafico 13 Popolazione per classi di età
Censimento 2001 Censimento 2011
Indice di vecchiaia
Popolazione attiva (su pop. tot)
Indice di vecchiaia
Popolazione attiva (su pop. tot)
Comune di Senigallia 185,3% 66,1% 193,6% 63,8 %
Provincia di Ancona 184,6% 66,4% 169,7% 63,8%
Regione Marche 177,7% 66,3% 168,7% 64,2%
Italia centrale 165,6% 67,8% 160,5% 65,1%
Italia 138% 68,2% 144,5% 65,7%
Tabella 9 Confronto tra indice di vecchiaia e percentuale della popolazione attiva nel 2001 e nel 2011
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2001
0-14 anni 15-64 anni 65 e più
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
35
2.5
La composizione delle famiglie residenti dal 2001 al 2011
La composizione delle famiglie nel
Comune di Senigallia, valutata tramite
l’analisi dei dati censuari degli anni 2001 e
2011, mette in evidenza una forte
diminuzione del numero di componenti
per nucleo familiare, sebbene il numero
totale delle famiglie sia aumentato. La
definizione di famiglia qui adottata è
quella prevista dal Regolamento
anagrafico vigente in Italia, pertanto per
famiglia si intende un insieme di persone,
o una persona, legate da vincoli di
parentela, affinità, matrimonio, adozione,
tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed
aventi dimora abituale nello stesso
Comune.
Come emerso dall’analisi dei dati del
XV censimento generale della popolazione
e delle abitazioni 2011, il numero di
famiglie in Italia è più che raddoppiato
negli ultimi 60 anni, un aumento che,
come già scritto, ha interessato anche il
Comune di Senigallia.
La dimensione delle famiglie è
andata invece diminuendo nel tempo,
anche in questo caso rispecchiando il
generale andamento italiano (in Italia si
passa da un numero medio di componenti
per famiglia di 2,4 nel 2001 a 2,2 nel 2011).
Nel 2001, infatti, a fronte di una
popolazione totale di 42.752 unità, il
numero delle famiglie ammonta a 16.847
(con un numero medio di componenti per
famiglia23 di 2,5), mentre nel 2011, data
dell’ultimo censimento ISTAT, la
popolazione totale è composta da 45.027
unità e 19.854 nuclei familiari, con un
numero medio di componenti per famiglia
di 2,2 unità, registrando quindi una
diminuzione di ben 0,3 punti percentuali in
un solo decennio.
Come emerge dalla lettura del
grafico 14, in cui vengono riportati i valori
assoluti del numero di componenti per
famiglia negli anni 2001 e 2011, e dalla
tabella 10, in cui sono inseriti invece i
valori percentuali (oltre a quelli assoluti), il
numero delle famiglie formate da uno, due
o tre componenti, nell’anno 2011 supera
23 Il numero medio di componenti per famiglia si calcola dividendo la popolazione totale per il numero di famiglie totali nello stesso anno.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
36
sempre quello del 2001, indice del fatto
che nell’ultimo decennio sono sempre più
diffusi i “piccoli nuclei” familiari a scapito
del numero delle famiglie numerose. Nello
specifico, si passa da 4.663 (27,7%)
famiglie formate da un solo componente
nel 2001 a 6.961 (35%) nel 2011; da 4.413
(26,2%) famiglie formate da due
componenti del 2001 a 5.347 (26,9%) nel
2011; infine da 3.826 (22,7%) famiglie
formate da tre componenti nel 2001 a
3.923 (19,7%) nel 2011. Per quanto
riguarda invece le famiglie con quattro,
cinque, sei e sette o più componenti, in
generale, nell’anno 2011, si nota
facilmente come il numero delle stesse sia
sempre minore rispetto a quello del 2001.
Per i nuclei familiari composti da quattro
componenti si passa da 2.915 (17,3%)
famiglie nel 2001 a 2.742 (13,8%) nel 2011
con una piccola diminuzione in termini
assoluti, ma di ben 3,5 punti percentuali in
un decennio. Per i nuclei formati da cinque
componenti si passa, invece, da 774 (4,6%)
del 2001 a 680 (3,4%) nel 2011. Anche il
numero delle famiglie composte da sei,
sette o più unità è in diminuzione
nell’ultimo decennio: per i nuclei composti
da sei individui si passa da 185 (1,1%) a
134 (0,6%), mentre per quelli formati da 7
o più componenti si passa da (0,4%) a 64
(0,3%), arrivando ad una incidenza
percentuale molto bassa.
L’incremento del numero delle
famiglie, accompagnato dalla riduzione
del numero medio di componenti per
nucleo familiare, riflette a pieno i grandi
mutamenti delle strutture familiari dovuti
ai cambiamenti demografici, sociali ed
economici in atto in tutta la Nazione.
Anche in conseguenza al progressivo
invecchiamento della popolazione, il
numero delle famiglie numerose tende a
diminuire, contrariamente a quello delle
famiglie uni-personali.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
37
Grafico 14 Confronto del numero di famiglie suddivise per n° di componenti residenti sul territorio comunale (fonte: Censimenti 2001 e 2011)
Numero di componenti
anno
2001 2011
numero comp. %. numero comp. %
1 4.663 27,7 6.961 35
2 4.413 26,2 5.347 26,9 3 3.826 22,7 3.923 19,7
4 2.915 17,3 2.742 13,8
5 774 4,6 680 3,4 6 185 1,1 134 0,6
7 e più 71 0,4 67 0,3 totale 16.847 19.854
Tabella 10 Valori assoluti e percentuali del numero di famiglie residenti per numero di componenti da censimento 2001 e 2011
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
1 2 3 4 5 6 7 e più
anno 2001anno 2011
numero di componenti
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
38
3 \\ STRUTTURA ECONOMICA
l’evoluzione dell’ultimo decennio
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
39
3.1
Le attività economiche nel Comune di Senigallia
La città di Senigallia si è
contraddistinta negli ultimi 50 anni quale
polo di ricettività per alcune grandi
imprese del settore secondario e terziario,
che a seguito della loro dismissione hanno
lasciato sul territorio numerosi “vuoti
urbani”(si pensi ad esempio al caso Ex-
Sacelit Italcementi, o al caso Ragno).
A queste si aggiunge un progressivo
proliferare negli anni più recenti di piccole
e medie imprese che hanno garantito
lavoro sia alla popolazione residente che
alle popolazioni di pendolari provenienti
dai comuni limitrofi.
La posizione del Comune e la sua
prossimità sia con il mare che con il
paesaggio collinare, oltre all’elevato grado
di accessibilità garantita dal sistema
infrastrutturale, rendono il Comune di
Senigallia un sistema storicamente inserito
in un più ampio panorama produttivo e
logistico della Regione Marche, a cui
appunto si lega un’altrettanto vasta offerta
di strutture commerciali.
L’analisi dell’ evoluzione del numero
di imprese dall’ anno 2003 all’ anno 2012 24 conferma una propensione al
mantenimento delle attività: i dati infatti,
nonostante la grande crisi mondiale che
ha coinvolto tutti i settori d’impresa,
emerge un tasso di crescita sempre molto
vicino allo zero. Questo dato indica che il
numero di imprese non è cresciuto, e nel
2012 è anzi diminuito, restituendo
un’immagine negativa in quanto,tra l’
altro, inferiore a quello di livello nazionale.
Nell’anno 2012 si riscontra infatti a
Senigallia un numero di iscrizioni di
imprese inferiore a quello dell’ anno
precedente (-38) e un numero di
cessazioni superiore (+82), mentre in Italia
nel 2012 si registrano 18.911 iscrizioni in
più rispetto al 2011 (+0,31%), un dato
comunque non pienamente positivo in
quanto rappresenta è il saldo più basso
dopo quello del 2009.
Come emerge dai grafici 17 e 18 e
dalla tabella 12 In particolare sofferenza
sono i settori alberghiero e turistico,
dell'agricoltura e del commercio, tiene
24 effettuata dalla Camera di Commercio di Ancona su database Stockview – Infocamere
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
40
invece il settore delle attività immobiliari. I
settori colpiti maggiormente sono anche
alcuni tra i più diffusi sul territorio: l’
agricoltura (che comprende al suo interno
le attività di coltivazione agricola e
produzione di prodotti animali oltre ad
attività di caccia e pesca), il commercio (all’
ingrosso e al dettaglio)e le attività turistico
ricettive consistono rispettivamente nel
11%,28% e 10% sul totale delle imprese
presenti.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
41
ANNO REGISTRATE ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO Tasso di natalità
Tasso di mortalità
Tasso di crescita
2003 4.449 331 290 41 7% 7% 1% 2004 4.506 346 286 60 8% 6% 1% 2005 4.600 371 277 94 8% 6% 2% 2006 4.593 338 356 -18 7% 8% 0% 2007 4.611 354 334 20 8% 7% 0% 2008 4.624 349 332 17 8% 7% 0% 2009 4.606 325 344 -19 7% 7% 0% 2010 4.703 357 271 86 8% 6% 2% 2011 4.775 348 271 77 7% 6% 2% 2012 4.728 310 353 -43 7% 7% -1% Tabella 11 Imprese registrate dal 31/12/2003 al 31/12/2012, iscritte e cancellate nel corso dell'anno
Grafico 15 andamento delle iscrizioni e delle cessazioni delle imprese dal 2003 al 2012
Grafico 16 andamento del saldo delle imprese dal 2003 al 2012
200
250
300
350
400
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
CESSAZIONI ISCRIZIONI
‐50
0
50
100
150
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
42
SETTORE ANNO 2012
Registrate Iscrizioni Cessazioni PERCENTUALE SALDO
agricoltura 499 17 23 11% -6
commercio 1.328 62 96 28% -34
albereghi e ristorazione 491 14 35 10% -21
attività manifatturiere 365 25 37 8% -12
costruzioni 632 37 58 13% -21
servizi a imprese e persone 960 47 70 20% -23
attività immobiliari 265 10 8 6% 2
altre attività non classificate 188 98 26 4% 72
TOTALE 4.728 100%
Tabella 12 imprese registrate al 31/12/2012 suddivise per settore di attività
Grafico 17 percentuale delle imprese per ogni settore di attività
Grafico 18 saldo delle imprese divise per settore di attività al 31/12/2012
11%
28%
10%8%
13%
20%
6%4% agricoltura
commercio
albereghi e ristorazione
attività manifatturiere
costruzioni
servizi a imprese e persone
attività immobiliari
altre attività non classificate
-40
-20
0
20
40
60
80
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
43
3.2
Il quadro delle attività turistiche-ricettive
La posizione strategica di Senigallia,
che si colloca nelle vicinanze
dell’aeroporto di Falconara e di grandi vie
di comunicazione infrastrutturale come
l’autostrada A14 (Bologna-Taranto), oltre
alla complessiva qualità del territorio e alla
sua forte identità, unite alla notevole
presenza di importanti risorse di interesse
turistico, permette di considerare il
Comune un grande polo a elevata
attrattività turistico-ricettiva.
L’offerta turistico-ricettiva presente
sul territorio del Comune di Senigallia si
può distinguere, in base alle realtà
presenti sul territorio, riconducendole a
due categorie.25
La prima categoria è quella delle
strutture alberghiere, che naturalmente si
dislocano prevalentemente sul lungomare,
25 I dati sono aggiornati al 29 agosto 2012.
all’interno della quale compaiono 24
attività funzionali con esercizio annuale, 52
con esercizio limitato alla stagione estiva,
per un numero complessivo di 76 alberghi
attualmente attivi, per una capacità
ricettiva pari a 5.903 posti letto.
La seconda categoria è quella delle
residenze turistico alberghiere 26 , che
risultano essere 2 in tutto il Comune, per
un totale di 85 posti letto.
Oltre a queste, fanno parte della
categoria delle strutture ricettive anche
quelle denominate “strutture ricettive
complementari” 27 , tra cui figurano
campeggi, country houses, bed&breakfast,
agriturismi, ostelli, camere vacanze e case
vacanze.
Rafforzare l’offerta ricettiva
puntando sullo sviluppo di un turismo
“sostenibile”, che determini una
evoluzione armonica del territorio che lo
ospita è sicuramente tra gli obiettivi da
raggiungere nel prossimo periodo.
26 Le “residenze turistico alberghiere” sono esercizi ricettivi aperti al pubblico, a gestione unitaria, che forniscono alloggio, per un periodo minimo di sette giorni in unità abitative arredate, ed eventualmente vitto ed altri servizi accessori, in almeno sette appartamenti dotati di servizio autonomo di cucina. 27 Secondo la definizione della LR 9/2006, si considerano tali le strutture ricettive non classificabili come alberghi (campeggi, villaggi tristici, bed&breakfast).
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
44
offerta turistico ricettiva strutture ricettive complementari
strutture alberghiere
residenze turistico
alberghiere campeggi country
houses bed&
breakfast agriturismi ostelli camere vacanze
case vacanze
unità 76 2 16 11 19 8 1 2 2
posti letto 5.903 85 4.681 189 97 60 20 28 167
totale 5.988 5.242 Tabella 1 Quadro delle attività turistico-ricettive del Comune di Senigallia
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
45
3.4
Le imprese agricole
A causa della morfologia territoriale
che connota il Comune di Senigallia, il
paesaggio rurale occupa la maggior parte
del territorio comunale e la destinazione
agricola risulta prevalente con la maggior
parte delle colture praticate nella bassa
collina. L’elevato valore del paesaggio
agricolo è incrementato anche dalla
presenza di testimonianze storico culturali
(chiese, torri, castelli, edifici rurali, parchi e
ville). L’attuale mancanza di connessioni
verdi con il centro città, una inadeguata
manutenzione del reticolo viario
extraurbano (che vista la limitata ampiezza
della carreggiata non permette la
realizzazione di piste ciclopedonali che
potrebbero rappresentare una opportunità
di grande importanza per la rete del
verde), la vicinanza con l’autostrada A14 e
la scarsa presenza di strutture ricettive,
unite ad una graduale perdita dei caratteri
propri del paesaggio agrario storico, non
permettono di godere e fruire totalmente
dei benefici generati dal territorio rurale.
La recente scomparsa del paesaggio
tradizionale della mezzadria nell’Italia
Centrale, sta lentamente progredendo
verso nuove forme di complessità sia
visiva sia ecologica. Queste nuove
configurazioni derivano dall’accostamento
di seminativo e colture specializzate
(soprattutto vigneto), il tutto alternato da
sistemi insediativi diffusi che vedono un
riuso della campagna e dei nuclei storici
per nuovi stili abitativi, creando una sorta
di mosaico, composto appunto, da
materiali di diversa natura, colore,
destinazione e morfologia.
F. Indovina (2009) riassume
efficacemente in sette punti i fattori
principali che hanno determinato
inizialmente l’urbanizzazione delle
campagne e successivamente la
formazione della città diffusa. Tali punti
sono:
l’abbandono di molte attività agricole a
seguito di una aspettativa di
trasformazione dei suoli;
la costruzione di un modello produttivo
“individuale” non più concentrato in
un’unica grande impresa bensì basato
sulla dislocazione in piccole aziende
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
46
della filiera produttiva spesso a
conduzione familiare;
i già citati mutamenti degli stili di vita a
seguito dell’aumento della disponibilità
economica;
il progressivo aumento dei costi della
città compatta;
l’indebolimento delle necessità di
agglomerazione per adempiere alle
funzioni della vita collettiva
(l’incremento del mezzo privato per gli
spostamenti e dei mezzi di
telecomunicazione per le relazioni
hanno notevolmente condizionato la
possibilità di vivere lontano dal centro);
la nascita di un nuovo modello
organizzativo delle attività commerciali
basato sulla grande distribuzione a
discapito del commercio di vicinato;
la diffusione di grandi attrezzature per il
tempo libero e il divertimento in ambiti
extraurbani (cinema multisala, parchi
acquatici, parchi di divertimento) che
sfruttano, come la grande distribuzione
commerciale, il posizionamento in
luoghi altamente accessibili (caselli e
svincoli autostradali, o snodi della
viabilità principale).
Il paesaggio agricolo e naturale
italiano viene così sempre più attaccato da
insediamenti e infrastrutture che erodono
indiscriminatamente suoli liberi agricoli e
naturali. Questa conformazione territoriale
degli insediamenti determina rilevanti
squilibri sia nei territori cosiddetti della
dispersione sia all’interno dei centri abitati
tradizionali. Tali scompensi sono
prevalentemente legati al sistema della
mobilità e al sistema naturalistico e
paesaggistico: il primo fortemente
caratterizzato dal traffico su gomma, il
secondo da una frammentazione delle
aree verdi e da un progressivo degrado
del paesaggio naturale.
“La città di Sinigaglia da questa
radice de’ monti si discosta poco più che il
tirare d'uno arco, e da la marina è distante
meno d'uno miglio. A canto a questa corre
un picciolo fiume, che le bagna quella
parte delle mura che in verso Fano
riguardano. La strada per tanto che
propinqua a Sinigaglia arriva, viene per
buono spazio di cammino lungo e monti, e
giunta a el fiume che passa lungo
Sinigaglia, si volta in su la man sinistra
lungo la riva di quello; tanto che, andato
per spazio d'una arcata, arriva a un ponte
el quale passa quel fiume e quasi attesta
con la porta ch'entra in Sinigaglia, non per
retta linea ma transversalmente. Avanti a la
porta è un borgo di case con una piazza,
davanti alla quale l'argine del fiume da
l'uno de’ lati fa spalle”.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
47
Le parole con cui Niccolò
Macchiavelli descrive la città, all’interno
della sua breve opera storica intitolata
Descrizione del modo tenuto dal Duca
Valentino nello ammazzare Vitellozzo
Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor
Pagolo e il duca di Gravina Orsini (1503), si
restituisce a pieno l’immagine morfologica
di Senigallia, caratterizzata proprio per la
sua composizione, prevalentemente
pianeggiante ma circondata da colline
degradanti verso il mare e attraversata da
corsi d’acqua, che ne fanno un Comune a
fortissima vocazione agricola.
Grazie ai dati reperiti da ISTAT per il
VI censimento generale dell’agricoltura, si
può cercare di quantificare questa
vocazione.
Territorio n. aziende
agricole 2011 Italia 250.806.040 Italia centrale 37.871.012
Marche 44.866
Ancona 10.781
Castel Colonna 99
Corinaldo 418
Ostra 328
Ostra Vetere 273
Ripe 135 Senigallia 765 Tabella 13 Numero di aziende agricole sul territorio
Analizzando nel dettaglio i dati
relativi al numero di aziende agricole
appartenenti alla FUA di Senigallia e alla
loro rispettiva superficie in ettari emerge
come, il numero di aziende è di molto
superiore a quello degli altri Comuni.
Tuttavia la vastissima superficie del
territorio comunale, si delinea come un
paesaggio agricolo fortemente
frammentato: più del 40% del totale delle
aziende agricole senigalliesi hanno una
superficie inferiore ai 2 ettari, a fronte di
un numero considerevolmente ridotto
(solo 9 aziende, pari all’1,2%) di aziende
con una superficie agricola di circa 100
ettari.
Come mostra la tabella 14, le
aziende a conduzione diretta del
coltivatore sono largamente prevalenti, tra
queste, incidono maggiormente quelle
con manodopera esclusivamente
famigliare (tabella 15), arrivando in ogni
caso a percentuali superiori all’80%, con
picchi del 98% nel caso di Castelcolonna.
La maggior parte delle aziende agricole sul
territorio sono quindi a conduzione
familiare, sintomo del fatto che la
tradizione agricola dei luoghi si tramanda
da generazioni.
Il numero di aziende condotte “in
economia”, ovvero quelle che si avvalgono
di salariati e quelle che fanno ricorso
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
48
esclusivamente a contoterzismo, rimane
quindi ridotto rispetto a quello delle
imprese a conduzione familiare.
Analizzando la tabella 16, emerge
come nei Comuni dell’area presa in esame,
vi sia prevalenza di colture seminative,
quelle che si occupano quindi della
coltivazione di cereali per la produzione di
granella, legumi secchi, patata,
barbabietola da zucchero, piante (sarchiate
da foraggio e industriali, ornamentali),
confermando la spiccata vocazione
marchigiana all’utilizzo dei terreni,
appunto, come seminativi.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
49
Forma di conduzione conduzione diretta
del coltivatore conduzione con salariati
altra forma di conduzione
totale
Marche 42488 2020 358 44866 Ancona 9931 786 64 10781 CASTELCOLONNA 97 2 ... 99
CORINALDO 394 23 1 418
OSTRA 270 57 1 328
OSTRA VETERE 239 34 ... 273
RIPE 127 7 1 135
SENIGALLIA 690 71 4 765
Tabella 14 Forma di conduzione delle imprese agricole
Categoria di manodopera
Totale manodopera
aziendale familiare
voci relative alla manodopera aziendale familiare
Totale manodopera
aziendale non
familiare
voci relative alla manodopera aziendale non familiare
conduttore
altri familiari
del conduttore
che lavorano
in azienda
parenti del conduttore
che lavorano
in azienda
coniuge che
lavora in
azienda
altra manodopera aziendale in
forma continuativa
altra manodopera aziendale in
forma saltuaria
lavoratori non assunti
direttamente dall'azienda
Marche 76.962 44.246 9.106 6.504 17.106 11.394 3.440 7.646 308
Ancona 18.213 10.612 1.985 1.694 3.922 2.965 964 1824 177
CASTELCOLONNA 177 99 28 10 40 4 1 3 ...
