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Didattica delle competenze
… in ottica inclusiva
Rossi Viviana Dirigente e formatrice AID
Settimana Nazionale della Dislessia
2017
DISPERSIONE SCOLASTICA
Dalla relazione europea 2015 risulta che
il tasso di abbandono scolastico
è ben al di sopra
della media UE
DISPERSIONE SCOLASTICA = • NON SOLO abbandono scolastico (cioè giovani
che lasciano anzitempo la scuola, spesso ancora nella fascia dell’obbligo).
• MA ANCHE irregolarità delle frequenze, non ammissioni, ritardi scolastici, interruzioni … e
tutte le altre circostanze in cui i ragazzi escono prematuramente dal sistema scolastico e formativo.
• PER NON PARLARE di “promozione ai minimi termini”
Svantaggio culturale
ADHD
Stranieri Dispersione scolastica
DISABILITÀ
Svantaggio socio-economico
Disagio DISTURBI
SPECIFICI di
APPRENDIMENTO
Nella prima parte della Direttiva sono fornite indicazioni alle scuole per la presa in carico di tutti gli alunni/ studenti con
Bisogni Educativi Speciali
“Vi sono comprese TRE GRANDI SOTTO-CATEGORIE:
1. disabilità 2. disturbi evolutivi specifici 3. svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), anche i deficit del linguaggio, delle
abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo (per la comune origine nell’età evolutiva ) anche
quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il FIL può essere considerato un caso di confine fra la disabilità
e il disturbo specifico.”
NOI possiamo aiutarli …
- a far funzionare il loro potenziale
di capacità
- a diventare autonomi
- ad avere il rispetto di sé …
… a diventare
COMPETENTI
1. ESIGENZA PEDAGOGICA: compito della scuola non è insegnare ma
far apprendere.
2. ESIGENZA NORMATIVA E VINCOLI POLITICO-ISTITUZIONALI:
- Indicazioni Nazionali
- Comunità Europea
viviana rossi
Il passaggio dai contenuti alle COMPETENZE come elementi centrali di progettazione,
azione e valutazione didattica,
è stato motivato dallo
spostamento dell’attenzione
dall’INSEGNAMENTO
all’APPRENDIMENTO.
viviana rossi
DOVE SI PARLA DI COMPETENZE E DI CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE?
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DPR. 275/1999 – Regolamento autonomia
Legge n. 53/2003 – riforma cicli (Moratti)
DM. 139/2007 e DM. 9/2010: competenze II ciclo
DPR. 122/2009 – Regolamento valutazione alunni
DM. 254/2012 – Indicazioni nazionali per il curricolo I ciclo
CM. 3/2015 – sperimentazione modelli certificazione competenze I ciclo
LEGGE 107 del 13/7/2015
Art. 1, co. 181 lett. i):
«adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti, nonché degli esami di stato, anche in raccordo con la normativa vigente in materia di certificazione delle competenze, …»
I° CICLO: INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 2012
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CURRICOLO D’ISTITUTO
Aree disciplinari e
discipline
Obiettivi di apprendimento
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
Valutazione e certificazione
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C.M. 3/2015
La certificazione delle competenze o accompagna e integra i modelli di attestazione e
valutazione finale degli esiti già previsti dalla legge
o amplia il quadro informativo e descrittivo delle competenze dell’allievo con un accento posto sulla trasversalità dei saperi
o non è sostitutiva delle attuali modalità di attestazione
giuridica e valutazione dei risultati scolastici (ammissione
alla classe successiva; rilascio di un titolo di studio finale, ecc.)
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OGGI …. “Le COMPETENZE sono diventate il costrutto
attraverso il quale vengono definiti gli obiettivi di apprendimento nel sistema italiano di istruzione e formazione.
In dieci anni la produzione normativa e documentale si è consolidata, anche in relazione al
riconoscimento delle competenze fuori dai percorsi ufficiali (apprendimento non formale,
informale).
viviana rossi
Tutti dobbiamo prendere coscienza che
IL MONDO È CAMBIATO … e, quindi, che
ANCHE LA SCUOLA DEVE CAMBIARE: deve essere in grado di attuare delle innovazioni, ma anche
di saper conservare ciò che è utile del passato.
NUOVI SCENARI … nella SOCIETÀ
RADICALE TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETÀ: da stabile a …. società del cambiamento e della discontinuità
UN NUOVO SCENARIO sociologico antropologico epistemologico
ACCELERAZIONE INTERDIPENDENZA IMPREVEDIBILITÀ determinano: • nuova condizione umana • nuova condizione dei saperi • nuove piste di ricerca
NUOVI SCENARI … anche a SCUOLA
CAMBIAMENTI NORMATIVI CONTINUI con elementi di continuità e non
SITUAZIONE DI INSICUREZZA/CONFUSIONE livello occupazionale livello curricolare
ESIGENZE ESPRESSE DALL’ALTO esigenze di bilancio valorizzazione del merito …
ESIGENZE ESPRESSE DAL BASSO riconoscimento dignità professionale riconoscimenti economici esigenza di continuità e chiarezza percorsi
ALCUNI RAGAZZI STANNO MALE A SCUOLA
E non parliamo solo di studenti BES, tra cui i DSA, ma anche con PROBLEMI RELAZIONALI, dovuti a:
- una didattica percepita sempre più distante
- tempi scolastici che sembrano procedere senza un obiettivo preciso da raggiungere
- una routine che spesso sconfina nella noia.
PARALLELAMENTE …
parecchi sono i DOCENTI che
sperimentano problematicità crescenti, sempre più diffuse, di:
- difficile gestione della classe
- ansia per la crescente complessità
- rapporti difficili con le famiglie
- inadeguatezza ….
Ma è sempre più difficile!
In un mondo dominato dalla tecnica e dal progresso scientifico, meno spazio hanno la scuola, la famiglia, l’amicizia e i rapporti sociali, cioè proprio quelle relazioni in grado di aiutare ad affrontare il difficile vivere quotidiano.
