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I TESORI D’ITALIA E L’UNESCO PORTOVENERE CINQUE TERRE E LE ISOLE PALMARIA TINO E TINETTO

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I TESORI D’ITALIAE L’UNESCO

PORTOVENERE CINQUE TERREE LE ISOLE

PALMARIA TINO E TINETTO

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Testi: redazione SagepCoordinamento: Luca NataleRedazione: Titti Motta, Anna SansaGrafica e impaginazione: Fabio Montobbio, Gabriella Zanobini RavazzoloFotografie: Archivio Sagep, Parco Nazionale delle Cinque Terre

I Tesori d’Italia e l’UNESCO N. 2Maggio 2008Pubblicazione periodica in corso di registrazione presso il Tribunale di Genova

Stampa: Grafiche G7 Sas per Sagep Editori Srl, giugno 2008

© 2008 Sagep Editoriwww.sagep.itISBN 978-88-7058-997-9ISSN 1974-6504

La pubblicazione esce con il patrocinio della“Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO”

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L’UNESCO, nata a Parigi il 4 novembre 1945,è l’organizzazione delle Nazioni Unite che sioccupa di cultura, istruzione, scienze, arti.

Oggi l’UNESCO conta 191 Stati membri, ha sede aParigi.L’UNESCO ha sostanzialmente due scopi: quello di favorire il dialogo e lo svi-luppo delle culture degli Stati membri e quello di preservare il patrimonio cul-turale e naturale dell’umanità.Il primo degli obiettivi citati ha grande rilevanza nell’azione dell’organizzazio-ne, in quanto è posta a fondamento dell’organizza-zione stessa la convinzione che solo un costantedialogo interculturale e lo sviluppo della cultura,delle arti, delle scienze e dei sistemi educativi pos-sano favorire la cooperazione tra le Nazioni, la com-prensione fra i popoli e il progresso economico, lagiustizia sociale e la pace nel mondo.Il secondo obiettivo è perseguito dall’UNESCO me-diante l’identificazione, la protezione, la tutela e latrasmissione alle generazioni future dei beni cultu-rali e naturali del mondo. In base a un trattato in-ternazionale (la Convenzione sulla Protezione delPatrimonio Mondiale Culturale e Naturale, del1972), l’UNESCO ha fino ad oggi riconosciuto 830beni patrimonio dell’umanità (644 beni culturali,162 beni naturali e 24 misti) in 138 Stati.Secondo la Convenzione, per patrimonio culturalesi intende un monumento, un gruppo di edifici o unsito di valore storico, estetico, archeologico, scien-tifico, etnologico o antropologico.Il patrimonio naturale, invece, indica rilevanti ca-ratteristiche fisiche, biologiche e geologiche, nonchél’habitat di specie animali e vegetali in pericolo earee di particolare valore scientifico ed estetico.Il Patrimonio rappresenta l’eredità del passato dicui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo allegenerazioni future. I nostri patrimoni, culturali e naturali, sono fonteinsostituibile di vita e di ispirazione. Luoghi così unici e diversi quali le sel-vagge distese del Parco Nazionale di Serengeti in Africa Orientale, le Piramidid’Egitto, la Grande barriera australiana e le cattedrali barocche dell’America la-tina costituiscono il nostro Patrimonio Mondiale.Ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua appli-cazione universale.I siti del Patrimonio Mondiale appartengono a tutte le popolazioni del mondo,al di là dei territori nei quali esse sono collocati.

www.unesco.org

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La costa ligure tra leCinque Terre ePorto Venere è un

paesaggio di grandevalore ambientale eculturale che rappresental’armoniosa interazionetra uomo e ambiente,fino a creare unpaesaggio di eccezionalequalità paesaggistica cheillustra un modo divivere tradizionale cheha vita da centinaia dianni e che continua agiocare un importanteruolo socioeconomiconella vita della comunità.I criteri secondo i quali ilsito è stato iscritto allaWorld Heritage List sonotre:

• mostra un importantescambio di valori umani,in un arco di tempo oall’interno di un’areaculturale del mondo,nell’ambito degli sviluppiin architettura o nellatecnologia o nelle artimonumentali o nellapianificazione urbana e(paesaggistica) neldisegno del paesaggio;

• è un notevole esempiodi un tipo di un insiemeedilizio o architettonicoo tecnologico o unpaesaggio che illustri unmomento significativonella storia umana;

• è un notevole esempiodi un insediamento

1997Porto Venere Cinque Terre e le isole Palmaria Tino e Tinetto iscritte nella World Heritage List

umano tradizionale o diuso del suolo che siatipico di una cultura(culture), specialmente sediventata vulnerabile acausa dell’impatto dicambiamentiirreversibili.In particolare ilpaesaggio delle CinqueTerre è stato classificatocome appartenente allacategoria del “paesaggioorganico evolutivo”, cheè “il risultato di unamotivazione iniziale,sociale, economica,amministrativa e/oreligiosa, le cui formeattuali sono statesviluppate inassociazione e comerisposta all’ambientenaturale. Il processoevolutivo si può leggerenella forma e nelleconfigurazioni dellecomponenti delpaesaggio”.

• Il paesaggio delleCinque Terre appartiene,inoltre, allasottocategoria del“paesaggio vivente”, cheè definito come quelloche “mantiene un ruolosociale attivo nellasocietà contemporanea,in stretta associazionecon i modi tradizionalidi vita, e nel quale ilprocesso evolutivo èancora attivo. Infatti ilpaesaggio manifesta nonsolo l’evidenza materiale

delle sue forme, ma anche la loro evoluzionenel tempo”.Alle Cinque Terre è statoriconosciuto il valoreuniversale eccezionale, in base alla loro“rappresentatività di unaregione geo-culturalechiaramente definita edalla capacità dirappresentare glielementi culturaliessenziali e distintivi ditale regione”. Il paesaggio delle CinqueTerre, appartenendo alpatrimonio mondialedell’umanità, risponde acriteri di integrità ed’autenticità, che simanifestano nei caratteri di specificità e nellecomponenti distintivedelle forme delpaesaggio agrario,caratterizzatodall’insediamento rurale e dai terrazzamentisostenuti da muri asecco”.

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Porto Venere Cinque Terre e le isolePalmaria Tino e Tinetto

Nel 1997l’UNESCO hainserito nella

WHL il territorio che daPorto Venere arriva alleCinque Terre (compresele isole Palmaria, Tino eTinetto).Porto Venere era luogodi frequentazione diviaggiatori, poeti enaturalisti: Petrarca,Shelley, Montale e nel700, LazzaroSpallanzani fece dellapiccola cittadina la baseper le sue ricerchenaturalistiche. L’area protettacomprende, oltre ilcentro storico delborgo, la fascia costierae le isole, facilmenteraggiungibili inbattello da PortoVenere. Nelle isole, con grotte ecavità di originecarsica, sono statirinvenuti resti dalPaleolitico all’Età deimetalli.Nel periodo estivo sonofrequentati daspecialisti e gruppi digiovani che partecipanoa progetti di studioorganizzati tra gli altridal WWF e dall’IstitutoNazionale per la FaunaSelvatica.Il territorio delle CinqueTerre offrecaratteristicheambientali e culturalida salvaguardare evalorizzare: coste a

strapiombo sul marecon baie e piccolespiagge, migliaia dichilometri di muretti asecco a segnare iterrazzi per lacoltivazione della vite, icaratteristici rustici, iborghi medievali, isantuari, i sentieripanoramici sul mare esui pendii.Dal punto di vistanaturalistico ilpaesaggio, formato darocce di origine ed etàdiverse, ècontrassegnato da unaparticolare acclività edalla mancanza di trattipianeggianti. La costa, alta efrastagliata, è lineare,scarsamente incisa dainsenature e promontorie scavata dal mare. Lepoche spiagge, sabbiosee ciottolose, sono ilrisultato di apportidetritici dei corsid'acqua. Il clima è ditipo mediterraneo, constagioni estive secche edinverni particolarmentemiti. La complessitàorografica ha portato aduna varietà dimicroclimi con laconseguentediversificazione dellavegetazione chepresenta aspetti dimacchia mediterranea dinotevole interessesoprattutto nei versanticostieri e alcuni tratti dileccete. La maggiorparte del territorio hasubito un processo diartificializzazione, cheha sovrimposto unanuova “natura umana”alla prima “naturanaturale”. Gli assettinaturali dei suoli e deldrenaggio sono stati

trasformati dal sistemadei terrazzamenti, lavegetazione spontanea èstata sostituita dallecolture agrarie.All’equilibrio degliecosistemi della natura èstato sostituito un nuovoequilibrio,profondamente legatoalle caratteristichedell’insediamento rurale.Il caso delle Cinque Terreè emblematico di tutti ipaesaggi rurali di anticatradizione in cui lecomunità abitanti hannoideato, progettato erealizzato nuove forme apartire da condizioninaturali in cui eradifficile vivere.Oggi le necessità cheavevano motivato lacostruzione e lamanutenzione deiterrazzamenti nonesistono più: le economielocali, abbandonatal’agricoltura, non piùremunerativa, hannotrovato altri sbocchi nelturismo o nei servizi.Non mancano tuttavianuovi slanci tesi ariprendere e avviareattività agricole,incentrate sullaproduzione del vino diqualità come iltradizionale Sciacchetrà:questo è stato resopossibile grazie al valoreaggiunto dei progetti direcupero delterrazzamento condottidal Parco negli ultimianni. Nuove forme dioccupazione sono sortein tempi recenti e alcunedi queste sono dedite alrecupero del sistema delterrazzamento e allagestione dei progettiagricoli promossi dalParco.

