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www.larivieraonline.com R

Gli artisti uniti organizzano a Locriun concerto di beneficenza in favoredell’associazione Angela Serra

Dopo anni di lavorointenso le visioni diSisinio Zito sistanno trasformandoin realtà. Finalmentela strada sembraquella giusta,possiamo sperareche l'alto livellodell’offerta turisticaraggiunto daRoccella contagitutta la Locride

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Belle notizie dalla Locride. Sentire LorenzoJovanotti, che parla del suo nuovo supertour in una super conferenza stampa,annunciare le date e nominare RoccellaJonica e la nostra spiaggia tra i suoi 12 con-certi è stata un’emozione forte e gratifican-te. Forse si sta lavorando bene, di solitoquando si zappa i frutti prima opoi escono ed escono buoni.Possiamo dire senza possibilitàdi smentita chesi è alzato iltiro, che final-mente la stra-da sembraquella giusta,possiamo sperare cheinizi il contagio e che tutta laLocride inizi a guardare conlungimiranza a questonuovo sistema di cose cheporta il livello dell’offertaturistica del nostro territorioa un piano superiore, a livelli dizone turistiche serie. Scriviamo a

Sisinio Zito che le sue visioni si stanno tra-sformando in realtà.Ora godiamoci il momento e iniziamo alavorare, cerchiamo di arrivare preparati aquesto importante appuntamento,diamo la giusta dimensione all’eventoe cerchiamo di porre le massimecompetenze al lavoro unitario. Detto questo, faccio un passo indie-tro, anche perché questo eventoeccezionale non nasce per caso, cer-chiamo di essere consapevoli delpercorso che porta a questo risultatoperché non diventi isolato ma sia unoscalino ulteriore per continuare lostesso percorso. Il terreno è stato pre-

parato da una politica ambientale che è ini-ziata 10 anni addietro, da una politica delbello che si è diffusa come in un'isola felicenella cittadina di Roccella, poi ha contribui-to anche l’abitudine ad avere ospiti inter-nazionali con il Festival Jazz. Infine si èsviluppato negli ultimi due anni un grup-po che pensa che tutto questo lavoro possadiventare occasione di sviluppo. Così partela manifestazione di Natale 2017, poi Metae ora il “Natale al Castello più”. Questemanifestazioni hanno fatto crescere ungruppo che riesce a coinvolgere moltepersone che sentono la passione nel farbrillare sempre di più la propria cittadi-na. In queste manifestazioni, io cheseguo gli eventi della Locride degli ulti-

mi 20 anni, ho visto unadiversa visione, un diversomodo di fare, una forte

strutturazio-ne delg ruppoche creaat torno

all’eventouna serie di servizi e

iniziative, che trasformanol’evento in qualcosa dipiù complesso.

Rosario VladimirCondarcuri

Domenica 16 dicembre, nella splendida cornice del Locri on Ice, presso la Piazza Martiridi Locri, si svolgerà il Concerto di Beneficenza “Artisti Uniti per la ricerca”, il cui ricava-to sarà interamente devoluto all’Associazione “Angela Serra per la Ricerca sul Cancro -Sezione Locride”. Il concerto, la cui apertura del botteghino è prevista per le ore 19,vedrà la partecipazione degli artisti Mimmo Cavallaro, Mario Muscolo, Paolo Sofia, GigiTalotta, Nino Tarzia, Manuela Cricelli, Peppe Platani, Maria Teresa D’Agostino,Carmelo Scarfò, Vincenzo Troppe, Vincenzo Oppedisano, Gabriele Albanese, AndreaSimonetta, Salvatore Gullace, Antonio Tallura ed Enzo De Liguoro, riuniti da CalabriaSona nella realizzazione del singolo “Ora c’è”, realizzato appositamente per l’evento eche è già possibile ascoltare su YouTube e acquistare su tutti i portali di musica digitale.Il concerto, che per la prima volta porterà nella Locride un grande progetto di benefi-cenza che vuole ricalcare la formula di successo sperimentata da progetti come USA forAfrica o il Live Aid, permetterà all’Associazione Angela Serra di reinvestire la cifra rac-colta in servizi o l’acquisto di macchinari per la ricerca nel nostro territorio e sarà pre-sentato nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del “Locri on Ice 2018”,che si svolgerà mercoledì 12 dicembre, alle ore 11, presso la Sala Consiglio del Comunedi Locri, alla presenza del sindaco Giovanni Calabrese, dell’assessore alla CulturaGiuseppe Fontana, di Carmelo Scarfò, della presentatrice Maria Teresa D’Agostino e didue degli artisti che prenderanno parte al concerto del 16 dicembre.

HA VINTOJOVANOTTIRO

CCELLA

Siderno, la comunità diVennerello ha finalmentela sua chiesaSi terrà oggi, domenica 9 dicembre, alle 16:30, pressocontrada Vennerello a Siderno una grande cerimoniasolennizzata dalla presenza del Vescovo MonsignoreFrancesco Oliva per la Dedicazione della Chiesa edell’altare del luogo sacro a "Maria, Madre dellafamiglia”. Nel corso della solenne celebrazioneeucaristica Monsignor Oliva nel consacrare l’Altarecollocherà le reliquie dei Santi martiri Sergio edErasmo, compatroni dell’Antica Siderno, prelevatidalla Chiesa di San Nicola di Bari di SidernoSuperiore. Un momento storico per la comunità diVennerello che dopo aver atteso più di 15 anni per larealizzazione della chiesa finalmente ne vedrà la luce.

Il GAL “Terre Locridee” partecipa alla costituzionedella rete delle Biodiversitàantica Il GAL “Terre Locridee” continua nella sua fase dicrescita, lunedì 3 dicembre era l’unico GAL Calabresea far parte della “Rete delle Biodiversità antica” costi-tuita a Roma dal CREA Centro Politiche e Bio-econo-mia, in un incontro presso lo stesso ente. In questo sec-ondo incontro organizzato dal Crea è proseguita l’attiv-ità per la creazione di una “Rete delle Biodiversità anti-ca” avviata nel primo incontro del 16 luglio. L’iniziativaè finalizzata a creare una rete tra i Gal Italiani impeg-nati in attività per la valorizzazione delle testimonianzebotaniche antiche (3.500 a.C. e- 476 d.C.) e medievali(476 – 1492 d.C.) connesse con le evidenze storico-archeologiche caratteristiche nei territori rurali di rifer-imento. Incontro importante per rafforzare, in funzionedello sviluppo del territorio, quel legame con la storiache molto ha da dare al territorio sia in termini diconoscenza e identità sia in termini turistici, produttivie di sviluppoL’incontro voluto dalla responsabile Creadell’area Leader Raffaella Di Napoli, per tentare di farpartire dei progetti pilota che servano alla creazione direti e gruppi tra Gal, sia tematici che geografici, una ric-chezza se si considera che in Italia ci sono circa 200 Gal.La conoscenza delle esperienze e delle buone pratichepuò solo far crescere la stessa rete dei Gal e lo sviluppodei territori. Rafforzando la connotazione culturale eidentitaria di ogni zona rurale. I lavori sono proseguiticon la relazione dell’archeologo Andrea Ziffererodell’Univesità di Siena che ha illustrato il progettoArcheoVino realizzato a Scansano in Toscana. Inquesto progetto è evidente come le colture storiche delvino e del olio siano legate alle zone archeologiche degliEtruschi e dei Romani e di come la traccia di quegliinsediamenti e la biodiversità antica sia rintracciabileoggi anche grazie ad uno studio combinato tra storia ebotanica. Si è continuato con l’esperienza del Gal SulcisIglesiente, e con la relazione del direttore Nicoletta, cheha spiegato il progetto “Biodiversità & Archeofood”,Salvatore Tosi (IBAM-CNR) Giancarlo Fasciella eMassimo Mammano (CREA - Centro di ricerca Difesae certificazione) che hanno presentato il progetto Agri-Cultura. Ha chiuso le relazioni Antonella Trisorio(CREA - Centro di ricerca Politica Bio-economia) cheha presentato il Progetto Anagrafe Nazionale per labiodiversità di interesse agricolo e alimentare. Dopouna piacevole pausa pranzo dove si è potuto stabilire uncontatto più familiare tra i partecipanti, si è passati allafase del working group coordinato da ManuelaScornaienghi. Il GAL “Terre Locridee” torna rafforza-to da questa esperienza, sia per l’elevata qualità dellerelazioni, sia per il potenziale che in questa materiapossiede il nostro territorio. L’apertura di questa retepotrebbe favorire in futuro ricerche e studi sullenotevoli produzioni botaniche presenti in relazione conl’ampio patrimonio di beni culturali che la nostra storiaci ha lasciato.

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www.larivieraonline.com Rattualità

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Egregia Direttrice,le cronache di questi giorni ci raccontanodelle iniziative di protesta messe in atto dailavoratori ex LSU e LPU della Calabria. Hoavuto la possibilità di seguire la loro vicendada un osservatorio del tutto particolare e pri-vilegiato, occupandomi da tempo di politi-che del personale all’internodell’Amministrazione Comunale diRoccella.Vorrei chiederle, quindi, ospitalità sul suogiornale per offrire, a tutti coloro che abbia-no interesse a leggerlo, un piccolo contribu-to alla discussione in corso.Come è ormai a tutti noto, da oltre 20 annicirca, 4.500 lavoratori prestano la propriaattività all’interno dei nostri comuni in unaposizione del tutto particolare. Nel tempo,infatti, le loro mansioni sono mutate profon-damente.Da tempo c’è un forte dibattito attorno allanatura delle loro prestazioni. Partite comeattività di sostegno al reddito e di inserimen-to lavorativo, connotate dalla necessariaausiliarietà rispetto alle attività proprie delComune (la cui gestione era riservata al per-sonale comunale), nel tempo le loro attivitàsono divenute vere e proprie prestazionilavorative rese a favore del Comune. Alleorigini i comuni si chiamavano enti utilizza-tori e gli LSU e LPU non avevano alcuno deidiritti e dei doveri propri dei dipendenticomunali: nessuna ferie, nessun diritto adassentarsi per malattia, nessun permesso permaternità, ecc. Poi si mise ordine a questostato di cose approvando un disciplinare perl’utilizzo dei lavoratori che dettava normeminime di regolazione del rapporto. Quattroanni fa la svolta: i comuni divennero datori dilavoro e i lavoratori furono inquadrati comelavoratori a tempo determinato.Non si è trattato di un semplice cambio deitermini, ma di una rivoluzione fondata suuna presa d’atto di una situazione di fatto.Dopo quasi 20 anni si prendeva atto del fattoche nel tempo il concetto di ausiliarietà delleattività rese dagli LSU ed LPU era statosuperato. E non per volontà né dei lavorato-ri né delle amministrazioni locali, ma delgoverno centrale. I dipendenti comunaliandavano in quiescenza per raggiunti limitidi età e il governo bloccava il turnover impo-nendo la continua riduzione delle spese delpersonale. Ma lo stesso governo centraleapprovava norme che, applicando il canonedella sussidiarietà, impongono ai comuni lacura di una serie sempre più numerosa edarticolata di interessi della popolazioneamministrata. In sostanza nel tempo si èchiesto ai comuni calabresi di fare sempre dipiù ma sempre con meno personale. Tutto ciò ha prodotto una situazione di fattoche è sotto gli occhi di tutti. Gran parte deiprocessi che mappano le competenze deicomuni calabresi sono oggi gestiti, a volte inmodo addirittura esclusivo, da personale exLSU ed LPU. Dallo scuolabus alla assisten-za agli anziani, dai servizi di igiene alla stessaerogazione di servizi di anagrafe o di ragio-neria. Tutti questi processi di erogazione diservizi esistono in ragione della presenza dipersonale il cui contratto andrà in scadenzaal 31 dicembre prossimo.Ecco perché la questione LSU LPU non puòessere derubricata a mera questione sociale.È invece il paradigma di un modo di agire

della pubblica amministrazione che neltempo ha aggirato lo scoglio del blocco delturnover di personale con strumenti che nonconsentono di tracciare una rotta certa esicura per il suo superamento ma che, inve-ce, hanno garantito solo una continua eframmentata navigazione a vista. Ora, suquello scoglio, si rischia di andare a sbattererealmente.Per decenni piuttosto che affermare ciò chelo stato di fatto ci poneva sotto gli occhi, ecioè che i comuni non riuscivano a erogare iservizi affidati in presenza dei i limiti assun-zionali dettati di anno in anno, si è preferitomettere la testa sotto la sabbia, garantendol’erogazione di quei servizi grazie al rinnovocontinuo di forme precarie di lavoro. Oggi solo uno stolto non riesce a compren-dere che, cadendo quelle forme precarie dilavoro, non cade solo la speranza dei lavora-tori, ma la possibilità stessa per i cittadini diavere garantiti quei servizi. Gli uffici sarannoaperti una volta a settimana, l’assistenza aglianziani interrotta, lo scuolabus si fermerà,così come i servizi di igiene. In qualche casosi potrà risolvere optando per l’appalto deiservizi all’esterno che sarà una scelta obbliga-ta ancorché mal digerita dalle amministra-zioni locali. In altri casi sarà impossibile.Ecco perché la questione LSU LPU interes-sa tutti noi, amministratori e cittadini cala-bresi.Quale la possibile via d’uscita? Una e unasola, crediamo. Quella di prendere atto dellaeccezionalità della situazione dando allastessa risposte non ordinarie. Fino a quandoci si rabbatterà alla ricerca di appigli norma-tivi inesistenti per navigare una altro poco avista non si farà altro che ritardare lo schian-to. O, se poi questo appiglio non si trova, adaccelerarlo.È impossibile che il governo risponda con

provvedimenti eccezionali a situazioni ecce-zionali? No. Lo ha fatto nel passato e lo faràin futuro. Va di moda ricordare gli interventia sostegno del sistema bancario. Fa figo inquesto periodo. Io invece voglio ricordare ilcaso delle multe delle quote latte. Ricordategli allevatori furbetti del lombardo venetoche sforarono i limiti di produzione impostidalla UE? Bene, costarono allo Stato 2,3miliardi di Euro, pagati per solo 356 milionidai produttori che avevano infranto le nor-mative. Il resto è stato posto a carico delbilancio dello Stato. Li paghiamo cioè tuttinoi. Fa meno figo ricordarlo oggi, forse per-ché gli allevatori non sono poteri forti.Ma è utile farlo perché la scelta di superare ildettato normativo che imponeva di riscuote-re dagli allevatori quelle somme è stato fattoper la eccezionalità della questione ed eser-citando il potere più forte che ha chi gover-na. Quello della volontà politica a prendereuna decisione.Se posso permettermi un suggerimento, lacosa da fare è tecnicamente semplice. E leorganizzazioni sindacali hanno centrato ilproblema proponendo anche una soluzionedefinitiva. Il Governo deve assumere comespesa annuale costante la somma di 50 milio-ni (non miliardi) di euro necessaria a garan-tire, assieme alle risorse regionali, il paga-mento della retribuzione agli LSU LPU. Talispese uscirebbero così dal conteggio dei limi-ti di spesa del personale alla quale deve sog-giacere l’ente locale. Ciò consentirebbe aglistessi enti locali di procedere immediata-mente alla assunzione delle figure professio-nali che risultano vacanti nel proprio disegnoorganizzativo e che possono essere assuntecon chiamata diretta a legislazione vigente.Per le altre figure e solo per quelle si potreb-be dare la possibilità agli enti di assumerle aldi fuori del proprio disegno funzionale, in

