nel fedone platone fa dire a socrate · che ci ridona la forza di ricominciare a galoppare su e...
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Nel FedonePlatone fa dire a Socrate
“…un poeta, per essere tale,deve scrivere per immagini
e non per deduzioni logiche…”
ho trascritto questa frasesemplicemente perché
mi piace tanto
Dicembre 2009
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Dedico questa raccolta di poesie a Cantrina dove vivo da trentotto anni.Non fu facile adattarmi perché ero sempre vissuta in città.
Asfaltarono la strada proprio poco prima che venissi ad abitarvi.Dopo il tramonto d’inverno qui era tutto buio,
forse uno o due lampioni,ed io ero abituata a quell’ora ad uscire, ad andare a spasso.
Quando il mio primo bambino aveva pochi mesi andavo a Brescia dicendomi
“Il bambino ha bisogno di vedere gente!”Una delle mie prime poesie denota le difficoltà di adattamento che
incontrai.Lascio al lettore capire dalle poesie, che qui presento,
quanto amo questa frazioneposta sulla collina più alta del paese,
distante poco più di due chilometri dalla piazza.Pochi abitanti
tutti con le loro storiedi cui conosco discretamente sorrisi e lacrime.
Persone che ho conosciuto e che ora non ci sono piùe antenati di cui si sente ancora parlare
e che sono rimasti tra queste pietree vigneti e alberi di cachi di ciliegi di fichi di pere e querce
che hanno piantato per noi.
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Case e cascine antiche con grandi archi di pietrae portoni di legno consumati.
Un’unica strada che dalla piazzettadi fronte alla chiesa del settecento
si dirama.A sinistra scende fino al Chiese e si arresta trasformandosi in unostupendo percorso che accompagna la sponda sinistra del fiume.A destra prosegue, tra vasti campi ondulati puntellati da gelsi,
sterrata fino alla provinciale per Mocasina e Calvagese.E c’è poi un piccolo solitario sentieroche tra vigneti e campi di granoturco
raggiunge in dodici minuti il perimetro settentrionale del paese.Quando lo percorro da sola ho il tempo di recitare tre decine del rosario
sempre vigilando sui passi.Meglio seguire i percorsi erbosi ed evitare i sassi.
Solo l’ultimo tratto s’inoltra come in una fiaba in una galleria di plataniassediati da piante alte e incolte.
Finisce l’incanto in una trafficata rotonda.Nella curva sabbiosa dove si affaccia il sentiero
trovo spesso il furgoncino di un ortolano sicilianoche dopo aver pazientato per mesi al freddo e al gelo
ha ora conquistato meritatamente tanti clienti.
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Cantrina
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Cantrina
Con gli occhi dipingocespugli aridi nel freddo.
Una strada dopo la curvatra monti innevati.
Un campanile.
Il viottolo bianco di sassi.
Il campo e le querce.
E lì è la mia casa.
22-01-86
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tra gli alberi di Cantrina
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Sedutain cucina
tristementeassorta
l’ho vista.
L’ho seguital’ho invitatal’ho nutrita.
“Non toccatequesta mosca.È amica mia”.
25-10-07
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Una nuvola scuraè apparsa
dietro il vetrodella mia finestra.
Ha navigatonel cielo
e sul campo.
Poicompatta
si è allontanata.
“Sono tordi!”ha esclamatotra le foglie
Luigi.
È autunno.
09-11-07
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Sul ramo più altol’ultima foglia.
Era un passero
ed è volata via.
12-07
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Natale
La mentesi affolladi amici.
Scendoin silenzionel cuore
per adorare
Chi
sempreintercedeper loro.
12-07
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Piove
Il libroè aperto.
Inizioquesta
giornatagrigia
con te,
Signore.
18-01-08
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Mi piaced’inverno
sostaretra i rami spogli
degli alberi
e aspettared’esser certa
che ciò che vedonon sono foglie
ma uccelli
01-12-08
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Coi raminodosi
e contortisguarnitie indifesi
scrivonogli alberid’inverno
le loro poesie
12-02-08
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Sorpresadi colori
dietroil roccolo.
