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Il Curricolo nella scuola dell’autonomia

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Il Curricolonella scuola dell’autonomia

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

DS Caterina Manco

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POF e Curricolo

Il POF (DPR 275/99, art. 3, c. 1):

– … è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia.

– … è coerente con gli obiettivi generali ed educativi … determinati a livello nazionale … e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa.

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

DS Caterina Manco

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POF e Curricolo

Il curricolo (DPR 275/99, art. 4 – autonomia didattica – c. 1):

– Le istituzioni scolastiche, … a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

DS Caterina Manco

4Programma e curricoloSappiamo tutti cos’è il Programma.

Preme ogni giorno con la sua prescrittività e (a volte) la sua inadeguatezza rispetto alle concrete

esigenze della vita quotidiana.

Spesso vorremmo liberarcene!

Eppure, nonostante tutto, la sua presenza ci rassicura così tanto, anche (forse soprattutto!) nella

possibilità della trasgressione, che continuiamo a restarne imbrigliati e dipendenti.

Facciamo una grande fatica a pensarci“liberi da un programma da svolgere”

e da violare più o meno consapevolmente.

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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Il Programma

“… una serie più o meno organica (talvolta una congerie o un semplice elenco) di argomenti di studio, in una forma che spesso è troppo specifica sul piano dei contenuti ma troppo

generica rispetto agli esiti richiesti e alle modalità di realizzazione …” *

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Il curricolo

Rispetto a questa definizione,“… la nozione di curricolo è assai più comprensiva, perché include tutti gli

elementi essenziali del processo didattico, e soprattutto è basata su criteri di flessibilità, di scelta ragionata, di considerazione delle circostanze

ambientali e delle situazioni di fatto, relative alla scuola, alla disponibilità delle risorse e in particolare delle conoscenze,

abilità, motivazioni degli allievi” *

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Perché il curricolo

Perché il concetto e la prassi del curricolo ci consente di guardare

all’educazione a scuola come a quel processo complesso di trasmissione culturale e, insieme, di orientamento

personale che permette di focalizzare, di entrambi gli elementi,

le diverse componenti.

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8Perché il curricolo *

È una diretta conseguenza del Regolamento dell’Autonomia, necessario in un sistema decentrato e meno prestabilito dalle autorità centrali

Serve a definire i termini della responsabilità in capo alla singola Istituzione Scolastica individuando i limiti della libertà individuale entro criteri condivisi collegialmente

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La prospettiva “contenutistica” *

Recupera il valore educativo delle discipline di studio rispetto a impostazioni pedagogiche più centrate sulla socializzazione

Ripensa radicalmente i modi del loro insegnamento da parte di specialisti (cfr., in particolare, l’attuale attenzione per l’insegnamento delle lingue, delle scienze e della

matematica – Poseidon, ISS, [email protected])

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La prospettiva “contenutistica” *

Emerge quando si vuole dare importanza a ciò che si insegna a scuola, ai contenuti dell’insegnamento

Dà valore ai contenuti disciplinari Dà rilievo:

– alla funzione di trasmissione e di elaborazione culturale svolta dalla scuola

– all’esigenza di analizzare, criticare, ripensare, trasformare i contenuti culturali proposti nei diversi livelli di istruzione

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La prospettiva “contenutistica” *

Diventa “un modo o un punto di vista da cui considerare e discutere i problemi dell’educazione: lo studio del curricolo assume l’aspetto di una teoria della socializzazione culturale incentrata sul problema della trasmissione delle conoscenze e dello sviluppo cognitivo correlato” *

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La prospettiva “metodologica” *

“… utilizza la nozione di curricolo in alternativa a quella di programma (da “svolgere”), come una modalità per riuscire a considerare complessivamente tutti i fattori che intervengono nel processo didattico e a rilevarne le alterazioni, le relazioni reciproche, i meccanismi di feed-back”

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La prospettiva “metodologica” *

Ha due risvolti: Il processo di costruzione del curricolo, e la

sua realizzazione, sono finalizzati al conseguimento di precisi esiti formativi, definiti preventivamente

Non può essere definito “dall’alto”, né “a priori”: è un compito specifico dei docenti che lo realizzano e nasce a conclusione di una progettazione collegiale che lo articola in piani di lavoro collettivi e individuali.

