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Comune di Noventa di Piave PIANO STRATEGICO COMUNALE Q1 Quaderno di Innesco Maggio 2018 «Il piano strategico è in primo luogo un atto di fiducia in sé stessi ed esprime la volontà di fare conto sulle risorse e sulle capacità innovative della società locale»

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Comune di Noventa di Piave PIANO STRATEGICO COMUNALE

Q1 Quaderno di Innesco Maggio 2018

«Il piano strategico è in primo luogo un atto di fiducia in sé stessi ed esprime la volontà di fare conto sulle risorse e sulle capacità innovative della società locale»

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QUADERNO DI INNESCO

PREMESSA ...................................................................................... 3

1. COS’È UN PIANO STRATEGICO ..................................................... 4

2. LE PAROLE PER NOVENTA DI PIAVE ............................................. 7

3. LE FASI DEL PIANO ................................................................... 10

Fase di ascolto ....................................................................... 10

Fase di Conoscenza ................................................................ 11

Fase Valutativa ...................................................................... 12

Fase statutaria ....................................................................... 12

Fase strategica e progettuale ................................................ 13

4. ASSI DI PROGETTO .................................................................... 14

Porta della costa .................................................................... 15

Soglia metropolitana .............................................................. 16

Luoghi e memoria come beni comuni competitivi .................. 18

Stanza delle esperienze e vetrina delle eccellenze ................ 19

L’infrastruttura verde come trama ecosistemica .................. 20

5. SOGGETTI COINVOLTI ............................................................... 21

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QUADERNO DI INNESCO

PREMESSA

L'obiettivo della pianificazione strategica è quello di superare i limiti della pianificazione tradizionale e l’esclusività della dimensione urbanistica e di dotarsi di strumenti flessibili ed innovativi mediante una visione condivisa di sviluppo del territorio.

Confrontarsi con una dimensione di area vasta ed attivare un

tavolo permanente di dialogo degli interlocutori del territorio,

tutti aspetti di un nuovo modello di governance in grado di

rilanciare e riposizionare le città, anche nei confronti del

contesto europeo.

L'esigenza di un nuovo ruolo di governo e di regolazione

territoriale, porta le amministrazioni pubbliche ad affermarsi

come soggetti chiamati a promuovere lo sviluppo economico e

sociale del territorio ed a svolgere un ruolo di regia nel

garantire la costruzione di una visione condivisa e la

realizzazione di un percorso che tenga conto dell’interesse

generale della comunità locale.

Lo strumento utilizzato è rappresentato dal Piano Strategico,

modalità di attuazione delle nuove politiche di sviluppo locale

in linea con il superamento di una visione gerarchica del

rapporto tra ente locale e collettività

In questo senso il tema delle relazioni assume centralità nella

visione strategica del Comune che si pone l’obiettivo di

valorizzarne il rapporto e la reciprocità. Un percorso di

incremento del valore aggiunto derivato dal rafforzamento

delle relazioni che non diviene semplice sommatoria

dell’integrazione tra esse, ma ne accresce esponenzialmente il

valore.

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COS’È UN PIANO STRATEGICO

La pianificazione strategica non è uno strumento aggiuntivo di pianificazione territoriale o di programmazione economica, ma si pone piuttosto quale quadro di orientamento all’interno del quale verificare la coerenza, l’efficacia, l’attualità e la compatibilità degli strumenti di pianificazione e programmazione esistenti.

La finalità generale del piano strategico è di sviluppare una

rappresentazione di lungo periodo del territorio, attraverso

l’individuazione e la definizione del suo possibile

posizionamento internazionale con l’attivazione di obiettivi

strategici condivisi.

A fronte della crescente complessità del governo territoriale,

conseguente alla articolazione del contesto generale e alla

quantità e frammentazione degli attori, pubblici e privati,

presenti sulla scena del processo decisionale, il metodo della

pianificazione strategica è il modello di riferimento per una

nuova governance territoriale.

In quest’ottica l’obiettivo che si deve dare il piano strategico è

di un piano di sviluppo territoriale che sia in grado di attrarre

nuovi investimenti, nuovi insediamenti culturali, turistici e

produttivi.

Il percorso per la redazione del piano strategico intreccia

l’inquadramento delle dinamiche evolutive del territorio, il

racconto delle sue risorse, per riconoscere l’identità locale,

conducendo a soluzioni che concorrano a incrementare

l’efficienza del sistema, coinvolgendo l’esperienza degli attori

locali in modo partecipato e condiviso rispetto le opzioni su cui

fondare gli obiettivi e le strategie.

Avviare un processo strategico di intenti e obiettivi, mirato alla

promozione delle risorse materiali del territorio quali ad

esempio gli spazi pubblici, la rete di relazioni (ciclabili, pedonali,

ecc.), il patrimonio culturale, i servizi, ma anche quelle

intangibili quali lo spirito locale, il ruolo nel contesto

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QUADERNO DI INNESCO

metropolitano, la professionalità e la competenza presenti

nella forza lavoro.

Il “prodotto” del Piano Strategico non è allora soltanto il bene

collettivo materiale rappresentato da un ricco “parco

progetti”, ma anche e soprattutto quello immateriale della

costruzione collettiva di conoscenza, della sua condivisione,

della volontà di attivare, alimentare e rafforzare le reti del

capitale sociale di cui si percepiva ad un tempo la ricchezza dei

nodi e la debolezza delle connessioni.

La pianificazione strategica non è quindi uno strumento

aggiuntivo di pianificazione territoriale o di programmazione

economica, ma si pone piuttosto quale quadro di orientamento

all’interno del quale verificare la coerenza, l’efficacia, l’attualità

e la compatibilità degli strumenti di pianificazione e

programmazione esistenti.

In particolare, va sottolineato come il rapporto con la

pianificazione urbanistica non sia né di interferenza né di

duplicazione; la strumentazione urbanistica è destinata a

conformare l’uso dei suoli a norme vincolanti legate ad un

disegno della Città, ma inevitabilmente limitate agli obiettivi di

legge.

