le politiche per la non autosufficienza - pd regione lombardia · per esempio per gli anziani che...

178
Le politiche per la non autosufficienza 1 Atti del Convegno Le politiche per la non autosufficienza Un nuovo modello di welfare in Lombardia Auditorium Consiglio regionale della Lombardia Milano 17 aprile 2009 Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 1

Upload: others

Post on 22-Sep-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 1

Atti del Convegno

Le politicheper la non autosufficienza

Un nuovo modello di welfarein Lombardia

AuditoriumConsiglio regionale

della Lombardia

Milano17 aprile 2009

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 1

Page 2: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

2 Le politiche per la non autosufficienza

Collana editoriale

Welfare e Diritti

Pubblicazione del Gruppo Consiliare Regione Lombardia Partito Democratico

A cura di Francesco Bova Hanno collaborato Antonia Pontigia e Cristina Lodirizzini

Segreteria Gruppo Consiliare Partito Democratico Regione LombardiaTel. 02 67482261-2308E-mail: [email protected]

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 2

Page 3: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 3

I N D I C E

Presentazione di Carlo Porcari

Relazioni introduttiva di Ardemia Oriani

Comunicazioni Cristiano GoriGiovanni FostiGiulio BoscagliGian Mario Boschiroli

Interventi Elena CarnevaliIda SalaFulvio SantagostiniStefania BastianelloPrimo MaroniFabrizio TagliabueClaudio MinoiaMarco Tam

Conclusioni di Maria Grazia Fabrizio

Documenti e ricerche di Francesco Bova

Progetto di legge “Indirizzi per la qualificazione ed il sostegno del-l’assistenza familiare”Progetto di legge “Istituzione e regolamentazione del Fondo regio-nale integrativo per la non autosufficienza e modalità di accessoalle prestazioni”Ordine del giorno di Legautonomie locali della Lombardia Glossario socialeRepertorio legislativo ”Norme in favore dei soggetti non autosuffi-cienti;Leggi delle regioni italiane”Progetti di legge parlamentariTavole

pag. 7

pag 10

pag 17pag 32pag 42pag 48

pag 53pag 62pag 63pag 68pag 71pag 76pag 83pag 88

pag 93

pag 100

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 3

Page 4: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

4 Le politiche per la non autosufficienza

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 4

Page 5: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 5

Presentazione

La collana Welfare e Diritti si arricchisce con una nuova e importantepubblicazione dedicata al convegno organizzato lo scorso aprile dalnostro gruppo consiliare sul tema della non autosufficienza. L’attività editoriale ha rappresentato per noi, in questa legislatura, unobiettivo rilevante sul piano della comunicazione istituzionale riferitaalla nostra azione legislativa, in particolare per quanto riguarda la pub-blicazione degli atti dei convegni e la diffusione dei nostri progetti dilegge, ma è anche uno strumento di studio, ricerca e formazione ine-renti la qualità dei temi che abbiamo affrontato: le politiche del welfare,i diritti dell’infanzia, il ruolo del terzo settore, la riforma sanitaria e lascuola, per dirne alcuni. Temi che rispecchiano i nostri valori, l’eticità delle scelte, le proposte politi-che del Partito Democratico e l’azione del gruppo consiliare regionale. Quindici preziosi volumetti, il cui ultimo appunto è dedicato al nuovofenomeno sociale dell’accelerazione dell’invecchiamento della popola-zione lombarda e al diritto alla salute, alla cura e all’assistenza dellepersone anziane e dei disabili non autosufficienti. L’argomento trattatoè, infatti, di fondamentale importanza per lo sviluppo di nuove politi-che del sistema di welfare della Lombardia, oggi in affanno di frontea vecchie e a nuove emergenze sociali . La presente pubblicazione contiene, oltre alle relazioni di insigni stu-diosi e alle comunicazioni di chi ha responsabilità nel mondo degli entilocali, del sindacato e del terzo settore, anche i testi dei nostri progettidi legge per regolarizzare e disciplinare il sommerso mondo dellebadanti e l’istituzione di un Fondo regionale integrativo per la nonautosufficienza.

Carlo PorcariCapogruppo consiglio regionale

Partito Democratico

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 5

Page 6: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

6 Le politiche per la non autosufficienza

Atti del Convegno

Le politicheper la non autosufficienza

Un nuovo modello di welfarein Lombardia

AuditoriumConsiglio regionale

della Lombardia

Milano17 aprile 2009

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 6

Page 7: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 7

Carlo PORCARICapogruppo PD Regione Lombardia

Buongiorno a tutti e grazie diessere intervenuti.Brevemente vi presento l’iniziativa.Noi del Gruppo del PD, come bensapete, in Regione Lombardiasiamo all’opposizione, però nonrinunciamo ad essere propositivirispetto a quello che riteniamo utileper migliorare la qualità del welfareche anche in Lombardia vieneofferto ai cittadini.Noi riteniamo che alcune cose posi-tive siano state fatte, però gli inter-venti che questa Regione negli anniha messo in campo sono stati fram-mentari e molto parcellizzati, alcunianche utili per una parte di soggetti,altri assolutamente inadeguati einsufficienti.E’ necessario lavorare, quindi,ragionando sul medio e lungoperiodo, mettendo in campo risor-se.Uno dei temi su cui noi ci battiamoda anni, che nel linguaggio comuneè ormai accettato ma di fatto nonancora affrontato, è il tema dellanon autosufficienza. Anzi, in questaRegione addirittura si è aperto uncapitolo definito generalmente“risorse per la non autosufficienza”per 1 miliardo e 200 milioni di

euro, che considera anche le risorseche vengono date, ad esempio, alleRSA lombarde per sostenere speseche sono tipicamente sanitarie.Allora, noi sappiamo che la sanità èun diritto di tutti che non a tuttiviene garantito. Per quanto riguardale prestazioni, sappiamo che c’è unallargamento dei LEA, ma noi rite-niamo che il tema dell’autosufficien-za vada oltre il tema dei diritti sani-tari, che sono universali e ugualiper tutti, che siano necessari ancheinterventi di sostegno alle personeche hanno bisogno di un aiuto inpiù, oltre all’aiuto sanitario, cioè diprestazioni che non sono previstenei LEA e che per le loro caratteri-stiche riguardano tutte le condizionidi non autosufficienza, sia deglianziani (che, per fortuna, stannosempre più aumentando, mache spesso soffrono di patologiediverse), sia di altri soggetti chenecessitano di sostegno.Come sapete, l’idea di un Fondoper la non autosufficienza è natacon il primo governo Prodi. Conil governo Prodi sono state stan-ziate poche risorse per i primianni, però intanto a livellonazionale il Fondo è nato. InLombardia oggi arrivano 40-45milioni di euro, che sonopochissimi rispetto alle neces-sità, però sono concretamenteuna prima tranche.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 7

Page 8: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

8 Le politiche per la non autosufficienza

sona non ce la fa – sia sostenutadal Fondo.Nell’ambito della riforma del wel-fare, noi riteniamo che una leggedi costituzione di un Fondodedicato alla non autosufficienzasia un passo che in questaRegione va fatto. Quindi oggiparleremo di questo.Do quindi subito la parola allacollega Fabrizio, la qualeaggiungerà delle cose che io hocertamente dimenticato, poiseguirà la relazione introduttivadi Ardemia Oriani.

La Regione ha deciso di dedica-re tutte le risorse a strumentitipici della Lombardia, cioè i vou-cher, che vanno bene, per carità,però noi riteniamo che bisognafare un ragionamento nel sensodi un aumento delle risorse e diuna loro migliore distribuzione,per esempio per gli anziani chedecidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casae anche per i non anziani che siaffidano a una badante e chequindi hanno bisogno di unsostegno anche economico.Lo stesso discorso vale per leRSA, rispetto alle quali, intanto,noi denunciamo il fatto che lespese sanitarie non sono tuttecoperte come sarebbe dovuto;oggi mediamente viene copertoil 45%, invece del 50% teorico,ma sappiamo che spesso i costiarrivano anche al 60% a causadella forte presenza di personecronicizzate per le quali le spesesanitarie dovrebbero esserecoperte dal Fondo nazionale,mentre una parte di questespese è coperta dalle famiglie edalla retta. Allora noi riteniamoche intanto si debbano depurarei costi sanitari, che devono esse-re tutti a carico del servizio pub-blico, e che poi anche la partedella retta a carico della famiglia– o del Comune, quando la per-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 8

Page 9: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 9

CoordinaMaria Grazia FABRIZIOConsigliera regionale, Componente Commissione Sanità

Io tenterò di coordinare la prima parte della mattinata, che è dedicata allerelazioni.Intanto ringraziamo il Capogruppo Carlo Porcari, che ci ha indirizzato verso iltema clou di questo convegno.Noi organizzeremmo i lavori in modo tale da concludere la parte delle rela-zioni alle 11, per poi passare alla parte dei contributi e al dibattito.Per cercare di stringere i tempi, passo subito la parola ad Ardemia Oriani perla relazione introduttiva, non senza avere ringraziato tutti gli intervenuti.Segnalo in modo particolare la presenza di Ezio Casati, Assessore provincialealle Politiche sociali della Provincia di Milano, e lo faccio non perché nonvoglia citare gli altri, ma perché purtroppo questa mattina l’Assessore è stato“precettato” per un impegno istituzionale improvviso. Casati ha volutocomunque essere presente alla parte introduttiva del nostro Convegno, madovrà allontanarsi, speriamo dopo aver sentito la relazione della ConsiglieraOriani. L’Assessore Casati non riuscirà a parlare, ma credo di interpretare lasua sofferenza per il fatto di non poter intervenire, perché la Provincia in que-sto momento ha molte cose da fare, quindi gli auguriamo buon lavoro.Passo subito la parola ad Ardemia Oriani per la relazione introduttiva.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 9

Page 10: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

10 Le politiche per la non autosufficienza

condiviso l’impostazione dellalegge – anche se è stata modificataprofondamente grazie al nostrolavoro – poiché la questione centra-le che abbiamo posto, e che ripro-poniamo anche sul tema della nonautosufficienza, è l’esigibilità deldiritto, cioè il fatto che i cittadini ele cittadine della Lombardia abbia-no tutte le informazioni necessarierispetto alle prestazioni a cui hannodiritto e che sappiano dove rivol-gersi, per ricevere le prestazioni dicui hanno bisogno, quali di questesono gratuite e per quali è previstauna compartecipazione da parteloro alla spesa.La questione dell’accesso alle pre-stazioni diventa, quindi, uno deipunti importanti, in particolarenella gestione di un problema cosìdelicato come quello della nonautosufficienza.Nel corso di questi anni, oltre alprogetto di legge sulla non autosuf-ficienza, abbiamo presentato altriprogetti di legge.Il più recente è il progetto di leggesulle badanti, cioè sulla riorganizza-zione e sulla qualificazione diun’importante figura di sostegnoalle persone non autosufficienti edalle famiglie nell’assistenza familia-re. Si tratta di un tema di forteattualità, già affrontato da alcuneIstituzioni, in particolare dallaProvincia di Milano che ha a que-

Relazione IntroduttivaArdemia ORIANI Consigliera regionale PD,Componente Commissione Sanità

Da diverso tempo chiediamo inConsiglio Regionale come GruppoPartito Democratico che la GiuntaRegionale vari il Fondo regionaleintegrativo per la non autosufficien-za, previsto dalla legge regionalequadro sull’assistenza n. 3/2008, manon realizzato. Dovendo procedere a definire iprovvedimenti attuativi della legge(dovrebbero essere trentacinque),auspichiamo che il tema del Fondoregionale integrativo per la nonautosufficienza venga affrontato eche di conseguenza si possa inizia-re a discutere delle sue modalità diattuazione nella CommissioneSanità e Assistenza.Ora, è chiaro che come Pd nonabbiamo condiviso i contenuti dellalegge 3/2008 poiché essa si ponel’obiettivo di ridisegnare il sistemadi welfare della Lombardia sulla basedelle stesse modalità vigenti nelsistema sanitario. Il principio dellalibertà di scelta e dell’accreditamen-to saranno i punti di riferimentoche connoteranno la realizzazionedella rete dei servizi alla personanella nostra regione. Non abbiamo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 10

Page 11: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 11

meno – assistiamo a un aumentosensibile dell’aspettativa di vita.Siamo contenti e riteniamo positivoche si possa prolungare il più possi-bile la propria esistenza. Il problemaè, ovviamente, come questa si vive.Il terzo fenomeno (lo sottolineoanche se non fa parte del tema indiscussione oggi) è quello dellapresenza di una nuova fascia dipopolazione costituita da migrantie da figli di migranti (i cosiddettiimmigrati di seconda generazione),che ci porta a una nuova comples-sità sociale e anche al fatto di doverpensare a politiche che non sianopiù soltanto di inclusione, bensì diconvivenza e di ridefinizione didiritti uguali per tutti.Nell’incontro di oggi vogliamo parla-re di una parte della popolazione,quella con problemi di non autosuf-ficienza, e lo facciamo, ovviamente,partendo dai dati che abbiamo ariferimento. L’urgenza dell’istituzionedel Fondo è data, infatti, dalla presad’atto del trend di incremento del-l’età della vita e soprattutto dal fattoche il numero delle persone chesaranno non autosufficienti nei pros-simi anni è considerevole.Nel 2025 avremo, infatti, quasi unraddoppio del numero delle perso-ne non autosufficienti rispetto adoggi. Questo pone una domandapolitica molto seria alle istituzioni eall’insieme della società, poiché,

sto proposito uno specifico proget-to di intervento.Ciò di cui vogliamo discutere oggi,però, è proprio la nostra proposta diistituzione del fondo integrativoregionale per la non autosufficienza.Che cosa intendiamo per Fondoregionale integrativo per la nonautosufficienza? Con quali risorse deve essere realiz-zato?Quali prestazioni devono essereerogate e come deve essere gestitoquesto Fondo? Queste domande, che sottopongoalla discussione, ritorneranno nelcorso del mio ragionamento (epenso anche degli altri ospiti cheparleranno) poiché non sono dipoco conto, nel senso che, nelmomento in cui andremo a realiz-zare il Fondo integrativo, se ci riu-sciremo, ci saranno delle implica-zioni che porteranno, a mio avviso,a un ripensamento dell’insieme delsistema di welfare.Parto da una considerazione, chepenso sia nota, ma che vale la penariproporre: in Lombardia ci sonoalmeno tre fenomeni rilevanti dicarattere sociale.Il primo fenomeno è costituito dalladenatalità che, come si può vederedalla relativa slide e come ci diconogli esperti, proseguirà almeno per ilprossimo ventennio.Allo stesso tempo – secondo feno-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 11

Page 12: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

12 Le politiche per la non autosufficienza

del sistema di welfare. Per questo lan-ciamo una sfida alla GiuntaRegionale, cioè quella di partire daldifficile tema della non autosuffi-cienza per ridisegnare il modello diwelfare nella nostra regione.Qui abbiamo,è evidente, un puntodi divergenza con la Giunta. Fino apoco tempo fa pensavo che laRegione non avesse un modello disistema assistenziale, ma non ècosì. La Giunta Regionale ha unproprio modello di intervento sullepolitiche sociali e sulla non autosuf-ficienza che, però, non è in grado digarantire l’uguaglianza di accesso aiservizi e la presa in carico.In Lombardia ci troviamo di frontea molti anziani e famiglie chehanno bisogno di sostegno perchénon ce la fanno da soli. Dobbiamo definire gli strumenti, iprovvedimenti, le prestazioni chesono necessarie e sulla base diquesti mettere a disposizione lenecessarie risorse finanziarie.Nella nostra proposta di legge, pro-poniamo una sorta di sistematizza-zione del modello di intervento, pertentare di affrontare positivamente itre nodi di cui parlavo prima.Con quali risorse si implementa ilFondo? Questa non è una questio-ne di poco conto.Prima Carlo Porcari parlava delfatto che nella UPB (si chiamanocosì le voce del bilancio regionale)

accanto al tema rilevante della nonautosufficienza, abbiamo quellolegato delle modificazioni intervenu-te nella composizione delle famiglie.Quello della famiglia è un tema chedeve essere ripreso e discusso nonda un punto di vista ideologico, mada un punto di vista reale e concre-to, tenendo conto di come oggiesse sono composte e non pensan-do esclusivamente ad una famigliacosiddetta tradizionale. Quando si parla di famiglie oggi,bisogna sapere che si parla di fami-glie, di cui più della metà è compo-sta solo da due persone (una cop-pia, o un genitore con figlio) e cheil numero delle persone che vivonosole è in crescita costante. Il 31% degli anziani vive solo, nonha cioè una famiglia che possaprendersi cure da lui.Per diversi, la gran parte della cura èscaricata su figli che sono a lorovolta anziani, ad esempio settantennisi devono prendere cura del genito-re novantenne o – soprattutto neiprossimi anni – di una persona chepotrà arrivare ai cento anni di età.Ecco perché occorrono politiche dilong-term care, cioè politiche di acco-glienza, di accudimento, di manteni-mento per persone che hanno piùpatologie e che hanno quindi biso-gno di diverse tipologie di interven-to. Non sono politiche semplici dafare, necessitano di una rivisitazione

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 12

Page 13: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 13

sizione ancora dal Governo Prodiper il triennio (poi bisognerà capireche cosa succederà). Nel Fondo per la non autosufficienzaregionale devono confluire tutte lerisorse che arrivano dal livello nazio-nale a questo scopo, e la Giunta nedeve aggiungere di proprie. Devonoperò essere risorse “dedicate”.All’interno del progetto di legge,puntiamo, infatti, a definire dove sireperiscono le risorse e a ratificareche il Fondo che si istituirà deveessere dedicato. Quindi: non risorseincorporate nel complesso delle poli-tiche sociali, ma risorse ad hoc.Non abbiamo, per questo, propo-sto nel Pdl la tassa di scopo, anchepoiché non è di moda proporretasse, anche se questo rimane unelemento aperto di dibattito. Pensiamo che la costituzione delFondo per la non autosufficienzapossa rappresentare un elementodi riorganizzazione e razionalizza-zione della spesa, al fine di realiz-zare delle prestazioni certe (nelsenso di garantite).In sostanza, se uniamo le risorseche vengono messe dallo Stato,quelle stanziate dalla Regione eanche dai Comuni, possiamoavere un’entità di risorse che, sefinalizzato in modo più coordinatoe certo, può dare una maggiorerisposta ai bisogni di assistenza.Allo stesso tempo, nel progetto di

che riguarda le politiche sociali, lerisorse finanziarie stanziate (circa unmiliardo e mezzo di euro), vannoper il novanta per cento a copertu-ra del cinquanta per cento circadella quota sanitaria delleResidenze Sanitarie Assistite. Ciò evidenzia un problema, cioè lascarsità di risorse a disposizione pergarantire tutti i servizi sociali necessa-ri, a partire dall’assistenza domiciliare.Infatti, su circa 16.000 milioni dieuro di spesa sanitaria e socio assi-stenziale,14.000 milioni di eurosono spesi per la sanità, mentre perl’assistenza vengono spesi solo1.400 milioni di euro, pari al 10%del totale della spesa. Di fronte alla esigenza di interventoche la realtà sociale dellaLombardia ci pone è evidente chenoi dobbiamo operare affinché cisia un migliore utilizzo delle risorsenella Sanità, basato in particolaresulla appropriatezza delle prestazio-ni sanitarie,anche al fine di consen-tire uno spostamento di risorseverso le politiche sociali e verso ilFondo per la non autosufficienza. Nel contempo abbiamo bisogno diuna iniziativa più forte a livellonazionale, per garantire un Fondonazionale per la non autosufficien-za più sostanzioso.La Regione sta, da questo punto divista, utilizzando per la non auto-sufficienza le risorse messe a dispo-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 13

Page 14: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

14 Le politiche per la non autosufficienza

scelta politica della GiuntaRegionale che, per quanto riguardaad esempio la domiciliarità, va tuttanell’utilizzo di buoni o voucher socio-sanitari. Se guardiamo alle ultime modalitàcon le quali la Regione ha deciso diutilizzare le risorse finanziariemesse a disposizione dal GovernoProdi, vediamo che, su 44 milioni,ben 20 milioni sono stati ripartiti tragli ambiti distrettuali per erogarebuoni e voucher sociali, e altri 22milioni sono stati destinati alleAziende Sanitarie Locali per vouchersociosanitari e ADI. Allora, senza fare ragionamenti dicarattere ideologico, ci si chiede sequella scelta è quella più utile epositiva per intervenire su un temaimportante come la non autosuffi-cienza. Noi diciamo di no, ovvia-mente.C’è un problema che riguarda leRSA, le residenze sanitarie assistite,che vogliamo porre.Proprio questo mese la Regione hadeciso l’accreditamento di ulteriori1.250 posti nelle RSA.Non l’ha però fatto per garantirel’obiettivo del 7%, cioè 7 posti lettoogni cento anziani nei singoli terri-tori, ma a pioggia, di fatto sostenen-do RSA private in difficoltà.La questione principale, però, rima-ne quella che accreditando piùposti si può sì dare una risposta al

legge affrontiamo anche il temadelle modalità attraverso le quali ilFondo deve essere gestito, cioè: chifa che cosa, quali sono i destinatari,quali sono i soggetti che devonointervenire, quale è la struttura chedeve essere messa a disposizione,come si realizza la governance, in chemodo gli enti non profit e i sindacatipossono dare un contributo. Parloin particolare della grande presenzache abbiamo sul territorio regionaledelle organizzazioni sindacali deipensionati, che sono sensibili altema della non autosufficienza,condizione che è diversa, a secon-da che una persona sia anziana o èin età adulta.Una delle questioni che voglio sot-toporre al dibattito è questa: nelmomento in cui si riuscirà a costrui-re un Fondo molto più consistentedei 44 milioni che ha dato ilGoverno Prodi alla RegioneLombardia o dei 58 milioni (sempredi Prodi) che saranno messi adisposizione l’anno prossimo,unFondo che quindi superi i 200, 300milioni di euro, come dovrannoessere spese queste risorse? Questa non è una domanda inin-fluente, perché pone la questionedel modello d’intervento. Cioè, noinon possiamo dire che oggi laRegione non interviene, poichénon è così. E’ indubbio, però, cheoggi ci troviamo di fronte ad una

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 14

Page 15: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 15

bisogno, ma non si risolve il problemadelle famiglie che si trovano a pagarerette altissime, perché l’accreditamentova solo a parziale copertura dei costisanitari (circa il 50% del costo). Il problema dei costi sanitari deveessere posto al governo nazionale,oltre che alla Regione, ma allaRegione va detto: attenzione, in altreRegioni, come ad esempio inPiemonte, la copertura del costosanitario arriva già oggi al 65%.Quindi un passo in avanti può esse-re fatto anche in Lombardia.La questione più forte che pongo èquella della necessità di sviluppare unintervento più consistente sulla domici-liarità, che sia in grado di garantire atutti gli anziani di essere assistiti.Questo lo dico perché chi ha piùbisogno spesso non utilizza i serviziche sono a disposizione, perchénon sa come accedervi, si muove afatica nella burocrazia e si trovaspesso solo e abbandonato. Perché, ad esempio, non partiredagli ultra-ottantacinquenni e fareuna politica che non li obblighi adarrivare al servizio, ma dove sia ilservizio ad arrivare a loro ? Non possiamo invertire la tendenzain cui la famiglia costituisce nelmodello regionale la prima unità diofferta, seguita dal volontariato, esolo successivamente dall’istituzioneattraverso il meccanismo dei titolisociali e dei voucher?

Non possiamo costruire una verarete di intervento (tra l’altro, la legge3/2008 parla proprio di governodella rete dei servizi), che non lasci lepersone sostanzialmente sole?Queste sono alcune delle doman-de a cui dobbiamo dare rispostanel momento in cui ragioniamosulla realizzazione del Fondo per lanon autosufficienza, altrimenti cilimitiamo a una discussione nellaquale si dice “dobbiamo realizzare ilFondo”, ma poi non si affrontano inodi veri. Dobbiamo, da questo punto divista, compiere un salto culturalecollettivo che non ci faccia negareo rimuovere il problema della nonautosufficienza. Che lo si voglia ono, avremo nei prossimi decenni inLombardia circa seicentomila nonautosufficienti. Se non affrontiamoil problema, rischiamo di trovarci inuna situazione molto seria da unpunto di vista sociale.Chiudo questa mia relazione intro-duttiva dicendo che, nel presentarela nostra proposta di legge sulFondo regionale integrativo per lanon autosufficienza, che chiediamosia posta con urgenza all’ordine delgiorno nella CommissioneConsigliare competente, abbiamobisogno che alcuni nodi siano chia-riti, cioè che sia chiaro dove voglia-mo andare e quali sono le scelteche dobbiamo andare a fare.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 15

Page 16: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

16 Le politiche per la non autosufficienza

Maria Grazia FABRIZIO

Ringraziamo Ardemia Oriani, la quale ha aperto una finestra sul conte-nuto della proposta di legge che abbiamo presentato come Gruppodel Partito Democratico.Tra l’altro, anche le slides sono preziose, per cui ringraziamo FrancescoBova per aver collaborato, oltre che alla stesura del nostro testo dilegge, alla predisposizione di queste slides.A questo punto passiamo alle due comunicazioni previste.Intanto segnalo la presenza della Consigliera Sara Valmaggi compo-nente della Terza Commissione Sanità.Passo subito la parola al professor Cristiano Gori dell’UniversitàCattolica di Milano, dell’Istituto per la Ricerca Sociale e della LondonSchool of Economics.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 16

Page 17: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 17

Cristiano GORI Università Cattolica di Milano

Buongiorno. Vi ringrazio diavermi invitato. Sono particolar-mente contento di essere quiperché nell’ultimo decennio sultema della non autosufficienzaho lavorato molto con laRegione Lombardia, con ilSindacato dei Pensionati e conaltri soggetti, quindi oggi ritrovomolte persone note.Allora, partendo dall’idea delFondo per la non autosufficien-za, io vorrei provare a lavorare

sulle grandi scelte di cui ha par-lato Ardemia Oriani.Innanzitutto: che cos’è il Fondoper la non autosufficienza? Su questo ci sono posizionidiverse. Ci sono poi le grandiscelte che più contano per lepersone: quanti soldi ci mettia-mo? Per dare che cosa? A chi ein che modo?Qui mi gioco tutto il vantaggiodello studioso e interrogo ilPartito Democratico e la Giuntache attualmente governa laRegione Lombardia, proprio par-tendo dal punto di vista dellepolitiche regionali e puntando il

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 17

Page 18: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

18 Le politiche per la non autosufficienza

per la non autosufficienza.

Primo: come misura simbolica,nel senso che ci sono alcuneRegioni che stanziano qualchemilione di euro in più per l’as-sistenza domiciliare e lo metto-no in quello che chiamanoFondo per la non autosufficien-za. Questa è la strategia dellabandierina, per cui tu puoi diredi aver creato il Fondo per lanon autosufficienza senza chequesta scelta sia stata accompa-gnata da una riflessione, comeha fatto il governo Prodi, per-ché il Fondo per la non auto-

fuoco su quello che può fareuna Giunta regionale prevalen-temente per gli anziani nonautosufficienti.Allora, di che cosa parliamo?La definizione di “Fondo per la nonautosufficienza” è stata usata in que-sti anni per dire tantissime cosediverse, con tanti significati e tanteincomprensioni. Essa è in usodalla seconda metà degli anni ‘90,è stata importata dalla Germania eadesso viene correntemente utiliz-zata nell’ambito sia delle politicheregionali che di quelle statali.Alla fine, a me pare che ci sianotre modi di intendere il Fondo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 18

Page 19: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 19

sufficienza di 266 milioniall ’anno rispetto al budgetnazionale costituito dal gover-no Prodi è semplicemente unabandierina, non essendoci statanessuna volontà di occuparsidel tema.

Secondo: come robusto miglio-ramento di un singolo pezzet-to… Che in quest i anni havoluto dire, da Bolzano allaPuglia, un grande assegno dicura. Siamo andati a Bolzano…E che cos’è il Fondo per lanon autosufficienza? Il frutto diuna grande riforma regionale

che introduce una serie dinuove risorse e nuove regoleper i contr ibuti economici .Però qui l’idea è di fare unasingola cosa, fatta bene, mauna.Terzo: come progetto (ed è quel-lo che vedo in ciò che diceArdemia Oriani) con cui ripensa-re complessivamente le politichee i servizi per i non autosuffi-cienti. Ed è questo, secondo me,il vero significato del Fondo perla non autosufficienza: un pro-getto globale che accompagnal’incremento di risorse dedicatecon un ridisegno complessivo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 19

Page 20: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

20 Le politiche per la non autosufficienza

rarlo, la Regione Lombardia harealizzato un Fondo per la nonautosufficienza… Perché la primalegislatura Formigoni, come sape-te, è stata dedicata alla riformadella sanità, la seconda è statadedicata alla riforma del sociosa-nitario. Nel 2001/2003 la RegioneLombardia ha fatto esattamentequesto: ha incrementato sensibil-mente le risorse, accompagnandoquesta scelta con un ridisegnocomplessivo del sistema guidatoda alcune logiche base (la sussi-diarietà, la famiglia…). Poi biso-gna vedere se siamo d’accordo,però il punto è questo: voucher

del sistema di offerta. Ancheperché, altrimenti, che differen-za c’è tra il chiamare una cosa“incremento dell’assegno di cura” e ilchiamarla Fondo per la nonautosufficienza? Poi in questianni tutta la riflessione sul tema,all’estero e in Italia, è stata quel-la di dire: okay, vogliamo dedi-care più risorse alla non auto-sufficienza? Ma per quale siste-ma? Facciamo un ragionamentocomplessivo sul sistema chevogliamo costruire.A questo punto, però, come dice-va la Consigliera Oriani, bisognaaggiungere che, pur senza dichia-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 20

Page 21: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 21

sociosanitari, titoli sociali, SOSIA eRSA.Mentre mi preparavo per la rela-zione di oggi, mi chiedevo: checosa vuol dire in Lombardia, nel2009, ragionare di Fondo per laautosufficienza? La risposta che mi sono dato èche ci sono tre possibilità.La prima possibilità è quelladella bandierina, della misurasimbolica: si avvicinano le ele-zioni, siamo all’opposizione eper strappare qualcosa facciamouna cosetta priva di una logica ela chiamiamo Fondo per la nonautosufficienza.

La seconda possibilità si basa suquella che io ho chiamato (nonho trovato una definizionemigliore) la logica del check-up,cioè sull’idea di un Fondo per lanon autosufficienza per aprireun ragionamento complessivosul sistema. Siccome, comunquevadano le prossime elezioni, peralmeno tre anni il sistema saràlo stesso, perché, se anche cam-biamo le Giunte e le linee, civogliono anni prima che cisiano dei veri cambiamenti, unopotrebbe dire: abbiamo almenotre anni al netto delle elezioni equindi, a sistema vigente, diamo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 21

Page 22: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

22 Le politiche per la non autosufficienza

questo è già un punto su cui sipossono pensare anche moltealtre cose, evidentemente).Allora, in un’ottica comunque diragionamento complessivo sulsistema… Perché la logica dellabandierina ci sono tanti assesso-ri in Italia che l’hanno applicata,ma l’argomento non è interes-sante. Io quindi mi concentrosulla logica di un ridisegno com-plessivo del sistema.Le domande sono: come trovia-mo i soldi? E per fare che cosa?(Proprio recentemente io hofatto uno studio comparato sucosa stanno facendo tutte le

un’occhiata complessiva al siste-ma e apriamo una riflessione suipunti su cui bisogna agire.

La terza possibilità (poi laConsigliera Oriani mi dirà sesbaglio) è quella presente nelprogetto di legge del PartitoDemocratico, cioè: ridisegnare ilsistema, pensare a una riformacomplessiva del sistema.

