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Prof. Stefano Federici – A.A. 2011-2 Prof. Stefano Federici Dipartimento di Scienze Umane e della Formazione, Università degli Studi di Perugia [email protected] 2. L’assessment del funzionamento individuale Psicologia del funzionamento e della disabilità

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Prof. Stefano Federici – A.A. 2011-2012

Prof. Stefano FedericiDipartimento di Scienze Umane e della Formazione,Università degli Studi di [email protected]

2. L’assessment del funzionamento individuale

Psicologia del funzionamento e della disabilità

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Cap. 1

Funzionamento e disabilità

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George Engel nel 1977[1], psichiatra, propone di integrare all’interno del modello medico le variabili dominanti sociali e psicologiche:– «Il modello dominante di malattia, oggi, è quello

biomedico, che non lascia all’interno della sua cornice alcuno spazio per le dimensioni sociali, psicologiche e comportamentali della malattia.

– È qui proposto un modello biopsicosociale che fornisce un piano per la ricerca, una cornice per l’insegnamento e un progetto per l’azione nel mondo reale dell’assistenza sanitaria» (p. 130).

Le origini del modello biopsicosociale

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Engel ha fornito il principale contributo teorico alla costruzione del modello biopsicosociale fondato sulla teoria generale dei sistemi di von Bertalanffy (1950)[1].– I principi unificanti nel contesto scientifico non sono una

riduzione di, ma l’organizzazione che spiega un fenomeno scientifico.

Non è sufficiente dividere un fenomeno scientifico in più semplici unità di analisi e di studiare queste unità una ad una, ma è necessario indagare le interrelazioni tra queste unità.

– Anche l’essere umano viene visto come un sistema ecologicamente immerso in sistemi multipli.

Nel modello biopsicosociale la definizione dello stato di salute o di malattia è, pertanto, l’esito dell’interazione tra processi che agiscono a macro-livello come, ad esempio, l’esistenza di un sostegno sociale o di depressione, e processi che operano a micro-livello, come gli squilibri biologici o biochimici.

La teoria dei sistemi e il modello biopsicosociale

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Da una prospettiva sistemica e biopsicosociale, è impossibile isolare la disabilità dal funzionamento di un individuo e viceversa o, piuttosto, ipotizzare l’uno senza l’altra.

La disabilità implica il funzionamento e viceversa.

Funzionamento e disabilità da una prospettiva biopsicosociale

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Secondo Zola[1], contiguo al modello biopsicosociale, non c’è una dicotomia tra abilità e disabilità, ma piuttosto un continuum nel quale la completa abilità o la completa disabilità rappresentano nient’altro che casi limite solo teoricamente possibili.– Gli unici confini da tracciare su questo continuum

dovrebbero avere finalità politiche ed economiche e produrre distinzioni funzionali alla redistribuzione delle risorse all’interno della società.

Funzionamento e universalità

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In accordo con il modello biopsicosociale e con l’ICF, la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata il 13 dicembre 2006 dalla risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite riconosce che:– «La disabilità è un concetto in evoluzione ed è il

risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere attitudinali e ambientali che ostacolano la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di parità con gli altri»[1]

Disabilità nella Convenzione del 2006

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Cap. 2

La misura del funzionamento e della disabilità

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Nel 2001 fu organizzato il 1° Seminario Internazionale delle Nazioni Unite sulla Misurazione della Disabilità .– Scelsero l’ICF come il modello concettuale di base– Migliorò i principi e le forme standard per gli

indicatori globali di disabilità da utilizzare nei censimenti e agevolò la costruzione di una rete di istituzioni ed esperti.

The best measure

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In un modello complesso di disabilità– «ciascun dominio rappresenta un’area differente di

misurazione e ciascuna categoria o elemento di classificazione all’interno di ciascun dominio rappresenta un’area differente di operazionalizzazione del più ampio concetto del dominio.

– Per generare una misura significativa di una prevalenza generale è necessario determinare quale componente rifletta meglio l’informazione necessaria a indirizzare lo scopo della raccolta dei dati» (Mont 2007, p. 4).

La misura dipende dallo scopo della misurazione

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Madans & Altman (2006) Purposes of Disability Statistics– Il paradosso definizionale sulla

definizione di disabilità è dovuto alla natura operativa del concetto di disabilità

secondo il quale ogni definizione teorica implica aporia,

mentre ogni significato operativo è determinato dallo scopo della ricerca.

