segreto o mistero

8/7/2019 SEGRETO o MISTERO

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senso di un enorme scoraggiamento, all’insegna di Fatima la fede esperanza e la carità dei fedeli dovrebbero esserne rafforzate, proprioperché tutto è stato profetizzato.

Le parole del Messaggio di Fatima non sono certamente parte dellaRivelazione pubblica, ma, avendo la medesima origine divina, iltrattamento riservato ad esse rispecchia l’attentato e il dubbio correnteverso le stesse Scritture. La Profezia di Fatima non è ermetica, comeoggi la presentano alcuni teologi, ma indica la via del bene e dellapace nel mondo per arrivare alla salvezza eterna; indica la causa delleguerre e dei disastri umani che seguono le rivoluzioni nell’offesadella legge di Dio. Essa svelò il pericolo degli errori che la Russiaavrebbe diffuso nel mondo, nonché unaguerra peggioredi quella chenel ‘17 devastò la Cristianità. Rivelò, inoltre, le persecuzioni contro

la Chiesa e il Papa quale inevitabile castigo per i delitti del mondo,che sono innanzitutto offese alla Legge di Dio.È questo un segno dei tempi; chi rifiuta non l’Evento di Fatima in

sé, ma la rilevanza della sua ora nella storia recente, si dimostracontrario alla verità dei fatti; se poi è un chierico, si dimostracontrario anche al disegno divino. La posizione antiprofetica, diffusaperaltro tra molti chierici, non indica che essi hanno parteall’apostasia presente? Essi accolgono i segni del mondo, maresistono a quelli di Dio.

È vero, la religione rivelata insegna che le profezie non sono dateda Dio affinché gli uomini conoscano il futuro, ma perché, qualoraessi non cambiano rendendo presente il futuro, riconoscano che Chile ha date, avendo piena conoscenza degli eventi, vuole il bene e lafede degli uomini. Se si applica ciò alla Profezia di Fatima, si devericonoscere che ora la storia conferma quanto essa ha previsto nel1917. Si trattava degli sviluppi rivoluzionari in Russia e delleconseguenze della guerra del 1914-18 in Europa. Eventi che erano in

corso, ma che con buona volontà potevano essere sanati per evitareflagelli peggiori, quali la diffusione degli errori della Russia nelmondo, la seconda guerra mondiale e in seguito ilterzo male, ancorapiù letale per le anime e velato, allora, nel Terzo Segreto:l’annientamento del Cattolicesimo. Per evitare tale sequenzamicidiale di flagelli per l’umanità e per la Chiesa, alla profeziaseguivano delle richieste, purtroppo non dovutamente accolte daipapi, con le conseguenze che la storia ci rivela: la vastascristianizzazione del mondo e l’apostasia che ha varcato le portedella Chiesa. Il Segreto riguardava il crollo della fede nel mondo a tal

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punto che la veggente Lucia aveva aggiunto nella quarta memoria, incui trascriveva il testo conosciuto del Segreto, la sua eccezione:“InPortogallo si conserverà sempre il dogma della fede”.All’epoca,quanti conoscevano il Messaggio di Fatima già potevano farsi un’ideasul suo contenuto concernente lo storico declino della Fede; lavisione del Segreto avrebbe potuto, quindi, aiutarli a difenderla,indicando essa la violenta scomparsa del Papa col suo seguito eperciò l’illegittimità delle mutazioni che seguirono per demolita.

L’avviso dato a La Salette doveva mettere in guardia i cattolici:“Roma perderà la fede e diverrà la sede dell’ Anticristo”, ma né ilrichiamo né l’aiuto di Fatima furono accolti per dare frutti alla Fede.

Le chiavi per la comprensione del Terzo SegretoAbbiamo parlato dell’oscuro esito della congiura plurisecolare

contro la Chiesa ovvero del “mistero dell’iniquità”, rivelato nelleSacre Scritture, confermato dal Magistero dai Papi e da altri segnidivini nonché, come si è visto, dall’Evento di Fatima. Il suo epilogopassa per il “grande inganno”, oscuro all’epoca per i suoi risvoltifuturi, e infatti “chi non ha abbracciato la verità divina con amore,crederà nella menzogna”(cf. “2Ts 2).Ebbene, i grandi obiettori dei segnidivini e dell’ intervento di Maria fu proprio parte del clero. Simoltiplicarono le obiezioni corrosive, come quelle del P. Dhanis,

superate solo da chi ha studiato a fondo la storia dell’Evento diFatima.Strano a dirsi, attualmente è proprio la maggioranza dei difensori

del Messaggio a non accettare come autentico il testo pubblicato nel2000 dal Vaticano, perché dubita che esso si accordi con le altre dueparti, adducendo come prova il fatto che, mentre le prime sonosemplici e dirette, essendo chiarite dalle parole della Madonna, laterza, in forma di visione senza spiegazioni, si presterebbe adistorsione.

A questi dubbiosi sono dirette le seguenti considerazioni atte averificare l’autenticità della visione simbolica della terza parte delsegreto di Fatima, rivelato il 13 luglio 1917, scritto da Lucia a Tuy il3 gennaio 1944 e reso pubblico il 26 giugno del 2000 dal Vaticano.

È vero, non c’è nella visione una parola segreta della Madonna, mail castigo che essa fa dedurre, dell’ecatombe cattolica, si accorda,oltre ogni nebuloso simbolismo, con quanto avverte la parteconosciuta.

A seguito della visione, come è inserita, i pastorelli, spaventati

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dalla morte del Papa insieme ai cattolici fedeli, come dopo la visionedell’ Inferno, devono aver alzato gli occhi verso la Madonna, Che lirassicurò con bontà e tristezza:“Alla fine il Mio Cuore Immacolatotrionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà,e sarà concesso al mondo un periodo di pace.”Il Segreto di Fatima,presentando quindi la visione di un eccidio papale, rappresenta, anchesenza altre spiegazioni, la persecuzione terminale contro latestimonianza cattolica, seguita dalla promessa finale; il ritorno delPapa e il trionfo della Fede. Queste sono le parole già note delSegreto e devono aver confortato allora i pastorelli spaventati, comeconfortano oggi quanti vivono in mezzo alla grande apostasia:“Sotto idue bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio dicristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con

esso irroravano le anime che si accostavano a Dio”.La terza parte del Segreto di Fatima presenta quindi la visione diun’ecatombe cattolica: l’eliminazionedel papa e dei testimoni dellaFede. Una visione necessariamente simbolica per rappresentare, senzaaggiungere altro, l’epilogo della persecuzione storica contro la Fede,operata con ogni arma e da diverse parti.

L’evento del Pastore colpito è nella Rivelazione ad immagine delSacrificio di Gesù Cristo; ma siccome nessun papa è stato ucciso nelmodo della visione, ciò non è un fatto storico del nostro tempo, masimbolico. Per capire meglio la rovina crescente che si stavaabbattendo sulla Città cristiana nel XX secolo, senza che gli uominipotessero evitarlo, vedremo in seguito alcuni episodi della storia deipapi di Fatima, che avevano ricevuto un prezioso aiuto dal Cielo inrisposta ad un ricorso fatto a Maria Mediatrice, ma non avendo saputoaccoglierla, hanno visto frustrati tanti sforzi per la difesa della Fede.

IIª: LA PROFEZIA IGNORATA, IL PASTORE COLPITO E

LA CITTÀ ROVINATAI consacrati servono il Signore nella fede, e nonostante la loro

attività imponga spesso lavori e preoccupazioni in campi diversi,possono dirsi fedeli solo se tali impegni hanno per priorità il benedella fede. Ciò vale per i prelati, ma, ancor più per i pontefici chesono i vigilanti dei vigilanti nella fede. Il grande guaio dei tempimoderni è causato dal fatto che i papi, assillati da ogni tipo diproblema e soprattutto da quello riguardante la difesa della Chiesa,hanno dovuto impegnarsi sul fronte sociale e politico intricato ad un

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livello estremo, al punto da apparire chiaro a tutti che, senza un aiutodivino, la vita della Chiesa e dello stesso Papato erano a rischio.

I Papi cattolici del secolo XX si sono sempre impegnati nelladifesa della fede con documenti talvolta mirabili; in campo secolarehanno dovuto, però, ricorrere ad una politica diplomatica che, salvonel caso di San Pio X, ha rischiato di indebolire la testimonianzacattolica, pericolo già segnalato da importanti messaggi mariani.

Il Segreto di Fatima è la profezia di Maria in vista dei malidevastanti del nostro tempo. Come è stato accolto dalla Chiesa?Questa è la vera questione per capire la passione del Cristianesimo eil Terzo Segreto. Per approfondirla si dovrà seguire la storia deipontificati di quel tempo, alla luce di quello di San Pio X. Questi,inaugurando il suo pontificato, disse che lo stato del mondo era

talmente degradato da fare capire che l’Anticristo era già presente;come predetto a La Salette: “Roma perderà la fede e diverrà la sededell’Anticristo”.

Come avrebbe il Nemico potuto compiere questa “occupazione”?La sola risposta sta nel fatto che la vera difesa della Roma cattolica

dipende del ricorso e successiva accoglienza dell’aiuto divino,secondo le parole di Gesù: “Senza di Me niente potete”... “Se Dionon veglia sulla città, in vano vigilano i guardiani”.

Non si trattava forse dell’aiuto offerto a Fatima, consistente in unarichiesta fiduciosa nell’intervento di Maria?

La piena accoglienza di Fatima è mancata da parte dei pastori.In questa luce saranno considerati i tre papi di Fatima, dal 1917 al

1958. In seguito si vedrà quanto seguì riguardo al Papato perché laBibbia insegna: “dove si è mancato, lì verrà la desolazione”.

4 - BENEDETTO XV: IL PAPA A CUI MARIA RISPOSE

Giacomo Della Chiesa, d’origine genovese, poteva vantare tra gliascendenti paterni e materni alcuni pontefici e anche uomini di mare.Lavorò nella Segreteria di Stato, dove divenne Sostituto, dopo esserestato a Madrid come segretario del nunzio Rampolla. Noto per laconsonanza con gli orientamenti di questo importante prelatosiciliano, cui rimase sempre legato, il suo orizzonte in carriera siampliò non solo con l’accresciuta pratica diplomatica, ma anchegrazie alle sue visioni internazionali. Era in atto allora una politica

diplomatica di nuovi equilibri ideata principalmente dal cardinale

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Rampolla. Essa operava affinché la Santa Sede stabilisse legami conle nuove potenze liberali, specialmente con la Francia repubblicana eanticlericale, tralasciando la priorità delle alleanze “cattoliche” per preservare l’ordine cristiano in Europa. Si trattava della politica cheha portato al rovinosoralliement in Francia, suscitata dallospiritodicompromessoad oltranza, anche su questioni concernenti la religionee già condannato da Pio IX.

Per ralliement s’intende l’invito clericale ai cattolici francesiaffinché collaborassero, in teoria con qualsiasi forma di governo, inpratica con quello repubblicano e anticlericale di fine ottocento. Nonpoteva certo giovare alla Chiesa un piano desideroso d’intese propriocon quei poteri rivoluzionari che, accomunati da una radicaleavversione verso Roma, volevano il totale isolamento della Sede

cattolica. Tale spirito conciliatore, che da sempre punta ad unagestione degli opposti, ein extremis,del vero e del falso, è tipicodella Massoneria. Sta di fatto che lo stesso Francesco Giuseppe,Imperatore del Sacro Impero, pose il veto all’elezione di Rampollanel conclave del 1903, proprio a causa della politica odell’appartenenza del Prelato a quella setta. Ciò sancì la sconfitta ditale progetto e, con l’invio di Della Chiesa a Bologna nel 1907,s’interruppe l’influenza rampolliana nella Segreteria di Stato. Conl'elezione papale del 1914, la politica diralliement dell’età leoninariprese nel momento della deflagrazione della I Guerra mondiale, lo sivedrà nei rapporti vaticani con la Repubblica portoghese, rapporti cheseguivano quell’indirizzo d’intese in tutte le direzioni, aperte almondialismo delle Nazioni unite.

Eletto al pontificato, il 6 settembre 1914, Della Chiesa eraconsapevole che l’azione prettamente uman a del Vaticano, inquell’ora tragica per l’umanità, non poteva che limitarsi ad invocarela pace tra quanti si massacravano senza pietà su tutti i fronti.

Non si potrà mai illustrare abbastanza l’orrore cui l’umanitàandava incontro in quegli anni. Allora, infatti, fu perpetrato ancheuno dei più spaventosi e censurati genocidi di massa della storia: frail 1915 e il 1916 i turchi massacrarono più di un milione d’armenicristiani.

La Santa Sede si appellò all’Europa che non solo si dimostròindifferente quanto impotente nel fermare quel genocidio, ma ancheincapace di fermare il massacro dei propri figli, coinvolti nella grandeguerra. La prima carneficina, quella degli armeni, cessò solo con laconversione forzata o la deportazione dei cristiani superstiti, la

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seconda, in apparenza finita nel 1918, sarebbe ricominciata in modoancora più cruento nel 1939 con la II Guerra mondiale. Il Papaconosceva i limiti della diplomazia in tali circostanze e sapeva che levittime delle persecuzioni e della guerre si aspettavano qualcosa dipiù dei soliti appelli irenici alla fraternità che si esaurivano dopo ilprimo fremito emotivo. Per tali catastrofi c’era urgente bisognodell’invocazione al Cielo, del coinvolgimento dei popoli nellapreghiera.

Vediamo i termini sia della supplica papale, che ormai variconosciuta come causa determinante delle Apparizioni, sia delMessaggio che ad essa rispose. Nell'ora tremenda della Prima GuerraMondiale che versava fiumi di sangue e lacrime, Benedetto XV vollefar ricorso al Cuore di Gesù, attraverso la Sua Madre Addolorata, per

ottenere la pace nel mondo. Lo fece con una lettera al Segretario diStato, il cardinale Gasparri, impartendo istruzioni affinché tutta laChiesa implorasse l’aiuto nelle Litanie lauretane, con l’invocazione: -Regina pacis, ora pro nobis!La lettera fu distribuita il 5 maggio1917.

Otto giorni dopo, il 13 maggio, la Madonna apparve per la primavolta a Fatima, rispondendo all'invocazione papale con un messaggiodi pace contenente avvisi, richieste e promesse che dimostravanocome il sollecito soccorso materno venisse ad indicare la volontà diDio per la nostra generazione, unica via per la pace e la salvezza dimolti.

Nella prima Apparizione, il 13 maggio 1917, la Madonna apparvevestita tutta di bianco e più brillante del sole:“Sono venuta achiedervi di venire qui per sei mesi consecutivi, il giorno 13, aquesta stessa ora. Poi vi dirò chi sono e cosa voglio. Quindi,tornerò qui di nuovo una settima volta... Recitate la Corona, tutti i giorni, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra!”.

Il 13 luglio, la Madonna ripeté:“Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che continuiate a dire la Corona tutti i giorni allaMadonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la finedella guerra, perché soltanto Lei vi potrà soccorrere…Continuate avenire qui tutti i mesi. Ad ottobre dirò Chi sono, quel che voglio efarò un miracolo che tutti potranno vedere per credere.” Seguì ilMessaggio già visto. A ottobre avvenne il miracolo del sole, nelgiorno e nell’ora annunciati:perché tutti potessero credere.

Riconobbe Benedetto XV la risposta della Madre di Dio?

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Proprio questo papa aveva scritto “della gratitudine verso Dio everso l'augusta Vergine, per essere intervenuta a scampo dellagemente umanità nell'ora del pericolo ... al nostro dimandare.”

Alla luce dei fatti riguardanti Fatima, nel cui Messaggio è espressala volontà divina, bisogna considerare sia quale doveva essere l'operadell'autorità ecclesiastica secondo la fede, per il bene della Chiesa, siail ritardo nell'accogliere gli avvertimenti straordinari della Madonna.Le considerazioni devono partire dal momento in cui la domandadivina fu conosciuta dai ministri della Chiesa, cioè dal 1917, duranteil pontificato di Benedetto XV che, come si è visto, in un momentoilluminato, rivolse, con tutta la Chiesa, un'invocazione al Cielo per lapace. La principale questione da chiarire è quindi se l'Evento diFatima, di cui oggi si riconosce l’importanza, sia stato

tempestivamente considerato, nelle sue straordinarie dimensioni,dalla Chiesa come una risposta divina.La risposta a questa prima questione è già in parte nello stupore

che essa provoca. A tutt’oggi il mondo cattolico non ha dato peso alrapporto tra le date: l’invocazione di aiuto del Papa per la pace del 5maggio e la sollecita risposta di Maria del 13 maggio che indicava lecause delle guerre, il loro corso futuro e la soluzione attraverso unpiano divino, del tutto conforme alla normale pietà della Chiesa.

A prima vista, può sembrare che vi sia qui una difficoltà di ordinecronologico, visto che le richieste furono definite solo anni più tardi:quella per la comunione riparatrice dei 5 primi sabati nel 1925 equella per la consacrazione della Russia da parte del Papa insieme aiVescovi, solo nel 1929. Durante quel pontificato durato fino al 1922,c’era, però, stato tempo per vagliare l'autenticità delle Apparizioni diFatima. Resta comunque un fatto oggettivo: l’anno 1917, quellodell'Apparizione mariana, fu anche quello della Rivoluzione russa checambiò il mondo. Dio aveva dato dunque, nel 1917, tramite

l'Immacolata, un segno inequivocabile della Sua volontà. Si deve,pertanto, dedurre che vi siano state difficoltà di carattere religioso adaccogliere quel Segno del Cielo. Tali difficoltà erano, già allora, ditale portata, da far capire quanto il naturalismo filosofico e le tramemassoniche del mondo avessero toccato la Chiesa.

Ecco l’origine dell’appello alla ‘Regina della Pace’, che ha segnatoil pontificato di Della Chiesa! Questo sarà qui considerato alla luce didue influenze opposte: lo Spirito di pietà, rivolto per primo al voleredi Dio; lo spirito conciliatore, aperto ai compromessi umani. Si vedràche il secondo finì per prevalere, nonostante, il Papa, mosso dallo

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Spirito di pietà, abbia invocato l’intervento della Madre di Dio Cherispose al suo appello proprio apparendo a Fatima.

Lo Spirito di pietà che muoveva Benedetto XVSi può riconoscere questo Spirito principalmente nella devozione

del Papa a Maria Mediatrice, intimamente legata ai disegni divini per quel momento storico, su cui il Papa ha scritto pagine sublimi.Benedetto XV diceva nel Discorso “È pur troppo vero”, al

Concistoro(24 dic. 1915): “Ella è l' “aurora pacis rutilans” fra letenebre del mondo sconvolto...Ella è Colei che, sempre intervenutaa scampo della gemente umanità nell'ora del pericolo, più celereprecorrerà ora al nostro dimandare, Madre a tanti orfani, Avvocatain così tremenda rovina.

Ricordiamo, inoltre, la Lettera papale al Cardinale Gasparri del 5maggio 1917, in cui chiedeva per gli‘afflittissimi figli’ della ‘granMadre di Dio’ la sua intercessione per la pace‘in quest'oratremenda’. Si presti attenzione a questi testi, importanti per approfondire il modo d’intendere la Mediazione divina di MariaSantissima, soprattutto in quell’ora in cui imperversava sulla terraun’ondata di odio, come mai prima nella storia, “in così tremendarovina... bisogna presupporrel'intervento di Colei che,... sempreintervenuta a scampo della gemente umanità nell'ora del pericolo,

più celere precorrerà ora al nostro dimandare...Si può credere che ilmodo in cui Benedetto XV intendeva qui la Mediazione di Mariaincludesse un intervento miracoloso nella storia umana, come era giàavvenuto con Giovanna d’Arco nella storia della Francia? A questaluce si può percepire il dilemma del pontificato di Benedetto XV. Daun lato, il Papa, mosso dallo Spirito di pietà, credeva che l’interventodella Madre di Dio potesse cambiare la storia, ma dall'altro teneva lasua fiducia nell’intimo della propria coscienza, evitando che una“visione pietosa e miracolistica” potesse prevalere in questioni, su cuila rigorosa e ieratica teologia romana non si era pronunciata.Il noto mariologo P. Gabriele Roschini colloca così la questione difede: “È discusso se nella mediazione mariana, oltre la causalitàmorale (quella d’ intercessione), sia da ammettere pure la causalitàfisica strumentale [quella d’intervenzione?] (Dizionario di Mariologia,Studium, Roma, 1961, p. 349; EC, v. XIII, p. 576).La questione, di grandeimportanza in vista delle grandi apparizioni mariane dell’ottocento,non riguardava forse in prima persona il Vicario di Gesù Cristo?

Il fatto è che le speculazioni teologiche, oscillanti tra teoria e

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realtà, rimanendo incerte senza una definizione cattolica, suscitanosempre più la resistenza a riconoscere l’intervento del soprannaturalenel mondo naturale, incrinando la stessa Fede.

Quando la visione dell’Alto s’annebbia, non è forse vero che purequella ravvicinata diviene confusa? Vedremo come questo maleavrebbe colpito i ministri del Signore; in tal senso ci si potrebbechiedere: come mai Benedetto XV nel 1917, alla vigilia della terribileinsurrezione comunista, non accusava il male allora incombente e giàcondannato dai Papi precedenti, che avrebbe causato un’ecatombesenza pari? Non lo vedeva? Sembra di no, perché in quei giorni quelPapa s’impegnava ad accusare il delirio della Rivoluzione francese.

Già nel 1846, Pio IX, con l'enciclica"Qui plurimus" , avevaaccusato:“La nefasta dottrina del cosiddetto comunismo, contraria

in modo estremo al proprio diritto naturale la quale, una voltaammessa, porterebbe alla radicale sovversione del diritto, dellaproprietà di tutti e della stessa società umana”.Quando nel ‘17 ilcomunismo s’impadronì della Russia, che divenne il gran flagello deipopoli, non fu levato da Roma alcun grido d'allarme né di condannaproporzionato alla tragedia. Il Patriarca ortodosso russo Tichon, aMosca, in mezzo alla persecuzione comunista, dichiarava questoregime“vera opera satanica”,i cui sostenitori“meritavano il fuocoeterno e la terribile maledizione delle generazioni future...”, mentre ilPapa, a Roma, non ribadìva quanto detto dai predecessori.

Oggi se ne conosce una delle ragione del silenzio: la speranza delladiplomazia vaticana di stabilire un concordato con Lenin!

Cosa aveva intorpidito a tal punto il Cattolicesimo?Il 1917 fu l’anno cruciale del XX secolo nella storia della Chiesa e

del mondo, fatto alquanto verificabile vagliando il pontificato diBenedetto XV. La veridicità storica dell'opposizione vitale traCristianesimo e Rivoluzione ha per massimo riferimento l'Evento di

Fatima.Nel 1917, l’anno dell’Apparizione di Fatima, si registrò, infatti, ilmomento cruciale della Prima Guerra Mondiale che fece milioni divittime in Europa, mirando all’abbattimento degli ultimi grandibaluardi della Cristianità. Essa si svelò crocevia decisivo per l’umanità: da una parte, la via delcomplotto storico in cuiconvergevano ribellioni secolari ampliate a dismisura con larivoluzione russa; dall’altra, la via dell’intervento della Madre di Dio,il Cui Messaggio, contrassegnato dal Miracolo del sole, di unamagnificenza senza precedenti, dimostrava come le sue indicazioni

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fossero decisive per l’umanità.Il 1917 è quindi l’anno in cui apparvero i segni dello scatenarsi di

una lotta d’ordine metafisico: di tempi apocalittici. È l'anno in cui ilvirus della rivoluzione fu iniettato in Russia con l’aiuto della finanzamassonica ai suoi capi carismatici, Lenin e Trotski.