Tramontarecosì
disegnandosul cieloil grazie
del giorno.
27-01-08
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Che importase ho scritto
poesie.
Questoè importante
che io scrivaancorapoesie.
17-03-08
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Scavalca il solela mia casa
e nella stanza in ombra
splendealla finestra
il biancociliegioin fiore
Sostaincantato
lo sguardo
E ancorae sempre
s’illumina
05-04-08
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Una serae poi
un’altra.
Unaad una
si spengono
le mie candele
13-04-08
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“Corrono senza affannarsicamminano senza stancarsi” Isaia 40,31
Rallento i miei gesti
non li prevengonon li sommonon li rincorro
punto per punto
come un ricamo
li cucio
sulla trama del giorno
22-04-08
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La sosta
Ho scoperto l’importanza della sosta gratuita.Quella sosta che ci vede immobili
seduti accanto ad una finestrasenza altro sforzo
che quello di tendere le orecchie al canto degli uccelli,
al rumore continuo di una segache non infastidisce,
a quello delle voci che passano e delle macchine che corrono.
È un silenzio fruttuoso che ci riconcilia con noi stessi.
Un silenzio che scivola dalla testa al cuore.Che ci ridona la forza
di ricominciarea galoppare
su e giù per le scale,di salutare con attenzione chi incontriamo,
di riapparecchiare per la cena con entusiasmo.Di lavare ancora una volta
piatti, bicchieri, posate.
Se non troviamo un piccolo spazioper sospendere ogni pensiero
non possiamo riprendere le forzee stare in guardia.
E diventiamo vulnerabili.
Ci perdiamo.
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Con gli occhi chiusi
immobile
ascolto
tra i rami
il canto degli uccelli
ora
io sono
un albero che prega
11-05-08
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Nell’angolo bianco
accanto alla finestra
per poco o per molto
mi fermo
i rumori vicini sono lontani
e quel momentotutta
mi contiene
14-06-08
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Per mezzoranon penso
solo guardoed ascolto
eleggerarincorronel volo
le rondini
08-07-08
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Brillacontroluce
tra due foglieuna ragnatela.
Di quel che vedom’incanto.
Ma allora.
Perché?
04-08-08
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Incontri
Gli stessi amatipercorsi.
“…..qui c’era…”
No“.. c’è!”
Ognuno
È
ancora
al suo posto.
Arpino 08-08
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Tutto si muove.
Dal mattino alla sera.
Le personegli uccelligli alberi.
Tacciono i pensieri.
Tace tutto di me.
In questa sosta dimenticoil tempo.
E lo riprendopoi.
Così.
25-08-08
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Io sono uno
Nulla, nel numero di infiniti zeri.Nessuno, nello spazio infinito.
Eppure io sono uno.Non uno dei tanti.
Ognuno è uno.E la mia storia è unica.
Se curo il mio uno, il mio uno cresce.
Diventa UNO maiuscolo.Diviene la spiga ricca di chicchi.
La lampada che illumina.
Uno è ogni piantina,il filo d’erba,
la mosca,la ragnatela,
la voce del passante,del vicino.
Il mio uno scopre gli altri uno,li guarda e li ascolta,
E la vita diventa ricca.Una somma di uno.
Uno diverso dall’altro.E ognuno esiste se diventa uno per me.
Mi sono addormentata meditando la parola uno.Mi sono svegliata
ed il mio uno giorno inizia,
vivo ogni una azione,saluto ogni una persona.
Essere uno vuol direvivere la propria unica storia.
Diventare unovuol dire comunicare con gli altri uno.
Vivere uno vuol direessere armonia.
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Ho chiesto un parere ed ho ricevuto questa risposta.
“Mi sembra che teneramente tu abbia intuito come un fulmine a ciel sereno…
l’idea sana di separazione…Uno come il mondo separato
che proprio per questo può incontrare altri mondi, i quali a loro volta sono lasciati liberi di esistere
secondo le proprie regole e natura.Uno come altro da me.