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10 Da non perdere

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La chiesa di San Pietro a Porto Venere [16]

Le isole Palmaria,Tino e Tinetto [19]

Il santuario di Soviore [38]La cantina socialedelle Cinque Terre [40]

L’orto Botanico diTorre Guardiola [26]

Porto Venere, le CinqueTerre e le Isole Palmaria,Tino e Tinetto, offrono al

visitatore uno dei piùincantevoli panorami dellaRiviera di Levante. Nel 1997 L’UNESCO li hariconosciuti patrimoniodell’Umanità. Furono moltoamati e frequentati da letterati epoeti, da Petrarca a Shelley, daMontale a Soavi, stregati da unacosta impervia perennementefranta dalla spuma del mare,dove si annidano piccoli borghiche continuano a esercitare illoro fascino su milioni di turistiprovenienti da ogni parte delmondo.

Da non perdere

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P. Spiaggia

P. della Gatta

Punta MescoScoglio Gagiato

P. Corone

P. MolinaraP. L inà

P. Palma

Guvano

P. del Luogo

Spiaggione

di Corniglia

Punta Buonfiglio

Via dell'Amore

C. di Montenero

Sant’Antonio

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M. Capri785

Madonna di Reggio

M. Malpertuso812Madonna di Soviore

M. Pizzolo702

M. Veo Focone487

VOLASTRA

GROPP

S. BERNARDINO

LEVANTO

MANAROLA

RIOMAGGIORE

CORNIGLIA

VERNAZZA

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M A R L I G U R E

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Area Marina ProtettaDelimitata ad occidente da Punta Mesco e a oriente da PuntaPineda, la riserva marina forma quasi un unico golfo, chiuso a terra da una costa a piccosul mare a cui sono aggrappati i cinque borghi marinari del Parco. A Punta Mesco e Capo Montenero la costa rocciosa si inabissasino ai 30 m di profondità ed è lungo queste due falesie che sipossono ammirare gli ambienti sommersi più diversificati ecolorati e, cosa inconsueta per il resto del Mediterraneo, già a15/20 m di profondità si possono osservare magnifici ventagli diGorgonia rossa e altre specie sciafile, che solitamente vivono aprofondità più impegnative, grazie alla relativa torbidezza delleacque e alla scarsa illuminazione di questi fondali.A Punta Mesco la parete rocciosa prosegue ripida, anche sotto lasuperficie del mare per circa 20 m dove inizia un fondalecaratterizzato da massi sparsi ricoperti da colonie di margheritedi mare e colonie di gorgonie rosse che, a maggiori profondità,assumono anche colorazione mista rossa e gialla. Sui 40 m diprofondità il fondale diventa misto: la zona fangosa,probabilmente per il maggior apporto di sedimenti fini, èpopolata da colonie di Gorgonie, mentre i blocchi rocciosi sonoricoperti di Paramuricea clavata. In questa zona è facileincontrare la gorgonia bianca non molto comune nelMediterraneo. 0 1 2 3 km

N

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piaggione orniglia

Buonfiglio

Via dell'Amore

C. di MonteneroPunta del Cavo

Punta Pineda

Punta MerlinoSeno

di Fossola

Punta di Monesteroli

Scoglio Ferale

P. del Persico

Carpena

I. della Palmaria

I. del Tino

I. del Tinetto

M. Castellana496

Grotta Azzurra

Madonna di MonteneroTelegrafo

M. Santa Croce543

M. Parodi745

M. Capri785

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VOLASTRA

GROPPO

CAMPIGLIA

PORTOVENERE

BIASSA

NAROLA

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LA SPEZIA

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ACQUA

RISTORANTE O TRATTORIA

CAMPEGGIO O BUNGALOW

TELEFONO

INFORMAZIONI

AUTOBUS

POSTEGGIO

STAZIONE FS

PORTO

TRAGHETTO

CASTELLO

CHIESA

MENHIR

DIREZIONI PER AUTOSTRADA

AUTOSTRADA

STRADE PROVINCIALI E COMUNALI

SENTIERI

BOE INTELLIGENTI

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Capo Montenero ospita prevalentemente popolamenti disubstrato duro, tra cui formazioni di Coralligeno. La paretescende verticalmente fino a circa 18 m dove inizia un fondofangoso con massi sparsi. Più al largo, sui fondali prospicientila Batteria Racchia, si trova una secca rocciosa riparo pernumerose aragoste, murene e gronghi.Le acque del “Santuario dei Cetacei”, comprese tra la costaToscana, la Sardegna settentrionale e la costa francese inprossimità di Tolone, in determinati periodi dell’anno sonoattraversate da numerose balenottere comuni, da tursiopi egruppi di delfini.

PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE

AREA MARINA PROTETTA

Zona A - Riserva marina integrale

Zona B - Riserva marina generale

Zona C - Riserva marina parziale

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Da Porto Venerea Campiglia

L’escursione cheproponiamooffre uno dei più

incantevoli panoramidella Riviera e consentedi proseguire nel ParcoNazionale delle CinqueTerre.Dalla piazza, a destradella porta medievaledel borgo, ove èpossibile leggere ancoraColonia Januensis 1113,si sale ripidamentecosteggiando le muradel Castello; il sentieros’addolcisce e attraversala macchia che hacolonizzato olivetiabbandonati. A sinistrasi può scendere in unfantastico scenarionaturale verso SanPietro percorrendo il“Sentiero dell’Infinito”attraversando ilCimitero monumentale el’orto botanico. Grandicuscini d’euforbiaarborea e piccoliolivastri sono pettinatidal vento. Il sentieros’inerpica verso laMandrachia o Cava

Canese; qui unasplendida terrazzapanoramica ci offre pinid’Aleppo cheincorniciano bianchefalesie verticalistrapiombati sulle onde.Sulle rupi spiccano aprimavera i fiordalisi di

14 Da Portovenere a Campiglia

Le grotteFenomeni di erosione carsicahanno prodotto grotte,inghiottitoi, doline, campisolcati. La più famosa è laGrotta dei Colombi, che siapre su una falesia dell’isolaPalmaria a 40 metri di quotae ha fornito agli studiosi restidal Paleolitico (oltre 12.000anni fa) sino all’età dei metalli(3.000-2000 a.C): sepoltureumane, ossa di animali,manufatti in selce, in diasprorosso o in osso, ornamenti.Sulla Palmaria e sul Tinotroviamo anche cavitàformatesi per effettodell’erosione marina: fraqueste la “Grotta Azzurra”,dai colori iridescenti, la“Grotta Vulcanica” e la“Grotta del Lupo”, cosìchiamata perché durante lemareggiate i flutti spinti nelsuo interno fuoriescono dauna bocca superiore,emettendo suoni animaleschi.

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Porto Venere e la raravedovina delle Apuane,una graziosa e anticaspecie, propria delle AlpiApuane edell’Appennino tosco-emiliano.Il sentiero 1 svolta adestra quasi in piano

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Porto VenereNato come scalo marittimo romano, divenne un borgofortificato dove le strutture dovevano assolvere allo stessotempo sia alla funzione militare sia a quella abitativa.Ancora oggi si riconosce nella schiera di case a torreallineate sulla calata l’impronta architettonica medievale ditradizione genovese del borgo-fortezza, eretto dallaRepubblica genovese nel XII secolo, unico in tutta la Liguria.

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scende alla Sella Derbiricollegandosi alpercorso principale. AllaSella, abbandonata lastrada asfaltata, si salesui versanti del MonteCastellana (496 m)immersi nella macchiadominata da cisti, erichee lecci. In localitàPitone un piccolo“terrazzo” offre unosplendido panoramaverso Porto Venere e laPalmaria; da qui sidiparte, in leggeradiscesa, un sentierinoche porta a un edificioprivato a foggia dicastello. Sono evidenti icontatti tra diverseformazioni geologicheche fanno da tramite frala “Lama calcarea dellaSpezia” e le arenarie del“Macigno”: inbrevissimo spazio sisuccedono calcariselciferi (180-175milioni di anni fa),marne a Posidonia(175-160 m.a.), diaspri(160-135 m.a.), maiolica(135-100 m.a.) e scistipolicromi (100-26 m.a.).Il paesaggio acquistacosì una particolare e

innestandosi sullastrada del Muzzerone,che si deve percorrere indiscesa attraverso unboschetto di pinimarittimi, roverelle ecarpini fino alla SellaDerbi. Si può, però,salire direttamente sinquasi all’ottocentescoForte Muzzerone con lavariante 1a, che offresplendide fioriture diorchidee eindimenticabili scorcisull’aspra costa a piccosul mare. Glistrapiombi, chesuperano i 300 metri,sono contornati davecchi esemplari “nani”di leccio e pinod’Aleppo. Il carattereselvaggio di queste rupiha favorito l’insediarsidi una ricca faunaornitica. Ci si puòappostare a osservarepernici rosse, corviimperiali, passerisolitari, rondini rossiccee falchi pellegrini.Intorno al Forte unasuggestiva palestra diroccia permette ai piùesperti di esercitarsi.Giunti al Forte, si

16 Da Portovenere a Campiglia

La chiesadi San PietroSan Pietro si stagliasull’estrema puntadell’Arpaia come una navea picco sul mare.Nonostante incendi,ripetute devastazionibelliche e continuaerosione marina, i restauricondotti dal 1902 al 1982e negli anni ’90(fondamenta) hannomesso in luce lastratificazione disignificativetestimonianze storiche delborgo. Nel VI secolo, ovesorgeva un piccolo tempioromano, che la tradizionevuole dedicato a Venere,furono costruiti unachiesa cristiana e unmonastero. La piccolachiesa paleocristianavenne inglobata tra il1256 e il 1277 in unanuova chiesa con icaratteri del gotico liguredi levante in marmobianco e nero. Notevolisono le fondazioni, laloggia romanica e ilpresbiterio tripartito convolte a crociera sul qualesi imposta il campanile.

