nuovi scenari della vitivinicoltura siciliana...produzione di vino e mosto, ecc.); indi, attraverso...

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1 XXXI CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI (Aosta, 20-22 Settembre 2010) Nuovi scenari della vitivinicoltura siciliana S. BACARELLA 1 ,G. NICOLETTI 2 ISBN 978 – 88 -95376 – 28 -8 SOMMARIO Muovendo da una breve analisi del contesto internazionale e comunitario, si sono analizzate, dapprima, le caratteristiche del territorio vitato italiano (superficie della superficie vitata, incidenza delle superfici per vini Doc-Docg sulla superficie regionale ad uva da vino, dati di produzione di vino e mosto, ecc.); indi, attraverso l’elaborazione di un dossier di natura economico-statistica, si è valutato l’impatto della nuova Ocm vino sul territorio regionale. 1. INTRODUZIONE 3 Il vino è, dal punto di vista economico, uno dei prodotti più importanti e complessi dell’agricoltura. Esso presenta profili di particolare interesse per i diversi risvolti che offre allo studio dell’economia e del diritto, occupando una posizione legislativa più avanzata rispetto a tutti gli altri prodotti agricoli 4 . Molte sono le aree problematiche di diversa origine che si sovrappongono e interagiscono in tale settore: fattori tecnici e giuridici s’intrecciano con quelli economici sullo sfondo d’interessi eterogenei, ora coincidenti, ora contrastanti. A livello internazionale, il mercato mondiale del vino è stato, negli ultimi anni, oggetto di profondi cambiamenti, che hanno interessato la produzione, il consumo ed i flussi 1 Università degli Studi di Palermo,Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro- Forestali, Viale delle Scienze, 90100 Palermo, [email protected]. 2 Università degli Studi di Palermo,Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro- Forestali, Viale delle Scienze, 90100 Palermo, [email protected]. 3 La Prof.ssa Bacarella ha scritto i paragrafi 1 e 3; la Dott.ssa Nicoletti il paragrafo 2. 4 Nicoletti G., L’intervento del legislatore nel settore vitivinicolo, p.1, Coreras, Palermo, 2007.

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Page 1: Nuovi scenari della vitivinicoltura siciliana...produzione di vino e mosto, ecc.); indi, attraverso l’elaborazione di un dossier di natura economico-statistica, si è valutato l’impatto

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XXXI CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI (Aosta, 20-22 Settembre 2010)

Nuovi scenari della vitivinicoltura siciliana S. BACARELLA1,G. NICOLETTI2 ISBN 978 – 88 -95376 – 28 -8 SOMMARIO Muovendo da una breve analisi del contesto internazionale e comunitario, si sono analizzate, dapprima, le caratteristiche del territorio vitato italiano (superficie della superficie vitata, incidenza delle superfici per vini Doc-Docg sulla superficie regionale ad uva da vino, dati di produzione di vino e mosto, ecc.); indi, attraverso l’elaborazione di un dossier di natura economico-statistica, si è valutato l’impatto della nuova Ocm vino sul territorio regionale. 1. INTRODUZIONE3 Il vino è, dal punto di vista economico, uno dei prodotti più importanti e complessi dell’agricoltura. Esso presenta profili di particolare interesse per i diversi risvolti che offre allo studio dell’economia e del diritto, occupando una posizione legislativa più avanzata rispetto a tutti gli altri prodotti agricoli4. Molte sono le aree problematiche di diversa origine che si sovrappongono e interagiscono in tale settore: fattori tecnici e giuridici s’intrecciano con quelli economici sullo sfondo d’interessi eterogenei, ora coincidenti, ora contrastanti. A livello internazionale, il mercato mondiale del vino è stato, negli ultimi anni, oggetto di profondi cambiamenti, che hanno interessato la produzione, il consumo ed i flussi 1Università degli Studi di Palermo,Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro- Forestali, Viale delle Scienze, 90100 Palermo, [email protected]. 2Università degli Studi di Palermo,Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro- Forestali, Viale delle Scienze, 90100 Palermo, [email protected]. 3 La Prof.ssa Bacarella ha scritto i paragrafi 1 e 3; la Dott.ssa Nicoletti il paragrafo 2. 4 Nicoletti G., L’intervento del legislatore nel settore vitivinicolo, p.1, Coreras, Palermo, 2007.

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commerciali, a fronte, anche, della presenza di nuovi competitors internazionali, che si sono progressivamente accaparrati fette di mercato in precedenza detenute da paesi produttori della vecchia Europa (Francia, Italia e Spagna). In particolare, con riferimento alle superfici vitate, è possibile constatare che dal 2000 in poi, vi sia una profonda mutazione della distribuzione della produzione mondiale. A fronte di una produzione totale che, nei primi otto anni del nuovo millennio, non ha subito modifiche significative (si è passati, infatti, da una superficie vitata mondiale di 7,3 milioni, nel 2000, ad una superficie stimata, nel 2008, intorno ai 7,4 milioni di ettari5 - Dati Fao), è possibile rilevare come, in tale arco temporale, a fronte di una riduzione delle superfici vitate nei principali paesi produttori europei, vi sia stato un significativo incremento delle superfici vitate proprio in quei paesi che, come detto, da poco più di un decennio, rappresentano i principali competitors internazionali dell’Europa. (Fig. 1). Figura 1 – Trend delle superfici vitate nei principali paesi produttori – (000 ettari)

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1961 1970 1980 1990 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Argentina

Australia

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Fonte: elaborazione su dati FAO

In particolare, tra il 1990 ed il 2008, Cile, Sud – Africa e Australia hanno aumentato di quasi il 74% la propria superficie vitata; accanto a questi si evidenzia il ruolo dell’Argentina e degli USA i quali, rispettivamente con il 3% ed il 5,3 % della superficie vitata mondiale, sono sempre più competitivi sul mercato internazionale degli storici Paesi produttori (Fig. 2)6. 5 Vengono presi in considerazione sia l’uva da vino che quella da tavola. 6 Bacarella S., Corona G., Forte A., La viticoltura siciliana in rapporto al contesto internazionale: evoluzione e prospettive, in Convegno Enometrie , Palermo, giugno 2010.

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Francia

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Figura 2 – Ripartizione percentuale della superficie vitata mondiale – anno 2008

Fonte: elaborazione su dati Fao

Con riferimento all’andamento dell’export di vino, dal 2000 in poi, si può, infatti, evidenziare un progressivo affermarsi di paesi extra europei, quali il Cile e l’Australia (Fig.3.) A livello comunitario, un frammentato sistema normativo, ha condizionato, per lungo tempo, i processi produttivi e i circuiti commerciali del settore: “dal 1996, la drastica riduzione della partecipazione ai programmi di estirpazione, attuati in base alla precedente organizzazione comune di mercato (OCM) dagli Stati membri su base facoltativa, congiuntamente all’assegnazione dei nuovi diritti di impianto (Pomarici, Sardone, 2001) avevano, di fatto, arrestato il trend di riduzione del potenziale e della produzione. Per questo motivo, a fronte di un consumo di vino nell’UE che continuava a mostrare una costante flessione e in presenza di una crescita delle importazioni più rapida di quella delle esportazioni il problema delle eccedenze di produzione, che sembrava ormai superato alla metà degli anni ’90, si riproponeva all’inizio del nuovo secolo in modo prepotente”.7