Il paradosso definizionale 1/2

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Altman & Gulley (2009). Convergence and divergence– «Noi siamo preoccupati dalle similarità e dalle

differenze nelle popolazioni identificate come disabili quando la concettualizzazione di disabilità, le domande che ne risultano e i metodi utilizzati per codificare e analizzare i dati differiscono da un insieme di domande all’altro.

– In aggiunta, noi siamo preoccupati dalle stime sulla prevalenza della disabilità quando il medesimo insieme di domande è rivolto a due differenti popolazioni nazionali» (p. 554).

Il paradosso definizionale 2/2

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Si misurerà solo ciò che si vuole trovare.– Secondo il principio di indeterminazione, più è precisa la misurazione di

una proprietà (per esempio, la capacità), meno è precisa la misurazione delle altre (per esempio, la performance).

– Essendo la disabilità un oggetto di misura caratterizzato da più proprietà, non è possibile misurare tutte le proprietà allo stesso tempo con lo stesso strumento.

– Di conseguenza, il miglior ricercatore è colui il quale abbia chiaramente definito la proprietà della disabilità da misurare e lo strumento richiesto per misurarla.

Un elisir per la misurazione della disabilità non è nemmeno desiderabile.– Infatti, il più affidabile approccio scientifico consiste nell’avere una varietà

di strumenti di misurazione e la flessibilità per modificare le procedure di misurazione, adattandole a differenti persone, contesti e scopi.

Esiste un elisir della misurazione?

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La necessità di stime aggiornate sulla prevalenza mondiale della disabilità ha portato la WHO e la World Bank insieme a produrre il primo in assoluto World report on disability (2011).– Questo rapporto è basato su 2 ampie fonti di dati:

1. la World Health Survey of 2002-2004 della WHO riguardante 59 paesi, e

2. il Global Burden of Disease studio aggiornato del 2004 della WHO.

Il World report on disability del 2011

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World Health Survey of 2002-2004 della WHO riguardante 59 paesi– È la più ampia indagine multinazionale sulla salute e sulla disabilità con

un unico insieme di domande e metodi coerenti per raccogliere dati comparabili sulla salute provenienti da diversi paesi.

– Prevalenza globale della disabilità tra la popolazione adulta del 15,6%.

Global Burden of Disease studio aggiornato del 2004 della WHO– È una valutazione globale della salute della popolazione mondiale che

fornisce stime esaustive della mortalità prematura, della disabilità e della perdita della salute in conseguenza di differenti malattie, traumi e fattori di rischio attingendo alle fonti di dati disponibili presso la WHO e alle informazioni fornite dalla Stati Membri.

– Prevalenza globale della disabilità tra la popolazione adulta del 19,4%.

Le due indagini mondiali

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Cap. 3.1

ICF-Checklis

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ICF Checklist – versione 2.1A (settembre 2003)– L’intero ICF risulta essere poco pratico in

termini di gestione della raccolta dati 2° livello = 362 codici3° + 4° livello = 1.424 codici

– La checklist utilizza una selezione di 128 codici.

È possibile aggiungere altri codici.– In Italia il Disability Italian Network (DIN) suggerisce, ad

esempio, di utilizzare nel dominio D (A+P) il codice d420 – Trasferirsi.

ICF ChecklistVersione

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ICF ChecklistNatura

Strumento di classificazione consente di ordinare i domini del funzionamento all’interno di un modello complessivo.– Non è uno strumento di misurazione, né di

valutazione o di assessment.Non consente di assegnare e cogliere delle

differenze qualitative osservate attribuendo un valore numerico

– Serve per aprire dei codici, in risposta alla domanda «esiste un problema?».

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ICF ChecklistStruttura

Sezione introduttiva:– informazioni anagrafiche (sesso,

età, scolarità, stato civile e situazione lavorativa),

– codice ICD-10– fonte d’informazione (documenti

scritti, soggetto interessato o altri informatori).

I parte:– elenco dei codici delle Funzioni

Corporee (b) e delle Strutture Corporee (s).

II parte:– elenco dei codici per Attività e

Partecipazione (d) III parte:

– lista dei codici relativi ai Fattori Ambientali (e)

IV parte:– Altre informazioni sul contesto:

descrizione sintetica del soggetto e dei Fattori Personali (non classificati, nell’ICF), che possono avere un impatto sul funzionamento personale.

