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REGGIO MISSIONI a cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO, REGGIO TERZO MONDO e delle CASE DELLA CARITÀ - via F. Bonini, 3 - 42100 Reggio E. - Redazione Tel. 0522/436840 - Fax 0522/433991 - Dir. Resp. D. Bezzecchi “Poste Italiane s.p.a. SPED. IN A. P. D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1-Comma 2 DCB Reggio E.” Autoriz. Trib. di Reggio Emilia n° 817 del 3/1/1992 - Stampa Nuova Futurgraf Reggio E. da inviare a CONTINUA A PAG. 2 La lettera di suor Margherita apparsa recentemente su “La Libertà” è stata una buona introduzione alle celebrazioni del 40° della Missione diocesana in Madagascar. Mons. Vescovo ha inviato, attraverso don Luigi Rossi, in visita agli amici missionari, un breve messaggio, cui mi riferisco per sottolineare alcune cose da cui effettivamente ripartire, senza così limitarci ad un atteggiamento puramente celebrativo. Mons. Caprioli, consapevole delle difficoltà incontrate nel corso degli anni, anche recenti, ha ringraziato i missionari e gli organismi coinvolti (CMD – Case della Carità – Servi della Chiesa – RTM – Ravinala) “per la buona volontà e la sinergia che hanno sempre permesso di riprendere il cammino, superando le situazioni stagnanti e pesanti”. Effettivamente, non sempre tutto è andato bene e non a tutto si è trovata una soluzione duratura e condivisa. A volte qualcuno è rientrato prima del previsto, o per libera scelta, o per decisione presa dall’alto… Altre volte qualcuno è rimasto fino alla fine, ma senza suscitare entusiasmi… C’è stato, infine, chi è rimasto oltre il tempo concordato, come cavaliere solitario e non più come membro di una équipe missionaria… Ma c’è stato pure chi durante i 2-3 anni di servizio laicale ha maturato la vocazione al sacerdozio (Panari, Caselli, Avanzi) o alla vita religiosa (Suor Franca e Suor Paola). E tanti altri hanno scelto la vocazione matrimoniale e familiare per vivere in Italia la missione della vita al servizio dell’amore, “trovando l’Africa in giardino…”. Tutto questo ha portato il Vescovo a scrivere: “possiamo guardare al passato dicendo grazie con tutte le nostre forze e al futuro dicendo sì con totale fiducia”. Altro passo significativo del messaggio di Mons. Caprioli è la composizione passata, presente e futura dell’équipe diocesana. Se nel 1967 il gruppo era composto da due sacerdoti o della religiosa. Scrive il Vescovo: “La presenza in mezzo a voi e al vostro fianco di sacerdoti e suore esperti nel servire e nell’offrire, e ora chiamati a divenire anche esperti nel soffrire, sia di esempio e di stimolo per tutti”. Dio solo sa quanto possa essere preziosa e feconda la testimonianza attuale e futura di don Ganapini e di Suor Margherita, alle prese con problemi di salute di diversa natura, problemi che se mineranno il loro corpo esteriore, non MADAGASCAR… VERSO IL 50° (in aggiunta ai due già presenti sul posto, don Ganapini e don Gualdi), da 4 suore e da 4 laici, con il tempo le proporzioni numeriche sono variate. Con la partenza recente di don Ruozi e con quella prossima di don Paolo Cattari, i sacerdoti resteranno 4, le religiose 4, mentre i laici supereranno la dozzina. Questo incide già e inciderà ancora sulla tipologia degli interventi, più di carattere socio-sanitario che sacramentale-liturgico, coinvolgendo anche più direttamente la componente laicale della Chiesa e della società malagasy. In questi anni il ruolo dei laici volontari del CMD, di RTM, della Cooperativa Ravinala, è stato crescente, anche per ciò che riguarda la necessaria autonomia, soprattutto logistica, rispetto alle Case della Carità, impegnate pressoché esclusivamente in un servizio più liturgico e caritativo. Questo però non ha significato, né deve significare un ridimensionamento della figura o della funzione del sacerdote 104 ANNO XVI - N°4 DICEMBRE ’07 APPUNTAMENTI 31 dicembre 2007 Marcia della pace per le vie di Reggio 6 gennaio 2008 Giornata Infanzia Missionaria da celebrare in tutte le parrocchie 27 gennaio 2008 55 a Giornata mondiale dei malati di lebbra FESTEGGIATI I 40 ANNI DELLA PRESENZA DELL’ÉQUIPE MISSIONARIA REGGIANA 23 /11/2007 Antananarivo, Chiesa di Malaza, Suor Margherita e Suor Bernardetta ricorda- no l’arrivo dell’équipe in Madagascar di cui facevano parte nella Celebrazione Eucaristica n Di don Emanuele Benatti BUON NATALE A tutti i lettori, ai collaboratori, e a tutti i missionari auguriamo un Sereno Natale e un Nuovo Anno di Pace