Figura 3 - Andamento dell’export in valore di vino nei principali paesi produttori

7 Pomarici E. – Sardone R., L’OCM Vino. La difficile transizione verso un strategia di comparto, p.9, 2009 INEA, Roma.

Resto del Mondo38%

Usa  5%

Argentina  3%

Cile  3%

Australia  2% Sud Africa  

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Francia  11%

Italia  11%

Spagna  17%

Altri U.E. 278%

U.E a 2747%

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Fonte: elaborazione su dati Fao

L’impianto dell’OCM vino tradizionale - per altro, non mutato in modo sostanziale dalla riforma del 1999, che con più di un 11 regolamenti attuativi l’ha reso vieppiù farraginoso – non ha consentito la crescita ed il riequilibrio tra offerta e sbocchi di mercato delle imprese vitivinicole europee. Nuovi scenari sono stati tratteggiati dalla recente riforma dell’Organizzazione Comune del Mercato del vino - definita dal regolamento (CE) 479/2008 (in seguito abrogato e confluito nell’OCM Unica disciplinata dal regolamento (CE) 1234/2007) ed entrata in applicazione a partire dal 1° agosto 20088 – che ha decretato la fine delle tradizionali forme di intervento sul mercato (che incidevano, in maniera significativa, nel rapporto domanda -offerta) ed il graduale passaggio ad un sostegno alla competitività aziendale. Tra le principali novità introdotte dalla riforma dell’OCM vino, si possono segnalare il trasferimento di parte delle risorse storicamente destinate al settore vitivinicolo al secondo pilastro (lo sviluppo rurale) e l’istituzione dei programmi nazionali di sostegno, che prevedono una spiccata sussidiarietà nelle politiche dei singoli Stati membri, a cui viene

8 La riforma 2008 è stata completata con l’adozione di numerosi atti collegati, recanti le modalità d’applicazione della Nuova Ocm: Regolamento(CE) n. 607/2009 della Commissione del 14 luglio 2009recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio per quanto riguarda le denominazioni di origine protette e le indicazioni geografiche protette, le menzioni tradizionali, l’etichettatura e la presentazione di determinati prodotti vitivinicoli [Gazzetta ufficiale L 193 del 24.7.2009]. Regolamento(CE) n. 606/2009 della Commissione del 10 luglio 2009recante alcune modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio per quanto riguarda le categorie di prodotti vitivinicoli, le pratiche enologiche e le relative restrizioni [Gazzetta ufficiale L 193 del 24.7.2009]. Regolamento (CE) n.436/2009 della Commissione, del 26 maggio 2009, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio in ordine allo schedario viticolo, alle dichiarazioni obbligatorie e alle informazioni per il controllo del mercato, ai documenti che scortano il trasporto dei prodotti e alla tenuta dei registri nel settore vitivinicolo [Gazzetta ufficiale L 128 del 27.5.2009]. Regolamento (CE) n.555/2008 della Commissione, del 27 giugno 2008, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio relativo all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo, in ordine ai programmi di sostegno, agli scambi con i paesi terzi, al potenziale produttivo e ai controlli nel settore vitivinicolo [Gazzetta ufficiale L 170 del 30.6.2008].Regolamento (CE) n. 1123/2008 della Commissione, del 12 novembre 2008 , che fissa una percentuale unica di accettazione degli importi comunicati dagli Stati membri alla Commissione in relazione alle domande di premio di estirpazione [Gazzetta ufficiale L 303 del 14.11.2008].

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Export (000 $)

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demandato il compito di selezionare fra le “vecchie” misure di mercato quelle più idonee a far fronte alle esigenze dei singoli Stati9. Nel primo programma nazionale, presentato per il periodo 2008/2009, l’Italia, tuttavia, a differenza di altri paesi dell’Unione, ha cercato di mantenere invariate tutte le misure di mercato ereditate dalla vecchia OCM, optando per il finanziamento di: promozione nei paesi terzi, ristrutturazione e riconversione, vendemmia verde, investimenti (dal 2010), distillazioni (le tre consentite) e arricchimento. In questo scenario in continua evoluzione ed espansione, si colloca la presente ricerca, la quale si prefigge l’obiettivo di studiare la struttura e la competitività del comparto vitivinicolo della Regione Sicilia che, secondo dati Istat 2009, è l’area italiana con il più vasto territorio coltivato ad uva da vino (124.924 ettari pari al 17,7% del totale nazionale), seguita dalla Puglia (14,2%) e dal Veneto (10%) e con una produzione di circa 6,1 milioni di ettolitri di produzione (vino e mosto), pari al 13,5% della produzione nazionale (Veneto 17,9% e Puglia 13%). A tal fine, muovendo da una breve sintesi del nuovo scenario normativo e programmatico europeo, dapprima, si esamineranno le caratteristiche del territorio vitato italiano (ripartizione della superficie vitata in Italia, incidenza delle superfici per vini Doc-Docg sulla superficie regionale ad uva da vino, dati di produzione di vino e mosto, ecc..) e, successivamente, si analizzeranno, attraverso l’elaborazione di un dossier di natura economico-statistica, l’andamento delle superfici vitate nell’isola, dati di produzione e mercati di destinazione finale delle produzioni vitivinicole siciliane, gli effetti sul territorio siciliano della nuova Organizzazione di mercato, con riferimento al regime delle estirpazioni, delle riconversioni e delle distillazioni. 2. QUADRO GIURIDICO La profonda riforma del comparto vino che, come detto, ha preso l’abbrivio nell’agosto del 2008, ha ridefinito e ridisegnato il volto di tale settore, fissando nuovi obiettivi da perseguire e nuovi strumenti per l’ottenimento dei risultati prefissati. Significative appaiono due novità introdotte dal Regolamento comunitario: la prima riguarda la nuova filosofia e la diversa allocazione delle risorse relative al settore vino; la seconda è connessa alla devoluzione delle competenze decisionali e finanziarie agli Stati membri e alle Regioni. Con riferimento al primo aspetto, anche per l’OCM vino è stato previsto, e successivamente attuato tramite il Reg. (CE) n. 491/2009, il trasferimento delle nuove disposizioni all’interno della cosiddetta OCM unica (Reg. (CE) n. 1234/2007). “Questa operazione, se da un punto di

9 Si fa riferimento, in particolare, alle seguenti misure di mercato: sostegno nell’ambito del regime di pagamento unico (RPU); promozione nei paesi terzi; ristrutturazione e riconversione dei vigneti; vendemmia verde; fondi di mutualizzazione; assicurazione del raccolto; investimenti; distillazione dei sottoprodotti, di alcole per usi commestibili e distillazione di crisi; uso di mosto di uve concentrato.