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suggestiva policromia.Il sentiero passa altosulla Valle di Albana,dominata da un’estesalecceta, e sbocca su untornante della stradaasfaltata che dallaSpezia sale a Campiglia.Qui è il limite del ParcoNaturale Regionale diPorto Venere, mal’itinerario prosegue edopo pochi metri,ripreso il sentiero asinistra, si attraversauna bella pineta. Asinistra si distacca ilsentiero 11a diretto almare in fondo alla Valledi Albana. Oltrepassatealcune case, unsentierino sulla sinistraporta a un’ottimaposizione panoramicasulla costa dal Tinettoallo scoglio Ferale. Ilsentiero principaleincontra un vecchio

18 Da Portovenere a Campiglia

Le mura e il castelloLa potente Repubblicagenovese costituì proprioa Porto Venere il suoavamposto orientale,erigendo, a partire dal XIIsecolo, le mura. Essecircondano il paese alevante collegandolo alCastello (castrumsuperior), costruito nel1161 e completato nel XVIsecolo. Tipiche sono laporta con l’iscrizione del1113 e le torri a bugnatocon bifore e trifore. Taleapparato difensivo sisommava al castrumvetus, corrispondente alluogo originariodell’insediamento e oraindividuato da unaspianata circondata daavanzi di mura che collegail borgo alla chiesa di SanPietro.

In altoIl castello e la spianatacircondata dalle mura. A destraL’isola della Palmaria e delTino.In bassoL’Isola Palmaria.

mulino a vento per lamacinatura dellecastagne. Costeggiata lachiesa di Santa Caterinasi giunge sulla piazzettadi Campiglia, croceviadi numerosi sentieri ecapolinea di bus per laSpezia.

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TOUR DELLE ISOLE

Isola Palmaria

Raggiungibiledalla Spezia o daPorto Venere con

traghetti regolari (nelperiodo estivo) obarche, se ne puòpercorrere senza seriedifficoltà tutto ilperimetro. Il nomedell’isola derivaprobabilmente daltermine “barma” o“balma” (grotta) e nondalla antica presenza dipalme. L’itinerarioproposto rappresenta il“giro” completodell’isola.Sbarcati sul molo delTerrizzo, ci si dirige pervia Schenello versolevante, sin quasi alforte ottocentescoUmberto I, sulla punta

della Scola, di frontealla quale sorge sulmare la Torre Scola.Poco prima del forte sisvolta a destra0raggiungendo unastrada sterrata eproseguendo in pianosopra la graziosa Caladella Fornace, in mezzoa ginestre dorate eprofumatissime, cistidalle vivaci fioriture,mirti e altre piantedella macchiadall’aroma ora delicatoora acuto.La strada prosegue sinoalla Punta dellaMariella; al bivioconviene salire sulladestra per arrivare aquota 95 metri. Sul versantesudorientale si scendefra antichiterrazzamenti ora

19Tour delle isole

Le isoleTre piccole isole costituisconol’arcipelago di Porto Venere:Palmaria, Tino e Tinetto, dispostesull’ideale prosecuzione delpromontorio. Lo stretto bracciodi mare delle “Bocche” separa laterraferma dall’isola Palmaria.Questa offre la possibilità distupende passeggiate e diammirare imponentifortificazioni ottocentesche,interessanti aspetti di macchiamediterranea, numerose grotte,piante esclusive della zona,uccelli rari che nidificano su altescogliere a strapiombo. Circamezzo chilometro più a sud èl’Isola del Tino, visitabile solodurante le festività di SanVenerio; qui troviamo i resti diun antico insediamentomonastico oltre a rarità dellaflora e della fauna. A ridosso delTino emerge lo scoglio delTinetto con i resti di un anticocenobio.

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invasi da ginestre ecespi di ampelodesmagiungendo alla Caladel Pozzale, presso ilvillaggio riservato alpersonaledell’AeronauticaMilitare: qui unpontile permettel’attracco di traghettiper La Spezia, Lerici oPorto Veneresoprattutto durante imesi estivi. Nelle cavedi Portoro, attive sinoa pochi anni fa, si puòosservare che la partesuperiore dell’isola,costituita da calcari aRhaetavicula contorta(poco più di 190milioni di anni fa),ricopre i calcarimassicci dolomitizzati,più recenti, masottostanti per unfenomeno dirovesciamento.

Si procede versoPunta Ziguella e sisvolta a destra insalita, trascurando ilpercorso a sinistra checonduce al Capodell’isola dovel’attività estrattiva halasciato segniimponenti. Sul mare sistaglia il Tino col suobianco faro. Il sentieropassa una trentina dimetri sopra la Grottadei Colombi il cuiingresso è accessibilesolo con l’aiuto di unacorda da un sentierinoche si distacca asinistra. Sotto il sentiero leonde si frangono sullealte falesie frequentateda uccelli che esigonoluoghi poco disturbatidall’uomo: rondonipallidi, rondinirossicce, passerisolitari, gabbiani dallegambe gialle, rarimarangoni dal ciuffo.Tra le fessure dellerocce fioriscel’esclusivo fiordaliso diPorto Venere. Qui lavegetazione si presentacon un aspetto dimacchia dominato daleccio, ampelodesma,ginestra, euforbiaarborea e altri arbusti.Nella sottostante CalaGrande si apronodiverse cavità, in unadelle quali sgorga unadelle rarissime fontinaturali dell’isola.Giunti presso la cimadella Palmaria tra ilForte Cavour, a destra,e la Batteria delSemaforo, a sinistra,ignorando la stradaasfaltata, proseguiamoper una scorciatoiadapprima dolce, poi

20 Tour delle isole

La torre ScolaLa Torre Scola o di SanGiovanni Battista fucostruita nel 1606-1608quando vennerorinforzate tutte lefortificazioni del Golfo. Laposizione permette didifendere il Senodell’Olivo e la strutturapentagonale e inclinata,unita allo spessore dellamuratura (4 metri inmedia), risponde allenecessità di resistere ainuovi tipi di artiglieriadell’epoca. Radicali lavori di restauroe consolidamento,conclusi nel 1980, hannorimediato ai danni deibombardamenti,restituendo dignità efruibilità allafortificazione,attualmente utilizzatacome faro segnaletico.

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molto ripida. Si scendein una rada pinetapassando a una quotamolto superiore aquella della GrottaAzzurra, e siraggiunge la puntanordoccidentaledell’isola presso unanicchia che una voltaospitava il busto di reCarlo Alberto in onoredi una sua visita allecave nell’agosto 1837.Oltre lo stretto bracciodi mare, la chiesetta diSan Pietro apparequasi legata da unesile cordoneombelicale a PortoVenere sullo sfondodelle imponenti pareticalcaree delMuzzerone e dellaCastellana.Si aggira la cava CarloAlberto, somigliante aun ampio antrosorretto da un pilastrocentrale, e si proseguesulla costa nordpassando presso unavecchia fornace e lavilla San Giovanni,forse sito di unantichissimo convento.Si rasenta unostabilimento balnearee si giunge al punto dipartenza, nel Seno delTerrizzo. Qui, voltandole spalle al mare,possiamo osservarecome sul versantenord della Palmaria ilfresco canalone sipresenta con castagni,roverelle e altre specieche contrastanofortemente con lavegetazione del restodell’isola, adattata allecondizionimediterraneenettamente più calde easciutte.

Isola del Tino

Il Tino, l’antica Tyrusmajor, è demaniomilitare ed è

accessibile solo durantele festività di SanVenerio intorno al 13settembre: in quellaoccasione barche etraghetti colleganol’isola a Porto Venere ealla Spezia. Il fascinoparticolare di quest’isolaè accresciuto propriodalle rigorose restrizionid’accesso, che hannofavorito laconservazione di preginaturali e storici.L’approdo è sulla puntanordorientale; da qui siraggiungono i restidegli insediamentimonastici dell’XI secolo,restaurati in una partedella facciata e nellosplendido chiostroprotoromanico. Sotto le strutturealtomedievali sono statiritrovati resti muraricostruiti in opusvittatum e una piccolacisterna (4 x 1,7 m)rivestita in cocciopestoa doppio strato, tutticaratteri pienamenteromani. Ciò, unitamenteal ritrovamento ditegoloni a bordorialzato, fondi eframmenti di anfore, hapermesso d’ipotizzarel’esistenza durante ilbasso impero di unamodesta villa.Nonostante i gravidanni agli edificicausati dalla secondaguerra mondiale, irestauri, avviati nel1952, hanno portatoalla ricostruzione delchiostro e degliambienti monastici. Gli

Il faro sull’Isola Palmaria.In bassoLe rocce del Muzzerone.A sinistraTorre Scola.

