prof. stefano federici email: [email protected] a. a. 2008-2009 università degli studi di...

66
Prof. Stefano Federici email: [email protected] A. A. 2008- 2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione alla psicologia Corso di Psicologia Generale

Upload: girolamo-manzi

Post on 02-May-2015

217 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

Prof. Stefano Federiciemail: [email protected]

A. A. 2008-2009

Università degli Studi di Perugia

Facoltà di Scienze della Formazione

Introduzione alla psicologia

Corso di

Psicologia Generale

Page 2: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

2

Cap. 1

FILOSOFIA

Page 3: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

3

La relazione mentale-fisico

Il rapporto tra il mentale e il fisico è il più profondo e il più ricorrente classico argomento filosofico nella filosofia della mente ed uno dei più vivi oggi.

René Descartes (1596–1650, filosofo francese) Combinò una teoria meccanicistica della natura con una teoria dualistica

della natura umana • Le persone sono essenzialmente una combinazione di sostanza mentale (menti)

e di sostanza materiale (corpi): dualismo cartesiano. Il corpo è una macchina idraulica perfetta, come gli orologi, le fontane

artificiali, i mulini, allora giunti ad un livello altissimo di perfezione.• Si riferisce al fisiologo Harvey, che aveva scoperto nel 1628 la circolazione del

sangue, e aveva dato una perfetta interpretazione meccanicista del funzionamento corporeo.

Il secondo aspetto è quello della dottrina delle idee innate.• Le idee innate possono essere quelle di Dio, di sé, gli assiomi matematici, ecc. Il

fatto che tali idee siano innate, non significa che si presentino chiare e distinte alla coscienza. Egli le deve piuttosto scoprire in se stesso.

• L’esperienza sensoriale gioca un ruolo fondamentale, sia in senso positivo che negativo.

In senso positivo, l’osservazione della natura ci consente di scoprire delle proprietà in essa, che in realtà possedevamo già a livello implicito: ad esempio, scoprire delle relazioni matematiche tra gli oggetti che ci circondano.

In senso negativo, l’esperienza sensoriale può indurci sempre in errore e mascherare alcune idee innate.

1. La relazione mentale-fisico

2. La struttura della mente e della conoscenza

Page 4: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

4

La ghiandola pineale

La ghiandola pineale è una ghiandola endocrina delle dimensioni di una nocciola, situata nel centro geometrico del capo. Essa produce l’ormone melatonina e regola il ritmo sonno-veglia, reagendo al buio o alla poca luce. Viene definita anche epifisi.

La ghiandola pineale secerne melatonina solo di notte. L’esposizione alla luce inibisce la produzione della melatonina in misura dose-dipendente.

Per Descartes la ghiandola pineale è il punto privilegiato dove mente (res cogitans) e corpo (res extensa) interagiscono.

1. La relazione mentale-fisico

2. La struttura della mente e della conoscenza

Page 5: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

5

La relazione mentale-fisico

Problema Se la mente è di un solo genere di cosa,

e il corpo è un altro, come questi due tipi di cose interagiscono?

Il materialismo non risolve la questiona: anche la mente fisica ha proprietà speciali, come l’intenzionalità e la coscienza.• Semplicemente proclamando che la mente

non è fatta di una sostanza mentale distinta, ma è materiale come il resto del mondo, ci aiuta poco a spiegare quegli aspetti della mente che la caratterizzano in quanto tale.

1. La relazione mentale-fisico

2. La struttura della mente e della conoscenza

Page 6: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

6

La struttura della mente e della conoscenza

Cosa c’è nella mente? Empiristi non c’è nulla nella mente

che prima non sia nei sensi.• Berkeley, Locke, Hume

Razionalisti ci sono della conoscenza che non derivano dalle nostre esperienze.• Descartes, Leibeniz, Spinoza, Kant

1. La relazione mentale-fisico

2. La struttura della mente e della conoscenza

Page 7: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

7

Cap. 2

Psicologia Il posto della psicologia tra le scienze

cognitive Elementi di storia della psicologia La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 8: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

8

Definizione

La psicologia è la scienze che investiga la rappresentazione e l’elaborazione dell’informazione di organismi complessi. Molte specie animali sono capaci di

• Raccogliere informazioni circa il loro ambiente,• Formare rappresentazioni interne di esso e• Manipolare queste rappresentazioni per selezionare e

svolgere azioni. Molti animali sono in grado di

• Adattarsi ai loro ambienti attraverso l’apprendimento che ha luogo nell’arco di vita di un singolo organismo.

L’elaborazione intelligente implica l’abilità di acquisire e processare l’informazione sull’ambiente al fine di selezionare azioni che sono probabili al raggiungimento di scopi fondamentali alla sopravvivenza e propagazione.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 9: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

9

Entrata

Vanodel cibo

Percorso 1

Percorso 2

Percorso 3

Ostacolo I

Ostacolo II

Le rappresentazioni di mappe mentali dei ratti

• Edward Tolman (1886–1959, psicologo statunitense) • Dopo aver appreso dove si

trova una data ricompensa i ratti raggiungono questo luogo facendo ricorso a percorsi diversi da quelli impiegati la prima volta.

• I ratti hanno acquisito nell’esperimento del labirinto una mappa mentale sulla quale si orientano a seconda della situazione e delle esigenze.

• Inoltre si erano orientati sensatamente e non avevano semplicemente reagito a stimoli.

Page 10: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

10

Scopo principale della psicologia

Il punto centrale della psicologia riguarda l’elaborazione dell’informazione che intercorre tra gli input sensoriali e gli output motori. Le forme più complesse di intelligenza, osservate in uccelli e

mammiferi e particolarmente nei primati (grandi scimpanzé e umani) richiede teorie che hanno a che fare con l’apparato del pensiero e con le esperienze interne.

• Questi animali hanno menti ed emozioni;• I loro input sensoriali sono interpretati per creare percezioni del mondo

esterno, guidati in parte da una attenzione selettiva;• Alcuni prodotti della percezione sono immagazzinati nella memoria, e

possono in seguito influenzare le successive percezioni. Animali con intelletti sofisticati sono in grado di prendere decisioni

(decision making) e risolvere problemi (problem solving), e nel caso degli umani di impegnarsi nel linguaggio e nella comunicazione.