Giacomo Stella, Tutta un’altra scuola, Giunti 2016
“A scuola non stanno male solo gli studenti. Ci sono anche molti insegnanti
che stanno male.
Hanno gli stessi sintomi dei loro studenti: vanno a scuola malvolentieri, restano spesso a casa,
sono frustrati e a volte si sentono un po’ perseguitati dal dirigente o dalle famiglie!”
IMPORTANZA del BENESSERE
Il benessere percepito da studenti e insegnanti sta alla base di ogni possibilità di
apprendimento, come sostengono gli studi sull’intelligenza emotiva e sulle
competenze psico-sociali e relazionali
(Life-Skills) … ed è proprio per questo che occorre esplorare
tale relazione.
FONDAMENTALE
CLIMA CLASSE POSITIVO
Numerosi sono gli studi che evidenziano come
un CLIMA CLASSE POSITIVO sia un fattore fondamentale
Il clima di classe e le esperienze
che vivono quotidianamente i vari protagonisti
sono determinanti
sia per l’insegnamento
sia per l’apprendimento.
Come possono fare in modo che ciascuno riesca a valorizzare il proprio potenziale e ad acquisire i saperi necessari per realizzare il proprio progetto di vita?
Rispondere a queste e altre domande ci permetterebbe di mettere in atto
processi di APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO
che possono passare anche attraverso
il piacere di
stare bene a scuola, insieme.
In Danimarca Paese nominato per 4 anni il più felice del mondo,
il benessere degli alunni è una priorità.
Fiducia, libertà, mutuo rispetto e positive relazioni sono le caratteristiche fondamentali delle scuole danesi.
L’Apprendimento Socio-Emozionale è materia di studio nel percorso accademico degli insegnanti danesi.
La scuola in Danimarca Uno dei vari elementi che rende possibile in
quel Paese la creazione di un buon clima scolastico è L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA, che comprende diverse funzioni e figure oltre agli insegnanti, come i pedagogisti, e che vede un ruolo molto importante e propositivo dei genitori.
La giornata scolastica è molto varia, con club pomeridiani ed è aperta alla comunità.
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
La settimana è di 5 giorni , le lezioni sono di 45
minuti. E un momento prezioso dell’orario è la pausa didattica, che dura mezz’ora e ce ne sono due in una mattinata , per esempio dalle 9:30 alle 10 e dalle 11:30 alle 12
Proprio come da noi, dove per fare la settimana corta c’è chi ha addirittura abolito l’intervallo
o lo ha ridotto a 5 minuti!!!
• La ricreazione è un momento molto
importante in DANIMARCA.
• I docenti sono organizzati in turni di sorveglianza e chi non è di turno utilizza questo tempo per confrontarsi con i colleghi, preparare una lezione o rilassarsi.
BENESSERE DEGLI INSEGNANTI
Da anni c’è la consapevolezza che il benessere degli studenti passa attraverso il benessere degli insegnanti, i quali, come gli studenti,
godono di spazi comodi e attrezzati
e di ritmi distesi.
Secondo l’indagine OCSE Pisa, per
il 38%
dei quindicenni italiani la scuola è un luogo in cui non si ha
voglia di andare.
OMS 2016
… e secondo il rapporto 2016 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, 72% delle ragazze di quindici anni soffre di stress da scuola, e i maschi seguono con il 51%
Commissione per il BENESSERE a scuola
Secondo una recente ricerca (promossa dal CNOP insieme al MIUR),
il 70% dei PREADOLESCENTI
supera un livello di malessere statisticamente significativo, cioè
preoccupante.
ROMPERE LA ROUTINE CIECA
La vera negatività della scuola italiana (quella che emerge
dai risultati delle prove OCSE PISA) è la ROUTINE CIECA:
hai ripetuto il capitolo, hai fatto il compito, sei stato interrogato, … sei a posto!
La SFIDA è rompere gli “algoritmi” che minimizzano l’attività cognitiva, tipici :
• PROF.: spiego-interrogo, assegno-correggo-restituisco
• STUD.: studio-ripeto-sono interrogato, ecc.
Adolescenti di oggi in crisi
« … la crisi non è tanto del singolo quanto il riflesso nel singolo della crisi della
società, che, senza preavviso, fa il suo ingresso nei centri di consulenza
psicologica e psichiatrica, lasciando
gli operatori disarmati »
(Galimberti, 2007, p. 26).
NUOVA IDEA DI APPRENDIMENTO E DI APPRENDENTE M. Pellerey, 2004
Idea di apprendimento: processo individuale, attivo che si basa sulle conoscenze, sta in relazione con l’esperienza e ha come conseguenza un cambiamento continuo nei comportamenti e atteggiamenti
Idea di apprendente: persona che possiede già risorse (esperienze, conoscenze, abilità)
.. E CHE DEVE SVILUPPARE COMPETENZE
DALL’ INSEGNAMENTO TRASMISSIVO … superficiale
Scopo: saper riprodurre i
contenti appresi (apprendimento meccanico)
Accettare passivamente
quanto proposto (idee e informazioni)
Valutazione delle conoscenze
in termini di giusto /sbagliato da parte dell’insegnante
ALL’ APPRENDIMENTO ATTIVO … profondo
Scopo: sviluppare una comprensione della situazione
(apprendimento attivo)
Pensare e riflettere: interagire con
il contenuto, attivare quanto già si conosce e collegarlo con le nuove informazioni, attivare strategie e sviluppare una consapevolezza delle strategie attivate
Valutazione delle competenze esplicita e trasparente, fondata su criteri condivisi
L’AZIONE DIDATTICA EDUCATIVA
Si deve basare su un percorso didattico
che privilegia
le modalità (COME) in cui avviene l’apprendimento,
rispetto ai contenuti (COSA).
OCCORRE UN
APPROCCIO PEDAGOGICO
basato sull’idea che
nell’azione educativa si deve partire da quello
che la persona è o sarà in grado di fare,
NON da ciò che non potrà mai fare!
