ravenna in magazine - 01/2010

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00 Giuliano Resca La mia avventura imprenditoriale Anna Mantice Imprenditrice verace Sulle orme di Caravaggio Amabili resti Umberto Mario Testoni La poesia nel paesaggio Ravenna

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All’ombra dei campanili bizantini, inizia con IN Magazine un nuovo viaggio alla scoperta della Ravenna capace di fare cose che piacciono al mondo, di fare scuola col suo modo di fare impresa, in passato come oggi.

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Umberto Mario Testoni La poesia nel paesaggio

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Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010

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Lo storico dell’Economia Carlo Cipolla, per descrivere le piccole aziende artigiane che, realmente, hanno “fatto” l’Italia nel secondo dopoguerra, parlava di realtà che hanno “costruito all’ombra dei campanili cose che sono piaciute al mondo”. Davanti alle cronache di queste settimane, in cui sembra anacronistico parlare di moralità ed etica, l’unica cosa da fare sareb-be forse mettersi a ridere. Per non disperarsi del tutto. Prima ancora, tuttavia, cercare di orientarsi per capire da dove ripartire.E restando ancora a Cipolla, che nel 1976 teorizzava le leggi della stupidità umana, come non medi-tare pensando che, sull’esaltazione della stupidità a scapito dell’intel-ligenza, un celebre brand italiano del denim ha costruito la sua nuova campagna di comunicazione? Biso-

gnerebbe porsi qualche domanda in merito: partendo dal fatto che i primi non stupidi, gli “smart” (contraltare degli “stupid”) sono proprio gli ideatori della pubblici-tà, che hanno solleticato l’orgoglio della (presunta?) massa stupida. Che forse tanto presunta non è (e allora quelli dei jeans c’hanno az-zeccato in pieno) se lascia ancora girare per la strada geni della new economy che invece le indagini sma-scherano come ladri.Ecco che, alla fine, l’ombra del campanile, simbolo di un’Italia che funzionava, forse è l’unica via d’uscita. Meglio ripartire dalla por-ta di casa, dalla periferia di un im-pero malato, e riproporsi al mon-do. Il “glocal” (anche stavolta non si è inventato nulla) è una necessità del mercato, ma anche la stanchez-za verso un sistema bollito.

E Ravenna, di cose che piacciono al mondo, costruite all’ombra dei campanili bizantini (sui quali non bisogna ma smettere d’investire, sia chiaro) o nei paraggi, può dire di fare scuola, in passato come oggi. Iniziando da Giuliano Resca, fon-datore di COSMI e ancora punto di riferimento per quest’azienda leader nel campo delle manuten-zioni industriali, specializzata negli impianti offshore. Passando poi a un brillantissimo ravennate, Federico Marchetti di Yoox, portale della moda di recente entrato in Borsa, illustre testimonial tra altri esempi di nuove idee d’impresa, grandi e piccole, che sembrano vincenti. Un’imprenditrice verace, capace al lavoro e affabile nel quotidiano, è invece la ravennate adottiva (napo-letana d’origine) Anna Mantice.Belle storie ad aprire un numero come sempre ricco di spunti, tra arte, storia, territorio e scienza. Per-ché è con un tuffo nella ricerca che chiudiamo la nostra presentazione. Nell’anno delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Caravaggio, anche Ravenna è protagonista, gra-zie al Laboratorio di Antropologia della Facoltà di Beni Culturali. Qui sono arrivate, per essere studiate, e forse identificate in quelle del grande pittore, le ossa recuperate nel cimitero di Porto Ercole, dove morì l’artista. Preziosi resti attual-mente sotto studio, che forse po-tranno fare nuova luce sulla storia del geniale artista. Buona lettura!

Sano Campanilismo

di Andrea Masotti

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R.O.C.: Poste Ita

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Alfredo

Aureli

Tra impresa e Fondazione

Patrizia Rinaldis Regina dell’accoglienza

Roberto Ricci Ordine e progresso

German Scarone Parola di Capitano

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Stefano

Scozzoli

Menabó, 25 anni nel segno della comunicazione

Viaggio nell'innovazione Provincia high-tech

Montesorbo e dintorni Storie di prodigi

Giuliano Missirini La penna oltre la guida

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GiulianoRescaLa mia avventuraimprenditorialeAnna Mantice Imprenditrice verace

Sulle orme di Caravaggio Amabili resti

Umberto Mario Testoni La poesia nel paesaggio

Ravenna

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Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010

Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010

Anno IX - N. 1 - FEBBRAIO - MARZO 2010

Editoriale |

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione:

Via Napoleone Bonaparte, 50

47100 Forlì

tel. 0543.798463

fax 0543.774044

www.inmagazine.it

[email protected]

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:

Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi,

Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Emanuele Dall’Acqua

Controllo produzione e qualità:

Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale:

Roberta Missiroli.

Collaboratori:

Lidia Bagnara, Roberta Bezzi, Andrea

Casadio, Anna De Lutiis, Massimo

Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia

Graziani, Matteo Ranucci, Aldo

Savini, Michele Virgili, Francesca

Zampiga.

Chiuso per la stampa il 25/2/2010

Sommario

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IN Magazine | 5

3 Editoriale|

6 Annotare| Brevi IN

12 Essere| Giuliano Resca

18 Ideare| Nuovi mestieri crescono

22 Conoscere| Anna Mantice

26 Ricercare| Sulle orme di Caravaggio

30 Riscoprire| Istituto “Friedrich Schurr”

34 Creare| Umberto Mario Testoni

40 Visitare| Il Cammino di San Vicinio

50 Incontrare| Luisa Fiorentini

52 Vincere| Rugby Football Club

54 Migrare| Giuseppe Tagliavini

56 Leggere| Novità in libreria

58 Scegliere| Shopping

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Teatri, maschere e spettacoli

nel mondo antico

Ravenna - È stato presentato lo scorso 19 febbraio in anteprima, la

mostra “Histrionica” organizzata da Fondazione RavennaAntica. Il

percorso della mostra è suddiviso in cinque sezioni: i soggetti teatrali che arredavano la casa romana; la bottega dell’arte, ovvero i modelli

originali per la produzione di maschere teatrali; gli edifici teatrali;

il teatro romano (commedia, tragedia e i vari personaggi stereotipati

protagonisti delle opere); infine, una quinta sezione è dedicata alle

origini del teatro, partendo dal mito di Dioniso. Temi evocati con statue,

mosaici, affreschi, oscilla, maschere, vasi e lucerne. Il visitatore potrà ammirare un notevole corpus di

maschere legate ai generi teatrali, che provengono, in gran parte, dagli

scavi delle città sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C e dai musei

dell’Emilia Romagna. “Histrionica” si svolge a San Nicolò dal 20 marzo al

12 settembre. (A.D.L.)

Documentario sulla Linea Gotica

Ravenna - Il Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna e la Fondazione

hanno finanziato il documentario Lo sfondamento della Linea Gotica. Il

progetto, curato da Antonio Graziani è il risultato dell’analisi di oltre

300 ore di documenti filmati degli avvenimenti bellici dell’Archivio dell’Istituto Luce di Roma e del Dipartimento Cinematografico

dell’Imperial War Museum di Londra. I filmati originali sono stati

arricchiti dalla voce narrante di Sergio Sperati e dalle musiche di

Marco Versari. Il montaggio è a cura di Luca Bartolomei. Al documentario

è abbinato il volume fotografico omonimo.

Ex tenebris ad lucem, il Festival 2010

Nuovo direttore per il Centro Dantesco

Ravenna - “Con il titolo Ex tenebris ad lucem, dalle tenebre alla luce, tradotto anche in dialetto romagnolo S’l’è nöt u s’farà dè, vogliamo dedicare l’edizione di quest’anno a tutti i sepolti vivi che hanno perduto la luce a L’Aquila e a Haiti.” Con queste parole Cristina Mazzavillani Muti ha annunciato la XXI edizione del Ravenna Festival in un Teatro Alighieri affollatissimo. Il vastissimo programma, dal 9 giugno al 13 luglio, comprende, come di con-sueto Opera, Concerti, Musical, Dan-za, Teatro, InTemploDomini, Eventi speciali. Sul podio si alterneranno grandi direttori d’orchestra come

Abbado, Dutoit, Muti, Temirkanov. Al Pala Credito di Romagna (ex Pa-laFiera) di Forlì sarà presentato il grande musical Evita. Coerente con il tema, Cristina Mazzavillani Muti curerà la regia dell’opera Tenebræ, te-sto tratto dagli scritti di Massimo Cac-ciari musicato da Adriano Guarnieri, eseguito dall’Ensemble strumentale dell’Orchestra Cherubini, con sce-nografie virtuali di Ezio Antonelli e Live Electronics di Luigi Ceccarelli. Lo Standard Trio (Keith Jarrett, Gary Peacock, Jack De Johnette) conclude-rà l’edizione il 13 luglio. www.ravennafestival.org (A.D.L.)

Ravenna - Padre Ivo Laurentini è sta-to di recente nominato nuovo diret-tore del Centro Dantesco. Primo in-contro ufficiale, quello con il sindaco. “Nella nostra città - ha commentato Fabrizio Matteucci - la passione per Dante è radicata. Come testimoniano le decine di appuntamenti che ogni anno compongono il programma del Settembre Dantesco.” L’incontro con Padre Laurentini è stata l’occasione per un primo scambio di idee. “Con la nostra candidatura a Capitale Eu-ropea della Cultura - ha proseguito il

sindaco - ci siamo posti un obiettivo ambizioso. E le iniziative dantesche sono un’altra carta da spendere per raggiungere questo traguardo.”

Annotare | Brevi IN

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Ravenna - Lo scorso 23 gennaio ha visto due importanti eventi. Il Conve-gno per ricordare Arrigo Boldrini e la Targa a ricordo di quattro uomini che hanno onorato il Paese: Giovan-ni Mazzotti, uomo di profonda cul-tura liberale, antifascista; Giuseppe Fuschini, che affrontò i temi della disoccupazione, della condizione del mondo contadino, del suffragio uni-versale, del voto alle donne; Benigno Zaccagnini, medico, personaggio po-

litico di grande spicco che iniziò il suo percorso come giovane dirigente di associazioni cattoliche negli anni del regime; Arrigo Boldrini, tra i primi organizzatori delle formazioni parti-giane della Romagna, noto come Bu-low. La targa a loro dedicata, scoperta alla presenza di Rosy Bindi, li ricorda con le seguenti parole: “Antifascisti ravennati, protagonisti della stagione costituente, fondatori della Repubbli-ca democratica italiana”. (A.D.L.)

I Preraffaelliti e il sogno italiano

Ravenna - Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones,

i Preraffaeliti sono in mostra al Museo d’Arte della Città. Inaugurata

il 28 febbraio, la mostra resterà aperta fino al 6 giugno. Il movimento

dei Preraffaelliti, in inglese “Pre-raphaelite Brotherhood”, s’impose

come risposta all’accademismo ufficiale, per il recupero di un’arte

spontanea e ispirata alla natura, identificata con l’arte dei pittori

del passato prima di Raffaello (di qui il nome) e per ricondurre

alla brillantezza dei colori, all’attenzione ai particolari naturali,

all’estrema semplicità e all’intensità dell’espressione, tutti elementi della pittura medievale che affascinarono il gruppo di giovani artisti inglesi, tra i quali emersero rapidamente Dante

Gabriel Rossetti, nato a Londra da genitori di origine abruzzese, Hunt,

Millais, Burne-Jones. Grande fu lo slancio verso tutto quanto era

italiano: arte, paesaggio, letteratura e storia. In mostra troviamo i

quadri di coloro che hanno ispirato la Confraternita inglese: Beato

Angelico, Perugino, Giovanni Costa e molti altri, insieme a quelle dei

maggiori esponenti dei Preraffaelliti da Hunt a Rossetti, da Burne Jones

a Burgess, da Corbet a Crane, a Howard e tanti altri. (A.D.L.)

È ravennate il presidente di Asshotel

Ravenna - L’albergatore ravennate Filippo Donati è stato nominato, lo scorso fine gennaio, presidente na-zionale di Asshotel-Confesercenti.

“L’Emilia-Romagna - ha dichiarato - rappresenta un sistema virtuoso a livello nazionale sotto l’aspetto turi-stico. Anche a Ravenna si sta diffon-dendo una forte mentalità turistica; anche gli alberghi storici della città sono cresciuti, investendo nel rinno-vamento.” I numeri dei flussi turistici sembrano avere premiato la città nel 2009. I turisti, ha dichiarato Donati, “vedono Ravenna organizzata, pulita, con un’ottima rete di pubblici eserci-zi. Ma bisogna continuare a investire nelle infrastrutture, in particolare un sistema di collegamenti veloci con Bologna.”