Il Piano Strategico testimonia invece l’evoluzione che la

strumentazione programmatoria ha subito in questi anni verso

piani che collegano il tradizionale “governo del territorio” ad

intenti sociali, ambientali e di creazione di partnership

pubblico-privato, anche nella fase di individuazione degli

obiettivi.

Il Piano Strategico è un documento programmatico che

disegna le tappe di sviluppo della città e del suo territorio nel

tempo lungo, realizzato attraverso un metodo e un processo –

la pianificazione strategica – finalizzati ad aggregare e

coinvolgere tutta la comunità locale in una riflessione sul

proprio futuro e sulle azioni e i progetti per realizzarlo.

L’obiettivo principale è quello di costruire in modo condiviso il

futuro della città, attraendo investimenti economici, sociali,

umani, culturali per migliorare la qualità dei luoghi, della vita,

del benessere dei suoi cittadini. A tal fine il metodo della

pianificazione strategica è orientato ad agevolare la

comprensione, il dialogo e la ricerca di soluzioni tramite la

continua interazione fra gli attori della città, favorendo e

facilitando la creazione di pratiche partecipative strutturate –

seminari, tavoli di lavoro, progetti – nella gestione del

territorio. La dimensione partecipativa non è, dunque, soltanto

funzionale ad una domanda di democrazia e di trasparenza, ma

anche a rafforzare l’aggregazione fra gli attori e con essa la

coesione fra le varie istanze.

L’attività di pianificazione strategica si fonda sulla

partecipazione allargata a tutte le istanze locali, pubbliche e

private, e ai singoli cittadini. L’obiettivo di un coinvolgimento il

più ampio e qualificato possibile è una diretta conseguenza del

CHE COS'È UN PIANO STRATEGICO

QUAL È L'OBIETTIVO

CHI PARTECIPA

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nuovo ruolo delle città, come attori collettivi nella guida e

direzione del governo del territorio: esso richiede infatti

l’aggregazione di tutte le forze e le istanze territoriali per poter

rispondere in modo rapido, efficiente ed efficace, alle nuove

necessità. In questa prospettiva, la città non può più essere

considerata semplicemente come luogo fisico.

Essa è anche e soprattutto una comunità collettiva, ricca di

saperi e competenze, diffusi tra i vari attori: dalle istituzioni

pubbliche alle organizzazioni private, dalle associazioni fino ai

singoli cittadini. Promuovendo la partecipazione attiva di tutta

la comunità, il processo di pianificazione strategica, intende

attivare questa intelligenza diffusa quale elemento

fondamentale nella riflessione sul futuro della città. In questo

processo creativo, ciascun soggetto portatore di propri

interessi contribuisce a creare una visione di sviluppo della

comunità locale e a ridefinirne l’identità.

L’adozione dello strumento del Piano Strategico comporta una

progettazione di lungo periodo: è necessario che il territorio

comprenda cosa vuole diventare e dove vuole arrivare, per

poter costruire poi i singoli progetti in modo organico e

coordinato. Ciò non significa realizzare un piano statico e rigido.

Si tratta piuttosto di un processo in continua evoluzione, dove

la pianificazione di lungo raggio consente di far muovere

singole azioni e obiettivi con la necessaria flessibilità, e quindi

di rispondere anche a necessità più contingenti. Individuare

questo stato futuro desiderabile è il primo passo; quelli

successivi – ossia i singoli progetti e le singole azioni – dovranno

collocarsi correttamente in questa visione più ampia.

Le reti di relazioni economiche, politiche e sociali che insistono

su una città non sono confinate all’interno dello spazio

amministrativo della comunità locale, ma si estendono

necessariamente su un’area più ampia. La costruzione di un

piano di sviluppo, proiettato su uno spazio-temporale almeno

ventennale, non può prescindere da queste logiche. Il Piano

Strategico, dunque, non potrà riferirsi ai soli confini

amministrativi della Città di Noventa di Piave, ma dovrà

considerare un ambito territoriale più vasto, che comprende i

Comuni limitrofi fino a raggiungere l’estensione metropolitana.

PERCHÉ IL LUNGO PERIODO

QUALE TERRITORIO

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QUADERNO DI INNESCO

LE PAROLE PER NOVENTA DI PIAVE

Per rendere competitivo un territorio, nel rispetto delle sue caratteristiche peculiari, bisogna anzitutto convenire su una “visione comune”, ovvero su un diffuso senso di interesse e compartecipazione nella costruzione di un futuro comune e credibile, attraverso il riconoscimento e la promozione dei suoi punti di forza. Lo strumento di pianificazione, per essere veramente efficace per la crescita di un territorio, deve entrare nell’immaginario e nelle aspettative di ciascuno attraverso un processo interattivo che veda coinvolte le amministrazioni, le forze sociali, economiche, culturali. Le parole che seguono esprimono i principi, le discipline ed i modi comportamentali che l’amministrazione intende assumere quali riferimenti e strumenti per la redazione del piano strategico. Nel loro insieme delineano già un progetto di territorio ed una prima Vision per Noventa di Piave.

La città non può più essere considerata semplicemente come

luogo fisico. Essa è anche e soprattutto una comunità, ricca di

saperi e competenze diffusi tra i vari attori: dalle istituzioni

pubbliche alle organizzazioni private, dalle associazioni fino ai

singoli cittadini. La Comunità locale deve essere assunta come

baricentro per un nuovo progetto di città, sorretto da un piano

che metta in campo, per quanto di competenza, azioni mirate

al miglioramento della coesione sociale e senso di

appartenenza, alla tutela e valorizzazione dei luoghi identitari e

simbolici, degli spazi della memoria, dei luoghi di

socializzazione, della città pubblica intesa come bene comune,

dei servizi come fattore di qualità ed attrattività.