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scavi necessari per ilconsolidamento ederrori iniziali hannotuttavia compromessoper gran parte lapossibilità di ricostruirela storia delle prime fasireligiose. Il restauro haprivilegiato il recuperodegli elementiarchitettonici, inparticolare le bifore delchiostro, le volte acrociera della chiesaromanica e il suopavimento originale. Fumessa in luce ancheuna strutturasemicircolare,attualmentericonosciuta comel’abside della primachiesa altomedievale. Inseguito si ricostruì ilrefettorio e parte delmonastero consolidandoi muri della chiesa, madistruggendo il depositoarcheologico. Solo neglianni ’60 fu accertato ilsusseguirsi di fasisovrapposte: quellaattribuibile al tardoimpero (V-VI secolo),quella intermedia a cuiappartengono unastruttura absidale e muri

perimetrali e infine lafase più tardacaratterizzata dallachiesa romanica.Secondo la tradizione ilvescovo Lucio, tra il650 e il 680, avrebbefatto costruire unacappella, provvista diabside, sul luogo dellasepoltura di SanVenerio impiegandoelementi dei murid’epoca romana. Pocoprima del Mille allacappella venne aggiuntauna seconda absidedando luogo a unparticolare tipo dichiesa biabsidatadiffuso in Lunigiana.Forse proprio da questomomento ebbe iniziol’insediamentomonastico che porteràal cenobio con gliedifici medievali (chiesa,chiostro e refettorio)sovrastanti la zonaarcheologica. Scavicompiuti all’esternodell’abside hannoportato al ritrovamentodi frammenti di anforeafricane inquadrabili trail V e il VI secolo d.C.Il cenobio, fondato

22 Tour delle isole

San VenerioNel golfo il Cristianesimogiunse dal mare: i primicenobi del Tino, Tinetto eArpaia, eranod’osservanza orientale,forse pacomiana. Lotestimonia il culto di SanPacomio (292-346),diffuso a Porto Venere daetà antichissima sino agliinizi dell’Ottocento. Ilcenobio dell’Arpaiaattrasse Venerio, giovanedi nobile famiglia nato nel560 alla Palmaria. In annidi grave crisi spiritualedella Chiesa anche a PortoVenere alcuni monacipreferivano i piaceriterreni e a Venerio,nominato abate nel 594,toccò il compito diriportare la comunità sullaretta via: introdusse laregola di San Benedetto ediventò esempio per tutti.Egli si ritirò poi sul Tinodove, pur in preghiera emeditazione, non si isolòcompletamente dallacomunità. Morì nel 630 eil suo corpo, sepoltosull’isola del Tino, fu inseguito trasferito sullaterraferma, forse nellapieve di Migliarina e nelIX secolo a Reggio Emilia,per ripararlo dalleincursioni saracene. SanVenerio è il patrono delGolfo della Spezia eprotettore dei fanalisti:secondo la leggendasegnalava con dei falò lapresenza dell’isola ainaviganti.

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probabilmente intornoal 1056 dall’abatePietro, rettore dellacappella dedicata aSanta Maria e SanVenerio, acquisì grandeimportanza nel periodoaltomedievale e diventòproprietario delle treisole e di numerosealtre terre. Nel XIVsecolo il monasterodecadde, subendoattacchi militari edistruzioni; nel 1432,papa Eugenio IV lo unìal monastero di NostraSignora delle Grazie alVarignano condotto damonaci olivetani.Questi costruirono unapiccola cappella pressol’area di sepoltura delsanto, ma dal 1470 siritiraronodefinitivamente sullaterraferma lasciando sulTino solo qualcheguardiano.L’isola è sovrastata dauna bianca torre con unfaro che spicca su unrigoglioso bosco mistodi lecci e pini, chenell’arco di circa 200anni ha soppiantato lecolture. Sulle rocce

presso l’approdo,accanto a festoni difinocchio di mare,cresce il bellissimo edesclusivo fiordaliso diPorto Venere dai fiorirosati; verso ovest, sinotano grandi euforbiearboree. Sulle scoglierenidificano gabbianireali e altri uccellimarini; sui muri asecco, pronto anascondersi nellefessure, possiamo averela fortuna di osservareil tarantolino, un verofossile vivente.

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TinettoL’isola conserva antichetestimonianze della presenza dicomunità religiose costituite dairuderi di un piccolo oratorio delsec. VI, a levante del qualesorgeva un edificio piùcomplesso. Quest’ultimo, conchiesa a due navate e celle per imonaci, presenta differenti fasicostruttive che si sono succedutefino all’XI sec., quando vennedistrutto ad opera dei Saraceni.Sull’isola segnaliamo la presenzadi un rettile endemico, il pordacismuralis tinettoi, una specie dilucertola rarissima.

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Dall’altoMonterosso al Mare,Vernazza, Corniglia,Manarola e Riomaggiore.A destraLa costa tra Vernazza eMontenero.

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Le Cinque Terre

Proponiamo alcuniitinerari nelleCinque Terre, tra

piccoli borghi e terrazzea picco sul mare,coltivate a vigneto,uliveto e limoneti.

Da Riomaggiorea Vernazza

Il sentiero parte dallastazione diRiomaggiore con le

scalette che oltrepassanola galleria per condurre aridosso della scogliera eintroduce alla “Viadell’Amore”, che nelprimo tratto offre unamagnifica panoramicadelle Arenarie zonate diRiomaggiore. Si puòammirare anche uncampionario veramentenotevole di specieesotiche(mesembriantemi,pittosporo, agave e fichid’India), associate a unagrande varietà di speciemediterranee (finocchiodi mare, dauco marino,cineraria marina,violaciocca, ruta e il rarocavolo delle rupi).Più staccati dalla zona dibattigia, dove lavegetazione è più fitta e atratti ricopre quasiinteramente la superficierocciosa, si trovanoeuforbia arborea, lentisco,alaterno, altri elementidella macchiamediterranea e pinid’Aleppo.Alla svolta lo sguardoincontra il tunnel incemento e pietrerecentemente costruitoper consentire l’agibilitàdel percorso. Nei pressi dellacostruzione, fruibileanche dai disabili, si troval’antico percorso sul qualeè stato impiantato un“giardino botanico” conspecie mediterranee.Il sentiero giunge in vistadi Manarola con un trattocome sospeso sullaferrovia, ricavato sotto ad

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alcuni terreni terrazzati.Prima di scendere allastazione ferroviaria eaddentrarsi nella galleriaper sbucare nella viaprincipale del borgo, sipuò scorgere unapiccola piramide dicemento: si tratta di unsegnale trigonometrico.Usciti da Manarola sicosteggia il suopittoresco cimitero sullecui mura sono scrittialcuni versi delCardarelli.Presso il crinalesecondario che dà supunta Buonfiglio, siincontra uno dei sentieriche conducono aVolastra, all’altezza diuna cappelletta dedicataalla Madonna. Sottol’immagine c’è unanicchia nella quale sipuò trovare ricovero in

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RiomaggioreIl borgo a mare venne fondato dagli abitanti dei paesi dicrinale e di mezza costa nel secolo XIII. Le abitazioni piùantiche presentano lo schema della casa-torre sviluppata inaltezza legate le une alle altre in schiere parallele. L’aperturadella ferrovia ha modificato profondamente la struttura diRiomaggiore, dividendo il “borgo dei pescatori” dal “borgo deicontadini”. Nella parte alta sono la chiesa di San GiovanniBattista e l’oratorio dei Disciplinati; a nord ovest del paesesorge il castello, oggi centro di accoglienza e sede di attivitàculturali e didattiche, eretto a difesa delle scorrerie saracene,e, di fronte a questo, la cappella dei Santi Rocco e Sebastiano.

L’Orto Botanico di Torre GuardiolaIl promontorio sovrastante Capo Montenero, detto TorreGuardiola, un tempo fortificazione della Regia Marina chiamata“Batteria Racchia”, è stato oggetto di un impegnativo processodi recupero, e resa accessibile come giardino botanico e zona diavvistamento per gli appassionati di bird-watching. All’epocadegli eventi bellici era parte del sistema di difesa navale delporto-arsenale di La Spezia, dopo l’8 settembre era diventataun’importante postazione modernizzata dall’esercito tedescocon funzioni di difesa aerea. Abbandonata il 24 aprile ’45,successivamente bonificata e dimessa dalla Marina, fuacquistata dal comune di Riomaggiore. Gli ex-bunker sonoutilizzati per frequentare corsi, consultare database multimedialie testi scientifici sulle specie animali e vegetali che popolanol’area marina e la macchia mediterranea, nonché accedere atutte le informazioni storiche inerenti il territorio del Parco.

