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L’IMMIGRAZIONE Alexis Agustin Simona Stefanelli

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L’IMMIGRAZIONEAlexis AgustinSimona Stefanelli

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Cos’è l’immigrazione? L’immigrazione è un fenomeno che ha talvolta caratterizzato la formazione dei popoli, spesso influenzandone la politica sociale ed economica. Fin dall’antichità si sono verificate immigrazioni, a volte anche di massa, e, ancora oggi, questi spostamenti influenzano il mondo.

Dove e perché avviene?-Avviene per vari motivi: Guerre che coinvolgono gli stati di provenienza Mancanza di lavoro nel proprio stato Sogno di trovare benessere nel paese di destinazione. Perciò il motivo principale per cui molte persone emigrano sta nel fatto che nel loro paese non trovano quel che vorrebbero e pensano che arrivando nei paesi Occidentali e, soprattutto, in Europa riescano a trovare ciò che vogliono ma, purtroppo, non è per tutti così.

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3 MIGRAZIONI GLOBALI

MIGRZIONE REGOLARE sono gli migranti in possesso di passaporto valido e muniti di permesso di soggiorno, rilasciati a norma di legge rilasciato dalla competente autorità di uno Stato appartenente all’Unione europea.

MIGRAZIONE CLANDESTINA è l'ingresso o il soggiorno di cittadini stranieri in violazione delle leggi di immigrazione del paese di destinazione.

ASILO POLITICO Il diritto di asilo è un'antica nozione giuridica, in base alla quale una persona perseguitata nel suo paese d'origine può essere protetta da un'altra autorità sovrana, un paese straniero, o un santuario religioso.

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COME AVVENGONO E DA CHI VENGONO ORGANIZZATE LE MIGRAZIONI CLANDESTINE?

A volte gli immigrati seguono vie illegali per raggiungere il paese di destinazione, e si affidano ad associazioni criminali che sono veri e propri schiavisti che gestiscono, in maniera bestiale e disumana, l’arrivo di questi immigranti in Italia. Un esempio sono i cosiddetti scafisti che ammassano enormi quantità di persone su delle carrette del mare partendo dalle coste settentrionali dell'Africa per arrivare nei Paesi mediterranei: l'Italia è una delle mete preferite perché il tratto dall'Africa alla Sicilia e in particolare a Lampedusa è molto corto rispetto agli altri possibili percorsi. Per molti di loro il viaggio continua verso altri Paesi europei. Questi scafisti si fanno pagare somme altissime e non è nemmeno detto che queste povere persone riescano ad arrivare nel paese desiderato perché molti muoiono lungo il tragitto. Essendo entrati illegalmente, i clandestini non possono entrare nel mercato del lavoro ufficiale. Pertanto, arrivati a destinazione, vengono sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli che li usano come manodopera a basso costo, approfittando del fatto che non sono regolarizzabili e sono facilmente ricattabili a causa della loro posizione irregolare.

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Come risolvere queste problematicheSi dovrebbe contrastare l’immigrazione illegale facendo dei concordati con i paesi

di provenienza e si dovrebbero creare delle nuove leggi per regolamentare i diritti d’ingresso come per esempio il diritto d’asilo e il rilascio di visti d’ingresso per motivi di lavoro, di studio e di ricongiungimento familiare. Dopodichè si dovrebbero regolamentare i flussi di migrazione sfruttandoli a proprio favore; per esempio la popolazione italiana è molto vecchia rispetto a quella subsahriana e perciò servirebbero persone giovani per portare avanti questa repubblica e, secondo me, se cercassimo di far entrare gli immigrati secondo le norme della legge e facendogli pagare le tasse riusciremmo a migliorare i servizi pubblici e portare avanti l’economia italiana.

Un grandissimo esempio di come tutto ciò possa solo essere un lato positivo è l’immigrazione turca in germania.