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14La prospettiva “metodologica” *

Prevede due condizioni: La prima condizione è legata

– alla capacità dei docenti di utilizzarela flessibilità insita in questa impostazione el’ampia possibilità di scelta che essa lascia

– e al rigore interno che tale flessibilità impone sul piano delle definizioni, delle verifiche, della messa a punto degli strumenti didattici congruenti

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La prospettiva “metodologica” *

La seconda condizione è data dal rapporto che essa chiede di stabilire

– tra il piano di lavoro individuale del singolo insegnante e la progettazione collegiale

– tra il principio della “libertà di insegnamento” e l’altro principio, non contrastante, della responsabilità collegiale che gli stessi docenti hanno all’interno di una Istituzione Scolastica.

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La prospettiva “metodologica” * In questa prospettiva, la libertà di insegnamento

diventa un modo personale e oggettivabile di esprimere la propria professionalità di insegnante

È una libertà di progettazione, che si identifica con la libertà di costruire, realizzare e verificare un piano di lavoro individuale entro un quadro di riferimento che richiede:– la pubblicità e la discussione collegiale (fare scuola non

è una faccenda privata)– la progettazione concordata in vista di un curricolo

generale (perché il curricolo è della scuola)– l’esplicitazione di una ipotesi di lavoro didattico da

verificare negli esiti formativi degli allievi

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La prospettiva “metodologica” *

E il curricolo diventa, innanzi tutto– l’organizzazione e l’articolazione interna di un

corso di studi nel suo complesso,– un itinerario formativo, visto nei suoi aspetti

sincronici e diacronici, nell’ambito del quale si collocano organicamente i curricoli specifici;

– un modo per individuare le connessioni tra il generale (il curricolo complessivo) il particolare (il curricolo della singola disciplina)

– e, allo stesso modo, illuminare l’intero percorso dal punto di vista della singola disciplina

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La prospettiva “metodologica” *

Da una parte, rende indispensabile discutere del curricolo nel suo insieme e nella sua impostazione di base

Dall’altra, richiede di vedere la sua articolazione in contenuti, e quindi in curricoli disciplinari, tenendo conto dell’interazione reciproca che lega l’uno agli altri:– la valenza educativa di una disciplina risulterà

allora determinata dai rapporti organici che essa può stabilire con le altre in un quadro di riferimento generale

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19Il curricolo: un percorso

Il percorso rappresenta un progressivo passaggio (organizzato dalla scuola e assunto

dallo studente in modo sempre più consapevole) dall’imparare facendo alla capacità di riflettere e formalizzare l’esperienza,

attraverso la ri-costruzione degli strumenti culturali e la capacità di utilizzarli consapevolmente come

chiavi di lettura della realtà.

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Uno schema possibile */1

Individuazione e descrizione– del contesto socioculturale e scolastico,– e delle condizioni “di partenza” degli allievi

relativamente a conoscenze, abilità, motivazioni …

In questa fase occorre prendere in considerazione le condizioni della società attuale (contesto

socioculturale), l’inadeguatezza più volte dimostrata del nostro sistema di Istruzione (condizioni di

partenza) e l’esigenza di una formazione in grado di rispondere ai nuovi bisogni

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Uno schema possibile */2

Definizione degli obiettivi educativi generali e degli obiettivi didattici specifici

Gli obiettivi educativi generali possono coincidere con quelli proposti nel documento

“Cultura, scuola, persona”

Quelli specifici si possono individuare nei traguardi di competenza e,

strumentalmente, negli obiettivi di apprendimento

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A proposito di obiettivi Chi li individua? Chi li definisce operativamente? C’è uno schema cui fare riferimento?

Sicuramente c’è una connessione vitale tra i fini dell’educazione, gli obiettivi (definiti come abilità cognitive generali e/o competenze) e i procedimenti didattici da mettere in atto per conseguirli

Verificare, a questo proposito, le riflessioni e le scelte della Commissione e del Ministro

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Uno schema possibile */3

Descrizione dei contenuti di insegnamento: discipline di studio e argomenti specifici.

Le discipline sono date all’interno delle Indicazioni; esse rappresentano il quadro generale già individuato

e di competenza del Ministro (DPR 275/99, art. 8)

Gli argomenti vanno declinati a partire da quanto indicato nella descrizione di ciascuna disciplina e

negli “obiettivi di apprendimento” posti a conclusione dei periodi scanditi (bienni o trienni)

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24Uno schema possibile */4 Individuazione e descrizione delle

procedure didattiche, dei metodi e delle strategie di insegnamento/apprendimento, le modalità di comunicazione e di interazione

Questo è un aspetto fondamentale che non siamo abituati ad esplicitare:

prima di tutto, perché diamo per scontato che i docenti utilizzino un metodo molto simile

in secondo luogo, perché non cogliamo fino in fondo la differenza tra un metodo di lavoro fondato sulla programmazione dell’insegnamento e un altro centrato sulla progettazione dell’apprendimento