Una targa per i Padri della Patria

8 | IN Magazine

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Ravenna - Freewheeling pensa alla coppia, con Brigitta e Pacific Heights, bici da strada per “innamorarsi del ciclismo” alla prima pedalata. Quali-tà FRW, componenti di prima scelta, telaio messo a punto dal reparto ri-cerca e sviluppo Freewheeling e gra-fica per un partner look perfetto anche sulle due ruote. Brigitta è un modello nuovo nella gamma 2010, che rispon-de alla volontà di proporre anno per anno modelli destinati specificamente alla donna: ha un telaio in alluminio

a doppio spessore (molto leggero) con tubo orizzontale molto basso (caratte-ristico del telaio donna) e geometrie espressamente calcolate per il gentil sesso, colorazioni necessariamente lady: bianco/rosa e bianco/azzurro. Pacific Heights è un modello da corsa con telaio in alluminio e manubrio dritto: adatta a chi cerca un modello da strada senza velleità agoniste. La colorazione azzurra e bianca le dà un tono raffinato, per chi non tralascia lo stile neanche in bici. www.frwbike.it

Al via la primavera cervese

Cervia - Fiera di San Giuseppe e riapertura della Casa delle Farfalle.

Dal 14 al 21 marzo è in programma la Fiera, con la “focarina” gigante,

e la Sagra della Seppia, alla 12a edizione, dal 17 al 21 presso il Centro

Commerciale di Pinarella. Il 14 marzo è rievocata l’antica usanza

della “focarina” con un grande falò in spiaggia e lo spettacolo pirotecnico

sul mare. La “Sagra della Seppia” celebra il momento in cui la pesca del prelibato mollusco è più abbondante.

Infine, dopo il breve periodo di chiusura, riapre la Casa delle

Farfalle & Co. L’appuntamento è per il 13 marzo a Milano Marittima.

www.turismo.comunecervia.it

Un palco d’amore e solidarietà

Ravenna - Quando danza e comicità fanno rima con solidarietà. Sono

i contenuti e lo scopo di “Un palco d’amore” che va in scena giovedì

4 marzo (ore 20.45), al Teatro Alighieri, il cui ricavato è devoluto

in beneficenza in favore di una casa-famiglia per bambini orfani e

abbandonati. L’evento è organizzato dalla Deha Ballet School e dal

Lions Club “Dante Alighieri”, con il patrocinio del Comune. S’inizia con

la danza, con le coreografie ispirate alla storia di Pinocchio, realizzate

dagli insegnanti Carla Rizzu, Claudia Bosco, Valentina Poggi, Claudio

Campanelli e Fausto Spighi. In scena il corpo di ballo della Deha Ballet School. La seconda parte

dello spettacolo è all’insegna della comicità con Paolo Cevoli, affiancato da Claudia Penoni, direttamente dal palcoscenico di “Zelig”. Info: Teatro

Alighieri, tel. 0544/249244. (R.B.)

Gli Smart Center De Stefani

Ravenna e Imola - Due nuovi punti dove gli appassionati della piccola city car possono trovare tutte le novi-tà di prodotto. Inoltre, informazio-ni, accessori, smartware e personale qualificato per l’assistenza post-ven-dita. Sono gli Smart Center che De

Stefani, già concessionaria ufficiale di vendita ed assistenza Mercedes-Benz, ha inaugurato a novembre a Ravenna e Imola. Due show-room, dove sono in mostra la gamma completa Smart e l’usato selezionato De Stefani.

La bicicletta partner look Frw

10 | IN Magazine

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GORZA forl�in febbraio 16-02-2010 15:13 Pagina 1

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Ferrarese d’origine, da oltre quarant’anni a Ravenna, Giuliano Resca può vantare una vicenda professionale itinerante, culminata nel ’74 con la fondazione di COSMI, realtà tra le più attive nel campo delle manutenzioni industriali e specializzata in particolare nell’offshore.

testo Antonio Grazianifoto Lidia Bagnara e Massimo Fiorentini

Fronte del Porto

“Sono arrivato a Ravenna nel 1966 per la costruzione a Porto Corsini di un impianto industriale. Il lavo-ro aveva una durata prevista di 45 giorni: sono passati 45 anni e sono ancora qui.”GiulianoResca, 70 anni, nativo di Ferrara, è il fondatore della CO-SMISpa, impresa per costruzioni e manutenzioni industriali, spe-cializzata nel campo dell’Oil&Gas, il cosiddetto settore industriale dell’offshore.Nata a Ravenna nel ’74, COSMI rappresenta una delle realtà eco-nomiche più attive del porto ro-magnolo e in Italia, con un fattu-rato intorno ai 50 milioni di euro e punte di 400 dipendenti. Non

sorprende, quindi, che sia sorta a Ravenna e che la città del mosai-co sia diventata il maggior centro per le attività offshore in Italia. Il gas consumato nel nostro paese viene, infatti, estratto in gran parte dalle piattaforme al largo dell’Adriatico.LavitaeilsuccessodiRescahan-nodell’avventuroso. “A 18 anni ho preso la valigia e ho cominciato a girare il mondo. Il mio lavoro iti-nerante ha avuto inizio a Milazzo, in Sicilia, dove sono andato a fare il tubista nell’allora nascente raffi-neria di Moratti.” Ma già prima, a13anni,duranteilgiornolavoravainofficinaelaserafrequentavalescuoletecnicheperdiventaredise-gnatoremeccanico. Lo è diventato,

Essere | Giuliano Resca

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ma il suo destino è stato quello di fare il tubista cioè, spiega lui stesso, “montare tutti i tubi che si trovano negli impianti chimici, petrolchi-mici e nelle raffinerie per il passag-gio dei liquidi e dei gas. È dipeso tutto da una questione di carattere economico; infatti, un disegnatore meccanico percepiva circa 30.000 lire al mese, il tubista il doppio.” Da Milazzo, dopo circa sei mesi, è in Calabria e poi a Ravenna.“Qui c’ero stato la prima volta nel 1956, a 16 anni, per lavori di ma-nutenzione all’ANIC, inaugurata l’anno prima. Sono poi tornato a Ravenna per la costruzione dello Stabilimento della Soia di Ferruzzi.”Assolta la leva militare (“sono ca-pitato nell’ultimo scaglione con la ‘naia’ a 18 mesi”) Resca è inviato prima in Sardegna a fare il capo-squadra alla Saipem, poi, per 13 mesi, in Grecia per la costruzione della raffineria di Salonicco.“Nel frattempo mi ero sposato con Alba, 24 anni io, 20 lei: due ragaz-zini. Nel 1964 ero diventato padre di Sonia; la seconda, Milena, è nata nel 1970. Milena ha seguito il marito che lavora negli Stati Uniti mentre la maggiore e suo marito lavorano in COSMI. Dalle mie fi-glie ho avuto la gioia di due nipoti-ni bellissimi.”Finiti i lavori in Grecia per Resca è previsto il trasferimento in Libia a Marsa el Brega, ma durante i gior-

ni di attesa dei documenti viene a sapere che la Saipem aveva aperto a Porto Corsini il cantiere per la realizzazione delle piattaforme of-fshore. “Convinco l’azienda a trasfe-rirmi nel ravennate per 45 giorni, argomentando la mia richiesta con il fatto che avevo una bambina pic-cola e che Ravenna era più vicina a Ferrara dove stavo sistemando casa.” EquisièrealizzatalasvoltadellavitadiResca. Doveva rimane-

re per un mese e mezzo, ma quel periodo non si è più interrotto.Raccontaconorgogliodiesseresta-toilprimoafarelamessainpro-duzionedegli impiantidell’estra-zionedelgasamare. “L’Agip era la committente ma le piattaforme le abbiamo costruite noi della Sai-pem. Ed io facevo parte della pri-ma squadra”.Finita la costruzione delle piatta-forme la Saipem dispone il suo

In queste pagine Giuliano Resca nell’officina COSMI al porto San Vitale e negli

uffici dell’azienda.

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trasferimento all’estero nelle Antille. Il tubista trova, in-vece, il modo di farsi assumere dalla Delfino di Milano e resta a Ravenna a costruire impianti chimici all’interno dell’Anic. NellamentediRescacominciaafarsistradailpensierodidarevitaadunapropriasocietà.L’occasionesipresentòungiornodel1970. “Trovandomi nel solito bar di Ferrara che continuavo a frequentare nonostante abitassi già a Ravenna, dove nel frattempo avevo comprato casa, decisi, quasi per scherzo, insieme a dodici amici, di costi-tuire, con 50.000 lire a testa, una società di montaggio d’impianti che battezzammo CECMI, Costruzioni estensi montaggio impianti”.Dopo tre anni abbandona la società ormai troppo ferrare-se e prende la decisione di mettersi in proprio a Ravenna, dove si erano dilatati i suoi interessi. Nasce la COSMI, Costruzioni montaggi impianti, con Resca socio di rife-rimento.”Le mie decisioni le ho potute prendere perché avevo una famiglia che mi supportava e due genitori eccezionali. Sia-mo quattro figli, di cui uno è quel Mario Resca, di recente

nominato dal ministro per i Beni e le Attività Culturali consigliere per le politiche museali. Nostra sorella ci tiene come una chioccia, grazie a lei il Natale ci vede uniti attor-no alla stessa tavola. Devo ringraziare anche mia moglie, che si è sempre fatta carico di tutti gli impegni di famiglia, mentre io ero assorbito totalmente dal lavoro.”COSMI cresce negli anni e avvalendosi della professiona-lità e dell’esperienza di aziende collegate o partecipate è oggi attiva nei settori dell’Oil&Gas per l’esecuzione di montaggi meccanici su impianti onshore e offshore; del Power, per lavori di ristrutturazione di centrali elettriche esisten-ti e la costruzione di nuove; del Chemical&Petrolchemical

È tra le imprese più attive nel campo dell’Oil&Gas

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per la costruzione, il montaggio e la manutenzione di impianti nel mondo; del Maintenance, servizio di avanguardia nella manutenzione meccanica ed elettro-strumentale e dell’Engineering per la fornitura di impianti chiavi in mano.Di grande importanza i progetti eseguiti in Italia e in Libia per Eni, Saipem, Snamprogetti ed Enel. Come gruppo, COSMI è prota-gonista nel mercato nazionale ed estero attraverso società control-late. Molto attento alle politiche per la qualità, per la sicurezza sul lavoro e per l’ambiente, il gruppo è stato anche protagonista nell’in-stallazione e nella messa in produ-zione del rigassificatore di Porto Viro, primo impianto al mondo ad essere installato offshore, cioè lon-tano (in questo caso 15 km) dalle coste e invisibile da terra.Resca ha ricoperto e ricopre ca-riche nelle organizzazioni indu-striali: è stato presidente dell’Api, fa parte del consiglio della Confin-

dustria ravennate e ha presieduto la Commissione permanente ma-rittima della Camera di Commer-cio. “Posso gloriarmi di essere sta-to uno dei due promotori di OMC (Offshore Mediterraneam Conference) di Ravenna, diventata, anche per merito dell’Eni, una delle più im-portanti manifestazioni mondiali dell’offshore”.Pur non ricoprendo più incarichiufficialiinazienda,Rescarappre-sentaancoral’imprescindibilepun-todiriferimentopermanagemente clienti, anche se ama definirsi“soltanto”presidenteonorario. Ha alcuni principi basilari sui quali fonda la sua filosofia esistenziale e imprenditoriale. “Conto molto sui giovani, sono il nostro futuro e non è vero che non hanno obiet-tivi. La scuola è importante, ma la vita è la vera università: leggere i giornali, tenersi informati, guarda-re il mondo e ascoltare le persone, anche le più umili. Hanno sempre qualcosa da insegnare.” IN

L’imprenditore con, alle spalle, l’immagine di una piattaforma. “Ai tempi della Saipem - dice - feci parte della prima squadra

che costruì gli impianti per l’estrazione del gas in Adriatico.”

Il gruppo COSMI in breve

Protagonista del mercato nazionale, grazie al know-how tecnologico

acquisito e alla capacità di gestire progetti su ampia scala, il gruppo

ha sviluppato nel tempo la propria presenza anche sul mercato estero.

Iniziative Industriali Srl: nasce nel 1987 e si sviluppa nel settore dell’impiantistica petrolchimica e

oggi rappresenta una solida realtà industriale nel centro e sud Italia.Progepi Srl: si occupa dal 1988 di

progettazione di impianti industriali nei settori chimico, petrolchimico e

ecologico.Aquavis Srl: La Società ha come

obiettivo quello di utilizzare il proprio know-how per la produzione e la distribuzione di energia da fonti

rinnovabili.Iniziative Industriali Sarl: società

del Gruppo presente in Francia. COSMI Libyan Branch: dal 1998 il

gruppo è presente in Libia con una filiale per lo sviluppo del settore Oil

& Gas in quell’area.COSMI Kazakhstan Llp: società

specializzata nel settore Oil & Gas nell’area del Mar Caspio

settentrionale.

