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Per un contributo alla Strategia Nazionale al Cambiamento Climatico Roma, 26 gennaio 2012 Le politiche europee: dal cambiamento climatico alle strategie di adattamento Francesca Battisti – AICCRE

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Page 1: Per un contributo alla Strategia Nazionale al Cambiamento Climatico Roma, 26 gennaio 2012 Le politiche europee: dal cambiamento climatico alle strategie

Per un contributo alla Strategia Nazionale al Cambiamento ClimaticoRoma, 26 gennaio 2012

Le politiche europee: dal cambiamento climatico alle strategie di adattamento

Francesca Battisti – AICCRE

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Libro Bianco: L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione Europeo

La lotta ai cambiamenti climatici impone due tipi di risposta: la mitigazione e l’adattamento per affrontarne gli impatti inevitabili.L’adattamento è già in atto ma in maniera frammentata. Occorre un approccio più strategico per misure che siano efficaci e coerenti tra i vari settori e livello di governi interessati

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Libro Bianco: L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione Europeo

direzione internazionale: integrare le azioni degli SM per sostenere le attività verso i paesi in via di sviluppo

collaborazione con l’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) per il post 2012

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Libro Bianco: L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione Europeo

La Commissione mette in evidenza l’opportunità di investimento in un’economia a basse emissioni di carbonio come uno degli obiettivi principali del piano europeo di ripresa economica, insieme alla modernizzazione delle infrastrutture europee. I fenomeni meteorologici hanno pesanti conseguenze economiche e sociali sulle infrastrutture (edifici, trasporti, approvvigionamento energetico e idrico)

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Libro Bianco: L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione Europeo

Tre documenti settoriali che accompagnano il libro bianco: agricoltura, salute e acque, coste e ambiente marino. In futuro potrebbero essere presentati altri documenti strategici

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Libro bianco Quadro proposto dall’UE: obiettivi e azioni

E’ finalizzato ad aumentare la resilienza dell’UE per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, nel rispetto e nel principio di sussidiarietà e degli obiettivi trasversali dell’UE in materia di sviluppo sostenibile.

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ovvero:

• Trattato del Funzionamento dell’UE (2009) , ovvero il contrasto ai cambiamenti climatici

• Principio di Sussidiarietà: natura transnazionale del problema (i singoli paesi da soli non sarebbero in grado di assicurare il rispetto degli obblighi assunti a livello internazionale e non sufficienti al conseguimento degli obiettivi e delle finalità previste dalla decisione sulla condivisione degli oneri)

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Libro bianco

Approccio progressivo:

1 fase (2009-2012)

2 fase ( a partire dal 2013)

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Libro Bianco

1° fase su 4 assi di intervento: 1) costituzione di una solida base di conoscenze sull’impatto e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per l’UEmeccanismo di scambio di informazioni

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Libro Bianco

2) integrazione dell’aspetto dell’adattamento nelle principali politiche dell’UE quali:aumentare la resilienza:

delle politiche sociali e in materia di salute; dell’agricoltura e delle foreste; della biodiversità, degli ecosistemi e delle acque; delle zone costiere e marine; dei sistemi di produzione e delle infrastrutture fisiche (applicazione degli impatti dei cambiamenti climatici alla VIA e VAS)

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Libro Bianco

3)utilizzo di una combinazione di strumenti politico-strategici: stima dei costi di adattamento per le politiche settoriali per tenerne conto nelle future decisioni; esaminare l’uso potenziale di finanziamenti innovativi ai fini dell’adattamento; eventualità al ricorso a prodotti assicurativi come strumenti di condivisione del rischio; incentivare gli SM a sfruttare gli introiti derivanti dal sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (ETS)

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Libro bianco

4) accelerazione della cooperazione internazionale in materia di adattamento.Istituzione di un Gruppo direttivo sugli impatti dei cambiamenti climatici e sull’adattamento (IASG) formato da rappresentanti di SM impegnati nella formulazione di programmi di adattamento su scala nazionale/regionale e consulterà la società civile e la comunità scientifica

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Complessivamente il ruolo al quale tende l’UE è di leadership sul piano internazionale nella battaglia al cambiamento climatico, ruolo espresso nell’articolo 191.1 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione. Sempre sul piano internazionale, la legislazione EU sulla mitigazione del cambiamento climatico è all’avanguardia sul sistema di scambio di quote di emissione con un pacchetto molto ampio sull’energia che comprende lo scambio di quote di emissione, l’energia rinnovabile, i biocarburanti, sequestro e stoccaggio del carbonio e dell’efficienza energetica

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Fin qui, gli SM sono stati incoraggiati a sviluppare delle strategie per l’adattamento ma non hanno obblighi legali (i libri bianchi sono delle proposte d’azione dell’UE). Tuttavia, il conseguimento o meno di strategie nazionali influenza ed incide sul perseguimento degli obiettivi dell’UE.