La scuola …
può sperare di essere ancora considerata
indispensabile alla società solo attraverso una
completa revisione dei significati dell’educazione,
della formazione moderna, dello sviluppo delle
abilità e intelligenze.
L’educazione alle intelligenze plurali presuppone,
infatti, l’attivazione di processi organizzativi e di
insegnamento /apprendimento adeguati per
ciascuno.
UNA “RETE LOGICA”
L’organizzazione del lavoro e delle
azioni necessarie al raggiungimento
degli obiettivi prefissati passa
necessariamente dalla definizione delle
strategie pianificate, che devono
essere a loro volta adeguate, condivise,
costruite su fatti e informazioni,
raggiungibili e misurabili … in una “rete
logica”
Le Indicazioni Nazionali per il curricolo (DM n. 254 del 16/11/2012)
hanno riacceso l’attenzione sul tema della progettazione curricolare e sul ruolo che essa
può avere ai fini della
promozione delle competenze.
Il rinnovamento della scuola e della didattica non può basarsi solo sul metodo di insegnamento,
adattando gli stessi «contenuti», lo stesso «sapere»
alle nuove esigenze.
Più avanza la produzione mondiale di conoscenze
più diventa evidente che
il sapere non è un «tutto» che si può «possedere»,
né tanto meno trasmettere in modo enciclopedico.
Il capovolgimento del processo di istruzione,
mediante il passaggio dalla «cultura del programma» alla «cultura del curricolo», richiede una modifica del sistema di produzione della conoscenza in due direzioni:
- da un lato è indispensabile costruire CURRICOLI capaci di sviluppare competenze importanti per tutti per consentire l’accesso a molteplici fonti del sapere, a reti di conoscenza che si collocano sia dentro che fuori la scuola;
- dall’altro appare necessario prevedere PERCORSI DI APPRENDIMENTO DIVERSIFICATI in base alle potenzialità e alle capacità dei soggetti (PERSONALIZZAZIONE)
In sintesi, quindi,
il CURRICOLO prevede un percorso formativo
intenzionale, ben progettato e realizzato dagli insegnanti
al fine di porre gli alunni nelle condizioni di raggiungere i
traguardi previsti.
In questa prospettiva il corpo docente è chiamato a farsi
carico non solo della conoscenza dei fondamenti
epistemologici e degli oggetti di studio della propria
disciplina, ma anche ad adottare tutte le soluzioni
metodologico-didattiche possibili affinché l’intervento educativo conduca l’alunno al successo.
TUTTI GLI ALUNNI … in un’ottica inclusiva … ANCHE PERCHÉ SONO TUTTI DIVERSI!
QUINDI DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO
=
DIVERSI STILI DI INSEGNAMENTO
CONSIGLIO!!!
Guardiamo ai DSA e agli altri BES come occasione di ripensamento
e di opportunità:
… per riflettere … e rivedere
il nostro modo di “fare scuola”
LA DIDATTICA
PER COMPETENZE
È INCLUSIVA: tiene conto delle differenze
e delle modalità attraverso le quali imparano i nostri alunni
PREVEDE la costruzione di COMPETENZE
mediante l’assegnazione di
COMPITI SIGNIFICATIVI, la discussione collettiva, l’approccio problematico,
la contestualizzazione delle conoscenze,…
in un ambiente di apprendimento improntato alla responsabilità, alla collaborazione, alla
condivisione, alla solidarietà e al rispetto reciproco.
ATTIVITÀ LABORATORIALI …
Progetti, compiti contestualizzati, autentici, di realtà, situazioni problematiche
finalizzati ad impegnare gli alunni ad agire e a prendere decisioni in collaborazione
con i compagni
per uno scopo e un destinatario precisi
Ricordiamo che
SI IMPARA FACENDO!
Per questo sono preferibili metodi interattivi, esperienziali e multisensoriali,
che mettono in gioco in prima persona
tutti i partecipanti.
IN BREVE Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7/09/ 2006.
Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni:
e. Conoscenza: è l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche
Abilità: Indica la capacità di usare la conoscenza. E’ descritta come cognitiva (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratica (manualità, uso di metodi, materiali e strumenti)
Competenza: Indica la capacità di usare la conoscenza, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale; è descritta in termini di responsabilità e autonomia
SAPERE
FARE
SAPER ESSERE
LE COMPETENZE INTESE COME ….
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«Nella parte visibile dell’iceberg abbiamo le conoscenze, le abilità e le strategie. È la zona del sapere e del saper fare. Ma la parte sommersa, quella più profonda e ampia, è caratterizzata dall’affettività, dalla motivazione, dalla volontà, dall’immagine di sé e dai valori.» (Italo FIORIN, seminario USR Piemonte, 6/3/2015)
Il concetto di DIDATTICA PER COMPETENZE comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90
… nei documenti dell’Unione Europea (come il Libro
bianco sull’istruzione e formazione di Edith Cresson) in cui si legge:
«In tutti i paesi d’Europa si cercano di identificare
le “competenze chiave” e di trovare i mezzi migliori di acquisirle, certificarle e valutarle.
Viene proposto di mettere in atto un processo europeo che permetta di confrontare e diffondere queste definizioni,
questi metodi e queste pratiche».
È intorno al 2000 (Riforma Berlinguer) che inizia la discussione in Italia su cosa si debba intendere per
COMPETENZA in un ambito formativo. Ecco due definizioni di quel periodo:
1. «Per competenza si intende, in un contesto dato, potenzialità o messa in atto di una prestazione che comporti l’impiego congiunto di atteggiamenti e di motivazioni, conoscenze, abilità e capacità e che sia finalizzata al raggiungimento di uno scopo.»
2. «Ciò che, in un contesto dato, si sa fare (abilità) sulla base di un sapere (conoscenze), per raggiungere l’obiettivo atteso e produrre conoscenza; è quindi la disposizione a scegliere, utilizzare e a padroneggiare le conoscenze, capacità e abilità idonee, in un contesto determinato, per impostare e/o risolvere un problema dato.»