Il primo partì dalla Svizzera con otto milioni di sterline-oro eattraversò la Germania in un vagone sigillato, secondo un pattostabilito con i tedeschi. Il secondo, Trotski, raggiunse Lenin partendodal Canada, anche lui con consistenti finanze e portando con sérivoluzionari addestrati oltre ad un ingente carico d’armi. Il primoincontrò solo il divieto di attraversare l'Austria da parte dell’Imperatore cattolico Carlo I d'Asburgo, contrario al piano tedesco. Ilsecondo, imbarcato ironicamente sulla nave "Cristiania", incontrò in

uscita solo il fermo della dogana canadese, che fu presto tolto con unatelefonata da parte di un altolocato del governo.La Massoneria, cioè l'organizzazione segreta e settaria che

pianifica unnuovo ordinedel mondo, aveva raggiunto nel 1917 untale potere che i suoi seguaci, nel commemorare i duecento anni difondazione e l'anniversario di Giordano Bruno, sfidarono la Chiesa inPiazza S. Pietro, sotto le finestre del Papa, con scorribandesacrileghe. Sventolavano cartelli raffiguranti San Michele Arcangelocalpestato da Lucifero, e gridando che Satana avrebbe regnato inVaticano dopo aver reso il Papa il suo schiavo! Padre MassimilianoKolbe, testimone del sinistro spettacolo, decise(ottobre 1917)difondare la "Milizia dell'Immacolata" per affrontare le ordemassoniche, pregando per la loro conversione. Si devono segnalare inquell'anno altri fatti di grande importanza per gli eventi futuri. Nelmondo, i princìpi massonici, in veste di diritti umani, si affermavanocon la formazione della "Società delle Nazioni", precorritricedell'attualeONU. Anche il Sionismo otteneva una notevole vittoria

per la fondazione dello Stato di Israele con l'avallo del ministroinglese Balfour. Ricordiamo che il ritorno degli Ebrei a Gerusalemmenel 1967, con la guerra dei sei giorni, rievoca la fine del tempo dellenazioni, predetta da Gesù(Lc 21, 24).

Il Papa chiese, la Madonna rispose Dopo la descrizione di questi eventi politici e sociali, decisivi per

la vita del mondo - e oggi sappiamo quanto essi abbiano pesato - icattolici non possono non pensare che ad essi siano concomitantialtrettanti eventi, svoltisi in silenzio nella vita della Chiesa e del

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Papato. Una risposta indiretta a siffatti dubbi si può trovarenell'atteggiamento clericale nei confronti di Fatima e del messaggiodi Maria, che annunciava tragedie storiche incombenti.

La Chiesa lo riconosceva come un chiaro aiuto divino; perché gliuomini della Chiesa non lo hanno accolto?

Per capire Fatima bisogna considerare la sua causa prossima: lasupplica papale. Diviene allora chiaro che nel 1917 la "Chiesaceleste" rispose avvertendo tempestivamente la "Chiesa militante" deigravi pericoli incombenti e impiegando segni proporzionati ad essi.

La difficoltà di avvalersi degli aiuti celesti era la riprova della lorourgente necessità; si trattava di combattere quel naturalismo cheaveva fatto dimenticare, se non addirittura ignorare, ai cattolici, ilprincipio stesso della Religione: l’intervento divino nella vitadell’umanità.Proprio per risvegliare negli animi questo vitale principio dellafede, la Madonna apparve a Fatima in un luogo nominato Cova d'Iria,dimostrando il rapporto di causa-effetto tra l’appello che il Papa Leaveva rivolto e la Sua risposta. Ma Ella rimase stranamenteinascoltata.

Il crocevia religioso del 1917 -Si deve riconoscere che gli eventidel 1917 erano stati preceduti da un indebolimento del senso cristianodella storia, che avrebbe portato i fedeli non solo a riconoscere gliaiuti divini, ma anche a ricorrervi. Il ricorso indetto dal Papa potevarisvegliare la fede incarnata nella Storia, che rende gloria a Dio. Ciòmancò allora, indicando l’effettivo declino della fede nella Chiesa.

All'inizio, infatti, l'Evento di Fatima rimase circoscritto alPortogallo, ma col passare dei giorni “cominciò un afflussoimpressionante di pellegrini molto superiore a quello di Lourdesnell'epoca delle Apparizioni, nonostante le difficoltà d’accesso”(NDOC p. 95).È importante notare che, fin dalle prime Apparizioni, si

sapeva che i pastorelli avevano ricevuto un segreto. Ciò aveva destatogrande interesse nel sindaco massone di Vila Nova de Ourèm il quale,il 13 agosto, andò sul posto per cercare di carpirlo a Lucia; nonriuscendovi, la portò dal parroco P. Ferreira, esigendo che questiottenesse dalla bambina il messaggio, ma la Veggente rispose: “Èvero (ho ricevuto un segreto), ma non ve lo posso rivelare. Se V.Rv.vuole conoscerlo, andrò a domandare alla Signora e se Lei loautorizzerà, allora ve lo dirò”(TSF. p. 13).Di fronte a tale fermezza ilsindaco pensò di usare uno stratagemma per portare i bimbi adOurém dove, isolandoli e minacciandoli con la morte, avrebbe

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ritentato di estorcere il “Segreto di Fatima”; nemmeno così vi riuscì.Come si vede, si interessarono al Messaggio di Fatima più le

autorità anticlericali che quelle ecclesiastiche, per le quali, gli eventierano più motivo d’imbarazzo che aiuto provvidenziale alla Chiesa,in un Paese dove essa era perseguitata. Furono i fedeli a testimoniarel'universalità dell'Evento, accorrendo a migliaia nonostante ledifficoltà d’accesso e d’informazione. Sarebbe perciò stato possibilealle autorità religiose conoscere dall'inizio il Segreto: bastavarichiederlo ai Veggenti. Purtroppo, però, non si riconobbe"labenignissima sollecitudine ad ottenere al mondo sconvolto l'efficaciadella Sua intercessione e la grandezza del beneficio da Leicompartitoci" , secondo le parole papali. Perché? Certamente, nel1917, c'erano seri motivi perché l'Evento di Fatima mettesse in serio

imbarazzo i Pastori portoghesi, spesso accusati dal governo massonedi sobillare il popolo con devozioni "sovversive", e li tenesse sottopressione. Tale imbarazzo sarebbe la causa delle prudenti riserve delVaticano?

In ogni modo, pensare che la notizia dell’Evento non fosse giuntaal vertice della Chiesa, subito dopo quei mesi di guerra, sarebbeillusorio. Ci sono due indizi probanti che Benedetto XV fosse aconoscenza dei fatti di Fatima, fin dall'inizio: - ilBreve "Quovehementius" del 17.1.1918, che ristabiliva la Diocesi di Leiria, ev'includeva Fatima, già incorporata fin dal 1881 alla Diocesi diLisbona; - la Lettera del 29.4.1918 all'Episcopato portoghese, in cuifigurava il riferimento ad"un ausilio straordinario da parte dellaMadre di Dio" . ("Sintesi Critica di Fatima",Sebastião Martins dos Reis).

Col ristabilimento della Diocesi locale, il processo canonico per verificare l'autenticità delle apparizioni avrebbe trovato nel nuovovescovo il giudice necessario; l’apertura del processo, purtroppo,tardò. Quanto alle difficoltà, si deve considerare la politica

d’avvicinamento del Vaticano verso il Portogallo repubblicano. Per ristabilire i rapporti diplomatici, interrotti nel 1919, Benedetto XVfece un appello ai cattolici portoghesi, invitandoli a sottomettersi alleautorità costituite (unralliement portoghese). Il cardinale Patriarca diLisbona, Mendes Belo, che fino al 1919 rimase esiliato dal governorepubblicano, ritornò da Roma imbevuto di uno spirito piùdiplomatico che mariano.

Il Patriarca era allora anche titolare della Diocesi di Leiria, perciòdi Fatima, e ritenendo che quell’Evento fosse motivo di conflitto,arrivò a minacciare di scomunica i sacerdoti che lo avessero

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divulgato. Questo fatto, tuttavia, non può essere oggi usato dai cultoridi Medjugorje per confrontarlo con la condanna che tali apparizionihanno ricevuto da parte del Vescovo di Mostar, forte del vasto dossier sul processo canonico durato anni. A Fatima, tale processo allora nonfu avviato, e quando iniziò, sette anni dopo, non si trovaronoelementi che mettessero in dubbio l’Evento o ne condannassero ilMessaggio. Tra Fatima e Medjugorgje non vi è, dunque alcun legamedel genere.

Nel 1920, Benedetto XV nominò, per la Diocesi di Leiria, DonJosé Alves Correia da Silva che, consacrato a luglio, assunse la caricanel mese successivo, dichiarandosi, però, ignorante dell'Evento diFatima, Questi fece aprire il processo canonico per certificarlo solonel maggio del 1922, sotto un nuovo papa, proprio quel Pio XI il cui

nome figura nel Segreto. I termini del messaggio di Maria sarebbero,però, stati divulgati solo anni dopo e il riconoscimento ufficiale dellaChiesa sarebbe giunto solo nel 1930, tredici anni dopo il grandemiracolo del sole, avvenuto“affinché tutti possano vedere bene per credere”, come annunziato da Maria. Siamo così giunti allaquestione: il 1917, anno cruciale per tanti eventi, ha segnato unmutamenti anche nella Chiesa? In quell'anno fu promulgato il nuovoDiritto canonico, elaborato sotto Papa Sarto; il suo successore,Benedetto XV, continuò a condannare, ma solo a parole, ilmodernismo,"collettore di tutte le eresie" , infiltratosi nella Chiesa,come aveva ben visto san Pio X, ma le barriere erette da lui contro unsimile male furono gradualmente sguarnite dal suo successore.

Riguardo ai rapporti della Chiesa con le nazioni cattoliche, San PioX li aveva sempre improntati sulla difesa dei princìpi cattolici. Per quel che attiene al Portogallo, il Papa, con l'Enciclica"Jamdudum inLusitania" del 24 maggio 1911, aveva accusato le forze anticlericalidella Repubblica, rifiutando le imposizioni contrarie alla Chiesa e

condannando come assurda e mostruosa la legge di separazione tra laChiesa e lo Stato portoghese. Il rifiuto di accettare compromessi neirapporti con la Religione, come era avvenuto nel 1905 con il governoanticlericale francese, provocò l'esilio di vescovi e l'imprigionamentodi sacerdoti, ma, per grazia di Dio, anche un notevole rafforzamentodella Fede, come si vedrà nella resistenza all'avanzata rivoluzionarianei giorni delle Apparizioni di Fatima.

Nel pontificato di Benedetto XV questa posizione cambiò. Finita laguerra, i rapporti diplomatici tra Lisbona e il Vaticano furonoristabiliti. Nel dicembre 1919, il Papa inviò, come si è visto, un

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appello ai cattolici portoghesi, invitandoli a unralliement conl'autorità della Repubblica, riconosciuta come legalmente costituita,ed ad accettare anche eventuali offerte di cariche pubbliche. Ci fuallora la beatificazione dell'eroe nazionale Nuno Alvarez per favorirela normalizzazione dei rapporti. La storia di Fatima dimostra, però,come le persecuzioni siano continuate anche dopo che il CardinaleMendes Belo, Patriarca di Lisbona, tornato dal suo esilio romano nel1919, avesse considerato inopportuna in questo clima diplomatico ladiffusione della devozione di Fatima. A poco servì tale "prudenza": il13 maggio 1920, il Governo mandò due reggimenti dell'esercito allaCova da Iria per impedire la crescente devozione alla Madonna diFatima. La folla, però, rimase lì, in ginocchio, recitando il Rosario eintonando inni devoti, tanto che perfino alcuni soldati si unirono alle

preghiere e l’indegno cerchio intimidatorio si sciolse.Quando la Russia, sotto il governo comunista, fu vittima della piùdevastante fame di cui si ha notizia, ci furono milioni di morti. IGoverni occidentali erano propensi a soccorrere quelle popolazioni,affrontando il governo che era la causa di così devastante tragedia.

Fu Benedetto XV ad accantonare la grave questione morale,proclamando, nel 1921, che è"dovere di ogni uomo accorrere doveun altro uomo muore”.Il problema, però, consisteva nel sapere sel'aiuto avrebbe, di fatto, raggiunto la gente disperata, visto chesarebbe passato per le mani di quelli che avevano introdotto leideologie matrici di quelle e altre tragedie future, senza parlare dellapersecuzione religiosa. Le trattative per inviare i soccorsi furonocondotte col governo comunista di Lenin che, in questo modo, ebbeun esplicito riconoscimento della sua legittimità.

Nel libro “L'errore dell'Occidente”, lo scrittore russo Soljenitzyndirà di quel fatto:“Le forze occidentali si sono date da fare per rinforzare il regime sovietico con l'aiuto economico e l'appoggio

diplomatico, senza il quale questo non sarebbe sopravvissuto.“Mentre sei milioni di persone morivano di fame in Ucraina e nel Kuban, l'Europa ballava”.

Un vago umanitarismolegato all’adeguamento del Cristianesimoal sociale era già in atto alla fine della prima Guerra mondiale sia acausa dell’attacco esterno delle ideologie anticristiane sia per lepressioni interne degli errori del ‘Sillon’ e il suopopolarismosocial-cristiano. Per il pensiero democratico cristiano la convivenza politicaè più importante delle questioni dottrinali. Ecco il motivo perchédopo pochi lustri predominava nella società europea la completa

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laicizzazione della vita sociale, al punto da far scordare le avvertenzadei papi sul pericolo di un capovolgimento del rapporto tra lareligione e la politica; tra l’anima e il corpo delle società; la religionedell'uomo contrapposta a quella di Dio, il socialismo comereligionesociale per sostituire il cristianesimo. La rivoluzione democristiana inItalia segue la dottrina del "Sillon", condannata all'inizio del secoloda un Papa santo, ma ammessa nel 1919 con l'approvazione diBenedetto XV.

La vera eredità lasciata da Papa Della Chiesa è la sua devozione aMaria Mediatrice che, come si è visto, era intimamente legata aldisegno divino per il suo pontificato. Benedetto XV è, invece,ricordato oggi anzitutto per la sua politica di pace e concordati.

Riguardo alla pace, si deve dire che quella del 1918, nel suotempo, fu una falsa pace che innescò la successiva guerra, peggioredella precedente. Quanto ai poteri terreni, Benedetto XV rispondevaalla lettera di Carlo I d’Austria, dicendo che il nuovorettore deglieventi era il Presidente Wilson, il massone che lanciò la Società delleNazioni. Riguardo ai concordati, nessun paesecattolicoli riconoscepiù.

Riguardo alla definizione della Mediazione di Maria, essa fuproposta al Vaticano II, ma da quell’assemblea ne uscì

ridimensionata, per non dispiacere ai protestanti. Ne consegue che difronte al senso di eventi eccezionali, come Fatima, preti e fedelirimangono con una visione scura, a scapito dell’opera della fede e avantaggio del potere dei suoi avversari. Le richieste di Maria,preannunciate nel Pontificato di Benedetto XV, espresse nelPontificato di Pio XI e accolte in parte da Pio XII, furono ignorate dalVaticano II, mentre il movimento che vuole ridimensionare ilCristianesimo è prevalso.

La "consacrazione" collegiale della Russia, la cui occasione idealeera data dal Concilio ecumenico che riuniva tutti i Vescovi delmondo, non fu punto considerata, malgrado tale richiesta fossepresentata a Paolo VI da ben cinquecentodieci Padri conciliari. PaoloVI la aggirò perché contrastava col suo ecumenismo e con la suafiducia nella pace che riponeva più nelle iniziative dell'ONU che allepromesse di Maria!

Nemmeno il suo successore seppe pronunciare il nomeRussiaforse perché, sotto il faro della loroostpolitik,tale nome scottava!

Si deve quindi concludere, riguardo all’eredità di Benedetto XV,

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che se Papa Della Chiesa aveva difficoltà dottrinali riguardo allaforma in cui era stata presentata e doveva essere raccolta la domanda-offerta di Maria Santissima nel 1917, l’incapacità di discernere sullamanifestazione straordinaria della volontà di Dio attraverso MariaMediatrice è giunta fino ai nostri tempi in modo rovinoso per la fede!

La politica per la pace poggiava sulle basi incerte di un trattatoispirato da uno spirito di sopraffazione sia contro l’Ordine cristiano,ormai in declino, sia contro la nascente potenza germanica. Talepolitica era guidata da princìpi massonici miranti ad unnuovo ordinemondialeche, partendo dagli ideali della Rivoluzione francese, nonpoteva che generare nuove offese a Dio e squilibri tra gli uomini.

Sul finire del 1917, poco dopo gli avvenimenti straordinari diFatima, Benedetto XV, ignaro di tanta grazia, era triste eprofondamente disilluso sulla sua diplomazia conciliatrice econfessava:“l'ora la più amara di Nostra vita”...

La Guerra del 1914-18 e la Rivoluzione del 1917, seguite dallaSeconda Grande Guerra, rappresentano i momenti più appariscentidella rovina su scala mondiale delnuovo ordineglobale. Questo,tuttavia, continuò ad imperversare in modo ancora più devastante nelmondo delle idee e delle coscienze, assumendo la forma della stessarivoluzione materialista, fino a contaminare lo stesso mondo

religioso; lo “spirito di conciliazione” aveva fatto prevalere nellaChiesa una prassi diplomatica che privilegiava le iniziativeumanitarie rispetto a quelle di conversione. Nei giorni di BenedettoXV la Massoneria lanciava iniziative per unordine mondialeattraverso la Società delle nazioni. Era la nuova visione dell'uomo,che prende tra le mani il suo futuro!

Come si espresse Roma in quel frangente?“Strano a dirsi, nessundocumento del suo magistero ha un pur minimo accennoantimassonico. È un caso unico nella storia moderna dellaChiesa”... “Uno storico ben informato su queste oscure vicende,Gianni Vannoni, autore di vari studi sull’ argomento, ha spiegato lostrano silenzio del Pontefice proprio con i potenti influssi del Segretario di Stato Gasparri, anch’egli, come Rampolla, in odore diLoggia. (Il Sabato, A. Socci, 27.10.90, p. 57)

Nasceva una nuova Chiesa?Tale domanda è, in certo qual modo,posta nell’introduzione di un libro su quel pontificato(Benedetto XV ela pace, Morcelliana, Brescia, 1990)dal suo noto biografo e ammiratore, ilprofessor Giorgio Rumi.“Tra il '14 ed il '18 muore il mondo vecchio e

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nasce il secolo che conosciamo e la Chiesa di Roma vi si colloca a pienotitolo “non superata, non retriva, non importuna, ma viva, ma benefica, maamica, madre e maestra”. L'ora più amara... certo, a prima vista la stagionetoccata a Benedetto XV appare come un lungo inverno, povero di frutti e digratificazioni, ma in prospettiva tutte le sue scelte e l'intelligente disincanto

del suo operare hanno indubbiamente vinto.” Se Rumi pensa alla vittoria della Chiesa conciliare sullaTradizione, forse ha ragione; ma chi ha presente l’Evento di Fatima,di cui Benedetto XV avrebbe potuto beneficiare, non può evitare dipensare che egli non ha sentito la Signora che bussava o non hariconosciuto il tocco della Mediatrice apparsa ai pastorelli oppure haavuto paura di confondere la sua solenne devozione romana conquella dei poveri pellegrini di un apocalisse remoto... e la Signorapassò.

Non si può dire che questo Papa non abbia condannato, almeno aparole, il modernismo e il comunismo, ma non lo ha fatto di certocon pronunciamenti e atti di governo proporzionati ai mali micidialiche, da allora, cominciarono ad avanzare anche nella Chiesa. Alla suamorte, sintomaticamente, anche gli anarchici e i comunisti sidispiacquero(EC II, p.1294),così come sarebbe avvenuto 50 anni dopo,quando questi, insieme ai massoni, si dispiacquero alla morte diPaolo VI.

Questo riepilogo dei fatti accaduti durante il Pontificato diBenedetto XV, ancora poco conosciuti (gli archivi segreti vaticani ariguardo sono stati aperti solo il 2 settembre 1985), vuole chiarirel'operato dei ministri del Signore che hanno avuto a che fare con laSua richiesta di Fatima. Si badi: i due eventi principali che hannocontinuato a condizionare, in modo crescente, il secolo XX ebberoluogo proprio nel pontificato di Benedetto XV e sono strettamentecollegati. Il primo è rappresentato dalle straordinarie apparizioni dellaMadonna di Fatima a tre pastorelli, per portare il Messaggio cheavvertiva della tragedia della Russia e indicava i rimedi per gli errorie persecuzioni che essa avrebbe sparso nel mondo.

Il secondo è la sanguinaria rivoluzione comunista russa che, dopoaver fatto più di cento milioni di vittime, continua sotto le ceneridella sua rovina a causare fame e conflitti, per suscitare, attraverso laribellione, l'ateismo, l’empietà e il disordine dei popoli.

Le apparizioni, come già detto, avvennero in seguitoall'invocazione papale e subito prima dello scoppio della rivoluzionedi ottobre. Sorprende, perciò, ancora oggi, che non risulti nei

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documenti scritti di Benedetto XV, menzione esplicita dei due eventi.Riguardo a Fatima, l’osservazione si rifà alla nota comunicazione

del Signore a suor Lucia:“Fa sapere ai miei ministri che siccomeessi hanno seguito l'esempio del Re di Francia nel ritardarel'esecuzione della mia domanda, lo seguiranno nella disgrazia”.Quindi il fatto che la domanda sia rimasta inascoltata è una colpa. IlSignore si lamentava dell'omissione della Gerarchia nell'eseguire ladomanda di Sua Madre, proponendo con ciò ai cattolici un paragonetra alcuni re cristiani del passato, i Borboni di Francia, e i papi delnostro tempo. Da quel momento parlano i fatti; se gli uominitacciono, le pietre gridano! Era Benedetto XV incluso in questobiasimo divino? Come si è visto, nel Cattolicesimo si era allorainfiltrato un rovinosorevisionismo, un'idea di cristianesimo asservito

a un nuovo ordineche riduce la fede cristiana amezzo, avendo per centro l'uomo; soprattutto, si andava smarrendo il “senso cristianodella storia” legato alla fede nel Signore della Storia.

Dall’incomprensione di una questione di fede, che ha anchecomportato l’incomprensione di questioni politiche, si è arrivati aduna nuova attitudine di fronte al "Messaggio di Fatima": dalla“manomissione”di alcune sue parole (come si vedrà in seguito) si èpassati alla “soppressione”dell'intera "Terza Parte", per poi giungere

addirittura ad asservire la sua pubblicazione, prima, alla sospetta"perestrojka" esaltata nel discorso di Giovanni Paolo II(discorso del 30giugno 1988),poi, al culto della sua stessa persona.

Tutto ciò è evidenziato anche dall’affermazione che laconsacrazione richiesta dalla Madonna a Fatima è stata compiuta dalui, in pectore, e i risultati sono già visibili in Russia, dove legorbaciovianeGlasnost e Perestrojka hanno rappresentato unevidente preludio della sua "conversione" alla democrazia e alla pace!

C’è dunque qualcosa che lega Benedetto XV ai tempi conciliari ealla “riunione per la pace di Assisi”, che non è certo sincretismo, maiammesso da nessun papa cattolico, ma uno strano spirito diconciliazione per ottenere un nuovo ordine per la pace,un’organizzazione mondiale che lasci da parte le differenze di fedeper unire perfino le religioni. È l’URI(v. App.)che oggi è divenutauna realtà cui aderiscono in pieno i pastori conciliari.

È vero che la storia umana esige una continua revisione, ma,quando essa si applica alla fede e a farlo sono i chierici che affermano

di rappresentarla, si tratta di un’autodemolizione. Non è ciò il

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risultato d’aver perso di vista la profezia divina, di cui Fatima èl’ultima espressione, per aver gli occhi fissi nelle proprie chimere?Fatto è che la sufficienza clericale verso Fatima ha dato via libera alcompimento della sua profezia: che fossetolto di mezzoil Pastoreaffinché Roma fosse asservita alla Babele moderna. Non è forse quelche rappresenta virtualmente il Terzo Segreto di Fatima? Anche seesso non avesse raffigurato l’ecatombe di quel Potere romano, chefrenava il disordine umano, la storica apostasia dell’Occidentecristiano lo attesta.

Per concludere sul pontificato di Benedetto XV ci basti direquesto: la vera questione del papato in quei giorni era sostenerel’Ordine cristiano che non va confuso né associato con gli errori eutopie deinuovi ordini moderni.Ci voleva un aiuto straordinario delCielo per affrontare tale insidia. Questo Papa ignorando l’aiuto hapotenziato l’insidia, che col Vaticano II è divenuta terminale per laCristianità.