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REGGIO MISSIONI a cura del CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO, REGGIO TERZO MONDO e delle CASE DELLA CARITÀ - via F. Bonini, 3 - 42100 Reggio E. - Redazione Tel. 0522/436840 - Fax 0522/433991 - Dir. Resp. D. Bezzecchi“Poste Italiane s.p.a. SPED. IN A. P. D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1-Comma 2 DCB Reggio E.” Autoriz. Trib. di Reggio Emilia n° 817 del 3/1/1992 - Stampa Nuova Futurgraf Reggio E.

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La lettera di suor Margherita apparsa recentemente su “La Libertà” è stata una buona introduzione alle celebrazioni del 40° della Missione diocesana in Madagascar.Mons. Vescovo ha inviato, attraverso don Luigi Rossi, in visita agli amici missionari, un breve messaggio, cui mi riferisco per sottolineare alcune cose da cui effettivamente ripartire, senza così limitarci ad un atteggiamento puramente celebrativo.Mons. Caprioli, consapevole delle difficoltà incontrate nel corso degli anni, anche recenti, ha ringraziato i missionari e gli organismi coinvolti (CMD – Case della Carità – Servi della Chiesa – RTM – Ravinala) “per la buona volontà e la sinergia che hanno sempre permesso di riprendere il cammino, superando le situazioni stagnanti e pesanti”. Effettivamente, non sempre tutto è andato bene e non a tutto si è trovata una soluzione duratura e condivisa. A volte qualcuno è rientrato prima del previsto, o per libera scelta, o per decisione presa dall’alto… Altre volte qualcuno è rimasto fino alla fine, ma senza suscitare entusiasmi…C’è stato, infine, chi è rimasto oltre il tempo concordato, come cavaliere solitario e non più come membro di una équipe missionaria… Ma c’è stato pure chi durante i 2-3 anni di servizio laicale ha maturato la vocazione al sacerdozio (Panari, Caselli, Avanzi) o alla vita religiosa (Suor Franca e Suor Paola). E tanti altri hanno scelto la vocazione matrimoniale e familiare per vivere in Italia la missione della vita al servizio dell’amore, “trovando l’Africa in giardino…”.Tutto questo ha portato il Vescovo a scrivere: “possiamo guardare al passato dicendo grazie con tutte le nostre forze e al futuro dicendo sì con totale fiducia”. Altro passo significativo del messaggio di Mons. Caprioli è la composizione passata, presente e futura dell’équipe diocesana.Se nel 1967 il gruppo era composto da due sacerdoti

o della religiosa. Scrive il Vescovo: “La presenza in mezzo a voi e al vostro fianco di sacerdoti e suore esperti nel servire e nell’offrire, e ora chiamati a divenire anche esperti nel soffrire, sia di esempio e di stimolo per tutti”. Dio solo sa quanto possa essere preziosa e feconda la testimonianza attuale e futura di don Ganapini e di Suor Margherita, alle prese con problemi di salute di diversa natura, problemi che se mineranno il loro corpo esteriore, non

