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Solidea Corso di formazione 15 Gennaio 2010 VIOLENZA ALLE DONNE E PROFESSIONI DI AIUTO: il lavoro di rete e l’intervento nei diversi ambiti professionali. LA RILEVAZIONE D.ssa Alessandra Kustermann - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
SolideaCorso di formazione 15 Gennaio
2010
VIOLENZA ALLE DONNE E PROFESSIONI DI AIUTO:il lavoro di rete e l’intervento nei diversi ambiti
professionali
LA RILEVAZIONE
D.ssa Alessandra Kustermann
Responsabile Soccorso Violenza Sessuale e Soccorso Violenza Domestica
Fondazione IRCCS OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO, MANGIAGALLI E REGINA ELENA di MILANO
Violenza e campagne di stampa
La violenza contro le donne diventa allarme sociale in occasione di eventi eclatanti
•la violenza sessuale da parte di sconosciuti, soprattutto se extracomunitari singoli o in gruppo, •la violenza domestica quando esita nella morte della vittima, •la violenza contro i bambini nei casi di indagini su gruppi di pedofili o di infanticidio,
Le campagne di stampa allora svegliano le coscienze, aggiungendo sempre nuovi episodi,
creando un clima di straordinarietà rispetto al fenomeno
Dopo di che si assiste a un progressivo spegnersi dell’attenzione e apparentemente ritorna la quiete, la rassicurante ignoranza
La violenza, che tutti condannano come un crimine odioso, torna tendenzialmente invisibile, specie quella quotidiana che avviene nell’ambito della sfera privata contro donne e minori
Nella QUASI TOTALITA’ dei casi le VIOLENZE NON SONO DENUNCIATE
• DENUNCE circa il 7% se da partner e il 4% da un non partner per le violenze subite nel corso della vita
• CONSIDERANDO SOLO LE DONNE CHE HANNO SUBITO VIOLENZA NEGLI ULTIMI 12 MESI IL SOMMERSO AUMENTA:
96,3% da partner e 96,7% da non partner
ISTAT 2006ISTAT 2006
ISTAT 2006ISTAT 2006
I partner attuali ed ex sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica e di alcuni tipi di violenza sessuali: lo stupro ed i rapporti sessuali non desiderati ma subiti per paura delle conseguenze
Il 69,7% degli stupri è opera di partner (55,5% di ex partner, 14,3% del partner attuale), il 17,4% di un conoscente, il 6,2% è opera di estranei
MA
*1 DONNA SU 3 NON PARLA CON NESSUNO DELLA VIOLENZA SUBITA SE L’AUTORE E’ IL PARTNER O EX -PARTNER
*1 SU 5 SE L’HA SUBITA DA UN NON PARTNER
QUINDI IN ITALIA L’IMPUNITA’ E’ PRATICAMENTE GARANTITA DAL SILENZIO DELLE VITTIME
Anche nel resto del mondo le indagini sociologiche e le casistiche giudiziarie dimostrano che vengono denunciate solo tra il 10% e il 50% delle violenze
Il sommerso resterà sommerso ? emergerà quando almeno i medici e gli operatori psico-sociali impareranno a cogliere le richieste d’aiuto non esplicite
l’idea stereotipa di violenza, comune tra gli operatori socio-sanitari, è che sia un grave reato, ma relativamente raro
PERO’PERO’PERO’PERO’
•Index of the operators’ sensitivity towards the interpretation of violence:High 8.3%, Intermediate 36.6%, Low 47%, None 8.1%•Most sensitive jobs:Teacher 31.6%, Psychologist 20.3%, Pediatrician 20%, Volunteer 15.8%, Gynaecologist 11.1%•Most sensitive services:Social services 16.5%, Family consulting services 14.6%, SERT(drug addiction) 10.2%, Police station (police forces) 7.1%, Menthal Health Centres 5.8%, First Aid 1.3%
URBAN – Italia Survey 1998-2005URBAN – Italia Survey 1998-2005
Il sistema sanitarioE’ in posizione ottimale
• per identificare le donne che hanno per identificare le donne che hanno subito violenze subito violenze
• per per indirizzarle verso altri serviziindirizzarle verso altri servizi la maggioranza delle donne fa visita ad una
struttura di assistenza sanitaria in un qualche momento della sua vita: durante una gravidanza, oppure per far curare se stesse o i figli.