5 - PIO XI: IL PAPA CHE MARIA PREDISSE

Abbiamo visto che, nel Messaggio del 13 luglio 1917 in pienaGuerra mondiale, la Madonna avvertiva del pericolo di un’altrapeggiore e nominava Pio XI:“La guerra sta per finire, ma se nonsmetteranno di offendere Dio, nel pontificato di Pio XI (‘regno’ nell’originale), ne comincerà un’altra peggiore... se ascolteranno lemie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace, se no, spargerà isuoi errori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni allaChiesa...”. Ebbene, non esisteva ancora nessun Pio XI nel 1917 eLucia nel 1946 avrebbe spiegato al Monfortino olandese, P. Jongen,che allora non aveva idea se si trattasse di un re o di un papa. Ilpontificato di Pio XI, comunque, è l’unico citato nella profezia diFatima riguardante i due eventi che hanno condizionato la nostraepoca.Le parole profetiche sui mali che stavano per colpire la nostragenerazione si riferiscono in specie: agli “errori sparsi dallaRussia”, perciò alla rivoluzione comunista russa; allaliquidazionedel Papa cattolico col suo seguito fedele. In queste parole eraimplicita la cecità ecclesiastica verso tali pericoli. La Madonna aFatima annunciò, infatti, questi flagelli mondiali, ma rimaseinascoltata.

Nel 1917, il doppio pericolo, esterno ed interno alla Chiesa, era

ancora oscuro, come sconosciuto era il nome di Pio XI. Nel suo

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caduta in mano sovietica. La Francia inviò in fretta uno dei suoimigliori capi militari per organizzare la resistenza. Era il generaleMaxime Weygand che in quei giorni conobbe un Nunzio intrepidoche infondeva fiducia e coraggio nei polacchi. Mons. Ratti fu aVarsavia quel che il Cardinale Mercier era stato a Malines. Incarnavala fede polacca. Una notte il Generale gli disse: - Tutto è pronto. Nonci resta che ricorrere all’aiuto delle vostre preghiere. Il giorno dopo,15 agosto, la controffensiva polacca colpì dalla retroguardia il grossodelle truppe russe ammassate di fronte a Varsavia e qualche giornodopo l’Armata rossa fu pienamente sconfitta.” Il Nunzio Ratti avevasvolto il ruolo delDefensor Civitatis,invocando l’aiuto del Cielo, per cui si può pensare che in quella data, il 15 agosto, l’Assunta avessedisteso il Suo manto protettivo sulla cattolica Polonia che, liberando

il suo territorio, avrebbe aiutato la difesa dell’Europa dal sovieticoanti-cristianesimo.Poiché la causa finale dei trionfi cristiani è la gloria divina e in

essa i figli fedeli della Chiesa ne hanno parte quando proclamanol’aiuto ricevuto da Dio; per questo, in occasioni analoghe, come lavittoria di Lepanto al tempo di San Pio V e la difesa di Viennadurante il pontificato del Beato Innocenzo XI, furono istituite grandicelebrazioni religiose. Il futuro Pio XI si sarà reso conto che la causaprossima della vittoria in Polonia era l’intervento divino ottenuto conle preghiere? La Domanda di Fatima, accolta ed eseguita, affinché siavverasse la Promessa di Maria, non era da meno; comunque latestimonianza della Chiesa sull’aiuto divino a Varsavia come aFatima rimasero sospese sotto Pio XI.

Pio XI, il papa dei concordati- Nel febbraio 1922 morìBenedetto XV. Pochi giorni dopo il cardinale Achille Ratti fu elettosuo successore. Egli intendeva essere il continuatore di papaBenedetto nella politica di conciliazione internazionale, pur

preferendo prendere il nome di Pio. Avrebbe concluso 18 concordati,oltre che vari accordi, alcuni dei quali preparati personalmente. Era ilrisultato del riavvicinamento alla S. Sede di quei paesi che, dopo laguerra del 14-18, avevano sperimentato gli inconvenienti della rotturatra Chiesa e Stato, ma anche la necessità di consolidare ilriconoscimento nazionale in seguito allo smembramento dell’ImperoAustro-ungarico.

Il dilemma del pontificato verteva sul modo di applicare la politicadei concordati con le potenze guidate da rivoluzionari, come Lenin, di

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ideeintrinsecamente perverse.Sull'esigenza dei concordati, legati per forza alla dottrina della

regalità di Cristo, supremo legislatore dell’umana società, i Papi sisono sempre pronunciati con documenti chiari e forti. Nel 1864, PioIX, con l’enciclicaQuanta cura e il Syllabus, aveva condannatol’idea di separazione e di dipendenza imposta dallo Stato alla Chiesa,come se questa non fosse una società libera con diritti propri epermanenti conferiti dal suo Divino Fondatore. Pio IX non ebbetimore, nemmeno di fronte all’invasione di Roma, di ribadire questaverità.

Il Papa Pio IX preferì ritenersi prigioniero piuttosto che ammetterel’esproprio del Triregno. Poteva rinunciare alla propria libertà, manon a quanto era dovuto a Cristo Re. Anche S. Pio X nel 1905, di

fronte alla rottura del Concordato napoleonico in Francia, ribadì confermezza che la forza non piegava i diritti divini della Chiesa(EnciclicaVehementer). Malgrado le perdite patrimoniali e le umiliazionipersonali, questa fermezza rinforzò la vita spirituale in Francia, comeavvenne in seguito nel Portogallo scosso dagli stessi problemi.

La stessa situazione si verificò di nuovo sotto il pontificato di PioXI, nell’Est europeo, in Messico e in Italia. La libertà della Chiesache, ovunque, ha per presupposto il poter predicare la verità delVerbo di Dio, accusando gli errori fatti in senso contrario, non puòessere limitata dallo Stato, perché verrebbe meno al fondamentostesso della religione: la priorità della Verità su ogni valore! Comearmonizzare la libertà della Chiesa con la politica concordataria?Bisogna comprendere come Pio XI, che dimostrò grandi qualità dicoraggio e fermezza per superare le immani contraddizioni del suotempo, da cui non poteva essere interamente immune, avesse bisognodello straordinario aiuto che fu offerto dalla Madonna di Fatima alsuo “regno”; ma si trattava di un’offerta che doveva essere accolta

pienamente.Nel dicembre 1922 Pio XI iniziava il suo pontificato pronunciandonel Concistoro Segreto il discorsoVehementer gratum est,in cui,elogiando Benedetto XV, parlava del primato della carità e dellanecessità di continuare l’invio di aiuti in Russia. Annunciava, inoltre,l’EnciclicaUbi arcano Dei,sulle cause dei mali del tempo e sul lororimedio:la Pace di Cristo nel Regno di Cristo,che divenne il mottodel suo pontificato. Indicava, perciò, che laSocietà delle Nazionisenza Cristo è un’utopia.

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Le date del Messaggio di Fatima Gli anni che hanno un significato speciale, anche se di diversa

importanza, per il Messaggio di Fatima sono, oltre al cruciale 1917, isuccessivi 1925, 1929, 1938 e 1960, anni drammatici per la storiamondiale. L’intervento della Madonna in Portogallo continuò anchedopo le sei apparizioni di Fatima.

Dal 1922 alla fine del 1924, il Vaticano sotto Pio XI avevacontinuato l’iniziativa di Benedetto XV di inviare aiuti in Russia,anche se era già noto all’epoca il furore ateo del governo sovietico. Il31.3. 1923 laPravdaaveva addirittura chiesto la condanna a morte diPio XI. Il 18.12.1924, al ritorno dalla missione di soccorso, ilPontefice fece una esposizione contro il comunismo diretta a tutto ilmondo.

L’ostpolitik sembrava abortita, ma a riesumarla avrebberoprovveduto le manovre ingannevoli della dialettica comunista. Ilriavvicinamento riprese con più cautela attraverso la missione di uninviato speciale, il Gesuita d’Herbigny, impresa rivelatasi disastrosa.

Nel 1925 la Madonna tornò da Lucia per chiedere la devozionedelle comunioni riparatrici dei cinque primi sabati, devozione cheavrebbe dovuto preparare i cattolici alla consacrazione della Russia.

Il 10 dicembre 1925, a Pontevedra in Spagna, dov’era Lucia,

Maria Santissima apparve con al Suo fianco, sospeso in una nuvolaluminosa, il Bambino divino che, mettendole la mano sulla spalla, lemostrò un cuore coronato di spine, che aveva nell’altra mano, e disse:“Abbi compassione del Cuore della tua Santissima Madre,coronato da spine che gli uomini ingrati in ogni momento vi infiggono senza che vi sia chi faccia un atto di riparazione per strapparle”.

Il Bambino fece vedere il Cuore Addolorato di Maria-Regina che,vilipeso e trafitto dall'ingratitudine umana, fece ancora la promessastraordinaria di assistere nell'ora della morte tutti quelli che avrebberoaccolto la Sua richiesta, con tutte le grazie necessarie alla salvezza.

Si compiva così il primo annunzio della Profezia del 1917.Il giorno dopo, l'11.12.1925, per una coincidenza significativa, fu

pubblicata a Roma l’enciclicaQuas primasin cui Pio XI, in quell’Anno Santo (1925), trattava ampiamente e con particolare chiarezzateologica, la regalità di Gesù Cristo, di cui istituiva la festanell’ultima domenica di ottobre. Dimostrando questo dogma per mezzo della Scrittura e della Tradizione, ne illustrava il duplice

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fondamento (unione ipostatica e redenzione) e il triplice potere:legislativo, giudiziale ed esecutivo, che, essendo spirituale, include ilregno sociale di Cristo Re.

Quale speciale significato può avere il fatto che in nell’apparizionedel 10 dicembre 1925 Maria Santissima apparve a Suor Lucia per portare l’aiuto divino avendo a fianco il Bambino-Re (*)? Egli,sospeso in una nuvola luminosa e con aspetto regale fu il primo aparlare, riferendosi al Cuore coronato di spine della MadreAddolorata, che mostrò il Suo potere di Madre della Misericordia conla promessa straordinaria di assistere nell’ora della morte, contutte legrazie necessarie alla salvezza,tutti quelli che avessero accolto laSua richiesta.

A cosa un cristiano potrebbe aspirare di più che alle parole di

Cristo Re?:“Guarda, figlia mia, il mio Cuore coronato di spine chegli uomini ingrati ad ogni momento m’infiggono, con bestemmie ed ingratitudini. Tu almeno, cerca di consolarmi, ed a tutti quelli cheper cinque mesi, nel primo sabato, si confesseranno ricevendo poi lasanta comunione, diranno una corona e mi faranno 15 minuti dicompagnia meditando sui 15 misteri del rosario con l’intenzione disoddisfarmi, io prometto di assisterli nell’ora della morte, con tuttele grazie necessarie alla salvezza di quelle anime”.

La domanda-aiuto di Cristo Re -Maria nella regalità del dolore èvittima partecipe della Redenzione. È la Corredentrice degli uomini.Saranno però essi meno ingrati ed offensivi verso Maria Regina diquanto non lo sono stati col suo divino Figlio, Gesù Cristo Re?

Pio XI pubblicò la sua enciclicaQuas primas in cui trattavaproprio della regalità sociale di Gesù Cristo sempre più dimenticata.Il 14 dicembre 1925 Pio XI fece un discorso nel Concistoro Segretosui problemi della Chiesa nel mondo, in Francia, in Polonia, in Italiae, in particolare, nel Messico, dove cominciava un'atrocepersecuzione.Il Papa parlò dellaComunione dei Santi: “E con ciò stesso Ci eradato altresì di richiamare e di fare a tutti chiaramente intendere e piùvivamente sentire quel caro e consolante dogma della Comunione deiSanti che nella viva unità del Corpo mistico di Gesù Cristo e negliinfiniti tesori di grazia e di meriti onde esso è inesauribilmente ricco ciaddita le fonti alle quali l’Anno Santo così largamente attinge leremissioni e le grazie onde il popolo fedele si purifica e si santifica.”

C’è un chiaro legame tra la richiesta della Comunione riparatrice

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dei primi sabati e le parole papali che ricordano la forza dellaComunione dei Santi. La Chiesa perseguitata e comunicante si potevarinsaldare nella fede accogliendo la devozione richiesta.

La Chiesa nel Messico tra il 1925 e il 1929 fu colpita dall'ateismoe dal comunismo, "errori sparsi dalla Russia"; i suoi figlicombatterono e morirono per la fede in nome di Cristo-Re! Con lacomunione riparatrice chiesta dalla Madonna nel 1925, i figli dellaChiesa si sarebbero preparati a testimoniare anche la secondarichiesta, riguardante la consacrazione per la conversione dellaRussia, che si dimostrava sempre più necessaria e urgente su scalamondiale.

Il 2 febbraio 1926, Pio XI nella LetteraPaterna sane sollicitudodenunciò il governo rivoluzionario messicano che perseguitava la

Religione del 95% della popolazione, arrivando perfino a sostenere lasetta che si autodefinivachiesa nazionale.Questo stato di cose ebbeorigine dalla costituzione del 1917, da cui derivò nel 1926 l’iniqualeggeCultos-Calles,contro cui reagirono iCristeros,incoraggiati dalPapa a difendere i valori cristiani con ogni mezzo, fino al martirio. Lasituazione era dunque molto grave ed erano necessari, oltre chel’appello alla reazione internazionale a tanta ingiustizia, e moltapreghiera e penitenza, un aiuto straordinario per superarel’indifferenza di un Occidente scristianizzato.

Il 15 febbraio 1926il Bambino Gesù apparve di nuovo a Luciaper domandarle se avesse trasmesso la richiesta di diffondere ladevozione alla Sua Santissima Madre. Lucia Gli espose le difficoltàincontrate dal suo confessore e dalla Madre Superiora nel compierla.Gesù rispose:“È vero, la tua Superiora niente può da sola, ma, conla Mia grazia, può tutto”.I

Incombeva il segno negativo della domanda divina disattesa.Sempre nel 1926, Pio XI condannò in Francia l’Action Française

guidata dal monarchico Charles Maurras che, anche se acattolico,guidava la lotta contro il laicismo liberale ed era a favore del sovranotradizionale, luogotenente di Cristo Re. Il Papa voleva favorire inFrancia l’Azione Cattolica, ma siccome questa non aveva lecondizioni per sostituire nel campo politico quel movimento dovemilitavano tanti cattolici. In Francia fu unadébâcle che si esteseall’intera Cristianità.

Riguardo al Messico in fiamme, Pio XI si lasciò consigliare daldelegato apostolico Ruiz y Flores e dall’arcivescovo locale Ibarreto inordine ad unmodus vivendicol tirannico governo rivoluzionario e

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così, nel 1929, spinse i difensori della Chiesa di Cristo Re a deporrele armi. Seguì la decimazione deiCristeros,per cui il vescovo Lara yTorres parlò di unmodus moriendi.Malgrado ciò, Pio XI ribadì lacondanna dei cattolici che non avevano ubbidito. Un orientamentoche Pio XI nel 1936, riguardo alla guerra civile spagnola, avrebbecambiato.

Oggi si sa che molti documenti riguardanti quelle questioni,conservati in Vaticano, divennero introvabili. Nel 1973, Jean Meyer,che ha pubblicato in Francia una tesi sullaChristiade, e poiApocalypse et Révolution au Mexique(Gallimard, 1974), ricuperandomolti dati su quella questione, spiega che Pio XI non volevacontrariare la politica americana: “l’analisi romana poggia sul pesofondamentale degli Stati Uniti; non si fa niente senza di loro, niente

contro di loro”(CRC, 12-03, p. 17).Soffermiamoci ora sul 1929 a Roma, dove il Vaticano firmò un

Concordato col governo italiano. In precedenza abbiamo parlato delpiano di rivoluzione romana per distruggere la Chiesa tramato daisuoi nemici di sempre, messi insieme dai poteri massonici. Il loropiano, all’epoca segreto (ma tanto ‘ovvio’ oggi, a fatti compiuti, daessere considerato da molti perfino ineluttabile), prevedeval’iniezione di superdosi di democratismo, egualitarismo e liberismo

moderno nell’Italia cattolica, per arrivare poi a colpire Roma, centrovitale del Cristianesimo, e dare quindi la scalata agli obbiettivi finali:un papa e un concilio ecumenico rivoluzionario “nella misura dellenostre richieste”. Era la via per arrivare al governo mondiale dellaSinarchia, scopo supremo dell'umanesimo massone. Ecco, allora, adun tempo, i termini dell'insidia mortale e finale nonché l'unica Via per sconfiggerla e ritrovare la Vita: l'amore per la Verità ovvero l'amoreper Nostro Signore Gesù Cristo che ha insegnato di essere Lui stessola Via, la Verità e la Vita. Nessun altro Nome potrebbe, perciò,difenderci dalle insidie rivoluzionarie e ribellioni all'autorità diCristo, re e legislatore supremo delle anime, ma anche delle società,come insegna Pio XI nell'Enciclica"Quas Primas" .

Oggi, l’attacco contro la sovranità del Signore, avviene nello stessoambito ecclesiale del Vaticano II. Siccome sono i princìpi dellaLegge divina che devono formare la legge umana, ogni vera autorità esovranità non può che procedere da Dio. Questa verità, di contro, fuaccantonata da tanti che si presentarono come cristiani impegnati per la democrazia, per la dignità e libertà dell'uomo. Ogni sovranità,

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secondo il democratismo, deriva dal popolo che può quindi decidere evotare anche su questioni regolate dalla Legge divina sulla vitaumana.

Nel secolo scorso il principale ostacolo materiale all’attuazionepratica di detti attentati era costituito dall’esistenza degli StatiPontifici che assicuravano al Vicario di Cristo autonomia eindipendenza dalle insidie dei poteri terreni; ma la comprensione diquesta necessità politica del Papa e il suo fondamento dottrinale(quell’unione vitale tra Chiesa e Stato, proprio come tra ‘anima e corpo’,che serviva d'esempio ad ogni nazione), cominciava ad essere negatapure in ambienti definiti cattolici.

Il territorio delkathécon,la Roma Pontificia (v. Epistola di san Paolo,2Ts), fu preso militarmente il 20 settembre 1870, proprio durante il

Concilio Ecumenico del Vaticano che promulgò l’Infallibilità papale.Papa Pio IX, però, non cedette su alcun principio e da allora siconsiderò soltanto prigioniero dello Stato occupante, ragion per cui iCattolici non dovrebbero collaborare con quel governo(Non expedit)e gli inviti alla conciliazione a scapito dei diritti della Chiesasarebbero da respingere.

Lo Stato italiano in quel periodo si comportò come un figlio ribelledella Chiesa, ma non poté impedire che essa si rinforzasse presso ilpopolo, continuando la sua missione di cristianizzazione, che è ancheopera civilizzatrice, perché, come ha insegnato S. Pio X,condannando ilSillon: “Non v’è vera civiltà senza civiltà morale, enon v’è vera civiltà morale senza vera religione” (S. Pio X,Notre chargeapostolique,1910).

Di fronte all’inflessibilità dei Papi nella difesa dei princìpicattolici, l’Italia, anche sotto prepotenti capi massoni e anticlericali,rimase cattolica. Così, dopo sessant’anni di forzata e innaturaleseparazione legale tra la Chiesa e l’Italia, si festeggiò durante ilgoverno Mussolini la firma dei Patti Lateranensi, in cui siriconoscevano alla Chiesa: il potere della sua somma e sovranaAutorità; la Religione Cattolica come unica religione dello StatoItaliano, le sue Leggi come quelle di una società perfetta nel suoordine; il carattere sacro di Roma, capitale del Cattolicesimo.

Questo Concordato fu firmato l’11 febbraio 1929 ed entrò invigore nel maggio seguente.Abbiamo restituito Dio all‘Italia el‘Italia a Dio,fu la frase di Pio XI. Il Patto racchiudeva senz’altro ilpericolo che la missione civilizzatrice della Chiesa, cui mirava lo

Stato, prevalesse sulla missione cristianizzatrice, voluta da Dio.

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Malgrado le sue limitazioni e i suoi rischi, il Patto voleva offrire lapossibilità di invertire il corso della Rivoluzione dilagante in Europae nel mondo. Dopo il Concordato del 1928 col Portogallo, eraconfermato il momento propizio per rinsaldare vincoli filiali conpopoli tribolati:, perfino la Germania di Hitler seguì il buon esempionel 1933, anche se per poco. Si può ben pensare che se fosse durato,rinforzandosi, quell'impulso avrebbe potuto arginare le spinteneopagane e anticristiane del nazismo; ma perché ciò fosse possibilel’impulso si sarebbe dovuto fondare sulla priorità dei princìpi divini.

Consideriamo ora il crocevia del1929 quando, di fronte ad unacrescente ondata d’errori accumulati in tutti i campi e ovunque nelmondo, vennero edificate alcune barriere provvidenziali. IlMessaggio di Fatima è stato dato alla Chiesa per "la salvezza dimolte anime e per la pace" , quale timore può quindi prevalere alpunto da impedire ai prelati di accoglierlo e di adempiere alle suerichieste? È quanto ci interessa conoscere del ‘regno di Pio XI’, per arrivare al senso del Terzo Segreto. Se si tratta di un timore d’ordinediplomatico, saranno proprio le conseguenze negative nei rapporti trale nazioni a svelarlo, poiché la giustizia divina colpisce proprioladdove si manifesta la mancanza.

La lotta di Pio XI contro il comunismo

Pio XI conosceva come pochi la tragedia che si stava abbattendosulla Russia, dove la fame e i massacri politici facevano milioni dimorti. Per queste ragioni invitò i Cattolici alla preghiera e già nel1922 concedeva 300 giorni di indulgenza per la recita della litaniaSalvatore del mondo, salva la Russia.

Pio XI volle anche che l’intenzione delle preghiere alla fine dellaSanta Messa fosse rivolta alla conversione della Russia.

Il Magistero di Pio XI era fermo, ma la politica vaticana incorse inuna triste contraddizione, confermando quel germe dell’ostpolitik consistente dell’assistenza senza condizioni alla Russia affamata eviolata attraverso lo stesso governo che ne era la causa.

Pio XI continuò a combattere l’idra comunista, sperando tuttavia inun’intesa diplomatica, ritardò sia la "Consacrazione" richiesta sia ladenuncia di quel male "intrinsecamente perverso" con cui era"impossibile ogni collaborazione".

Il piano di pace della Madonna di FatimaRiguardo alla storia delle apparizioni, che culminarono in quella di

Fatima, si può vedere, alla luce degli eventi, come esse abbiano

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seguito una chiara sequenza:Rue du Bac,a Parigi, La Salette eLourdes, sono avvenute alla vigilia di eventi storici riguardantiattacchi alla Chiesa. L'Evento di Fatima, visto alla luce della Fede, fula risposta della Madre di Dio alla Chiesa militante nella persona delsuo Capo, Benedetto XV che, il 5 maggio 1917, diede ufficialmenteistruzioni alla Chiesa, rappresentata da tutti i vescovi, per richiederealla "Regina Pacis" nelle Litanie Lauretane(A.A.S.), l'intercessioneper la pace. Otto giorni dopo, il 13 maggio, nella Cova da Iria (pace),a Fatima, la Madonna apparve, quale arcobaleno di pace e di grazia,per indicare alla Chiesa le vie della vera pace. Non c'è bisogno dispiegare ancora quanto il 1917 abbia rappresentato un’ora crucialedella nostra epoca. Molti aspetti della vita sociale del mondo sonocambiati dopo il 1917, i cui eventi condizionano tuttora i nostri

giorni.Vista l'autenticità del Segreto di Fatima, vediamo la sua attualità difronte ai fatti di quel momento storico. Dopo i suoi avvisi, ci furonole richieste di atti correttivi:“Se faranno quel che Io vi dirò... - Seascolteranno le Mie domande, la Russia si convertirà e ci sarà pace- Se no, spargerà i suoi errori nel mondo, suscitando guerre epersecuzioni alla Chiesa”.

Il 13 maggio 1928 il Papa autorizzò l’Osservatore Romano a

parlare in modo positivo dell’evento di Fatima. L’anno dopo,personalmente distribuì immagini dell’Apparizione con la scritta"Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi" agli alunni delSeminario portoghese di Roma. Allora era presente il vescovo diPortoalegre, Domingos Frutuoso, che espresse le sue riserve suFatima. Il Papa gli domandò: - Quanti seminaristi avevate nel 1917 ?- 18, Santità. - E ora ? - 120, Santità. - Cosa aspettate allora per ringraziare la Madonna di Fatima?

Poteva Pio XI dubitare dell’origine dell’Evento di Fatima agendocosì? No di certo. Il vescovo di Leiria (Fatima), infatti, fu stimolato aproclamare il riconoscimento ufficiale di quella Apparizione, cheaveva nel grande Miracolo del sole il sigillo divino della sua Profezia.L’Evento di Fatima ricorda eventi e profezie dell’Antico Testamento.

Nel 1928 Pio XI intensificò la lotta al comunismo coi mezzicattolici e l’8 maggio 1929 ribadì la condanna di quel sistema,ritenuto perverso, con l’EnciclicaMiserentissimus Redemptor;eresseinoltre il“Russicum”per formare sacerdoti dedicati alla conversionedella Russia. Seguì allora un nuovo segno del Cielo.