sovrannumero. Altrimenti, con i limiti assunzionali vigenti,ciò che potrà fare ogni comune, a partire daquello di Roccella, è di stabilizzare un nume-ro ridotto di personale. La nostra ammini-strazione ha deciso di riservare circa l’80%posti in organico di categoria a e b al proces-so di stabilizzazione utilizzando allo scopoanche le capacità assunzionali della nostrasocietà in house. Ma tutto ciò non risolveràcertamente il problema di tutti i lavoratoriinteressati. E ho modo di ritenere che così siain tutti i comuni, nella più felice delle ipotesi.Salvo alcune situazione in cui il numero dilavoratori interessati è molto basso.Ciò che, secondo il mio modesto avviso, nonè opportuno fare, è chiedere troppe dero-ghe. E leggendo le proposte in campo mipare che questo possa essere un punto debo-le. Chiediamo ciò che si può fare subito e consemplicità. Altrimenti ci toccherà l’ennesimanavigazione a vista. O, visti i tempi, lo schian-to. Lo so che si obietterà che non ci sono lerisorse. Non ho l’autorevolezza di chi dicevache bisognava trovare 10 miliardi attribuen-done con estrema eleganza la paternitàall’organo genitale maschile. Osservo soloche 50 milioni sono lo 0.5% dei 10 Miliardimessi in campo per il reddito di cittadinanza.E mentre sappiamo che 50 milioni struttura-no un rapporto di lavoro per 4.500 famiglie,ancora oggi non sappiamo quanti percepi-ranno il reddito di cittadinanza.Purtroppo è solo un problema di volontàpolitica. Credo che sia dovere di tutti noi, ainiziare da chi amministra, fare il massimodella pressione perché chi può e deve eserci-tarla quella volontà, lo faccia nella giustadirezione.

Vittorio ZitoAssessore al personale del Comune di Roccella

Ionica

Questione Lsu-Lpu, c’è una sola via d’uscita

LA QUESTIONE LSU LPU È IL PARADIGMA DI UN MODO DI AGIRE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE NEL

TEMPO HA AGGIRATO LO SCOGLIO DEL BLOCCO DEL TURNOVER DI PERSONALE CON STRUMENTI CHE NON

CONSENTONO DI TRACCIARE UNA ROTTA CERTA E SICURAPER IL SUO SUPERAMENTO MA CHE, INVECE, HANNOGARANTITO SOLO UNA CONTINUA E FRAMMENTATA

NAVIGAZIONE A VISTA. ORA, SU QUELLO SCOGLIO, SI RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE REALMENTE.

“ILGOVERNO DEVEASSUMERE COME SPESAANNUALE COSTANTE LASOMMADI 50 MILIONI

(NONMILIARDI) DI EURONECESSARIAA

GARANTIRE, ASSIEMEALLE RISORSE REGIONALI,

IL PAGAMENTO DELLARETRIBUZIONEAGLI LSULPU. 50 MILIONI SONO LO0.5% DEI 10 MILIARDIMESSI IN CAMPO PER IL

REDDITO DI CITTADINANZA. E MENTRE SAPPIAMO CHE50 MILIONI STRUTTURANOUNRAPPORTO DI LAVORO

PER4.500 FAMIGLIE,ANCORAOGGI NONSAPPIAMOQUANTI

PERCEPIRANNO IL REDDITODI CITTADINANZA.

Vento del Nord, problemi (i soliti) del SudCALABRESE PER CASO

Devo dire che non c’è settimana, al netto delle notizie di crona-ca che ormai contraddistinguono da sempre la vita della nostraregione e della locride, in cui ci si trovi di fronte a meraviglie estupori dovuti all’estrema fluidità dei sentimenti, politici soprat-tutto, al riproporsi di paure e timori che sono sempre lì, dietrol’uscio di una fragile sicurezza, di labili certezze. Una sicurezzaesorcizzata ogni anno non dall’impegno a risolvere problemioccupazionali creando opportunità di inserimento o re-inseri-mento, ma guardando sempre e solo a quel governo, colori aparte, che - in un rapporto di amore, se serve, o di odio se nonci è utile - lo si invoca quando alla fine le risorse sembrano nonsostenere vite e funzioni amministrative necessarie per il buonandamento di un comune o di altra pubblica istituzione.Insomma, per essere più concreti è singolare, per non usarealtro eufemismo di maggior effetto ma messo da parte per tute-lare le sensibilità altrui, come in pochi giorni si siano sovrappo-

ste la discesa dal Nord dei giovani leghisti e le proteste per lamancata copertura dei lavoratori Lsu-Lpu, ovvero socialmenteprima e poi pubblicamente utili. E’ emblematico che il futuro diuna terra dipenda da due prospettive diverse ed entrambe pre-sentatesi in pochi giorni. Da una parte, il rigurgito neoidentita-rio di un Sud che trova nelle proposte della sua antica nemesi lasoluzione ai suoi mali, ancorando la possibilità di rimodulareuna visione politica del Mezzogiorno questa volta in chiavepostleghista e postfederalista/autonomista al di là di qualunqueambizione di orgoglio neoborbonico di ritorno. Dall’altra, lagiusta difesa di posti di lavoro necessari per il funzionamentodelle attività amministrative dei comuni implorando, come nelpassato, la disponibilità del governo nazionale affinchè sostengapossibilità occupazionali andando ben oltre la poco concretavolontà della regione ed anche di rinunciare ad altri impegni dispesa per favorire opportunità tali da dare dignità al lavoro in

senso lato, allargando magari il campo di impiego delle risorseinoccupate per chi nel lavoro ci crede. Ecco, allora, che fra que-sta ricerca di un credito con il forestiero vincente di turno - chepropone soluzioni e indica modi e termini di un riscatto dellalocride come della Calabria oggi visto da Nord - e un Sud locri-deo che si attorciglia su se stesso, non avendo e non riuscendo aprodurre risorse che possano dare un senso alle azioni ammini-strative a sostegno dell’occupazione in senso lato, il quadro delparadosso politico si compone nuovamente al di là di ogni sor-presa. In fondo, probabilmente, dovremmo pensare che siamoquasi a Natale e che magari qualche renna abbia voluto attra-versare gli Appennini in anticipo e, se fosse, passando per lacapitale, per poi proseguire verso le prossimità del mare, sem-pre agitato, del nostro incredibile, e senza pace, stranissimoquotidiano.

Giuseppe Romeo

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www.larivieraonline.com Ril caso

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ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

Ho scritto settimana scorsa sulle possibili strategie peraffrontare la lotta alla ‘ndrangheta in Calabria, esoprattutto nella Locride, ponendo una serie di idee,di strategie e di possibili soluzioni. Ho analizzatoanche come il tipo di lotta che sta portando avanti loStato italiano non sta producendo nessun risultato, masolo benefici a chi delinque. Constatavo amaramenteche chi governa non ragiona sullo sviluppo di questaterra, non capisce che le uniche armi che servono inquesta guerra sono l’occupazione e la cultura. Soloattuando una politica seria che coinvolga anche il ter-ritrio e i cittadini si può giungere a risultati nella lottaalla ‘ndrangheta, che, attenzione, non è l’unico proble-ma di questo territorio e non può diventare un alibiper la mancanza di investimenti e di sviluppo. Premetto questo perchè chi deve prendere delle deci-sioni importanti nel territorio deve essere consapevo-le di queste condizioni, non può e non deve succedereche chi decide di rimanere e di combattere questalotta, anche a costo di subire quello che si subisce dainemici dello Stato, poi venga perseguitato anche dallostesso Stato. C’è un’azienda che opera tra Canolo e Agnana da piùdi 50 anni, oggi da lavoro a 30 dipendenti diretti eporta lavoro ad altre 30-40 persone come indotto. UnaFiat per la zona, la Meridionali Intonaci, azienda di cuiabbiamo scritto più volte perché fare l’imprenditoreda queste parti e veramente eroico. Storico stabili-mento che rappresenta una delle pochissime e soliderisorse lavorative della Locride. Purtroppo nel corsodella sua storia ha dovuto subire gravi soprusi: uno deidue fratelli titolari, Domenico Gullace, fu ucciso lamattina del 13 aprile del 2000 mentre usciva di casa aMarina di Gioiosa con un’autobomba, delitto che nonha mai visto nessuno condannato. Poi in anni recenti,a seguito di un’operazione di polizia è saltata fuoriun’intercettazione in cui due persone, poi condannate,discutono, dopo essere state alla Kollmax, aziendadegli stessi proprietari di Meridionali Intonaci, sullapossibilità di spaventare il titolare per prendersi l’a-

zienda. Bene, la magistratura decide di commissariarel’azienda, forse perché il titolare è calabrese e da vitti-ma passa a carnefice per cui, anziché tutelarlo, lo cac-ciano dalla sua proprietà. Effetto immediato la perdi-ta di commesse da parte di molti clienti stranieri che sispaventano della situazione che si è venuta a creare. Iltitolare Nicola Gullace riesce nonostante tutto a farpassare questi due anni senza grosse perdite e ripren-de l’azienda e la rimette in sesto in qualche anno.Questo un breve cenno al passato; oggi la MeridionaliIntonaci è stata costretta a inviare una lettera di licen-ziamento a tutti i dipendenti “a causa dell’insostenibi-le situazione che si sta registrando nell’indifferenzagenerale delle autorità preposte”. L'azienda attendeda quasi tre anni da parte dell’amministrazione comu-

nale il rinnovo dell'autorizzazione per estrarre il mate-riale dalla cava. La concessione di nove anni, che durada oltre mezzo secolo, per lo sfruttamento della cavadi Canolo da parte della Meridionale Intonaci è sca-duta da tempo e da circa tre anni sono iniziate le diffi-coltà burocratiche per farla rinnovare. La richiesta diproroga, secondo quanto è stato comunicato, è stataeffettuata addirittura nel 2015, 8 mesi prima della sca-denza del contratto, prevista per luglio del 2016. Maad oggi, nonostante la voluminosa e dettagliata docu-mentazione esibita da parte dei tecnici dell’azienda,nessuna risposta ufficiale è pervenuta né da partedella precedente amministrazione comunale né deicommissari prefettizi.Vista la situazione, l’azienda si è trovata a non poter

rispettare alcuni contratti per la fornitura di materialie a dover far fronte al pagamento di penali. Purtroppodopo le lentezze dell’amministrazione comunale, checomunque aveva accettato tutta la documentazioneprodotta, è intervenuto lo scioglimento. La nuovacommissione, guidata dal commissario Campini, hadeciso di non affrontare la questione; infatti, non hamai risposto alle richieste dell’azienda, concedendosolo un quantitativo di 10 mila metri cubi estrattidurante il periodo di concessione che ha permessoall’azienda di andare avanti per altri 8 mesi. La man-cata risposta dei commissari di Canolo nega all’azien-da di poter produrre eventuali ricorsi e allo stessotempo sta costringendo la stessa azienda a chiudere inCalabria per spostarsi in altri lidi meno “complicati”.Dopo una settimana mi trovo davanti il solito proble-ma. Mentre chi, come me, fa parte di quella societàonesta che deve fare sacrifici per il futuro dei proprifigli, ci si imbatte spesso in persone che devono pren-dere decisioni, ma non le prendono perché non sonofigli di questa terra e non sentono la necessità cheabbiamo noi di avere risposte certe. Ma succede, suc-cede e succede sempre più spesso e io personalmentesto perdendo la pazienza, perché non ho mai soppor-tato la prepotenza, l’arroganza, la mancanza di corag-gio e l’ipocrisia. Tutti questi elementi sono il male chesi combina per determinare la tragedia della nostraterra. La prepotenza della mafia che riesce in unasituazione di crescente degrado a svilire la Locride conpochi spicci e a dominare i processi economici.L’arroganza dello Stato che invia, senza neanche docu-mentarsi, personaggi che non ti aprono neppure laporta del tuo comune, e governano spesso impedendoogni possibilità di crescita e di sviluppo. La mancanzadi coraggio mio, forse, e della gente che ha paura aribellarsi a questo stato di cose. Infine, l’ipocrisia di chigoverna che pensa che attraverso parate e slogan sipuò sconfiggere la mafia, che attraverso la militarizza-zione del territorio si possano ottenere risultati, cheattraverso la presenza di 5 minuti di personalità cheutilizzano la loro venuta solo come uno spot si riesca avincere la battaglia.

“C’ÈUN’AZIENDA CHE OPERA TRA CANOLOEAGNANA DA PIÙ DI 50 ANNI, OGGI DA LAVORO

A 30 DIPENDENTI DIRETTI E PORTA LAVOROAD ALTRE 30-40 PERSONE COME INDOTTO.

È LAMERIDIONALI INTONACI CHE IN QUESTI GIORNIÈ STATA COSTRETTA A INVIARE UNA LETTERA

DI LICENZIAMENTO A TUTTI I DIPENDENTI “A CAUSADELL’INSOSTENIBILE SITUAZIONE CHE SI STAREGISTRANDO NELL’INDIFFERENZA GENERALE

DELLE AUTORITÀ PREPOSTE”.

A Canolo vige lalegge del signor NoTuteliamo i 30 posti di lavoro a Canoloperché equivalgono a circa 60 mila di Milano

MERIDIONALI INTONACI A RISCHIO CHIUSURA, L’APPELLO DEL SINDACO DI AGNANA:

“LOTTIAMO PER SALVARE LE NOSTRE PICCOLEREALTÀ ECONOMICHE”

“Ho appreso con profondo rammarico – dichiara la sindaca di Agnana, Caterina Furfaro – lanotizia del rischio chiusura dell’azienda Meridionali Intonaci di Canolo. Alla stessa, infatti, nonè stata riconosciuta la concessione cava estrattiva che da tre lunghi anni attende dagli organicompetenti. Per tale motivo a circa 30 dipendenti è stata recapitata una lettera di preavviso dilicenziamento. A loro e ai titolari dell’azienda va tutta la mia vicinanza e solidarietà”.“Vista la gravità della situazione e l’impatto sociale che la chiusura dell’ennesima realtà eco-nomica avrebbe sul nostro territorio – prosegue la sindaca Furfaro, – chiedo ai sindaci dellaLocride di prendere a cuore questa triste vicenda affinché vengano coinvolti tutti i livelli istitu-zionali e ci sia un interessamento trasversale, una presa in carico del problema da parte ditutti. Serve una soluzione urgente che dia una prospettiva ai lavoratori e alle loro famiglie. Ènecessario mantenere alta l’attenzione su questo stabilimento: se c’è una possibilità di scon-giurarne la chiusura è solo lavorando in modo coeso. Lottiamo per mantenere in vita le nostrepiccole realtà economiche”.