MADAGASCAR… VERSO IL 50°(in aggiunta ai due già presenti sul posto, don Ganapini e don Gualdi), da 4 suore e da 4 laici, con il tempo le proporzioni numeriche sono variate.Con la partenza recente di don Ruozi e con quella prossima di don Paolo Cattari, i sacerdoti resteranno 4, le religiose 4, mentre i laici supereranno la dozzina. Questo incide già e inciderà ancora sulla tipologia d e g l i i n t e r v e n t i , p i ù d i c a r a t t e r e socio-sanitario che sacramentale-liturgico, coinvolgendo anche più direttamente la componente laicale della Chiesa e della società malagasy.In questi anni il ruolo dei laici volontari del CMD, di RTM, della Cooperativa Ravinala, è stato crescente, anche per ciò che riguarda la necessaria autonomia, soprattutto logistica, rispetto alle Case della Carità, impegnate pressoché esclusivamente in un servizio più liturgico e caritativo. Questo però non ha significato, né deve significare un ridimensionamento della figura o della funzione del sacerdote

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APPUNTAMENTI31 dicembre 2007

Marcia della pace per le vie di Reggio

6 gennaio 2008Giornata Infanzia

Missionariada celebrare

in tutte le parrocchie

27 gennaio 2008 55a Giornata mondiale

dei malati di lebbra

FESTEGGIATI I 40 ANNI DELLA PRESENZA DELL’ÉQUIPE MISSIONARIA REGGIANA

23 /11/2007 Antananarivo, Chiesa di Malaza, Suor Margherita e Suor Bernardetta ricorda-no l’arrivo dell’équipe in Madagascar di cui facevano parte nella Celebrazione Eucaristica

n Di don Emanuele Benatti

BUON NATALE

A tutti i lettori, ai collaboratori,

e a tutti i missionari auguriamo

un Sereno Natale e un Nuovo Anno di Pace

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È il 30/11/1967, la stampa profana di Tananarive li ha fatti diventare 14 gli undici missionari reggiani arrivati giovedì 23 u.s. Ecco quanto ha scritto l’Agenzia di stampa «Mad-presse» il 24/11/1967: «Un’équipe di religiosi e laici italiani sono arrivati ieri a Antananarivo per recarsi nella diocesi di Tananarive e Fianarantsoa.Mons. Mario Prandi guida questa delegazione che comprende tre sacerdoti diocesani, tre suore, quattro laici, tre infermieri e un ingegnere. L’équipe è stata accolta a Ivato da numerose autorità della chiesa cattolica locale, guidate da S.E. Mgr. Jèrome Rakotomalala, arcivescovo di Tananarive e anche un rappresentante dell’Ambasciata italiana». Anche il quotidiano «Courrier de Madagascar» ne ha dato notizia il 25/11/67. È giusto fare aumentare il numero dell’équipe, perché all’aereoporto ci siamo trovati in 13 reggiani con il medesimo mandato apostolico di aiuto alle diocesi del Madagascar, la stampa ha parlato di «autorità» della chiesa cattolica locale; infatti S.E. l’arcivescovo di Tananarive con i due vicari generali della diocesi era ad attendere i missionari. Una decina di altri sacerdoti italiani e malgasci e quattro suore italiane di due istituti religiosi si erano dati appuntamento a Ilanivato. È stato un avvenimento straordinario per la diocesi di Tanà l’arrivo in una sola volta di ben 11 missionari. Il dott. Giannetti, segretario dell’ambasciata a Tananarive, ha benevolmente aiutato i nuovi arrivati nel disbrigo delle pratiche all’aereoporto. Alle tre e mezzo eravamo nella cappella delle Suore Carmelitane di Ilanivato per cantare il Te Deum di ringraziamento.Pur nella stanchezza di tre lunghi giorni di viaggio, Mons. Prandi e gli altri dieci missionari ci hanno invitato

MONS. BARONI A DON MARIO PRANDI

DON GANAPINI E DON GUALDI AGLI AMICI REGGIANI

Carissimo don Mario, dò la mia approvazione a quanto mi hai scritto circa il programma di preparazione della partenza del gruppo missionario, e circa anche la parte finanziaria.Come è ovvio, d i gran lunga superiore è l’impostazione della prima parte.Raccomando raccogli-mento, preghiera e penitenza, revisione della propria vita passata, indagando, al cospetto di Dio, con senso di

ad una riflessione sul futuro impegno apostolico di tutti noi missionari reggiani a Madagascar. Discussione piuttosto lunga e animata sulla situazione della chiesa locale e dell’inserimento delle «Case della Carità» o della comunità reggiana in tale contesto malgascio.