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quartadimensione

Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it

Arredamenti e progettazione d’interni

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Da Federico Marchetti, classe 1969, paladino dell’e-commerce della moda col portale Yoox, passando per i magazzini self storage, l’open shop sempre aperto e il negozio dedicato ai prodotti eco compatibili, un piccolo viaggio tra le attività più innovative che vedono protagonisti Ravenna o alcuni suoi illustri cittadini.

testo Roberta Bezzi - foto Massimo Fiorentini

Quando l’idea è Vincente

Nuove attività “sbarcano” a Raven-na, frutto dei tempi che cambiano, mentre ideeinnovative hanno tra-sformato un paio di ravennati in personaggi di caratura nazionale. Uno di questi è FedericoMarchetti, classe 1969, con il sogno di diven-tare imprenditore sin da bambino. Dopo gli studi di economia alla Bocconi di Milano, l’Mba alla Co-lumbia Business School di New York e qualche esperienza come consi-gliere personale di alcuni ammini-stratori delegati e designer dell’in-dustria della moda, ha la giusta illuminazione nel 2000: Yoox, che gli ha permesso di combinare quelli che ancora oggi sono i suoi interessi principali, ovvero retail,moda,lussoemedia. “Mi manca-vano ancora i capitali e quella che io amo chiamare ‘scintilla occasio-

nale’ - illustra Marchetti. La mia fu l’incontro con Elserino Piol, il fondatore dei fondi venture capital Kiwi. Allora in Italia sull’e-commer-ce non c’era preparazione, quindi ho ‘messo su’ un piccolo team di persone fidate e il 21 giugno 2000 yoox.com ha iniziato ad accettare i primi ordini. OggiYooxGroupvan-tacentrilogisticieufficiinEuropa,StatiUnitieGiapponeedistribuiscein67Paesidelmondo.” Marchetti è considerato il paladino dell’e-com-merce. Com’è oggi il rapporto tra web e alta moda? “Per troppi anni i marchi del lusso hanno guardato con scarso interesse al web, ma c’è stata la svolta perché se n’è capito il potenziale, non solo come canale distributivo, ma di comunicazione e contatto con i clienti finali - spie-ga il fondatore di Yoox. Nel 2000

non è stato per nulla facile convin-cere i brand a vendere per la prima volta in un negozio online. Ho fat-to da apripista ma gradualmente sono arrivati a centinaia e anche gli italiani hanno iniziato a com-prare alta moda su internet. Man mano che questo processo di edu-cazione e accompagnamento pro-cedeva e si sostanziava con numeri di fatturato sempre più importan-ti, i brand si sono fatti sempre più interessati e hanno iniziato a pen-sare anche ad avere un proprio ne-gozio online all’interno del loro sito istituzionale.” Così,nel2006,YooxGrouphainiziatoacostruireegestirepercontodeipropripartnerstoriciilnegoziomonomarcasuin-ternet, fino a diventare un gruppo che gestisce su scala globale - oltre al proprio “storico” negozio yoox.

Ideare | Nuovi mestieri crescono

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Ph.

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com e thecorner.com - 17 online store per altrettanti brand, tutti “Po-wered by Yoox Group”. Da aggiun-gere poi che, e questa è cronaca recente, nel 2009 è arrivata la quo-tazione in borsa.Sul fronte delle nuove attività a Ravenna, da segnalare anzitut-to l’inaugurazione - lo scorso 16 gennaio - di InboxWorld’sStorage a FornaceZarattini, iniziativa del gruppo di Cinema City. Si tratta di un servizio di affitto di locali che possono essere utilizzati per le più diverse esigenze di aziende e pro-fessionisti, ma anche per i privati. Il progetto è realizzato dalla socie-tà Dallas per un totale di 13mila mq di superficie coperta. Sonogiàpronti260localitraboxecantinette che diventeranno, alla fine, circa un migliaio di box dai 3 ai 37 mq a seconda della necessità. Il servizio, come in America, è il più flessibile possibile in termini di metratura, durata, utilizzo e prezzo (a partire da un euro al giorno per box di 3 mq, cinque euro per 15 mq). Dopo la prima multisala, il Cinema City

e l’Autohotel, il primo motel con auto a Ravenna, ecco questo nuo-vo storage. “È un’idea nata tre anni fa durante un viaggio negli Stati Uniti, dove il concetto di imma-gazzinaggio fai da te self storage è piuttosto diffuso - spiega MauroLazzarini, uno dei soci. Anche in una città come Ravenna ci sono aziende e piccoli artigiani che, non avendo un capannone industriale, possono aver bisogno di un box da

affittare. Finora abbiamo avuto ri-scontro da privati, per traslochi, per una barca, sci, roulotte, cam-per. È un’attività aperta dalle 6 del mattino alle 22 di sera, completa di videosorveglianza 24 ore su 24.”Viene dall’estero anche l’idea del primo OpenShop24, automatic food & drink, aperto in gennaio in viale Newton 50/A. 24 ore su 24, 7 giorni su 7, qui è possibile trovare snack, caffè, bevande calde e bibite fre-

A fianco, Mauro Lazzarini, uno dei soci del gruppo Cinema City, e Vijay Bravura nel suo negozio “eco”. In basso a destra

l’Open Shop 24. In apertura, Federico Marchetti, fondatore di Yoox.

Andrea Pezzi e il progetto Ovo

A soli 23 anni il ravennate approdava a MTV, nel momento in cui la rete veniva lanciata in Italia. Dal ’97 al 2002 è stato conduttore, regista, autore e produttore, sia in Italia che all’estero, diventando uno dei personaggi simbolo della rete. In questi ultimi anni Andrea Pezzi è sparito dagli schermi per concentrarsi - dal 2006 - nella realizzazione di “Ovo”, un’immensa enciclopedia multimediale. “Oggi il tempo che le persone dedicano alla loro curiosità è sempre meno e sempre più distratto - illustra Pezzi, autore anche di Fuori Programma, una sorta di diario di bordo in un viaggio alla ricerca di se stesso. Così è nata l’idea di costruire una biblioteca, una library di brevi videoclip culturali capaci di solleticare la curiosità delle persone e la loro voglia di capire quelle cose che nessuno spiega. Ovo è cultura in pillole. Ogni video racchiude, senza banalizzarlo, un pezzo di conoscenza umana. Tutti assieme costituiscono, suddivisi in categorie enciclopediche, un rizoma culturale in cui ogni voce è collegata alle altre per chiavi logiche. Ogni cosa degna di nota è già, o sarà presto, un Ovoclip.” Non si tratta, tiene a precisare Pezzi, di un progetto editoriale, ma di un’operazione di conversione di testi scritti in video.

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sche, ma anche panini, prodotti linea fitness e un mini-market con i più comuni e utili prodotti per l’igiene e la pulizia. L’ideale, dunque, per appagare la voglia del momento o acquistare un prodotto dimenticato al super-mercato. In più, una sezione dedicata all’intrattenimento con collegamento a internet gratuito. Si può pagare in contanti o con apposite tessere che garantiscono un ri-sparmio sull’acquisto dei prodotti a seconda del tipo di carica-ricarica effettuata.Merita una segnalazione infine Uprising, il nuovo negozio di via Bovini 70, aperto a novembre, le cui parole d’ordine sono bassoimpattoambientaleeattenzionealconsumo, nel pieno rispetto della natura. Sugli scaffali si possono trovare detersivi vegetali alla spina per ridurre i rifiuti, carica batterie a pannelli solari per apparecchi elettronici come ipod, mp3, cellulari, computer, prodotti in Mater-Bi (a base di amido di mais, patata e grano), materiale total-mente biodegradabile, come posate, stoviglie di plastica, giochi per bambini con coloranti alimentari. E ancora, accessori e complementi d’arredo realizzati con prodotti di scarto di materie prime, come borse, ceste, cornici ed eco pouff. Non mancano giochi per bambini a energia solare che non hanno bisogno di batterie di nessun tipo. L’idea di contribuire a un più veloce sviluppo della green economy o economia ecologica è di VijayBravura che, ogni mese, propone prodotti che arrivano dal circuito inglese e tedesco, dove già da diversi anni si tende a essere più rispettosi dell’ambiente e attenti ai consumi, con prezzi alla portata di tutte le tasche. IN

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persistente, molto elegante.

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fonde densità, intensità e vivezza sapida.

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sentore di piccoli frutti rossi, in bocca è fresco e teso, di grande bevibilità.

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Napoletana d’origine, Anna Mantice oltre ai numerosi ruoli professionali e istituzionali che la vedono coinvolta nella vita ravennate, sa muoversi abilmente tra la serietà che la caratterizza sul lavoro e la schiettezza con cui vive la sua quotidianità.

testo Anna De Lutiisfoto Lidia Bagnara

Imprenditrice Verace

Conoscere | Anna Mantice

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Titoli e ruoli che la identificano sul lavoro mettono sogge-zione: amministratore delegato della Sers, concessionaria del servizio di rimorchio nel porto di Ravenna, presiden-te del CDA di Gesmar, Poseidon e Sters, presidente del Gruppo Porto di Confindustria Ravenna, membro del Consiglio di Indirizzo della Fondazione del Monte Bolo-gna-Ravenna, consigliere della Fondazione RavennAnti-ca. Incontrandola, però, senza nulla togliere alla serietà che la contraddistingue sul lavoro, AnnaMantice si rivela una donna che sin dal primo impatto riesce a comunicare e a mettere gli altri a proprio agio. Napoletana d’origine, di cui conserva schiettezza e immediatezza del contatto umano, ha pronto un sorriso rassicurante, una battuta spiritosa e acuta, a volte espressa in puro napoletano.Nonsonomolteledonne,aRavenna,inseriteinruolidiri-genzialicosìimportanti, quindi va da sé che è stimata per le sue indiscutibili capacità. Gli impegni di lavoro non le impediscono di frequentare numerose amicizie e dedica-re ai suoi tre cani un po’ del suo tempo libero.Quandoèiniziatalasuacarriera?“Ovviamente a Napoli, con il dottor Vitiello, in una socie-tà che dava assistenza agli armatori: lui decise di rilevare la Sers che era da un po’ sul mercato e nessuno voleva. Venimmo insieme a Ravenna la prima volta per controlla-re il bilancio. Allora l’azionista di maggioranza era Cmc. Nell’84 l’acquisto si concluse e iniziò l’avventura ravenna-te, avventura che Vitiello non aveva intenzione di vivere fino in fondo; intendeva cedere la Sers in breve tempo. Fui io a suggerirgli con insistenza di tenerla; in seguito iniziarono i miei viaggi Napoli-Ravenna e ritorno, con la funzione di controllo in veste di amministratore delegato. Allora erano due gli ad: quello che era già nella Sers pri-ma dell’acquisto e io. Nel ’93 venni per sostituirlo, per un periodo, in sede. Ma quello che doveva essere un tempo limitato dura ancora oggi.”Com’èstatopossibileperunanapoletanalasciarefamigliaecittàdall’oggialdomani?“Mi trasferii senza troppi problemi perché ero rimasta ve-dova giovanissima e potevo gestire questo cambiamento senza grossi traumi familiari. Certo che, nei primi tempi, sentivo nostalgia e tornavo spesso a Napoli. In seguito presi in affitto una casa e cominciai ad abituarmi all’idea di vivere a Ravenna. Dopo qualche anno, comprai quella in cui vivo.”