COMPETENZE-CHIAVE: denominatore
comune della cittadinanza europea
• È comprensibile che l’interesse per le competenze sia sorto in ambito europeo, perché la loro certificazione permette la confrontabilità tra studenti provenienti da paesi e sistemi formativi diversi, che ovviamente hanno studiato programmi diversi, ma trovano un terreno comune di confronto proprio sulle competenze, intese come il denominatore comune della cittadinanza europea.
• Proprio per questo una Raccomandazione del Parlamento Europeo del 2006 ha definito, nell’ambito del processo di Lisbona, quali siano le competenze chiave per la cittadinanza europea.
COMPETENZE-CHIAVE:
• COMUNICAZIONE NELLA MADRELINGUA • COMUNICAZIONE NELLE LINGUE STRANIERE • COMPETENZA MATEMATICA E COMPETENZE DI
BASE IN SCIENZA E TECNOLOGIA • COMPETENZA DIGITALE • IMPARARE A IMPARARE • COMPETENZE INTERPERSONALI, INTERCULTURALI
E SOCIALI E COMPETENZA CIVICA • IMPRENDITORIALITÀ • ESPRESSIONE CULTURALE.
Si tratta ovviamente di …
• competenze trasversali
• sganciate dai diversi programmi scolastici
• … ma comunque espresse in termini di
conoscenze, abilità e attitudini.
LE COMPETENZE NELLA SCUOLA
COMPETENZE COGNITIVE DISCIPLINARI, PROFESSIONALI,
• Acquisire i concetti e gli strumenti di base di una disciplina
• Acquisire e organizzare i contenuti secondo corrette impalcature concettuali
COMPETENZE METACOGNITIVE
• Consapevolezza e controllo dei propri processi di apprendimento
• Abilità di studio: imparare a imparare
• Compilazione della conoscenza (dichiarativa e procedurale)
COMPETENZE TRASVERSALI
• Prendere decisioni, diagnosticare, relazionarsi
• Affrontare e risolvere problemi
• Sviluppare soluzioni creative, curare il proprio successo formativo
• Inserirsi nel mondo del lavoro, interessarsi alla società
LA COMPETENZA È TENDENZIALMENTE
TRASVERSALE, INTERDISCIPLINARE,
NON SI PUÒ CONFINARE ALL’INTERNO
DI UNA SOLA DISCIPLINA.
La nuova scuola non è più quella degli obiettivi, dei contenuti e delle pagelle, ma
è la SCUOLA DELLE COMPETENZE,
dei crediti, … e deve portare tutti gli alunni al successo formativo.
COME?
UN NUOVO MODO DI INSEGNARE
Ai docenti si chiede di impostare l’insegnamento in modo che gli alunni possano avvicinarsi al
sapere attraverso l’esperienza. La didattica per competenze si avvale di DIVERSE STRATEGIE E TECNICHE sia didattiche sia di organizzazione del gruppo classe: non solo più l’apparato tradizionale di didattiche di trasmissione delle conoscenze e di esercitazione di procedure (lezione frontale, esercitazione ecc.);
MA ANCHE … • la contestualizzazione dei concetti, dei principi, dei contenuti disciplinari nella realtà e nell’esperienza; ↓
• la proposizione in chiave problematica dei ↓ contenuti di
conoscenza e l’utilizzo di mediatori e tecniche didattiche vari e flessibili per valorizzare i diversi stili cognitivi e di apprendimento degli allievi;
• la valorizzazione dell’esperienza dell’allievo attraverso la proposta di problemi da risolvere, situazioni da gestire,;
• la riflessione e la riformulazione metacognitive continue, prima, durante e dopo l’azione, per trovare giustificazione, significato, fondamento e sistematizzazione al proprio procedere;
• l’apprendimento in contesto sociale e cooperativo per dare rilievo ai contributi, alle capacità e alle attitudini diverse e per favorire la mutua collaborazione e la reciprocità.
Quindi:
… tutti coloro che sono impegnati nell’educare e nell’istruire, qualunque sia la loro disciplina, devono lavorare insieme verso comuni traguardi, che non si esauriscono nei saperi specifici, … ma in prospettiva della “competenza”.
… NON SIGNIFICA
eliminare le conoscenze, sostituirle, …
ma integrare le competenze con
le conoscenze, i processi cognitivi, i saperi essenziali, le abilità e le procedure , il pensiero
autonomo, critico, responsabile…
SIGNIFICA creare contesti di mondo reale!
LAVORARE PER COMPETENZE (saper usare la conoscenza in situazione per uno scopo)
COMPETENZE: come promuoverle?
Rivisitazione dello statuto epistemologico delle discipline
Essenzializzazione dei contenuti
Problematizzazione dell’apprendimento Integrazione disciplinare
Sviluppo di conoscenze procedurali
Didattica laboratoriale
Operare per progetti Compiti di realtà
Apprendimento come cognizione situata
Sviluppo dei processi cognitivi
Carlo Petracca
Insegnare per competenze non significa abbandonare i contenuti, ma vagliarli e selezionarli, poiché non tutto è ugualmente rilevante e non tutto si può imparare.
Vanno proposti solo i contenuti irrinunciabili e fondamentali e la didattica deve fare il possibile perché essi si trasformino anche in competenze.
“Per valutare le competenze, si tratta di riconoscere
insieme all’allievo, non solo ciò che sa,
ma anche ciò che sa fare con ciò che sa,
e soprattutto perché lo fa e che cosa potrebbe fare con ciò che sa e che sa fare !”