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25A proposito di contenuti/1 Sono poi così neutri, come si crede? Quando ci si

chiede “che cosa una società vuole insegnare alle giovani generazioni”, intendiamo affermare che attraverso l’educazione scolastica non ci proponiamo solo di “sviluppare abilità” generali, ma anche di trasmettere criticamente un patrimonio di esperienze e conoscenze

Non è quindi secondario il rapporto che si può stabilire tra obiettivi generali e discipline, e non va considerato a posteriori. Questi due aspetti della progettazione del curricolo non possono essere separati perché interagiscono in un rapporto di scambio

“educare istruendo” - Nelle Indicazioni sono esplicitati entrambi i termini: la valenza educativa delle discipline tendente alla realizzazione del nuovo umanesimo e della cittadinanza attiva

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26A proposito di contenuti/2

Curricolo e contenuti/discipline:– Riflettere su questa relazione implica la

riflessione sulle discipline come essenziali e differenziati modi dell’esperienza umana, come corpi di conoscenze sistematicamente organizzate

– È la prospettiva “contenutistica” (che fa capo in ogni caso ad una teoria della conoscenza) che tende ad individuare e valorizzare le discipline non solo come aggregazioni più o meno sistematiche di teorie e di concetti, ma anche come specifiche metodologie di ricerca, modalità peculiari di raccolta dei dati, uso di materiali e strumenti

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27A proposito di contenuti/3

Il “nuovo umanesimo”propone che la scelta dei contenuti del conoscere nel loro insieme (il curricolo come

organizzazione generale del corso di studi) sia determinata non tanto e non solo dalle “teorie della conoscenza” (che rappresenta

l’uomo ad una dimensione), ma da un “modello di uomo” multidimensionale, capace di

comprendere e di intervenire in un’ampia gamma di campi e di fenomeni

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Uno schema possibile */5

Scelta e organizzazione dei materiali di lavoro, dei sussidi didattici, dei libri di testo, delle apparecchiature e delle tecnologie, comprese le TIC

Sappiamo tutti che non è indifferente restare nell’ambito degli strumenti tradizionali o introdurre le Nuove Tecnologie in modo sistemico e

sistematico, come strumento della didattica ordinaria

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Uno schema possibile */6

Definire l’organizzazione istituzionale e sociale della scuola:– la strutturazione dello spazio e del

tempo– le relazioni di autorità/collaborazione– i rapporti tra gli insegnanti– i rapporti tra gli insegnanti e gli alunni,

tra la scuola e la famiglia …

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Uno schema possibile */7

Individuare e utilizzare in modo sistematico strumenti, modalità e sistemi di valutazione interni ed esterni.

A questo proposito occorre riflettere e produrre elementi utili a definire:

la valutazione di sistema e la valutazione degli alunni gli esiti formativi e il successo scolastico indicatori e strumenti per le verifiche di processo e di

risultato prove finali, esami … la percezione interna e la valutazione esterna

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31Uno schema possibile */8

Conoscere e realizzare collegamenti di continuità:– con i livelli di scolarità, precedenti e successivi – con le forme e i percorsi della formazione

professionale– con il mondo del lavoro tout court

anche quando il mondo del lavoro sembra assolutamente distante (è quanto si pensa nella scuola primaria), perché

la visione di insieme e di lungo termine è indispensabile alla pianificazione strategica di un curricolo che risponda realmente agli attuali bisogni formativi

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La flessibilità/1 La flessibilità è l’elemento fondamentale nella

costruzione del curricolo, a partire dallo schema proposto, che infatti– non va inteso in modo prescrittivo– E, men che meno, tassonomico

Infatti, l’individuazione di tutte le relazioni e le interazioni possibili tra i diversi elementi, piuttosto che ad una sequenza univoca e

ordinata, deve dar luogo ad una operazione ricorsiva, a spirale, che permetta di tornare alla

rivalutazione di elementi già definiti qualora l’analisi dei successivi imponga una nuova

riflessione.

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Flessibilità/2

La costruzione del curricolo quindi, non va pensata come una mera successione di momenti, univoca e temporalmente ordinata, ma piuttosto come un insieme dinamico di rapporti tra diversi elementi che devono essere più volte considerati e riconsiderati.

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Il curricolo: operazione complessa

La progettazione curricolare è dunque una operazione complessa che

coinvolge tutti i fattori connessi con il processo educativo, dai contenuti agli

esiti formativi, dalla modalità di realizzazione ai condizionamenti

derivanti dalle situazioni socioambientali.