UNICEF . 2000UNICEF . 2000
MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA
PRIMA NECESSITA’:PRIMA NECESSITA’:
FARE DIAGNOSIFARE DIAGNOSI
LA VISITAUNA QUESTIONE DI ACCOGLIENZAUNA QUESTIONE DI ACCOGLIENZA
• garantire un atteggiamento rassicurante, disponibile all’ascolto e mai frettoloso;
• assicurare un ambiente adatto (quiete e riservatezza);
• limitare il numero degli operatori, delle procedure e degli spostamenti a quelli strettamente necessari.
SVS
nasce il 15 maggio 1996 in collaborazione tra
Clinica Mangiagalli Istituto di Medicina legale
dell’Università di Milano ASL di Milano
Orario di apertura: 9.00 – 17.00Presenti infermiera, assistente sociale e psicologa1 segretariaAmbulatori follow-up: infermiera e/o ginecologheConsulenze psicologiche su appuntamentoReperibilità ginecologhe, infermiere/ostetriche e medici legali 24 h/die 365 giorni/anno
ORGANIZZAZIONE SVS
15 GINECOLOGHE
16 MEDICI LEGALI5 ASSISTENTI SOCIALI (in comune con SVD)5 PSICOLOGA (in comune con SVD)
1 PSICHIATRA (+ 2 consulenti della psichiatria)1 INFERMIERA coordinatrice (anche per SVD)
14 INFERMIERE/OSTETRICHE (reperibilità notturna e festiva)
1 SEGRETARIA
EQUIPE
PEDIATRI di guardiaCHIRURGO PEDIATRA di guardiaPSICHIATRI GUARDIA II di guardiaPSICOLOGA DIAGNOSI PRENATALEODONTOIATRI di guardiaCHIRURGHI MAXILLO-FACCIALI di guardiaCHIRURGHI di guardiaMEDICI INTERNISTI di guardia
CONSULENTI
CONSULENTI (TERRITORIO)
Servizi di neuropsichiatria infantile ospedalieri e territoriali
Unità tutela minori - UTM
Centri di Psicologia per il Bambino e l’Adolescente - CPBA
Servizi sociali dei minori e famiglie
Consultori familiari (area psicologica – sociale – sanitaria)
Centri Psicosociali (area psichiatrica)SERT – NOA (area dipendenze)
ALTRE STRUTTURE DI
APPOGGIO
• Associazione SVS Donna Aiuta Donna (assistenza legale ed eventuale aiuto economico)
• Comunità di accoglienza• Servizi del privato sociale (Caritas, CEAS,..)• Centri Antiviolenza, (CADM, coop. Cerchi d’Acqua, …)
• Mediatrici culturali Cooperativa
Euro Street (interpreti e psicologhe in lingua)
SVD – SOCCORSO VIOLENZA DOMESTICA
Aperto nel dicembre 2007 Convenzione tra l’ Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Milano e la Fondazione IRCCS Ospedale Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, in collaborazione con Caritas, Casa Delle Donne Maltrattate, Cerchi D’Acqua, Telefono Donna e SVS DonnAiutadonna per la realizzazione del progetto di rete
“Prevenire e contrastare la violenza e il maltrattamento alle donne”
FORMAZIONE OPERATORI
> SVS con la collaborazione di Cerchi D’Acqua, Case delle Donne Maltrattate, Caritas, Telefono Donna, SVS DonnAiutaDonna ha organizzato un corso di formazione per medici e infermieri del Pronto Soccorso sulle problematiche della violenza e del maltrattamento intrafamigliare.