FORLÌ via Copernico, 4/A - tel. 0543.751714 - [email protected]: da lunedì a sabato: 9,30 - 12,30 / 15,30 - 19,30

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IllavorosisvolgesoloaRavenna?“No. Abbiamo altre società con-cessionarie del servizio di rimor-chio nei porti di Trieste, Ancona, Pescara, Ortona, Vasto, Termoli, Crotone, Corigliano, Cirò Marina. Abbiamo anche lavorato in Ve-nezuela: attività che pensiamo di cessare. Prima viaggiavo molto di più, ora mi limito a raggiungere i porti dove siamo concessionari, quando c’è qualche problema. È un lavoro impegnativo ma mi per-mette d’incontrare continuamente gente nuova e per noi napoletani il contatto umano, anche nel mondo degli affari, è prioritario.”Com’èstato ilsuo inserimento incittà?“Il primo impatto è stato abba-stanza difficile ma il ruolo di re-sponsabilità mi ha permesso di godere di amicizie connesse col lavoro. Dopo un anno cominciai a conoscere persone al di fuori di questo ambiente. Dicono che se in poco tempo ho potuto allargare

la cerchia di amici è grazie al mio carattere: ho aperto subito le porte di casa, così come si usa a Napoli e, a loro volta, i romagnoli mi hanno accolta.”Vediamo da vicino quale lavorosvolgeequalisonostatiimomentidifficili.“Inizialmente mi occupavo soprat-tutto di contabilità; nel ’96 il dot-tor Vitiello morì in un incidente automobilistico lasciando tre figli

molto giovani. Alla guida della Sers rimasero una donna, io, e un ra-gazzo, Luca, che oggi è presidente. Quel momento è stato senza dub-bio il più difficile, ho sentito sulle mie spalle grosse responsabilità e non riuscii a dormire per circa un anno. Fortunatamente Luca si è dimostrato in gamba e abbiamo risolto ogni problema.”Illavorol’haportataall’estero?“Mi sento a disagio per non saper parlare le lingue straniere ma all’occorrenza mi sono recata in altri paesi europei superando il problema. Quando fu necessario andare in Spagna per l’acquisto di un rimorchiatore mi trovai cir-condata da gente che parlava solo inglese. Solo la preoccupazione di condurre in porto la trattativa mi fece capire quanto veniva detto. Andò tutto bene. Forse quello fu un momento che mi diede grande soddisfazione, unitamente ai risul-tati positivi che realizziamo ogni giorno.”IN

A fianco e in apertura, Anna Mantice ritratta nella sede di Sers.

Storia della sede della Sers

Prima dell’attuale edificio, situato in via di Roma, dirimpetto alla fiancata del Palazzo di Teodorico, sorgeva in quel luogo la Casa dei Ghezzo, una delle famiglie più antiche di Ravenna. Successivamente passò al conte Filippo Bezzi. Il disegno del palazzo fu eseguito da Camillo Morigia, ma attuato solo in parte mentre avrebbe dovuto comprendere l’edificio che attualmente ospita l’albergo Argentario. Dai conti Bezzi l’edificio passò al conte Loreta e successivamente all’industriale Clemente Triossi. I suoi eredi nel 1900 lo vendettero al cav. Oddone Mazzolini e, successivamente, fu acquistato dalla signora Vittorina Grillo. È passato in seguito all’Acmar che ha provveduto al suo restauro. “All’interno la casa ha un ampio atrio chiuso subito all’inizio da una bella cancellata di ferro; ai lati le porte e di fronte il portone che dà nel giardino un tempo molto più vasto. A sinistra è lo scalone: bello, a tre rampe, con una balaustra di marmo grigio macchiato. Le sale hanno alti soffitti a volta, un tempo decorati.” (da Case e Famiglie della Vecchia Ravenna, a cura di Franco Gabici)

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Il Laboratorio di Antropologia guidato dal prof. Giorgio Gruppioni, all’interno della facoltà di Beni Culturali, è protagonista delle ricerche sulle presunte ossa di Michelangelo Merisi. A quattro secoli dalla morte di Caravaggio, oltre a mostre e convegni, gli studi del centro ravennate potranno svelare nuovi aspetti sul passato del grande pittore.

testo Claudia Grazianifoto Massimo Fiorentini

Amabili Resti

C’è chi lo ha definito un giallo sto-rico, chi vi vede una coincidenza eccezionale in occasione del quat-trocentesimo anniversario della morte, con risvolti d’interesse cul-turale e di business turistico. Ma lavicendadelleossadelCaravag-gio, al secolo Michelangelo Merisi, per GiorgioGruppioni, professore di Antropologia alla facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, èun’avventurachestimo-lalacuriositàdistudiosonelfarelucesulpassatodiuncosìillustreetanto“chiacchierato”artista. Non è semplice gossip sulla sua vita tur-bolenta e sulle cause della morte avvenuta a 38 anni a Porto Ercole, piuttosto l’opportunità di indagare e, se possibile, svelare se fra i resti, recuperati dalla cripta della chiesa del cimitero della cittadina tosca-na e portati al laboratorio in vicolo degli Ariani, ci siano quelli attribu-ibili al Caravaggio, consentendo di

aggiungere particolari che possa-no ricostruirne la storia.“Non è un’operazione semplice - precisa il professore - e soprattutto difficilmente si potrà arrivare al 100% di probabilità nel dichiarare l’appartenenza delle ossa a Cara-vaggio. Occorrerebbe, oltre alle analisi che stiamo effettuando, anche un colpo di fortuna come è capitato per Copernico. Un ca-pello ritrovato fra i suoi libri ha permesso, con la comparazione del Dna prelevato dai resti uma-ni, di affermare con sicurezza di aver rinvenuto il corpo dell’astro-nomo. Noi non abbiamo elementi biologici diretti del Caravaggio, per questo abbiamo isolato tra le ossa quelle riconducibili a soggetti di sesso maschile, di età adulta e statura medio alta. Nove soggetti del gruppo iniziale - nessuno è uno scheletro completo e mancano i crani - hanno queste caratteristi-che. Ora sono in corso diversi tipi

di prelievi per procedere a quat-tro analisi: istologica, per stabilire con maggiore precisione l’età dei soggetti quando è sopraggiunta la morte, e rivelare quelli di età circa corrispondente a quella di Cara-vaggio; l’esame del carbonio 14 per la datazione precisa dei resti e individuare quelli compatibili con l’epoca di morte del pittore, nel 1610; la presenza di metalli pesanti e quindi anche del piom-bo contenuto nei colori; infine la comparazione del Dna con quello di eventuali discendenti.”Leindaginiavvengonosupiùfron-tidentroefuoriillaboratorio, tra Porto Ercole, Caravaggio, la citta-dina del bergamasco di cui è origi-naria la famiglia dell’artista e dove il cognome Merisi è molto diffuso, e Ravenna. E poi alle Università dell’Aquila e del Salento, per le analisi istologiche e la datazione con il C14. Infine Marina di Ra-venna, al Centro Ricerche e Servizi

Ricercare | Sulle orme di Caravaggio

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Ambientali Med Ingegneria per il dosaggio dei metalli pesanti. Nella cittadina toscana si cercano prove per confermare se tra le ossa trova-te possano esserci quelle del Cara-vaggio o se ci sono testimonianze concrete al racconto della studiosa Giovanna Anastasia, che afferma di aver visto da bambina, nel 1956, la riesumazione di numerosi sche-letri nel cimitero di San Sebastia-no e di aver visto l’allora parroco portar via le ossa del Caravaggio in una cassettina di legno che lui

custodì, non si sa dove. Segreto che si è portato nella tomba. Questo significherebbe che tra le ossa por-tate a Ravenna non ci sono quelle del pittore, ma mancano prove che confermino il racconto. A Caravag-gio gli studi sono concentrati sulla ricostruzione dell’albero genealo-gico della famiglia di Merisi che non ha avuto figli, ma aveva tre fratelli e una sorella. L’indagine ha fatto una puntata anche a Roma dove un fratello, fattosi prete, era stato parroco per molti anni. Tut-to per cercare elementi che per-mettano un’attribuzione che possa raggiungere la più elevata probabi-lità possibile e far dire di essere di fronte alle ossa del Caravaggio.“Una svolta importante sarebbetrovarenelleossaunaconsisten-tepresenzadipiombo - specifica il professore. Vorrebbe dire che quell’individuo avrebbe fatto uso di sostanze contenenti quel metal-lo, proprio come il Merisi, che cer-tamente maneggiava i colori senza precauzioni. Questopotrebbefarciscoprirechelamortepuòesseresopraggiuntapersaturnismo,ma-lattiadaavvelenamentodapiombochepareabbiauccisoaltripittorifamosicomeGoyaeabbiacausatodisturbimentaliaVanGogh. Certo, con un po’ d’azzardo, si potrebbe individuare un dipinto sul quale identificare dove Caravaggio ha la-sciato la sua impronta e ricavarne il Dna e confrontarlo con le ossa, ma per ora non è fattibile.”Ci vorrà ancora circa un mese per ottenere i risultati dalle analisi in

corso e pur essendo un’indagine “probabilistica”, come la definisce Gruppioni, attesa e aspettative sono palpabili. Si parla già di Ra-venna coinvolta nel Comitato per le celebrazioni del quattrocente-simo anniversario della morte di Caravaggio che avvenne il 16 luglio 1610. Come annunciato da Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, saràsedeperlapresentazioneufficialemondialedeirisultatidellaricercasulleossaedelvolumeL’enigmadiCaravag-gio.Ipotesiscientificasullamortedelpittore(ArmandoEditore). Un trampolino di lancio non da poco nella prospettiva della candidatu-ra di Capitale europea della cul-tura per il 2019 e anche, come ha sottolineato il vicesindaco Gian-nantonio Mingozzi, un momento che valorizza la sede ravennate dell’Università di Bologna.L’attenzione mediatica nazionale e mondiale è molta e, dopo gli studi effettuati su Dante, Pico della Mi-randola e Poliziano e gli attuali di Caravaggio c’è chi si è fatto avanti per proporre a Gruppioni di inte-ressarsi a Leonardo, la cui tomba si trova nella cappella del Castel-lo di Saint-Hubert ad Amboise, in Francia. Sarebbe un’altra sfida perché Da Vinci era stato sepolto in una chiesa distrutta durante la rivoluzione francese e i suoi resti vennero poi spostati, nel 1874, ad Amboise. E sulla tomba c’è scritto che quelli sono i “presunti” resti del Maestro. IN

A fianco, Giorgio Gruppioni con le ricercatrici del laboratorio. In

apertura, una fase dello studio sulle ossa ritrovate a Porto Ercole.

Il Laboratorio di Antropologia

Il Laboratorio nel Dipartimento di Storie e Metodi per la

Conservazione dei Beni Culturali è un’eccellenza in ambito

accademico. Vi si effettuano studi sulle antiche popolazioni attraverso

l’esame dei resti scheletrici recuperati da scavi archeologici.

È tra i pochi in Italia, grazie anche a un cospicuo contributo della

Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, dotato di apparecchiature

particolari come quelle per ricerche di antropologia virtuale, che permettono la realizzazione

di modelli digitali in 3D delle ossa e di eseguire su esse interventi di

restauro virtuale e di ricostruzione delle parti mancanti, nonché analisi di anatomia scheletrica funzionale.

Nello stesso laboratorio è attivo un filone di ricerca che si occupa

delle analisi del Dna. Esso, grazie a un’intesa con le Fondazioni

RavennAntica e Flaminia, si trasferirà fra non molto nella nuova sede dell’ex zuccherificio di Classe,

dove potrà fruire di più idonee condizioni operative.

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Edward Burne-Jones, Music (particolare) Ashmolean Museum, University of Oxford Progetto grafico Chialab

Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura

Sponsor Ufficiale

i Preraffaelliti il sogno del ’400 italianoda Beato Angelico a Perugino da Rossetti a Burne-Jones

dal 28 febbraio al 6 giugno 2010MAR - Museo d’Arte della cittàvia di Roma 13 - Ravennawww.museocitta.ra.it0544 482477

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Al glottologo austriaco vissuto tra fine ’800 e ’900, il maggior studioso del nostro dialetto, è intitolata l’associazione che ne promuove e valorizza il patrimonio. Scopriamo, col suo presidente Gianfranco Camerani, le attività dell’Istituto Friedrich Schürr.