Queste, secondo me, ad oggisono le tre possibilità: la bandieri-na (di cui non parlerò), un check-up complessivo a sistema vigente,un ridisegno del sistema (però

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 22

Page 23: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 23

Regioni in proposito e quindi netrarrò beneficio.)Come troviamo i soldi?Innanzitutto diciamo che neiprossimi anni ci vorranno mag-giori risorse per la non autosuf-ficienza, come ha già sottolinea-to la Consigliera Oriani.Qualsiasi discorso successivodipende da questo e oggi faccia-mo bene a dire che laLombardia è una delle Regioniitaliane più avanti, ma questaaffermazione è del tutto compa-tibile con l’affermazione che civogliono molte più risorse.Come sempre, ci sono solo tre

vie per trovare più soldi: trovarlinel bilancio regionale, mettereuna tassa regionale, chiederliallo Stato. Purtroppo i vincoli…E qui vi propongo qualchespunto.I dati che avete in cartellina sonodel 2006, quindi sono da prende-re con una marea di pinze, peròun confronto sulla realtà dei dati,secondo me, è importante. I datidel Ministero della Salute del 2006ci dicono che la quota della spesasanitaria regionale dedicataall’ADI è sensibilmente inferiorealla media del Centro-Nord, peruna Regione come la Lombardia

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 23

Page 24: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

24 Le politiche per la non autosufficienza

di politica pura, cioè di definizio-ne delle priorità; questo, però, èciò su cui oggi siamo chiamati aragionare.Secondo: la tassazione regionale.In questi anni si è molto parlatodi una tassa di scopo regionale,però l’unico in Italia che haavuto il coraggio di applicarla èl’ultimo socialdemocratico, cioèVasco Errani, il quale ha impostouna robusta addizionale IRPEFin Emilia Romagna dicendo: conuna robusta addizionale IRPEFio incremento sensibilmente iservizi per i non autosufficienti.Io ho lavorato con la Regione

che, escludendo un paio diRegioni che hanno esagerato conla spesa, è abbastanza in lineacon il resto d’Italia per quantoriguarda la spesa sanitaria procapite.La tabella che io ho portato lapropongo con un interrogativo(sarebbe bello se la Regione poici desse i dati aggiornati al 2008),cioè: quali margini ci sono affin-ché si possano recuperare risorsenel bilancio sanitario, allargandopoi il discorso al bilancio regiona-le… Comunque il primo punto è:nel bilancio regionale possiamotrovare più risorse. E qui si tratta

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 24

Page 25: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 25

Toscana e persino Martini, chenon è di destra, nel 2008 avevadichiarato che avrebbe applicatola tassa di scopo, ma nel 2009 latassa di scopo non c’è… Omeglio, nel 2006 Martini avevadichiarato che l’avrebbe applica-ta e poi non l’ha applicata per-ché ha ritenuto questa sceltapoliticamente insostenibile.Scelte diverse, quindi. LaLombardia non l’ha applicata, laLiguria l’ha applicata, ma picco-lissima.Attualmente le addizionali regio-nali sono congelate in attesadella riforma del federalismo

fiscale. Il meccanismo del fede-ralismo fiscale prevede una seriedi addizionali sui tributi erarialida parte delle Regioni… Cioè, lasituazione è fluida, ma potrebbeessere scongelata in tempi brevi.Secondo me, quindi, questo èun tema su cui bisognerà posi-zionarsi, perché anche nei pros-simi anni si riproporrà, cioè:tassa di scopo regionale sì, tassadi scopo regionale no.A questo punto c’è sempre qual-cuno che mi dice: ma Gori, cheproblema c’è? Con i soldi delfederalismo fiscale la Regioneotterrà un sacco di miliardi in

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 25

Page 26: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

26 Le politiche per la non autosufficienza

Boscagli, quando partecipa allaConferenza Stato Regioni. Cioè,ci sarebbe da gridare vendetta,rispetto al fatto che si parli di“Patto per la salute” senzaagganciare la riduzione dei postiletto ospedalieri all’incrementodel sociosanitario… Però quiparliamo di una politica nazio-nale che ancora non c’è.A questo punto vorrei fareun’osservazione di fondo: si scrive“strategie di finanziamento”, ma silegge “priorità politiche”. Perché ilnostro non è un dibattito tecnico.Nei prossimi anni, destra e sinistradovranno impegnarsi per rendere

più e così saremo a posto. Ionon lo so. E’ vero che, se si uti-lizza il meccanismo dei costistandard, la Regione ha più soldi,ma io mi chiedo: un domani,quando la Regione avrà moltipiù soldi, quanti saranno gliappetiti? Quanti saranno gliospedali che diranno “dateli anoi”? Quante saranno le altrevoci… Cioè, di nuovo si torna altema delle priorità.Altro punto: le scelte nell’ambitodel bilancio statale. Su questo cisarebbe molto da fare. LeConsigliere esponenti del PartitoDemocratico o l’Assessore

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 26

Page 27: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 27

la non autosufficienza una prio-rità. Allora la domanda è: a checosa siete disposti a rinunciare?Perché non potete avere la stessaspesa per tutto il resto, non alzarele tasse e crescere con la nonautosufficienza. La sfida che vi sipone è semplicemente quella diridefinire le vostre priorità, tutto ilresto viene dopo. Ma per fare checosa?Qui le domande sono tante, percui io di nuovo provo a propor-re alcuni temi.Di nuovo i dati che ho portato,che sono del 2006/2007, sonoda prendere con una montagna

di pinze… Anzi, io ho già fattouna proposta al dottor Corsini:poichè il bilancio sociale che laRegione Lombardia sta predispo-nendo sta diventando semprepiù interessante, io propongodalla prossima edizione di met-terlo a confronto con quellodelle altre cinque principaliRegioni del Centro-Nord.Vediamo dei dati che sono ten-denziali. Quelli sulle residenzecombaciano peraltro con quellidel bilancio sociale, mentresull’ADI c’è un sistema di rileva-zione un po’ diverso. Il puntoperò è: confrontiamoci con le

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 27

Page 28: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

28 Le politiche per la non autosufficienza

Lombardia sul residenziale, comeofferta, c’è. Oggi bisogna metterea fuoco quali sono gli aspettipositivi e negativi di tale offerta,da una parte, e se sia necessarioincrementarla, dall’altra. Sull’ADI io vorrei chiedere allaRegione di sviluppare una rifles-sione, perché la Lombardia risul-ta piuttosto indietro, come utentie anche come ore annue perutente, rispetto a Veneto edEmilia Romagna. Quindi, nelconfronto con le altre Regioni, cisi fa l’idea che ci sia un bilancia-mento domiciliare residenzialedifferente rispetto alle altre

altre due Regioni “toste” italiane,Veneto ed Emilia Romagna.Sulla residenzialità, è chiaro chetu sei tanto più bravo quantopiù sei capace di rispondereanche al bisogno sociosanitario.In questo senso la Lombardia haun 3% come percentuale d’uten-za (parlo di ultra-sessantacin-quenni, non di ultra-settantacin-quenni, come avviene nel bilan-cio sociale), in linea con l’EmiliaRomagna e un po’ sotto ilVeneto; però è l’unica ad averesolo RSA. Quindi, anche compa-rativamente, anche aggiornandoi dati, possiamo dire che la

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 28

Page 29: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 29

Regioni. Per questo io pongoproprio un tema di politicaregionale, di grande strategia,cioè: dove vuoi andare?Domiciliare o residenziale?Sulla residenzialità vado veloceperché il tema mi sembra moltocondiviso, nell’ambito del dibat-tito, nel senso che sul fatto chela realtà lombarda sia un’eccel-lenza nazionale non ci piove emi pare che ci sia condivisionesu quali siano oggi i problemi.Cioè: sostenibilità finanziaria peri gestori (che implica il discorsodelle quote sanitarie ma anchedelle forme di gestione… E su

questo il professor Fosti delCERGAS ha fatto degli studiinteressantissimi), l’impatto suimeno abbienti delle rette, ildiscorso della qualità e dellacapacità di adeguare la qualitàalle diverse utenze (penso aldiscorso delle demenze). Suqueste cose siamo tutti d’accor-do. La domanda che ci si poneè: come fare per migliorare lamanutenzione della residenzia-lità, come fare per mantenerel’eccellenza. Meno chiaro è cosapensiamo del voucher sociosani-tario. Avendo partecipato nel2000 ai Gruppi di lavoro della

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 29

Page 30: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

30 Le politiche per la non autosufficienza

rizzazione è servita molto, l’aper-tura a nuovi erogatori ha datouna bella scossa al sistema, perònel tempo mi sembra che…Allora mi chiedo: ci ricordiamodi tutti gli sforzi che sono statifatti in questi anni? Ogni announa nuova delibera, un nuovoprofilo, un nuovo regolamen-to… I risultati sono stati pari aglisforzi? Penso a tutto il meccani-smo operativo riguardante laremunerazione dei profili, pensoal discorso della libertà di scelta,laddove però è stato introdottoil budget concordato dagli eroga-tori con le ASL… Quindi… Non

Regione sulle riforme… Io dicoche qui c’è qualcosa… E lopongo alla vostra attenzione. Seleggete il bilancio sociale, trova-te espressioni come “gradualeriorganizzazione dell’ADI, vou-cher come strumento poco diffu-so, forme sperimentali”, per unamisura che è stata introdotta aregime il primo luglio 2003, cioèsei anni fa, e che era stata speri-mentata prima. Cioè, se doposei anni sei ancora in assesta-mento, significa che c’è qualcosache non va, per cui, quantomeno, apri una riflessione.Secondo me, all’inizio la vouche-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 30

Page 31: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 31

so. Poi le esperienze locali sonomolto diverse, però chiedo: sivuole aprire una riflessione sulledifficoltà che ci sono state inquesti anni? Questo non per faregrandi riforme, perché non sipossono fare sempre grandiriforme, però le politiche miglio-ri partono da un esame dell’e-sperienza. L’esperienza del vou-cher sociosanitario solleva, quan-to meno, degli interrogativi.I temi che bisognerebbe toccare,quindi, sono: uno, il mix resi-denza e territorio (bilanciare ildomiciliare e il residenziale);due, la tenuta del sistema delle

RSA, su cui c’è un giudizio con-diviso; tre, l’esperienza del vou-cher sociosanitaro. Si vuole apri-re una riflessione sulle difficoltàincontrate?Io qui non ho parlato di alcunitemi di carattere più sociale(badanti, ecc.), però ne approfit-to per dire una cosa che vale,secondo me, per la maggioranzae per l’opposizione: bisognadefinire delle priorità. Cioè, lecose da fare sul fronte della nonautosufficienza, anche se si tro-vano più soldi, sono tantissime.La sfida dei prossimi anni consi-ste nel chiarirsi e dire: okay, ci

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 31

Page 32: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

32 Le politiche per la non autosufficienza

zione evolve. Oggi nel Veneto tusei valutato con la schedaSVAMA e se hai almeno 60 dipunteggio, sei dentro. Questoaccesso al sistema è basato sul-l’uso di uno strumento valutati-vo: chi ha almeno 60 di punteg-gio ha il diritto ad essere assisti-to. Anche la Regione Toscanasta introducendo un sistemasimile, cioè tutti i cittadini chevengono valutati e hanno unpunteggio superiore a una certasoglia hanno diritto ad essereassistiti. Altri ci stanno arrivandosu singole prestazioni, comeBolzano e la Liguria.

sono otto cose da fare?Lavoriamo su queste tre. Questocredo che sia inevitabile.Tutti voi ricorderete che peranni c’è stato un dibattito suilivelli essenziali nazionali…Questo dibattito, se fino ad oggicon lo Stato è stato a dir pocovacuo, con la Regione sta diven-tando reale. Oggi in Lombardia,come cittadino, tu non hai dirittoa una prestazione per la nonautosufficienza, tu vieni classifi-cato con i social voucher, ma nonc’è un sistema di diritto alla pre-stazione. Nella maggioranzadelle Regioni è così, ma la situa-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 32

Page 33: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 33

Paradossalmente, le due Regioniche non seguono questa lineasono le due nemiche/amiche,Lombardia ed Emilia Romagna,perché si può sostenere, comesostiene l’Emilia Romagna, chebisogna lasciare ai professionistipresenti sul territorio la scelta suchi assistere, però la mia impres-sione è che nei prossimi anni, sesi dedicano sempre più risorsealla non autosufficienza, leGiunte regionali vorranno poterdire ai cittadini “mettiamo risorsee in cambio garantiamo diritti”,perché questo legittima moltouna Giunta regionale, mettendo-

la alla pari col sistema ospeda-liero. Comunque tutto questouna volta sembrava fuffa e teo-ria e per lo Stato è rimasto fuffae teoria, per le Regioni non èpiù fuffa e teoria, è realtà: larealtà di strumenti valutativi didiritti delle persone. Sugli adultidisabili, mi scuso se non ne hoparlato, ma non sono un grossoesperto e penso che sia beneche ognuno parli di quello chesa. Voglio solo dire tre cose:primo, che certamente tutti iFondi per la non autosufficienzanelle altre Regioni vedono unacomponente anziani e una com-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 33

Page 34: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

34 Le politiche per la non autosufficienza

tutti i discorsi su Comuni, ASL…Per la signora Giuseppinavogliono dire questo: informa-zioni ad anziani e famiglie, aiutonell’avvicinarsi ai servizi, aiutonel collegare i diversi servizi.L’unico punto su cui tutte lericerche sono d’accordo è chegli anziani e le famiglie voglionoinformazioni, suggerimenti, con-sigli. Su questo mi sembra chela Regione Lombardia in questodecennio non abbia puntatomolto, perché è l’unica Regioneitaliana che non accompagna gliutenti con l’UVG. Questo è ilpunto storico, da una parte.

ponente disabili; secondo, chemolti dei temi che io sto toccan-do hanno una declinazione spe-cifica sui disabili (pensiamo acome cambiano i bisogni e allapartecipazione alla spesa); terzo,che alla fine, se si mettono piùsoldi, c’è sempre uno sviluppodei progetti di vita indipendente.Vi mostro ancora due ultimi luci-di.Di nuovo, in una prospettiva discelta per i cittadini, cosa signifi-ca un miglior governo locale?Significa avere informazioni,suggerimenti, aiuto nell’orientar-si nella rete dei servizi. Alla fine,

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 34

Page 35: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 35

accompagnamento della fami-glia. Io ho alcuni segnali, inquesto senso. L’AssessoreBoscagli poi ce lo dirà, ma mipare che in alcuni suoi interven-ti Boscagli dica che vuole anda-re in questa direzione… C’è unbellissimo articolo sull’ultimonumero del magazine dellaRegione Lombardia (PoliticheSociali News), dove Boscagli dicegiustamente che l’ente pubbliconon può avere la pretesa dirisolvere i problemi, però deveporre operatori e famiglie nellecondizioni di accompagnare le

Dall’altra parte, le Regioni delCentro-Nord hanno messo inagenda negli ultimi cinque o seianni l’idea di uno sviluppo dellePorte Unitarie di Accesso, degliSportelli Integrati. L’asse princi-pale del discorso dell’informa-zione, cioè accompagnare lefamiglie… Anche su questo laRegione Lombardia mi pare chenon abbia una strategia. Ilmodello lombardo, quindi, èpeculiare. Io invece vorrei capirese si vuole cambiare, se si vuoleiniziare a fare una politica diinformazione, consulenza,

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 35

Page 36: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

36 Le politiche per la non autosufficienza

dare informazioni e suggerimentialle famiglie per aiutarle neimomenti di difficoltà? Vorrei capi-re se si vuole fare qualcosa e checosa si vuole fare.Chiudo ringraziandovi molto. Inparticolare ringrazio la ConsiglieraOriani perché mi ha regalatodieci minuti di più, però il temami appassiona. Perché? Perchénei prossimi anni sarà il tema diconfronto del welfare regionale.In sanità il sistema è già defini-to, qui lo stiamo costruendo.Mentre, per esempio, sul temadelle povertà c’entrano di più loStato e i Comuni, la non auto-

persone in difficoltà, il che vuoldire dare informazioni… Poiognuno si muove da solo, ma ilpubblico deve dare informazio-ni, consigli, suggerimenti sucosa fare. C’è una serie di cosenel bilancio sociale e anchenella legge 3 del 2008… Allorala domanda che io pongo è: siritiene di aprire una riflessionepiù forte sulle funzioni da svol-gere nel territorio al fine diaccompagnare le persone in dif-ficoltà, cioè non sulle prestazioniche eroghiamo, ma su tutto quelloche significa (e si potrebbe parla-re anche di segretariato sociale)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 36

Page 37: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 37

pochi punti che contano. C’è ancora un eccesso di norma-tive. Anche la legge 328/2000poteva essere molto più sinteti-ca. Ormai i piani regionali, ingran parte, hanno pochissimoimpatto sulla realtà. I pochipunti che contano fanno capo aquella che io chiamo la regoladella signora Giuseppina.Quello che è interessante ècapire quale impatto hannosulla realtà le decisioni prese. Ilbilancio sociale della RegioneLombardia è cresciuto, anni fanon dava tutti questi dati, questeanalisi… E questo è un segno.

sufficienza è il grande tema delwelfare regionale. Quando è statal’ultima volta in cui si è parlatomolto di non autosufficienza?Nel 2002/2003, con il pacchettodi riforme formigoniane… Iostamattina, mentre venivo qui,pensavo a qualche mio inter-vento in convegni dell’epoca e,francamente, non ero contentodi me, perché in quel periodoc’è stato un eccesso di ideologiada tutte le parti, di vacuità, ditoni troppo accesi e contenutitroppo sfumati nella nebbia. Iospero che stavolta sia diverso,che riusciremo a focalizzarci sui

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 37

Page 38: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

38 Le politiche per la non autosufficienza

Per tutti voi (vedo qui rappre-sentate ai massimi livelli le partipolitiche e sociali di questaRegione) la non autosufficienzasarà il grande tema dei prossimianni su cui coniugare competen-ze e solidarietà. Per questo vifaccio i miei migliori auguri e vidico: in bocca al lupo!

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 38

Page 39: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 39

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 39

Page 40: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

40 Le politiche per la non autosufficienza

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 40

Page 41: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 41

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 41

Page 42: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

42 Le politiche per la non autosufficienza

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 42

Page 43: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 43

Maria Grazia FABRIZIO

Grazie, professor Gori. La sua relazione è stata estremamente stimo-lante, nel senso che ha posto sul tappeto gli interrogativi che servonoper il dibattito e ha messo in luce ancora di più quello che è il dise-gno che il Gruppo del PD ha inteso portare all’attenzione oggi, undisegno strutturale e complessivo, a partire dal ragionamento sull’ac-cesso attraverso lo sportello unitario, per poi arrivare a definire unanostra proposta di sistema per quanto riguarda il Fondo per la nonautosufficienza.Intanto ringraziamo l’Assessore Boscagli, che ci ha raggiunto e cheinterverrà nell’ambito del dibattito successivo.Adesso chiamo per la seconda comunicazione il professor GiovanniFosti del CERGAS.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 43

Page 44: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

44 Le politiche per la non autosufficienza

Giovanni FOSTI CERGAS, Università Bocconi

Innanzitutto ringrazio per l’invito.Il punto di vista che vi propon-go è quello di chi si occupa diricerca in materia di servizi sani-tari e sociosanitari all’interno delCERGAS, ma anche di chi hacontatti frequenti, sia in ambitoformativo, sia in ambito di ricer-ca, con gli enti locali, nell’ambi-to della SDA Bocconi e in parti-colare del Master EMMEL, diret-to ai dirigenti degli enti locali.Soprattutto, però, io ho quaran-tadue anni e sono esattamentenel punto massimo della curvache prima abbiamo visto perquanto riguarda il tema dellanon autosufficienza: c’è quindiun interesse individuale prospet-tico rispetto al futuro, perché lamia è la generazione che, rispet-to agli anni che verranno, dovràsapersi attrezzare in modo con-sistente.Vorrei proporvi alcuni dati, frut-to di una ricerca pubblicata unpaio di anni fa, fatta dal CER-GAS con la SPI-CGIL. Questi dati evidenziano i com-portamenti dei distretti e sostan-zialmente permettono di rico-struire la spesa per la non auto-sufficienza. Tale spesa è costitu-

ta da molte fonti definite da unapluralità di attori che assumonodecisioni e che detengono quotedi risorse.Quello che emerge (i dati sonodel 2006, quindi sono da aggior-nare ma costituiscono unabuona approssimazione dellasituazione attuale) è una spesamedia per la non autosufficienzapari a circa 17.000 euro per casotrattato, corrispondenti a unasomma di 410 euro pro capite. Chi finanzia questo importo? Ilsettore pubblico per il 67%, cioèper circa 11.400 euro, il privato,cioè la famiglia, per il 33%.Nell’ambito della quota di finan-ziamento pubblico, pari al 67%del finanziamento totale, i dueterzi fanno capo all’IstitutoNazionale di Previdenza Sociale,mentre il restante terzo ha unacomponente regionale prevalen-te e una componente comunaleresiduale. Un esempio, tratto dalla ricerca,per capire quanto incide laspesa dei comuni e dellaRegione: in un distretto comequello di Monza, a fronte di unaspesa pro capite di 410 euro, siriscontra una spesa di 26 europro capite per parte comunale(6,34%) e di 66 euro pro capiteper parte regionale (16,1%). In sintesi: le famiglie finanziano

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 44

Page 45: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 45

un terzo del sistema, il rimanenteè finanziato tramite trasferimentifinanziari alle famiglie da partedell’INPS (182 euro pro capiteequivalenti al 44% della spesacomplessiva), mentre le risorsedei comuni valgono il 6,2% equelle della Regione il 16,1%.Introduco un secondo dato:andando a comparare alcunidistretti, emerge che la spesacomplessiva per la non autosuf-ficienza va da una media perdistretto di 17.000 euro a unamedia di 19.000, ma si tratta diuna differenza meno significati-va rispetto alla differenza nellacomponente pubblica, perché inalcuni contesti i Comuni finan-ziano per 1 euro pro capite e inaltri per 26 euro pro capite, laRegione in alcuni contesti finan-zia per 33 euro pro capite e inaltri per 113 euro pro capite.Quindi il rapporto tra i 17.000euro e i 19.000 di spesa com-plessiva è molto diverso rispettoal rapporto nella spesa pro capi-te della parte pubblica. Questoci dice che la differenza neicomportamenti della parte pub-blica (che ovviamente nonriguarda la parte INPS, che simuove su dei diritti ed è neifatti l’elemento che tende aomogeneizzare) viene riassorbi-ta dalle famiglie. E’ del tutto

legittimo che ci sia tale differen-za, che evidenzia semplicementecome ogni distretto definisca inmodo diverso le proprie prioritàsociali e le proprie policy, ma èopportuno ricordarne la conse-guenza: si passa da investimenticomplessivi di 17.000 a investi-menti complessivi 19.000 europer caso, e da una quota dicopertura delle famiglie del 33%a una quota di copertura dellefamiglie di poco superiori al55% (in entrambi i casi al nettodella quota INPS).Emergono alcune questioni chevorrei sottolineare.

Prima questione: qual è la funzionedi un Fondo per la non autosufficien-za? Vogliamo che serva adampliare il perimetro di inter-vento, o che assuma una funzio-ne di riequilibrio interdistrettualerispetto alle modalità di inter-vento? Nel primo caso, ovvia-mente, il modello di erogazionedel Fondo sarà di tipo indiffe-renziato, nel secondo dovràessere di tipo selettivo. E’ evi-dente che si pone un problemadi riequilibrio, ma il riequilibriocomporta anche dei limiti, per-ché implica che le risorse acqui-site a livello regionale venganoutilizzate finanziare a livellolocale i comportamenti di chi

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 45

Page 46: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

46 Le politiche per la non autosufficienza

tradizionalmente ha investitomeno risorse, il che equivalepressappoco a sanzionare chitradizionalmente si è fatto caricoin modo più forte del problema.Quindi ognuna delle due pro-spettive di utilizzo del fondo hadei punti di vantaggio, ma anchedegli evidenti limiti.

Seconda questione: ricomposizioneo frammentazione?Dai dati che vi ho segnalatoemerge come una componentesignificativa di tutta la partita sigiochi al di fuori del perimetrodelle risorse pubbliche.Assumendo questo punto divista, è abbastanza immediatocogliere come la qualità e l’effi-cacia di qualunque nuovo inter-vento dipendano dal grado i cuil’intervento riesce ad avere unimpatto ricompositivo rispetto aciò che già si muove dentro ilsistema. Ha già detto primaCristiano Gori che non stiamoparlando di un sistema debolenegli interventi, stiamo parlandodi un sistema che ha un gapfisiologico e che vuole ricom-porre questo gap fisiologico tralivello di intervento e tipo difabbisogno. Ci sono due direzioni per ricom-porre questo gap: la prima èquella di aumentare il livello di

intervento accrescendo, ovvia-mente, anche la dotazionefinanziaria; l’altra è molto dipen-dente dal tipo di impatto ricom-positivo che c’è rispetto agliinterventi già in atto. Gli inter-venti già in atto si giocano den-tro reti che sono sia formali, isti-tuzionali, strutturate, sia infor-mali, non istituzionali, non strut-turate.I dati che vi ho proposto sulfinanziamento ci dicono che lacomponente prevalente è quelladelle reti non istituzionali, infor-mali, non strutturate (che ven-gono finanziate prevalentementeda risorse delle famiglie o darisorse trasferite alle famiglie einscritte nel perimetro decisiona-le delle famiglie stesse). Dove vogliamo che vada a para-re il fondo?Se il fondo servisse a ricompor-re nel perimetro istituzionale,avremmo per l’ennesima voltauno strumento ricompositivoche opera lontano da dove stala frammentazione, che sta pre-valentemente nel perimetrodecisionale delle famiglie.Questo problema si ponesoprattutto nel momento in cuisi valuta come dare attuazioneal Fondo e che io leggo anchein termini di composizionefinanziaria, perché il dato conta-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 46

Page 47: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 47

bile in ambito pubblico non èmai solo un dato quantitativoeconomico, è anche un datodecisionale. In sintesi: possiamo ragionarenei termini di un Fondo fattosolo di risorse aggiuntive (nonentro nel merito delle modalitàdi finanziamento, che sono giàstate ampiamente trattate inmodo puntuale da CristianoGori), oppure nei termini diun’operazione che mixa unaparte di risorse aggiuntive conuna parte di operazione conta-bile… E qui provo a introdurreuna quarta possibilità rispet-to a quelle che ha propostoCristiano. Cioè, oltre alla strate-gia della bandierina, c’è anche lastrategia in cui si fa un’operazio-ne di sostanza che nei numeri èmolto grossa, ma che in realtàpuò rappresentare una ricompo-sizione di fondi che già ci sono.Questa strategia quantitativa-mente dà visibilità, ed è in attoin alcune Regioni, anche mixatacon una strategia parziale diaumento del perimetro di inter-vento. Credo che sia importantetenere insieme sia un’operazionedi ampliamento sia un’operazio-ne in parte contabile (ma nelsenso della rilevanza decisionaleche hanno le operazioni conta-bili in ambito pubblico) e in

parte di ricomposizione delleposte finanziarie, perchè unaricomposizione delle postefinanziarie in qualche modosignifica una ricomposizioneanche dell’assetto decisionale.

Terza e quarta questione: gover-nance 1, governance 2.

Governance 1: Le relazioni tra i livellidi governoCosa andrà a finanziare ilFondo? La scelta del COSAfinanziare si collega strettamenteal tema della governance: se lascelta privilegia i puri trasferi-menti monetari, il rapporto tra laRegione che definisce il Fondo egli enti locali che possonodiventare soggetti erogatori delFondo è molto semplice, cioè laRegione dà gli input agli entilocali, o alle ASL, che eseguono.Può farlo anche con un’opera-zione appunto di governancemolto partecipativa nei confrontidegli enti locali, che nella formasono i soggetti gestori delFondo, ma nei fatti si trovanocollocati nella funzione dellafiliale che eroga le risorse: ed èun sistema di governance, forse nonugualmente soddisfacente per tutti gliattori, ma è un sistema di governance.Ovviamente, se quelle chevogliamo finanziare fossero

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 47

Page 48: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

48 Le politiche per la non autosufficienza

invece le prestazioni, questochiama in causa un pensiero unpo’ più articolato sul sistema digovernance che si vuole definire eprobabilmente il livello a cui l’o-perazione va fatta non può esse-re più quello della singola ASL odel singolo Comune, ma dovràessere quello del distretto, con ilcoinvolgimento degli attori chein quel distretto operano (leASL, i Comuni, le Province). Credo che sia importante il livel-lo di coerenza tra la scelta relati-va a cosa finanziare, in terminidi trasferimenti monetari o servi-zi reali, e le relazioni che sivogliono stabilire tra gli attoripubblici del sistema di welfare: lascelta relativa all’oggetto del finanzia-mento porta con sé anche una sceltarelativa al grado di autonomia che ogniterritorio potrà esercitare.

Governance 2: le reti informali e ilruolo dei beneficiariDai dati che ho proposto emer-ge come il sistema sia finanziatoper più del 70% dalle risorsedell’INPS e delle famiglie. Sotto quali condizioni cresceran-no le possibilità che le risorsemesse in gioco con il fondointercettino e operino in sinergiacon l’altro 70% delle risorse?Siccome queste risorse vengonoimpiegate nelle reti da soggetti

individuali, probabilmente è lanegoziazione delle risorse con isoggetti individuali quella chepermette un lavoro ricompositi-vo, un lavoro di policy. Da que-sto punto di vista ci sono delleesperienze, in particolare leesperienze del budget individua-le, fondate sull’ipotesi che ilsoggetto pubblico negozi con gliindividui e con le famiglie deitrasferimenti di risorse chesiano, però, correlati a un utiliz-zo preciso. Questo è ciò checaratterizza l’esperienza del bud-get personale che si sta sperimen-tando in Inghilterra; esperienzache può indurre a qualche rifles-sione non in termini imitativi,ma per chiedersi se ci sonodelle modalità per cui la capa-cità di autorappresentazione deipropri bisogni e di costruzionedi connessioni nella rete che isoggetti possono mettere in attovenga anche inserita in qualchemodo nella capacità di policypubblica. Credo che questo ambi-to di riflessione ricollochi un po’anche il senso della sussidiarietà,di cui non è del tutto chiaro, percome la si vede attuata, se sia ilpunto in cui il pubblico intervienequando il privato non ce la fa, o ilpunto in cui il privato deve inizia-re ad arrangiarsi perché il pubbli-co non ci arriva…

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 48

Page 49: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 49

Quinta questione: le informazionia supporto del processo decisionaleMi sembra molto importante lariflessione proposta da CristianoGori riguardo all’accompagnarele persone che hanno dei pro-blemi. Se mettete insieme i datiche vi ho proposto io, i datisulla curva demografica che haproposto Ardemia Oriani, vede-te come non sia solo scorretto,ma semplicemente impossibilerappresentare un sistema di wel-fare come se fosse una sorta dijukebox in cui il problema èsemplicemente aumentare ladotazione all’interno del juke-box, perché comunque nonregge, perché comunque ledomande e i bisogni sono supe-riori. Per quanto si possaaumentare la capacità di alimen-tare il contenitore (ergo, la legit-timazione a prelevare ed alloca-re le risorse necessarie alloscopo), il contenitore non reggemai rispetto al fabbisogno cheviene espresso. La funzione di chi governa quelcontenitore non può essere soloquella di rispondere a domandedate, deve essere anche unafunzione anticipatoria rispetto aqueste domande e di costruzio-ne in prospettiva di un contestodi governo dei problemi in cuiuno degli aspetti fondamentali

del gioco è che non tutti i problemicomunque saranno risolti.Il fatto che non saremo mai ingrado di risolvere tutti i proble-mi induce la necessità di averemaggiore consapevolezza sullepriorità. Ora, il ragionamentosulle priorità per il futuro è sem-pre molto stimolante, ma talvol-ta si dà per scontata la consape-volezza sulle priorità in gioco inquel momento, come se il siste-ma iniziasse a definire le prioritànel momento in cui se ne assu-me consapevolezza. Le prioritàsi definiscono per come è confi-gurato il sistema di welfare inogni dato momento, e in questopreciso momento qualcuno rie-sce ad accedere e qualcuno no,qualcuno arriva prima, qualcunoarriva dopo, qualcuno non arri-va. Ma noi sappiamo quali sonole caratteristiche che distinguonochi arriva e chi no? Ne siamoconsapevoli? Siamo sicuri diavere una rappresentazione delsistema di welfare in atto coeren-te con le modalità reali di fun-zionamento del sistema stesso? Da questo punto di vista, iocredo che uno dei fronti su cuisi deve concentrare chi fa ilmio lavoro, i l lavoro diCristiano, ma anche di chi hasia responsabilità politiche siaresponsabilità gestionali, sia

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 49

Page 50: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

50 Le politiche per la non autosufficienza

quello della costruzione e del-l’utilizzo di strumenti più ade-guati per rappresentare quantoaccade attualmente nel sistema.Perché? Perché il contesto deci-sionale richiede agli attori istitu-zionali la programmazione dipolicy i cui esiti dipendono, peruna componente superiore al70%, da decisioni che vengonoassunte da:un universo di attori che di fattonon sappiamo veramente comedecidono…in un sistema in cui i Comunihanno un proprio database, nonsempre integrato al propriointerno e in grado di produrresintesi degli interventi svolti…ognuno dei quali è diverso daquello degli altri Comuni…con ASL dotate di propri sistemiinformativi che a volte correlanola dinamica sanitaria con quellasociosanitaria, ma non scommet-terei sul fatto che ciò accadasempre…a fianco di un sistema informati-vo che “conta” quello che acca-de nelle RSA, per cui i 50.000posti letto che ci sono nellestrutture residenziali dellaLombardia hanno un propriosistema di analisi e di lettura.Il sistema di cui ci stiamo occu-pando, e il fondo di cui stiamodiscutendo, opera all’interno di

reti: anche il sistema informativoche dobbiamo costruire percapire che cosa succede lì den-tro non può essere una sommadei sistemi informativi istituzio-nali, ma deve essere un sistemainformativo necessariamenteinteristituzionale. La costruzionedi sistemi informativi interistitu-zionali, se vogliamo dirci le coseal di fuori della liturgia, richiedeanni di lavoro, dove il primoanno si fanno prevalentementepre-riunioni finalizzate a consen-tire graduali e lentissimi avvici-namenti parziali tra gli attori.Questo accade perché nessunoin ambito istituzionale mette ingioco il proprio database e loconnette al database degli altrisoggetti solo in virtù una pre-sunta razionalità di sistema.D’altro canto, senza una letturadi quello che accade nella dina-mica interistituzionale, non si dàvita a un patto interistituzionalesostanziale, e vengono a manca-re le basi necessarie per unaattività seria di programmazione.Senza adeguati sistemi informa-tivi a supporto dell’attività diprogrammazione, aumenta ilrischio che accada quanto è suc-cesso in altre situazioni: l’indivi-duazione di una nuova postafinanziaria (ovviamente associa-ta a un sistema di governance

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 50

Page 51: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 51

della medesima posta con l’o-biettivo di costruire una ricom-posizione nel sistema) esita nel-l’aggiunta di un pezzo in più,che si giustappone agli altripezzi già presenti nel sistema. Credo che sia molto importantetenere sotto i riflettori il temadella non autosufficienza, manon solo per ragionare sul livel-lo di qualità dell’intervento esulle linee guida di intervento,anche per riuscire a leggeremeglio gli interventi che giàsono in atto. Bisogna veramente investire elavorare molto sulla consapevo-lezza rispetto alle strategie inatto, e compiere uno sforzo chemetta insieme competenze pro-fessionali, operatori del settore,responsabilità politiche. E biso-gna farlo con un atteggiamentoche nella negoziazione e nellaconvergenza interistituzionaleper produrre conoscenza suquanto accade nel settore nonveda un lusso, ma un’urgenza euna necessità del sistema

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 51

Page 52: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

52 Le politiche per la non autosufficienza

Maria Grazia FABRIZIO

Ringrazio il professor Fosti, il quale ci ha non soltanto aiutato adapprofondire i temi del finanziamento, della governance, delle reti, ma,in particolare nell’ultima parte, ci ha stimolato a ragionare su comecalare le priorità all’interno di una situazione data e quindi su qualisono gli strumenti di rappresentanza di ciò che accade con cui noiintendiamo misurarci.Intanto saluto il consigliere regionale Luca Gaffuri che è un compo-nente della Commissione Sanità.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 52

Page 53: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 53

PresiedeCarlo PORCARICapogruppo PD Regione Lombardia

Angelo Bonalumi è sostituito da Gian Mario Boschiroli. Quindi inter-verranno Gian Mario Boschiroli, Elena Carnevali e Giulio Boscagli.Interviene per primo l’assessore regionale Giulio Boscagli.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 53

Page 54: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

54 Le politiche per la non autosufficienza

Giulio BOSCAGLI Assessore Famiglia e Solidarietà socialedella Regione Lombardia

Buongiorno a tutti e grazie del-l’invito.Gentilmente mi sono state anti-cipate le schede degli interventi,per cui dirò subito due cose chemi hanno colpito e su cui sonoassolutamente d’accordo.Innanzitutto, anch’io ritengo chesiamo di fronte a una necessitàdi ripensamento, di revisionecomplessiva del sistema di welfa-re; revisione che è assolutamenteindispensabile sia dal punto divista delle risorse in campo, siadal punto di vista dell’organizza-zione. Partecipando, in questigiorni, a un convegno delSindacato delle Famiglie, hodetto di passaggio una battutache poi ho visto che le agenziehanno ripreso come se fosse lacosa più importante: parlando diconciliazione tra i tempi dellafamiglia e i tempi del lavoro, hosottolineato come probabilmentesia giunto il tempo in cui leaziende, che in passato si sonoattivate direttamente o in colla-borazione con gli enti locali perrealizzare asili nido, per consen-tire alle donne con bambini dimeglio usufruire del tempo di

lavoro, incomincino a pensarealla realizzazione di centri diurniper anziani. Infatti, sono rimasto molto colpi-to quando ho visto per la primavolta quella specie di alberodelle età, citato anche nell’inter-vento introduttivo, un alberoche ha ancora una grande chio-ma, ma che tra non moltissimianni sarà una specie di calice,per cui le generazioni dei qua-rantenni dovranno reggere unacoppa molto, molto alta. Questoper dire che l’invecchiamentodella popolazione è un temaassolutamente rilevante, su cuinon mi sembra di vedere un’at-tenzione adeguata.I dati li sapete, forse sono staticitati; anch’io ne cito alcuni.Oggi il 19% della popolazionelombarda ha più di sessantacin-que anni, mentre il 9% è costi-tuito da ultra-settantacinquenni;questo 9% concorre per il 22%dei ricoveri e per il 28% dellaspesa sanitaria. Gli indici diinvecchiamento sono in aumen-to. Il 31% degli anziani vivesolo, il 40% con una sola perso-na, quindi abbiamo una strutturasociale che inevitabilmente chie-de una modifica del welfare. Lepersone con disabilità risultanoessere pari al 5% per quantoriguarda le persone con più di

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 54

Page 55: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 55

sessant’anni e al 20% per quantoriguarda le persone con più disessantacinque anni. I non auto-sufficienti in Lombardia ammon-tavano nel 2005, secondol’ISTAT, a circa 373.000, nel 2025saranno quasi 600.000. La spesamedia per persona non autosuf-ficiente è di circa 19.000 euro,di cui il 58% è coperto da con-tributi pubblici, il 42% da priva-ti. Il carico delle famiglie è cal-colato in circa 800 euro al mese.Con la legge 3 del 2008 sulgoverno della rete degli inter-venti noi abbiamo previsto l’isti-tuzione di un Fondo per le per-sone non autosufficienti, dice lalegge, per favorirne l’autonomiae la vita indipendente e persostenerle mediante l’assistenzadomiciliare e altre forme diintervento, tra cui il ricovero instrutture residenziali e semiresi-denziali.Sul versante sociosanitario,ne l 2008 abbiamo stanziato1.420.000 euro. A fronte di que-sta cifra, ci sono 56 milioni neltriennio del Fondo per la nonautosufficienza stanziati a suotempo dal governo. Capite,quindi, che il grosso è sui fondiregionali o sul fondo dellasanità. In questo senso, sto con-ducendo personalmente unaprima battaglia, perché credo

che si debba inevitabilmenteprocedere al trasferimento diuna parte dei circa 16 miliardi –che è il costo della sanità inLombardia – verso il sociosani-tario, anche perché la riformasanitaria ha portato a un tassodi ospedalizzazione che è ormaidel 4%.Qui si pone un nodo politicocruciale per maggioranza eopposizione, perché affrontareuna razionalizzazione dellaspesa significa anche prevedereuna razionalizzazione dellestrutture per acuti. Questo è untema difficilissimo da affrontare,perché non abbiamo all’oriz-zonte incrementi del Fondosanitario nazionale così rilevanticome forse sarebbe necessario.Con la delibera della Giuntaregionale del 22 ottobre 2008, laGiunta regionale ha stabilito lemodalità di utilizzo della quotadel Fondo per la non autosuffi-cienza. Nello specifico, questadelibera prevede l’attivazione eil rafforzamento dei servizisociosanitari e socio-assistenzia-li, con riferimento prioritarioalla domiciliarità, al fine di favo-rire l’autonomia e la permanen-za al domicilio della personanon autosufficiente.Negli ambiti distrettuali si sonoavuti interventi di erogazione e

