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Giovanni Keplero “Non si dovrebbe scartare come incredibile la possibilità che una ricerca sufcientemente lunga possa rivelare un dorato grano di verità nella superstizione astrologica”.

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Page 1: Giovanni Keplero

Giovanni Keplero

“Non si dovrebbe scartare come incredibile la possibilità che una ricerca suf!cientemente lunga possa rivelare un dorato grano di verità nella superstizione astrologica”.

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Vita di Giovanni Keplero 1571-1630Nato a Weil da povera famiglia il 27 Dicembre 1571, fu avviato verso la carriera ecclesiastica  poichè malaticcio e poco adatto al lavoro manuale. All' università di Tubinga si decise il suo destino: da un lato ebbe un maestro di filosofia che lo orientò in senso platonico e pitagorico, dall'altro il suo insegnante di matematica ed astronomia, nonostante non gli fosse concesso di farlo, lo introdusse privatamente alla teoria eliocentrica di Copernico, la cui dottrina convinse Keplero. Cacciato in quanto seguace della dottrina eliocentrica, si rifugiò a Praga presso Tycho Brahe, alla cui morte gli successe nella carica di matematico imperiale.

Ebbe così la possibilità di accedere alla carte di Tycho, entrando così in possesso della gran quantità di osservazioni in esse contenute. Basandosi su queste cominciò le sue prime osservazioni.

Si rivolse allo studio del pianeta Marte e scoprì che la sua orbita non è circolare ma a forma di eclisse ed il Sole occupa uno dei due fuochi.

In base alle sue ricerche enunciò le 3 leggi dei moti dei pianeti.

Immensa fu l'importanza dell'opera di Keplero per l'astronomia e per la meccanica. Non solo consolidò il sistema copernicano, ma con le sue due prime leggi rese possibile istituire i calcoli precisi delle posizioni planetarie in cielo. In base alla sua terza legge e alle conseguenze di questa Newton potè scoprire la legge dell'attrazione universale, che aprì le porte alla scienza della matematica celeste.

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Le leggi di KepleroPrima del XVI secolo era comunemente accettata la teoria geocentrica, secondo cui al centro dell’universo si trovava la Terra, intorno alla quale ruotavano il Sole, la Luna, tutti i pianeti del sistema solare e le stelle. Nicolò Copernico (1473-1543), un astronomo polacco, fu il primo a formulare una teoria alternativa, la teoria eliocentrica, che poneva il So le a l centro del s is tema so lare . L’astronomo tedesco Giovanni Keplero (1571-1630), seguace della teoria eliocentrica, all’inizio del Seicento indicò i principi che consentono di descrivere il moto dei pianeti intorno al Sole.

Sistema solare secondo Keplero nel “Mysterium Cosmographicum” (1596). In seguito Keplero abbandonerà questo modello.

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Prima legge di Keplero

La prima legge di Keplero descrive la forma delle orbite, cioè dei percorsi compiuti dai corpi celesti durante il loro moto di rivoluzione. Tali orbite risultano essere di forma ellittica e aventi due fuochi, uno dei quali è il Sole.Nel percorso orbitale ogni pianeta giunge a un punto di minima distanza dal Sole, il perielio, e a un punto di massima distanza, l’afelio. Perielio e afelio sono congiunti da una linea detta “linea degli aspidi”.

“Tutti i corpi del sistema solare si spostano intorno al Sole percorrendo orbite che hanno la forma di una ellisse”.

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Seconda legge di Keplero

La seconda legge di Keplero riguarda la velocità con cui ciascun pianeta percorre la propria orbita: la velocità di rivoluzione è massima quando il pianeta è in perielio, minima quando è in afelio questo perchè il Sole attira verso di sé il pianeta e lo fa avvicinare con velocità crescente. In prossimità del perielio sono pertanto massime sia la forza di attrazione che la velocità del pianeta. Grazie all’aumento di velocità, il pianeta si allontana dal Sole e giunge all’afelio, dove la sua velocità diventa minima e l’attrazione solare, anche se un po’ indebolita, può tornare a prendere il sopravvento.

“Il segmento che congiunge il Sole a un pianeta che si muove lungo l’orbita descrive aree uguali in tempi uguali”.

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Terza legge di Keplero

La terza legge di Keplero mette in relazione, per ciascun pianeta, la velocità di rivoluzione con la distanza dal Sole.La velocità di rivoluzione dei pianeti decresce con l’aumentare della distanza dal Sole: Mercurio, il pianeta più vicino al Sole, è il più veloce nel suo moto di rivoluzione, che compie alla velocità di 48 km/s. Nettuno, il pianeta più lontano, è il più lento, con velocità di 5,4 km/s.La Terra percorre la propria orbita con velocità media di circa 30km/s.

“Il tempo impiegato dai pianeti per compiere una rivoluzione intorno al Sole aumenta con l’aumentare della distanza dal Sole”.

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Katharina GuldenmannKatharina Guldenmann, mamma del noto astronomo Giovanni Keplero, era figlia di un importante funzionario civico, il borgomastro della vicina Eltingen, Melchior Guldenmann, che era anche proprietario di una locanda.

Keplero descrisse la madre come una donna piccola, magra, di carnagione scura, petulante, litigiosa e sgradevole. I suoi conoscenti la consideravano una bisbetica dalla lingua velenosa. Katharina non aveva un’istruzione e i suoi interessi erano concentrati sulle erbe e sulla preparazione di pozioni curative.

Nel dicembre 1615 arrivò notizia dal Wuttemberg, dalla sorella di Keplero, Margarethe, che la loro vecchia madre era stata accusata di stregoneria.

Probabilmente la reputazione di Katharina Kepler come donna sgradevole e intrigante e la sua conoscenza delle erbe e della medicina popolare avevano fatto di lei un bersaglio naturale per il tipo di malanimo e di pettegolezzi che nella Germania meridionale del Cinque-Seicento poteva facilmente degenerare in un processo per stregoneria. Frau Kepler era probabilmente una donna intelligente, ma non era saggia e non aveva abilità sociali. Le persone che frequentava, o che erano disposte a frequentarla, erano la feccia della società.

Keplero assunse la difesa della madre. L’accusa che la inchiodava era, non a caso, quella di aver fatto morire due bambini consigliando alla madre di curarli attraverso i responsi ottenuti da uno specchio magico nelle notti di luna piena.

Il 28 settembre 1621 Katharina fu trascinata nella sala delle torture, accompagnata da tre rappresentanti della corte, uno scrivano e un balivo. Il torturatore stesso le mostrò gli strumenti, le descrisse come venivano usati, e con la massima risolutezza le ordinò di dire la verità. Contrariamente a tutte le attese, Katharina Kepler fece appello a tutte le risorse che la sua età le lasciava, usò quella stessa eloquenza che aveva trasmesso al figlio, e si salvò.

Immagine che ritrae katharina Guldemann, madre di Giovanni Keplero, con le sembianze di una strega