la bussola n°04

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EDITORIALE “...in questo povero paese in cui la politica, a destra e a sinistra, sembra aver perso la bussola democratica...” (Gianni Barbacetto) N° 4 Settembre 2010 Distribuzione gratuita Stampato in proprio DUE POPOLI UNO STATO LA METAMORFOSI DI ISRAELE Lettera aperta al Presidente della Regione Marche a pagina 6 La sfida che ci attende a pagina 9 Debito pubblico - Storia breve a pagina 11 Commemorazione di Paolo Borsellino a pagina 5 Terreni agricoli e fotovoltaico a pagina 3 Piccoli ma liberi a pagina 2 a pagina 7

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Titolo di copertina: Due popoli uno Stato: la metamorfosi di Israele_parte 1 Articoli: Piccoli ma liberi di Felice Massaro Terreni agricoli e fotovoltaico: ne parliamo con il Sindaco Verdini Tarcisio di Cristian Bellucci Commemorazione di Paolo Borsellino: appunti ed emozioni di Fernanda Marotti Lettera aperta al presidente della Regione Marche di Rodolfo Santini Due popoli uno Stato: la metamorfosi di Israele_parte 1 di Simone Santini e Pino Cabras La sfida che ci attende di Angelo D’Agostino Debito pubblico: storia breve di GianMaria Vittorietti SCHEDA DEL LIBRO. Armi d’Italia – protagonisti e ombre di un made in Italy di successo. Autori: Benedetta Verrini e Riccardo Bagnato. Editore: Fazi Editore.

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EDITORIALE

“...in questo povero paese in cui la politica, a destra e a sinistra, sembra aver perso la bussola democratica...” (Gianni Barbacetto)

N° 4Settembre 2010Distribuzione gratuitaStampato in proprio

DUE POPOLI UNO STATOLA METAMORFOSI DI ISRAELE

Lettera aperta al Presidente della Regione Marche a pagina 6

La sfida che ci attendea pagina 9

Debito pubblico - Storia brevea pagina 11

Commemorazione di Paolo Borsellino a pagina 5

Terreni agricoli e fotovoltaico a pagina 3

Piccoli ma liberia pagina 2

a pagina 7

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La Bussola - periodico culturaleRegistrato presso il tribunale di

Pesaro il 14 - 1 - 2010 ,n° di registrazione 568

------n°4 chiuso il 22 Settembre 2010

Direttore responsabileFelice Massaro

[email protected]

RedazioneMonteMaggiore al Metauro (PU)

Via Carbonara 40 [email protected]

Grafica e impaginazionePaola Bacchiocchi

[email protected]

StampaStampato in proprio

Pubblicitàpubblicità@associazione-liberamente.it

[email protected]

Gli autori si assumo le rispettive responsabilità

Il treno degli emigranti

Non è grossa, non è pesante la valigia dell’immigrante...

C’è un pò di terra del mio villaggio...

un vestito, un pane, un frutto,e questo è tutto.Ma il cuore no,

non l’ho portato:nella valigia non c’è entrato.Troppa pena aveva a partire,oltre il mare non vuol venire.

Lui resta fedele come un cane,nella terra che

non mi dà pane:un piccolo campo,

proprio lassù...Ma il treno corre:non si vede più.

Gianni Rodari“I LIBRI DELLA FANTASIA”

PICCOLI MA LIBERIdi Felice Massaro

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F OTO V O LTA I C O D A D I S C I P L I N A R E

di Cristian Bellucci

TERRENI AGRICOLI E FOTOVOLTAICOne parliamo con il Sindaco Verdini Tarcisio

E D I TO R I A L E

L’idea di perseguire l’obiettivo di riuscire a rifornirsi di energia secondo un modello ciclico in cui le risorse si “rinnovano” contestualmente ai “ritmi della terra”, in uno sviluppo “sostenibi-le”, è senz’altro la via giusta e oramai improcrastinabileAd oggi l’Uomo ha potuto contare sulle enormi riserve del pianeta che, al contempo, si è accollata i “costi” di uno sviluppo indiscriminato. Ma è evidente, e questo si constata quotidianamente, che questo modello, basato sul con-sumo di quelle riserve ha un funziona-mento limitato nel tempo. “En fnit le noc ma Bacuch che c’n’aveva set solèr e ne magneva una al giorn”.Occorre disporre di una fonte di ener-gia affidabile ed “inesauribile”.Ebbene l’energia solare che investe la terra è c.ca 15000 volte superiore al fabbisogno energetico mondiale per cui mi sembra fin troppo scontato “guardare” al sole.

Cosa ne pensi del progetto del Presidente della Provincia Ricci “ La provincia del sole e del vento”?Il progetto “La Provincia del sole e del vento” è uno degli indirizzi e pro-poste di sviluppo di Green Economy definiti nelle linee programmatiche del mandato amministrativo provinciale 2009 – 2014 e non può che trovarci in accordoL’intento progettuale è mirato allo sviluppo di attività volte a 622 milioni, poco più del 10%, vanno alle vere fonti rinnovabili. (fonte GSE Fise Assoam-biente 31 marzo 2007).

Parliamo del fotovoltaico, un sistema che usa una fonte d’energia assolutamente gratuita. Che ne pensi dei vari sistemi? Il fotovoltaico rappresenta un poten-ziale di sviluppo enorme. Va sottoline-ato come il fotovoltaico abbia una ca-ratteristica di grande democraticità (il sole splende in egual modo più o meno

Questo periodico è sicuramente una minuscola pagina rispetto alla immen-sa enciclopedia dell’informazione.Tuttavia i collaboratori continuano a impegnare tempo ed energie perché alimentati dalla speranza,consapevolmente illusoria, di po-ter raddrizzare la prua. Si continua comunque. Eppure in queste pagine modeste c’è tutto il nostro mondo.

Cabras e Santini denunciano il com-portamento irrazionale di Israele, ad esempio. Israele non ha una Costi-tuzione scritta. Solo la sua Legge Fondamentale del 1980 afferma che Gerusalemme è la capitale. Ma tale status non è riconosciuto neppure dal-la Comunità Internazionale in quanto territorio occupato. Infatti, gli Stati che hanno relazioni diplomatiche con Isra-ele, come disposto in sede di Consiglio di Sicurezza e Assemblea Generale delle Nazioni Unite, mantengono le proprie ambasciate a Tel Aviv e non a Gerusalemme. Israele ha raggiunto ac-cordi ufficiali sui confini solo con Egitto e Giordania eppure, sprezzante,si comporta da padrone assoluto dell’intera area senza farsi lambire dal buonsenso di risolvere seriamente e definitivamente la questione pa-lestinese. Usa la propria superiorità, spesso inopportunamente, causando infiniti lutti e odi che, proiettati nell’in-tero mondo musulmano, nessuna guerra può spegnere.

Ancora Santini, riferendosi al congres-so provinciale dell’IDV, non fa altro che invocare trasparenza ed etica pubblica. “La dissidenza non assurge a valore nell’Italia dei Valori”. Chiaro? Il tempio invaso dai mercanti.

Il Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Can-digliano chiede inutilmente che “sia data conclusione all’annosa vicenda dell’inceneritore di biomasse di Schiep-pe di Orciano” pur avendo documenta-to “i gravi errori, i profili di illegittimità, lo spreco di risorse pubbliche che gli uffici della Regione Marche hanno

su tutto il pianeta). Lo spirito del Con-to Energia andava proprio in questa direzione; sviluppo di produzione/generazione di energia distribuita sul territorio grazie a piccoli e medi impianti. Così si sarebbero centrati importanti obiettivi. La generazione di energia nel luogo di consumo con riduzione di perdita di distribuzione, ad esempio. Ne deriverebbe una cono-scenza diffusa, niente speculatori e promozione di operatori locali.

Basterebbe coprire una percentuale ridotta dei tetti disponibili per produrre tutta l‘energia elettrica che serve all’intero Paese. Perché, secondo te, c’è una così netta tendenza a realizzare impianti a terra, oltre, naturalmente, ai probabili costi relativi più bassi per impianti di maggiori dimensioni rispetto a quelli più piccoli?

perpretato in questi anni”.La conclusione non ha bisogno di commenti: “Crediamo che un am-ministratore attento non si farebbe ripetere due volte un tale invito, a maggior ragione se lo stesso “milita” in un partito, l’I.D.V., che della legalità ha fatto la propria bandiera”.On.le Di Pietro, è ora di lasciare il trattore a Montenero e di fare scalo a Falconara. Urge la tua presenza. Se l’I.D.V. è ancora I.D.V.

Il sindaco Verdini, intervistato da Cristian Bellucci, ci ricorda che ricevono fondi statali anche coloro che produ-cono energia avvalendosi di impianti alimentati da fonti rinnovabili e “assi-milate”. Grazie a tale termine ambiguo anche coloro che producono energia da impianti alimentati con la pece hanno fondi statali. Si tratta di pece e non di vento, sole o soffioni boraciferi.

C’è da commuoversi fortemente, poi, da tutta la cialtroneria uffficiale della informazione stampata e teletra-smessa quando ci spiega che il debito pubblico avanza perché il barbiere o il calzolaio o il gelataio o il fruttivendolo non sempre emettono lo scontrino. L’economista Milton Friedman, intervistato durante la crisi del ’92, ebbe a dire “Meno male che c’è stato il sommerso poiché si sono salvate tantissime famiglie”. Anche oggi tante famiglie italiane stanno reggendo gra-zie ai risparmi, alle pensioni dei nonni e, purtroppo, a qualche soldo nascosto al fisco. Si tratta però, lo ricordiamo noi, di un fisco che può essere spietato se il barbiere non rilascia ricevuta, è impotente quando scopre un falso in bilancio perché tale misfatto non è reato in quanto non si tratta di un pic-colo scontrino.Si tratta però, secondo Friedman, di soldi che, prelevati dalla famiglia del barbiere, sarebbero stati regalati al produttore di energia dalla pece. Quali giustificazioni increscio-se, cara Fernanda Marotti che ci hai regalato le emozioni vissute dal popolo dell’agenda rossa.

Sindaco, qual’ è la tua opinione sull’uso delle energie rinnovabili? Sono da perseguire ad ogni costo e velocemente?

La vocazione naturale del fotovoltaico è l’utilizzo di superfici già occupate e penso ai tetti di civili abitazioni, dei capannoni industriali, ai parcheggi e perché no alle autostrade.Ma è evidente che se si lascia “il miele” all’aperto presto arriva qualcuno che se lo piglia ed è anche abbastanza normale; meno normale è il vuoto ( a pensar male si fa peccato ma …) la-sciato dal legislatore a cominciare dalla truffa dei cosiddetti cip 6.La quasi totalità del fondo che costi-tuisce il Conto Energia anziché andare a finanziare la produzione d’energia da fonti rinnovabili finisce nelle tasche dei petrolieri, cementifici e inceneri-tori grazie alla L. n. 9 del 1991, con

cui sono stabiliti prezzi incentivati per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Fonti_rinnovabili” \o “Fonti rinnovabili” fonti rinnovabili e “assimilate”.In totale su 6119 milioni di euro solo 622 milioni, poco più del 10%, vanno alle vere fonti rinnovabili. (fonte GSE Fise Assoambiente 31 marzo 2007). Non pensi che la terra debba tornare ad essere impiegata per l’agricoltura di qualità, invertendo tra l’altro la tendenza di affidarsi a colture intensive che la desertificano e che hanno reso l’Italia dipendente dai paesi esteri? Con il ritorno alla auto produzione a carattere locale (anche provinciale) si andrebbe a ridurre anche l’inquinamento da trasporto …La crisi dell’agricoltura ovviamente ha fatto da volano a tutto questo fenomeno ma direi che sono problemi

diversi e che s’intrecciano solo per le responsabilità del legislatore che non ha ancora colmato il vuoto. L’attività di promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili ha trova-to in questi anni i maggiori ostacoli nella inadeguatezza e complessità del regime autorizzativo. Direi che giustamente si è proceduto verso una semplificazione del procedimen-to. La direttiva 2001/77/Ce afferma che è indispensabile, a fini strategici, incrementare nella massima misura possibile le installazioni di impianti a fonti rinnovabili. La direttiva 2001/77/Ce all’articolo 6 obbliga, infatti, gli Stati membri a: — “razionalizzare e accele-rare le procedure all’opportuno livello

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Pesaro il 14 - 1 - 2010 ,n° di registrazione 568

------n°4 chiuso il 22 Settembre 2010

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Grafica e impaginazionePaola Bacchiocchi

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Il treno degli emigranti

Non è grossa, non è pesante la valigia dell’immigrante...