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Siderno

La deputata di Forza

Italia, RenataPolverini,

nella sedutadel

28 novembrescorso hapresentato

un'interroga-zione

parlamentarein merito alloscioglimentodel consigliocomunale.Un'interpel-

lanza alMinistro

dell'Interno èstata

presentataanche dal

parlamentareNicola

Stumpo (LeU)

Le ragioni che lo scorso 8 agosto hanno portatoallo scioglimento del consiglio comunale diSiderno potrebbero non valere nulla di fronte adalcuni documenti a disposizione del Comune.

Ci sono notizie che più di altrerichiamano l’attenzione di un let-tore medio, su queste notizie siconcentra molto del nostro lavoro.Spiegare a chi legge un fatto è infondo il nostro mestiere, crearecuriosità e interesse dovrebbeessere insito nella notizia stessa.Così mi piace alle volte spogliare lenotizie per cercare di capire dovesi trova l’interesse del lettore.

Alla fine di novembre leggo un comunicato stampache stranamente viene pubblicato solo su alcuni sitionline (noi non l’abbiamo ricevuto), in cui scrivono i4 deputati calabresi di Forza Italia, in ordineFrancesco Cannizzaro, Jole Santelli, RobertoOcchiuto e Maria Tripodi. Cosa scrivono? Riporto iltesto quasi integralmente per cercare di capire insie-me a voi cosa avranno voluto comunicare. “L’atto disindacato ispettivo sullo scioglimento del comune diSiderno, in provincia di Reggio Calabria, è una legitti-ma iniziativa parlamentare della collega RenataPolverini, ma non rappresenta una presa di posizionedel gruppo Forza Italia Camera in merito alla vicendadell’amministrazione della cittadina calabrese”.Questa la prima parte del comunicato, su cui mi sof-fermo. Allora, è una legittima iniziativa parlamenta-re… ma non rappresenta una presa di posizione delgruppo Forza Italia. In questa frase gli scriventi vole-vano dire forse che l’iniziativa della Polverini nonandava presentata da Forza Italia perché loro, cherappresentano Forza Italia, non sono stati informati.Non si capisce bene il senso, ma pare che ve ne siauno scritto e uno da intendere. Quello scritto diceche sfiduciano la Polverini perché solo loro si posso-no occupare delle cose calabresi, quello da intende-re potrebbe dire che la stessa parlamentare ha fattoun’interrogazione su una questione che loro nonvolevano fosse sollevata dal partito di Berlusconi.Continuando, poi, confermano il sostegno al consi-gliere Pietro Sgarlato. Qui il mistero si fa più fitto. Ilsostegno si usa dare di solito a persone che hannosubito un torto, o meglio, secondo la Treccani, ilsostegno è un elemento o struttura che serve a soste-nere, a sorreggere, quindi forse Sgarlato è caduto enon ce ne siamo accorti? Alla fine, dopo aver cerca-to di trovare una spiegazione, senza però trovarla,penso che quello che volevano scrivere i nostri eroi-ci deputati sia: “La Polverini poteva fare l’interroga-zione in merito allo scioglimento del comune diSiderno, visti anche i gravi errori del Prefetto ripor-tati nella stessa, ma noi la sfiduciamo perché non ciha comunicato la sua iniziativa, che noi stessi nonabbiamo potuto comunicare a nostra volta a PietroSgarlato che quando ha appreso la notizia è cadutodallo spavento, e noi per sostenerlo, o farlo rialzare,oppure fargli passare l’incazzatura dobbiamo scrive-re questa cretinata perché così alle prossime elezio-ni farà campagna elettorale per i nostri candidati”.Così sarebbe stata una nota stampa più chiara,anche perché conosco bene le dinamiche della poli-tica del territorio, e non posso pensare che voles-sero studiare la questione nel merito, visto il cur-riculum degli scriventi. Lo stesso Sgarlato, delresto, è al suo secondo mandato di consi-gliere comunale, per cui anche al suosecondo scioglimento per infiltrazio-

ne mafiosa. La mente del comunicato è probabilmenteFrancesco Cannizzaro che è stato già coinvolto inalcune inchieste anche per la vicinanza a AntonioCaridi già consigliere regionale, e senatore che nonha potuto concludere il suo mandato perché arresta-to nell’operazione “Mamma Santissima”. Non miinteressa il curriculum del deputato forzista, sonogarantista, ma il pensiero che questo coinvolgimen-to possa aver determinato una certa paura nella suatesta, un sentimento di soggezione che lo ha portatoa inginocchiarsi a quei poteri che possono determi-nare la sua carriera politica. Avrà avuto paura di stu-diare la situazione di Siderno, di capire cosa sia potu-to succedere, quali siano le cause dello scioglimento,perché in provincia di Reggio Calabria ci siano cosìtanti comuni sciolti e perché ci siano molte proteste.Avrà avuto paura che la prefettocrazia potesse pen-sare che erano d’accordo con la Polverini.Molti in Calabria e non solo in Calabria pensano cheper fare politica bisogna ingraziarsi i poteri forti,magistratura e prefettura in primis, così si vedonointitolazioni di stadi a uomini delle forze dell’ordine,premi alla carriera a prefetti e altre forme di sotto-missione. La loro visone politica è legata esclusiva-mente alla loro poltrona, non possono permettersi ilcoraggio di non essere schiavi, di non essere ascari. Atal punto da non poter sostenere quello che scrivevaPasquino Crupi: Ma c’è una anomalia maggiore, anziuna fuoriuscita dallo Stato di diritto, anche questa -immagina il Diavolo nero - giustificata dalla tristiziadei tempi. Leggete e tremate. Il Tar del Lazio, or è qual-che settimana, ha stabilito che, per procedere allo scio-glimento d’un consiglio comunale per infiltrazionemafiosa, non è necessario che siano comprovati atti dicondizionamento mafioso. È sufficiente il sospetto, osemplice o veemente, che l’autorità costituita ha delcondizionamento. Per chi ha un po’ di sale in zucca enon il miele in bocca per qualunque divisa, questosignifica l’ingresso dell’Inquisizione nel Mezzogiorno ein Calabria. Sospettare e colpire, questo fu il dogma deiSanti Inquisitori. Per i quali – scrive Italo Mereu nellasua Storia dell’intolleranza in Europa – «non è impor-tante ciò che il soggetto [leggi: sindaco] fa, ma quelloche ne pensa l’autorità, il significato che a quell’agireviene attribuito all’Inquisizione [leggi: maresciallo deicarabinieri, prefetto, ministro degli interni]». Peccatoche grandi storici, scesi qui, da noi, per celebrare i fastidella Repubblica, non si siano accorti che la Calabria ègovernata da leggi speciali, che la legge normale delloStato si applica nella madrepatria, non in colonia.Solo una riflessione voglio aggiungere, la Polverini siè interessata di Siderno, loro no. Non solo nonhanno sostenuto la compagna di partito ma non sisono nemmeno posti il problema se fosse giusto loscioglimento del consiglio comunale di Siderno, nonsi sono minimamente interessati da parlamentarieletti in questo territorio a capire e difendere le per-sone che li hanno eletti e che dovrebbero rappresen-tare, hanno preso coraggio e voce solo per sfiducia-re l’azione di una parlamentare che probabilmenteha fatto il lavoro che loro dovevano fare. Ora michiedo e vi chiedo con che faccia si presenteranno aSiderno questi signori alle prossime regionali?

Rosario Vladimir Condarcuri

Esistono dei documenti a disposizione delcomune di Siderno che smonterebbero leragioni che lo scorso 8 agosto hanno portatoallo scioglimento del consiglio comunale. Glistessi documenti sono stati portati a cono-scenza della deputata di Forza Italia, RenataPolverini, che nella seduta del 28 novembrescorso ha presentato un'interrogazione parla-mentare in proposito.

Stando alla relazione del Prefetto di Reggio CalabriaMichele di Bari, il Sindaco di Siderno avrebbe mostratointeresse per la Italcostruzioni e nel mese di giugno 2015avrebbe sollecitato alla Prefettura-UTG di ReggioCalabria il rilascio dell'informazione antimafia nei con-fronti della stessa ditta, risultata aggiudicataria dei lavo-ri del Palazzetto dello Sport. Nel mese di luglio l'enteavrebbe affidato i lavori alla Italcostruzioni e nel mesedi novembre la stessa Prefettura-UTG avrebbe emessoprovvedimento interdittivo alla ditta.Il sindaco contesta in toto il ragionamento prefettizio.Fa osservare che la Italcostruzioni si era aggiudicatal'appalto durante la gestione commissariale, nel 2011.Nel momento in cui si è insediata l'Amministrazione dalui guidata (1 giugno 2015), ltalcostruzioni, con formalediffida al Sindaco e al dirigente dell'Ufficio tecnico, met-teva in evidenza che erano trascorsi 1456 giorni dall'ag-giudicazione definitiva e che non era stato stipulato ilrelativo contratto. Per tale motivo il Sindaco Fuda avevachiesto, formalmente e ufficialmente, al Prefetto sugge-rimenti. La missiva da lui inviata, dunque, non era daconfigurarsi "quale fantomatico e risibile strumento dipressione", ma aveva la sola finalità di delineare, in unamodalità di raccordo e collaborazione, il comportamen-to che il Sindaco avrebbe dovuto tenere viste le perples-sità palesate dalla ditta."Riassumendo - sottolinea il sindaco Pietro Fuda - ilavori non sono stati mai iniziati né tantomeno conse-gnati; a seguito di formale diffida il contratto conl'Impresa, stipulato sotto la vigilanza del Segretariocomunale e del dirigente dell'Ufficio tecnico, è statorescisso il 7 marzo 2016 mentre l'interdittiva dellaPrefettura è arrivata successivamente in data 12 dicem-bre 2016".La questione però non finisce qui."L'interdittiva dalla Prefettura per "Italcostruzioni" -prosegue Fuda - arriva al Comune il 12 dicembre 2016.L'1 dicembre 2016, cioè dodici giorni prima, laPrefettura di Reggio Calabria scrive al Comune diSiderno che nella gara esperita con i propri Uffici per larealizzazione di un impianto sportivo finanziato con ilPON legalità (campo di calcio "Gianluca Congiusta"), ilavori erano stati aggiudicati alla ditta Italcostruzioni.Quindi, appare evidente che fino a quella data laItalcostruzioni era ancora nell'elenco delle ditte di fidu-cia della Prefettura (anche se il Prefetto – in sede di rela-zione di scioglimento del Comune di Siderno - sostieneche era già coinvolta nelle operazioni di Polizia)".A questa nota il Comune di Siderno risponde dicendoche allo stesso soggetto imprenditoriale il Comuneaveva già rescisso due contratti (Palazzetto dello Sport ePiazza Martiri della Libertà), proprio perché interdetta.I lavori previsti nel PON legalità sono stati aggiudicatialla seconda impresa partecipante.Quanto alla seconda illegittimità, si legge nellaRelazione di scioglimento del Comune di Siderno(pagg. 11 e 12): "Relativamente alla situazione econo-mico-finanziaria e dei tributi, si è avuto modo di rileva-re che l'ente non riesce con le proprie entrate a coprirele spese correnti facendo ricorso all'utilizzo di somme aspecifica destinazione. Inoltre, la scarsa percentuale diriscossione dei tributi nonché i ritardi nell'emissione deiruoli ordinari e coattivi non contribuisce al prescrittorisanamento dell'Ente a seguito del dissesto finanzia-rio."In data 8 agosto 2018, giorno dello scioglimento, nelleCasse del Comune c'era una liquidità di € 2.001.224,68disponibili e 1.553.023,47 € di Fondi vincolati. Questadisponibilità di liquidità dimostra come non ci fossealcuna necessità di fare ricorso all'utilizzo di somme adestinazione vincolata.Si evidenzia, ancora, che quando l'Amministrazioneguidata dal Sindaco Fuda si è insediata, le somme dispo-nibili erano pari a € 286.634,83; alla data dello sciogli-mento (08.10.2018), pur in presenza di circa 44 milionidi Euro di opere pubbliche realizzate - rispetto allagestione delle quali la Commissione di accesso “non hatrovato nemmeno un pelo", non muovendo, né poten-do muovere alcun rilievo - la disponibilità dell'Ente erapari ad Euro 2.001.224,68, pur avendo dovuto reperirele somme da trasferire all'OSL per uscire dal dissesto.Alla luce di quanto evidenziato, la deputata RenataPolverini nella sua interrogazione ha chiesto "quali ini-ziative intenda adottare il Governo, per quanto di com-petenza, nei confronti della commissione di accesso neiconfronti del prefetto di Reggio Calabria che ha sotto-scritto una relazione ai fini dello scioglimento del consi-glio comunale di Siderno basata su irregolarità e su fattiche appaiono privi di fondamento".In merito allo scioglimento del consiglio comunale diSiderno, sempre nel corso della seduta del 28 novembrescorso, è stata presentata, inoltre, un'interpellanza alMinistro dell'Interno dal parlamentare Nicola Stumpo(LeU).

MGC

I 4 paladini della Legalità ela caduta di Pietro Sgarlato

Dei documenti smonterebbero le ragioni dello scioglimento del Comune di SidernoIl delitto imprefetto

Molti in Calabria e nonsolo in Calabria pensanoche per fare politicabisogna ingraziarsi i poteriforti, magistratura eprefettura in primis, così sivedono intitolazioni distadi a uomini delle forzedell’ordine, premi allacarriera a prefetti e altreforme di sottomissione.

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www.larivieraonline.com R “attualità09

DIC

EMBR

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8

JAITEH SURUWA AVEVA APPENA 18 ANNI E LA NOTTEDELL’1 DICEMBRE È MORTO IN UN ROGO NELLA TENDOPOLI

DI SAN FERDINANDO. LA TRAGICA FINE DI JAITEH, CHE TANTOSOMIGLIA A QUELLE DI BECKY E SACKO, SOLO PER CITARE

I CASI DELL’ULTIMO ANNO, È UN DRAMMA UMANO CHE NONSOLO SI RIPETE NONOSTANTE LE PROMESSE DEL PREFETTO E

DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI E NAZIONALI, MA CHE RISCHIAANZI DI ASSUMERE DIMENSIONI MAGGIORI CON L’ENTRATA

A REGIME DEL DECRETO SICUREZZA.

