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MALATTIE E NUOVE SFIDE DELLA
MEDICINA Maria Luisa Soranzo
Master Universitario In Bioetica. II Anno
3 Febbraio 2018
..troppo a lungo abbiamo misurato la salute quasi esclusivamente con la quantità e la
qualità delle cure mediche….
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TEMI IN DISCUSSIONE
Determinanti Sociali della Salute (DSS)
Malattie di maggior impatto sulla salute « Global Burden of Disease»
Caso studio «HIV/AIDS» • Affrontare la malattia a livello globale
• Affrontare la malattia in Italia
Determinanti Sociali della Salute (DSS)
Lo stato di salute di ciascun individuo dipende da
• Fattori interni: caratteristiche biologiche, comportamenti, cultura, abilità dell’individuo
• Fattori esterni, comprendenti valori, abitudini, stili di vita. Sono in genere condizionati da
• Famiglia, scuola, comunità di appartenenza
• Paese di appartenenza (leggi/politiche, condizione economica, mezzi di informazione, cultura, etc)
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DETERMINATI SOCIALI DELLA SALUTE. RUOLO DI FATTORI INTERNI ED
ESTERNI
DSS CORRELATI A
DISUGUAGLIANZE SU SALUTE / BENESSERE
L’intrecciarsi di fattori interni ed esterni può condizionare risultati diseguali nell’ambito della salute. Qualsiasi intervento, mirato a riportare una stato di equità, deve poter incidere su
• Determinanti strutturali che incidano sulla posizione socioeconomica (politiche su lavoro, istruzione, welfare, informazione, etc)
• Determinati intermedi, vale a dire ambiente di vita, comportamenti, fattori biologici e comportamentali di ogni individuo
• Sistema sanitario
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DETERMINANTI STRUTTURALI & INTERMEDIARI E
CAPITALE / COESIONE SOCIALE & SISTEMA SANITARIO
POLITICHE EFFICACI NEL RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE
SULLA SALUTE
Interventi intersettoriali che incidendo su determinati strutturali e intermedi e
• Favoriscano l’empowerment di individuo e comunità
• Rafforzino i Servizi Sanitari e ne facilitano l’accesso a chiunque ne abbia necessità
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GLOBALIZZAZIONE E SALUTE (1)
La globalizzazione ha favorito un rapido sviluppo economico e ha guidato una “Transizione epidemiologica”
Lo studio su «Global Burden of disease» ha evidenziato:
• Aumento dell’attesa di vita
• Paesi ricchi tendenzialmente più sani rispetto a quelli a basso /medio reddito
• Riduzione di malattie trasmissibili per decremento di malaria e HIV/AIDS, a partire dal 2005
• Incremento di o malattie non trasmissibili o danni conseguenti a varie cause (guerre, incidenti) o disabilità per l’aumento dell’età media
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GLOBALIZZAZIONE E SALUTE (2)
• Riduzione della mortalità materna e infantile
• Maggiore esposizione a fattori di rischio (obesità/sovrappeso, iperglicemia, inquinamento ambientale e uso di droghe, etc…)
• strettamente correlati allo sviluppo e
• con esito di patologie differente tra i vari Paesi
“Lo sviluppo guida, ma non determina
lo stato di salute”
LE 10 PRINCIPALI CAUSE DI MORTE A LIVELLO MONDIALE (WHO 2017)
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CAUSE DI MORTE: ECONOMIE A BASSO E AD ALTO REDDITO (WHO
2017)
POLITICHE PER AFFRONTARE LE DISEGUAGLIANZE SULLA SALUTE
Interventi per incidere sui DSS e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite (SDG).