C’è un pò di terra del mio villaggio...

un vestito, un pane, un frutto,e questo è tutto.Ma il cuore no,

non l’ho portato:nella valigia non c’è entrato.Troppa pena aveva a partire,oltre il mare non vuol venire.

Lui resta fedele come un cane,nella terra che

non mi dà pane:un piccolo campo,

proprio lassù...Ma il treno corre:non si vede più.

Gianni Rodari“I LIBRI DELLA FANTASIA”

PICCOLI MA LIBERIdi Felice Massaro

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F OTO V O LTA I C O D A D I S C I P L I N A R E

di Cristian Bellucci

TERRENI AGRICOLI E FOTOVOLTAICOne parliamo con il Sindaco Verdini Tarcisio

E D I TO R I A L E

L’idea di perseguire l’obiettivo di riuscire a rifornirsi di energia secondo un modello ciclico in cui le risorse si “rinnovano” contestualmente ai “ritmi della terra”, in uno sviluppo “sostenibi-le”, è senz’altro la via giusta e oramai improcrastinabileAd oggi l’Uomo ha potuto contare sulle enormi riserve del pianeta che, al contempo, si è accollata i “costi” di uno sviluppo indiscriminato. Ma è evidente, e questo si constata quotidianamente, che questo modello, basato sul con-sumo di quelle riserve ha un funziona-mento limitato nel tempo. “En fnit le noc ma Bacuch che c’n’aveva set solèr e ne magneva una al giorn”.Occorre disporre di una fonte di ener-gia affidabile ed “inesauribile”.Ebbene l’energia solare che investe la terra è c.ca 15000 volte superiore al fabbisogno energetico mondiale per cui mi sembra fin troppo scontato “guardare” al sole.

Cosa ne pensi del progetto del Presidente della Provincia Ricci “ La provincia del sole e del vento”?Il progetto “La Provincia del sole e del vento” è uno degli indirizzi e pro-poste di sviluppo di Green Economy definiti nelle linee programmatiche del mandato amministrativo provinciale 2009 – 2014 e non può che trovarci in accordoL’intento progettuale è mirato allo sviluppo di attività volte a 622 milioni, poco più del 10%, vanno alle vere fonti rinnovabili. (fonte GSE Fise Assoam-biente 31 marzo 2007).

Parliamo del fotovoltaico, un sistema che usa una fonte d’energia assolutamente gratuita. Che ne pensi dei vari sistemi? Il fotovoltaico rappresenta un poten-ziale di sviluppo enorme. Va sottoline-ato come il fotovoltaico abbia una ca-ratteristica di grande democraticità (il sole splende in egual modo più o meno

Questo periodico è sicuramente una minuscola pagina rispetto alla immen-sa enciclopedia dell’informazione.Tuttavia i collaboratori continuano a impegnare tempo ed energie perché alimentati dalla speranza,consapevolmente illusoria, di po-ter raddrizzare la prua. Si continua comunque. Eppure in queste pagine modeste c’è tutto il nostro mondo.

Cabras e Santini denunciano il com-portamento irrazionale di Israele, ad esempio. Israele non ha una Costi-tuzione scritta. Solo la sua Legge Fondamentale del 1980 afferma che Gerusalemme è la capitale. Ma tale status non è riconosciuto neppure dal-la Comunità Internazionale in quanto territorio occupato. Infatti, gli Stati che hanno relazioni diplomatiche con Isra-ele, come disposto in sede di Consiglio di Sicurezza e Assemblea Generale delle Nazioni Unite, mantengono le proprie ambasciate a Tel Aviv e non a Gerusalemme. Israele ha raggiunto ac-cordi ufficiali sui confini solo con Egitto e Giordania eppure, sprezzante,si comporta da padrone assoluto dell’intera area senza farsi lambire dal buonsenso di risolvere seriamente e definitivamente la questione pa-lestinese. Usa la propria superiorità, spesso inopportunamente, causando infiniti lutti e odi che, proiettati nell’in-tero mondo musulmano, nessuna guerra può spegnere.

Ancora Santini, riferendosi al congres-so provinciale dell’IDV, non fa altro che invocare trasparenza ed etica pubblica. “La dissidenza non assurge a valore nell’Italia dei Valori”. Chiaro? Il tempio invaso dai mercanti.

Il Coordinamento dei Comitati di Difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Can-digliano chiede inutilmente che “sia data conclusione all’annosa vicenda dell’inceneritore di biomasse di Schiep-pe di Orciano” pur avendo documenta-to “i gravi errori, i profili di illegittimità, lo spreco di risorse pubbliche che gli uffici della Regione Marche hanno

su tutto il pianeta). Lo spirito del Con-to Energia andava proprio in questa direzione; sviluppo di produzione/generazione di energia distribuita sul territorio grazie a piccoli e medi impianti. Così si sarebbero centrati importanti obiettivi. La generazione di energia nel luogo di consumo con riduzione di perdita di distribuzione, ad esempio. Ne deriverebbe una cono-scenza diffusa, niente speculatori e promozione di operatori locali.

Basterebbe coprire una percentuale ridotta dei tetti disponibili per produrre tutta l‘energia elettrica che serve all’intero Paese. Perché, secondo te, c’è una così netta tendenza a realizzare impianti a terra, oltre, naturalmente, ai probabili costi relativi più bassi per impianti di maggiori dimensioni rispetto a quelli più piccoli?

perpretato in questi anni”.La conclusione non ha bisogno di commenti: “Crediamo che un am-ministratore attento non si farebbe ripetere due volte un tale invito, a maggior ragione se lo stesso “milita” in un partito, l’I.D.V., che della legalità ha fatto la propria bandiera”.On.le Di Pietro, è ora di lasciare il trattore a Montenero e di fare scalo a Falconara. Urge la tua presenza. Se l’I.D.V. è ancora I.D.V.

Il sindaco Verdini, intervistato da Cristian Bellucci, ci ricorda che ricevono fondi statali anche coloro che produ-cono energia avvalendosi di impianti alimentati da fonti rinnovabili e “assi-milate”. Grazie a tale termine ambiguo anche coloro che producono energia da impianti alimentati con la pece hanno fondi statali. Si tratta di pece e non di vento, sole o soffioni boraciferi.

C’è da commuoversi fortemente, poi, da tutta la cialtroneria uffficiale della informazione stampata e teletra-smessa quando ci spiega che il debito pubblico avanza perché il barbiere o il calzolaio o il gelataio o il fruttivendolo non sempre emettono lo scontrino. L’economista Milton Friedman, intervistato durante la crisi del ’92, ebbe a dire “Meno male che c’è stato il sommerso poiché si sono salvate tantissime famiglie”. Anche oggi tante famiglie italiane stanno reggendo gra-zie ai risparmi, alle pensioni dei nonni e, purtroppo, a qualche soldo nascosto al fisco. Si tratta però, lo ricordiamo noi, di un fisco che può essere spietato se il barbiere non rilascia ricevuta, è impotente quando scopre un falso in bilancio perché tale misfatto non è reato in quanto non si tratta di un pic-colo scontrino.Si tratta però, secondo Friedman, di soldi che, prelevati dalla famiglia del barbiere, sarebbero stati regalati al produttore di energia dalla pece. Quali giustificazioni increscio-se, cara Fernanda Marotti che ci hai regalato le emozioni vissute dal popolo dell’agenda rossa.

Sindaco, qual’ è la tua opinione sull’uso delle energie rinnovabili? Sono da perseguire ad ogni costo e velocemente?

La vocazione naturale del fotovoltaico è l’utilizzo di superfici già occupate e penso ai tetti di civili abitazioni, dei capannoni industriali, ai parcheggi e perché no alle autostrade.Ma è evidente che se si lascia “il miele” all’aperto presto arriva qualcuno che se lo piglia ed è anche abbastanza normale; meno normale è il vuoto ( a pensar male si fa peccato ma …) la-sciato dal legislatore a cominciare dalla truffa dei cosiddetti cip 6.La quasi totalità del fondo che costi-tuisce il Conto Energia anziché andare a finanziare la produzione d’energia da fonti rinnovabili finisce nelle tasche dei petrolieri, cementifici e inceneri-tori grazie alla L. n. 9 del 1991, con

cui sono stabiliti prezzi incentivati per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Fonti_rinnovabili” \o “Fonti rinnovabili” fonti rinnovabili e “assimilate”.In totale su 6119 milioni di euro solo 622 milioni, poco più del 10%, vanno alle vere fonti rinnovabili. (fonte GSE Fise Assoambiente 31 marzo 2007). Non pensi che la terra debba tornare ad essere impiegata per l’agricoltura di qualità, invertendo tra l’altro la tendenza di affidarsi a colture intensive che la desertificano e che hanno reso l’Italia dipendente dai paesi esteri? Con il ritorno alla auto produzione a carattere locale (anche provinciale) si andrebbe a ridurre anche l’inquinamento da trasporto …La crisi dell’agricoltura ovviamente ha fatto da volano a tutto questo fenomeno ma direi che sono problemi

diversi e che s’intrecciano solo per le responsabilità del legislatore che non ha ancora colmato il vuoto. L’attività di promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili ha trova-to in questi anni i maggiori ostacoli nella inadeguatezza e complessità del regime autorizzativo. Direi che giustamente si è proceduto verso una semplificazione del procedimen-to. La direttiva 2001/77/Ce afferma che è indispensabile, a fini strategici, incrementare nella massima misura possibile le installazioni di impianti a fonti rinnovabili. La direttiva 2001/77/Ce all’articolo 6 obbliga, infatti, gli Stati membri a: — “razionalizzare e accele-rare le procedure all’opportuno livello

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di Fernanda Mariotti

R I C O R D I I N D I M E N T I C A B I L I

COMMEMORAZIONE di PAOLO BORSELLINOAppunti ed emozioni

Venerdì 16 luglioAeroporto Falcone-Borsellino: parti per loro e li incontri subito, appena arrivi a Palermo. Più tardi capirò che l’afa non ti lascia quasi mai per cui ti ci abitui. Ma al principio fiacca anche i pensieri ed è la vista che prende il sopravvento perché la bellezza qui è ovunque, la vedi anche se è coperta da cento anni di abbandono. In questa città simbolo tutto sembra in bilico, come fosse al limite, e stia resistendo. Resiste la grazia elegante dei viali cittadini maltrattati, resiste il litorale cosparso di cumuli di rifiuti, resiste la gente mescolata di tutti i colori, inven-tandosi ogni giorno un futuro senza certezze che potrebbe essere anche il nostro, se non riusciremo a sradicare le mafie una volta per tutte.

Sabato 17 luglioPer commemorare Paolo Borsellino quest’anno il Tribunale ha aperto la sua Aula magna ai cittadini. I giudici sono gentili e un ragazzo in divisa piange ascoltando i ricordi di Salvato-re. C’è lo Stato qui dentro, quello vero, che protegge e si sente al servizio dei cittadini onesti. Continuate a preten-dere la verità - ci dice Antonio Ingroia, il giudice che più tardi, di sera, sarà insieme a Nino Di Matteo al Conve-gno “Sistemi criminali – Quanto sono deviati gli apparati dello Stato?”.L’incontro si tiene nel bel cortile dell’Università ma le sedie sono rotte e non ci sono i fondi per comperarle, per

cui diverse centinaia di persone si sie-dono per terra. Molte di loro si capisce che non lo facevano più da tempo e tuttavia sembrano subito a loro agio.Ancora una volta ascoltiamo l’invito a partecipare, e a vigilare sulla nostra democrazia, a contestare le leggi con-tro le intercettazioni e sulla protezione negata ai pentiti e tutte le nuove nor-me che potrebbero allontanare i giudici dalla verità.