Il giro di vite suirichiedenti asilo staprogressivamente

svuotando gli Sprarma, finchè non si

adotteranno soluzioniserie, andrà gioco forza

a riempire tendopolicome quella di San

Ferdinando, facendoaumentare in modo

esponenziale il numerodei Becky Moses,

Sacko Soumayla eJaiteh Suruwa chesaremo costretti a

piangere nei prossimianni.

La tendopoli della mortee il decreto insicurezza

JACOPO GIUCA

Non era bastata la tragica fine di Becky Moses adirci che la tendopoli di San Ferdinando dovevaessere immediatamente smantellata. Non è servitonemmeno l’agghiacciante omicidio di SackoSoumayla a farci comprendere quanto grave fosseil problema sicurezza che ancora oggi si vive nellaPiana di Gioia Tauro. In meno di un anno solare, lastoria si ripete e la “tendopoli della morte”, titoloda film horror assegnato al ghetto di SanFerdinando, miete una terza vittima, la secondalegata a doppio filo alla nostra Locride.Jaiteh Suruwa aveva appena 18 anni. Veniva dalGambia, minuscolo stato dell’Africa occidentaleche ha conquistato la propria indipendenza dalRegno Unito solo nel 1965 e, arrivato nel nostroPaese ancora minorenne, aveva ottenuto la prote-zione umanitaria e l’ospitalità dello Sprar diGioiosa Ionica. Jaiteh non era arrivato nella nostraaccogliente Italia con intenti di conquista. Nonvoleva vivere del sussidio statale concesso ai rifugia-ti, non voleva fare accattonaggio e non era venutoqui nemmeno per ingrossare le fila della crimina-lità, organizzata e non. Jaiteh stava solo cercando di(ri)costruirsi una vita grazie al percorso di integra-zione che lo Sprar di Gioiosa Ionica riserva tramille difficoltà a tutti i ragazzi stranieri che restanonel nostro comprensorio. Frequentava la scuola diitaliano, si impegnava duramente negli allenamen-ti di calcio ed era pronto a concludere la sua forma-zione con un tirocinio che, dalla prossima primave-ra, gli avrebbe permesso di fare quelle “cosebuone” che aveva dichiarato agli operatori di volerrealizzare nella propria vita e, magari, di coronareanche il sogno di andare a lavorare in Germania dacittadino europeo.La vita di Jaiteh, invece, è terminata, prima ancoradi cominciare, la notte tra l’1 e il 2 dicembre, avvol-ta dalle fiamme di un destino bastardo, del quale

dovrebbe sentirsi responsabile più di una genera-zione di governatori. Dalle prime ricostruzioni,Jaiteh si trovava nella tendopoli per trovare uncugino e altri connazionali. La conformazione dellabaraccopoli, infatti, che assume sempre più i tragi-ci connotati di un terribile ghetto, la rende una pic-cola Africa in cui ritrovarsi, comprare prodotti etni-ci, sentirsi tra amici e, nonostante il freddo dell’in-verno, trascorrere una serata che faccia sentireanche questi disgraziati meno lontani da casa. Nonsi sa bene che cosa abbia innescato l’incendio cheha strappato Jaiteh alla vita e, secondo alcuni, cisarebbe da fare chiarezza anche in merito alle cir-costanze che hanno permesso a tutti gli occupantidelle baracche distrutte dalle fiamme di salvarsimentre il solo diciottenne rimaneva bloccato all’in-terno della fatiscente struttura in lamiera e plastica.Appresa la notizia, il prefetto di Reggio Calabria,Michele di Bari, ha convocato immediatamente,presso il municipio di San Ferdinando, il Comitatoprovinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica,ribadendo ancora una volta la sua intenzione(rimasta di fatto tale nonostante l’inanellarsi delletragedie avvenute durante il suo mandato) di avvia-re un discorso serio con il governo affinché la crisiinfinita della baraccopoli venga risolta e si procedaallo smantellamento. Il Ministro dell’InternoMatteo Salvini, in questa circostanza stranamentesilenzioso, aveva detto la sua in merito alla tendo-poli lo scorso luglio, quando a seguito di un sopral-luogo aveva pronunciato parole di speranza per iragazzi stipati nel ghetto e per i cittadini giustamen-te preoccupati per il degrado che si viveva a pochecentinaia di metri dalle loro case.«Non si può vivere così - aveva affermato Salvini. -Questi vivono in questa schifezza. Promettiamoche civiltà e legalità torneranno parole d’ordineanche per questo luogo».Parole che, purtroppo, non sono state seguite daifatti.

Anzi, la giusta attenzione del Ministro dell’Internoal problema sicurezza e il suo frenetico tentativo dimettere una pezza al lassismo della sinistra in meri-to alla questione immigrazione, sta generandomostri che potrebbero far aumentare in modoesponenziale il numero dei Becky Moses, SackoSoumayla e Jaiteh Suruwa che saremo costretti apiangere nei prossimi anni.Come giustamente fatto notare dal sindaco diGioiosa Ionica Salvatore Fuda, infatti, il giro di vitesui richiedenti asilo sta progressivamente svuotan-do gli Sprar che, di qui a pochi mesi, potranno for-nire il proprio servizio di integrazione a un numeroinfimo di migranti giunti nel nostro Paese. Se que-sto da un lato permetterà ai residenti dei nostripaesi di incrociare la strada di meno ragazzi di colo-re, dall’altro gli stranieri dirottati in centri di smista-mento e tendopoli come San Ferdinando sarannoin numero esponenzialmente maggiore.Nonostante gli sbarchi sulle nostre coste siano sen-sibilmente diminuiti, infatti, il loro numero è anco-ra lungi dall’essere prossimo allo zero come la pro-paganda leghista vorrebbe farci credere e sarannoancora migliaia gli stranieri senza diritto di asilo chedovranno essere smistati dalle nostre forze dell’or-dine. Non avendo dei centri di accoglienza regola-mentati in cui inserire questi ragazzi, sarà giocoforza dirottarli al ghetto facendo affluire alla Pianaforze fresche per i caporali e per la ‘ndrangheta,che, da buona imprenditrice, resterà alla finestra adosservare i flussi per comprendere al meglio comepoterli sfruttare.Ecco come il decreto sicurezza tanto sbandieratodal governo si trasformerà in un decreto insicurez-za, obbligando chi di dovere a non poter prendereprovvedimenti nei confronti di una tendopoli sem-pre più satura e nutrice del mito dell’uomo nero,tornato in città per delinquere spinto dalla dispera-zione mentre il Ministro dell’Interno sarà impegna-to a registrare la sua ultima diretta social…

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a mettere subito in chiaro: nessunopotrà resisterle! È sbarcata al Top diSiderno la pizza gourmet, una pizzasofistica ed elaborata in cui il gustoincontra il lusso. Realizzata coningredienti di altissima qualità,viene servita in travolgenti spicchiche regalano il piacere di assapora-re, insieme, il gusto dell’impasto edelle farciture insolite e sfiziose. Lapizza gourmet è il frutto della sem-

plicità raffinata al servizio della fantasia senza confini, la giustacombinazione per creare il boccone perfetto in grado di conquista-re i palati, spicchio dopo spicchio. L’approdo in menù di questa pizza di classe va ad arricchire un for-mat già variegato e consolidato: da sempre al Top a farla da padro-na l’arte culinaria e l’arte della miscelazione, un mix vincente tracucina e bancone che negli anni ha dato prova di grande serietà eprofessionalità e che ha fatto sì che il locale di due outsider comeDavide e Nicolò crescesse, diventando un’istituzione nel panora-ma locrideo del Food and Beverage. Grazie alla loro caparbietà ecompetenza, il prossimo 13 dicembre, il Top spegnerà le 5 candeli-ne, a dimostrazione del fatto che se ci si crede davvero non si gettamai la spugna e si continua a investire come si deve, con un alto enon trascurabile ritorno di immagine anche per il proprio paese. In vista delle feste natalizie, il Top, oltre ad aspettarvi ogni sabatoper deliziarvi con musica dal vivo o dj set, per due venerdì ripro-porrà il format estivo “Osteria italiana” che unisce cibo e musica,con Ciccio Sax al pianobar e Belli Freschi. Inoltre, la notte del 31dicembre, Davide e Nicolò vi aspettano per festeggiare insieme l’i-nizio del nuovo anno.Non scegliete a caso, pretendete il Top!

Al Topun nuovoperché,la PizzaGourmet

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Approda in menù unapizza di granclasse,realizzata con ingredientidi altissimaqualità, in cui il gusto incontra il lusso.

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www.larivieraonline.com Rscrivici

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ODIATO E INDISPENSABILE? Esisteancora un sistema colpevolmente corrotto, enon stiamo più vivendo un sistema parteci-pato. Il confronto non riesce, viene rifiutatoda leader supponenti, impedito dalla inesi-stenza di programmi “firmati”, dalla assenzastessa di sedi e momenti dedicati. Qualcunoha usato l’immagine del “tetto scoperchia-to”: non esistono traiettorie che conosci già,il tuo dato culturale non si esprime in unpartito, in un sodalizio, in un’associazione.Tempo addietro, avevi il tuo circolo politico,il tuo sindacato, il tuo patronato, il tuomodello d’impresa… Decidevi, da interista,se tifare Juventus nella finale in Europa, perscelta “patriottica” oltre che sportiva, nonperché il mondo si divideva tra sovranisti eglobalisti. Oggi, Aldo Grasso arriva a scrive-re sul Corsera che si è rinunciato alle idee, apensarle, e ci si ferma a dare opinioni suglialtri. Fa l’esempio di Di Battista: lingua svel-ta sull’operato degli altri, nessun concettopartorito da lui.LA LENTEZZA DELLE ISTITUZIONI.Le istituzioni sono sempre in ritardo.Sembrano usate per far vivacchiare i suoioccupanti. Sappiamo di finanziamenti diopere pubbliche vecchi di decenni eppureriproposti o vantati di continuo. Parliamodei fondi per il sud. Parliamo, per capirci davicino, nella Locride, ad esempio, dell’ulti-

mo (tanto e bene è stato fatto prima) di 2milioni e mezzo di euro per lavori nellasplendida Villa Romana di Casignana data-ti 2012 che non si realizzano. Ma sono dicontinuo reclamizzati. Antonio Ricci ci haraccontato la storiella delle passeggiate dilui ragazzo e del nonno. E del pinolo. Netrovava uno nella villa e glielo consegnavagioioso. Dopo alcuni metri un altro, stessacontentezza e stesso gesto… un altro paio divolte ancora e ancora. Si renderà conto,quando sarà in grado di farlo, che si trattavasempre dello stesso pinolo che il nonno tor-nava a buttare.L'ULTIMA RIVOLUZIONE. Non si staaffermando un sistema che contrasta l’illeci-to, che funziona meglio, ascolta tutti. Tuttiquelli almeno che cercano sedi per dire lapropria, gruppi, formazioni, categorie, rap-presentanze. Si deve smuovere il terreno.Con una rivoluzione? L’ultima che conoscia-mo è questa del 4 marzo: Lega e Movimento5 Stelle l’hanno fatta, tanti temono per ilrisultato finale. Ci potrebbe bastare quelloche diceva un vecchio ministro socialista,“disaggregare per riaggregare”. Rimettereinsieme, cioè, in uno schieramento e nell’al-tro, forze democratiche e attive che il siste-ma sono capaci di costruirlo, non solo didistruggerlo.

Federico Lago

“ Disaggregare per riaggregare

Oggi sarebbe stato il tuo 60º compleanno

La Giornata sulla memoria fotograficadella Calabria dedicata a uno dei pilastridella cultura moderna calabrese

La replica di CertomàDopo il nostro appello di domenica scorsa, cirisponde il sindaco di Roccella JonicaGiuseppe Certomà, che tiene a precisare perprima cosa che l’area da noi indicata non rica-de nel comune di Roccella ma cade nel comu-ne di Marina di Gioiosa. Aggiunge, però, chesi sta interessando della rotonda vicino alPorto delle Grazie, e ha avuto rassicurazionida parte del responsabile Anas che entropochi giorni verranno effettuati i lavori sututta la nuova 106.

Caro zio,oggi sarebbe stato il tuo sessantesimo compleanno. Non sappiamocome spiegarti quanto sei importante per noi se non dicendoti chequando avremo dei nipoti cercheremo di essere degli zii affettuosie amorevoli come tu lo sei stato con noi. Ci manchi ogni giorno chepassa e ancora di più oggi che sarebbe stato il giorno del tuo com-pleanno. Ti auguriamo tanta felicità, pace e serenità, ovunque tusia.

Ciao Zio MimmoI tuoi nipoti Stefano, Giovanni ed Erika

Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti ocomplimentarti con noi, fare

segnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci fotodegli scorci del tuo paese o

video se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di rispondertipubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visibil-

ità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

realtà

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L’Archivio Storico Fotografico della Calabria,con il patrocinio e la collaborazionedell’Assessorato alla Cultura della RegioneCalabria, ha organizzato la Giornata sullamemoria fotografica della Calabria, in memo-ria del Professore Antonio Panzarella perl’anniversario della sua scomparsa avvenutaesattamente un anno fa.La giornata celebrativa si svolgerà Martedì 11Dicembre 2018 nella sala ORO dellaCittadella Regionale di Germaneto (CZ) apartire dalle ore 10:30.Il programma prevede i saluti delle autoritàgovernative della Regione Calabria:Presidente e Assessore alla Cultura;- la presentazione a cura del Presidentedell’Archivio Storico Fotografico dellaCalabria, Avvocato Elia Panzarella,- della Giornata sulla memoria storica foto-grafica della Calabria;- del progetto dello stesso Antonio Panzarellasull’Archivio Storico Fotografico.Sarà proiettato il video “Le vite ritrovate” conla straordinaria partecipazione dell’attoreSalvatore Puntlllo.Infine, sono previsti vari interventi di operato-ri culturali, giornalisti, artisti, amici ed estima-tori del grande scomparso con le loro testimo-nianze e ricordi. Antonio Panzarella, profes-sore all’Accademia di Belle Arti di Roma,

esperto di Teatro e di Cinema, commedio-grafo, sceneggiatore, Fondatoredell’Accademia di Catanzaro scomparso perun male inguaribile l’11 dicembre 2017, a 67anni, ha rappresentato, nel suo comparto, unodei pilastri della cultura moderna calabrese;dinamico organizzatore di eventi culturali ecinematografici e di mostre fotografichememorabili. Animatore di iniziative tendentiall’esaltazione della nostra cultura regionale,uomo dalla cultura eclettica e dal carattereaffabile. I tantissimi amici lo rimpiangono eserberanno di lui un grande ricordo.