Un sottile brivido che nasce dalla paura di perdersi….diventa il piacere di scoprire nel proprio confine
la possibilità di volare, cioè di vivere soli e di incontrarsi liberamente.
Si separa chi è Uno,cioè completo,
chi ha rimpatriato le proprie capacità che per i più diversi motivi aveva attribuito ad altri.
Così si fida di sé e capisce che anche gli altri per fidarsi veramente
devono fare una scoperta.È un bel passo della vita.
Non si finisce mai di capire e di crescere.”
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Mattino
In attesa
il cielo l’aria
le piantegli uccelli.
La prima lucetrattiene
il silenzio.
In esso riposo
prima di cominciare.
07-09-08
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L’arco dei monti
il noce
le foglie stanche
i colori sobri di un cielo coperto
i pochi rumoridi un mattino di festa.
Questo rettangolod’autunno
è un invito
al silenzio
28-09-08
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Autunno
Filtraper un attimo
il sole
Scomparee si spengono i colori
Restabianca
la strisciadi granoturco
Quasi onda increspatasu un campo sbiadito
Lontano
lungo il filare
il passo di un uomoe di un cane.
Come lampi secchii colpi squarciano
il silenzio.
27-09-08
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Mattino e sera
e poi
sera e mattino
parentesi apertee subito chiuse
somma lunga o menodi brevi segmenti.
Mi arrendo
al tempo
che scorre
e consuma.
Ma lo sconfiggo
con la mia speranza.
10-09
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A piedi nudi
a mani vuote
ad occhi chiusi.
Come alla notte
così
mi affido
al giorno.
16-11-08
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Da quel ramo di pioppocresciuto in un vaso
si affaccianofoglie dorate
e,
tra pianteverdi
e sfiorite,
leggeree fugaci
dipingono
sul muro grigio
l’autunno
per me
30-10-08
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Novembre
Entra dai vetri chiusi
il silenzio
della nebbia.
Che pace
ascoltarlo.
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Natale
Amotutti i colori del cielo
le piantee gli uccelli
il ventoil sole
e le stelle.
Non accumulo
altre ricchezze
che queste.
12-08
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È Lui
il fuocola luce
la gioia.
Il teoforo
solo
lo
porta.
28-12-08
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Dare valorea ogni gesto
compierlo con grazia
soffiargli dentro amore
e dargli vita.
Questa non è una poesia.
È poesia.
30-12-08
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Pausa
Correre.
Accumulare
anche solo i pensieri.
È così che mi perdo.
Mi fermo allora
immobile
ovunque.
Mi basta un colore
un suono
una parola.
E con un grazie
divento leggera.
19-01-09
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Epifania
C’è una coltre di nevesotto il cielo grigio.
Aspettoun raggio
di sole
che la faccia
brillare
06-01-09
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La tentazione
Sono rimastaimmobile
a guardarla.
Ese n’è andata.
14-01-09
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Inverno
Nel freddo giardinoaddormentato
passeri e pettirossi
cercano
tra il calycanthus
fiorito
la primavera
13-02-09
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Mattino d’inverno
Trasudano i campi gelati
al tepore del sole
e nebbioline si alzano
sfilacciandosi lentamente.
È come
camminare
in un sogno
18-01-09
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Pioggia e freddo
sulla campagna.
Colori spenti.
Quasi serali.
Ed è mattino.
Accarezzo ogni zolla
ogni filare
ogni tronco
ogni ramo.
Forse
questo tempo triste
parla di gioia
solo con me.
20-01-09
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Quei rami
arruffati
del pero.
Quasi uno scarabocchio
sulla tendina rossa del tramonto.
E lo sguardo
ne rapisce
l’immagine
incantato.
12-02-09
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Sono fiera
di questo volto
consumatodal tempo.
Giorno
dopo
giorno
l’ho conquistato
tra fatiche
e pensieri.
15-03-09
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Lontanolontano
in fondoalla strada
lungae
asfaltata
davantia tre piccole
case
un gigantescomandorloin fiore.
È statoun incontro
inatteso.
Raggiungerloè diventata
la meta.