> I magistrati del pool fasce deboli della procura di Milano, le forze dell’ordine, gli avvocati dell’associazione SVS-DonnAiutaDonna hanno partecipato alla formazione degli operatori sanitari
L’ACCOGLIENZA in SVS e SVDL’ACCOGLIENZA in SVS e SVD prevede:prevede:
• INTERVENTO SANITARIO TECNICO con TEMPI VARIABILI a seconda dello stato e delle necessità della vittima
• AIUTO PSICOLOGICO• PROGETTO CON ASSISTENTI SOCIALI• COLLOCAMENTO in comunità protette nei casi più
gravi di violenza domestica• CONSULENZA LEGALE per la violenza domestica e
ASSISTENZA LEGALE per la violenza sessuale a spese dell’associazione SVS-DonnAiutaDonna onlus con il contributo del Comune di Milano
L’ACCERTAMENTO CLINICO RICORDARE IL VERSANTE GIUDIZIARIO
1) Garantire:
accuratezza nell’esame clinico
adeguatezza della documentazione iconografica
indagini di laboratorio
sicurezza nella conservazione dei reperti acquisiti
2) Ponderare le esigenze di denuncia
IL PROTOCOLLO SVS PREVEDE:
Compilazione della scheda anamnestica (descrizione succinta della violenza sessuale come raccontata dalla vittima) Descrizione dell’esame obiettivo fisico e psichico Raccolta di documentazione fotografica Esecuzione di Prelievi per esami batteriologici , ematochimici, tossicologici , infettivologici e per
la ricerca dello sperma ( in base alla descrizione degli eventi)I test tossicologici o la tipizzazione genica saranno
effettuati eventualmente in un secondo tempo su richiesta della magistratura
•Ecchimosi •Escoriazioni•Ferite lacero-contuse•Fratture, avulsioni dentali•Ustioni•Cicatrici
SEGNI FISICI SEGNI FISICI EXTRAGENITALIEXTRAGENITALI
TOSSICOLOGIA
• Art. 609 bis c.p. II commaAlla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto.
• La condizione di inferiorità può essere rappresentata da una condizione di ebbrezza o di alterazione della coscienza ad opera di composti vari (alcool, farmaci, stupefacenti veri e propri), magari indotta dall’agente medesimo.
SOSTANZE DI ABUSO NELLA VIOLENZA SESSUALE
• Drug-facilitated sexual assault o “date-rape”
• Le sostanze di abuso impiegate a questo scopo devono essere facilmente somministrabili, indurre un deficit di coscienza e possibilmente anche un’amnesia anterograda ( etanolo, benzodiazepine, acido gammaidrossibutirrico, cannabinoidi, oppiacei)
TOSSICOLOGIA
•Esame urine
•Alcolemia
•Esami ematici (da stoccare per esami più approfonditi)
SCREENING MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSEopportuno effettuare tamponi vaginali e/o cervicali per la ricerca di neisseria gonhorrea, trichomonas vaginale clamydia trachomatis batteriosi vaginale prelievi ematici da ripetere a 3 e 6 mesi per VDRL-TPHA,
HIV markers per l’epatite
PROFILASSI ANTIBIOTICA
che copra le diverse possibilità di trasmissione di malattie sessualmente trasmesse:
AZITROMICINA 1gr per os o TETRACICLINA 100 mgx 2 die x 7gg + CEFTRIAXONE 250mg I.M. + METRONIDAZOLO 2gr per os
Profilassi antitetanica e vaccinazione anti epatite se opportune
Profilassi anti HIV in base al racconto e all’area geografica di provenienza degli aggressori.
INTERCEZIONE POST-COITALE: LEVONELLE o NORLEVO oppure EVANOR D o NOVOGYN 21 > 2cps + 2cps dopo 12h
Un servizio di emergenza per la violenza domestica all’interno di un ambiente ospedaliero.
Quali presupposti?
• L’eziologia della violenza domestica è multifattorale e dipende da fattori sociali, culturali, sanitari, religiosi, normativi e intrapersonali.
• La violenza domestica (violenza nelle relazioni intime. Baldry A. “ Dai maltrattamenti all’omicidio), è un fenomeno complesso che necessita di interventi trasversali e di una presa in carico multidisciplinare. I casi di violenza domestica presentano un alto grado di complessità e richiedono sempre l’intervento integrato di operatori sanitari e psico-sociali.
• L’apertura di un soccorso per la violenza domestica è la risposta ad una richiesta specifica degli operatori sociali e sanitari, delle associazioni e delle istituzioni governative.
• La violenza domestica è una priorità della saluta pubblica. Sulla sanità ricadono i costi e le conseguenze della violenza.
• La violenza domestica ad oggi è un fenomeno sommerso che necessita di interventi strategici il cui obiettivo è una maggior rilevazione delle violenze nascoste e un’azione di prevenzione per ridurre i rischi di episodi futuri di violenza.
Un servizio di emergenza per la violenza domestica all’interno di un ambiente ospedaliero.
Quali presupposti?
• Offrire e garantire servizi di diagnosi e trattamento sanitario attraverso un’offerta attiva di assistenza per favorire la l’emersione del fenomeno.
• Offre la possibilità di un percorso di uscita dalla violenza costruito su una specifica e professionale continuità assistenziale della donna vittima di violenza. Un intervento sanitario su un primo livello di emergenza, un intervento psico-sociale dell’SVD e legale, in stretta interconnessione con la rete, il territorio e i servizi specifici di riferimento.