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Il 13 giugno 1929, Maria Santissima apparve a Lucia nellacappella del suo Convento di Tuy, in Spagna. Rivediamo quel che èsuccesso, senza timore di accostare preghiera e storia. Esse sonolegate. La Suora aveva chiesto e ottenuto di esercitare l’ora Santadalle undici a mezzanotte di ogni giovedì: “Stando sola,m’inginocchiai tra le due balaustre nel mezzo della cappella per recitare, prostrata, le orazioni dell’ Angelo. Sentendomi stanca, mialzai e continuai a recitarle con le braccia aperte in croce. L’unicaluce era quella della lampada.

“Improvvisamente tutta la cappella si illuminò d’una lucesoprannaturale e sull’altare apparve una croce di luce che arrivavafino al soffitto. In una luce più chiara si vedeva nella parte superioredella croce una faccia di uomo e il corpo fino alla cintola, sul petto

una colomba pure di luce e inchiodato alla croce il corpo di un altrouomo. Un po’ sotto la cintola, sospeso nell’aria, si vedeva un calice eun’ostia grande, sulla quale cadevano alcune gocce di sangue chescorrevano nelle guance del crocefisso e da una ferita nel costato.Scivolando giù per l’ostia quelle gocce cadevano nel calice. Sotto ilbraccio destro della croce c’era la Madonna di Fatima col Suo CuoreImmacolato nella mano sinistra coronato di spine e fiamme. Sotto ilbraccio sinistro della croce, alcune lettere grandi, come se fossero diacqua cristallina che scorresse sopra l’Altare, formando le parole:Grazia e Misericordia.“Compresi che mi era mostrato il Misterodella Santissima Trinità, e ricevetti luci su questo Mistero che non miè permesso rivelare”. La grandiosità della visione del Mistero dellaSantissima Trinità dava la misura dell'importanza della domanda cheMaria trasmise a Lucia:

“È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padrefaccia, in unione con tutti i Vescovi del Mondo, la "consacrazionedella Russia al Mio Cuore Immacolato", promettendo di salvarlaper questo mezzo. Sono tante le anime che la Giustizia di Diocondanna per i peccati, commessi contro di Me, che vengo achiedere riparazione; sacrificati per questa intenzione e prega”!

“Informai di tutto il confessore che mi ordinò di scrivere ciò che ilSignore voleva che si facesse. Suor Lucia confermerà più tardi allostorico americano, William Thomas Walsh, che il suo confessore, P.Bernardo Gonçalves S.J., trasmise la sua lettera al Vescovo di Leira einoltre che questa, subito dopo, arrivava alle mani di Pio XI. “Non so

la data esatta in cui Sua Santità l'ha ricevuta, né il nome della persona

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che l'ha portata, ma mi ricordo bene che il mio confessore disse che ilSanto Padre ascoltò benevolmente il messaggio e promise diprenderlo in considerazione”. Ciò è pure nella lettera del 2 febbraio1940 di Lucia a Pio XII, riguardo la richiesta di consacrazione del 13giugno 1929, ancora disattesa: “Il Rev. confessore usò alcuni mezziper farla realizzare, facendola arrivare a conoscenza di S. Santità, PioXI”.

Non era il segnale che se fossero state soddisfatte le richiestedivine di cui parliamo, le insidie che minacciavano la pace sarebberostate sconfitte? Qualcosa mancò, come vedremo, a posto delle normecristiane a guidare i popoli sarebbero state le prepotenze ideologiche,contaminando anche l’Italia con la violenza e l'avidità di conquista.

Merita la particolare attenzione dei fedeli la straordinaria e

provvidenziale "coincidenza" verificatasi allora: la visita improvvisae inconsueta del Nunzio papale, Mons. Beda Cardinale(dopoCardinale arcivescovo di Chersona)che presente al Congressoeucaristico tenuto a Viana do Castelo nel giugno 1929, visitò laveggente Lucia nel Convento di Tuy e si intrattenne con lei pochigiorni dopo la sua visione. Non si ha, però, la certezza che la richiestadel Signore al Suo Vicario sia stata consegnata al rappresentantepapale in Portogallo in quell'occasione.

Il potere della Russia cristiana -La considerazione che si puòfare è questa: se la Russia si fosse riconvertita al Cristianesimo inquel periodo(1929 - 1933),svolgendo un ruolo di forza stabilizzatricedegli equilibri europei (come talvolta in passato l’Austria), la secondaecatombe mondiale non sarebbe stata possibile. Ecco perché laProvvidenza aveva richiesto in quel momento la consacrazione dellaRussia! Era, sul piano storico, l’offerta di pace proposta dallaMadonna a Fatima e trasmessa il 13 giugno 1929 a suor Lucia nellacappella del Convento di Tuy in Spagna. Dunque, tra la seconda metàdel 1929 e il 19 marzo 1930, data in cui il Papa volle che i cristiani siriunissero a Roma per un atto solenne di riparazione alla persecuzionein URSS, proprio a lui arrivò una richiesta con i segni della volontàdivina e con la sua stessa intenzione: la conversione della Russia.

Le intenzioni di Pio XI, che ha conosciuto da vicino la tragediadella Russia, anche se, da Delegato apostolico non vi era mai potutoentrare, sono riconoscibili nel suo ricorso alla Misericordia divina:“Salvatore del mondo, salva la Russia!”.

Tra il 1929-1930, di fronte a un'ondata di errori in tutti i campi ed

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ovunque nel mondo, il Papa sapeva, dunque, di dover combatteresoprattutto il comunismo, impegnandosi per la conversione dellaRussia. Per formare sacerdoti idonei a questa missione, il 15 agosto1929 istituì il "Russicum". Nel 1930 fece organizzare in vari puntid'Europa conferenze sulla gravità della persecuzione comunista,esortando “ad una più universale e solenne riparazione, resanecessaria per la recrudescenza della propaganda sovietica, fatta dibestemmie e di empietà! (...) Non solo hanno chiuso centinaia dichiese, bruciato innumerevoli icone, obbligato lavoratori ed allievidelle scuole a cancellare le domeniche e giorni di festa, ma sonoarrivati anche a forzare gli operai delle fabbriche, uomini e donne, afirmare dichiarazioni di apostasia formale e di odio a Dio, penaessere privati di tutto. (...) Si organizzarono anche infami spettacoli

di carnevale, negli ultimi Natali, in cui si sputava sulla Croce”.Acausa di tutto ciò, Pio XI invitava l'Episcopato cattolico e tutti icristiani del mondo ad unirsi, il 19 marzo 1930, a Roma, per unasupplica solenne in riparazione della persecuzione nella poveraRussia. Ma dopo anni di “normale amministrazione” sovietica,l’indignazione di Roma trovò molta indifferenza e suscitò perfinol’ostilità di alcuni governi democratici.

Sentiamo su questi rapporti gli studi di P. Alessio Ulisse FloridiS.J., nel 1° capitolo di ‘Mosca e il Vaticano’ (Casa di Matriona, Milano,1976).

“I commenti alla lettera di Pio XI sottolineano il ‘silenzio’ e ‘l'inerziadel mondo civile’, come pure la ‘viltà’ dei politici, mascherata sottopretesti diversi. La lettera del papa del 2 febbraio 1930 non è un'ingiustainterferenza negli affari interni del popolo russo, né un incitamentoall'azione politica; è la difesa, contro un ingiusto aggressore, di uno deipiù fondamentali, inalienabili e universali diritti dell'uomo, e nella suasfera d'azione - che è lo spirituale e il soprannaturale - non differisce inalcun modo dalle precedenti azioni di protesta del pontefice. Il governo

sovietico, per sua deliberata scelta, ha fatto entrare l'aggressione in ognicasa e in ogni focolare, e ha allargato la sua politica interna fino a farladiventare una minaccia internazionale che colpisce le fondamenta stessedel mondo civile cristiano. Per ogni uomo, non importa se primo ministro,senatore o propagandista pagato, è un suicidio intellettuale distogliere gliocchi dai dati di fatto, oggigiorno così numerosi, e continuare a ripeterelogori luoghi comuni sul «non immischiarsi in una questione puramente dipolitica interna». Di fronte alla realtà di fatti comprovati diventa viltàmorale il non parlare. Di recente uno storico inglese ha riconosciutol'importanza dell'appello di Pio XI: al rito espiatorio celebrato dal papanella basilica di S. Pietro intervennero 50.000 persone, tra cui molti non

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cattolici; ma soprattutto è indicativo il fatto che, sebbene a questo ritoliturgico fossero stati invitati tutti i diplomatici accreditati presso la S.Sede, «quelli delle nazioni che avevano già riconosciuto il governosovietico non vi intervennero. Von Bergen, ad esempio, ricevette dal suogoverno l'ordine di assentarsi, perché "i rapporti commerciali tedesco-

sovietici non venissero messi in pericolo» ... Tuttavia, come ricordaAgurskij, gli sforzi fatti, fra gli altri, dal governo laburista inglese e da varicircoli liberali per boicottare la campagna indetta dal pontefice, fallirono:«la protesta dell'opinione pubblica mondiale riuscì a fermare, per un annoe mezzo, l'ondata di terrore antireligioso, finché Stalin, che aspettavaappunto che la vigilanza in Occidente si allentasse, la rinnovòfuriosamente, senza più trovare ostacoli». Riferendosi a quest’azione diprotesta di Pio XI, ‘l'esperto’ sovietico per gli affari vaticani, Michail Sejnman, la definì una ‘crociata antisovietica’, che fu portata avanti ‘daglielementi più reazionari e contribuì ad agevolare il complotto degliimperialisti per provocare lo scoppio di una guerra contro l'UnioneSovietica’. Anche se la storia ha dimostrato che quest'accusa è falsa, isovietici e i loro alleati l'hanno ripetuta anche contro papa Pio XII, tantoche questo slogan tipico della propaganda sovietica è stato accettato,peraltro senza senso critico, perfino da alcuni cattolici. Oggi ci sonocattolici, come quelli appartenenti al Movimento dei cristiani per il socialismo oppure all'organizzazione polacca Pax, che insistono perché il Vaticano non solo riconosca la realtà dei regimi comunisti, ma anchepermetta ai cattolici di collaborare ‘lealmente’ con questi regimi, accetti

che essi dettino condizioni e interferiscano nella vita della Chiesa, e infinediventi alleato dei paesi comunisti. Dimenticano però che i pontefici, findall'inizio della Rivoluzione bolscevica, in realtà più volte cercarono distabilire un certo dialogo con il nuovo regime, e per questo motivo furonocriticati sia dai rossi sia dai bianchi. Per molti anni, comunque, il Vaticanonon rinunciò ad intavolare trattative con i sovietici, anche se questi ultimimiravano evidentemente a distruggere ogni chiesa e religione non solo alivello ideologico ufficiale bensì, e soprattutto, anche con i brutalitrattamenti che venivano riservati al clero e ai fedeli. Va notato anche chel'attività diplomatica del Vaticano era rivolta non soltanto a favore deicattolici ma anche degli ortodossi, dei perseguitati e dei sofferenti diqualunque credo religioso.”

Il ricorso della preghiera con l'intenzione di MariaRiguardo al Decreto di Pio XI di pregare per la Russia alla fine

della Santa Messa, l'intenzione del Papa non poteva che mirare allasua riconversione al Cattolicesimo. I Papi, per la loro missione diconvertire anime e nazioni alla vera Fede, hanno sempre rivendicatola libertà della Chiesa, mai una generica libertà religiosa!

Le azioni e le intenzioni di preghiere per la libertà della Chiesa in

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Russia, sotto Pio XI e Pio XII, furono sempre finalizzate alla suaconversione. Basti pensare all'istituzione delRussicum ed allamissione di P. Michele d'Herbigny, consacrato vescovo dal Nunzio aBerlino, Mons. Eugenio Pacelli, il futuro Pio XII, per ordinaresegretamente sacerdoti cattolici nei domini dell'ateismo sovietico. Ledifficoltà del momento potevano essere un indizio dell’avvicinarsidell’ ora provvidenziale della vittoria sui tenebrosi poteri terreni. IlPapa aveva promosso apertamente la devozione di Fatima e stimolatoil vescovo di Leiria (Fatima), in contatto col Vaticano per ilriconoscimento ufficiale di quelle apparizioni, cosa che avvenne soloil 13.X.1930. La Profezia avvallata dal grandioso Miracolo del sole,di portata cosmica, di cui non si aveva notizia dai tempi di GesùCristo, è rimasta per tredici anni ignorata dal mondo clericale.

Che la richiesta per la conversione della Russia fosse conosciuta inVaticano lo può comprovare proprio il fatto che in quel periodo uscìun Decreto papale (30 giugno 1930) affinché le preghiere, alla finedella Santa Messa in Rito Latino, avessero per intenzione la Russia.

La richiesta della Madre di Dio, in quel momento storico, avrebbeassecondato a perfezione gli scopi di Pio XI. Il ritardo delriconoscimento ufficiale dell’Evento di Fatima da parte della Chiesa,però, probabilmente è stato il motivo della mancata risposta del Papaalla richiesta del Cielo. Per questo ritardo, o forse, a causadell’intenzione di dare alla cerimonia celebrata a San Pietro unaspetto ecumenista, invitando molti non cattolici, purtroppo si evitòdi consacrare al Cuore Immacolato di Maria la Russia, per ottenervila sua conversione. Così quel momento davvero speciale passò, senzache si adempisse la richiesta divina.

L’obiezione al "Messaggio di Fatima" consisteva nel fatto chementre menzionava gli errori della Russia comunista, taceva sulgrande pericolo della Germania nazista, allora emergente. Oggi, però,

è chiaro come i dieci anni della perversa esaltazionenazionalsocialista hanno servito all’espansione degli errori e deiterrori del realsocialismo sovietico. Nazismo e comunismo siaffrontavano per il dominio del mondo. Tra le due micidiali ideologieci fu uno "scambio di caratteristiche" nel campo delle idee(Cf. ErnstNolte,Controversie, e commento di Augusto Del Noce)e il loro fine comunesi concretizzò nello storico "patto Molotov-Von Ribbentrop", con cuila Germania di Hitler e la Russia di Stalin si accordarono per nonostacolarsi nella spartizione della Polonia cattolica! E nel 1939 laguerra scoppiò.

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Furono i fatti storici a far tacere l'obiezione alla richiesta di Fatima:se la Russia si fosse convertita prima del 1933, la reazione alcomunismo, ragione principale dell’appoggio a Hitler, sarebbecaduta; si spiega così la tempestività della richiesta celeste del 1929,preparata da quella del 1925! Dopo il 1933, col nazismo ormaiarrivato, ragioni di politica internazionale avrebbero impedito ilripetersi di una simile occasione, con le tragiche conseguenze che benpresto si sarebbero manifestate! Per questo motivo la comunicazionedel Signore a suor Lucia si riferisce a quel ritardo:"Fai sapere aimiei ministri che siccome essi hanno seguito l'esempio del Re diFrancia nel ritardare l'esecuzione della mia domanda, lo seguirannonella disgrazia... La Russia avrà sparso i suoi errori per il mondo,provocando guerre e persecuzioni alla Chiesa. Il Santo Padre avrà

molto da soffrire!"”.Il Signore paragona il flagello mondiale, in cui stava per trasformarsi la Rivoluzione russa, a causa del ritardo di Romanell'accogliere la Sua domanda, alla Rivoluzione che aveva colpito laFrancia (e il mondo), a causa di Luigi XIV che non aveva accolto larichiesta, nel 1689, di consacrarlo il suo Regno al Sacro Cuore diGesù. Nel 1789, a Luigi XVI hanno tagliato i poteri... e poi la testa!Di ciò si parlerà più avanti. La visione del Terzo Segreto di Fatimanon fa forse capire quello che sarebbe successo all'autorità di Roma?

Le conseguenze mondiali della Profezia tralasciataNon aver ascoltato la Richiesta della Madonna di Fatima fu

nefasto. Lo confermano i risvolti storici del periodo posteriore al1931; anche la denuncia del male “intrinsecamente perverso” furitardata nella speranza di un accordo con esso.

Il Papa lo denuncerà solo nel 1937(EnciclicaDivini Redemptoris); masarà troppo tardi! I danni causati dall'URSS erano ormai immani einimmaginabili i suoi effetti sull’Ordine cristiano.

L'importanza del messaggio profetico si sarebbe potuto conoscereo nel compimento delle sue promesse o nel tragico avverarsi dei suoiavvertimenti. Pio XI aveva conosciuto da vicino la tragedia dellaRussia, anche se, da Delegato apostolico, non vi era mai potutoentrare. Da papa, continuò ad affrontare il comunismo con mezzidiplomatici, per cui, come si è visto, mise da parte la "consacrazione"richiesta a Fatima e denunciò solo nel 1937(EnciclicaDivini Redemptoris)quel male micidiale. Ma su quale base la diplomazia vaticana avrebbepotuto negoziare una fornitura di aiuti o un concordato con l’URSS

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dell’ateismo militante? Era possibile tacere sul fatto che i dirittinaturali e divini venivano calpestati in quel Paese? Quale altraquestione poteva ritenersi prioritaria? Il Papa avrebbe appunto scrittonel 1937 sull’impossibilità di collaborare coi comunisti, ma sarebbestato, ormai, troppo tardi. Cessato il conflitto tra i paesi europei, lepotenze dell'Asse sconfitte firmarono la resa senza condizioni; ma neseguì una falsa pace che lasciò l'umanità alle prese con mali crescenti.

L'Unione sovietica, rinforzata dalla guerra del 1939-45, era ingrado di imporre i suoi errori, le sue persecuzioni e le sue rivoluzioni,non solo alle nazioni satellite europee, ma anche al mondo intero!

Trovava così conferma l’opportunità della Promessa di Fatima:solo se la Russia si fosse convertita e fosse ritornata ad essere figliadella Chiesa, sarebbe stata in grado di arginare lo strapotere nazista,

evitando l'ecatombe mondiale; “se no”... gli "errori sparsi dallaRussia" avrebbero provocato flagelli mondiali di lunga durata. LaProfezia di Fatima disattesa, i danni causati dagli errori sparsidall'URSS contro la “Pace e il Regno di Cristo” divenneroumanamente non riparabili.

Considerando oggi quanto è successo dal tempo di Pio XI, si puòcredere che il pensiero di Maria nel Messaggio di Fatima fosse direttoalla persecuzione più grave che stava per attuarsi: quella interna allaChiesa che avrebbe ucciso la Fede e causato l’apostasia del mondocristiano. Poiché le parole di Maria sono rimaste inascoltate, èprevalso lo spirito che vuole l’apertura del mondo alpancristianesimo,ovvero al falso ecumenismo diffuso dalle logge.

A Pio XI non mancò l’energia per condannare gli errori sociali ereligiosi del nostro tempo. Nel 1928 con l’enciclicaMortaliumanimosegli smascherò gli errori delpancristianesimo, precursore deldisastroso neoecumenismo odierno, gravemente offensivo di Dioperché, con la scusa di una più grande carità e unione umana,

tralascia la priorità della fede integra e pura insegnata da Gesù Cristo.Con l’EnciclicaQuadragesimo annodel 15.V.1931 il Papa ricordò ladottrina sociale dellaRerum novarumdi Leone XIII, fondata sulDecalogo e sulla Legge naturale, contro cui si scatenarono tutte lerivoluzioni, specialmente quella comunista. Pio XI aveva forse troppoconfidato nell’opera sociale dell’Azione Cattolica e nel fatto che essapotesse promuovere la sana dottrina. San Pio X, però, già ne avevaindividuato i limiti e le deviazioni. Negli anni di Benedetto XV e diPio XI il primato del soprannaturale declinava sempre più,determinando gravi carenze nelle organizzazioni cattoliche.

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Pio XI, papa intrepido ed energico, che ha affrontato glierrorisparsi dalla Russia, era consapevole di non poter agire senza un aiutosoprannaturale, ma probabilmente pensò di utilizzarlo più nelle suetrattative che nella sua azione apostolica. Papa Ratti diceva che per salvare anime era disposto a trattare perfino col diavolo.

Queste parole rispecchiano bene il suo modo di affrontare iproblemi: fiducioso delle proprie soluzioni al punto da rischiare losconfinamento dei supremi, ma non illimitati, poteri papali. Chi puòimpunemente trattare con lo spirito del male o anche con un sistemada questo suscitato? Il trattare con quanto è “intrinsecamenteperverso” non significa dare credito a quanto avversa il bene?

Si fa questa considerazione per capire perché il comunismo, cheimperversava in Russia dal 1917 e che si rinforzò dopo la grande

fame dei primi anni venti, sia stato condannato nellaDiviniRedemptoris,pubblicata solo nel 1937.Le insidie dell’ostpolitik -L’altalenante politica di Lenin, Stalin,

Andropov e poi di Gorbaciov, era programmata(Cf. New Lies for Old,NY, 1984, del transfuga del KGB Anatoliy Golitsyne). Essa doveva indurre gliecclesiastici ad un “dialogo”, ad una politica di compromessi, atendere la mano ai governi comunisti con unaostpolitik che avrebbedato un riconoscimento implicito di buone intenzioni e rispettabilità

con cui presentarsi nel concerto mondiale. Può la storia di Fatimaessere avulsa da queste macchinazioni politiche di ieri come di oggi,tramutatesi in gravi insidie clericali? La ragione è che si sperava diottenere qualche risultato con trattative pratiche. I contatti per ilrifornimento di soccorsi umanitari furono stabiliti coi capi sovietici,che fin dall’inizio, esclusero la possibilità di consegna diretta aibisognosi.

L’operazione d’assistenza materiale unitamente al tentativo di

completarla con l’assistenza religiosa, durò anni e fece molte vittime.Fu un’operazione eroica. Infatti, l’ingresso in Russia dei sacerdoticlandestini avvenne, anche se in modo limitato, ad un prezzoestremamente alto a causa delle uccisioni perpetrate dalla terribileCeka. Ciò non avvenne allora perché era in atto un tentativodiplomatico; si era ai primordi di quellaostpolitik vaticana, vanto deipapi conciliari che, tacendo sulla portata della devastazione mondialeoperata per più di settant’anni dal comunismo, inaugurava la sua

apertura all’instaurazione di un nuovo ordine mondiale. Era davvero

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ineluttabile il consolidamento, in così ampi lassi di spazio e di tempo,della deleteria egemonia comunista? Solo ignorando Fatima. Per abbattere un male di dimensione mondiale come il comunismo,occorreva un eroismo di pari portata: la sua condanna davanti al

mondo e l’appello a tutti gli uomini ad agire fino a quando non fossestato stroncato. È postulato antico e logico: più si tarda a recidere unmale, più questo si rinforza e colpisce.

Si è visto come la I Guerra mondiale, fatta per abbattere quello cherestava dei regni cristiani in Europa, avesse innescato un meccanismopolitico ed economico perverso, fautore di discordie. Tra i tanti errori,si riconosce la doppia causa della crisi economica tedesca chespalancò le porte del governo a Hitler: le pesantissime imposizioni

del Trattato di pace del 1918 alla Germania; l’aggravamento di questecon la depressione mondiale conseguente alCrash della Borsa diNew York nell’ottobre 1929. L’economia tedesca subì, più diqualsiasi altra, quel collasso mondiale, che generò disoccupazione epovertà, perché la Germania era sobbarcata di debiti ed asfissiatadalla dipendenza dai crediti esteri. “Questi effetti non furonoconfinati solo al campo economico; milioni di persone erano afflitteda privazioni ed insicurezza, dopo aver patito pochi anni prima irigori di quella mitica inflazione della Repubblica di Weimar. Lagrande depressioneebbe effetti immediati in campo politico,minando le fondamenta della Repubblica e incrementandonotevolmente l’adesione ai partiti estremisti sia di destra che disinistra. Nel giro di due anni i Nazisti guadagnavano la primaposizione tra i partiti tedeschi, mentre i Comunisti la terza.

Nel 1933 Hitler diceva in un discorso a Monaco: «Noi siamo ilrisultato di tribolazioni di cui altri sono responsabili». Lagrandedepressionefu condizione determinante della scalata dei Nazisti alpotere”(Enciclica Britannica, vol.10, v.Germany,p. 283).

È importante aggiungere che la vittoria dell’estremismo nazista fusostenuta, a prescindere dal carisma di Hitler e dall’abilitàpropagandistica dei suoi seguaci, dall’appoggio delle forze produttricie dagli industriali che vedevano il loro desiderio di ordine e legalitàminacciato da quella sinistra turbolenta e protestataria che si ispiravaalla rivoluzione russa di Lenin e Stalin.