• L’esperienza, unita a vincoli innati, ha come conseguenza un processo di sviluppo cognitivo, come l’infante che diviene un adulto, ed anche conduce all’apprendimento per l’intero arco di vita, così che l’individuo è in grado di adattarsi al suo ambiente in un tempo più breve di quanto sarebbe richiesto per un cambiamento evoluzionistico.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 11: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

11

Evoluzione dell’area associativa

Come si vede nella figura, la porzione rappresentata dalle aree associative aumenta notevolmente, rispetto all’estensione degli altri due tipi di aree, man mano si sale dai mammiferi evolutivamente più semplici, come i felini e i ratti, a quelli più complessi, come le scimmie e l’uomo.

Page 12: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

12

Figura del tronco cerebrale e il talamo

Dalla figura risulta evidente perché il complesso formato dal bulbo, dal ponte e dal mesencefalo prende il nome di tronco cerebrale: le strutture si

organizzano a formare una sorta di tronco, in cui si prolunga il midollo spinale e al quale si riconnettono altre strutture cerebrali.

Sull’apice del tronco è inserito il talamo.

Page 13: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

13

Le funzioni del mesencefalo

Un gatto il cui sistema nervoso centrale sia stato completamente tagliato subito sopra il mesencefalo, è in grado di produrre quasi l’intero repertorio dei comportamenti esibiti da un animale intatto.

Può camminare, correre, saltare, arrampicarsi, pulirsi, attaccare, copulare, masticare, inghiottire e così via.

ma, a differenza di un animale intatto, produrrà questi atti solo in risposta a stimoli immediati, cioè il suo comportamento perderà il carattere della spontaneità e dell’intenzionalità.

Per esempio, una volta messo su un palo, un gatto con questo tipo di lesione si arrampicherà, ma non sarà un grado di scegliere di salire se in cima al palo è stato messo del cibo, o di non arrampicarsi se il cibo non c’è.

Questo comportamento sta a indicare che il mesencefalo e le strutture al di sotto di esso contengono centri nervosi che organizzano i movimenti, ma non contengono alcun sistema neurale che conferisca all’animale la capacità di decidere deliberatamente, in base ai suoi interessi a lungo termine, se mettere in atto un dato movimento o astenersene.

Page 14: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

14

La psicologia cognitiva 1/2

La psicologia (in particolare la psicologia cognitiva), quale scienza della rappresentazione ed elaborazione dell’informazione da parte di organismi, è parte centrale delle scienze cognitive (cognitive science). La ricerca sull’elaborazione intelligente dell’informazione può

essere per la psicologia:Non rilevante

• Alcuni studi sull’intelligenza artificiale basati su rappresentazioni e algoritmi che non hanno alcuna apparente connessione con l’intelligenza biologica.

Per esempio è un esempio di un eccellente programma di intelligenza artificiale che ha poco o nessuna apparente rilevanza psicologica e, quindi, non dovrebbe essere considerato parte delle scienze cognitive.

Rilevante • sistemi di produzione adattativa e reti neurali, molti dei quali sono

condotti da scienziati dei computer (computer scientists).• il lavoro condotto in certe discipline alleate come le neuroscienze,

linguistica, antropologia e filosofia ha implicazioni psicologiche.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 15: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

15

La psicologia cognitiva 2/2

La ricerca in psicologia spesso ha importanti implicazioni per la ricerca in altre discipline. Per esempio

la ricerca in psicolinguistica ha influenzato sviluppi in linguistica e ricerche in psicofisica hanno guidato ricerche di neurofisiologia sui substrati della sensazione e percezione.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 16: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

16

Le aree disciplinari della psicologia 1/2

La psicologia cognitiva (cognitive psychology) studia la rappresentazione e l’elaborazione

dell’informazione, dando maggiore enfasi alla cognizione di umani adulti.

La psicologia dello sviluppo (developmental psychology) affronta i cambiamenti nel funzionamento cognitivo, sociale

ed emotivo che hanno luogo durante l’arco di vita degli umani e di altri animali.

La psicologia sociale (social psychology) indaga i fattori cognitivi ed emotivi coinvolti nell’interazione

tra le persone, specialmente di piccoli gruppi. La social cognition

È una sottoarea della psicologia sociale che studia il modo in cui le persone comprendono le menti, le emozioni e il comportamento di loro stesse e degli altri (cfr. teoria della mente).

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 17: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

17

Le aree disciplinari della psicologia 2/2

La psicologia della personalità (personality psychology) affronta gli aspetti motivazionali ed emotivi dell’esperienza umana

(Freud fu un progenitore in quest’area).

La psicologia clinica (clinical psychology) è una psicologia applicata ai problemi relativi alla salute mentale.

La psicologia comparativa (comparative psychology) indaga gli aspetti comuni e le differenze nella cognizione e nel

comportamento tra differenti specie animali.

Le neuroscienze comportamentali (behavioral neuroscience) hanno come principale oggetto di studio il cervello e il

comportamento degli animali e dell’uomo offrendo così un’interfaccia tra la ricerca sulla cognizione molare (molar cognition / complex processes) e il comportamento, e il loro sottostante substrato neurale.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 18: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

18

Obiezioni alla psicologia come scienza 1/2

Una scienza dipende dalla sistematicità dei metodi empirici per raccogliere le osservazioni e sulle teorie che interpretano queste osservazioni.

Fino al 1850 la natura della mente era una preoccupazione riservata ai soli filosofi.

3 obiezioni erano sollevate per dimostrare l’impossibilità di indagare la mente scientificamente. I pensieri non possono essere misurati e senza misurazione la

scienza non può neanche iniziare. Come gli esseri umani possono studiare le elaborazioni del proprio

pensiero, dato il fatto che la scienza stessa dipende dal pensiero umano.

La vita mentale è incredibilmente complessa e dipende da ulteriori complessità delle interazioni umani; forse la cognizione è semplicemente troppo complessa da permettere un successo nell’investigazione scientifica.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 19: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

19

Cap. 2

Psicologia Il posto della psicologia tra le scienze

cognitive Elementi di storia della psicologia La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 20: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

20

Obiezioni alla psicologia come scienza 2/2

Intorno agli inizi del 1850 La psicologia scientifica emerse come

una disciplina separata dalla filosofia.