La “Via dell’Amore” e adestra, Riomaggiore.

caso di pioggia omaltempo: era questoun punto di riposo per icontadini di un tempoche lasciavano il caricosul vicino posatoio(“poza”).Si può giungere asvalicare puntaBuonfiglio anchepassando sotto ilcimitero lungo unpercorso, molto fioritoin primavera, checonsente di giungere almare in un vecchioapprodo.Giunti comunque sullato occidentale dellapunta il panoramaspazia sul promontoriodel Mesco in partecoperto da quello diCorniglia e sulla zonadalla quale prendeorigine lo spiaggioneartificiale; ancora piùvicino a Manarola, tragli strati di argillitimessi allo scopertodall’azione del mare, sitrovano delle grotte.Tutto intorno a questotratto di sentierotroviamo una fittamacchia a leccio, ma laspecie più diffusa èl’euforbia arborea, unapianta che si distinguedalle altre, perché perdele foglie in estate. Il sentiero discende finsopra lo spiaggionesviluppandosi in pianodove un tempo passavala ferrovia, che nel 1870era stata costruita ingran parte proprio sulsentiero tra Manarola eCorniglia, spostato amonte ricorrendo anumerose soluzioniingegneristiche. Con lacostruzione del doppiobinario in galleria, oltreun trentennio fa, quasi

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Attraversata la spiaggiadi Corniglia, si giunge alcanalone subverticaledel rio Molinello checon la sua franainteressa i terreniterrazzati sottostantiPorciano. Del vecchiomulino, che macinava

tutto è tornato comeprima ma sono rimastele grosse opere dirafforzamento dellaferrovia.Il sentiero oltrepassa lavalle Asciutta, che vedescaturire copiosa l’acquanel punto di incrocio.

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ManarolaManarola fu fondata dagliabitanti dell’insediamento, forseromano, di Volastra. A montedell’abitato, troviamo laparrocchiale; vicino a questa ilcampanile in origine usato cometorre di avvistamento, ilquattrocentesco oratorio deiDisciplinati della SantissimaAnnunziata e l’edificio dove avevasede il lazzareto. La chiesa,intitolata alla Natività di MariaVergine, ma indicata come “di SanLorenzo”, fu costruita nel 1338 econserva pregevoli opere, tra cuiun trittico quattrocentescoraffigurante San Lorenzo tra iSanti Antonio e Bernardino. Sullafacciata, un bassorilievo raffigurail martirio del santo. Manarola èparticolarmente affascinante il 10agosto, durante la festa patronalenella quale avviene la benedizionedel mare rischiarato da centinaiadi lumini, e nel periodo nataliziograzie al presepe allestito daMario Andreoli.

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castagne secche, non c’èpiù traccia in quanto alsuo posto sorge lastazione di Corniglia. Daqui, in piccola partesulla asfaltata, poicosteggiando la ferroviain un tratto piastrellato,si giunge ai piedi della

scalinata di Cornigliaoppure si puòraggiungere la spiaggiadel Guvanoattraversando, con uninconsueto taxi apagamento, la vecchiagalleria ferroviaria. Lascalinata di mattoni cheporta in paese, e sullaquale si sviluppa ilsentiero 2, era un tempouna delle più grandiopere viarie della zona.Dalla sua cima (93 m) sigode un incantevolepanorama.Oltre la strada asfaltata ilsentiero prosegue tra leprime case di Corniglia;presso una fontanella sidistacca il sentiero 7/aper Case Pianca e laCigoletta, mentre,percorsi pochi metri, sigiunge alle spalle dellachiesa di San Pietro, sullacui parte posteriore si

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CornigliaCorniglia sorge su un promontorio, alto un centinaiodi metri, che precipita verso il mare mostrando i restidelle antiche fortificazioni genovesi, alcune dellequali inglobate nel cimitero. A Corniglia si accedetramite una lunga scalinata, le scalette di Lardarina.La parrocchiale di San Pietro, edificata nel 1334 suiresti di una cappella dell’XI secolo, presenta laconsueta sovrapposizione di forme gotiche ebarocche con una notevole prevalenza tuttavia delleprime. All’interno si notano il fonte battesimale delXII secolo ed un polittico posto sull’altare in fondoalla navata destra. Sotto il sagrato è un edificio conarchi gotici in pietra nera e un architrave in arenariadecorato con un bassorilievo raffigurante scene dicaccia; secondo la tradizione era l’antica stazione diposta della famiglia Fieschi.

Vigneti a Manarola.

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vedono i segni dellavecchia facciata dell’XIsecolo e il disegno inbassorilievo del cervo,antico simbolo delpaese. Usciti daCorniglia, si ha unaprima vista sul paese e,di fronte, sul nucleo diSan Bernardinocostruito in una sella apicco sulla frana delGuvano. Il sentieroprosegue circondato daivigneti. Sotto le bassepergole si vede il terrenosoffice dentro al qualevengono sotterrati imucchi di sostanzaorganica chefrequentemente sonoammassati presso unbordo della terrazzaartificiale. Il livello delterreno è in genere piùbasso del muro cheregge la fascia versomare in modo da

proteggere la vite daiventi meridionali (illibeccio e lo scirocco). Ailati della parte coltivabiledelle terrazze corrono lecanalette di scolo cheservono per far defluirel’eccesso delle acque. Lepietre dei muri a seccocostituiscono unparticolarissimoambiente rupestreartificiale dove sisviluppano numerosespecie vegetali (valerianarossa, polipodi, ombelicodi Venere, erba pignola,erba vetriola). Neimuretti a secco trovanorifugio inoltre moltianimaletti tra i quali lalucertola muraiola, unadelle specie più diffusedella zona. Giunti sullastrada asfaltata checongiunge Corniglia aSan Bernardino, si

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Fioritura di timo.Veduta da Punta delMesco con in primo pianol’Euforbia arborea.

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ritorna immediatamentesul sentiero 2 perscendere ad un rusticoponte ad arco checonsente di scavalcare ilrio Groppa. L’oliveto èun ambiente molto piùombroso dei coltivicircostanti; il terreno èricoperto da un pratosul quale si trovanonumerose piante(spadacciola, anemonedegli orti, piccolesplendide orchidacee,fior di cuculo,fanciullacce, gigari). La mulattiera, passato ilponte del Canaletto,risale negli oliveti finoad uscire nellavegetazionemediterranea. Dopo aver incrociato ilsentiero che porta dallaasfaltata per SanBernardino, uncentinaio di metri più in

alto alla spiaggia delGuvano, si superal’incisura della valle e sisale in una radissimapineta a pino marittimo.In breve si giunge aPrevo, che con i suoi 200metri di altitudine è ilpunto più alto raggiuntodal sentiero 2, ungradevole nucleo di casedove si trova un’ospitalebaretto dalle cui finestresi ha una splendidapanoramica sui borghiorientali delle CinqueTerre. Il sentiero 2costeggia in alto le casedi Prevo, adorne di unaimmagine della Madonnae di scritte pittoresche.All’uscita di Prevo, ilsentiero 2 proseguediritto attraversandodegli oliveti in partecoltivati. Il panorama sulMesco, che compare escompare, con l’alternarsidelle incisure vallive, è loscenario cheaccompagnal’escursionista fino allafine del tragitto. Lamulattiera ora scenderapidamente. La discesaverso il borgo, cheavviene costeggiando laprima torretta diavvistamento, quella abase quadrata nota come“il Torrione”, è breve egradevole. Scesi in paese,prima di una visita, sipuò immediatamenteosservare una fenditurache attraversa ilpromontorio che delimitaa meridione la baia diVernazza: è la Grotta oPertuso del Diavolo,formatasi colmeccanismo cheassomma l’opera discioglimento del calcaree quella di erosione daparte delle onde marine.

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VernazzaUnico porto naturale delleCinque Terre, Vernazzaconserva ancora letestimonianze storiche dellaprosperità della quale godettedurante la denominazionedella Repubblica di Genova.Alla classica tipologia dellacasa a torre, si aggiungonoesempi di formearchitettoniche più elaborate(loggiati, porticati, portalidecorati). Sulla piazzaprincipale, si affaccia laparrocchiale di SantaMargherita di Antiochia;lungo i vicoli che portano allaparte alta dell’abitato, siincontrano i resti dellefortificazioni genovesi. La vitasociale è ancora ricca e l’areadella piazza dove si radunaparte della popolazione èdesignata con un significativotoponimo: “u cantu demusse”, l’angolo dellechiacchere.

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Da Vernazza a Levanto

Si esce da Vernazzaper proseguireverso Monterosso

prendendo via Vernazza.Si lasciano le ultime casedel paese, per inoltrarsinei coltivi sullamulattiera. Più avanti siincontra la monorotaia diun trenino a cremagliera.Nel tratto che separa daMonterosso si potràosservare l’alternarsi dicoltivi e di vegetazionespontanea. Qui trovanorifugio e alimento piccolimammiferi e rettili,numerosi passeriformi einsetti, le prede preferitedel gheppio, un piccolorapace dalle ali a punta.Giunti sul crinale chescende a punta Linà, oltrela quale si trova la“Grotta Azzurra”, si entranella valle di Gevarla.Oltrepassato il canalone,si giunge ad un’area disosta terrazzata enuovamente ad uncrinaletto dal quale sivedono sul mare lefalesie di punta Molinara.Dopo un breve tratto di

percorso, avendo persfondo il promontorio delMesco, compaiono inprimo piano Monterossoe, proprio di fronte,punta Corona.Il sentiero oltrepassa cosìla costa Linaro perentrare nelle incisure delfosso Molinaro edell’Acquapendente.La vicinanza dell’acqua,nei pressi del sentiero,oltre ad aver favorito losviluppo di insediamentiumani consente lapresenza di animali, tra iquali il ramarro. Giuntisull’ennesimo crinalettosecondario si può goderedi una panoramica sullepunte a mare sopra lequali il sentiero si èsnodato e, ad ovest, suMonterosso ormai vicino.Il sentiero scende ora inforte pendenza,dirigendosi verso lapunta Corona sulla qualesorge un grosso bunker.Mentre un sentierino sidirige direttamente sullitorale per finire sullapasseggiata a mare diMonterosso, il sentiero 2piega a destra perraggiungere una piccola

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Vernazza, antica porta delborgo.Monterosso, la torreAurora e il seicentescoconvento dei Cappuccini.