Un servizio di emergenza per la violenza domestica all’interno di un ambiente ospedaliero.
Quali presupposti?
Accoglienza delle donne vittime di violenza presso i servizi ospedalieri.
Perché l’ospedale è un luogo privilegiato?
• La violenza domestica è in Italia è un importante problema di salute pubblica. Tra le donne che si recano ad un pronto soccorso cercando assistenza per un trama, una percentuale che arriva al 35% presenta lesioni causate dalla violenza dal partner.
• Perché il numero delle vittime che affluiscono presso il pronto soccorso è nettamente superiore a quello delle donne che si recano alla polizia, ai consultori, ai servizi sociali e ai servizi messi a disposizione del volontariato.
• L’SVD all’interno di una struttura ospedaliera costituisce un’importante risorsa per incentivare la diagnosi precoce e supportare gli operatori sanitari che si confrontano con una problematica cos’ complessa.
Accoglienza delle donne vittime di violenza presso i servizi ospedalieri.
Perché l’ospedale è un luogo privilegiato?• Perché è un momento privilegiato per stabilire un contatto,
chiedere informazioni, offrire accoglienza, ascolto alle donne che vi afferiscono e che presentano caratteristiche direttamente o indirettamente collegabili ad una storia di violenza e maltrattamento.
• Perché può essere raccolta accuratamente la documentazione delle lesioni.
• Perché è possibile riscontrare le recidive e prevenire morti inevitabili.
• Perché offre la possibilità di un confronto sempre attivo tra operatori sanitari e operatrici psico-sociali dell’SVD per la rilevazione della violenza, consulenza e accoglienza della donna.
• Perché Uno dei fattori principali all’interno di servizi di tipo è la Valutazione del Rischio
Come arginare la violenza e prevenire la recidiva.Valutazione del rischio e prevenzione di recidiva in un Soccorso di Emergenza per la Violenza domestica.
• Parlare di valutazione del rischio di recidiva o di escalation della violenza significa prevenire la reiterazione della violenza, perché si tratta di individuare quali sono i fattori di rischio, determinare la presenza e intervenire, riducendo così la possibilità che la condotta violenta si ripresenti.
• La valutazione dl rischio (risk assessment) comporta a sua volta la gestione del rischio (risk managment) cioè l’individuazione dell’intervento più appropriato per quel caso, per prevenire la recidiva, per proteggere le vittime, per interrompere l’escalation dei maltrattamenti.
Come arginare la violenza e prevenire la recidiva.Valutazione del rischio e prevenzione di recidiva in un Soccorso di Emergenza per la Violenza domestica.
• Un approccio basato sulla valutazione del rischio in un’ottica psico-sociale e clinica permette di comprendere quali sono le circostanze e le motivazioni – fattori di rischio- che hanno portato l’autore a usare violenza in passato ( i sui atteggiamenti, credenze sui ruoli all’interno della famiglia, l’abuso di sostanze, disturbo di personalità per citarne solo alcuni), e valutare se la presenza di alcuni di questi fattori hanno influenzato la scelta di agire violenza e se potrebbero anche in futuro la scelta di perpetrazione della stessa.
• Nel valutare il rischio bisogna tenere conto del tipo di fattori di rischio presenti e contestualizzarli, in quanto essi possono essere statici o dinamici, essere significativi o poco importanti per altre.
• Valutare il rischio inoltre vuol dire scoprire quali fattori sono presenti e in quale momento possono interagire nell’incrementare il rischio di reiterazione della violenza.
• La valutazione del rischio viene attuata e monitorata dall’équipe psico-sociale dell’SVD per qualsiasi accesso della donna al servizio, sia esso per accesso diretto sia per le consulenze attivate dagli operatori sanitari del pronto soccorso.
Le modalità di accesso
• Le donne vittime di violenza domestica possono afferire all’SVD attraverso le seguenti modalità:- Accesso attraverso l’attivazione di una consulenza da parte di un operatore sanitario del Pronto Soccorso del Policlinico
- Accesso diretto attraverso consulenza specifica da parte dei medici del pronto soccorso durante la notte e week end reperibilità 24 su 24 da parte di Assistenti Sociali e Psicologhe.)
- Accesso diretto spontaneo da parte della donna vittima di violenza o su invio da altri servizi.