Un numero di individui, spesso formati in filosofia, fisica, fisiologia o neurologia cominciarono ad offrire elementi cruciali alla psicologia come scienza.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 21: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

21

Le differenze soggettive

Ernst Heinrich Weber, anatomista tedesco (1795–1878)

Gustav Fechner, fisico e filosofo tedesco (1801–1887) misurarono le relazioni tra i cambiamenti oggettivi negli

stimoli fisici, quali la luminosità o il peso, e i cambiamenti soggettivi delle sensazioni interne generate dagli stimoli, dimostrando così che è possibile misurare concetti mentali come il grado della sensazione prodotta da uno stimolo.

• Le differenze soggettive non erano semplicemente equivalenti alle differenze oggettive.

La grandezza del cambiamento richiedeva di fare una differenza soggettiva (just noticeable difference) che aumenta rispetto all’aumentare dell’intensità, spesso seguendo un funzione logaritimica, conosciuta come Legge di Weber-Fechner.

Fechner chiamò questo nuovo campo della misurazione psicologica psicofisica: l’interfaccia tra psicologia e fisica, del mentale e del fisico.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 22: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

22

La velocità del pensiero umano 1/2

Hermann von Helmholtz, fisico e fisiologo tedesco, (1821–1894) Un ulteriore problema fondante riguardava la velocità del

pensiero umano. Helmholtz riuscì a misurare la velocità a cui sono condotti i segnali attraverso il sistema nervoso.

• Toccando con un elettrodo varie parti del corpo di una persona, misurava il tempo impiegato a premere un pulsante di risposta. Il tempo di risposta aumentava con la distanza dello stimolo dal dito che premeva il pulsante, in proporzione alla lunghezza del percorso neurale attraverso il quale il segnale doveva viaggiare: circa 100 metri al secondo per fibre nervose più grandi.

Dato che i nostri cervelli sono composti di neuroni, i nostri pensieri non possono essere generati più velocemente della velocità a cui un neurone comunica con un altro. Ne consegue che la velocità del pensiero non è né istantanea né immisurabile.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 23: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

23

La velocità del pensiero umano 2/2

La realtà che noi percepiamo non è semplicemente una copia del mondo esterno, ma piuttosto il prodotto del attività costruttiva del cervello. Per esempio

è possibile per due differenti oggetti – un grande oggetto lontano e uno piccolo vicino – creare precisamente la stessa immagine sulla retina degli occhi dell’osservatore. Tuttavia, normalmente, l’osservatore percepirà correttamente un solo oggetto essere più grande, ma più lontano, dell’altro (vedi figura seguente).

Il cervello deve costruire questa visione unificata con una elaborazione di inferenza inconscia – un processo affine al ragionamento senza consapevolezza.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 24: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

24

http://www.michaelbach.de/ot/sze_shepardTerrors/index.html

http://rm-f.net/~pennywis/MITECS/Entry/psychintro.html

Page 25: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

25

I tempi della memorizzazione e dell’oblio

Hermann Ebbinghaus (1850–1909, filosofo tedesco)

Influenzato dalle idee di Fechner sulla misurazione psicofisica, sviluppò dei metodi sperimentali adatti allo studio della memoria umana.• Usando se stesso come soggetto, studiò la memoria di

sillabe senza senso (zad, bim, sif, ecc.).• Fece diverse scoperte fondamentali circa la memoria,

inclusa la tipica forma della curva dell’oblio. Ebbinghaus fornì delle prove che è possibile in

realtà misurare i fenomeni mentali con procedure sperimentali oggettive.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 26: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

26

La curva dell’oblio

Nel 1885 Hermann Ebbinghaus memorizzò delle liste di sillabe senza senso ad intervalli che variavano dai 20 minuti ai 31 giorni. Come mostrato in questa

curva, egli trovò che ricordava meno del 40% degli item già dopo 9 ore, ma che il livello dell’oblio si appiattiva col tempo.

Page 27: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

27

La natura adattativa della cognizione

William James, psicologo e filosofo statunitense (1842–1910) Pubblicò il primo grande manuale di psicologia Principles of

Psychology (1890). Il suo lavoro monumentale incluse argomenti che rimangono centrali in psicologia.

Tracciò una prima distinzione tra 2 differenti sistemi di memoria:• memoria primaria, che più o meno corrisponde ai contenuti della

coscienza. È strettamente connessa a ciò che noi oggi chiamiamo a breve termine (short-term) o memoria di lavoro (working memory)

• memoria secondaria, che comprende il vasto magazzino di conoscenza di cui noi non siamo consci in ogni singolo momento. Corrisponde a cio che è generalmente chiamata memoria a lungo termine (long-term memory).

Sottolineò la natura adattativa della cognizione • il fatto che la percezione, la memoria e il ragionamento non

funzionano per il loro proprio vantaggio, ma si sono evolute per permetterci di sopravvivere e prosperare nel nostro mondo fisico e sociale (vedi psicologia evoluzionistica / evolutionary psychology).

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 28: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

28

La psicoanalisi

Sigmund Freud (1856–1939, neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi)

Attaccò l’idea che il “sé” ha un qualche status speciale come un’entità unitaria che in qualche modo governa il nostro pensiero e azione.

Anche gli psicologi cognitivi moderni rigettano (sebbene per differenti ragioni) delle spiegazioni del comportamento intelligente che dipenda dal postulato di un homunculus, cioè un’entità mentale interiore dotata di tutta l’intelligenza che noi stiamo cercando di spiegare.

Il comportamento è visto non come un prodotto di un sé unitario o homunculus, ma come il prodotto d’insieme di sistemi multipli in interazione.

Inoltre, molta dell’elaborazione dell’informazione ha luogo ad un livello inconscio.

Per esempio, operanti al di sotto del livello di consapevolezza ci sono ingressi che aprono o chiudono selettivamente l’accesso a porzioni dell’informazione che raggiunge i nostri sensi, magazzini di memoria che trattengono l’informazione per un brevissimo periodo di tempo e memorie inaccessibili che noi portiamo sempre con noi ma che ad un tempo potremmo non ritrovare mai per anni.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 29: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

29

Comportamentismo vs. Mentalismo 1/2

Agli inizi del 20mo secolo lo studio della cognizione ebbe un arresto, in particolare per lo sviluppo del comportamentismo (behaviorism) che, in particolare negli Stati Uniti divenne il modello psicologico dominante. Il declino della psicologia cognitiva fu in parte dovuto al

fatto che un gran numero di ricerche psicologiche si erano allontanate dalle tecniche di misurazione oggettiva sviluppate da Fechner, Helmholtz, Ebbinghaus ed altri, dando la primazia al metodo dell’introspezione promosso da Wilhelm Wundt.