19-03-09
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Via Crucis
Ho visto tante formiche
indaffarate.
Ho tremato per loro
quando
il corteo
cantando
ha pestato coi piedi
il sentiero.
20-03-09
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Un passo
poi un altro.
Un gesto
poi un altro.
Solo così
finalmente
riesco
ad essere
e a sentire.
06-04-09
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Primavera
Si popola il cielodi suonie di voli
Amavo
il silenzio
dell’inverno
Ora amo
la vita
che riprende
06-04-09
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Quel ramo recisoda tempo.
Dimenticatonel campo
è fiorito.
Vuole
nonostante tutto
vivere.
08-04-09
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Mentre il giornotrascorre
più volte
mi fermo.
Ed èin quel silenzio
chechiedo
il bene
per tutti.
04-05-09
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Come nuvola biancache si dissolve nel cielo
come goccia d’acqua che si perde nel mare
nell’ora del silenzio
il mio naufragio
è sempre
in un abbraccio.
08-05-09
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Ho invidiato quel mazzo
non mio di bianche peonie.
Sono tornatal’indomani
ei petali
giànon c’erano
più.
23-05-09
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Riflette lo specchio il colore degli occhila forma del viso.
Gli occhi per guardarele orecchie
per ascoltare.
Non per guardarsi.non per ascoltarsi.
Allora io diventoi monti il mare le stellegli uccelli i fiori i campil’aria il vento la pioggia.
Gli amicii parenti
i passanti.
Il tuo sorriso e il tuo pianto.
24-05-09
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Così è nata questa poesiaUn lunedì sera, dopo Pasqua, alla lectio divina si leggeva il vangelo diGiovanni e si commentavano le apparizioni di Gesù a Maria di Magdala eagli apostoli e ci si chiedeva perché non lo avevano subito riconosciuto.Qualcuno disse una frase che mi colpì e che dentro di me non condivisi“Chi sa che aspetto avremo dopo!” Sul momento mi dissi che nonriconobbero Gesù semplicemente perché il dolore li aveva fatti ripiegare suse stessi e chi è triste non vede e non sente.Quella frase, però, isolata dal suo contesto, mi indusse ad una riflessioneche mi portò a comporre prima una poesia e a svilupparla poi secondo ilmio sentire.Ed ora un giorno ora un altro ho fissato queste considerazioni.
Il volto
Noi riconosciamo nello specchio il nostro aspetto.Ci guardiamo e sappiamo di avere qualche capello bianco
o i capelli in disordineo le labbra senza rossetto.Un viso piacevole o meno,
con lineamenti ereditati dal papà dalla mammadai nonni dall’ambiente.
Ci osserviamo, ci ritocchiamo, ci abbelliamo per quanto possibile.Vogliamo piacerci ed essere sicuri di poter piacere.
Ma poi lo specchio ritorna nella borsetta o resta nella camera.Passando per strada ci sbirciamo in una vetrina.
E quando siamo con qualcuno e parliamo e ci muoviamooimè non possiamo controllarci.
L’altro ci vede come noi vediamo lui,ma noi non possiamo vederci.
Magari eviteremmo quella smorfiao ci rialzeremmo il ciuffo
o ci daremmo qui o là una ritoccata.
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Ma forse lo specchio è proprio superfluo.Entrano le immagini nei miei occhi, le voci nelle mie orecchie.
Mi sento sorridere quando guardo e ascolto.Mi dimentico di me stessa quando m’immergo nel dialogo.È il sorriso che mi sale dal cuore che mi dice come sono.
E sono contenta, tanto contenta di non vedermi.Diciamo che non me ne importa proprio nulla.
Io non sono questo volto, la mia figura, la mia voce, il mio passo.Ho capito una cosa meravigliosa.
Quando io guardo e ascolto con attenzione con interesse con amore
non penso più al mio volto.Sono libera.
Io divento il mio cuore.Quello sì lo vedo, lo conosco.
Il mio volto diventa tutt’uno col mio cuore.Non ha più lineamenti, né fisionomia né colori,
ha occhi grandi,orecchie grandi.