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 55

Page 56: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

56 Le politiche per la non autosufficienza

incremento dei titoli sociali(buoni e voucher) destinati afamiglie con soggetti fragili incondizioni di non autosufficien-za e/o di potenziamento dei ser-vizi di assistenza domiciliare afavore di persone in condizionidi non autosufficienza (anziani edisabili). Diciamo però che suquesto fronte c’è ancora moltoda fare, sia perché il numerodegli interventi è assolutamenteinadeguato, sia perché la qualitàva ancora migliorata. Per leaziende sanitarie locali il poten-ziamento dell’assistenza domici-liare va integrato con il vouchersociosanitario.E’ stata poi prevista (mi sembrache l’abbiate ricordato) la realiz-zazione del punto unico con lemodalità di accesso ai servizi.Complessivamente questa è lamodalità con cui si vuole acce-dere ai servizi; modalità, ripeto,assolutamente perfettibile.E’ stata estremamente interes-sante in questi anni l’esperienza,monitorata gradualmente, delcustode sociosanitario, fatta aMilano con ASL, Comune, ALERe Fondazione Don Gnocchi.Questa iniziativa, che supportaoggi circa 24.000 anziani ultra-settantacinquenni, risulta, daidati che ci vengono forniti,estremamente interessante e

positiva, nel senso che consenteall’anziano di restare al propriodomicilio e di non essere solo,ma di avere una vedetta con laquale interloquire. Su questofronte, per quest’anno, abbiamoattivato un incremento attraver-so la presentazione di progettiad hoc in modo tale che la fun-zione del custode sociosanitariovenga integrata con la presenzadi giovani che svolgono serviziocivile volontario.I principi su cui si basa l’attua-zione delle politiche regionaliper la non autosufficienza sono:la centralità e la responsabilitàdella famiglia come destinatariaprincipale delle politiche di wel-fare. In casi di particolare gra-vità, per esempio, sono statemesse a punto alcuni interventispecifici: il contributo per lefamiglie con malato di SLA; ilcontributo, che partirà a breve,per le famiglie che hanno per-sone in stato vegetativo persi-stente in carico a domicilio (esono un 20% dei quasi 500 casiche abbiamo in Lombardia, mal’idea è che questo contributofamiliare venga esteso a tutti icasi di disabilità gravissime,come indicazione).Sul fronte in particolare deglianziani, oltre all’assistenzadomiciliare, abbiamo anche

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 56

Page 57: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 57

lavorato in questi anni a unariqualificazione della rete delleofferte residenziali, delle RSA, leresidenze sanitarie assistenziali.La Giunta, appena prima diPasqua, ha riaperto gli accredi-tamenti, che erano fermi daoltre quattro anni. Noi ci siamomossi con una certa gradualità,però il percorso è stato iniziato.A suo tempo c’era stato undibattito su questo anche inCommissione III, perché la lineaè condivisa, anche se questanon può essere l’unica strategia.Quello che sfugge e che forsevale la pena di evidenziare, inun momento in cui c’è unapressione forte delle famiglie sultema delle RSA per via del pro-blema delle rette, che non sonoproprio insignificanti, è che ilcontributo da parte dellaRegione Lombardia equivale perfamiglia a circa 15.000 euro l’an-no, quindi, se lo traduciamo intermini di buono, è un contribu-to importante, che però copremediamente sul sistema regio-nale il costo reale del sistema.Questo è un altro dei motivi percui dicevo che bisogna spostaredelle risorse, intanto perché leRSA hanno un carico sanitario edelle funzioni sanitarie semprepiù elevate, poi perché le RSAsono più di seicento in

Lombardia, una quindicina sonoASP, le altre sono diventate dellefondazioni, alcune ASP stannoulteriormente trasformandosi ec’è una differenza notevole dicosti, per esempio, tra Milanocittà, dove ci sono i punti dimaggiore costo, e residenzeperiferiche dove invece, in pre-senza di livelli qualitativi e diospitalità importanti, ci sonocosti molto più bassi.Credo che anche il sistema dellaretribuzione vada profondamen-te rivisto, perché così com’è nontiene, in prospettiva. Cioè, nonsi può caricare oltre misura lefamiglie, quindi c’è da mettercila testa, perché attualmente dif-ferenziamo i gradi di gravitàdegli interventi nell’accesso, maio credo che si debba lavorareulteriormente su questo fronte,senza dimenticare l’altro aspettoa cui ho accennato prima: ilpotenziamento del sistema delladomiciliarità, che in alcuni terri-tori è più presente e qualitativa-mente di un certo livello, in altriterritori è meno presente eanche di diverso livello. E’ chia-ro che il sistema dei servizisociali su un territorio grandecome la Lombardia risente delfatto che le competenze sonodiversificate. Le competenze sulsociale sono strettamente dei

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 57

Page 58: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

58 Le politiche per la non autosufficienza

Comuni. Abbiamo fatto già deipassi avanti notevoli con i pianidi zona, quindi con il coordina-mento delle politiche sul territo-rio, però ci sono 98 distretti equindi ci sono non dico 98 poli-tiche, ma differenze e sottolinea-ture importanti. Quella di unapolitica regionale che consistenel contemperare l’indispensabi-le presenza delle autonomie conuna garanzia di servizi e di dirittiomogenea sul territorio, quindi,è una delle sfide che abbiamo difronte.Dicevo prima che sul tema deivoucher sociosanitari e sociali c’èancora molto da fare, perchél’ADI nel 2007 (è l’ultimo datopreciso che abbiamo, tra pocoavremo dati aggiornati) ha coin-volto circa 100.000 persone, maper quanto il numero sia quasiraddoppiato rispetto all’annoprecedente, siamo ancora lonta-ni da livelli importanti. Anchequi, in particolare, non abbiamotutti i dati che provengono daiComuni. Ieri, nel dibattito suitemi della famiglia, qualcunosottolineava che è possibile chein qualche Comune una famigliabenefici di due, tre interventi(da parte di Comune, Provincia,Regione), e che in altre zoneuna famiglia in condizioni ana-loghe non riceva nulla. Quindi

qui si pone un tema grandissimodi coordinamento sul territorio.Ci sono molte altre iniziative chesi stanno sviluppando. Peresempio, sono molto interessantii corsi di riqualificazione dellecosiddette badanti, senza lequali moltissime famiglie inLombardia non potrebberoandare avanti. Ho già accennatoall’intervento particolarmenteattento ai quadri clinici ad altaintensità assistenziale. Sonodiventate molto importanti lepossibilità di ricovero di sollievonelle strutture residenziali a tota-le carico del Fondo sanitario.Insomma, c’è una gamma di ini-ziative e interventi molto interes-sante, ma che è sottopostaall’onda veramente forte di unparco utenti, consentitemi dichiamarlo così, che di anno inanno aumenta. Gli ultra-settanta-cinquenni in Lombardia sono40.000 in più ogni anno, quindianche il dato del 7% che abbia-mo messo nel piano sociosanita-rio come standard per gli ultra-settantacinquenni ricoverati inRSA viene eroso ogni anno.Concludo riprendendo l’afferma-zione che avevo fatto all’inizio,cioè che i dati in nostro posses-so e le stesse politiche cheabbiamo messo in atto ci metto-no davanti alla necessità di una

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 58

Page 59: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 59

riforma complessiva del welfareche deve poggiare su vari pila-stri: sicuramente il sostegno e lavalorizzazione della famiglia (esu questo abbiamo visto alcunistrumenti), la rete dell’associa-zionismo e del terzo settore,ovviamente l’intervento pubbli-co e in alcuni casi, soprattuttoper le famiglie in una certa fasedella loro vita, la partecipazionedel mondo dell’impresa, dovealcune esperienze in atto dimo-strano che, se si vuole, si puòfare molto anche nel settore delwelfare.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 59

Page 60: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

60 Le politiche per la non autosufficienza

Gian Mario BOSCHIROLISegreteria SPI CGIL, FNP CISL, UIP UIL Regionali

Io sostituisco Angelo Bonalumi,

il quale per problemi di salutenon può essere presente.Io cercherò di lanciare qualcheprovocazione, perché sul pro-blema della non autosufficienza,in tempi non sospetti, comeorganizzazione sindacale noiavevamo già posto una serie didomande alla RegioneLombardia, in modo particolareall’Assessorato alla Famiglia. Nelmese di novembre avevamopresentato una piattaformacome SPI, FNP e UIL nellaquale, attraverso la nostra anali-si, avevamo indicato alcuni per-corsi da realizzare per affrontaree cercare di dare soluzione a unproblema non semplice.

Devo dire anche che mi piacela sottolineatura di Fondo “inte-grativo”, perché non va dimenti-cato che a livello nazionale,sempre come organizzazionedei pensionati, noi avevamopresentato una proposta dilegge che avrebbe dovuto esse-re discussa nei primi mesi del2008. Abbiamo quindi chiestoall’attuale governo di riprende-

re la discussione su questa pro-posta di legge, ma ad oggi, 17aprile 2009, ancora non abbia-mo ricevuto una risposta.Ho detto all’inizio che vogliolanciare qualche provocazione.E’ stato detto che abbiamo unsistema di eccellenza nelle RSA,io però qualche dubbio ce l’ho,soprattutto in termini di qualitàdel servizio che viene erogatoall’interno delle singole RSA,dei costi che le famiglie stannosostenendo, oltre al fatto cheoggi nel 50% circa delle RSAdai 60 agli 80 posti letto sonoin sofferenza, tant’è che, se nonsi interverrà decisamente, alcu-ni non dico che andranno alfal l imento, ma comunqueandranno verso la chiusura.Questo lo dico perché i datinon li ho inventati io, li abbia-mo avuti dalla RegioneLombardia, quindi meritano lagiusta attenzione.Se è vero che le RSA sono unostrumento indispensabile perquanto riguarda le problemati-che degli anziani non autosuffi-cienti, si tratta di capire all’in-terno di questo ragionamentose i SOSIA reggono ancora.Perché io ho ascoltato conattenzione la parte in cuil’Assessore diceva che bisognaandare e mettere mano, a fare

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 60

Page 61: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 61

(l’allegato 17) riguardo al bloc-co dell’accreditamento per unaserie di ragioni che possonoessere condivisibili o meno.Dopo di che, io sono statomesso nelle condizioni di direche non era più possibile fareaccreditamento perché altro sidoveva fare: a distanza ditempo, però, ci troviamo 2.500nuovi accreditamenti da effet-tuare entro i l 2010. Questocosa significa? Come interpreta-re questa scelta della Giuntaregionale, questo carico dicosti che potrebbero essereinvece indirizzati in altri settori?Penso, per esempio, ai centridiurni integrati, alle demenze,in particolare l’Alzheimer, allecure domiciliari. Perché nonbasta che nel bilancio socialevenga indicato che i cosiddettifruitori sono contenti. Non ècosì. Bisogna entrare nel meritodei problemi, delle cure domi-ciliari come vengono fatte, sucinque giorni, su sette giorni,in orari diversi rispetto a quellicanonici. Questi sono tutti proble-mi rispetto a cui come organizza-zione sindacale nella piattaformache abbiamo presentatoall’Assessorato noi abbiamo indivi-duato dei percorsi, abbiamo indi-cato delle possibilità di soluzione,perché noi viviamo questa realtà.

manutenzione, come si usadire, perché effettivamente iSOSIA non reggono più rispet-to alle necessità che oggi ha lapersona ricoverata. Se è verocome è vero che, rispetto alleotto categorie, la 1, la 3 e la 7sono quelle maggiormente get-tonate, passatemi il termine,allora il problema deve essereaffrontato in termini di qualitàe di quantità.Dobbiamo vedere anche il pro-blema del minutaggio. I 900minuti sono ancora sufficientirispetto alle esigenze che haoggi l’anziano, che è semprepiù cronico e sempre più biso-gnoso di cure sanitarie? Se poi andiamo a una letturadel tipo di assistenza che vieneerogata all’interno, se andiamoa vedere il tipo di personaleprofessionalizzato presente(infermieri professionali emedici), constatiamo che laqualità qualche problema lopone. Io non vedo l’eccellenzada questo punto di vista, per-ché i 3,24 minuti che il medicodedica non significano qualitàrispetto ai 901 minuti. Quindi ilproblema del tipo di assistenzaall’interno delle RSA deve esse-re affrontato.Poi a me rimane sempre undubbio. Io ho letto le regole

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 61

Page 62: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

62 Le politiche per la non autosufficienza

Poi l’enfatizzazione delle fami-glie. Qui, probabilmente, c’èqualcosa che non quadra.Come facciamo a dire che lefamiglie devono crearsi le con-dizioni per poter curare. Maoggi, al di là dei dati che voiavete fornito, noi abbiamo unasituazione che ci dice che lefamiglie stanno esplodendorispetto alla capacità di cura,perché da un lato le famiglienon sono professionalmente ingrado di gestire la molteplicitàdelle problematiche sanitariedella persona, dall’altro c’è unproblema di costi che stannoimpoverendo in modo espo-nenziale le famiglie stesse.Quindi, il ruolo della famigliaqual è? E’ quello di sostituirsialle reti? E’ quello di far sì chele politiche sociali venganomarginalizzate? Oppure noi fac-ciamo una politica a trecento-sessanta gradi in cui anche lafamiglia diventa una compo-nente, ma non la componenteessenziale? Noi abbiamo biso-gno di capire queste cose,abbiamo bisogno di mandaresegnali che dicano che le curedomiciliari avvengono a trecen-tosessanta gradi, tenendo contodell’aspetto sociale, dell’aspettosanitario, dell’aspetto assisten-ziale, dove ognuno gioca un

proprio ruolo. Se i ruoli nonvengono definiti nell’ambito diuna integrazione tra sociosani-tario e assistenziale, ma non aparole, nei fatti, nel concreto,probabilmente noi non risolve-remo il problema e i finanzia-menti rispetto alla partita saran-no del tutto insufficienti , iComuni saranno in difficoltà.Chiudo su una questione: sonoarrivati 116 milioni… e dopo?Si è chiesto ai distretti di pre-sentare dei progett i . Puntounico di accesso, un milione dieuro, altre forme che toccanol’aspetto più sanitario chesociale… Possiamo anchesuperare questo, ma dopo?Quando questi soldi che sonouna bandierina, come diceva ilprofessor Gori, non ci sarannopiù, cosa ci sarà? Se io ho fattoun progetto, vuol dire che hoanalizzato la situazione, che homonitorato il mio territorio, cheho individuato i possibili inter-venti. Dopo il 2009 cosa faccia-mo? Diciamo alle persone chenon ci sono più soldi? Perchéguardate che i bandi per i titolisociali sono per anno, per l’an-no 2009, per l ’anno 2010…Non c’è una strutturazione del-l’erogazione dei buoni o deititoli sociali.Ecco, noi abbiamo posto una

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 62

Page 63: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 63

serie di problemi all’internodella piattaforma che credodebbano essere affrontati.Chiudo con una nota. Nelbilancio sociale dell’Assessoratoc’è un dato che come organiz-zazione sindacale ci preoccupa,perché nella debolezza c’èancora una debolezza maggio-re, quella delle donne, cioè: c’èuna stragrande maggioranza divedove che hanno dei grossiproblemi, perché sono anziane,hanno la pensione di reversibi-lità, non hanno una pensionepropria e l’assegno di accompa-gnamento non copre le spese.Bene, le famiglie di queste per-sone hanno un ulteriore caricoin termini di costi, quindi biso-gnerebbe andare a vedereanche questa realtà, perchécome organizzazione sindacalenon reggiamo più di fronte allasituazione, nel senso che nonsiamo in grado di dare dellerisposte in quanto le rispostenon ci sono.Noi aspettiamo delle risposteconcrete, dei dati, delle propo-ste su cui misurarci, non chie-diamo consultazioni, chiediamoconcertazione, perché noisiamo in grado di dare un con-tributo alla soluzione di alcuniproblemi in quanto la realtà laviviamo quotidianamente e non

enfatizziamo. La realtà noi laviviamo quotidianamente esappiamo benissimo qualipotrebbero essere le soluzioni.

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 63

Page 64: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

64 Le politiche per la non autosufficienza

Carlo PORCARI

Grazie per aver rappresentato il punto di vista delle organizzazioni sin-dacali, soprattutto dei pensionati, che seguono con molta attenzione lediverse problematiche.Do ora la parola a Elena Carnevali, che ci porta il punto di vista delComune di Bergamo e di un assessorato che ha fatto un buon lavoronel campo di cui ci occupiamo.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 64

Page 65: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 65

Elena CARNEVALI Assessore Politiche Sociali del Comune diBergamo

I nnanz i tu t to r ing raz io i lGruppo regionale del PD.A me è stato chiesto di racconta-re l’esperienza di un amministra-tore comunale, ed è quello cheprovo fare anche con l’aiuto dialcune slides che faciliteranno lacomprensione di alcuni passi delmio intervento.Bergamo è un Comune di118.000 abitanti, quindi, didimensioni non eccessivamentegrandi. Io ho la delega diAssessore alle Politiche socialida cinque anni – ora siamo inscadenza di mandato -, per cuicercherò di fornirvi un quadrodi cosa abbiamo potuto fare oabbiamo scelto di fare in questoperiodo della nostra esperienzaamministrativa.Inizio con una citazione dovero-sa di Giorgio Napolitano da unintervento pronunciato il 2 otto-bre 2008: «La società ha unenorme debito di riconoscenzanei confronti delle persone piùanziane, che deve saper onorarecon l’affetto e il rispetto chemeritano la loro preziosa esilenziosa dedizione e la capa-

cità di trasmettere la memoriastorica […]. Ad esse devonoessere assicurate condizioni divita dignitose e adeguata assi-stenza e protezione nelle situa-zioni di difficoltà e sofferenza».Il Presidente della Repubblicaha più volte riaffermato questiprincipi, che sono regola perogni buon amministratore.I Comuni della RegioneLombardia, gli Enti locali –come abbiamo sentito già inalcuni interventi che mi hannopreceduto -, si muovono entroun quadro in cui il margine diazione possibile dovrebbe esse-re un vero margine di autono-mia. Basterebbe osservare laL.R. n. 3/2008 che presentadegli obiettivi dichiarati.Come amministratori, ancheall’interno della Conferenza deiSindaci, spesso abbiamo “solle-vato” alcune criticità. La prima èquella che, in parte, ricordavachi mi ha preceduto: la riduzio-ne del ruolo strategico e deimargini di autonomia dell’ASL.Questo lo segnalo con riferi-mento a un tema di particolarerilevanza: da tempo discutiamola questione del riordino dellarete ospedaliera, la riconversio-ne di alcune funzioni esclusiva-mente inerenti ai posti per mala-ti acuti. Ma non è l’ASL la sede

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 65

Page 66: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

66 Le politiche per la non autosufficienza

dove viene trattato tutto ciò. Èsolo un esempio di perdita dipotere del rapporto tra esigenzedel territorio e capacità di ascol-to e di riconoscimento degli entilocali. E questo solleva una preoccupa-zione seria: l’estensione di unmodello impostato sulla logicadei DRG - come avviene ogginel settore sanitario - che si ètrasferito tout court sul sistemasocio-assistenziale. Faccio unesempio per tutti: nella disabilitàadulta giocano un ruolo moltoimportante l’accompagnamentoe il sostegno nei momenti di vitalegati all’informalità. Bene, que-ste tipologie di prestazione nonsono assolutamente riconosciu-te. Ora, l’avere optato per l’e-stensione e la generalizzazionedi un approccio “prestazionale”porta, come conseguenza, chetutto ciò mal si concili con lesituazioni di cronicità.Passiamo al quadro demograficodella nostra città: presenta undato preoccupante, determinatonon tanto dal 23,8% della popo-lazione ultra-sessantacinquenne,ma da quel 7,3% di ottantenni eoltre, cioè gli “old old”. (Apro una parentesi: nei dizio-nari inglesi ormai da tempo sisegnalano termini quali: young old“giovani vecchi”, middle old

“mezzi vecchi” e old old per lasituazione anziana più avanza-ta). Non c’è da stupirsi, allora, sel’indice di vecchiaia del nostroterritorio sia molto più elevato(182,1) rispetto al dato regionale(142) e nazionale (143,6). Va osservato, del resto, che l’in-dice di cronicità non va correla-to esclusivamente con il datoanagrafico: si può stare beneanche a ottant’anni; vi sonopersone che a quest’età nonhanno alcun bisogno di misuredi tipo assistenziale o sanitario. La presenza, invece, di malaticronici ha una ripercussione nonmarginale sulle spese sanitarie,farmaceutiche e sulla parte cheriguarda la spesa assistenziale.Un dato che porto come esem-pio è quello relativo alle demen-ze. Da una ricerca condottadall’ASL della nostra provinciaemerge che solo il 24,6% ha unaprotezione da parte del sistemastrutturato di welfare, il resto ègestito dall’informalità o dallefamiglie.L’ADI è fornita per la maggiorparte a soggetti con età superio-re ai 75 anni.Per quanto riguarda ciò che èsuccesso con il DRG 8/8501 e ildocumento di programmazionedell’ASL di Bergamo, il dato rife-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 66

Page 67: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 67

trabile per la disponibilità diposti per la Riabilitazione dimantenimento. Dei 105 postiprevisti: anche qui 20 sono inattesa di accreditamento, 70sono occupati da disabili psichi-ci, e reali rimangono 5. Un po’pochi, per la verità. Quindi quisi pone un nodo critico impor-tante.Per quanto riguarda le lineeguida per l’ADI, anche noiabbiamo riscontrato cinque dif-ferenti versioni. Con l’ultima si èdeciso di dare autonomia aglienti erogatori e di affidare lorola responsabilità della definizio-ne del PAI, compito che primaera affidato ai Distretti. Senzasaperlo ho citato gli identici datiche, precedentemente, il profes-sor Gori aveva sottoposto allavostra attenzione.Passiamo ora alla questione rela-tiva alla misura utilizzata comestandard per capire la quantità diposti accreditati presso le RSA edel relativo fabbisogno. Io conti-nuo a ragionare pensando che sipossa arrivare davvero a unapianificazione coerente fraDistretti e Ambiti territoriali,altrimenti mi sfugge la necessitàdi realizzare un tot di nuoviaccreditamenti, se questi nonsono correlati alle condizioni dibisogno concrete e reali di cia-

rito alla questione della quotacapitaria ci dice una cosa impor-tante: da un lato il numero degliassistiti è aumentato del 2%,mentre si è contemporaneamen-te ridotta dello 0,5% la quotapro capite per l’ASL di Bergamo.Ciò comporta una diminuzionedi 5 milioni di euro, solo inparte giustificata dalla riduzionedel ricorso all’uso di farmacigenerici.Sempre con riferimento al docu-mento di programmazionedell’ASL di Bergamo, abbiamosottolineato - anche nelle discus-sioni in sede di Conferenza deiSindaci - il tema della continuitàassistenziale: particolarmentecritica è la dimissione protetta ela disponibilità di posti di conva-lescenza, della lungodegenza edell’accompagnamento dallafase acuta a politiche di domici-liarità, così come risultano insuf-ficienti i posti per la riabilitazio-ne. Dopo la riforma, io credoche il tema dovrà essere postocon urgenza, perché, per quantoci riguarda, siamo nelle condi-zioni in cui su 106 posti di riabi-litazione generale e geriatria, 20sono in attesa di accreditamento,24 sono occupati da disabili psi-chici e solo 62 rimangono i postireali.Una analoga situazione è riscon-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 67

Page 68: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

68 Le politiche per la non autosufficienza

scun Distretto. È assolutamentefuori luogo equiparare ilDistretto di Bergamo città e ilDistretto delle valli, dove i pro-blemi sono di tutt’altra dimen-sione. Nel Distretto di Bergamoabbiamo un quinto dei posti(1033 accreditati) di tutte le RSApresenti nella nostra provincia(5140), con una carenza di 175posti per quanto riguarda il fab-bisogno nel nostro Comune. Mapure l’offerta di centri diurniintegrati risulta esigua: solo 30posti accreditati su 60 autorizza-ti. Se poi si tiene conto degliindici cui facevo prima riferi-mento diventa ancor megliocomprensibile la criticità entrocui agiamo.Ancora a proposito dei posti inRSA, dico solo che è esperienzaquotidiana di un assessore laaffannosa e defatigante ricercadi posti per venire incontro afamiglie che li richiedono dispe-ratamente. Il dato delle 3.000,4.000 domande che attualmentesi può visionare sul sito dell’ASLnon fa altro che appesantire unasituazione di emergenza vera,almeno dalle nostre parti.Sempre con riferimento al docu-mento di programmazionedell’ASL, non abbiamo ancoracapito quali scelte saranno adot-tate circa la domanda di posti

autorizzati, ma non accreditati, ese questi posti verranno finan-ziati oppure no. Di fatto l’offertanon aumenta, anche se sussisteun relativo “sollievo” per lefamiglie in termini economici.Un altro aspetto su cui desideroporre la vostra attenzione riguar-da l’offerta plurima e le diverseopzioni per chi ha problemi dinon autosufficienza.Prendo spunto dal tema deglianziani non autosufficienti persottoporvi il quadro tendenziale(The great Network) che, attual-mente, presenta queste caratteri-stiche: più o meno forte, debo-le, più o meno strutturato, ma ildato peculiare è che si passadall’assistenza familiare – equando questa manca è possibi-le ricorrere per chi se lo puòpermettere all’aiuto esterno(badante) - all’offerta di SAD,ADI e - salendo nella graduato-ria delle offerte - ai centri diurni,alle comunità alloggio e viadicendo. Il meccanismo funzio-na come progressione sempre insalita, non prevede sbocchi diuscita o di entrata temporanea,in base alle necessità e bisogniche nel contesto familiare pos-sono manifestarsi, o modificarsi,nel corso del tempo. Capitebene quanto utile sarebbe poterdisporre di meccanismi diversi

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 68

Page 69: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 69

in-out - di entrata e di uscita -, aseconda delle esigenze e dellanostra possibilità di prestarecure in caso di aggravamentodelle condizioni dell’anziano.Cosa abbiamo cercato di fare, inquesti anni? Da un lato, poten-ziare i ruoli di garanzia, il con-trollo e il coordinamento dellapartecipazione dei diversi attoridel territorio. La governance èstata per noi un tema centrale,dal giorno in cui la nostraAmministrazione si è insediata,mi sono trovata con un Serviziodi Assistenza domiciliare -accompagnato da un progettocon finanziamento Cariplo persostenere gli affetti da Alzheimer- e nulla più. Si è trattato quindidi progettare e di riorganizzarela struttura in altro modo, pro-muovendo e garantendo unapluralità di offerte. Quindi: fles-sibilità, tempestività nella rispo-sta, integrazione tra area socialee socio-sanitaria, integrazione trawelfare formale e welfare informa-le, centralità della famiglia comesoggetto di co-progettazione,eccetera. Inoltre – e questo èdecisamente importante -, ciòche, per esempio, è stato fattonei confronti della disabilitàadulta è maturato mediante scel-te condivise e concertate conl’associazionismo sia di rappre-

sentanza che familiare.In questi cinque anni cosaabbiamo potuto fare? Abbiamooptato per una scelta di campoprecisa: indirizzare il nostroagire amministrativo verso i ser-vizi alla persona. Una sceltastrategica e politica: prima diindividuare i finanziamenti, erafondamentale stabilire cosa fareconcretamente. Non so se que-sta scelta sarà pagante, comun-que è stata quella su cui abbia-mo puntato. Essa ci ha dato lapossibilità - per quanto riguardale politiche sociali - di arrivare aun aumento di quasi 20 ore diSAD e alla strutturazione di unservizio dedicato per quantoattiene la demenza senile. Ciòsignifica non solo disporre dipiù personale qualificato ma diusufruire, per esempio, anche difigure nel campo psicologico.Ancora. L’ideazione o l’offerta diservizi che non esistevano inprecedenza. Ecco alcuni esempi.Il “taxi a domicilio”. Servizioinesistente nella nostra città, cheabbiamo progettato anche nellalogica di disporre “sensori terri-toriali” in grado di segnalaredisfunzioni, urgenze, criticità,bisogni, capacità rapida d’inter-vento, e via dicendo. Del resto, quando ci siamo inse-diati, rilevavamo che Bergamo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 69

Page 70: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

70 Le politiche per la non autosufficienza

disponeva di un servizio socialecon una precisa caratteristica:chi accedeva ai servizi - e nonattraverso una “porta unica” -,era di fatto una persona chericeveva diverse offerte e opzio-ni. Ma il problema vero era,invece, quello di chi non sirivolgeva mai ai servizi, ne resta-va escluso pur avendone neces-sità. Quindi, uno squilibrio veroe proprio: dare tanto a pochepersone e nulla a chi potenzial-mente ne aveva davvero biso-gno. Non abbiamo certo rivolu-zionato la situazione, ma abbia-mo tentato di invertire questatendenza facendo alcune cose.- L’emergenza caldo ormai è diven-tata strutturale. Con l’apertura dicentri diurni leggeri, abbiamoavviato la sperimentazione dellacustodia sociale.- Il buono sociale. Accennavoprima al disagio per il meccani-smo dirigista della RegioneLombardia, secondo cui il 70%del Fondo nazionale per le poli-tiche sociali deve essere spesoobbligatoriamente in buoni, titolio voucher. Abbiamo fatto inmodo che tutto ciò si traducesseil più possibile nella definizionedi un Piano assistenziale efficacee funzionale.- Previsione di alloggi protetti, chepoi significa domiciliarità, quindi

risorse - a proposito di unitàofferte - che tutti gli enti localidevono mettere a disposizione.- L’integrazione socio-sanitaria.Dopo un lungo lavoro prepara-torio, finalmente siamo arrivatialla definizione di un accordoSAD e ADI per la realizzazionedi un nuovo centro diurnointegrato e la riconversione diquel lo es is tente dedicatoall’Alzheimer. Infatti, all’internodella Fondazione Santa MariaAusiliatrice, c’era già un’Unità diValutazione Alzheimer; avevaquindi senso predisporre in quel“distretto urbano” - sottopostoanche a un processo di modifi-che urbanistiche - un luogodedicato, visibile e riconosciuto.- Convenzione tra Comune e OspedaliRiuniti di Bergamo sui ricoveri di soc-corso e prestazioni di riabilitazio-ne in CDD comunale per utentidi territorio. Qui abbiamo svi-luppato un’operazione un po’azzardata, offrendo delle presta-zioni all’Ospedale di Bergamo:abbiamo fornito giornate didegenza facilitando la dimissio-ne di persone ricoverate neireparti di medicina dove si tro-vavano impropriamente. Conuna sorta di “scambio”, abbiamocontemporaneamente chiestoall’Ospedale di fornirci presta-zioni fisiatriche e riabilitative per

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 70

Page 71: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 71

la disabilità adulta nei nostriCDD e per l’utenza sul territorio.Da qui è nato un accordo pernoi importante e significativo:una convenzione - partita quin-dici giorni fa - tra ASL, AziendaOspedaliera e Comune diBergamo per la realizzazione diuna Centrale per le dimissioniprotette - all’interno dell’AziendaOspedaliera di Bergamo - conl’obiettivo di ampliarla a tutta larete del Distretto, in modo dafare rientrare in tempi brevianche la rete del privato accredi-tato in fase acuta.- il progetto “Nuovo Gleno” con uninvestimento di 33 milioni dieuro per l’ampliamento dell’of-ferta di prestazioni dellaFondazione Santa MariaAusiliatrice e la realizzazione dinuove strutture (480 posti, connuclei di 20 posti) in sostituzio-ne di quelle esistenti.- La prossima apertura dellaPorta di Accesso ai Servizi Sociali(PASS), cioè il portale unico diaccesso, che in futuro sarà desti-nato anche all’area socio-sanita-ria. Ora si è nella fase di realiz-zazione dei diversi passi affin-ché, nel giro di poco tempo,quest’ultima possa essere con-cretizzata.- L’anagrafe delle fragilità è unostrumento importante perché ci

consente di “censire” e di cono-scere tutto ciò che non è maiemerso dalla fascia di popola-zione “old old”.Un’ultima cosa che credo siaimportante: è vero che non pos-siamo fare tutto, però possiamofare in modo che welfare infor-male e servizi pubblici si incro-cino. Sono molto d’accordo conle osservazioni che si facevanoprima. Nel nostro piccolo,abbiamo tentato di operare spe-rimentando per primi anche l’u-tilizzo della parte contributivaper quanto riguarda le assistentifamiliari con: corsi di formazio-ne mirati, realizzazione con laProvincia dell’Albo delleAssistenti familiari e lo Sportelloincontro domanda/offerta; l’isti-tuzione di Buoni per Assistentifamiliari a copertura della partecontributiva, eccetera.Una breve considerazione sullespese correnti. Vorrei emergesseun dato: abbiamo viaggiato estiamo viaggiando intorno ai 4milioni di euro, considerandoanche l’incremento dei buoni.Sui buoni devo dire che c’è untema vero che stamattina non èemerso: noi stabiliamo e appli-chiamo una soglia ISEE diaccesso per poter erogare buonisociali, strumento sulla cui criti-cità a volte possiamo essere e

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 71

Page 72: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

72 Le politiche per la non autosufficienza

siamo d’accordo. Ma, concreta-mente, il risultato è che, a fron-te di settecento domande, ladisponibil i tà economica dirisposta copre solo la metàdelle richieste. E questo cosasignifica? Che neanche il siste-ma in uso va bene così, sevogliamo salvaguardare il prin-cipio del diritto di esigibilità.Chiudo ringraziando il PDregionale per la propostacoraggiosa che ha fatto sullaquestione del Fondo per lanon autosufficienza. Voglioperò ricordare che i 14 milionidi euro che sono stati erogatil’anno scorso dalla RegioneLombardia e i 44 milioni dieuro che sono arrivati quest’an-no, per un ente locale come ilComune di Bergamo, con inumeri che vi dicevo prima, sisono trasformati di fatto in105.000 euro per l’anno scorsoe 384.000 euro per quest’anno.Questo per dire che noi spen-diamo più di 2 milioni di eurodi contributi alle famiglie per ilsostegno delle rette nelle RSA;risorse che i Comuni potrebbe-ro invece investire, a mio pare-re, più proficuamente nelsostegno a politiche di domici-liarità. Io credo stia proprio qui ilpunto dirimente: un ripensa-

mento totale di quello che stia-mo facendo con il sistema invigore.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 72

Page 73: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 73

DIBATTITO

Coordina Ardemia Oriani

Ardemia ORIANI

Passo la parola a Ida Sala dell’associazione Vita Indipendente, che cidarà uno spaccato un po’ diverso. Di solito si pensa a chi è anziano,in questo caso invece parliamo di politiche pensate per persone condisabilità che vogliono vivere una vita indipendente.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 73

Page 74: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

74 Le politiche per la non autosufficienza

Ida SALAVita Indipendente

Io faccio parte del Comitato

lombardo per la vita indipen-dente delle persone con disabi-lità.Noi come movimento regionaleesistiamo dal 2000, ma la miaattività parte dal 1994.Il nostro è un movimento prin-cipalmente di persone con disa-bilità che rivendica il dirittoall’autodeterminazione. Mi inti-midisce un po’ intervenire inquesto contesto perché oggi siparla soprattutto di anziani esembrerebbe che il tema che iovoglio portare interessi solo unaminoranza. Io non la penso così, penso cheil bisogno di autodeterminarsiappartenga a tutti noi, anchenell’età anziana.Noi diciamo che per autodeter-minarsi è necessario un budgetpersonale che permetta di paga-re gli assistenti, che devonoessere assistenti personali, cioèpersone addestrate da noi e for-mate rispetto al senso del lorolavoro, stipendiate in mododecente da noi, con le quali pat-teggiare il servizio. Questo per-mette realmente di autodetermi-

narsi, per cui chiunque può con-tinuare a fare, se lo vuole, alsopraggiungere di una disabilità,quello che faceva prima, studia-re, fare l’assessore, il consiglierecomunale o regionale, o sempli-cemente occuparsi di casa pro-pria, dei propri affetti, delle pro-prie relazioni.Non so, i soldi sono pochi e letasse secondo me bisognapagarle. Dopo di che, è anchevero che c’è molta sperequazio-ne.E questo è tutto. Grazie!