Favorire
• Sviluppo del bambino nei primi anni di vita
• Accesso ad un’occupazione equa e ad un lavoro dignitoso
• Protezione sociale anche attraverso cash transfer
• Ambiente di vita sano
WHO. Health Evidence Network synthesis report 52. “Key policies
for addressing the social determinants of health and health inequities”
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HIV/AIDS. PERCHÉ PARLARNE
A livello globale, malattia di grande impatto sulla salute, specie tra giovani e gruppi tradizionalmente emarginati
Nell’ambito della prevenzione, HIV/AIDS rappresenta il “caso studio” per approfondire
• Ruolo di Determinanti Sociali della Salute
• Possibili interventi per raggiungere gli SDG (blocco dell’epidemia entro il 2030)
• Capacità dei Sistemi Sanitari di supportare gli interventi raccomandati
Factors influencing HIV/AIDS resilience
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HIV/AIDS. CHE COSA CONOSCIAMO
DOPO 35 ANNI DALLA SUA IDENTIFICAZIONE
• Caratteristiche dell’epidemia
• Categorie a rischio
• Decorso della malattia
• Interventi di prevenzione “efficaci”
CARATTERISTICHE DELL’EPIDEMIA
• Nel 2016, WHO ha stimato che a livello globale i soggetti contagiati fossero circa 36 milioni, con una maggior concentrazione in Africa e nel Sud Est Asiatico
• A seconda che la diffusione del contagio sia limitata all’interno di specifiche categorie o diffusa tra la popolazione, le epidemie vengono classificate in: concentrate, generalizzate, di basso livello
• La conoscenza del trend epidemico è indispensabile per definire la tipologia di interventi
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CLASSIFICAZIONE EPIDEMIE
EPIDEMIE GENERALIZZATE. HIV stabilmente consolidato nella popolazione generale. Prevalenza: > 1% in donne gravide
EPIDEMIE CONCENTRATE. HIV diffuso in sottopopolazioni e non ben consolidato nella popolazione generale. Prevalenza: > 5% in almeno una sottopopolazione
< 1% in donne gravide
EPIDEMIE DI BASSO LIVELLO. HIV non si è mai diffuso a livelli significativi in qualsiasi sottopopolazione. Prevalenza: < 5% in ogni sottopopolazione.
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CATEGORIE A RISCHIO
• Persone dedite alla prostituzione e loro clienti, omosessuali maschi, transessuali
• Tossicodipendenti
• Carcerati
• Migranti, Rifugiati
• Giovani e in particolare adolescenti (specie nei Paesi a basso e medio reddito)
Le 10 principali cause di morte in Africa e in Europa tra 15-29 anni WHO 2017
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DECORSO DELLA MALATTIA
• Avvenuto il contagio attraverso sangue / fluidi corporei, il virus si diffonde a tutto l’organismo
• Bersaglio di HIV sono le cellule del sistema immunitario che, progressivamente, vengono distrutte
• La Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita (AIDS) e la morte del paziente per infezioni /tumori intercorrenti, è conseguente alla distruzione del Sistema Immunitario
• La scoperta e l’accessibilità di farmaci attivi contro HIV (antiretrovirali) ha permesso di
• Trasformare l’AIDS in malattia curabile
• Interrompere la diffusione del contagio
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HIV in plasma
(copies/mL) HIV in plasma (“viral load”)
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CD4 Count
(cells/mL)
CD4 (T Cell) count
Months Years
Average progression without
treatment: 10 years from infection
to AIDS diagnosis
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(cells/mL)
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Hoped-for outcome of treatment:
low viral load, normal CD4
Senza terapia ARV
Con terapia ARV
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A CHE PUNTO SIAMO CON LA PREVENZIONE
PROGRAMMA WHO «90-90-90»
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INTERVENTI DI PREVENZIONE EFFICACI
Il programma UNAIDS “90-90-90” prevede i seguenti interventi
• Programmi specifici per giovani donne e adolescenti, e relativi partner maschili, specie in Paesi a basso reddito
• In tutti i Paesi, accesso facilitato ai Servizi Sanitari di popolazioni ad alto rischio (omosessuali, transgender, tossicodipendenti, prostitute, migranti)
• Rafforzamento di Programmi sull’utilizzo del condom
• Circoncisione medica volontaria maschile, in aree con tale priorità
• PrEP, Profilassi Pre Esposizione con farmaci antiretrovirali, in categorie ad alto rischio
I 5 PILASTRI DELLA
PREVENZIONE
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COME REALIZZARE IL
PROGRAMMA WHO “ 90-90-90”
INTERVENTI STRUTTURALI
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FATTORI STRUTTURALI
“CRITICI” Leggi e politiche
che decriminalizzino l’uso di droghe, omosessualità, prostituzione, transessualità