I percorsi possibili all’interno di un servizio di emergenza:Accesso diretto dal pronto
soccorso• Il percorso inizia con l’accesso della donna al pronto soccorso. Vede la realizzazione di
un iter definito e condiviso: dall’accoglienza, alla realizzazione di procedure sanitarie, sino all’attivazione dell’SVD finalizzata ad una presa in carico tempestiva e alla pianificazione di un progetto individuale di intervento.
• 1. In situazione d’emergenza gli operatori del Pronto Soccorso del Policlinico possono contattare le psicologhe e le assistenti sociali in tutti i casi in cui la donna si è recata presso di loro per una refertazione conseguente ad una violenza domestica.
• a. in orario diurno : dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 16.00.• Richiesta di consulenza dell’operatore sanitario:
Primo colloquio d’accoglienza con la donna volto a:- valutare la situazione di rischio;- contenere i vissuti- motivare la donna ad un successivo appuntamento con le operatrici psico-sociali al finedi poter strutturare con lei un progetto di uscita dalla violenza che preveda l’invio presso strutture e servizi e del territorio e della rete.
• L’intervento nell’emergenza prevede un’accoglienza con tempi variabili a seconda dello stato e delle necessità della vittima oltre che dei tempi necessari all’adempimento degli accertamenti sanitari necessari per quella specifica situazione.
I percorsi possibili all’interno di un servizio di emergenza:Accesso attraverso Reperibilità
notturna e festiva. 1
• In situazioni di emergenza 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, è attiva una linea telefonica gestita da assistenti sociali e psicologhe che garantiscono accoglienza e informazioni a medici e infermieri dell’Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, in particolare agli operatori sanitari del Pronto Soccorso, della Chirurgia, Medicina e Ginecologia d’Urgenza
• negli orari notturni e festivi i medici del Pronto Soccorso possono mettere in contatto telefonico le donne che si sono rivolte all’Ospedale per problemi legati alla violenza domestica, alle quali viene offerto un appuntamento in orario diurno, nel più breve tempo possibile.
I percorsi possibili all’interno di un servizio di emergenza:Accesso attraverso Reperibilità
notturna e festiva. 2• Durante la reperibilità oltre ad offrire una consulenza
specifica agli operatori sanitari si chiede di poter parlare con la donna, al fine di:- effettuare una valutazione del rischio per la donna, gestione del caso in situazioni che necessitano di protezione della donne e dei figli se ci sono.- una continuità assistenziale attraverso una presa in carico immediata e tempestiva.
Nei casi in cui si rende necessario un ricovero questo può essere effettuato sia nel reparto di Ginecologia, sia in altri reparti del Policlinico se le lesioni riportate dalla vittima richiedono un’assistenza specialistica più complessa o se il rischio per la vita della donna è estremamente alto e non si è riusciti a trovare nell’immediato una struttura di accoglienza.
I diversi percorsi possibili all’interno di un servizio di emergenza:Accesso diretto
all’SVD. Su richiesta spontanea da parte della donna, o su invio da parte dei servizi
del territorio. Si concorda un primo colloquio da tenersi presso il SVD e dare avvio a quanto sopra descritto.
• La presa in carico dei casi presso il SVD avviene per un tempo limitato, anche se può variare da caso a caso a seconda del progetto ipotizzato. Solitamente dopo la fase di accoglienza, si programmano:
• i colloqui con la psicologa e/o assistente sociale• Valutazione del rischio e monitoraggio.• Consulenza legale (civile e/o penale) con un avvocato dell’associazione
SVS Donna Aiuta Donna; • Si avviano percorsi di rete, un’eventuale comunità e, se necessario, con i
servizi esterni.
• Progetti psico-sociali sia in fase di emergenza che in fase successiva, attivando le risorse sia della rete dei servizi pubblici del Comune e della ASL, sia della rete del privato sociale, in particolare della Caritas, Casa Donne Maltrattate, Cooperativa Cerchi d’Acqua, SVS DonnAiutaDonna, Telefono Donna.