Behaviorism Un approccio caratterizzato dal rifiuto delle teorie che

dipendevano da concetti mentalistici come scopi, intenzioni o pianificazione.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 30: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

30

Comportamentismo vs. Mentalismo 2/2

Wilhelm Wundt (1832–1920, psicologo e fisiologo tedesco).

È considerato il fondatore della psicologia sperimentale; pubblicò la prima rivista scientifica di psicologia sperimentale (Journal of Experimental Psychology) è creò il primo laboratorio di psicologia sperimentale.

• Formò osservatori che analizzavano i loro propri processi di pensiero sul modo in cui eseguivano diversi compiti cognitivi.

Gli introspezionisti nei loro esperimenti di introspezione erano fortemente influenzati dalle loro stesse teorie in cui credevano.

• Per esempio I ricercatori che credevamo che il pensare dipendesse sempre dall’immaginazione, generalmente trovavano che il loro pensiero fosse legato all’immaginazione, diversamente da quelli che sostenendo teorie contrarie riportavano di pensare senza immagini mentali.

L’apparente soggettività e incostanza del metodo introspettivo incoraggiò accuse verso tutte le teorie cognitive come ascientifiche.

Le figure d’avanguardia delle teorie comportamentiste furono, tra le altre, quella Watson, Thorndike, Hull e Skinner.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 31: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

31

La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 1/3

La psicologia cognitiva non scomparve del tutto nell’era del behaviorismo.

Edward Tolman (1886–1959, psicologo statunitense). Pur lavorando secondo la tradizione comportamentista,

perseguì certe questioni cognitive relative alla rappresentazione interna dell’informazione spaziale di mappe cognitive del loro ambiente.

Frederic Bartlett (1886–1969, psicologo britannico, professore di psicologia sperimentale all’Università di Cambridge dal 1931) Da una prospettiva costruttivista, analizzò le distorsioni

sistematiche che le persone manifestano quando cercano di ricordare storie su eventi non familiari e introdusse il concetto di schema quale rappresentazione mentale che cattura le relazioni strutturali sistematiche in categorie di esperienza.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 32: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

32

La memoria di fatti ed eventi secondo Bartlett

La memoria di fatti ed eventi richiede un’azione ricostruttiva che comporta delle trasformazioni dei fatti e degli eventi (Bartlett, 1932). Il ruolo delle inferenze plausibili

• Nella ricostruzione gli eventi vengono ricondotti alle strutture concettuali degli individui.

Il ruolo della memoria ricostruttiva nella testimonianza.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 33: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

33

La guerra dei fantasmi di Bartlett 1/8

Una notte due giovani di Egulac si recarono al fiume a caccia di foche, e mentre si trovavano là, scese la nebbia e l’aria diventò stagnante. Udirono allora grida di guerra, e pensarono: «Forse si tratta di una spedizione di guerra». Scapparono verso la spiaggia e si nascosero dietro ad un tronco. C’erano delle canoe che risalivano il fiume, ed essi potevano udire il rumore delle pagaie, e videro che una canoa si dirigeva verso di loro. Dentro c’erano cinque uomini ed uno di essi disse:

«Che cosa ne dite? Vogliamo portarvi con noi. Stiamo risalendo il fiume per andare a far guerra alla gente».

Uno dei due giovani disse: «Ma non possiedo frecce».

«Le frecce sono nella canoa», risposero.

«Io non verrò. Potrei essere ucciso. I miei parenti non sanno dove sono andato. Ma tu», disse, rivolgendosi all’altro, «potresti andare con loro».

Così uno dei due giovani andò, mentre l’altro tornò a casa.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 34: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

34

La guerra dei fantasmi di Bartlett 2/8

E i guerrieri continuarono su per il fiume, fino ad una città all’altro lato del Kalama. La gente scese vicino all’acqua, incominciarono a combattere, e molti vennero uccisi. Ma ben presto il giovane sentì dire da uno dei guerrieri: «Presto, torniamo a casa: l’Indiano è stato colpito». Allora egli pensò: «Oh, sono fantasmi». Non sentiva dolore, ma essi dicevano che era stato colpito.

Così le canoe ritornarono ad Egulac, ed il giovane alla sua casa sulla spiaggia, ed accese il fuoco. E raccontò a tutti: «Pensate, ho accompagnato i fantasmi e siamo andati a combattere. Molti dei nostri compagni sono stati uccisi, come pure molti di coloro che ci attaccarono. Essi dicevano che ero stato colpito, ma io non sentii affatto dolore».

Raccontò tutto questo e poi si calmò. Quando il sole sorse, cadde a terra. Qualcosa di nero gli venne fuori dalla bocca. Il suo volto si contrasse. La gente balzò in piedi e gridò.

Era morto.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 35: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

35

La guerra dei fantasmi di Bartlett 3/8

Prima riproduzione (15 min) Storia – C’erano due giovani che andarono sulla

riva del fiume. Sentirono grida di guerra e dissero: «C’è una guerra di fantasmi». Non possedevano frecce. Videro una canoa con dentro cinque uomini, che dissero: «Le frecce sono nella canoa». La guerra dei fantasmi ricomincia. Molti furono uccisi. Ci fu un giovane che venne colpito, ma non sentì dolore. Udì che l’Indiano era stato ferito. Ritornò al suo villaggio con la sua canoa. La mattina seguente si sentiva male e la sua faccia si contrasse. Qualcosa di nero gli uscì dalla bocca, ed essi gridarono: «Era morto».

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 36: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

36

La guerra dei fantasmi di Bartlett 4/8

Commento alla prima riproduzione La storia è stata notevolmente

abbreviata ed ha uno stile traballante e sconnesso.