(Tessaro, 2010)
VALUTARE PER COMPETENZE
(Castoldi) VALUTARE PER COMPETENZE: con le prestazioni autentiche si valutano tutti i punti i vista,
anche la parte sommersa dell’iceberg
AUTOVALUTAZIONE soggettiva
Portfolio
Testi autobiografici
ETEROVALUTAZIONE intersoggettiva-sociale
Osservazioni in itinere
Colloqui
docenti e genitori
Interazioni tra pari
ANALISI PRESTAZIONE oggettiva
Prestazione autentica
RUBRICA
VALUTATIVA
CERTIFICAZIONE
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Certificazione delle competenze
La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo e che saranno oggetto di certificazione.
Sulla base dei traguardi spetta all’autonomia delle scuole progettare percorsi per la promozione, rilevazione e valutazione delle competenze.
Particolare attenzione va posta a come ciascun studente mobilita e orchestra le proprie risorse (conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni) per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini.
Solo con regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze è possibile la loro certificazione alla fine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, su modelli predisposti a livello nazionale.
Le certificazioni del primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli alunni verso il secondo ciclo.
(Dal testo delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione 2012)
La didattica trasmissiva …
ci permette di conseguire conoscenze e abilità, ma non competenze; inoltre, genera sempre più estraniazione
negli alunni, che troppo spesso non riescono a capire il senso e il significato delle richieste della scuola.
Per far loro conseguire competenze, dobbiamo offrire
occasioni di svolgere in autonomia i COMPITI SIGNIFICATIVI,
che implichino: • la mobilitazione di saperi provenienti da campi disciplinari differenti
• la capacità di generalizzare, organizzare il pensiero, fare ipotesi, collaborare, realizzare un prodotto materiale o immateriale.
….. per TUTTI GLI STUDENTI
Si può contribuire alla
COSTRUZIONE DI COMPETENZE
mediante l’assegnazione di COMPITI SIGNIFICATIVI, la discussione collettiva,
l’approccio problematico, la contestualizzazione delle conoscenze,… organizzando
UN AMBIENTE DI APPRENDIMENTO improntato alla responsabilità, alla collaborazione, alla condivisione, alla solidarietà e al rispetto
reciproco.
LA DIREZIONE …
Spostamento del punto focale: dalla competenza di riproduzione alla competenza di azione
• centralità dell’alunno
• didattica laboratoriale
• valutazione continua, formativa, per l’apprendimento, basata su criteri espliciti per favorire l’autovalutazione
• verso l’autonomia dell’apprendente (G. Pozzo, 2015)
LA SCUOLA DEVE CAMBIARE: cambiare il modo di pensare la didattica,
cambiare il tempo scuola, l'organizzazione oraria, ... cambiare il modo di considerare
gli alunni e i traguardi attesi
rispetto al loro sviluppo globale
… essere INCLUSIVA.
insegnare a vivere Edgar Morin auspica una riforma
profonda dell'educazione, fondata sulla sua missione essenziale, che già Rousseau aveva individuato: insegnare a vivere.
Si tratta di permettere a ciascuno di sviluppare al meglio la propria individualità e il legame con gli altri, ma anche di prepararsi ad affrontare le molteplici incertezze e difficoltà del destino umano.
viviana rossi
NON PIÙ PROGRAMMI, ma INDICAZIONI NAZIONALI e
LINEE GUIDA - Indicazioni nazionali per i licei: DPR 89/2010 - Linee guida per gli istituti professionali: DPR 87/2010 e Direttiva n. 5 del 16/01/12
- Linee guida per gli istituti tecnici e professionali: DPR 88/2010 e DPR 87/10
- Linee guida infanzia e primo ciclo 2012 NEW: DPR 31 luglio 2017 n. 134 integrativo del regolamento di riordino degli istituti
tecnici (DPR 88/10) e il DPR 31 luglio 2017 n. 133 integrativo del regolamento di riordino degli istituti professionali (DPR 87/10).
CAMBIA LO SCENARIO CAMBIANO LE PAROLE
• DALLE MATERIE ALLE DISCIPLINE
• DAL PROGRAMMA AL CURRICOLO
• DALLE CONOSCENZE ALLE COMPETENZE
• DA UNA DIDATTICA TRASMISSIVA A UNA DIDATTICA LABORATORIALE
G. Pozzo, 2013
… anche perché le
COMPETENZE DI IERI E DI OGGI sono molto diverse!
La scuola ha sempre puntato sulle competenze del saper leggere, scrivere e far di conto,
OGGI si sono aggiunte quelle digitali e quelle
trasversali di tipo cognitivo, metacognitivo e sociale, … del saper vivere
dette anche
COMPETENZE DI CITTADINANZA
LO STUDENTE COMPETENTE
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• Ha una conoscenza approfondita • Gestisce adeguatamente i tempi • Pone domande come strategia per comprendere • Seleziona e decide quali informazioni sono necessarie per
affrontare un problema • Risolve problemi con sufficiente padronanza, anche quelli
inediti, mobilitando le risorse personali e di contesto • Esplicita i processi che ha attivato durante un’attività • Sa autovalutarsi e valutare il prodotto • Riflette sulle proprie esperienze per trarre “regole
d’azione” e riutilizzarle • Ha una visione d’insieme, comprende il senso e coordina le
diverse azioni in funzione del risultato (Berthoz)
COME FAR DIVENTARE LO STUDENTE
COMPETENTE? Costruendo per lui un
CURRICOLO per COMPETENZE
Dalle conoscenze alle competenze: il cambiamento di prospettiva!
La sfida: PROGETTARE
UN CURRICOLO PER COMPETENZE IN VERTICALE!
Obiettivo dei vari riferimenti normativi
è proprio …
la presa in carico globale ed inclusiva
di TUTTI gli alunni. Ciò comporta una
PERSONALIZZAZIONE dell’INSEGNAMENTO
ed un
riconoscimento delle differenze individuali per arrivare ad un effettivo accesso agli apprendimenti.
PERSONALIZZAZIONE non significa dare a tutti le stesse cose, ma dare a ciascuno ciò di cui
ha bisogno!