Domenica 18 luglioLa strada verso la verità è come un monte da scalare: forse è questo che pensiamo tutti durante il rito arden-te della salita al monte Pellegrino. Ci andavano da ragazzi Paolo e Salvatore e invece oggi ci siamo noi a urlare una rabbia infinita per tutti i ragazzi morti per mano della mafia e per difendere il nostro disgraziato paese.I poliziotti che devono controllare il traffico sulla carrabile che ogni tanto incrocia il sentiero ci sorridono. Siamo insieme, pensiamo le stesse cose: lo Stato resiste, la gente perbene resiste,

stiamo uniti.Seicento metri di dislivello da superare in tre chilometri di salita ripida fino al 30 %. Eppure c’è anche una coppia con un bambino di pochi mesi nel mar-supio, persone anziane, e tutti quei ragazzi che alle manifestazioni non ci vanno più. Non si conoscono ma bevono l’acqua dalla stessa bottiglia e si tendono la mano perché è così ripido che a scendere si rischia conti-nuamente di cadere. Le tv racconteranno che alla scala-ta c’erano “soltanto” un centinaio di persone, e non diranno delle oltre cinquecento che quella stessa sera hanno atteso di entrare in un vecchio cinema infuocato, delle altre centinaia che sono rimaste fuori e delle mi-gliaia connesse in diretta streaming per ascoltare Salvatore Borsellino, il giudice Ingroia, Travaglio e Genchi. Questa sera Palermo c’è. E i ragazzi distribuiscono l’acqua perché il caldo qui è un’emergenza anche di notte.

Lunedì 19 luglioVia D’Amelio alle 10 è già piena di gente. Da un piccolo palco si alternano parole di lutto, speranza, rabbia e resi-stenza. Stati d’animo diversi, ma tutti orgogliosamente integri. Le agende rosse come bandiere di legalità, come gocce di sangue, come libri sacri, ce le stringiamo tra le mani e le alziamo al cielo perché le veda. Dopo 18 anni esatti quel boato è dentro il nostro mi-nuto di silenzio. Lo possiamo sentire. Poco dopo esploderà di nuovo nelle urla del corteo. Siamo migliaia perché

amministrativo”;Va ricordato che il D. Lgs 387/ 03 Ra-zionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative,in attuazione di tale direttiva, all’ art. 12 comma 1, cita:Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opereconnesse e le infrastrutture indispen-sabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti.

Chi rilascia le autorizzazioni per gli impianti? Cosa può fare un’ Amministrazione Comunale se volesse opporsi ad impianti sul proprio territorio?La mancanza di linee guida nazionali ha fatto sì che ogni Regione abbia applicato criteri propri, legiferando di fatto in maniera autonoma, cosicchè ad oggi ogni regione adotta proprie deliberazioni per individuare i criteri e le autorizzazioni necessarie creando non poca confusione e difformità da una regione all’altraDa noi le autorizzazioni per impianti

fino a 20 KW a terra e fino a 200KW su coperture di edifici esistenti le rilascia il Comune. Tutti gli altri impianti vengo-no autorizzati dalla provincia di Pesaro e Urbino. Dal 27 agosto 2010 quelli con potenza superiore ai 200KW attraver-so la procedura di V.I.A..(Valutazione Impatto Ambientale)Per la fine di Settembre la Regione Marche dovrebbe adottare un provve-dimento normativo circa la questione del fotovoltaico a terra.

Al Comune di san Costanzo come hanno agito pochi mesi fa? Non si può agire sulla destinazione d’uso del territorio?A poco è servito l’atto adottato dal Comune di S. Costanzo, illegittimo e poi ritirato. Il Comune può, e sarà quello che dovremo fare, approvare un regolamento con indicazioni ed orien-tamenti precisi circa la possibilità di far installare sul proprio territorio impianti fotovoltaici, ma la legge attribuisce una “forza” importante a questo setto-re, considerandoli appunto di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti.

Un’amministrazione comunale, di concerto con l’Amministrazione provinciale, come può incentivare economicamente chi realizza impianti sui tetti piuttosto che a terra? Accordi con le banche locali?Le Istituzioni devono riuscire a fungere da catalizzatori e mettere in contatto i diversi attori per una sempre maggior e capillare diffusione, presso le singole utenze, del fotovoltaico prima pubblico e poi privato ed è quello che stiamo facendoL’Amministrazione Comunale di Mon-temaggiore si è già attivata per pro-durre sui propri tetti energia da fonti rinnovabili, Insieme all’ufficio Energia della Provincia sta valutando una serie di iniziative tendenti a convincere le famiglie e le imprese a diventare auto-produttori dell’energia che consuma-no. Dobbiamo attivare una campagna di informazione sul risparmio energe-tico. Il Comune metterà in campo ogni azione per coinvolgere tutti i soggetti interessati allo sviluppo di questa eco-nomia: cittadini, artigiani installatori e gli Istituti di credito, affinché l’obiet-tivo che ci siamo posti, possa essere raggiunto con soddisfazione di tutti.

Complessivamente nell’anno 2009 in Italia sono stati usati 337601 GWh di energia elettrica, mentre nel 2008 questa era di 360000 GWh/anno (Fonte: Terna SpA, “Dati statistici sull’energia elettrica in Italia).Un dato sulla produzione media dei pannelli fotovoltaici è 125 kWh/mq anno per la città di Roma. (Fonte: ISES Italia). Un conteggio assolutamente indicativo per capire quanti di questi pannelli sevirebbero per un anno intero per l’intera Italia è:360.000 x 1.000.000 kWh*anno-1 / 125 kWh*(mq anno)-1 = 2.880.000.000 mq = 2.880 Kmq.

Addirittura, considerando i dati per la nostra provincia riportati sul documento “Energia: progetti e programmi per lo sviluppo di una politica energetica provinciale”, a firma del Dott. Renzo Rovinelli, Capo Ufficio Energia e Sviluppo Fonti Rinnovabili della Provincia di Pesaro e Urbino e Responsabile del procedimento di Autorizzazione Unica, 360.000 abitanti1.315 GWhed estrapolandolo, si ottiene un consumo nazionale di 219200, segno che nella nostra Provincia il consumo è inferiore alla media nazionale.

Se consideriamo la superficie edificata in tutt’Italia quella derivante dal seguente calcolo, sempre assolutamente indicativo60.000.000 196*196 mq = 38.416 mq 60.000.000 x 196 x 196 mq = 2.304.960.000.000 mq 1,82 % 2.304.960.000.000 mq x 1,82 / 100 = 41.950 Kmq Considerando quindi il valore della superficie di pannelli necessari (ottenuto comunque col valore massimo) per l’intera produzione nazionale, si ottiene che questi andrebbero a ricoprire circa il 7% di tutta la superficie edificata italiana 2.880 / 41.950 * 100 = 6,86%.

cittadini italianiimpronta ecologica del singoloimpronta ecologica totale% superficie edificatasuperficie edificata

Anche quest’anno tante persone provenienti da tutt’Italia hanno seguito il Movimento delle Agende Rosse di Salvato-re Borsellino a Palermo per il presidio in via D’Amelio, luogo dove il 19 Luglio 1992 il giudice paolo Borsellino e i ragazzi della Polizia di Stato che lo proteggevano sono stati uccisi da un autobomba per mano della mafia. Mano mafiosa, ma mente extra mafiosa.Anche quest’anno nessun uomo delle istituzioni si è presentato in via D’Amelio a compiere quel rito ipocrita e falso della deposizione delle corone di fiori che a nulla servono nella battaglia di ricerca della verità.E forse proprio dentro quelle Istituzioni si nascondono i mandanti di quella strage.Vi proponiamo un ricordo di chi quei quattro giorni era a Palermo.La redazione.

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di Fernanda Mariotti

R I C O R D I I N D I M E N T I C A B I L I

COMMEMORAZIONE di PAOLO BORSELLINOAppunti ed emozioni

Venerdì 16 luglioAeroporto Falcone-Borsellino: parti per loro e li incontri subito, appena arrivi a Palermo. Più tardi capirò che l’afa non ti lascia quasi mai per cui ti ci abitui. Ma al principio fiacca anche i pensieri ed è la vista che prende il sopravvento perché la bellezza qui è ovunque, la vedi anche se è coperta da cento anni di abbandono. In questa città simbolo tutto sembra in bilico, come fosse al limite, e stia resistendo. Resiste la grazia elegante dei viali cittadini maltrattati, resiste il litorale cosparso di cumuli di rifiuti, resiste la gente mescolata di tutti i colori, inven-tandosi ogni giorno un futuro senza certezze che potrebbe essere anche il nostro, se non riusciremo a sradicare le mafie una volta per tutte.

Sabato 17 luglioPer commemorare Paolo Borsellino quest’anno il Tribunale ha aperto la sua Aula magna ai cittadini. I giudici sono gentili e un ragazzo in divisa piange ascoltando i ricordi di Salvato-re. C’è lo Stato qui dentro, quello vero, che protegge e si sente al servizio dei cittadini onesti. Continuate a preten-dere la verità - ci dice Antonio Ingroia, il giudice che più tardi, di sera, sarà insieme a Nino Di Matteo al Conve-gno “Sistemi criminali – Quanto sono deviati gli apparati dello Stato?”.L’incontro si tiene nel bel cortile dell’Università ma le sedie sono rotte e non ci sono i fondi per comperarle, per

cui diverse centinaia di persone si sie-dono per terra. Molte di loro si capisce che non lo facevano più da tempo e tuttavia sembrano subito a loro agio.Ancora una volta ascoltiamo l’invito a partecipare, e a vigilare sulla nostra democrazia, a contestare le leggi con-tro le intercettazioni e sulla protezione negata ai pentiti e tutte le nuove nor-me che potrebbero allontanare i giudici dalla verità.

Domenica 18 luglioLa strada verso la verità è come un monte da scalare: forse è questo che pensiamo tutti durante il rito arden-te della salita al monte Pellegrino. Ci andavano da ragazzi Paolo e Salvatore e invece oggi ci siamo noi a urlare una rabbia infinita per tutti i ragazzi morti per mano della mafia e per difendere il nostro disgraziato paese.I poliziotti che devono controllare il traffico sulla carrabile che ogni tanto incrocia il sentiero ci sorridono. Siamo insieme, pensiamo le stesse cose: lo Stato resiste, la gente perbene resiste,

stiamo uniti.Seicento metri di dislivello da superare in tre chilometri di salita ripida fino al 30 %. Eppure c’è anche una coppia con un bambino di pochi mesi nel mar-supio, persone anziane, e tutti quei ragazzi che alle manifestazioni non ci vanno più. Non si conoscono ma bevono l’acqua dalla stessa bottiglia e si tendono la mano perché è così ripido che a scendere si rischia conti-nuamente di cadere. Le tv racconteranno che alla scala-ta c’erano “soltanto” un centinaio di persone, e non diranno delle oltre cinquecento che quella stessa sera hanno atteso di entrare in un vecchio cinema infuocato, delle altre centinaia che sono rimaste fuori e delle mi-gliaia connesse in diretta streaming per ascoltare Salvatore Borsellino, il giudice Ingroia, Travaglio e Genchi. Questa sera Palermo c’è. E i ragazzi distribuiscono l’acqua perché il caldo qui è un’emergenza anche di notte.