Appendice 1:– Informazioni sintetiche sullo stato di

salute: altezza e peso, presenza di disturbi o lesioni, terapie farmacologiche in atto, ricoveri ospedalieri, ecc.

Appendice 2:– Domande generali sulla partecipazione

e le attività: guida per l’esaminatore. Appendice 3:

– Linee guida per l’uso della ICF Checklist versione 2.1a.

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ICF ChecklistSomministrazione

Somministratore – clinici o professionisti del settore sociale o sanitario.

Somministrazione – La Checklist può essere compilata sia direttamente

con il paziente che con un caregiver, ed è molto utile nelle équipe multidisciplinari.

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Domande guida per l’esaminatore rispetto a problemi nel funzionamento e nelle attività quotidiane, per poter distinguere tra capacità e performance.– Si prendano in considerazione tutte le informazioni personali note che riguardano il

soggetto e si ponga qualsiasi altra domanda necessaria.– Se necessario si ripetano le domande con formulazione aperta.

Prima domanda: capacità

capacità di svolgere un compito o un’azione o limitazioni di capacità che sono caratteristiche inerenti o intrinseche alla persona stessa.– Queste limitazioni dovrebbero essere manifestazioni dirette dello stato di salute

della persona, senza assistenza. Per assistenza intendiamo l’aiuto di un’altra persona, o l’assistenza fornita da un veicolo,

da un ausilio, da un dispositivo o uno strumento adattato o appositamente progettato, o qualsiasi altra forma di modificazione ambientale di una stanza, della casa, del posto di lavoro, ecc. Il livello di capacità dovrebbe essere valutato relativamente alle normali aspettative della persona, o alle capacità della persona, prima delle attuali condizioni di salute.

ICF ChecklistAppendice 2: Guida su partecipazione e attività 1/8

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ICF ChecklistAppendice 2: Guida su partecipazione e attività 2/8

La seconda domanda: performance – attuale performance del soggetto interessato in un

compito o in un’azione nella situazione o ambiente di vita attuali, ed evidenzia ulteriori informazioni sugli effetti delle barriere o dei facilitatori ambientali.

Questo è importante per enfatizzare che si è interessati solo alla gravità della difficoltà che la persona ha nel fare le cose, ammesso che le voglia fare. Il non fare qualcosa è irrilevante, se è la persona stessa a decidere di non fare.

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ICF ChecklistAppendice 2: Guida su partecipazione e attività 3/8

1. MOBILITÀ

(Capacità)1. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel camminare per

una lunga distanza (un chilometro o più) senza assistenza?

2. Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute?

(o: « ... quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente?»)

(Performance)3. Nel suo attuale ambiente di vita, quanti problemi incontra nel camminare

per lunghe distanze (un chilometro o più)?

4. Il suo abituale ambiente di vita migliora o peggiora queste difficoltà nel camminare?

5. La sua abilità di camminare per lunghe distanze, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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ICF ChecklistAppendice 2: Guida su partecipazione e attività 4/8

2. CURA DELLA PROPRIA PERSONA

(Capacità)1. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel lavarsi senza

assistenza?

2. Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute?

(o: «... quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente?»)

(Performance)3. In casa sua, quanti problemi incontra nel lavarsi?

4. Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua casa è stata organizzata o utilizza strumenti specificamente adattati?

5. La sua capacità di lavarsi senza assistenza è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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ICF ChecklistAppendice 2: Guida su partecipazione e attività 5/8

3. VITA DOMESTICA

(Capacità)1. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel pulire il

pavimento della casa in cui vive, senza assistenza?

2. Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute?

(o: «... quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente?»)

(Performance)1. In casa sua, quanti problemi incontra nel pulire il pavimento?

2. Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua casa è stata organizzata o utilizza strumenti specificamente adattati?

3. La sua abilità di pulire il pavimento senza assistenza è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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ICF ChecklistAppendice 3: Linee Guida per l’uso della Checklist 6/8

4. INTERAZIONI INTERPERSONALI

(Capacità)1. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel fare nuove

amicizie senza assistenza?

2. Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute?

(o: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere l’incidente?»)

(Performance)3. Nella sua attuale situazione, quanti problemi ha nel fare nuove amicizie?

4. Il suo attuale ambiente di vita, migliora o peggiora questa difficoltà nel fare amicizie?

5. È capace di fare amicizia, senza assistenza, in maniera maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 7/8

5. AREE DI VITA PRINCIPALI

(Capacità)

1. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nell’eseguire tutti i compiti necessari

per la sua attività lavorativa, senza assistenza?

2. Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua

condizione di salute?

(O: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute o di avere

l’incidente?»)

(Performance)

3. Nel suo attuale ambiente di vita quante difficoltà incontra nell’eseguire tutti i compiti

necessari per la sua attività lavorativa?

4. Questo problema, di portare a termine le mansioni della sua attività lavorativa, è peggiorato,

o migliorato, da quando l’ambiente di lavoro è stato modificato o utilizza strumenti

specificamente adattati?

5. La sua abilità di svolgere il suo lavoro, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che

lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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ICF Checklist Appendice 2: Guida su partecipazione e attività 8/8

6. VITA SOCIALE, CIVILE E DI COMUNITÀ

(Capacità)1. Nel suo attuale stato di salute, quante difficoltà incontra nel partecipare a incontri

della comunità, feste o altri eventi locali, senza assistenza?

2. Come paragona queste difficoltà rispetto a un’altra persona, simile a lei, ma senza la sua condizione di salute?

(O: «… quella che aveva prima di sviluppare il suo problema di salute odi avere l’incidente?»)

(Performance)3. Nella sua comunità, quante difficoltà incontra nel partecipare a incontri della

comunità, feste o altri eventi locali?

4. Questo problema è peggiorato, o migliorato, da quando la sua comunità è stata organizzata o utilizza strumenti, veicoli o altro specificamente adattati?

5. La sua abilità di partecipare agli eventi della comunità, senza assistenza, è maggiore o minore di quella che lei esprime nel suo attuale ambiente di vita?

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Cap. 3.2

ICF-Core set

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Core-set condizione specifico È una selezione di domini dell’ICF che

include il minor numero di domini possibili per essere pratico,

ma tanti quanti ne sono richiesti per essere sufficientemente esaustivo

da coprire lo spettro prototipico di limitazioni nel funzionamento e nella salute che si incontrano in una condizione specifica[1, p. 281].

Core-set dell’ICF (condizione-specifico)

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Core-set generico Consente una comparazione della salute

tra condizioni differenti dal momento che i suoi domini rappresentano – i domini più rilevanti che includano il minor

numero di domini possibili per essere pratico, ma tanti quanti è ne sono richiesti per essere sufficientemente esaustivo da coprire lo spettro generale di limitazioni nel funzionamento e nella salute[1, p. 281].

Core-set dell’ICF generico

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Cap. 3.3

WHODAS 2.0

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World Health Organization – Disability Assessment Schedule (WHO-DAS II) – sviluppato dall’OMS per valutare le

limitazioni nell’attività e le restrizioni nella partecipazione vissute da un individuo, indipendentemente da una diagnosi medica.

– Lo schema concettuale di riferimento dello strumento è l’ICF.

L’indipendenza delle valutazioni fornite dall’WHODAS II rispetto alla diagnosi medica è concettualmente compatibile con l’ICF

WHODAS II

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Descrizione– Si propone di valutare il funzionamento

dell’individuo nell’ambito di 6 domini di attività: comprensione e comunicazione (6 item), spostamenti (5 item), cura personale (4 item), interagire con le persone (5 item), attività quotidiane (4+6 item), vita sociale (6 item).

– L’arco di tempo considerato dalle domande relative a ciascun dominio, comprende gli ultimi 30 giorni della vita quotidiana della persona.

WHODAS II

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Somministrazione /1 – Ai soggetti intervistati è chiesto di

indicare il livello di difficoltànessuna, lieve, discreta, molta, estrema

vissuto, prendendo in considerazione come normalmente eseguono una certa attività, includendo l’uso di un

qualsiasi supporto e/o l’aiuto di una personafacilitatori

– Per ciascun item positivamente sottoscritto, una successiva domanda chiede il numero dei giorni negli ultimi 30 giorni in cui l’intervistato ha incontrato tale difficoltà, registrandolo su una scala ordinale a 5 punti:

Un solo giorno Fino a una settimana = da 2 a 7 giorni Fino a due settimane = da 8 a 14 giorni Più di due settimane = da 15 a 29 giorni Tutti i giorni = 30 giorni

– Viene quindi chiesto alla persona quanto le difficoltà incontrate abbiano interferito con la sua vita

WHODAS II

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Somministrazione /2 – Gli intervistati dovrebbero rispondere alle domande tenendo conto dei

seguenti riferimenti: Grado di difficoltà

– l’aumento nello sforzo, il disagio o dolore, o la lentezza, o le differenze in generale;

Condizioni di salute– la malattia o infermità, oppure lesioni, o problemi mentali od

emotivi, o legati all’abuso di alcool, o problemi legati all’abuso di droghe;

Gli ultimi 30 giorni; La media tra giorni buoni e cattivi; Il modo in cui normalmente svolgono l’attività.