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini

A tutela del Dialetto

Riscoprire | Istituto “Friedrich Schurr”

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“Verso gli anni Sessanta, i contadini iniziarono a trasfe-rirsi nelle case moderne, apparentemente più funzionali, spesso costruite accanto alle vecchie, ridotte a sgombra-roba. Poi si è iniziato a capire che queste ultime, se ria-dattate ai tempi, potevano essere più belle delle nuove, e anche più razionali. Ecco, la stessa cosa è successa con il dialetto.” La metafora di GianfrancoCamerani, presidente dell’associazione “IstitutoFriedrichSchürr”, esemplifica con singolare pregnanza non solo il processo di alterna fortuna che ha conosciuto l’idioma romagnolo, ma anche la sua natura profonda: per ogni comunità che possa definirsi tale, lalinguaèdavverola“casa”dellaculturacollettiva, il luogo in cui la memoria delle generazioni si forma, si preserva, si deposita e si riproduce. Anch’essa, tuttavia, necessita di un’adeguata manutenzione, che la tuteli e la trasmetta riadattata ai tempi nuovi. E il princi-pale “manutentore”, nel caso della Romagna, è per l’ap-punto questo Istituto.Costituita alla fine del 1996, la Schürr è un’associazione di volontariato, sostenuta dal Comune di Ravenna e dalle principali banche e fondazioni del territorio, con l’obietti-vo di “svolgereattivitàculturaliededucativepromuoven-do,producendoepropagandandomanifestazioniericerchevolteavalorizzareilpatrimoniodialettaleromagnolo”. Ha sede a S. Stefano, nel cuore di quelle Ville Unite che, come pare abbia affermato il glottologo austriaco, sarebbero la culla del “più puro” dialetto romagnolo, e oggi conta circa 900 membri (fra cui 39 associazioni) di ogni parte d’Italia. Nel passato, fra i maggiori sostenitori della Schürr sono state anche personalità, oggi scomparse, di livello nazionale, come il linguista veneto Manlio Cortelazzo e il lavezzolese Giuliano Baioni, il maggiore germanista ita-liano del secondo Novecento. Grandi studiosi consapevoli del fatto che la tutela del dialetto non è un’operazione erudita fine a se stessa, ma coinvolge la più profonda memoria culturale di una comunità; una memoria che in Romagna, come del resto in tutta Italia, era stata messa in serio rischio dalla svolta epocale degli anni ’50-’70, quella dell’industrializzazione, della televisione e dell’imporsi dell’italiano come lingua d’uso comune.“Con la fine del mondo contadino - spiega Camerani - anche il dialetto, rigettato in primo luogo proprio da quegli stessi contadini che fino ad allora lo avevano par-lato per svariate generazioni, sembrava aver terminato la

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sua storia. Proprio allora furono gli intellettuali, specialmente i po-eti (Guerra, Baldini, Perdetti, ndr) a riscoprirlo. Rispetto all’italiano, che pure ha grande ricchezza les-sicale e tutti i privilegi della lingua d’élite, il dialetto gode di un van-taggio non da poco, cioè lacapa-citàdiesprimereconsingolarena-turalezzalaconcretezzadellavita. Con il dialetto non è possibile la fa-cile scappatoia dei voli retorici, ma per comunicare i sentimenti più autentici e diretti è più adeguato dell’italiano. Inoltre il romagnolo, come lingua neolatina di sostrato celtico, ha una musicalità partico-lare simile al francese, che per-mette di legare meglio le parole le une alle altre. Sembra strano, ma il rude romagnolo si è scoperto una grande lingua di poesia.”Come spesso succede, dunque, nel momento della perdita emerge il valore di ciò che si era sempre con-

siderato come una presenza natu-rale e scontata. E come sovente ca-pita, dai poeti tale sentimento si è esteso fra le persone “comuni”, di-ventando consapevolezza diffusa. Ecco allora il ruolo fondamentale di istituzioni di mediazione come la Schürr, la cui attività si articola su due direttrici. Inprimo luogoquelladellaveraepropria“ricer-ca”,rappresentata inparticolaredall’attivitàeditoriale. “Pubblichia-mo la collana ‘Tradizioni popolari e dialetti di Romagna’, ideata da Giuseppe Bellosi, che consta oggi di otto volumi; fuori collana abbia-mo realizzato la ristampa anasta-tica di Romagna di Icilio Missiroli, sussidiario di cultura regionale per

le scuole che fu in uso dal 1924 al ’29, oggi quasi introvabile. Ci sono poi i quattro volumi della collana ‘Fola Fulaja’, fiabe e favole in dia-letto raccolte da diversi curatori. E c’è infine ‘La Ludla’, il nostro pe-riodico, che esce in dieci numeri annuali di 2800 copie ed è inviato gratuitamente a tutte le scuole che ne facciano richiesta e alle biblio-teche pubbliche di tutta la Roma-gna, oltre che ai soci.”L’altro campo di azione è quellodelladivulgazione,inprimoluogonellescuole. “Attività che svolgia-mo in piena collaborazione con gli insegnanti - evidenzia il presiden-te - e con modalità differenti a se-conda dei contesti. Alle elementari mettiamo in evidenza l’aspetto del folklore (favole, stornelli, giochi di parole, ndr), per mezzo del quale il dialetto recupera, per il bam-bino, la funzione di strumento di apprendimento dei rudimenti fondamentali della sua cultura. Alle superiori ci curiamo anche del lato ‘filologico’, evidenziando i rapporti fra dialetto e latino, spe-cie quello popolare e non istitu-zionalizzato dalla cultura classica.” Ma non sono solo i ragazzi i benefi-ciari dell’“apostolato” dell’Istituto. La Schürr organizza anche corsi e lezioni per operatori scolastici, alle università per adulti di molte città della Romagna, ad associazio-ni culturali come, ad esempio, la

Alcune delle pubblicazioni curate dall’Istituto. Sotto, un momento della Spanucêda, in cui si rivive il rito della spannocchiatura. In

apertura, Gianfranco Camerani.

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Casa Matha. “Ultimamente - nota Camerani - abbiamo te-nuto lezioni a Faenza per giovani attori di commedie dia-lettali. Del resto, abbiamo provveduto a registrare negli anni le rappresentazioni teatrali tenute da diverse com-pagnie a Campiano e a S. Pietro in Vincoli, costituendo così un archivio sonoro delle diverse varianti geografiche dell’idioma romagnolo.” L’associazioneorganizzainoltreilconcorsobiennalediprosadialettale“e’Fat” giunto nel 2009 alla quinta edizione con la partecipazione di circa 50 concorrenti. Particolare successo, anche fra un pubbli-co giovanile, riscuotono le serate estive organizzate a S. Stefano anche con la collaborazione di Nevio Spadoni e del Teatro delle Albe, così come la Spanucêda settembrina, in cui viene fatto rivivere l’antico rito sociale della span-nocchiatura. Infine, ad ogni primavera, l’annuale “Fësta dla Ludla” è l’occasione per un grande ritrovo conviviale e per un convegno di studi.Dunque, una volta scomparsa irrimediabilmente la socie-tà che lo aveva forgiato e di cui era la voce, quale futuro per il dialetto? Quarant’anni fa le mamme, per sradicare la “mala pianta” dai figli, erano attente a parlar loro solo in italiano. Oggi non poche li portano dai nonni con l’ordine tassativo, per questi, di rivolgersi ai nipoti solo in dialetto. Nei corsi e ricorsi della storia, forse per l’idioma della Romagna, grazie anche a istituzioni come la Schürr, non è ancora giunto il momento di pronunciare il defi-nitivo a-v salut. IN

Chi era Friedrich Schürr

L’austro-tedesco Friedrich Schürr (1888-1980) è il maggiore studioso dei dialetti romagnoli. Laureatosi a Vienna nel 1910

alla scuola di Wilhelm Meyer-Lübke, una delle personalità più rilevanti della linguistica romanza, insegnò nelle università di Graz, Marburgo, Colonia, Strasburgo, Ratisbona, Friburgo. Fin dalla tesi si occupò dei dialetti romagnoli, compiendo ripetute ricerche sul campo e pubblicando studi rimasti fondamentali. Oltre al romagnolo studiò diversi dialetti italiani e altre lingue romanze, sempre con prevalente interesse per i problemi fonetico-fonologici.

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Creare | Umberto Mario Testoni

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Scorci del territorio, dalla piallassa coi capanni alle scene di vita di paese. Questo è il mondo artistico di Umberto Mario Testoni. Una pittura vivace, espressiva, che segue la lezione del maestro ravennate del genere, Francesco Verlicchi.

testo Aldo Savini - foto Massimo Fiorentini

La poesia nel Paesaggio

La pittura di paesaggio nella cul-tura artistica emiliano-romagno-la, come si è andata affermando a partire dall’Ottocento, presenta aspetti ricorrenti nella scelta dei soggetti, riconducibili in ambito ravennate, oltre alle scene di vita di paese, agli scorcipittoreschidelterritorio, dalle valli verso il mare alle colline del primo Appennino.Vedute della piallassa coi capanni solitari, pinete silenziose, vecchie case nella pianura o in collina all’apparenza disabitate o abban-donate, vie di paese, fino alla sem-plicità della periferia urbana, non ancora aggredita dal cemento, sono i temi prediletti di UmbertoMarioTestoni, la cui vicenda arti-stica presenta un’evidente eppur lenta evoluzione, alla quale sono estranei strappi e radicali fratture. La sua pittura si caratterizza per le caute soluzioni innovative, tali da rendere, oltre alla fedele rappre-sentazione del dato naturalistico, unacomponentepsicologicaeaf-

fettivadiattenzioneversolanatu-ra,ottenutasiacolcolore,siaconlapennellata,talvoltadensaepalpi-tante. Il desiderio di afferrare l’im-mediatezza della vita e le suggestio-ni atmosferiche di una veduta lo induce a recarsi col cavalletto, da solo o in compagnia di altri artisti del posto, direttamente sul luogo per realizzare il quadro o, con un tratto veloce e immediato, soltanto un bozzetto di piccole dimensioni, che in un secondo momento può essere ripreso e rielaborato in stu-dio, per dare al paesaggio qualcosa di più meditato, fino a far sì che venga inteso quale riflesso di una condizione interiore, di serenità o turbamento, mai d’indifferenza. La pastosità corposa della stesura del colore sulla tela e gli inserti ca-richi di luce danno vivacità espres-siva al dipinto; soluzione evidente anche nelle nature morte e nei ri-trattiche,inparticolare,sicaricanodiunafortetensioneespressioni-stica. Le composizioni in interno

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con fiori, frutta, oggetti e suppel-lettili di uso quotidiano mirano a suggerire il senso della compo-stezza, dell’ordine e dell’intimità della vita familiare. L’opzione per la pittura figurativa trae origine da motivazioni diverse. Non avendo avuto formazione scolastica di tipo accademico, come autodidatta si è avvicinato fin da giovanissimo alla pittura animato dal bisogno di tradurre in immagine quello che vedeva. Quindi, le premesse vanno ricondotte a una predisposizione naturale, conforme al suo tempera-mento, che si sarebbe manifestata ben presto come esigenza di rigore formale, di controllo e di attinenza pur sempre al reale, a prescinde-re da facili manipolazioni pittori-che, spesso dovute alla casualità. Durante la lunga permanenza in Liguria e Toscana, per motivi pro-fessionali, gli si è presentata l’occa-sione di imbattersi e confrontarsi con una pittura di tradizione tardo o postmacchiaiola, caratterizzata da forti contrasti e da quell’intensi-tà cromatica che dà forza a scene e composizioni. Ma il contributo più significativo, se non determinante, al completamento della sua forma-zione gli viene, a partire dalla metà degli anni Ottanta, dall’assiduafrequentazioneedall’insegnamen-

to“privato”diFrancescoVerlicchi, protagonista della scena artistica ravennate della seconda metà del Novecento. Dal maestro ha assi-milato la pratica costante del di-segno, inteso come prerequisito, se non fondamento, della pittura, perché il segno grafico deve deli-neare nell’essenzialità misura, for-ma e disposizione di oggetti, per-sone e luoghi reali o immaginari. Poi, il confronto col tonalismo e il morbido plasticismo dei colori, amalgamati senza forti contrasti, che veicolano una pacata visione della natura e talvolta sofferta del-la condizione umana, propri del maestro, lo ha stimolato a proce-dere nella ricerca di una modalità espressiva che svelasse soprattutto nel paesaggio una veste poetica, rendendola immediatamente per-cettibile. A tal proposito, Claus Brausers nel-la breve presentazione della mo-stra alla Galerie omonima di Saal-bach (Austria) ravvisa l’originalità e la sensibilità di Testoni in “una mediazione tra il tonalismo intimi-sta della pittura emiliana del ’900 e un post-impressionismo che si manifesta con una materia calda e sensuale e una tecnica sapiente che mette in evidenza una solida base culturale e abilità profonde”. IN

A fianco, “Canale Candiano”, 1999 e, sotto, “Ritorno dalla

pesca”, 2000, entrambi oli su tela. In apertura, Umberto

Mario Testoni nel suo studio.

Umberto Mario Testoni

Nasce nel 1940 a Granaglione di Bologna da una famiglia ravennate

(le cui origini rimandano al ’500, che in quella località possedeva un podere. Dal nonno Umberto,

architetto e professore di disegno, eredita, oltre al nome, una

particolare predisposizione per il disegno che si manifesta fin da

bambino. A Ravenna frequenta scuole professionali e viene assunto nel comparto amministrativo prima

alla Sarom poi all’Agip. Durante le pause lavorative frequenta corsi di

pittura e nel 1976 tiene la prima personale alla Galleria Varoli di Piazza Mameli a Ravenna. Dal

pensionamento nel 1992 si dedica interamente alla pittura e partecipa

a collettive in varie città d’Italia insieme a pittori ravennati, tra cui Dante Tinarelli e Renzo Morandi.

Dopo la personale alla Galleria Le Arti nel 2002, ha esposto in Francia

e in Austria. Vive e lavora a Ravenna in Via Argine sinistro Montone.