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 74

Page 75: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 75

Fulvio SANTAGOSTINI Ledha, Lega per i diritti delle personecon disabilità

Intanto ringrazio per l’invito.

Io sostituisco Fulvio Santagostini,Presidente di Ledha, il qualeper problemi di salute non èpotuto venire.Come diceva Ida Sala, è sicura-mente difficile in pochissimiminuti descrivere un mondocosì variegato e decisamentecomplesso come quello delladisabilità.

La Ledha è la Lega per i dirittidelle persone con disabilità.Nata nel 1979, la Ledha racco-glie Associazioni che si occu-pano di disabilità in generale,quindi motorie e cognitive,cioè tutto quel mondo enormee variegato che è il mondodella disabilità, che, dicevo, èdavvero complesso descriverein pochissimo tempo.Prendo spunto dal diagrammademografico mostrato prima.Si è parlato di un albero chediventa un calice. Per quantoriguarda il mondo della disabi-l i tà, quest’albero ha ancoraquella forma, ma con una dif-ferenza fondamentale, nelsenso che l’assistenza per le

persone con disabilità partedalla base di questo albero, lafamiglia, che quindi immedia-tamente si trova a dover farfronte a una serie di bisogni edi necessità assistenziali pro-prio dal momento in cui vieneriscontrata la disabilità. Questoè forse il problema fondamen-tale.La persona disabile punta,ovviamente, ad avere unapresa in carico complessiva,quindi a non ricadere in unastandardizzazione o comunquein un inserimento all’interno dideterminate categorie di perso-ne con disabilità. Per fare unesempio, il disabile è disabilesempre: quando è minore,quando è adulto, quando èanziano. Ecco che allora il pro-getto di vita diventa fondamen-tale ed è un progetto di vitache poi porta all’autodetermi-nazione, come diceva giusta-mente Ida; autodeterminazioneche deve essere al centro pro-prio di questo progetto di vita.L’assistenza sicuramente è undiritto soggettivo a vivere lapropria vita in maniera autono-ma, ma è un diritto duplice,perché c’è un diritto nascosto:il diritto a vivere una vita piùserena delle famiglie che fannoassistenza, che si fanno carico,

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 75

Page 76: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

76 Le politiche per la non autosufficienza

alla base, dell’assistenza inizia-le (ma anche di quella succes-siva) nei confronti di personeche non solo hanno una disa-bilità grave ma che a loro voltadiventano anziane.Ecco che allora si pongonotutti quei problemi che noiincontriamo vivendo sul terri-torio. E qui sottol ineo unsecondo punto: i compiti del-l’associazionismo.L’associazionismo ha due com-piti fondamentali. Il primo:fare da bacino di raccolta ditutti quei problemi che devonoessere portati all ’attenzionepubblica per permetterne poiuna risoluzione strutturata estrutturale. Il secondo: fare daponte di passaggio, perchél ’associazionismo non puòessere la risposta a tutto, cosìcome non può esserlo lo Stato;ci vuole un’integrazione fortetra questi due mondi, basatasui dati che ognuno ha.Prima si parlava di assistenzadomiciliare. Considerate chel ’assistenza domici l iare aMilano, in media, è di 14 oresettimanali. Potete immaginarequale può essere invece i lbisogno reale di una personacon disabilità motoria grave: siparte da 30 ore di base e si vaoltre. Quindi la strada da per-

correre è ancora tanta.Uno dei compiti doverosi del-l’associazionismo, però, secon-do me, è proprio quello diportare a conoscenza dell’entepubblico tutte le problematicheche si pongono e soprattuttotutti gli strumenti e le proget-tualità sviluppate nel tempoper rispondere a tali problema-tiche. Questo proprio perchéall’interno dell’associazionismosi è sviluppato un certo mododi pensare e di fare anche eco-nomia, così da soddisfare tutti ibisogni delle persone con disa-bilità.Io ho avuto la fortuna diincontrare la consigliera MariaGrazia Fabrizio e altri esponen-ti durante il nostro convegnosul tema della vita indipenden-te. E glielo dicevo proprio sta-mattina: la cosa positiva, inquell ’occasione, è stata lacapacità non solo di ascoltare(perché questo ormai è un tra-guardo che si è raggiunto qual-che anno fa: prima non veniva-mo ascoltati, poi siamo riuscitia far sentire la nostra voce),ma finalmente di arrivare aldialogo, al domandare, alrispondere, a confrontarsi sullevarie tematiche per cercareinsieme una risposta. Questo èciò che deve essere fatto da

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 76

Page 77: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 77

parte sia dell’associazionismoche dell’ente pubblico: dareinsieme, con i dat i che sihanno, delle risposte.Un ult imo passaggio che,secondo me, è d’obbligo: leassociazioni devono essere unponte tra il bisogno e la soddi-sfazione del bisogno. Le asso-ciazioni sono uno strumento,non sono la risposta. Un esem-pio è la legge 162, che noi nel1998, come UILDM (l’UnioneItal iana Lotta al la DistrofiaMuscolare che io rappresento),abbiamo voluto fortemente;una legge che si occupa di vitaindipendente e che è uno stru-mento straordinario, uno stru-mento molto forte che deveessere portato a conoscenza ditutte le persone con disabilità.Io sono un esecutore, nel miopiccolo faccio progetti a livellopratico. Io presento circa ottoprogetti solamente su Milanoper quanto riguarda la vita indi-pendente: il mio sogno sarebbepresentare sempre otto progettiogni anno, perché dal miopunto di vista ogni volta iodovrei presentare otto personee accompagnarle verso laconoscenza dello strumento, inmodo che poi queste personesiano autonome e in grado digestire lo strumento e di attin-

gervi la propria autonomia.Così io potrei concentrarmi sualtre otto persone e l’associa-zionismo svolgerebbe la pro-pria funzione: fare veramenteda ponte tra quello che non siha e quello che si dovrebbeavere, far conoscere alle perso-ne quelli che sono i diritti fon-damentali che loro hanno.Questo è un po’ i l quadrogenerale, a cui spero di essereriuscito a dare un taglio moltoforte.Ult ima problematica su cuipongo l’accento: la plurienna-lità. I progetti di vita indipen-dente sono annuali e questo fasì che la persona sia sempre,tra virgolette, sul chi va là.Quest’anno c’è… l’anno prossi-mo non si sa. La vita non puòessere vissuta in questo modo.Le persone con disabilità spre-cano moltissime energie percercare di essere normali, percui tutti quegli ostacoli che sifrappongono alla normalitàfanno consumare energie allapersona disabile, la quale quin-di non riesce più a vivere unavita tranquilla e serena, comesarebbe suo diritto. Il compitodell’associazionismo e assoluta-mente dell ’ente pubblico èquello di r imuovere quegliostacoli, che non sono solo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 77

Page 78: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

78 Le politiche per la non autosufficienza

barriere fisiche, sono barriereculturali, in modo che le perso-ne con disabilità possano poi(ed è ciò che noi cerchiamo disottolineare da sempre) esserepartecipi, sviluppando la pro-pria cittadinanza in manieraattiva e forte.

(La redazione del testo è stata fattad a l Cu ra t o r e e n o n è s ta ta r i v i s tadall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 78

Page 79: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 79

Ardemia ORIANI

Passo la parola a Stefania Bastianello, la quale rappresenta l’AISLA,l’Associazione che si occupa dei malati di SLA.Io volevo dire a coloro i quali intervengono che noi faremo gli atti delconvegno, quindi sbobineremo tutto e poi chiederemo le correzioni.Se qualcuno intende darci delle slide, dei lucidi o altro materiale, lopuò fare. La prossima settimana metteremo tutto ciò che abbiamo sulsito, quindi nella pagina iniziale del sito troverete l’intero materiale.Nel libretto che faremo, come sempre alla fine di un convegno, mette-remo, riordinato, tutto ciò che è legato al convegno di oggi.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 79

Page 80: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

80 Le politiche per la non autosufficienza

Stefania BASTIANELLO AISLA, Associazione Italiana SclerosiLaterale Amiotrofica

Buongiorno a tutti e grazie.Sono Stefania Bastianello, lavoroper AISLA e sono anche la mogliedi Cesare Scoccimarro, che daquindici anni è affetto da SLA.Solo due parole per dire checos’è la SLA. La SLA è una malat-tia neurodegenerativa progressi-va che colpisce i motoneuroni,cioè le cellule nervose deputateal movimento della muscolaturavolontaria. La SLA è una malattiamolto difficile, difficile per i clini-ci perché non è facilmente dia-gnosticabile, a volte occorre piùdi un anno, difficile per ilpaziente perché ha per ognipaziente un esordio e un’evolu-zione diverse, difficile per i ricer-catori perché è una malattia mul-tifattoriale, sicuramente genetica,ambientale e tossica e a oggi nonesistono cure o terapie efficaci. Ilmalato spesso viene colpito daSLA al culmine della propria vitasociale, lavorativa ed economicae perde davvero tutte le capacitàdi effettuare gli atti della vitaquotidiana: smette di muoversi,

diventa completamente paraliz-zato, smette di parlare, puòcomunicare soltanto con gli

occhi, smette di mangiare, vienealimentato artificialmente e nellafase finale smette di respirare,quindi, se vuole continuare avivere, deve farlo stando perma-nentemente connesso a un venti-latore. E’ quindi chiaro che l’im-patto, oltre che fisico è sociale,psicologico, spirituale. La SLA èuna malattia difficile anche per lafamiglia, che in modo molto cor-retto viene definita la secondavittima di questa malattia. Sononumerosi gli studi su caregiver chevanno in burn-out, ovvero sufamiglie che si spaccano perchénon reggono l’impatto di questamalattia devastante.Ma la SLA è anche e soprattuttouna malattia difficile per i costi.Studi americani, ma assolutamen-te suffragati dalle nostre espe-rienze europee e italiane, attesta-no che il costo medio di gestionedi un paziente con SLA è di130.000 dollari l’anno, di cui lametà viene erogata dal serviziosanitario nazionale, l’altra metàgrava totalmente sulla famigliadel malato, che nelle fasi avanza-te necessita di assistenza venti-quattro ore su ventiquattro. Avolte la malattia dura tre anni,a volte cinque, se si decide perla tracheostomia si può anchevivere dieci, quindici, vent’an-ni, ma il malato rimane nella

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 80

Page 81: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 81

maggioranza dei casi completa-mente lucido e vigile e vuolevivere dignitosamente. E que-sto, naturalmente, ha un impat-to fortissimo.Quindi io credo che lo scena-rio delineato questa mattina,quello attuale ma anche quellofuturo, perché io sto parlandodi una piccolissima percentualerispetto alla popolazione dipersone non autosufficienti cuisi è parlato oggi. Noi abbiamo6.000 malati di SLA in Italia,quindi un piccolo numero, macon un bisogno assistenzialedavvero infinito, quindi è chia-ro che si impone la necessitàdi affrontare veramente conserietà il tema di come gestirequesti malati, aiutando le fami-gl ie, e di come al locare lerisorse.Per i malati di SLA, come haanticipato l’Assessore Boscagli,in realtà sono stati assunti deiprovvedimenti, vedi il DGR del6 agosto del 2008, che prevedeun assegno di 500 euro per ilcaregiver e 90 giorni in RSA perricovero di sollievo (e qui sipotrebbe aprire una grandeparentesi, perché in realtà sonomolto poche le RSA al momen-to che accettano di accoglierequesti malati per le difficoltàgestionali che essi implicano,

soprattutto se sono ventilati,completamente immobili, ecc.).E’ anche possibile accedere aun voucher con cadenza inferio-re al mese. Come AISLA, però,noi appoggiamo totalmente ilprogetto di oggi, purché qual-siasi attuazione sia davveroconcreta e risponda al bisognodei malati e delle loro famiglie.Ardemia Oriani, in chiusuradel suo intervento, chiedeva:ma quale potrebbe essere ilmodello organizzativo da imple-mentare? Beh, io senz’altro larisposta non ce l ’ho, possoperò indirizzare il bisogno. Inostri malati vogliono vivere acasa, non vogliono essere resi-denzializzati, se non è indi-spensabile, ma per poter starea casa e vivere dignitosamen-te , con un progetto di vitaindipendente, c’è bisogno didue cose: un personale alta-mente specializzato e un’assi-stenza continuativa. Quindi iocredo che senz’altro debbanoessere due, le linee di inter-vento: quella della formazionee quella dell’intervento massi-vo sulla domiciliarità.

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 81

Page 82: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

82 Le politiche per la non autosufficienza

Ardemia ORIANI

Passo la parola a Primo Maroni che rappresenta l’AIMA, l’AssociazioneItaliana Malattia di Alzheimer.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 82

Page 83: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 83

Primo MARONI Associazione Italiana Malattia diAlzheimer.

La sezione AIMA di Milanoringrazia il Partito Democraticoper l’invito a partecipare aldibattito sul progetto di leggeper la non autosuff icienza.Prima di introdurre i l temadella malattia di Alzheimer edemenze correlate, vorrei tran-quil l izzare i l dottor Fosti i lquale è preoccupato per il suofuturo, quando probabilmentedovrà assistere un suo parentepiù anziano di lui. Questo pro-blema già esiste (posso citaread esempio la mia esperienzapersonale di quando a miamadre venne riscontrata lamalattia, circa 17 anni fa) el’AIMA ha ben chiara la situa-zione a causa di numerosi casiverificatisi.La malatt ia di Alzheimer (edemenze correlate) è unamalattia irreversibile e degene-rativa, la quale non ha originicerte, e contagia prevalente-mente le persone anziane epuò durare 10-15 anni ed oltre.I suoi maggiori disturbi sono:insonnia diurna e notturna,vagabondaggio, perdita diorientamento, delirio e aggres-

sività fisica e verbale, afasia (ilpaziente non sa dire eventualialtre patologie nel frattemposubentrate). Un malato di que-sto tipo va curato e controllato24 ore su 24, in quanto neces-sita di assistenza persino nelfare i suoi bisogni corporali(può andare a raccogliere lesue feci in fondo al water) sinoa quando subentrerà l’inconti-nenza completa. Giunto a que-sta fase, o anche prima, i lmalato di Alzheimer non rico-noscerà più i suoi figli e i suoiparenti prossimi.L’abitazione andrà adattata allesue necessita: togliere i tappeti(per evitare cadute con relativefratture ossee), gli specchi (perevitare che il malato non rico-noscendosi li rompa), i vasi difiori su balconi e finestre per-ché possono inconsapevolmen-te essere lanciati. Anche l’igie-ne ha molta importanza inquanto il malato tende a tra-scurarsi e di conseguenza, tuttii servizi debbono essere allasua portata.Come si vede i familiari sonosottoposti ad un impegno psi-cofisico enorme, tanto da averconstatato, come AIMA, diversicasi di separazione coniugaleanche nei parenti prossimi. Sitenga presente che quest i

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 83

Page 84: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

84 Le politiche per la non autosufficienza

tassa di scopo, anche se di dif-ficile applicazione.Il mancato riconoscimento daparte della Regione Lombardia,con la riforma della riabilita-zione (ist i tui ta dal la stessaRegione nel 1995 con la speri-mentazione gestionale dellarete regionale dei servizi perpersone affette da malattia diAlzheimer e demenze correla-te), in un periodo in cui lamalatt ia non trovava alcunriconoscimento, ha determina-to nella rete dei gravi problemiper i malati e i loro familiari egli stessi servizi proposti dallaRegione.Per i motivi sopra esposti ,l’AIMA Milano ha preso in con-siderazione il progetto di leggedel Partito Democratico, dan-done un parere posit ivo inquanto propone alcuni puntifermi in cui il malato e i suoiparenti hanno riferimenti certi,i quali sono: unità di valutazioneAlzheimer per avere una dia-gnosi il più precoce possibile(le quali vanno potenziate per-ché le liste di attesa vanno da1 a 6 mesi) e le unità di valuta-zione multidimensionali (in casoche i l malato di Alzheimeraccusi altre patologie). Attraversoquesti strumenti successiva-mente si potrebbe arrivare ai

impegni, sol i tamente sonosvolti dal coniuge, i l qualesvolge anche funzioni preva-lentemente di careg iver . Perquesto motivo sono rimastoallibito nel sentire l’assessoreBoscagli, dire che la famiglia sideve prendere cura delle per-sone non autosufficienti pressoil proprio domicilio. Chiedo inun situazione sopra descrittaapprossimativamente, cosadebba fare ancora la famiglia?Tenga inoltre presente l’asses-sore che i giovani di oggi, chenon hanno una prospettiva dilavoro stabile, con quali risorseeconomiche potranno assistereun malato con grave patologiainvalidante ed irreversibile? Questi problemi necessitano,in un futuro prossimo, dir isposte certe. Ho volutoaccennare brevemente, oltrealla patologia in sé, quali sonole difficoltà di assistenza inmodo da af fermare che lamalattia di Alzheimer rientranella non autosufficienza ed haquindi bisogno di un fondofinanziario certo, il quale nondeve andare disperso in millerivoli burocratici o finti aiutifinanziari (ad esempio specia-lizzazioni delle cosiddette assi-stenti familiari); a tal propositonon sarebbe sbagliata una

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 84

Page 85: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 85

piani individuali sociosanitari diassistenza.Anche la presa in carico delmalato, da parte del distrettosanitario (a Milano dovrebberoessere istituiti a livello delle 9zone di decentramento comu-nale, perché alcuni superano i300,000 abitanti per distretto) èuna buona soluzione, cometroviamo equa la proposta diintrodurre il modello ISEE perstabilire il reddito di accessodei più bisognosi . Essendomolto scettico vorrei sapere seper il Comune di Milano l’asse-gno di accompagnamento fareddito anche per l’ISEE, comeper i SOSIA. Se lo fa bisogne-rebbe porre limiti legislativi alivello regionale.Per nostra esperienza associati-va il problema delle assistentidi famiglia è molto più delicatodi come viene espresso nelprogetto di legge al l ’art .13comma 4 (di cui concordiamoil suo contenuto di sgravioeconomico e assicurat ivo);inoltre per la copertura provvi-denziale del lavoratore addettoall ’assistenza del congiunto(vedi parte B del comma 4). Leassistenti familiari vanno quali-ficate specie per le patologiegravi come l ’Alzheimer inquanto debbono essere in

grado di gestire il malato per idisturbi descri t t i al l ’ inizio.Questo tipo di impegno lavora-tivo (già difficile in quantodebbono essere accettate siadal malato che dai parenti) leporta anche a rinunciare dopobrevi periodi al la cura delmalato, con relativi disagi per-sonali e per il malato e i suoifamiliari.Per poter assistere un malatodi Alzheimer al proprio domi-cilio il più a lungo possibilecome si continua a proclamare,i familiari necessitano di servizisicuri e dello sportello unico, al ivel lo distret tuale, dove i lparente può avere informazio-ni certe sulla malattia ed i ser-vizi sociosanitari a cui si hadiritto.I malati di Alzheimer e i loroparenti (come si è visto questamalatt ia coinvolge tutta lafamiglia), necessitano almenodei servizi minimi che di segui-to elenco: reparti di neurolo-gia, unità di valutazioneA lzhe imer, cen t r i d iu rn iAlzheimer (i quali debbonoavere costi accessibili per lefamiglie), letti di sollievo (perpermettere al caregiver e/o alfamiliare un periodo di riposo),assistenza domiciliare integrata(la quale andrebbe potenziata),

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 85

Page 86: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

86 Le politiche per la non autosufficienza

centri di erogazione dei voucher(i quali dovrebbero avere unpersonale fisso nella presa incarico dell’ammalato per nondisorientarlo). Nella fase del-l’accertamento della malattia diAlzheimer, anche se si sonofatti passi avanti, i medici dimedicina generale dovrebberoascoltare maggiormente iparenti per non confonderel’arteriosclerosi con la demen-za.I Nuclei Alzheimer devonoessere diversificati dalle RSA.Infatti a mio parere, condivisadall’AIMA Milano, bisognereb-be prendere atto che le stesseattualmente sostituiscono i vec-chi reparti ospedalieri di lungadegenza. Le persone ivi ricove-rate (non sono ospit i maammalati) sono per la maggiorparte non autosufficienti o par-zialmente non autosufficientied ultra settantenni, con un’ag-gravante per i costi di degenzache è accollata ai familiari enon si comprende la ragioneperché la Regione non siaccolli la quota sanitaria.Le necessità e le difficoltà cheho elencato solo parzialmente,mi portano a concludere che iparenti debbono avere unascolto maggiore e andrebberoeducati a r icercare chi è

responsabile delle disfunzioniburocratiche e dei costi chedebbono sopportare. Questoperché non deve essere data lapossibilità di contrapporre iloro retori con i parenti chepagano delle rette piuttostoalte.

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 86

Page 87: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 87

Ardemia ORIANI

Passo la parola a Fabrizio Tagliabue, rappresentante del Terzo Settoree anche di alcune Associazioni presenti.Noi non abbiamo ringraziato e salutato singolarmente tutti i presenti,cioè assessori, segretari generali del sindacato, rappresentanti di cate-goria, associazioni.Quindi esprimiamo un ringraziamento collettivo per l’attenzione chetutti ponete al tema, perché questo per noi è importante per capire sestiamo andando nella direzione giusta. E a me sembra di sì.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 87

Page 88: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

88 Le politiche per la non autosufficienza

Fabrizio TAGLIABUE Forum del Terzo Settore

Io rappresento il Forum delTerzo Settore in Lombardia.Innanzitutto vogliamo esprimereil nostro grande interesse per laproposta di legge del PartitoDemocratico, che va a colmareun vuoto e dà seguito a uno deiprincipi previsti nella leggeregionale n. 3. Ci fa quindi pia-cere vedere che si proseguelungo un percorso che speriamosi traduca in un lavoro concretoe non soltanto in una iniziativasimbolica. Credo che oggi stiaemergendo anche la volontà dioffrire contributi integrativi,quindi anche noi ci poniamo inquest’ottica.Un secondo motivo per cuivediamo con molto favore ilprogetto di legge del PartitoDemocratico è che esso intendeaffrontare una questione che ècentrale nel sistema di welfarenon solo lombardo, è centraleper i numeri che stanno dietro laproblematica della non autosuf-ficienza, per l’intreccio diresponsabilità e di conseguenze,per il coinvolgimento davverocomplesso anche di soggettipubblici e privati che operano

nel campo della non autosuffi-cienza. Di questo progetto dilegge ci piace, soprattutto, ilfatto che esso punti a definiredei diritti soggettivi. Questo cipare un tentativo molto concre-to di superare quella logica pre-stazionale che noi avevamotanto criticato, di fronte alleprime versioni della legge regio-nale 3/2008, e che ci preoccupasempre: la logica secondo cui sivorrebbe caratterizzare il welfarecome un sistema di risposte,piuttosto che come un sistemabasato sui diritti soggettivi dellepersone. Questa non è una cosada poco, forse è l’elemento piùprezioso che attraversa il proget-to di legge, quello che ci ha col-pito di più.Infine, il progetto di legge delPartito Democratico ci piaceperché tende a valorizzare ilruolo del terzo settore, ma nonlo diciamo in termini egoistici;noi lo diciamo sempre, in tuttele sedi, quindi lo riaffermiamoanche oggi: noi non siamo ilsindacato del terzo settore, noisiamo l’espressione di responsa-bilità diffuse che stanno dentrole comunità locali. La valorizza-zione del ruolo del terzo settore,quindi, noi la leggiamo in questitermini: come una valorizzazio-ne delle risorse, della persona,

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 88

Page 89: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 89

della famiglia, delle comunitàlocali, che prende corpo e simanifesta anche – ma non solo– attraverso le organizzazionidel terzo settore.Il welfare che noi vogliamo è unwelfare sussidiario e partecipato.Abbiamo lavorato tanto in questiultimi quattro anni, in occasionedella legge regionale 3/2008, manon solo, anche nel percorso checi ha portati allo statuto dellaRegione Lombardia, e abbiamoinsistito molto su questi due aspet-ti: la sussidiarietà e la partecipazio-ne. Dirò quindi alcune cose pro-prio partendo da questa logicadella sussidiarietà e della parteci-pazione, che vorremmo comepilastro fondante del sistema diwelfare che a noi sta a cuore.Tre o quattro attenzioni, chesono anche delle preoccupazio-ni che noi esprimiamo dopo lalettura – per adesso non deltutto approfondita – del proget-to di legge, ma dichiarandoanche la nostra disponibilità acompiere un approfondimentonel prosieguo dei lavori.Primo: stiamo attenti a non spin-gere verso una sanitarizzazionedella risposta o comunque delsistema. La non autosufficienzanon ha bisogno di risposteestremamente sanitarie, anzi, iproblemi della non autosuffi-

cienza, lo diceva anche Boschiroli,nascono proprio dal fallimentodella risposta sanitaria, che a uncerto punto non ha più strumentidi fronte a situazioni di cronicità(mi riferisco in particolare alla nonautosufficienza della personaanziana) e di fatto si arrende.La figura forse più in crisi difronte alla non autosufficienza èil medico di famiglia, il qualenon sa che pesci pigliare, per-ché comunque si trova a occu-parsi di persone che non guari-scono, ma che richiedono unacomplessità di interventi e chedeterminano una complessitàrelazionale che comporta unatenuta molto difficile dei rappor-ti familiari, una tenuta molto dif-ficile della conciliazione tra lavo-ro, soprattutto per le donne, ecompiti di cura, una tenuta diffi-cile a livello territoriale dellasostenibilità dei costi.La tecnologia non può fare piùdi tanto, di fronte alla non auto-sufficienza, ha fatto molto eancora molto farà, ma è dram-maticamente vero che il costoprincipale è dato dal lavoro diuna persona o di più personeche ne assistono altre. Quindinoi dobbiamo mettere a fuocomolto bene il problema dei costi.La prima attenzione, quindi, è:non spingiamo verso un’estrema

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 89

Page 90: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

90 Le politiche per la non autosufficienza

sanitarizzazione. Ci sembra cheil progetto di legge non vada inquesta direzione, però attenzio-ne all’enfasi che viene posta (lodico un po’ in chiave preventi-va) alla questione della presa incarico e della Porta Unica diAccesso. Si è parlato molto diquesto aspetto, mentre venivadiscussa la legge 3/2008 e dopola sua approvazione. A mioparere, si sta creando un’aspetta-tiva che non è realistica rispettoalle risorse vere che ci sononelle comunità locali.Si deve lavorare (e qui miaggancio alla seconda attenzioneche noi vogliamo porre intornoal progetto di legge) sull’integra-zione sociosanitaria. Porta Unicadi Accesso, Sportello Unico diAccesso, chiamatelo come volete,ma il cuore del problema è lapresa in carico, come questa deveavvenire, con quali strumenti,chi la deve fare, quali respon-sabi l i tà deve coinvolgere .Attenzione a non spingere versol’unica struttura che oggi è ingrado, io dico purtroppo, e lodico polemicamente, perché èun dato che mi preoccupa, cioè:l’unica struttura che oggi è ingrado di reggere l’impatto èquella sanitaria. Ma ciò sarebbeincoerente con tutti i principicontenuti nel progetto di legge e

anche con tutti i principi chestanno sotto un’idea di welfaredavvero sussidiario e partecipa-to. Se spingiamo la presa in cari-co verso le ASL, non facciamoun’operazione sensata e coeren-te rispetto ai principi che voglia-mo affermare. Non dico chequesto nel progetto di legge c’è,ma lo vedo generalmente comeun rischio che stiamo correndoper la debolezza delle ammini-strazioni comunali, per la faticanell’integrazione dei serviziall’interno degli ambiti distrettua-li, dei servizi sovracomunali chestentano a decollare. Affermociò perché da un lato abbiamoun’armata (funzionerà, non fun-zionerà, avrà le sue lacune) cheè quella della sanità, dall’altroabbiamo molto spesso dellagente di buona volontà con scar-si strumenti e magari con tantis-sime competenze, ma pochisoldi o a volte zero soldi.Mi faccio e vi faccio una doman-da: quella che noi perseguiamoè un’integrazione sociosanitarianel senso di un’integrazione traservizi? O vogliamo fare un’ope-razione molto più alta dal puntodi vista culturale, cioè quella diun’integrazione sociosanitariaintesa come integrazione deidiritti delle persone? Noi siamoper la seconda ipotesi e quindi vi

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 90

Page 91: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 91

richiamiamo alla necessità diporre attenzione, per esempio (lodiceva prima la rappresentantedell’Associazione dei malati diSLA), ai processi formativi.Dobbiamo prevedere un coinvol-gimento anche degli ordini pro-fessionali. Penso agli assistentisociali e agli psicologi, non sol-tanto quelli di area sanitaria, maanche quelli di area sociale. Integrazione sociosanitaria nonsignifica mettere insieme risorsedelle ASL e risorse dei Comuni,servizi delle ASL e servizi deiComuni, sportelli delle ASL esportelli dei Comuni. Non si trattadi una questione solo di processi,si tratta di una questione culturale,di una questione di approccio.Un’altra attenzione – e finisco –va posta al profilo della sussidia-rietà e, se vogliamo, del coinvol-gimento e della partecipazionedei diretti interessati. Siamo inuna Regione in cui si è postamolta enfasi sulla centralità dellafamiglia, sulla libertà di scelta e viadiscorrendo, per giustificare l’a-dozione di strumenti che inrealtà hanno determinato princi-palmente un trasferimento dirisorse monetarie. Io sono sem-pre stato molto critico sul fattoche la centralità della famiglia odella persona si concretizzi poinell’attribuzione di una libertà di

scelta e nella dazione o nell’ac-cessibilità a un voucher, peròdobbiamo fare un ragionamento.Ad esempio, quando parliamo diprogetto individualizzato di assistenza,ricordiamoci di prevedere uncoinvolgimento chiaro di colui ilquale è il destinatario di questoprogetto o di colui il quale lorappresenta, quindi della perso-na, della famiglia, degli altri sog-getti che nell’ambito della comu-nità locale concorrono alla presain carico. Ripeto: concorronoalla presa in carico. Non faccia-mo l’errore di pensare che lapresa in carico competa solo alpubblico, perché così non è enon può essere.Qualcuno parlava, mi sembraFosti, di un problema di gover-nance, la quale deve contenere insé anche la negoziazione con leparti in causa. Cioè, bisognaarrivare davvero a un patto con-diviso, a una responsabilizzazio-ne e a un coinvolgimento, per-ché la comunità è ricca di risor-se, ma queste risorse vanno inqualche modo aiutate ad inte-grarsi e ad incanalarsi.Ultima attenzione, molto partico-lare e molto speciale, che ogginon ho sentito emergere (ma mipiacerebbe molto che la questio-ne venisse finalmente affrontatacon la considerazione che meri-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 91

Page 92: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

92 Le politiche per la non autosufficienza

ta): il tema dell’eccellenza edella qualità. E oggi se ne èparlato soprattutto con riferi-mento al sistema delle RSA, percui qualcuno ha detto: masiamo proprio sicuri che quellodelle RSA sia un sistema dieccellenza? Molti hanno tirato inballo la questione del potenzia-mento e della centralità delladomiciliarità, a fronte del temadella non autosufficienza. Io daventicinque anni mi occupo diservizi domiciliari, quindi credodi avere una militanza internamolto profonda. La questione è:la qualità del servizio, quindi laqualità che percepisce la perso-na che riceve le prestazioni, l’as-sistito (per usare una parolabrutta e vecchia), quella qualitàpercepita non esiste, non c’è,non sussiste, se non è accompa-gnata anche dalla qualità di chilavora nei servizi.Io sono un portavoce del Forumdel Terzo Settore e metto lemani avanti. L’ho detto prima: ilForum del Terzo Settore non è ilsindacato del terzo settore, ha insé componenti che vanno dalvolontariato, all’associazionismo,alla cooperazione. E incidental-mente io sono anche un uomodi cooperazione, sono un coo-peratore sociale. Allora vi dico:guardate che la cooperazione

sociale, che fa parte delle reti,che è autentica, che è basatasulla vera mutualità, oggi èdrammaticamente espulsa datutti i servizi per la non auto-sufficienza, perché i servizi perla non autosufficienza, perragioni di criticità nella sosteni-bilità dei costi, sono diventatipreda del settore profit, a voltedi un profit buono, che legittima-mente fa i propri affari, a voltedi un profit perverso, che si ècamuffato da settore non profit.Nella stragrande maggioranza,per esempio, le cooperativesociali che operano nei serviziper la non autosufficienza elavorano a volte anche in modomolto irregolare nell’intermedia-zione di manodopera dentro leRSA o nei servizi domiciliari(quelli massivi, gestiti con for-mule, come gli appaltoni deigrandi Comuni), non sono orga-nizzazioni di autentica mutualitàe non sono organizzazioni dilavoro buono, sono sedi di sfrut-tamento delle persone e questonon concorre alla realizzazionedella qualità. Questa cosa non ladice solo la cooperazione, ladice anche quella parte di setto-re che fa advocacy e che si preoc-cupa dei diritti delle persone,dei cittadini. Noi diciamo: sedia-moci intorno a un tavolo (lo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 92

Page 93: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 93

diciamo al sindacato, per esem-pio) insieme alle rappresentanzedegli enti locali e cerchiamo dicapire quali sono le componentidi costo. Perché qui c’è un’illu-sione ottica pazzesca, cioè quel-la secondo cui basta poco oniente. Poi però si stabilisconostandard in termini di servizio, sistabiliscono profili professionaliin termini di qualificazione chenon possono conciliarsi con unaspesa ridicola. Chi fa lavorobuono è uscito dal settore, èfuori. Nell’84 io fui tra quelli cheandarono a proporre al Comunei servizi di assistenza domicilia-re. Perché sono state le coope-rative sociali a proporre l’assi-stenza domiciliare, non so se losapete. Oggi assistiamo allaseconda ondata, quella dellebadanti, e siamo di nuovo impo-tenti di fronte a questo fernome-no. Ma a questo punto chiudo,perché mi rendo conto chesiamo andati oltre.Dicevo che non si può parlaredi qualità, se non si pone il pro-blema molto serio della sosteni-bilità della spesa. E a questoproposito dico un’ultimissimacosa: io credo che vada fattouno sforzo ulteriore, nel sensoche, se davvero vogliamo rende-re prioritario il tema della nonautosufficienza, facciamo trenta,

facciamo anche trentuno, senzavoler dividere, senza voler sezio-nare o settorializzare, ma cer-cando di affrontare la questionein modo distinto tra non auto-sufficienza della persona anzia-na (che è un problema massic-cio in termini di numeri dram-maticamente prioritario) e nonautosufficienza della personadisabile adulta.Un’operazione molto onesta, peresempio, potrebbe essere quelladi riportare alla sua funzioneoriginaria l’assegno di accompa-gnamento, che è insufficiente,ma che comunque oggi vieneutilizzato in maniera assoluta-mente distorta rispetto alla suafunzione originaria, cioè comequalcosa che è stato pensato perpromuovere e sostenere unminimo di vita indipendente.Torniamo a pensarla in questitermini, torniamo a comporre unquadro che sia un po’ più artico-lato e un po’ meno appiattito.Gori ha chiuso la sua presentazio-ne dicendo, rispetto al progetto dilegge: in bocca al lupo! Anch’iodico “in bocca al lupo”, ma come rap-presentante del Forum del IIISettore aggiungo: noi ci siamo !