– Gli item che si riferiscono ad attività non vissute negli ultimi 30 giorni non sono classificati.

WHODAS II

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Dominio 1: Comprendere e comunicare – Concentrarsi nel fare qualcosa per dieci minuti?– Ricordare di fare cose importanti?– Analizzare e trovare soluzioni ai problemi quotidiani?– Apprendere un nuovo compito, per esempio,

imparare come raggiungere un posto nuovo?– Capire cosa dice la gente?– Iniziare e portare avanti una conversazione?

WHODAS II

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Dominio 2: Spostamenti – Rimanere in piedi per lungo periodo, tipo 30

minuti?– Alzarsi dalla posizione seduta?– Muoversi dentro casa?– Uscire di casa?– Camminare per una lunga distanza tipo un

chilometro [o equivalente]?

WHODAS II

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Dominio 3: Cura personale – Lavarsi l’intero corpo?– Vestirsi?– Nutrirsi?– Rimanere da solo per pochi giorni?

WHODAS II

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Dominio 4: Interagire con le persone – Interagire con persone che non conosce?– Mantenere un’amicizia?– Interagire con le persone a lei vicine?– Fare nuove amicizie?– Attività sessuale?

WHODAS II

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Dominio 5: Attività quotidiane – Adempiere alle sue responsabilità domestiche?– Fare bene le più importanti cose di casa?– Finire tutto il lavoro domestico che doveva fare?– Fare tutto il lavoro domestico tanto velocemente

quanto di solito avviene?– Suo lavoro/studio quotidiano?– Fare bene i più importanti compiti lavorativi/di

studio?– Finire tutto il lavoro/lo studio da fare?– Finire il lavoro/lo studio tanto velocemente quanto

di solito avviene?

WHODAS II

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Dominio 6: Vita sociale – Ha trovato qualche problema nel partecipare, come chiunque altro,

ad attività comunitarie (per esempio, feste, attività religiose o altro)?– Ha trovato qualche problema a causa di barriere o ostacoli nel

mondo che la circonda?– Ha trovato qualche problema nel vivere con dignità a causa degli

atteggiamenti o delle azioni altrui?– Quanto tempo ha dedicato alla sua condizione di salute o alle sue

conseguenze?– Quanto è stato coinvolto emotivamente dalle sue condizioni di

salute?– Quanto le sue condizioni di salute hanno inciso sulle sue risorse

finanziarie e quelle della sua famiglia?– Quanti problemi ha avuto la sua famiglia a causa dei suoi problemi

di salute?– Quanti problemi ha avuto nel fare cose da solo per relax o per suo

piacere?

WHODAS II

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Cap. 3.4

SIS

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La SIS fornisce informazioni che possono aiutare le équipe di progettazione degli interventi, gli enti e le organizzazioni a comprendere i bisogni di sostegno delle persone con disabilità intellettive (ovvero, ritardo mentale) e disabilità della sviluppo strettamente correlate.

SIS: Supports Intensity Scale

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Nel Systems of support del 2002 ritardo mentale è definito:

«come una disabilità caratterizzata da limitazioni significative sia nel funzionamento intellettivo sia nel comportamento adattivo come espresso in abilità adattive, concettuali, sociali e pratiche. Questa disabilità ha origine prima dei 18 anni di età».[1]

Nel Systems of support del 2010 ritardo mentale diviene disabilità intellettiva.[2]

Il System 2002 e 2010

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La SIS completa la 11a edizione della Definition, Classification and Systems of Support for People with intellectual and developmental disabilities, edita dalla AAIDD.[1]

La SIS è uno strumento che consente di tradurre in pratica la definizione teorica del modello basato sul sostegno.

Il modello basato sul sostegno è concettualmente compatibile con l’ICF:– La principale differenza è che l’ICF è un modello generale di

disabilità, mentre il AAIDD System è specifico della disabilità intellettiva.