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vista formale non ha determinato variazioni alle scelte effettuate nel 2008, da un punto di vista sostanziale sembra indicare l’intenzione di includere anche la politica comune a sostegno del vino nel più generale processo verso una maggiore uniformità delle diverse disposizioni settoriali, precedentemente separate e distinte, all’interno di un sistema di governo delle misure del cosiddetto I pilastro della PAC, che peraltro risultano ormai quasi esclusivamente concentrate sullo strumento di sostegno più indifferenziato operante al suo interno: il regime di pagamento unico (Albisinni, 2009)”10. La nuova Ocm Vino, in secondo luogo, ha previsto un passaggio in tempi brevi da politica vitivinicola incardinata su forme di intervento sul mercato, che inferisce nel rapporto tra domanda e offerta del prodotto, ad un Organizzazione che punta ad azioni tese ad incrementare la competitività aziendale del settore11, attraverso l’abbandono progressivo delle tradizionali forme di incentivazione sul mercato ed il graduale trasferimento delle risorse comunitarie dal primo pilastro del Pac (in particolare, dall’Ocm Vino) al secondo pilastro, attraverso l’allocazione, dal 2009 in poi, di fondi supplementari – distratti dall’Ocm di settore - su misure di sviluppo rurale da attuare nelle regioni produttrici vino 12. Ciò, come detto, ha implicato una diversa allocazione delle disponibilità delle risorse destinate al comparto in esame attraverso un progressivo trasferimento finanziario dalle risorse in precedenza destinate all'organizzazione comune del mercato vitivinicolo allo sviluppo rurale. Tale nuova struttura “mista” dell’OCM vino, a cavallo tra i due pilastri della PAC, che trae certamente origine dall’obiettivo posto alla base del processo di riforma, punta, quindi, in buona sostanza, “alla ricerca di un maggior livello di qualità e di competitività per il comparto vitivinicolo europeo”13, attraverso una riduzione e riqualificazione del potenziale viticolo e una valorizzazione dei vini di qualità e dei vini varietali. Con riferimento precipuo alle risorse destinate alla vitivinicoltura italiana, il Reg. Ce n. 1246/2008 della Commissione, ha sostanzialmente lasciato invariate sia la dotazione per i programmi di sostegno, che quella per lo Sviluppo Rurale, espresse entrambe in migliaia di euro:

Tabella 1 - Dotazione per il PS in Italia

2009 2010 2011 2012 2013 A partire dal 2014

238.223 298.263 294.135 341.174 336.736 336.997

Tabella 2 - Dotazione per lo Sviluppo Rurale in Italia.

10 Pomarici – Sardone, L’attuazione dell’OCM vino: un primo bilancio di metà percorso, in Agriregioneuropa, giugno 2010, p.1. 11 Miipaaf , RRN, Vino: sviluppo rurale e nuove forme di sostegno ai mercato, p.8, settembre 2009, Roma. 12 Mipaaf , RRN, Vino: sviluppo rurale e nuove forme di sostegno ai mercato, p.13 cit. 13 Pomarici – Sardone, L’attuazione dell’OCM vino: un primo bilancio di metà percorso, cit.

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2009 2010 A partire dal 2011

13.160 26.287 39.447

Fonte: Reg. Ce n. 1246 del 2008

Il nuovo impianto regolatorio prevede, inoltre, una maggiore autonomia decisionale e finanziaria degli Stati membri, i quali non solo sono stati abilitati ad elaborare un proprio Piano quinquennale nazionale di sostegno del settore vino, attraverso cui decidere quale “velocità” imprimere al processo di riforma14, ma sono stati messi, altresì, in condizione di decidere la modulazione finanziaria, orizzontale e verticale15, dei nuovi interventi. In tal senso la nuova OCM introduce numerose innovazioni, sia da punto di vista strutturale, sia dal punto di vista finanziario.

Figura 4 - Struttura Regolamento Ce n. 479 del 2008

Il regolamento (CE) n. 479/2008 e succ. mod., infatti, pur prevedendo disposizioni relative agli stessi prodotti previsti dal precedente regolamento quadro (Titolo I), ha una struttura estremamente semplificata rispetto al passato, articolandosi in soli quattro ambiti di intervento: le misure di sostegno (Titolo II); le misure regolamentari (Titolo III); le regole in materia di scambio con i paesi terzi (Titolo IV); le regole per la disciplina del potenziale produttivo (Titolo V).

14 Ciò attraverso la autonomia nella scelta delle misure da attivare tra quelle, permanenti e transitorie, previste dal regolamento del 2008. 15 Orizzontale rispetto al ventaglio delle undici misure previste dall’Ocm Vino e verticale rispetto allo slittamento sui PSR.

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La maggior parte della dotazione finanziaria assegnata al vino viene gestita all’interno del programma di sostegno (PS) nazionale, che si compone di un menù di 11 misure16, 6 di queste misure sono del tutto nuove17 e 3 sono in phasing-out (2009-2012), finanziate in parte a livello nazionale con fondi del Piano, in parte a livello regionale con fondi per lo sviluppo rurale18. Tabella 3 - Misure dei Programmi di sostegno

Fonte: RRN 2007-2013

Scompare del tutto una sola misura del precedente ciclo di programmazione, il magazzinaggio privato, che “giudicato positivamente per l’azione regolatrice del mercato e per i vantaggi legati alla bassa onerosità finanziaria e alla destinazione ai produttori, in realtà è diventato nel tempo un aiuto diretto per i produttori di determinate aree, soprattutto meridionali, che ne hanno usufruito ogni anno per vini con le maggiori difficoltà di commercializzazione”.19 Tabella 4 - Le misure del PS tra I e II pilastro

16 Regime di pagamento unico e sostegno dei viticoltori; Distillazione di alcole per usi commestibili; Promozione sui mercati dei paesi terzi; Distillazione di crisi; Ristrutturazione e riconversione dei vigneti; Uso di mosto di uve concentrato; Vendemmia verde; Fondi di mutualizzazione; Assicurazione del raccolto; Investimenti; Distillazione dei sottoprodotti. 17 Sono misure nuove: Rpu, Vendemmia Verde, Fondi di mutualizzazione, assicurazioni di raccolto, investimenti e Promozione nei Paesi terzi. 18 A cui sono stati trasferiti circa il 7% della totale dotazione assegnata all’OCM (2009-2013), a vantaggio delle misure del II pilastro, finalizzata al potenziamento dei programmi di sviluppo rurale (PSR) operanti all’interno delle regioni produttrici di vino. 19 Seccia A (2008), Effetti della Riforma dell’Ocm vino per la viticoltura del Mezzogiorno, n Agriregionieuropa, n° 12, Ancona.

Misure permanenti Misure in phasing-outTrasferimento al Regime di pagamento unico Distillazione di alcole commestibielPromozione sui mercati dei paesi terzi Distillazione di crisiRistrutturazione e riconversione dei vigneti Uso di mosto concentrato per l'arricchimentoInvestimentiVendemmia verdeFondi di mutualizzazione Assicurazione del raccoltoDistillazione dei sottoprodotti

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Fonte: Ismea

Con riguardo alla modulazione dell’OCM all’interno dei singoli Stati membri e alla articolazione dei relativi PS, hanno assunto rilevanza la dimensione complessiva delle risorse finanziarie assegnate e le pressione esercitate dalle filiere nazionali, che hanno agito da stimolo alla costruzione dei singoli PS 20.