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Il curricolo: work in progress

Il processo di costruzione del curricolo non si conclude una volta per tutte.

Si configura piuttosto come una ricerca continua che vede i docenti, nella

loro qualità di professionisti riflessivi, impegnati in un costante lavoro di

analisi della realtà e di rielaborazione delle pratiche didattiche.

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36Il curricolo: un percorso

Il curricolo organizza e descrive l’intero percorso formativo, dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria, nel quale si intrecciano e si fondono i processi cognitivi e quelli relazionali

L’unitarietà del percorso non elimina la specificità dei diversi momenti evolutivi nei quali si svolge l’avventura dell’apprendimento.

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37Il curricolo: un percorso

Il percorso rappresenta un progressivo passaggio (organizzato dalla scuola e assunto

dallo studente in modo sempre più consapevole) dall’imparare facendo alla capacità di riflettere e formalizzare l’esperienza,

attraverso la ri-costruzione degli strumenti culturali e la capacità di utilizzarli consapevolmente come

chiavi di lettura della realtà.

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Il curricolo: un mosaico

Il curricolo è un mosaico, dal disegno unitario e articolato allo stesso tempo, in cui confluiscono le esigenze locali, che la

scuola deve essere in grado di far emergere attraverso il dialogo con la propria realtà di appartenenza, e le richieste espresse dalla comunità

nazionale e internazionale, tutte riassunte nelle Indicazioni

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Il curricolo: un mosaico

Le Indicazioni Nazionali costituiscono il quadro di riferimento delle scelte affidate alla progettazione delle scuole. In questo senso sono un testo volutamente aperto

che la comunità professionale è chiamata ad assumere e a contestualizzare tenendo conto dei bisogni di sviluppo degli alunni, delle aspettative della società, di tutte le

risorse disponibili, sia all’interno delle scuole che sul territorio.

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40Il curricolo: un mosaico

La comunità nazionale stabilisce le aree di sviluppo della conoscenza (i luoghi, reali o virtuali, i soggetti, le connessioni), le discipline che ad esse concorrono, le competenze indispensabili per esercitare il diritto alla cittadinanza.

Ciascuna istituzione scolastica provvede a specificare gli obiettivi da raggiungere, le modalità per conseguirli, l’organizzazione che ne scaturisce.

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Il curricolo: cuore didattico del POF

Il curricolo è il cuore didattico del Piano dell’Offerta Formativa che la comunità professionale è chiamata a predisporre per i propri alunni

La sua elaborazione è il terreno su cui si misura concretamente la capacità progettuale di ogni scuola per rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno

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42Il curricolo: cuore didattico del POF

La definizione del curricolo impone, inoltre, che i docenti:– da una parte ne siano, e si sentano, co-

elaboratori, protagonisti responsabili delle scelte effettuate dalla scuola.

– dall’altra, siano consapevoli che per attuare concretamente situazioni formative multiple, indispensabili se si vuole rispondere a stili di apprendimento molto diversificati, è necessario predisporre un luogo dove le scelte organizzative e didattiche siano molto flessibili

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Curricolo e comunità professionale

La costruzione del curricolo delinea una professionalità docente fortemente valorizzata, nella sua dimensione sociale oltre che individuale.

È la comunità professionale, infatti, che è chiamata ad assumersi le responsabilità progettuali all’interno di una dimensione sociale di collaborazione, negoziazione delle scelte, condivisione di una peculiare idea di scuola.

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44Il curricolo: la dimensione sociale

È solo attraverso il lavorare insieme che si costruisce una comunità

professionale ed educativa nella quale la libertà culturale di ciascuno si coniuga, attraverso un confronto

responsabile, con un progetto alto di scuola, impegnativo per tutti, ma per tutti significativo perché costruito da

tutti e da tutti condiviso

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Ancora sulla dimensione sociale

La dimensione sociale del curricolo richiama la dimensione sociale dell’apprendimento.

Perché si impara in un contesto sociale,cioè in una specifica situazione storica e

culturale, ma soprattuttosi impara con gli altri.