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incisura e ritornare sulcrinale secondario chetermina in punta Corona,passando a montedell’albergo Porto Roca.Dopo poche centinaia dimetri si giunge in paesedove termina il sentiero2; si prosegue versoLevanto con il sentiero10, i cui segnaviaprendono avvio dallastazione. Da qui ci sidirige a ponente lungo lapasseggiata a mare e sipuò osservare il Gigante,grossa statua in cementoe ferro, vuotainternamente,raffigurante Nettuno.Presso questa statua sitrova la torre dei Merli odel Gigante dopo la qualeil sentiero sale per unaripida scalinata offrendoun campionario di pianterupestri. Lasciata sullasinistra villa Montale,dove il poeta trascorseper oltre vent’anni levacanze estive, si giungein un punto panoramico.Il sentiero segue per unbreve tratto la stradaasfaltata offrendo unapanoramica su alcunicoltivi. Il tratto disentiero che resta perraggiungere Sant’Antoniodel Mesco reca i segnidell’abbandono edell’incendio. Il sentierosale per raggiungere iltratto di crinale e piegareall’altezza di Case Minàsulla sinistra e offrire unpanorama sulle CinqueTerre. La salita termina inbreve ad un incrocio dalquale, sulla sinistra, sigiunge in circa 200 metriai ruderi della chiesa diSant’Antonio; all’incrociocon la torretta, ci siinoltra in discesa lungo ilsentiero 1 nella pineta a

tratti bella e vigorosa. Amare si possono vederevolare gabbiani e piùverso terra il gheppio e ilfalco pellegrino.Giunti ai coltivi di CasaLovara, si trovano ancoramolte delle attivitàcontadine e delle colturetipiche. Dopo poco,camminando quasi inpiano, si giunge a CasaNuova per poi arrivareall’incisura di rio LaGatta che porta piuttostodi rado le sue acque inmare nei pressidell’omonima punta. La

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Terreni con le colturetipiche a oliveti e vigneti.

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vegetazione tutto intornoè costituita da una pinetafittissima. Usciti dallavalle si giunge sullospartiacque secondarioche offre, tra gli alberi,degli sprazzi dipanorama sul trattoattraversato e,oltrepassata l’incisura difosso Lovara, raggiungeil promontorio “Roccaspaccata”.Oltrepassato il crinalettosecondario, lo sguardoaccede ad una nuovapanoramica sulla costa.La zona è ancoraparzialmente coltivatacon qualche vigneto, rarioliveti in via diabbandono e alcuni ortipresso le Case San Carlo,che si raggiungono inbreve dopo un tratto disentiero, per perderequota dopo un bivio,abbastanza ripidamente,a valle San Carlo, pocoprima delle omonimecase. Il sentiero porta adun altro nucleo di casecircondato da bei vigneti,frutteti e abbellito dapiante esotiche.Oltrepassate queste case,si giunge, sotto la strada,

a Casa Giglio. In breve siarriva sulla stradaasfaltata, all’altezza diCasa Spianatta dovesorge il ristorante LaGiada del Mesco. Siprosegue per parecchiecentinaia di metri suasfalto e, sorpassata sulladestra una grande casacolonica, si scende sullasinistra lungo dellescalette che conduconoverso la valle di Levanto,che compare sulla costaincorniciata dall’arco dimonti che racchiude lavalle del rio Ghiarano. Ilsentiero, ora sterrato,attraversa una zona dicoltivi tra i qualispiccano le superficitenute a prato dove inprimavera si hannovistose fioriture. Uncenno merita anche lapavimentazione delsentiero e la ricca floradei muretti a secco e deibordi di sentiero,nobilitata dalla presenzadella campanula mediadetta anche toscana,endemismo dell’Italianord-occidentale.Oltrepassata una piccolaincisura dalla quale si hauna panoramica su “LaPietra”, si riprendescendendo lungo uncrinaletto e costeggiandoun lembo di pineta apino domestico verso leprime case di Levanto;tra queste una reca unalapide che ricorda gliesperimenti diradiocomunicazione diMarconi per collegare viaetere questa località conSanta Margherita.Il sentiero giunge quindinella piazza antistante ilcastello di Sant’Andrea,per terminare, sullapasseggiata a mare.

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La chiesa diSant’AntonioI ruderi dellaquattrocentesca chiesa diSant’Antonio e del cenobiorisalente al 1000 si limitanoal portale gotico, con ogivaa sesto acuto, a parte dellaparete sinistra, dell’abside ealla base del campanile.Questo complesso, con latorretta, svolgeva un tempola funzione di torre diguardia contro le incursionisaracene prima e moreschepoi. Quando i fratiavvistavano navisconosciute accendevanoun fuoco per segnalare lapresenza agli abitanti diMonterosso e di Levantoche ne sostenevano lapermanenza nella zona. Nel1548 comunque diecivascelli turchi misero asacco il paese diMonterosso portando conloro la maggioranza delledonne e dei bambini. Daallora furono istituiti turnidi sorveglianza più rigorosinella vigilanza del mare. La statua di Sant’Antonioche si trovava nella chiesaè ora conservata aMonterosso nell’oratoriodei Neri.

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Anello diMonterosso

Dal porticato dellaparrocchiale, sisale lungo via

Roma al termine dellaquale si imbocca ilsentiero 9 all’inizio diuna scalinata. Lasciatele prime case, siincontrano i primioliveti e si giunge aterreni invasi dallavegetazione spontanea.Più in alto si incontraun bosco misto a leccio,pino marittimo ecastagno; qui il sentieroè pavimentato con ilcemento e sale inun’alternanza tra coltivie bosco fino alla stataleoltre la quale riprende inuna pineta a pinomarittimo. Oltrepassate alcunestazioni della Via Crucissi giunge ad unacappella del XVII secolodedicata a SantaMaddalena e fondata,come dice la lapide, nelluogo dove ebbe origine,secondo la tradizione, ilculto dell’immaginedella Vergine di Soviore.

In breve, si giunge alsantuario di Soviore. DaSoviore si prosegue aponente verso il colledella Gritta lungo ilsentiero 1 che segue lastrada asfaltatacircondata a monte dauna rada pineta a pinomarittimo e a valle dauna striscia di boschettoartificiale di robinia.Sulle rocce e ai bordidella strada si trovanoun campionario dipiante degli ambientiaridi e assolati.Oltrepassato ilristorante, si trovano leindicazioni del sentieroche porta subito in salitadentro la pineta almonte Molinelli. Giuntisul crinale ci si inoltrain un ambienteconseguente alsuccedersi di incendi nelquale si ritrovano specieparticolarmente adattatea sopportare pesantisituazioni di aridità. Alpasso tra il monteMolinelli e il monteRossini il panorama siestende nuovamentesulla valle di Levanto;quando le condizioni di

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MonterossoIl nucleo storico del borgoebbe origine, secondo alcunistudiosi, a seguito delladistruzione di Albaretodurante l’invasione deiLongobardi, secondo altri piùavanti nel tempo per operadegli abitanti di Soviore.Feudo degli Obertenghi e deiDa Passano, venne cedutonel 1276 alla Repubblica diGenova che ne curò lafortificazione. Monterossopossiede la più bella spiaggiadelle Cinque Terre. Il vecchioborgo è rimastopraticamente intatto,dominato dalle rovine delcastello obertengo, con labella parrocchiale di SanGiovanni Battista, tre torri,tra le quali la famosa torreAurora oggi abitazioneprivata, e tre porte. Meritanouna visita l’oratorio dellaMorte e Orazione, d’epocabarocca, il convento deiCappuccini con l’annessachiesa di San Francesconella quale si conserva unaCrocifissione attribuita a VanDyck, e la chiesa di SanGiovanni Battistafiancheggiata dal campanile,in origine torre di guardiadelle fortificazioni genovesi.