Tabella 5 - Impiego della dotazione del PS in Italia 2009 vs 2013 (milioni di euro)

Fonte: elaborazione RRN su dati Mipaaf

In particolare, il PS italiano, approvato dalla Commissione nel settembre 2008, è stato caratterizzato dalla volontà politica condivisa di non attivare, nel nostro paese, né il disaccoppiamento (RPU) per il settore vitivinicolo, né gli aiuti per la costituzione di fondi di

20 Più diffusamente, sul punto, Pomarici – Sardone (2010), cit. p.2.

2009* 2010° 2011° 2012° 2013° Totale 09-13 Quota

Regime di pagamento unico Promozione sui mercati terzi 4,9 35,0 48,4 82,4 102,2 272,9 18% Ristrutturazione e riconversione 82,6 98,0 115,7 120,8 124,6 541,6 36% Investimenti 15,0 40,0 40,0 95,0 6% Fondi di mutualizzazione Assicurazione del raccolto 20,0 20,0 20,0 20,0 80,0 5% Vendemmia verde 30,0 30,0 30,0 30,0 120,0 8% Distillazione di crisi 27,0 13,2 40,3 3% Distillazione sottoprodotti 19,9 20,0 20,0 20,0 20,0 99,9 7% Distillazione alcol alim. 43,4 32,0 20,0 10,0 105,4 7% Arricchimento con mosti 59,8 50,0 25,0 18,0 152,8 10%Totale 237,5 298,3 294,1 341,2 336,7 1507,8 100%* Spesa; ° Programmato al 1/3/2010

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mutualizzazione21, puntando, invece, su una riduzione del potenziale, migliore individuazione delle produzione, sulla promozione sui mercati terzi e sulla ammodernamento strutturale (ristrutturazione e riconversione) delle aziende. 3. I NUOVI ORIZZONTI DELLA VITICOLTURA SICILIANA 3.1 Le “dimensioni” della viticoltura siciliana Nell’alveo della programmazione quinquennale italiana, peso e spessore assumeranno – come anticipato – le scelte politiche delle singole regioni, attrici della politica di sviluppo rurale, chiamate a dar corpo e misura agli interventi connessi agli investimenti nel settore vitivinicolo e alla modulazione economica delle politiche di estirpazione locale. In tal senso, un peso specifico hanno avuto ed avranno le scelte operate dalle regioni del mezzogiorno d’Italia presso cui è localizzata la metà della viticoltura da vino italiana, sia in termini di superficie che per numero di imprese. Per altro, l’importanza rivestita dal comparto vitivinicolo meridionale, e siciliano in particolare, risulta evidente dallo studio delle statistiche ufficiali: negli ultimi anni, infatti, le tendenze di lungo periodo, così come avvenuto su tutto il mercato nazionale ed europeo, hanno influito gradatamente sulla contrazione delle superfici e quindi della produzione, confermando il peso del comparto vitivinicolo meridionale nello scenario italiano. Secondo i più recenti dati ISTAT disponibili, infatti, la superficie vitata ad uva da vino in produzione in Italia si è attestata, nel 2009, dopo anni di costanti flessioni, attorno ai 700 mila ettari, di cui circa il 48% in Italia meridionale. La Sicilia, con i suoi 124.924 ettari rilevati, pari al 17,78% del totale nazionale, è la regione italiana con il più consistente patrimonio viticolo; seguono la Puglia con 100.040 ettari, il 14,24% del totale; il Veneto con 70.807 ettari (10,08%) ed a seguire tutte le altre regioni con superfici destinate alla vitivinicoltura di gran lunga al di sotto dei 60.000 mila ettari . La viticoltura siciliana è concentrata principalmente nella parte occidentale dell’isola dove tre sole province detengono l’87% delle superfici vitate regionali. Tra le nove province, la più vitata è Trapani con 67 mila ha, seguita nell’ordine da Agrigento (25.306 ha) e Palermo (13.888 ha) (Tab.6).

21 Si tratta di aiuti concessi per la costituzione di fondi da parte dei produttori che vogliano assicurarsi contro le fluttuazioni del mercato. Il sostegno si sostanzia in un contributo di partecipazione, transitorio (tre anni) e decrescente (pari al 10%, 8% e 4% per i paesi partner aderiti all’UE dopo il 2004; pari al 5%, 4% e 2% negli altri Stati membri), destinato a coprire una parte delle spese amministrative di costituzione del fondo.

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Tabella 6 - Superficie per provincia, Sicilia (ha)

2006 2007 2008 2009

Trapani 64.249 62.993 63.125 67.000

Palermo 16.430 15.880 15.973 13.888

Messina 1.629 1.628 1.639 1.870

Agrigento 20.661 20.517 20.685 25.306

Caltanissetta 5.930 5.914 5.910 7.100

Enna 505 504 501 900

Catania 4.156 4.221 4.209 5.000

Ragusa 1.261 1.313 1.405 1.400

Siracusa 1.776 1.852 1.875 2.460

Totale Sicilia 116.597 114.822 115.322 124.924

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

In particolare, le province di Trapani, Agrigento e Palermo da sole rappresentano l’85% dell’intera superficie regionale (Fig. 5).

Figura 5 - Ripartizione della superficie vitata in Sicilia – anno 2009

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Il territorio vitato siciliano è caratterizzato da una prevalente presenza di vitigni di uve bianche; tuttavia, negli anni si è assistito ad un ridimensionamento del ruolo delle cultivar a bacca bianca in favore di quelle a bacca nera, in conseguenza della domanda crescente di vini rossi (Tab. 7).

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Tabella 7 - Ripartizione superficie vitata siciliana in uve bianche e uve nere (%)

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Sup Tot. (ha) 130.018 125.393 117.569 118.926 119.893 18.580

Sup Biaca (%) 76,8 68,2 65,5 64,4 64,1 63,9

Sup. Nera (%) 23,2 32,8 34,1 35,3 35,7 35,8

Fonte : Elaborazione IRVV su Anagrafe vitivinicola 2000/SRRFV e Ass. Reg. Agricoltura e Foreste

Le cultivar a bacca nera nel 2000 rappresentavano il 23% delle superfici vitate regionali, mentre nel 2009 la quota di superficie occupata da tali vitigni è salita ad oltre il 35,8%. Ne consegue che le cultivar di uve bianche pur rimanendo quelle maggiormente diffuse nell’isola nel 2009 risultano occupare il 63,9% del territorio, con un decremento di oltre il 12% rispetto al 2000 (Fig. 6). Figura 6 – Ripartizione della superficie vitata in Sicilia per colore

2000

Uve bianch

e 76,8%

Uve nere

23,2%

2009

Altro 0,9%

Uve bianche 63,9%

Uve nere 35,8%

Fonte: Elaborazione IRVV su dati Ass. Reg. Agricoltura e Foreste/Agea

La distribuzione delle due diverse tipologie di uve evidenzia differenze anche nella diffusione territoriale delle stesse: infatti, le uve bianche sono maggiormente diffuse nella Sicilia occidentale fra le province di Trapani, Agrigento e Palermo, mentre le uve nere nella Sicilia orientale (Tabb. 8 e 9).22 Nell’ultimo ventennio, in linea con le tendenze registratesi a livello nazionale, la produzione di uva da vino siciliana si è ridotta notevolmente, ciò a causa del ridimensionamento delle superfici vitate, ma anche in conseguenza del ridimensionamento delle rese medie, le quali sono passate dagli oltre 100 q.li/ha del 1983 ai 63,5 q.li/ha del 2009. 22 Sul punto, più diffusamente, IRVV, Composizione varietale del vigneto Sicilia: evoluzione varietale e caratterizzazione territoriale,p.2, 2009, Palermo.