COMUNITÀ

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Chi usa la città, perché, quando e come. L’interpretazione del

sistema urbano attraverso i city users, intesi nella loro doppia

accezione di fruitori ed abitanti, permette di leggere il

funzionamento della città ed il grado performance di servizi ed

infrastrutture.

Il tema dei servizi è affrontato partendo proprio dal sistema

delle relazioni fisiche e funzionali che ne consentono una

lettura unitaria ed integrata, ovvero in termini di “Città

pubblica”, la quale prende forma come integrazione di quattro

grandi reti e relativi nodi: i servizi pubblici, le infrastrutture

grigie per la mobilità veloce, le infrastrutture per la mobilità

lenta, il sistema del verde urbano.

Sono le risorse collettive materiali ed immateriali di un

territorio, in grado di generare attrattività ed “economia”. I

servizi pubblici particolarmente performanti ed attrattivi, i

caratteri del paesaggio, la memoria, l’identità, simboli e miti.

Piazze e spazi pubblici, denominate scene urbane sono i fulcri

figurativi ed identitari della città storica, ognuno caratterizzato

da un edificio che per carattere, dimensione o funzione domina

e struttura la scena e quinte edilizie che la delimitano

scenograficamente. Il centro di Noventa come cuore del

sistema urbano si ridimensiona e riorganizza in modo organico

ed unitario attraverso la definizione della sua forma, la

rigenerazione dei suoi margini, la creazione di nuove polarità, il

rafforzamento funzionale e figurativo del paesaggio urbano:

scene, quinte, assi e relazioni.

Relazionare iniziativa privata e bene comune assumendo il

principio della reciprocità. Non più una città che cresce e si

sviluppa per parti autoreferenziali, ma trasformazioni

reinterpretate e riviste con riferimento al complesso di

relazioni che tengono assieme architetture, luoghi e persone.

Relazioni con la storia, con il racconto ed identità, con la città

pubblica, con la comunità locale, con i city user. L’investimento

privato che contribuisce contestualmente al miglioramento

della città pubblica intesa nella sua più ampia accezione: servizi,

mobilità, luoghi pubblici, sistema del verde, ripristinando in

questo modo il circolo virtuoso che unisce: valore immobiliare,

qualità, bellezza, efficienza dei servizi, funzionamento ed

attrattività della città

Una città in evoluzione non può essere compresa osservandola

per parti ed assumendo come riferimento i soli aspetti materiali

e quantitativi. Il suo evolversi ed il suo funzionamento dipende

prima di tutto dalle relazioni che danno forma e sostanza

funzionale alle diverse reti territoriali: � Relazioni Infrastrutturali, intese in termini di viabilità,

ciclabilità, nautica, rete ecologica;

� Relazioni sociali; tra le componenti territoriali/comunità

locale/City User;

� Relazioni paesaggistiche, storia, identità, cultura, visualità,

percezioni, simboli e permanenze.

CITY USER

CITTÀ PUBBLICA

BENI COMUNI COMPETITIVI

SCENA URBANA

RECIPROCITÀ

RETI E RELAZIONI

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QUADERNO DI INNESCO

Capacità di un territorio di reagire ai fenomeni perturbativi

attivando strategie di risposta e adattamento, ripristinando i

meccanismi di funzionamento ambientale e riconoscendo nella

tutela del suolo e degli ecosistemi che lo caratterizzano la

principale politica per contenere e resistere agli effetti del

mutamento climatici; favorendo l’utilizzo responsabile delle

risorse, riducendo le emissioni, l’inquinamento, incentivando la

rigenerazione urbana, il recupero delle aree degradate e

dismesse, promuovendo il risparmio energetico e l’utilizzo di

energie rinnovabili. Se il concetto di sviluppo sostenibile punta

a uno sviluppo che possa almeno in parte evitare i cambiamenti

e le loro conseguenze negative sull’uomo e sull’ambiente,

quello di resilienza si propone invece di arrivare a una

condizione nella quale si riesca a confrontarsi e a superare tali

cambiamenti senza venirne completamente travolti. Significa

riconoscere che Il sistema ha la possibilità quindi di evolvere in

stati multipli, diversi da quello precedente al disturbo,

garantendo il funzionamento.

Il piano introduce i servizi eco sistemici quale disciplina in grado

di riorganizzare le relazioni tra uomo e ambiente in termini di

reciprocità assicurando in questo modo al sistema urbano il

requisito fondamentale della resilienza. I Servizi Eco sistemici

(SE) sono: a) i benefici materiali e immateriali, forniti “spontaneamente”

alla collettività dal suolo e dagli ecosistemi che lo

caratterizzano;

b) Stimabili economicamente poiché forniscono agli abitanti di

un territorio, servizi insostituibili.

Una rete di aree naturali e semi-naturali progettata in modo da

fornire un ampio spettro di servizi ecosistemi ci ed integrata

con il sistema urbano. Corridoi ecologici, buffer zone, stepping

stones, parchi delle ville, sistema del verde e dei servizi pubblici

per il tempo libero e attività sportive integrandosi tra loro

assumono la forma ed il ruolo di corridoi di continuità

ambientale esprimendo le loro potenzialità in termini di

fornitura di servizi. Integrare nella pianificazione e nelle

politiche di sviluppo le infrastrutture verdi significa assumere il

tema della resilienza e della valorizzazione del sistema

ambientale e del sistema dei servizi pubblici come l’elemento

innovatore del futuro assetto territoriale in grado di assicurare

l’obiettivo centrale della qualità urbana.

Il Paesaggio inteso come rete e sistema di relazioni storiche,

percettive, funzionali e simboliche, trama delle identità,

elemento di caratterizzazione locale, fattore di attrattività,

carta da giocare sul tavolo della competitività territoriale di

scala metropolitana. L’impianto morfogenetico che riemerge e

si riappropria di ruolo e significato: itinerari ciclabili, coni visuali,

contesti figurativi, emergenze monumentali e storico

testimoniali, ambiti di pertinenza paesaggistica siano essi spazi

aperti o aree consolidate da rigenerare.