Non m’interessa più chiedermi che aspetto hoperché io sento che il mio aspetto è
la passione con cui parlo,il silenzio con cui ascolto,
la gioia e il dolore con cui condivido.Il mio volto è il mio cuore
e quello non ho bisogno di vederloperché lo avverto, lo conosco.
Ci dialogo.
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Il volto del cuore non ha rughe,non si sciupa, non invecchia, può restare eternamente giovane
se è libero, se canta, se ringrazia, se è dilatato, se è ricco.E la sua ricchezza può essere infinita.
Il mio viso non sono dunque i miei lineamenti,il colore degli occhi, dei capelli,
quelle espressioni uniche e caratteristiche che mi distinguono dachiunque altro.
Il mio viso è il mio sorriso!Sì, io sono il sorriso che sale dal cuore.
Io sono la gioia che nasce dall’unità del mio essere.Io sono il volto che sento, che conosco quando il mio cuore è in pace,
quando è leggero, lieto, semplice.A me allora non interessa più riconoscermi perché il mio volto è quello
che emerge dal cuoree non si nasconde e non teme giudizio alcuno.
E non genera pensieri iniqui e non condanna nessuno.Ecco allora che sperimentiamo così il nostro vero volto.
Un volto che può brillare di gioia e di dolcezza.Che non ha bisogno di specchiarsi per riconoscersi.
E,grazie all’amore con cui siamo divenuti capaci di guardare ed ascoltare
anche dell’altro non guardiamo più l’aspetto,non siamo più condizionati da critiche e giudizi.
Certo non avverrà subito la trasformazione, ma solo quando goccia dopo goccia,giorno dopo giorno
scalfiremo ogni durezza.
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Mi rapisce
il canto degli uccelli
il richiamo del cuculodel bosco
e del campo
i fiori rossi dell’ hybiscus
il volo delle rondini al tramonto
la gobba a ponentedella luna crescente.
Resto
ancorata
a quel grazie
che fa leggero
ogni passo.
04-07-09
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L’“apone”
In una sera di lugliol’ho visto sostareora su un fioreora su un altro
Nutrendosiimpollina
È ciò che amo
ascoltareparlare
dialogare
e seminare nei cuori discordi
la pace.
22-07-09
“L’apù”, l’apone, grande ape. Questo vocabolo non esiste, ma qui, aCantrina, così chiamano quel grosso insetto della famiglia degli apidi, ilbombo, che si nutre del polline dei fiori e lo diffonde. A me è piaciuto chiamarlo così.
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Canto
il mattino e la sera
l’ariae i rumori
le mani e i piedi
le piante e gli uccelli.
Vinco così
stanchezza
e sfiducia.
24-08-09
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Messa prima
Si è fermatauna vecchietta
davanti alla santella.
Ha fatto il segnoe ha detto
“Madonnina mia,aiutami,
so’ malata.”
A passo incertoha ripresola salita.
Alla finestra,non vista,
l’ho ascoltata.
E subito
commossa
“Ave Maria,prega per lei.”
Arpino 16-08-09
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Nostalgie d’agosto
Azzurri e trasparentisull’orizzonte ampio
i monti
Verde di viti e di ulivila valle
Sull’arco dei collil’antico paese
il castelloil cimiterole chiesele case
i vicoli stretti in salita
e in discesa.
Riprovo ogni anno la stessa emozione
del tempo immobile.
Entrano ancora nelle mie finestre
a tutte le ore
le voci dei passanti
ed io le accolgocome fraterne carezze.
Arpino 20-08-09
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Il silenzio
avvolgecontiene
dilataarricchisce.
Parlarilassaconsolasalva.
È un amicoil silenzio.
Lo amo
e lo cerco.
25-08-09
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Nella stanzala tele
è accesa.
Fuoricrepuscolo d’estate.
L’acqua disseta ogni fiore
ogni pianta.
Si nascondonoi passeri
tra i rami del pino.
Le rondinisotto le travidel portico.
Nel cielo la luna
dietro fili di nubi.