Lunedì 19 luglioVia D’Amelio alle 10 è già piena di gente. Da un piccolo palco si alternano parole di lutto, speranza, rabbia e resi-stenza. Stati d’animo diversi, ma tutti orgogliosamente integri. Le agende rosse come bandiere di legalità, come gocce di sangue, come libri sacri, ce le stringiamo tra le mani e le alziamo al cielo perché le veda. Dopo 18 anni esatti quel boato è dentro il nostro mi-nuto di silenzio. Lo possiamo sentire. Poco dopo esploderà di nuovo nelle urla del corteo. Siamo migliaia perché

amministrativo”;Va ricordato che il D. Lgs 387/ 03 Ra-zionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative,in attuazione di tale direttiva, all’ art. 12 comma 1, cita:Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opereconnesse e le infrastrutture indispen-sabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti.

Chi rilascia le autorizzazioni per gli impianti? Cosa può fare un’ Amministrazione Comunale se volesse opporsi ad impianti sul proprio territorio?La mancanza di linee guida nazionali ha fatto sì che ogni Regione abbia applicato criteri propri, legiferando di fatto in maniera autonoma, cosicchè ad oggi ogni regione adotta proprie deliberazioni per individuare i criteri e le autorizzazioni necessarie creando non poca confusione e difformità da una regione all’altraDa noi le autorizzazioni per impianti

fino a 20 KW a terra e fino a 200KW su coperture di edifici esistenti le rilascia il Comune. Tutti gli altri impianti vengo-no autorizzati dalla provincia di Pesaro e Urbino. Dal 27 agosto 2010 quelli con potenza superiore ai 200KW attraver-so la procedura di V.I.A..(Valutazione Impatto Ambientale)Per la fine di Settembre la Regione Marche dovrebbe adottare un provve-dimento normativo circa la questione del fotovoltaico a terra.

Al Comune di san Costanzo come hanno agito pochi mesi fa? Non si può agire sulla destinazione d’uso del territorio?A poco è servito l’atto adottato dal Comune di S. Costanzo, illegittimo e poi ritirato. Il Comune può, e sarà quello che dovremo fare, approvare un regolamento con indicazioni ed orien-tamenti precisi circa la possibilità di far installare sul proprio territorio impianti fotovoltaici, ma la legge attribuisce una “forza” importante a questo setto-re, considerandoli appunto di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti.

Un’amministrazione comunale, di concerto con l’Amministrazione provinciale, come può incentivare economicamente chi realizza impianti sui tetti piuttosto che a terra? Accordi con le banche locali?Le Istituzioni devono riuscire a fungere da catalizzatori e mettere in contatto i diversi attori per una sempre maggior e capillare diffusione, presso le singole utenze, del fotovoltaico prima pubblico e poi privato ed è quello che stiamo facendoL’Amministrazione Comunale di Mon-temaggiore si è già attivata per pro-durre sui propri tetti energia da fonti rinnovabili, Insieme all’ufficio Energia della Provincia sta valutando una serie di iniziative tendenti a convincere le famiglie e le imprese a diventare auto-produttori dell’energia che consuma-no. Dobbiamo attivare una campagna di informazione sul risparmio energe-tico. Il Comune metterà in campo ogni azione per coinvolgere tutti i soggetti interessati allo sviluppo di questa eco-nomia: cittadini, artigiani installatori e gli Istituti di credito, affinché l’obiet-tivo che ci siamo posti, possa essere raggiunto con soddisfazione di tutti.

Complessivamente nell’anno 2009 in Italia sono stati usati 337601 GWh di energia elettrica, mentre nel 2008 questa era di 360000 GWh/anno (Fonte: Terna SpA, “Dati statistici sull’energia elettrica in Italia).Un dato sulla produzione media dei pannelli fotovoltaici è 125 kWh/mq anno per la città di Roma. (Fonte: ISES Italia). Un conteggio assolutamente indicativo per capire quanti di questi pannelli sevirebbero per un anno intero per l’intera Italia è:360.000 x 1.000.000 kWh*anno-1 / 125 kWh*(mq anno)-1 = 2.880.000.000 mq = 2.880 Kmq.

Addirittura, considerando i dati per la nostra provincia riportati sul documento “Energia: progetti e programmi per lo sviluppo di una politica energetica provinciale”, a firma del Dott. Renzo Rovinelli, Capo Ufficio Energia e Sviluppo Fonti Rinnovabili della Provincia di Pesaro e Urbino e Responsabile del procedimento di Autorizzazione Unica, 360.000 abitanti1.315 GWhed estrapolandolo, si ottiene un consumo nazionale di 219200, segno che nella nostra Provincia il consumo è inferiore alla media nazionale.

Se consideriamo la superficie edificata in tutt’Italia quella derivante dal seguente calcolo, sempre assolutamente indicativo60.000.000 196*196 mq = 38.416 mq 60.000.000 x 196 x 196 mq = 2.304.960.000.000 mq 1,82 % 2.304.960.000.000 mq x 1,82 / 100 = 41.950 Kmq Considerando quindi il valore della superficie di pannelli necessari (ottenuto comunque col valore massimo) per l’intera produzione nazionale, si ottiene che questi andrebbero a ricoprire circa il 7% di tutta la superficie edificata italiana 2.880 / 41.950 * 100 = 6,86%.

cittadini italianiimpronta ecologica del singoloimpronta ecologica totale% superficie edificatasuperficie edificata

Anche quest’anno tante persone provenienti da tutt’Italia hanno seguito il Movimento delle Agende Rosse di Salvato-re Borsellino a Palermo per il presidio in via D’Amelio, luogo dove il 19 Luglio 1992 il giudice paolo Borsellino e i ragazzi della Polizia di Stato che lo proteggevano sono stati uccisi da un autobomba per mano della mafia. Mano mafiosa, ma mente extra mafiosa.Anche quest’anno nessun uomo delle istituzioni si è presentato in via D’Amelio a compiere quel rito ipocrita e falso della deposizione delle corone di fiori che a nulla servono nella battaglia di ricerca della verità.E forse proprio dentro quelle Istituzioni si nascondono i mandanti di quella strage.Vi proponiamo un ricordo di chi quei quattro giorni era a Palermo.La redazione.

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I S R A L E P R I M A E P O II L P R E S I D E N T E C H E N O N R I S P O N D E

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHEdi Rodolfo Santini

quest’anno Palermo partecipa in massa. Dalle finestre molte donne applaudono e mandano baci, i balconi sono affollati e tantissimi si fermano sui marciapiedi a guardarci. Ancora sorrisi, che qui valgono molto più di una parola. Pochissimi gli in-differenti. Noto solo una ragazza che cammina rapida senza neppure alzare gli occhi dal suo gelato, e un motociclista che, provando a superare un incrocio sbarrato, sembra davvero sorpreso di essere fermato da un poliziotto. Per loro la mafia non esiste e quindi non esistiamo neppure noi.Tutta la città si stringe intorno a Rita e a Salvatore, raggiungiamo l’albero di Giovanni Falcone e poi le statue appena rico-struite dei due giudici. Ormai è buio, ma come noi il caldo non molla. Il corteo si scioglie a malincuore, e ci salutiamo con la certezza che l’anno prossimo faremo di tutto per tornare qui a Paler-mo. Nella meravigliosa città simbolo dove tutto sembra in bilico, come fosse al limite, perché sta resistendo.

Per i tanti amici che avrebbero voluto essere qui e non hanno potuto.Grazie a Luciana e Antonio, ospiti generosi della loro amata città.

Al Presidente della Regione Marchep.c. ai Consiglieri Regionali - ai Sindaci del Territorio - al Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino - ai Consiglieri della Provincia di Pesaro e Urbino - all’ On. Antonio Di Pietro

Il 22 luglio scorso il Coordinamento dei Comitati delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano, ha inviato la seguente richiesta al Presidente della Regione Marche Gianmario Spacca; richiesta in cui, oltre ad incontro urgente in meri-to all’annosa vicenda dell’inceneritore a biomasse di Schieppe di Orciano, si chiedono chiarimenti circa la condotta dell’Assessore Sandro Donati (Ambiente, Gestione Rifiuti, Parchi e Riserve Naturali, Risorse Idriche, difesa del Suolo e della Costa, Energia e Fonti Rinnovabili, Informatica).Ad oggi, non ci risulta essere pervenuta nessuna risposta.La redazione.

Sig. Presidente,ci rivolgiamo direttamente a Lei per chiederLe un incontro urgente.Veniamo da un insoddisfacente confronto con l’assessore regiona-le all’ambiente Dott. Sandro Donati Quello di martedi 20 luglio è il secondo tenutosi con il rappresentante della sua Giunta, ove abbiamo tentato di fare il punto, informando l’assessore sulle vertenze principali del territorio.Tralasciamo ogni commento circa la scortesia dell’assessore, rinnovatasi anche al secondo incontro, di arrivare sempre in notevole ritardo. Le scuse accampate tali sono; per il futuro gra-diremmo che l’assessore concordasse gli appuntamenti quando è certo di poterli rispettare.Veniamo al punto.L’insoddisfazione deriva dal fatto che, a distanza di due mesi dal primo incontro, in cui l’assessore ci aveva as-sicurato che in un mese avrebbe preso

provvedimenti, martedi lo stesso ha affermato che nulla poteva decidere da solo e che avrebbe coinvolto il Pre-sidente della Regione.Abbiamo ribadito la necessità che sia data conclusione all’annosa vicen-da dell’inceneritore di biomasse di Schieppe di Orciano. Abbiamo docu-mentato all’assessore, i gravi “errori”, i profili di illegittimità, lo spreco di risorse pubbliche che gli uffici della Regione Marche hanno perpretato in questi anni.Abbiamo chiesto che si ripristini, nel nostro territorio, lo stato di legalità, restituendo certezze ai cittadini.Crediamo che un amministratore at-tento non si farebbe ripetere due volte un tale invito, a maggior ragione se lo stesso “milita” in un partito, l’I.D.V., che della legalità ha fatto la propria bandiera.L’incresciosa sensazione che abbiamo ricevuto è che l’effettivo assessore re-

gionale all’ambiente era e resta l’arch. Antonio Minetti, presente e silente all’incontro di martedì.Poiché, sig. Presidente, la responsabi-lità politica, e non solo quella, fa capo a Lei, Le chiediamo un incontro per avere la certezza che Lei possa pren-dere in esame la documentazione che abbiamo consegnato all’assessore da oltre due mesi.Restiamo a disposizione Sua, e dei riceventi la presente, per tutte le delu-cidazioni del caso. Coordinamento dei Comitati di Dife-sa delle Valli del Metauro, Cesano e CandiglianoHYPERLINK “http://www.comitatinre-te.it/” \t “_blank”www.comitatinrete.it – HYPERLINK “mailto:[email protected]” \t “_blank”[email protected] ACU PesaroMarche per Rifiuti Zero

PS - Ad una precisa richiesta di applicare anche nelle Marche, finalmente, il principio di precauzione, l’assessore Donati ci ha risposto che dobbiamo fornire richiesta e documentazione scritte.Presidente, lo spieghi Lei al Suo collaboratore che un assessore, soprattutto se titolare di delega all’ambiente, dovrebbe conoscere da solo uno dei principi fondanti dell’azione di governo della Comunità Europea. Ad ogni buon conto, alleghiamo la COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE (Bruxelles, 02.02.2000)

DUE POPOLI UNO STATOla metamorfosi di Israle

di Pino Cabras e Simone Santini

Ogni episodio che confermi la deriva sempre più pericolosa del militarismo israeliano ci pone interrogativi sulla natura profonda dello Stato di Israele.Per decenni, le cose militarmente più brutali e prive di scrupoli che pote-vamo reperire nell’immaginario della nostra epoca venivano facilmente at-tribuite al razzismo del regime nazista.La ricorrente brutalità delle azioni militari israeliane – consumate da una classe dirigente bellicista - suscita sempre di più un’associazione di idee con la spregiudicatezza della Germa-nia nazista. Un’analogia che risulta sconveniente e scandalosa perché lo Stato ebraico ha legato la costruzione della sua identità proprio alla memo-ria della Shoah, la catastrofe in cui gli ebrei furono tra le maggiori vittime

sommerse dal nazismo.Israele dopo ogni massacro, ogni sua violazione del diritto internazionale, ogni sua ves-sazione inflitta ai palestinesi, diventa sempre più simile alla Germania che perseguitava i non ariani o al Sudafrica che perseguitava i non bianchi.Israele viene visto come uno Stato razzista perché è uno Stato razzista. Uno Stato che sin dall’origine ha dato un’interpretazione fanatica della que-stione ebraica a totale discapito dei non ebrei presenti in Terra Santa.Tutto questo avviene nonostante Israele abbia al suo interno una so-cietà pluralista e aperta, una stampa mediamente vivace e libera, stili di vita assimilabili a quelli di un avamposto democratico occidentale.