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Arrivano i medici estetici con il bollino blu, a garan-zia di pazienti e utenti sempre più numerosi ed esi-genti. La Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) fondata nel 1975 dal Prof. Carlo Alberto Bartoletti, che rappresenta oltre 10.000 professionisti che operano in questo campo della medicina, ha deciso di istituire l’apposito numero telefonico 06/3217304. Il motivo lo spiega Emanuele Bartoletti, Vice Direttore della Scuola Internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli di Roma. “Per consen-tire a tutti coloro che desiderano rivolgersi ad un me-dico, per ottenere prestazioni di medicina estetica, di poter verificare se il professionista ha frequentato con successo una scuola quadriennale di formazione post universitaria in medicina estetica, riservata a laureati in Medicina e Chirurgia”. Collegandosi a www.lamedicinaestetica.it nell’area www.lamedicinaestetica.it nell’area www.lamedicinaestetica.itaperta a tutti si può accedere all’elenco dei medici di-plomati presso la Scuola, suddivisi regione per regione.“Una risposta concreta per garantire gli utenti della medicina estetica, sempre più numerosi ed esigenti, indirizzandoli verso medici qualificati da corsi post universitari di formazione nella disciplina, prenden-do come Società le distanze da quegli operatori con preparazione superficiale non integrata e decisamente incompleta che, con la loro attività non certificata e scarsamente professionale, gettano discredito sull’inte-ra categoria.”

La prima iniziativa in Italia: MEDICINA ESTETICA-ME-SE DELLA PREVENZIONE.È necessario che ci sia una corretta informazione, la maggioranza delle persone confonde istituti di bellez-za, centri estetici, beauty farm ed altre branche del benessere con la medicina estetica. Si fanno condizionare da pubblicità miracolose, da vo-lantini o brochure dove un metro misura una coscia, o da un viso o un corpo prima e dopo un trattamento specifico con macchine miracolose, laser, cavitazione, macchinari anti age... Per non parlare della pubblicità su certi giornali dove in mezzo a prestiti, finanziamen-ti, locali, discoteche, si leggono articoli di trattamenti “miracolosi” come filler, botulino, e il tutto con sconti,

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dilazione di pagamenti, rateizzazioni a tasso zero: “sin-ceramente sembra un gran bazar - prosegue Bartoletti - bisogna sempre diffidare ed informarsi, chi lavora bene non ha bisogno di pubblicità, ma sono i risultati della se-rietà e la continua ricerca ed innovazione a livello mon-diale che ripagano del lavoro e soddisfano le aspettative dei pazienti.”Sarebbe ora che si facesse un po’ di chiarezza in merito.Ecco perché è nata a Ravenna la prima iniziativa in Ita-lia: MEDICINA ESTETICA-MESE DELLA PREVENZIO-NE, atta ad informare e soprattutto creare cultura in questo settore prima di sottoporsi a qualsiasi trattamen-to. Durante questo periodo gli utenti potranno usufruire di visite gratis, con screening, consulenze e trattamenti innovativi presso medici specialisti.Il compito ed il coordinamento medico dell’iniziativa MEDICINA ESTETICA-MESE DELLA PREVENZIONE è stato affidato alla Dott.ssa Barbara Lorenzin presso lo Studio Medico di Via Mariani 20 a Ravenna, già allieva del professor Carlo Alberto Bartoletti e membro della sopracitata Scuola. Tutto questo è reso possibile grazie alla sponsorizzazione ed organizzazione della Bononia Medical Service, Socie-tà di Consulenza e Servizio del settore, facente a capo al noto imprenditore bolognese Dott. Piero Gnudi.Il mese della prevenzione comprende tutto quanto è orientato al benessere della persona, in questo caso, in particolare, alla prevenzione dell’invecchiamento cu-taneo. Viene eseguito un check up diagnostico della pelle e tutte le attività corporee attraverso sistemi inno-vativi, tra i quali il TEST DEL DNA, grazie al quale si è in grado di fare una diagnosi corretta della tipologia di pelle, metabolismo, alimentazione per vedere se è un corpo che rispecchia la proprietà o comunque per va-lutare le varie fasi dell’invecchiamento. La prevenzio-ne rappresenta l’aspetto fondamentale della disciplina, i medici insegnano come “conoscere” ed “accettare” le strutture fisiche ereditate, per proteggerle e gestirle secondo le regole di igiene di vita: alimentare, fisica, psicologica e comportamentale, cosmetologica.Da questa analisi si sceglie il percorso terapeutico e se la persona avrà bisogno di un trattamento antiage o di trattamenti correttivi.

Nella pagina accanto, dall’alto, il professor Carlo Alberto Bartoletti e il

dottor Emanuele Bartoletti; qui a lato, la dottoressa Barbara Lorenzin e, sotto, la

stessa insieme alla sua assistente.

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Ph. Videodeva

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Anche la Romagna dal 2009 ha il suo percorso di pellegrinaggio verso un luogo di culto antico e di grande fascino. È il Cammino di San Vicinio, 250 km che da Sarsina attraversano i luoghi religiosi più importanti del territorio, realizzato in occasione delle celebrazioni per il millenario della Basilica Cattedrale, gioiello del paese della Valle del Savio.

Il Cammino di San Vicinio. 250 km che toccano luoghi religiosi tra i più importanti in Romagna, sconfinando in Toscana e Monte-feltro. Chiese,maestà,cattedrali,abbazie,eremisonocollegatidaununicosentiero che attraversa pae-saggi diversi e affascinanti: dalla pianura alle vallate, dai crinali alle montagne. Anche in un weekend, in automobile o in moto è possi-bile visitarli. Non tutti e non nel modo classico dei pellegrini, per-ché servirebbero almeno 15 giorni e gambe d’acciaio, ma uno stralcio significativo del Cammino, percor-so spirituale realizzato nel 2009 in occasione delle celebrazioni per il

millenario della BasilicaCattedra-lediSarsina. L’itinerario proposto risale la valledelSavio, costeggia le pendici del Monte Fumaiolo, scende nel Montefeltro per affac-ciarsi infine sulle vallate del tor-rente Uso e del fiume Rubicone e concludersi a Cesena. Non s’incon-trano solo luoghi sacri, ma aree naturalistiche di pregio e paesi di rinomata cultura.Sarsina è la partenza, fulcro e pun-to d’arrivo del Cammino. Fondata da popolazione umbre tra VI e IV secolo a.C., la cittadina della me-dia val Savio è uno dei simboli re-ligiosi più importanti in Regione. La sua Cattedrale, imponente ed

elegante, eretta su una preesisten-za romana o paleocristiana, ha celebrato proprio nel 2008 i suoi mille anni. Nel fine settimana (e intorno al 28 agosto, festa del pa-trono) il sagrato e la piazza Plauto sono prese d’assalto dai credenti, in fila per indossare ilmiracolosocollareinferro con cui San Vici-nio, vescovo di Sarsina, scacciò il demonio e curò le persone malate. Consigliata anche la visita ai resti d’alcune abitazioni del secolo I a.C, a Casa Plauto, nei pressi della piazza principale, e al Museo Ar-cheologico. Da Sarsina si parte in direzione Roma, verso le monta-gne, lungo la strada di fondovalle

testo Matteo Ranucci

Itinerario dello Spirito

Visitare | Il Cammino di San Vicinio

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fino a San Piero in Bagno. Ricer-cando i simboli religiosi del ter-ritorio ormai montano, non ci si deve lasciare scappare il SantuariodiCorzano. La chiesetta, a 678 me-tri d’altezza, svetta sul colle dove sorgeva un castello medioevale ap-partenuto ai conti Guidi di Bagno. Al suo interno si trova l’affresco Madonna col Bambino e S. Caterina d’Alessandria. L’esterno è un’oasi di natura e silenzio. La tappa suc-cessiva dista meno di un chilome-tro: BagnodiRomagna. Il borgo di sasso, circondato da montagne e

boschi, è conosciuto fin dall’an-tichità per le sue acque termali. Sulle vie del centro storico si affac-ciano botteghe enogastronomiche e locali che in primavera ed estate danno la possibilità di pranzare all’aperto. Tra le case spicca la sa-goma della BasilicadiSantaMariaAssunta e la bella facciata del Pa-lazzodelCapitano. Un tuffo nella piscina termale dell’Hotel Euro-terme rappresenta un rilassante diversivo. Lasciata alle spalle la cittadina, si prosegue in direzione Toscana. All’altezza di Verghereto

si svolta verso Balze. La cittadina prende il nome dalla vicina sco-gliera di roccia granitica, paradi-so per gli amanti dell’arrampicata sportiva. A poca distanza, sulla costa del Monte Fumaiolo, si tro-vano le sorgenti del Tevere, fiume sacro ai destini di Roma. Dalla piaz-za una camminata imperdibile di circa 45 minuti porta all’EremodiSant’Alberico, immerso in una fo-resta di latifoglie. Raggiungibile solo a piedi, lungo il percorso si trovano maestà su cui i pellegrini usano appoggiare piccole pietre in segno di devozione. Qui vive un unico religioso, Don Michele, che ogni domenica dice messa per i credenti che giungono dalla città. Da Balze si riprende verso località Capanne fino ad incontra-re, a destra, una strada e un vec-chio cartello stradale che indica Sant’Agata Feltria. La carreggiata alterna tratti di sterrato ad asfalto,

A sinistra, uno scorcio dell’abetina presso l’Eremo di Sant’Alberico.

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Montesorbo, il santo e il demonio

Prima di partire da Sarsina è d’obbligo la visita alla Pieve di Montesorbo. L’edificio dedicato a Santa Maria Annunziata (XIII secolo) è stato riconosciuto monumento

nazionale. Contrappone ad un aspetto esterno modesto interni di pregio, ricchi elementi scultorei e un elegantissimo ciborio. Il suo stato di conservazione è

eccellente. La Pieve si trova a cinque chilometri da Mercato Saraceno, sulla strada per il Passo della Ciola. Si può visitare su prenotazione (info: 0547-692311). Nei pressi

di Montesorbo, si trovano la Fonte di San Vicinio, nel luogo dove pare che il Santo ebbe il primo incontro col demonio, e Monte Vicinio, dove quello che divenne vescovo di Sarsina si ritirò a vita da eremita ed ebbe la visione dell’infula episcopale in arrivo

dal cielo sorretta da due angeli.Ph. William Rossi Vannini

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ma offreunpanoramaimportante: San Leo, San Marino, l’altopiano della Carpegna dominano l’oriz-zonte sulla destra. Il sentiero del Cammino di San Vicinio scivola parallelo alla carreggiata, per al-lontanarsi verso la vetta del Monte Zuccola. La montagna è ricoperta da roverelle, orniello, sorbo, cerro, alternata a tratti scoperti d’argil-le a scaglie e blocchi consistenti e scuri di arenaria.SipassadallaRomagnaalMonte-feltro e si scende fino al fondovalle. È tempo di concedersi una passeg-giata a Sant’Agata. RoccaFregoso, imponente sulla sommità di uno sperone, il TeatroMariani, uno dei pochi esempi rimasti di struttura completamente in legno, sono le perle laiche della cittadina, ap-prezzata dai buongustai per il sa-

porito tartufo bianco. Entro i con-fini amministrativi si concentrano tanti simboli religiosi: il Convento delle Suore Clarisse, quello delle Dorotee, il Santuario della Ma-donna del Soccorso e il Convento di San Girolamo, con la splendida chiesa della Beata Vergine delle Grazie. A pochi passi dal paese, sorge il Convento dei Frati Capuc-cini, adibito a casa d’accoglienza e foresteria, dove trascorrere perio-di di riflessione. Nella chiesa adia-cente è custodito il dipintodellaVergine Immacolata. Leggenda vuole che tra 1796 e 1850 l’imma-gine della Madonna fu vista, in di-verse occasioni, muovere gli occhi. Episodi che attirarono pellegrini dalle città vicine per venerare il dipinto e testimoniare il prodigio. Lasciata Sant’Agata, si sale fino

Sopra, la Rocca di Sant’Agata Feltria. Nell’altra pagina, in alto,

una veduta di Monteleone.