I fantasmi, che avevano molto impressionato il soggetto, scompaiono dal titolo, ma vengono introdotti all’inizio della storia.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 37: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

37

La guerra dei fantasmi di Bartlett 5/8

Seconda riproduzione 15 giorni dopo Storia – C’erano due fantasmi. Andarono ad un

fiume. Sul fiume c’era una canoa con dentro cinque uomini. Ci fu una guerra di fantasmi. Uno dei fantasmi chiese: «Dove sono le frecce?». L’altro gli disse: «Sono nella canoa». Incominciarono la guerra e parecchi furono feriti ed alcuni uccisi. Un fantasma fu ferito ma non sentì dolore. Tornò al villaggio sulla canoa. La mattina seguente si sentiva male, e qualcosa di nero gli uscì dalla bocca, ed essi gridarono: «Era morto».

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 38: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

38

La guerra dei fantasmi di Bartlett 6/8

Commento alla seconda riproduzione I fantasmi rafforzano la loro

presenza all’interno della storia. I due giovani scompaiono

completamente. La narrazione diventa ancora meno

coerente.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 39: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

39

La guerra dei fantasmi di Bartlett 7/8

Terza riproduzione 1 mese dopo Storia – C’erano dei fantasmi. Ci fu una

battaglia fra di loro. Uno di essi disse: «Dove sono le frecce?». L’altro disse: «Sono nella canoa». Una gran quantità di combattenti venne ferita o uccisa. Uno di essi fu ferito, ma non sentiva male. Lo trasportarono al suo villaggio distante alcune miglia, remando nella canoa. Il giorno seguente qualcosa di nero gli uscì dalla bocca e gridarono: «È morto».

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 40: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

40

La guerra dei fantasmi di Bartlett 8/8

Commento alla terza riproduzione La prima parte della storia è

completamente scomparsa Tutto si riduce ad una battaglia tra

fantasmi Il particolare dominante, i fantasmi,

sembra aver soppresso ed assorbito tutto il resto.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 41: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

41

La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 1/3

Aleksandr Lurija (1902–1977, medico, sociologo e psicologo sovietico, discepolo e collaboratore di Vygotskij). Durante la II Guerra Mondiale cominciò ad interessarsi dei disturbi

dei processi psichici conseguenti a lesioni cerebrali, con tutta una serie di opere fondamentali nella storia della neuropsicologia che ebbero una prima sintesi nell’opera Le funzioni corticali superiori nell’uomo (1962).

• Le funzioni cerebrali che mediano funzioni psichiche complesse non sono traducibili nei termini di riflessi condizionati, rna sono sistemi funzionali, sistemi di interazione cerebrale molto più complessi, la cui organizzazione, in accordo alla teoria generale storico-culturale, si sviluppa in stretta relazione con l’ambiente.

Per esempio Il linguaggio non ha come struttura fisiologica di base il riflesso condizionato, come sostenevano i pavloviani, rna risulta dall’interazione di strutture cerebrali diverse che si sviluppa e si modifica nel corso dell’ontogenesi.

• La stretta relazione tra cervello e ambiente spiega come Ie lesioni cerebrali producano disturbi differenziati da individuo a individuo a seconda delle loro abitudini, della loro lingua, della loro cultura, ecc

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 42: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

42

La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 2/3

Lev Vygotskij (1896–1934, psicologo sovietico, padre

della scuola storico-culturale). Sviluppò l’approccio storico-culturale dello

sviluppo cognitivo che enfatizza il modo in cui lo sviluppo è costruito attraverso le interazioni sociali, pratiche culturali e l’internalizzazione di strumenti cognitivi.

Sottolineò le interazioni sociali attraverso il linguaggio nello sviluppo dei concetti dei bambini.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 43: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

43

La psicologia cognitiva nell’era del comportamentismo 3/3

Jean Piaget (1896–1980, pedagogista ed epistemologo svizzero). Fondatore dell’epistemologia genetica, ovvero dello studio

sperimentale delle strutture e dei processi cognitivi legati alla costruzione della conoscenza nel corso dello sviluppo.

L’epistemologia genetica spiega il processo dello sviluppo cognitivo di un essere umano dalla nascita attraverso 4 fasi primarie dello sviluppo:

• 1) Sensori-motria (0-2 anni) il bambino utilizza i sensi e le abilità motorie per esplorare e successivamente comprendere ciò che lo circonda, affidandosi inizialmente ai soli riflessi e più avanti a combinazioni di capacità senso-motorie.

• 2) Pre-operatoria (2-7) l'atteggiamento del bambino è ancora molto "egocentrico“.

• 3) Operazioni concrete (7-11) si riferisce a operazioni logiche o principi utilizzati nella soluzione di problemi. Il bambino in questa fase non solo utilizza i simboli ma è in grado di manipolarli in modo logico.

• 4) Operazioni formali (12 in poi) il bambino riesce a formulare pensieri astratti: si tratta del cosiddetto pensiero ipotetico dove il bambino non ha bisogno di tenere l'oggetto dinanzi a se ma può ragionare in termini ipotetici.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 44: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

44

La psicologia della Gestalt 1/4

La psicologia della Gestalt La grande tradizione tedesca in psicologia, che aveva

prodotto tanti pionieri del 19° secolo, diede origine ad un nuovo movimento cognitivo nei primi anni del 20mo secolo.

• La parola tedesca Gestalt può essere approssimativamente tradotta con forma. La psicologia della Gestalt enfatizza che la forma intera è qualcosa di più della mera somma delle sue parti, dovuto all’emergere di proprietà che sorgono quando si creano nuove relazioni.

Essa fu un’estensione delle idee costruttiviste di Helmholtz e il più grande contributo di questo movimento fu nell’area percezione.

• Mentre il comportamentismo insisteva sul fatto che la psicologia dovesse studiare semplicemente come stimoli oggettivi vengono ad elicitare risposte oggettive, i gestaltisti si diressero con semplici dimostrazioni a sollevare il dubbio sull’esistenza dell’oggettività dello stimolo – cioè lo stimolo percepito in modo che possa essere descritto strettamente in termini di input sensoriale.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 45: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

45

La psicologia della Gestalt 2/4

La figura illustra un famoso esempio della Gestalt della natura costruttiva della percezione: l’ambiguo Necker cube.

Sebbene questa figura sia semplicemente un disegno di linee piane, noi immediatamente la percepiamo come un cubo tridimensionale.