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 93

Page 94: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

94 Le politiche per la non autosufficienza

Ardemia ORIANI

Abbiamo ancora due interventi prima delle conclusioni.Il primo intervento è di Claudio Minoia, che parla a nome del ForumSalute Partito Democratico Metropolitano.Il secondo e ultimo intervento sarà di Marco Tam che, essendo unmedico di medicina generale, oltre che un ex consigliere regionale,risponderà sul ruolo dei medici.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 94

Page 95: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 95

Claudio MINOIA Forum Salute PD MetropolitanoDirigente della Provincia di Milano

Nel ringraziarvi per l’invitoporto il saluto dei colleghi delForum Salute del PartitoDemocratico Metropolitano.Noi riteniamo il progetto dilegge presentato dai Consiglieriregionali del PD sull’istituzione esulla regolamentazione delFondo regionale integrativo pre-visto dall’art. 17 della legge 3,come si è detto stamattina, unpasso importante, perché parlia-mo di numeri significativi,soprattutto quelli annunciaticome numeri prossimi, i 600.000euro nel 2025. Numeri significa-tivi per i quali oggi non è imma-ginabile un diritto esigibile. Chepoi lo strumento sia un serviziopiuttosto che un voucher, non sicolgono percentuali importantioggi negli interventi sulla nonautosufficienza. Quindi si condivide che cosa,oggi? Si condivide la sottolinea-tura di un limite, che rappresen-ta la vera difficoltà nell’affronta-re oggi la questione della nonautosufficienza: la parcellizzazio-ne degli interventi istituzionali.

Oggi intervengono: la Regioneinnanzitutto, le ASL, le Aziendeospedaliere pubbliche e accredi-tate, i Comuni, le Province e inqualche caso (cito quello diMilano) il terzo settore. Tuttiintervengono con una politica divoucher o con una politica di ser-vizi oggi difficilmente coordina-bili, in un sistema ancora noncompiuto di governance.Gli attori di un cambiamentoche sono identificati nel proget-to di legge, però, ci consentonodi fare qualche ipotesi rispetto aun futuro che ci immaginiamo eche vogliamo prossimo, rispettoal governo di un sistema chevorremmo definito a livellolocale, perché è a livello localeche c’è una dinamica, c’è unapresenza differenziata di risorsesia economiche che professiona-li, sia del terzo settore, sia pub-bliche, che ci consentono di sta-bilire una geometria variabile,non necessariamente identica.Di che cosa abbiamo bisogno?Abbiamo bisogno di piani didistretto, si dice nel testo, maquesti piani vogliamo immagi-narli come piani di distrettosociosanitario? Quindi: delimitazione territorialedegli ambiti all’interno dei qualici sono quelle differenziazioniproprie della programmazione

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 95

Page 96: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

96 Le politiche per la non autosufficienza

territoriale locale. Oggi non tuttigli ambiti sono dotati della Cartadei Servizi, anzi, sono ancoramolto pochi quelli che possonodefinire un approccio standardcon valori equiparabili e conbenchmark tra servizi e tra ambitianche vicini (i costi degli asilinido, i costi dell’accesso ai con-tributi nei confronti delle RSA).Allora bisogna trovare unaforma equilibrata di rispetto del-l’autonomia locale, che peròtenga conto della standardizza-zione degli accessi e che salva-guardi i diritti soprattutto di que-gli anziani fragili verso i quali èpensata l’iniziativa di leggeregionale.Due parole sulle Province, inparticolare lavorando io in quel-la di Milano.Il testo di legge recupera leProvince, in qualche modo,come forma per l’istituzione diosservatori locali, per la raccoltadi dati, per interventi sperimen-tali presentati dal terzo settore edai Comuni, per, aggiungo io, laformazione, che è una dellecompetenze proprie delleProvince. A questo proposito,cito come esempio quanto laProvincia di Milano ha fatto conil Presidente Penati e l’AssessoreCasati, con il finanziamento diprogetti di domiciliarità presen-

tati dai Comuni e dal terzo set-tore proprio per favorire, attra-verso investimenti tecnologici osulla domotica, quella perma-nenza in casa che molti tra colo-ro i quali sono intervenutihanno richiesto e citato comeelemento importante.Per fare degli esempi pratici, siè andati dal sostegno per lacreazione di una rete di domoticatra appartamenti vicini o comun-que nello stesso stabile, allacreazione di una rete di servizigenerali in un Comune medio opiccolo (penso all’esempio effi-cace di Monza). Per realizzaretutto ciò occorrono risorse,ovviamente. Il fatto che soggettiquali i Comuni e le Province nelprogetto di legge siano valoriz-zati come elementi capaci anchedi investimenti propri è sicura-mente positivo. La Provincia diMilano ha investito due milionie mezzo negli ultimi tre anni,intervenendo su ventunoComuni della nostra Provincia,in particolare su quattro progettisperimentali da 250.000 eurol’uno, quindi con interventianche non simbolici (penso alfinanziamento come Provinciadi Milano di una quarantina dipulmini attrezzati per il trasportodei disabili piuttosto che deglianziani).

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 96

Page 97: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 97

Due battute veloci sulle prospettive.Gli interventi di rete, soprattuttoquelli delle reti informali, oggisono assolutamente da sostene-re. E’ fondamentale la discussio-ne sulla rinegoziazione o ilripensamento delle risorse.Occorre immaginare maggioririsorse pubbliche, sia nelle fontiche sono state citate, sia in quel-le volontarie dei Comuni e delleProvince, una valorizzazione diquelle private, delle famiglie, euna nuova responsabilità delleimprese. L’esempio dellaFondazione Welfare istituita aMilano da Comune, Provincia,Organizzazioni sindacali eCamera di Commercio è unesempio di welfare light, di welfa-re leggero, che presuppone peresempio, nell’ambito della con-trattazione di secondo livello, l’i-dentificazione di responsabilitàdei singoli lavoratori che voglio-no partecipare, piuttosto chedelle imprese che accettanoquesto tipo di sfida.Il professor Fosti ha fatto l’esem-pio inglese dei budget personali.Io sottolineo, rispetto a questoesempio, l’importanza di unanegoziazione da parte del sog-getto pubblico nei confrontidella famiglia rispetto alla crea-zione di un patto vero e proprioper un investimento comune.

Quindi: non soltanto azioneeconomica, non soltanto dirittoacquisito, ma necessità di stabili-re una relazione diretta rispettoa un obiettivo che a livello distruttura locale si può identifica-re con la famiglia.Ancora un esempio concreto: lapolitica nei confronti della for-mazione delle badanti (presentein un progetto di legge ancoradel PD qui in Lombardia) attra-verso una qualificazione deicorsi, un finanziamento dei con-tributi per la regolarizzazionedegli stipendi delle badanti,come abbiamo fatto noi inProvincia di Milano, lo sviluppo,con la collaborazione dei Centriper l’Impiego o delle Agenzieformative e per le politiche atti-ve del lavoro, di un incontro tradomanda e offerta, ma ancheuna presa in carico della situa-zione familiare, perché farincontrare famiglie e badanti èoggettivamente o molto difficileo molto facile, però poi il lavoronon finisce lì, il lavoro comincialì, nel senso che, una volta tro-vata una persona per una fami-glia, bisogna continuare ad assi-stere questa famiglia in moltimodi diversi, ma comunquegarantendo una qualità del ser-vizio.Come battuta positiva, possiamo

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 97

Page 98: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

98 Le politiche per la non autosufficienza

dire che qualche passo avanti èstato fatto, nel senso che tra il2008 e il 2009 nella politica deipiani di zona si è finalmentepercepita un’inversione di rottarispetto all’integrazione sociosa-nitaria, poco praticata o perniente praticata fino all’annoscorso. I ventuno piani di zonache come Provincia di Milanonoi abbiamo sostenuto e inqualche modo approvato e sot-toscritto prevedono una quotasignificativa di attenzione, in ter-mini di risorse, agli investimentisull’integrazione del sociale edel sociosanitario.Come avverrà tutto ciò? Qui stala vera sfida. Spesso si cita lacollaborazione tra SAD e ADI.Per ora ci sono solo dei pezzi dicarta e quindi occorre tradurrequesti pezzi di carta in atti con-creti, investendo sulla non auto-sufficienza. Gli esempi sono tan-tissimi. In molti piani di zona, adesempio, è centrale la politicadelle dimissioni protette. Alloraoccorrerà fare investimentiaggiuntivi e augurarci che non cisiano ulteriori riduzioni di budget,così da passare dalle parole aifatti.Un’ultima battuta sulla valorizza-zione delle buone prassi. Iocredo che il progetto di legge davoi presentato possa poggiare

anche su esempi virtuosi.Riprendo una sottolineatura cheha fatto l’assessore regionaleBoscagli, riconoscendo la diffi-coltà del modello di welfare lom-bardo a proseguire così com’è.Forse ci sono gli spazi per lavo-rare su alcune proposte territo-riali affinché queste stesse pro-poste possano essere riprese perattuare un nuovo e miglioremodello di welfare.

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 98

Page 99: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 99

Ardemia ORIANI

Passo la parola a Marco Tam.Per chi non lo conoscesse Tam è stato consigliere regionale del PD edè un medico di medicina generale, cioè una delle figure professionalipiù importanti e strategiche per realizzare la cura dell’anziano nonautosufficiente sul territorio e da queste figure noi vorremmo averequalcosa di nuovo.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 99

Page 100: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

100 Le politiche per la non autosufficienza

I o farò un po’ di proposte

schematiche.Io osservo, quando penso almio lavoro, che c’è una barrieraper le persone non autosuffi-cienti per entrare in ospedale,ma stranamente non c’è nessunabarriera per uscire. E mi spiego.Per i medici e per le famiglie èmolto difficile trovare un postoin ospedale per un anziano insituazione di emergenza, quan-do invece per dimetterlo tutto èin discesa. Tutti noi stamattina,per entrare, siamo passati attra-verso quella barriera per il con-trollo delle borse. Ecco, io vorreiche negli ospedali lombardi cifosse una barriera per l’uscitadei non autosufficienti. Perché? Perché non c’è una scheda diaccesso al territorio e pratica-mente, con una telefonata o avolte senza, una persona nonautosufficiente, che ha bisognodi seguire un percorso indivi-duale molto complesso di rein-serimento nel territorio, vienemandata con una lettera didimissioni dal proprio medico.Ma è venerdì sera e il medico

c’è, forse, il lunedì. Non essen-doci comunicazione tra la fami-glia, il medico e l’ospedale,tante volte ci si ritrova il lunedìa dover organizzare l’emergen-za. Ma queste sono cose chesapete già. Allora perché non prevedereuna scheda di accesso al territo-rio? Cioè: tu ospedale fai il tuomestiere e lo fai bene, perché iovoglio che tu faccia bene il tuomestiere sanitario, poi con unascheda di accesso, fatta bene,mi riconsegni il paziente e ioprogrammo tutto quello chedevo fare, io, la famiglia, ilComune, l’ASL. E anche l’ADI.La cosa invece non funzionaperché noi non contiamo nien-te, in ospedale, non contano imedici di famiglia, non contanoi sindaci. Allora, per favore,all’art. 10 o all’art. 5 del proget-to di legge vedete se è possibilemettere una nota che dica cheper la parte della riabilitazione isindaci devono essere presentinella gestione della rete ospeda-liera.Abbiamo perso la battaglia, noidel Partito Democratico, sullaquestione del rapporto tra sin-daci e ospedale. Il mio sindaco,il sindaco di Sondrio, di centro-sinistra, ha dovuto negoziarecon il direttore dell’ASL perché

Marco TAMMedico, già consigliere regionale e consiglie-re del comune di Sondrio

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 100

Page 101: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 101

c’era un problema nella geria-tria, per i posti letto di lungode-genza, ha dovuto negoziare conil direttore dell’ASL il quale haparlato con il direttore dell’ospe-dale. Insomma, la questionedella rete non è risolta.Secondo me, la proposta dilegge deve essere articolataanche sulla gestione della rete.Siccome la riabilitazione e lanon autosufficienza sono unproblema di integrazione socio-sanitaria, facciamo in modo checi sia almeno un tavolo, unasede di negoziazione sullagestione dei posti letto, sullaprogrammazione dell’ospedaleanche da parte degli assessori odella rappresentanza dellaConferenza dei sindaci. Perché? Perché c’è una saturazione del220% dei posti letto nella riabili-tazione, c’è una cattiva gestione(che abbiamo visto bene illustra-ta dallo schema di Bergamo) dipazienti che stanno sette, otto,dieci anni in ospedale, personeche non vengono più dimesse,che non è possibile dimettere,che vengono trasferite da unreparto all’altro e saturano ifamosi posti letto che dovrebbe-ro servire da polmone per la ria-bilitazione. Guardate che questoè un nodo che sta a monte dellecose che stiamo dicendo su cosa

fare sul territorio e se non risol-viamo questo nodo, i 14.000miliardi se li prende tutti l’asses-sore alla Sanità, mentre noi coni nostri 1.400 (di cui 1.000 giàimpegnati nelle RSA) facciamoben poco. Allora noi dobbiamoandare a recuperare risorse inquei 14.000 miliardi, facendofare bene il proprio mestiereall’ospedale.Sapete che la saturazione deiposti per acuti è del 74%? Chiudiamo i posti per acuti etrasformiamoli in posti di lungo-degenza. Perché no? Negoziamo queste cose. Oppure,quando la medicina riabilitativaè satura, mettiamo pure le per-sone in oculistica o in cardiolo-gia. Chi se ne importa? I nostrianziani devono stare lì.Guardate che io non sto pen-sando a dei parcheggi, sto pen-sando alle emergenze. Poi siarriva alla progettazione sul ter-ritorio. Avendo io trent’anni diesperienza sul territorio, vi dicoche in Lombardia ci vogliono, acosto zero, altri mille medici difamiglia. Questo è possibilefarlo. La mia categoria, che èpiù corporativa di quella deinotai, ha alzato il rapportomedico/assistiti da 1/1.000 a1/1.300. Questo vuol dire che imedici di famiglia sono invec-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 101

Page 102: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

102 Le politiche per la non autosufficienza

chiati, hanno più di cinquant’an-ni e non hanno voglia di andarea domicilio e quindi la domici-liarità è una cosa residuale. Iofaccio quattro visite a domicilioal giorno con ADI e ADP pro-grammate per stabilizzare i cro-nici. Sono programmate e ledevo fare. In questo modo gesti-sco la cronicità a domicilio, conl’ADI, con i voucher (strumentoche non ho mai condiviso, mache comunque regge), chefanno funzionare un sistema diassistenza domiciliare serio,coordinandomi di volta in voltacon il Comune. Ma ci voglionomille medici in più, perché,quando i nostri medici vecchiin Lombardia si sono ritagliati laloro fetta di assistiti, hannosmesso di andare a domicilio.Allora, signori, la richiesta è:inseriamo mille giovani mediciche sono lì in lista d’attesa. Iosono il tutor di giovani mediciche hanno quarant’anni e nonhanno ancora cominciato a svol-gere il mestiere di medico difamiglia. Il costo? Zero. E lerisorse le impegniamo nell’assi-stenza domiciliare.Un’ultima cosa che ripeto ognivolta che abbiamo l’occasione diincontrarci: i disabili, i non auto-sufficienti, gli anziani paganotrecento milioni all’anno di ticket

in più degli altri cittadini, quindinon è vero che prendono l’asse-gno di accompagnamento. Cioè,questo se lo riprende la Regionecon i costi sanitari per le perso-ne nella residenzialità. Scusate,mancava questo riferimento: icinquantacinquemila anziani e ledue decine di migliaia di disabilinella residenzialità lombardapagano trecento milioni di ticketimpropri. Questi sono i costisanitari che i Comuni, ma in par-ticolare le famiglie, devonosostenere. Perché in Lombardiaabbiamo un rimborso del 50%,mentre la Regione Piemonte,che si è resa conto della diver-sità, copre il 65% dei costi.Le famiglie in dieci anni, daquando io ho iniziato a fare ilconsigliere regionale, hannopagato tre miliardi di euro diticket. Queste cose non si dico-no, ma sono il nodo per il qualeoggi dobbiamo rivalutare fino infondo il discorso sanitario e dire:ciò che è sanitario lo paga l’as-sessore alla Sanità. Poi sonod’accordo con il rappresentantedel terzo settore: non bisognasanitarizzare, bisogna valorizzaretutte le risorse che ci sono, fattosalvo, però, il diritto costituzio-nale per cui un assessore pagaciò che è sanitario e l’altro pagaciò che è sociosanitario, che è

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 102

Page 103: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 103

un’altra cosa, è l’organizzazionedella tutela residenziale dellepersone, con tutte le risorse chei Comuni possono mettere incampo.Ecco, io vi invito proprio ariprendere in mano la questionedei diritti. Nel progetto di leggedel Partito Democratico, che iocondivido, bisogna creare lospazio perché almeno sulla ria-bilitazione si ritorni al presidiodegli assessori e dei sindaci,altrimenti l’ospedale andrà perconto proprio e scaricherà sem-pre fuori quella parte, che è unaparte importante. Perché poi ioriesco a convincere le famigliead accettare un progetto, quan-do la riabilitazione è stata quasicompletata. Dopo due o tremesi posso andare a parlare conla famiglia e dire: per questoanziano, per questo disabilepuoi riprendere in mano un pro-getto? Ce la fai da solo? Ma nonche dopo sette giorni di salaoperatoria e due giorni di fintariabilitazione te lo buttano fuori.Perché allora scoppia tutto enon c’è progetto che tenga.

(La redazione del testo è stata fatta dalCuratore e non è stata rivista dall’ Autore)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 103

Page 104: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

104 Le politiche per la non autosufficienza

Ardemia ORIANI

Passo ora la parola per le conclusioni a Maria Grazia Fabrizio, firmata-ria del progetto di legge, consigliere regionale.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 104

Page 105: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 105

Conclusioni

Maria Grazia FABRIZIOConsigliera regionale, SegretariaCommissione Sanità

Intendo sottoporre sei afferma-zioni e proporre due impegni.Innanzitutto, però, mi corre l’ob-bligo di ringraziare tutti coloro iquali hanno lavorato per la rea-lizzazione di questo convegno esoprattutto coloro i quali hannoresistito fino a quest’ora, dimo-strando così che il tema èimportante.Prendo spunto proprio dall’ulti-ma considerazione per dire cheprobabilmente, ancora unavolta, abbiamo centrato un argo-mento che rischiava di essere unpo’ emarginato dal contesto deidibattiti che si vanno facendo. Ilmerito di questo è sicuramentedella presentazione della nostraproposta di legge e dell’organiz-zazione di questo convegno. Lanon autosufficienza è un temache appassiona gli addetti ailavori, è un problema per chivive una situazione di non auto-sufficienza, ma rischia di nonessere tra le priorità nell’agendadella politica e dell’amministra-zione regionale.

L’avere riportato alla luce questotema con il vostro contributo,quindi, diventa importante per-ché gli atti di questo convegnopotranno essere un veicolo didiffusione di idee e di proposteche possono a loro volta genera-re un ulteriore dibattito, ognunonelle proprie sedi.Vengo alla prima affermazione.A me pare che tutti abbiano sot-tolineato la necessità di porremano al problema in manieraseria. Questo lo dico perché pernoi che viviamo all’interno delConsiglio regionale è stato moltoimportante ascoltare alcunedichiarazioni che lo stessoAssessore ha fatto, prima fratutte l’ammissione che il sistemaattuale non regge. L’Assessorel’ha detto con particolare riferi-mento al livello basso di utilizzodell’ADI in Lombardia, ma l’hadetto anche rispetto alla questio-ne del ruolo delle famiglie nel-l’ambito della non autosufficien-za e più in generale del welfarelombardo. Un’ammissione, quel-la dell’Assessore, per noi impor-tante, perché noi l’avevamo sot-tolineato più volte, ma l’ammis-sione dell’Assessore ha dato unrilievo diverso, soprattutto per-ché ha aggiunto un’altra cosaancora più importante: bisognaripensare il welfare lombardo; il

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 105

Page 106: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

106 Le politiche per la non autosufficienza

che da un certo punto di vista èpositivo, da un altro punto divista ci deve impegnare a capireche cosa si intende con “ripen-sare”, perché non sempre ripen-sare significa raggiungere obiet-tivi migliori. Bisogna comunqueprendere atto che c’è una dispo-nibilità a un ripensamento com-plessivo.Seconda affermazione che misento di fare: tutti condividiamo,compreso l’Assessore, il fattoche abbiamo bisogno di ripensa-re il sistema, quindi l’assettocomplessivo, gli equilibri. Lalinearità che il nostro Gruppo hamesso nelle proposte che hapresentato sui temi del welfarelombardo credo che vada pro-prio in questa direzione. Sevedete la documentazione chevi abbiamo fornito potete con-statare che anche nella termino-logia, nell’uso delle parole, noiseguiamo un filo conduttore benpreciso, che dà una prospettivadi scenario strutturale su checosa noi vogliamo per una pro-gettualità strutturata e strutturaledel welfare lombardo, a partiredal lavoro immenso da noi fattosulla legge 3 per il governodella rete dei servizi alla perso-na, che siamo riusciti a modifi-care in modo sostanziale nonper bravura solo nostra, ma per

bravura di tutti i soggetti interes-sati che nelle audizioni e neimomenti di dibattito hanno por-tato contributi forti, giustificati egiustificabili. Questo io lo repu-to importante, anche se è ovvioche la strategia che è all’internodella legge non sarebbe stata lanostra, se la legge l’avessimodovuta fare noi; ma molte cosesono state modificate quantomeno per evitare problemi mag-giori.La terza affermazione, che sicollega a quella relativa allascelta di un assetto di sistemaben strutturato (e che è emersada tantissimi interventi, in modoparticolare da quelli dei nostriprofessori, ma anche da inter-venti di amministratori e di rap-presentanti del mondo associati-vo e del terzo settore) è che noiabbiamo bisogno di: program-mazione, governance, responsabi-lità. Cioè dell’esercizio di questetre cose. Perché il sistema ècomplesso, il sistema è articola-to, perché non si parte da zero,ma abbiamo una ricchezza dif-fusa sul territorio che non vasottovalutata, che va portata asistema, ma nell’ambito di ununico progetto che va in un’uni-ca direzione. Questo lo dicoperché è importantissimo chevengano riconosciuti i ruoli, le

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 106

Page 107: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 107

funzioni, le responsabilità, che sidica come si governano le reti;cosa che può e deve fare il siste-ma pubblico, perché questo è ilsuo compito prioritario: gestirele reti. E per quanto riguarda iltema che stiamo trattando, ilruolo del pubblico essere quellodi garantire l’accesso ai diritti.Io ricordo una cosa che la dotto-ressa Chiara de’ Somenzi, coor-dinatrice del Forum del PDMetropolitano, ha detto: l’acces-so ai diritti può essere fonte digiustizia o fonte di ingiustizia.Noi non ci rendiamo conto dicome, ad esempio, chi ha condi-zioni culturali, economiche esociali non elevate rischi dimorire di tumore molto di più diquanto non rischi chi ha unasituazione culturale, sociale edeconomica migliore. Allora iocredo che il sistema pubblico,che deve distribuire e garantiregiustizia, debba davvero assu-mersi il compito di fare in modoche l’accesso ai diritti sia pertutti. Un diritto è un diritto, nondeve essere richiesto, è un dirit-to perché c’è. Pensate all’assur-do (faccio solo una battuta poli-tica) dei bonus famiglia. Se ioho un diritto, perché devo farefatica per accedervi anche dalpunto di vista burocratico? Se èun diritto, perché non mi viene

dato e basta? Visto che in altripaesi questo esiste, vuol direche questo è possibile. Perchéda noi l’esercizio di un dirittodeve essere sempre a domandaindividuale e non deve esseregarantito? Il sistema pubblicodeve riuscire in questa che èproprio una scelta di carattereculturale. Perché sulla non auto-sufficienza, come sui temi delladifficoltà, della marginalità, dellacriticità, della vulnerabilità,diventa fondamentale il modo incui il pubblico garantisce l’ac-cesso ai diritti.Quando noi parliamo dellosportello unico, non parliamo diun luogo fisico, parliamo dellachiave d’accesso con cui il siste-ma si organizza e del luogodove davvero si fa quella presain carico e quel progetto indivi-dualizzato che sollevano la per-sona e la famiglia da una seriedi difficoltà oggettive nella ricer-ca della riposta al proprio biso-gno. Questo presuppone: pro-grammazione, responsabilità,governance. Senza queste tre cose,non si riesce ad avere in modooggettivo e diffuso un accessoalle prestazioni e ai diritti. Maquesto presuppone anche un’al-tra cosa, su cui io credo sia giu-sto essere radicali e che venivain qualche modo ricordata

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 107

Page 108: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

108 Le politiche per la non autosufficienza

anche dal dottor Tam: il ruolodegli Enti locali, che è tra i piùminati nel territorio lombardo.Chi conosce la situazione sa chela marginalità con cui si inter-preta il ruolo degli Enti locali edelle Province in Lombardia èun dato di fatto. Non a caso,ultimamente abbiamo vistocome la gestione del bonus dadare alle famiglie in difficoltàprogrammato dalla RegioneLombardia sia stata affidata alleASL e non ai Comuni. Allora iodico: riaffermiamo il ruolo fon-damentale degli Enti locali all’in-terno del sistema integratosociosanitario. Per esempio, c’èun ruolo di programmazionesulle riabilitazioni che integra illavoro del medico di famigliacon l’ospedale che deve essereassolutamente recuperato. Cioè,eliminiamo le distanze, recupe-riamo le responsabilità, recupe-riamo il ruolo che gli Enti localipossono avere rispetto a unarisposta e difendiamolo… Manon a scapito delle ASL. Non èquesto, il punto. Ognuno hafunzioni e responsabilità oggetti-vamente diverse, per cui ognu-no si mantenga nei confini delproprio ruolo. Il ruolo delle ASLnon deve “esondare” con unriassorbimento di compiti cheinvece spettano ai Comuni.

La quarta affermazione riguardail ruolo della famiglia e dellapersona interessata. Siamo tuttid’accordo sulla centralità dellafamiglia, sulla centralità dellapersona, ne parliamo in tutti iconvegni e in tutti gli interventi.Io non condivido il fatto chein questo periodo anche inRegione Lombardia ci sia unprogressivo cambiamento dellaconcezione della famiglia rispet-to ai temi di carattere sociale. Sevoi analizzate anche solo i ter-mini utilizzati in alcuni docu-menti che escono dalla RegioneLombardia, vedete che il ruolodella famiglia non è più conce-pito come ruolo centrale dellasocietà… Per esempio, si diceche la famiglia è un “erogatoredi prestazioni” e addirittura sirischia di trasformare la famigliain una “unità di offerta”. Iocredo che la famiglia comunquecontribuisca anche in questadirezione, ma che il suo ruoloprimario sia quello di essere unluogo di scambio di sentimen-ti… Non credo che sia quello diessere un’industria di caratterelocale che sottrae compiti ecompetenze a chi questedovrebbe avere per ruolo istitu-zionale, perché quello in cuistiamo andando a infilarci è uncrinale pericolosissimo, nel

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 108

Page 109: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 109

senso che si cerca di sovraccari-care la famiglia di una serie dicompiti e di responsabilità chela famiglia rischia di non sop-portare. Ecco perché è impor-tante dire, quando si parla dilibera scelta, che la vera liberascelta si ha quando la famiglia ela persona interessata possonodavvero scegliere. Ad esempio,una persona che può essereassistita in famiglia e che vuoleessere assistita in famiglia, prefe-risce un progetto individualizza-to di vita indipendente con unbudget personale e un assistentefamiliare personalizzato? O pre-ferisce un’assistenza all’internodi una struttura? Se una personaha libertà di scelta, questa libertàdi scelta deve essere supportatada azioni che consentano allapersona di portarla avanti.L’abbiamo sentito dal rappresen-tante dell’Associazione dei mala-ti di Alzheimer. Una volta che siè scelto il tipo di intervento,bisogna che questo interventovenga garantito. Ecco allora tuttoil tema delle badanti, della pro-fessionalizzazione, dell’interven-to finanziario per il sostegno deicontributi… Solleviamo la fami-glia da incarichi burocratici con-tinui, come se la famiglia fosseuna datrice di lavoro, restituia-mo alla famiglia il proprio ruolo,

restituiamo alla persona il pro-prio ruolo, rendendola, fra l’al-tro, paritaria nella scelta dell’in-tervento.Si diceva “negoziare insieme”…Perché noi abbiamo appoggiatol’Associazione per la VitaIndipendente? Perché questaAssociazione porta avanti unragionamento fondamentale,cioè dice: la persona adulta condisabilità grave è comunque ingrado di formulare una propostaper rendersi attiva nella società.Questo è un punto decisivo:non si scarta la persona, ma lapersona è protagonista negozia-le nei confronti del progettoindividualizzato che si vuoleportare avanti.Quinta affermazione: attenzioneallo strumento con cui si affron-ta la questione. Qui la legge 3 èun po’ birichina, perché è veroche dice che viene costituito ilFondo per la non autosufficien-za, ma dice anche che l’organiz-zazione del Fondo è legata alpiano sociosanitario regionale,che viene fatto ogni tre anniattraverso una delibera diConsiglio. Se non si fa unalegge, come invece noi sostenia-mo che si debba fare, si rischiache il Fondo non venga resostrutturale e permanente, chevenga subordinato a ciò che si

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 109

Page 110: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

110 Le politiche per la non autosufficienza

fa ogni volta che viene discussoil piano sociosanitario regionale,per esempio rispetto alle risorsemesse a disposizione. Noi abbia-mo fatto la scelta della propostadi legge perché siamo convintiche sul tema la Regione debbalegiferare. In questo senso, iocredo che l’Assessore oggi si siadimenticato di darci qualcherisposta, ma credo anche che ilnostro ruolo sia quello di solle-citare risposte, perché noi nonpossiamo aspettare il pianosociosanitario, soprattutto nonpossono le famiglie, i gestori, gliEnti locali, non può la società.La sesta affermazione riguarda iltema del finanziamento. Cioè, senon ci sono i soldi, il Fondo perla non autosufficienza rimane labandierina di cui abbiamo parla-to. Noi possiamo strutturare unprogetto, se però poi non cisono le gambe per poterlo rea-lizzare, quel progetto rischia ditornare ad essere una bandieri-na, anche se è un buon proget-to. Quindi: il finanziamento. Noi coraggiosamente abbiamomesso tutto l’armamentario delleproposte possibili, compresaquella di un’addizionale regiona-le, che viene esattamente dopotutto il resto, ma non perché cipiaceva metterla per ultima, maperché riteniamo che prima

vadano scandagliate e viste tuttele altre possibilità, tra cui, adesempio, quella di una raziona-lizzazione delle risorse.Oggi l’Assessore ha detto unacosa importante: spostiamorisorse dal capitolo sanitario aquello sociosanitario, che ha unfinanziamento ridicolo per lenecessità della Regione. Quiperò bisogna stare attenti, per-ché questo passa dalla negozia-zione tra due diversi assessorati,quindi non è semplicissimo darealizzare, però noi siamo d’ac-cordo, si tratta di qualcosa chedeve essere fatto. Così comebisogna chiedere che ci sia unasoluzione del problema a livellonazionale; siccome però sarà dif-ficile anche questo, noi nonescludiamo che la soluzionepossa esserci anche a livelloregionale. Questo perché – evengo ai due impegni finali –non si può andare avanti a direche cosa devono fare gli altri,bisogna incominciare a dire checosa faremmo noi e che cosafacciamo noi.Noi abbiamo fatto delle propo-ste di governo del problema, digoverno nel senso che per noi ilproblema è da inserire nellepriorità della Regione. In occa-sione delle elezioni comunali eprovinciali, il tema dovrà essere

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 110

Page 111: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 111

messo tra le priorità anche dicarattere amministrativo all’inter-no delle strutture comunali eprovinciali, così come dovrà tro-vare spazio all’interno delmondo associativo e diventarequindi una delle priorità su cuilavorare, ma soprattutto su cuichiedere soluzioni.Allora, se noi siamo disponibili –e lo siamo – a continuare asostenere la nostra scelta, è chia-ro che il nostro compito inRegione non può essere chequello di insistere per aprire ildibattito sul Fondo per la nonautosufficienza in CommissioneSanità e in Consiglio; cosa, vigarantisco, molto difficile, per-ché, se si riuscisse ad aprire ildibattito in Commissione e inConsiglio, vorrebbe dire che laGiunta ha scelto di affrontare iltema come un nodo su cuicostruire delle priorità di inter-vento. Noi questo lo facciamo,così come sappiamo che il sin-dacato dei pensionati sta trattan-do a livello regionale, così comesappiamo che le associazioni eanche il terzo settore stannoinsistendo su questo.Io credo che la nostra rete,ognuno per le proprie compe-tenze e per i ruoli che ha (e nonne faccio una questione ideolo-gica, ne faccio proprio una que-

stione di merito), debba lavorarein questa direzione: per far sìche il dibattito venga assuntocome dibattito di carattere regio-nale e locale e costringa chi hacomunque responsabilità digoverno a dare delle risposte. Suquesto noi siamo impegnati, suquesto garantiamo la nostradisponibilità.Allora l’ In bocca al lupo! di stamat-tina noi l’accogliamo soprattuttoperché il dibattito di oggi, ricco,molto forte, molto partecipato eanche molto impegnato dalpunto di vista delle proposte, cidice che non siamo soli, chesiamo insieme e che – insieme –possiamo andare avanti.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 111

Page 112: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

112 Le politiche per la non autosufficienza

DOCUMENTI E RICERCHEa cura di Francesco Bova

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 112

Page 113: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 113

REGIONE LOMBARDIA - VIII LEGISLATURACONSIGLIO REGIONALE

ATTI 13461

PROGETTO DI LEGGE N. 0356

di iniziativa dei Consiglieri:

Fabrizio, Oriani, Gaffuri, Valmaggi, Porcari, Pedrazzi, Spreafico________

Indirizzi per la qualificazione ed il sostegnodell’assistenza familiare

PRESENTATO IL 12/11/2008

ASSEGNATO IN DATA 13/11/2008

ALLA COMMISSIONE REFERENTEIII CONSULTIVA I

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 113

Page 114: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

114 Le politiche per la non autosufficienza

Relazione

Premessa

L’assistenza familiare resa perlopiù a domicilio e la cura della personaè caratterizzata da una domanda sostenuta e crescente, e da un’offertainsufficiente, spesso debolmente professionale, irregolare e in maggio-ranza sommersa.Le famiglie hanno sempre manifestato la volontà di accudire il propriofamiliare anziano e spesso in condizioni di non autosufficienza all’in-terno delle mura domestiche.In passato, tale compito era svolto dalla famiglia dell’assistito ed affida-to soprattutto alle donne.Da alcuni anni, però, la trasformazione della composizione familiare el’ingresso delle donne nel mercato del lavoro hanno determinato ilvenir meno di questo “ammortizzatore sociale”.Oggi questa attività di cura e di assistenza alla persona all’interno dellefamiglie è sempre più affidata alla crescente disponibilità delle cosid-dette “assistenti familiari”, quasi esclusivamente rappresentate da lavo-ratrici straniere e spesso in situazioni di irregolarità.Questo fenomeno, che sta assumendo rilevanti proporzioni, riguardadirettamente o indirettamente una pluralità di soggetti privati e pubbli-ci e relative competenze, quali la famiglia, gli Enti locali, le Istituzionia carattere sociosanitario, le Questure, gli Enti previdenziali e conse-guentemente le rispettive politiche: sociali, dell’immigrazione, previ-denziali, fiscali ed infine il mercato del lavoro.Il “mercato” dell’assistenza familiare vive poi molte difficoltà rappre-sentate:

- sul fronte della domanda espressa dalle famiglie, da:una limitata consapevolezza circa i reali bisogni assistenziali dell’anziano, soprattut-to se disabile;l’incertezza circa la reale competenza ed esperienza dell’assistente sociale;l’impreparazione ad accogliere e comunicare con un “estraneo” di diversa lingua, cul-tura e costumi;l’insicurezza circa il vissuto e le abitudini di vita dell’assistente familiare, spesso in

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 114

Page 115: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 115

condizione di clandestinità;l’onere economico che deriva dalla assunzione degli assistenti familiari in conformitàalle leggi vigenti;la gestione dell’intero iter tecnico ed amministrativo che la selezione dell’assistentefamiliare, la sua assunzione e l’adempimento di ogni obbligo ad essa conseguente lalegge prevede;

- sul fronte dell’offerta, oltre quelle già ricordate, da:un vissuto migratorio spesso sofferto e nella clandestinità;l’impreparazione linguistica e socio-culturale circa gli usi ed i costumi di noi italiani;l’insicurezza e la precarietà sociale ed economica soprattutto nel medio/lungo termi-ne;la carenza di professionalità o di qualsivoglia titolo che eventualmente la attesti.