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a Perticara arroccata sulla costa dell’imponente Monte Aquilone. Dal terreno di queste colline si estrasse per decine d’anni lo zolfo: vicende raccontate all’interno di Sulphur, Museo storico minerario. Prima di proseguire, si consiglia di gettare l’occhio verso l’orizzonte in uno scorcio di grande impatto.Nove chilometri di carrozzabi-le nervosa e con curve continue, bellissima per gli amanti delle due ruote motorizzate, conducono a Montetiffi, edificato a 405 metri d’altezza su quello che pare un gi-gantesco monolite. L’Abbazia Be-nedettina di San Leonardo sorge sulla sommità del piccolo borgo, con la facciata rivolta a est. Costru-ita in stile romanico, al suo interno si trovano quadri, arredi sacri, epi-grafi e affreschi di scuola rimine-se del ’300. Per entrare occorre la chiave, che si può domandare in paese. A fianco della chiesa è stato istituito il Museo Veneziani Reali, frate e poeta qui nato. Scendendo verso la valle selvaggia del torrente Uso, si attraversa un’area naturali-stica tutelata come Sito d’Interesse Comunitario per la presenza del Lillium martagon, rara specie di

Giglio dai colori rosso intenso o porpora, e della farfalla Zerinthia pollixena, dalla vivace livrea gialla, arancio, bordata di nero. Terminata la discesa, una breve deviazione permette di raggiun-gere PietraUso e la sagoma ro-mantica e malinconica di Santa Maria della Natività. All’altezza di Ponte Rosso, si sale verso SoglianoalRubicone. I pellegrini del Cam-mino qui troveranno particolare conforto: nel dipinto della Ma-donnadelleVigne, all’interno del-la Chiesa del Suffragio in piazza Mazzini, è riprodotta l’immagine di San Rocco, patrono di chi cam-mina verso luoghi sacri. Il quadro risale al 1575 e riproduce, oltre all’immagine sacra, ilSantonel-latenutatipicadelpellegrinoconmantella,cappelloatesalargaebordone. Per i buongustai, il loca-le Formaggio di fossa rappresenta una vera a propria tentazione. Lo si può assaggiare nei ristoranti o in vendita dai proprietari delle fosse di stagionatura. Il percorso diven-ta ora un continuo saliscendi tra vallate e crinali. In 9 chilometri si raggiunge Monteleone. La piazza è intitolata a Lord Byron, che qui

52 luoghi spirituali in Romagna

Volete approfondire questo e altri percorsi “della fede” nel territorio? Oltre alla guida dedicata al Cammino di San Vicinio, è possibile ripercorrere questo e altri itinerari su San Vicinio all’interno di 52 luoghi spirituali in Romagna, terzo volume della collana “52” di Edizioni IN Magazine. Dopo le “domeniche” e le “storie”, questa guida, in libreria dallo scorso novembre, ricca di immagini, piantine e informazioni storico artistiche, permette di raggiungere e ammirare, attraverso affascinanti percorsi escursionistici, i luoghi che ritemprano lo spirito. 52 pellegrinaggi a piedi tra storia e tradizioni, intrecciati ai simboli della fede; percorsi perfetti tanto per chi crede, quanto per chi apprezza la bellezza dell’arte e della storia, racchiusa in cattedrali, chiese, eremi e pievi disseminate nel territorio. 52 luoghi spirituali in Romagna, 360 pagine, 12 euro. www.inmagazine.it

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soggiornò ospite dei signori loca-li. Il forte ha dimensioni ridotte ma è davvero ben conservato. Ol-tre alla chiesa dedicata ai Santi Caterina e Cristoforo, all’interno delle mura si trova un piccolo caf-fè. Monteleone è circondato da un paesaggio di colline colorate in primavera dalle tinte bianco e rosa dei peschi in fiore. Si scende lungo una carreggiata ripida. La valle del torrente Pisciatello sem-bra davvero insignificante. La sua storia mista a leggenda è però da ricordare. Secondo alcuni storici questoeral’anticoramoprincipa-ledelRubicone: sulle sponde del corso d’acqua sostò Giulio Cesare e tra queste colline pronunciò il famodo Alea iacta est, il dado è trat-to, dichiarando guerra al Senato della Repubblica Romana. Alzando gli occhi si vede il castello di Sorrivoli. Il forte sfoggia un’im-magine di potenza. Sorge a più di

300 metri d’altezza e di certo fu difficile da espugnare. Si accede alla corte attraverso i resti di un ponte levatoio. Le sue mura sono intatte e il mastio perfettamente conservato. Visitato Sorrivoli, si è giunti quasi al termine di un iti-nerario denso di luoghi, spunti e paesaggi. Ultima tappa è Cesena. L’AbbaziadelMonte è imperdibile, non solo per i pellegrini ma per tutti coloro che visitano questa parte di Romagna. È il simbolo cristiano più significativo del ter-ritorio. L’interno della chiesa ha una navata dalle dimensioni consi-derevoli, con pavimento in marmo nero e bianco. Una scalinata porta all’altare con l’alta cupola affre-scata. La curiosità più interessante

è la raccoltadiex-voto: disegni, ta-volette in ceramica, dipinti vecchi centinaia d’anni, realizzati dai cre-denti per ringraziare la Madonna. La sensazione è quella di trovarsi in un luogo sacro. Bello anche il chiostro, su cui si affaccia un’erbo-risteria. Dai 135 metri del colle si gode un colpo d’occhio sulla città di Cesena, la sua Rocca, la Biblio-teca Malatestiana, lo storico Tea-tro Bonci e la cattedrale dedicata a San Giovanni Battista (patrono festeggiato nella notte tra 23 e 24 giugno). Non occorre l’auto per raggiungere il centro. Una pas-seggiata sui gradini di via Scalette e poi lungo Corso Garibaldi, è il modo migliore per concludere il viaggio e sgranchirsi le gambe. IN

A fianco, l’interno della Biblioteca Malatestiana di Cesena; sotto,

l’ingresso al Castello di Sorrivoli.

Cammino “virtuale”

Sarsina: www.comune.sarsina.fo.it; www.sarsina.infoBagno di Romagna: www.bagnodiromagnaturismo.it; www.comune.bagnodiromagna.fc.itBalze e Sant’Alberico: www.prolocobalze.com; www.eremosantalberico.itSant’Agata Feltria: www.santagatainfiera.com; www.comune.santagatafeltria.pu.itPerticara: www.pro-loco-perticara.itSogliano al Rubicone: www.comune.sogliano.fc.itRoncofreddo e Monteleone: www.comune.roncofreddo.fo.itCesena e Abbazia del Monte: www.comune.cesena.fc.it; www.abbaziadelmonte.it

Ph. IAT Cesena

Ph. Katia Salvi

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Un passo dopo l’altro, il “Cammino di San Vicinio” ci porta per oltre 300 km, tra Romagna, Toscana e Marche, sugli antichi sentieri calcati anche da San Vicinio e dai pellegrini a lui devo-ti, su strade e mulattiere caratterizzate dalla presenza di piccole e grandi chiese, cellette e maestà votive: un paesaggio unico ed

emozionante per chi cammina per vocazione, per chi cammina per scoprire luoghi suggestivi o, semplicemente, per chi marcia per passione. Per non perdere la via, ecco una guida suddivisa in quattordici tappe e otto tra deviazioni e collegamenti alternativi e con tutte le indispensabili indicazioni per soste di ristoro.

Viaggiare a piedi, attraverso boschi e piccoli paesi, ha sempre un fascino particolare.

Il Cammino di San Vicinio è in vendita nelle migliori librerie e sul sito www.inmagazine.it

TREKKING SULLE ORMEDELLA FEDE

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Via Sansovino, 57 - 48124 Ravenna

Tel. 0544.271502 - Fax 0544.692065

[email protected]

Per assistenza o problematiche

tecniche contattateci a:

[email protected]

Azienda giovane ma solida, che punta sull’innovazione senza trascurare il valore aggiunto dell’esperienza. Si presenta così Tecnologie Informatiche, azienda raven-nate che da tempo offre ai propri clienti una vasta scelta di servizi legati all’in-formatica, strumento ormai indispensabile in qualsiasi tipo di attività. Per la precisione dal 17 dicembre 1999, ossia da quando Pa-olo Rambelli ha iniziato da solo a occuparsi di vendita di computer e assistenza alle aziende. La prima sede era in via Faentina, poi nel 2001, l’attività si è trasferita in viale Alberti, per giungere infine in via Sansovi-no 51, sempre a Ravenna, nel 2009. Risale all’11 gennaio scorso l’inaugurazione

dei nuovi uffici e negozi al civico 57: una nuova sede più ampia, pressoché rad-doppiata, per adeguarsi dal punto di vista logistico-strutturale ed essere in grado di sostenere il suo attuale svilup-po. Ma anche più adatta alla vendita di mobi-li e complementi d’arredo per l’ufficio. “Nel corso di questi anni l’azienda ha ampliato il proprio raggio d’attività, integrando nel pro-prio organico personale qualificato - illustra il titolare Rambelli, che fa parte del Comi-tato giovani imprenditori dell’Ascom. Se all’inizio ero da solo, oggi posso invece contare su uno staff di undici persone, giovani e motivate, già con importanti esperienze lavorative alle spalle.

La nostra carta vincente è stata certamente l’assistenza ai clienti sia privati che azien-de, desiderosi di essere seguiti passo dopo passo e di rivolgersi a personale qualificato per qualsiasi dubbio o inconveniente.”Tecnologie Informatiche ha investito di recen-te anche in altri ambiti, con la creazione del nuovo reparto di grafica, siti internet e software dedicati, che consente di curare l’immagine aziendale in modo completo, e con la nuova consulenza aziendale sulla priva-cy, attraverso la stesura e redazione del Do-cumento programmatico sulla sicurezza (Dps) in cui le imprese specificano il tratta-mento dei dati personali. Da segnalare an-che la possibilità da parte delle aziende

di sottoscrivere contratti di assistenza ad hoc che tengono conto delle varie esigenze, la disponibilità di due grandi laboratori tec-nici per le riparazioni e il servizio di noleg-gio delle attrezzature informatiche. Già da cinque anni inoltre Tecnologie Informatiche fa parte del gruppo Archimede, formato da aziende del territorio con attività complemen-tari, in grado di interagire e scambiarsi clienti e servizi, mentre dal 2010 è diventata socio di Desknow Italia srl, mail server di gestio-ne di posta elettronica. Tra gli obiettivi futuri, come dichiarato dal titolare Rambelli, vi è un ulteriore ampliamento dell’attività e la possi-bilità di premiare i dipendenti più meritevoli facendoli diventare soci.

Informazione pubblicitaria

T E C N O L O G I E I N F O R M A T I C H EGuardare al futuro, unendo esperienza e innovazione

Page 49: Ravenna In Magazine - 01/2010

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dei nuovi uffici e negozi al civico 57: una nuova sede più ampia, pressoché rad-doppiata, per adeguarsi dal punto di vista logistico-strutturale ed essere in grado di sostenere il suo attuale svilup-po. Ma anche più adatta alla vendita di mobi-li e complementi d’arredo per l’ufficio. “Nel corso di questi anni l’azienda ha ampliato il proprio raggio d’attività, integrando nel pro-prio organico personale qualificato - illustra il titolare Rambelli, che fa parte del Comi-tato giovani imprenditori dell’Ascom. Se all’inizio ero da solo, oggi posso invece contare su uno staff di undici persone, giovani e motivate, già con importanti esperienze lavorative alle spalle.

La nostra carta vincente è stata certamente l’assistenza ai clienti sia privati che azien-de, desiderosi di essere seguiti passo dopo passo e di rivolgersi a personale qualificato per qualsiasi dubbio o inconveniente.”Tecnologie Informatiche ha investito di recen-te anche in altri ambiti, con la creazione del nuovo reparto di grafica, siti internet e software dedicati, che consente di curare l’immagine aziendale in modo completo, e con la nuova consulenza aziendale sulla priva-cy, attraverso la stesura e redazione del Do-cumento programmatico sulla sicurezza (Dps) in cui le imprese specificano il tratta-mento dei dati personali. Da segnalare an-che la possibilità da parte delle aziende

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È consueto incontrarla al CentroRelazioniCulturali, che ha sede a Casa Melandri, dove trascorre, impegnatissima, tutti i pomeriggi, nel ruolo di segretaria delle mille attività che il Centro porta avanti. Seduta davanti al suo computer, in-tenta a scoprire le opportunità che questo moderno strumento può of-

frirle. Anche se non è stato facile, per LuisaFiorentini, passare dalla normale macchina da scrivere alla tastiera del computer, che oggi af-fronta con ostinazione.QuandohaiiniziatoadoccupartidelCentroRelazioniCulturali?“Conoscevo Walter Della Monica prima degli anni ’50. Anche lui faceva parte del Piccolo Teatro della Città di Ravenna. Poi ci siamo per-si di vista. Io aiutavo mio marito Nevio nel suo lavoro di fotografo pubblicitario industriale. Lui si ammalò e io trascorsi le giornate ad accudirlo. Un giorno che ero particolarmente giù incontrai Wal-ter che mi invitò a dare una mano al Centro. Eccomi ancora qui.”Raccontamidell’attivitàdiattrice.“Negli anni della guerra, forse il ’44, vicino a casa mia abitava San-dro Bolchi. Con lui feci le prime esperienze di lettura di un copione; ci si trovava al pomeriggio insieme ad altre ragazze e si leggeva. Avevo circa 16 anni. Mi sono appassiona-ta al teatro. Dopo la guerra Bolchi cambiò città e, in seguito, divenne l’importante regista che sappiamo. Non so come e non ricordo da chi fui introdotta nel dopolavoro Enal che programmava il tempo libero degli associati. A quel tempo stava nascendo una filodrammatica ed entrai a farne parte.”