Inoltre, se si guarda attentamente, si potrà vedere che la figura può in realtà essere vista in due differenti cubi 3D.

Lo stesso stimolo oggettivo – il disegno di linee bidimensionali – suscita due distinte percezioni 3D.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 46: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

46

La psicologia della Gestalt 3/4

La data di nascita della Gestalt può essere indicativamente fatta risalire al 1912, anno in cui Wertheimer pubblica il suo lavoro sul movimento stroboscopico. Questo fenomeno, chiamato

fenomeno fi, è estremamente importante per gli aspetti teorici che sottende.

• Quello che avviene nell’esperienza infatti non può essere spiegato da ciò che succede agli oggetti fissi.

http://courses.ncssm.edu/gallery/collections/toys/animations/cyclist/cyclist400.htm

http://courses.ncssm.edu/gallery/collections/toys/animations/dragon2/dragon200.htm

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 47: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

47

La psicologia della Gestalt 4/4

Sebbene molti dei maggiori contributi delle figure chiavi della Gestalt come Max Wertheimer (1880–1943, psicologo ceco) fossero nell’area della percezione, le loro idee furono estese alla memoria e al problem solving, attraverso il lavoro di persone come Wolfgang Köhler (1887–1967, psicologo tedesco) e Karl Duncker (1903–1940, psicologo tedesco). I livelli superiori del pensiero sono basati su principi simili a quelli

che governano la percezione.• Noi all’improvviso vediamo la soluzione dei problemi, spesso dopo aver

guardato in un modo differente, raggiungendo un nuovo insight.• Il tutto è più della somma delle parti H2O non è semplicemente due

atomi di idrogeno e uno di ossigeno, ma anche una particolare organizzazione spaziale di questi elementi in una configurazione che fa una molecola d’acqua.

«Infatti H1 H2 e H20 hanno tutti proprietà diverse, che non si possono ottenere sommando le proprietà degli H e degli O» (Koffka, 1935).

Un’attenzione rivolta sulle relazioni richiama il problema del binding (legame). Il binding problem è il problema di come l’unità della percezione cosciente è determinata dalle attività suddivise del sistema nervoso centrale.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 48: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

48

Koffka in Principi di psicologia della forma (1935) – Gli scimpanzé

Si mettono uno per volta due scimpanzé in una gabbia, dal cui soffitto pende un’allettante banana;

la gabbia è completamente vuota, salvo per il fatto che contiene una cassa, posta a circa tre metri dal punto sopra il quale pende l’esca.

Dopo un tempo più o meno breve, uno degli animali correrà alla cassa, la trasporterà sotto il frutto, e, usandola a mo’ di sgabello, si impadronirà della banana.

L’altro, meno intelligente, dopo vari salti inutili si rassegnerà, e alla fine salirà sulla cassa e vi starà seduto con aria depressa.

Il comportamento di entrambe le scimmie ha avuto luogo in un ambiente geografico contenente una cassa; la situazione stimolo era identica per entrambe.

Page 49: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

49

Koffka in Principi di psicologia della forma (1935) – l’ambiente comportamentale

L’ambiente geografico, ovvero la situazione stimolo, non può essere la causa dei comportamenti diversi; questa diversità si spiega invece

subito se consideriamo gli ambienti comportamentali dei due animali.• l’ambiente comportamentale dell’uno

conteneva uno sgabello,• mentre quello dell’altro conteneva un

sedile.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 50: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

50

Koffka in Principi di psicologia della forma (1935) – Il comportamento molare

Se due animali si comportano diversamente in condizioni analoghe di stimolazione, la spiegazione deve trovarsi negli animali stessi.

Il comportamento molare è descritto in modo conforme alla realtà se si dice che una scimmia usa uno sgabello, l’altra un sedile.

Certo, i due animali devono essere animali diversi. Visto che l’ambiente geografico, o “ambiente

geografico che fornisce lo stimolo”, non può essere la causa immediata dei due comportamenti.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 51: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

51

La psicologia cognitiva moderna 1/2

La psicologia cognitiva moderna emerse nella seconda metà del 20mo secolo. La rivoluzione cognitiva degli anni ’50 e ’60 coinvolse non solo la psicologia ma anche le discipline affini che ora contribuiscono alle scienze cognitivie.

Donald Hebb (1904–1985, psicologo canadese) Cominciò a tracciare le connessioni tra i processi cognitivi e i

meccanismi neurali, anticipando la moderna neuroscienza cognitiva.

• pur muovendosi in un’ottica ancora comportamentistica classica, aveva iniziato una profonda rivoluzione soprattutto nel modo di concepire il ruolo del sistema nervoso centrale in rapporto al comportamento.

• Si era posto il problema delle cosiddette variabili intervenienti di quei processi, cioè, interposti tra stimolo e risposta, svolgentisi all’interno dell’individuo (e quindi non direttamente osservabili).

• Introduzione dei modelli (della mente) che di volta in volta possono fare riferimento a un’idealizzazione del sistema nervoso o ai circuiti di un elaboratore.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 52: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

52

La psicologia cognitiva moderna 2/2

James Gibson (1904–1979, psicologo statunitense) Durante la II Guerra Mondiale, molti psicologi sperimentali si

confrontarono con molti problemi di ordine militare quali la ricerca di modi per selezionare buoni piloti e addestrare degli operatori radar, e accadde che le allora dominanti teorie stimolo-risposta semplicemente avevano ben poco da offrire come soluzioni. Si resero necessari più dettagliati modelli di elaborazione dell’informazione umana.

• La prospettiva ecologica Le informazioni sono già presenti nello stimulus array, nella stimolazione come si presenta direttamente al soggetto; e da questo possono essere direttamente colte, senza dover ricorrere a sistemi computazionali, flussi informazionali, strutture rappresentazionali. E hanno senso per l’organismo che Ie coglie direttamente dalla stimolazione (percezione diretta) in quanto affordances (da to afford, fornire, presentare, rna anche essere in grado di far qualcosa) presentate dall’ambiente in relazione al valore evolutivo che hanno per l’organismo.

Donald Broadbent (1926–1993, psicologo inglese) Sviluppò il primo modello dettagliato di attenzione.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 53: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

53

La scienza dei computer

I comportamentisti avevano denunciato modelli di elaborazione mentale interna come ascientifici. Tuttavia, il computer digitale moderno fornì un chiaro esempio di un dispositivo che riceve input, li elabora attraverso una complessa serie di procedure interne e poi produce output.