OCCORRE PERSONALIZZARE PER …
… dare a ciascuno ciò che gli serve per essere al
meglio se stesso e “declinare” l’intervento educativo sulle sue esigenze,
cioè rispettando:
• i suoi tempi di sviluppo
• i suoi stili di apprendimento
• i suoi metodi di studio
• le sue attitudini
• le sue potenzialità
L’obiettivo è, quindi, una diversa modalità
“quotidiana” di gestione delle classi, una progettazione curricolare flessibile e aperta a differenti abilità, attenta all’accrescimento di tutte le competenze che concorrono al percorso educativo personalizzato degli studenti.
… UNA SCUOLA INCLUSIVA in cui
TUTTI STIANO BENE!
OCCORRONO …
STRATEGIE DIDATTICHE DIVERSE ,
in grado di sviluppare al meglio
i vari tipi di intelligenza, …
di motivare ogni ragazzo …
di tener conto dei suoi pensieri …
per permettergli
di dare il meglio di sé
OCCORRE LAVORARE INSIEME
I COMPAGNI COME RISORSA, ma anche → → l’apprendimento cooperativo può essere non solo una strategia di inclusione di tutti gli studenti, ma anche di grande aiuto per gli insegnanti , in quanto gli alunni si aiutano a vicenda e ognuno può esprimere le proprie competenze.
Molto efficaci sono anche la DIDATTICA TRA PARI (peer education) e LA DIDATTICA LABORATORIALE: in entrambi la collaborazione aumenta la partecipazione attiva e rende più significativa l’attività didattica.
I COLLEGHI COME RISORSA! Un gruppo di docenti che studia, si confronta e collabora può ottenere maggiori risultati per sé e per la propria classe
Il CONSIGLIO/TEAM di CLASSE per realizzare una didattica inclusiva deve concordare: • come gestire le relazioni nella classe
• come gestire la comunicazione /lezione in classe
• come incrementare i lavori di coppia e di gruppo
• come presentare le conoscenze
• quali mediatori didattici usare
• come intervenire per insegnare / rinforzare abilità / metodo di studio
• come verificare i processi e gli apprendimenti.
La didattica trasmissiva
permette di conseguire conoscenze e abilità,
ma non competenze.
Per far loro conseguire competenze, dobbiamo offrire occasioni di
svolgere in autonomia i “COMPITI SIGNIFICATIVI,
che implichino:
• la mobilitazione di saperi provenienti da campi disciplinari differenti
• la capacità di generalizzare, organizzare il pensiero, fare ipotesi, collaborare, realizzare un prodotto materiale o immateriale.
Molti possono essere gli esempi di compiti significativi, più o meno complessi o
articolati, centrati su conoscenze appartenenti a una o più discipline.
Appare però evidente che, oltre alle conoscenze specifiche,
un compito significativo sviluppa
COMPETENZE diverse che vanno ben oltre uno specifico
campo disciplinare.
“Imparare a imparare”: è una delle competenze più importanti
e, in un contesto di apprendimento, è la metacompetenza per eccellenza,
regolativa di tutte le altre.
ESSA DEVE ESSERE PROMOSSA IN OGNI ORDINE E GRADO DI ISTRUZIONE.
Impegnare ogni allievo nella costruzione attiva del proprio sapere è precondizione
dell’apprendimento significativo.
Favorire l’esplorazione e la scoperta
Favorire la passione per l’apprendimento ….
Individuare problemi, fare domande, mettere in discussione quanto già si conosce aiuta a percorrere itinerari originali, a costruire piste personali e collettive di indagine, ad appropriarsi del proprio itinerario apprenditivo.
Incoraggiare L’APPRENDIMENTO COLLABORATIVO
Incoraggiare aiuto reciproco, apprendimento tra pari, apprendimento collaborativo al fine di incrementare i livelli di apprendimento e, al contempo, valorizzare le eccellenze e ridurre i gap.
L’apprendimento non è soltanto questione individuale e la costruzione di gruppi di lavoro (interclasse, con alunni di età
differenti, di composizione eterogenea) che utilizzino anche le nuove tecnologie per costruire nuove conoscenze, per fare ricerca, per stabilire contatti e corrispondere con coetanei di differenti paesi costituisce una vera e propria risorsa, essenziale all’apprendimento.
Costruire un
CURRICOLO per COMPETENZE
Dalle conoscenze alle competenze: il cambiamento di prospettiva!
La sfida: progettare un curricolo per competenze in verticale!
La scuola deve predisporre
il CURRICOLO,
all'interno del PTOF, nel rispetto delle finalità,
dei TRAGUARDI DI COMPETENZA
e degli
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
posti dalle
NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI.
Nel mettere in pratica un CURRICOLO VERTICALE per competenze, gli insegnanti devono, però, avere chiaro il profilo finale:
uno STUDENTE “COMPETENTE”,
che sa cosa fare con ciò che sa, mettendo in gioco le proprie attitudini e gli
strumenti esterni che ha a disposizione.
COME PROCEDERE?
• Quali Unità di Apprendimento (UDA) scegliere?
• Con quali svolgere i COMPITI DI REALTÀ?
• Quali STRATEGIE METODOLOGICHE/DIDATTICHE privilegiare … anche in un’ottica inclusiva?
Ad es.
attività laboratoriali, cooperative learning, peer education, flipped class, …) .
Uno degli strumenti più completi per realizzare la
didattica per competenze è
l’Unità Di Apprendimento
UDA
Unità Di Apprendimento
Essa rappresenta un segmento del curricolo, più o meno ampio, che si propone di far conseguire agli allievi
aspetti di competenza (e ovviamente delle sue articolazioni in abilità e conoscenze),
attraverso l’azione e l’esperienza.
U.D.A. • È centrata su competenze degli allievi.
• È centrata sull’azione autonoma degli allievi.
• È costituita essenzialmente da un’attività di gruppo autonomamente condotta dagli studenti, con il supporto e la mediazione dell’insegnante.