responsabilità, per parte di ciascuno: che non succeda che un peccato di uno,

non sufficientemente riparato, abbia ad essere causa di rovina o di mancata benedizione di Dio per l’intero gruppo missionario.Raccomando dunque un clima eccezionale; di soprannaturalità, che è il solo a sbiadire la figura umana ed egoistica di ciascuno, per dare unico risalto al mistero della Chiesa. Ho annotato anche l’impegno del 21/11, festa

Discussione da continuare naturalmente e per la quale invitiamo tutti voi a pregare. Venerdì 24 novembre, Festa di S. Prospero, il momento culminante è stata la celebrazione cantata (don Mario, don Giovanni, don Augusto e noi due)

in onore di S. Prospero patrono della diocesi di Reggio. Don Prandi non ha mancato di dare a ciascuno di noi, nuovi e vecchi del Madagascar, consigli personali ed appropriati. Le suore di Ilanivato ci hanno preparata una cena all’italiana per completare la festa. Prima di concludere la giornata con la preghiera comunitaria di compieta, Giuseppe ci ha dato un saggio della sua abilità di fisarmonicista, accompagnato da don Prandi alla batteria! In giornata già si erano incontrati con l’Ambasciatore d’Italia e con molti Padri della Missione di Tananarive, oltre aver sbrigato in vari uffici pratiche burocratiche.Sabato mattina, 25 novembre, gli undici missionari sono partiti per Ambositra, cittadina a 280 km da Tananarive, dove i Padri Gesuiti dirigono una scuola di lingua malgascia per i missionari. Auguriamo buon lavoro a loro, alle prese con due lingue da apprendere: il malgasy e il francese. Noi tutti preghiamo che il Signore benedica la Missione reggiana a Madagascar.

n don Pietro e don Piergiorgio

MADAGASCAR... VERSO IL 50° SEGUE DALLA PRIMA

intaccheranno certo il loro spirito, la loro passione, la loro giovinezza spirituale!Del resto don Caselli, don Ruozi, quest’ultimo nominato dal Vescovo coordinatore di tutta l’équipe diocesana in Madagascar, e don Paolo Cattari sapranno offrire e mettere a frutto “il loro dinamismo e la loro saggezza apostolica”, a vantaggio di tutti, anche dei locali, sia laici che sacerdoti e religiose. “E questo a nome di tutta la nostra Chiesa” sottolinea il Vescovo, ricordando lo spirito originario e permanente della missione: “la bella testimonianza di amore al Signore e di servizio ai fratelli più piccoli, più

fragili, meno considerati”. In questo, i nostri troveranno uno stimolo esemplare anche nella ormai più che consistente componente malagasy delle Case della Carità.Infine, il Vescovo ricorda a tutti che quest’anno, nel 50° dell’Enciclica missionaria di Pio XII, la Fidei Donum, il Consiglio Presbiterale ha riflettuto a lungo sull’impegno missionario della nostra Diocesi, coinvolgendo tutti i Vicariati e producendo un breve ma importante documento che sarà presto reso pubblico e che conterrà il Progetto missionario della nostra Chiesa per i prossimi anni: “perché l’eredità del passato, raccolta senza restrizioni, diventi memoria feconda e fermento creativo”.Dopo il rientro di don Luigi Rossi della

Pastorale Giovanile ripartiremo, insieme, soprattutto con l’aiuto dei giovani, verso il 50° della missione in Madagascar: 10 anni da vivere con intensità, fedeltà e spirito di rinnovamento!Siamo certi che Mons. Baroni e il Card. Jérome, Mons. Ramanantoanina, don Mario e Suor Maria, don Dino e don Altana, Padre Dario, don Gualdi e don Paolo , Mère Jeanne d’Arc e Soeur Marie Josefa, Frère Ramena, Père Valton, Giuseppe Spurio, dottor Nicola, Miranda, fratel Nicola, Enrico e tanti altri tutti membri o amici della missione in Madagascar, sapranno dal cielo guidarci verso nuove mete e nuovi frutti, garantiti dalla solidità delle radici.