In questo territorio ci sono due reti stradali separate: una moderna ad uso esclusivo dei coloni ebrei, l’altra residuale e maltenuta per gli autoctoni palestinesi, i quali peraltro nella maggior parte della Cisgiorda-nia non possono guidare le proprie automobili. Quelli che possono farlo devono però sottostare a una fitta rete di checkpoint che chiude i var-chi per ore, mentre gli ebrei hanno una mobilità garantita e libera. Ai palestinesi è imposto un sistema di rigido coprifuoco che strangola la vita civile e l’economia. Interi settori della Cisgiordania, classificati come “aree militari chiuse” dalle forze armate israeliane, non sono acces-

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I S R A L E P R I M A E P O II L P R E S I D E N T E C H E N O N R I S P O N D E

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHEdi Rodolfo Santini

quest’anno Palermo partecipa in massa. Dalle finestre molte donne applaudono e mandano baci, i balconi sono affollati e tantissimi si fermano sui marciapiedi a guardarci. Ancora sorrisi, che qui valgono molto più di una parola. Pochissimi gli in-differenti. Noto solo una ragazza che cammina rapida senza neppure alzare gli occhi dal suo gelato, e un motociclista che, provando a superare un incrocio sbarrato, sembra davvero sorpreso di essere fermato da un poliziotto. Per loro la mafia non esiste e quindi non esistiamo neppure noi.Tutta la città si stringe intorno a Rita e a Salvatore, raggiungiamo l’albero di Giovanni Falcone e poi le statue appena rico-struite dei due giudici. Ormai è buio, ma come noi il caldo non molla. Il corteo si scioglie a malincuore, e ci salutiamo con la certezza che l’anno prossimo faremo di tutto per tornare qui a Paler-mo. Nella meravigliosa città simbolo dove tutto sembra in bilico, come fosse al limite, perché sta resistendo.

Per i tanti amici che avrebbero voluto essere qui e non hanno potuto.Grazie a Luciana e Antonio, ospiti generosi della loro amata città.

Al Presidente della Regione Marchep.c. ai Consiglieri Regionali - ai Sindaci del Territorio - al Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino - ai Consiglieri della Provincia di Pesaro e Urbino - all’ On. Antonio Di Pietro

Il 22 luglio scorso il Coordinamento dei Comitati delle valli del Metauro, Cesano e Candigliano, ha inviato la seguente richiesta al Presidente della Regione Marche Gianmario Spacca; richiesta in cui, oltre ad incontro urgente in meri-to all’annosa vicenda dell’inceneritore a biomasse di Schieppe di Orciano, si chiedono chiarimenti circa la condotta dell’Assessore Sandro Donati (Ambiente, Gestione Rifiuti, Parchi e Riserve Naturali, Risorse Idriche, difesa del Suolo e della Costa, Energia e Fonti Rinnovabili, Informatica).Ad oggi, non ci risulta essere pervenuta nessuna risposta.La redazione.

Sig. Presidente,ci rivolgiamo direttamente a Lei per chiederLe un incontro urgente.Veniamo da un insoddisfacente confronto con l’assessore regiona-le all’ambiente Dott. Sandro Donati Quello di martedi 20 luglio è il secondo tenutosi con il rappresentante della sua Giunta, ove abbiamo tentato di fare il punto, informando l’assessore sulle vertenze principali del territorio.Tralasciamo ogni commento circa la scortesia dell’assessore, rinnovatasi anche al secondo incontro, di arrivare sempre in notevole ritardo. Le scuse accampate tali sono; per il futuro gra-diremmo che l’assessore concordasse gli appuntamenti quando è certo di poterli rispettare.Veniamo al punto.L’insoddisfazione deriva dal fatto che, a distanza di due mesi dal primo incontro, in cui l’assessore ci aveva as-sicurato che in un mese avrebbe preso

provvedimenti, martedi lo stesso ha affermato che nulla poteva decidere da solo e che avrebbe coinvolto il Pre-sidente della Regione.Abbiamo ribadito la necessità che sia data conclusione all’annosa vicen-da dell’inceneritore di biomasse di Schieppe di Orciano. Abbiamo docu-mentato all’assessore, i gravi “errori”, i profili di illegittimità, lo spreco di risorse pubbliche che gli uffici della Regione Marche hanno perpretato in questi anni.Abbiamo chiesto che si ripristini, nel nostro territorio, lo stato di legalità, restituendo certezze ai cittadini.Crediamo che un amministratore at-tento non si farebbe ripetere due volte un tale invito, a maggior ragione se lo stesso “milita” in un partito, l’I.D.V., che della legalità ha fatto la propria bandiera.L’incresciosa sensazione che abbiamo ricevuto è che l’effettivo assessore re-

gionale all’ambiente era e resta l’arch. Antonio Minetti, presente e silente all’incontro di martedì.Poiché, sig. Presidente, la responsabi-lità politica, e non solo quella, fa capo a Lei, Le chiediamo un incontro per avere la certezza che Lei possa pren-dere in esame la documentazione che abbiamo consegnato all’assessore da oltre due mesi.Restiamo a disposizione Sua, e dei riceventi la presente, per tutte le delu-cidazioni del caso. Coordinamento dei Comitati di Dife-sa delle Valli del Metauro, Cesano e CandiglianoHYPERLINK “http://www.comitatinre-te.it/” \t “_blank”www.comitatinrete.it – HYPERLINK “mailto:[email protected]” \t “_blank”[email protected] ACU PesaroMarche per Rifiuti Zero

PS - Ad una precisa richiesta di applicare anche nelle Marche, finalmente, il principio di precauzione, l’assessore Donati ci ha risposto che dobbiamo fornire richiesta e documentazione scritte.Presidente, lo spieghi Lei al Suo collaboratore che un assessore, soprattutto se titolare di delega all’ambiente, dovrebbe conoscere da solo uno dei principi fondanti dell’azione di governo della Comunità Europea. Ad ogni buon conto, alleghiamo la COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SUL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE (Bruxelles, 02.02.2000)

DUE POPOLI UNO STATOla metamorfosi di Israle

di Pino Cabras e Simone Santini

Ogni episodio che confermi la deriva sempre più pericolosa del militarismo israeliano ci pone interrogativi sulla natura profonda dello Stato di Israele.Per decenni, le cose militarmente più brutali e prive di scrupoli che pote-vamo reperire nell’immaginario della nostra epoca venivano facilmente at-tribuite al razzismo del regime nazista.La ricorrente brutalità delle azioni militari israeliane – consumate da una classe dirigente bellicista - suscita sempre di più un’associazione di idee con la spregiudicatezza della Germa-nia nazista. Un’analogia che risulta sconveniente e scandalosa perché lo Stato ebraico ha legato la costruzione della sua identità proprio alla memo-ria della Shoah, la catastrofe in cui gli ebrei furono tra le maggiori vittime

sommerse dal nazismo.Israele dopo ogni massacro, ogni sua violazione del diritto internazionale, ogni sua ves-sazione inflitta ai palestinesi, diventa sempre più simile alla Germania che perseguitava i non ariani o al Sudafrica che perseguitava i non bianchi.Israele viene visto come uno Stato razzista perché è uno Stato razzista. Uno Stato che sin dall’origine ha dato un’interpretazione fanatica della que-stione ebraica a totale discapito dei non ebrei presenti in Terra Santa.Tutto questo avviene nonostante Israele abbia al suo interno una so-cietà pluralista e aperta, una stampa mediamente vivace e libera, stili di vita assimilabili a quelli di un avamposto democratico occidentale.

In questo territorio ci sono due reti stradali separate: una moderna ad uso esclusivo dei coloni ebrei, l’altra residuale e maltenuta per gli autoctoni palestinesi, i quali peraltro nella maggior parte della Cisgiorda-nia non possono guidare le proprie automobili. Quelli che possono farlo devono però sottostare a una fitta rete di checkpoint che chiude i var-chi per ore, mentre gli ebrei hanno una mobilità garantita e libera. Ai palestinesi è imposto un sistema di rigido coprifuoco che strangola la vita civile e l’economia. Interi settori della Cisgiordania, classificati come “aree militari chiuse” dalle forze armate israeliane, non sono acces-

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I TA L I A - P I Z Z A E A LT R O

Il made in Italy non è solo pizza, auto, scarpe, bei vestiti. E’ fatto anche di celebri pistole, adottate dai corpi di polizia di vari paesi del mondo; da milioni di mine, messe al bando ma ancora pronte a esplodere in ogni angolo del Sudest asiatico e dei Balcani; da aerei ed elicotteri di ultima generazione. Un settore industriale che non gode dell’appoggio di una sola fazione politi-ca ma di quasi tutto l’arco parlamentare. Forse proprio per questo nel 2003 è stata varata la riforma della legge 185 del 1990, una delle normative più avanzate al mondo in materia di trasparenza e controllo sul commercio di armi da guerra. La riforma è stata voluta dalle lobby dei fabbricanti per liberarsi da una gabbia che le impediva di chiudere affari con clienti impre-sentabili. Da allora, nonostante una grande campagna di sensibilizzazione sul tema, i controlli si sono allentati e buona parte delle produzioni e delle vendite sono state sfilate dalla rendicontazione pubblica. Di tutto ciò – e delle tante operazioni al limite del lecito compiute da produttori, commer-cianti e dalle cosiddette banche armate a sostegno di esportazioni dirette verso i luoghi più caldi del pianeta – parlano Bagnato e Verrini. Perché la politica estera dell’Italia e dell’Europa e i rapporti con gli States non si posso-no capire veramente senza conoscere il delicato intreccio che lega industria armiera, potere politico e lobby finanziarie.

Il libro

Armi d’ Italia - Protagonisti e ombre di un made in Italy di successo

Fazi Editore, pp. 294, € 12,00

Benedetta Verrini – Riccardo Bagnato

sibili ai palestinesi, compresi quelli che vi possiedano dei terreni da generazioni. Viceversa, a chiunque sia applicabile la Legge del Ritor-no israeliana - cioè a chiunque sia semplicemente ebreo, ovunque nel mondo - nessuna restrizione è

Amnesty International denuncia tantissimi elementi di sistematico strangolamento economico, giuridico e politico della società civile araba dei territori occupati. Sono discriminazio-ni molto incisive e strutturali, anche quando non passano con la legge ma con pratiche amministrative metodi-che e infinitamente replicate: «Le forze israeliane hanno sgomberato con la forza i palestinesi e ne hanno demolito le case, in particolare a Gerusalemme Est, con la motivazione che gli edifci erano privi di permesso. Tali autoriz-zazioni vengono sistematicamente negate ai palestinesi. Per contro, le co-lonie israeliane sono state autorizzate a espandersi su terreni illegalmente confiscati ai palestinesi.»Le discriminazioni non si limitano ai territori occupati. Non parliamo solo della Cisgiordania e di quel campo di prigionia, che è ormai Gaza da troppi anni, per un milione e mezzo di perso-ne, con l’embargo che colpisce anche la pasta e i quaderni.Anche dentro Israele la distinzione fra ebrei e non ebrei conta per legge. Ci sono importanti differenze fra citta-dini ebrei e goym di Israele in ordine all’accesso ai beni immobili, ai ricon-giungimenti familiari, all’acquisizione della cittadinanza. Un cittadino isra-eliano su cinque è arabo. Uno di loro che voglia maritarsi con una persona araba che vive nei territori non potrà mai vivere insieme ad essa in Israele. Un figlio di una tale coppia può vivere in Israele, ma solo fino ai 12 anni, poi deve emigrare.