Così, la Germania, sconfitta e dilaniata dalle condizioni draconianeimposte dalle ‘tigri’ come Clemenceau, daibulldog della City, dalle

iene di Wall Street e dall’urlo della piazza aizzata dai sanguinari

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Lenin e Stalin, scelse di difendersi scatenando la belva di casa. Sipotevano immaginare che questa intendesse divorare l’Europa?

Il momento indicato dalla Provvidenza passòOra è chiaro che i dieci anni della perversa esaltazione nazista

rientrano nei settant'anni di errori e terrori del comunismo sovietico. Idue totalitarismi ideologici erano accomunati anche dall’odio verso iPaesi cristiani.

Torniamo al regno di Pio XI. Nel 1936 la Spagna era lacerata dallaguerra civile causata dagli “errori sparsi dalla Russia” e la “guerrapeggiore” era alle porte, ma la richiesta della Madonna di Fatimacontinuava ad essere disattesa. Lucia scriveva allora: “Per mezzo diuna comunicazione intima il Signore mi disse, lamentandoSI:“Nonvollero soddisfare la Mia richiesta... come il Re di Francia, si

pentiranno e lo faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già sparso isuoi errori per il mondo, provocando guerre e persecuzioni allaChiesa:

Il Santo Padre avrà molto da patire”.Era la conferma di quellacomunicazione intima che Lucia aveva riferito al suo Vescovo nelmese di agosto 1931:“Fa sapere ai Miei ministri che siccome essihanno seguito l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzionedella Mia domanda, lo seguiranno nella disgrazia.”

Chi sono questi “ministri”? Probabilmente tutti i vescovi cattolici ecertamente il Vescovo di Roma: il Papa. Da lui dipendeva ilcompimento della domanda. La tergiversazione di fronte ad unarichiesta-aiuto, di cui si riconosce l’origine divina, indica una crisi dipercezione riguardo ai segni della volontà di Colui che essirappresentano, del Signore, che, detenendo “tutto il potere nel Cielo enella Terra”, ha conferito le chiavi ai pontefici. Ancor peggio, indicala crisi della fede nel potere della preghiera e della penitenza per ottenere un intervento divino nella storia, di cui Gesù Cristo è il

Signore.Si può, allora, costatare che la crisi nella visione spirituale è causadi quella minore nella visione dei problemi terreni. Per quel cheriguarda Pio XI, è inevitabile concludere che egli, non accogliendol’aiuto soprannaturale di Fatima, non seppe applicare con efficacia ilprincipio di Cristo Re di cui fu il dotto relatore.

La politica dei concordati ad oltranza, l’illusione dei “dialoghidemocratici” coi nemici di Dio, il mancato sostegno alla lotta deiCristeros in Messico, l’intervento in Francia con la condannadell’Action Française,dimostratasi deleteria, il valore eccessivo

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attribuito ai concordati “civilizzatori” in Italia e Germania, ma,principalmente, il tentativo, durato 15 anni (1922-1937), di trattarecon un sistema alla fine dichiaratointrinsecamente perverso,dimostrano le carenze di una azione più fiduciosa nelle capacitàdiplomatiche umane, che nell’aiuto dato agli uomini affinchérendessero gloria a Dio col trionfo miracoloso del Cuore Immacolatodi Maria. In quel periodo pare che l’illusione dell’efficacia di unnaturalismo d’azione diplomatica impedisse a Pio XI di ricorrere alMessaggio di Fatima, in occasione della cerimonia del 19 marzo 1930a Roma. Sette anni dopo, la situazione europea si dimostrava senzauscite.

Il comunismo aveva già esteso i suoi tentacoli ovunque, soprattuttoin Spagna. Molti concordati non erano rispettati. L’Ucraina cattolica

era stata vittima della “fame programmata” nel 1933 dai sovietici.In Messico la repressione anticattolica era ormai istituzionalizzata.Gli orientamenti papali erano cambiati, ma ridotti ormai a concettiinapplicabili, princìpi da insegnare alle vittime, come quelli contenutinella lettera del 1937 ai vescovi messicani. Alla Spagna di Franco,che aveva difeso il Cattolicesimo, il Santo Padre non inviòorientamenti, ma ringraziamenti. Il nazismo di Hitler che lo mettevain ombra fu condannato da Pio XI con l’EnciclicaMit brennender Sorgedel 14 marzo 1937, mentre il 19 marzo, con l’EnciclicaDiviniRedemptoris (**), fu condannato il comunismo in terminiinappellabili.

Il Messaggio della Madonna di Fatima nel 1917 fu la risposta all’appello di Benedetto XV per salvare i popoli dalla guerra, dagli errorisparsi dalla Russia e dall’inferno. Fu la risposta di allora, così comelo fu per il tempo di Pio XI e come lo è per i nostri tempi, ma nonattirò l’attenzione dopo la I Guerra mondiale né fu accolto da Pio XIper evitare il secondo conflitto mondiale.

Quale altra potente intercessione si può chiedere alla VergineImmacolata se si ignora quella che ci è già stata offerta? Ignorata laProfezia, la crisi divenne spaventosa.

“Li riconoscerete dai frutti” -Nel 1937 Pio XI scrive l’EnciclicaDivini Redemptoris, citando i predecessori a partire da Pio IX che“giàfin dal 1846... pronunciò solenne condanna”contro il comunismo.

Si continua a ripetere ad ogni occasione che la dottrina attuale delVaticano II rappresenta la fedele continuazione del bimillenario

Magistero della Chiesa. In verità, il Magistero dei Papi precedenti

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aveva denunciato con forza i mali più insidiosi del nostro tempo,quelli che spingono i popoli all'apostasia e all'ateismo, e condannatoil modernismo, il pancristianesimo (falso ecumenismo), le falselibertà e il comunismo. Si può negare, forse, che questi mali dilaganosempre più e perciò che sono sempre più da condannare? Ognidialogo diplomati-co sarebbe dovuto partire da questaconsapevolezza, altrimenti avrebbe potuto comportare che lapropaganda comunista si servisse del “dialogo” per spargere erroriideologici e dominare i popoli con la forza, lasciando alla Chiesa solola libertà preghiera in privato.

In tal senso fu significativo il Decreto di Pio XI affinché alla finedella Santa Messa, in tutto l’orbe terrestre, si pregasse per lariconversione della Russia al Cattolicesimo. Era l'intenzione del Papa

e della Madonna di Fatima; infatti, negli ultimi due secoli gli erroririvoluzionari si sono moltiplicati, minando la fede della Chiesa, le cuidifese erano già state minate, specialmente con la rivoluzione romana.L’obiettivo era togliere di mezzo il Papato e la Cristianità.

Il piano per annientare il Papato ed estinguerne la sua missione diconversione è stato portato avanti dalla Rivoluzione francese in poi,in un crescendo. Gli ausili straordinari dati attraverso la Madonna,anticiparono le fasi del piano in un corrispondente crescendo: aRuedu Bac,a la Salette, a Lourdes e finalmente a Fatima. Abbiamo vistocome le date di Fatima corrispondessero ai momenti cruciali di questalotta: nel 1925, nel 1929 e alla vigilia della Seconda Guerra mondiale(1938), che diede alla Russia sovietica mezzi formidabili per diffondere i suoi errori in tutto il mondo e nella stessa Chiesa.

Il male era troppo grande perché gli uomini potessero sconfiggerloda soli, da ciò la richiesta della consacrazione presente nel Messaggiodi Fatima. Purtroppo la ragione di tale richiesta non fu compresa, e laconsacrazione non fu compiuta sotto Pio XI. Per quale ragione

dipendeva solo dal Capo della Chiesa compiere la richiesta celeste?La ragione fu spiegata a Lucia quando chiese al Signore perché nonconvertisse la Russia nonostante Sua Santità non ne facesse laconsacrazione:“Perché voglio che tutta la Mia Chiesa riconoscaquesta Consacrazione come un trionfo del Cuore Immacolato di Maria e così estendere il suo culto e porre a fianco della devozioneal Mio Cuore divino, la devozione di quel Cuore Immacolato”.

- Ma, mio Dio, il Santo Padre non mi crederà, se Voi stesso non lomuoverete con un’ispirazione speciale.“Il Santo Padre! prega moltoper il Santo Padre. Lui la farà, ma sarà tardi! Tuttavia, il Cuore

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Immacolato di Maria salverà la Russia. Gli è affidata”.(DOC, p. 415)Considerando l’ordine delle parole, il trionfo del Cuore

Immacolato di Maria è preceduto dal riconoscimento, da parte di tuttala Chiesa, della sua facoltà di compiere una Consacrazione richiestada Dio ovvero della fiducia che quest’atto, all’insegna del Voleredivino, converta la Russia. È implicita, quindi, la necessità dellariconversione dello stesso mondo cattolico alla fede nell’interventodivino, che deve precedere la conversione della Russia alCattolicesimo. Se così non fosse, il Signore avrebbe richiesto che laChiesa riconoscesse nellaconversionedella Russia il trionfo. Invece,nelle Sue parole il trionfo del Cuore Immacolato di Maria vaindividuato nello stesso atto di consacrazione.

Questosegno,ossia che un atto della Chiesa cattolica possa sanare

i gravi problemi dei popoli, non è dato a chi ha fede, ma al mondo,per guidare alla conversione universale. A questa luce si pone laquestione: può la guida religiosa di un papa essere improntata non aprincìpi di fede, ma piuttosto a politiche diplomatiche? Se così fosse,tali politiche non rischierebbero di confondersi con tattiche piùconsone alla propaganda che alla fede nei disegni di Dio? IlPontificato di San Pio X è una risposta luminosa a questo dilemmaprofano.

Nel Messaggio del 13 luglio 1917 la Madonna aveva detto: “Senon si smette di offendere Dio, nel pontificato di Pio Xl, necomincerà un'altra [guerra] peggiore.Quando vedrete una notteilluminata da una luce sconosciuta sappiate che è il gran segnoche Dio vi dà: che punirà il mondo per i suoi delitti, per mezzodella guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al SantoPadre. Per impedirla, verrò a domandare la consacrazione dellaRussia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice neiprimi sabati. Se ascolteranno le mie domande, la Russia si

convertirà e ci sarà pace; se no, spargerà i suoi errori nel mondo,suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa." Ebbene, nella notte trail 25 e il 26 gennaio del 1938, una luce sconosciuta, che superavaogni precedente aurora boreale per le sue dimensioni, infiammò i cielidell’Europa e anche del Nord Africa, nelle cui latitudini questofenomeno è estremamente raro. I giornali riportarono l’evento, mapoiché il Messaggio era stato ignorato, non si poté riconoscere inquelle luci sconosciute l’avviso premonitore della Seconda GrandeGuerra, che avrebbe devastato l’Europa dal 1939 al 1945. Poiché lefrasi della Madonna cominciavano con:“se faranno quel che vi

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dirò ... se accoglieranno le Mie richieste... " le richieste erano rivoltea chi aveva il potere di adempierle: il Papa, in particolar modo PioXI. La menzione di questo nome, sconosciuto nel ‘17, accentua laprecisione della profezia di Fatima quanto all’azione e alla personache avrebbero potuto evitare la nuova grande guerra. ufficialmentenon scoppiata al tempo di Pio XI.

A qualcuno, pertanto, sembra che il Messaggio racchiuda unerrore, perché la Seconda Guerra mondiale cominciò qualche mesedopo la morte del Pontefice, al quale secondo il Messaggio eraaffidata la richiesta risolutrice per evitare la guerra. In verità, allaChiesa Dio domanda la fede nella consacrazione richiesta a Fatima ela conversione della Russia avverrà allora come conseguenza dellasua testimonianza universale. Si può allora affermare che la ‘causa’

efficiente per evitare la guerra e mantenere la pace, era la risposta delPapa alla richiesta divina, che rimase purtroppo inascoltata. Quindi,gli ‘effetti’ della guerra si avverarono con quanto per Pio XIsignificava la sua effettiva deflagrazione: l’occupazione nazistadell’Austria cattolica, con la successiva invasione della Polonia e laguerra totale.

Il principio della conversione non può essere che la fede; una fedeche non esclude l’intervento divino in terra, secondo il senso cristianodella storia che è storia sacra nelle mani di Dio.

Il Papa Pio XI sapeva che la virulenza demoniaca* delle ideologie“intrinsecamente perverse” del nostro tempo, quali nazismo ecomunismo, poteva essere neutralizzata solo con l’intervento divino.Altri interventi, meramente umani, avrebbero portato, prima o poi,nuovi mali ancora più virulenti. Sapeva che “siffatti demoni” siscacciano solo ricorrendo al potere di Dio. Aveva per questo ricevutodalla Madonna di Fatima l’aiuto per superare tale tempo apocalittico.Egli, però, non ha riconosciuto tanta grazia e ha disatteso la Sua

richiesta.La Signora passò e egli lasciò il mondo in preda ad orrori mai vistisulla terra e la Chiesa di Dio esposta alle insidie che avrebberodemolito il suo splendore e “tolto di mezzo” la sua autorità.

* Brano dell’EnciclicaDivini Redemptorisdi Pio XI condannando ilcomunismo.

“Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessuncampo la collaborazione con lui da parte di chiunque voglia salvare la

civilizzazione cristiana.Si fa oggi dappertutto un angoscioso appello alle forze

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morali e spirituali; e ben a ragione, perché il male che si deve combattere è primadi tutto, considerato nella sua prima sorgente, un male di natura spirituale, ed èda questa sorgente che sgorgano per una logica diabolica tutte le mostruosità del comunismo. […] Quando gli Apostoli domandarono al Signore perché non avevanopotuto liberare dal maligno un posseduto Gesù rispose: -siffatti demoni non siscacciano se non con la preghiera e il digiuno”… [e]l’ intercessione dellaVergine Immacolata. [Era proprio quanto era richiesto dall’Angelo nel TerzoSegreto]

6 - PIO XII: IL PAPA DI FATIMA

Il 13 maggio 1917,lo stesso giorno in cui la Madonna appariva aFatima per la prima volta, in quest'anno cruciale del XX secolo,Benedetto XV consacrava vescovo Eugenio Pacelli. Altracoincidenza provvidenzialeall’insegna di quel disegno cristiano dellastoria che il naturalismo vuole sopprimere, ma che gli eventi marianidel nostro tempo mettono in risalto. Lo disse Pio XII nel DiscorsoBem vindos! ai pellegrini del Portogallo(4 giugno 1951),ringraziandoper il regalo monumentale fattogli dai Portoghesi in occasione delgiubileo della sua consacrazione episcopale del 13 maggio 1917:Quella fausta data, tanto importante nella Nostra vita, nei segreti disegnidella Provvidenza, anche senza che Noi lo potessimo presagire, preparaval'altra data più importante in cui il Signore avrebbe fatto pesare sulleNostre spalle il governo della Chiesa universale. Nel frattempo sulle alturedi Fatima si aveva la prima apparizione della bianca Regina del santissimoRosario, come se la Madre pietosissima Ci volesse dire che nei burrascositempi in cui sarebbe trascorso il Nostro Pontificato, in una delle più grandisvolte della storia mondiale, Ci avrebbe sempre protetti, guidati e soccorsicon la sua assistenza materna e vigile di grande Vincitrice di tutte lebattaglie di Dio.[...] Non è forse vero che Noi abbiamo, più che provato,toccato sensibilmente la manifesta protezione della Vergine - non solonelle meraviglie che la Signora Pellegrina ha prodigato a piene mani su

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tutto il mondo, - ma ha concesso a Noi di consacrarlo al suo CuoreImmacolato, e di definire la sua gloriosa Assunzione?

Pio XII, eletto alla vigilia della Seconda Grande Guerra, trovògrandi difficoltà d’ordine politico nel compiere le richieste di Fatima.Ma il vero guaio del suo pontificato furono le insidie interneperpetrate da chierici che gli erano molto vicini, ma con sentimenticontrari ai suoi.

Tutto ciò rientra nella natura di Fatima,segno di contraddizioneinun momento storico di una gravità senza precedenti; ma se è vero chePapa Pacelli, cui piaceva essere chiamato il "Papa di Fatima", visse inun‘ora terribile per la Fede, è anche vero che ricevette segni specialiper superare tanti pericoli che minacciavano la Chiesa.

Eugenio Pacelli, formato nel Collegio Capranica di Roma,

apparteneva alla scuola legata al progetto diplomatico di Rampolla epapa Della Chiesa, che prevedeva una speciale attenzione verso larealtà delle nuove potenze “dominatrici della storia”, preminente nellapolitica vaticana dopo S. Pio X. Tale politica continuò con Pio XI econ il cardinale Gasparri, cui l’allora Nunzio di Monaco di Baviera,Pacelli, fu chiamato a succedere nella Segreteria di Stato nel 1929. Fucosì grande il prestigio che egli conquistò nell’esercizio di quellacarica che, alla morte di Pio XI, fu eletto papa il giorno dopol'apertura del Conclave. Era il 1939, l'anno in cui si scatenò unaguerra di dimensioni senza precedenti.I Papi, per la loro missione di testimoniare Gesù Cristo e diconvertire anime e nazioni alla Fede, hanno sempre rivendicato lalibertà della Chiesa. A ciò è ordinata la diplomazia vaticana, i cuiprelati devono accettare il martirio piuttosto che fare compromessi innome di una generica libertà religiosa. Erano ben consapevoli diquesto Papa Pacelli e prelati come Slipyj e Mindszenty che, proprioperché intransigenti su tale punto, sarebbero stati più tardi rimossi daPaolo VI.

Pio XI aveva affrontato il comunismo con i mezzi del magisteropapale(Divini Redemptoris),ma poiché era prevalsa la forza, avevafatto ricorso al potere della preghiera per la conversione della Russia.

Sotto Pio XII le azioni e le intenzioni di preghiere continuarono adessere finalizzate alla conversione dal comunismo; proseguì lamissione delRussicumdi ordinare sacerdoti che operassero neidomini dell'ateismo sovietico; infine, rimase in vigore il Decreto diPio XI affinché alla fine della Messa, in tutto il mondo, si pregasse

per la riconversione della Russia. L'intenzione di preghiera del Papa

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era quella della Madonna di Fatima.Papa Pacelli ricevette, nel dicembre del 1940, una lettera di suor

Lucia in cui erano rinnovate le richieste, gli avvisi e le promessecontenuti nel Messaggio di Fatima. Convinto della sua enormeimportanza, egli cercò di diffonderlo perché fosse accolto da tutti.

Così, nei primi mesi del 1942 il "secondo segreto" di Fatima,riguardante la richiesta di "consacrazione della Russia" con lapromessa della sua conversione all'unità cattolica e alla pace, fupubblicato in due libri, col più alto patrocinio ecclesiale.

Il primo libro,Madonna di Fatima, di Don Luigi Moresco, fustampato dalla Poliglotta vaticana, con l'introduzionedell'Arcivescovo di Milano, il Cardinale Ildefonso Schuster, che nefece motivo centrale di una sua vibrante pastorale il 18 aprile diquell'anno.Il secondo,Le Meraviglie di Fatima, del gesuita portoghese P.Luis Gonzaga da Fonseca, del Pontificio Istituto Biblico di Roma, fuapertamente lodato e ebbe un grande successo editoriale.

Il 31 ottobre 1942 Pio XII, in ossequio alla richiesta della Verginedi Fatima(ma senza la partecipazione dei Vescovi),consacrava il mondoal Cuore Immacolato di Maria, col radiomessaggioBenedicite Deumcaeli: “Regina della Pace, pregate per noi e date al mondo in guerra

la pace, che i popoli sospirano:la pace nella verità, nella giustizia,nella carità di Cristo.Dategli la pace delle armi e la pace delleanime, affinché nella tranquillità dell'ordine si dilati il Regno diDio”.

In quei giorni, lo attesta perfino Winston Churchill nei suoi diaridella Seconda Grande Guerra, avveniva quel che lui ha descritto conle parole:the turning of the hinge of fate,cioè la svolta nel destinodella guerra. È molto improbabile che questo statista seguisse gliinterventi mariani. Dato il cambiamento, suor Lucia scrisse nel mesesuccessivo:‘Dio ha manifestato compiacimento per l’atto compiutodal Papa, anche se rimane incompleto riguardo ai termini della Suavolontà. A causa di esso anticiperà la fine della guerra, ma laconversione della Russia è rimandata’ (FGS, p. 88).

Pio XII voleva adempiere la consacrazione richiesta dalla Madonnadi Fatima; perciò mantenne le intenzioni di preghiere per laconversione della Russia. Il Vaticano continuava tuttavia con lapolitica diplomatica della priorità verso le grandi potenze. Ciò

traspare dal contatto di Pio XII col presidente Franklin Delano

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Roosevelt, che portò alla manomissione del Segreto di Fatima e alconseguente stravolgimento della missione diplomatica da parte di unimportante chierico vaticano.

Deliberatamente manomesse alcune parole della Madonna

Riguardo al Messaggio, infatti, in entrambe quelle pubblicazionicitate poc’anzi, le parole di Maria erano state deliberatamentecambiate. Dove era detto: "Se ascolteranno le mie richieste, la Russiasi convertirà e avranno pace,altrimenti essaspargerà i suoi errorinel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa",dove laMadonna chiedeva la consacrazione della "Russia", essa fu sostituitadal termine "mondo". Inoltre, dopo la parola "altrimenti", "essa" (laRussia), fu sostituita dalla vaga espressione "propaganda empia",attribuibile non specificamente al flagello dell'ateismo e delcomunismo sovietici, ma egualmente al nazismo tedesco equant’altro.

Consideriamo quest’episodio emblematico, che riguarda da un latogli avvisi del Messaggio di Fatima e dall'altro la cecità politica cheportò ai nefasti accordi di Yalta, riferendoci all'articolo "Profezie diGuerra" pubblicato nell’ottobre 1981 da Civiltà Cattolica, dove lostorico gesuita P. Robert Graham S.J. (designato per difenderel'operato di Pio XII durante la guerra da denigratorie campagne

internazionali) documenta le conseguenze dell’ingenuamanomissione clericale del Messaggio di Fatima compiuta nel 1942,in piena guerra.

Le ‘manipolazioni’ del testo autentico del ‘Secondo Segreto’Durante la guerra Pio XII non fece accenno alle rivelazioni di

Fatima né consacrò chiaramente la "Russia". Questo avvenne solodopo la guerra, il 7 luglio 52, con l'enciclica"Sacro vergente anno" (v.a).

Comunque era inevitabile che il "Segreto di Fatima" e la"Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria" venissero consideraticonnessi tra loro, sia in Italia sia nel resto d'Europa.

In Germania, gli osservatori e la polizia nazista, sempre sospettosadi ogni movimento del Papa, videro nella "Consacrazione" unpericolo per il fronte interno tedesco. I suoi capi notavano conirritazione crescente come la "consacrazione" venisse ripetuta inItalia, Francia, Olanda, Belgio e perfino in Germania. Per loro ciòaveva un sempre più chiaro significato "anti-Asse"3. Dall'inizio del

3 <Vedi "Rapporto" del capo della Gestapo, Heinrich Müller, del 18

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1943 la "Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria" e il temadella "conversione della Russia" assunsero una connotazione filo-Alleati, anti-Asse.

Fu specialmente in Inghilterra, da parte del cardinale Hinsley,arcivescovo di Westminster, che le parole del Papa furono spiegate einterpretate per gli scopi della propaganda alleata. Nella sua Pastoralequaresimale del 1943, il cardinale scriveva:"Il Santo Padre alludeinequivocabilmente alla Russia, il cui popolo, ora, sta difendendoeroicamente la Patria e i suoi focolari domestici dall'invasore...”.

Anche in Francia, il gesto di Pio XII fu interpretato malamente daL. Delébeque, editorialista di"L'Action Française" , che il 18 febbraio1943 commentava una lettera di una lettrice che riportava "voci" sulle"rivelazioni" di Fatima trasmesse a Pio XII, per cui i successi russi

erano da attribuirsi alla Santa Vergine, che stava per convertire laRussia. Quest'ultima avrebbe poi invaso l'Europa con i suoi crociaticattolici per ristabilirvi l'ordine e la Religione. Incredibile! Se cosìfosse stato, il pericolo comunista non sarebbe più esistito! Fu perciòsensata la risposta che diede"La Semaine Catholique",il Bollettinodiocesano di Friburgo (Svizzera), ricordando che fin dal 1930 Pio XIaveva ordinato delle preghiere, da recitare alla fine della Messa, "per la Russia": erano preghiere per la sua conversione della Russia!