n Don Emanuele Benatti

della presentazione della Madonna, per la concelebrazione alla Ghiara: per concludere ai suoi piedi la preparazione, ed ottenere, per l’intercessione, la discesa purificatrice ed esaltante dello Spirito Santo. Mi dispiace che non potrò fare una visita su a Pietravolta. Tu porterai il mio saluto ed esprimerai queste mie esortazioni e gravi preoccupazioni. Va bene anche la tua partenza per due mesi. Cristo missionario del Padre sia l’unico motivo che arda nei nostri cuori per la vostra partenza. Benedico di cuore.

n Mons. Baroni

Mons. Jérôme Razafindrazaka e don Mario Prandi nella Casa della Carità di Tamatave

Don Pietro Ganapini durante una recente visita ad una classe a Tsiadana

Mons. Baroni e don Mario

LETTERE TRATTE DALLA RACCOLTA DI SANDRO SPREAFICO: L’APPROVAZIONE PER LA PARTENZA PER IL MADAGASCAR

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8 La partenza della prima équipe missionaria nel novembre del 1967, la ricordo come un avvenimento grande per la Chiesa di Reggio tutta, soprattutto una testimonianza di fede e fiducia nel Signore, una partenza nuova. Non partiva una Congregazione Religiosa come era consuetudine, ma una Diocesi con il suo Pastore che inviava i rappresentanti di tutto il Popolo di Dio: sacerdoti, religiose, laici. Una chiesa che partiva per condividere con una chiesa sorella un dono che lei aveva ricevuto dal Signore per mezzo di un suo “fattorino” don Mario Prandi. Questo dono sono le Case della Carità richieste e desiderate dal Cardinale di Tanà, Rakotomalala, che a Fontanaluccia le aveva scoperte. Partivano quindi 2 sacerdoti, 3 religiose e 5 laici capeggiati da don Mario (inviato dal Vescovo a rappresentarlo) che li ha guidati in questo primo viaggio rimanendo con loro 4 mesi, avviandoli ad una vita comunitaria condivisa in tutto, aiutandoli ad accogliere qualsiasi avvenimento con fede e fiducia nel Signore. Il Madagascar allora, isola quasi sconosciuta, sembrava irraggiungibile. Partivano senza alcuna sicurezza umana “senza bisaccia né calzari” fidandosi della grande fede di don Mario che

credeva fino in fondo che questa avventura era voluta dal Signore. La Provvidenza non si è fatta aspettare: la scuola di malgascio presso i padri Gesuiti dava anche la sicurezza di un tetto sulla testa. Terminata questa e ritornati in capitale i Gesuiti e Congregazioni Religiose si sono presi generosamente cura degli undici ospitandoli e dando loro consigli preziosi. Provvidenziale è stata la partenza per l’Italia delle suore di don Gasparino (Cuneo) che hanno lasciato

ai nostri la loro casetta, tanti poveri da curare e custodire e una minuscola cappella con il Signore vivo presente. Tutti si sono presto “rimboccati le maniche”: Mario Predieri, il Dadatoa, a costruire la prima Casa della Carità, Dino, Giuseppe infermieri e don Augusto partirono per l’ospedale di Ampasimanjeva a 700 km dalla capitale (…e che strade!), don Giovanni Voltolini aveva la cura di una parrocchia e si occupava della équipe a pieno ritmo; la signorina Miranda, presenza intelligente

e solare, iniziò presto, senza mezzi, a esercitare il suo sapere acquistato facendo la crocerossina accogliendo e curando chi si presentava con i disturbi più disparati. Le suore, Margherita, Lucia e Bernardetta già nell’ottobre del ’68 hanno iniziato la Casa con la prima ospite Jeannine alla quale ne hanno fatto seguito, subito, tanti altri.

La Diocesi di Reggio aveva già inviato in Madagascar don Ganapini nel novembre del ’61, raggiunto dall’indimenticabile don Gualdi nel ’65. Loro erano stati i primi sacerdoti reggiani a rispondere all’appello dell’enciclica Fidei Donum in questa isola e per la nostra équipe sono stati fratelli maggiori in tutti i sensi.