Herbert Simon (nato nel 1916, Premio Nobel in economia nel 1978) e

Allan Newell (1927 – 1992, ricercatore in computer science e cognitive psychology) Furono dei leader nel costruire legami tra l’intelligenza artificiale e la nuova psicologia

cognitiva.

Alan Turing (1912 –1954, matematico e logico britannico) Uno dei padri della scienza dei computer, introdusse la macchina ideale ed il test che

portano il suo nome. Nel 1950 scrisse un articolo dal titolo “Computing machinery and intelligence” in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come il test di Turing: su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull'intelligenza artificiale.

• Già nel 1936 Turing aveva teorizzato una macchina basata su un unico nastro bidimensionale fatto di riquadri e contenente un simbolo in codice binario in ogni riquadro. Il programma di questa macchina è costituito dall’insieme delle istruzioni che fanno andare avanti e indietro il nastro e sostituiscono un simbolo con un altro.

Noam Chomsky (Filadelfia, 1928, filosofo e teorico della comunicazione statunitense) Diede un decisivo apporto alla psicologia cognitiva moderna cambiando radicalmente

le concezioni relative alla natura del linguaggio umano, dimostrando che il linguaggio non poteva essere appreso e compreso semplicemente dall’associazione di parole adiacenti, quanto piuttosto richiedeva computazioni su strutture astratte che esistevano nella mente dei parlanti e degli ascoltatori.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 54: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

54

La teoria computazionale della mente

L’insieme di questi lavori produsse un impatto profondo nella metà del 20mo secolo offrendo quelle idee di fondo che divennero le fondamenta della psicologia cognitiva e anche delle scienze cognitive in generale.

La teoria computazionale della mente (Computational Theory of Mind) La cognizione umana è basata su procedure

mentali che operano su rappresentazioni mentali astratte.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 55: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

55

Cap. 2

Psicologia Il posto della psicologia tra le scienze

cognitive Elementi di storia della psicologia La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 56: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

56

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

1/11

• Steven Pinker in Tabula rasa (2006), riassume in 5 idee la rivoluzione cognitivista degli anni ’50.

1. Il mondo mentale può essere radicato nel mondo fisico tramite i concetti di informazione, computazione e feedback.• Convinzioni e ricordi sono raccolte di informazioni, come

dati in un database, ma residenti in pattern, o configurazioni, di attività e struttura nel cervello.

• Pensare e pianificare sono modificazioni sistematiche di tali pattern, equivalenti alla messa in funzione di un programma per computer.

• Volere e tentare sono circuiti a feedback, simili al principio su cui si basa il funzionamento di un termostato: ricevono informazioni sulla discrepanza fra un obiettivo e l’attuale stato del mondo, dopodiché eseguono operazioni che tendono a ridurla.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 57: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

57

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

2/11

La teoria computazionale della mente sostiene che La mente è connessa al mondo tramite gli organi di senso, che

transducono energia fisica in strutture di dati nel cervello, e tramite programmi motori, grazie ai quali il cervello controlla i muscoli.

La teoria computazionale della mente non è la stessa cosa della metafora del computer, che fa pensare che la mente funzioni letteralmente come un database, un programma per computer o un termostato.• Essa dice soltanto che è possibile spiegare la mente e gli elaboratori di

informazione fabbricati dall’uomo ricorrendo ad alcuni degli stessi principi.

L’idea, derivata dalla rivoluzione cognitiva, secondo cui la mente è un sistema di moduli computazionali generativi universali fa cadere l’impostazione data da generazioni ai dibattiti sulla natura umana.

Gli esseri umani si comportano con flessibilità perché sono programmati: le loro menti sono dotate di un software combinatorio in grado di generare una serie illimitata di pensieri e comportamenti.• Il comportamento può variare a seconda della cultura, ma la struttura dei

programmi mentali che lo generano non ha bisogno di variare.• Il comportamento intelligente viene appreso con successo perché disponiamo

di sistemi innati per compiere tale apprendimento. E se tutti possono avere motivazioni buone o cattive, non tutti possono tradurle in comportamento allo stesso modo.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 58: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

58

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

3/11

2. La mente non può essere una tabula rasa, perché una tabula rasa non fa niente

Leibniz (1646–1716, filosofo francese) che, dopo aver ripetuto il motto empirista «nulla è nell’intelletto che prima non sia stato nei sensi», aggiunse: «Eccetto l’intelletto stesso».• Qualcosa di innato dev’esserci nella mente, non fosse altro

che i meccanismi che compiono l’apprendimento. Il dibattito natura-cultura tra gli scienziati cognitivisti

• Tutti riconoscono che, in mancanza di un circuito innato che lo metta in atto, non può esserci alcun apprendimento.

• Tuttavia, le opinioni sulla quantità di attrezzatura base di cui è dotata alla nascita la mente umana continuano a distribuirsi su un ampio spettro.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 59: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

59

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

4/11

Il primo estremo, ebbe origine Massachusetts Institute of Technology, è collocato dai suoi fan al Polo Est

Jerry Fodor (1935-, filosofo della mente statunitense) ha avanzato l’ipotesi che tutti i concetti possano essere innati (persino pomello della porta e pinzette);

Noam Chomsky, la parola apprendimento è fuorviante, e si dovrebbe invece dire che i bambini sviluppano il linguaggio.

Il secondo estremo, vide la luce alla University of California di San Diego, è collocato al Polo Ovest

Nel loro manifesto, Rethinking Innateness: A Connectionist Perspective on Development, di Bates, Elman et al.• I connessionisti, fra cui Rumelhart, McClelland, Elman e Bates,

costruiscono al computer modelli relativamente semplici, che poi raffinano al massimo grado.

Entrambi gli schieramenti sono concordi nel ritenere che:• nessuna regola di apprendimento può essere interamente priva di

contenuto teorico né la tabula può mai essere completamente rasa.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 60: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

60

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

5/11

3. Da un numero finito di programmi combinatori nella mente può essere generata una gamma di comportamenti infinita.

Le azioni umane non vengono scelte da un repertorio di reazioni automatiche, come un pesce attacca un puntino rosso.