Questo intervento legislativo, considerando tali problematiche intendeoffrire una normativa organica sul lavoro di cura domiciliare:venendo incontro alle diverse difficoltà dell’assistente familiare e dellafamiglia che ne acquisisce le prestazioni;valorizzando quelle esperienze già in atto ai diversi livelli istituzionali(quale a titolo esemplificativo l’iniziativa “Ci prendiamo cura di Te”promossa dalle Politiche sociali della Provincia di Milano e finalizzataa favorire e potenziare la regolarizzazione del lavoro di cura lungo unpercorso che coinvolge le famiglie e le badanti) trovano in questodisegno di legge un “logical framework” al cui interno sinergicamenteintegrarsi.

Tecnicamente il PdL si “muove” infatti su tre diversi fronti:

quello della qualificazione professionale, linguistica e culturale degliassistenti familiari e dell’accreditamento delle competenze così acquisi-te;quello dell’assistenza socioculturale, economica e amministrativa allefamiglie che acquisiscono le prestazioni offerte dalle assistenti familiari“formate” secondo le modalità disciplinate dal presente PdL;quello dell’organizzazione di una rete di servizi a livello territoriale, ilcui governo complessivo è affidato alla Regione ed il coordinamentoalle Province, costituita da soggetti pubblici e privati, in possesso delle

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 115

Page 116: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

116 Le politiche per la non autosufficienza

dovute competenze e, quindi “abilitati” attraverso specifiche conven-zioni a prestare la necessaria assistenza formativa ed amministrativarispettivamente alle assistenti familiari e alle famiglie.

L’assistente familiare

Questa legge riconosce la figura dell’assistente famigliare, quale parteintegrante del sistema dei servizi socio assistenziali, ne garantisce latutela e ne organizza la formazione al fine di qualificarne le prestazio-ni.Infatti, il lavoro di cura svolto a casa della persona assistita è spessoingiustamente sottovalutato: in realtà per rendere un servizio di cura edi assistenza di qualità, sono necessarie competenze specifiche con-nesse alla sfera relazionale unitamente ad un’adeguata preparazionetecnica.Proprio per tali ragioni, si prevede una specifica formazione rivoltaall’assistente familiare.Dovrà trattarsi di iter formativi strutturati in moduli successivi e auto-nomi che garantiscano un percorso di medio periodo che permettaagli assistenti familiari di conciliare attività di formazione e lavoro.Tali corsi dovranno essere finalizzati all’acquisizione dei fondamentiteorici in alcune materie propedeutiche (psicologia relazionale, orga-nizzazione dell’assistenza alla persona, ecc.) e di solide conoscenzenell’igiene e cura della casa, nell’economia domestica e nella cucina,nella condizione fisiologica e patologica dell’anziano e del disabile.Agli assistenti familiari stranieri, a garanzia della pari opportunità nel-l’inserimento lavorativo, dovrà essere assicurato l’insegnamento dellalingua italiana.Allo scopo di certificare il completamento dell’iter formativo da partedell’assistente famigliare e, quindi ogni suo intervento a favore dell’as-sistito, è stato previsto il rilascio di un attestato di frequenza e la con-seguente iscrizione in un apposito elenco territoriale.La figura dell’assistente familiare che ha accesso a tale sistema combi-nato di formazione, è quella dell’operatore più vicino ai bisogni disostegno famigliare mirati e continuativi, ma che non svolge prestazio-ni di rilievo sanitario o strettamente rivolti a disabili che, come tali,necessiterebbero del ricorso ad operatori qualificati.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 116

Page 117: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 117

A questi elenchi territoriali viene garantita la massima “pubblicità” siapresso i Comuni sia presso le organizzazioni del terzo settore prepostialla loro tenuta.

La famiglia

La famiglia, quando un proprio congiunto in ragione dell’età o di par-ziali deficit fisici o psichici si trova a dover vagliare la possibilità diricercare una qualche forma di aiuto, vive questa scelta in modo moltoconflittuale.E’ infatti indiscutibile che anch’essa, qualora intenda usufruire del ser-vizio dell’assistente familiare, ha necessità di essere:ascoltata circa il proprio fabbisogno assistenziale, informata circa ladisponibilità delle assistenti famigliari in possesso delle competenzenecessarie, e più in generale dei propri diritti e doveri e quelli delleeventuali coadiuvanti;guidata nella ricerca, nella selezione e nel suo reclutamento di un assi-stente familiare con competenze ed esperienze consone alle esigenzemanifestate;confortata circa la continuità nel tempo di una assistenza famigliarefondata sempre su scelte condivise;agevolata economicamente, in considerazione dell’elevato costo chel’assistenza familiare continuativa comporta per la famiglia e talvoltaper lungo tempo;assistita nel disbrigo di ogni incombenza di natura amministrativa chela ricerca, la selezione, l’assunzione e la corresponsione dei compensie di ogni altro obbligo ad esso correlato, impone.

Questa proposta di legge prevede adeguate risposte ad ogni fabbiso-gno menzionato ed in particolare prevede che la corresponsione delsostegno economico sia subordinata ad un duplice ordine di condizio-ni:al fatto che la famiglia o l’anziano assumano l’assistente famigliare inottemperanza al vigente “contratto collettivo nazionale di lavoro sulladisciplina del rapporto di lavoro domestico”;al fatto che gli assistenti famigliari abbiano frequentato appositi corsidi formazione e che, sulla base di tale frequenza e con il consegui-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 117

Page 118: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

118 Le politiche per la non autosufficienza

mento delle attestazioni previste, abbiano il diritto ad essere iscritti adappositi elenchi territoriali di accreditamento.Contrariamente ad altre disposizioni che prevedono un sostegno diret-tamente proporzionale all’impegno professionale o al compenso corri-sposto agli assistenti familiari, questa legge propone che il sostegnoregionale sia proporzionale ai contributi previdenziali versati. Oltreciò, il PdL, al fine di incentivare ulteriormente il ricorso all’assistenzafamigliare così come menzionato, prevede che alle famiglie sia gratui-tamente corrisposta l’assicurazione contro gli infortuni domestici afavore dell’assistente famigliare.

Così, mentre il sostegno economico è stato ideato allo scopo di favori-re in forma diretta le famiglie, il criterio in base al quale lo stessoviene corrisposto agevola in modo diretto gli assistenti famigliari.Entrambi favoriscono poi in forma indiretta una pluralità di soggettipubblici e privati senza finalità lucrative che concorrono nel progressocivile, sociale ed economico della nostra Regione e dell’intera nazione.Infatti, grazie al contributo economico previsto, le famiglie sosterrannouna minore spesa assistenziale a domicilio, contemporaneamentegodranno di un’assistenza familiare “a loro misura”, stabile e qualifica-ta e di un’assistenza amministrativa locale, valida ed istituzionalmentericonosciuta;grazie ai contributi previdenziali versati, l’assistente familiare regolare,se straniero, e debitamente qualificato godrà di maggiore garanzia,tutela sociale ed economica non soltanto nel presente, con la corre-sponsione dei compensi, ma anche nel futuro grazie alla “capitalizza-zione” dei contributi previdenziali versati;entrambe le “misure” previste e le condizioni che ne decretano l’effica-cia, quali la regolarizzazione dei cittadini extracomunitari con le dispo-sizioni che disciplinano il soggiorno e la residenza in Lombardia l’ac-creditamento degli assistenti familiari, l’assunzione degli stessi concontratti di lavoro regolari, la gestione amministrativa dei rapporti giu-ridici e economici tra le famiglie e i loro assistenti, favorirebberorispettivamente:la Giustizia e la società civile nel suo complesso grazie ad una flessio-ne del fenomeno dell’irregolarità e conseguentemente dell’insicurezzadelle famiglie;

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 118

Page 119: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 119

la qualità dell’assistenza socio-assistenziale a domicilio con evidentiricadute positive sulle ospedalizzazioni improprie, sulle complicanzepatologiche di soggetti anziani causate da incompetenza, abbandonoed incomunicabilità e sugli incidenti domestici;l’emersione di una parte consistente di “lavoro nero” e quindi un con-siderevole aumento del reddito lordo regionale e dei flussi d’entratadegli Enti previdenziali (INPS e INAIL) e quindi delle entrate tributarieregionali e comunali.La flessione del fenomeno dell’irregolarità degli stranieri, già dediti oche aspirano a divenire assistenti famigliari, conseguente all’applica-zione del presente provvedimento, crediamo possa essere ulteriormen-te “amplificata” da una revisione migliorativa della legge Bossi-Fini.

I soggetti pubblici e privati coinvolti

Oltre alla Regione, cui spetta il governo degli interventi previsti inquesta legge, sono coinvolte:le Province nella funzione di programmazione e coordinamento degliinterventi formativi e di accreditamento dell’assistente famigliare;i Comuni, in forma singola ed associata, nella loro progettazione e rea-lizzazione, avvalendosi anche dei soggetti senza scopo di lucro;i soggetti del terzo settore, le organizzazioni sindacali maggiormenterappresentative e gli altri soggetti di diritto privato senza finalità lucra-tive con funzioni di assistenza tecnica ed amministrativa

Le Province, già coinvolte nel concorso alla realizzazione della reted’offerta sociale soprattutto in riferimento alla formazione professiona-le (Legge regionale n. 3/2008) dovranno, anche se ciò dovrà esseredettagliatamente stabilito nel “regolamento d’attuazione”:in conformità dei criteri d’individuazione delle organizzazioni stabilitidalla Giunta regionale, identificare dei requisiti minimi di conoscenza,competenza ed esperienza per gli assistenti familiari e per i soggettiterritorialmente deputati alla assistenza tecnica ed amministrativa;individuare il fabbisogno formativo di tali soggetti, delle assistentifamiliari ed informativo delle famiglie.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 119

Page 120: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

120 Le politiche per la non autosufficienza

Le stesse poi, dovranno:pianificare gli interventi di formazione per i soggetti territoriali e diformazione ed accreditamento a favore degli assistenti familiari;assicurare che i Comuni ed i soggetti senza finalità lucrative menziona-ti garantiscano la pubblicazione e la diffusione a livello territorialedegli elenchi degli assistenti famigliare accreditati.

I Comuni, in forma singola ed associata, avvalendosi degli strumenti diprogrammazione locale della rete d’offerta sociale (Piano di Zona)sono coinvolti:nella progettazione e realizzazione locale degli interventi formativi,programmati dalle Province;nella definizione dei livelli prestazionali quali-quantitativi collettivi epersonalizzati circa l’assistenza famigliare;nella pubblicazione e diffusione degli elenchi territoriali con il detta-glio delle assistenti familiari formate.

I soggetti senza finalità lucrative operanti in ambito sociale ed assisten-ziale su delega delle Amministrazioni comunali potranno avere unapluralità di compiti a favore delle famiglie e degli assistenti famigliari.

Nel dettaglio le funzioni affidate a tali organismi potranno essere:la partecipazione agli incontri formativi organizzati dalle Province;l’organizzazione e la gestione di percorsi formativi rivolti agli assistentifamigliari;la pubblicazione e diffusione degli elenchi territoriali delle assistentifamigliari accreditate;l’istituzione degli sportelli per l’assistenza alle famiglie e alle assistentifamigliari formate, che offriranno i seguenti servizi;organizzazione di incontri formativi rivolti alle famiglie interessate esportello informativo;gestione di tutte le pratiche necessarie al reclutamento dell’assistente familia-re e la presentazione della documentazione richiesta da Questura e Comuni;presa in carico della relazione tra famiglia ed assistente famigliare agaranzia della personalizzazione e della sua durabilità;gestione del calcolo della busta paga e compilazione dei contributi edel TFR;

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 120

Page 121: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 121

assolvimento del debito informativo verso la Regione finalizzato siaalla concessione del contributo economico a favore della famiglia siaal monitoraggio, controllo e verifica previsti dalla legge.

Indichiamo in basso i contenuti salienti dei singoli articoli che com-pongono il PdL:l’articolo 1 individua le finalità, i principi e gli obiettivi del PdL;il secondo articolo identifica i soggetti privati e istituzionali coinvolti.Oltre la Regione cui spetta il governo dell’assistenza familiare: i sog-getti beneficiari (le famiglie), le assistenti familiari, le Province, gli Entilocali singoli o in forma associata, e gli altri soggetti senza finalitàlucrative;gli articoli 3 e 4 individuano e qualificano rispettivamente i soggettibeneficiari e gli assistenti familiari;l’articolo 5 descrive gli interventi finalizzati al conseguimento degliobiettivi descritti nell’articolo 1, e il rapporto tra questi e gli strumentidi programmazione socio-assistenziale territoriale;l’articolo 6 stabilisce le logiche ed i contenuti dei programmi di forma-zione rivolti a coloro che aspirano a svolgere attività di assistenzafamiliare fino al conseguimento delle attestazioni di partecipazione eall’accreditamento delle assistenti familiari;gli articoli 7 e 8 stabiliscono organizzazione e contenuti dei programmiformativi rivolti rispettivamente ai volontari ed agli operatori delleorganizzazione del terzo settore ed agli operatori socio-assistenziali inservizio presso le amministrazioni comunali;l’articolo 9 descrive succintamente scopi, obiettivi delle campagne dicomunicazione per la valorizzazione dell’assistenza familiare;l’articolo 10 disciplina gli incontri formativi a favore dei singoli e dellefamiglie che intendono avvalersi dell’assistenza familiare e soprattuttole modalità d’organizzazione e funzioni degli sportelli dell’assistenzafamiliare;l’articolo 11 definisce i criteri per la concessione del contributo econo-mico a favore dei beneficiari;l’articolo 12 stabilisce scopi, funzioni, soggetti fruitori ed accesso aidati del sistema informativo dell’assistenza familiare;il penultimo articolo individua nel regolamento d’attuazione lo stru-mento attraverso cui, entro quattro mesi dall’entrata in vigore della

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 121

Page 122: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

122 Le politiche per la non autosufficienza

legge, sono stabiliti dettagliatamente i contenuti, le modalità di realiz-zazione, i tempi, i soggetti coinvolti, le responsabilità e le risorse perciascuno degli interventi previsti;il PdL si conclude con una norma finanziaria che rimanda ad una suc-cessiva legge l’individuazione delle fonti e degli stanziamenti finanziarinecessari.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 122

Page 123: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 123

Progetto di Legge“Indirizzi per la qualificazione ed il sostegno dell’assisten-za familiare”

Articolo 1(Finalità, principi e obiettivi)

1.La presente legge al fine di promuovere condizioni di benessere einclusione sociale della persona, della famiglia e della comunità e diprevenire, rimuovere e ridurre situazioni di disagio psicofisico e socia-le, disciplina l’assistenza familiare nel rispetto dei principi enunciatidalla legge 8 novembre 2000, n. 328, dalla legge regionale del 12marzo 2008, n. 3 e dalla vigente normativa regionale in materia di for-mazione professionale.2.Il governo regionale dell’assistenza familiare si informa ai seguenti principi:rispetto della dignità della persona;libertà di scelta, nel rispetto dell’appropriatezza delle prestazioni;personalizzazione delle prestazioni ai fini di una efficace presa in cari-co della persona;sussidiarietà orizzontale e verticale;riconoscimento, valorizzazione e sostegno del ruolo della famiglia,quale nucleo fondamentale per la cura della persona;promozione degli interventi a favore di soggetti soli ed in difficoltà,anche al fine di favorire la permanenza nel proprio ambiente familiaree sociale.3.La Regione nel rispetto dei principi di cui al comma 2, persegue iseguenti obiettivi:riconoscimento dell’assistenza familiare quale parte integrante dellarete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e nellepolitiche di settore, in particolare della formazione, del lavoro, dell’im-migrazione e della previdenza;promozione sociale, valorizzazione e qualificazione professionale del-l’assistente familiare;formazione dell’assistente famigliare;sostegno economico ed assistenza amministrativa a favore alle famiglieche beneficiano dell’assistenza familiare secondo le modalità di cuialla presente legge;monitoraggio dell’efficacia ed efficienza dell’assistenza familiare.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 123

Page 124: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

124 Le politiche per la non autosufficienza

Articolo 2(Soggetti)

1.Secondo i principi enunciati dalla presente legge ed in particolaresecondo il principio di sussidiarietà, concorrono alla programmazione,progettazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi finalizzatial raggiungimento degli obiettivi di cui all’art. 1, comma 3, secondo gliindirizzi definiti dalla Regione:le Province;i Comuni singoli o in forma associata;i soggetti del terzo settore, le organizzazioni sindacali maggiormenterappresentative ed i loro patronati ed altri soggetti di diritto privatosenza finalità lucrative che operano in ambito sociale e sociosanitario;le persone fisiche aventi titolo per prestare assistenza familiare (assi-stenti familiari) e le persone fisiche e le famiglie che si avvalgono delleprestazioni di assistenza familiare a domicilio (beneficiari) secondo lemodalità previste dalla presente legge.

Articolo 3(Beneficiari)

Ai sensi della presente legge, sono “beneficiari” delle prestazionidi assistenza familiare e di ogni altra forma di assistenza e di soste-gno economico ad essa correlata, i cittadini italiani residenti neicomuni della Lombardia e di Stati appartenenti all’Unione Europea(UE) presenti e i cittadini di Stati diversi da quelli appartenenti allaUE in regola con le disposizioni che disciplinano il soggiorno e laresidenza in Lombardia che, manifestando il bisogno d’assistenzaper lo svolgimento delle ordinarie attività della vita quotidiana,assumono un’assistente familiare in possesso dei titoli di cui alcomma 3, articolo 6, in conformità al vigente “Contratto collettivonazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domesti-co”;.

Articolo 4(Assistenti familiari)

Sono legalmente riconosciuti “assistenti famigliari” dalla RegioneLombardia, i cittadini italiani e di Stati appartenenti all’Unione Europea(UE) presenti in Italia e i cittadini di Stati diversi da quelli appartenenti

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 124

Page 125: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 125

alla UE in regola con le disposizioni che disciplinano il soggiorno e laresidenza in Lombardia che hanno conseguito i titoli di cui al comma3, articolo 6.

Articolo 5(Interventi)

Gli interventi finalizzati al conseguimento degli obiettivi di cui all’art.1, comma 3 sono costituiti da:programmi di formazione rivolti a coloro che intendono svolgere l’atti-vità di assistenza familiare;incontri formativi rivolti agli operatori e volontari in servizio presso isoggetti di cui alle lettere b), c), comma 1, articolo 2;campagne di comunicazione sociale volte alla promozione ed allavalorizzazione della professione di assistente famigliare;iniziative di formazione, informazione e assistenza tecnica ed ammini-strativa e rivolte ai beneficiari;interventi di sostegno economico a favore dei beneficiari;il sistema informativo per il monitoraggio dei costi e dei benefici del-l’assistenza familiare conseguenti all’attuazione degli interventi previstidalla presente legge.Tali interventi devono essere previsti ed integrati negli strumenti dellaprogrammazione socio-assistenziale in ambito locale ai sensi dell’arti-colo 18 (Piano di Zona), legge regionale n. 3 del 12 marzo 2008.Il regolamento di attuazione, ai sensi dell’art. 13 stabilisce dettagliata-mente i contenuti, le modalità, i tempi, i soggetti coinvolti e le respon-sabilità per ciascuno degli interventi previsti.

Articolo 6(Formazione dell’assistente familiare)

In base agli indirizzi dettati dalla Regione, le Province programmanogli interventi formativi rivolti a coloro che aspirano a svolgere attivitàdi assistenza familiare. Tali programmi, previa verifica e riconoscimen-to delle competenze ed esperienze pregresse dei partecipanti, devonoessere diretti a:qualificare, accompagnare e sostenere il loro inserimento lavorativo;fornire competenze nel lavoro di cura alla persona, di aiuto domesticoe di sostegno familiare;

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 125

Page 126: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

126 Le politiche per la non autosufficienza

favorire la capacità di orientamento e di interazione con la rete d’offer-ta territoriale;facilitare l’interculturalità ed assicurare l’apprendimento di base ed ilmiglioramento della conoscenza della lingua italiana qualora le/gliaspiranti assistenti familiari siano d’origine straniera.Le iniziative di formazione degli assistenti familiari sono articolate inmodo da favorire l’apprendimento anche al domicilio della famigliaassistita e sono gratuite. I partecipanti alle iniziative formative devonoaver compiuto i diciotto anni, aver assolto l’obbligo scolastico secondole vigenti leggi di settore, non aver riportato condanne penali ed esse-re residenti in Lombardia o, qualora stranieri, possedere un regolarepermesso di soggiorno.Il programma formativo, visto il testo unico della sicurezza di cui alD.lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, prevede l’attuazione di uno specificomodulo finalizzato alla conoscenza ed alla acquisizione di competenzein materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro, individuandoparticolari misure di tutela della categoria del lavoratore che esplica lasua attività nel settore di lavoro a domicilio, essendo quest’ultimo unsettore particolarmente a rischio di incidenti domestici.Il completamento con successo del percorso di formazione comportail rilascio di un attestato di frequenza che conferisce all’assistente fami-liare il titolo all’iscrizione in un apposito elenco territoriale, conservatopresso i soggetti territorialmente competenti di cui alle lettere b), c),comma 1, articolo 2;I crediti formativi maturati con il rilascio dell’attestazione di fre-quenza di cui al precedente comma conferiscono all’assistentefamigliare il diritto di acquisire ulteriore formazione in ambitosociosanitario.

Articolo 7(Formazione dei soggetti del Terzo settore)

Le Province, programmano gli interventi formativi rivolti agli operatoried ai volontari in servizio presso i soggetti sociali di cui alla lettera b),c) comma 1, articolo 2. Tali soggetti concorrono alla realizzazionedegli interventi formativi che devono essere diretti a:sviluppare le capacità tecniche ed organizzative finalizzate alla creazio-ne degli sportelli informativi e di assistenza tecnico-amministrativa a

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 126

Page 127: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 127

favore dei beneficiari;fornire competenze nel lavoro di ascolto, orientamento e formazione afavore dei beneficiari, anche potenziali;fornire conoscenze e sviluppare le competenze tecniche circa la presain carico della relazione tra famiglia ed assistente famigliare a garan-zia della personalizzazione e della durabilità;sviluppare conoscenze e competenze tecniche circa la gestione e l’am-ministrazione del personale;garantire l’assolvimento del debito informativo verso la Regione fina-lizzato sia alla concessione del contributo economico a favore dellafamiglia di cui all’art. 11, sia al monitoraggio dei benefici e costi del-l’assistenza familiare conseguenti all’attuazione degli interventi previstidalla presente legge.

Articolo 8(Formazione degli operatori dei servizi sociali)

Le Province programmano gli interventi formativi di aggiornamentoprofessionale per operatori socio-assistenziali in servizio presso i sog-getti di cui alla lettera b), comma 1, articolo 2.I soggetti di cui alla lettera b), c), comma 1, articolo 2 concorrono allarealizzazione degli interventi formativi che devono essere diretti alloscopo di:divulgare i contenuti della presente disciplina e le sue implicazioninella programmazione socio-assistenziale locale;valorizzare il ruolo dell’assistente familiare nella rete d’offerta localedei servizi alla persona.

Articolo 9(Iniziative di comunicazione sociale)

In base agli indirizzi della Regione, le province organizzano campagnedi comunicazione sociale rivolte soprattutto ai potenziali beneficiari edalle/gli aspiranti assistenti familiari. Tali iniziative devonocontribuire alla valorizzazione sociale e professionale dell’assistentefamiliare in Lombardia;orientare la scelta dei potenziali beneficiari verso l’assistenza familiarecosì come disciplinata dalla presente legge.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 127

Page 128: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

128 Le politiche per la non autosufficienza

Articolo 10(Formazione, informazione e consulenza ai beneficiari)

Secondo gli indirizzi provinciali, i soggetti di cui all’articolo 2, comma1, lettera b), c) avvalendosi degli strumenti della programmazionesocio-assistenziale in ambito locale ai sensi dell’articolo 18, leggeregionale n. 3 del 12 marzo 2008, progettano e realizzano localmentedegli incontri formativi a favore dei beneficiari. Tali incontri sono fina-lizzati a:conoscere gli obiettivi, gli interventi e gli attori coinvolti nell’attuazionedella presente legge;comprendere le condizioni che disciplinano l’erogazione del contribu-to economico e l’assistenza tecnica ed amministrativa a favore deibeneficiari;fornire informazioni circa le funzioni espletate dallo sportello per l’as-sistenza familiare;favorire l’accoglienza, l’incontro ed il rapporto di vita tra le famigliebeneficiarie e le assistenti familiari;

Le Amministrazioni comunali, in forma singola od associata ancheavvalendosi dei soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, c) attraverso glistrumenti della programmazione socio-assistenziale in ambito locale aisensi dell’articolo 18, legge regionale n. 3 del 12 marzo 2008, possonoistituire degli sportelli per l’assistenza familiare. Tali sportelli garanti-scono omogeneamente:la pubblicazione e diffusione degli elenchi territoriali delle assistentifamigliari formate; ascolto e informazione a carattere generale e specifica circa l’assisten-za familiare ai sensi della presente legge; assistenza nella ricerca, nella selezione e nel reclutamento di un assi-stente familiare con competenze ed esperienze consone alle esigenzemanifestate;presa in carico della relazione tra famiglia ed assistente famigliare agaranzia della personalizzazione e della sua durabilità;gestione di ogni incombenza di natura tecnico-amministrativa derivan-te dall’assunzione e da ogni altro obbligo ad essa correlato;adeguata integrazione con i soggetti di cui all’art. 2, comma 1, letterac);

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 128

Page 129: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 129

l’assolvimento del debito informativo verso la Regione finalizzato siaalla concessione del contributo economico a favore della richiedentesia al monitoraggio dell’assistenza familiare.

Articolo 11(Interventi di sostegno economico)

La Regione, attraverso la concessione di un contributo, sostiene i sog-getti di cui al comma 1, articolo 3 che si avvalgono di un assistentefamiliare in qualità di datori di lavoro;2.Più precisamente il contributo è concesso, qualora:l’assistente familiare sia in possesso dell’attestato di frequenza del per-corso di formazione e sia stato selezionato dagli appositi elenchi terri-toriali di accreditamento di cui all’articolo 6, comma 3;i beneficiari assumano l’assistente familiare con contratto di lavoroconforme al vigente “Contratto collettivo nazionale di lavoro sulladisciplina del rapporto di lavoro domestico”;3.Il contributo a favore dei beneficiari è costituito dalla corresponsio-ne:di una parte dei contributi previdenziali versati a favore dell’assistentefamiliare;del premio assicurativo contro gli infortuni domestici a favore dell’assi-stente famigliare assunto; 4.Il regolamento d’attuazione di cui all’articolo 13 stabilisce l’entità, laperiodicità, la durata ed i limiti di reddito per la concessione del con-tributo economico.

Articolo 12(Monitoraggio e valutazione)

Il sistema informativo dell’assistenza familiare è finalizzato:alla rilevazione, elaborazione ed analisi di informazioni utili alla pro-grammazione regionale, provinciale e locale;al monitoraggio dell’efficacia e dell’efficienza degli interventi previstidalla presente legge e dell’assistenza familiare prestata, avvalendosianche di indagini circa il livello di soddisfazione dei beneficiari;

I soggetti di cui all’articolo 2, comma 1, lettere b), c) concorrono allarealizzazione ed usufruiscono del sistema informativo;

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 129

Page 130: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

130 Le politiche per la non autosufficienza

L’assolvimento del debito informativo da parte dei soggetti di cui allelettere b), c), comma 1, articolo 2 è condizione per l’affidamento dellefunzioni di cui all’articolo 10 e per l’accesso alle risorse regionali;

La Regione, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezio-ne dei dati personali, garantisce l’accesso ai dati sistema informativo atutti i soggetti istituzionali di cui all’articolo 2 limitatamente al proprioambito territoriale di riferimento.

Articolo 13(Regolamento d’attuazione)

Il regolamento d’attuazione della presente legge è adottato entro 120giorni dalla sua entrata in vigore;

Il regolamento d’attuazione, oltre quanto già disposto dalla presentelegge, stabilisce:il contenuto, la durata, i tempi, le modalità di svolgimento di tutti pro-grammi di formazione e di aggiornamento previsti;i criteri per l’accertamento dei requisiti di iscrizione, della frequenza aiprogrammi di formazione e per il rilascio del relativo attestato; la metodologia, i tempi e l’organizzazione della campagna di comuni-cazione finalizzata alla valorizzazione dell’assistenza famigliare; le modalità organizzative e gestionali degli sportelli di assistenza fami-gliare, ed in particolare la tenuta, l’aggiornamento e le forme di pub-blicazione degli elenchi territoriali di accreditamento;la tecnologia, i contenuti e le modalità di rilevazione ed elaborazionedei dati, le metodologie di misurazione dell’efficacia e dell’efficienzadegli interventi previsti dalla presente legge e dell’assistenza famigliareprestata, avvalendosi anche di indagini circa il livello di soddisfazionedei beneficiari.

Articolo 14(Norma finanziaria)

Al fine di garantire la copertura degli oneri derivanti dall’applicazionedella presente legge, la Regione istituisce un apposito capitolo dispesa di carattere assistenziale.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 130

Page 131: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 131

REGIONE LOMBARDIA - VIII LEGISLATURACONSIGLIO REGIONALE

ATTI 15370PROGETTO DI LEGGE N. 0371

di iniziativa dei Consiglieri:

Oriani, Fabrizio, Valmaggi, Gaffuri, Porcari, Pedrazzi.

“Istituzione e regolamentazione del Fondo regionale integrativoper la non autosufficienza e modalità di accesso alle prestazioni”

PRESENTATO IL 25/02/2009

ASSEGNATO IN DATA 26/02/2009ALLE COMMISSIONI REFERENTE III CONSULTIVA

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 131

Page 132: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

132 Le politiche per la non autosufficienza

Relazione

L’Italia è tra i Paesi nel mondo con la più alta percentuale di personeultra-sessantacinquenni e, secondo alcune proiezioni, nel 2050 questapercentuale arriverà a superare un terzo della popolazione totale. In Italia nel 1980 l’età media era di 35,9 anni, mentre nel 2005 era di42,5 anni. Nel 1980 l’indice di vecchiaia era di 57,9, mentre nel 2005 era passatoa 137,8. Inoltre è aumentata la percentuale di popolazione con 80 annie più e, oggigiorno, la popolazione dei grandi vecchi rappresenta il5% del totale, circa tre milioni di individui. Si è rovesciata, come ènoto, la piramide della struttura della popolazione: la rarefazione dellenascite e l’allungamento della vita media ne hanno diminuito la base eaumentato il vertice.In questo scenario la Lombardia è tra le regioni che sta subendo unostrutturale processo di invecchiamento. Secondo i dati forniti daglistessi uffici regionali i residenti presentano una speranza di vita allanascita in continua crescita (pari a 77.7 anni per i maschi e 84 anni perle femmine), con un tasso di incremento che risulta superiore a quellodi gran parte delle altre regioni italiane. Pertanto, pure l’indice di vec-chiaia e l’indice di dipendenza sono accresciuti di diversi punti neiconfronti della popolazione attiva. Complessivamente, nell’arco di poco più di un decennio la popolazio-ne lombarda ha perso circa 250 mila giovani (0-19 anni) e si è accre-sciuta di quasi mezzo milione di ultrasessantenni, di cui più di unquinto (102 mila) ultraottantenni. La popolazione anziana, sempre piùnumerosa e con maggiori aspettative di vita, oggi esige cure e presta-zioni numericamente ben superiori a quelle degli anni Novanta. Secondo il Censis (Analisi comparativa dei principali servizi per gli anziani nonautosufficienti, 2005) in Lombardia gli anziani non autosufficienti nel2005 erano 373.845, e le proiezioni nel 2025 stimano ben 596.721 per-sone.Ben più difficoltosa è la puntuale rilevazione per stimare le personedisabili, in quanto i dati provenienti dalle diverse fonti (ASL, AO, INPS,enti locali, istituzioni scolastiche, uffici del lavoro, ecc.) sono tra lorodifferenti rispetto agli obiettivi di ogni istituzione e alle metodiche di

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 132

Page 133: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 133

rilevazione. Per esempio secondo l’ISTAT il numero delle personedisabili è prossimo al 4% della popolazione lombarda, pari all’incirca a355.000 persone mentre, secondo i dati forniti dall’INPS, erogatore deibenefici economici connessi allo stato di invalidità (pensione di invali-dità, assegni e indennità di accompagnamento), il numero di disabili –ovvero di invalidi civili - è di circa 450.000. Questo ultimo dato peròcomprende anche le persone anziane non autosufficienti che benefi-ciano dell’assegno di accompagnamento, in ragione della loro impossi-bilità di svolgere gli atti della vita quotidiana.Come per la popolazione anziana, anche per le persone con disabilitàla speranza di vita si è allungata. Nel corso dell’ultimo decennio èaumentato il numero di richieste di intervento, sociale o socio sanita-rio, di persone con gravi disabilità, acquisite in età adulta a seguito ditraumi o di gravi patologie ad evoluzione degenerativa. Pertanto, perdiversi aspetti ci sono molti punti di contatto tra i bisogni e le richiestedell’anziano non autosufficiente e del disabile grave, per esempio: laquestione dell’assistenza continuativa, il ruolo della famiglia, gli stru-menti e le prestazioni delle unità d’offerta, la presa in carico, i progettipersonalizzati, i progetti di vita indipendente, il case-manager, domici-liarità o residenzialità, la spesa per gli interventi ripartita tra più attoriistituzionali e parcellizzata tra sociale, sociosanitario e sanitario, il temadella cronicità, ecc.Nel contempo altri ragguardevoli mutamenti della popolazione, dellastruttura familiare e, più in generale, della stessa struttura sociale con-dizionati dalla denatalità e dalle variazioni del nucleo familiare e daglistili di vita (basso tasso di fecondità, famiglie meno numerose, donnache lavora), associati all’accelerazione del processo di invecchiamento,rendono necessario riformare a breve gli istituti essenziali del welfaree riformulare le tradizionali politiche della salute, dell’assistenza edella previdenza. Significherà, anzitutto, riformare le politiche dell’assistenza nei con-fronti della popolazione anziana e delle persone non autosufficientiche necessitano di interventi di assistenza continuativa (long-term care). La domanda è la seguente: come garantire la buona qualità della vita per ungrande vecchio e come fare fronte ai costi per sostenere la condizione di non-autosuffi-cienza? Più realisticamente: come possono le istituzioni e la politica assicurare i diritti

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 133

Page 134: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

134 Le politiche per la non autosufficienza

costituzionali alla salute, lo stesso principio universalistico della sanità, l’esigibilitàdel diritto alla cura e all’accudimento in un sistema poco attrezzato alla cura dellacronicità? Gli interventi di long-term care che l’OCSE (Organizzazione per laCooperazione e lo Sviluppo Economico) definisce come “servizi, inter-venti e prestazioni di lungo periodo a favore di individui con disabilità mentali o fisi-che che sono diventati dipendenti dell’assistenza nelle attività fondamentali della vitaquotidiana”, modificheranno nel prossimo futuro l’intero impianto,anche dal punto di vista valoriale, del nostro sistema di welfare. Le politiche per le persone non autosufficienti saranno il perno rifor-matore del sistema di welfare, ancor più delle riforme nazionali e suscala regionale avviate nell’ultimo decennio. La vera riforma del welfa-re, oggi parcellizzato e sempre più caratterizzato in chiave localistica,si realizzerà compiutamente attraverso le politiche per la non autosuf-ficienza che incideranno sia sul governo del sistema di welfare, siacon la scelta degli strumenti.Questo nuovo fronte del fenomeno sociale dell’accelerazione dell’in-vecchiamento della popolazione nelle società ad alto sviluppo econo-mico-tecnologico e ad alto tasso di democrazia, la stessa massa di indi-vidui che richiedono garanzie e soddisfazione del patto sociale e deldiritto soggettivo alla salute e alla cura, produrranno una nuova criti-cità nella cultura dei servizi alla persona, oggi impegnati a ridefinirsi inconseguenza della legge quadro regionale n. 3 del 2008. Questa è, pertanto, l’occasione di iscrivere nell’agenda politica regio-nale, in attesa pure di orientamenti e di specifici interventi legislativinazionali di cornice, le politiche a favore della non autosufficienza, dapercepire non più come residuali del sistema pubblico della sanità edell’assistenza e neppure come interventi etico-solidaristici del caredelle reti familiari e amicali.Prendersi cura degli individui non autosufficienti, significa prendersicura delle persone e delle stesse famiglie d’origine, le quali in questagrave fase di recessione economica rischiano di essere ancora più fra-gili, in quanto sono costrette a sostenere finanziariamente un’alta per-centuale dei costi dell’assistenza e conseguentemente sono più espostea forme di impoverimento. L’evento della non autosufficienza, inassenza di quell’ammor-tizzatore sociale del recente passato caratteriz-zato dal lavoro di cura delle famiglie e, in particolare, della donna,