Fortunato Nocera

IN RICORDO DI MIMMO LAROSA

IN MEMORIA DI ANTONIO PANZARELLA

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www.larivieraonline.com Rinserto Natale al Castello Più

Venerdì 7 dicembre ha preso il via “Natale al CastelloPiù”, il grande evento contenitore che offrirà per unmese intero, in aree distinte di Roccella, tante e varie-gate proposte pensate per far vivere al meglio, a cit-tadini e visitatori di tutte le fasce d’età, l’atmosferatipica della festa più bella dell’anno.L’iniziativa è stata fortemente volute dall’Assessoratoal Turismo del Comune di Roccella Ionica, guidatodalla consigliera delegata Carmen Ingrati, fulcrodelle innumerevoli sinergie strette con associazioni,comitati festa, cittadini e operatori turistici e com-merciali. Il programma della manifestazione abbraccia unaserie di appuntamenti all’insegna della cultura, del-l’arte, delle tradizioni popolari e religiose, della musi-ca, del teatro e della danza, ma anche dello sport edella solidarietà, senza tralasciare di valorizzare il ter-ritorio con i suoi prodotti tipici enogastronomici eartigianali, offrendo, al contempo, l’opportunità aivisitatori di dedicarsi al tradizionale shopping natali-zio e trovare le idee regalo più originali.Saranno cinque i siti principali della cittadina neiquali si concentreranno gli eventi in programma.Il Palazzo Carafa, sulla rocca del Castello, abbellitoper l’occasione nelle sue storiche sale da impreselocali e del comprensorio, ospiterà in prevalenza gliappuntamenti pensati per i più piccoli: oltre ai labo-ratori creativi e culinari, al teatro dei burattini e alcinema d’animazione, il 22 dicembre a partire dalle17:00, Marina Rivera, grafica e illustratrice, allieterài bambini con “Le avventure di Alina”. PalazzoCarafa sarà anche sede di serate musicali, comme-morative (“Premio Cavaliere di San Vittorio”) e digala (“Auguri Roccella”). Non mancherà l’appunta-mento con lo sport: il 26 e il 27 dicembre“Rimettiamoci in forma assieme a Babbo natale” incollaborazione con le associazioni sportive roccellesie il 27 dicembre “I Giochi della Tradizione” a cura diFausto Certomà. Palazzo Carafa, inoltre, sarà la cor-nice di due grandi novità che lasceranno il segno diquesta edizione: il 15 e il 16 dicembre, infatti, ilPalazzo sarà invaso da maestri cioccolatieri calabresiin occasione della “Festa del Cioccolato e del Dolcesotto l’albero”. Il 5 gennaio, infine, le lancette dell’o-rologio del Palazzo Carafa torneranno indietro neltempo, fino ad arrivare al Medioevo. L’Associazioneculturale Ichinen, infatti, porterà in scena “Sinafe

Medieval”, una vena medievale che è un vero e pro-prio tuffo nel passato, tra personaggi in costume,spettacoli di musica historica, musici, militi, sputafuo-co e giocolieri.La chiesa di San Giuseppe farà da cornice allamostra permanente “Un presepe d’insieme”, con l’e-sposizione delle varie Natività realizzate dai bambinidelle scuole locali e del comprensorio.Il rione Borgo, a sua volta, sarà animato dall’allesti-mento di un presepe vivente in movimento, dall’a-pertura degli antichi “catoji”, con i vecchi mestieri diun tempo, prodotti gastronomici e artigianali, dalla Vedizione del FitChristmas, che prenderà il via pro-prio da qui il 30 dicembre, e da concerti e tombolate.L’ex Convento dei Minimi sarà la suggestiva locationdella mostra sulle Natività realizzate per il 1° concor-so “Natale al Castello più – Presepi artistici”, indettodal Comune e da Visit Roccella (la cui premiazioneè in programma il 5 gennaio 2019), mentre al pianoterra ospiterà un grande presepe elettromeccanico-sonoro realizzato da Francesco Ursino e VincenzoSurace. Nello stesso storico sito si terranno, inoltre,alcuni concerti della rassegna invernale del RoccellaJazz Festival, “A Jazzy Christmas and a Happy NewYear”, il cui programma prevede anche serate all’au-ditorium comunale “Unità d’Italia”.Il rione Zirgone saràvivacizzato dall’allestimento dei Mercatini diNatale, che offriranno enogastronomia tipica, pro-dotti artigianali e idee regalo, e dall’esposizione per-manente di pittura dell’artista Pollier.Una proposta ricchissima, dunque, che ha rimessoalla prova il già rodato sistema di cooperazione cheha dato vita la scorsa estate al progetto META. Unasfida che conferma l’idea che nessun uomo è un’iso-la e che le migliori iniziative per la crescita del com-prensorio possono realizzarsi solo attraverso il lavorocorale.“Natale al Castello Più” ha infatti beneficiato, graziealla campagna pubblicitaria a cura della PigrecoComunication capitanata da Paola D’Orsa, di spon-sor e main sponsor che hanno cofinanziato l’iniziati-va permettendole di esistere.Per questa ragione l’Amministrazione Comunaleringrazia tutti i partner, i media partner, gli sponsor, iMain sponsor e tutti coloro i quali si sono prodigatiper la realizzazione del progetto.

A Roccella il Natale piùsconvolgente che ci sia

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GIUDIZIARIA

Emerge dalla sentenza del processo“Gotha” che la ‘ndrangheta, soprat-tutto negli ultimi quindici anni, abbia

esercitato una costante e penetrante azio-ne di infiltrazione nelle Istituzioni locali, attraverso l’o-pera di “contaminazione” elettorale, prima, e di eterodirezione dell’azione di governo, poi. E’ stata, infatti,descritta la non comune capacità dimostrata da unodegli imputati nel periodo pre e post elettorale in occa-sione del rinnovo degli organi amministrativi delComune di Reggio Calabria dell’anno 2002, allorquan-do, anche attraverso la sapiente gestione di singolevicende politiche (emblematico è in tal senso l’episodiorelativo al boicottaggio di un confronto pubblico pree-lettorale), riuscì ad orientare la competizione elettora-le a favore del candidato maggiormente “manovrabile”e perciò “utile” agli scopi illeciti del sodalizio criminale(la ‘ndrangheta).Scrive il giudice nella motivazione della sentenza:«Rispetto allo specifico oggetto di analisi (esistenza edoperatività dell’associazione segreta di cui al capo i)della rubrica), la componente soggettiva della masso-neria “deviata” ed i rapporti tra quest’ultima e i mem-bri apicali della ‘ndrangheta possono certamente costi-tuire argomento utile a “disvelare” la modalità operati-va del gruppo segreto e, soprattutto, a spiegare, in talu-ni casi, le strette interrelazioni esistenti tra alcuni com-ponenti dell’associazione (si pensi al connubio esisten-te tra i soggetti posti in posizione apicale, R.P. e M.A.,entrambi appartenenti a logge massoniche “coperte”),ma non rappresentano certo l’oggetto principale del-l’accertamento». Ed ancora oltre:«In altri termini, lacomponente soggettiva di ispirazione massonica e, inparticolare, l’utilizzo di un “metodo” segreto volto astabilire e mantenere relazioni tra i vari membri dell’as-sociazione e tra questi e componenti soggettive esterneall’associazione di cui al capo i) della rubrica, sono pro-fili che non assumono carattere preponderante ai finidella valutazione dell’esistenza e dell’operatività delsodalizio criminale investigato, trattandosi, semmai, diaspetti che restano, per così dire, sullo sfondo, contri-buendo cioè a delineare il profilo dinamico dell’asso-ciazione, talora assumendo rilievo in relazione alla sin-gola condotta di “interferenza”, la quale, come è noto,costituisce un post factum (eventualmente autonoma-mente punibile) rispetto al fatto di associarsi svolgendo“attività diretta ad interferire”».In quest’ottica: «i riferimenti ai rapporti di vicinanza dalcoimputato T… con ambienti criminali, in particolare,della fascia tirrenica reggina – per come riferito danumerosi collaboratori di giustizia – sono utili a deli-neare un ormai collaudato (ed acclarato) sistema rela-zionale “occulto” che spesso caratterizza gli ambienticriminali di matrice ‘ndranghestica, il quale, tuttavia, è,in parte qua, estraneo all’ambito di operatività dell’as-sociazione segreta descritta al capo i) della rubrica».«...Il tema probatorio in questione, infatti, è utile al finedi “spiegare” la mutazione genetica dell’associazionecriminale – unitaria – di cui al capo a) della rubrica edil rapporto strumentale esistente tra l’associazionesegreta di cui al capo i) della rubrica e la mutata asso-ciazione per delinquere di stampo mafioso di cui alcapo a) della rubrica». «Non a caso, la prova della sus-sistenza dell’associazione segreta passa attraverso l’ac-certamento del sistema di relazioni ideato, program-mato e diretto da P.R., il quale ha assunto i caratteri diuna vera e propria associazione segreta ex art. 1 L. n.17/82 soltanto in epoca recente, con la formazionedelle associazioni palesi e la loro strumentale operati-vità per i fini illeciti dell’associazione segreta, il cui pro-gramma criminoso è, in definitiva, quello di eterodeterminare l’azione di governo locale attraverso ilcontrollo dei relativi apparati amministrativi e politico-rappresentativi, mediante il sistemico ricorso ad inizia-tive apparentemente rispettose del metodo democrati-co». Infine, sul punto, si legge: «Nell’intento di sempli-ficare l’individuazione dell’oggetto dell’accertamentoprocessuale, è possibile affermare che, mentre le con-dotte di infiltrazione poste in essere dal sodalizio crimi-nale di stampo mafioso di cui al capo a) della rubrica(la ‘ndrangheta) sono realizzate attraverso azioni diinfluenza che spesso trasmodano in fatti reato (estor-sione, corruzione, turbata libertà degli incanti, etc.) erappresentano uno dei fini criminosi dell’associazionedi stampo mafioso di cui all’art. 416bis c.p., le condottedelittuose poste in essere dall’associazione segretadiretta da R… e M… si prefigge di etero dirigere, conmetodi apparentemente democratici, l’azione di gover-no locale, attraverso il sistematico condi-zionamento delle scelte dei governanti(amministratori e politici)».

Si terrà oggi, domenica 9 dicem-bre, la sesta edizione dell’eventoautomobilistico “Sulle strade delMagliocco” patrocinata dal

Comune di Castrovillari da dove partirà. Unagara di regolarità per automobili d’epoca chepropone agli equipaggi partecipanti un sug-gestivo percorso tra i meravigliosi paesaggidel Parco Nazionale del Pollino e della Pianadi Sibari, vocati, da sempre, a tali iniziative.Un appuntamento che attira appassionatid’auto storiche da tutto il Sud Italia. La mani-festazione automobilistica, organizzatadall’Historic Club di Castrovillari, attraver-serà zone in cui viene prodotto il pregiato viti-gno autoctono calabrese denominatoMagliocco.Lo si trova tra chilometri di strade che con-giungono il Pollino alla costa jonica cosentina.La partenza della prima vettura è prevista perle 10 dal centro cittadino diCastrovillari, da qui gli equipaggi percorre-ranno un suggestivo itinerario che attraver-serà i territori in cui viene prodotto il rinoma-to vitigno autoctono calabrese: il Magliocco.Le vetture percorreranno circa 100 chilome-tri attraversando i centri abitati di Frascineto,Sibari, Villapiana Scalo e FrancavillaMarittima per poi varcare il pressostato fina-le all’ingresso delle suggestive TenuteFerrocinto dove sarà organizzato un pranzospeciale in abbinamento ai migliori vini pro-dotti dall’azienda. “Sulle Strade del Magliocco” – commenta ilpresidente dell’Historic Club DomenicoCampilongo - è dedicato agli appassionati diauto d’epoca di tutto il Meridione ed è validoper il terzo “trofeo Franco Minasi”. Un pre-mio, riservato al miglior regolarista iscritto alnostro club, che fa memoria di uno dei socifondatori della nostra associazione.”“Un momento - aggiunge il Sindaco eAssessore allo Sport di Castrovillari,Domenico Lo Polito - che rilancia, per altro,la forza identitaria del nostro comprensorio,tra dedizioni umane e forza di quelle risorse

che lo contraddistinguonoper storia e sapori; questeaffermano il ruolo propul-sivo anche delle colturevitivinicole per una soste-nibilità dei luoghi, votatialla crescita integrata evalorizzazione turisticadel patrimonio storico-culturale dei borghiantichi quanto a quelbene eno-gastronomico

che li esalta e li lega alla tradi-zione per farne un fil rouge con l’e-sistente. Su questo siamo impegna-ti in più progetti e in cordata per ilrilancio di uno sviluppo sempre piùancorato alle vocazioni dei Territorie che queste espressionirilanciano. Da qui la

nostra simpatiaper tali mee-ting.”

FRUTTI DIMENTICATI

Bergamotto

I BRIGANTI

Una giornata uggiosa può esserericca di stimoli, anche per una mete-reopatica come me. Ancora non hoperso la speranza. Speranza di cosa?

Aiutati che Dio t’aiuta. Certo, ma bisogna avere gliobiettivi. E se ci sono soldi da parte è ancora meglio.Beh se i soldi non mancano, forse anche gli stimoliabbondano, il che potrebbe anche portare fuori stra-da, ci si potrebbe smarrire. Ma se i soldi non ci sono,ecco che gli obiettivi si fanno più mirati per non sba-gliare il colpo, per non perdere l’occasione, per salta-re forse sull’ultimo treno verso quella direzione. Beh,non voglio essere drastica: non penso che ci siano“ultimi treni”, questo è qualcosa a cui ci stanno abi-tuando a pensare in itaGlia, che è la patria della man-canza di sicurezza (parlo di quella mentale, quellasicurezza che ti aiuta a vivere), la patria dell’abbando-no e dell’anti-meritocrazia. In itaGlia (e faccio unosforzo enorme per includere la Calabria nello Stato)c’è la consapevolezza del non sapere la strada, se nonquella che ti porta altrove. Chissà quale possenteradice ci lega a questa terra maledetta, al punto da

desiderare di morire in casa nostra senza aver potutoottenere nulla, piuttosto che tentare la via dolorosadel mollare tutto e provare a darsi una speranza inaltri luoghi. “Cca’ vogghiu u moru!” Ripetono spessoi vecchietti. Mentre i giovani sono già andati via da unpezzo. Quelli che stanno in mezzo (tipo io) galleggia-no, trascinati dalle correnti. Non abbiamo vissutotroppo, né troppo poco. Non le abbiamo tentate tutte.Siamo smarriti. Ce ne stiamo lì ad attendere la luce.Poi arriva un’onda che spinge lontano e forse è quel-la giusta, anche se qualcuno si affanna a calmare leacque. Alcune volte è bene che le acque si agitino, eche chiunque sia nei dintorni si faccia da parte easpetti il suo turno. È bene prendere il surf e provarea cavalcare l’onda anche se non si è capaci, piuttostoche imputridire in acque stagnanti.