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visibilità lo consentonolo sguardo può spingersilontano fino a puntaManara, al promontoriodi Portofino e, oltre,sulla costa di Ponente esulle Alpi Liguri eMarittime. Il sentiero, invetta al Rossini, offre unmagnifico panoramaanche sull’altro versantecon lo sguardo che puòspaziare sulle CinqueTerre e le isole Palmariae Tino. In breve siscende e si risaleabbastanza rapidamenteaccompagnati da questipanorami finoall’antistanteMontenegro, verso ilmonte Vè (o Focone),oltrepassato il ripetitoredella Telecom, all’altezzadella sella, si incontra ilsentiero che da Fegina,attraverso Casa Ciletto,raggiunge Levantopassando per il vecchioTiro a Segno e la zonaabbandonata delleminiere.Sul versante orientaledel monte Vè ilpanorama offre altrispunti di interesse inquanto si delineanomeglio tutte le cimeprincipali che marcanoil crinale delle CinqueTerre. Passati nelversante a maresudoccidentale si ha unapanoramica sulla valledel rio La Gatta, ilpercorso segue ora ilcrinale verso meridione,raggiungendo duepiccole cime secondarieper poi scendereall’incrocio oltre il qualesorge una piccola torredi avvistamento diantichissima data. Asinistra il sentieroindicato con il numero

10 conduce aMonterosso. Merita però,da questo punto,effettuare una deviazioneche consenta la visita airuderi dellaquattrocentesca chiesa diSant’Antonio e delcenobio risalente al 1000:il portale gotico conogiva a sesto acuto, partedella parete sinistra edell’abside e la base delcampanile. Questo centro,con la torretta, svolgevaun tempo la funzione ditorre di guardia contro leincursioni saracene primae moresche poi, chefunestarono per secoli lazona.Nel 1548 dieci vascelliturchi riuscirono asaccheggiare, comunque,Monterosso portando conloro la maggioranza delledonne e dei bambini. Daallora furono istituititurni di sorveglianza piùrigorosi con ben duesentinelle che sialternavano giorno enotte nella vigilanza delmare. Il panorama èmagnifico e spazia sulleCinque Terre e, ameridione, nelle giornatelimpide, sulla Corsica el’Elba. Non a caso inquesta posizionestrategica sorse, piùrecentemente, ilSemaforo con lo scopo disegnalare la terrafermaalle navi di passaggio epostazioni antiaereedurante il secondoconflitto mondiale. Dopoil suo abbandono, sullesue rovine, si ricostruìuna struttura legata alParco delle Cinque Terreche dal 2001 ha avviatoun processo dicertificazione ambientaleper il turismo di qualità.

38 Anello di Monterosso

Il santuario diSovioreII santuario di Soviore ècitato per la prima volta inun documento del 1225, ma,come testimoniano alcunedelle pietre con le quali ècostruito, risale a molti secoliprima, si pensa ai tempidell’invasione di Rotari.Capitelli e pietre dell’anticacostruzione sono sparsi neipressi del santuario e sonostati riutilizzati nel primorifacimento. Nella chiesa èconservata una interessantestatua lignea raffiguranteuna Pietà databile al XVsecolo e di chiara originenordica. Il santuario èsicuramente il più visitato traquelli delle Cinque Terre, habuone strutture ricettive, concamere, ristorante, bar e unampio spazio antistante persostare, riposarsi e godersiuno splendido panorama. Lefestività, con relativa sagra,sono il 7 luglio, il 15 agosto ela prima domenica dopo l’8settembre. Nel piazzale delsantuario, delimitato a mareda ombrosi lecci secolari, sitrovano panchine, tavolini euna fontanella che gettaacqua potabile.

Cappella dedicata a SantaMaria Maddalena.A destraIl santuario di Soviore.

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I vignetiI vigneti impiantati sui terreniterrazzati (i “cian”) sono lameraviglia delle Cinque Terre;frutto di un lavoro di secoli,offrono nelle stagioni aspettidiversi. Il paesaggio, laddoveesiste ancora la coltura dellavite, è profondamentemodificato e pare di vedere larealtà come una cartageografica nella quale i muri di sostegno delle terrazzericordano le curve di livellodella rappresentazione. Leacque piovane seguonopercorsi predefiniti checonsentono al territorio, cosìcustodito, di non franare amare.

La cantina sociale

La cantina sociale(tel. 0187 920435)merita una visita ed

è sicuramente una dellesedi consigliabili perl’acquisto di prodottigenuini, curati e dibuona qualità. Visitarequesta cantina, al pari diquelle a conduzionefamiliare, è comunqueessenziale per capire leCinque Terre e i loroabitanti.La cooperativa produce ilCinque Terre, un vinobianco secco, che sisposa bene con i piatti dipesce. Per qualificare laproduzione lacooperativa ha messo incommercio tra l’altro trebianchi provenienti dacoste diverse che, per laloro posizione,forniscono prodottiabbastanza differenziatitra loro. Si tratta delCinque Terre di “costa deSèra” (provenientedall’area pressoLemmen), di “costa decampu” (sopra Manarola)e di “costa da’ posa”(presso Volastra).Un vino eccezionale è lo

Sciacchetrà, denominatoun tempo “Amabile” o“Rinforzato”. L’origine deltermine dialettale non èsicuro; tra le numeroseipotesi citiamo quella chesuppone il termine unionedei due verbi schiacciare(sciaccà) e trarre legati alprocedimento diproduzione nel quale gliacini vengono schiacciatie il mosto tratto dal tinoprima della sua completafermentazione. Si chiudeimmediatamente ilventaglio delle numeroseipotesi con chi vuole farrisalire il termine da unfrancesismo “sciccheria”relativo alla raffinatezzadel prodotto. LoSciacchetrà è un vinogeneralmente dolce,passito, di limitatissimaproduzione e difficilissimareperibilità a prescindereda quello prodotto incooperativa. Qui icontadini portano il tipod’uva adatta (con la stessacomposizione di quelladel bianco DOC) che vienefatta appassire fin versonovembre con uncontrollo costante e loscarto, manuale, degliacini inadatti.A processo avvenuto igrappoli vengono sgranatie gli acini torchiati amano; il vino viene poilasciato un anno in bottidi rovere e poi filtrato. La cooperativa agricolturaCinque Terre, comunque,opera su diversi settoriper incrementarel’economia locale, uno deiquali di particolareinteresse per il turista: lacooperativa ha infattirestaurato alcuni casolariagricoli che vengonoaffittati per brevi vacanze(tel. 0187920992) a strettocontatto con la natura.

40 La cantina sociale

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I prodottiI prodotti tipici del territorio sono caratterizzati da bassaproduzione dovuta al poco spazio, strappato con fatica, adisposizione dell’agricoltura. Il livello qualitativo della produzioneagricola e marinara invece raggiunge livelli di eccellenze grazie alclima mite e al terreno molto fertile. Questo mix di fattoriambientali positivi assieme al duro lavoro degli abitanti della zonasi materializza con la produzione di vini eccellenti come il “CinqueTerre DOC”, lo “Sciacchetrà”. I prodotti tipici non si fermano solo aipregiati vini ma spaziano dalle “Acciughe di Monterosso” all’Oliodi Oliva, dal “Pesto ligure” al miele.LimoncinoIl limoncino viene prodotto utilizzando la buccia del limone cheviene lavorata subito dopo la raccolta e lasciata in infusione inalcool biologico. Il procedimento permette di mantenereinalterate le caratteristiche aromatiche e digestive del limone,conservando tutti i principi attivi.PestoIl basilico, coltivato recuperando terreni incolti tra Riomaggioree Manarola, viene lavorato entro un’ora dalla raccolta. La produzione del pesto prevede l’utilizzo diingredienti tradizionali quali il basilico, l’olio extra vergine d’oliva, il formaggio grana e il pecorino,pinoli, aglio e sale. La vicinanza al mare conferisce un particolare profumo al prodotto.Olio extravergine di olivaProdotto in quantità limitata, proviene dalla frangitura delle olive conferite dagli agricoltori residentiall'interno del territorio del Parco. Mantiene tutte le caratteristiche organolettiche derivate dalle olivetradizionalmente coltivate sui terreni terrazzati, a picco sul mare e rappresenta il risultato dellatradizione secolare del territorio. Da usare a crudo come condimento o da gustare sul pane con unpizzico di origano. ZafferanoTra Campiglia-Persico e la Costa del Corniolo, su terrazze a strapiombo sul mare, viene coltivatolo zafferano. La raccolta degli stimmi ha luogo tra la metà di ottobre e i primi giorni dinovembre. Uno spettacolo indimenticabile è quello delle terrazze in piena fioritura. MieleProviene dagli apiari del Parco, in una zona ricca di flora mediterranea spontanea e di alberi diacacia e castagno. Il miele di acacia ha sapore delicato, fine e vellutato; il miele di castagno hasapore intenso con retrogusto leggermente amaro; il miele di macchia mediterranea ha un saporeintenso e variegato che deriva dalla zona di produzione e dalla sua varietà di specie floreali. Cinque Terre Doc, Sciacchetrà DocSono pochi i vignaioli che continuano a praticare la viticoltura su queste terre avare e difficili. Le vignesono allevate con un sistema di potatura detto “a tendone basso”, e basse lo sono davvero, tanto che

non è raro vedere i contadini lavorare in ginocchio. La versione seccadel Cinque Terre (ottenuta dalle uve a bacca bianca vermentino,bosco e albarola) ha riflessi paglierini uniti a un naso di buonafreschezza, con note floreali e salmastre. Se ben governato in vigna,al palato è carezzevole e sapido. Dalla vinificazione delle stesse uvenasce il pregiato e raro Sciacchetrà dal colore ambrato, chesprigiona profumi di cacao, macchia mediterranea e albicocca . Laconvinzione che il futuro della Cinque Terre sia legato alla possibilitàdi mantenere attiva la coltivazione della vite ha spinto l’Ente Parco eSlow Food a creare un Presidio per la sperimentazione, la produzionee la commercializzazione di uno Sciacchetrà eccellente.Acciughe di MonterossoLe acque che bagnano il tratto di costa protetto dal parcorappresentano il luogo ideale per la pesca dell’acciuga. Proprio nelperiodo (da metà giugno a fine luglio) in cui attraversa questo trattodi mare – caratterizzato da una particolare salinità – le sue carniraggiungono il massimo valore per consistenza, sapore, gusto econtenuto di grassi. Le acciughe, una volta pulite, sono sistemate inbarili contenenti una soluzione salina, coperte e pressate da un peso,che diminuisce man mano che la stagionatura procede.