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Tabella 8 - Superficie tot. vitata e superficie ad uve bianche della Sicilia occidentale (ha e %)

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Sup.totale vitata (Tp+Ag+Pa) (ha) 121.452 112.197 104.857 105.602 108.386 105.131

Sup.uve bianche (Tp+Ag+Pa) (ha) 104.243 84.550 76.093 75.415 75.707 74.471

Sup.bianc/Sup.vit. tot. Sic.Occ. (%) 85,83 73,35 72,56 71,41 69,85 70,84

Tabella 9 - Superficie totale vitata e superficie ad uve nere della Sicilia orientale (ha e %)

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Sup.totale vitata (Ct, Me Sr, Rg) (ha) 9.532 6.894 6.587 7.154 7.376 7.434

Sup.uve nere (Ct, Me Sr, Rg) (ha) 8.297 6.434 6.336 6.259 6.692 6.663

Sup.nere/Sup.vit. tot. Sic.Orient. (%) 87,04 93,34 92,4 91,27 90,73 89,62

Fonte: Elaborazione IRVV su dati Anagrafe vitivinicola 2000/SRRFV e Ass. Agricoltura e Foreste

Per quanto riguarda la produzione la Sicilia nel contesto nazionale, come detto, si posiziona fra le prime tre regioni produttrici di uva da vino, seconda sola al Veneto ed alla Puglia. Il calo della produzione siciliana nel periodo considerato è stato superiore a quello verificatosi a livello nazionale. In Italia, infatti, la produzione di uva nel 1983 era pari a 112 milioni di quintali, mentre in Sicilia se ne raccoglievano oltre 16 milioni di quintali, nel 2009 l’Italia aveva ridotto tali produzioni a 62,3 milioni di quintali; la Sicilia, invece, si presentava nel contesto nazionale con una produzione di uva da vino di 7,9 milioni di quintali ed un ridimensionamento della produzione rispetto al 1983 del 53% (Fig. 7). Figura 7 – Andamento della produzione di uva da vino in Sicilia ed in Italia (000 q.li)

-

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

2002

2004

2006

2008

-

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

Sicilia Italia

Fonte: Istat

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Anche in questo caso, la differenza registratasi fra i due periodi di riferimento va collegata al nuovo orientamento delle strategie aziendali e della politica comunitaria in generale, che pongono sempre più l’accento su un miglioramento della qualità delle produzioni di vino spingendo l’intero comparto a rinnovare, partendo dall’uva, il sistema di produzione per arrivare ad un prodotto finale rispondente alle nuove esigenze qualitative e commerciali. La produzione di uva in Sicilia nel 2009 si è attestata a 7.940.263 quintali. La provincia di Trapani si conferma la più produttiva con il 52,3% di uva prodotta sul totale, seguita da Agrigento con il 18,7% e Palermo con il 13% (Tab. 10).

Tabella 10- Produzione di uva da vino in Sicilia (q.li)

2006 2007 2008 2009 inc. % 2009

Trapani 4.672.000 3.800.000 4.620.000 4.150.000 52,3

Palermo 1.750.000 1.230.000 1.550.000 1.031.163 13,0

Messina 130.900 140.250 210.000 175.000 2,2

Agrigento 1.590.000 830.300 1.004.000 1.482.000 18,7

Caltanissetta 564.100 564.100 564.100 564.100 7,1

Enna 68.700 66.000 63.000 66.000 0,8

Catania 175.000 190.000 225.000 190.000 2,4

Ragusa 160.000 183.000 115.000 121.000 1,5

Siracusa 158.270 156.970 161.000 161.000 2,0

Totale Sicilia 9.268.970 7.160.620 8.512.100 7.940.263 100

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

Le maggiori rese unitarie si trovano nella provincia di Messina con 97,2 q.li/ha, segue la provincia di Ragusa con 94,2 q.li/ha e quella di Siracusa (89 q.li/ha); le rese più basse si trovano invece nella provincia di Catania (38 q.li/ha), a cui segue a distanza la provincia di Agrigento con 59,3 q.li/ha (Fig. 8). Nel 2009, la Sicilia ha prodotto oltre 6,1 milioni di ettolitri di vino e mosto. Ancora una volta, la provincia di Trapani è, naturalmente, quella che fornisce il maggiore contributo alla produzione regionale (50,9%) seguita dalle province di Agrigento (17,8%) e Palermo (16%). La produzione di vino in Sicilia è da sempre accompagnata da una rilevante produzione di mosto, il quale rappresenta una quota annuale variabile. Una parte di questa produzione viene venduta come mosto fresco, un’altra importante quota viene commercializzata come mosto muto o come mosto concentrato (MC) o mosto concentrato e rettificato (MCR).

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Figura 8 – Ripartizione della produzione e delle rese dell’uva da vino in Sicilia (2009)

59,3

80,6

38,0

66,0

97,2 94,2

61,9

89,0

73,6

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

Agr

igen

to

Cal

tani

sset

ta

Cat

ania

Enna

Mes

sina

Pale

rmo

Rag

usa

Sira

cusa

Trap

ani

(000

q.li

)

0

20

40

60

80

100

120

(q.li

/ha)

Prod. Uva Rese

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Tabella 12 – Produzione di vino e mosto in Sicilia (hl)

2006 2007 2008 2009 Inc. % 2009

Trapani 3.457.000 2.310.000 3.420.000 3.143.000 50,9

Palermo 1.376.000 979.465 1.085.000 990.321 16,0

Messina 92.330 98.400 147.870 119.900 1,9

Agrigento 1.190.000 622.700 753.001 1.096.670 17,8

Caltanissetta 451.200 148.600 358.400 458.400 7,4

Enna 47.300 44.100 42.000 42.000 0,7

Catania 132.000 180.000 172.000 126.000 2,0

Ragusa 128.000 131.264 123.100 120.300 1,9

Siracusa 100.576 59.410 78.865 78.850 1,3

Totale Sicilia 6.974.406 4.573.939 6.180.236 6.175.441 100

Fonte: Istat

Facendo riferimento alla composizione della produzione vinicola italiana, la tendenza degli ultimi anni ha visto cambiare, di pari passo con le preferenze dei consumatori, l’orientamento delle produzioni a favore dei vini rossi; tanto che nel 2001 si è avuto il sorpasso dei vini rossi e rosati su quelli bianchi.

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Contrariamente a quanto si è verificato a livello nazionale in Sicilia, la produzione di vini vede prevalere la presenza dei vini bianchi, tradizionalmente più rappresentati nel territorio regionale, rispetto a quella dei vini rossi. Tuttavia, anche nell’isola si è registrata una certa variazione di tendenza rispetto al passato; nel 1999 il vino bianco in Sicilia rappresentava ben il 74,3% della produzione contro il 25,7% dei vini rossi e rosati, nel 2009 tale divario si è ridotto in maniera sensibile poiché i vini rossi e rosati sono arrivati a rappresentare il 37,6% della produzione regionale (Fig. 9 ). Secondo stime dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino (IRVV), nel 2007, solo il 24% circa della produzione totale media di vino e mosto prodotto in Sicilia, pari a 1,65 milioni di hl, viene confezionato; di questi, 1,49 milioni di hl viene confezionato in bottiglia, mentre la restante parte viene confezionata in brik, dame, bag in box, ecc.. Il 76% del vino prodotto, ancor oggi, viene commercializzato come vino sfuso: vino da tavola ed, in parte, anche Igt. Il vino sfuso viene destinato in larga parte a ditte del Nord Italia, le quali provvedono al confezionamento (bottiglie o brik), lucrando con il valore aggiunto derivante dal confezionamento per il consumo, oppure alla vendita all’estero. Figura 9 – Ripartizione della produzione di vino per colore

1999

Bianco74,3%

Rosso e

rosato25,7%

2009

Bianco62,4%

Rosso e rosato37,6%

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Riguardo alla composizione di vino per tipologia, nonostante gli sforzi fatti dalla viticoltura regionale al fine di migliorare la qualità del prodotto finale, il vino da tavola rappresenta ancora una quota rilevante (oltre il 60%) della produzione e solo una minima parte della stessa viene destinata a produzioni di qualità superiore. Infatti, pur avendo nel proprio territorio ben 1 Docg, 22 Doc e 6 Igt la Sicilia ha una produzione piuttosto limitata di vini di qualità.