RESILIENZA

SERVIZI ECOSISTEMICI

INFRASTRUTTURA VERDE

TRAMA IDENTITARIA

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LE FASI DEL PIANO

La proposta di lavoro si compone di una serie di fasi che accompagnano la costruzione della visione strategica. Fasi consequenziali, organizzate secondo uno schema matriciale che ne arricchisce progressivamente i contenuti e permette di leggere gli elementi di processo del percorso.

Si parte dalla prima fase ove sono definiti gli assi progettuali, ovvero i macro-obiettivi del piano, per arrivare alla definizione delle azioni puntuali che ne consentano l’attuazione, passando attraverso la definizione per ciascun asse di progetto: dello scenario, degli obiettivi, strategie.

Ad ogni fase corrisponde la redazione di uno specifico

documento funzionale allo sviluppo delle attività previste nella

fase, o di sintesi dei dati e degli elementi emersi da utilizzare

come base di partenza per l’avvio della fase successiva.

1. FASE DI ASCOLTO Il percorso di pianificazione strategica inizia con un primo

studio del territorio condotto attraverso:

a) l’analisi di documenti sul territorio di Noventa, quelli di

programmazione territoriale e dei vari progetti attivati sul

territorio nei diversi settori;

b) incontri e tavoli tecnici con gli attori locali rappresentanti dei

vari settori della comunità.

Questo primo esame del contesto territoriale accompagnato

dall’ascolto dei punti di vista degli stakeholder consente di

tracciare una prima “fotografia” del territorio. I dati e i

documenti permettono di contestualizzare la situazione di

Noventa in una dimensione più ampia di quella locale.

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QUADERNO DI INNESCO

Attraverso i primi incontri con agli attori locali si potrà

osservare la percezione che ciascun attore ha del proprio

territorio. Le modalità di questa attività sono concordate con

l’amministrazione organizzando tavoli di confronto per

categorie di attori, selezionando il numero e i soggetti coinvolti

in base alle esigenze specifiche dei temi trattati. A supporto di

tale attività è stato redatto il presente documento denominato

“Quaderno di Innesco” dal quale sulla base delle percezioni

emerse dai tavoli tecnici emergono gli assi di progetto sui quali

si concentrerà il piano.

2. FASE DI CONOSCENZA La prima fase del lavoro prevede una rilettura dei dati puntuali

e settoriali con una logica sistemica. Le informazioni di base del

quadro conoscitivo riferite ad ogni sistema territoriale sono

rilette ricorrendo a diverse discipline in grado di restituire

sinteticamente la complessa lettura relazionale e funzionale del

territorio. L’obiettivo è poter disporre per ogni sistema

territoriale di una specifica “interpretazione di sintesi” a

supporto della successiva fase partecipativa dei “tavoli tecnici”.

Gli esiti documentali e grafici di queste prime elaborazioni

funzionali al lavoro dei Tavoli partecipativi riportati nella tabella

seguente, sono raccolti in un primo quaderno tecnico

denominato “Codice del territorio”, che costituisce l’elaborato

di chiusura della prima fase del lavoro e getta le basi per le

successive elaborazioni.

La disciplina dei Servizi ecosistemici è introdotta al fine di poter

disporre di una mappatura del valore dei suoli dal punto di vista

della fornitura di servizi e restituire una prima indicazione della

struttura e consistenza qualitativa dell’infrastruttura verde

locale. Verranno prodotte quindi due cartografie la prima

contenente la mappatura dei servizi ecosistemici a scala

comunale la seconda con una prima rappresentazione

dell’infrastruttura verde locale.

L’interpretazione del sistema insediativo come “Citta per gli

abitanti”. Si tratta di “indagare” la forma della citta, la sua

articolazione in morfotipi, le dinamiche demografiche, la

distribuzione della popolazione, tempi, modi e luoghi di

fruizione della città. La matrice di funzionamento urbano è lo

strumento di sintesi funzionale alla lettura della città. Una

rappresentazione infografica che restituisce: l’articolazione

dello spazio urbano sulla base delle sue forme e funzionalità,

l’intensità d’uso delle varie zone della città nelle diverse fasce

orarie e per diverse categorie di fruitori, l’attrattività ed

accessibilità dei servizi.

Gerarchie, relazioni e tempi, il punto di vista utilizzato per il

sistema infrastrutturale, inteso nella sua accezione pubblica

(viabilità, parcheggi servizi e attrezzature pubbliche). Il sistema

dei servizi come rete espressa non solo in termini quantitativi e

localizzativi, ma anche qualitativi e prestazionali: offerta,

multifunzionalità, gerarchie, relazioni, accessibilità.

SISTEMA AMBIENTALE

SISTEMA INSEDIATIVO

SISTEMA INFRASTRUTTURALE

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SISTEMA PAESAGGISTICO

SISTEMA ECONOMICO

Mettere a valore le componenti strutturali del paesaggio

all’interno di un sistema di relazioni percettive e narrative.

Il Paesaggio è inteso come rete e sistema di relazioni storiche,

percettive, funzionali e simboliche, trama delle identità,

elemento di caratterizzazione locale, fattore di attrattività,

carta da giocare sul tavolo della competitività territoriale di

scala metropolitana.

Anche per il sistema urbano la chiave di lettura si fonda su di

una interpretazione di tipo paesaggistico. Individuazione e

disciplina delle componenti strutturali della scena urbana

esistenti e/o progettazione di nuove che consentano al cuore

identitario della citta di acquistare forza, carattere e

dimensione metropolitana stabilendo relazioni strutturate con

il suo contesto paesaggistico.