basate sui diritti umani, che eliminino stigma, discriminazione e atti di violenza nei confronti di popolazioni “a rischio”
Servizi Sanitari, facilmente fruibili, basati su principi di etica medica, diritto alla salute e contrasto a stigma e discriminazione
INTERVENTI PER LA MODIFICA DEI COMPORTAMENTI
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EMPOWERMENT DEL SINGOLO E
DELLA COMUNITÀ
Attraverso
• Maggior accesso all’istruzione
• Miglioramento di condizioni socioeconomiche
• Sensibilizzazione attraverso media
• Utilizzo di ICT
MODIFICHE DEL
COMPORTAMENTO
Gli interventi, diretti al singolo, a gruppi, alla comunità, devono:
• Sensibilizzare sul rischio HIV e sulle modalità di prevenzione
• Essere adattati al target e culturalmente accettati
• Identificare comportamenti a rischio e suggerire obiettivi condivisi di contrasto
• Creare un legame con la struttura e/o con gruppi di supporto
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INTERVENTI BIOMEDICI
COUNSELLING E TEST HIV
VOLONTARIO. DOVE E QUANDO
• Su richiesta del paziente
• A livello di medicina di base
• Presso Servizi • dedicati a cure prenatali
• per le tossico dipendenze
• di igiene mentale
• dedicati a salute sessuale e pianificazione famigliare
• di diagnosi e cura di Malattie sessualmente trasmessa, TBC, epatite B e C
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COA-ISS. MOTIVO DI EFFETTUAZIONE DEL TEST
NEL 2016 ( NUOVE DIAGNOSI: 2956)
COUNSELLING E TEST HIV
VOLONTARIO. COME
Le cinque «C» • Consent
• Confidentiality
• Counselling
• Correct status • Connections
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FARMACI ANTIRETROVIRALI ACCESSO E USO CORRETTO
• Servizi Sanitari devono poter disporre e offrire farmaci antiretrovirali per la cura e per la prevenzione (PrEP, PeP, TasP)
• Terapia: l’aderenza deve prevedere adeguata informazione ed essere strettamente monitorata
• Prevenzione. PrEP, realizzabile rendendo i Servizi user friendly per popolazioni “a rischio”
RIDUZIONE DEL RISCHIO
• Interventi di tipo psico-sociale in soggetti con dipendenze (alcol, droga)
• Programmi di accesso gratuito ad aghi e siringhe sterili
• Possibilità di accesso a terapia sostitutiva con oppioidi
• Programmi cash transfer (soprattutto in Paesi a basso reddito)
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DRUG CONSUMPTION ROOMS
HIV IN ITALIA
• Che cosa fare alla luce dei dati epidemiologici
• Che cosa migliorare nella prevenzione
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COA-ISS. NUMERO E INCIDENZA DI CASI DI AIDS, CORRETTI PER RITARDO NOTIFICA
COA- ISS. NUOVE DIAGNOSI PER MODALITA’ TRASMISSIONE E PER
ANNO DI DIAGNOSI
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COA- ISS. DISTRIBUZIONE DI NUOVE DIAGNOSI TRA ITALIANI E STRANIERI IN BASE A MODALITÀ DI
TRASMISSIONE E SESSO
ISS-COA. NUMERO DI NUOVE DIAGNOSI HIV IN DONNE, PER NAZIONALITÀ,ETÀ E
ANNO
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ISS-COA. NUMERO DI NUOVE DIAGNOSI DI HIV PER AREA GEOGRAFICA E PER ANNO
PREVENZIONE HIV IN ITALIA
INTERVENTI BIOMEDICI
Migliorare
• Ricerca dei casi tra popolazioni a rischio (ruolo del medico di famiglia)
• Counselling e test HIV, anche in strutture non strettamente inserite nel SSN
• Facilitato accesso a PrEP
• Monitoraggio dell’aderenza al trattamento
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PREVENZIONE HIV IN ITALIA.
INTERVENTI SU MODIFICHE DEL COMPORTAMENTO
• Valorizzare e potenziare il ruolo della famiglia e della scuola
• In soggetti “a rischio”, favorire il cambiamento attraverso l’aiuto di pari o di figure tradizionalmente non inserite tra gli operatori del SSN
• Attraverso i media, informare e proporre modelli che privilegino rispetto dell’altro e non abuso o sopraffazione
PREVENZIONE HIV IN ITALIA INTERVENTI STRUTTURALI
Favorire politiche che
• Migliorino istruzione e stato socio economico di chi è più a rischio
• Riducano stigma e discriminazione
• Condannino e perseguano qualsiasi tipo di violenza
• Favoriscano l’empowerment del singolo e della comunità
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RIFERIMENTI
WHO. Social Determinants of Health. http://www.who.int/social_determinants/en/
Global Burden of Disease (GBD) http://www.healthdata.org/gbd
90–90–90 - An ambitious treatment target to help end the AIDS epidemic. http://www.unaids.org/en/resources/documents/2017/90-90-90
HIV prevention, diagnosis, treatment and care for key population. http://www.who.int/hiv/pub/guidelines/keypopulations/en/
COA-ISS. Notiziario HIV/AIDS 2017. http://www.iss.it/ccoa/?lang=1&id=62&tipo=11
• Rethinking development and health. Findings from the Global Burden of Disease Study. http://www.healthdata.org/policy-report/rethinking-development-and-health-findings-global-burden-disease-study