Il seme era piantato, un seme che con la grazia del Signore ha dato frutti e in 40 anni altre Case sono nate e cresciute per diffondere poveramente la Civiltà dell’Amore nel popolo malgascio già religioso, accogliente e ospitale per natura. Nell’ottobre del 1968 sono arrivati i primi rinforzi, la seconda équipe accompagnata da Suor Maria; da allora fino ad oggi tante, tante persone si sono alternate per continuare a diffondere la Civiltà dell’Amore.Deo Gratias!

n Suor Augusta Superiora delle Carmelitane Minori

delle Case della Carità. È stata in Madagascar dal 1968 al 2003

CASA DELLA CARITA’

1) 11 GENNAIO: Introduzione alla missio-narietà (Rel. P. Mario Menin, saveriano)

2) 18 GENNAIO: I fondamenti Biblici della missionarietà (Rel. P. Mario Menin, saveriano)

3) 25 gennaio: I documenti del Magistero: dalla “Ad gentes” alla “Redemptoris mis-sio” (Rel. P. Mario Menin, saveriano)

4) 1 febbraio: Panoramica sulle missioni diocesane e presentazione di alcuni docu-

CORSO DI MISSIOLOGIAL’Istituto di Scienze Religiose e il Centro Missionario Diocesano organizzano un Corso di Missiologia destinato, sia agli studenti del II e III anno di studi dell’Istituto stesso, sia a tutti gli “uditori esterni” interessati all’argomento. Il periodo delle lezioni va dall’ 11 gennaio 2008 al 14 marzo 2008, tutti i venerdì sera per un totale di 10 serate. L’orario sarà dalle 21.05 alle 22.35. Il luogo è un aula del Seminario. La strutturazione del corso, pensato a più voci, avrà i seguenti temi e relatori:

menti locali (Rel. Don Emanuele Benatti, Fidei donum e direttore del CMD Reggio Emilia)

5) 8 febbraio: Storia e contesto religioso-civile della missione diocesana in Brasile (Rel. Don Pierluigi Ghirelli, sacerdote Fidei donum)

6) 15 febbraio: Storia e contesto religioso-civile della missione diocesana in Madagascar (Rel. Don Gino Bolognesi, sacerdote Fidei donum)

7) 22 febbraio: Storia e contesto religioso-civile della missione diocesana in Rwanda (Rel. Don D. Gianotti)

8) 29 febbraio: Storia e contesto religioso-civile della missione diocesana in Albania e Kosovo (Rel. diacono A. Ferretti, Fidei donum; Silvia Riva Presidente RTM)

9) 7 marzo: Storia e contesto religioso-civile della missione diocesana in India (Rel. don Romano Zanni, Fidei donum)

10) 14 marzo: Presentazione di figure mis-sionarie attraverso una tavola rotonda sui martiri recenti della nostra regione (Rel. da definire).

Tutor del Corso, informazioni e iscrizioni: Andrea Bonati (CMD 0522/436840). Per gli “uditori esterni” del corso la quota di partecipazione è di 30,00 Euro. Come Centro Missionario pensiamo di offrire una concreta possibilità a tutti gli “Amici della missione” a cui chiediamo di prendere seriamente in considerazione la possibilità di frequentare questo corso per avere un “quadro” completo e aggiornato sulla missionarietà della Chiesa e sulle missioni diocesane in particolare.

Alcune suore del Madagascar incontrano Suor Maria e don Guido Agosti

IN 40 ANNI LE CASE DELLA CARITA, LE SUORE E I FRATELLI HANNO MOLTIPLICATO IL LORO NUMERO. ALTRE DIOCESI HANNO CHIESTO LA LORO PRESENZA PER TESTIMONIARE IL CARISMA DEL SERVIZIO AI POVERI

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nazionale) ai giovani operai e contadini.

Nel 1966 il nuovo Vescovo di Reggio, Mons. Giberto Baroni, nel 25° anniversario della 1° Casa della Carità all’Ospizio di Fontanaluccia, comunicò a don Mario e alle suore che i tempi erano maturi per la partenza verso il Madagascar. Con don Mario studiò un progetto nuovo: basta disperdere le risorse della Diocesi mandando le suore in un posto, i Servi della Chiesa in un altro; occorre unire le forze per formare una sola famiglia, com’è in ogni parrocchia, chiamando anche dei volontari laici e laiche che stiano il più possibile assieme. A tal fine, il Vescovo incontrò don Dino e don Altana e chiese loro di rinunciare al progetto del Brasile e di far partire inizialmente almeno un prete e un laico per il Madagascar. “Nihil sine Episcopo” è il motto di sant’Ignazio di Antiochia fatto proprio da don Dino e da tutti i Servi. Fù così accantonato il progetto per l’America Latina.