I BISOGNI DELLE DONNE CHE HANNO SUBITO VIOLENZA
BISOGNI INIZIALI
USCIRE DALLA CONFUSIONEESSERE ASCOLTATE RACCONTARE LA PROPRIA STORIA E LE PROPRIE EMOZIONIESSERE CREDUTE E NON GIUDICATERICONOSCERE LA VIOLENZA COME TALEVEDERE LEGITTIMATE LE PROPRIE EMOZIONIRACCOGLIERE INFORMAZIONI
Cerchi d’Acqua - Settore Formazione* Materiale elaborato dalla collaborazione CADM - Cerchi d’Acqua
I BISOGNI DELLE DONNE CHE HANNO SUBITO VIOLENZA
BISOGNI CHE EMERGONO NEL LUNGO TERMINE
COMPRENDERE L’ACCADUTOSUPERARE LA VERGOGNA E SENSO DI COLPARIDISTRIBUIRE LE REALI RESPONSABILITA’RICOSTRUIRE SENSO DI SE’ (FISICO– PSICHICO)RECUPERARE CONTROLLO SULLA PROPRIA VITA Cerchi d’Acqua - Settore Formazione
* Materiale elaborato dalla collaborazione CADM - Cerchi d’Acqua
Di fronte ad una condizione di violenza e/o abuso …
• avvicinarsi alla donna senza pregiudizio• ascoltando• condividendo• contenendo le sue emozioni• credendo al racconto• non minimizzando• riconoscendo l’ingiustizia subita • informando sui diritti• Informando sulle possibilità di aiuto• rispettando l’autonomia decisionale
LE COMPETENZE NELL’ASCOLTO
• E’ importante riconoscere la violenza come tale
• Attivare un ascolto empatico significa poter sentire le emozioni dell’altro ma anche essere vigili e consapevoli dei propri vissuti
• Un rischio in cui gli operatori possono incorrere è l’identificazione con la vittima e dunque un’incapacità ad assumere la utile distanza che consente fermezza, lucidità e favorisce la relazione con l’altro.
• La donna può sentirsi co-responsabile dell’evento traumatico e, per questo, sottovalutarlo
• Riconoscere la violenza può essere un aspetto che costituisce un nodo importante da superare per proseguire il lavoro di cura
ri-raccontare la violenza
• Dare un senso ai sintomi causati dall’esperienza traumatica
• Cosa significa essere stata vittima di una violenza sessuale
• A cosa serve rielaborare quanto successo
La donna/vittima “sente” l’ansia, il rifiuto, le difficoltàdell’interlocutore;
“sente” se siamo increduli, se dentro di noi stiamo“minimizzando” il racconto che ci sta facendo
Che cosa prova la donna• massima VULNERABILITA’• pervasivi sentimenti di COLPA e
VERGOGNA• paura/minaccia• ansia/angoscia• solitudine• diffidenza• disorientamento/confusione• disperazione• disvalore/incompetenza• … rabbia
alcuni meccanismi difensivi
(della vittima ma anche degli operatori)
• Negazione• Rimozione • Distanziamento emotivo• Razionalizzazione• Scissione• Identificazione
che cosa provano gli operatori la paura di agire (o non agire)e’ un aspetto che condiziona spesso il lavoro deglioperatori
e’ utile potersi chiedere
di cosa e perche’ si prova paura
spesso gli esiti del lavoro causanofrustrazione, talvolta senso di impotenza
L’operatore può assumere un diverso ruolo di fronte alla situazione che ha in carico:vittima – aggressore - testimonesalvatore
LA FUNZIONE DELL’EQUIPE
Verifica progetti in corso
Consolidamento della metodologia del lavoro
Spazio e tempo di pensiero per chi lavora
sull’urgenza e in emergenza
Presentazione e discussione interdisciplinare nuovi
casi
Valutazione relativa a “chi fa che cosa”
Come effettuare un invio e come lavorare in rete
LA FUNZIONE DELL’EQUIPE
Condivisione di un comune oggetto di lavoro
Valorizzazione del lavoro di ognuno come
in-put al lavoro delle altre colleghe di diversa
professionalità
Evitare agiti inutili e dannosi
Comprendere e contenere le emozioni suscitate
dai casi e le ansie relative all’eventuale obbligo
di denuncia/segnalazione all’Autorità Giudiziaria