• Parte dalle competenze e, attraverso la realizzazione di un prodotto, si propone di conseguire nuove conoscenze, abilità e competenze.
• Contiene un apparato di verifica e valutazione delle competenze, abilità e conoscenze, attraverso l’analisi del processo, del prodotto e la riflessione-ricostruzione da parte dell’allievo.
U.D.A. SEMPLICE O COMPLESSA?
Può essere molto complessa e articolata, coinvolgere gran parte degli insegnanti del Consiglio di Classe e mettere a fuoco diverse competenze, distribuendosi in un tempo relativamente lungo.
Oppure più semplice e contenuta: coinvolgere alcuni insegnanti, mettere a fuoco soltanto alcune competenze e distribuirsi in un tempo ridotto
“GRANDI” U.D.A. Le grandi UDA che coinvolgono molti, o addirittura tutti i
docenti, per parecchio tempo. Generalmente hanno come focus principale le competenze sociali e civiche che possono accomunare tutta l’équipe docente, attraverso, ad esempio, la realizzazione di percorsi di educazione ambientale o storico-sociale.
Essi possono fornire spunti per le competenze scientifico-tecnologiche, di comunicazione, di indagine sociale, di iniziativa e imprenditorialità e, appunto, per costruire competenze sociali.
Richiedono uno sforzo di progettazione e di condivisione abbastanza elevato e quindi nel corso dell’anno se ne potranno realizzare non più di una o due.
Dentro un’UDA … non c’è soltanto l’azione autonoma degli allievi,
che pure ne è il motore principale!
Possono esserci:
• lezioni frontali da parte dell’insegnante, che fornisce alla classe informazioni per la realizzazione del lavoro,
• esercitazioni per consolidare le abilità necessarie,
• lezioni conclusive che si propongono di sistematizzare, portare a modello (a teoria) l’esperienza condotta.
VANTAGGI DELL’UDA L’UDA mira allo sviluppo di competenze, ma,
essendo queste costituite da abilità e conoscenze, serve anche a verificare e valutare il profitto.
Il valore aggiunto è che abilità e conoscenze sono contestualizzate, agite, e quindi acquistano agli occhi dell’allievo significato e hanno maggiore opportunità di essere ricordate e consolidate.
L’altro grosso vantaggio è …
che l’insegnante ha l’opportunità non soltanto di valutare se l’allievo ha acquisito le conoscenze e le abilità, ma soprattutto se le sa impiegare, se sa mettersi in relazione con altri per portare a termine un compito, se sa agire con autonomia e responsabilità …
Inoltre, mentre gli allievi sono impegnati nel compito, l’insegnante ha l’opportunità di osservarli.
IN OGNI CASO …
Le COMPETENZE coinvolte in un’UDA sono solitamente diverse.
Si sceglie di porre il focus di attenzione prevalentemente su alcune, poiché non sarebbe
possibile tenerle tutte sotto controllo.
• Quasi sempre è interessata la comunicazione nella madrelingua.
• Spesso sono coinvolte le competenze sociali del collaborare e partecipare e quelle metodologiche del problem solving e dell’imparare a imparare.
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UN’IPOTESI DI LAVORO Partire dalle competenze da sviluppare e collegarle
a descrittori di abilità (misurabili o comunque verificabili)
• ciascun dipartimento individua ed esplicita le abilità che devono essere accertate nell’ambito di riferimento
• il collegio dei docenti coordina le proposte in modo che non vi siano “scoperture”; le “sovrapposizioni” sono invece raccomandabili perché le competenze sono trasversali
QUINDI … • progettare UDA semplici o complesse • predisporre modalità di verifica che accertino non solo il possesso
di conoscenze, ma la capacità di utilizzarle in contesti di problem solving (tipo PISA)
• formalizzare il peso che la verifica delle conoscenze e quella delle abilità devono rispettivamente avere nelle verifiche finali (40-60%? 50-50%? altro?)
VALUTAZIONE DELL’UDA Viene effettuata attraverso:
- osservazioni di processo (impegno, costanza, motivazione;
capacità di individuare problemi e di proporre ipotesi di soluzione, concretezza; collaborazione; capacità di fronteggiare le crisi, di collegare informazioni ecc.);
- analisi del prodotto (coerenza con la consegna, completezza, precisione, efficacia ecc.)
- una relazione individuale scritta e orale che renda conto del lavoro svolto, del percorso e delle scelte effettuate, delle esperienze condotte.
La relazione ha un grande valore di riflessione metacognitiva e ha anche il compito insostituibile di “dare parola”
all’esperienza, ciò che consente all’allievo di rappresentarla a livello astratto e concettuale.
Un compito è veramente
autentico se ha almeno
queste tre caratteristiche:
1. è interdisciplinare
2. l’insegnante è il regista e
sono gli studenti a
organizzarlo
3. deve essere comunicato
agli altri
LE RAGIONI DELLA TRASVERSALITA’ a) I saperi, frazionati e suddivisi in discipline sono inadeguati ad
affrontare realtà e problemi che sono multidimensionali “l’iperspecializzazione impedisce di vedere il globale (che frammenta in particelle) così come l’essenziale ( che dissolve)”
b) Le discipline consentono un approccio riduzionista ai problemi “ … ci ingiungono di ridurre il complesso al semplice, cioè di separare ciò che è legato, di scomporre e non di comporre”.
c) Le discipline non sono in grado di dare risposte all’entità globali Le entità globali “erano state affettate come salami ed alla fine disintegrate, nella
convinzione che derivassero dall’ingenuità prescentifica, ma in realtà perché comportavano al loro interno una complessità insostenibile per il pensiero
disgiuntivo”. (E. Morin)
Il vero pensiero è quello che interconnette Carlo Petracca
QUALE TRASVERSALITÀ? 1. Trasversalità pedagogica - Convergenza di discipline,
ciascuna con la propria specificità, su obiettivi formativi comuni, quelli indicati nel Profilo di uscita dello studente
2. Trasversalità didattica - Convergenza di discipline, ciascuna
con la propria specificità, su obiettivi didattici comuni
3. Trasversalità per omologia materiale (contenutistica)
• L’attivismo in primo piano.