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Immigrazione turca in Germania

Il fenomeno dell'immigrazione turca in Germania ha seguito un percorso particolare e travagliato. Oggi ci sono ben 2,7 milioni di turchi, molti dei quali integrati pienamente nella società tedesca. I rapporti con la Turchia furono siglati da un accordo bilaterale firmato nel 1961, riguardante l'invio di forza lavoro in Germania. La Turchia dopotutto soffriva di una forte disoccupazione perciò tantissime persone emigrarono. Inizialmente furono rilasciati permessi di soggiorno della durata di un anno, successivamente allungati fino a 2 e 5 anni. Gli accordi iniziali puntavano sulla strategia di ricambio continuo dei lavoratori, ma dopo un breve rodaggio ci si rese conto che i nuovi arrivati tendevano a mettere radici nel paese di destinazione, inceppando il sistema. Se non ci fosse stata questa immigrazione forse la Germania non sarebbe mai diventata una grande forza Europea.

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Per completare questo progetto abbiamo deciso di intervistare alla signora Ruby Agustin alla quale abbiamo fatto le segunti domande:

Cosa dovrebbe fare l’Italia per accogliere gli immigrati? Che difficoltà hai avuto nei tuoi primi giorni in Italia?Senti la nostalgia di casa? Cosa ti manca? Cosa significa per te essere un immigrato?Come ti trovi adesso?

Intervista

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Cosa dovrebbe fare l’Italia per accogliere gli immigrati?

L’Italia, secondo me, dovrebbe offrire subito posti di lavoro così in maniera tale che le persone che emigrano riescano subito a integrarsi e a guadagnare qualcosa almeno per sopravvivere e non soffrire la fame.

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Che difficoltà hai avuto nei tuoi primi giorni in Italia?

Non capivo le parole, quando dovevo comprare qualche prodotto non riuscivo mai a trovarlo. All'inizio i lavori erano difficili per me perché non capivo bene cosa dovevo fare, però i datori di lavoro mi hanno sempre aiutata e soprattutto cercavano di spiegarmi bene i miei compiti. Ho avuto anche difficoltà nei cambiamenti delle stagioni, soprattutto all'inverno, perchè prendevo sempre l'influenza per il fatto che non ero abituata alla temperatura.Senti la nostalgia di casa? Cosa ti manca?Si, certamente, perché lì ci sta la mia famiglia, i miei amici e la casa dove sono cresciuta. Sentire la nostalgia di casa è anche uno delle difficoltà che ho avuto perchè, oltre sentirti uno straniero, tutto per te è nuovo. Per esempio il pullman nelle Filippine ti fa scendere dove vuoi tu mentre qua ci sono delle fermate... e varie cose.

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Cosa significa per te essere un immigrato? Per me significa che devi lavorare per sopravvivere nel paese dove ti trovi e abituarsi al loro modo di vivere. Essere un immigrato per me significa anche di fare un grande sacrificio cioè di lasciare la famiglia per lavorare lontano e dare una vita migliore per loro.

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Come ti trovi adesso? Mi sto trovando bene perchè nonostante ho lasciato la mia famiglia nelle Filippine, ho costruito una nuova con mio marito e abbiamo avuto due figli. Avvolte festeggiamo l'anniversario della comunità Filippina e andiamo a ballare balli e a mangiare cibi tradizionali Filippini

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Resoconto:Con questa intervista possiamo capire che una

persona immigrata legalmente riesce, con duro impegno e tanta forza di volontà, sia a trovare lavoro e a crearsi una nuova famiglia. Perciò secondo me se tutti noi, insieme a tutta l’Italia e l’unione Europea, ci impegnassimo ad essere meno egoisti con il prossimo ed ad accogliere queste povere persone creando nuove leggi per regolamentare i flussi migratori , probabilmente, riusciremmo a levare l’Italia dalla crisi e a garantire una vita migliore a tutti, sia agli immigrati e a noi Italiani. Perciò possiamo dire che quando più persone o più elementi concorrono uniti nel volere la stessa cosa, tanto più facile è ottenerla, per questo con la solidarietà e l’unione potremmo sicuramente affrontare tutte le difficoltà e a superarle con successo ottenendo ciò che vogliamo: il meglio per tutti noi.