Brigantessa Serena Iannopollo

Oggi la VI edizionedi “Sulle strade del Magliocco”

La patria èbella quando

dura poco

CONVERSANDO

Il gotha della‘ndrangheta

CITRUS BERGAMIA RISSOFAMIGLIA RUTACEE

Mentre il cedro è la pianta simbolo della provincia diCosenza, il bergamotto rappresenta la specificità diquella reggina.La prima è sacra all’ebraismo ed è alla base della festadel sukoth o delle capanne che si celebra dal 15 al 21 set-tembre.Essa ricorda la permanenza degli ebrei nelle capannenel deserto del Sinai, dopo la fuga dall’Egitto, alla ricer-ca della terra promessa da Dio.Durante la celebrazione vengono utilizzate alcuni ramidi piante: uno di palma, due di salice e tre di mirto, chevengono portati avvinti assieme in una mano, mentrenell’altra, separatamente viene tenuto un frutto dicedro, simbolo dell’incorruttibilità; infatti mentre tuttigli altri frutti dopo la maturazione, cadono o marcisco-no, i cedri restano sulle piante senza marcire anchedopo un anno.Ogni anno vengono a Santa Maria del Cedro, in provin-cia di Cosenza, i rabbini di tutte le comunità ebraiche ascegliere i frutti più perfetti, aiutandosi in questo da cali-bri che indicano la misura esatta.La leggenda indica che il cedro a Santa Maria fuimpiantato proprio dagli ebrei e questo potrebbe esse-re vero; esso corrisponde al Citrus medica varietà eth-rog e quello da cui i rabbini scelgono i frutti più perfet-ti. Per quanto riguarda il bergamotto, non può fare ameno delle caratteristiche climatiche dell’area che va daCatona sullo stretto di Messina alla Locride meridiona-le e solo in tale ristretto territorio riesce a esprimere almeglio le sue caratteristiche.Altrove può crescere e svilupparsi, come in Brasile,Argentina, Costa D’Avorio, ma il suo frutto non produ-ce convenientemente l’essenza che viene estratta dallabuccia. Ed è propria essa che veicola la fama del bergamotto;con essa si fissano infatti le essenze odorose che si tra-sformano in profumi di pregio, mentre per i prodottipiù a buon mercato,vengono usati prodotti di sintesi. Tale pianta ha avuto nemici acerrimi: agli inizi degli annisessanta del 900, quando ebbe un’estensione notevolesulla fascia ionica della provincia di Reggio, coloro chesponsorizzarono l’essenza sintetica dissero che la suafosse cancerogena; e ci fu un crollo verticale della richie-sta e l’abbandono di almeno il 70% delle aziende. Dapochi anni, invece, si sta dicendo che era tutta una mon-tatura, per cui si tenta disperatamente di salvare lepoche aziende che son rimaste e che sono localizzateormai in limitate aree dello stretto, in quelle di MelitoPorto Salvo, di Bova Marina, Palizzi e della vallata diBruzzano, che sono poi le aree più vocate; infatti la resapiù alta di essenza, che si estrae dalla buccia si ha traMelito e la vallata di Bruzzano.È difficile trovare una pianta che abbia una storia piùcontroversa del bergamotto. Infatti, alcuni dicono che sia originaria delle isoleCanarie, altri della città spagnola di Berga, altri ancoradella Grecia o della Cina, ancora altri che sia autoctonae bisogna identificarla con il limon pusillus calaber, unagrume esistente in Calabria nel passato. Una leggendaparla di un moro in fuga dalla Spagna, nel XV sec., cheportò un ramo di una pianta esotica e la vendette a un

signore di Reggio, il quale lo innestò su una pianta delsuo campo; il nome potrebbe, invece, derivare dal turcoberg-armudi, ossia il pero del signore.Comunque sia stato, il primo impianto fu effettuato aReggio da Nicola Parisi nel 1750, mentre si hanno noti-zie della sua esistenza in Calabria sin dal XIV sec. Si col-tivano tre varietà: la castagnara, la femminella e la fan-tastica. La procedura per estrarre l’essenza dalla buccia,fino alla metà del XIX sec. avveniva tramite pressionesulla stessa e veniva assorbita con l’ausilio di spugne. Nel1844 il reggino Nicola Barillà inventò una macchinache, azionata, raschiava la buccia, che raccolta in ungrande contenitore di ceramica, il “bàgano”, veniva poipressata con un torchietto di legno e il liquido ottenutocon tale procedura, veniva messo in contenitori; a quelpunto l’essenza galleggiava sulla rimanente parteacquosa e veniva delicatamente raccolta e conservata incontenitori appositi. Da un quintale di frutti se ne rica-vava 1 kg. Attualmente i bergamotti vengono lavoraticon impianti sofisticati che non raggiungono mai i risul-tati artigianali del passato. Infatti, da un quintale di frut-ti si ottengono 500 g di essenza. Gli scarti della lavora-zione si trasformano in pasta che offre un odore fra-grante, molto ambita dagli animali a pascolo brado enon, a cui viene offerta in mucchi all’aperto.Attualmente i frutti vengono usati freschi per i beneficiche essi arrecano e sono presenti nel periodo autunna-le nei supermercati del centro nord Italia.La coltivazione è in ripresa e ormai il bergamotto, conuna forte dose di ottimismo, viene denominato “l’oroverde della Calabria”.Si stima che la produzione annuale di essenza sia dicirca 100.000 chili, che sono ogni anno incettati dai piùprestigiosi marchi del mondo, tra cui quelli francesi, ipiù stimati.Intanto in tutto il mondo sono prodotti e venduti tremilioni di chili di essenza, quasi tutti di produzione sin-tetica.Questo non preoccupa il presidente del Consorzio delbergamotto, l’avvocato Ezio Pizzi di Condofuri, cheogni anno con successo cura i rapporti con le miglioricase produttrici di profumo di tutto il mondo e pensache il prodotto sintetico sia d’aiuto in quanto soddisfa lagrande richiesta di essenza, altrimenti non disponibile,che naturalmente è comprato dalle ditte meno presti-giose e a prezzo inferiore.Dal bergamotto si ricava una bevanda liquorosa simileal limoncello, un’altra molto dissetante e numerosi pro-dotti tipici della pasticceria locale. Naturalmente lamaggior parte dell’essenza prende la via di Grasse, lacapitale mondiale degli effluvi odorosi e da essa rag-giunge poi i laboratori più prestigiosi del mondo, dovevengono creati i profumi di pregio. Fino alla fine deglianni sessanta lavoravano a ritmo serrato i laboratori aReggio, Melito, Bova, Brancaleone, talvolta guidati datecnici francesi provenienti da Grasse stessa, per cui esi-steva il filo diretto tra la Calabria e la Francia; eranooperative anche alcune distillerie per il gelsomino, oraricoperte di rovi. La medicina popolare usava il succo dibergamotto per “sgrassare” il sangue ossia per abbassa-re il colesterolo; infatti, per raggiungere tale scopo, ognimattina, prima di pasteggiare, perquindici giorni bisognava bere ilsucco di un bergamotto.

Orlando Sculli

www.larivieraonline.com Rrubriche

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Simona e Matteo, entrambi calabresi, nel settembre 2017 hanno intrapreso un viaggio

da record alla scoperta di luoghi, persone e culture. A spasso, mano nella mano,

per quattro continenti sono riusciti a fare anche del volontariato.

Vivere 24 oreinsieme non è

facile: non ci sonovie di fuga, quando

subentrano gliattriti bisogna

affrontarli e subito.Ma abbiamoimparato ad

apprezzare i difettie anche le

stramberie. Perchédobbiamo

modificare tuttoa nostro piacere

quando possiamoriderci su?

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

“Quello che stiamo per fare non è un atto egoistico nè tantomeno folle, se non di lucida follia. Vogliamo conoscere le mera-viglie del mondo per poter raccontare ai nostri figli una bella sto-ria e dimostrare che il mondo non è quello che si vede attraver-so i telegiornali”. Con queste parole il 1º settembre 2017, duran-te il ricevimento di nozze, Matteo e Simona hanno annunciatoad amici e parenti la loro intenzione di intraprendere una lunadi miele che li avrebbe visti gironzolare per il mondo con zainoin spalla, mano nella mano, per un anno intero, anzi per 373giorni. Quattordici i paesi visitati: Stati Uniti, Messico, Perù,Bolivia, Cile, Argentina, Nuova Zelanda, Australia, Indonesia,Malesia, Myanmar, Tailandia, Cambogia, Giappone. Una domanda che vi avranno fatto in tanti: quanto vi ècostato girare il mondo per un anno?In effetti è la domanda che tutti ci pongono ma nessuno conoscela risposta, neanche noi! Ne daremo notizia attraverso il nostroblog ma prima vogliamo farci bene i conti. Non vogliamo che unintero anno di viaggio venga assimilato a uno sterile numero.Vogliamo motivare tutte le decisioni che hanno portato al risul-tato finale, così da far capire cosa intendiamo con “viaggiarecosta meno di quanto si creda, a patto di scendere a compromes-si”. Però possiamo dirvi che torniamo a casa con una vittoria:non solo siamo riusciti a rispettare il budget che ci eravamo pre-fissati ma siamo riusciti persino a risparmiare. E anche l’esamedi economia di viaggio è superato!Non vi siete lanciati in quest’avventura per scamparealle visite post-matrimonio dei parenti, vero?Temevamo le loro incursioni e per questo abbiamo giocato spor-co: in previsione del viaggio anziché acquistare una casa abbia-mo acquistato… uno zaino! Ci è piaciuto vestire per un po’ ipanni dei fuggitivi. Purtroppo il gioco è finito e, ahinoi, adessoche siamo rientrati non abbiamo più modo di sfuggire alle lorogrinfie. Aiutateci!La tappa che vi ha fatto sentire più a casa e quella in cui

vi siete detti “ma chi ce l’ha fatta fare”?Il posto che mi è piaciuto (Matteo) di più in assoluto è stato ilMessico. Che tu sia in Italia o negli Stati Uniti, tutti descrivono ilMessico come il posto più pericoloso del mondo. Non ci ho maicreduto. E infatti quando sono arrivato lì mi sono sentito tran-quillo, accolto da persone che mi hanno fatto sentire a casa. E poidiciamolo, il cibo spacca!Però siamo d’accordo nel dire che ci farebbe piacere andare avivere in Giappone. Lì è un mondo completamente diverso. Èdifficile descriverlo, è una sensazione che abbiamo provato sullanostra pelle. Certamente la nostra è un’impressione da turisti enon è detto che poi viverci si riveli diverso dalle aspettative.Il posto più disgraziato? Los Angeles! Dietro le luci dei riflettorie la facciata della grande città si nasconde una tendopoli nel piùcompleto degrado. Siamo sopravvissuti per raccontarlo e pos-siamo dire che mai abbiamo provato paura come in quelmomento. Avete toccato 4 continenti. L’insegnamento che avetetratto da ognuno?L’Europa è il continente di partenza e che per questo viaggioabbiamo deciso di accantonare, rinviandolo a quando sarà piùfacile visitarlo. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo abbiamoavuto la conferma che l’Europa è piccina ma possiede talmentetanto che una vita non basta.Abbiamo visitato entrambe le Americhe. Gli Stati Uniti sono ilPaese delle opportunità. Abbiamo avuto l’impressione che qui cisia spazio per chiunque abbia delle buone idee e non nascondia-mo di averci fatto un pensierino. Quella Latina ci ha invece con-sentito di entrare in contatto con realtà più povere. Si dice che isoldi non fanno la felicità e da queste parti ci credono davvero.Basta osservare i loro sorrisi per rendersene conto. Qui ne abbia-mo visti di talmente calorosi da esserne rimasti affascinati.Il Sudest asiatico è stato fe-no-me-na-le. Qui si vive “alla giorna-ta”, un concetto molto distante da quello a cui siamo abituati.Accumulare ricchezze per un ipotetico futuro è inutile, megliotornare a casa e sapere che ci sono un piatto caldo e una famigliaad attenderli. Questa filosofia di vita li rende più spensierati ecertamente più felici. Non sappiamo se riusciremmo a vivere inquesta maniera ma una cosa è certa: loro stanno bene così, forsemeglio di noi.E l’Oceania? Beh, è una terra strana. Abbiamo visitato NuovaZelanda e Australia, entrambe colonie inglesi. Ci è infatti sem-brato di essere nel Regno Unito, con la differenza che qui siamostati accolti come amici di vecchia data. Ecco, forse l’Oceania ciha insegnato che non bisogna andare dall’altra parte del mondoper scoprire che la meraviglia è intorno a noi.Siete riusciti anche a fare volontariato per due settima-ne in Perù. Di cosa vi siete occupati?E stata un’esperienza meravigliosa a cui dobbiamo lo splendidoricordo del Perù. Meravigliose le Ande, superlativa MachuPicchu, grandiose le escursioni. Però non siamo riusciti a entra-re in sintonia con i peruviani, di indole schiva e spesso razzistanei confronti dei turisti. In questa comunità latto-vegana diorientamento indù abbiamo incontrato viaggiatori di tutto ilmondo ed è stato come tornare a casa. Del resto avevamo pro-grammato di rimanere una sola settimana e poi, innamorati,abbiamo chiesto una settimana in più.La mattina impastavamo il pane che veniva cotto nel fornocomune e nel pomeriggio facevamo i venditori ambulanti. Ilricavato veniva utilizzato per sostenere le spese della comunità.Infine la sera, quando tutti eravamo rientrati dal lavoro, si pre-gava. Era un inno alla vita piuttosto che un sermone. Si cantava