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Tabella 13 - Elenco delle Docg, Doc e Igt presenti in Sicilia DOCG

Cerasuolo di Vittoria

DOC

Alcamo o Bianco Alcamo, Contea di Sclafani, Contessa Entellina, Delia Nivolelli, Eloro, Erice, Etna, Faro, Malvasia delle Lipari, Mamertino di Milazzo o Mamertino, Marsala, Menfi, Monreale, Moscato di Noto, Moscato di Pantelleria - Passito di Pantelleria e Pantelleria, Moscato di Siracusa, Salaparuta, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice, Sciacca, Riesi, Vittoria IGT

Camarro, Fontanarossa di Cerda, Salemi, Salina, Sicilia, Valle Belice

Fonte: Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Con riguardo alla sola produzione di vini, in Sicilia, nel 2009, è stata di 4.934.271 ettolitri (Tabella 14). Di questa soltanto il 4,3% è rappresentata dai vini D.O.C. e D.O.C.G., il 34,6% sono vini IGT e ben il 61% della produzione è rappresentata da vini da tavola. Tabella 14 - Produzione di vino per marchio di qualità (hl)

2006 2007 2008 2009 inc. % 2009

D.O.C. e D.O.C.G. 249.500 153.015 229.508 213.256 4,32

I.G.T. 1.451.890 1.147.173 1.561.600 1.710.177 34,66

Da tavola 3.858.990 2.641.120 3.233.913 3.010.838 61,02

Totale 5.560.380 3.941.308 5.025.021 4.934.271 100

Fonte: Istat

In effetti, nel tempo la produzione siciliana di vini da tavola si è ridimensionata (dal 69,4% del 2006 al 61% del 2009) a favore, soprattutto, delle IGT, quasi esclusivamente IGT Sicilia; mentre pressoché invariata è rimasta l’incidenza delle denominazioni di origine sulla produzione totale (Fig. 10). L’orientamento della produzione regionale a tutt’oggi continua ad essere generico e di massa, nonostante il gran numero di D.O. presenti. La principale D.O.C. siciliana, per estensione e per produzione, è il Marsala che rappresenta circa il 55% delle superfici a denominazione di origine e detiene, secondo gli ultimi dati Federdoc disponibili, una quota di produzione sul totale delle DOC, che oscilla tra il 52 ed il 56% secondo le annate considerate (Tab. 15).

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Alla DOC Marsala seguono, il Moscato di Pantelleria (11% delle superfici e 7% della produzione), la DOC Etna (10% delle superfici e 11% della produzione), la DOC Alcamo (7% e 16%) e la DOC Monreale (3% e 2,5%) (Fig. 12).

Figura 10 – Incidenza della produzione di vini di qualità, (%)

Fonte: Istat

La struttura enologica, pertanto, è caratterizzata da una molteplicità di sistemi produttivi e di strutture di trasformazione, così distinti: imprese che vinificano uve proprie e confezionano il vino prodotto (società cooperative e imprese vitivinicole medio-piccole); imprese che vinificano uve o mosti acquistati da terzi e confezionano il vino ottenuto (soprattutto imprese da medie a medio-grandi dimensioni); imprese associative che ammassano e trasformano l’uva conferita dai soci e che prevalentemente o quasi esclusivamente producono vini sfusi destinati ai mercati extraregionali o da inviare alla distillazione; imprese che confezionano e commercializzano il vino sfuso realizzato da cantine sociali o da altre aziende vinicole. Da un’indagine del 2007 dell’IRVV si è riscontrata in Sicilia la presenza di 650 aziende che immettono sul mercato vino siciliano confezionato (bottiglie, brik, bag-in-box, …), di queste 55 sono risultate essere cooperative e cantine sociali. In generale, ancor oggi si nota una forte presenza di cantine sociali e cooperative con prevalente tendenza a distillare o comunque a vendere vino sfuso al Nord o addirittura all’estero, con conseguente perdita di buona parte del valore aggiunto legato alla produzione per il mercato al consumo; da tempo, una fitta rete di aziende di piccola e media dimensione

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ha avviato un processo di miglioramento della qualità e di confezionamento per il consumo, ma la limitatezza delle dimensioni rende difficoltosa la ricerca di sbocchi di mercato. Tabella 15 - Produzione di vino VQPRD in Sicilia (hl)

2005 2006 2007 Inc. % 2007

Alcamo 30.164 8.145 23.785 15,8

Cerasuolo di Vittoria 5.863 5.253 396 0,3

Contea di Sclafani 2.988 2.553 1.506 1,0

Contessa Entellina 6.116 6.018 4.641 3,1

Delia Nivolelli 335 1.607 1,1

Eloro 13.062 180 0,0

Erice 2.544 2.192 1,5

Etna 12.192 13.100 16.600 11,1

Faro 12 223 207 0,1

Malvasia delle Lipari 465 774 680 0,5

Mamertino di Milazzo o Mamertino 148 785 403 0,3

Marsala 136.583 78.582 52,4

Menfi 2.745 2.329 1.732 1,2

Monreale 5.798 5.959 3.730 2,5

Moscato di Noto 2.291 0,0

Moscato di Pantelleria e Passito di Pantelleria 14.967 11.134 7,4

Moscato di Siracusa 0 0 0,0

Riesi 557 333 0,0

Salaparuta 1.918 1,3

Sambuca di Sicilia 1.046 1.063 821 0,5

Sciacca 147 498 64 0,0

Vittoria 2.288 2.671 110 0,1

Totale SICILIA 240.311 49.884 150.108 100

Fonte Federdoc

Infine, vi è un numero limitato di aziende di punta orientate all’innovazione di prodotto, di processo e di marketing, che riescono a posizionare i loro prodotti in una fascia medio- alta dei mercati nazionale ed internazionale. Di queste, solo 28 aziende producono più di un milione di bottiglie. Come già detto, solo una parte del vino prodotto viene confezionato (circa il 24% della produzione regionale), prevalentemente vino ad Indicazione Geografica Tipica e, in misura molto più contenuta, vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Il prodotto confezionato siciliano viene destinato per il 60%all’esportazione.

