luci ed ombre alla stazione in una mattina dautunno giosuè carducci

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Luci ed ombre alla stazione in una mattina d’autunno Giosuè CARDUCCI

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Page 1: Luci ed ombre alla stazione in una mattina dautunno Giosuè CARDUCCI

Luci ed ombre alla stazione in una mattina

d’autunno

Giosuè CARDUCCI

Page 2: Luci ed ombre alla stazione in una mattina dautunno Giosuè CARDUCCI

In questo componimento, uno dei più celebri della produzione letteraria

carducciana, l’immagine dell’amata Lidia, sembra fondersi con quella dell’io lirico

per poi perdersi sullo sfondo di un malinconico mattino autunnale.

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La stazione

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Il treno della vita…

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Giosuè CARDUCCI nacque nel 1835 a Valdicastello, in Versilia. Trascorse l’infanzia in Maremma, si laureò in Lettere a Pisa, insegnò nelle scuole secondarie, ebbe la cattedra di Letteratura Italiana a Bologna. L’opera poetica, dall’anti-romanticismo e l’anticlericalismo giovanile, si svolse con evocazioni storiche e momenti d’intensa malinconia come nelle Rime Nuove e nelle Odi Barbare (chiamate così poiché, abbandonando i metri tradizionali italiani, cercò di riprodurre quelli classici col sistema accentuativo italiano). Dapprima attivo patriota e positivista, poi critico e «Scudiero dei Classici» (ritenendo che all’epoca la letteratura fosse fragile, volle esprimere i propri concetti con la potenza dei classici), alla fine un’anima tardo-romantica. Collaborò a periodici e sostenne polemiche letterarie e politiche; nel 1906 ottenne il premio Nobel per la poesia, morì nell’anno successivo. x

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Parafrasi Oh quei lampioni del viale come s'inseguono pigri tra gli alberi gocciolanti di pioggia, spandendo la loro luce sbiadita dalla nebbia sul fango della strada, simile a sbadigli! La locomotiva fischia, dapprima debolmente, poi in modo acuto e stridulo. Il cielo è grigio, pesante e il mattino ci avvolge con la nebbia come se fosse un grande fantasma. Dove e per quale motivo questa gente, avvolta nei cappotti e silenziosa, si avvia frettolosamente verso i convogli scuri? A che scopo va incontro a dolori ignoti o a pene di speranze rivelatesi vane? Anche tu, Lidia, pensierosa, consegni il biglietto ferroviario alla guardia che lo taglia, e contemporaneamente consegni al tempo, che incalza veloce mente, i begli anni della giovinezza, i momenti di gioia e i ricordi del nostro amore. Intanto, i controllori dei freni, incappucciati di nero, vanno su e giù lungo il nero convoglio, come ombre, hanno in mano una debole lanterna e delle mazze di ferro: ed i freni, percossi dalle mazze, vibrano con un suono lungo e triste, al quale il mio animo risponde con un'eco di dolore, simile ad uno spasmo. Il chiudere degli sportelli mi sembra oltraggioso e l’ultimo invito a salire sulle carrozze mi appare come una presa in giro, mentre la pioggia cade sui vetri provocando un forte rumore. Ormai la locomotiva, simile ad un mostro meccanico, consapevole della su anima metallica emette sbuffi di vapore, vibra, ansima, i fanali sembrano occhi di fuoco appena sbarratti: quindi, nel buio emette un terribile fischio, come se cercasse di sfidare lo spazio. Parte lo spietato treno portando via con sè il mio amore, simile ad un mostro che sbatte le ali. Il viso rosa pallido dell'amata scompare nel buio salutando. Oh dolce viso di un pallore roseo, Oh occhi luminosi come stelle che danno un senso di pace; oh fronte bianca e pura che si piega tra i folti capelli. Trepidava la vita nell'aria tiepida e «fremeva» l'estate quando i suoi occhi mi sorrisero; e l'ancora tiepido sole di giugno si compiaceva di baciare, tra i riflessi castani dei capelli la morbida guancia: i miei sogni, più luminosi del sole, circondavano come un'aureola la sua figura delicata. Torno a casa sotto la pioggia, nella nebbia fitta e vorrei confondermi in esse; barcollo stordito e mi tocco per constatare che non sia anch'io un fantasma. Mi sembra che le foglie cadano sempre più pesanti, fredde e silenziose sulla mia anima! Io credo che ovunque sia novembre. E' meglio per chi ha perduto ogni legame con la vita, quest'ombra, questa nebbia: io voglio adagiarmi in un tedio che duri per sempre. x

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Carolina Cristofori Piva nel 1872Copyright © Biblioteca e Casa Carducci

Carolina Cristofori Piva

era un’intellettuale che si legò sentimentalmente e culturalmente a Carducci tra il 1872 e il 1878, dando frutto ad una fitta corrispondenza.Il poeta ne trasformò il nome in Lidia rievocando una protagonista dell’opera Oraziana.Nel componimento essa rappresenta l’unica luce nel buio soffocante del progresso e della modernità, posta nel locus amoenus dei ricordi. La bella Natura fa da contrappunto all’avvento della tecnologia, la stagione dell’amore si contrappone al tedio autunnale. x

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I vigili assumono l’aspetto di creature demoniache che vagano sul «nero convoglio», spiriti inquieti, mietitori di morte! Insieme al «mostro, conscio della sua metallica anima», sono la perfetta espressione del PRE-DECADENTISMO .

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Il poeta è stato un avanguardia del Decadentismo, corrente letteraria caratterizzata dalla sensualità e da un estetismo che evoca sentimenti di decadenza e di morte, l’esaltazione della sregolatezza, il culto del mistero, il demonismo. Si esprime attraverso una poesia suggestiva e visionaria, indefinita ma musicale, densa di simbologie oscure.

SublimeIl sentimento di curiosità verso l’oscuro, nell’arte l’attrazione-repulsione per ciò che ci sgomenta, una spettacolarità che ci lascia senza fiato. È una bellezza che riguarda il soprannaturale e l’ignoto, «l’unknown» della letteratura inglese, stupore, paura. Esso ci confonde, ci devasta, percepiamo la nostra impotenza, siamo disorientati, terrorizzati ed allo stesso tempo fortemente attirati. È silenzio ed inquietudine. x

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In un’atmosfera di buio totale, tra i tormenti e le inquietudini, trova spazio l’angelica Lidia.Il poeta dedica i versi più dolci alla donna che ha amato, la descrive come un essere candido e delicato nel contesto di un’estate passata, accarezzata dai raggi del sole, nel momento in cui, con un sorriso, ella gli rapì il cuore. Da allora Il giovane Carducci ripose in essa sogni ed illusioni e probabilmente visse una coinvolgente storia d’amore.Il breve flashback , compiuto dall’autore, costituisce l’unico «punto di luce», nell’intero componimento. x

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Lavoro realizzato da Alessia D’Amico

classe 5ALiceo scientificoa.s. 2011-2012

Prof.ssa Assunta Gasparri