Agli israeliani è proibito trasportare palestinesi in un veicolo con targa israeliana, se non con esplicito permesso. L’autorizzazione con-cerne tanto il guidatore quanto il passeggero palestinese. I lavoratori al servizio dei coloni e i coloni ebrei stessi hanno permessi speciali.

Ai volontari israeliani e di organizzazioni umanitarie internazionali è proibi-to assistere una donna in travaglio portandola in ospedale. I volontari non possono portare alla stazione di polizia, a sporgere denuncia, un palestinese che sia stato rapinato.

Cosa significa oggi definirsi ebreoIl “carattere ebraico” dello Stato di Israele ha implicazioni discriminatorie evi-dentissime. I governanti di Israele ci tengono a ribadirlo quasi dettandolo ai loro interlocutori internazionali, che remissivamente se lo lasciano dettare, come l’ex Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi in un famoso e imbarazzante fuori onda con l’allora premier israeliano Ehud Olmert.All’epoca del nazismo, a dispetto delle assurde chimere di Hitler, il tentativo di definire chi era ebreo si presentava spesso come un rompicapo giuridico. Lo spiega bene Roberto Finzi, nel suo libro L’Antisemitismo: «Nonostante tutte le elucubrazioni delle teorie e delle ricerche scientifiche razziste in Germania, come più tardi in Italia, non si riesce infatti a individuare altro criterio che quello dell’appartenenza religiosa». Di lì nasceva una minuziosa quanto inconsistente casistica discriminatoria che individuava perfino “meticci di primo grado”. Nella Germania nazista, «ebreo e meticcio di primo grado possono benissimo essere fratelli, magari anche gemelli; basta che l’uno sia innamorato di una ragazza ebrea e l’altro no».Ernesto Balducci spiegava nel suo L’Uomo planetario: «il caso ebraico è un caso a sé: più ci si ragiona per discioglierlo nelle articolate spiegazioni della storia e più ci avviene di aggirarci attorno ad un ‘grumo’ inesplicabile. Intanto, mentre non è difficile dire chi è un mussulmano o chi è un negro, è impossibile dire chi è un ebreo. Il termine non indica una appartenenza etnica (non c’è una razza ebraica) né una professione di fede (ci sono ebrei atei) né una patria (ci sono ebrei che non ne vogliono sapere di Israele) né una cultura (ci sono ebrei del tutto inte-grati nella cultura del paese che abitano). Potremmo forse dire che l’elemento essenziale dell’ebraismo è la comunanza di una memoria storica: se questo filo si spezza, l’ebreo rientra totalmente nella comune degli uomini».L’attuale classe dirigente sionista e i suoi corresponsabili non rinnegano nulla del laico Ben Gurion, quando dichiarava che «dobbiamo usare il terrore, l’assas-sinio, l’intimidazione, la confisca dei terreni e il taglio di tutti i servizi sociali per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba».E agiscono di conseguenza.

LA SFIDA CHE CI ATTENDEdi Angelo d’Agostino

L’attuale crisi economica mondiale, provocata soprattutto da spregiudica-te speculazioni finanziarie, sta dram-maticamente impoverendo milioni di cittadini. E se il presente è nero come il mare della Louisiana, il futuro che ci attende non è del tutto roseo, anche perché la natura sembra intenzionata a presentarci il conto (salatissimo) di un modello di sviluppo sconsiderato e insostenibile. Insomma, qualunque modello economico s’intenda perse-guire, questo dovrà fare i conti con i danni biologici già arrecati al nostro pianeta e considerare ogni ulteriore impatto sul suo già compromesso e precario equilibrio ambientale.

Incidentalmente però, la crisi ha già prodotto un risultato clamoroso: il crollo dell’economia ha infatti rallen-tato le emissioni di gas nocivi dei paesi industrializzati più di quanto non abbia fatto l’eventuale adesione ai dettami del Protocollo di Kyoto, del 1997, e il

perseguimento degli obiettivi europei previsti per il 2020. Ma se le emissioni diminuiscono, per un motivo o per un altro, ciò non si può dire per gli abitanti del nostro piane-ta. La terra del 2050 sarà abitata da quasi dieci miliardi di esseri umani. Già oggi, oltre un miliardo di persone vive in condizioni di estrema povertà e in aree suburbane e rurali non fornite di servizi minimi essenziali, quali acqua potabile ed elettricità.

Da ora al 2050 occorrerà quindi raddoppiare la produzione mondiale di cibo e fornire a quattro miliardi di persone infrastrutture, beni e servizi che rendano il loro livello di vita ‘uma-namente accettabile’, vale a dire, dove case, strade, ospedali, scuole, cibo, cultura, etc. possano rendere dignitosa e sicura la loro esistenza.Per realizzare tutto ciò occorreranno enormi quantità di energia e tutte le fonti disponibili dovranno dare il loro

contributo al fabbisogno dell’umanità, ogni fonte secondo le proprie caratte-ristiche fisiche e possibilità tecniche, nel pieno rispetto dell’ambiente e nella consapevolezza di non mettere a ri-schio la qualità della vita delle genera-zioni attuali e future.

La vera emergenza quindi, la vera sfida che ci attende, sarà quella dell’energia. Una sfida che avrà luogo proprio nel momento in cui si ridurrà il contributo delle fonti fossili quali il petrolio.La ‘ricetta verde’ appare evidente e inevitabile. Occorrerà ottimizza-re e rendere più efficienti le attività umane e i consumi di energia; valutare l’impatto ambientale conseguente all’imminente esplosione demografica; cambiare l’attuale modello di sviluppo economico, basato sul mero profitto, mirando a un’economia più ‘sosteni-bile’ e ‘solidale’; contenere le emissioni di anidride carbonica e investire nelle nuove fonti di energia rinnovabili (geo-termico, termosolare dinamico ed eoli-co in primis), quest’ultime quali volàno per un nuovo rinascimento industriale.Soltanto con la partecipazione, consa-pevole e lungimirante, a un progetto di rifondazione dell’economia mondiale e di sviluppo delle migliori tecnologie, potremo trovare le energie necessarie per arrestare il declino economico, culturale e morale che negli ultimi decenni ha investito il mondo occiden-tale, in particolare il nostro paese.

Questa sfida è, dunque, una vera e propria ‘questione morale’. Una que-stione che pone ognuno di noi di fron-te a un bivio: vogliamo continuare a rimanere ripiegati nel nostro egoismo di paese opulento, nella vana difesa di privilegi spesso superiori alle nostre reali possibilità, o siamo pronti a par-tecipare con leale cognizione ed umiltà a tale progetto di sviluppo economico e sociale globale, ognuno in ragione delle proprie risorse e capacità?

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I TA L I A - P I Z Z A E A LT R O

Il made in Italy non è solo pizza, auto, scarpe, bei vestiti. E’ fatto anche di celebri pistole, adottate dai corpi di polizia di vari paesi del mondo; da milioni di mine, messe al bando ma ancora pronte a esplodere in ogni angolo del Sudest asiatico e dei Balcani; da aerei ed elicotteri di ultima generazione. Un settore industriale che non gode dell’appoggio di una sola fazione politi-ca ma di quasi tutto l’arco parlamentare. Forse proprio per questo nel 2003 è stata varata la riforma della legge 185 del 1990, una delle normative più avanzate al mondo in materia di trasparenza e controllo sul commercio di armi da guerra. La riforma è stata voluta dalle lobby dei fabbricanti per liberarsi da una gabbia che le impediva di chiudere affari con clienti impre-sentabili. Da allora, nonostante una grande campagna di sensibilizzazione sul tema, i controlli si sono allentati e buona parte delle produzioni e delle vendite sono state sfilate dalla rendicontazione pubblica. Di tutto ciò – e delle tante operazioni al limite del lecito compiute da produttori, commer-cianti e dalle cosiddette banche armate a sostegno di esportazioni dirette verso i luoghi più caldi del pianeta – parlano Bagnato e Verrini. Perché la politica estera dell’Italia e dell’Europa e i rapporti con gli States non si posso-no capire veramente senza conoscere il delicato intreccio che lega industria armiera, potere politico e lobby finanziarie.

Il libro

Armi d’ Italia - Protagonisti e ombre di un made in Italy di successo

Fazi Editore, pp. 294, € 12,00

Benedetta Verrini – Riccardo Bagnato

sibili ai palestinesi, compresi quelli che vi possiedano dei terreni da generazioni. Viceversa, a chiunque sia applicabile la Legge del Ritor-no israeliana - cioè a chiunque sia semplicemente ebreo, ovunque nel mondo - nessuna restrizione è

Amnesty International denuncia tantissimi elementi di sistematico strangolamento economico, giuridico e politico della società civile araba dei territori occupati. Sono discriminazio-ni molto incisive e strutturali, anche quando non passano con la legge ma con pratiche amministrative metodi-che e infinitamente replicate: «Le forze israeliane hanno sgomberato con la forza i palestinesi e ne hanno demolito le case, in particolare a Gerusalemme Est, con la motivazione che gli edifci erano privi di permesso. Tali autoriz-zazioni vengono sistematicamente negate ai palestinesi. Per contro, le co-lonie israeliane sono state autorizzate a espandersi su terreni illegalmente confiscati ai palestinesi.»Le discriminazioni non si limitano ai territori occupati. Non parliamo solo della Cisgiordania e di quel campo di prigionia, che è ormai Gaza da troppi anni, per un milione e mezzo di perso-ne, con l’embargo che colpisce anche la pasta e i quaderni.Anche dentro Israele la distinzione fra ebrei e non ebrei conta per legge. Ci sono importanti differenze fra citta-dini ebrei e goym di Israele in ordine all’accesso ai beni immobili, ai ricon-giungimenti familiari, all’acquisizione della cittadinanza. Un cittadino isra-eliano su cinque è arabo. Uno di loro che voglia maritarsi con una persona araba che vive nei territori non potrà mai vivere insieme ad essa in Israele. Un figlio di una tale coppia può vivere in Israele, ma solo fino ai 12 anni, poi deve emigrare.

Agli israeliani è proibito trasportare palestinesi in un veicolo con targa israeliana, se non con esplicito permesso. L’autorizzazione con-cerne tanto il guidatore quanto il passeggero palestinese. I lavoratori al servizio dei coloni e i coloni ebrei stessi hanno permessi speciali.

Ai volontari israeliani e di organizzazioni umanitarie internazionali è proibi-to assistere una donna in travaglio portandola in ospedale. I volontari non possono portare alla stazione di polizia, a sporgere denuncia, un palestinese che sia stato rapinato.