CORINALDO 668 415 67 32 154 93 8 84 1
OSTRA 658 323 79 123 133 93 25 68 ...
OSTRA VETERE 455 270 35 21 129 106 27 71 8
RIPE 235 134 18 22 61 17 10 7 ...
SENIGALLIA 1.330 754 184 121 271 188 94 87 7
Tabella 15 Categoria di manodopera all’interno delle aziende agricole
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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UTILIZZAZIONE DEI TERRENI SUPERFICIE AGRICOLA TOTALE (SAT) funghi in
grotte, sotterranei o in appositi
edifici
serre coltivazioni energetiche
SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU) arboricoltura da legno annessa
ad aziende agricole
boschi annessi
ad aziende agricole
superficie agricola
non utilizzata
altra superficie seminativi
coltivazioni legnose agrarie
orti familiari
prati permanenti e
pascoli
Marche 374.856 37.346 2.109 57.516 3.385 96.182 23.451 21.661 64 20.253 711
Ancona 100.082 9.106 446 4.307 516 9.466 2.792 5.185 3 5.765 333 Castelcolonna 9.37 36 2 4 13 16 19 35 ... ... ...
Corinaldo 3.427 318 12 9 12 13 25 294 3 47 6
Ostra 3.301 185 12 12 9 3 33 214 ... 819 64
Ostra Vetere 3.309 172 11 30 1 18 88 157 ... 85 ...
Ripe 1.129 48 6 0 0 4 43 41 ... 68 ...
Senigallia 8.941 521 34 45 13 60 184 427 ... 365 11 Tabella 16 Classi di utilizzazione dei terreni ettari
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
51
3.3
Il governo del territorio, iniziative e marketing territoriale
Sono davvero moltissime le iniziative
con cui il Comune di Senigallia promuove
le specificità e le potenzialità locali, oggi
interpretate come punto di partenza per
uno sviluppo economico e sociale. Si
ricordano almeno le iniziative:
del Museo Comunale di Arte Moderna
dell’informazione e della Fotografia
(Musinf),
del festival “Ventimilarighesottoimari”,
del Cater Raduno,
del festival “Summer Jamboree”,
del festival Organicistico Internazionale
“Città di Senigallia”,
della manifestazione Cucine di Borgo,
della manifestazione “Pane Nostrum”,
della manifestazione “Senigallia in
Vela”.
Le iniziative e le mostre promosse
all’interno del Museo Comunale di Arte
Moderna dell’informazione e della
Fotografia (Musinf), istituito dal Comune
con l’intento di realizzare un progetto del
critico Carlo Emanuele Bugatti, a cui hanno
aderito grandi artisti del Novecento e di
cui il museo conserva cospicue raccolte di
opere. Proprio per testimoniare l’intento di
documentare in campo artistico il rapporto
tra parole e immagini, le collezioni del
museo riguardano diversi campi dell’arte
contemporanea. Gli archivi di fotografia
Giacomelli, e la Scuola “Misa”, nascono per
documentare l’esperienza senigalliese
della cosiddetta “Scuola Misa”, che ad oggi
rappresenta un significativo tratto della
storia della fotografia italiana del secondo
Novecento. All’interno del Musinf la
tradizione fotografica senigalliese trova
spazio con raccolte tematiche, e ospita
anche l’osservatorio della fotografia della
Provincia di Ancona.
Oltre alle importantissime
testimonianze sulla tradizione fotografica,
la collezione di oltre cinquanta opere di
scultura documenta la presenza di grandi
personalità senigalliesi nell’ambito della
storia della scultura italiana (tra questi
Enrico Mazzolani, Silvio Ceccarelli e Alfio
Castelli).
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
52
L’unico movimento artistico e
culturale che dopo il futurismo ha avuto
una diffusione internazionale, quello di
Poesia Visiva, trova testimonianza
all’interno del museo, attraverso oltre
duecento opere di artisti italiani e stranieri.
Anche altre mostre e archivi permanenti e
unici nel loro genere sono ospitate dal
Musinf, come l’Archivio Internazionale
della Documentazione Xero-Arte, in cui si
raccolgono i documenti riguardanti la
produzione artistica all’avanguardia
realizzata con mezzi elettronici; l’Archivio
Internazionale Arte per la Pace (Mail Art),
raccolta di espressioni artistiche che si
avvalgono del mezzo postale come
strumento di diffusione; e infine il Centro
Internazionale Documentazione Ex Libris,
che raccoglie oltre seimila opere dei
maggiori artisti del settore fin dal
dopoguerra.
Oltre le mostre permanenti ospitate
dal Musinf, sono innumerevoli le mostre
temporanee organizzate in luoghi di
incontro e cultura disseminati su tutto il
territorio Comunale, come la Rocca
Roveresca, oggi sede dell’area
Archeologica e del Museo La Fenice; il
Palazzo del Duca che, dopo essere stato
riacquisito dal Comune di Senigallia, ha
subìto una intensa opera di restauro ed è
meta di rilevanza sovralocale; il Palazzetto
Baviera, la Pinacoteca Diocesana di Arte
Sacra presso il Palazzo dell’Episcopio, il
Museo Pio XI, che costituiscono poli
attrattivi culturali proprio per la loro
valenza storica e architettonica.
Ormai da undici anni nel periodo
estivo la Diocesi di Senigallia, in
collaborazione con il Maestro F. Iannella e
il supporto del Comune di Senigallia,
organizza il festival Organicistico
Internazionale “Città di Senigallia”,
manifestazione consolidata nel tempo e
che coinvolge anche i Comuni
dell’entroterra, permettendo al pubblico di
ascoltare l’armonia di diversi organi, alcuni
dei quali sono importanti esemplari
dell’arte organaria non solo senigalliese
ma dell’intera Regione Marche e restaurati
per l’occasione. Questa manifestazione ha
una importanza non solo nazionale ma
anche internazionale, esercitando un forte
richiamo anche nei confronti di visitatori
stranieri.
L’edizione del festival
“Ventimilarighesottoimari” è dedicata ogni
anno a scritture diverse, gialli, noir,
romanzi, che vengono presentati e
commentati anche in presenza di
personalità di spicco nel settore.
Da qualche anno l’estate senigalliese
si anima grazie alle trasmissioni
radiofoniche organizzate dal secondo
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
53
canale nazionale sul territorio Comunale,
dando vita al Cater Raduno, capace di
proporre temi di attualità e interesse,
riuscendo a suscitare grande
partecipazione e a muovere il pensiero dei
cittadini senigalliesi e non. Sono due le
trasmissioni che si tengono in diretta: dal
Lungomare Alighieri di Senigallia e
dall’interno della RAM (Rotonda A Mare),
che vengono accompagnate ogni anno da
eventi musicali di rilievo, con la presenza
di cantautori conosciuti a livello
Internazionale (tra questi Nina Zilli,
Samuele Bersani e i Subsonica).
Sono centinaia le ore di musica,
concerti e dj set organizzati in occasione
del “Summer Jamboree”, festival dedicato
alla musica e alla cultura americane degli
anni Quaranta e Cinquanta. Da ormai
tredici anni la Spiaggia di Velluto ospita
per nove giorni consecutivi autentiche
leggende della musica rock and roll con le
loro esibizioni. Il festival è organizzato
dall’Associazione Culturale Summer
Jamboree e promosso dal Comune di
Senigallia in collaborazione con la
Provincia di Ancona, il sistema turistico
locale Marca Anconetana, con il Main
Sponsor UniCredit. Per avvicinare
maggiormente la popolazione alla cultura
di quegli anni si organizzano due
workshop, uno di chitarra e uno di
burlesque, oltre alla possibilità di
frequentare corsi di ballo, assistere a feste
in spiaggia, sfilate di abiti, auto e moto
d’epoca, oltre alla splendida scenografia
che si crea spontaneamente grazie agli
appassionati del genere.
In collaborazione con le associazioni
locali che da anni promuovono la
valorizzazione delle proprie tradizioni
culinarie, ogni anno la Piazza del Foro
Annonario ospita la manifestazione
“Cucine di Borgo”. Questa manifestazione
si svolge non solo con l’intenzione di
insegnare l’importanza delle tradizioni più
radicate con uno sguardo al passato, ma
ha un impronta lungimirante e si pone
l’obiettivo di realizzare feste sostenibili e
solidali, attraverso l’utilizzo di prodotti
riutilizzabili e riciclabili, acquistati presso
cooperative sociali territoriali.
Dura quattro giorni la
manifestazione che da diversi anni
coinvolge la popolazione Senigalliese,
“Pane Nostrum”, con forni a cielo aperto,
panificatori in piazza, la possibilità di
frequentare corsi di panificazione gratuiti e
scoprire i sapori e i prodotti della buona
terra marchigiana e nazionale.
Sono ben dieci i giorni di giugno in
cui è organizzata la manifestazione
“Senigallia in Vela”, in collaborazione con
l’Ufficio Locale Marittimo e sedici
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
54
Associazioni, che promuovono una serie di
attività legate al mondo del mare e della
navigazione in barca a vela. Durante il
giorno si organizzano regate e gare di
pesca, con la possibilità per le persone
disabili di provare l’esperienza della
navigazione in barca a vela, assistiti da
associazioni specializzate. Nella serata,
invece si organizzano dibattiti, proiezioni,
osservazioni della volta celeste,
presentazioni di libri e concerti, che si
concluderanno con la premiazione di un
concorso fotografico indetto per
imprimere sulla pellicola il momento più
significativo di questa splendida
manifestazione.
Le originali manifestazioni
organizzate su territorio comunale
suscitano da anni grande interesse,
perseguendo l’obiettivo di mostrare ai
tantissimi visitatori il volto migliore della
città e di valorizzare le eccellenze cittadine.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
55
4 \\ AMBIENTE NATURALE E TERRITORIO
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
56
4.1
L’energia
A seguito dell’adozione del
Pacchetto europeo su clima ed energia nel
2008, la Commissione Europea ha
promosso il Patto dei Sindaci per avallare
e sostenere gli sforzi compiuti dagli Enti
locali nell’attuazione delle politiche nel
campo dell’energia e dell’ambiente
sostenibile. I governi locali, infatti,
svolgono un ruolo fondamentale nella
mitigazione degli effetti conseguenti al
cambiamento climatico, soprattutto se si
considera che l’80% dei consumi
energetici e delle emissioni di CO2 è
associato alle attività urbane.
In data 18 aprile 2012, il Comune di
Senigallia sottoscrive e prende parte al
Patto dei Sindaci, impegnandosi nel
campo della sostenibilità ambientale ed
energetica, insieme ad altri 4.679 firmatari
in tutta Europa.
Essendo ad oggi l’unico movimento
di questo genere a mobilizzare attori locali
e regionali ai fini del perseguimento di
obiettivi comuni, il Patto dei Sindaci è
considerato dalle istituzioni europee come
un eccezionale modello di governance
multilivello.
Al fine di tradurre il loro impegno
politico in misure e progetti concreti, i
firmatari del Patto, tra cui appunto il
Comune di Senigallia, si impegnano a
preparare un “Inventario di Base delle
Emissioni” e a presentare, entro il 2013, un
Piano d’azione per l’energia sostenibile in
cui sono delineate le azioni principali che
essi intendono avviare.
ECORegion 28 è il software on-line
ufficialmente riconosciuto dall’Unione
europea come strumento idoneo a
preparare bilanci di emissioni di CO2 su
base locale. Attraverso questo software i
Comuni che aderiscono al Patto dei
Sindaci possono preparare l’Inventario
Base delle Emissioni, finalizzato alla
stesura del Susteinable Energy Action Plan
(SEAP), ovvero il programma di interventi
che le amministrazioni locali realizzeranno
28 Questo strumento, messo a punto da Ecospeed, spin-off dell’Università di Zurigo, e già in uso dai membri di “Alleanza per il clima” in Svizzera e Germania, è stato adottato per la prima volta nel nostro Paese da “Alleanza per il Clima Italia” in collaborazione con un gruppo pilota di enti locali e territoriali.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
57
per raggiungere gli obiettivi del
“Pacchetto 20-20-20” (ridurre del 20%
entro il 2020 le emissioni di CO2
aumentando della stessa quota l’efficienza
energetica e la produzione di energia da
fonti rinnovabili).
Va specificato però, che le azioni
energetiche dell’Amministrazione Pubblica
e quelle di origine privata, intraprese
prima della sottoscrizione del Patto dei
Sindaci, non possono essere inserite nel
SEAP, in quanto il proposito dell’iniziativa
è quello di redigere un Piano d’Azione per
il futuro, attraverso nuove iniziative,
indipendenti da quelle già messe in atto.
Oltre all’obiettivo del risparmio
energetico e della sostenibilità ambientale,
i risultati delle azioni dei firmatari sono
molteplici, a partire dalla creazione di
posti di lavoro stabili e qualificati non
subordinati alla delocalizzazione; un
ambiente e una qualità della vita più sani;
un’accresciuta competitività economica e
una sempre maggiore indipendenza
energetica.
All’interno del Patto è stato
attribuito un ruolo specifico alle
Amministrazioni pubbliche e alle reti in
grado di assistere i firmatari nel
perseguimento dei loro ambiziosi obiettivi,
a causa del fatto che, sebbene un numero
sempre crescente di Comuni stia
dimostrando la propria volontà politica di
aderire all’iniziativa, non sempre questi
dispongono delle risorse finanziarie e
tecniche per tener fede agli impegni.
I Coordinatori del Patto, comprese le
Province, le Regioni e le autorità nazionali,
concedono ai firmatari consulenza
strategica nonché assistenza tecnico-
finanziaria.
Una rete di Enti locali, nota come i
Sostenitori del Patto, è impegnata ad
amplificare al massimo l’impatto
dell’iniziativa con attività promozionali,
collegamenti tra i membri e piattaforme di
condivisione delle esperienze.
Già da tempo l’Amministrazione
Comunale di Senigallia ha dimostrato
impegno nel campo della sostenibilità
ambientale e della riduzione di CO2, mirate
anche al contenimento dei consumi
energetici in ambito insediativo, con
interventi su edifici ed attrezzature
pubbliche di uso pubblico;
sull’illuminazione pubblica, ad esempio la
sostituzione di corpi illuminanti fuori
norma, con corpi illuminanti di ultima
generazione con lampade al sodio ad alta
pressione e installazione di sistemi
automatici di accensione, spegnimento e
regolazione dell’intensità; in ultimo
politiche per lo smaltimento dei rifiuti che,
attraverso l’attivazione del sistema di
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
58
raccolta "porta a porta" integrale dei rifiuti
urbani (per utenze domestiche e
commerciali), ha permesso di passare da
una percentuale di rifiuti differenziati dal
19% al 60%.
Anche nel campo della mobilità
sostenibile Senigallia si impegna da
tempo, attraverso l’attivazione di incentivi,
come quello, ad esempio promosso da
“ICBI” il cui acronimo sta per “Iniziativa
Carburanti a Basso Impatto” e nasce grazie
a una convenzione tra numerosi Comuni
italiani, tra i quali naturalmente figura
anche Senigallia, il cui obiettivo è quello di
realizzare un progetto nazionale per la
gestione coordinata e integrata della
promozione e sviluppo dell’uso dei
carburanti a basso impatto ambientale e
per lo sviluppo della relativa rete di
distribuzione.
Senigallia aderisce inoltre
all’iniziativa "viaggiainsieme", un metodo
innovativo di car-pooling, per condividere
l’uso dell’autovettura privata risparmiando
denaro, socializzando e limitando le
emissioni di CO2.
Sono molteplici gli interventi
pianificati per la riduzione dei consumi
energetici e di conseguenza per il
raggiungimento di un obiettivo condiviso
di sostenibilità ambientale: oltre agli
impianti fotovoltaici si prevede
l’installazione di un impianto di
cogenerazione29 nelle piscina “Le Saline”.
L’installazione di un anemometro e di un
impianto microeolico30 nell’area del porto
turistico, al fine di acquisire un patrimonio
informativo sui venti operanti in quell’area,
e sull’effettiva producibilità di energia
elettrica da fonte rinnovabile. Si stima che
l’impianto produca energia rinnovabile per
6 MWh/a, riducendo le emissioni di CO2 di
circa 2,8 t/a.
Nella tabella 17 si riportano in
maniera sintetica, le azioni e gli obiettivi
rivolti alla riduzione dei consumi
energetici, prefigurando orizzonti di
risparmio fino a quasi 30 punti percentuali
per la residenza e 19 punti percentuali per
gli edifici che ospitano funzioni
amministrative.
29 In ingegneria energetica per cogenerazione si intende il processo di estrazione di energia meccanica solitamente trasformata poi sia in energia elettrica (corrente elettrica) che in calore utilizzabile per riscaldamento e/o processi produttivi-industriali. Nella maggior parte dei casi gli impianti di cogenerazione conferiscono calore già pronto per edifici pubblici o privati 30 Con il termine microeolico o piccolo eolico, ci si riferisce alla produzione di energia elettrica da fonte eolica realizzata con l’utilizzo di aerogeneratori di altezza inferiore a 30 metri.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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Settore emissioni
2005 Incidenza
totale Incidenza obiettivo
emissioni 2010
Incidenza totale
Incidenza obiettivo
t/anno di CO2 risparmiata
t/a CO2 % % t/a CO2 % % Schede PEAC PAEE PAN Totale Incidenza
Residenziale 85.704 31,0% 31,2% 86.203 32,0% 32,2% 0,0 11.871 5.244 N.P. 17.115 28%
Agricoltura 1.514 0,5% - 1.704 0,6% - Non Considerata
Terziario 45.121 16,3% 16,4% 46.457 17,3% 17,3% 0,0 N.P. 1.008 N.P. 1.008 2%
Industria 37.211 13,5% 13,5% 30.593 11,4% 11,4% N.P. 3.907 N.P. N.P. 3.907 6%
Amministrazione 6.346 2,3% 2,3% 5.935 2,2% 2,2% 9.995 963 N.P. N.P. 10.958 18%
Trasporto 107.007 38,7% 38,9% 104.264 38,7% 38,9% 2.455 0 6.437 N.P. 8.893 15%
Produzione Elettricità - - - - - - 443 1.275 N.P. 2.623 4.342 7%
CHP/Termico - - - 39 2.579 N.P. N.P. 2.618 4%
Comunicazione - - - - - - 1.053 N.P. N.P. N.P. 1.053 2%
Pianificazione - - - - - - 2.542 226 N.P. N.P. 2.768 5%
Appalti Pubblici - - - - - - N.P. N.P. N.P. N.P. - 0%
Riduzione tra 2005-2010 - - - - - - - - - - 7.528 13%
Totale 275.044 100,0% 100,0% 267.516,5 100,0% 100,0% 16.527,46 20.820,44 12.689,66 2.623 60.188,83 100%
Tabella 17 Sintesi delle azioni e degli obiettivi rivolti alla riduzione dei consumi energetici
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
60
4.2
Il consumo di suolo
Quella del consumo di suolo, è una
tematica indubbiamente molto trattata
oggi, in quanto in Italia come in Europa, è
crescente la preoccupazione per questo
fenomeno in aumento. Questo fenomeno
si riferisce alla trasformazione
“irreversibile” di alcune superfici naturali o
di territorio agrario, in superfici
urbanizzate, occupate quindi da
infrastrutture o semplicemente da lotti
costruiti. Fino ad oggi chi si è occupato di
consumo di suolo lo ha fatto nella maniera
più tradizionale possibile analizzando il
fenomeno solamente attraverso
competenze urbanistiche, mentre risulta
necessario operare uno scambio tra le
diverse discipline e competenze.
A seguito della Convenzione
Europea del Paesaggio del 2000, si
attribuisce al suolo lo status di bene
comune, aumentando l’interesse nei
confronti di questo delicato argomento, e
di conseguenza aumentando la
consapevolezza nel trattarlo seguendo una
logica multidisciplinare.