Approfondire la dinamica economica del contesto. L’evoluzione

del sistema delle imprese ed aziende anche con riferimento al

settore agricolo. La lettura permette, oltre che di acquisire lo

stato del sistema, anche di individuare gli attori coinvolti nel

processo strategico urbano. Questo riconoscendo il valore di

una condivisione e partecipazione attiva che il progetto di

marketing urbano intende attivare. Per una prima

individuazione delle componenti strutturali e delle potenzialità

del settore, si utilizza la metodologia di analisi e interpretazione

territoriale propria del Banchmarking, ovvero il confronto con

altri territori ed esperienze in atto per identificare e

comprendere le best practices ed i fattori critici di successo di

altre organizzazioni, per poi adattarle in modo intelligente e

creativo alla specificità del proprio territorio e della propria

impresa, migliorandone la performance.

3. FASE VALUTATIVA Per valutazione degli scenari riferiti ai diversi sistemi territoriali

si ricorre allo strumento dell’analisi SWOT. Uno strumento

di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza, di

debolezza, le opportunità e le minacce di un progetto o in

un'impresa o in ogni altra situazione in cui un'organizzazione o

un individuo debba svolgere una decisione per il

raggiungimento di un obiettivo. L'analisi può riguardare

l'ambiente interno (analizzando punti di forza e di debolezza) o

esterno di un'organizzazione (analizzando minacce ed

opportunità).

4. FASE STATUTARIA La fase statutaria definisce le scelte strategiche condivise in

termini di principi su cui fondare gli obiettivi del lavoro. I primi

si riferiscono all’immagine che la comunità di Noventa intende

assumere, i secondi ai temi su cui intervenire per raggiungerla.

L’esito del percorso produce gli atti di indirizzo del piano e la

definizione delle risorse necessarie per attivare le azioni

finalizzate al raggiungimento degli stessi.

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QUADERNO DI INNESCO

5. FASE STRATEGICA E PROGETTUALE Il quaderno delle strategie raccoglie ed elabora gli esiti del

percorso conoscitivo e valutativo avviando la fase progettuale

ed indirizzando le azioni di progetto strategico del territorio.

Il quaderno accoglie e fissa gli obiettivi e le strategie emersi dal

percorso, individua gli attori coinvolti/coinvolgibili, definendo

le azioni necessarie e le modalità per attivare il processo di

crescita della città.

Questo in un percorso interattivo/collaborativo tra le

dimensioni civica, urbana e sociale consente di agire

efficacemente nella città in cui viviamo, generando nuove

forme dello spazio collettivo: luoghi di aggregazione e alloggi,

infrastrutture sociali e luoghi del lavoro condivisi e quindi

attivatori di un rinnovato patto di comunità che riattivi i fattori

costitutivi della vita urbana.

Tali azioni strutturate sulla base degli scenari ed obbiettivi

emersi dagli assi progettuali si riferiscono e coinvolgono diversi

ambiti disciplinari ed aspetti della governance territoriale.

Definito il quadro delle azioni, si tratterà di individuare per

ognuna una serie di progetti finalizzati alla loro attuazione e tra

questi quelli prioritari o i progetti chiave indicando i soggetti

coinvolti e le modalità di attivazione e recupero delle risorse.

1 Azioni a geometria variabile sulla disciplina attuativa

urbanistica

2 Azioni di partenariato pubblico-privato finalizzate alla

reciprocità degli investimenti privati

3 Finalizzazione verso la città pubblica di risorse

provenienti dalle ricadute degli investimenti privati e/o

attivazioni di contributi di scopo

4 Partenariato con istituzioni metropolitane culturali

5 Azioni di promozione del territorio attraverso una politica

di eventi che superi i confini locali

6

Azioni per una programmazione pluriennale progetti di

carattere culturale che utilizzando i valori della storia

locale costruisca sinergie e relazioni che consentano al

brand territoriale di Noventa di affermarsi e acquisire

valore metropolitano

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ASSI DI PROGETTO

Gli obiettivi del piano strategico declinati in 5 Assi di progetto, i quali costituiranno la traccia guida per la fase di ascolto e partecipazione:

Asse 1 «Porta della costa»

Asse 2 «Soglia Metropolitana»

Asse 3 «Luoghi e memoria come beni comuni competitivi»

Asse 4 «Stanza delle esperienze e vetrina delle eccellenze»

Asse 5 «Infrastruttura verde e Trame paesaggistiche per la Resilienza ed Appartenenza»

Gli assi di progetto rappresentano gli obiettivi strategici rispetto

ai quali saranno definite le strategie e le azioni di piano.

La scelta di selezionare assi specifici è frutto di una lettura del

territorio e delle sue funzioni che sarà successivamente

verificata nel processo di piano ma che, in questa fase,

permette di far sintesi degli elementi strategici di innesco su cui

indirizzare il lavoro di costruzione delle strategie.

Un Piano Strategico infatti non può essere un libro dei sogni né

tantomeno un mero elenco di desiderata che il più delle volte

rimangono sulla carta. Deve essere piuttosto una sintesi

condivisa delle priorità: pochi progetti ma risolutivi, sostenibili,

finanziabili e realizzabili!

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QUADERNO DI INNESCO

ASSE 1

Geometri variabili

Sistema economico

Sosta “esperenziale”

Una “stanza” delle eccellenze

PORTA DELLA COSTA

Negli ultimi venti anni le amministrazioni che hanno governato

il Comune sono sempre state particolarmente attente a

cogliere l’opportunità che la localizzazione geografica e

l’accessibilità infrastrutturale hanno messo in campo.

Ecco quindi l’opportunità di riflettere sull’organizzazione a

“geometria variabile” del piano strategico al fine di produrre

processi di governance territoriale in funzione dei grandi temi

presenti nel territorio della città metropolitana di Venezia.

Il casello di Noventa rappresenta la destinazione di transito,

ovvero il punto prescelto di “uscita” dal corridoio autostradale,

per un sistema turistico internazionale del centro ed est

Europa, proveniente dal Brennero e da Trieste/Tarvisio e

diretto ad uno dei tratti litoranei Veneti più attrattivi, quello tra

Cavallino/Jesolo e Caorle.

Ma quali le motivazioni di tale “successo”?