Fatima fu quindi una fortuna inaspettata per la propaganda alleata euna spina, invece, nel fianco del nazismo, che pretendeva di ergersicontro una minaccia mortale per l'Europa: il bolscevismo. Per questo,la propaganda alleata sfruttò fino in fondo questo tema religioso,assai adatto per raggiungere la coscienza di molti.

Gli "Alleati" dovevano, però, ringraziare i primi divulgatori del"Secondo Segreto" di Fatima per aver "alterato" il testo, in modo darenderlo particolarmente adatto ai loro scopi. Tale "manipolazione",nel dopoguerra divenne motivo di discussione tra gli studiosi

ecclesiastici, che avendo scoperto come le parole attribuite allaVergine fossero state cambiate in modo significativo. Secondo il testooriginario, pubblicato solo più tardi, la Madonna aveva infattidichiarato di desiderare che fosse consacrata al suo Cuore Immacolato“la Russia”, mentre nel testo del '42, si legge “il mondo”. Per di più,come recita il testo primitivo, dopo “la Russia verrà convertita”, la

dicembre1942, al Ministro per gli Affari Esteri intitolato: “L'erbreitung einesFriedensgebets Pius XII, in Italien” (=Diffusione di una preghiera per la pacedi Pio XII, in Italia)

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Vergine aveva detto: “altrimenti essa [la Russia] diffonderà i suoierrori nel mondo, suscitando guerre e persecuzioni alla Chiesa [...]”.

Nella versione del 1942 la chiara allusione alla Russia come causadi ulteriori calamità venne dunque soppressa e sostituita con la piùgenerale ed imprecisa locuzione:“propaganda empia” 4.

Nel rispondere alle critiche, il padre Fonseca affermò, assaicandidamente e semplicemente, che, in realtà, egli avevadeliberatamente alterato il testo, ritenendo di avere valide ragioni.

La spiegazione è riportata in una lunga difesa, pubblicata nelmaggio del '51 sul mensile dei gesuiti di Lisbona,"Brotéria".

Nell’articolo, intitolato:"Fátima e a critica" (1951, pp. 505-542),ilPadre dichiarò: “La verità è molto semplice”, ricordando che i duelibri, il suo e quello di don Moresco, erano usciti nei primi mesi del

1942 (in maggio).“Questo era uno degli anni più duri del conflittomondiale, e qualsiasi elogio o biasimo si avanzasse poteva essereinterpretato come un atteggiamento politico. Don Luigi Morescodesiderava che l'ambasciatore portoghese presso la Santa Sede onorasse il suo libro con alcune parole di presentazione. Il Dott. Carneiro Pachecoaccettò di buon grado l'invito, ma mise come condizione che l'opera noncontenesse niente che potesse dare occasione al più piccolo pretesto dicritica alla Santa Sede da ambedue le parti in conflitto”. Come se nonfossero proprio la censura e la manipolazione delle parole di Maria a

servire ad ogni “empia propaganda” contro la Fede!Secondo p. Fonseca, la sostituzione della parola “Russia” con“mondo” nella consacrazione, era stato fatto in conformità ai desideridei vescovi portoghesi. Solo nelle edizioni apparse dopo la guerra èstato trascritto il testo originale. “Don Moresco - continuava padreFonseca - aveva risposto che, poiché il libro veniva pubblicato pressola Città del Vaticano, non sussistevano motivi di timore. Ma venneroapportati ugualmente dei cambiamenti: “L'unica frase pericolosa eraquella che si riferiva al segreto che parlava dell'attività atea eguerresca della Russia, e perciò vi venne soppresso il nome,sostituendolo con una anonima "propaganda empia".”

Il Padre concludeva la sua stupefacente confessione, commentandoingenuamente: “Questa storia semplice ci risparmia ogni ipotesi, edissipa le difficoltà architettate sopra le due versioni”.

4 Furono pubblicati facsimili delle lettere di Lucia, con le versioni a stampain spagnolo, italiano e portoghese, nel volume: Documenti di Fatima. L’editoreosserva che questa edizione critica è stata resa opportuna da “deturpazioniimperdonabili”, che danneggiano la credibilità di Fatima.

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Se l'emendamento del “secondo segreto” fu veramente compiutonel 1942 con lo scopo d’evitare ogni strumentalizzazione politica,l’intento venne certamente invertito. Possibile che gli editori nonavessero immaginato che con l'espressione “la Russia si convertirà”avrebbero dato in mano a quel “alleato” un’arma potente e di ampiarisonanza? Potevano non prevedere che sopprimendo l'accenno allaRussia, alloraURSS, come causa di guerre e persecuzioni, avrebberorimosso un argomento utile a ricordare che la minaccia più grande eracostituita dal bolscevismo? È probabile che Goebbels avrebberespinto con disprezzo l'uso di un tema religioso per il suo lavoro, main altre zone di influenza nazista, come per esempio in Francia, ilrichiamo al “pericolo bolscevico” sarebbe stato accolta conattenzione.

C'è da aggiungere che P. Fonseca ha voluto far sapere che la sua"manomissione" del Messaggio era stata apprezzata in alto loco!Qual’era allora il pensiero di Pio XII che aveva voluto che il

Messaggio di Fatima fosse conosciuto, avvalendosi per questo dellacollaborazione del Cardinale Schuster, e che aveva consacrato ilmondo, con implicita menzione della Russia, secondo la richiestatrasmessagli da Lucia? Dai documenti pontifici emerge come il Papasi fosse ben guardato dal lasciar sfuggire "un solo segno diapprovazione e di incoraggiamento alla guerra intrapresa contro laRussia nel 1941". Accadde, però, che Pio XII, il quale dall'aprile1939 intratteneva corrispondenza col Presidente americano, ilmassone Franklin Roosevelt, nel 1941 subisse le pressionidiplomatiche di questo affinché accettasse un'interpretazione piùtollerante della "Divini Redemptoris", contraria ad ogni forma dicollaborazione col comunismo "intrinsecamente perverso". Inproposito fu inviato a Roma l'ambasciatore Myron Taylor, il qualedovette subito rendersi conto di come, anche tra i più vicini

collaboratori del Papa, ci fosse, riguardo all'atteggiamento daassumere verso il comunismo, la stessa divisione di pareri che c'eratra gli arcivescovi americani: per esempio, quelli di Baltimora,Cincinnati e Boston erano cauti e realisti, come Mons. Tardini; quellidi New York, Cardinale Spellman ed altri, erano ottimisti epragmatici, come l'onnipresente Montini.

Ebbene, con l'aiuto di questi ultimi, Taylor alla fine ottenne da PioXII che il 20 settembre si rispondesse a Roosevelt sollevandolo daogni obiezione di principio sulla questione di un aiuto degli americaniall'URSS. In una lettera del 22.9.1942 all'ambasciatore Myron Taylor,

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Pio XII fece sapere:"Su richiesta del Presidente Roosevelt, il Vaticano hainterrotto ogni polemica col regime comunista, ma questo silenzio, che pesa sullenostre coscienze, non è stato capito dai dirigenti sovietici che seguitano, in URSS enei paesi occupati dalle truppe dell'Armata rossa, le persecuzioni contro la Chiesae i fedeli.5

Dio faccia che il Mondo libero non abbia un giorno di cherimpiangere il nostro silenzio!"Oggi è ormai risalito che la lineadella diplomazia concordataria fu sovvertita da Montini che stabilì un“dialogo” col potere sovietico che stava spargendo nel mondo inefasti “errori della Russia”, all’insaputa e contro il volere del Papa.

La priorità diplomatica non era più dunque quella cattolica,ribadita a Fatima, dellaconversione, ma quella deldialogofine a sestesso.

Così, nello stesso 1942, attraverso l'iniziativa montiniana pressoStalin, già si delineava “l’apertura” di alcuni membri vaticani ai capisovietici, rappresentanti di quel regime nemico della verità di Cristo.Era lafedenella mediazione umana presso i signori del mondo chescalzava la fede nella mediazione di Maria presso l’unico Signore delCielo e della terra. Su cosa volevano trattare? Ciò si vedrà in unsecondo volume. Più avanti vedremo infatti un episodio che sul pianometafisico è all’origine della grande demolizione cattolica (l’incontroMontini-Stalin). Era la primizia dei compromessi, contrari alla

Provvidenza, che 20 anni dopo avrebbero portato un ‘concilioecumenico’ a tacere sull'incombente minaccia comunista e a raggirareFatima(cf. Sì sì no no, a.VIII, n.21:Il Vaticano II raggirò Fatima).

Il Mondo libero deve rimpiangere il silenzio vaticanosuglierrori "intrinsecamente perversi" della Russia. Oggi nessuno puòignorare come sia stata funesta, per l'intera umanità, la cecità dei capioccidentali - primo tra tutti Roosevelt! - che hanno acconsentito efirmato tali "Accordi di Yalta", voluti dal sanguinario Stalin.

Con i patti di Yalta si condannarono al massacro, alla schiavitù, alterrore e all’ateizzazione forzata popoli interi; le conseguenze sidiffusero per tutta la terra e per un lungo tempo di cui ancora ogginon si vede la fine, malgrado le apparenze! Troviamo un esempio delrisultato immediato di Yalta nel “Libro nero del Comunismo”:

Stalin si è fatto concedere dagli alleati il rimpatrio di tutti i russi che si5 Dal Doc. 6795, citato da Mons. Roche, p. 379 - cf. "Toute la Verité sur

Fatima", vol.3, Fr. Michel de la Sainte Trinité CRC, 1985, F-10260 Saint-Parres-lès-Vaudes).

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trovavano nella zona occidentale, anche col ricorso alla forza. Furonorimpatriate oltre un milione e 300.000 persone, talvolta in circostanzetremende. (‘Il libro nero del comunismo’, Mondadori, 1998, p. 300).

L’Occidente temeva il diktat sovietico. In quell’occasione, per evitare che l’Unione Sovietica prendesse in ostaggio prigionierialleati per ricattare gli occidentali, essi cedettero all’imposizione delrimpatrio di tutti i cittadini russi o d’origine russa che avevano“scelto la libertà”. Tale cedimento determinò lo stato d’animo checondizionò la politica dei paesi occidentali fino ad oggi: la mentalitàdel compromesso. In questo senso si seppe che Mons. Montini eraandato anche oltre ogni "compromesso" diplomatico, recandosi, nel1942 in Russia, dove incontrò addirittura Stalin, secondo quantoracconta il segretario del cardinale Tisserant, monsignor Roche.

Come abbiamo visto, quel silenzio sugli errori della Russia erastrettamente legato al silenzio cui era stato ridotto il Messaggio dellaMadre di Dio del 1917, per la "manomissione" di quel profeticoavviso: "La Russia spargerà i suoi errori nel mondo, suscitandoguerre e persecuzioni alla Chiesa!".

Non è dato di conoscere la ragione che impedì a Pio XII, chiamatoil Papa di Fatima, di compiere interamente la richiesta. Si puòimmaginare che fosse stato informato dai suoi più stretti ausiliari cheavrebbe trovato, da parte di alcuni vescovi, una resistenza ancora piùgrande di quella sperimentata in occasione della promulgazione deldogma dell'Assunzione di Maria o della canonizzazione di S. Pio X.

Alla vigilia di quell'evento, Pio XII era stato beneficiato dallevisioni del "miracolo del sole" che, avvenuto il 13 ottobre 1917 aFatima, era stato anche da lui visto nei giardini vaticani nei giorni incui promulgava il grande dogma mariano. Fu il ‘13 ottobre 1917 aRoma’, come dichiarò a Fatima il Cardinale Tedeschini e come fupubblicato dall'Osservatore Romano il 18.11.1951; il Papa pertanto

aveva autorizzato la divulgazione ufficiale di quel miracolo.Nessuno in modo migliore di Pio XII, rendendo nota la sua visionemiracolosa, avrebbe potuto testimoniato lo stretto legame tra ildogma e la consacrazione per onorare la Madre di Dio, come trasparedal suo discorso del 1° novembre 1950:Per imperscrutabile disegnodivino, sugli uomini della presente generazione, cosi travagliata edolorante, smarrita e delusa, ma anche salutarmente inquieta nellaricerca di un gran bene perduto, si apre un lembo luminoso di cielo,sfavillante di candore, di speranza, di vita beata, ove siede Regina eMadre, accanto al Sole della giustizia, Maria.

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Pio XII proclamava una verità dogmatica correlata al potere diMaria, perché i dogmi mariani e la consacrazione per onorare laMadre di Dio sono legati da segni della volontà divina. Lo si è visto aLourdes con l’Immacolata Concezione e ora lo si vede a Fatima, doveMaria ha manifestato una forma della Sua Mediazione.

Nonostante l’intervento e gliordini della Madre di Dioassicurassero una promessa di pace e salvezza per molte anime, inseguito alla conversione della Russia, non risulta, però, che Pio XIIabbia richiesto e ordinato ai vescovi del mondo la partecipazione allaconsacrazione che allora intendeva fare della Russia al CuoreImmacolato di Maria; in tal modo non accoglieva pienamente larichiesta nei termini trasmessigli da suor Lucia. Lo avrebbe fatto inseguito, ma da solo, ricordando la prima consacrazione del mondo al

Cuore Immacolato di Maria del 1942, quando era mancata lapartecipazione collegiale di tutti i vescovi del mondo(lettera a Pio XII,DOC, p. 437).

La "consacrazione", pertanto, continuava ad essere incompleta e itermini della richiesta di Fatima risultavano disattesi. Laconsacrazione del 1942 dimostra tuttavia la chiara intenzione di PioXII di rispondere alla richiesta di Fatima sull’esplicita menzione dellaRussia.

Poiché il Papa non ignorava che la richiesta-offerta di Fatimadoveva ancora essere soddisfatta per intero, cercò di fare in modo checiò avvenisse, come dimostra l’istituzione della festa di Maria Reginache avrebbe creato l’occasione propizia perché la richiesta-offertafosse dovutamente compiuta. Vediamo il pensiero di Pio XII:“Godano tutti i fedeli cristiani di sottomettersi all' impero dellaVergine Madre di Dio, la quale, mentre dispone di un potere regale,arde di materno amore.Questa sottomissione all’impero di MariaRegina, devozione da sempre osservata dai cristiani, è illustratalungamente nell'EnciclicaAd Coeli Reginamdell'11 ottobre 1954, chesi conclude così:“EssendoCi poi fatta la convinzione, dopo matureponderate riflessioni, che ne verranno grandi vantaggi alla Chiesa sequesta verità solidamente dimostrata risplendapiù evidente davantia tutti, quasi lucerna più luminosa sul suo candelabro con la NostraAutorità Apostolica, decretiamo e istituiamo la festa di MariaRegina, da celebrarsi ogni anno in tutto il mondo, il giorno 31maggio...

“Ordiniamo che in detto giorno sia rinnovata la consacrazionedel genere umano al Cuore Immacolato della beata Vergine Maria.

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A questo punto si può fare un bilancio degli atti con cui Pio XII hacercato di compiere quanto era nelle intenzioni do Maria per laconversione della Russia, e si può anche verificare la loroincompletezza.

1 - La Consacrazione del mondodel 1942, durante la guerra, conriferimento implicito alla Russia.2 - La promozione dell’evento di Fatima,attraverso il Cardinale

Schuster, con la pubblicazione della Poliglotta Vaticana nel 1944.3 - Le preghiere alla fine della Messaper l’intenzione voluta da

Pio XI per la conversione della Russia:“Noi confermiamo erinnoviamo volentieri questa esortazione e prescrizione...”. (Udienzadel 30.6.1952, alRussicum, in cui si ricordò la decisione d’offrire conquell’intenzione).

4 - La consacrazione della Russia ela Lettera Apostolica"SacroVergente Anno" del 7 luglio 1952.5 - L'Enciclica "Ad Caeli Reginam" dell'11 ottobre 1954, che

faceva riferimento a Fatima e decretava, con Autorità Apostolica, lafesta di Maria Regina per il 31 maggio, ordinando che si ripetesse, inquel giorno, la Consacrazione del genere umano al Cuore Immacolatodi Maria:“In questo gesto è riposta la speranza che possa sorgere unanuova era, allietata dalla pace cristiana e dal trionfo della religione”!

Le conseguenze religiose di non aver compreso la ProfeziaAhimè! Atti, encicliche e decreti sono un segno di riconoscimento

del potere di Maria, ma allo stesso tempo, rimandano al futuro lerichieste di Fatima, di cui oggi rimane solo un lontano ricordo!

Se, come il Papa testimonia, è nell’aiuto della Madonna che risiedela speranza di ottenere la pace nel mondo, allora, perché il grandiosoEvento di Fatima non portò al riconoscimento del suo Messaggio?

Eppure i mali che annunciava si sono avverati, confermando il suocarattere profetico. Si trattava della vera Profezia per il nostro tempo.

Quando si riconosce il Miracolo del sole, si deve riconoscere anchela sua ragion d'essere. L'Apparizione e i suoi segni si sonomanifestati, l’una per portare il Messaggio e gli altri per accreditarlocon il sigillo divino. Certo, per un giudizio definitivo, il fedele sirimette alla Chiesa, infallibile in materia, perché l'autorità papale èassistita dallo Spirito Santo, ma il giudizio si limita a confermare omeno l’origine di un messaggio trascendente e se lo conferma, nonpuò adattarlo. Ora, il messaggio del 13 luglio 1917 annunciava:“Per

salvarle (le anime dall'Inferno), Dio vuole stabilire nel mondo la

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devozione al Mio Cuore Immacolato. Se loro faranno quel che Io vidirò, molte anime si salveranno e avranno pace!…altrimenti …”.

Oggi molti chierici, pur "conservatori"o "tradizionalisti",antepongono i loro piani e la loro scienza umana al Messaggio della

Madre di Dio, negando implicitamente la possibilità di un interventodivino, come quello di Fatima, per sanare i grandi conflitti umani.Una simile posizione di pensiero si evidenziò fin dall’inizio dei fattidella Cova da Iria, sotto Benedetto XV, proseguendo sotto Pio XII.Fatima si dimostrò, infatti, pietra d'inciampo per quanti rifiutavano ilpiano di pace della Madonna. Era vicino il tempo in cui i conciliari sisarebbero serviti di Fatima, non per il piano di Maria, ma per i loropiani.

La preghiera con l'intenzione di Maria: ultimo ricorsoIn base a quanto detto, è chiaro che la persecuzione più grave è

quella interna che, come un virus, uccide la Fede, la caritàmissionaria e la speranza nel trionfo salvatore della Chiesa! LaMadonna, venuta in Nome della Trinità divina, non è stata accolta,maun altro, che sarebbe venuto nel proprio nome per predicare il suomessaggio, sarebbe stato ricevuto! (Gv 5,43). Un altro spirito dunqueè penetrato nella Chiesa dopo Pio XII e il silenzio sul "Terzosegreto", che doveva essere svelato nel 1960, perché più chiaro, è la

testimonianza dell’oscuramentodella Chiesa tradizionale.In un momento in cui le"aperture al mondo" accentuavano ilbisogno di preghiere e di esorcismi, questi venivano aboliti alla finedella Messa (1964), senza altra scusante chel'ostpolitik coi governicomunisti e con la Russia, oltre che uno scandaloso neo-ecumenismo.Si passò, infatti, a promuovere una"nuova evangelizzazioneecumenica" col suo seguito inevitabile: la subordinazione della Leggedivina alla libertà di coscienza, causa della galoppantescristianizzazione del mondo e del degrado morale, che ormainessuna autorità umana prova più a frenare; siamo all'Apostasia chesegue l’eliminazione del Papa cattolico.Aggiornando ilriconoscimento della Profezia di Fatima è stato rinviato un piano nonsolo di salvezza, ma anche d’armonia civile e di pace.“Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà!

“Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà e saràconcesso al mondo qualche tempo di pace”!Il Signore provvederàalla rinascita della Fede e alla pace, ma solo quando Roma

testimonierà il potere di Dio, che si è manifestato nel nostro tempo

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attraverso Maria! Altrimenti… prevarranno a lungo le tramemacchinate dal potere umano, anche clericale, come quello diMontini, divenuto Paolo VI.

L'abissaleinimiciziatra lo spirito rivoluzionario e quello cristiano

è descritta da Pio XII(Disc. all'ACI, 12/10/52): "Esso si trovadappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questiultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale,morale, sociale dell'unità nell'organismo misterioso di Cristo. Havoluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertàsenza l'autorità; talvolta l'autorità senza la libertà. È un 'nemico' divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lasciaancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no.Finalmente il grido empio: Dio è morto; anzi: Dio non è mai stato.Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo soprafondamenti che Noi non esitiamo a additare come principaliresponsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economiasenza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio. Il 'nemico' siè adoperato e si adopera perché Cristo sia un estraneo nelleuniversità, nella scuola, nella famiglia, nell'amministrazione dellagiustizia, nell'attività legislativa, nel consesso delle nazioni, là ove sidetermina la pace o la guerra. Esso sta corrompendo il mondo con

una stampa e con spettacoli, che uccidono il pudore nei giovani enelle fanciulle e distruggono l'amore fra gli sposi; inculca unnazionalismo che conduce alla guerra".

Pio XII vedeva, già allora, il processo così avanzato da ritenerevano"di andargli incontro per fermarlo e impedirgli di seminare larovina e la morte",ma che si dovesse"vigilare... affinché il lupo nonfinisca col penetrare nel ovile per rapire e disperdere il gregge".

Ecco cos’era l’aggiornamentodell’ordine cristiano per l’aperturaalla modernità: l’idea gnostica e massonica che il pensiero cattolico,ribadito dai Papi, rifiuta come perversa, ma che i pastori conciliariprediligono. Il pastore idolo di questa rivoluzione è additato nellafrase dello scrittore Louis Veuillot:“Quando l’insolenza dell’uomorespinge ostinatamente Dio, Dio alla fine dice all’uomo: - sia fatta latua volontà! E l’ultimo flagello si scatena: non è più la fame, laguerra, la peste...è l’uomo! E quando l’uomo è consegnato all’uomosi può capire quel che significa la Collera di Dio!”.Si trattadell’uomo deviato che, una volta “tolto di mezzo” l’ostacolo, il

katéchonche lo bloccava, è elevato“con ogni prodigio menzognero,

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"Il «tradimento» di Montiniè storia vera e autentica! Si era nel1954, quando Pio XII era già provato dalla malattia e indebolito dallavecchiaia.” Il colonnello Arnould, del Deuxième Bureau francese(ilBrigadiere Generale dell’Intelligence Service)fu ilJames Bond di Pio XII, ilquale lo chiamò a Roma e gli offerse di diventare il Suo agentepersonale. Il Colonnello accettò, prestò giuramento al Pontefice einiziò la sua nuova missione. Nel corso di un suo giro nell'Est, entròin relazione con il vescovo luterano di Uppsala, Primate di Svezia,che, avendo molta stima di Pio XII, non esitava a rendergli preziosiservizi, come l'aiuto ai membri del Clero, detenuti, e comel'introduzione clandestina nella Russia di Bibbie, ecc.

Verso l’estate del 1954, l'arcivescovo di Uppsala ha informato ilColonnello che le autorità svedesi sapevano delle relazioni del

Vaticano con i sovietici. Più avanti l'Arcivescovo consegnò alColonnello Arnauld una busta sigillata, indirizzata a Pio XII,pregandolo di rimetterla nelle sue mani, senza farla conoscere anessun altro in Vaticano: “Questa busta contiene le "prove" dellerelazioni che il Vaticano ha con i Sovietici". Quando Pio XII la lessein sua presenza, sbiancò in volto. In breve: l'ultimo testo ufficiale,firmato dal pro-Segretario di Stato Montini, era datato 23 settembre'54. Il 10 novembre '54, Pio XII allontanava dalla Segreteria di StatoMontini”(Luigi Villa, “Paolo VI beato?”, ed.Civiltà Brescia, 1998, p. 204, seguì“Processo a un papa”, 1999).

Pio XII nell’autunno 1954 aveva inoltre saputo che il suo pro-Segretario di Stato, Montini, gli aveva nascosto i dispacci relativi alloscisma dei Vescovi cinesi, caso che si andava aggravando.Nell'ottobre del 1954, Pio XII venne anche a conoscenza di unrapporto segreto dell'arcivescovo di Riga, incarcerato dai sovietici, ilquale affermava che “c'erano stati in suo nome [di Pio XII] contatticoi persecutori da parte di un'alta personalità della Segreteria diStato” (Cf. Courrier de Rome,giugno 1975 n. 145).Per il tradimento diMontini, scrive Mons. Roche, “l'amarezza [di Pio XII] fu così vivache la sua salute ne risentì ed egli si rassegnò a governare da solol’andamento degli affari esteri vaticani”. Anche il bollettino dellaContrereforme Catholique,n° 97, p. 15, parla della questione:“L’inchiesta fece scoprire nella cerchia di Mons. Montini un traditore,il gesuita Alighiero Tondi, il quale, nel corso di un drammaticoconfronto col cardinale N., riconobbe di aver dato ai sovietici i nomidei preti inviati clandestinamente in URSS e che [a seguito delladelazione] erano stati tutti arrestati ed uccisi. È noto che il Tondi

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nefanda dottrina del così detto comunismo, sommamente contrariaallo stesso diritto naturale, la quale, una volta ammessa, porterebbeal radicale sovvertimento dei diritti, delle cose, delle proprietà ditutti, e della stessa società umana”.