Cosa significa oggi definirsi ebreoIl “carattere ebraico” dello Stato di Israele ha implicazioni discriminatorie evi-dentissime. I governanti di Israele ci tengono a ribadirlo quasi dettandolo ai loro interlocutori internazionali, che remissivamente se lo lasciano dettare, come l’ex Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi in un famoso e imbarazzante fuori onda con l’allora premier israeliano Ehud Olmert.All’epoca del nazismo, a dispetto delle assurde chimere di Hitler, il tentativo di definire chi era ebreo si presentava spesso come un rompicapo giuridico. Lo spiega bene Roberto Finzi, nel suo libro L’Antisemitismo: «Nonostante tutte le elucubrazioni delle teorie e delle ricerche scientifiche razziste in Germania, come più tardi in Italia, non si riesce infatti a individuare altro criterio che quello dell’appartenenza religiosa». Di lì nasceva una minuziosa quanto inconsistente casistica discriminatoria che individuava perfino “meticci di primo grado”. Nella Germania nazista, «ebreo e meticcio di primo grado possono benissimo essere fratelli, magari anche gemelli; basta che l’uno sia innamorato di una ragazza ebrea e l’altro no».Ernesto Balducci spiegava nel suo L’Uomo planetario: «il caso ebraico è un caso a sé: più ci si ragiona per discioglierlo nelle articolate spiegazioni della storia e più ci avviene di aggirarci attorno ad un ‘grumo’ inesplicabile. Intanto, mentre non è difficile dire chi è un mussulmano o chi è un negro, è impossibile dire chi è un ebreo. Il termine non indica una appartenenza etnica (non c’è una razza ebraica) né una professione di fede (ci sono ebrei atei) né una patria (ci sono ebrei che non ne vogliono sapere di Israele) né una cultura (ci sono ebrei del tutto inte-grati nella cultura del paese che abitano). Potremmo forse dire che l’elemento essenziale dell’ebraismo è la comunanza di una memoria storica: se questo filo si spezza, l’ebreo rientra totalmente nella comune degli uomini».L’attuale classe dirigente sionista e i suoi corresponsabili non rinnegano nulla del laico Ben Gurion, quando dichiarava che «dobbiamo usare il terrore, l’assas-sinio, l’intimidazione, la confisca dei terreni e il taglio di tutti i servizi sociali per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba».E agiscono di conseguenza.

LA SFIDA CHE CI ATTENDEdi Angelo d’Agostino

L’attuale crisi economica mondiale, provocata soprattutto da spregiudica-te speculazioni finanziarie, sta dram-maticamente impoverendo milioni di cittadini. E se il presente è nero come il mare della Louisiana, il futuro che ci attende non è del tutto roseo, anche perché la natura sembra intenzionata a presentarci il conto (salatissimo) di un modello di sviluppo sconsiderato e insostenibile. Insomma, qualunque modello economico s’intenda perse-guire, questo dovrà fare i conti con i danni biologici già arrecati al nostro pianeta e considerare ogni ulteriore impatto sul suo già compromesso e precario equilibrio ambientale.

Incidentalmente però, la crisi ha già prodotto un risultato clamoroso: il crollo dell’economia ha infatti rallen-tato le emissioni di gas nocivi dei paesi industrializzati più di quanto non abbia fatto l’eventuale adesione ai dettami del Protocollo di Kyoto, del 1997, e il

perseguimento degli obiettivi europei previsti per il 2020. Ma se le emissioni diminuiscono, per un motivo o per un altro, ciò non si può dire per gli abitanti del nostro piane-ta. La terra del 2050 sarà abitata da quasi dieci miliardi di esseri umani. Già oggi, oltre un miliardo di persone vive in condizioni di estrema povertà e in aree suburbane e rurali non fornite di servizi minimi essenziali, quali acqua potabile ed elettricità.

Da ora al 2050 occorrerà quindi raddoppiare la produzione mondiale di cibo e fornire a quattro miliardi di persone infrastrutture, beni e servizi che rendano il loro livello di vita ‘uma-namente accettabile’, vale a dire, dove case, strade, ospedali, scuole, cibo, cultura, etc. possano rendere dignitosa e sicura la loro esistenza.Per realizzare tutto ciò occorreranno enormi quantità di energia e tutte le fonti disponibili dovranno dare il loro

contributo al fabbisogno dell’umanità, ogni fonte secondo le proprie caratte-ristiche fisiche e possibilità tecniche, nel pieno rispetto dell’ambiente e nella consapevolezza di non mettere a ri-schio la qualità della vita delle genera-zioni attuali e future.

La vera emergenza quindi, la vera sfida che ci attende, sarà quella dell’energia. Una sfida che avrà luogo proprio nel momento in cui si ridurrà il contributo delle fonti fossili quali il petrolio.La ‘ricetta verde’ appare evidente e inevitabile. Occorrerà ottimizza-re e rendere più efficienti le attività umane e i consumi di energia; valutare l’impatto ambientale conseguente all’imminente esplosione demografica; cambiare l’attuale modello di sviluppo economico, basato sul mero profitto, mirando a un’economia più ‘sosteni-bile’ e ‘solidale’; contenere le emissioni di anidride carbonica e investire nelle nuove fonti di energia rinnovabili (geo-termico, termosolare dinamico ed eoli-co in primis), quest’ultime quali volàno per un nuovo rinascimento industriale.Soltanto con la partecipazione, consa-pevole e lungimirante, a un progetto di rifondazione dell’economia mondiale e di sviluppo delle migliori tecnologie, potremo trovare le energie necessarie per arrestare il declino economico, culturale e morale che negli ultimi decenni ha investito il mondo occiden-tale, in particolare il nostro paese.

Questa sfida è, dunque, una vera e propria ‘questione morale’. Una que-stione che pone ognuno di noi di fron-te a un bivio: vogliamo continuare a rimanere ripiegati nel nostro egoismo di paese opulento, nella vana difesa di privilegi spesso superiori alle nostre reali possibilità, o siamo pronti a par-tecipare con leale cognizione ed umiltà a tale progetto di sviluppo economico e sociale globale, ognuno in ragione delle proprie risorse e capacità?

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Prossimi appuntamenti dell’ Associazione Culturale Liberamente 01 Ottobre 2010 – ore 21.00“Mafia pulita - Legalità e nuove povertà”, serata informativa.Partecipano:- Elio Veltri, politico, giornalista, scrittore, autore del libro “Mafia pulita”- Silvia Cecchi, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Pesaro.Centro Civico Comunale, via Pontemetauro sn, Villanova di Montemaggiore al Metauro. 02 Ottobre 2010 – ore 10.30“Non c’è benessere senza legalità”, incontro con gli studenti dell’ Istituto di Istruzione Superiore “Luigi Donati”, in occasione della prima festa del Volontariato - Fossombrone, 2/3 Ottobre.Partecipano:- Elio Veltri, politico, giornalista, scrittore, autore del libro “Mafia pulita”- Massimo di Patria, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di PesaroAula Magna del Polo Donati, via Don Bosco n. 1, Fossombrone. 02 Ottobre 2010 – ore 17.30“Non c’è benessere senza legalità”, serata informativa, in occasione della prima festa del Volontariato – Fossombrone, 2/3 Ottobre.Partecipano:- Elio Veltri, politico, giornalista, scrittore, autore del libro “Mafia pulita”- Guido Barbera, Presidente CIPSI (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale).Chiesa di san Filippo, Corso Garibaldi, Fossombrone. 03 Ottobre 2010 – ore 15.30 – 17.30Presentazione dell’Associazione e delle iniziative svolte – prima festa del Volontariato – Fossombrone, 2/3 Ottobre.

Il Protocollo di KyotoAl fine di operare una riduzione graduale delle emissioni di elementi inquinanti che causano il riscalda-mento globale del pianeta (CO2 e altri gas serra), l’11 dicembre 1997, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Kyoto, più di 160 paesi hanno siglato un protocollo d’intesa internazionale. Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia.Con tale trattato si obbligano i paesi industrializzati a operare, nel periodo 2008-2012, una significati-va riduzione di emissioni inquinanti in una misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990 (considerato come anno base). Per i paesi membri dell’Unione Eu-ropea nel loro insieme la riduzione dovrà essere pari all’8%.Tra i paesi non aderenti figurano gli USA, responsabili per oltre il 36% del totale delle emissioni. I paesi non aderenti sono responsabili del 40% dell’emissione mondiale di gas serra. L’HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/India” \o “India”India e la HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Cina” \o “Cina”Cina hanno ratificato il proto-collo ma non sono tenute, nell’am-bito del presente accordo, a ridurre le emissioni di anidride carbonica, poiché essi non sono stati tra i

L’Italia soffre da tempo di due mali che la grave recessione internazionale ha solo contribuito a far riemergere ed accentuare: 1) Crisi fiscale dello Stato 2) Bassa crescita. I due mali, messi assieme, rendono particolarmente arduo tenere sotto controllo il rapporto debito pubblico/PIL, che, ricordiamolo, sta viaggiando verso il 120% (secondo il trattato di Maastricht, il rapporto debito pubblico

DEBITO PUBBLICO - STORIA BREVEdi Gian Maria Vittorietti

principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo d’indu-strializzazione che si crede stia provo-cando oggi il cambiamento climatico. Il protocollo di Kyoto prevede, per i Paesi aderenti, il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti ‘meccanismi flessibili’; vale a dire, la possibilità di acquisire crediti di emissioni compren-denti benefici ambientali e di sviluppo economico-sociale per le produzioni industriali nei paesi in via di sviluppo oppure lo scambio di crediti di emissio-ne tra paesi industrializzati e paesi che abbiano conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra su-periore al proprio obiettivo. Un paese ‘creditore di quote di emissione’ può così cedere tali ‘crediti’ a un paese che, al contrario, non sia stato in grado di rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni inquinanti. L’obiettivo dei meccanismi flessibili è di ridurre le emissioni al costo minimo possibile; in altre parole, a massimizzare le riduzio-ni ottenibili a parità di investimento.Come dato orientativo, si consideri che l’Italia sta accumulando un debito me-dio di 1,5 milioni di euro al giorno per lo sforamento delle emissioni di CO2 rispetto all’obiettivo previsto dal Pro-tocollo. La crescita del debito (con una stima di 13 euro per ogni tonnellata di CO2) è di circa 17 euro al secondo.Da segnalare, accanto al protocollo di Kyoto, gli obiettivi europei del 20-20-20 entro il 2020, anno cioè entro il quale si dovranno raggiungere i

seguenti traguardi:il 20% dell’energia dovrà derivare da fonti alternative ci dovrà essere un aumento del 20% dell’efficienza energetica rispetto alle proiezioni del 2020 diminuzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 19902°C di innalzamento massimo della temperatura media globale.Quale forma d’incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’Italia ha introdotto, insieme ad alcuni paesi europei, l’uso di titoli negoziabili denominati ‘certi-ficati verdi’. Si tratta di certificati che corrispondono a una certa quantità di emissioni di CO2: se un impianto pro-duce energia emettendo meno CO2 di quanto avrebbe fatto un impianto ali-mentato con fonti fossili (HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Petro-lio” \o “Petrolio”petrolio, HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Gas_na-turale” \o “Gas naturale”gas naturale, HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Carbone_(minerale)” \o “Carbone (minerale)”carbone, ecc.) perché ‘da fonti rinnovabili’, il gestore ottiene dei certificati verdi che può rivende-re (a prezzi di mercato) a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili ma non lo fanno autono-mamente.P.s.: al termine della lettura di questo articolo, l’Italia ha accumulato ulteriori 4000 euro di debito.

/PIL non dovrebbe superare il 60%).

Negli anni ‘60 – e quindi sotto i governi LEONE, RUMOR, COLOMBO e AN-DREOTTI – la spesa pubblica primaria (escludendo quindi la spesa per inte-ressi ) è crescita del 4,5% in rapporto al PIL, mentre quella per interessi, allora praticamente inesistente, è rimasta invariata.

Negli anni ‘70 – e quindi sotto i gover-ni RUMOR, MORO e ANDREOTTI – la spesa pubblica primaria è cresciuta di un altro 5% in rapporto al PIL e quella per interessi è cresciuta del 3,7%.

Negli anni ‘80 – e quindi sotto i go-verni COSSIGA, FORLANI, SPADOLINI, CRAXI, DE MITA e FANFANI – la spesa pubblica primaria è esplosa del 7% in rapporto al PIL e quella per interessi è arrivata al 4,5%.

La spesa pubblica totale (spesa pub-blica primaria + spesa per interessi), è quindi aumentata di 8,7 punti di PIL negli ‘70 e di 11,5 punti negli anni ‘80.