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rischi

Inoltre, gli sforzi settoriali come l’efficienza dell’utilizzo dell’acqua, l’afforestamento, o il passaggio all’uso delle energie rinnovabili, dovrebbe essere visto in un contesto più globale come obiettivo di proteggere, mantenere e creare ecosistemi.Altro punto è la troppa frammentazione che rischia di vanificare gli sforzi delle politiche

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rischi

• La settorializzazione influisce sulla definizione di rischio. Nonostante fonti di expertise multisettoriali e la richiesta integrazione della politica ambientale nelle altre politiche europee, la Commissione tende a considerare prove scientifiche provenienti da linee di ricerca circoscritte e tra loro separate. Carenza di meccanismi istituzionali di coordinamento fra i processi decisionali relativi a settori di policy diversi che definisce la definizione di rischio a seconda del tema preso in esame

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Commissione Europea

• Proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente un meccanismo di monitoraggio e comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra e di comunicazione di altre informazioni in materia di cambiamenti climatici a livello nazionale e dell’UE

• COM(2011) 789 def del 23.11.2011

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• L’obiettivo della decisione n. 280/2004/CE ‘decisione sul meccanismo di monitoraggio’ consisteva di istituire un meccanismo per monitorare tutte le emissione di origine antropica dalle fonti e l’assorbimento tramite pozzi dei gas a effetto serra non inclusi nel protocollo di Montreal; valutare i progressi compiuti dagli SM nell’adempimento degli impegni da loro assunti in attuazione della convenzione UNFCCC e del protocollo di Kyoto; assolvere gli obblighi di comunicazione previsti dalla convenzione UNFCCC dal protocollo di Kyoto e garantire che le informazioni comunicate dall’UE e dagli SM al segretario del UNFCCC siano tempestive, complete , precise, coerenti, comparabili e trasparenti.

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Convenzione quadro delle Nazioni Unite (UNFCCC) sui cambiamenti climatici è stata approvata dalla Commissione europea con decisione n. 94/69/CE del Consiglio del 15 dicembre 1993: consiste di stabilizzare le concentrazioni di gas a effetto serra nell’atmosfera a un livello tale che escluda qualsiasi interferenza antropica pericolosa con il sistema climatico. Per il raggiungimento di tale obiettivo la temperatura media annua del pianeta non deve aumentare di più di 2°C rispetto al periodo preindustriale. La quarta relazione di valutazione del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) mostra che tale obiettivo può essere raggiunto solo se le emissioni globali di gas a effetto serra cessano d’aumentare entro il 2020

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Protocollo di Kyoto: ratificato dall’UE il 31 maggio 2002 ed entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Il protocollo stabilisce obiettivi vincolanti che impongono all’UE e agli stati membri (tranne Malta e Cipro) di ridurre o limitare le rispettive emissioni di gas a effetto serra

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Il Consiglio europeo nel marzo 2007 si è impegnato ad abbattere entro il 2020 le emissioni complessive di gas serra nell’UE del 20% rispetto ai livelli del 1990 - dicembre 2008 pacchetto clima ed energia che ha convertito in legge i suddetti obiettivi di riduzione emissioni. Tali obiettivi sono inoltre previsti nell’accordo di Copenhagen approvato dall’Ue e SM il 28 gennaio 2010.

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Obiettivo del riesame

Il riesame della proposta si prefigge di migliorare l’attuale sistema di monitoraggio e comunicazione per assicurare l’osservanza degli impegni e degli obblighi attuali e futuri in materia di cambiamenti climatici , rispettare le prescrizioni del pacchetto su clima e energia e favorire lo sviluppo di strumenti di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici a livello dell’UE dei tavoli istituzionali internazionali

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Obiettivo del riesameassicurare che il regolamento sul meccanismo UE per monitorare le emissioni di gas a effetto serra preveda gli obblighi di comunicazione previsti dalla convenzione UNFCCC e Kyoto e dalle successive decisioni adottate a norma di tali strumenti relativi alle emissioni GHG e al sostegno finanziario e tecnologico offerto ai paesi in via di sviluppo; la messa a disposizione di informazioni sui programmi nazionali di riduzione delle emissioni; le proiezioni delle emissioni dei GHG e le politiche e le misure in materia di cambiamenti climatici attuate in conformità della convenzione UNFCCC

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Obiettivo del riesame

Quindi è necessario un quadro solido per il monitoraggio, la valutazione, la comunicazione e la verifica delle emissioni per creare politiche future efficaci in conformità agli impegni stabiliti

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Obiettivo del riesame

Durante la COP 16 di Cancùn i paesi hanno concordato che ciascun paese sviluppato nell’ambito della convenzione UNFCCC è tenuto a promuovere la comunicazione relativa al sostegno finanziario, tecnologico e in termini di sviluppo di capacità offerto ai paesi in via di sviluppo. Il miglioramento della comunicazione è fondamentale per il riconoscimento degli sforzi dell’UE e dei PM nell’adempimento degli impegni assunti

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Obiettivo del riesame

• Il sistema di monitoraggio e comunicazione delle emissione di gas a effetto serra non sono adeguati per l’attuazione dei nuovi obblighi internazionali e

• I dati disponibili a livello dell’UE sono insufficienti per sostenere la definizione e l’attuazione delle politiche future

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Per quanto riguarda la comunicazione delle azioni di adattamento, il nuovo meccanismo di monitoraggio permetterà di vedere subito le lacune per porvi rimedio e definisce meglio i parametri minimi comuni dal momento che le informazioni sono state trasmesse in modo alquanto incoerente.

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Inoltre, il nuovo meccanismo dimonitoraggio ha ilvantaggio di offrire una piattaforma per lacondivisione delle buone pratiche

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Comunicazione delle politiche e misure e proiezioni delle emissioni di origine antropica

Il presente regolamento, una volta entrato in vigore è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli SM.Per l’art.13, entro un anno dall’entrata in vigore gli SM istituiscono, gestiscono i sistemi nazionali preposti a comunicare politiche, misure e proiezioni (valutazioni ex ante ed ex post), trasmettendoli entro il 15 marzo di ogni anno

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Better safe than sorry

E’ il principio di precauzione (art.191 del Trattato dell’Unione): afferma che la mancanza di certezze scientifiche sugli effetti negativi del riscaldamento globale non può essere considerata una ragione valida per non intraprendere misure adatte a prevenire gli eventuali danni. L’UE privilegia la cautela con decisioni orientate ad anticipare i rischi potenziali secondo il principio enunciato.