Comodità e funzionalità del percorso non giustificano i numeri

dei transiti, parte dei quali per le medesime motivazioni

potrebbero essere assorbiti dai caselli di Meolo o San Stino.

Vi è quindi una ulteriore domanda che va riconosciuta ed

intercettata.

Sempre più in andata o ritorno, il viaggio turistico si

accompagna a momenti commerciali di acquisto o temporanee

“soste esperienziali” in luoghi che offrano ospitalità, cucina,

eccellenze locali, amenità/singolarità paesaggistiche e/o

culturali.

Noventa di Piave a differenza delle altre “uscite” possiede

queste caratteristiche. Non solo un comodo luogo di passaggio,

ma l’unica porta che dal corridoio Europeo conduce alle più

famose spiagge adriatiche, che è anche un luogo con motivi di

visitazione e ad alto gradiente di ospitalità. Una “stanza” che

raccoglie le eccellenze della Moda(outlet), della produzione

vinicola, della gastronomia, del paesaggio.

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ASSE 2

Hub strategico di rango metropolitano e regionale

1000 Posti letto

200.000 presenze anno

Luogo di investimenti imprenditoriali

Zona industriale e magnete commerciale

Zona industriale e magnete commerciale

Cerniera tra mobilità veloce e lenta

SOGLIA METROPOLITANA

Se l’attenzione viene posta “solo” nel quadro del Sandonatese

questa realtà può essere letta come appendice di San Donà di

Piave verso l’infrastruttura autostradale.

Diversamente se si analizzano le caratteristiche

socioeconomiche di Noventa di Piave nel contesto della Città

Metropolitana si evidenziano importanti fattori che la

qualificano come hub strategico di rango metropolitano e

regionale, arricchito da un sistema di relazioni che travalicano

l’ambito nazionale fino ad una dimensione europea ed

extraeuropea.

Un segnale inequivocabile di tale posizionamento e la forte

crescita dell’offerta ricettiva che ha raggiunto circa 1000 posti

letto e 200 mila presenze anno.

Solo per comprendere questo dato basti pensare alle 200 mila

presenze di Mogliano Veneto, alle 230 mila di Treviso o quelle

dell’intera riviera del Brenta con circa 230 mila ospiti anno.

Inoltre, è rilevante segnalare che pur essendo principalmente

frutto di una diretta relazione con l’attrazione di Venezia,

questa quantità di presenze sta trovando anche altre

importanti motivazioni come quella relativa ai corsi di

formazione che vedono alcune strutture ricettive di Noventa di

Piave come basi di riferimento di area vasta, oltre

all’integrazione con l’offerta commerciale dell’outlet.

Noventa di Piave è quindi parte integrata della Città

Metropolitana, non perché vi partecipa amministrativamente,

ma in quanto lo è economicamente come luogo di investimenti

imprenditoriali.

Le relazioni producono economia e visibilità e Noventa in

questo senso è il baricentro di un ambito geografico di scala

Europea sostenuto da polarità economiche trainanti. Per

primo l’area industriale e logistica posta presso il casello

autostradale con una sufficiente distanza dal centro, poi il

grande magnete commerciale dell’outlet con un marchio

internazionale come Mc Arthur.

Il posizionamento e ruolo strategico di questo territorio

sostenuto anche da una quota significativa di investimenti

pubblici sulla città, sulle infrastrutture e sui servizi costituisce

per le attività imprenditoriali un valore immateriale e di rendita

che va riconosciuto, rimesso in gioco e riequilibrato in termini

di reciprocità tra investimento privato e città pubblica.

Noventa di Piave rappresenta una “cerniera” che collega due

corridoi infrastrutturali di rilevanza territoriale. Si tratta del

corridoio infrastrutturale veloce dell’A4 e di quello slow del

Piave. Il comune conta il vantaggio comparato di trovarsi come

sistema di relazione tra questi due archi di collegamento,

posizionamento che va sfruttato proprio in termini di

rafforzamento delle connessioni tra i due nodi (soglie) di

accesso ed il sistema territoriale: il casello autostradale e

l’accesso dal Piave al centro storico

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QUADERNO DI INNESCO

Collegare le soglia viaria e quella ciclabile

Il nodo/soglia del casello autostradale

Il nodo/soglia dal Piave

Le due soglie devono essere in grado di relazionarsi, di

dialogare, offrendo opportunità di connessione all’interno del

territorio. Si tratta di connettere due mondi distinti in modo

fisico e funzionale all’interno della fascia urbana di Noventa. Il

sistema slow e il polo del commercio hanno così occasione di

contaminarsi ed arricchirsi.

I nodi dell’infrastruttura (veloce e lenta) in questo senso

divengono destinazione attraendo la visitazione per i propri

elementi e promuovendo al contempo le occasioni di

conoscenza e rapporto tra i due sistemi attraverso il territorio

del Comune.

La soglia La concentrazione di attività in corrispondenza del

casello, deve evolvere in direzione sistemica e strutturata. Non

più sommatoria di “oggetti” e spazi ma un sistema organizzato

e relazionato con la città e con il paesaggio circostante che ne

costituisce la cornice estetica e scenografica. All’interno di tale

scenario la città pubblica gioca un ruolo fondamentale per

garantire un livello di accessibilità, infrastrutture, servizi,

qualità di rango metropolitano, ed è su questa che dovranno

convergere sinergie e reciprocità tra investimenti privati e

rinforzo della città pubblica.

L’accesso dal Piave rappresenta la porta slow di apertura alla

città, un luogo di ingresso di cui rafforzarne riconoscibilità, ruolo

e racconto. L’argine, la golena e il varco verso il centro sono un

primo nodo della porta dal Piave che deve essere riorganizzata

in funzione del riconoscimento delle relazioni con il contesto e

della promozione delle opportunità di fruizione del sistema

urbano. Le eccellenze lungo il fiume, come il ponte di barche,

in questa chiave divengono elementi di attrazione arricchendo

la promozione di esperienze uniche.