Negli anni ‘90 – e quindi sotto i governi AMATO, CIAMPI, DINI e PRODI – c’è stata una seria inversione di tendenza, che ha portato nel decennio ad una ri-duzione della spesa pubblica totale del 7,5% in rapporto al PIL, dei quali poco più di metà (3,8%) derivanti da risparmi sulla spesa primaria e il resto derivanti dalla minor spesa per interessi dovuta soprattutto all’ammissione alla mone-ta unica europea.

Purtroppo, nel decennio che sta per chiudersi - quindi sotto il governo BERLUSCONI - si è tornati alle dinami-che degli anni ‘70 e ‘80, accantonando per intero il rigore sui conti ed i risultati positivi del periodo ‘90/99. Tra il 2000 ed il 2009 la spesa pubblica comples-siva è cresciuta dell’8% nonostante che la spesa per interessi si sia ridotta – grazie all’entrata nell’euro – dell’1,7%.

Nel periodo ‘80/89, con l’esplosione della spesa pubblica totale all’11,5%, si è avuto il risultato peggiore dell’ultimo cinquantennio. In quel periodo governava il cosiddetto “pentapartito”, nato nel 1981 quando in un camper – così si dice – venne siglato un accordo (detto “patto del camper”) fra il segretario della DC Arnaldo Forlani e quello del PSI Bettino Craxi, il tutto con la “benedizione” di Giulio Andreotti, tanto che il patto venne chiamato anche CAF (Craxi- Andreot-ti-Forlani).Con questo accordo, la DC riconosceva pari dignità ai cosiddetti “partiti laici” della maggioranza (cioè Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Liberale Italiano e Partito Repubblicano Italiano) ai quali veniva inoltre garantita l’alternanza della provenienza politica del leader della coalizio-ne, che non sarebbero più stati solo democrisitiani (in seguito infatti ottennero la Presidenza del Consiglio anche il repubblicano Giovanni Spadolini, che fu il primo Presidente del Consiglio non democrisitiano, ed il socialista Craxi). Con la nascita del pentapartito venne definitivamente allontanata la possibilità dell’al-largamento della maggioranza nei confronti del Partito Comunista Italiano. La DC rimase comunque il partito guida della coalizione, e riuscì più volte ad impe-dire che esponenti dei partiti laici diventassero Presidenti del Consiglio (De Mita oppose, ad esempio, un veto continuo nei confronti di Craxi).

In sintesi, il rigore di finanza pubblica degli anni ‘90 appare una parentesi tem-poranea in una tendenza di lungo periodo alla crescita della spesa che, secondo le vecchie consuetudini e una volta incassato il bonus della minor spesa per interessi derivante dall’adesione all’euro, con incosciente allegria si è riavviata ipotecandoci un futuro imprevedibile.

A P P U N TA M E N T ID E B I T I

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Prossimi appuntamenti dell’ Associazione Culturale Liberamente 01 Ottobre 2010 – ore 21.00“Mafia pulita - Legalità e nuove povertà”, serata informativa.Partecipano:- Elio Veltri, politico, giornalista, scrittore, autore del libro “Mafia pulita”- Silvia Cecchi, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Pesaro.Centro Civico Comunale, via Pontemetauro sn, Villanova di Montemaggiore al Metauro. 02 Ottobre 2010 – ore 10.30“Non c’è benessere senza legalità”, incontro con gli studenti dell’ Istituto di Istruzione Superiore “Luigi Donati”, in occasione della prima festa del Volontariato - Fossombrone, 2/3 Ottobre.Partecipano:- Elio Veltri, politico, giornalista, scrittore, autore del libro “Mafia pulita”- Massimo di Patria, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di PesaroAula Magna del Polo Donati, via Don Bosco n. 1, Fossombrone. 02 Ottobre 2010 – ore 17.30“Non c’è benessere senza legalità”, serata informativa, in occasione della prima festa del Volontariato – Fossombrone, 2/3 Ottobre.Partecipano:- Elio Veltri, politico, giornalista, scrittore, autore del libro “Mafia pulita”- Guido Barbera, Presidente CIPSI (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale).Chiesa di san Filippo, Corso Garibaldi, Fossombrone. 03 Ottobre 2010 – ore 15.30 – 17.30Presentazione dell’Associazione e delle iniziative svolte – prima festa del Volontariato – Fossombrone, 2/3 Ottobre.

Il Protocollo di KyotoAl fine di operare una riduzione graduale delle emissioni di elementi inquinanti che causano il riscalda-mento globale del pianeta (CO2 e altri gas serra), l’11 dicembre 1997, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Kyoto, più di 160 paesi hanno siglato un protocollo d’intesa internazionale. Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia.Con tale trattato si obbligano i paesi industrializzati a operare, nel periodo 2008-2012, una significati-va riduzione di emissioni inquinanti in una misura non inferiore al 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990 (considerato come anno base). Per i paesi membri dell’Unione Eu-ropea nel loro insieme la riduzione dovrà essere pari all’8%.Tra i paesi non aderenti figurano gli USA, responsabili per oltre il 36% del totale delle emissioni. I paesi non aderenti sono responsabili del 40% dell’emissione mondiale di gas serra. L’HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/India” \o “India”India e la HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Cina” \o “Cina”Cina hanno ratificato il proto-collo ma non sono tenute, nell’am-bito del presente accordo, a ridurre le emissioni di anidride carbonica, poiché essi non sono stati tra i

L’Italia soffre da tempo di due mali che la grave recessione internazionale ha solo contribuito a far riemergere ed accentuare: 1) Crisi fiscale dello Stato 2) Bassa crescita. I due mali, messi assieme, rendono particolarmente arduo tenere sotto controllo il rapporto debito pubblico/PIL, che, ricordiamolo, sta viaggiando verso il 120% (secondo il trattato di Maastricht, il rapporto debito pubblico

DEBITO PUBBLICO - STORIA BREVEdi Gian Maria Vittorietti

principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo d’indu-strializzazione che si crede stia provo-cando oggi il cambiamento climatico. Il protocollo di Kyoto prevede, per i Paesi aderenti, il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti ‘meccanismi flessibili’; vale a dire, la possibilità di acquisire crediti di emissioni compren-denti benefici ambientali e di sviluppo economico-sociale per le produzioni industriali nei paesi in via di sviluppo oppure lo scambio di crediti di emissio-ne tra paesi industrializzati e paesi che abbiano conseguito una diminuzione delle proprie emissioni di gas serra su-periore al proprio obiettivo. Un paese ‘creditore di quote di emissione’ può così cedere tali ‘crediti’ a un paese che, al contrario, non sia stato in grado di rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni inquinanti. L’obiettivo dei meccanismi flessibili è di ridurre le emissioni al costo minimo possibile; in altre parole, a massimizzare le riduzio-ni ottenibili a parità di investimento.Come dato orientativo, si consideri che l’Italia sta accumulando un debito me-dio di 1,5 milioni di euro al giorno per lo sforamento delle emissioni di CO2 rispetto all’obiettivo previsto dal Pro-tocollo. La crescita del debito (con una stima di 13 euro per ogni tonnellata di CO2) è di circa 17 euro al secondo.Da segnalare, accanto al protocollo di Kyoto, gli obiettivi europei del 20-20-20 entro il 2020, anno cioè entro il quale si dovranno raggiungere i

seguenti traguardi:il 20% dell’energia dovrà derivare da fonti alternative ci dovrà essere un aumento del 20% dell’efficienza energetica rispetto alle proiezioni del 2020 diminuzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 19902°C di innalzamento massimo della temperatura media globale.Quale forma d’incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’Italia ha introdotto, insieme ad alcuni paesi europei, l’uso di titoli negoziabili denominati ‘certi-ficati verdi’. Si tratta di certificati che corrispondono a una certa quantità di emissioni di CO2: se un impianto pro-duce energia emettendo meno CO2 di quanto avrebbe fatto un impianto ali-mentato con fonti fossili (HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Petro-lio” \o “Petrolio”petrolio, HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Gas_na-turale” \o “Gas naturale”gas naturale, HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Carbone_(minerale)” \o “Carbone (minerale)”carbone, ecc.) perché ‘da fonti rinnovabili’, il gestore ottiene dei certificati verdi che può rivende-re (a prezzi di mercato) a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili ma non lo fanno autono-mamente.P.s.: al termine della lettura di questo articolo, l’Italia ha accumulato ulteriori 4000 euro di debito.

/PIL non dovrebbe superare il 60%).

Negli anni ‘60 – e quindi sotto i governi LEONE, RUMOR, COLOMBO e AN-DREOTTI – la spesa pubblica primaria (escludendo quindi la spesa per inte-ressi ) è crescita del 4,5% in rapporto al PIL, mentre quella per interessi, allora praticamente inesistente, è rimasta invariata.

Negli anni ‘70 – e quindi sotto i gover-ni RUMOR, MORO e ANDREOTTI – la spesa pubblica primaria è cresciuta di un altro 5% in rapporto al PIL e quella per interessi è cresciuta del 3,7%.

Negli anni ‘80 – e quindi sotto i go-verni COSSIGA, FORLANI, SPADOLINI, CRAXI, DE MITA e FANFANI – la spesa pubblica primaria è esplosa del 7% in rapporto al PIL e quella per interessi è arrivata al 4,5%.

La spesa pubblica totale (spesa pub-blica primaria + spesa per interessi), è quindi aumentata di 8,7 punti di PIL negli ‘70 e di 11,5 punti negli anni ‘80.

Negli anni ‘90 – e quindi sotto i governi AMATO, CIAMPI, DINI e PRODI – c’è stata una seria inversione di tendenza, che ha portato nel decennio ad una ri-duzione della spesa pubblica totale del 7,5% in rapporto al PIL, dei quali poco più di metà (3,8%) derivanti da risparmi sulla spesa primaria e il resto derivanti dalla minor spesa per interessi dovuta soprattutto all’ammissione alla mone-ta unica europea.

Purtroppo, nel decennio che sta per chiudersi - quindi sotto il governo BERLUSCONI - si è tornati alle dinami-che degli anni ‘70 e ‘80, accantonando per intero il rigore sui conti ed i risultati positivi del periodo ‘90/99. Tra il 2000 ed il 2009 la spesa pubblica comples-siva è cresciuta dell’8% nonostante che la spesa per interessi si sia ridotta – grazie all’entrata nell’euro – dell’1,7%.

Nel periodo ‘80/89, con l’esplosione della spesa pubblica totale all’11,5%, si è avuto il risultato peggiore dell’ultimo cinquantennio. In quel periodo governava il cosiddetto “pentapartito”, nato nel 1981 quando in un camper – così si dice – venne siglato un accordo (detto “patto del camper”) fra il segretario della DC Arnaldo Forlani e quello del PSI Bettino Craxi, il tutto con la “benedizione” di Giulio Andreotti, tanto che il patto venne chiamato anche CAF (Craxi- Andreot-ti-Forlani).Con questo accordo, la DC riconosceva pari dignità ai cosiddetti “partiti laici” della maggioranza (cioè Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Liberale Italiano e Partito Repubblicano Italiano) ai quali veniva inoltre garantita l’alternanza della provenienza politica del leader della coalizio-ne, che non sarebbero più stati solo democrisitiani (in seguito infatti ottennero la Presidenza del Consiglio anche il repubblicano Giovanni Spadolini, che fu il primo Presidente del Consiglio non democrisitiano, ed il socialista Craxi). Con la nascita del pentapartito venne definitivamente allontanata la possibilità dell’al-largamento della maggioranza nei confronti del Partito Comunista Italiano. La DC rimase comunque il partito guida della coalizione, e riuscì più volte ad impe-dire che esponenti dei partiti laici diventassero Presidenti del Consiglio (De Mita oppose, ad esempio, un veto continuo nei confronti di Craxi).

In sintesi, il rigore di finanza pubblica degli anni ‘90 appare una parentesi tem-poranea in una tendenza di lungo periodo alla crescita della spesa che, secondo le vecchie consuetudini e una volta incassato il bonus della minor spesa per interessi derivante dall’adesione all’euro, con incosciente allegria si è riavviata ipotecandoci un futuro imprevedibile.

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