Analizzare l’evoluzione del consumo
di suolo diventa fondamentale per poter
definire anche i nuovi strumenti normativi
utili al contenimento del fenomeno stesso.
La Regione Marche è una delle
Regioni che di recente più ha dimostrato
impegno in questo campo, con la
redazione della LR 22/2011 oltre
all’aggiornamento dell’Atlante Ambiente e
Consumo di Suolo del 201231 in cui Sandro
Donati, Assessore all’ Ambiente scrive:
”Pensare che la nostra Regione possa
diventare anche un laboratorio di nuove
proposte per una gestione territoriale e
ambientale tesa alla sostenibilità non è più
un fatto così remoto, ma può costituire un
concreto e positivo risultato per tutta la
nostra comunità”.
Anche la città di Senigallia,
impegnata ad oggi in un progetto pilota,
che prevede la redazione di un
Programma Operativo di Riqualificazione
31 L’Atlante Ambiente e Consumo di suolo nelle Marche 1954-2010 costituisce l’ aggiornamento dell’atlante redatto nel 2007. Questo atlante analizza il fenomeno nella Regione Marche, contrariamente alla versione precedente che lo analizza solo nei 93 Comuni appartenenti alle 11 FUAs.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
61
Urbana si pone l’obiettivo, tra gli altri, di
ridurre il consumo di suolo.
Una delle grandi innovazioni
introdotte proprio dalla LR 22/2011 è
appunto la volontà di intraprendere
politiche per il contenimento del consumo
di suolo. Sostanzialmente, per non esaurire
nuovo suolo libero l’alternativa più
incisiva, è intervenire sulla città esistente.
Va chiarito che non sempre
l’impiego di nuovo suolo libero per nuove
costruzioni è da considerarsi come uno
spreco della risorsa (pur rappresentando
inequivocabilmente un consumo di suolo):
soprattutto laddove si creano nuovi spazi
e attrezzature pubbliche (tra queste anche
l’edilizia residenziale sociale considerata a
tutti gli effetti un servizio).
All’interno di questo atteggiamento
generale di arresto degli sprechi delle
risorse scarse, servono sia politiche di riuso
dell’esistente sia veri progetti di
contenimento delle espansioni insediative
inessenziali.
Indubbiamente la riqualificazione
urbana è la via maestra da seguire per
affrontare il problema del consumo di
suolo. Ancor più corretto sarebbe
interpretare la riqualificazione urbana
come “l’altra faccia della medaglia” del
consumo di suolo, ovvero una via
indiscutibilmente necessaria per
intraprendere il riuso e la densificazione
urbana quali alternative all’espansione.
Il processo di densificazione non
deve quindi essere considerato sempre in
termini negativi purché esso venga
accuratamente gestito attraverso il
controllo complessivo del disegno
prefigurativo della trasformazione.
Il problema del consumo di suolo è
ancora più insidioso se considerato alla
luce di una dinamica demografica ed
economica tendenzialmente regressiva, ed
è perciò che da fenomeno fisiologico
diventa una patologia della città
contemporanea. Da un lato l’approccio alla
limitazione del consumo di suolo passa
attraverso alcune necessità irrinunciabili,
quali ad esempio una legge nazionale sul
governo del territorio che tratti le
problematiche del residuo di Piano, che
ponga un orizzonte strategico di consumo
del suolo nazionale e che istituisca
meccanismi fiscali di disincentivazione
nell’utilizzo di suoli liberi; dall’altro il
consumo di suolo si combatte agendo alla
scala locale promuovendo attenzione e
responsabilizzazione nell’utilizzo e nella
trasformazione dei suoli.
Rispetto a questo utilizzo va detto
che Senigallia si è distinta proprio per
essere stata uno dei pochi Comuni ad aver
coraggiosamente affrontato il tema della
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
62
riduzione dell’edificabilità prevista dal
Piano Regolatore mediante una variante
urbanistica.
Come descritto nel Rapporto 2010
sul Consumo di Suolo [CRCS 2011:252]
nella Regione Marche “tra il 1954 e il 2007
si è verificato un progressivo processo di
decentramento funzionale tra centri e
paesi minori che ha determinato nel
tempo un fenomeno di conurbazione
complessivo identificabile con il sistema
dei bacini del pendolarismo marchigiano.
Di fatto tale sistema conurbativo è
contraddistinto da una morfologia
dispersa, che non presenta continuità con i
centri esistenti di maggiore dimensione e
quindi si propaga secondo un modello
tipicamente dispersivo dei tessuti urbani a
bassa densità secondo cui le
caratteristiche di centralità, densità ed
accessibilità vanno ricercate
esclusivamente all’interno di un bacino
territoriale ben più ampio la cui
caratteristica di insostenibilità più marcata
è la pressoché esclusiva dipendenza dal
trasporto privato su auto. La complessità
di tale modello mette in crisi le possibilità
politiche ed amministrative [locali] di poter
concretamente, con i tradizionali strumenti
della pianificazione, riuscire a governare il
fenomeno del consumo di suolo”.
Concretamente, dall’analisi
dell’Atlante Ambiente e Consumo di
suolo 32 emergono le dinamiche del
consumo di suolo tra il 1954 e il 2007 in 93
Comuni appartenenti alle 11 Aree Urbane
Funzionali (FUAs) della Regione Marche.
All’interno dell’Atlante sono
cartografate come FUAs i paesaggi urbani
e periurbani, ed anche quelli altrove
riconoscibili nel territorio delle Marche.
Come riportato nella tabella 19 tali
FUAs sono ordinate secondo il rapporto
tra la superficie urbanizzata presente nel
proprio territorio e quella totale delle 11
FUAs. Ai due estremi dell’intervallo si
hanno rispettivamente la FUA4
(corrispondente all’area che gravita
intorno ad Ancona) con la massima
quantità di superficie urbanizzata (19,4%)
rispetto alla superficie territoriale totale
delle 11 FUAs (29.259 ettari totali), e
all’estremo opposto la FUA3
(corrispondente a Senigallia) con il valore
più basso, ovvero il 6,5 %.
È emerso inoltre che l’urbanizzazione
dei suoli non segue andamenti allineati e
direttamente proporzionali alla situazione 32 L’Atlante Ambiente e Consumo di suolo nelle Marche 1954-2007 ha analizzato la dinamica del consumo di suolo tra il 1954 e il 2007 su 93 Comuni appartenenti alle 11 aree urbane funzionali (FUAs) delle Marche. Questo atlante si riferisce non ancora all’intera regione ma alle cosìddette “nuove città”. I dati, aggiornati al 2007, verranno estesi a tutti i Comuni delle Marche (Atlante n. 2).
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
63
demografica e produttivo-occupazionale
del territorio. Tale situazione è fortemente
diversificata tra le 11 FUA e in alcuni casi,
come in particolare quello di Senigallia, la
trasformazione del suolo ha privilegiato il
Comune di riferimento per la FUA stessa
(Comune Pivot).
Un’analisi svolta all’interno
dell’Atlante del consumo di suolo delle
Marche permette di capire come è stato
affrontato dalle Amministrazioni
marchigiane il problema dello sviluppo
edificatorio e infrastrutturale.
Il primo obiettivo per realizzare una
tavola di analisi del consumo di suolo è
quello di individuare aree dense
(densamente urbanizzate), di transizione
(non densamente urbanizzate, che
solitamente si sviluppano tra i centri e le
periferie) e libere nel Comune di Senigallia.
Come primo passaggio vengono
individuate le soglie minime, medie e
massime relative al rapporto di copertura33
per ogni cella della matrice34, che nel caso
specifico, essendo Senigallia un comune di
dimensioni elevate, misura 20 metri per 20
metri (400 m2). Successivamente è stato 33 Il rapporto di copertura, in urbanistica, è il rapporto in percentuale fra la superficie coperta (Sc) riferita a tutte le opere edificate o edificabili e la superficie fondiaria (Sf), è un numero adimensionale, essendo il rapporto tra due superfici. 34 La matrice in questo caso è una griglia, che ricopre il territorio comunale con celle di dimensione variabile.
possibile, attraverso comandi specifici e
programmi dedicati, stabilire quanti metri
quadrati risultino occupati all’interno di
ogni cella da edifici e da infrastrutture
(suolo urbanizzato), per poi in seguito
calcolarne il valore del rapporto di
copertura35 , stabilendo infine quale è il
suolo poco coperto (soglie minime con
Rapporto di copertura da 0% a 14%),
mediamente coperto (soglie medie con
Rapporto di copertura compreso tra 15% e
39%) e molto coperto (soglie massime,
con rapporto di copertura compreso tra
40% e 100%).
Questo procedimento è stato poi
applicato a tutto il territorio comunale per
realizzare una tavola denominata “Stato
del suolo: analisi dei rapporti di copertura
delle aree urbanizzate”, che servirà ad
individuare possibili azioni di tutela
specifiche per ogni singolo caso.
Il suolo considerato “poco coperto”
comprende quindi aree considerate libere
e che generalmente corrispondono a
porzioni di territorio esterne al tessuto
urbano consolidato o ai nuclei edificati,
caratterizzate quindi dalla prevalente
funzione agricola e forestale, anche in
presenza di insediamenti minori o sparsi,
35 In questo caso specifico il rapporto di copertura(RC) è ottenuto con la formula:
*100
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
64
quali elementi identitari e distintivi del
paesaggio che si intende preservare,
evitando così una possibile congestione
urbana futura. Per perseguire questi
obiettivi verranno indicate alcune linee
guida, al fine di evitare, ove possibile, la
nuova edificazione in aree non
urbanizzate, fatta eccezione per opere
pubbliche e di interesse pubblico, purché
motivate in maniera adeguata e in assenza
di possibili localizzazioni alternative
Il suolo considerato “mediamente
coperto” comprende invece aree
considerate di transizione, generalmente
strettamente connesse a quelle
appartenenti alla soglia minima e
massima. Sono porzioni di territorio poste
ai margini degli ambiti urbanizzati e
caratterizzate dalla limitata estensione e
dalla possibile presenza di infrastrutture
primarie e secondarie. In questo caso le
possibili linee guida per tutelare le aree di
transizione saranno volte a garantire nuovi
processi insediativi nel rispetto della
pianificazione territoriale sovraordinata;
limitare l’incremento insediativo attraverso
interventi di progettazione e
ristrutturazione urbanistica da sviluppare
per settori, scongiurando il processo di
sprawl edilizio mediante processi di
densificazione, sostituzione edilizia e
completamento su aree libere intercluse.
In ultimo, il “suolo coperto”(molto
coperto, mediamente coperto, poco
coperto), comprende aree costituite da
porzioni di territorio con impianto
urbanistico significativo, caratterizzate
dalla presenza di un tessuto edilizio
consolidato e dalle funzioni di servizio
qualificato per la collettività. L’analisi delle
coperture eseguita su tutto il territorio
comunale dimostra come la grandissima
parte dei suoli comunali (più dell’81%) non
sia coperta da insediamenti o
infrastrutture ovvero sia costituito da aree
libere, mentre le tre restanti classi (suoli
molto coperti, mediamente coperti e poco
coperti) sono pressochè equamente
suddivisi percentualmente e costituiscono
le aree urbanizzate a densità differenti.
Escludendo la classe delle aree libere
si evince che l’urbanizzazione a Senigallia
occupa più di 2 mila e 200 ettari,
corrispondente ad un indice di copertura
(inteso come incidenza percentuale delle
aree urbanizzate sul territorio comunale)
delle superfici urbanizzate pari al 19%.
La metodologia sperimentata per il
calcolo delle superfici coperte permette
quindi di individuare le aree libere da
preservare e le aree di transizione da
considerare come risorse fondamentali per
le strategie future dell’Amministrazione
Comunale.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
65
m2 ha % molto coperti
7.136.400 714 6,1%(Rc da 40% a 100%)
mediamente coperti 7.222.800 722 6,1%
(Rc da 15% a 39%)
poco coperti 7.672.400 767 6,5%
(Rc da 0% a 14%)
non coperti 95.563.059 9.556 81,3%
totale 117.594.659 11.759 100,0%
Tabella 18 Analisi dei rapporti di copertura
Proprio per queste ragioni si
possono e si devono individuare delle
possibili linee guida volte non solo alla
tutela delle aree considerate permeabili e
quindi non costruite o coperte, ma anche
al controllo delle aree densamente
urbanizzate, che considerano congruenti i
processi di trasformazione, riuso e
aumento della capacità insediativa, sempre
nel rispetto degli standard per servizi
pubblici previsti dalla legislazione vigente.
L’incremento insediativo si concretizza
quindi attraverso interventi di
densificazione del tessuto esistente,
sostituzione edilizia, completamento su
reliquati, ristrutturazione urbanistica.
A questa prima fase analitica ne
segue un’altra, utile ad individuare le aree
dense, di transazione e libere, per
perseguire l’obiettivo di minimizzare il
consumo di suolo, realizzata facendo
riferimento all’azzonamento fornito
dall’Amministrazione Comunale e alla
conformazione delle infrastrutture e delle
aree in via di sviluppo. Viene quindi
interpretata la conformazione del territorio
in relazione alle diverse soglie individuate
in base al Rapporto di copertura. Emerge
che nelle aree agricole, lungo gli assi
infrastrutturali di collegamento fra le
diverse frazioni e il centro del Comune,
sono presenti concentrazioni di suolo
urbanizzato in continua evoluzione e
ampliamento, che dovrebbero essere
contenute per poterne preservare
l’integrità.
La metodologia sperimentata per il
calcolo del consumo di suolo permette
quindi l’individuazione di aree libere da
preservare e aree di transizione da
considerare come risorse fondamentali per
le strategie future dell’Amministrazione
Comunale.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
66
Figura 3 Aree Urbane Funzionali delle Marche
FUA popolazione
(2007)
popolazione FUAs sulla pop. totale dell’area
%
area urbanizzata
in ettari % su totale
Ancona 4 219.435 19,89 5.690,30 19,45
Civitanova Marche 8 146.068 13,24 3.366,26 11,51
Pesaro 1 125.102 11,34 3.196,45 10,93
Macerata 7 94.798 8,59 2.500,66 8,55
Fano 2 82.242 7,45 2.385,91 8,16
San Benedetto Del Tronto 10 91.885 8,32 2.258,22 7,72
Fermo 9 77.169 6,99 2.142,24 7,32
Fabriano 6 57.513 5,21 2.071,15 7,08
Ascoli Piceno 11 78.306 7,09 1.910,63 6,53
Jesi 5 65.852 5,96 1.905,80 6,51
Senigallia 3 64.761 5,87 1.831,81 6,26 Totale 1.103.131 100,00 29.259,43 100,00
Tabella 19 Distribuzione della popolazione e della superficie urbanizzata nelle FUAs
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
67
4.3
L’aspetto idrogeologico
Lo storico legame della città con il
mare, ma anche con il sistema delle acque,
tra cui i fiumi principali Misa e Cesano e i
corsi d’acqua minori, rappresentano una
risorsa per la Senigallia, grazie anche alla
loro naturale vocazione di ricovero per la
fauna. Anche in questo caso la pressione
antropica ha portato ad un degrado della
valenza naturalistica delle acque all’interno
della città e a una scarsa accessibilità alle
stesse facendo perdere il contatto tra i
cittadini e il fiume.
Il ripristino e il potenziamento della
vegetazione ripariale unita all’eventuale
realizzazione di greenways, rappresentano
il punto di partenza per garantire un
generale miglioramento del sistema delle
acque e dell’ambiente. Le minacce come
l’inquinamento e la riduzione degli ambiti
di salvaguardia, insieme all’inadeguata
gestione e manutenzione degli argini
artificiali, non devono ostacolare
l’obiettivo di potenziamento della
fruizione degli ambiti fluviali, finalizzato al
riavvicinamento dei cittadini al Misa.
Come indicato dalla lettera f),
comma 2 dell’art. 1 della LR 22/2011, il
nuovo Programma Operativo di
Riqualificazione Urbana, dovrà aumentare
il livello di sicurezza idrogeologica e
ridurre il rischio idrogeologico.
Proprio per la riduzione del rischio
idrogeologico entro i valori compatibili
con gli usi del suolo, è stato istituito il
Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI)
richiesto dalle leggi 267798 e 365 del 2000
che si configura come stralcio funzionale
del settore delle pericolosità idraulica ed
idrogeologica del Piano Generale di
Bacino.
Dalle prescrizioni del PAI, approvato
con deliberazione del Consiglio regionale
n. 116/2004, si può notare come il
Comune di Senigallia rientri
nell’estensione territoriale del bacino del
fiume Misa.
Il territorio Comunale di Senigallia è
interessato prevalentemente dalla bassa
valle del fiume Misa ed è caratterizzato dal
progressivo divaricarsi delle cortine
collinari, che procedendo verso il mare
lasciano spazio alla pianura alluvionale. Il
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
68
fiume ha le sue sorgenti nel Comune di
Arcevia e si estende per tutta la sua
lunghezza percorrendo trasversalmente la
profondità del territorio comunale di
Senigallia per poi sfociare nel mar
Adriatico nel pieno del centro abitato del
Comune.
Il fiume Misa, lungo il suo tragitto, si
arricchisce di numerosi torrenti che si
accordano a forma di pettine sia da nord
che da sud. Questo corso d’acqua è
l’elemento che conferisce identità ed
unitarietà al complesso sistema di relazioni
tra il fondo valle ed i rilievi collinari, che
con la loro struttura geologica, combinata
alla erosione marina, hanno determinato
frequenti movimenti franosi sul versante
costiero, documentati sin dall'epoca antica
e tuttora attivi in alcune aree.
Nella parte settentrionale del
Comune di Senigallia scorre l’ultimo tratto
del fiume Cesano a cui affluiscono
numerosi torrenti che hanno origine come
dei Fiumi Cesano e Misa.
Come per il Fiume Misa, anche lungo
il percorso del Fiume Cesano, in
particolare nel versante meridionale, si
trovano territori franosi attivi dovuti allo
scalzamento del versante36 ad opera del
corso d’acqua.
Nella parte più meridionale del
Comune senigalliese, il confine comunale
è ubicato in parte all’interno di un
affluente dell’Esino, il fosso Triponzio, ed
in parte all’interno del fosso Rubiano, che
si immette direttamente a mare nei pressi
di Montemarciano. Lungo il versante
costiero sono inoltre presenti alcuni
torrenti, in genere di limitata lunghezza,
che drenano anch’essi direttamente nel
mare.
Questa conformazione del reticolo
idrografico genera degli spartiacque molto
articolati in cui, data la presenza di una
diffusa rete stradale, le opere di drenaggio
artificiale possono condurre ad importanti
anomalie.
Il rischio maggiore di esondazione
nel territorio di Senigallia è rappresentato
dal fiume Misa, strettamente legato al
funzionamento degli argini esistenti in
tutta la parte valliva del fiume. Il fiume non
ha possibilità di deviazione ed il sistema
delle arginature dell’asta principale e dei
suoi affluenti è fortemente strutturato e
ben progettato.
36 Il fiume ha eroso e asportato la base del versante, causando le condizioni per l’instabilità della parte superiore.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
69
Gli eventi idraulici riguardanti il
Comune di Senigallia sono strettamente
connessi alle piene del Fiume Misa, il quale
dal 1765 al 1982 ha avuto 15 veri e propri
straripamenti, mentre negli ultimi anni si
sono verificati eventi di minor importanza.
Le piene più dannose sono quelle
avvenute nel 30 novembre 1940: in questa
occasione gli argini, attualmente esistenti,
hanno ceduto nel tratto tra il ponte
Garibaldi ed il ponte II Giugno
determinando l’allagamento del quartiere
Porto e di tutta la zona del Foro
Annonario.
Net territorio senigalliese i vari
fenomeni erosivi si manifestano in forma
più o meno intensa, condizionati dalla
natura geologica delle rocce affioranti che
presentano una limitata resistenza
all'azione dei diversi agenti erodenti.
Vaste aree del territorio sono
costituite da rocce impermeabili, a
prevalente componente argillosa,
relativamente stabili quando sono asciutte,
ma che perdono queste proprietà a
contatto con l'acqua divenendo instabili.
Tali fenomeni di instabilità e di degrado
osservabili lungo i versanti sono noti come
"dissesto idrogeologico37".
37 Con tale termine si intende l’insieme dei processi dovuti principalmente dall’azione delle acque meteoriche sia come capacità di erosione e
Le possibilità di esondazione del
Misa sono quindi reali anche se le
conseguenze del mancato funzionamento
degli argini possono essere ben
controllate. Per avere un buon controllo
l’autorità di Bacino regionale ha
individuato nel PAI le aree a rischio
esondazione, per le quali sono oggi in
vigore le norme di salvaguardia.