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Figura 12 – Suddivisione delle superfici a DOC (media 2006-07, denunciate)

Fonte: Federdoc

Nel tempo, è migliorata anche la qualità del vino destinato all’estero, meno sfuso e più vino confezionato, e si sono ridotti in maniera evidente i volumi totali di prodotto esportato. Tuttavia, è ancora troppo limitata la parte di produzione destinata all’export. Le destinazioni principali del prodotto siciliano sono i Paesi U.E. (soprattutto Germania e regno Unito) e gli Stati Uniti. Molti altri Paesi rappresentano la destinazione finale del vino siciliano con ruoli differenti secondo la tipologia del prodotto richiesto (vino confezionato, vino sfuso, spumante o mosto). 3.2. L’impatto della nuova Ocm vino sulla viticoltura siciliana. Lo scenario siciliano così brevemente delineato ha già iniziato a risentire gli effetti delle prime misure avviate, a livello nazionale, con il programma quinquennale di sostegno del settore vino previsto dalla nuova Ocm.

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21

Le misure di controllo del mercato avranno probabilmente un peso considerevole anche a livello regionale, nell’ambito degli importi massimi consentiti, data la loro natura transitoria e la rilevanza attuale per alcune aree. 23 Le misure che potrebbero realmente migliorare la competitività del settore vitivinicolo siciliano consentendo alle imprese di realizzare efficienza produttiva ed efficacia nelle strategie di mercato sono quelle relative alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti, all’ammodernamento delle tecnologie enologiche e alla promozione sui mercati al consumo, come appunto dimostrano gli ottimi risultati conseguiti da alcune imprese siciliane. Come anticipato, nell’ambito dell’envelope nazionale sono previsti strumenti sostitutivi delle vecchie misure di controllo del mercato per la gestione delle crisi, sia di carattere preventivo (vendemmia in verde) che assicurativo (fondi di mutualizzazione e assicurazione del raccolto), la cui effettiva applicazione risulta difficile, almeno finché saranno presenti le misure di controllo del mercato, in fase di pashing out. Ciò risulta evidente anche da una disamina dell’evoluzione dell’allocazione delle risorse del PS nel quinquennio 2007-2013: come è dato vedere (Tab. 16) se nel 2009 oltre il 54% delle risorse del Piano è stata destinata a finanziare le vecchie misure delle distillazioni ed arricchimenti, nel 2013, tali dotazioni finanziarie verranno destinate in maniera prevalente al finanziamento di misure a sostegno – in stretta aderenza ai dictat dell’UE - della promozione sui mercati terzi e interventi di mercato di natura assicurativa. Tabella 16- Impiego della dotazione del Ps in Italia 2009 vs2013

Fonte: RRN 2007- 2013 su dati Mipaaf

Nell’ambito del Programma di sostegno nazionale, sono state attivate soltanto alcune misure di mercato previste nella nuova Ocm, dando ancora ampio spazio alle misure in fase di pashing out. La Sicilia, in particolare, ha avuto finanziati da PS, nel 2009, circa 51 milioni di euro, pari a circa il 24% del budget nazionale: tali somme sono state destinate, in via

23 Seccia A., op. cit., p.3.

2009* 2013° Distillazione di crisi 11% - Distillazione alcol alim. 18% - Arricchimento con mosti 25% - Promozione sui mercati terzi 2% 30% Ristrutturazione e riconversione 35% 37% Distillazione sottoprodotti 8% 6% Investimenti - 12% Assicurazione del raccolto - 6% Vendemmia verde - 9%Totale 100% 100%* Spesa; ° Programmato al 1/3/2010

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prevalente, alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti (46% del totale, pari a circa 23 milioni 600 mila euro) ed alla distillazione per usi alimentari (33%, con poco meno di 17 milioni di euro), seguite da distillazione di crisi e arricchimenti (rispettivamente 11 e 8% del totale); solo per lo 0,47% tali somme sono state impiegate per finanziare la crescita della competitività delle aziende vitivinicole siciliani sui mercati terzi. Tabella 17 -Spesa percentuale per misura – anno 2009

DIST. ALCOLE ALIMENTARE DIST. DI CRISI RISTR. E RICONV. VIGNETI

spesa (€) % sul tot. Spesa (€) % sul tot. spesa (€) % sul tot.

Sicilia 16.875.237 33,07 5.959.328 11,68 23.668.424 46,38

TOT. REGIONI 43.411.585 20,06 27.010.796 12,48 82.581.774 38,17

ARRICCHIMENTO PROMOZ. PAESI TERZI TOTALE

spesa (€) % sul tot. Spesa (€) % sul tot. spesa (€)

Sicilia 4.285.342 8,40 241.175 0,47 51.029.506

TOT. REGIONI 59.775.725 27,63 3.598.342 1,66 216.378.221

Fonte: nostra elaborazione su dati RRN 2007 -2013

Ciò che emerge da tali dati, è che la Sicilia, in linea con gli indirizzi comunitari, sta progressivamente riducendo gli stanziamenti per le distillazioni che sono passate da una media di circa 3 milioni e mezzo di ettolitri nel quadriennio 1985/86 – 1989/90 a poco più di 780 mila ettolitri nel periodo 2005/06 – 2008/09. Nell’ultima campagna 2008/09, in particolare, le superfici ammesse alla distillazione per uso alimentare sono stati 37.501, con circa 966 mila hl consegnati ed una spesa di circa 16,8 milioni di euro, pari al 39% della spesa nazionale; le domande per la distillazione di crisi sono state, in Sicilia, 32 su un totale di 11, con una spesa pari a circa 6 milioni di euro; la spesa sostenuta per attivare la misura dell’arricchimento in Sicilia è stata pari a circa 4,2 milioni di euro. Tabella 18 - Esecuzione del PS nel 2009: L’impatto regionale

_______________________________________________________________________________

Fonte: RRN 2007-2013

ettari ammessi hl consegnati* spesa (€) domande spesa (€)Sicilia 37.501 966.900 16.875.237 32 5.959.328TOT. REGIONI 96.477 2.487.518 43.411.585 119 27.010.796quota Sicilia 39% 22%

ettari spesa (€)Sicilia 2.616 23.668.424 4.285.342 241.175 51.029.506TOT. REGIONI 10.116 82.581.774 59.775.725 3.598.342 216.378.221quota Sicilia 29% 7% 7% 24%

RISTR. E RICONV. VIGNETI

DIST. DI CRISI

ARRICCHIMENTO -spesa (€)

DISTILLAZIONE ALCOLE ALIMENTARE

PROMOZ. PAESI TERZI - spesa (€)

TOTALE SPESA (€)

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La Sicilia, dunque, sta operando per una progressiva riduzione di investimenti su talune tradizionali forme di intervento sul mercato e per una riduzione e riqualificazione del potenziale viticolo isolano; in questo processo risultano, però, ancora assai debole la struttura organizzativa di impresa mirata ad operare sui mercati al consumo Figura 13 - Le distillazioni in Sicilia (ettolitri)

Fonte: elaborazione RRN 2007-2013 su dati Irvv, Mipaaf e Istat

A fronte, quindi, di una significativa contrazione dei processi di distillazione isolana, meno significativa è stata la riduzione complessiva degli investimenti sia in termini di superfici interessate, che di interventi per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti. Per l’anno 2009, sono stati oggetto di tale misura circa 2.600 ha di vigneto, pari a circa il 26% delle superfici nazionali coinvolte. Tale dato si allinea con la media degli ultimi anni: in 9 anni, sono stati ristrutturati in Italia 140 mila ettari, di cui il 26%, 36.600, in Sicilia (Tab.19). Tabella 19 - La ristrutturazione e riconversione dei vigneti (ettari pagati)