In silenzioscende adagio la sera.Lo sguardo raccoglie
immaginiovunque
finche
si spengono.Poi
affonda nel cieloa contare le stelle.
C’è spazio per i ricordispazio per i pensieri.
Nella stanza c’è uno schermo luminoso
ed una voce sola.La sua.
25-08-09
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Lentamente
lentamente
ho imparato
ad amare
l’essenziale.
Lentamente
lentamente
ho capito
che
con un soffio di vento
entra nel cuore
l’universo.
30-08-09
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Ricominciamo
“Custodire l’ordine
Amare la santa povertà
Camminare stretti
alla semplicità del cuore”
senza stancarci
12-09-09
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Gli ultimi raggisul tronco del pino
sui rami alti
sull’ultima strisciadel campo.
Come le piantel’erba
gli uccelli
trattengoil sole
fin che scompare.
Quando il giorno si ferma
resto
immobile
a guardare.
09-09-09
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Essere armonia
Essere armonia vuol dire respirare adagio,
muoversi con consapevolezza,
fare tutto con amore,
camminare leggericon la mente nel cuore.
Sorridere e non scomporsi.
Essere armonia è portarenella povertà del nostro essere semplificatoun abbraccio per tutti i dolori del mondo.
È credere che il nostro niente può molto.
Essere armonia vuol diredilatarsi nel guardare il cielogli alberi i monti gli uccelli
una foglia un fiore.
Essere armonia vuol direaccogliere disarmati chiunque
e offrirgli un sorriso puro e gratuito.
Vuol dire dare e non pretendere.
Se entro in punta di piedi nel mio cuoree lo sgombro del superfluo
e gli affido la parola “grazie” io divento armonia per me e per gli altri.
Desidero essere armonia. E rendere leggero ciò che pesa.
E amare ciò che è difficile amare.
09-09
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Cacciatori
È caduta
svolazzando
una foglia
e
l’hanno
sparata
28-09-09
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Sarò nel verde tenerodella primavera
Tra le foglie del basilicoe del rosmarino
Spierò tra i rami del pinol’ alba e il tramonto
Aspetterò il ritorno delle rondini
M’incanteròdei fiori dell’hybiscus
Seguirò il volo basso dei passerie quello alto e lento dei corvi
Salverò ancora le api assetate
Nasconderò tra l’erba del campole lumache
io saròdove amo
sostarelo sguardo
in questo piccolo spazio di cielo e di terra.
27-09-09
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95
Tra una stalla e una cascina
finiva un tempola strada
È rimasto l’incantodi una finestra
aperta
sul cielo e sul verde
Mi piace pensare che oltre la curva
non ci siaaltro
03-10-09
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A pochi metri da casa ho incontrato un asinello grigio.Ho posteggiato a distanza e mi sono avvicinata per fotografarlo.
Mi ha seguita fino..in macchina.
10-09
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Ascolta
Lentamente ripeti
senza stancarti
“Mio Signoree
mio Dio”
Io
respirocon te.
04-10-09
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Sul tronco nodosodella vecchia robinia
si allunganoesilirami
sguarniti
Fragli spaziazzurri
saltellanoe cantanoi passeri
09-10-09
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“Ma come..sono le 17,20.. la messa è alle 18,30.. e tu già vai!”Sì, ci vogliono quindici minuti per raggiungere la piazza con un passo
normale e costante.“Andrò adagio..desidero fare una passeggiata.”Per una volta ho voluto uscire con una meta sì,
ma con un tempo non calcolato.Aveva piovuto al mattino e i campi alla luce limpida del tramonto
luccicavano.La strada scivola verso il paese rettilinea
costeggiata da campi e vignetipiegandosi per tre volte verso sinistra.
Dopo la terza curva scende ripida fra le case fino a sparire nella provincialecome un ruscello in un fiume.
A passo lentissimo ho proseguito e quando lo sguardo si è chinato sulla striscia bianca
al bordo della strada mi sono accorta che c’erano un’infinità di lumachine
talmente piccole da dovermi chinare per capire se erano veramente lumache o
granellini di terra.Ho cominciato a raccoglierne una.