Per determinare tali norme viene
redatta dal PAI una normativa per l’uso del
territorio in funzione al differente livello di
pericolosità e rischio, suddividendo i livelli
rispettivamente in: rischio basso (R1) 38 ,
rischio medio (R2)39, rischio elevato (R3)40,
rischio molto elevato (R4)41 e pericolosità
bassa (P1), pericolosità media (P2),
pericolosità elevata (P3), pericolosità
molto elevato (P4). Come si può notare
nella figura 4 le aree di rischio più estese
trasporto e indirettamente come causa, a seguito di infiltrazione nel sottosuolo, di innesco dei movimenti gravitativi. 38 R1: Per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali. 39 R2: Per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l'incolumità del personale, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche. 40 R3: Per il quale sono possibili problemi per l'incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale. 41 R4: Per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
70
che intersecano il fiume Misa, nel territorio
del Comune di Senigallia, variano dalla
fascia R2 a R4; mentre la maggior parte
delle aree minori disperse nel territorio
comunale sono inserite nella fascia di
rischio R1.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
71
Figura 4 Stralcio del piano Assetto idrologico
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
72
5 \\ EVOLUZIONE URBANISTICA
l’evoluzione dell’ultimo decennio
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
73
5.1
Lo sviluppo della città e la pianificazione urbanistica
dal 1930 a oggi
Un disastroso terremoto, avvenuto il
30 Ottobre 1930, costituisce il punto di
partenza per un nuovo sviluppo della città.
Il grave sisma lascia la città semidistrutta,
cambiandone in maniera profonda le
caratteristiche: negli anni seguenti il
vecchio centro viene restaurato, limitando
però la riedificazione a una certa altezza
modificandone l’aspetto originario.
Nel 1932 viene approvato il progetto
per il nuovo Piano Regolatore Generale
redatto dal Genio Civile di Ancona, le cui
principali previsioni sono volte a favorire i
collegamenti tra l’entroterra e la zona
balneare attraverso interventi
infrastrutturali, ad incrementare le
costruzioni attraverso provvedimenti
finanziari e fiscali e ad ampliare la parte
orientale della città con la lottizzazione di
un quartiere (detto “del Piano
Regolatore”). Il territorio del Comune viene
inoltre dichiarato zona sismica di 2^
categoria in seguito al disastroso
terremoto e di conseguenza sottoposto a
particolari norme in materia edilizia.
La crescita delle città dal primo
dopoguerra al 1960 causa un massiccio
processo di espansione indiscriminata
dell’abitato a macchia d’olio lungo le
direttrici di traffico (principalmente la SS16
Adriatica), caratterizzato da una bassa
densità edilizia. Si assiste, inoltre, ad un
disordinato sviluppo della esile e
lunghissima zona a mare, caratterizzata da
alberghi a cortina sul mare, con altissime
densità fondiarie e priva di servizi adeguati
all’insediamento turistico.
Durante la redazione del nuovo
Piano Regolatore, il Comune si trova a
confrontarsi con il Ministero dei Lavori
Pubblici su grandi temi, quali la Variante
della SS16, la costruzione dell’autostrada e
gli attraversamenti della ferrovia.
Recependo quindi le indicazioni degli
strumenti sovraordinati, il PRG del 1959
contiene una serie di previsioni territoriali
e scelte urbanistiche che condizionano i
successivi Piani: zone residenziali di
espansione con tre densità diverse:
semintensivo (4,0 m3/m2), estensivo (2,5
m3/m2) e a villa (1,0 m3/m2), zona
industriale concentrata nel settore nord
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
74
della città, al Cesano, infine due grandi
parchi pubblici, un’area verde nell’ex
cimitero israelitico, una nell’ansa del Misa
ed un’ultima nel foro Boario.
Nel 1964 viene adottato un nuovo
PRG in revisione e perfezionamento del
precedente, legato a nuovi scenari emersi:
la realizzazione dell’autostrada, esigenze
di riduzione delle densità previste dal
precedente Piano e aumento delle aree
verdi. Contemporaneamente, viene
adottato il primo PEEP (per poi essere
approvato nel 1966) ai sensi della legge
167/1962, composto da quattro
comprensori di dimensioni complessive di
50 ettari, pari a 9.300 abitanti insediabili.
Il Piano del 1964, a fronte dei 36.000
abitanti residenti dell’epoca, prevede
complessivamente una capacità insediativa
complessiva di circa 95.000 abitanti, di cui
il 37% in zona turistica. Sono previsti in
totale circa 5 milioni di m3 di espansione.
Questo Piano non sarà mai approvato in
quanto le nuove forze politiche insediate,
al momento di controdedurre le
osservazioni decidono invece di elaborare
un nuovo PRG.
L’entrata in vigore della legge ponte
765/1967 e la moratoria alle sue
disposizioni dà l’avvio ad un’ondata
edilizia devastante: vengono rilasciate in
un anno concessioni edilizie per 1.200.000
m3, che comportano un uso incontrollato e
disordinato del suolo urbano,
compromettendo, in alcuni casi
irrimediabilmente, l’assetto funzionale
della città.
Negli anni della redazione del nuovo
PRG (dal 1970 al 1974), la città verte in uno
stato di sottosviluppo socio-economico ed
agricolo, che ha determinato un
inurbamento di scarsa qualità, disordinato
e del tutto carente di servizi e attrezzature.
Il patrimonio edilizio risulta fatiscente e lo
sviluppo del settore turistico rischia di
essere seriamente compromesso a causa
del disordinato accrescimento degli
insediamenti.
Le principali previsioni del nuovo
Piano riguardano la ristrutturazione
edilizia ed urbanistica delle zone
residenziali fatiscenti intorno al centro
storico e delle zone turistiche edificate sul
lungomare; il completamento di zone
residenziali a bassa densità e delle poche
zone industriali esistenti; l’espansione
turistica lungo tutta la fascia litoranea
ancora libera, tra Senigallia e Marzocca,
prospiciente il mare e tra la ferrovia e la
statale e alla foce del Fiume Cesano; infine
la dotazione di grandi aree per usi pubblici
(300 ettari).
Le previsioni del PRG del 1974
risultano ancora una volta sovrastimate: in
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
75
particolare si prevede il completamento
delle zone parzialmente edificate e la
realizzazione di circa 6 milioni di metri
cubi in zona di espansione, occupando 460
ettari di suolo non urbanizzato.
Complessivamente il PRG del 1970 rende
urbanizzabile una superficie pari al doppio
di quella allora urbanizzata.
Il PRG viene approvato nel 1974 e
resterà in vigore, con modifiche apportate
da successive varianti, fino al 1997.
Risulterà quindi il Piano che più di ogni
altro ha inciso nello sviluppo urbano della
città di Senigallia.
Vengono demandate ai Piani
attuativi pubblici e privati le scelte relative
al disegno urbano e all’organizzazione
degli spazi e delle attrezzature pubbliche.
Si configura pertanto una crescita per
giustapposizione che comporterà
numerose carenze di infrastrutture
pubbliche e di spazi urbani di relazione.
Le successive varianti si differenziano
indubbiamente per l’enorme quantità di
modifiche, che intervengono in diverse
aree funzionali cittadine: nuove aree
artigianali ed industriali di espansione
(Variante del 1977-78), l’eliminazione della
strada di circonvallazione della città e di
Marzocca, di supporto alla SS16 e
l’inserimento di nuove aree produttive di
espansione (Variante del 1980-83
denominata “Piano della grande viabilità e
delle aree produttive”); nuove zone di
completamento industriale ed artigianale
(Variante del 1984-86); la riperimetrazione
di alcune aree di espansione ed alcuni
adeguamenti alle previsioni del Piano
Paesistico regionale nel frattempo
adottato (Variante parziale del 1987-93).
Nel 1987 viene adottato il Piano
Paesistico Ambientale Regionale (PPAR)
che tutela e vincola gli elementi ambientali
e paesistici di pregio individuati sul
territorio regionale, alle cui prescrizioni i
Comuni hanno l’obbligo di adeguare i
proprio strumenti urbanistici.
Nel 1990 inizia quindi la redazione di
una nuova Variante Generale, adottata nel
1995 e definitivamente approvata nel
1997. Oltre all’adeguamento al PPAR la
Variante si pone come obiettivo quello di
ridimensionare le vastissime previsioni del
PRG del 1974 e di individuare soluzioni
infrastrutturali in grado di sostenere lo
sviluppo avuto negli anni precedenti.
Dal 1998 al 2005 si presentano in
successione diverse Varianti Parziali e
puntuali che prevedono interventi mirati di
riassetto delle infrastrutture, sistemazione
di aree dismesse ed espansioni a
vocazione prevalentemente tecnico
distributiva.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
76
In seguito, le principali Varianti al
PRG, riguardano opere di tutela e
valorizzazione della fascia litoranea
(Variante approvata nel 2005) e la
riduzione del consumo di suolo (approvata
nel febbraio 2012).
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
77
5.2
La variante al PRG per la tutela e la valorizzazione della fascia litoranea
La fascia litoranea, nell’ultimo mezzo
secolo si è progressivamente conformata
alla fascia edificata continua che si
sviluppa sul lungomare, e a causa di
questo fenomeno si stanno perdendo in
maniera progressiva le peculiarità
morfologico-ambientali del territorio
litoraneo. Il tessuto urbanizzato costituisce
tuttora una cesura tra la spiaggia e i
versanti collinari, interrompendo la
continuità visiva e fisica, che invece deve
essere garantita, tra mare e collina. La
Variante di Tutela e Valorizzazione della
fascia litoranea, approvata con
deliberazione del Consiglio comunale n.
24 del 25 febbraio 2005, si pone cinque
principali obiettivi che andranno raggiunti,
come indicato dalla Variante stessa,
attraverso il perseguimento di alcune linee
guida.
La Variante individua ambiti che
riprendono quelli vincolati con specifiche
norme dal PRG vigente, per cui si
propongono strategie finalizzate alla
tutela e alla valorizzazione delle peculiarità
ambientali.
Il primo obiettivo è quello di
promuovere le diversità funzionali,
morfologiche ed ambientali della fascia
litoranea, garantendo da un lato la
continuità morfologica e ambientale che
dalla collina si sviluppa fino alla fascia
litoranea, dall’altro la tutela degli edifici di
interesse architettonico e la
riqualificazione dei tessuti urbani.
Il secondo obiettivo nasce con
l’intenzione di rafforzare le connessioni
della fascia litoranea con il resto del
territorio, in un’ottica lungimirante di
abbattimento delle barriere visive e fisiche
costituite dalla presenza delle
infrastrutture. Promuovendo la nascita di
nuovi parcheggi di interscambio lungo la
Statale Adriatica, portatrice di grandi
carichi di traffico urbano, e individuando
percorsi pedonali e ciclabili di connessione
con il centro storico, si rende possibile
l’alleggerimento del traffico sul
lungomare, con lo scopo di rallentare il
deterioramento della funzione balneare, di
fondamentale importanza per lo sviluppo
del settore turistico senigalliese.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
78
Come indicato dalla Variante stessa ,
l’offerta turistica senigalliese va
necessariamente rilanciata, mediante
l’individuazione di un nuovo polo turistico
alternativo, il potenziamento e il recupero
delle strutture alberghiere esistenti e la
riqualificazione dell’attività ricettiva all’aria
aperta.
La Variante per la fascia litoranea si
pone inoltre l’obiettivo di riorganizzare il
sistema della mobilità locale, attraverso
anche l’individuazione di tracciati
alternativi in grado di alleggerire il traffico
sul lungomare e dare priorità a pedoni e
biciclette, oltre all’opportunità di creare
nuove reti di connessione delle aree verdi
di quartiere, che a loro volta dovranno
essere implementate.
Sostanzialmente la Variante va a
salvaguardare le aree non ancora edificate,
o parzialmente edificate, nella zona
costiera, nonché nella fascia di territorio
compresa tra la Statale Adriatica e il
litorale marino, con la volontà di reperire
aree per verde, parcheggi pubblici e
servizi, che attraverso la loro messa a
sistema, miglioreranno le relazioni tra la
città e il mare.
Questa Variante interviene solo sulle
zone destinate ad edilizia prevalentemente
residenziale e prevalentemente turistica
presenti nella fascia costiera, escludendo
così le zone sottoposte a tutela, destinate
a servizi, viabilità e la zona ex Sacelit.
La variante per le zone costiere
interviene quindi sulle disposizioni
normative del PRG, prevedendo una
riduzione della edificabilità che, fatta
eccezione per le strutture ricettive di tipo
alberghiero, riguarda le altre tipologie di
edifici, riducendone le quantità edificabili.
Con questa Variante e rimane quindi
invariato il Piano generale, mentre
vengono riviste le potenzialità di crescita
del carico edilizio diffuso.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
79
5.3
La variante al PRG per la trasparenza e la riduzione del consumo di suolo
L’Amministrazione Comunale si è
posta da tempo il problema
dell’adeguamento del PRG vigente alle
sempre più pressanti esigenze di
aggiornamento territoriale, consultazione
e chiarezza di lettura che vengono
espresse da cittadini, associazioni, tecnici e
soggetti interessati.
La Variante al PRG approvata con
deliberazione del Consiglio comunale n.
98 il 28 febbraio 2012, riguarda tre azioni
distinte ma coerenti rispetto all’obiettivo
di migliorare l’azione amministrativa in
materia urbanistica. La variante non si
pone come obiettivo la modifica
strutturale al PRG, ma l’ottimizzazione
della sua gestione.
La prima azione, denominata
caratterizzazione all’uso informatizzato del
PRG, applica il Dlgs 150/2009 “Attuazione
della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia
di ottimizzazione della produttività del
lavoro pubblico e di efficienza e
trasparenza delle pubbliche
amministrazioni”, il quale indica le
iniziative volte a garantire un adeguato
livello di trasparenza, legalità e sviluppo
della cultura dell’integrità.
Con questa prima azione,
l’Amministrazione ha provveduto a
informatizzare (ovvero sostituire i materiali
cartacei costitutivi del PRG con materiali
digitali più facilmente divulgabili e
consultabili grazie alla rete informatica) lo
strumento urbanistico vigente garantendo
così “la massima trasparenza in ogni fase
del ciclo di gestione della performance”
amministrativa. Per trasparenza si intende
l’accessibilità alle informazioni: con la
variante in oggetto è stato pubblicato sul
sito istituzionale del Comune di Senigallia
il vigente PRG in modo che chiunque
possa prenderne visione e abbattere così
le barriere della “non partecipazione” alle
decisioni pubbliche.
La seconda azione si svolge in
coerenza con l’informatizzazione del PRG,
in quanto da un aggiornamento dello
stato di fatto, sono stati adottati
provvedimenti non strutturali volti al
recupero di economie operative nell’uso
del suolo. Con questi provvedimenti si
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
80
persegue quindi l’obiettivo di eliminare
ogni incremento che riguardi aree di
trasformazione urbanistica e carichi
urbanistici connessi con la modifica dei
parametri urbanistici ed edilizi.
In relazione alle zone di decremento
per il contenimento delle trasformazioni
d’uso dei suoli a fini urbanizzativi, ne sono
state individuate due tipologie: le Zone a
destinazione produttiva inattuate e le
Zone destinate a servizi inattuabili.
1. Zone a destinazione produttiva che ad
oggi non hanno trovato una attuazione
(a causa della bassa propensione delle
proprietà a vendere le aree in oggetto,
oppure a causa dell’inadeguatezza delle
predette previsioni o dell’assenza di
strategicità della localizzazione delle
aree) tra cui:
1.1. zone urbanistiche riconducibili a
completamenti che non
rappresentano una entità omogenea
con l’edificio produttivo esistente.
Per queste zone, non strategiche, è
stata prevista una riclassificazione a
zona agricola;
1.2. zone urbanistiche di espansione
che, non avendo ancora trovato
attuazione, risultano non
determinanti rispetto alle linee
adottate dalla pianificazione
comunale;
2. Zone destinate a servizi (territoriali – F e
di quartiere – G, come indicato dalle
Norme Tecniche di Attuazione
aggiornate al 29 febbraio 2012 con
l’approvazione della variante al PRG per
la Trasparenza e la Riduzione del
Consumo di Suolo) che comportano
una edificabilità privata residuale ma
prive di reale possibilità attuativa da
parte dei soggetti privati, tra cui:
2.1 zone urbanistiche appartenenti alla
zona omogenea F che rispondono
ad esigenze di carattere funzionale
e/o normativo. Per queste zone è
prevista una riduzione delle zone F3
(per servizi tecnologici), in funzione
dei programmi di potenziamento
predisposti da enti gestori e dei
pubblici servizi.
La terza azione ha riguardato
l’inserimento delle opere di competenza
statale già approvate all’interno del PRG
(ampliamento della terza corsia della
autostrada A14 e delle relative bretelle di
collegamento con la viabilità primaria). Di
conseguenza, si inseriscono all’interno del
PRG tutte le opere che ne derivano, come
le fasce di rispetto stradale che nel caso
specifico sono più ampie di quelle previste
dal Codice della Strada.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
81
5.4
Il Piano Strutturale del Verde
Da una prima fase di analisi emerge
come, dal punto di vista quantitativo, la
città di Senigallia presenti una dotazione
di verde ben al di sopra delle prescrizioni
minime di legge, mentre dal punto di vista
qualitativo la fruibilità e la funzionalità di
questi spazi risulta troppo spesso ridotta, a
causa di una evidente mancanza di
continuità tra le strutture e il tessuto
urbano circostante. Spesso il verde
considerato fruibile assume le
caratteristiche di verde marginale,
andando incontro ad un inevitabile
degrado e sottoutilizzo.
La proposta per un Piano Strutturale
del Verde (PSV) si pone come obiettivo
primario la valorizzazione e la tutela del
paesaggio, mettendo a sistema i molteplici
spazi verdi vissuti quotidianamente dai
cittadini, creando quindi una rete verde
che metta in comunicazione le aree della
città, partendo dalla riqualificazione e
valorizzazione del patrimonio esistente.
Uno degli intenti del PSV è quello di
tutelare la dotazione esistente del sistema
ambientale e predisporne i progetti
fondamentali per il suo sviluppo nel
futuro.
Il PSV si pone l’obiettivo di guidare
uno sviluppo sostenibile della città,
unendo la componente antropica a quella
ambientale, superando la concezione del
territorio secondo la logica di dettaglio
dello zoning e degli standard urbanistici,
con quella più generale di “sistema” che
privilegia forme compensative più adatte.
Il PSV, quindi, definisce linee guida e
individua strategie, obiettivi, finalità,
invarianti (non vincoli), per evitare le
soluzioni particolareggiate previste dal
vecchio PRG che risultano inefficaci nella
programmazione generale dello sviluppo
del sistema ecologico-ambientale.
Il processo di formazione di questo
strumento sistemico ed integrato, è
caratterizzato da quattro macro obiettivi
metodologici, volti ad assumere il
concetto di paesaggio come sistema
territoriale complesso (come introdotto
dalla Convezione Europea del Paesaggio
nel 2000), a promuovere l’integrazione del
PSV con altri Piani e progetti di
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
82
trasformazione urbana e territoriale, a
marcare l’attenzione sul valore di sistemi e
processi e infine a considerare il Piano
come un processo incrementale e non
come un insieme di norme e regole.
In seguito all’analisi condivisa sullo
stato del sistema ambientale ed ecologico,
emerge la necessità di valorizzare l’identità
locale come elemento fondante per la
buona riuscita del Piano.
Risulta quindi necessario il
coinvolgimento delle professionalità locali,
incentivando la nascita di una rete di
relazioni tra professionisti locali e altri
attori, anche nelle fasi di discussione e
approvazione del Piano all’interno del
Forum di Agenda 21, attraverso una
modalità di lavoro tipo laboratoriale, con il
coordinamento scientifico della Facoltà di
Agraria e del Dipartimento di Architettura
e Pianificazione Territoriale della Facoltà di
Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum
Università di Bologna.
Il processo di costruzione del Piano
si suddivide in tre parti: la prima è la parte
strutturale, seguita poi da quella
progettuale ed infine quella operativa.
Così come il processo di costruzione,
anche la struttura del Piano è suddivisa in
tre parti. La prima parte è quella
pianificatoria, in cui vengono individuate
le componenti paesaggistiche, ambientali
e di sviluppo territoriale, in cui avviene una
stesura del disegno strategico del sistema
del verde e decidendo infine una
programmazione degli interventi e delle
azioni da svolgere. Nella seconda parte
progettuale si individuano le concrete
modalità di progettazione, attivazione e
gestione degli interventi pubblici e privati.
La parte operativa, in ultimo, è la
fase in cui vengono concretamente
attivate sul territorio le azioni
programmate nella prima e seconda fase.