Quindidaallorainiziastiacalcarelescene?“Iniziai con piccole parti. Il primo lavoro fu ‘Scampolo’. Ne seguiro-no molti altri fino a quando la filo-drammatica si sciolse, circa 10 anni dopo. In seguito il Piccolo Teatro del-la Città di Ravenna mi propose di recitare in dialetto. Iniziò così una seconda avventura che andò avan-ti per moltissimi anni. Interpretai molti ruoli.”Sochehaifattoanchedelcinema.“Sì. Stavano preparando il cast per il film sul Passatore. Mi proposero di fare la parte della madre. Devo dire che mi diede molta soddisfa-zione perché l’interpretazione fu molto apprezzata. Ho conservato il film e anche gli articoli, con mol-ti elogi, che uscirono in seguito. È stata una bellissima esperienza. In seguito partecipai a La ragazza di Latta di Marcello Aliprandi. In-somma, bellissimi ricordi.”Luisahaanchelapassioneperlabellamusicaeadoral’opera; ne co-nosce a memoria molte e quando una esecuzione non la soddisfa rimpiange le grandi interpreta-zioni dei celebri cantanti di ieri. È una donna dal carattere forte ma quando parla dei suoi gatti, Piret-ta e Carotina, diventa tenera e ne racconta ogni piccola impresa con commozione. IN

testo Anna De Lutiisfoto Lidia Bagnara

Incontri di Stile

Incontrare | Luisa Fiorentini

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con il contributo di

Info 0544 249244www.ravennafestival.org

Biglietti25, 35, 45, 55 Euro

Page 52: Ravenna In Magazine - 01/2010

Uno sport ancora di nicchia, ma sempre più apprezzato. Insieme al responsabile Giacomo Berdondini, conosciamo le attività delle due società che promuovono il rugby a Ravenna.

Compagniadell’Albero e RavennaRFC (Rugby Football Club) sono le due società che fanno rugby in città. “Abbiamo a livello giovanile, compresa l’under 18 - dice GiacomoBerdondini, responsabile attività se-zione rugby - un’ottantina di ragaz-zi.” La Compagnia dell’Albero ha proprie squadre dalla under 6 alla under 16, mentre Ravenna RFC ha una under 18 e una formazione se-niores che disputa il campionato di serie C. “LaCompagniadell’Alberosiconcentrasuunprogettomulti-sportivo - spiega Berdondini - visto che al suo interno ci sono il calcio, il calcio a cinque e il rugby. L’atti-vità sportiva parte con i bambini di 4 anni fino ai ragazzi di 17 anni: è quindi anche un importante stru-mento per educare. IlRavennaRFCsiorientadipiùalsettoresportivo: rappresenta il naturale prosegui-mento per chi è cresciuto nell’altra società.”Due le squadre sulle quali Ber-dondini si sofferma: “la seniores è una squadra di giovani che han-no bisogno di tempo per trovare i giusti meccanismi: il campionato è difficile e siamo molto soddisfatti del rendimento. Tra le altre nostre formazioni, c’è l’under 18, forma-ta da un gruppo interessante con buoni giocatori: alcuni di loro si sono fatti notare nelle varie sele-zioni regionali.” In una città in cui

il rugby non ha particolari tradi-zioni, i dirigenti stanno facendo un gran lavoro per promuovere questa disciplina.“Purtroppo a Ravenna non c’è una grossa conoscenza del rugby, che viene erroneamente considerato violento dalle famiglie. Si tratta in-vece di uno sport completo in tutti gli aspetti, ha una forte caratteriz-zazione educativa; nella sua prati-ca non c’è nulla di preoccupante, ma tanto da imparare. Per farlo conoscere siamopresentiinpiùdiventiscuolediRavennafraelemen-tari,medieesuperiori; vogliamo che bambini e ragazzi si avvicinino a questa attività sportiva, guidata da regole non complicate e giocata con un pallone ovale. Cerchiamo di fare dai quattro agli otto incontri durante le ore di ginnastica per far entrare in confi-denza i ragazzi. Siamo soddisfatti, perché notiamo che si è destato un certo interesse tra professori e studenti; alcuni di questi, poi, si presentano al campo per provare a giocare.” Il futuro può, quindi, regalare ulteriori soddisfazioni: “bisogna intensificare l’attività nelle scuole per avere più praticanti, il primo obiettivo è migliorare i numeri del vivaio e renderlo più grande per meglio distribuire la conoscenza di questo sport.” IN

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

Il futuro è... Ovale

Le due società

La Compagnia dell’Albero nasce nel 1994 come società di calcio

amatoriale e dal 2005 svolge attività di calcio e rugby fino ai 17 anni. Il

Ravenna Rugby Football Club nasce ufficialmente nel 2006 e svolge

attività di rugby under 18 e seniores. Presidente della Compagnia

dell’Albero è Luca Minardi, mentre alla guida del Ravenna RFC c’è

Roberto Incerti. Presidente onorario delle due società è Giovanni

Poggiali. Tutte le squadre disputano l’attività agonistica al campo di via

Isonzo 22/A.

Vincere | Rugby Football Club

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Da Ravenna a Londra, passando per Roma e Nuova Zelanda, per ar-rivare a Los Angeles, niente meno che per gli Oscar. Una carriera ful-minea per il giovane illustratore GiuseppeTagliavini che sfilerà sul red carpet per aver lavorato alla rea-lizzazione di Avatar.Doveinizialatuastoria?“Dopo il Liceo Artistico a Ravenna ho frequentato l’Accademia di Bel-le Arti a Bologna e un corso d’il-lustrazione a Firenze. Era il mio desiderio. Nel ’99 feci alcuni effetti per il cortometraggio Tao di mio fratello, il regista Edo Tagliavini. Girò vari festival e ricevetti diverse proposte. Nel 2000, finita l’Accade-mia a Ravenna, mi trasferii a Roma e andai alla Proxima, a Cinecittà studios. Prima come 3d artist e poi come compositor artist, colui che assembla le immagini generate al computer e quelle girate sul set dal regista. Il risultato è ciò che si vede al cinema.”Quandohaidecisodi trasferirtiaLondra?“Dopo diversi film italiani decisi di provare a fare il salto in altri più ric-chi di effetti e con più impatto me-diatico a livello mondiale. A Londra andai alla MPC, Moving Picture Company. Il mio primo progetto fu Troy e in poco tempo mi ritrovai a gestire 20 persone su film come La fabbrica di cioccolato, Batman Begins, Aliens vs Predator e Harry Potter e il calice di fuoco. Dopo alcuni anni ten-tai la strada della Nuova Zelanda. A Wellington presso Weta Digital

lavorai ai Fantastici 4 e Silver Surfer.”ComeseiarrivatoadAvatar?“Ero tornato a Londra quando iniziarono a girare le voci che il nuovo film di Cameron si sarebbe realizzato alla Weta Digital. Rimasi in contatto per 3 anni; finalmen-te nell’estate 2009 mi chiesero via mail se ero ancora disponibile. Dissi subito di si! Una nuova espe-rienza, tecnologie mai viste prima. Mi sentivo come un bambino in un negozio di dolciumi.”Pochimesidilavorazione.Iritmidilavorosarannostatiintensi!“Ogni giorno dalle 9 alle 11 as-semblavo le varie immagini delle inquadrature che dovevamo visio-

nare, fino alle 13, con i supervisori, per decidere cosa modificare. Dal-le 14 alle 17 avevamo le revisioni con il regista in video conferenza. Dalle 18 all’1 facevamo le corre-zioni. Così 7 giorni su 7; sabato e domenica finivamo verso le 9-10 di sera, tutto questo per 3 mesi. Non potete immaginare il lavoro per realizzare la versione stereosco-pica (occhio destro e sinistro) da controllare con gli occhialini 3d. Avatar è stata un’esperienza uni-ca culminata con la nomination agli Oscar degli effetti visivi VES nella categoria Best Compositor in a Feature Motion Picture per il film, unico italiano nella nomination per i film.”Eora?“L’Italia sembra sempre più lonta-na. Sogno di tornare a Ravenna. Per far capire quanto è grande il mio desiderio avevo proposto all’Accademia di Belle Arti e al Comune di organizzare un corso di specializzazione per chi fosse stato interessato a fare questo me-stiere, ma nessuno si è fatto sentire, con mio rammarico. Molte volte ho portato qui amici conosciuti in giro per il mondo e sempre con fierezza ho mostrato le bellezze di Ravenna. Posso dire che è la città più bella del mondo: mare, sole, stagioni, cibo, donne e sopratut-to amici! I tempi per tornare non sono ancora maturi, ma prima di partire per Los Angeles un salto per una pizza con gli amici e d’ob-bligo!” IN

testo Claudia Graziani

Trasferte di Successo

Migrare | Giuseppe Tagliavini

54 | IN Magazine

Page 55: Ravenna In Magazine - 01/2010

Apertura domenicaleVia Bovini, 30 - 48123 RAVENNA - Tel. 0544 771094 - Cell. 349 2983111

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Gli scaffali della nostra libreria al ravennate continuano ad arric-chirsi di titoli e firme. La prima è al debutto narrativo, anche se il suo volto è tutt’altro che nuovo al pubblico. Si tratta di AntonioCa-sanova che pubblica con Piemme L’illusionista.NashaBlazeeilmon-dosegreto. Un testo di narrativa per ragazzi, ma il piacere di una lettura “va da sé”, e la dinamicità dell’intreccio lo rende piacevole anche ai più adulti. Il protagoni-sta è un adolescente come tanti, o crede di esserlo fino a quando diviene consapevole che il sonno è la porta per un nuovo altrove. Dono della magia? Sì. La sola forza del pensiero gli farà, infatti, aprire serrature, o accendere il fuoco sul-le mani tanto che il ragazzo sarà oggetto di contesa tra Luminosi ed Oscuri, una lotta dove magia, stre-goneria ed incantesimi sono il solo linguaggio ammissibile.Claudio Nanni editore pubblica Unper…corsodiginnasticamentale.

Indicazioniedesercizipraticipermantenereattivalamente. Firmato dalle psicologhe RacheleNanni e ValentiaCasadei e dalla neuropsi-cologa ValentinaLolli, il testo, ab-battendo la roccaforte di un lin-guaggio troppo specialistico, è di piacevolissima lettura. Corredato dalle illustrazioni di FilippoFar-neti, il manuale, ricco di esempi tratti dall’esperienza quotidiana, da un lato mette in luce cosa cam-bia nella mente in relazione all’età, dall’altro pone l’accento proprio sull’attività mentale, importante tanto quanto quella fisica e sociale. Si suggerisce perfino un approccio diverso, da quello imperante nel senso comune che vuole la terza età legata ai concetti di declino e di perdita. Il testo è disponibile on-line e nelle librerie Coop.Avvincente e ricco di colpi di sce-na, è il romanzo Fernandel L’altravitadiEmma firmato dal romano DanieleBorghi. La protagonista racconta in seconda persona la

monotonia di una vita qualunque, del suo essere una cinquantenne imprigionata in vuoti ed obbligati ruoli. Rumina pensieri che la scol-lano dalla realtà, fino a quando la porta di una nuova vita le si spalan-ca all’improvviso, e lei vi si butta a capofitto contro ogni morale o etica. Consapevole della relazione tra il marito e la sorella pianifica un piano diabolico: la sua appa-rente e iniziale inettitudine pare trasfigurata. L’incalzare narrativo imboccherà quindi una direzione ben precisa: “l’odio ha una sola manifestazione che non sia ipocri-ta: uccidere”.Un salto nella storia, o meglio, nel mondo della ricerca storica è l’accurato lavoro di FeliceMaz-zeo in GeorgeByronel’ultimasuapassione.Unastorianonsolora-vennate. Edito da CAPIT, il testo corredato da una significativa ras-segna fotografica e da una ricca quantità di documenti, molti ine-diti, ripercorre, attraverso diari ed epistole, la celebre storia d’amore con la contessa Teresa Guiccio-li. Un quadro che fa trapelare le plurime sfumature emozionali di un poeta troppo spesso ridotto a semplice seduttore, restituendo a lui e all’amata una nuova simpa-tia. Uno spaccato di vite che, come sottolinea il sindaco Fabrizio Mat-teucci nella presentazione, risulta di piacevole lettura anche “ai non addetti ai lavori”, perché si tratta di una “storia che, senza essere un romanzo, è appassionante come un romanzo.” IN

testo Francesca Zampiga

Freschi di Stampa

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Leggere | Novità in libreria

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58 | IN Magazine

Scegliere | Shopping

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