Il riconoscimento e racconto della soglia del Fiume e delle

relazioni attraverso il centro rappresentano i primi elementi su

cui indirizzare gli sforzi degli attori locali all’interno di questo

asse che riveste un ruolo particolarmente strategico in termini

di conoscenza di altre opportunità di visitazione.

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ASSE 3

Ruolo Metropolitano

Il varco sulla ‘argine del Piave

Area archeologica, centro storico, Villa Zorzi

Un sistema urbano dal centro storico all’Outlet

Connettere centro storico ed outlet

Gli “eventi” come motore.

Un parco letterario

LUOGHI E MEMORIA COME BENI COMUNI COMPETITIVI

Chi conosce la storia di questa comunità non si stupisce certo

del suo ruolo metropolitano. Noventa di Piave lo era già in

epoca veneziana e successivamente con l’attività portuale sul

Piave.

Questa comunità si è sempre dimostrata aperta alle relazioni e

attiva economicamente. Pur subendo con la grande guerra

enormi danni sociali ed economici ha saputo risollevarsi e

cogliere le nuove opportunità di sviluppo, conservando anche

una parte importante della sua genesi morfologica.

Di tutti i paesi che si sviluppano lungo il Piave Noventa, è l’unico

che lo vede, lo vive, che ha un rapporto morfogenetico col

Fiume. Infatti, il centro storico di Noventa di Piave va dal varco

dell’argine del Fiume fino a via Roma ed è in questo angolo

antico che sta prendendo forma il food-district.

Altre importanti tracce della storia locale si ritrovano nell’area

adiacente dei reperti archeologici, una ancora di più nel resto

del centro urbano fino al municipio ed in particolare nel

contesto di villa Zorzi, che oltre ad essere un brano della storia

locale è anche un luogo dell’identità veneta.

Se la storia continua, allora la contemporaneità che vede

dilatarsi il nucleo urbano fino all’outlet e alle polarità ricettive

deve assumere la caratteristica di una nuova progettualità che

dia la dimensione anche formale di Noventa di Piave come hub

metropolitano.

Quindi, guardando verso il domani si deve integrare la struttura

commerciale dell’outlet con il centro storico, non solo come

ridisegno viario ma anche come nuovo spazio di eventi

commerciali/promozionali, integrato con il food- district

attraverso percorsi di riqualificazione ed anche con una

pedonalizzazione temporanea del centro storico.

In questa logica si può lanciare lo shopping week end

prevedendo sconti aggiuntivi all’outlet per chi pernotta a

Noventa di Piave integrando l’offerta con eventi food e

iniziative in centro storico.

L’effetto metropolitano che deve connotare questa vision si

rafforza pensando a Villa Zorzi come la sede di un centro di

documentazione, ricerca e formazione della poesia veneta che

si integri con la Biennale di Venezia per rafforzare attraverso la

cultura l’idea di città Metropolitana.

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QUADERNO DI INNESCO

ASSE 4

oda, Vino, Gastronomia, Paesaggio, Cultura

L’Outlet

Gli spazi agricoli attorno al casello

La zona Industriale e le eccellenze produttive

La ristorazione in centro

Luoghi letterari e della cultura

STANZA DELLE ESPERIENZE E VETRINA DELLE ECCELLENZE

Moda, Vino, Gastronomia, Paesaggio, Cultura, le eccellenze del

“made in Italy” trovano in Noventa di Piave un luogo di

produzione/promozione/commercializzazione arricchito da

una visibilità di scala Europea. Si tratta di cogliere, valorizzare e

mettere a sistema l’opportunità che la localizzazione geografica

e l’accessibilità infrastrutturale hanno messo in campo.

L’Outlet con numero di presenze pari solo alle grandi

attrattività monumentali metropolitane (Basilica/Campanile di

San Marco, Villa Pisani, etc.)

La riorganizzazione in termini imprenditoriali degli spazi agricoli

attorno al casello destinati ad una produzione vinicola di

eccellenza con punti vendita e degustazione strategicamente

collocati in prossimità delle infrastrutture

Una Zona industriale che in funzione dell’apertura del territorio

alla fruizione può a sua volta offrire occasioni di integrazione

tra la funzione produttiva e l’offerta di servizi (attingendo ad

esempio da esperienze delle Aree Produttive Ecologicamente

Attrezzate – APEA). In questo disegno le eccellenze produttive

insediate anno occasione di rafforzare relazioni virtuose con il

territorio in termini di ottimizzazione della logistica, dei servizi

e di promozione delle produzioni.

Un centro cittadino che recentemente si è arricchito di

un’offerta di ristorazione di ottimo livello che oltre a location

esterne al centro (di cui alcune storiche) vede proprio nel

“centro storico” una nuova destinazione di food-district,

particolarmente integrata con le attività

commerciali/industriali e quelle ricettive.

Il tema della Cultura trova nelle relazioni tra i suoi elementi

distintivi, l’occasione per la loro riconoscibilità e promozione.

Relazioni locali tra beni archeologici, artistici e della cultura

letteraria, ma anche di sistema, dialogando e stringendo

rapporti con i circuiti di promozione culturale. Ad esempio, si

propone di veicolare l’importanza letteraria di Giacomo

Noventa all’interno del sistema dei parchi letterari, integrando

quindi i luoghi della cultura e del paesaggio di Noventa con le

sue poesie.

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ASSE 5

Qualità Ambientale e competitività territoriale

Dalla sostenibilità alla resilienza

Ripensare il territorio dentro una logica sistemica

Le infrastrutture verdi

Rete multifunzionale

Rete in grado di fornire servizi ecosistemici

Rete dei suoli di maggior valore ambientale

L’INFRASTRUTTURA VERDE COME TRAMA ECOSISTEMICA ED IDENTITARIA

Si stanno diffondendo modelli di sviluppo volti a rappresentare

la competitività territoriale non soltanto attraverso

l’incremento del potere di acquisto dei cittadini o del reddito

prodotto, ma anche attraverso aspetti di natura sociale e

ambientale che contribuiscono a determinare il livello di

benessere degli individui.