La fase di analisi è stata
implementata attraverso l’adozione del
metodo SWOT, finalizzato a metter in
relazione punti di forza (Strenght), punti di
debolezza (Weakness), opportunità
(Opportunity) e le minacce (Threat), per
ogni sistema analizzato: gli spazi verdi, la
spiaggia, le acque, il paesaggio rurale e il
paesaggio urbano.
Per effettuare le analisi e descrivere
in modo oggettivo la situazione attuale, la
città viene suddivisa nei tre elementi che la
compongono: il sistema insediativo, il
sistema ambientale ed il sistema
infrastrutturale. Inoltre, in seguito ad una
prima lettura storica del territorio, sono
state effettuate alcune analisi sul sistema
della pianificazione vigente, al fine di
collocare le scelte del PSV, all’interno del
contesto di pianificazione sovraordinato
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
83
(Piano di Inquadramento territoriale, Piano
Paesistico Ambientale della Regione
Marche e Piano Territoriale di
Coordinamento della Provincia di Ancona,
per recepirne le indicazioni).
A seguito di alcune prime
considerazioni emerse dalla fase di analisi
risulta pertanto necessaria la creazione di
una rete del verde di qualità, che colleghi
aree soggette a riqualificazione
ambientale divenendo un punto di forza
per la città di Senigallia.
Un’ultima ma imprescindibile
opportunità che si verrà a creare in
un’ottica di salvaguardia del sistema
ambientale, è la redazione di nuovi
strumenti urbanistici, di programmazione
e attuazione, in cui valorizzare ed integrare
la componente vegetazionale con gli
obiettivi generali.
Per la città di Senigallia la spiaggia
costituisce il luogo di aggregazione per
eccellenza durante il periodo estivo, in
quanto oltre ad essere attrazione turistica
è luogo di incontro, grazie alla vicinanza
con il centro storico e alla presenza di
strutture per il turismo con forte identità e
valore storico-architettonico (la Rotonda,
l’Hotel Regina, l’Hotel dei Bagni).
La riduzione degli spazi naturali di
duna, un tempo elemento di pregio della
“spiaggia di velluto” di Senigallia, a favore
delle attività di servizio, può costituire un
punto di partenza per la riqualificazione
generale del sistema litoraneo. La
riqualificazione e, in alcuni tratti, la
realizzazione di un lungomare fruibile
(soprattutto dalle fasce deboli di
popolazione come anziani e bambini),
potrà costituire un grande servizio
paragonabile ad una parco o ad uno
spazio pubblico capace di mettere a
sistema aree verdi e linee di connessione
(viali alberati, piste ciclopedonali) che
entrano in città.
Molte sono le criticità che
caratterizzano questa ridotta e
frammentata porzione di spiaggia. Le
infrastrutture (ferrovia e SS16 Adriatica) a
ridosso della spiaggia determinano una
bassa continuità con il tessuto urbano
consolidato e un mancato collegamento
tra porto e città, oltre a una sezione di
lungomare molto ristretta.
L‘integrazione tra le potenzialità del
paesaggio costiero, il superamento delle
minacce create dall’eccessiva pressione
antropica concentrata in brevi periodi
dell’anno e la riduzione delle criticità
rappresentano un’opportunità da
perseguire per il mantenimento di elevati
livelli turistici ed ambientali.
La creazione di una rete ecologica, la
valorizzazione delle aree di margine per
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
84
mitigare gli effetti del rapporto interrotto
tra territorio urbano ed extraurano, il
recupero e la valorizzazione del
patrimonio storico legato alla cultura
urbana, così come la promozione del
territorio rurale attraverso itinerari di
diverso tipo e la creazione di percorsi
alternativi a quello della costa, concorrono
ad integrare maggiormente gli spazi
costruiti con gli spazi aperti della città,
valorizzandone la specifica vocazione.
A causa dell’elevato livello di
antropizzazione, la porzione di territorio
che si estende dall’autostrada A14 alla
ferrovia è stata definita paesaggio urbano,
comprendendo quindi sia il centro storico
sia i quartieri e le aree sportive, artigianali
e industriali realizzate nel corso del tempo.
Grazie all’elevata fruibilità pedonale,
garantita sia dalla Zona a Traffico Limitato
(ZTL) del centro storico sia dall’area
pedonale del Foro Annonario, al buono
stato di conservazione e manutenzione
delle aree centrali e dei monumenti, delle
mura fortificate, delle chiese e delle ville
con giardini storici, il carattere del centro
storico è di elevata qualità.
La riqualificazione del sistema dei
parchi e dei giardini, nata in un’ottica di
connessione e continuità degli spazi verdi
aperti, fornisce linee guida utili alla
realizzazione di un progetto unitario.
La direttrice fondamentale per la
creazione di una connessione delle aree
verdi è l’asse che da nord, con il Bosco
Topolino nel quartiere Cesanella, arriva
fino a sud nel quartiere Ciarnin. Un
secondo asse unisce, invece, le aree verdi
vicine al mare fino all’entroterra (direzione
est-ovest).
Anche il valore estetico degli edifici
storici è strettamente legato al tema del
verde, in quanto la presenza di verde crea
un effetto estetico positivo grazie alla
nascita di visuali orientate verso
monumenti ed edifici storici. Vengono così
individuati alcuni spazi adatti alla
creazione di aree verdi all’interno del
centro storico.
In seguito ad una analisi del
patrimonio vegetale esistente, emerge
inoltre la necessità di contestualizzare le
aree verdi funzionali con l’intorno,
attraverso una logica di messa in rete delle
aree verdi residenziali, scolastiche, sportive
e in aree artigianali. Prefigurando questi
obiettivi, sono previste alcune linee guida,
di seguito prefigurate.
Il paesaggio urbano si identifica
nelle espansioni urbane recenti lungo la
costa e intorno al centro storico,
andandosi a configurare come una sorta di
città lineare parallela alla linea ferroviaria e
delimitata dall’autostrada A14). Uno dei
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
85
principali obiettivi per esso è la necessità
di migliorare la sicurezza stradale poiché
molte strade non possiedono i requisiti
per la realizzazione di eventuali sedi
ciclabili. Anche il recupero e la
valorizzazione dei manufatti storico
culturali del Centro Storico risultano
fondamentali, oltre alla valorizzazione del
ruolo paesistico ornamentale delle strade
urbane, il miglioramento dei parcheggi
attraverso l’inserimento all’interno di
questi di nuove alberature o cambiandone
la pavimentazione.
Risulta fondamentale anche il
potenziamento della vegetazione lungo gli
elementi lineari del paesaggio, e
implementare la vegetazione ripariale
mantenendo come punto cardine il
potenziale di connessione dato dalla
presenza del Misa e dell Cesano.
Con l’obiettivo di valorizzare le aree
di margine per mitigare gli effetti del
rapporto urbano/extraurbano, è possibile
individuare aree su cui avviare progetti di
recupero/riqualificazione.
Il PSV promuove inoltre il recupero
dell’ambiente dunale nei diversi tratti del
litorale di Senigallia (Marzocca, Ciarnin,
Cesanella e Cesano). Inoltre, viene
proposto il potenziamento della rete
ciclabile lungo la fascia litoranea, al fine di
permettere il collegamento dei due
lungomari (Ponente e Levante) e garantire
facili spostamenti verso il centro storico.
Il PSV è la base di partenza per
garantire una gestione del territorio che
abbia una alta considerazione della
componente ambientale e vegetale. Gli
studi del PSV partono da un’analisi sulla
situazione attuale, confrontano esigenze
passate, attuali e presumibilmente future.
La prima conseguenza attesa è quella della
redazione di un regolamento del verde,
per tradurre le indicazioni del PSV in una
serie di norme utili a facilitare il cittadino e
il progettista o pianificatore. Questo
regolamento del verde rappresenta la
congiunzione tra le analisi, le scelte
maturate e la loro concreta applicazione. Il
cittadino rappresenta attore attivo in
questo processo di valorizzazione del
patrimonio verde, prendendo coscienza
dei patrimoni verdi presenti nella sua città.
Nell’ottica della costruzione di uno
strumento di indirizzi destinato alla
riqualificazione delle parti urbanizzate
della città, anche il rapporto tra gli spazi
costruiti ed aperti contribuisce ad una
valorizzazione del territorio, e pertanto il
PSV è uno strumento che il PORU
integrerà con l’intento di riuscire a
prefigurare un sistema del verde unitario
ed integrato ai sistemi delle infrastrutture
e degli insediamenti.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
86
Figura 5 Piano Strutturale del Verde, Metaprogetto
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
87
6 \\ LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE A SENIGALLIA
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
88
6.1
Lo stato di attuazione e le potenzialità residue del PRG
Il vigente PRG adottato con
deliberazione del Consiglio comunale
n.401 del 21 aprile 1970 e approvato
definitivamente con deliberazione del
Consiglio comunale n. 675 del 25 Ottobre
1974, con le successive varianti,
rappresenta l’eredità con cui
l’Amministrazione Comunale si confronta
oggi, perseguendo l’obiettivo di uno
sviluppo sostenibile e il miglioramento
della qualità della vita, introducendo
alcune innovazioni anche a seguito
dell’entrata in vigore della LR 22/2011.
È noto come sullo stato di attuazione
del PRG non vi siano degli strumenti di
monitoraggio sistematici ma, in buona
sostanza, il PRG vigente ha pressoché
“esaurito” la propria potenzialità
trasformativa, come emrge dalla tabella ().
Nella tabella 20 è possibile anche
analizzare, all’interno delle tre categorie
città storica e consolidata, città della
trasformazione e città pubblica42 le quote
assolute e percentuali di:
esistente, intesa come aree azzonate
dal Piano dove è previsto un
riconoscimento dello stato di fatto
delle aree urbane consolidate;
attuato, inteso come parte del Piano
riguardante la definizione di previsioni
di trasformazioni (pubbliche e private)
che hanno già trovato attuazione e
realizzazione;
in realizzazione, inteso come parte del
Piano riguardante la definizione di
previsioni di trasformazioni (pubbliche
e private) che sono state approvate;
completamenti in realizzazione, intesi
come parti di città storica e
consolidata sottoposte a previsioni di
trasformazione diretta.
La verifica delle sommatorie totali
indica che il vigente PRG riconosce al 51%
l’assetto insediativo esistente della città
42 Nel “nuovo linguaggio della pianificazione”si considera città storica il centro storico tradizionalmente riconosciuto, ma anche nuove parti di città, considerate storiche dalla nuove generazioni; città consolidata la città costruita attraverso i Piani del Novecento; città della trasformazione è invece caratterizzata da aree di potenziale trasformazione urbana; città pubblica è caratterizzata da una dotazione di servizi di quartiere oltre che alla scala urbana.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
89
mentre il 49% delle aree del PRG è riferito
a previsioni di trasformazione della città
dirette ed indirette.
Questo 49% è composto da circa un
31% di previsioni che hanno già trovato
attuazione o sono in corso di realizzazione
e da un 18% che non ha ancora trovato
attuazione.
Il 18% che non ha ancora trovato
attuazione rappresenta la capacità
trasformativa inespressa del vigente PRG
costituita in larga misura da previsioni di
trasformazioni indirette per nuove funzioni
e servizi, in piccola parte da trasformazioni
dirette di completamento destinate a
nuove aree a servizi o attrezzature
pubbliche ed in minima parte da
trasformazioni dirette di completamento
all’interno della città esistente.
Partendo dalla lettura Tabella 21 è
possibile riscontrare che il vigente PRG
destina circa a quote quasi equivalenti
(41,6% e 37,7%) le aree della città
consolidata e pubblica, creadno un
“bilanciamento” nella città esistente tra
insediamenti ed attrezzature ed aree
pubbliche. Circa un quarto (20%) della
città e destinata dal PRG a trasformazione.
Come unica espansione del PRG
ancora da attuare, oggetto di un dibattito
corrente sull’edificabilità da concedere, in
un contesto contiguo al centro cittadino, si
trova la previsione di trasformazione di Via
Cellini. Nell’area è previsto un PEEP (Piano
per l’Edilizia Economica Popolare) mai
realizzato a causa della mancanza di
risorse e la previsione di trasformazione è
rimasta nel Piano vigente come area per
attrezzature pubbliche, con un indice
originale di 2,0 m3/m2. Oggi l’indice è stato
abbassato a 0,3 m2/m2 per un totale di 40
mila m2 di SUL. Una ulteriore difficoltà di
realizzazione è indubbiamente legata al
tema dell’accessibilità al nuovo comparto:
Via Cellini presenta infatti un carico di
veicoli che attraversano la città già saturo
e che verrà ulteriormente implementato; il
comparto dovrà quindi necessariamente
garantire un notevole miglioramento
dell’accessibilità.
Un altro tema molto importante
riguarda il Parco della Cesanella
(delimitato a nord da Via Giotto e a sud da
Via Molinella). La realizzazione di questo
parco è prevista a completamento della
lottizzazione mista residenziale e
produttiva del 1965-66, un quartiere
realizzato dall’Opera Pia. A seguito di una
sperimentale applicazione della
perequazione urbanistica il Parco della
Cesanella viene ceduto a fronte della
attuazione dei diritti volumetrici nelle aree
edificabili ad esso circostanti. Con una
vasta superficie di 13-14 ettari si è
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
90
storicamente configurato come un “parco
urbano” in grado di servire il nucleo
compatto dell’edificato attorno al centro
storico, ma che purtroppo attualmente
non risulta ancora essere stato attrezzato.
Adiacente al parco si trova l’area
industriale della Cesanella (anni ’70),
oramai completamente realizzata; una
zona critica in quanto presenta problemi
di natura ambientale dovuti a una
commistione funzionale poco coordinata
tra residenza ed industria.
Rimanendo sempre all’interno
dell’area industriale della Cesanella (nello
specifico nella parte nord, nelle aree
industriali situate lungo Strada della
Marina e sottoposte ad intervento diretto)
sorgono alcune problematiche ambientali.
La trasformazione delle aree non è mai
avvenuta definitivamente e le previsioni di
Piano in merito dovrebbero essere
ridimensionate o stralciate a fronte di una
volumetria realizzabile in altre parti del
territorio senigalliese.
La capacità potenziale residua di
Piano, in termini di nuovi abitanti teorici,
ammonta ad oggi a circa 1.000 unità.
Va specificato inoltre che a seguito
della “Variante in riduzione per la
trasparenza e il consumo di suolo” del
2012, è stata effettuata una ricognizione
delle aree edificabili non attuate che ha
portato a un ridimensionamento delle
previsioni e l’eliminazione delle aree
prevalentemente produttive, che al 1997
non avevano trovato attuazione, e delle
zone destinate a servizi inattuabili.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
91
ATTUAZIONE ESISTENTE ATTUATO
IN REALIZZAZIONE
COMPLETAMENTI IN
REALIZZAZIONE
COMPLETAMENTI NON ATTUATI
NON ATTUATO TOTALE
m2 % m2 % m2 % m2 % m2 % m2 % m2
città storica e consolidata 4.719.725 98,7 - 0,0 - 0,0 2.092 0,0 61.795 1,3 - 0,0 4.783.611
città della trasformazione
- 0,0 1.582.026 66,7
53.278 2,2 - 0,0 - 0,0 736.043 31,0 2.371.347
città pubblica 1.144.235 26,4 1.631.980 37,7 186.503 4,3 52.441 1,2 295.517 6,8
1.021.016 23,6 4.331.691
totale 5.863.959 51,1 3.214.006 28,0 239.781 2,1 54.533 0,5 357.311 3,1
1.757.058 15,3 11.486.649
Tabella 20 Potenzialità residue del PRG vigente
INDICE DI COMPOSIZIONE (%)
città storica e consolidata 41,6
città della trasformazione 20,6
città pubblica* 37,7
TOTALE 100,0
Tabella 21 indice di composizione del suolo
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
92
6.2
Le dinamiche di rilascio delle licenze edilizie
La modalità di attuazione indiretta
del Piano obbliga ad una ulteriore fase di
pianificazione, che prevede la redazione di
Piani Attuativi (PA). I PA sono disciplinati
dalla vigente LR 32/1995, ma
l’approvazione urbanistica degli stessi non
prevede la possibilità, da parte degli
interessati dal Piano, di procedere in
maniera diretta alla costruzione degli
immobili o delle opere. Ogni
trasformazione, sia questa urbanistica o
più semplicemente edilizia, del territorio
(anche in seguito all’avvenuta
approvazione di un PA) è subordinata al
rilascio di un titolo abilitativo, che deve
avvenire in conformità alle modalità di
intervento disciplinate dal DPR 380/2011,
accordato in base alla tipologia di
intervento stabilita dal Piano
(manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, restauro e risanamento
conservativo, ristrutturazione edilizia,
nuova costruzione e ristrutturazione
urbanistica). Per attuare le modalità di
intervento stabilite dal Piano, viene quindi
richiesto il rilascio di un titolo abilitativo,
ovvero di un atto amministrativo utile al
Comune al fine di controllare l’attività
edilizia e di trasformazione del territorio.
Va specificato inoltre che sono diversi i
titoli abilitativi esistenti, ognuno dei quali
corrisponde al grado di trasformazione
dello stato esistente del territorio che
l’intervento prevede.
Il Testo Unico per l’edilizia (DPR
380/2001), recependo la sentenza della
Corte Costituzionale n. 5 del 1980 (in cui si
ribadisce il concetto che la concessione
edilizia non è un provvedimento
amministrativo che attribuisce diritti, ma
che riconosce facoltà preesistenti stabilite
dalle previsioni di Piano), ha sostituito la
concessione edilizia, un atto dovuto
dall’Amministrazione Comunale al privato
quando l’opera risulta conforme alle
previsioni di Piano con il permesso di
costruire. Successivamente la legge
Lunardi n. 443 del 2001, istituisce la
denuncia di inizio attività (DIA), per
interventi di entità minore. La differenza
sostanziale tra le due procedure
amministrative sta nel procedimento di
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
93
rilascio (più consistente per il permesso di
costruire e più snello per la DIA), in quanto
per la DIA, una volta denunciata
all’Amministrazione (a cui spetta il
compito di verificarne la coerenza con il
Piano) l’inizio dell’attività e decorso il
termine di 30 giorni, il proprietario può
iniziare l’attività di costruzione.
Nel 2010 una ulteriore innovazione
viene introdotta nel campo dei titoli
abilitativi, con l’approvazione del Dl n. 78,
il quale sostituisce integralmente l’articolo
19 della Legge 241/90 che introdusse la
DIA, con l’intento di semplificare
ulteriormente l’attività amministrativa in
materia edilizia, attraverso l’istituzione
della Segnalazione certificata di inizio
attività (SCIA). L’introduzione di questo
nuovo titolo abilitativo offre la facoltà di
dare avvio nell’immediato ai lavori, senza
dover attendere i 30 giorni dalla data della
denuncia, pur rimanendo valido per gli
interventi di maggior entità il permesso di
costruire.
A fronte di queste premesse, nel
corso degli ultimi venti anni, in cui sono
stati introdotti diversi titoli abilitativi,
anche le dinamiche di rilascio degli stessi
sono cambiate nel tempo.
Per comprendere meglio queste
dinamiche è necessario interpretare i dati
emersi dalla redazione della tabella 19 e
del grafico 15, realizzati con i dati estratti
dal database in uso allo sportello unico
per l’edilizia del Comune di Senigallia,
aggiornati al 31 dicembre 2011.
Dall’analisi dei dati è possibile
evincere che il rilascio dei permessi di
costruire è una pratica molto richiesta
soprattutto tra il 1991 al 1995 e che ha
assunto un andamento pressoché
ondulatorio, pur mantenendo un trend
tendenzialmente negativo.
In particolare, nel ventennio 1991-
2011, si riscontra un picco positivo
nell’anno 1993 (1.401 permessi di costruire
rilasciati) e un picco negativo nel 2009
(270 permessi di costruire rilasciati). Una
graduale diminuzione del rilascio di questa
tipologia di titolo abilitativo si può
indubbiamente attribuire all’istituzione
della Denuncia di inizio attività avvenuta
nel 2001. Sin dall’anno 2002 infatti, il
numero dei rilasci di permessi di costruire
subisce una netta diminuzione, mentre
quello delle DIA cresce sempre più, fino ad
arrivare all’anno 2007 in cui si tocca un
picco massimo di 1.115 richieste e una
percentuale di incidenza pari al 60,2%, a
fronte del 16% dei permessi di costruire,
con una differenza di ben 44 punti
percentuali circa.