Delicatamente.L’ho posata nel palmo della mano, l’ho vista ritirarsi nel
microscopico guscioe l’ho fatta cadere sull’erba. Tra i filari di vite.
Ho raccolto tutte quelle che ho visto. E le ho seminate lontano dai pericoli delle macchine che
sfrecciavano e non dai passi dei pedoni che non ho incontrato.
Percorro questa strada più volte al giorno in macchina.Infilo due delle tre curve velocemente, come tutti. O raramente a piedi con passo svelto e assorto.
Ecco, per la prima volta ho scopertoche posso percorrerla libera di fare un passo e fermarmi,
di farne un altro e fermarmi.
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Sono arrivata puntuale in chiesa, e non all’ultimo momento. Come piace a me.
Ho imparato ad assaporare questo ritmo tranquillo da quando ogni martedì e giovedì
percorro la scorciatoia che amo per andare all’asilo a raccontare le fiabe.
Non incontro che un sentiero in pendio ora erboso ora sassoso. Filari di viti. Un campo di granoturco appena arato.
Cespugli di uva marina. Spighe. Qualche farfallina che vola bassa e qualche uccello che si nasconde.
Esco concedendomi il tempo di gustarla senza fretta. Anche lì vado incontro al sole,
quello del mattino e non del tramonto, e se il cielo è limpido
anche le foglie degli arbusti più macilenti brillano per la rugiada. Di rosso in autunno.
10-10-09
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poesia di un ciuffo d’erba
Affascinata dall’inatteso baglioredi quel ciuffo d’erba
lungo la strada in ombra
ho proseguito
riconoscente
conpensieri nuovi
15-10-09
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Il cielo
dai tanti colori
bagna
di
azzurro
anche
le nostre pene
10-09
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Autunno
Colorisempre più vivi
Il gelsoè gonfio
di splendore
Poi
ad una
ad una
quali petali dorati
cadono le foglie
E i rami sottili
si tendono nudi
ad accogliere
il cielo
06-11-09
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Ci voleva il vento
perchéd’un tratto
l’albero
fiorissedi cachi
10-11-09
114
“Dimmiil tuo segreto
erbettache brilli di rugiada
calpestata
inevitabilmente
anche da me”.
12-11-09
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116
Incontri 34
Tutto si muove 35
Io sono uno 36
Risposta 37
Mattino 38
L’arco dei monti 39
Autunno 41
Mattino e sera 42
A piedi nudi 43
Da quel ramo di pioppo 45
Novembre 46
Natale 47
È lui 48
Dare valore 49
Pausa 51
Epifania 53
La tentazione 54
Inverno 55
Cantrina 9
Seduta in cucina 12
Una nuvola scura 13
Sul ramo più alto 15
Natale 16
Piove 17
Mi piace 19
Coi rami nodosi e contorti 21
Sorpresa 22
Che importa 23
Scavalca il sole 25
Una sera e poi un’altra 26
Rallento i miei gesti 27
La sosta 29
Con gli occhi chiusi 30
Nell’angolo bianco 31
Per mezzora 32
Perché? 33
Indice
117
Nostalgie d’agosto 83
Il silenzio 84
Nella stanza 85
Lentamente lentamente 86
Ricominciamo 87
Quando il giorno si ferma 89
Essere armonia 90
Cacciatori 91
Sarò nel verde tenero 93
Tra una stalla e una cascina 95
L’asinello 97
Ascolta 99
Sul tronco nodoso 101
Un sabato pomeriggio 103
poesia di un ciuffo d’erba 107
Azzurro 109
Autunno 111
Ci voleva il vento 113
Dimmi 114
Mattino d’inverno 57
Pioggia e freddo 59
Quei rami arruffati 61
Sono fiera 62
lontano lontano 63
Via Crucis 64
Un passo poi un altro 65
Primavera 67
Quel ramo reciso 68
Mentre il giorno trascorre 69
Come nuvola bianca 70
Ho invidiato 71
Allora io divento 72
Il volto 73
Mi rapisce 77
L’“apone” 78
Canto 79
Messa prima 81
Indice