Pio IX (Qui pluribus; Syllabus); su quella“peste distruttrice, la qualeintaccando il midollo della società umana, la condurrebbe allarovina” (Leone XIII, EnciclicaQuod Apostolici muneris); su quel “pericolo” cheminaccia di precipitare“popoli interi... in una barbarie peggiore diquella in cui ancora giaceva la maggior parte del mondoall'apparire del Redentore”;su quel“satanico flagello”nel quale“non vi è posto per l'idea di Dio, non esiste differenza fra spirito emateria, tra anima e corpo; non si dà sopravvivenza dell'anima dopola morte” e che “spoglia l'uomo della sua libertà, principio

spirituale della sua condotta morale, toglie ogni dignità alla personaumana e ogni ritegno morale contro l'assalto degli stimoli ciechi”(Pio XI, Enciclica Divini Redemptoris); su quell’ “iniquità...che mira astrappare la fede a quegli stessi ai quali promette il benesseremateriale”(Pio XII, Enciclica Menti nostrae1950).

Dovere d’ubbidienza all’errore?L'impegno preso e mantenuto da quei gerarchi fu la rinunzia alla

missione della Chiesa, un tradimento a Dio, alla Chiesa stessa e

all'umanità; questa pagina nera della storia della Chiesa resterà, comescrive il Madiran,“la vergogna della S. Sede nel secolo XX”.È evidente che in casi siffatti appellarsi all’ubbidienza non regge.Scrive Mons. Roche: il cardinale Tisserant (che da Prefetto della

Pontificia Commissione Biblica, aveva disubbidito a Pio XII) ubbidìa Giovanni XXIII; se il cardinale Tisserant ubbidiva a GiovanniXXIII, questi a sua volta era guidato dalle idee di Montini, il quale -come attesta anche Mons. Roche - fin dal lontano 1942 disubbidiva aPio XII e ai suoi predecessori. Per cui il meno che possiamo dire èche la pretesa “ubbidienza” degli ecclesiastici che hanno negoziatol'accordo con Mosca - incluso jl cardinale Willebrands - èun'ubbidienza che affonda le sue radici nella lunga, pervicacedisubbidienza dell’allora Mons. Montini, disubbidienza non solo al“papa regnante”, ma anche al Magistero costante della Chiesa sullaquestione sociale e sul comunismo.

I successori di Benedetto XV, di Pio XI e di Pio XII, avrebberopotuto sottoscrivere tranquillamente le affermazioni dei loropredecessori. Oggi, invece, esse sono totalmente capovolte: col

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Vaticano II, la Chiesa, che non poteva tacere e non aveva taciuto finoad allora, fu fatta tacere; gli stessi più accaniti nemici rendonotestimonianza che Roma ha cessato di tutelare il santuario dellareligione cattolica e di richiamare l'attenzione sul pericolo comunista.Togliatti nel suo memoriale scriveva:“Nel mondo cattolico organizzato enelle masse cattoliche vi è stato uno spostamento evidente a sinistra al tempo dipapa Giovanni”(‘Il Tempo’, 13 giugno 1984).

In effetti, la Chiesa “conciliare”, edificata sulla ribellione diMontini al Magistero della Chiesa, pretende di conciliarel’inconciliabile nel campo sociale, coniugando cristianesimo ecomunismo. A tal fine si ritiene e si induce a ritenere che, per cristianizzare il comunismo, basti liberarlo dall'ateismo e dalmaterialismo, quasi che solo a motivo di questi, e non anche per lasua dottrina sociale, totalmente opposta ai princìpi della retta ragionee della Rivelazione, sia stato condannato come“intrinsecamenteperverso”. Ecco preti e religiosi “aggiornati” ripudiare la secolaredottrina della Chiesa per predicare, in luogo del Vangelo di Cristo,“il nuovo presunto Vangelo che il comunismo bolscevico ed ateoannunzia all'umanità quasi messaggio salutare e redentore” (Pio XI:Divini Redemptoris); in luogo della Redenzione di Cristo, la“redenzionefalsa” di Marx (ib.); in luogo della speranza soprannaturale cristiana,le “fallaci promesse”di un“Paradiso, che è di questa terra”(ib.);

in luogo della giustizia e della fratellanza cristiana, uno“pseudo-ideale di giustizia, di uguaglianza e di fratellanza”(ib.), che in realtàè arido egualitarismo e collettivismo. Essi sostengono di voler cosìvincere la seduzione esercitata dal marxismo sulle masse, come sel’errore si vincesse appropriandosene, anziché opponendogli laVerità. In realtà, si riducono a portavoce, a battistrada, ad “utiliidioti” del comunismo. Giungono perfino ad unirsi ai nemici dellaChiesa nell'imputarle la responsabilità delle ingiustizie, reali opresunte, di governi e di singoli, quasi che esse siano nate dalladottrina sociale della Chiesa e non dal disprezzo di essa. Altri, piùcoerenti nell'errore, passano dalle parole ai fatti: sono i pretiguerriglieri dell'America Latina o anche i ministri di governi marxisti.

Il "tradimento metafisico" non si limita però a persone o a partiti oa paesi; esso mira alla conciliazione cosmica di quel che è di Dio conquanto è di Belial, del bene col male, della Chiesa con l’URI. Per liberare la Russia e il mondo da tali errori la Madonna ha richiesto aiministri del Signore che la consacrassero al Suo Immacolato Cuore.

Perché si può dire che la consacrazione richiesta a Fatima non fu

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compiuta, né poteva esserlo, se oggi si sostiene che perfino Suor Lucia affermi il contrario? Anche tralasciando la questione dellaforma, che è mancata, basterebbe considerare le sue ragioni, spiegatea Lucia dal Signore (p…): seguendo l’ordine di quelle parole, iltrionfo del Cuore Immacolato di Maria avviene col riconoscimento daparte di tutta la Chiesa del potere della Consacrazione voluta da Dio.La fede deve dunque precedere l’atto che, seguendo la Volontàdivina, può convertire la Russia. Ma la fede di Roncalli, Montini eWojtyla non è forse rivolta ad altri poteri; dell’ONU e dei suoiispiratori?

Il pontificato di Pio XII, per non aver accolto dovutamente laProfezia di Fatima, ci ha lasciato quale sinistra eredità gli “errorisparsi dalla Russia”, “intrinsecamente perversi”. Di fronte alladottrina cattolica essi erano ormai stati accolti per esserebattezzati“con simpatia immensa” da alti prelati promossi da Pio XII stesso.Una riconversione nella Chiesa, libera da questafede,deve pertantoprecedere quella russa e la conversione della Russia non può avvenireche in conseguenza della testimonianza nella pura e integra Fedecattolica.

Conclusione -Conversione o RivoluzioneSono queste le due parole che collegano le questioni passate con

quelle dell’ora presente, perché rappresentano i due opposti rapportiche condizionano la storia umana. È vero che la guerra semantica cheviviamo ha reso difficile la comprensione del loro significato, ma èpur vero che esse chiariscono il punto nodale di questa lotta nelrapporto tra gli uomini e Dio, dunque la Religione stessa. LaConversione è proprio un ritorno ad essa, un atto volontario per ristabilire un legame tra il figlio e il Padre, tra creatura e Creatore. Sitratta di un legame asimmetrico, tra due parti assolutamente diseguali,che richiede agli uomini la rinuncia alle proprie utopie e lasottomissione all’Ordine, per l’amorosa adesione alla verità rivelatache rispecchia il volere di Dio. Cosa diversa è lariconciliazionechepuò avvenire tra simili, col dialogo e con lo scambio delle proprieidee ed intenzioni, senza doverle abbandonare. Se la conversione èl’inverso della ribellione, la riconciliazione può anche realizzarsi traribelli e rivoluzionari a scapito della conversione; anzi, può giungeread un sodalizio ribelle di idee diverse, ma parimenti contrarie allaReligione. Una volta spezzato il legame d’amore col Padre e con la

Verità, sorgono odio e disordine che le riconciliazioni umane non

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possono sanare.Abbiamo visto che, nella scia delle proprie idee il leninismo

seminò fame, morte, guerra e macabri genocidi che continuamenteriemergono. Glierrori sparsi dalla Russia,profetizzati a Fatima,stanno però a monte del leninismo ed essendo di ordine religiosomanifestano il Nemico, a prescindere dai governi, dai partiti, dallefilosofie e dalle persone; sono intrinsecamenteperversi per natura,perché sono ribellioni a Dio. La persona può convertirsi; i variliberalismi, socialismi e comunismi no. L’errore è peggio del delitto:è matrice di delitti; delitti che divengono crescenti, come lapersecuzione e massacro dei Cristiani, in atto da decenni in tutto ilmondo.(vedi il libro di A. Socci)

I Papi hanno sempre condannato con tempestività errori e autori

ostinati di errori, usando tutti i mezzi di cui disponevano per fermarlisubito. Se questo è dovere di tutti, per il Papa è missione inalienabileperché a lui, per primo, compete trattenere gli errori e i suoi araldi,che più crescono liberamente più diventano difficili da correggere.Lui è quell’ostacolo(katechon)al malefico di cui parla S. Paolo(2Ts).

Il problema diviene, però, terminale, quando il maleficio è dentrola Chiesa, travestito da alta gerarchia.

I cattolici possono capire la profezia di Fatima alla luce deldisegno cristiano della storia e perciò intenderla come un faro accesoper rinforzare la fede, convertire il mondo e confondere i nemici dellaChiesa all’insegna di quanto ha fatto Gesù Cristo. La vera sconfittadel nemico di Dio e dell’umanità è avvenuta quando il Salvatore si èconsegnato per essere crocefisso per amore degli uomini.

A questa luce si può credere che ora il Messaggio di Fatima sveli ilsuo vero contenuto proprio perché è stato consegnato a quanti nonvogliono che si veda in esso un disegno divino contrario ai propripiani di mutazione della Chiesa e dell’Ordine cristiano.

È quanto dovremmo vedere nella terza parte di questo lavoro.

IIIª - L’OSTACOLO(kathécon)“TOLTO DI MEZZO”E LA PROFEZIA ALIENATA

Gli errori sparsi dalla Russia,menzionati a Fatima, stanno amonte del comunismo e essendo d’ordine religioso, come parte delcomplottodescritto, manifestano il Nemico a prescindere dai governi,

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dai partiti, dalle filosofie e dalle persone. L’errore è peggio del delittoperché è matrice di delitti, in conseguenza, l’idea di riconciliarsi conerrori intrinsecamenteperversiè parimenti delittuosa: è ribellione alBene e al Vero. Le persone si possono convertire dagli errori, ma leideologie fondate su simili errori sono irrecuperabili. Perciò i papihanno sempre condannato, non solo gli errori e gli erranti che lipromuovono ostinatamente, ma l’idea di riconciliazione col male, cheè intrinsecamente contrario al Bene come il falso dal Vero.

Ora, il dovere di usare ogni mezzo per fermare l’errore sarebbe ditutti, ma per il Papa è missione imminente. Non è forse il PonteficeRomano il principale ostacolo(katéchon)di fronte ai seguaci delsommooperatore dell’erroredi cui parla san Paolo(2 Ts)? Non è alui che per primo compete trattenere errori ed erranti che, più sono

innalzati, più diventano micidiali.Il Segreto di Fatima, focalizzando l’eccidio del Papa, della rocciache blocca errori religiosi e morali, fino ai giorni dell’Anticristofinale, non starebbe ad indicare lasparizionedi questa barriera? Fattosta che dopo Pio XII la confusione tra i concetti diconversioneericonciliazione è divenuta completa perché la nuovaevangelizzazione, lanciata dal Vaticano II, è interamente pianificatadallo spirito diriconciliazione gnostica,favorendo una confusioneecumenista globale.

Se questo sincretismo ecumenista è contrario ai disegni divini,come non è difficile di dimostrare, quali frutti velenosi non produrrà,prima o poi, per tutta l’umanità. Non sarà questo l’oscuro terzoflagello, conseguente, prima, della scarsa considerazione di Fatima, ein seguito, della sua deliberata manipolazione a favore del nuovocorso?

In questo lavoro sono stati ricordati due aiuti divini trasmessi indue momenti cruciali della storia moderna. Erano richieste rivolte alla

fede dei responsabili per la vita civile e religiosa dei popoli; richiestedi consacrazione all’Amore di Dio in due occasioni storiche che oggiriconosciamo essere state di estrema incubazione d’odio ovvero dellamentalità che ha portato dalla rivoluzione francese, a quella russa epoi allaconciliazionedel culto dell’uomo nella stessa religione delculto di Dio; passaggi orditi all’insegna di inganni tanto gravi da far capire che ilcomplottocontro l’integrità dell’uomo spirituale, comeDio lo ha creato, stava per raggiungere un momento cruciale.

Al Cristiano che conserva il senso soprannaturale della Storia laquestione va esposta nel seguente modo: Non è forse vero che la fede

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cristiana è fondata sull’intervento di Gesù Cristo nel mondo, di cui èscaturita la missione e l’azione della Chiesa? Non è parte di questaazione accogliere i successivi e continui segni divini per il beneumano in terra? Potrebbero mancare questi aiuti straordinari quando,a causa del deperimento delle doti morali e mentali degli uomini, lacapacità della sua società di superare inganni ed errori fosse ridotta inmodo estremo? Non rientra questo fatto in pieno nella rivelazioneebraico-cristiana che Dio sarebbe intervenuto per salvare gli uominiattraverso la Donna(Genesi)? Gesù Cristo non nacque da Maria, Cherimase associata per sempre all’intervento della Redenzione? Perciò iPadri della Chiesa l’hanno sempre riconosciuta come portatrice deirimedi divini all’insegna della fede. Ora che la capacità umana disuperare inganni ed errori è ridotta in modo estremo, potrebbero essi

mancare con atti di grande portata sociale e perché no, anche politici?La risposta la troviamo nell’evento di Fatima, ricollegato ad eventiprecedenti, tutti pienamente riconosciuti dalla Chiesa. Si tratta dellerichieste di consacrazione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria fatte apoteri cristiani in via di essere avvinghiati da letali errori.

Oggi sappiamo che, alla pari della micidiale diffusione di talierrori, ossia quelli delle rivoluzioni francese e russa, le richiestestraordinarie per placarli sono rimaste incomprese ed inesauste con leconseguenze previste del collasso dell’Ordine cristiano nel mondo.

Sarà che almeno nel riconoscimento di questi successivi egravissimi crolli storici i Cristiani riconosceranno cosa è mancato per evitarli e a Chi devono sempre ricorrere per superare i pericolid’ordine mondiale? È con tale speranza che fu scritto questo lavoro,che vuole testimoniare il male estremo che deriva della dimenticanzadi Dio nelle questioni di questa terra, in vista della crescentedevastazione operata dalnovus ordo seclorum.Accertata la causa diquesto male, si deve riconoscere l’effetto di errori ed inganni

instauratosi nel mondo col connubio politico-religioso a favore delsuo ramo profetico: il nuovo ordine ecumenistache, ignorandol’ordine divino, pretende di imporre un nuovobene alle coscienze ealla vita umana. Si tratta dell’aggiornamentodei profeti del VaticanoII che, in nome della Chiesa, insinuano nelle coscienze quantoavvalora l’equivalenza tra le religioni e che, pertanto, sonoapertamente anticristiani.

Dopo il rapporto scioccante sull’esito di questo scempio religioso,che è davanti a tutti e oggi imperversa anche a Fatima, si pone lagrave domanda di come sia stato possibile che l’apparato clericale

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arrivasse a tale contraddizione in mezzo all’indifferenza dei cattolici?Questo collasso religioso non può che essere la conseguenza di unprecedente crollo della fede nel senso dell’intervento divino nella vitaumana sia a livello personale, sia in quello sociale.

Solo alla luce delle considerazioni d’ordine teologico fatte fin quisi può capire la frase del Signore a Lucia di Fatima:“non vollerosoddisfare la mia richiesta...Si trattava della Sua estrema offertarivolta ai suoi ministri perché impedissero un collasso d’ordinestorico.

Si è parlato qui di due offerte straordinarie del Cielo: quella del1689 al Re di Francia per impedire la rivoluzione anticristiana del1789, e quella al Santo Padre rivelata nel 1917 per frenare ladiffusione degli errori della Russia. Poiché questi doni non sono stati

dovutamente raccolti, l’Europa è entrata nell’era rivoluzionaria e laChiesa nei tempi conciliari, i cui pastori, subentrati alla morte dell’ultimo papa cattolico dei nostri tempi, non si relazionano più conFatima come vittime per la fede, ma come suoi innovatori; unarottura che implica la demolizione della Cristianità, già “mezzarovinata”. La realtà di questo avvio all’apostasia innescato dall’alto ètroppo grave e vistosa, ma è avvertita solo da un’esigua minoranza,rimasta praticamente senza voce nella società moderna. Tale è ilconnotato dell’apostasia generale: non si sentono più voci cattoliche,all’insegna del Messaggio di Fatima che rimane, tuttavia, verapietrad’inciampoper la nuova gerarchia. Se Suor Lucia non ripete oggiquali siano i punti chiave del Segreto è perché lei si sa inclusa neisuoi effetti:non abbiamo tenuto conto dell’appello… esso si ècompiuto;la diffusione degli errori rivoluzionari (2° segreto) e deimali che uccidono il papato (3° segreto) che sono all’origine dellagrande apostasia presente?

7 – Il CASO CHIAVE DEL RE DI FRANCIASe oggi Lucia non parla più di questo, nel passato, però, ha riferito

come e quando tutto ciò sarebbe successo. È quanto si vedrà inseguito in forma di chiavi per la comprensione del Terzo Segreto. Laprima riguarda la comunicazione sul “Re di Francia”. Poi vedremo ilcolloquio con il Gesuita Lombardi e l’intervista con il Padre Fuentes.

Nella storia di Fatima troviamo una sorprendente comunicazioneintima del Signore a Suor Lucia di Fatima, che la trasmise al suoVescovo nell'agosto del 1931:“Fa sapere ai miei ministri chesiccome essi hanno seguito l'esempio del Re di Francia nel ritardare

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l'esecuzione della mia domanda, lo seguiranno nella disgrazia. Maisarà tardi per ricorrere a Gesù e Maria”! (FAE p. 97. vedi p…).

Questo avveniva l'anno dopo che la richiesta divina di consacrarela Russia all'Immacolato Cuore di Maria, da parte del Papa con tutti iVescovi, per ottenere la pace, fosse inoltrata a Pio XI(come fuassicurato alla Veggente).La richiesta, però, continuava a rimanereinascoltata.

Questa terribile comunicazione del Signore che si lamentavadell'omissione della Gerarchia nell'eseguire la Sua richiesta, fattaattraverso la Pastorella di Fatima, propone ai cattolici un paragone traun re cristiano del passato, un Borbone di Francia, e i papi del nostrotempo. Entrambe queste Autorità avrebbero dovuto eseguire i disegnidi Gesù Cristo-Re, espressi in forma di richiesta tanto semplicequanto necessaria. Dipendeva dalla fede dei re, come dai papicattolici, riconoscerla per compierla, preservando i loro popoli dagrandi mali.

Questa richiesta trova un riscontro nella Storia di Francia?Il Cristianesimo intende la Storia alla luce del basilare conflitto

acceso dalla volontà umana per ergere un suoordine autonomo inopposizione all’Ordine rivelato da Dio per la vita personale e sociale.

Poiché l’ordine è il bene più alto per una società ed è lo scopo diqualsiasi giusto ordinamento umano, è chiaro come unamanifestazione divina in terra aiuti i popoli a difendere l’ordine. In talsenso si capisce cosa rappresenta l’intervento del Sacro Cuore inFrancia e di Maria a Fatima a sostegno della Cristianità in pericolo.

La Provvidenza divina ha per secoli provveduto il popolo eletto digoverni esercitati attraverso profeti che La rappresentavano. Quandoessi furono rigettati dal popolo che voleva un re conquistatore, talerifiuto del dono divino ebbe per conseguenza il degrado dei governi.

L’Antico Testamento contiene le parole rivolte dal Signore alprofeta Samuele per il popolo che chiedeva un re:“Loro non hanrigettato te, ma Me, affinché Io non regnassi su di loro”! (1Sm 8,7).

Non era quindi buono volere un governo semplicemente umanoquando già vigeva una forma superiore di governo; gli Ebrei, allora,seguendo il pensiero dei Gentili, volevano un Re, rigettando ilpaterno governo di Dio esercitato attraverso Samuele, vale a dire ilgoverno del saggio! Dice San Gregorio:“A questi uomini che nonfanno conto dei diritti di Dio, si propongono i diritti degli uomini, ed a questi che hanno disprezzato i consigli di clemenza e di salute del loro Dio, si annunciano i duri pesi della servitù sotto gli uomini”.

Qui si pone perciò una questione che oggi può sembrare strana:

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Dio era dalla parte dei monarchi assoluti francesi e avrebbe volutoche si conservasse un potere politico che ora sembra del tuttoimproponibile? Nel trattare le questioni religiose c’è da tener fermoinnanzi tutto ad un punto: il potere politico, quantunque imperfetto,ha valore se difende i giusti princìpi. Alla luce di ciò, doveva essere ilRe di Francia, il luogotenente di Gesù Cristo per quel popolo; poichéè il retto pensiero che deve guidare le società umane, se esso è inpericolo è necessario che il potere politico s’impegni a sostenerlo.

Perché l’ordine sia preservato, si legge nelle Scritture che Dio nonrifiuta l’opera buona di re estranei alla Rivelazione, come quello diNinive o di Persia o di Roma. La loro giustizia imperfetta, servivacomunque a frenare la sovversione dell’Ordine naturale, che richiedeperciò un capo fedele ai princìpi fondanti della società, composta

d’anima e corpo. Nella storia dell’Europa si deve dire di più per gliimperatori che assicuravano nell’ordine secolare i princìpi cattolicidifesi dal Vicario di Dio, solo giudice della legge divina in terra. Ciòpuò dirsi, in tempi più recenti, anche delle monarchie assolute disovrani cattolici, come il Re di Francia.

Siamo così arrivati alla questione misteriosa che collega il Re diFrancia e la rivoluzione del 1789 al Segreto di Fatima, consegnatoalla vigilia della rivoluzione russa che demolì i rimanenti bastionidella Cristianità nel mondo. In tale questione si potrà riconoscere ilnesso esistente tra gli eventi storici clamorosi con i velati interventidivini che evidenzia il profondo senso cristiano della storia.

L’aiuto divino al Re di Francia, che per il Cattolicesimo franceserappresenta il Re Davide dell’Antico Testamento, è la questione che èqui prevalente. Si tratta del messaggio rivolto a Luigi XIV, monarcaassoluto, affinché evitasse le ragioni che avrebbero ingenerato larivoluzione libertaria, le stesse che sono all’origine dei molti conflittiche tuttora condizionano la vita sociale e religiosa sulla terra.

Il piano occulto determinato da tali ragioni, suscitando unarivoluzione culturale di portata mondiale per annullare la Fede, haraggiunto la stessa Chiesa! È la Rivoluzione per antonomasia, quella,per così dire, metafisica, dalle molte e variegatetestee code.

Essa ha avuto due affermazioni nel XVIII secolo, seguite da unacostante escalation: nel 1717, con il consolidamento dellaMassoneria, attraverso l'apertura ufficiale della prima sede di Londra;nel 1789, con la presa del potere in Francia da parte della rivoluzioneche spodestò la monarchia dei cattolici Borboni.