In generale, anche le variazioni
percentuali rispetto agli anni precedenti,
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
94
del totale dei titoli abilitativi rilasciati è un
dato che restituisce a pieno l’immagine
delle dinamiche e dell’evoluzione dei
procedimenti edilizi. Analizzando questo
dato emerge il fatto che, a fronte di un
andamento generale pressoché
ondulatorio, nell’anno successivo
all’introduzione della Denuncia di Inizio
Attività, si verifica un aumento del rilascio
dei titoli abilitativi del 72%, indice del fatto
che una “semplificazione” delle pratiche di
avvio a interventi diretti di trasformazione
edilizia o territoriale, ha costituito un
punto di partenza per una ripresa nel
campo dell’edilizia, o comunque una
legalizzazione, che subisce però dall’anno
2008 in poi una inversione di tendenza. A
partire dal 2003, il numero delle pratiche
per la manutenzione degli immobili
subisce un forte aumento, in particolare
nel biennio 2010-2011, in cui la quantità di
rilascio di questo titolo abilitativo è più
che raddoppiata rispetto all’anno 2009.
Questo dato, in combinazione con il
decremento del rilascio delle DIA (che nel
biennio 2010-2011 è praticamente
dimezzato, con valori che passano
rispettivamente dal 30,9% nel 2010 al
18,1% nel 2011), è indubbiamente indice
del fatto che la forte crisi economica
mondiale e un mercato pressoché saturo
hanno portato a una situazione di stallo
nel campo dell’edilizia.
Facendo una ulteriore analisi delle
dinamiche di rilascio delle licenze edilizie,
in particolare per gli ultimi anni, dal 2010
al 2012, e spazializzandole sul territorio
comunale, si nota facilmente come il
numero delle licenze edilizie rilasciate nei
tre settori, residenziale, commerciale e dei
servizi, crescano quasi di pari passo nelle
diverse zone cittadine.
Nell’anno 2010, come si nota dalle
figure 6, 7, e 8 si registra un numero
consistente di licenze edilizie rilasciate nel
settore residenziale, specialmente nella
parte nord e nel centro del territorio
comunale. L’aumento quasi parallelo del
numero di licenze edilizie rilasciate nel
settore commerciale si può quasi
considerare la logica conseguenza: la
crescita delle residenze porta al necessario
aumento e/o miglioramento di servizi
commerciali.
Questa dinamica si ripete anche
negli anni successivi 2011 e 2012,
concentrandosi nelle zone a più forte
urbanizzazione, eccezion fatta per il
settore dei servizi: il rilascio delle licenze
edilizie per l’intervento o per la nuova
costruzione di servizi ai cittadini si sviluppa
in maniera pressoché omogenea sul
territorio comunale, proporzionalmente
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
95
alla presenza di servizi, concentrandosi
quindi naturalmente nelle zone con un più
alto numero di abitazioni ed abitanti,
lungo la fascia costiera e nel centro
cittadino.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
96
anno Permesso
di costruire
DIA manutenzioni abusi TOTALE % permessi di costruire su TOTALE
% DIA su TOTALE
% manutenzioni
su TOTALE
% abusi su
TOTALE
Variazione % sull'anno
precedente TOTALE
1991 1.072
1.072
1992 1.310
1.310
22,20%
1993 1.401
1.401
6,95%
1994 1.322
1.322
-5,64%
1995 1.026
1.026
-22,39%
1996 583
583
-43,18%
1997 854
854
46,48%
1998 909
909
6,44%
1999 880
880
-3,19%
2000 913
913
3,75%
2001 900
900
-1,42%
2002 772 776
1.548 49,87% 50,13%
72,00%
2003 535 916 118
1.569 34,10% 58,38% 7,52%
1,36%
2004 425 981 303 121 1.830 23,22% 53,61% 16,56% 6,61% 16,63%
2005 327 1.083 309 116 1.835 17,82% 59,02% 16,84% 6,32% 0,27%
2006 328 1.086 371 71 1.856 17,67% 58,51% 19,99% 3,83% 1,14%
2007 297 1.115 371 68 1.851 16,05% 60,24% 20,04% 3,67% -0,27%
2008 281 1.152 493 100 2.026 13,87% 56,86% 24,33% 4,94% 9,45%
2009 270 998 482 48 1.798 15,02% 55,51% 26,81% 2,67% -11,25%
2010 360 675 1.107 42 2.184 16,48% 30,91% 50,69% 1,92% 21,47%
2011 466 397 1.278 46 2.187 21,31% 18,15% 58,44% 2,10% 0,14%
1ºsem.2012 270 210 733 8 1.221 22,11% 17,20% 60,03% 0,66%
TOTALE 15.231 9.179 4.832 612 29.854
Tabella 22 Dinamiche di rilascio delle licenze edilizie
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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Grafico 19 Evoluzione dei procedimenti edilizi
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
num
ero
pra
tich
e
anno
permesso di costruire DIA manutenzioni abusi
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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2010
2011
2012
Figura 6 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate negli anni 2010-2011-2012
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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2010
2011
2012
Figura 7 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate con destinazione d’uso residenziale
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
100
2010
2011
2012
Figura 8 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate con destinazione d’uso a servizi
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2010
2011
2012
Figura 9 Spazializzazione delle licenze edilizie rilasciate con destinazione d’uso commerciale
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
102
6.3
Analisi generale sullo stato dei servizi
Al fine di restituire con alcuni dati
sintetici l’odierno stato di attuazione dei
servizi, si effettua una ricognizione
complessiva degli indici e dei parametri
che attualmente definiscono le quantità di
aree da destinare ad opere di
urbanizzazione secondaria, effettuando
alcune premesse. Si presenta di seguito
una rapida digressione sui parametri
vigenti per le cessioni riguardanti le Aree
per l’Urbanizzazione Primaria (AUP) e le
Aree per l’Urbanizzazione Secondaria
(AUS) che il vigente PRG richiede.
All’art. 9 delle NTA del vigente PRG
si segnala che ai sensi delle Leggi 847/64 e
865/71 e della ulteriore normativa in
materia, le opere di urbanizzazione
primaria sono le seguenti: “strade e
marciapiedi, spazi di sosta o di
parcheggio, fognature, rete idrica, rete di
distribuzione dell’energia elettrica e del
gas, rete telefonica e spazi di verde
attrezzato”. Mentre le opere di
urbanizzazione secondaria sono
indicativamente le seguenti: “asili nido e
scuole materne, scuole dell’obbligo,
mercati di quartiere, delegazioni comunali,
chiese ed altri edifici religiosi, impianti
sportivi di quartiere, centri sociali e
attrezzature culturali e sanitarie, aree verdi
di quartiere”.
All’interno dei Piani Attuativi le
opere di urbanizzazione primaria da
realizzare e cedere gratuitamente al
Comune sono quelle definite al comma 2
dell’art. 9 delle NTA, con le seguenti
prescrizioni (v. tabella 4):
le strade residenziali devono
ricomprendere gli spazi per la mobilità
ciclabile nella misura in cui l’intervento
sia ricompreso in un piano organico
della mobilità ciclabile, ed il
dimensionamento risulta dal Piano
Generale del Traffico Urbano, nonché
dagli specifici modelli insediativi
adottati;
gli spazi di sosta e di parcheggio sono
realizzati nella misura minima di 5 m2
per abitante nelle zone residenziali;
nella misura minima di 10 m2 ogni 100
m2 di Superficie coperta nelle zone
artigianali ed industriali; e nella misura
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
103
minima di 40 m2 ogni 100 m2 di SUL
nelle zone commerciali e direzionali;
gli spazi di verde attrezzato sono
realizzati nella misura minima di 3 m2
per ogni abitante nelle zone
residenziali.
Nella tabella 23 si riportano, invece,
le quote di AUS richieste per le specifiche
zone omogenee del PRG vigente. Vengono
tralasciate le “zone F” poiché l’AUS
riguarda quasi esclusivamente le quote di
parcheggio da reperire nelle aree
destinate a servizi.
Dalla tabella 25 ne deriva che in
media i parametri di cessione relativi alle
trasformazioni equivalgono a circa 11 m2
di ASU ogni 20 m2 di SUL edificabile,
ovvero 0,55 m2 di cessione per ogni m2 di
SUL edificabile.
Mentre per ciò che riguarda
esclusivamente le parti del territorio
inedificate destinate ai nuovi insediamenti
o edificate soggette a trasformazione
urbanistica(distinte in base alle funzioni in
zone prevalentemente residenziali, zone
prevalentemente turistiche, zone
prevalentemente direzionali e residenziali
e zona a polo turistico) i parametri di
cessione stabiliti equivalgono a 24 m2 ogni
30 m2 di SUL (con possibilità di
monetizzazione).
Va tenuto però in considerazione
che in larga parte questi Piani riguardano
l’urbanizzazione di aree libere e non la
riqualificazione di quelle esistenti, dove lo
standard è già una dotazione presente
nella città consolidata.
Una ulteriore analisi storica dei Piani
e Programmi Attuativi approvati negli
ultimi 12 anni dimostra che il contributo
medio di cessione relativa all’attuazione
della trasformazione urbanistica è stato
del 50% della ST e che la media della SUL
attribuita negli ambiti è stata di 6.200 m2
con UT di 0,37 m2/m2 con UF pari a 0,69
m2/m2.
Nelle tabelle 27 e 28 si riportano in
maniera sintetica rispettivamente lo stato
di attuazione dei Servizi di Quartiere e dei
Servizi Urbani.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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residenziale produttivo/artigianale commerciale/terziario
verde 3 m2/ab
parcheggi 5 m2/ab 10 m2ogni 100 m2 di Sc 40 m2 ogni 100 m2 di SUL
Tabella 23 Opere di urbanizzazione primaria previste per i Piani Attuativi del PRG vigente
NTA zona omogenea dotazione di AUS da reperire
Art. 16 BR1 9 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o da monetizzare (AUS non dovuta per interventi di edilizia residenziale pubblica ERP)
Art. 16/b
Zona BR2 di completamento con cessione di area per attrezzature a verde e/o parcheggi
12 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o da monetizzare
Art. 16/c Zona BR3 di completamento per la formazione dei parchi urbani
12 m2 ogni 30 m2 di SUL da monetizzare
Art. 16/f Zona BR7 di ristrutturazione urbanistica 9 m2 ogni 30 m2 di SUL (da cedere o da monetizzare; negli isolati della frazione Marzocca, l'AUS solo in cessione)
Art. 16/h
Zona BT10 di completamento per insediamenti turistico-ricettivi-ricreativi extraurbani
18 m2 ogni 25 m2 di SUL da monetizzare obbligatoriamente al prezzo stabilito dall’AC
Art. 16/j Zona BF di completamento delle frazioni 9 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o da monetizzare
Art. 16/q Zone B5 – Zone della fascia costiera con cessione di aree verde e servizi
24 m2 ogni 30 m2 di SUL in cessione o monetizzazione o nella quantità prescritta nelle schede di dettaglio di cui all’elaborato 15 del PRG vigente
Art. 17/ b Zona CR2 di espansione prevalentemente residenziale
24 m2 ogni 30 m2 di SUL da cedere nei comparti l, p, q, r, le aree per attrezzature pubbliche (AUS) sono pre-individuate, con specifica destinazione (V, P, C, R, nonché le zone di recupero ambientale di cui all’art.24 NTA) dalle tavole di PRG. Le stesse sono soggette alla cessione gratuita e per intero in sede di piani attuativi, che si faranno carico inoltre di verificare il rapporto minimo di 24 m2/30 m2SUL, eventualmente integrando le dotazioni di AUS
Art. 17/d Zona CT4 di espansione turistica 24 m2 ogni 25 m2 di SUL da ricavare e da cedere nella parte edificabile del comparto
Art. 17/e Zona CDR di espansione direzionale e residenziale
50% della ST da cedere per il comparto 20.2
Art. 17/f Zona CPT Polo turistico in misura non inferiore al 50% della superficie interessata dal Piano urbanistico preventivo
AREA EX COLONIE MARINE in misura non inferiore al 50% della superficie interessata dal Piano attuativo escluse le strade e i parcheggi esistenti
Art. 18/a Zona D1.1 di completamento
10% della superficie complessiva del lotto edificabile, di norma monetizzabile con gli stessi criteri e procedure di cui al N.R.E.C. in aggiunta alla AUS da cedere per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste
Art. 18/b Zona D1.2 di espansione pari al 15% della superficie territoriale del
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
105
comprensorio da cedere in aggiunta alle AUS da cedere per altre destinazioni di uso eventualmente previste
Art. 18/c Zona D2.1 di completamento
20% della superficie complessiva del lotto edificabile, da cedere o monetizzare con gli stessi criteri e procedure di cui al N.R.E.C. in aggiunta alla AUS da cedere o monetizzare per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste
Art. 18/d Zona D2.2 di espansione
pari al 50% della superficie lorda coperta, oltre a quella di cui all'art.18 della Legge n.765/67 e della Legge n. 122/89, ed alla AUS per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste, escluse le sedi viarie
Art. 18/e Zona D3 di espansione
pari al 50% della superficie lorda coperta, oltre a quella di cui all'art.18 della Legge n.765/67 e della Legge n. 122/89, alla AUS per le altre destinazioni d’uso eventualmente previste escluse le sedi viarie. Almeno la metà di tale superficie dovrà essere destinata a parcheggi
Art. 19
Zone territoriali omogenee ecostruzioni da adibire alla lavorazione, conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli
10% della superficie complessiva del lotto edificabile di norma monetizzabile con gli stessi criteri e procedure di cui al N.R.E.C.
Tabella 24 Quote di AUS stabilite dal PRG vigente per zone omogenee
zona omogenea cessione per AUS prevista valore medio delle cessioni richieste
BR1 – BRZ – BF1 – BF2 9 m2 ogni 30 m2 di SUL 11 m2 ogni 20 m2 di SUL (che corrisponde a 0,55 m2 per ogni m2 di SUL)
BR2 12 m2 ogni 30 m2 di SUL
BT10 18 m2 ogni 25 m2 di SUL (con obbligo di monetizzazione)
B5 – C – CR2 – CT4 24 m2 ogni 30 m2 di SUL (con possibilità di monetizzazione)
Tabella 25 Valore medio delle cessioni per AUS richieste dal PRG vigente
Standard di quartiere
abitanti attrezzature collettive 2 m2/ab
parcheggi 2,5 m2/ab
verde ricreativo e per lo sport 12 m2/ab
attrezzature per istruz. 4,5 m2/ab
dotazioni minime 67.465 134.929 168.661 809.574 303.590
previsioni PRG 67.465 273.040 244.203 1.282.360 141.671
verifica m2/ab.
4,05 3,62 19,01 2,10
Standard urbano
attrezzature sanitarie 1 m2/ab
parcheggi parchi urbani territoriali 15 mq/ab
attrezzature per istruz. superiore 1,5 m2/ab
dotazioni minime 67.465 67.465
1.011.968 101.197
previsioni PRG 67.465 50.683 186.259 777.990 100.421
verifica m2/ab.
0,75 2,76 11,53 1,49
Tabella 26 Dotazioni di standard previsti dal prg vigente per abitante teorico insediabile
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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stato di attuazione
esistente attuato in realizzazione completamenti in
realizzazione completamenti
non attuati non attuato totale
tipologia del servizio ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab
attrezzature collettive
21.139 0,47 9.700 0,21 30.839 0,68
attrezzature religiose 24.762 0,55 4.464 0,10 2.942 0,06 32.167 0,71
istruzione 56.563 1,25 48.602 1,07 1.940 0,04 107.105 2,36 verde pubblico
166.874 3,68 416.758 9,18 166.471 3,67 19.082 0,42 57.565 1,27 120.355 2,65 947.105 20,87
attrezzature sportive 7.119 0,16 24.675 0,54 2.294 0,05 34.088 0,75
parcheggi 34.552 0,76 122.196 2,69 5.016 0,11 15.474 0,34 33.518 0,74 210.756 4,64
totale 311.008 6,85 601.720 13,26 171.486 3,78 43.757 0,96 75.334 1,66 158.754 3,50 1.362.060 30,01
Tabella 27 Stato di attuazione dei servizi di quartiere (novembre 2012) – popolazione residente al 31/12/2011 pari a 45.385 abitanti
stato di attuazione esistente attuato in realizzazione
completamenti in realizzazione
completamenti non attuati non attuato totale
tipologia del servizio
ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab ST in mq mq/ab
attrezzature collettive
285.425 6,29 5.280 0,12 8.084 0,18 4.555 0,10 303.343 6,68
attrezzature religiose
39.412 0,87 4.210 0,09 43.622 0,96
attrezzature sanitarie
50.683 1,12 50.683 1,12
istruzione 100.125 2,21 100.125 2,21 verde territoriale
834.652 18,39 9.592 0,21 152.678 3,36 856.442 18,87 1.853.364 40,84
attrezzature sportive
105.238 2,32 6.830 0,15 112.068 2,47
parcheggi 36.181 0,80 50.881 1,12 87.062 1,92 impianti tecnologici
165.453 3,65 600 0,01 166.053 3,66
totale 782.517 17,24 834.652 18,39 14.872 0,33 8.684 0,19 219.154 4,83 856.442 18,87 2.716.320 59,85
Tabella 28 Stato di attuazione dei servizi urbani (novembre 2012) – popolazione residente al 31/12/2011 pari a 45.385 abitanti
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
107
7 \\ NUOVE ENERGIE URBANE
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
108
7.1
Il sistema insediativo
Con l’obiettivo di far conoscere
Senigallia come luogo della
sperimentazione di un processo di
pianificazione nuovo che parte dalle
indicazioni della LR 22/2011 “Norme in
materia di riqualificazione urbana
sostenibile e assetto idrogeologico”, la
città si pone l’obiettivo di ripensare allo
sviluppo urbano, attraverso criteri
innovativi come quello della perequazione
e del risparmio energetico e anche con il
coinvolgimento dei cittadini tramite
l’attivazione di un ciclo di seminari
chiamati “Nuove energie Urbane”,
organizzati con il supporto dell’Istituto
Nazionale di Urbanistica e del Politecnico
di Milano, che permetteranno di riflettere
sui temi chiave del consumo di suolo,
dell’edilizia sociale, del paesaggio e
dell’area vasta, anche grazie al prezioso
intervento di esponenti di spicco nel
dibattito nazionale. Al Museo di
Architettura e Urbanistica di Senigallia
(MAUS), ospitato presso l’edificio dell’ex
GIL, è affidato il durissimo compito di
aggiornare e stimolare la riflessione e il
confronto dei temi fondamentali dei sei
seminari, attraverso mostre ed eventi.
La storia di Senigallia come
Comunità civile ha origine con
l’insediamento dei Galli Senoni. Nel 295
a.C., in seguito alla conquista del territorio
da parte dei Romani, viene fondata la Sena
Gallica, prima colonia romana
dell’Adriatico. Alla fondazione della città
seguono più di mille anni di storia, in cui
Senigallia viene più volte rasa al suolo,
danneggiata e ricostruita. Dal 1474, in
seguito all’assegnazione da parte del Papa
Sisto V in favore del nipote Giovanni della
Rovere del vicariato di Senigallia, parte un
periodo fondamentale per lo sviluppo
della città, che durerà fino all’anno 1631, in
cui verrà devoluta allo Stato Pontificio
insieme al Ducato di Urbino. La città si
difendeva dagli attacchi attraverso un
sistema fortificato, circondato da un
fossato allagabile, composto da un
pentagono nei cui vertici si ergevano i
baluardi. All’interno del pentagono si
erigeva la Rocca, costruita da Baccio
Pontelli nel 1480. La cinta muraria in
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
109
corrispondenza del Misa era doppia, infatti
a destra correva in corrispondenza degli
attuali Portici Ercolani, mentre ad ovest
racchiudeva il quartiere Porto. È
importante ricordare che durante il
periodo della dominazione Roveresca,
Senigallia si arricchisce di edifici
monumentali: la chiesa di S. Maria delle
Grazie, il Palazzetto Baviera, la Fontana ed
il Palazzo del Duca, la fontana di Piazza
Roma.
Lo sviluppo della città continua
soprattutto quando la fiera di Senigallia
raggiunge l’apice della sua importanza,
lungo tutto il XVII e XVIII secolo, si assiste
a un massiccio processo espansivo sotto il
pontificato di Benedetto XIV Lambertini.
Proprio in questo periodo fu realizzato
l’ampliamento della città a monte delle
mura cinquecentesche (oggi via Pisacane),
fino al Misa e vengono realizzati altri
importanti edifici monumentali tra cui i
Portici Ercolani, il Duomo e la Piazza, il
Palazzo Fagnani.
Nella prima metà del XIX secolo
inizia timidamente una espansione fuori
dalle mura e lungo le vie di
Comunicazione che fino all’inclusione
delle Marche nel Regno d’Italia nel 1860
non era avvenuta.