PUO’ PERMETTERE LO SVILUPPO DI · Fiducia nelle competenze di ciascuno, percepito come risorsa · Spazi di dibattito e confronto dei punti di vista controversi:
Possibilità di aprirsi al dubbio e all’incertezza · Piacere di pensare da soli e insieme · Appartenenza a un gruppo di lavoro che funziona anche da contenitore delle ansie
IL RUOLO DI OGNI OPERATORE
Essere punto di riferimento per i Servizi di territorio e per le Aziende Ospedaliere sulle problematiche sanitarie e psicosociali legate ad abusi e violenze sessuali e sui relativi obblighi di legge
LAVORARE IN RETE
Richiede
• il coordinamento degli interventi
• la condivisione di alcuni obiettivi
• mandati istituzionali e professionale integrabili
richiedeuna conoscenza e una mappatura aggiornata delle risorse pubbliche e private presenti sul territorio
CONOSCERE E UTILIZZARE
LA RETE DEI SERVIZI
CONOSCERE LA RETE DEI SERVIZI
•permette di conoscere correttamente gli specifici compiti, le possibilità e i limiti operativi dei servizi
•aiuta a non confondere e sovrapporre gli ambiti del proprio e dell’altrui intervento
•facilita la percezione dei servizi come risorsa
•favorisce aspettative realistiche
•evita il rischio di interventi inutili e dannosi
CONOSCERE LA RETE DEI SERVIZI
presuppone un particolare
ATTEGGIAMENTO MENTALE
bisogna chiedersi• con quali criteri è stato individuato un
servizio come risorsa • con quali obiettivi si è valutato opportuno
accompagnarvi o inviarvi la vittima
CONOSCERE LA RETE DEI SERVIZI
consente alla vittima, informata sulle
motivazioni di un accompagnamento o invio ad altro servizio, di essere
UN SOGGETTO ATTIVO CONSAPEVOLE
ACCOMPAGNAMENTO E INVIO – LAVORO DI RETE
Rilevare la necessità della persona e promuoverneun invio richiede: • La corretta individuazione del problema portato • L’esplicitazione delle valutazioni che suggeriscono un progetto di invio e dei suoi obiettivi Nel caso l’invio sia interno e coinvolga altri colleghi: • La percezione del proprio servizio, dell’equipe e dei colleghi come risorsa
• Un confronto e una condivisione attiva del progetto, non una delega
Nel caso di invio ad altro servizio
• Una mappatura aggiornata delle risorse esterne sia pubbliche che private e la conoscenza delle loro effettive competenze
• La costruzione e il mantenimento dei rapporti con le altre agenzie in funzione della “difficile arte dell’invio”
• Una prima verifica di fattibilità dell’invio
• La valutazione di come la persona ha saputo o meno accogliere la proposta di invio
Il lavoro per l’invio è una fase operativa delicata; ogni passaggio richiede una comunicazione chiara con la persona e il rispetto delle modalità concordate con lei.
La modalità con cui viene effettuato un invio, infatti, condiziona sia l’aspettativa della persona inviata sia la risposta dell’operatore o del servizio che la deve accogliere.
CASISTICA GENERALE SVS DAL 15/05/96 AL 31/12/08
• Numero totale dei casi 2.931 nazionalità
• italiana 1.690 (58 %)
• straniera 1.241 (42%)
• sesso
• femminile 2.800 (95%)
• maschile 131 (5%)
Autori della violenza
• Noti alla vittima 1.716 (59%)
• Sconosciuti 942 (32%)
• in 273 casi non vi è stato racconto esplicito di violenza sessuale(9%)
Età delle vittimerange 9 mesi - 76 anni
• Minorenni 936 (32%) • 0-4 anni 175• 5-9 anni 197• 10-13 anni 171• 14-17 anni 393• Maggiorenni 1.995 (68%)• 18-24 anni 726• 25-34 anni 716• 35-44 anni 369• 45-54 anni 126• 55 e oltre 58
CASI ANNUI
76
167173183217226237228
196251
284
344349
050
100150200250300350400
CASI ANNUI
FALSI RACCONTI DI VIOLENZA DAL 1/1/09 AL 24/5/09