• Sorge la proposta della «scuola su misura» di Claparéde
• Scuola centrata sui bisogni del fanciullo proposta da Decroly.
• «Centri d’interesse» e «Nuclei tematici»
L. Apostel: L’interdisciplinarità non si impara e non si insegna, si vive! Carlo Petracca
COSTRUIRE un
COMPITO AUTENTICO
La costruzione di un compito autentico e
della sua rubrica di valutazione deve essere sperimentata in itinere, per tarare in
modo preciso il livello di difficoltà del compito e stabilire
i livelli di prestazione della rubrica.
Il COMPITO AUTENTICO
può essere svolto individualmente,
in coppia o in gruppo.
Prevede la realizzazione di un PRODOTTO,
materiale o immateriale, che serve ad esercitare
ed accrescere abilità, reperire conoscenze e
mettere in atto competenze.
Prevede un’attività continua di
riflessione-ricostruzione-
autovalutazione, prima, durante e dopo il lavoro.
Si può prevedere una relazione
finale scritta/orale, che serve anche
ai docenti per la valutazione
individuale.
COME SI VALUTA UNA COMPETENZA?
La competenza non può essere direttamente rilevata, ma solo indirettamente inferita a partire da una famiglia di prestazioni e da un insieme di comportamenti osservabili che svolgono il ruolo di indicatori della presenza della competenza e del livello raggiunto.
Pellerey - 2004
Castoldi - 2009
I COMPITI AUTENTICI sono strettamente integrati con la valutazione.
La valutazione è parte integrante del compito, così come accade nella vita reale, a differenza della valutazione
tradizionale, che separa artificialmente la valutazione dalla
natura dell’operazione.
OSSERVARE E VALUTARE LE COMPETENZE
Una competenza si vede solo in azione
• Si osserva attraverso i comportamenti degli allievi al lavoro: collaboratività, impegno, puntualità, disponibilità ad aiutare, capacità di individuare e risolvere problemi, di pianificare, progettare, decidere …
• Si utilizzano griglie di osservazione, diari di bordo, i prodotti realizzati, le ricostruzioni narrative degli allievi .
• Le evidenze si conservano per una comparazione nel tempo che permetterà di esprimere un giudizio sul profilo dell’allievo e la sua prevalente corrispondenza ad uno dei livelli di descrizione della padronanza.
L’AUTOVALUTAZIONE, cioè la
riflessione degli studenti sui
propri apprendimenti,
comportamenti e abilità, viene
considerata fondamentale per la
presa di coscienza del livello di
maturazione raggiunto.
Viviana Rossi
E PER I DSA?
LA DIDATTICA PER COMPETENZE è una didattica su misura per tutti!
Attraverso la DIDATTICA PER
COMPETENZE, riusciamo a rispondere
alle domande di tutti gli studenti: sia di
coloro che non hanno problemi, sia di
coloro che hanno bisogno di attribuire
senso al proprio apprendimento, sia di
coloro che hanno difficoltà di
apprendimento.
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NEL CURRICOLO …
- selezione di nuclei tematici
disciplinari - metodologia didattica e valutativa - attività cognitive e metacognitive - aspetti relazionali e organizzativi - mezzi e risorse.
garantisce la CONTINUITÀ e l’UNITARIETÀ dell’INSEGNAMENTO nei 3 ORDINI DI SCUOLA.
Esso è fondamentale per la
valutazione delle competenze in uscita da ciascun segmento di scuola.
Il CURRICOLO VERTICALE
Al termine della SCUOLA DELL’INFANZIA, della SCUOLA PRIMARIA e della SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO, vengono fissati i TRAGUARDI per lo sviluppo delle competenze relative ai Campi di Esperienza
ed alle Discipline. Essi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo.
COMPETENZA un costrutto complesso
Aver acquisito un metodo di
lavoro
Saper affrontare difficoltà
Stabilire e gestire
relazioni
Riflettere su se stessi e
valutarsi Aver accumulato una
molteplicità di esperienze
Possedere conoscenze e abilità
“Per valutare le competenze, si tratta di riconoscere
insieme all’allievo, non solo ciò che sa,
ma anche ciò che sa fare con ciò che sa,
e soprattutto perché lo fa e che cosa potrebbe fare con ciò che sa e che sa fare !”
(Tessaro, 2010)
VALUTARE PER COMPETENZE
COINVOLGERE TUTTI NELLE COMPETENZE!
Lavoro non semplice perché tanti sono i soggetti interessati alla valutazione e alla certificazione delle competenze:
I DOCENTI si chiedono infatti quali sono le connessioni tra ciò che insegnano e le ricadute sui comportamenti cognitivi, sociali, etici degli studenti.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO e la scuola tutta ha bisogno di capire se gli interventi messi in atto vanno nella direzione giusta e sa rendere trasparente e leggibili gli esiti anche attraverso strumenti istituzionali che meglio permettono il confronto con situazioni analoghe.
GLI STUDENTI hanno il diritto di mettersi continuamente alla prova, anche attraverso riscontri formali (prove Invalsi, valutazione, certificazione …) sui propri processi di apprendimento, sull’insieme strutturato delle conoscenze e delle abilità acquisite, sull’utilizzazione dei propri saperi, formali e informali
LE FAMIGLIE chiedono che i propri figli acquisiscano, grazie alla frequenza scolastica, ciò che serve per la vita e per la società
Anche il MONDO DEL LAVORO vuole capire se le competenze in uscita dalla scuola sono in sintonia con i bisogni della produzione e dello sviluppo in contesti diversi
I POLITICI devono conoscere come sta andando il sistema scuola, se i cambiamenti proposti dalle norme sono in sintonia con i trend europei ed internazionali e, soprattutto, se sono innovativi e rispondenti ai bisogni dei futuri cittadini e lavoratori.