Fonte: RRN 2007-2013

2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09Sicilia 3.473 3.594 4.224 4.147 3.872 3.107 5.855 5.687 2.616Italia 18.115 16.426 18.661 17.984 15.087 14.589 14.816 14.098 10.116quota Sicilia 19% 22% 23% 23% 26% 21% 40% 40% 26%

3.504.319

2.557.607

1.370.390

781.611

1.632.231 13%

24%

15%

26%

33%

0

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

1985/86-1989/90

1990/91-1994/95

1995/96-1999/00

2000/01-2004/05

2005/06-2008/09

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

distillazioni (ettolitri) incidenza sulla produzione (%)

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Per l’esecuzione del PS nel 2010 è stata, invece, prevista una rimodulazione delle risorse in base alle nuove misure attivate (Vendemmia Verde) e alle richieste pervenute dalle singole regioni (Tab.20). Con precipuo riferimento alla Sicilia, le somme ad essa complessivamente destinate dal PS sono di circa 55 milioni di euro pari al 23% della dotazione totale (di circa 245 milioni). Tabella 20- La rimodulazione in atto in base alle richieste (€)

Fonte: RRN 2007-2013

E’ possibile notare in tale rimodulazione, oltre all’introduzione della nuova misura della vendemmia verde, da una lato, la riduzione degli stanziamenti per le distillazioni e per le ristrutturazioni e, dall’altro, la totale assenza di stanziamenti per la promozioni verso paesi terzi, che passa definitivamente nell’ambito degli stanziamenti per la viticoltura del PSR.

Tabella 21 - Le estirpazioni con premio (ettari)

In particolare, alla vendemmia verde sono stati destinati circa 16 milioni di euro, pari all’85% della dotazione nazionale; per l’accesso alla misura sono state ritenute ammissibili 885 domande, per una superficie complessiva di circa 2.500 ettari. Sono state dimezzate le somme per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti che passano dai 23,6 milioni per la campagna 2008/09, a 12, 5 milioni per la campagna 2009/10.

Sicilia - 18.172.826 4.227.402 15.956.695TOT. REGIONI 14.887.797 38.320.052 12.196.759 18.686.395quota Sicilia - 47% 35% 85%

Sicilia 4.499.059 55.347.388TOT. REGIONI 64.950.685 245.920.912quota Sicilia 7% 23%*erogato; °ammissibileSituazione al 15 giugno

VENDEMMIA VERDE

RISTR. E RICONV. VIGNETI

DIST. ALCOLE ALIMENTARE DIST. DI CRISI

12.491.40696.879.224

ARRICCHIMENTO TOTALE

13%

PROMOZ. PAESI

domande presentate

domande accolte1

domande presentate

domande accolte2

Italiaettari 25.928 11.571 21.576 10.741milioni di € 253,1 116,1 202,7 101,6premio medio €/ha 10.035 9.460Siciliaettari 6.760 2.714 nd 2.319milioni di € 53,5 22,2 nd 17,3premio medio €/ha 8.169 7.4401 Dopo l'applicazione della quota del 45,9%

2008/2009 2009/2010

2 Dopo l'applicazione della quota del 50,125% e de minimis (richieste per meno di50 ha non soggette a percentuale di accettazione)

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Va, infine, sottolineato come, la Sicilia, è fra le regioni che in maniera più incisiva, ha portato avanti nelle ultime due campagne una politica di estirpazione dei vigneti con una riduzione di circa il 4% delle superfici vitate isolane, pari a circa il 6% della produzione media di vino. Nei primi due anni della nuova Ocm vino sono stati espiantati nell’isola, circa 5 mila ettari di vigneto con un calo produttivo di circa 390 mila ettolitri. Tabella 22 - Le estirpazioni con premio: Gli effetti.

Fonte: RRN 2007-2013

CONCLUSIONI La nuova politica europea per il comparto vitivinicolo ha fortemente rimodellato l’assetto complessivo del comparto vino, puntando ad una maggiore responsabilizzazione degli stati e delle regioni nelle scelte connesse alla “velocità” di sviluppo e di crescita da imprimere a tale settore produttivo. L’Italia, in questi primi due anni, ha già operato delle scelte significative, laddove ha ritenuto di non attivare la misura dell’aiuto disaccoppiato (che spinge, inevitabilmente, le imprese non competitive all’abbandono della produzioni) e di non modificare in maniera incisiva, nella fase del pashing – out, il regime delle distillazioni. A ben vedere, il tentativo è di rimodernare e rendere il comparto gradualmente più competitivo, senza virate improvvise che possano danneggiare oltre misura ed escludere dai mercati quelle aziende non ancora marketing oriented. Con riguardo, poi, alla Sicilia, è stato

ettari % su (1) calo produttivo (hl) % su (2)Piemonte 52.428 2.819.732 129 0% 8.145 0%Lombardia 23.525 1.146.307 27 0% 3.271 0%Veneto 70.490 7.691.757 380 1% 49.630 1%Friuli V. Giulia 20.231 1.053.141 73 0% 7.049 1%Emilia Romagna 59.130 6.539.157 2.286 4% 325.081 5%Toscana 62.791 2.849.774 179 0% 12.595 0%Umbria 13.403 965.964 162 1% 11.691 1%Marche 18.850 980.347 1.254 7% 97.403 10%Lazio 26.397 2.035.413 1.318 5% 153.983 8%Abruzzo 33.716 2.900.751 1.899 6% 245.760 8%Molise 6.300 344.746 696 11% 79.436 23%Campania 28.143 1.801.841 12 0% 1.005 0%Puglia 97.067 6.970.656 8.641 9% 1.016.258 15%Basilicata 4.141 233.309 103 2% 10.530 5%Calabria 12.500 464.879 21 0% 945 0%Sicilia 122.295 6.367.858 5.033 4% 397.906 6%Sardegna 30.546 816.687 102 0% 6.550 1%Totale Italia 700.076 47.238.901 22.312 3% 2.427.239 5%

produzione media 2005-2009 (hl) (2)

Bilancio delle estirpazioni 08/09-09/10ettari vitati nel 2007/2008 (1)

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scritto che la storia vitivinicola isolana degli ultimi settant’anni è suddivisibile in quattro periodi ritmati sostanzialmente dalle politiche regionale, nazionale, comunitaria e dai comportamenti dei mercati al consumo.24 Ma c’è da chiedersi se gli effetti della nuova riorganizzazione dell’Ocm vino all’interno della PAC e della PSR, possano segnare il passaggio ad una quinta fase della storia della vitivinicoltura siciliana, caratterizzata dal tanto auspicato orientamento al mercato. In questo senso sembrano orientati tutti gli interventi di natura finanziaria attivati a livello nazionale e regionale: la riduzione del potenziale, la ristrutturazione degli impianti, la vendemmia verde, sono tutte misure volte a far permanere sul mercato solo le aziende realmente interessate ad essere competitive sui mercati nazionali ed esteri. In ciò, facilitate non solo dalle politiche di promozione (facoltative per chi vi accede, ma obbligatorie per gli stati membri) , ma anche dalle nuove norme comunitarie in tema di vini varietali, che consentiranno di rendere appetibili sul mercato anche i vini nostrani non protetti da denominazione. BIBLIOGRAFIA

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24 Bacarella A., Economia e marketing vitivinicolo nella storia recente della Sicilia, in 15° Enosimposio Sicilia. Campofelice di Roccella, 16-19 luglio 2009, Coreras, Palermo 2009.

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