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 134

Page 135: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 135

oggi e nel prossimo futuro, si salda con il fenomeno del rischio dipovertà e con nuovi costi sociali in chiave non solo economica mapure di natura relazionale. Il legislatore nazionale, nonostante sia stato istituito dal secondoGoverno Prodi il primo Fondo nazionale per la non autosufficienza,non è ancora riuscito ad elaborare orientamenti, indirizzi, piani d’inter-vento sostenuti da specifici provvedimenti legislativi. Di fronte alvuoto legislativo nazionale le regioni, in virtù della propria potestàlegislativa, hanno cercato di individuare un ventaglio di proposte e ditrovare soluzioni su diversi piani attuativi, a partire proprio dalla istitu-zione dei Fondi regionali per la non autosufficienza. Poche e frammentarie sono state ad oggi le soluzioni adottate, da cuine deriva che gli impianti teorici delle istituzioni, pur consapevolidella gravità del fenomeno, sono ancora fragili di fronte alla comples-sità della condizione della non autosufficienza. La diversità la si coglieanche nella tipologia dei provvedimenti fin qui adottati dalle regioni(Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Sardegna, Basilicata, leProvince autonome di Trento e Bolzano): alcune hanno istituito ilFondo con specifica legge regionale; altre hanno introdotto il Fondoall’interno di leggi di bilancio o all’interno delle leggi di riforma deiservizi di cui alla legge nazionale 328 del 2000; altre ancora con prov-vedimenti di natura amministrativa o, all’interno di leggi settoriali diriordino dei servizi, come ha fatto la Lombardia con la legge 3 del2008.La Regione Lombardia, infatti, all’art. 17 della legge 3/2008 dedicato ailivelli regionali delle prestazioni sociosanitarie, dichiara (comma 3 e 4)l’impegno di definire, attraverso lo strumento del piano sociosanitario,servizi per la non autosufficienza, individuandone le risorse anchemediante l’istituzione di un apposito Fondo, finalizzato a favorirnel’autonomia e la vita indipendente delle persone non autosufficienti edi sostenerle mediante l’assistenza domiciliare ed altre forme di inter-vento tra cui il ricovero in strutture residenziali e semire-sidenziali.Ancor di più la Regione s’impegna a concorrere all’istituzione delFondo anche con risorse proprie. La parola anche utilizzata dal legislatore regionale è una congiunzionecoordinante che lega le parti del discorso. Se questa è la corretta inter-pretazione sul piano linguistico, l’intenzione del legislatore dovrebbe

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 135

Page 136: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

136 Le politiche per la non autosufficienza

quindi diventare certezza circa l’attuazione di servizi destinati alla nonautosufficienza e sostenuti finanziariamente da un apposito Fondo daistituire con il prossimo piano sociosanitario. Ma questo è un impegno debole sul piano legislativo perché nei fattila legge 3/2008, essendo una legge quadro, rimanda l’attuazione dimolti impegni ad una serie di provvedimenti di natura amministrativa(delibere, circolari, decreti, ecc.), i quali non hanno né la forza, né ladeterminazione di una legge. Precisamente, nei confronti dell’impegno di cui all’art. 17 della legge3/2008, il legislatore regionale non ha ancora definito né politiche dilong-term care, né le caratteristiche del Fondo e neppure la dotazione dirisorse sufficienti per istituirlo.Ancor di più la Regione non ha ancora avviato, neppure sul piano isti-tuzionale, una discussione su questo tema cruciale del welfare, ovveronon si conosce quale potrà essere il modello da adottare nei confrontidella cura della cronicità, a meno che le politiche del welfare lombar-do non siano sempre quelle caratterizzate in questo ultimo decenniodal richiamo alla solidarietà delle reti del volontariato e all’impegnodelle famiglie. Per affrontare con determinazione e con successo il tema del care dellanon autosufficienza è necessario l’impegno vigoroso e costante delservizio pubblico e un sistema attrezzato e autorevole sul piano gestio-nale. Molte sono le questioni aperte per tentare di trovare un appropriatomodello di intervento, tra cui quelle relative all’istituzione del Fondoregionale:

la tipologia del provvedimento (legge di riordino, legge di bilancio, leggespecifica, deliberazione, ecc.);gli attori e le fonti di finanziamento (Stato, Regioni, Enti locali, soggettinon profit, fondazioni, assicurazioni, ecc.); la tipologia e le modalità di reperimento delle risorse (trasferimentistatali-Fondo Sociale, Fondo Sanitario, Fondo nazionale per la non auto-sufficienza-, fiscalità generale, tassa di scopo, addizionale regionale, compartecipazione al costodei servizi da parte dell’utenza, liberalità da parte di privati, recupero e razionaliz-zazione della spesa all’interno del bilancio regionale, ecc.);modalità di gestione del Fondo (gestione diretta della Regione, gestione

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 136

Page 137: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 137

affidata a soggetti non profit, gestione affidata ad imprese assicurative, ecc.);il governo del sistema (Regione, ASL, Enti locali, ecc.); la tipologia dell’offerta (domiciliarità, residenzialità, voucher, sostegno mone-tario per badanti e per caregiver familiari, assegno di cura, ecc.);la tipologia dei destinatari (anziani, grandi anziani, gravi disabili adulti,malati mentali, ecc.);gli strumenti di programmazione e di pianificazione (pianosociosanitario, piano regionale per la non autosufficienza, piani distrettualiper la non autosufficienza, osservatorio regionale per la non autosufficienza, ecc.);criteri d’accesso (universalità, selettività, ISEE, gravità della condizione dinon autosufficienza).

Con il progetto di legge “Istituzione e regolamentazione del Fondo regionaleintegrativo per la non autosufficienza e modalità di accesso alle prestazioni” che siispira ai principi della Costituzione italiana, della Carta dei diritti fon-damentali dell’Unione europea, della Convenzione ONU per la disabi-lità e dello Statuto della Lombardia, nonché delle leggi di settore inmateria di salute e assistenza, si propone l’istituzione del Fondo di cuiall’art. 17 della legge regionale 3/2008 e, nel contempo, la proposta diun modello di intervento capace di garantire efficaci politiche di long-termcare.

L’art. 1 del p.d.l. (Finalità, principi e obiettivi) richiama le princi-pali norme nazionali e regionali in ambito sociale e sanitario, tra cui larecente legge quadro regionale n. 3/2008 di riordino del sistema diwelfare lombardo, al fine di ampliare i servizi della rete delle unitàd’offerta a favore delle persone non autosufficienti, nonché delle fami-glie che assistono i propri congiunti mediante l’assistenza domiciliareed altre forme di intervento, tra cui il ricovero in strutture residenzialie semiresidenziali. Tra i principi declinati c’è quello l’esigibilità deldiritto soggettivo alla salute e al benessere sociale delle persone nonautosufficienti nel compimento degli atti della vita quotidiana.L’art. 2 (Soggetti) definisce gli attori pubblici e privati che concorro-no alla costituzione, alimentazione, gestione e monitoraggio delFondo, secondo il principio di sussidiarietà e nel rispetto delle propriecompetenze e funzioni.L’art. 3 (Destinatari) individua i soggetti destinatari degli interventi,

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 137

Page 138: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

138 Le politiche per la non autosufficienza

delle prestazioni e dei servizi finanziati con il Fondo, sulla base dialcune caratteristiche: cittadinanza e altri titoli, condizioni psico-fisiche,condizioni economiche. L’art. 4 (Esigibilità dei diritti) dichiara il principio irrinunciabiledelle persone non autosufficienti di essere portatrici del diritto sogget-tivo e di esigibilità delle prestazioni erogate dal Fondo. Lo stesso arti-colo dispone che venga realizzata dalla Regione la Carta dei dirittidella persona non autosufficiente.L’art. 5 (Persone non autosufficienti) definisce le caratteristichedelle persone non autosufficienti e l’articolazione dei diversi livelli digravità.L’art. 6 (Accertamento e valutazione della non autosufficienza)declina le fasi dell’accertamento e della presa in carico, i criteri di clas-sificazione per categoria clinica e gravità, le procedure, i soggetti e iloro relativi compiti per l’accertamento della condizione di non auto-sufficienza. L’accertamento e la valutazione della non autosufficienza èeffettuato da équipe multidisciplinare (Unità di ValutazioneMultidimensionale, Unità Valutazione Alzheimer, Unità di ValutazioneDisabili) tramite metodiche omogenee, tra cui l’ICF (ClassificazioneInternazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) e,sulla base degli indirizzi dell’O.M.S. e dei criteri indicati dal d.PCM14.2.2001 (Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazionisocio-sanitarie)Le Unità di Valutazione predispongono, inoltre, il PianoIndividualizzato di Assistenza (P.I.A.).Lo stesso articolo individua nella Giunta regionale il soggetto che, traaltro, ha il compito di definire i livelli essenziali negli ambiti delle pre-stazioni sociali a rilevanza sanitaria, delle prestazioni sanitarie a rile-vanza sociale e delle prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazionesanitaria per le persone non autosufficienti, nonché i loro standardqualitativi e quantitativi.L’art. 7 (Accesso unico alle prestazioni e presa in carico dellapersona non autosufficiente) individua nello sportello sociosanita-rio, collocato nel distretto socio-sanitario di ogni ambito territoriale, ilpunto unico d’accesso per la presa in carico e per l’erogazione delleprestazioni finanziate con il Fondo.La presa in carico comporta anche l’accertamento della situazione eco-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 138

Page 139: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 139

nomica della persona non autosufficiente, in conformità all’I.S.E.E., dicui alle disposizioni del decreto legislativo 3 maggio 2000, n. 130.Inoltre, l’articolo al comma 4 prevede che possano accedere al Fondoanche i gravi disabili adulti che, rispetto alle altre forme standardizzatedi prestazioni, privilegiano forme di assistenza autogestita e persona-lizzata. Gli artt. 8 (Piano distrettuale per la non autosufficienza) e 9(Piano regionale per la non autosufficienza) individuano nelPiano regionale e nei Piani distrettuali gli strumenti di programmazio-ne degli interventi e di pianificazione delle risorse. Entrambi i Pianihanno durata triennale e si raccordano, quello regionale, con il PianoSocio Sanitario, quelli distrettuali, con i Piani Sociali di Zona. Inoltre,con i Piani è possibile ripartire il Fondo tra i Distretti sociosanitari, convincolo di destinazione, sulla base di indicatori di carattere demografi-co; indicatori relativi alla incidenza della popolazione in condizioni dinon autosuf-ficienza; indicatori relativi alle persone non autosufficientiaccolte nelle strutture residenziali e semiresidenziali.In particolare, il Piano regionale individua le metodologie di rilevazio-ne ed elaborazione dei dati, nonché di misurazione dell’efficacia e del-l’efficienza degli interventi erogati dal Fondo.Lo stesso Piano indica le modalità di partecipazione dei Comuni edelle Province, delle organizzazioni sindacali, dei soggetti del terzosettore e di altri soggetti di diritto privato senza finalità lucrative cheoperano in ambito sociale e sociosanitario a favore della non autosuf-ficienza.Gli artt. 10 (Concorso dei Comuni) e 11 (Concorso delleProvince) sono dedicati all’opportunità degli enti locali di concorrere,tramite specifiche intese con la Regione, al perseguimento delle fina-lità del Fondo.L’art. 12 (Osservatorio per la non autosufficienza e organismidi partecipazione) prevede l’istituzione di un Osservatorio regionaleper la non autosufficienza con lo scopo di conoscere e di monitorareil fabbisogno e di misurare l’efficacia delle strategie messe in atto pergarantire gli obiettivi delle politiche di long-term care.L’art. 13 (Prestazioni finanziate tramite il Fondo) declina il venta-glio delle prestazioni finanziate dal Fondo, tra cui: prestazioni fornitetramite voucher per l’acquisto di servizi domiciliari; concessioni di

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 139

Page 140: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

140 Le politiche per la non autosufficienza

contributi economici per il pagamento della quota sociale a carico del-l’utente in caso di ricovero in strutture diurne, semiresidenziali o resi-denziali; concessioni di contributi economici alle famiglie, nella loroqualità di datori di lavoro, che si avvalgono di un assistente familiare,in particolare per il pagamento di una parte dei contributi previdenzia-li versati a favore dell’assistente familiare; concessioni di contributieconomici per il pagamento del premio assicurativo contro gli infortu-ni domestici a favore dell’assistente familiare assunto; concessioni dicontributi economici per la copertura previdenziale del lavoratoreaddetto all’assistenza di un congiunto non autosufficiente che s’avvaledi un periodo di aspettativa o del trasformazione del proprio contrattodi lavoro nella forma del part-time.L’articolo 13 precisa che finalità del Fondo regionale è quello di finan-ziare ulteriori prestazioni assistenziali negli ambiti dell’assistenza terri-toriale domiciliare, dell’assistenza residenziale e semiresidenziale dimantenimento e di continuità assistenziale tra ospedale e territorio,mentre le prestazioni sanitarie e sociosanitarie in materia di prevenzio-ne, di cura e di riabilitazione per le patologie acute e croniche neiconfronti delle persone non autosufficienti sono a carico del ServizioSanitario in conformità ai Livelli Essenziali di Assistenza di cui alla legi-slazione nazionale (allegato 1.C del d.P.C.M. 29 novembre 2001 ed.P.C.M. 14 febbraio 2001, Atto di indirizzo e coordinamento in materia socio-sanitaria).L’art. 14 (Dotazione del Fondo regionale per la non autosuffi-cienza) nel sancire che le risorse che alimentano il Fondo regionaleper la non autosufficienza sono vincolate, individua le fonti di finan-ziamento: Fondo Sanitario; Fondo Regionale per le Politiche Sociali;Fondo nazionale per la non autosufficienza; risorse degli enti locali;contributi provenienti da Fondazioni bancarie o da liberalità ed even-tuali altre risorse di natura privata, quali lasciti o donazioni; eventualirisorse derivanti da addizionali regionali.L’art. 15 (Gestione del Fondo regionale per la non autosufficien-za) individua in un Regolamento approvato dal Consiglio regionale lostrumento per definire: le modalità di costituzione, di alimentazione, digestione e di monitoraggio del Fondo; la gestione diretta del Fondo daparte della Giunta regionale; le modalità di tenuta della contabilità e larelativa rendicontazione.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 140

Page 141: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 141

L’art. 16 (Norma finanziaria) stabilisce che la quantificazione dellaspesa per l’attuazione della presente legge è stabilita annualmente conlegge finanziaria e che le risorse sono appostate su specifico capitolodenominato “Fondo regionale integrativo per la non autosufficienza”su cui confluiscono tutte le risorse destinate ai servizi, interventi e pre-stazioni a favore della non autosufficienza. Per ultimo l’art. 17 (Clausola valutativa) stabilisce che annualmentela Giunta regionale presenta al Consiglio regionale una relazione inordine al raggiungimento degli obiettivi della legge di istituzione delFondo.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 141

Page 142: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

142 Le politiche per la non autosufficienza

Articolo 1

(Finalità, principi e obiettivi)1. La Regione Lombardia ispirandosi ai principi e ai valori dellaCostituzione italiana, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unioneeuropea, della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabi-lità e del proprio Statuto regionale, in attuazione dei principi di cuialla legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione delsistema integrato di interventi e servizi sociali), alla legge 5 febbraio 1992, n.104 (Legge quadro sull’handicap ) e alla legge 21 maggio 1998, n.162(Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favo-re di persone con handicap grave), nonché con la normativa statale e regio-nale vigente in materia, istituisce il Fondo regionale integrativo per lanon autosufficienza, di seguito chiamato Fondo, al fine di ampliare gliinterventi, le prestazioni e i servizi della rete delle unità d’offerta socia-li e sociosanitarie, di cui alla legge regionale 12 marzo 2008, n. 3(Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario).

2. La presente legge, in attuazione degli artt. 32, 38, 117 e 119 dellaCostituzione, garantisce l’esigibilità del diritto soggettivo alla salute e albenessere sociale delle persone non autosufficienti nel compimentodegli atti della vita quotidiana in tutte le sue espressioni.

3. Il Fondo, in attuazione ai principi della legge regionale 6 dicembre1999 n.23 (Politiche regionali per la famiglia), sostiene le persone nonautosufficienti, nonché le famiglie che assistono i propri congiunti nonautosufficienti mediante l’assistenza domiciliare, per mezzo di progettiautogestiti di vita indipendente, ed altre forme di intervento, tra cui ilricovero in strutture residenziali e semiresidenziali.

4. Il Fondo regionale è di natura integrativa e non sostitutiva rispettoalle risorse destinate dallo Stato alle regioni con il Fondo Sanitario, ilFondo Nazionale per le politiche sociali e con il Fondo nazionale perla non autosufficienza.

5. La presente legge regolamenta e disciplina le modalità di costituzio-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 142

Page 143: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 143

ne, di alimentazione, di gestione e di monitoraggio del Fondo, nonchéle prestazioni a carico del Fondo stesso.

Articolo 2(Soggetti)

1. Secondo il principio di sussidiarietà, nel rispetto delle proprie com-petenze e funzioni, concorrono alla programmazione, costituzione, ali-mentazione, gestione, monitoraggio e controllo del Fondo:

a) la Regione;b) le Province;c) i Comuni, singoli o in forma associata, attraverso il piano distrettua-le per la non autosufficienza;d) le Aziende Sanitarie Locali, attraverso il piano distrettuale per lanon autosufficienza;e) le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, i soggettidel terzo settore ed altri soggetti di diritto privato senza finalità lucrati-ve maggiormente rappresentativi che operano in ambito sanitario,sociale e sociosanitario a favore della non autosufficienza.

Articolo 3(Destinatari)

1. Sono destinatari degli interventi, delle prestazioni e dei servizi finan-ziati con il Fondo:

a) i cittadini italiani residenti nei comuni della Lombardia;b) i cittadini di Stati diversi da quelli appartenenti alla UE, in regolacon le disposizioni che disciplinano il soggiorno, residenti inLombardia, i profughi, i rifugiati, i richiedenti asilo, gli stranieri conpermesso umanitario ai sensi del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione enorme sulla condizione dello straniero), gli apolidi, i rimpatriati e comunquecoloro che beneficiano di una forma di protezione personale, ricono-sciuta a livello internazionale; c) le persone diverse da quelle indicate nelle lettere a) e b), comun-que presenti sul territorio della Lombardia, allorché si trovino in situa-zioni tali da esigere interventi non differibili e non sia possibile indiriz-zarli ai corrispondenti servizi della regione o dello Stato di apparte-nenza.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 143

Page 144: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

144 Le politiche per la non autosufficienza

2. In base agli indirizzi dettati dalla Regione e ai parametri successiva-mente definiti dai comuni, accedono prioritariamente alla rete delleunità d’offerta sociali e sociosanitarie in considerazione delle risorsedisponibili del Fondo le persone in condizioni di povertà o con reddi-to insufficiente, nonché le persone totalmente o parzialmente incapacidi provvedere a se stesse o esposte a rischio di emarginazione che sitrovano in uno stato di bisogno determinato da:

a) non autosufficienza dovuta all’età o a malattia;b) grave disabilità;c) patologie terminali e cronico-degenerative invalidanti.

Articolo 4(Esigibilità dei diritti)

1. Le persone non autosufficienti, come definite dai principi della pre-sente legge e dall’atto di indirizzo della Giunta regionale, sono porta-trici di diritto soggettivo e di esigibilità delle prestazioni erogate dalFondo.

2. La procedura per la valutazione della non autosufficienza e larichiesta di accesso alle misure assistenziali previste dalla presentelegge sono attivate dalla persona interessata, da un familiare, da untutore, dall’amministratore di sostegno o dai soggetti di cui all’art. 2della presente legge.

3. In caso di inadempimento da parte degli enti competenti è ammes-so il ricorso in via giurisdizionale, nonché il ricorso ai procedimenti ditutela delle persone incapaci di cui all’art. 9 comma 6 e 7 della leggeregionale 12 marzo 2008, n. 3.

4. La Giunta regionale approva con proprio atto, accolto il parere dellacompetente Commissione consiliare, la Carta dei diritti della personanon autosufficiente.

Articolo 5(Persone non autosufficienti)

1. Ai fini della presente legge sono considerate persone non autosuffi-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 144

Page 145: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 145

cienti i soggetti che, per una minorazione singola o plurima o per lapresenza di malattie croniche invalidanti, abbiano subito una riduzionedell’autonomia personale tale da rendere necessario, anche in via tem-poranea, un intervento assistenziale continuativo con l’aiuto determi-nante di altre persone.

2. La condizione di non autosufficienza si articola in diversi livelli digravità, secondo quanto previsto dall’atto di indirizzo regionale di cuiall’art. 6 comma 3 c.

Articolo 6(Accertamento e valutazione della non autosufficienza)

1. L’accertamento della condizione di non autosufficienza è effettuatoin prima istanza dal medico di medicina generale e, a seguire, dalleUnità di Valutazione Multidimensionale o dalle Unità ValutazioneAlzheimer, nel caso di anziani; dalle Unità di Valutazione Disabili, nelcaso di disabili, ovvero dalle équipe multidisciplinare previste dalledisposizioni regionali in materia operanti presso i distretti socio-sanita-ri delle Aziende sanitarie locali, che hanno il compito di definire, attra-verso la valutazione multidimensionale un progetto capace di garantirealla persona non autosufficiente la risposta più adeguata ai suoi biso-gni.

a) Dall’accertamento della condizione di non autosufficienza sono eso-nerati coloro che sono in possesso del riconoscimento di handicap insituazione di gravità ai sensi della legge nr. 104/1992 e successivemodificazioni ed integrazioni.

2. Le Unità di Valutazione di cui al comma 1 hanno l’obbligo di ascol-tare il diretto interessato e tramite metodiche omogenee, tra cui l’ICF(Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute),sulla base degli indirizzi dell’O.M.S. e dei criteri indicati all’art. 2 deld.PCM 14.2.2001, procedono alla valutazione della non autosufficienzae predispongono un Piano Individualizzato di Assistenza (P.I.A.), incui sono evidenziate le prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali daerogare nel rispetto dell’autonomia e della dignità della persona e leverifiche sull’efficacia delle azioni svolte.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 145

Page 146: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

146 Le politiche per la non autosufficienza

3. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore dellapresente legge, con proprio atto di indirizzo fissa in maniera omoge-nea su tutto il territorio lombardo:

a) i criteri per definire i compiti delle unità di valutazione di cui alcomma 1 e le relative modalità di funzionamento riferite alla valutazio-ne della non autosufficienza e alla predisposizione del PianoIndividualizzato di Assistenza (P.I.A.) a favore delle persone non auto-sufficienti; b) le procedure e i tempi di accertamento della condizione della nonautosufficienza;c) i criteri di classificazione dei casi sottoposti a valutazione per cate-goria clinica e gravità della condizione di non autosufficienza in rap-porto alla tipologia degli atti essenziali della vita quotidiana a cui corri-spondono misure differenziate di assistenza in ambito domiciliare,semi residenziale e residenziale; nonché misure di assistenza persona-le autogestita per la vita indipendente su richiesta della persona inte-ressata;d) la misura economica delle prestazioni in relazione alla categoria cli-nica, alla gravità della condizione di non autosufficienza, all’intensitàcomplessiva e alla durata dell’assistenza, nonché i termini per l’eroga-zione del contributo;e) le modalità di presa in carico della persona non autosufficiente;f) i livelli essenziali negli ambiti delle prestazioni sociali a rilevanzasanitaria, delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale e delle presta-zioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria per le personenon autosufficienti, nonché i loro standard qualitativi e quantitativi;g) le modalità per l’individuazione di un case manager/responsabiledel caso definito sulla base del bisogno prevalente e del progetto for-mulato.

4. Alle unità di valutazione di cui al comma 1 partecipano il medico dimedicina generale, il personale sanitario dell’area infermieristica e del-l’area riabilitativa della competente struttura della Azienda SanitariaLocale e il personale relativo alle figure professionali socio-assistenzialidei servizi sociali del comune competente per territorio.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 146

Page 147: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 147

5. Le Aziende sanitarie locali competenti per territorio provvedono allanomina e all’insediamento delle unità di valutazione di cui al comma1.

Articolo 7(Accesso unico alle prestazioni

e presa in carico della persona non autosufficiente)1. L’accesso alle prestazioni finanziate con il Fondo è garantito dallarete territoriale delle unità d’offerta sociali e sociosanitarie, di cui allalegge regionale 12 marzo 2008, n. 3 (Governo della rete degli interventi e deiservizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario), attraverso lo sportellosociosanitario dell’ambito territoriale del distretto socio-sanitario cheassicura l’uniformità dell’informazione e l’accoglienza.

2. Il distretto socio-sanitario di ogni ambito territoriale provvede allapresa in carico della persona non autosufficiente ed alla attivazionedella Unità di Valutazione Multidimensionale prevista dalle disposizio-ni regionali in materia.

3. La presa in carico comporta la valutazione multidisciplinare dellapersona non autosufficiente e la formulazione di un progetto indivi-duale finalizzato a realizzare la vita indipendente e la piena inclusionedella persona non autosufficiente nell’ambito della vita familiare esociale.

4. La presa in carico comporta anche l’accertamento della situazioneeconomica della persona non autosufficiente, in conformità all’I.S.E.E.,di cui alle disposizioni del decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 109come modificato dal decreto legislativo 3 maggio 2000, n. 130, al finedi valutare sulla base di un criterio di equità la misura economica diaccesso alle prestazioni erogate dal Fondo, prevedendo l’esenzionetotale, l’esenzione parziale e la non esenzione.

5. Lo sportello sociosanitario, quale punto unico d’accesso istituito diconcerto tra i Comuni e le ASL, è dotato di sistemi informativi cheinteragiscono con le banche dati di altre istituzioni, quali gli enti locali,le Aziende Sanitarie Locali, le Aziende Ospedaliere.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 147

Page 148: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

148 Le politiche per la non autosufficienza

Articolo 8(Piano distrettuale per la non autosufficienza)

1. In conformità ai principi enunciati dalla presente legge e agli indi-rizzi regionali ogni distretto socio-sanitario, in concertazione con iComuni dell’ambito territoriale sociale, adotta un documento program-matorio ed organizzativo denominato Piano distrettuale per la nonautosufficienza.

2. Il Piano distrettuale per la non autosufficienza ha validità triennaleed accerta, su base demografica, epidemiologica e per genere, le risor-se finanziarie da destinare agli interventi per la non autosufficienza,nonché le modalità organizzative di cui all’art. 7 della presente legge.

3. Il Piano distrettuale per la non autosufficienza si raccorda con ilPiano Sociale di Zona.

4. Il Piano distrettuale per la non autosufficienza è presentato all’asses-sorato competente della Regione Lombardia.

5. Il Consiglio regionale approva con proprio atto, di cui all’art. 9, leprocedure e le modalità di presentazione dei Piani distrettuali per lanon autosufficienza e la loro rendicontazione da parte dei distrettisocio-sanitari, pena la mancata erogazione del Fondo.

6. Il Fondo, con vincolo di destinazione, è ripartito tra i Distretti socio-sanitari che hanno presentato il Piano distrettuale per la non autosuffi-cienza sulla base dei seguenti criteri:

a) indicatori di carattere demografico;b) indicatori relativi alla incidenza della popolazione in condizioni dinon autosufficienza;c) indicatori relativi alle persone non autosufficienti accolte nelle strut-ture residenziali e semiresidenziali;d) indicatori relativi alle persone non autosufficienti che chiedono di accedereai contributi economici per la realizzazione di progetti di vita indipendente;e) indicatori relativi ai livelli di copertura del fabbisogno rispetto allapopolazione potenziale in stato di bisogno.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 148

Page 149: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 149

Articolo 9(Piano regionale per la non autosufficienza)

1. Contestualmente al Piano socio sanitario, il Consiglio regionaleapprova, su proposta della Giunta regionale, il Piano regionale per lanon autosufficienza.

2. Il Piano regionale per la non autosufficienza ha validità triennale edindividua le risorse finanziarie da destinare agli interventi per la nonautosufficienza, attraverso l’accertamento su base demografica ed epi-demiologica del numero e della tipologia delle persone in condizionedi non autosufficienza.

3. Il Piano regionale per la non autosufficienza definisce in particolare:

a) i criteri generali di riparto del Fondo e l’assegnazione delle risorseda destinare alle Aziende Sanitarie Locali con il vincolo di destinazioneper i Distretti socio-sanitari e gli Ambiti territoriali sociali; b) le aree prioritarie di intervento nell’ambito dei livelli essenziali diassistenza da garantire alle persone non autosufficienti;c) gli indirizzi per l’organizzazione dei servizi territoriali operanti alivello di Azienda Sanitaria Locale sia a livello di Comune; d) le modalità di partecipazione dei Comuni e delle Province; delleorganizzazioni sindacali maggiormente rappresentative; i soggetti delterzo settore e di altri soggetti di diritto privato senza finalità lucrativemaggiormente rappresentativi che operano in ambito sociale e socio-sanitario a favore della non autosufficienza;e) la metodologia di rilevazione ed elaborazione dei dati, nonchémetodologie di misurazione dell’efficacia e dell’efficienza degli inter-venti previsti dalla presente legge.

Articolo 10(Concorso dei Comuni)

1. Fermo restando le competenze dei Comuni in materia di assistenzaalle persone non autosufficienti, i Comuni possono concorrere, tramitespecifiche intese con la Regione e le Province, al perseguimento dellefinalità di cui all’art. 1 della presente legge con risorse proprie.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 149

Page 150: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

150 Le politiche per la non autosufficienza

2. Le risorse finanziarie dei Comuni, quali risorse aggiuntive, sono vin-colate e sono destinate esclusivamente ad aumentare i livelli essenzialidelle prestazioni e i servizi della rete delle unità d’offerta sociali esociosanitarie erogati sul proprio territorio comunale.

Articolo 11(Concorso delle Province)

1. Le Province possono concorrere, tramite specifiche intese con laRegione e con i Comuni, al perseguimento delle finalità di cui all’art.1della presente legge con risorse proprie.2. Le risorse finanziarie delle Province, quali risorse aggiuntive, sonovincolate e sono destinate esclusivamente all’istituzione di osservatoriprovinciali sulla non autosufficienza e al potenziamento del sistemainformativo degli ambiti territoriali e dei distretti sociosanitari, nonchéad avviare con il concorso dei Comuni modelli sperimentali sul temadella non autosufficienza sia in ambito comunale sia in ambito distret-tuale.

Articolo 12(Osservatorio per la non autosufficienza e organismi

di partecipazione)1. Presso la Regione è istituito un Osservatorio regionale per la nonautosufficienza con lo scopo di conoscere e di monitorare il fabbiso-gno e di misurare l’efficacia delle politiche messe in atto per garantiregli obiettivi della presente legge.

2. La composizione e le modalità di funzionamento dell’Osservatoriosono stabilite dalla Giunta regionale, sentita la competente commissio-ne consiliare.

3. Viene assicurata, secondo le forme più idonee e nel rispetto dellenorme regionali, la partecipazione delle associazioni di rappresentanzae tutela degli utenti al fine della valutazione degli interventi adottaticon la presente legge dalle unità d’offerta sociali, sociosanitarie e sani-tarie a favore delle persone non autosufficienti.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 150

Page 151: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 151

Articolo 13(Prestazioni finanziate tramite il Fondo)

1. Ferme restando le competenze del Servizio sanitario in materia diprevenzione, di cura e di riabilitazione per le patologie acute e croni-che nei confronti delle persone non autosufficienti attraverso le presta-zioni sanitarie e sociosanitarie incluse nei Livelli Essenziali diAssistenza di cui all’allegato 1.C del d.P.C.M. 29 novembre 2001 erichiamato il d.P.C.M. 14 febbraio 2001 (Atto di indirizzo e coordinamento inmateria sociosanitaria), il Fondo finanzia ulteriori prestazioni assistenzialinegli ambiti dell’assistenza territoriale domiciliare, dell’assistenza resi-denziale e semiresidenziale di mantenimento e di continuità assisten-ziale tra ospedale e territorio.

2. Tenuto conto dei Livelli Essenziali di Assistenza, il servizio sanitarioregionale assicura l’assistenza protesica e farmaceutica.

3. Il Fondo finanzia, in conformità agli obiettivi del Piano SocioSanitario Regionale e al Piano regionale per la non autosufficienza, leprestazioni erogate dalle unità d’offerta di cui alla legge regionale 12marzo 2008, n. 3 (Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona inambito sociale e sociosanitario), le prestazioni fornite tramite titoli per l’ac-quisto di servizi finalizzati anche al fine di favorire la permanenza nelproprio ambiente familiare e sociale delle persone non autosufficienti,nonché i progetti individuali per la vita indipendente mediante formedi assistenza personale autogestita.

4. Inoltre, tramite il Fondo sono concessi contributi economici:

a) alle famiglie, nella loro qualità di datori di lavoro, che si avvalgonodi un assistente familiare per l’assistenza di un congiunto non autosuf-ficiente, in particolare per il pagamento di una parte dei contributiprevidenziali versati a favore dell’assistente familiare; nonché del pre-mio assicurativo contro gli infortuni domestici a favore dell’assistentefamiliare assunto;b) alle persone con disabilità, nella loro qualità di datori di lavoro, chesi avvalgono di assistente personale per la realizzazione di una vitaindipendente;

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 151

Page 152: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

152 Le politiche per la non autosufficienza

c) per la copertura previdenziale del lavoratore addetto all’assistenzadi un congiunto non autosufficiente che s’avvale di un periodo diaspettativa o del trasformazione del proprio contratto di lavoro nellaforma del part-time;d) per il pagamento della quota sociale a carico dell’utente in caso diricovero, anche temporaneo, in strutture diurne, semiresidenziali oresidenziali.

5. Le prestazioni sono erogate senza pregiudizio del diritto all’inden-nità di accompagnamento, nonché del diritto alle prestazioni economi-che a carattere continuativo in favore dei ciechi civili, dei sordomuti edegli invalidi civili.

6. Le prestazioni del fondo sono erogate all’interessato o al suo rap-presentante legale sotto forma di assegno mensile.

Articolo 14(Dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza)

1. Il Fondo regionale per la non autosufficienza, che costituisce vinco-lo di risorse per la realizzazione degli obiettivi previsti dalla presentelegge, è alimentato annualmente da:

a) le risorse del Fondo Sanitario destinate alle attività sociosanitarie ditipo domiciliare, semiresidenziale e residenziale e le risorse derivatedagli obiettivi della legge finanziaria 2007 finalizzate alla non autosuffi-cienza;b) una quota delle risorse del Fondo Regionale per le Politiche Sociali,trasferito dallo Stato ai sensi della legge 328/2000, da destinare allanon autosufficienza;c) entrate regionali provenienti dalla fiscalità generale;d) contributi provenienti dai Comuni e dalle Province con risorse pro-prie appositamente destinate nei bilanci annuali e pluriennali;e) contributi provenienti da Fondazioni bancarie o da liberalità edeventuali altre risorse di natura privata, quali lasciti o donazioni;f) eventuali interessi attivi derivanti dalla gestione del Fondo;g) eventuali risorse derivanti da addizionali regionali;

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 152

Page 153: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 153

h) eventuali risorse derivanti da finanziamenti dell’Unione Europea.