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Itinerari suggeritiUn tuffo nelle isole bluLasciando la macchina a La Spezia, Porto Venere è facilmente raggiungibile inautobus, treno e battello. Da qui possiamo visitare le isole. Per l’Isola Palmaria ibattelli sono numerosi e l’isola perciò è facilmente raggiungibile, mentre per l’Isoladel Tino, zona militare, la visita è consentita solo un giorno al mese.Trekking al sapore di saleUn weekend per gli amanti del trekking: in treno fino a Riomaggiore da dove sipossono seguire, circondati da uno scenario mozzafiato, vari sentieri. Ricordarsisempre di fare scorta d’acqua! Non sempre è facile trovare sorgenti lungo il cammino.

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A spasso sull’Isola PalmariaUna volta sbarcati sul molo del Terrizzo, si può percorrere senza alcuna difficoltà tutto ilperimetro dell’isola seguendo l’itinerario che porta all’ottocentesco forte Umberto I sullapunta della Scola.II tesori di Liguria visti dal mareI mezzi migliori per raggiungere le Cinque Terre sono il battello o il treno. La CooperativaBattellieri del Porto di Genova organizza crociere che partono da Arenzano e tornano intarda serata. I treni sono molto frequenti, soprattutto in estate.

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Informazioni utili

In automobileAutostradeA12 Genova-Livorno-Rosignano. Dalla A12, nellatratta Genova-La Spezia, sipuò uscire al casello diCarrodano e quindiproseguire per Levanto-Monterosso. In sensocontrario, uscendo alcasello di Brugnato, si puòraggiungere Monterosso.Provenendo dalla Spezia sipuò prendere la stradaLitoranea e quindiraggiungere Riomaggiore eManarola. Una stretta etortuosa strada, detta “deiSantuari”, collega tra diloro i cinque borghi.A15 La Spezia-Parma(uscita La Spezia), seguirele indicazioni stradali perPorto Venere (SP 330)In trenoÈ il mezzo di trasportoideale per recarsi alleCinque Terre. Le corsehanno una notevolefrequenza, in particolaredurante la stagione estiva.Il capolinea è La Spezia,sulla linea Pisa-Genova,dove si fermano tutti i trenia lunga percorrenza. StazioniLinea F.S. Genova/Livorno,Stazione Centrale dellaSpezia.In autobusServizi di linea da La Speziae da tutte le località dellaProvincia: Linee P e 11Azienda Trasporti Consortile(ATC)Tel. 0187 522511 - 522522 In battelloIn primavera-estateesistono collegamentigiornalieri via mare da La

Spezia, Lerici e PortoVenere. Monterosso,Vernazza, Manarola eRiomaggiore sono inoltreservite, nell’arco dellagiornata, da linee dinavigazione interne, concapolinea Monterosso

Collegamenti marittimi daLa Spezia per Porto Venere e IsolaPalmaria Soc. Navigazione Golfo deiPoeti - Via Don Minzoni,13 Tel. 0187 732987 Golfo della Spezia -Cinque Terre - Tigullio -Versilia Soc. IN.TUR - V.le Mazzini,47 19121 La Spezia Tel.0187 732987Soc. Navigazione Golfo deiPoeti - 19032 LericiTel. 0187 967676Consorzio MarittimoTuristico Cinque Terre –Golfo dei Poeti Tel. 0187732987-730336Partenze dalla Spezia,Lerici e Porto Venere per ilcollegamento con i paesidelle Cinque Terre nonchéaltre località della rivieradi levante come Levanto,Bonassola, Deiva Marina,Moneglia e Portofino.Esistono inoltrecollegamenti dalla Speziae Porto Venere per l’IsolaPalmaria.Durante il periodo estivosi effettuano anchepartenze da Marina diCarrara, Marina di Massa,Forte dei Marmi eViareggio per le CinqueTerre e Portofino.Sempre in battelloServizio Marittimo Tigullio(Tel. 0185 284670)Consente di raggiungere

da Portofino e Genova leCinque TerreGolfo Paradiso Tel. 0185 772091Gite verso Portofino e leCinque Terre, partenza daCamogli.Isola PalmariaL’isola è collegata a PortoVenere per mezzo divaporetti e di imbarcazionidi privati che sbarcano ituristi presso il Terrizzo, dadove si può iniziarel’escursioneIsola del TinoL’isola del Tino, zonamilitare, è visitabile unavolta al mese con escursioniorganizzate dal Parco suautorizzazione della MarinaMilitare.AeroportiAeroporto internazionale C. Colombo - Genova (km 100)Tel. 010 60151 Informazionisui voli: Tel. 010 6015410 Aeroporto internazionale G. Galilei - Pisa (km 90) Tel. 050 500707 Aeroporto internazionale diVillanova di AlbengaTel. 0182 582033Aero Club di Luni - Via AltaS. Lazzaro (km 18) Tel. 0187 673180

Centri Visite

Centro di EducazioneAmbientale Porto VenereParco Regionale di PortoVenere Tel. 0187 794822-185 5646Il centro, in posizionedominante sul borgo e sulporticciolo di Porto Venere,dispone di 52 posti lettosuddivisi in 9 camere conservizi indipendenti.

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La struttura può ospitaregruppi organizzaticoinvolti in progetti distudio o educazioneambientale. Disponibilitàdi sala conferenze multi-mediale.

Centro di EducazioneAmbientale IsolaPalmariaParco Regionale di PortoVenere Tel. 0187 794822-185 5646Il centro si trova su unpunto panoramico dieccezionale bellezzasull’omonima isola. Èattrezzato per 42 postiletto, servizi igienici, cucinae sala multiuso. L’utilizzodella struttura è consentitoesclusivamente per usoscientifico, didattico ocomunque legatoall’osservazione difenomeni naturali eambientali supresentazione all’UfficioParco di propri progetti oaderendo a progettiproposti dal Parco stesso.

Centro di osservazioninaturalistiche Torre Guardiola,RiomaggioreIl centro di osservazioninaturalistiche di “TorreGuardiola” è un centrodedicato alla divulgazionedelle conoscenzenaturalistiche sulle CinqueTerre. Vi è organizzato uncentro botanico che ponein evidenza alla speciedella macchiamediterranea, ed unservizio di “Bird-watching” perl’osservazione ed ilriconoscimento dellespecie di uccelli più

caratteristiche.

Centri accoglienza delleCinque TerreRiomaggiorec/o Stazione FerroviariaRiomaggiore (piano terra)Piazza Rio Finale, 26 -19017 Riomaggiore (SP) Tel. 0187 920633-762187- Fax 0187 [email protected]/o Stazione FerroviariaManarola Tel [email protected]/o Stazione FerroviariaCorniglia (sopra leferrovie)Via Alla Stazione - 19010Corniglia (SP) Tel. 0187 812523 Fax 0187 [email protected]/o Stazione FerroviariaVernazza Via Roma, 51 -19018 Vernazza (SP) Tel. 0187 812533Fax 0187 [email protected]/o Stazione FerroviariaMonterosso (1° piano) Via Fegina, 40 - 19016Monterosso al Mare (SP) Tel. 0187 817059 Fax 0187 [email protected] Speziac/o Stazione Ferroviaria La Spezia Centrale Tel. 0187 743500 Fax 0187 709743accoglienzalaspezia@parc

onazionale5terre.it c/oStazioneFerroviaria Riomaggiore (piano terra) Piazza RioFinale, 26 - 19017Riomaggiore (SP) Tel. 0187 [email protected] Nazionale delleCinque Terre Via Telemaco Signorini 11819017 RiomaggioreTel 0187 76031 Fax 0187 760061 [email protected] Naturale Regionaledi Porto VenereTel. 0187 794885-794823 -Fax 0187 [email protected]

Pro Loco Porto VenerePiazza Bastreri, 7 - 19025Porto Venere Tel. 0187 [email protected]

Pro Loco Le GrazieVia Libertà, 195 - 190 Le Grazie Tel. e Fax [email protected] - La SpeziaVia Mazzini - 19100 La Spezia Tel. 0187 770900 Fax 0187 [email protected]

Provincia della Spezia -Servizio TurismoTel. e Fax 0187 [email protected]

Area marina protettaParco Nazionale delleCinque TerreVia Telemaco Signorini, 11819017 RiomaggioreTel. 0187 76031Fax 0187 [email protected]

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Indice

L’UNESCO 3

1997 Portovenere Cinque Terre e le isole Palmaria Tino e Tinetto 4iscritte nella World Heritage List

Portovenere Cinque Terre e le isole Palmaria Tino e Tinetto 9

Da non perdere 11

Da Portovenere a Campiglia 14

Tour delle isole 19

Da Riomaggiore a Vernazza 24

Da Vernazza a Levanto 34

Anello di Monterosso 37

La cantina sociale 40

Itinerari suggeriti 44

Informazioni utili 46

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