La costruzione della ferrovia
Bologna-Ancona, (che separa nettamente
l’abitato dalla zona balneare),
l’insediamento di alcuni complessi
industriali (Italcementi e zuccherificio), la
sistemazione del fiume Misa, il raccordo
dei due tronchi della Statale Adriatica (via
R. Sanzio e via F. Podesti) con la via F.
Bonopera adiacente la stazione FS,
(intervento che ha permesso di sgravare il
traffico di transito nel centro cittadino, ma
che ha aggravato la rottura tra il centro
urbano e il lungomare) ed infine l’inizio
dell’attività balneare e la nascita delle
prime attrezzature ricettive e ricreative,
costituiscono avvenimenti decisivi per lo
sviluppo futuro della città.
Nel periodo immediatamente
successivo alla Prima Guerra Mondiale non
avvengono fondamentali cambiamenti
nella struttura urbanistica della città,
eccetto lo sviluppo limitato di alcuni
insediamenti di basso livello all’esterno del
centro urbano e lungo la Statale Adriatica
SS16, tra la strada e la ferrovia.
Il disastroso terremoto del 1930
lascia la città quasi interamente distrutta e
costituisce un punto di partenza per lo
sviluppo di Senigallia.
La città contemporanea è
caratterizzata dal fenomeno della
metropolizzazione del territorio. Oggi con
tale fenomeno si intende il processo
attraverso il quale l’agglomerato urbano
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
110
ha perso la dimensione fisica distinguibile
dell’area antropizzata all’interno del
territorio non urbanizzato, per conformarsi
piuttosto come un continuum edificato
che supera i limiti amministrativi di ogni
realtà locale e spesso anche di quella
regionale. In particolare, la
metropolizzazione determina, rispetto alla
città tradizionale, un utilizzo su larga scala
delle funzioni urbane, basandosi su un
aumento massiccio della mobilità privata
prevalentemente affidata all’auto.
Il termine “città” evoca sempre una
condizione di densità e concentrazione di
persone, oggetti e merci, solamente che
alle fasi di agglomerazione, espansione e
diffusione del sistema insediativo
tradizionale si è sostituita la fase di
metropolizzazione. In questa fase la
condizione di densità è da ricercarsi nelle
relazioni e nei flussi di persone e merci che
investono e attraversano l’intero territorio
e non solamente nella parte costruita più
compatta.
La metropolizzazione è la nuova
forma della città contemporanea nella
quale alle consolidate periferie urbane si
aggiungono nuove aree urbanizzate a
bassa e bassissima densità che
conferiscono al sistema insediativo una
forma dispersa.
La nuova città, cresciuta con un
modello diverso da quello additivo
dell’espansione, trova una causa della sua
conformazione nei nuovi stili di vita degli
abitanti che spesso preferiscono la
“qualità” abitativa in residenze
prevalentemente mono e bifamigliari
immerse nel verde, anche a discapito di
lunghi tratti in automobile per gli
spostamenti quotidiani tipo casa-lavoro.
La scelta dei nuovi abitanti non è certo da
limitare a un puro gusto personale bensì a
condizioni culturali, socio-economiche e di
mercato ben più forti. La grande
trasformazione territoriale, avvenuta circa
negli anni Ottanta del secolo scorso,
deriva dall’espandersi dei consumi
individuali, per cui, per far fronte alla crisi
economica degli anni Settanta, si
sperimentano anche nuovi modelli
produttivi, anch’essi individuali.
L’assetto della città contemporanea
apre quindi ad alcune questioni rilevanti:
1. l’elevato grado di dispersione
insediativa caratterizzata da bassa
densità e tipologie edilizie che
prediligono la creazione di spazi privati
a discapito dello spazio pubblico;
2. l’aumento della mobilità privata su
gomma che provoca traffico e
inquinamento;
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
111
3. l’elevata frammentazione ambientale
delle aree agricole e naturali.
A questi si aggiungono un elevato
consumo energetico (elettricità,
riscaldamento) e di suolo libero agricolo
o naturale; un elevato costo di
mantenimento delle reti di servizi
pubblici (strade, rete idrica, fognaria,
elettrica, ecc.) sempre più ramificate per
raggiungere i nuovi insediamenti dispersi;
e un generale degrado del sistema
insediativo tradizionale che viene
abbandonato (e con esso il sistema degli
spazi pubblici quali piazze, percorsi,
giardini, ecc.) sia perché inefficiente sia per
gli alti costi di manutenzione e gestione
che ne derivano.
Da un’analisi più approfondita del
sistema insediativo emerge come le aree
edificabili individuate dalla Variante
Generale al PRG del 1997 siano ormai
sature: nel lungomare oggi non si
costruisce né si compra più casa poiché
l’offerta immobiliare è stata modificata in
seguito all’introduzione della dimensione
minima degli alloggi (52 m2).
Il centro storico merita un discorso a
parte in quanto ha avuto una buona
rivalutazione, il problema è legato alle sue
dimensioni contenute. Il mercato è quindi
saturo ad eccezione di alcuni interventi
isolati.
A fronte di un valore medio del
terreno, dei costi di costruzione,
urbanizzazione e progettazione, ad oggi
l’utile per le imprese edili medio piccole
nel senigalliese corrisponde al 15-20%.
Molti alberghi costruiti negli anni ’70
che oggi non hanno più mercato
troverebbero una migliore collocazione
con una loro conversione in residenza.
Il PRG vigente è quello approvato
nel 1974 con le successive varianti, tra cui
la Variante Generale elaborata tra il 1990 e
il 1997 in seguito alla adozione del Piano
Paesistico Ambientale Regionale del 1987,
e alle cui prescrizioni i Comuni hanno
l’obbligo di adeguare i propri strumenti
urbanistici. Oltre all’adeguamento agli
strumenti sovraordinati, il compito della
variante generale del 1997, come già
accennato, è quello di ridimensionare le
vastissime e sovrastimate previsioni del
Piano del 1974 e di individuare buone
soluzioni infrastrutturali che riescano a far
fronte ai bisogni indotti dallo sviluppo
degli anni precedenti. L’ultima variante
approvata del PRG è la Variante in
riduzione di marzo 2012, che delinea
l’aspetto finale dello strumento con cui il
PORU si deve confrontare per costruire un
nuovo Piano per il Comune di Senigallia.
Il PRG del Comune di Senigallia
riprende chiaramente i concetti espressi
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
112
dall’azzonamento funzionale su cui si basa
l’intera esperienza dei PRG in Italia. È un
Piano indubbiamente chiaro e dettagliato
che gestisce in maniera differente la città a
est dell’autostrada A14 (sulla fascia più
prossima alla costa), densamente
antropizzata, e quella a ovest,
caratterizzata da frazioni e urbanizzazione
diffusa. Dalla lettura delle Norme tecniche
di Attuazione, emerge quanto non sia il
disegno del Piano a sottolineare questa
divisione, quanto le norme stesse, che
prevedono attuazioni specifiche per le
frazioni (Art.16/j delle NTA – Zona BF di
completamento delle frazioni).
I piani attuativi che costituiscono
strumenti in variante al Piano, sono stati
gestiti per incrementare il patrimonio
pubblico della città (si pensi, ad esempio
al PEEP delle Saline).
La restituzione grafica del sistema
insediativo costituisce sicuramente un
punto di partenza da usare come
riferimento per la costruzione del quadro
conoscitivo per il PORU. Essa raccoglie le
informazioni che derivano dalla tavola di
azzonamento del PRG, inserendole in un
contesto lungimirante e in linea con le
nuove tendenze di Piano, volte a
individuare le aree della città consolidata
(comprese le aree da sottoporre a tutela) e
quelle della città in trasformazione.
L’analisi del PRG vigente ha quindi
portato a considerare come città
esistente quelle parti di città destinate al
mantenimento delle forma e delle funzioni
esistenti, tra le quali: le zone A residenziali
storiche (A1–A2–A3); le zone B residenziali
consolidate (BR1s-BR4-BR4v-BR5)
all’interno delle quali sono comprese
anche le zone B con tessuti urbani
d’interesse tipologico e morfologico, le
zone B1-B2 – B3, la sola Superficie
Fondiaria delle B5 – BF1 – BF2 – BF3 – BR1
– PPF e le aree scoperte di pertinenza
delle zone B4 turistiche-B4 – BT10 – BT11,
infine le strutture ricettive alberghiere
della fascia litoranea. Inoltre sono
considerate città consolidata anche le zone
D prevalentemente terziarie (D2.1), oltre
alle zone D prevalentemente produttive
(D1.1), le zone E agricole e generiche di
pregio e in ultimo le ville di interesse
storico architettonico della fascia costiera.
La città della trasformazione
invece, è la città destinata al cambiamento
attraverso Piani attuativi o interventi diretti
previsti dal Piano su diverse parti
funzionali della città e comprende al suo
interno le zone B residenziali in
trasformazione (Superficie Fondiaria delle
BR2-BR3–BR7), le zone C residenziali di
completamento (Superficie Fondiaria delle
CR1–CR2–CR3), le zone sottoposte a
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
113
pianificazione attuativa di ogni livello,
mediante permesso di costruire ordinario
o convenzionato, le aree di trasformazione
prevalentemente turistica (BT9–CPT–CT3–
CT4), infine le zone D prevalentemente
terziarie in trasformazione (Area a
destinazione direzionale di nuovo
impianto CDR–D2.2–D3) e le zone D
prevalentemente produttive in
trasformazione (D1.2–D4–D5).
Infine, si individua la città pubblica
che offre una dotazione di servizi di
quartiere oltre che alla scala urbana. Sono
considerate città pubblica le zone F per
servizi pubblici (F7 nell’art. 17_a-F1–F1s–
F1p–F2–F4-F5-F6– F8a F8n–ZRA-F3-F9); e
le zone G per servizi (G1–G1 nelle zone
BR3, CR1, CR3 e G2-G3–G5 e G4–G4 nelle
zone B5, BF2, BR2, BR3, BR6, BT9, CDR,
CPT, CR1, CR2, CR3, CT3, D1.1, D1.2, D3 );
L’attuale pianificazione urbanistica
ha bisogno di una verifica profonda e di
confrontarsi con la realtà del territorio
urbanizzato che è in continua
trasformazione e che ormai non rispecchia
più le originali strategie del Piano.
In concreto si cerca di interpretare la
città come una struttura complessa che
racchiude in sè realtà diverse (nel nostro
caso dette “città”), con l’intenzione di
andare oltre alla ormai superata cultura
urbanistica di controllo pubblico dei
processi di sviluppo urbano, che prevede
una attuazione basata sull’utilizzo quasi
indiscriminato della pianificazione
attuativa di iniziativa sia pubblica che
privata.
La città storica racchiude al suo
interno il centro storico tradizionalmente
riconosciuto (tessuto di antica formazione)
ma anche nuove parti di città, poiché
esistono zone che per le nuove
generazioni sono storiche pur essendo di
recente costruzione (tessuto di recente
costruzione). La città storica è stata quindi
suddivisa in tessuti, intesi come unità
spaziali urbane in grado di selezionare
degli spazi urbani che hanno
caratteristiche di omogeneità fisico –
funzionale, all’interno dei quali sono state
inserite diverse zone omogenee (indicate
tra parentesi nei seguenti elenchi). Nello
specifico, per quanto riguarda appunto la
città storica, avremo il tessuto di antica
formazione (A1–A2–A3); il tessuto di
recente formazione (BR1s-BR4-BR4v-BR5-
Zone B con tessuti urbani d’interesse
tipologico e morfologico) e le ville di
interesse storico e architettonico della
fascia costiera.
La città consolidata è invece quella
costruita secondo i piani urbanistici del
Novecento (escluse le parti considerate
“storiche”) e con quelli più recenti. È
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
114
caratterizzata da aree individuate in base
alla funzione prevalente svolta all’interno
di esse: prevalentemente residenziale,
prevalentemente turistica–ricettiva–
ricreativa, prevalentemente terziaria,
prevalentemente produttiva o
polifunzionale, tra cui: aree
prevalentemente residenziali (B2–B3–
Superficie Fondiaria delle B5–BF1–BF2–BF3
–BR1–PPF); aree polifunzionali (B1); aree
prevalentemente turistiche-ricettive–
ricreative (come le aree scoperte di
pertinenza delle zone B4 turistiche-B4–
BT10–BT11 e le strutture ricettive
alberghiere della fascia litoranea ), aree
prevalentemente terziarie (D2.1) e
prevalentemente produttive (D1.1).
La città della trasformazione è
invece caratterizzata da aree di potenziale
trasformazione urbana (aree industriali
sottoutilizzate, aree dismesse, aree libere
interstiziali generate dallo sviluppo urbano
incompleto come le aree per standard
urbanistici, ecc…). Anche la città della
trasformazione è stata suddivisa in aree
definite in base alla funzione prevalente:
prevalentemente residenziale (Superficie
Fondiaria delle BR2-BR3 – BR7 – CR1 – CR2
– CR3), prevalentemente turistica-ricettiva–
ricreativa(BT9 – CPT – CT3 – CT4),
prevalentemente terziaria (Area a
destinazione direzionale di nuovo
impianto-CDR – D2.2 – D3),
prevalentemente produttiva (D1.2 – D4),
aree per la riqualificazione urbana di
stabilimenti industriali dismessi (BR6), area
destinata ad attività portuali ed attività
connesse(D5).
Infine per la città pubblica sono
state individuate le attrezzature
scolastiche, le attrezzature civili, religiose,
sanitarie e cimiteriali, il verde, attrezzature
sportive e zone di recupero ambientale, i
distributori di carburante, i parcheggi
pubblici e di interscambio, le infrastrutture
tecnologiche suddivise in servizi di
quartiere e urbani.
Sono considerati Servizi di quartiere le
attrezzature scolastiche esistenti e previste
(G1 – G1 nelle zone BR3, CR1, CR3), le
attrezzature civili, religiose, sanitarie,
cimiteriali esistenti e previste (G2 –
Attrezzature civili, religiose, sanitarie e
cimiteriali nell’art. 17_a delle NTA); il verde
e le attrezzature sportive esistenti e
previste (F7 nell’art. 17_a-G3 – G5);
distributori di carburante esistenti e
previsti (Art. 13 delle NTA); infine i
parcheggi pubblici esistenti e previsti (G4
– G4 nelle zone B5, BF2, BR2, BR3, BR6,
BT9, CDR, CPT, CR1, CR2, CR3, CT3, D1.1,
D1.2, D3).
Per quanto riguarda invece i servizi urbani,
vengono considerati tali: le attrezzature
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
115
scolastiche esistenti e previste (F1
istruzione superiore);le attrezzature civili,
religiose, sanitarie, cimiteriali esistenti e
previste (F1 – F1s – F1p – F2 – F4); il verde
e le attrezzature sportive con le zone di
recupero ambientale esistenti e previste
(F5-F6 – F8a – F8n – ZRA); infine le
infrastrutture tecnologiche esistenti e
previste (F3) e i parcheggi di interscambio
esistenti e previsti (F9).
In tal modo è stata prodotta una
tavola di sintesi del PRG vigente di
Senigallia, comprendente tutto il territorio
comunale, utile per l’individuazione delle
aree potenzialmente interessate dalle
future trasformazioni previste dal PORU.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
116
7.2
Il sistema ambientale
La Convenzione Europea del
Paesaggio definita dal Consiglio d’Europa
nel 2000 e ratificata dall’Italia nel gennaio
2006, affida alle Amministrazioni
(comunali, provinciali o regionali) il
compito di predisporre specifici ed idonei
strumenti di pianificazione a diversi livelli e
competenze, tenendo presente che il
paesaggio deve essere considerato nelle
sua interezza come componente
trasversale. Il Codice Urbani (Dlgs
42/2004), recependo le linee guida della
convenzione Europea, organizza la
governance dell’intero settore dei beni
culturali e paesistici, stabilendo la
necessità di una cooperazione da parte
delle amministrazioni pubbliche per la
“definizione di indirizzi e criteri riguardanti
le attività di tutela, pianificazione,
recupero, riqualificazione e valorizzazione
del paesaggio”. In attuazione di queste
disposizioni le Regioni come le Marche,
già dotate di un Piano Paesistico
Ambientale Regionale (PPAR approvato in
data 13 luglio 1987,ai tempi era uno tra i
primi in Italia), dovranno provvedere a
redigere gli opportuni adeguamenti
(attraverso uno strumento denominato
Piano Paesistico Regionale, PPR in
seguito). Successivamente all’adozione del
PPAR quindi non è consentito approvare
Piani e progetti regionali, nonché
strumenti urbanistici regionali o comunali
(sia generali che attuativi) non conformi o
cogenti al Piano paesistico stesso. Il Piano
nasce infatti con lo specifico intento di
assorbire il complesso sistema dei vincoli
in materia paesaggistico-ambientale in un
regime più organico e costituire una
notevole occasione di rilancio e
riqualificazione della pianificazione
urbanistica regionale, per avviare un
processo che sia di progettazione
territoriale, assegnando ai Comuni un
ruolo da protagonisti.
Il Piano Paesistico Regionale
suddivide il territorio in sei macroambiti
che si contraddistinguono gli uni dagli altri
per le loro caratteristiche morfologiche e
paesaggistiche. Il Comune di Senigallia
rientra nell’Ambito D1 “Senigallia e la Valle
del Misa”, individuato dal documento
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
117
preliminare di adeguamento al Piano
Paesaggistico Ambientale Regionale.
Questo ambito è compreso tra Senigallia e
Arcevia, rispettivamente ad est ed ovest. Il
Misa e la sua grande vallata costituiscono
sicuramente due elementi identitari per
l’intera area. Il paesaggio del Misa è
interessato dalla forte presenza di beni
archeologici e culturali, tanto che sono ad
oggi in corso gli scavi nell’area
archeologica situata nei pressi di Pongelli.
L’argilla ha avuto un ruolo rilevante nella
costruzione di questo paesaggio cui si
possono trovare numerose “case di terra”
e della fornace di tipo Hoffmann
restaurate. Lungo la statale Arceviese si
attestano gli insediamenti più importanti
di carattere industriale e commerciale che
danno vita a quelli che sono considerati i
centri di crinale come Serra dè Conti, Ostra
e Ostra Vetere. Percorrendo la statale si
notano inoltre due tipi di paesaggio: nel
tratto più a valle sono caratteristici i
paesaggi dominati da tratti suburbani,
mentre spostandosi più a monte i
fenomeni di congestione si diradano,
facendo emergere un paesaggio rurale
dalle grandi qualità, con versanti morbidi e
segnato dai viali alberati.
Confrontando la valle del Nevola con
quella già descritta del fiume Misa emerge
come questa sia rimasta più protetta dagli
impatti della trasformazione sancita dai
diversi Piani Regolatori Comunali, pur
essendo interessata dalle medesime
dinamiche. Alcuni tra gli insediamenti più
recenti sorgono intorno all’area produttiva
di Ostria Vetere. Come nell’area del Misa,
anche in quella del Nevola i fenomeni di
congestione si diradano progressivamente
verso l’alta collina dell’Arceviese.
Il Comune di Senigallia, all’interno
dell’ambito che corre lungo le valli del
Misa e del Nevola, costituisce la giuntura
tra il sistema urbano della costa e
l’entroterra collinare. La forte attrattività
del sistema turistico balneare ha
determinato lo sviluppo di un fronte mare
che ha subito nel corso degli anni una
trasformazione immobiliare intensiva che
ha generato un tessuto saturo. La recente
urbanizzazione ha agito rafforzando infatti
la facciata litoranea e saldando le
espansioni di Senigallia nell’entroterra con
le nuove centralità di fondovalle del Misa,
creando così ambienti il cui valore non è
purtroppo adeguato alla qualità del
contesto e innescando fenomeni di
espansione che necessitano di un buon
sistema di governo del territorio. Le
profonde trasformazioni della fascia
litoranea hanno inoltre portato alla quasi
totale distruzione della vegetazione
originaria e la scomparsa degli ambienti
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
118
umidi retrodunali, determinando inoltre
l’eliminazione dalla spiaggia delle piante
che costruiscono le dune, determinando
cambiamenti oltre che sulla perdita di
naturalità anche sul popolamento
biologico animale e vegetale.
Senigallia si circonda di un
paesaggio agrario di valore (numerose
sono le zone di protezione dei paesaggi e
degli insediamenti agricoli) che nasce sulle
colline arenacee che circondano l’intero
territorio comunale, in particolare nei
pressi di Scapezzano, arricchito da
numerose residenze di pregio dotate di
grandi parchi. Questo paesaggio agrario,
nella fascia della prima collina, negli ultimi
anni è stato fortemente compromesso, a
causa di una agricoltura intensiva e a forte
impatto ambientale, che ha ridotto la
dotazione di elementi tipici del paesaggio
collinare marchigiano, quali filari alberati e
siepi.