4. Il Fondo, che ha destinazione vincolata, viene ripartito annualmentealle ASL per le azioni individuate dai Piani distrettuali per la non auto-sufficienza.

5. La fase di sperimentazione del Fondo è di anni tre a decorrere dal-l’approvazione del Regolamento di cui all’art.15 della presente legge.

Articolo 15(Gestione del Fondo regionale per la non autosufficienza)

1. Per l’avvio del Fondo, il Consiglio regionale approva, su propostadella Giunta regionale, sentito il parere della competente commissioneconsiliare e della Conferenza permanente per la programmazione sani-taria e socio-sanitaria regionale, un Regolamento che definisce:

a) le modalità di costituzione, di alimentazione, di gestione e di moni-toraggio del Fondo;b) la gestione diretta del Fondo da parte della Giunta regionale.

2. La Giunta regionale definisce le modalità di tenuta della contabilitàe la relativa rendicontazione.

3. Il monitoraggio del Fondo e sull’uso delle risorse deve prevedere unaverifica almeno semestrale tale da garantire l’utilizzo appropriato delle risor-se assegnate e, nell’arco triennale, la messa a regime dell’intero sistema.

Articolo 16(Norma finanziaria)

1. Alla quantificazione della spesa per l’attuazione della presente leggesi provvede annualmente con legge finanziaria e per la programmazio-ne con il bilancio pluriennale.

2. Le risorse sono appostate su uno specifico capitolo denominato“Fondo regionale integrativo per la non autosufficienza” su cui conflui-scono tutte le risorse destinate ai servizi, agli interventi e alle presta-zioni a favore della non autosufficienza.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 153

Page 154: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

154 Le politiche per la non autosufficienza

Articolo 17(Clausola valutativa)

1. Alla fine del primo anno di applicazione del Fondo, e successiva-mente ogni anno, la Giunta regionale presenta al Consiglio regionaleuna relazione in ordine al raggiungimento degli obiettivi della presen-te legge e indicazioni per l’aggiornamento della programmazione plu-riennale.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 154

Page 155: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 155

Ordine del giorno di Legautonomie locali

La Legautonomie locali della Lombardia ha predisposto un documentodi sostegno al progetto di legge, inviato a tutti i Comuni lombardi, dapresentare come proposta di ordine del giorno nei consigli comunali.

ORDINE DEL GIORNO

IL CONSIGLIO COMUNALE DI……………………………

riunito in seduta consiliare del ………..

Preso atto che

la legge quadro regionale n. 3 del 2008 ha previsto l’istituzione di unfondo Regionale per la non autosufficienza;

Considerato che

la Lombardia sta subendo uno strutturale processo di invecchiamento,con un tasso di incremento che risulta superiore a quello di gran partedelle altre regioni italiane, per cui l’indice di vecchiaia e l’indice didipendenza sono accresciuti di diversi punti nei confronti della popo-lazione attiva;

nell’arco di poco più di un decennio la popolazione lombarda si èaccresciuta di quasi mezzo milione di ultrasessantenni, di cui più di unquinto (102 mila) sono ultraottantenni;

la popolazione anziana, sempre più numerosa e con maggiori aspetta-tive di vita, oggi esige cure e prestazioni numericamente ben superioria quelle degli anni Novanta e che secondo il Censis in Lombardia glianziani non autosufficienti nel 2005 erano 373.845, e le proiezioni nel2025 stimano ben 596.721 persone.

prendersi cura delle persone non autosufficienti significa per le fami-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 155

Page 156: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

156 Le politiche per la non autosufficienza

glie d’origine sostenere finanziariamente un’alta percentuale dei costidell’assistenza per i servizi domiciliari e per quelli residenziali, ed esse-re più esposte a forme di impoverimento, in particolare in questagrave fase di recessione economica che colpisce anche in Lombardiale fasce più deboli della popolazione;

le istituzioni, sulla base dei principi costituzionali, devono garantire labuona qualità della vita per un anziano non autosufficiente quandonecessità di usufruire di prestazioni e di servizi senza che venga perquesto chiamato a far fronte ai costi elevati per garantirgli una vitaserena;

una regione ricca come la Lombardia, da sempre sensibile alla solida-rietà verso le persone più in difficoltà, ha l’occasione di promuoverenuove politiche a favore della non autosufficienza e di della cura dellacronicità, attraverso interventi non più residuali come quelli attualierogati dal sistema pubblico della sanità e dell’assistenza.

Pertanto il Consiglio Comunalechiede alla Regione Lombardia

di istituire con proprie risorse un Fondo Regionale di natura integrati-va e non sostitutiva rispetto ai finanziamenti destinati dallo Stato alleRegioni con il fondo sanitario, con il fondo nazionale per le politichesociali e con il fondo nazionale per la non autosufficienza;

di approvare, contestualmente al Piano socio sanitario, un Piano regio-nale per la non autosufficienza individuando le risorse finanziarieattraverso l’accertamento su base demografica ed epidemiologica delnumero e della tipologia delle persone in condizione di non autosuffi-cienza;

siano considerate persone non autosufficienti i soggetti che, per unaminorazione singola o plurima o per la presenza di malattie cronicheinvalidanti, abbiano subito una riduzione dell’autonomia personaletale da rendere necessario, anche in via temporanea, un intervento

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 156

Page 157: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 157

assistenziale continuativo con l’aiuto determinante di altre persone;

che i destinatari di questi Fondo siano i cittadini residenti nei comu-ni della Lombardia e, nel caso, tutti coloro in regola con le disposizio-ni di legge, presenti sul territorio lombardo;

che l’accesso alle prestazioni finanziarie con il Fondo sia garantitodalle reti sociali e socio sanitarie del territorio;

che Il distretto socio sanitario di ogni ambito territoriale provveda allapresa in carico delle persone non autosufficienti ed alla attivazionedella unità di valutazione multidimensionale previste dalle disposizio-ni regionale in materia;

che sia previsto un accertamento della situazione economica della per-sona non autosufficiente in conformità alla normativa dell’ISEE, preve-dendo per la fruizione delle prestazioni l’esenzione totale, parziale ola non esenzione;

che al Fondo regionale per la non autosufficienza, fermo restando lecompetenze degli enti locali in materia di assistenza alle persone nonautosufficienti, possano concorrere i comuni, singoli o in forma asso-ciata, con risorse proprie aggiuntive da destinare esclusivamente aipropri cittadini residenti.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 157

Page 158: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

158 Le politiche per la non autosufficienza

GLOSSARIO SOCIALEdi Francesco Bova *

AMBITO TERRITORIALE SOCIALEDi norma l’Ambito Territoriale Sociale è l’unità territoriale che spessocoincide con il Distretto Socio Sanitario, all’interno della quale si svi-luppano le politiche socio sanitarie.Secondo la legge quadro 328/00, le regioni con proprie leggi hannodefinito, anche tramite forme di concertazione con gli enti locali, gliambiti territoriali per la realizzazione sistema locale dei servizi sociali arete. Le regioni hanno anche destinato incentivi economici a favoredell’esercizio associato delle funzioni sociali in ambiti territoriali dinorma coincidenti con i distretti sanitari già operanti per le prestazionisanitarie. Alcuni regioni con propria legge hanno definito l’AmbitoTerritoriale Sociale il punto di raccordo tra le politiche sociali deidiversi Comuni, che uniti a livello di programmazione e costruzionedei servizi, creano un percorso comune finalizzato a garantire unita-rietà dei criteri e prestazioni omogenee sul territorio.

NormativaLegge 8 novembre 2000, n. 328Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi socialid.P.R. 3 maggio 2001Piano nazionale d’azione e di interventi per la tutela dei diritti e dello sviluppo deisoggetti in età evolutiva 2000 - 2001

ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E DISABILI GRAVI, prestazionisociali agevolateGli enti pubblici, rispetto alla definizione e composizione del nucleofamiliare, nell’erogazione di particolari prestazioni sociali agevolate(percorsi assistenziali integrati di natura socio-sanitaria, erogate adomicilio o in ambiente residenziale a ciclo diurno o continuativo)possono assumere come unità di riferimento, ai fini della certificazioneISEE, un diversa composizione della famiglia anagrafica in presenzadi anziani ultra 65enni non autosufficienti e di disabili con handicappermanente grave (accertato ai sensi dell’art. 4 della legge 104/1992). In que-sto caso l’ente erogatore delle prestazioni fa riferimento non al reddi-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 158

Page 159: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 159

to complessivo dell’intero nucleo familiare ma solo a quello della per-sona che richiede la prestazione sociale agevolata. Il d.lgs. 130/2000 all’art.3 comma 2 ter rimanda, per meglio regolamen-tare la materia, all’emanazione di un successivo d.P.C.M., su propostadei ministri del Welfare e della Salute.Ciò ha determinato da parte degli enti locali una forte discrezionalità,in quanto alcuni Comuni hanno già inserito nei propri regolamentiISEE la possibilità di dare attuazione completa alla normativa, eviden-ziando la situazione reddituale del solo assistito.L’applicazione estesa della norma se da una parte favorisce la perma-nenza dell’assistito presso il nucleo familiare di appartenenza, dall’altraaumenta i costi sostenuti dal soggetto erogatore in quanto nella mag-gior parte dei casi gli assistiti non sono in grado di comparteciparealle spese o il loro reddito è così insufficiente che li colloca automati-camente nelle fasce di esenzione. Normativad.P.C.M. 7 maggio 1999 nr. 221Regolamento concernente le modalità attuative e gli ambiti di applicazione dei criteriunificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono presta-zioni agevolated.lgs. 130 del 3 maggio 2000 Disposizioni correttive ed integrative del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 109, in materia dicriteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedonoprestazioni sociali agevolate d.P.C.M. 4 aprile 2001 nr. 242Regolamento concernente modifiche al d.P.C.M. 7 maggio 1999 n. 221 in materia dicriteri unificati di valutazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni age-volate e di individuazione del nucleo familiare per casi particolari

ADI, ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATAL’Assistenza domiciliare integrata (ADI) è programma assistenzialepersonalizzato per evitare il ricovero in strutture residenziali con pre-stazioni di cura e di assistenza continuativa sia in ambito sociale chein ambito socio-sanitario a favore di persone con ridotta capacità diautosufficienza, a persone gravemente non autosufficienti e, in partico-lare, nei confronti di anziani, disabili gravi e malati terminali. Le prestazioni (assistenza medica, infermieristica, riabilitativa, soste-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 159

Page 160: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

160 Le politiche per la non autosufficienza

gno psicologico, cura e igiene della persona e della casa, preparazio-ne dei pasti, ecc.) sono rese al domicilio dell’utente secondo un pianoassistenziale individuale definito in modo integrato dai servizi deiComuni e dell’ASL. In genere le prestazioni del servizio ADI sonototalmente gratuite e vengono garantite indipendentemente dall’età edal reddito. L’accesso all’ADI è normato da leggi e atti amministrativiregionali e si differenzia sul territorio nazionale. Di norma, è il pro-prio medico di medicina generale che valuta il bisogno del paziente esegnala il caso al Distretto socio sanitario; in altri casi può essere il ser-vizio sociale del Comune di residenza o l’ospedale che predispone ledimissioni del paziente. Nell’ambito dell’erogazione delle prestazioniinfermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali, il medico di medicinagenerale (MMG) ha la responsabilità complessiva del paziente e, assu-mendo la funzione di case manager, coordina tutti gli interventi assi-stenziali secondo un programma concordato con il Distretto, con i ser-vizi sociali comunali e con i familiari dell’assistito.

NormativaLegge 8 novembre 2000, n. 328 Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi socialid.P.R. 3 maggio 2001Piano nazionale d’azione e di interventi per la tutela dei diritti e dello sviluppo deisoggetti in età evolutiva 2000 -2001

BADANTEIl termine badante è utilizzato per indicare l’operatore che assisteanziani, adulti o minori la cui autosufficienza è compromessa e chehanno bisogno di essere accuditi a tempo pieno all’interno della pro-pria abitazione evitando il ricovero presso strutture residenziali.Con il progressivo invecchiamento della popolazione e il mutamentodelle strutture sociali delle famiglie, è emersa la necessità di ricorrere apersonale per l’assistenza domiciliare evitando ai familiari di ridurre e,in alcuni casi, di abbandonare l’attività lavorativa. La scarsità di assi-stenti familiari in grado di garantire il lavoro di cura nell’arco dell’inte-ra giornata e, a volte, la necessità di alloggiare presso l’abitazione del-l’assistito, ha creato le condizioni di un mercato del lavoro rappresen-tato da persone, in maggioranza donne, di nazionalità straniera e per

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 160

Page 161: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 161

lo più immigrati extracomunitari, in cerca di una prima occupazione espesso in assenza di specifiche competenze professionaliNon esiste ancora una figura professionale del badante, come peresempio le figure dell’ASA o dell’ OSS. Esiste una regolamentazione del lavoro domestico, categoria nellaquale di fatto rientra il servizio di badantato, ma la disciplina del lavo-ro domestico non è rinvenibile in un unico contesto normativo, le cuile norme generali si riferiscono al codice civile. La tipologia dei con-tratti e delle assunzioni è anche regolata dalla riforma del mercato dellavoro che ha previsto forme e differenti modalità occupazionali. Unospecifico contratto collettivo nazionale di lavoro disciplina il rapportodi lavoro domestico con diversi inquadramenti e profili dei lavoratori:addetto alla compagnia a persone non autosufficienti; assistente a per-sone non autosufficienti non formato; assistente a persone non auto-sufficienti formato. Secondo alcune indagini, però, il lavoro dellebadanti è ancora sommerso, irregolare e senza alcuna tutela sia neiconfronti del lavoratore sia nei confronti della persona assistita.Su queste problematiche alcune regioni (Emilia-Romagna; Piemonte)hanno organizzato corsi per la qualifica di operatore socio-sanitario,con moduli formativi che certificano le competenze di aiuto domesti-co, supporto e accompagnamento della famiglia e della persona. Altreregioni hanno avviato corsi per badanti (Campania, Lazio). Di norma,l’accesso ai corsi è subordinato al possesso di alcuni pre-requisiticome il possesso del permesso di soggiorno, precedenti esperienzelavorative nella mansione di cura, titolo di studio di scuola media infe-riore, discreta conoscenza della lingua italiana. Nel 2004 la regione Friuli Venezia Giulia con legge n. 25 ha disciplina-to gli interventi per la qualificazione e il sostegno dell’attività di assi-stenza familiare con l’obiettivo di riconoscere valore e dignità al lavorodi cura e aiuto a domicilio; di dare risposte adeguate ai bisogni attra-verso la qualificazione dell’offerta tramite l’attivazione di idonei corsiformativi e di favorire l’incontro tra domanda e offerta tramite la predi-sposizione di appositi elenchi di persone formate e qualificate.La regione Veneto ha adottato tempo fa un Progetto Badanti che ha l’o-biettivo di superare eventuali difficoltà nel rapporto tra le badanti e lefamiglie dovute ad incomprensioni nella comunicazione e all’apparte-nenza a culture diverse, ad usi, costumi e credenze difformi anche

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 161

Page 162: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

162 Le politiche per la non autosufficienza

nella gestione delle persone assistite e per favorire l’incontro delladomanda e dell’offerta di servizi. In Lombardia la Provincia di Milanoe alcuni comuni, tra cui Milano e Cremona, hanno avviato molte ini-ziative su questa tematica.

CAREGIVEREspressione di origine anglosassone che significa letteralmente donatoredi cura. Il processo di riforma dell’assistenza, caratterizzato dal princi-pio di sussidiarietà, ha riconosciuto tra gli attori sociali che produco-no beni e servizi alla persona, oltre alle agenzie e alle organizzazionidel Terzo Settore, anche le reti familiari e amicali. Molte regioni attra-verso l’adozione del Piano Socio Sanitario Regionale (PSSR) e delPiano Sociale Regionale (PSR), hanno affidato un ruolo preminente alTerzo settore e alle reti informali del Quarto settore, soggetti che pos-sono erogare prestazioni sociali, socio sanitarie e socio educative attra-verso caregiver volontari (congiunti della persona in condizione di disa-gio o di sofferenza) e caregiver professionali (operatori delle impresesociali, di norma afferenti al Terzo Settore). I caregiver che offrono le loro prestazioni al domicilio della personapossono essere ricompensati attraverso i cosiddetti titoli sociali: buonoe voucher. I caregiver possono essere singoli professionisti di agenziepubbliche e private accreditate, oppure operatori volontari del TerzoSettore. I caregivers professionali operano soprattutto nell’area dell’assisten-za e della cura nei confronti degli anziani, dei disabili gravi e dellepersone non autosufficienti. Possiamo includere tra i caregiver professiona-li gli stranieri extracomunitari che prestano cure a domicilio nei con-fronti di anziani e disabili, le cosiddetti badanti.

CASE MANAGERCon questo termine si definisce l’operatore sociale che assolve funzio-ni di regia, rispetto al progetto personalizzato di un utente, intercon-nettendo tutte le risorse della rete formale ed informale, per risponde-re adeguatamente alla complessità di situazioni assistenziali compro-messe. Spesso, questa funzione di gestione manageriale nel progettoindividuale è attribuita al Servizio Sociale Professionale.Alcune Regioni, con l’adozione di specifici piani (salute mentale, nonautosufficienza, disabilità, ecc.), hanno introdotto la figura di case

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 162

Page 163: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 163

manager o la funzione di case management che ha la responsabilitàdel controllo della rete dei servizi e della valutazione delle prestazionierogate, sulla base anche del principio della libertà di scelta, da agen-zie private accreditate. In ambito organizzativo, rispetto per esempio ai Piani Sociali di Zonala figura del case manager garantisce la coordinazione tra le istituzionie gli organismi pubblici e privati presenti nell’ambito territoriale al finedell’integrazione tra le diverse politiche sociali, educative, formative,ecc.

INDICE DI VECCHIAIA Rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14anni, moltiplicato per cento.

INDICE DI DIPENDENZA DEGLI ANZIANI Rapporto tra la popolazione di età 65 anni e più e la popolazione inetà attiva (15-64 anni), moltiplicato per cento.

LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SANITARIA, LEA Già nel 1978 con l’istituzione del servizio sanitario nazionale, lo Stato,nell’ambito della programmazione economica nazionale, si assume ilcompito di determinare gli obiettivi della programmazione sanitarianazionale e di fissare l’uniformità delle condizioni di salute e i livellidelle prestazioni sanitarie che devono essere, comunque, garantite atutti i cittadini sul territorio nazionale In seguito con il d.P.R. 24 dicembre 1992 vengono definiti i livelliuniformi di assistenza sanitaria e specificati gli obiettivi che ciascunadelle fondamentali funzioni assistenziali del Servizio sanitario nazio-nale deve conseguire per soddisfare specifiche quote di bisogno sani-tario da garantire a tutti i cittadini, mediante un insieme di prestazio-ni, in particolare nelle aree Ambiente di vita e di Lavoro, Assistenzasanitaria di base, assistenza specialistica, ecc.Obiettivo del Legislatore è stato quello, con la fissazione dei livelliuniformi di Assistenza sanitaria, di assicurare certezza degli obiettivisanitari sull’intero territorio nazionale nel rispetto delle compatibilitàfinanziarie e dell’autonomia organizzativa e gestionale riservata alleregioni. Il concetto di livello essenziale di assistenza sanitaria nell’ordi-

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 163

Page 164: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

164 Le politiche per la non autosufficienza

namento legislativo, viene successivamente richiamato con il d.lgs.n.229 del 1999 (cosiddetta riforma Bindi) che modifica e integra ilprecedente d.lgs n. del 1992.La definizione di livello essenziale ripropone un tema fondamentalecirca l’appropriatezza degli interventi e la stessa evoluzione dei sistemidi welfare. E’ però solo con il d.P.C.M. del 2001, dopo l’intesa rag-giunta tra lo Stato le Regioni, che lo Stato definisce i livelli essenzialidi assistenza sanitari e sociosanitari, che sono, per il cittadino, la con-dizione di diritto esigibile da esercitare nei confronti della pubblicaamministrazione. Il Decreto sui LEA contiene le liste nelle quali sono indicate le presta-zioni finanziate dal Sistema sanitario Nazionale, le indicazioni sulleprestazioni e servizi dell’area sociosanitaria, le prestazionitotalmente/parzialmente escluse dai LEA, le prestazioni incluse neiLEA che presentano un profilo organizzativo potenzialmente inappro-priato, le indicazioni particolari dei livelli in materia di assistenza ospe-daliera, assistenza specialistica e integrazione socio-sanitaria e infine,linee guida relative al ruolo delle Regioni in materia di LEA.

NormativaLegge 23 dicembre 1978, n. 833 Istituzione del servizio sanitario nazionale.d.P.R. 24 dicembre 1992 Definizione dei livelli uniformi di assistenza sanitaria.d.P.C.M. 29 novembre 2001Definizione dei livelli essenziali di assistenza

RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI - RSASono strutture extraospedaliere finalizzate a fornire prestazioni sanita-rie e assistenziali a persone anziane, prevalentemente non autosuffi-cienti non assistibili a domicilio. La norma istitutiva è contenuta all’interno della legge finanziaria del1988, il cui obiettivo programmatorio era quello di ridurre progressiva-mente i posti letto ospedalieri, ed in particolare l’assistenza prolungatanei reparti ospedalieri, per costituire, di fatto, un sistema sociosanitario

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 164

Page 165: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 165

parallelo delle Rsa a quello degli ospedali.Le RSA sono, pertanto, servizi residenziali riferiti a specifici stan-dard edilizi con non oltre 120 posti letto (anche attraverso sistemimodulari) che assicurano un livello medio di assistenza sanitaria(medica, infermieristica e riabilitativa) integrato da un livello alto diassistenza tutelare ed alberghiera. Si differenziano dalle struttureriabilitative per la minore intensità delle cure sanitarie e i tempipiù prolungati di permanenza degli assistiti, che in relazione alloro stato psicofisico possono trovare in queste strutture forme diospitalità permanente, tali da garantire riservatezza e, dunque, unamigliore qualità della vita.Ogni regione, poi, con riferimento agli indirizzi e agli standard nazio-nali, ha articolato le RSA secondo le proprie esigenze, cercando digarantire anche collegamenti operativi ai servizi del distretto sociosani-tario ed all’assistenza domiciliare integrata.Un decreto del Ministro della sanità del 1989 ha stabilito che le RSAdevono essere realizzate “non solo per anziani prevalentemente non autosuffi-cienti, ma anche per handicappati e disabili psichici e sensoriali”. Molte regioni,hanno, invece istituito sul modello delle RSA specifiche strutture desti-nate a disabili non autosufficienti.

NormativaLegge 11 marzo 1988 n. 67Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello StatoDecreto Ministero della Sanità 9 agosto 1989 n. 321 Regolamento recante criteri generali per la programmazione degli interventi e il coor-dinamento tra enti competenti nel settore dell’edilizia sanitaria in riferimento alpiano pluriennale di investimentid.P.C.M. 22 dicembre 1989Atto di indirizzo e coordinamento dell’attività amministrativa delle regioni e provin-ce autonome concernente la realizzazione di strutture sanitarie residenziali peranziani non autosufficienti non assistibili a domicilio o nei servizi semiresidenzialiMinistero della SanitàLinee – guida n. 1/94, Indirizzi sugli aspetti organizzativi e gestionali delle residen-ze sanitarie assistenziali

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 165

Page 166: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

166 Le politiche per la non autosufficienza

VOUCHERTra i titoli sociali, il voucher è una provvidenza economica a favoredella persona o della sua famiglia utilizzabile solo per l’acquisto diprestazioni assistenziali, socio-sanitarie ed educative fornite da ope-ratori (caregiver professionali) inviati da organismi e agenzie accredita-te.

* Vedi:F. Bova, IL DIZIONARIO DEL NUOVO WELFARE. Vocaboli, prestazio-ni, servizi per studenti, operatori e amministratori del sociale. pp.290 .Maggioli Editore, 2005

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 166

Page 167: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 167

REPERTORIO LEGISLATIVOA cura di Francesco Bova

NORME IN FAVORE DEI SOGGETTI NON AUTOSUFFICIENTI

Normativa nazionale

Costituzione della Repubblica Italiana (artt. 3, 38, 117, 119)Codice Civile(artt. 404-413)L. 10 febbraio 1962, n. 66Nuove disposizioni relative all’Opera nazionale per i ciechi civiliL. 28 marzo 1968, n. 406 Norme per la concessione di una indennità di accompagnamento aiciechi assoluti assistiti dall’Opera nazionale ciechi civili (art. 1)L. 26 maggio 1970, n. 381 Aumento del contributo ordinario dello Stato a favore dell’Ente nazio-nale per la protezione e l’assistenza ai sordomuti e delle misure del-l’assegno di assistenza ai sordomutiL. 27 maggio 1970, n. 382. Disposizioni in materia di assistenza ai ciechi civiliL. 30 marzo 1971, n. 118. Conversione in legge del D.L. 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme infavore dei mutilati ed invalidi civiliD.P.R. 28 marzo 1975, n. 469. Norme di attuazione dello statuto per la regione Trentino-Alto Adige inmateria di assistenza e beneficenza pubblica (art. 1-bis)L. 5 agosto 1978, n. 468. Riforma di alcune norme di contabilità generale dello Stato in materiadi bilancio (art. 11, c.3)L. 23 dicembre 1978, n. 833. Istituzione del servizio sanitario nazionale (artt. 26 e 57)L. 11 febbraio 1980, n. 18. Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 167

Page 168: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

168 Le politiche per la non autosufficienza

L. 20 maggio 1985, n. 222.Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostenta-mento del clero cattolico in servizio nelle diocesi (art. 47)D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917. Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi (artt. 10, 12, 13, 65, 77)L. 21 novembre 1988, n. 508. Norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civi-li, ai ciechi civili ed ai sordomutiD.Lgs. 23 novembre 1988, n. 509. Norme per la revisione delle categorie delle minorazioni e malattieinvalidanti, nonché dei benefici previsti dalla legislazione vigente perle medesime categorie, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, della legge 26luglio 1988, numero 291L. 11 ottobre 1990, n. 289. Modifiche alla disciplina delle indennità di accompagnamento di cuialla L. 21 novembre 1988, n. 508, recante norme integrative in materiadi assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordo-muti e istituzione di un’indennità di frequenza per i minori invalidiL. 15 ottobre 1990, n. 295.Modifiche ed integrazioni all’articolo 3 del D.L. 30 maggio 1988, n. 173convertito, con modificazioni, dalla L. 26 luglio 1988, n. 291, e succes-sive modificazioni, in materia di revisione delle categorie delle minora-zioni e malattie invalidanti (art. 1)L. 11 agosto 1991, n. 266. Legge-quadro sul volontariatoL. 5 febbraio 1992, n. 104. Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle per-sone handicappateD.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502. Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1della L. 23 ottobre 1992, n. 421 (artt. 1, 3-quater, 3-septies, 12, 12-bis)L. 8 agosto 1995, n. 335. Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare (art. 3)D.Lgs. 28 agosto 1997, n. 281. Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza per-manente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonomedi Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 168

Page 169: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 169

interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con laConferenza Stato-città ed autonomie locali (art. 8)D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 109. Definizioni di criteri unificati di valutazione della situazione economicadei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate, a norma del-l’articolo 59, comma 51, della L. 27 dicembre 1997, n. 449 (art. 2)D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112. Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alleregioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della L. 15 marzo1997, n. 59 (artt. 129 e 130)D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286. Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigra-zione e norme sulla condizione dello straniero (art. 41)L. 12 marzo 1999, n. 68. Norme per il diritto al lavoro dei disabiliD.Lgs. 19 giugno 1999, n. 229. Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, anorma dell’articolo 1 della L. 30 novembre 1998, n. 419D.Lgs. 3 maggio 2000, n. 130. Disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 109,in materia di criteri unificati di valutazione della situazione economicadei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate (art. 2)L. 8 novembre 2000, n. 328. Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi eservizi socialiD.P.C.M. 14 febbraio 2001. Atto di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni socio-sani-tarieD.P.C.M. 29 novembre 2001.Definizione dei livelli essenziali di assistenzaD.M. 27 dicembre 2001. Ministro delle infrastrutture e dei tra-sporti. Programma sperimentale di edilizia residenziale denominato «Alloggiin affitto per gli anziani degli anni 2000» (artt. 1 e 2)D.L. 25 ottobre 2002, n. 236, conv. con mod., L. 27 dicembre2002, n. 284. Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi in scadenza (art. 2)

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 169

Page 170: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

170 Le politiche per la non autosufficienza

L. 27 dicembre 2002, n. 289. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennaledello Stato (legge finanziaria 2003) (art. 46)L. 5 giugno 2003, n. 131. Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica allaL.Cost. 18 ottobre 2001, n. 3 (art. 8)D.Lgs. 9 luglio 2003, n. 216. Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento inmateria di occupazione e di condizioni di lavoro (art. 1)D.L. 30 settembre 2003, n. 269, conv. con mod., L. 24 novembre2003, n. 326. Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione del-l’andamento dei conti pubblici (art. 50)L. 30 dicembre 2004, n. 311.Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennaledello Stato (legge finanziaria 2005) (art. 1, co. 173 e 350)D.L. 30 settembre 2005, n. 203, conv. con mod., L. 2 dicembre2005, n. 248. Misure di contrasto all’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materiatributaria e finanziaria (art. 10)D.L. 10 gennaio 2006, n. 4, conv. con mod., L. 9 marzo 2006, n. 80. Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento dellapubblica amministrazione (art. 6)D.P.R. 7 aprile 2006 Approvazione del «Piano sanitario nazionale» 2006-2008 (Paragrafo 5.3)L. 27 dicembre 2006, n. 296Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale delloStato (legge finanziaria 2007)Comma 1264. Al fine di garantire l’attuazione dei livelli essenziali delleprestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale conriguardo alle persone non autosufficienti, è istituito presso il Ministerodella solidarietà sociale un fondo denominato “Fondo per le non auto-sufficienze”, al quale è assegnata la somma di 100 milioni di euro perl’anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009.Conferenza Unificata 14 febbraio 2008Intesa per la permanenza o ritorno in famiglia di persone non auto-

sufficienti

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 170

Page 171: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 171

RegioniNormativa regionale

VENETOProposta di legge regionale licenziata in Commissione nellaseduta del 23 febbraio 2009Disposizione per l’istituzione del fondo regionale per la nonautosufficienza e la sua disciplina.

MARCHEProposta di legge regionale n. 189 presentata in data 18 settem-bre 2007 Istituzione del fondo regionale per la tutela delle persone nonautosufficienti.

TOSCANAL.R. 18 dicembre 2008, n. 66Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza

UMBRIAL.R. 4 giugno 2008 n.9Istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza emodalità di accesso alle prestazioni.

TRENTINO-ALTO ADIGE - BOLZANO Legge provinciale 12 ottobre 2007, n. 9Interventi per l’assistenza alle persone non autosufficienti

EMILIA ROMAGNAdeliberazione della giunta regionale 30 luglio 2007, n. 1206Fondo regionale per la non autosufficienza - programma 2008 edefinizione interventi a favore delle persone adulte con disabi-lità.

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 171

Page 172: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

172 Le politiche per la non autosufficienza

SARDEGNAdeliberazione n. 27/41 del 17.7.2007 Fondo per la non autosufficienza. Prima attuazione dell’art. 34,comma 4 lettera a) della L.R. 29 maggio 2007, n. 2.

CAMPANIA L.r. 296/06 (Legge Finanziaria 2007) Giunta Regionale - Seduta del 18 settembre 2008 - DeliberazioneN.1467 Fondo per le Non Autosufficienze

LAZIOL.R. 23 novembre 2006, n. 20Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza

ABRUZZOGiunta RegionaleAtto di indirizzo applicativo per lo sviluppo locale per gli inter-venti rivolti alla non autosufficienza”

LOMBARDIADGR 22 ottobre 2008 n. 8243 Realizzazione dell’Intesa del 14 febbraio 2008L.R. 12 marzo 2008, n.3 Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona inambito sociale e sociosanitarioL.R. 6 dicembre 1999 n.23 Politiche regionali per la famiglia

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 172

Page 173: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 173

PROGETTI DI LEGGE PARLAMENTARIXV legislatura

A.C. 11, (d’iniziazitiva popolare), Piano per interventi integrati sulla non autosufficienza finanziato da unFondo nazionale

A.C. 290, (on. Bindi) Istituzione del Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti

A.C. 422, (on. Canotti ed altri) Istituzione di un sistema di protezione sociale e di cura per le personenon autosufficienti

A.C. 557, (on. Volontè) Norme in favore dei soggetti non autosufficienti le cui potenzialitàresidue non consentano idonee forme di integrazione lavorativa

A.C. 1228, (on. Sgobio ed altri) Piano di interventi integrati per la non autosufficienza

A.C. 1248, (on. Zanotti ed altri)Istituzione del Fondo per il sostegno delle persone non autosufficienti

A.C. 1295, (on. Di Virgilio ed altri)Disciplina delle tutele socio-sanitarie in favore delle persone non auto-sufficienti

A.C. 1348, (on. Castellani ed altri) Disposizioni in favore delle persone anziane non autosufficienti

A.C. 1355, (on. Garavaglia ed altri) Disposizioni per favorire la qualità della vita delle persone non auto-sufficienti

A.C. 1356, (on. Garavaglia ed altri)Istituzione del Fondo per l’autonomia delle persone disabili

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 173

Page 174: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

174 Le politiche per la non autosufficienza

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 174

Page 175: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 175

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 175

Page 176: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

176 Le politiche per la non autosufficienza

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 176

Page 177: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

Le politiche per la non autosufficienza 177

Collana editorialeWelfare e Diritti

1. Disposizioni per la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizisociali. Applicazioni della Bassanini quater. Indirizzi generali del Piano SocioAssistenziale della Regione Lombardia.pp. 44 – Milano 1998

2. Famiglia e Stato Sociale.pp. 75 – Milano 1999

3. Gli anziani come risorsa, le risorse per gli anziani..pp. 113 – Milano 1999

4. Educazione Permanente e il mondo degli Anziani.pp. 39 – Milano 2001

5. Dal Piano Socio Sanitario ai Piani di Zona della Legge 328/2000. Ruolo ecompiti della rete solidaristica e professionale del welfare locale.pp. 80 – Milano 2002

6. Piano Socio Sanitario 2002-2004. Le proposte dei Democratici di Sinistra.100 ordini del giorno.pp. 152 – Milano 2002

7. La continuità assistenziale integrata. Primo Incontro. I servizi sanitari e socioassistenziali territoriali: nuove strategie ed esperienze a confronto. pp. 96 – Milano 2006

8. Dalla parte delle bambine e dei bambini. Il Garante regionale per i diritti del-l’infanzia e dell’adolescenza.pp. 130 – Milano 2006

9. Identità, Servizio e Responsabilità dell’Associazionismo.pp. 108 – Milano 2007

10. Il commercio in Lombardia: impatto zero e sviluppo quantitativopp. 82 – Milano 2007

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 177

Page 178: Le politiche per la non autosufficienza - PD Regione Lombardia · per esempio per gli anziani che decidono di poter gestire la pro-pria non autosufficienza in casa e anche per i non

178 Le politiche per la non autosufficienza

Collana editorialeWelfare e Diritti

11. Tra il dire e il well... fare. Disciplina del sistema integrato di servizi sociali e sociosanitari alla persona e alla comunitàpp. 128 – Milano 2007

12. Riflettere per realizzare adeguate iniziative di: educazione, prevenzione,interventi socio sanitari e infrastutturali, sul tema della sicurezza stradalepp. 194 - Milano 2008

13. Punto unico di accesso ai servizi per assicurare la presa in carico ridurre laburocrazia e garantire i dirittipp. 96 - Milano 2008

14. Le proposte del Partito Democratico per sostenere le autonomie scolastiche edistituzionali della Lombardiapp. 165 - Milano 2009

15. Le politiche per la non autosufficienza un nuovo modello di welfare inLombardiapp. 180 - Milano 2009

Libretto POLITICHE 24-07-2009 11:19 Pagina 178