Alla base di questo filone di ricerca vi è l’idea della Resilienza,

ovvero che lo sviluppo sostenibile debba necessariamente

passare attraverso il miglioramento della capacità di reazione

dei sistemi territoriali agli eventi perturbanti e il contenimento

dell’impatto di azioni ed interventi di sviluppo, che,

determinando forti pressioni sui sistemi socioeconomici

territoriali, possono compromettere tali capacità. In parallelo

allo sviluppo economico e alla crescita dell’attrattività

territoriale è necessario individuare e valorizzare le

componenti territoriali e sociali in grado di assicurare la

resilienza del territorio ovvero la qualità dell’ambiente ed il

benessere della comunità nel suo insieme. Osservando lo

scenario territoriale e gli assi di progetto precedentemente

descritti appare chiara la necessità di ripensare il territorio in

una logica sistemica ponendo al centro il tema delle relazioni

tra le diverse componenti territoriali.

Nell’ambito del Piano Strategico si propone quindi di introdurre

il tema delle infrastrutture verdi. Uno strumento di

pianificazione e gestione territoriale in grado di tenere insieme

ed integrare tra loro i diversi sistemi territoriali e loro discipline

restituendo con immediatezza comunicativa una visione

unitaria della trama portante del sistema ambientale

paesaggistico, dei servizi e culturale del territorio.

L’Infrastruttura verde:

� integra ed amplia il concetto di rete ecologica utilizzando la

disciplina ed i principi della rete e multifunzionalità delle

aree e delle relazioni;

� va intesa come rete ecologica polivalente che coinvolge

anche il sistema urbano (vedi anche gli indirizzi relativi al

sistema infrastrutturale). Un corridoio eco-territoriale

continuo formato dalle aree strategiche in termini

ambientali, che non si limita a garantire la connettività

faunistica e rinforzo della biodiversità, ma è in grado di

produrre servizi ecosistemici per il territorio ovvero

strategie per il raggiungimento degli obiettivi di qualità

ambientale e paesaggistica del piano;

� è perimetrata sulla base della stima e mappatura dei servizi

ecosistemici del territorio comunale progettate, gestite e

potenziate per poter svolgere specifici servizi, come

l’assorbimento della CO2 e degli inquinanti atmosferici, per

ridurre le isole di calore, per migliorare l’assorbimento delle

acque meteoriche, per ridurre i costi della depurazione delle

acque, per supportare diffusione della mobilità

ciclopedonale, per promuovere la leggibilità del paesaggio.

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QUADERNO DI INNESCO

SOGGETTI COINVOLTI

Il ruolo ed il coinvolgimento degli attori

rappresenta un elemento centrale nel processo di

costruzione del Piano.

Appare pertanto opportuno identificare con cura

gli ambiti di interesse particolari dei diversi attori

e il contributo che essi possono dare rispetto gli

assi di piano. Il coinvolgimento degli stakeholder

nella pianificazione strategica dei territori è un

aspetto imprescindibile, soprattutto, perché

buona parte delle risorse necessarie per favorire

lo sviluppo locale dipendono da soggetti esterni

all’ente locale. La fase di ascolto e di analisi è

maggiormente efficace nella preparazione del

piano strategico se si riesce a identificare e

coinvolgere il maggior numero di soggetti rilevanti

per il processo di preparazione del piano stesso.

Pertanto, in questa fase di innesco, si ritiene utile

individuare attraverso una matrice i primi macroattori

interessati dagli argomenti strategici di ciascun asse.

Questa operazione di base inquadra le categorie di stakeholder

rilevanti permettendo di esplodere articolare successivamente

le classi ed individuare i soggetti specifici da coinvolgere nei

tavoli di partecipazione previsti.

Le metodologie di coinvolgimento al Piano e di ascolto saranno

diverse in base alle distinte fasi di Piano ed alla disponibilità e

interesse degli attori. L’ascolto potrà riguardare pertanto anche

interviste, colloqui informali, forum, questionari, richieste dati

e così via.

Infatti in questa fase di innesco l’ascolto delle categorie

attraverso incontri e colloqui sarà propedeutico ad individuare

i soggetti specifici e quindi i referenti che saranno direttamente

coinvolti nei tavoli ed avranno il ruolo di tramite tra il lavoro di

piano e le domande e indicazioni dei gruppi di interesse.

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Asse 1

Asse 2

Asse 3

Asse 4

Asse 5

Ammninistrazione

Otlet

Associazioni di categoria

Pro Loco Noventa

Produttori enogastr.

Agenzie viaggi

Operatori ricettività

Industriali

Aziende di trasporto

Associazioni

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Si tratta ora di mettere a fuoco un nuovo modo di operare, non più “governando” i processi in essere ma diventando protagonisti e quindi superando l’obsoleta forma del Piano urbanistico per assumere un nuovo stile di lavoro che, assunti i principi di tutela del territorio e della limitatezza e non riproducibilità di questo bene, sia libero di accogliere tutte quelle istanze che portino ricadute positive sulla comunità in termini di riforme sociali, economiche e di miglioramento del sistema ambientale.

Quindi un piano strategico che consenta di governare in modo efficiente e sia in grado di consentire una rendicontazione dello stato dell’ambiente e della comunità con cadenza annuale.

In quest’ottica cambiare anche il modo di pensare come reperire risorse strategiche per dare forza a queste idee, si pensi solo ad un onere di ospitalità finalizzato a riqualificare la connessione tra le strutture ricettive e il centro storico ed integrato le attività promozionali e di eventi che possono essere generate dagli elementi di innovazione presenti in questo territorio. Da quelli culturali (poesia) a quelli commerciali (shopping week), da quelli della ristorazione a quelli naturalistici (uso degli spazi golenali e percorsi sugli argini), ecc.