Il linguaggio è la quintessenza del carattere creativo e multiforme del comportamento umano.• Chomsky sostiene che la lingua, nonostante tutta la sua

mancanza di precisi limiti, non è un caos, ma obbedisce a regole e pattern. Un locutore può pronunciare stringhe di parole senza precedenti

come Ogni giorno nascono nuovi universi, o La mia macchina è stata mangiata da dei ghiottoni, ma nessuno combinerebbe queste parole in Macchina la mia mangiata è stata dei ghiottoni da, o in mille altre combinazioni possibili.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 61: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

61

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

6/11

Questo qualcosa è una sorta di software, una grammatica generativa. Se il repertorio di frasi è teoricamente infinito, è

perché le regole della lingua ricorrono a un trucco detto ricorsività.• Una regola ricorsiva permette che una frase contenga un

esempio di se stessa, come in Lei pensa che lui pensa che loro pensano che lui sa e così via, ad infinitum.

• E se è infinito il numero di frasi, è infinito anche il numero di possibili pensieri e intenzioni: praticamente ogni frase, infatti, esprime un diverso pensiero o intenzione.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 62: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

62

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

7/11

4. A variazioni superficiali fra una cultura e l’altra possono essere sottesi meccanismi mentali universali.

Gli esseri umani parlano circa 6mila lingue vicendevolmente inintellegibili, ma i programmi grammaticali presenti nelle loro menti differiscono molto meno dei suoni che escono dalle loro bocche.• Sappiamo da tempo che tutte le lingue umane possono

veicolare gli stessi tipi di idee. La Bibbia è stata tradotta in centinaia di lingue non occidentali. Che si possa usare qualunque lingua per trasmettere qualunque messaggio, fa pensare che tutte le lingue siano fatte della stessa stoffa.

Tutte le lingue umane possono veicolare gli stessi tipi di idee.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 63: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

63

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

8/11

Chomsky ha avanzato l’ipotesi che le grammatiche generative delle singole lingue siano variazioni su un’unica forma, che ha definito grammatica universale.

In inglese il verbo precede il complemento oggetto (drink beer) e la preposizione il sostantivo (from the bottle);in giapponese, invece, il complemento oggetto precede il verbo (birra bere) e il sostantivo la preposizione o, più esattamente, la posposizione (la bottiglia da).

• Ma entrambe le lingue hanno verbi, complementi oggetto e pre- o posposizioni, anziché altri tipi degli innumerevoli dispositivi immaginabili in grado di far funzionare un sistema di comunicazione. E ancora più significativo è che lingue non imparentate costruiscano le loro frasi assemblando una testa (come un verbo o una preposizione) e un complemento (come un sostantivo), e assegnando ai due un ordine costante.

In inglese la testa viene prima, in giapponese dopo, ma tutto il resto nella struttura delle frasi delle due lingue è identico. Ed è così frase dopo frase, lingua dopo lingua.

I tipi comuni di teste e complementi possono essere ordinati in 128 modi logicamente possibili, ma il 95% delle lingue del mondo usano o l’ordinamento all’inglese o quello speculare, alla giapponese,

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 64: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

64

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50

9/11

Paul Ekman e Richard Lazarus chiamano programmi affettivi o formule “se-allora” (si noti la terminologia computazionale) quei meccanismi mentali che rendono intellegibile un comportamento emotivamente. Gli stimoli e le risposte possono differire, ma gli

stati mentali sono gli stessi, che siano o no perfettamente designati nella nostra lingua da parole specifiche.

Come avviene per il linguaggio, senza qualche meccanismo innato per la computazione mentale non ci sarebbe modo di apprendere le parti di una cultura che vanno apprese.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 65: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

65

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50 10/11

5. La mente è un sistema complesso composto da molte parti interagenti.

Gli psicologi che studiano le emozioni nelle diverse culture hanno compiuto un’altra importante scoperta: le espressioni facciali schiette sembrano essere le medesime ovunque (sebbene in alcune culture s’impari a mantenere in pubblico un volto impassibile).• Una semplice spiegazione è che i programmi affettivi innescano

espressioni facciali identiche in tutti, ma che, a decidere i momenti in cui esse possono essere mostrate, interviene un sistema separato di «regole di esibizione».

La mente non è una sfera omogenea investita di poteri unitari (come l’intelletto o l’intendimento) o tratti validi per tutti, ma è modulare ed è dotata di sistemi di elaborazione dell’informazione distinti per filtrare le distrazioni, apprendere tecniche, controllare il corpo, ricordare fatti, tenere temporaneamente in serbo l’informazione e memorizzare ed eseguire regole.• Intrecciate a questi sistemi di elaborazione dei dati vi sono le facoltà

mentali (intelligenze multiple) dedicate a tipi diversi di contenuti come il linguaggio, i numeri, lo spazio, gli utensili e gli stessi esseri viventi.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione

Page 66: Prof. Stefano Federici email: stefano.federici@unipg.it A. A. 2008-2009 Università degli Studi di Perugia Facoltà di Scienze della Formazione Introduzione

66

5 idee della rivoluzione cognitivista degli anni ’50 11/11

Come si formano questi moduli? Gli scienziati cognitivisti del Polo Est sospettano che i moduli a

base contenutistica siano in larga misura differenziati dai geni; Gli scienziati cognitivisti del Polo Ovest ritengono invece che

abbiano inizio come lievi inclinazioni innate dell’attenzione e poi si coagulino in ragione di pattern statistici nell’input sensoriale.

II risultato è che uno stimolo o un’abitudine emergente da un modulo può essere tradotto in comportamento in modi diversi, o del tutto soppresso, da qualche altro modulo. Per esempio al pronunciare mentalmente la parola stampata che

leggiamo è sotteso un modulo detto sistema abitudine. Ma un altro modulo, il sistema direttivo di sorveglianza, può non tenerne conto per concentrarsi sull’informazione attinente un dato problema, come nominare il colore dell’inchiostro in cui la parola è stampata o escogitare un’azione che si accordi con la parola.

• Per questo possiamo fantasticare anche mentre leggiamo.

1. Il posto della psicologia tra le scienze cognitive

2. Elementi di storia della psicologia

3. La scienza dell’elaborazione dell’informazione