SI PARTE PER IL MADAGASCARNell’agosto 1967 i Servi si riunirono a

Ventoso di Scandiano (ove io ero parroco)

per gli Esercizi spirituali annuali, guidati da don Mario.

In quei giorni, don Mario, don Dino e don Alberto chiamarono Mario Predirei chiedendogli di unirsi alle suore, che lui conosceva bene perché sua sorella Elisabetta era tra le prime che avevano seguito don Mario e la Casa della Carità. Verso la fine degli Esercizi mi chiamarono per mettermi al corrente della decisione del Vescovo. Don Mario mi chiese di convincere Mario, ancora riluttante perché pensava che a S. Giovanni le suore sarebbero state in difficoltà. Mario si lasciò convincere dal sottoscritto. Allora don Mario mi tirò un tranello, che io, ancor oggi, reputo ispirato dallo Spirito Santo, altrimenti sarebbe stato diabolico.

Mi disse (in dialetto): “Vè, sta attento, perché non va bene spingere uno ad andare così lontano e poi tu resti qui tranquillo nella tua parrocchia”.

Ricordo bene di essere rimasto molto interdetto, ma risposi a don Mario: “Sono un Servo della Chiesa, se il Vescovo e i miei Superiori sono d’accordo, io parto anche domani”.

Allora mi arrivò l’ultima “stoccata” da don Mario, che proprio non mi aspettavo. Con quel sorriso che lui aveva spesso, che poteva anche essere “perfido” ma che quella

volta era di trionfo mi comunicò che i miei Superiori, presenti nel mio studio, anche loro erano d’accordo e che soprattutto il Vescovo aveva già deciso che io partissi. E così, assolutamente convinto che questa era la Volontà di Dio, anch’io mi aggregai alla ”Équipe di don Mariò”.

Come spiegarono più tardi a tutti i Servi i nostri Superiori, se fossimo partiti per il Brasile, avremmo certamente cercato di fare del bene, ma da soli, e tagliati fuori dalla nostra Diocesi perché inviati solo dal nostro Istituto. Così, invece, pienamente inseriti nel movimento missionario della Diocesi, abbiamo vissuto ogni nostro giorno con le suore, i primi volontari e poi con Reggio Terzo Mondo. E così siamo stati felici. Il desiderio di don Dino di avere i Servi in Brasile si è poi realizzato molti anni dopo, quando don Pietro Cecchelani, dopo essere stato parroco a Roma alla Magliana per 27 anni, andò anche lui come Fidei donum nella Diocesi Guarulhos (S. Paolo).

PROFEZIA DI DON DINOIn Madagascar, come Servi della Chiesa,

le cose andarono molto lentamente. Tutti sapevano che io, accanto a don Pietro Ganapini e don Piergiorgio Gualdi, non ero solo un prete diocesano “Fidei donum” ma che facevo parte di un Istituto secolare ancora molto poco conosciuto, ma col passare degli anni né i sacerdoti mi interrogavano a riguardo, né i giovani e le ragazze parevano interessarsi. Dopo 10 anni ancora niente in vista. E una volta che ero con i Servi a Marola per gli Esercizi, don Dino disse: “ho già visto che voi avete covato delle uova di gesso!” Restai male ma fu proprio quella volta che, al mio ritorno ad Antananarivo, facemmo la conoscenza di tre ragazze malgasce che erano state tre anni in Francia presso un Istituto secolare ad aiutare i sacerdoti nella vita della parrocchia. Attraverso loro conoscemmo parecchi giovani e ragazze. Pubblicai un breve scritto su un giornale di Fianarantsoa, dedicato ai giovani: e così avemmo i primi aspiranti. Prima uomini, poi donne. Adesso le donne sono 27 con i voti, 6 in formazione (noviziato) e 4 in orientamento. Gli uomini invece sono 5 con i voti, 9 in formazione e tre in orientamento.