La città pur avendo una elevata
quantità di aree a verde presenta problemi
di carattere qualitativo, in quanto il
sistema ambientale si compone di piccoli
frammenti che difficilmente riescono a
interagire tra loro e spesso presentano
caratteri di degrado e abbandono a causa
della loro scarsa fruibilità. La direttrice
fondamentale da prendere come
riferimento per la creazione di un sistema
ambientale che abbia continuità e
coerenza è l’asse che da nord, con il Bosco
Topolino e il futuro nuovo parco della
Cesanella, arriverà fino a sud, nel quartiere
Ciarnin. Un secondo asse, trasversale al
primo, unirà invece le aree vicine al mare
con quelle dell’entroterra, assieme al
reticolo idrico formato dal Fiume Misa (il
Parco fluviale del Misa sarà investito da
una grande opera di riqualificazione in
ambito urbano, attraverso l’unione dei
giardini di via Tevere e via Volturno, con
l’implementazione delle vegetazione
ripariale).
Ad integrare queste grandi aree
verdi urbane vi sono numerose piccole
aree verdi, pubbliche e private, che seppur
di dimensioni ridotte aumentano la
permeabilità del suolo, aiutando il
raggiungimento dell’obiettivo di un
sistema del verde continuo.
L’amministrazione comunale ha deciso di
porre attenzione anche alla qualità del
paesaggio rurale, individuando alcuni temi
di rilevo, come quello dei “parchi rurali” o
dei “parchi tematici” (come ad esempio il
Parco tematico San Gaudenzio), che
entreranno a far parte, in seguito a opere
di recupero o riqualificazione, del sistema
ambientale.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
119
7.3
Il sistema infrastrutturale
L’approccio con il quale è stata
gerarchizzata la viabilità di livello locale è
la definizione di sei principali classi non
necessariamente coerenti con le
determinazioni del DL n. 285 del 30 aprile
1992 Codice della Strada ma composte
secondo una logica di prestazione
connettiva fornita dalle stesse
infrastrutture: l’autostrada A14 Bologna-
Taranto, detta anche autostrada Adriatica
è il principale asse viario longitudinale a
servizio del Comune e costituisce il
sistema delle autostrade. Tale autostrada,
grazie ai suoi 743 km di estensione, di cui
circa 170 nella Regione Marche e 15 nella
città di Senigallia, svolge la funzione di
“cerniera” tra il nord e il sud Italia, lungo il
litorale adriatico, servendo le principali
località turistiche costiere della Riviera
romagnola, delle Marche, dell’Abruzzo, del
Molise e della Puglia orientale. Gli alti
volumi di traffico, specialmente durante la
stagione estiva, hanno reso l’A14 spesso
inadeguata e soggetta a frequenti
fenomeni di rallentamento e accodamento
nelle percorrenze. Per tali motivi è stato
avviato il progetto di potenziamento
dell’Autostrada tra Rimini Nord e Porto
Sant’Elpidio, che prevede l’ampliamento
da 2 a 3 corsie più la corsia di emergenza
per uno sviluppo complessivo di 154,7 km
e la realizzazione di cinque nuovi svincoli
(tra cui lo svincolo di Marina di Monte
Marciano, posto tra Senigallia e Ancona,
inaugurato il 30 Luglio 2012), e
l’adeguamento di dieci svincoli esistenti,
tra cui il nuovo vincolo autostradale di
Senigallia, inaugurato il 21 Aprile 2011 e
dotato di tre corsie in entrata e quattro in
uscita. La nuova rotatoria sulla strada
Arceviese, con doppia corsia per senso di
marcia, ne consente il collegamento con la
viabilità locale. Rispetto al vecchio casello,
posto a contatto con la zona urbanizzata
di Borgo Molino, il nuovo si trova in
un’area a bassa densità abitativa. In data
21 luglio 2011 è stata aperta al traffico la
terza corsia nel tratto Fano-Senigallia in
direzione nord, mentre tra la fine del 2012
e i primi mesi del 2013 si prevede
l’apertura di quella in direzione sud.
Saranno infine ultimati nel 2013 i lavori di
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
120
ampliamento per la terza corsia tra
Senigallia e Ancona nord.
La Complanare, di recente
realizzazione, scorre parallela
all’autostrada ed ha come finalità quella di
bypassare il centro cittadino e diminuire
sensibilmente il traffico locale. La
costruzione della Complanare dovrebbe
permettere infatti la netta diminuzione di
traffico di attraversamento, specie quello
pesante, lungo la Strada Statale 16 (circa
dell’80%) e lungo altre importanti arterie
di Comunicazione cittadine, quali ad
esempio via D’Aquino, via Capanna, la
zona del Piano Regolatore, Viale IV
Novembre, Via Leopardi, Viale dei Pini, Via
Po, Via Cellini e la zona di Borgo Molino.
Oltre alla decongestione del traffico la
nuova infrastruttura garantirà un
collegamento funzionale tra i vari quartieri
del Comune e renderà di conseguenza più
competitivo l’intero territorio, in particolar
modo sotto il profilo economico e
turistico. Rispetto al disegno della città la
Complanare potrà dare nuova linfa ad un
disegno di Piano che dia maggiore qualità
alla città, recuperando quello che un
tempo era considerato un “retro” e che
diviene oggi un ”fronte”.
Il sistema delle strade principali è
composto dalla Strada Statale 16, dalla
circonvallazione cittadina e dalle due
strade che collegano la zona costiera con
l’entroterra: la strada provinciale 360
Arceviese e la strada provinciale 12
Corinaldese. La SS16, detta anche
“Adriatica”, sarà l’arteria che
maggiormente beneficerà della
realizzazione della Complanare, riducendo
il suo carico di traffico e diventando
sempre più una strada di scorrimento
urbana. La Corinaldese e l’Arceviese
scorrono parallele al fiume Misa, una a
nord e una a sud, mettendo in
Comunicazione la zona costiera con
l’entroterra marchigiano.
Le strade di interquartiere che
comprendono la strada del lungomare e
quelle strade che collegano due o più
infrastrutture di livello superiore. Proprio
sul lungomare il carico della viabilità in
attraversamento andrebbe ridotto, in un
ottica di rafforzamento del sistema di
accessibilità trasversale e non
longitudinale. Attualmente è proprio la
scarsa accessibilità pedonale la principale
carenza del lungomare.
Le strade che, diramandosi dalla
viabilità principale di interquartiere,
formano delle “quadre” circolari all’interno
delle quali si esauriscono i flussi di
attraversamento costituiscono la viabilità
locale; della viabilità locale fanno parte
anche tutte quelle strade che mettono in
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
121
comunicazione gli insediamenti diffusi
della valle del Misa con le arterie principali
della città.
Le strade che, a loro volta, si
distaccano dalla viabilità locale servendo
“a pennello” i singoli lotti della città
definiscono la viabilità secondaria.
Un’altra tematica fondamentale
dell’assetto infrastrutturale riguarda il
rapporto tra il lungomare e la città, che,
come già sottolineato, rappresenta una
delle criticità principali per Senigallia. La
promozione di una osmosi tra il mare e la
città che valorizzi al meglio l’accessibilità
del lungomare va coltivata attraverso un
attento studio dell’attraversamento della
linea ferroviaria costiera. Sono circa 30 i
sottopassaggi che connettono il
lungomare con la città “dietro” alla
ferrovia, disposti lungo i 14 chilometri
della costa senigalliese. La maggior parte
di questi risultano difficilmente percorribili
dai mezzi di soccorso e pericolosi in
quanto soggetti a frequenti inondamenti.
Risulta quindi chiaro quanto oggi la
ferrovia incida profondamente nelle
dinamiche di fluidità tra città del mare e
città oltre la ferrovia.
Ripensare alla ferrovia alla luce
anche di una proposta di interramento
rappresenta una opportunità per ripensare
alla riqualificazione di tutta la città.
L’interramento delle ferrovia segue però
politiche nazionali non facilmente
perseguibili (almeno non nel medio
periodo), pertanto la riprogettazione dei
collegamenti tra città e mare diventa una
operazione sostanziale, anche attraverso
uno attento studio della qualità del
sottopasso.
La dotazione di parcheggi all’interno
del Comune risulta più che sufficiente
durante i giorni feriali (circa il 40%
dell’offerta a pagamento risulta libera),
mentre nei giorni festivi i parcheggi sono
pressoché pienamente utilizzati. Ciò
implica che non ci sia una sostanziale
carenza di parcheggi in quanto i fenomeni
feriali, soprattutto durante la stagione
estiva, costituiscono dei picchi di domanda
a cui difficilmente si può rispondere (se
non con soluzioni temporanee).
Il sistema del trasporto pubblico
locale presenta invece maggiori criticità :
le linee di bus esistenti che percorrono la
tratta da Cesano a Marzocca si
sovrappongono alla linea intercomunale
Fano-Ancona. Le uniche altre due linee
sono quelle che percorrono gli assi della
Corinaldese e dell’Arceviese.
Recentemente è stato avviato il
progetto del trasporto pubblico a
chiamata, che prevede il trasporto tramite
pullman da 27 posti disponibili che non
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
122
lavora su una linea fissa ma programma gli
spostamenti sulla base dell’effettiva
richiesta degli utenti. Dopo un periodo di
prova tale nuovo sistema ha riscosso
grande successo ed è stato accolta in
maniera entusiastica dai cittadini.
Il territorio senigalliese è servito
dalla linea Bologna-Bari, che assicura i
collegamenti con tutta la rete del Nord
d’Italia e con le regioni costiere adriatiche
centro-meridionali. Sono presenti due
stazioni, la prima a Senigallia Centro e la
seconda nella frazione di Marzocca a sud
del Comune. La ferrovia scorre parallela
alla costa lungo tutto il Comune, tra la
Strada Statale 16 e il lungomare,
imponendosi come sistema escludente e
dirompente all’interno di Senigallia (come
del resto per buona parte dei Comuni
adriatici attraversati dalla ferrovia
Bologna-Bari). La linea ferrata infatti, sin
dalla sua costruzione a cavallo tra ‘800 e
‘900, ha inciso profondamente nelle
dinamiche di fluidità tra città del mare e
città oltre la ferrovia. La sua dislocazione
lungo la costa, inoltre, lascia il territorio
dell’entroterra completamente non
coperto da infrastrutture ferroviarie.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
123
7.4
I costi della città pubblica
Per poter capire quali sono i fattori
che danno vita a un bilancio comunale, e
di conseguenza capire quali sono gli
effettivi costi sostenuti
dall’Amministrazione comunale per poter
offrire una vasta ed adeguata dotazione di
servizi rivolti al cittadino, bisogna
effettuare alcune necessarie premesse.
Innanzitutto, per parlare di bilancio,
è essenziale effettuare un confronto tra le
entrate e le uscite, quindi le spese. Bisogna
anche capire quali sono, concretamente,
quelle che vengono considerate entrate e
che, generalmente, consistono in quelle
derivanti dalla riscossione di tributi
(tributarie) e prestiti, da trasferimenti dello
Sato delle Regioni e di altri Enti, insieme
ad altre di diversa provenienza.
Le uscite vengono invece
generalmente divise in spese correnti43 (o
di funzionamento), che costituiscono la
parte più cospicua di spesa pubblica,
spese in conto capitale 44 (o di
investimento), per rimborso prestiti o per
conto terzi.
Come si può osservare dal grafico
20, le spese più consistenti effettuate
dell’Amministrazione Comunale, sono
quelle rivolte alla dotazione di servizi per i
cittadini (spese correnti e in conto
capitale). Nello specifico, a partire
dall’anno 2006, emerge un generale
aumento delle uscite, fino ad arrivare ad
un picco positivo intorno all’anno 2010. È
importante notare, come nell’anno 2011,
nonostante la grave crisi economica che
ha colpito anche, forse soprattutto, le
realtà comunali, l’intenzione
dell’Amministrazione senigalliese sia
comunque quella di mantenere uno
standard, qualitativo e quantitativo
generalmente alto per la dotazione delle
attrezzature pubbliche e di uso pubblico.
43 Dette anche di funzionamento, costituiscono l'insieme della spesa pubblica necessaria all'ordinaria conduzione della struttura statale. 44 Dette anche di investimento, sono quelle spese con le quali lo Stato mira a svolgere una politica attiva nell'ambito economico nazionale. Le spese in conto capitale comprendono sia le spese per investimenti, sia le spese per l'acquisizione di partecipazioni, azioni, per conferimenti e per concessioni di crediti per finalità produttive.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
124
Un dato che ha evidentemente
subito un fortissimo cambiamento negli
ultimi anni è quello che si riferisce alle
spese per il rimborso dei prestiti, indice
del fatto che il Comune si sta lentamente
liberando dai debiti accumulati, dato
indubbiamente positivo, in quanto si
presuppone un reinvestimento dei capitali
in altre uscite, volte con probabilità
all’incremento dei servizi al cittadino. Sono
solo tre gli anni in cui il bilancio comunale
risulta negativo, e in due di queste
occasioni
Più generalmente, come si nota dal
grafico 21, nel corso del decennio che va
dall’anno 2002 all’anno 2010, sono solo tre
gli anni in cui il bilancio comunale risulta
negativo, e in due di queste occasioni si
avvicina al pareggio (nello specifico negli
anni 2003 e 2007).
In conclusione, si può dire che
l’Amministrazione Comunale, sta cercando
di far fronte alle grandissime esigenze dei
cittadini, nonostante la crisi che ha
inevitabilmente portato a una netta
diminuzione delle entrate totali, che dal
2002 al 2011 si sono praticamente
dimezzate, passando da circa 128.000.000
di € nel 2002 a 65.000.000 nel 2011.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
125
Grafico 20 Andamento delle uscite totali del Comune di Senigallia dal 2002 al 2010
Grafico 21 Bilancio complessivo del Comune di Senigallia dal 2002 al 2010
0
10.000.000
20.000.000
30.000.000
40.000.000
50.000.000
60.000.000
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
spese correnti spese in conto capitale
rimborso prestiti conto terzi
-1.500.000
-1.000.000
-500.000
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
126
8.1
Riferimenti bibliografici
Libri,Pubblicazioni e scritti elettronici
[1] ISTAT (2010), "Sesto censimento
generale dell'agricoltura 2010.
Caratteristiche strutturali delle aziende
agricole 24/10/2010” ISTAT in
censimentoagricoltura.istat.it
http://censimentoagricoltura.istat.it/in
dex.php?id=73
[2] ISTAT (2010), "Sesto censimento
generale dell'agricoltura. Primi dati
definitivi. Dati marche, confronti con
Italia e Centro e confronti con il
censimento 2000" Sistemi informativi
Statistici e di Controllo di gestione,
Regione Marche in
censimentoagricoltura.istat.it
http://censimentoagricoltura.istat.it/in
dex.php?id=29
[3] ISTAT (2001), "Quinto censimento
generale dell'agricoltura 2000.
Caratteristiche strutturali delle aziende
agricole ", ISTAT in censagr.istat.it
http://censagr.istat.it/dati.htm
[4] CGIL Marche, IRES Marche
(elaborazione dati ISTAT aprile
2012),"Le forze di lavoro delle
Marche".
[5] Ufficio statistica e studi della Camera
di Commercio Ancona (2012), "I
numeri dell'economia", supplemento
del periodico Qui Economia, Camera
di Commercio di Ancona.
[6] Sistema Informativo Statistico delle
Regione Marche (2012), "Le Marche in
cifre", Regione Marche.
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stato dell’ambiente", Edizioni Quattro
venti, Senigallia.
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(2011), "Rapporto sulla popolazione.
L'Italia a 150 anni dall'Unità", Bologna,
Il Mulino.
[9] Mariotti A. (a cura di) (2012),
“Senigallia, museo diffuso”, Comune
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[10] Comune di Senigallia (a cura di)
(2012), La nevicata del 2012
“Senigallia” n. 1.
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
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[11] Comune di Senigallia (a cura di)
(2012), Scene d’estate “Senigallia” n.
2.
[12] Comune di Senigallia (a cura di)
(2012), Oltre la crisi “Senigallia” n. 3.
[13] Assessorato alla Tutela e Risanamento
Ambientale, Servizio Ambiente e
Paesaggio della Regione Marche (a
cura di) (2009), Ambiente e Consumo
di Suolo nelle Aree Urbane Funzionali
delle Marche. Informazioni inedite e
temi per un nuovo governo del
territorio. Atlante n. 1 sul consumo di
suolo nelle Marche 1954-2007,
Falconara Marittima.
[14] Assessorato alla Tutela e Risanamento
Ambientale, Servizio Ambiente e
Paesaggio della Regione Marche (a
cura di) (2012), Ambiente e Consumo
di Suolo nella Regione Marche.
Informazioni inedite e temi per un
nuovo governo del territorio. Atlante
n. 2 sul consumo di suolo nelle
Marche 1954-2011, Falconara
Marittima.
[15] Arcidiacono A., Di Simine D., Oliva F.,
Pareglio S., Salata S. (a cura di) (2010),
Rapporto 2010 sul consumo di suolo,
INU Edizioni, Roma.
Tesi consultate
[16] Capitanelli A., tesi di laurea AA
2011/2012, Progetto europeo city_sec.
La pianificazione energetica del
comune di Senigallia:
implementazione del software
Ecoregion per la contabilizzazione dei
consumi e delle emissioni di co2 e
stesura del SEAP (sustainable energy
action plan).
[17] Scocco L., tesi di laurea "Agricoltura e
ruralità nello sviluppo economico
delle Marche. Evoluzione storica ed
evidenze empiriche", Collana tesi
online (Studi e ricerche di economia e
di politica agraria).
[18] Malucci N., tesi di laurea AA
2002/2003,"Senigallia: la città degli
stranieri".
Leggi e Piani Urbanistici
[19] Legge regionale 23 novembre 2011, n.
22 “Norme in materia di
riqualificazione urbana sostenibile e
assetto idrogeologico e modifiche alle
Leggi regionali 5 agosto 1992, n. 34
"Norme in materia urbanistica,
paesaggistica e di assetto del
territorio" e 8 ottobre 2009, n.22
"Interventi della regione per il riavvio
delle attività edilizie al fine di
fronteggiare la crisi economica,
Relazione urbanistica per il Report‐BOZZA \\ lunedì 6 maggio 2013
128
difendere l'occupazione migliorare la
sicurezza degli edifici e promuovere
tecniche di edilizia sostenibile".
[20] Piano urgente di emergenza per la
salvaguardia della incolumità della
popolazione ricadente nelle aree a
rischio idrogeologico molto elevato,
convertito con modificazione nella L.
n. 365 dell’11 dicembre 2000.
[21] Piano per l’assetto idrogeologico PAI,
approvato con Deliberazione di
Consiglio Regionale n. 116 del 21
gennaio 2004 e pubblicato sul
Supplemento n. 5 al BUR Marche n. 15
del 13 dicembre 2004.
[22] Piano regolatore generale del
Comune di Senigallia – approvato con
delibera del Consiglio Provinciale n.
123 del 29 Luglio 1997.
[23] Variante di tutela e valorizzazione
della fascia litoranea – Approvata con
delibera del Consiglio Comunale n. 24
del 25 febbraio 2005.
[24] Variante al PRG per la trasparenza e la
riduzione del consumo di suolo –
Approvata con delibera del Consiglio
Comunale n. 20 del 28 febbraio 2012.
[25] Piano Strutturale del Verde –
Approvato con delibera del Consiglio
Comunale n. 4 del 13 gennaio 2010.
[26] Paino del traffico urbano – Approvato
con delibera del Consiglio Comunale
n. 292 del 29 dicembre 2009.
[27] Piano Energetico Ambientale
Comunale (PEAC) – Approvato con
delibera del Consiglio Comunale n. 86
del 1 ottobre 2009.
[28] Piano Paesaggistico Regionale della
Regione Marche, documento
preliminare per l’adeguamento del
piano paesistico ambientale regionale
al codice del paesaggio e alla
convenzione europea approvato dalla
Giunta Regionale con delibera n. 140
del 1 febbraio 2010.
Siti consultati
[1] www.comune.senigallia.an.it
[2] www.regione.marche.it
[3] rischiosismico.regione.marche.it
[4] www.istat.it/it/
[5] protezionecivile.regione.marche.it/
[6] zonesismiche.mi.ingv.it
[7] www.provincia.ancona.it
[8] www.an.camcom.gov.it/
[9] www.autoritabacino.marche.it
[10] www.consiglio.marche.it
[11] www.consiglio.marche.it/banche_dati_
e_documentazione/leggirm/leggi/visu
alizza/vig/1699
top related