CASI TOTALI 132• 10/13 ANNI: 1 CASO
• 14/17 ANNI: 3 CASI
• 18/24 ANNI: 5 CASI (1 MASCHIO)
• 25/34 ANNI: 1 CASO
• 35/44 ANNI: 1 CASO
• 45/54 ANNI: 1 CASO
RACCONTI DI VIOLENZA CHE NASCONDONO STORIA DIVERSA
DAL 1/1/09 AL 24/5/09
• 18/24 ANNI: 2 CASI
“NON” RACCONTO DI VIOLENZA SESSUALE con AMNESIA
DAL 1/1/09 AL 24/5/09
• 14/17 ANNI: 1 CASI
• 18/24 ANNI: 4 CASI
• 25/34 ANNI: 4 CASI
• 45/54 ANNI: 1 CASO
Maria Goretti si è difesa fino alla morte, quindi la vittima di violenza o arriva al pronto soccorso massacrata dal suo aggressore o era consenziente
NON ESISTE LA VITTIMA TIPICANON ESISTE LA VITTIMA TIPICA, come non esiste l’aggressore tipicoNON ESISTE LA VITTIMA TIPICANON ESISTE LA VITTIMA TIPICA, come non esiste l’aggressore tipico
Alcuni dati relativi a pazienti di età superiore ai 13 anni Trienni 1997-99 / 2003-05
ACCESSO AL Centro
SVS
TRIENNIO1997-99
TRIENNIO2003-05
VIENE DA SOLA 27,5% 36,9%INVIO DA PS DI
ALTRI OSPEDALI
27,8% 27,7%
ACCOMPAGNATA DALLE FORZE DELL’ORDINE 36,3% 29,3%INVIATA DA
ALTRI SERVIZI SANITARI e
PSICO-SOCIALI8,4% 6,1%
5 vittime su 10 si sono rivolte per un aiuto immediato ad una struttura sanitaria di pronto
soccorso
ORARIO E OPERATORI PRESENTI ALLA PRIMA ACCOGLIENZA
Festiva/notturna Sanitaria diurna Sanitaria e sociale insieme
40%
5%
55%
TRIENNIO 97-99
46%
9%
45%
TRIENNIO 03-05
italiane
58%42%
querela si querela no
Querele donne italiane: 97-99 (111 donne >13 anni)
italiane
36%64%
querela si querela no
Querele donne italiane:03-05 (168 donne > 13 anni)
SVS Milano
str in it>2aa
53%47%
querela si querela no
Querele donne straniere integrate*: 97-99 (17 donne >13 anni)
str in it>2aa
67%
33%
querela si querela no
Querele donne straniere integrate*: 03-05 (71 donne > 13anni)
* IN ITALIA > 2 anni
SVS Milano
str in it<2aa
60%40%
querela si querela no
Querele donne straniere non integrate*: 97-99 (45 donne>13 anni)
str in it<2aa
31%69%
querela si querela no
Querele donne straniere non integrate*: 03-05 (81 donne>13 anni)
SVS Milano
29% 39%
71%61%
0%10%20%
30%40%
50%60%
70%80%
nessuna querela di parte nédenuncia d'ufficio
querela di parte e/odenuncia d'ufficio
1997-99 2003-05
QUERELE DI PARTE e DENUNCE D’UFFICIO
Incremento dell’assistenza legale
22%
21%
34%
triennio 1997-99 triennio 2003-05 anno 2006
59%
6%
10%
4%
3%
14%
4%
Tipologia vittime
Triennio 97-99 Triennio 03-05
48%
11%
7%
8%
7%
3%
9%
7%
senza evidentevulnerabilità
prostituta
patologia psichiatrica
tossico/alcolista
homeless
handicap grave
precedente violenza omaltrattamenti
multiproblematiche
DIAGNOSI PRECOCEDIAGNOSI PRECOCE> forse la sicurezza dell’impunità per gli autori di violenza diminuirà
> forse si potranno prevenire i gravi danni alle donne e ai bambini che assistono alla violenza domestica
PREVENZIONEPREVENZIONE> un mondo migliore è possibile se i genitori e la scuola insegneranno ai bambini il senso del limite, la tolleranza per la frustrazione, il rispetto per la diversità, l’amor cortese, ecc.
Quindi qualcosa sta cambiando?Quindi qualcosa sta cambiando?Quindi qualcosa sta cambiando?Quindi qualcosa sta cambiando?
CASI ARRIVATI SVD DAL 11/12/2007 AL 31/12/2008 = 203
17 NEL 2007 E 186 NEL 2008 DI CUI 2 UOMINI
NAZIONALITÀItaliana 116 Straniera 87
INVII
Dal pronto soccorso 70 altro 133
AUTORI DELLA VIOLENZA
Marito 84 Ex marito 17 Compagno 12Ex Compagno 10Convivente 47 Ex convivente 12 Madre 1 Figlio 4Padre 4Fratello 2 Conoscente 10
TIPO DI VIOLENZA
Psicologica 131
Fisica 207
Sessuale 14
Stalking 10
Economica 25
ETA’ DELLE VITTIME
18 – 24 anni 25
25 – 34 anni 51
35 – 44 anni 74
45 – 54 anni 37
55 e oltre 16