Solo attraverso il confronto con gli altri si prende atto progressivamente delle

proprie competenze e delle specificità di ciascuno

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Anche la competenza ha un carattere sociale:

Io ho bisogno dell’altro perché la mia competenza si manifesti e si strutturi

Non basta che io sappia fare bene una cosa e non basta che io ne sia consapevole; se

nessuno lo sa, e nessuno mi restituisce e mi convalida questa consapevolezza, non è

possibile parlare di competenza

Ancora sulla dimensione sociale

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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In sostanza, se la dimensione sociale dell’apprendimento richiama un contesto capace di riconoscere e validare ciò che so, e so fare, il mio saper fare richiede, quando gli altri me lo riconoscono, la disponibilità a porgere agli altri la mia

competenza, in una reciprocità che arricchisce e costruisce la comunità

professionale.

Competenza e comunità professionale

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Definire il curricolo:

è un dovere o un diritto?

È un dovere, certo, perché:– non c’è più un programma nazionale– ma solo Indicazioni generali che:

non definiscono i livelli della singola classenon dettagliano i contesti di apprendimentonon danno certezze sul percorso da

compiere

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Definire il curricolo:

un dovere o un diritto?

Ma è soprattutto un diritto, che richiede ed esalta la libertà di

insegnamento quale presupposto progettuale per garantire a tutti gli alunni il diritto all’apprendimento attraverso l’autonomia didattica,

l’autonomia organizzativa, l’autonomia di ricerca e sviluppo

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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Il curricolo: work in progress

Il processo di costruzione del curricolo non si conclude una volta per tutte.

Si configura piuttosto come una ricerca continua che vede i docenti, nella

loro qualità di professionisti riflessivi, impegnati in un costante lavoro di

analisi della realtà e di rielaborazione delle pratiche didattiche.

Riferimenti normativi

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52Regolamento dell’autonomia articolo 8. Il Ministro definisce:

gli obiettivi generali del processo formativo

gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni

le discipline, le attività, il monte ore i limiti di flessibilità gli indirizzi circa la valutazione

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53Regolamento dell’autonomiaarticolo 8: le scuole/1

nel Piano dell’Offerta Formativa, determinano il curricolo:– integrando le istante definite a livello

nazionale (a garanzia della unitarietà del sistema) con le istanze del territorio (per valorizzare il pluralismo culturale e territoriale)

– precisando le scelte relative alla flessibilità

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54Regolamento dell’autonomiaarticolo 8: le scuole/2

– tenendo conto:delle diverse esigenze formative

concretamente rilevatedella necessità di garantire efficaci azioni di

continuità e di orientamentodelle esigenze e delle attese espresse dalle

famiglie, dagli EE.LL., dai contesti sociali, culturali ed economici del territorio

– proponendo possibilità di opzioni– prevedendo una integrazione tra sistemi

formativi (scuola superiore) in base ad accordi con le Regioni e glI EE.LL.

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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55La costruzione del curricolo

Alla costruzione del curricolo concorre:– il possibile arricchimento del monte ore degli

insegnamenti già previsti a livello centrale;– l’integrazione dell’offerta formativa con altri

insegnamenti;– l’utilizzazione della flessibilità oraria

consentita per legge (attualmente il 20% del monte ore annuale);

– l’introduzione delle modalità organizzative che si ritengono più rispondenti agli scopi e ai risultati da raggiungere.

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Autonomia didattica/1DPR 275/99, art. 4

Consente di:– tradurre e concretizzare gli obiettivi

nazionali in percorsi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni

– valorizzare le diversità– promuovere le potenzialità di ciascuno

attraverso iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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57

Autonomia didattica/2DPR 275/99, art. 4

Consente di adottare tutte le forme di flessibilità per regolare i tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline:– articolazione modulare del monte ore– aggregazione delle discipline– percorsi formativi pluridisciplinari– percorsi didattici

individualizzati/personalizzati– articolazione per gruppi

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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Autonomia di ricercaDPR 275/99, art. 6

La libertà di insegnamento esiste in quanto è funzionale al diritto all’apprendimento

I docenti pertanto, utilizzando in modo propositivo l’autonomia di ricerca e sperimentazione:

ricercano continuamente i possibili elementi di flessibilità

producono sempre nuovi percorsi di formazione finalizzano la propria professionalità alla

costruzione di un curricolo di volta in volta rinnovato sulla base dei bisogni che cambiano

assumono pienamente la responsabilità delle scelte e delle decisioni

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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Autonomia di sviluppo DPR 275/99, art. 6

Il diritto all’apprendimento,a sua volta, è finalizzato

alla crescita e allo sviluppo delle persone, quindi

allo sviluppo del sistema formativo e, in ultima analisi

allo sviluppo del sistema-paese

Autonomia e curricoloUdine, febbraio 2008

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Caterina Manco

D.S. Istituto Comprensivo eSpaziaMonterotondo - Roma

[email protected]

Centralino: 06900921