Nel dicembre del 1979 venne anche don Emanuele Benatti. Per 6 anni fu al Foyer dei malati, gestito dai Servi della Chiesa ad Ambositra, poi per 3 anni fu parroco a Sandrandahy, un vasto distretto con 15 Chiese. In seguito i Vescovi del Sud dell’Isola lo chiamarono ad essere il rettore del nuovo Seminario Maggiore di Fianaratsoa. Restò là fino al 2001 quando rientrò in Italia. I Servi lo elessero Responsabile Generale e il Vescovo lo nominò direttore del Centro Missionario Diocesano.

Negli anni del suo servizio di Rettore del Seminario, alcuni Seminaristi-teologi aderirono al nostro Istituto.

Nel 1990, l’istituto inviò Luciano Lnzoni che è ancora oggi sull’isola.

Decisamente le “uova di gesso” di don Dino si sono rivelate col tempo feconde e

I SERVI DELLA CHIESA IN MADAGASCARDomenica 18 novembre 2007, a Reggio

Emilia e in Madagascar, abbiamo ricordato il 40° anniversario dell’inizio della missione reggiana inviata dal Vescovo Mons. Gilberto Baroni. Sulla Libertà di queste settimane ho letto con commozione i ricordi di suor Margherita Branduzzi, una delle prime tre Suore delle Case della Carità e, per noi tutti, la “Mamera” (madre).

Assieme a don Mario Prandi, alle prime tre suore e ai due primi Servi della Chiesa (il laico Mario Predieri e don Giovanni Voltolini) erano partiti don Augusto Corradini, il Dott. Francesco Casini, agronomo, una crocerossina di Sassuolo, Miranda Roteglia e due infermieri, Giuseppe Fanti e Dino Tosi.

La sera del 21 novembre 1967, nella Basilica della Ghiara avevamo ricevuto dal Vescovo Gilberto la benedizione e il “mandato” per partire come Missionari della Chiesa Reggiana.

Come mai, in mezzo a loro c’erano questi due Servi della Chiesa? Bisogna partire da molto lontano.

GLI ANTECEDENTIDon Dino Torreggiani, Fondatore e Padre

dei Servi della Chiesa, dal 1948, data del riconoscimento giuridico del nostro Istituto, ebbe sempre il desiderio e il sogno di mandare alcuni dei suoi figli in Brasile.

Durante il Concilio Vaticano II, don Dino e don Alberto Altana si erano recati spesso a Roma e avevano parlato con alcuni Vescovi brasiliani. Fra gli altri, uno di origine italiana, di Nova Iguçu, si fece promettere che l’Istituto avrebbe inviato un sacerdote e qualche laico consacrato. Don Dino chiese solo 5 anni di attesa. Appena ne ebbe l’occasione, mandò un primo gruppo in Spagna. Invano gli spiegammo che in Brasile si parlava il portoghese. Lui ci disse che la Spagna era più vicina, che le due lingue erano quasi uguali e che in Spagna aveva già la possibilità di avere due case offerte da quei Vescovi. Lì vennero aperti due convitti dai quali in seguito uscirono due sacerdoti spagnoli e due laici, di cui uno, Antonio Romeo partirà missionario in Madagascar per 32 anni.

Don Mario Prandi, nel 1960, aveva ricevuto la visita del nuovo Arcivescovo di Antananarivo, Jerôme Rakotomalala, che venendo a Roma per il Concilio aveva visitato, in Italia e in Francia, i missionari Gesuiti e le loro famiglie.

L’Arcivescovo, fra i suoi sacerdoti, aveva un giovane gesuita, Padre Dario Asti, di Fontanaluccia, che, assieme al suo provinciale Padre Costa lo convinsero a fare visita alle suore delle Case della Carità.

Assieme, ne parlarono al Vescovo Beniamino Socche, ma lui ritenne che fosse un pò troppo presto inviare le giovani suore così lontano. Offrì invece all’Arcivescovo don Pietro Ganapini, sapendolo preparato e desideroso di andare nelle missioni. Don Pietro partì nel 1961 ed è ancora là dopo 46 anni di ministero. Nel 1965 mandò don Piergiorgio Gualdi che lavorò a suo fianco per molti anni e si dedicò (a livello

Don Giovanni Voltolini e Antonio Romeo ad Ambositra

Padre Valton e Fratel Ramena, fondatori del Foyer - Casa dell’amma-lato, con Antonio Romeo e Don Giovanni Voltolini, ad Ambositra