e suonava insieme, generando vibrazioni positive che riusciamoa sentire ancora adesso quando vediamo le foto e i video. È statobellissimo. Hare Krishna!Che ci dite del Breaking Bad Tour?La metanfetamina è tutta colpa di Matteo. È un patito della seriee fin dall’inizio, quando si pianificava l’itinerario del coast-to-coast statunitense, Albuquerque era stata fissata come tappaimprescindibile. In questa città è stata girata la serie ed è possi-bile visitare i luoghi delle riprese. Alcuni di questi – per esempiol’autolavaggio o il fast-food Los Pollos Hermanos – svolgono lamedesima attività, seppure sotto nome diverso. È stato bellissi-mo perché ad accompagnarci è stata una ragazza che lavora nelsettore cinematografico e che, oltre ad aver lavorato con alcuniattori della serie, ne conosce i retroscena. Ovviamente mentreMatteo era gasatissimo, Simona faticava a capire cosa ci fosse ditanto entusiasmante. “Ma è soltanto una casa!” diceva, nonsapendo che quella casa è appartenuta a Mr. White!Cosa avete scoperto l’uno dell’altra grazie a questo viag-gio?Vivere 24 ore insieme non è facile e per certi versi è una forzatu-ra. Non ci sono vie di fuga, quando subentrano gli attriti bisognaaffrontarli e subito. Questo ci ha portato a essere più comprensi-vi e anche più rispettosi nei confronti dell’altro, in una manieradiversa dal comune. Per noi rispetto non è solo assecondare leattitudini dell’altro, significa apprezzare i pregi ma soprattutto idifetti. E, perché no, anche le stramberie. Perché dobbiamomodificare tutto a nostro piacere quando possiamo riderci su?Avete lasciato il lavoro per questo viaggio. E adesso chel’avventura è finita?Riprendiamo da dove eravamo rimasti ma con le idee più chia-re. Non è ancora tempo di fare progetti di lungo termine perchénon sappiamo cosa il futuro abbia in serbo per noi e dove andre-mo a vivere. Certamente tornare in Calabria è stata una sceltamossa non solo dalla vicinanza con la famiglia ma anche esoprattutto dall’esigenza di portare avanti le nostre aspirazioni.Stiamo studiando, ciascuno nel suo ambito, per costruirci unaprofessione. Ovviamente ricominciare daccapo è dura masarebbe stato peggio vivere col rimorso. Come abbiamo detto apiù di uno scettico nei giorni precedenti “un lavoro dura, forse,30 anni ma un’esperienza del genere dura una vita”.“Avvicinati all’altro, parlagli, incontralo, conoscilo,meticciati!... Fatti una cultura, non solo di libri maanche di persone”. Questo quanto dichiarate nel vostrovideo-manifesto in cui spiegate le ragioni del progetto.Cosa vi ha insegnato l’altro?Ci ha insegnato che le favole della buonanotte, i film fantasy equelli di fantascienza avevano ragione: c’è ancora una speranzaper l’umanità.Qualche anticipazione sul prossimo viaggio, è già incantiere?Non abbiamo tempo. Studio, lavoro, a pranzo un panino e ades-so non possiamo più mollare tutto e partire. Oppure no?A diverse persone che ci hanno ospitato abbiamo promesso ditornare a trovarle. Nel frattempo ne stiamo ospitando altre anostra volta. Ci sentiamo in debito con l’universo e vogliamo fareil possibile per aiutare e conoscere altri viaggiatori. Vogliamoprovare che è possibile viaggiare anche rimanendo fermi.L’Europa è dietro l’angolo e la notte ci viene a chiamare in sogno,tentatrice come una sirena dell’Odissea. E poi abbiamo un contoin sospeso con l’Africa, che abbiamo dovuto rimandare. E a noinon piace avere debiti.

R09 DICEMBRE- 16 l’intervistawww.larivieraonline.com

373 giorni in luna di miele per dimostrare che il mondo è meraviglioso

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www.larivieraonline.com Rcultura

09 D

ICEM

BRE

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L’Istituto Istruzione Superiore“Guglielmo Marconi” diSiderno per il corrente annoscolastico, nel contestodell’Area “Rispettiamo” delPTOF (Piano Triennaledell’Offerta Formativa), refe-renti le docenti Elisa

D’Arenzo e Maria Sciarrone, ha intesoprogrammare un percorso progettualeambizioso, impegnativo, per dire no allaviolenza nelle sue molteplici accezioni. Trattasi, invero, di una tematica che l’istitu-to, sotto la guida di Clelia Bruzzì, nel suoduplice ruolo di Dirigente scolastico ecomponente dell’Osservatorio Regionalecontro la violenza, già da alcuni anni haposto al centro della formazione dell’allie-vo, attraverso approfondimenti didattici einiziative concrete che hanno visto gli alun-ni interfacciarsi con soggetti istituzionali,realtà associative e vari professionisti. Il contrasto alla violenza necessita di ungioco di “squadra”; bisogna creare e fare“rete”, come emerso dagli autorevoli inter-venti durante l’evento formativo, dal titolo“Violenza assistita e minori”, cui ha parte-cipato la scuola, promossodall’Osservatorio Regionale a PalazzoCampanella lo scorso 23 novembre. L’Istituzione Scolastica, dunque, ponendo-si in soluzione di continuità e mettendo incantiere un percorso progettuale che, siauspica, possa essere condiviso da altrerealtà scolastiche operanti sul territorio, haascoltato in Aula Magna - così celebrandola Giornata Internazionale contro la vio-lenza sulle donne - la testimonianza dellapsicologa Teresa Stimolo, responsabiledello sportello di Ascolto di alcune scuoledella città di Cosenza, l’avvocata Carmela

Neri, componente del COA di Locri, CarlaSorgiovanni, referente regionale Save theChildren e Franca Milazzo, della commis-sione Pari Opportunità della RegioneCalabria. Il dirigente scolastico Bruzzì, che ha forte-mente voluto questa iniziativa come incar-dinata in un percorso che deve diventare ilmodus vivendi e operandi della propriacomunità scolastica, ha sottolineato ilruolo fondamentale che la scuola rivestenella prevenzione e nel contrasto di questodrammatico fenomeno, uniformandosialla necessità di fare “rete”, rete di inter-venti per riconoscere le vittime e protegge-re i bambini dalla violenza assistita. La sensibilità e l’interesse degli allievi sonostati sicuramente la cornice più importan-te e significativa, per confermare la valen-za di tali iniziative. Gli allievi sono stati iveri protagonisti, autodeterminandosi nel-l’elaborazione di un pensiero diventato

laboratorio teatrale, brillantemente guida-ti dalle docenti Francesca Bellantone eD’Agostino Leonarda. Per l’occasione èstato realizzato un video, tratto da una sto-ria vera, il cui titolo, “Il Danno Invisibile”,è stato scelto da un allievo. Il video, oltre atrasmettere le emozioni di una giovanevita provata dal dramma intrafamiliare, haevidenziato il ruolo che la scuola può edeve avere, così come individuato daglistessi discenti: “... l’amorevole autorevolez-za con la quale la scuola mi ha condottoper mano, mi ha fatto comprendere che lavita è difficile, ma non squallida, nondegradata moralmente... voglio vivere lavita, voglio amarla...”. Una riflessione checonsente con orgoglio di affermare chetanto ancora deve essere fatto, ma chetanto è stato già fatto in modo produttivoed efficace.

Filippo Sorrenti IV L SIA

"Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace interra agli uomini di buona volontà"... cosìdisse qualcuno molto tempo fa!Che poi questo Dio sia identificato come ilGrande Architetto dell'Universo nullacambia... anzi!Necessaria questa breve premessa per rac-contare lo stato emozionale in cui mi sonotrovato il 18 Novembre 2018 a una certaora dopo il vespero, nella città diCatanzaro, ospite nel sito delle "Stelled'Oriente". La dottoressa Bruna Filippone,con dovizia di particolari storici pregevoli,ci ha intrattenuto su di un tema fascinoso ebello: “La Donna e il Tempo”.L'atmosfera magica ha coinvolto tutti, siaper il tema affrontato che per quelle ener-gie invisibili ricche di un carisma comunica-tivo, che diffondeva bellezza e armonia.L'ascolto è stato attento e consapevole,dando spessore come fa il "lievito", per aiu-tare l'anima a ingigantirsi in spazi semprepiù ampi e fascinosi. Si è parlato di Lei, laDonna, l'antica Eva, la Genitrice, Gea,l'Idea Archetipa Primigenia da cui tuttonasce e si evolve. E poi? Poi tutto il resto,con il fascino da una parte e la tristezza dal-l'altra. Tristezza per la realtà quotidiana,che spesso oscura ogni via di uscita, la vio-lenza non è ammessa: il dialogo e il con-fronto civile fanno crescere, la violenza pre-clude ogni forma di sviluppo, su quei per-corsi formativi che l'uomo e la donna inse-guono da sempre. L'Ordine delle "Stelle d'Oriente" è unascuola iniziatica che si propone ideali efinalità di perfezionamento spirituale esociale, per il conseguimento di una societàin cui siano abolite l'ingiustizia, l'ignoranza,la miseria e ogni forma di discriminazione.La stella a cinque punte nella sua simbolo-gia convive con cinque nomi di donne trat-te dalla Bibbia e dalla Storia: Ada, Ruth,Esther, Marta ed Eletta, sono simboli diLealtà, Fraternità, Rettitudine e... Amore.Sono le guide verso la Verità e la Luce, conil sostegno della Ragione, e con l'impegnocontinuo della solidarietà e fraternità.

C'è un ambito che sfora qualsiasi logicamatematica e la stessa razionalità rimanespesso a guardare dalla finestra.Questo è l'ambito della complementarietà,conditio sine qua non per entrare in quel-l'equilibrio necessario, affinché l'armoniasopravviva su tutto.L'Uno sarebbe sterile senza il Due, e senzala loro unione non ci sarebbe il Tre, da sem-pre simbolo di perfezione. Riflettiamo suquesto concetto: il femminile, e quindi laDonna, seguendo la sua natura lunare, equindi umida, riflette e arricchisce ilmaschile, e quindi l'Uomo, luce solare esecca.L'Uno e il Due altro non sono che duemetà, dalla cui unione nasce il Tre, che rac-chiude la vita sulla terra nel suo eternodivenire.Solo su questo percorso si può costruirequel tempio dentro e fuori di noi, in untutto armonico, dove la Fratellanza sconfi-na in quell’"Oltre" inseguito, alla ricercadell' "origine intelligente".La ritualità in cui hanno operato le "Stelled'Oriente" è stata coinvolgente, così comela loro Worthy Matron, Madia Rosarina.Ai saluti dei vari dignitari e rappresentantiregionali sono seguiti alcuni interventi sul

tema, che hanno arricchito la serata,durante la quale si è intravisto quell'alberodella speranza ricco di fiori colorati, chenella loro evoluzione metaforica si trasfor-meranno in saporosi frutti per cibare ilcorpo e l'anima. Tra gli ospiti del versanteionico c'erano Severina Carteri, MimmoCarteri, Palma Comandè, NicodemoVitetta e Giuliano Zucco, che hanno datoun generoso contributo alla serata con leloro considerazioni sagge ed erudite, coin-volgendo i presenti in un crescendo di plau-si ricchi di gioia e serenità. Un grazie alle"Stelle d'Oriente" per quello che fanno efaranno ancora nel sociale, inseguendo tral'altro la Pace, la Giustizia e la Legalità,valori di cui tutti ci dobbiamo riappropria-re, per andare ancora più lontano. Il mes-saggio è stato chiaro e preciso: "Migliorarese stessi per migliorare gli altri", e forse,dico forse, l'Umanità tutta potrà vivere econvivere nella serenità e nella gioia. "A woman, a star" disse qualcuno, e ioaggiungo "ad maiora semper" care "Stelled'Oriente", antiche Vestali depositarie diquel grande segreto che in ogni lingua sichiama Amore.

Giuliano Zucco

All’Istituto Marconi di Siderno l’eventoformativo “Violenza assistita e minori”

“Il contrasto alla violenzanecessita

di un gioco di “squadra”,bisogna crearee fare “rete”

Domenica 16 dicembre, alle ore 18, pres-so il Club Paradise Restaurant sito sulLungomare delle Palme di Siderno, siterrà il convegno “La coltivazione delbambù gigante - Una rivoluzionariarisorsa per chi vuole diversificare in agri-coltura in una coltivazione eco-sostenibi-le e remunerativa”, presentato daConsorzio Bambù Italia e OnlyMoso.Interverranno l’Area Manager VivaiOnlyMoso Agostino Musolino, e iResponsabili Commerciali VivaiOnlyMoso Maurizio Vallelonga,Antonio Iaropoli e Antonio Brizzi, cheelencheranno le caratteristiche botani-che e agronomiche del Bambù, ne illu-streranno la tecnica di coltivazione, pre-senteranno informazioni Commercialiper la realizzazione di una piantagione diBambù gigante e la Mission e attivitàsvolte dal Consorzio Bambù Italia. Altermine della presentazione sarà datospazio alle domande del pubblico e sieffettuerà una degustazione di germoglidi bambù.

Tra u mercatu e a viglietta, e du corsu girandu N'cera u centru i Sidernu pe nnui giuvani i tandu

Era u Cinema Apollu, nu giganti potenti Monumentu i Sidernu, cori randi n'ta' nnenti

Mastru Carru n'ta portaN'te biglietti u Toninu N'di laprivunu u munduA nu bbonu distinu

Chi ricchizzi e trisori gliani ad'inta scuprimmaQuanti urati filici,quanti amici trovamma

Tanta genti ricordu ed a menti s'affuglia E tra i tanti l'Adorfu cu carrettu da caglia

Quandu u film finia e nescevumu foraRipigghiavumu i senzi, n'di tornava a paloraRipensavumu a tutti gli mundi fatatiPistolati o sordati od amuri finuti

Mo' daveru finiuchist'amuri di tandu Sulu tanti ricordi quandu vaiju passandu e no scordu i mumenti luntani o vicini Nostalgia chi mi strudi,Malincunia n'zini fini.