Systems, SIS ed ICF

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Modello teorico del System 2010

SupportiFunzionamento

individuale

I. Abilità intellettive

II. Comportamento adattivo

III. Partecipazione, Interazioni, ruoli sociali

IV. Salute

V. Contesto

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1. L’intelligenza– è una capacità mentale generale che comprende il ragionamento, la

pianificazione, la risoluzione dei problemi, pensare astrattamente, comprendere idee complesse, imparare in fretta e apprendere dall’esperienza.

2. Il comportamento adattivo– è l’insieme di abilità concettuali, sociali e pratiche che sono state

apprese da persone per funzionare nella loro vita quotidiana.

3. La partecipazione e l’interazione– sono meglio determinate osservando direttamente il proprio impegno

nelle attività quotidiane e facendo una semplice domanda. «L’individuo e attivamente impegnato con (frequentando, interagendo con, partecipando a) il suo ambiente?» I ruoli sociali si riferiscono ad una serie di attività considerate normali per un specifico gruppo di età.

I 5 fattori (dimensioni) che influenzano il funzionamento umano 1/2

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4. La salute– è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Questa

definizione è coerente con quello utilizzato dal WHO (ICD-10 1993; ICF 2001).

5. Il contesto– descrive le condizioni interrelate in cui le persone vivono la loro vita

quotidiana e consiste dell’ambiente sociale prossimo, che comprende la persona, la famiglia. e/o sostenitori; l'ambiente più ampio del quartiere, comunità, o organizzazioni che forniscono educazione o servizi di abilitazione o sostegni; e l’ambiente globale, con i suoi modelli del contesto culturale, della società, di più ampie popolazioni, nazionali, o delle influenze socio-politiche. I vari ambienti sono importanti per le persone con disabilità intellettive perché spesso determinano ciò che gli individui stanno facendo, dove e quando lo fanno, e con chi. Così questi tre ambienti sono in grado di fornire opportunità, promuovere il benessere e mediare i sistemi di supporto.

I 5 fattori (dimensioni) che influenzano il funzionamento umano 2/2

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La SIS comprende 3 sezioni che misurano 57 diverse attività di vita– La sezione 1

Scala dei bisogni di sostegno, comprende 49 attività di vita raggruppate in 6 subscale di sostegno.

– (1) vita nell’ambiente domestico, (2) vita nella comunità, (3) insegnamento ed educazione, (4) occupazione, (5) salute e sicurezza, (6) attività sociali.

– La sezione 2 Sottosezione supplementare che comprende 8 item correlati alle attività

di protezione e tutela.– La sezione 3

Bisogni di sostegno non ordinari di tipo medico e comportamentale, comprende 15 condizioni mediche e 12 problemi comportamentali che in genere richiedono livelli di sostegno consistenti, indipendentemente dai bisogni di sostegno del soggetto in altri ambiti di attività di vita.

SIS: Struttura

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I sostegni sono definiti come:– Risorse e strategie che promuovono

l’interesse e il benessere dei soggetti e che hanno come conseguenza

maggiore indipendenza personale e produttività, maggiore partecipazione all’interno di una

società interdipendente, una integrazione più profonda all’interno della

comunità e/o una migliore qualità di vita.[1, p. 390]

SIS: Definizione di sostegno

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Modello medico L’importanza data dal modello medico alle condizioni

di cura non si è dimostrata efficace con le persone le cui disabilità non potevano essere trattate prontamente in senso medico.

Modello funzionale Le descrizioni funzionali delle disabilità non si

focalizzano unicamente sulle caratteristiche biologiche, ma piuttosto sullo svolgimento di azioni considerate indispensabili per il funzionamento all’interno di una comunità.

SIS: Il modello 1/2

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Il paradigma dei sostegni ritiene che i sostegni debbano seguire una persona in qualsiasi ambiente in cui la persona voglia o abbia necessita di stare[1].

I sostegni devono essere – variabili,– individualizzati (ovvero, fatti sulla misura delle

caratteristiche uniche dell’individuo e dell’ambiente).– forniti negli ambienti in cui l’individuo vuole e ha

bisogno di stare.

SIS: Il modello 2/2

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I 5 fattori che maggiormente influenzano i bisogni di sostegno

Modello e intensità dei

bisogni di sostegno

Competenza personale: Sociale, Pratica, Concettuale, Fisica

Numero e complessità

degli ambienti

Bisogni di sostegno non

ordinari di tipo

comportamentale

Bisogni di sostegno

non ordinari di tipo medico

Numero e complessità delle attività

di vita

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