Martin 2017

Siderno:domenicaprossima unconvegno sullacoltivazione delbambù gigante

U CINEMANOSTRU(l'Apollo)

Da sinistra: Teresa Stimolo, CleliaBruzzì, Carmela Neri, FrancaMilazzo, Maria Sciarrone

Leonarda D'Agostino, Clelia Bruzzì, Maria Sciarrone, Elisa D'Arenzo

Non è raro che esponenti delle Istituzioniricordino ai calabresi che la lotta alla crimina-lità è anche questione di cultura: occorrecambiare mentalità, non dare alcuna forma diconsenso al malaffare, affidarsi allo Stato e allasua Giustizia, mettendo distanza dal potereinformale segnato dai disvalori del favoriti-smo e della sopraffazione. Il motivo per cuitale esortazione venga rivolta quasi esclusiva-mente ai Calabresi rimane un mistero. Senzaalcun vittimismo, ci limitiamo a osservare cheil pregiudizio nei confronti della Calabria èsempre vivo e permesso, anzi quasi un dove-re quando si toccano determinati argomenti.Ma la tesi che la criminalità sia anche un feno-meno culturale è triste realtà: vale per laCalabria e per il resto del mondo, pur nellegrandi e inevitabili differenze. Assodata l'esi-stenza di una realtà culturale, in senso antro-pologico, che sostiene mafie e gruppi crimina-li, c'è da chiedersi: quale contrasto si attua neiconfronti di questa subcultura? Il pensiero vaalle manifestazioni antimafia e alla scolasticaeducazione alla legalità che, senza sminuire labuona volontà dei promotori, ha prodottorisultati modesti come dimostra l'espandersidelle mafie a tutte le latitudini, comprese lecivili regioni del Nord Italia e dell'Europa.Forse film come "Il padrino" azzerano millemanifestazioni per la legalità, diffondendovalori antitetici al Diritto che fonda la nostraCiviltà. Si potrebbe obiettare: ma il cinemaracconta la realtà, non la crea. Non vogliamocaricare ingiuste responsabilità sulle spalle disceneggiatori, registi e attori, ma è pur veroche nel raccontare la realtà si possono sceglie-re molte vie: si può raccontare la vita di ungangster in modo tale che lo spettatore provichiari sentimenti di condanna e di disprezzo,oppure sentimenti di ammirazione e, quindi,una certa identificazione con "l'eroe negati-vo", ma pur sempre eroe e modello, almenosul piano valoriale. Sì, i film rispecchiano la

realtà e spesso potenziano delle trasformazio-ni già in atto: aiutano a cambiare i comporta-menti, a far accettare atteggiamenti e valori, odisvalori, considerati disdicevoli e confinati aimargini della società. Gli studiosi dei Mediaconoscono bene la potenza della comunica-zione, in modo particolare quando il prodot-to è ben confezionato e affascina, pertantoanche un solo film ben riuscito, e Il padrino èconsiderato un capolavoro, può avere ungrande impatto nell'immaginario collettivo. Sidà il caso che questo "capolavoro" appartienea un filone cinematografico piuttosto floridoche non mostra segni di crisi, infatti la propo-sta di "eroi negativi" procede a pieno ritmosul piccolo e grande schermo: Gotti, ISoprano, Gomorra, solo per citare qualchetitolo, influenzano l'immaginario collettivo,generando in tante persone normali assuefa-zione e ammirazione verso stili di vita violen-ti e autoreferenziali. Infine, come se il cinemanon fosse già abbastanza destabilizzante, regi-striamo anche il successo di certa musica rapche, diretta soprattutto ai giovani, dà unamano alla diffusione di un modo di vivere chepotremmo definire da selvaggi, anche se sivive nella moderna società tecnologica e inuna città d'arte dalla storia millenaria. A talproposito merita una citazione il video delbambino rom che inneggia al suo mondo,"disprezzando" il nostro, che ha ottenutooltre cinque milioni di visualizzazioni. Il videoè una sintesi precisa di uno stile di vita che sicommenta da sola: chissà perché i più impor-tanti giornali italiani, pur riportando la notiziadel successo mediatico del giovane rapper,hanno omesso qualsivoglia tipo di giudiziomorale, compresi i giornali che hanno fattodella morale, o meglio del moralismo, la lorobandiera. Insomma, il problema sono solo icalabresi che ancora non si decidono a cam-biare mentalità!

Giuseppe Giarmoleo

Educazione all'illegalità

UNA SERATA TRA LE“STELLE D'ORIENTE”

Il 18 Novembre a Catanzaro si è parlato di Lei, laDonna, l'antica Eva, laGenitrice, Gea, l'IdeaArchetipa Primigenia dacui tutto nasce e si evolve.E poi? Poi tutto il resto,con il fascino da una partee la tristezza dall'altra.

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando

Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo,Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca,

Franco Crinò, Giuseppe Gangemi.

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

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R09 DICEMBRE- 21

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GLI AUTORI delle rubriche incui si esprimono giudizi oriflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente

responsabili.

“33 anni, romano, fotografo professionista.Spesso lascia la capitale per raggiungere e

immortalare, con la sua macchinafotografica, gli spettacolari paesaggi

presenti in Calabria.

“Il mio sogno, peril futuro, è riuscire

a realizzare deidocumentari che

parlino di arte e distoria. Mi stoavvicinando

sempre di più almondo del video e

della regia e laCalabria potrebbeessere un’ottimaprotagonista perrealizzare i miei

progetti”.

Alessandro Bachiorri è un fotografo professioni-sta romano, 33 anni ma già, alle spalle, moltaesperienza nel campo televisivo, musicale, edito-riale. Collabora con diverse società di produzio-ne, etichette discografiche, uffici stampa e con laFilm Commission per eventi cinematografici.Spesso lascia la capitale per raggiungere e immor-talare, con la sua macchina fotografica, gli spetta-colari paesaggi presenti in Calabria.Com’è nata la tua passione per la fotografia ecosa rappresenta per te?La passione fotografica nasce durante la mia ado-lescenza. Mi interesso alla fotografia muovendo iprimi passi tra blog e forum fotografici. Dopo ildiploma, mi sono messo alla ricerca di un lavoroche, seguendo la mia passione, lo cerco comefotografo e lo trovo. Oggi, col senno di poi, mirendo conto di quanto sia stato fortunato e dicome si sia evoluto il tutto. Ho sempre cercato diallargare la mia fotografia in tutti i settori possibi-li, perché è un ambiente vastissimo. Tanti sonostati i sacrifici, ma sono felice di fare quello che hosempre sognato.Sei stato soprannominato “il fotografo dei Vip”,come ti sei avvicinato a questo mondo?Ho iniziato a 22 anni col primo servizio per unpersonaggio noto, dovevo fotografare BarbaraChiappini e tremavo… Ma andò bene! Poi con il

passaparola e lavorando assiduamente sono arri-vato a diventare fotografo di scena per diverseproduzioni TV, con cui collaboro attivamente. Ilfattore più importante, in questo lavoro, è ilrispetto nei confronti di chi stai fotografando. Perchi inizia, consiglio di non demordere, c’è dietrotantissima gavetta, ma a forza di lavorare prima opoi l’occasione arriva. Occorre tanta pazienza edeterminazione, anche per sopportare le nume-rose discussioni con il partner, perché non ti vedequasi mai.Spesso lasci i Vip nella capitale e corri a fotogra-fare i paesaggi calabresi. Quali sensazioni hairicevuto da questa Terra e dove hai svolto i tuoilavori?La Calabria è un luogo che adoro, ricchissimo alivello paesaggistico e culturale. Recentementeho fatto dei servizi a Crotone e Isola di CapoRizzuto, ma ho visitato anche Tropea e Pizzo.Sono fortunato, perché ho la possibilità di viaggia-re molto per lavoro e ogni volta che mi capita unservizio in trasferta, in questa Regione, ho già lavaligia pronta.Com’è iniziata la tua scoperta della Calabria?C’è qualcosa dei luoghi e delle persone, in questaRegione, che ti hanno colpito?Ho avuto modo di visitare varie zone dellaCalabria, sicuramente quello che più mi ha colpi-

to è stata la varietà del territorio, adatto sia per chiama il mare e sia per chi adora le escursioni mon-tane e può trovare nel Parco dell’Aspromontepaesaggi ameni, ricercati anche fotograficamente.Personalmente sono un tipo abbastanza riservato,che preferisce di gran lunga la spiaggia sperduta esconosciuta alle zone conosciute e affollate, e inCalabria è possibile trovare ambedue. Riguardoalle persone rimango affascinato dalla potenzadella tradizione calabrese, ho partecipato duevolte alla sagra della “nduja”, ed è stata un’espe-rienza fantastica.Da persona che vieni “da fuori” cosa pensi del-l’immagine negativa che alcuni vogliono affibbia-re alla Calabria?Posso dirti che le persone più di successo, a livel-lo imprenditoriale, che conosco sono calabresi. Ilcarattere calabrese è tenace, determinato e pro-positivo per cui, nella mia esperienza, non vedonegatività in questa Terra.Che interpretazione dai al mondo in base alla tuasensibilità?Ultimamente penso che il problema principaledelle persone sia la fretta, tutto si fa all’ultimomomento, senza una programmazione. I cellulariche dovrebbero aiutarci a gestire più cose, inrealtà ci fanno perdere più tempo. Ho imparatoche se ho consegne urgenti, il telefono lo lascio

spento.Senti, a volte, il bisogno di dissociarti dal mondo?Sì, vivendo sempre a contatto con la gente cercodi ritagliarmi del tempo per poter stare da solo,quando posso. Mi piace la solitudine, stare un po’con me stesso e godermi la natura. Penso che lemigliori idee nascano quando la mente è libera.Quale lavoro, intrapreso in questo periodo, ti haregalato maggiori soddisfazioni?Diversi, ma se dovessi sceglierne uno direi il lavo-ro che svolgo per la Film Commission, che mi dàla possibilità di trovarmi davanti a grandissimiattori e registi per fotografarli, intervistarli, ascol-tare i loro consigli e capire un po’ di più quelmondo.Quali sono i tuoi prossimi progetti e quandoritornerai in Calabria?Il mio sogno, per il futuro, è riuscire a realizzaredei documentari che parlino di arte e di storia. Misto avvicinando sempre di più al mondo del videoe della regia e la Calabria potrebbe essere un’ot-tima protagonista per realizzare i miei progetti. Alessandro Bachiorri, richiestissimo dalle cele-brità, ha trovato in Calabria, grazie alle sue mera-viglie naturali, il posto perfetto per realizzare ser-vizi da Oscar.

Rosalba Topini

Bachiorri: il fotografo dei Vip,innamorato della Calabria

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L’OROSCOPOArieteBuone notizie questa settimana per il tuosegno: a partire da giovedì il pianeta Mercuriotornerà ad agire in tuo favore! Aspettati prestodelle belle novità in ambito lavorativo.Domenica, poi, sarà una bella giornata perquanto riguarda gli incontri.

ToroA partire dalla giornata di giovedì, nonavrai più il pianeta Mercurio in opposi-zione: riuscirai finalmente a lasciarti allespalle le difficoltà dell’ultimo periodo euna situazione che ti sta a cuore potràsbloccarsi. Ma attenzione sul frontesentimentale!

GemelliPurtroppo questa settimana il pianetaMercurio entrerà in opposizione al tuosegno… A partire da mercoledì potrestiincontrare qualche ostacolo in più sul tuo per-corso, soprattutto in ambito lavorativo.Giovedì e venerdì saranno le giornate piùpesanti.

CancroLa tua settimana non comincia nelmigliore dei modi: la luna in opposizionenella giornata di lunedì ti fa sentire stan-co e stressato. Non preoccuparti: andràmeglio nel resto della settimana.Giornate fortunate quelle di giovedì,venerdì e sabato.

LeoneLa tua settimana avrà una prima partepiuttosto tesa, per poi migliorare a parti-re dalla giornata di giovedì, quandoMercurio tornerà a sorriderti. Martedì emercoledì saranno due giornate moltopesanti, in cui potresti vivere momenti dialta tensione.

VergineQuesta settimana il pianeta Mercurio ti vol-terà le spalle: a partire dalla giornata di gio-vedì, potrebbero nascere delle difficoltà sullavoro. Giovedì, venerdì e sabato la lunaopposta aumenterà il tuo malumore. Per for-tuna Venere ti tira su il morale.

BilanciaA partire dalla giornata di giovedì potraicontare sul favore di Mercurio, pronto aregalarti tante belle novità e sorprese anon finire. Niente paura, allora, se la setti-mana non sembrerà cominciare benissi-mo, con un lunedì piuttosto giù di tono…

ScorpioneApprofitta della congiunzione diMercurio per farti avanti, soprattutto inambito lavorativo: fino a giovedì, i tuoiprogetti e tutte le tue iniziative sarannopremiate, dopo potresti incontrare qual-che difficoltà in più. Super-favoritoanche l’amore.

SagittarioSono in arrivo splendide notizie per il tuosegno! A partire da giovedì, infatti, il pia-neta Mercurio entrerà in congiunzione,dando inizio a un periodo fortunato sottoil profilo lavorativo e relazionale.Attenzione, però, a giovedì, venerdì esabato.

CapricornoLa tua settimana comincia alla grande,con una bellissima luna in congiunzioneche ti regalerà un lunedì davvero spe-ciale! Venere favorevole porta tantaserenità e comprensione nella tua vita dicoppia, mentre Mercurio a inizio setti-mana facilita gli affari.

AcquarioSe sul fronte sentimentale continui avivere un momento piuttosto delicato,in cui la tensione col partner sembraessere alle stelle, su quello lavorativo lecose miglioreranno: a partire dalla gior-nata di giovedì, Mercurio tornerà adagire in tuo favore.

PesciA partire dalla giornata di giovedìnon potrai più contare sul favore diMercurio: nelle prossime settimane titroverai a dover affrontare qualchecomplicazione. Sul fronte sentimen-tale continua un periodo di idillio alfianco di una persona speciale.

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ICEM

BRE- 22

Domenico e AlinaDomenico Sisto posa a RadioCapital assieme a MarinaRivera, compagna di LuisBacalov, autrice delle“Avventure di Alina”, al terminedella presentazione del librodell’autrice ai microfoni delnoto canale radiofonico.

San Luca vittoriosoI giovani di San Lucahanno vinto la partitadi Calcio contro ilBocale e festeggianotutti insieme nellospogliatoio una parti-ta che vuol dire moltoper questi giovani figlidel paese di CorradoAlvaro.

Idee dalla capitaleLa nostra Antonella Sotiraposa assieme al titolare de“L’isola della Pizza”, notolocale di Roma, dopo un’ac-curata degustazione deiprodotti proposti dal localee con una buona dose diidee da portare ai nostriristoratori.

Quel futuro?Giacomo Crinò, Marco Siclari e Rocco

Mazzaferro, si incontrano a Gioiosa Ionicadurante un incontro che ha cercato di illu-

strare le cause del disastrato stato della poli-tica… locale e nazionale. Mistero sulle solu-

zioni proposte per risolvere la crisi.

Cucina internazionaleIl principe Alberto II di Monaco,

durante la “Settimanadell’Alimentazione Italiana nelMondo”, si delizia con le bontàaspromontane dell’azienda di

Canolo, portate durante l’eventodal nostro Antonello Stilo.

Un 18º da ricordareDomenico auguri per i tuoi18 anni! Ti auguriamo tantafelicità, a te che per noi sei esarai sempre la nostra gioiapiù grande. - La tua famiglia

Risolleviamo la testaMichele Vumbaca eAlfredo Antico, duenomi storici dell’impren-ditoria sidernese acco-munati peraltro dallaquantità di capelli che siritrovano in testa, siabbracciano sul corsopensando a come risol-vere la crisi socioecono-mica che attanaglia lanostra città.

Passo del GamberoPeppe, Salvatore e Stefano sono i tre volti che viaccoglieranno al “Gambero Rosso” di Marina diGioiosa Ionica. Non fatevi ingannare dal sorriso

scanzonato: la loro professionalità lascerà a voi ungran sorriso sulle labbra.

Misterioso convivioGaetano Vumbaca, Francesco

Sculli, Fabio Laganà, Ivan Ciaccio eAlberto Crupi, siedono a questa

bella tavolata del Gambero Rossodi Marina di Gioiosa Ionica assiemealle rispettive compagne, Mariella,Eulalia, Giusy e Carmen duranteun’animata discussione sul cui

tema vige ancora oggi il massimoriserbo…

Page 23: la strada sembra...la strada sembra quella giusta, possiamo sperare che l'alto livello dell’offerta turistica raggiunto da Roccella contagi tutta la Locride 09 DICEMBRE - 03 vetrina
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