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Come si adoperò la Città di Dio per prevenire ed affrontare glieventi, nefasti per la Civiltà Cristiana e per la Chiesa? Come furonoaccolti e poterono essere attuati gli aiuti venuti dall'Alto? Cherapporto c’è tra questi eventi passati e la Profezia di Fatima nel nostrotempo? Sono queste le problematiche essenziali per capire glisviluppi di una lotta che determina anche la storia dell'ora presente.La risposta, dal punto di vista spirituale é semplice: l'interventodivino si attua attraverso le figure dei Santi, Dottori e Martiri che inogni epoca sono stati suscitati nella Chiesa. Per quanto attiene alcampo storico, troviamo una sorprendente comunicazione intima delSignore a Suor Lucia di Fatima che scrisse al suo Vescovo nell’a-gosto del 1931:

“Fa sapere ai miei ministri che siccome essi hanno seguito

l'esempio del Re di Francia nel ritardare l'esecuzione della miadomanda, lo seguiranno nella disgrazia. Questo avveniva nell'anno successivo a quello in cui la richiesta

divina di consacrare la Russia all'immacolato Cuore di Maria, daparte del Papa e di tutti i Vescovi, per ottenere la pace, era statainoltrata a Pio XI(come fu assicurato a Lucia);ma la richiesta continuavainascoltata.

L’impressionante intervento del Signore, Che lamentaval'omissione della Gerarchia nell'eseguire quanto chiedeva attraverso laPastorella di Fatima, propone ai cattolici un paragone tra un recristiano del passato, un Borbone di Francia, e i papi del nostrotempo. Entrambe queste autorità avrebbero dovuto attuare i disegni diCristo-Re, espressi in forma di richiesta tanto semplice quantonecessaria. Dipendeva dalla fede dei re, come dalle autoritàcattoliche, riconoscerla per compierla, preservando i loro sudditi dagrandi mali.

Nel campo devozionale c’è un collegamento tra Fatima e Paray-le-

Monial. Il Patriarca di Lisbona, cardinale Cerejeira, ha ricordato ilnesso tra le due grandi devozioni. Dopo aver testimoniato che Fatimarappresentava quella necessaria“esplosione del soprannaturale nellastoria”, aggiungeva:“Per me, la missione di Fatima nel mondo ésimile a quella di Paray-le-Monial. Quello che Paray-le-Monial éstato per la devozione al Sacro Cuore di Gesù, Fatima sarà per ladevozione al Cuore Immacolato di Maria”.

Il Re di Francia -Nel 1689 Luigi XIV di Borbone, raggiunti i 50anni d'età e un enorme potere, ricevette, probabilmente attraverso il

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suo confessore Père La Chaise, la misteriosa richiesta di consacrare ilsuo regno al Sacro Cuore; richiesta fatta pervenire attraverso unavisione nel convento di Paray-le-Monial, il 17 giugno di quel 1689,alla suora visitandina santa Margherita Maria Alacoque. Eccone itermini:

“Fa sapere al figlio primogenito del Mio Sacro Cuore che, così come lasua nascita temporale é stata ottenuta per la devozione ai meriti della Miasanta Infanzia, nello stesso modo, egli otterrà la sua nascita nella grazia enella gloria eterna per la consacrazione che farà di se stesso al Mio Cuoreadorabile che vuole trionfare sul suo e, per mezzo suo, su quelli dei grandidella Terra. Egli vuol regnare nel suo palazzo, essere dipinto nei suoistendardi e stampato sulle sue armi per farlo vincente sui suoi nemici,piegando ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe e per farlo trionfare suinemici della Santa Chiesa”.

In verità, Luigi XIV, pur educato nella fede cattolica secolare, nonconsiderò la domanda, evitando di far sapere che l'aveva ricevuta.

Perché mai, se per il cattolico Re di Francia tale domanda nondoveva sembrare tanto strana come lo è oggi per la mentalitàmoderna?

Il Signore rivelò alla Veggente:“Non saranno le potenze umane afar progredire la Devozione al Sacro Cuore, ma questa e il Regnodel Sacro Cuore saranno stabiliti per mezzo di persone povere e

disprezzate e in mezzo alle contraddizioni, in tal modo che non possaattribuire alcun merito al potere umano”.Ci interessa dunque rivedere il pensiero cattolico della Francia

antica, perché è proprio ad esso che si riferisce la comunicazionemisteriosa del Signore alla Veggente di Fatima nel nostro tempo.Doveva sussistere, quindi, un punto basilare della fede cattolica cheallora si andava smarrendo; qualcosa che oggi, senza il concorso diFatima, si avrebbe difficoltà di ricordare. Si tratta di quanto,diventato completamente estraneo alla mentalità moderna, ambientireligiosi compresi, provoca l’attuale passione del Cristianesimo,abbandonato ovunque. A quei tempi, invece, la fedeltà all’Ideacristiana era scontata.

Il Discorso del Vescovo Bossuet illumina in proposito,, per laformazione del Delfino di Francia che doveva assumere leresponsabilità regali, secondo il voto tradizionale dei Borboni, chetrattava proprio della fede nell’intervento divino nella storia deipopoli e dei regni: idea che era alla radice della devozionestoricadel

popolo francese.

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La devozione cattolica nel Regno di FranciaLa devozione cattolica e mariana della Francia antica cominciò con

la conversione del Re Clodoveo e si estese a tutto il popolo. Proseguì,poi, nella prima dinastia dei Merovingi e, con notevoli sviluppi delCristianesimo, nella seconda dinastia. Re Pipino viaggiava per i suoiterritori seguendo l'itinerario delle cappelle, erette nelle visite regali.Suo figlio, Carlo Magno, fu prodigo nell'erigere chiese ed abbazie; ecosì continuarono a fare i suoi figli.

Vennero poi i Capetingi che proclamarono Maria "Stella delRegno", ed eressero le grandi cattedrali di Parigi, Chartres, Amiens,Strasburgo, Reims, Rouen, ecc., meraviglie della civiltà. Di S. Luigi,Re di Francia, non é possibile misurare la devozione e lo zelo per lecose di Dio. Piuttosto sarebbe il caso di ricordare come Dio premiò i

francesi, concedendo loro, per Re, un Santo. Purtroppo, dopo LuigiIX ci fu un declino. Ma anche così, Filippo il Bello e Filippo diValois stabilirono l'usanza di offrire alla Madonna le armi ed i cavallicon cui vincevano le loro battaglie. E le regine e le principesse nonfurono da meno nella riverenza alla regina del Cielo. Re Giovanni diValois istituì l'Ordine Mariano dei "Cavalieri della Stella", chedigiunavano tutti i sabati in onore di Maria Santissima. Luigi XI diValois, durante le udienze solenni, utilizzava come unico ornamentoun'immagine di piombo della Vergine Sovrana, Cui fu sempredevoto. Luigi XII della casa di Valois-Orleans, in non pocheoccasioni, diede pubblica testimonianza della sua riconoscenza a Dioe alla Santa Vergine. Anche Francesco I eseguì un esemplare atto diriparazione pubblica per la mutilazione di una statua mariana in unapiazza di Parigi: precedendo la sua corte, camminò in testa ad un cor-teo di pellegrini, scalzo e con il capo scoperto, facendo penitenza per il gesto sacrilego di qualche sconosciuto.

Questa concreta devozione cattolica e mariana è testimoniata da

splendide cattedrali di pietra. L’edificazione della Fede si manifestavain modo solido, rendendo visibili anche le barriere contro i suoinemici. Non deve sorprendere perciò che protestanti e giansenistitrovassero, più tardi, difficoltà nel fare breccia nella Fede dei francesi.

Siamo così arrivati a Luigi XIII, figlio di Enrico IV e Maria de'Medici. Pur considerando che suo padre si era convertito per ragionipolitiche, questo re e la regina, Anna d'Austria, erano devoti cattolici.Per 25 anni non ebbero figli, ma perseverarono nell'invocare l'aiutodella Madre di Dio. Quando nacque loro un figlio, che sarebbe

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fosse accolta. Questo non avvenne. Da allora i Gesuiti hanno soffertovarie avversità e persecuzioni, fino ad essere espulsi dalla Francia, dalPortogallo, dalla Spagna, dal Regno di Napoli e, più tardi, nel 1773,soppressi da Papa Clemente XIV.

Sarebbero stati, invece, umili gesuiti, come il Beato LaColombière, confessore di S. Margherita Maria, e i loro continuatori,come Giovanni Croiset, a lottare contro le contraddizioni del tempoper diffondere la devozione al Sacro Cuore di Gesù, come era statopredetto.

È interessante segnalare come il culto al Sacro Cuore, simbolo delDivino Amore, fosse richiesto proprio per affrontare il disamorefomentato dalla rivoluzione razionalista. Chissà perché questo male,fra tutti gli Ordini religiosi, si é infiltrato in particolar modo tra

quello dei dotti e prestigiosi Gesuiti! Non accade diversamente neinostri tempi. Basterebbe ricordare l'eretico massone gesuita Teilhardde Chardin e i suoi confratelli progressisti, de Lubac, il cardinale Beae il gesuita Karl Rahner, che condizionarono le riforme del VaticanoII, nonché il teologo Dhanis, S.J., il grande nemico di Fatima.

Non è forse logico dedurre che la suddetta comunicazione delSignore (attraverso Suor Lucia)ai Suoi ministri inadempienti cheseguiranno“il Re di Francia nella disgrazia”, sia la chiave per capire

la decapitazionedella Chiesa, secondo la visione del Terzo Segreto diFatima? Ebbene, tale comunicazione fu, anch’essa,depennatadallainterpretazione vaticana del 2000 sul Terzo Segreto.

Come potrebbero, però, tali legami storici interessare alla gerarchiache chiede perdono per il passato della Chiesa?

Ma torniamo al Regno di Francia e alla vera sconfitta del suo Re.Luigi XIV in quei giorni non respirò aria di vittoria, ma di

tristezza. Gli morì la regina Maria Teresa, nel fiore della suagiovinezza; morì il suo fedele ministrò Colbert, e la predominanzafrancese nella politica europea declinava. Tuttavia, a questo resarebbe stata concessa ancora una grande opportunità, nel 1689, seavesse riconosciuto la richiesta di consacrarsi, col suo regno potente,a Chi è all'origine di ogni potere. Avrebbe potuto così ottenere le verevittorie e il vero progresso del suo popolo e dell'Europa Cristiana.Non si richiedeva, del resto, niente di nuovo. Sarebbe bastato che sicontinuasse nella via del perfezionamento - malgrado i difetti umani!- dell'insuperabile Civiltà Cristiana. Luigi XIV ebbe l'occasione di far

rivivere un secolo d'oro. Era il monarca assoluto di una nazione ricca

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Dammi il tuo aiuto!”... Furono le ultime parole di Luigi XIV.Il 1° settembre 1715 moriva il Re Sole, melanconica delusione di

un secolo che avrebbe potuto essere "fecondo e favorevole al Re intutti i campi, al punto di essere paragonato al secolo di Augusto",come scriveva Saint Simon. Qualcosa, però, era mancato, facendopredominare l'aridità e la spinta dell'odio sull'amore. Fu così che ilferetro reale passò in mezzo ad un popolo inferocito che lo insultava,vociferante ed ubriaco come non si era mai visto prima! La gloria delmondo era passata, fugace e inutile, perché il Re non aveva servitodegnamente alla gloria di Chi aveva detto:“Chi non raccoglie conMe, disperde!”.Già in quel 1715 si levava un altro potere.

Sul declino di quel regno una nuova cultura rivoluzionaria didominio, contraria ai diritti divini, si ergeva all'insegna della ri-bellione sociale. In quello stesso secolo, dalle idee di Voltaire sarebbesorta l'utopistica, implacabile, anticristiana repubblica della deaRagione e... del terrore! La Provvidenza divina era intervenutaall’inizio di quella crisi umana che avrebbe precipitato l’umanità inun abisso di pianto e di morte con un segno, tanto soave quantopreciso.

Quel segno non fu, però, riconosciuto da chi di dovere ed quel ilrifiuto si ripete nei nostri giorni, in modo ancora più grave, riguardo a

Fatima. Al tramonto dell’attenzione per la profezia divina corrispondel’ascesa dei mali. Vediamo l’origine di questa interminabile crisi.

8 – IL TRAMONTO DELLA “PROFEZIA DI SVENTURE”

La Crisi della Coscienza Europea rimonta al 1689 ?Si è visto come la rivoluzione protestante, iniziata nel 1517, abbia

generato e promosso altri processi rivoluzionari, civili e religiosi. “La

crisi della coscienza europea”, cioè la convergenza di quasi tutte leidee che, insieme, avrebbero portato alla rivoluzione francese, è statasituata, dallo storico Paul Hazard, alla fine del regno di Luigi XIV,tra il 1680 e il 1715. Ciò spiega il suo libro:“La crise de laconscience européenne” (Parigi, 1934). Si tratta del trionfodell’enciclopedismo massone e dello spirito voltairiano, che hannopromosso rivoluzioni e guerre e dominano la mentalità moderna,anche clericale, con progetti di unnuovo ordineche ignori(écrase)l’Ordine cristiano tradizionale.

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Ora, prima abbiamo visto che non c’è una vera comprensione dellastoria umana senza la profonda conoscenza di quello che l’uomo è,perciò prima del Cristianesimo. Con la Rivoluzione francese si èvisto un’inversione di questo processo perché essa ha volutoelaborare un diritto, un’educazione e una storia, fondati in un’utopiasull’uomo(vedasi Xavier Martin,Nature humaine et Révolution française,DMM, Bouère, Fr.53290, 2002).

Joseph de Maistre ha scritto:“Malgrado ci siano sempre stati empi,mai si era verificato, prima del XVI sec. e nel seno della Cristianità,un'insurrezione contro Dio; soprattutto mai si era vista una congiurasacrilega di tutti i talenti contro il suo Autore; ebbene, fu a questo cheallora presenziammo!”.In verità pure lui si era fatto massone.

Alla vigilia dell'altra somma ribellione, quella comunista del 1917,

il Papa Benedetto XV accusava il delirio della Rivoluzione francese.Il problema è che la Rivoluzione che stava per scoppiare in Russia,durante il suo Pontificato, avrebbe superato di molto tutto quello cheBenedetto XV descriveva come appartenente al passato, e - diciamolochiaramente - era figlia delle rivoluzioni precedenti, avendo pervaso ilmondo ecclesiale già allora!

I Segni divini e le rivoluzioni in FranciaNel sec. XVII, di fronte alle minacce per la Chiesa di tanti e così

gravi pericoli che, come si è visto, sono divenuti purtroppo una realtàrivoluzionaria nel secolo XVIII, non ha la Provvidenza Divinasoccorso gli uomini con segni soprannaturali? Così è stato e, per li-mitarci alla Francia, figlia primogenita della Chiesa, ciò è accaduto inmodo chiaro nel campo spirituale attraverso l'ardente apostolato deiSanti, tra cui primeggia S. Luigi Maria Grignion de Montfort,predicatore della devozione a Maria come ricorso per vincere i maliche sorgevano con l’avanzata della nuova mentalità. Ma il segnostraordinario che riguardava il campo del potere temporale, quello che

avrebbe potuto arginare il potere rivoluzionario, si è manifestatoattraverso la richiesta del Sacro Cuore di Gesù al Re di Francia, LuigiXIV.

Il Re Sole era allora il più potente dei re europei e regnava conpoteri assoluti. Per capire il vero significato di una simile richiesta edi un simile potere, legato alla Cattolicità, vediamo come avveniva lacerimonia di consacrazione del Re di Francia.

L'unzione della stirpe di Clodoveo, re cristianissimo,"NovusCostantinus" , la cui discendenza si sarebbe dovuta comporre diluogotenenti del Re dei Cieli, secondo le parole di S. Giovanna

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"Non vi è pensiero segreto che non sarà a suo tempo svelato" .

LA VISITA DI PADRE LOMBARDI A SUOR LUCIA

Il padre gesuita Riccardo Lombardi, tanto vicino a Pio XII e allasua attività pastorale da essere chiamato “microfono di Dio”, fu anchelegato da vicino all´Evento di Fatima. Sarà lui l’esempio scelto quiper illustrare il grave dilemma di molti sacerdoti cattolici dopo lamorte di Pio XII e l’avvento di Giovanni XXIII e il suo Vaticano II.

Padre Lombardi era in verità un riformatore e aveva lanciato unmovimento con un piano di pace. Prima di vedere come tale piano fupresentato e si è poi svolto nel suo corso fino al lamentabile esito

finale, torniamo al“piano di pace della Madonna di Fatima”. La Religione cristiana è essenzialmente quella dell’interventodivino nella storia umana, ma dato che Dio, creatore dell’umanalibertà è il primo a rispettarla, questo intervento divino è affidato agliuomini, alla Chiesa, al Suo Vicario in Terra, il Papa: è la richiesta cheè una offerta legata a una risposta nella fede. Ecco cos’è la domandadella consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria fattadal Papa con i vescovi di tutta la terra del Messaggio di Fatima. È ilpiano divino davanti ad un’immane tragedia umana, che Pio XIIpurtroppo ha attuato solo in parte! Nel frattempo sono stati avanzati,però, dei progetti clericali che di fatti hanno ignorato il piano divino.

Il "Movimento per un Mondo Migliore" fu, in quello stessoperiodo, un progetto animato da chierici connessi in qualche modocon gli avvisi di Fatima e ebbe entusiastico appoggio da parte di PioXII.

Per la storia di Fatima è interessante conoscere tale movimento epadre Lombardi, poiché, attraverso questo personaggio del

Pontificato di Pio XII, si può capire meglio la dimensione deiproblemi di quel momento; essi stavano ingenerando quella crisi pre-conciliare che sarebbe sfociata nello smarrimento religioso di unamoltitudini di chierici, religiosi e fedeli. Qui ci limiteremo a vederealcuni passaggi del suo Diario (D) ripresi nel libro di GiancarloZizola, “Il Microfono di Dio”(sigla MD, Mondatori, Milano, 1990).

In quel periodo Padre Lombardi era in piena attività presso ivescovi del mondo, ma secondo il suo piano, non secondo quellodella Madonna di Fatima. A Lei egli faceva ricorso più per chiedere

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la benedizione del piano per il “Mondo migliore” che per seguire ilPiano divino; si accordava l’uno all’altro? P. Lombardi serbavaqualche dubbio sulla bontà della sua iniziativa? Il fatto è che luivoleva andare a Fatima per risolverli, cosa che esprimeva nel suodiario attraverso una preghiera a Maria Santissima:“Io predico in tuttii toni la riforma della Chiesa, dico di presentare un messaggio del Papa, inrealtà sono io che trascino la Chiesa. Mamma, fa che non sia una follia,che non danneggi nessuna anima”.

Padre Lombardi, dopo molto insistere, riuscì ad avere un colloquiocon la veggente di Fatima, suor Lucia, nel parlatorio del Convento diCoimbra il 18 ottobre ’53 (secondo il libro di Zizola) o il 7 Febbraio1954 (secondo Padre Alonso). Il dialogo fu essenzialmente lo stesso,qui riportiamo entrambe le versioni. P. Lombardi ha domandò allora

alla Suora, malata e febbricitante:- Mi dica se il Movimento per un Mondo Migliore [che la Suoraconosce], può essere la risposta della Chiesa alle parole della Madonna alei affidate.

Lucia rispose che certamente Dio vuole che si intraprenda unlavoro di grande rinnovamento:“Si cominci dalla riforma del clero; il popolo lo seguirebbe. Si dice che mancano le vocazioni. Non è così. Non èche ci sono pochi preti, è che non sono come devono essere; come il popolo seguirebbe il clero, così questo seguirebbe una riforma di Roma.

Nel fare i vescovi, dovrebbero badare più a sceglierli santi che dotti”.Lasuora non esitò a dare a Lombardi anche qualche consiglio di ordinepratico:“Lei deve evitare di dire cose imprudenti a chi è in alto”; “anchese dobbiamo fare osservazioni a chi è in alto, lo si deve fare nella formacorrispondente al nostro grado inferiore. Altrimenti non si ottiene nulla.Lei ha il Papa con sé, non importa se altri sono contrari” (MD, p.332).Lucia continuò:“La rinnovazione stabile che lei predica è necessaria:altrimenti, considerando lo stato dell’umanità, solo una piccola parte del genero umano si salverà”.

Padre Lombardi insistette:“Lei crede veramente che molti siperdono? Personalmente, spero che Dio salvi un gran numero di anime e aquesto proposito ho scritto il libro “La salvezza di chi non ha fede”.- No Padre, si salvano in pochi,risponde la Suora.- È vero che il mondo è un abisso di vizi... tuttavia c’è sempre speranza disalvezza.- Padre, molti, molti si dannano. Anche anime consacrate, molte.

Padre Lombardi, ricordò, allora, le parole della piccola Giacintache aveva visto l’inferno e che parlava spesso delle sue visioni; dellemolte anime che nel corso delle guerre si perdono, cadendo come la

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neve sui campi nell’inferno. Perciò la bambina ardeva di pietà per salvarle, invocando preghiera e sacrificio. Non gli fu concesso saperese queste visioni appartenessero al Terzo Segreto?

Ad ogni modo padre Lombardi tornò a Roma talmente depressoche molti ne furono allarmati, immaginando che avesse presoconoscenza dei castighi incombenti contenuti nel Messaggio diFatima.

In seguito si vedrà il modo con cui i papi conciliari hannoconsiderato il Messaggio di Fatima. Qui ci interessa la posizione delcardinale Roncalli nel 1956. Già come patriarca di Venezia Roncalliaveva dimostrato l’idea di allineare quel messaggio mariano ad unanuova pentecoste conciliare,svelando la sua avversione al Segretodella Madonna. Infatti, recatosi a Fatima, il 13 maggio 56, davanti amezzo milione di fedeli, in un’omelia in portoghese si pronunciò sul’evento...“precorritore di una nuova Pentecoste del cui celeste effluviocominciamo ora a misurare tutta la portata e le misteriose ricchezze”.Descrisse allora le sei apparizioni, ma liquidando con poche parolequella di luglio sul Segreto e sull’Inferno:“Per il 13 luglio qualcheincertezza. Ma Giacinta dice chiaramente risolvendo ogni dubbio: «No, il demonio non può essere; il demonio è tanto brutto e sta sottoterra».(Scrittie Discorsi del Patriarca di Venezia, Paoline, 1959, V.2, pp. 423, 425)

A Venezia nell'ottobre seguente, Roncalli per far piacere a Pio XIIvolle affidare a Lombardi un corso di conferenze in San Marco. Lopresentò allora al clero locale come «un profeta antico».

Quella sera la preghiera di Lombardi fu per San Pio X: «Ottieniciun Papa del Mondo Migliore, dopo Pio XII»(D, 15 ottobre 1955).

“Il tema della «nuova controriforma» per la riconquista dellasocietà al cattolicesimo dominava le conferenze del gesuita. E a tu per tu col patriarca, egli insisteva che ora occorreva un riformatore, che laChiesa aveva assolutamente bisogno di una riforma e quindi di un

papa riformatore: però non gli venne neppure in mente che quel papapotesse essere proprio lui.«Ci vuole un altro San Carlo»gli disseLombardi, una sera, mentre il Patriarca gli mostrava i cinque volumi,da lui curati con la collaborazione di don Pietro Forni, degliAtti dellaVisita Apostolica di S. Carlo Borromeo a Bergamo (1575). «Veda inquesto punto, ad esempio»gli disse Roncalli.«San Carlo trova unvescovo assente da tre mesi dalla diocesi e nessuno che sappia dovesia andato. Cose del genere sono inconcepibili, oggi.»Lombardiinsiste:«Non è che i tempi siano migliorati di molto. Anche oggi nonsi vede un cardinale riformatore da cui sperare. Sia pure per ragioni

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diverse, i difetti ci sono ancora». «Ah, noi ci sforziamo di fare ciòche possiamo»sospira il cardinale”.

Quella discussione non era che l'avvisaglia di quanto successe pocodopo, durante la cena col patriarca e con altri vescovi.“Lombardicontinuò più liberamente che nelle conferenze pubbliche a manifestarela sua visione apocalittica delle vicende italiane. Tra l'altro, disse chenon trovava in tutta Italia un solo vescovo «di stile tridentino»; che sirotolava verso il peggio; che nessuno riusciva a capire l'importanzadel Mondo Migliore, la sua necessità, la sua quasi obbligatorietà, dal momento che il papa lo aveva fatto proprio. Il cardinale, che gli eraaccanto, tentò di contraddirlo: «Caro padre, ho studiato a fondo lasituazione italiana, pre e post-tridentina. Posso dirle che oggi le cosevanno molto meglio!». “Lombardi allora scattò in piedi,

congestionato, vibrò un pugno sulla tavola così forte da far tremarepiatti e bicchieri e, mentre qualche vetro schizzava in frantumi sul pavimento, gridò: «Le anime vanno all'inferno e il patriarca mi diceche le cose vanno bene!» Si strappò il tovagliolo dal colletto, lo gettòtra i piatti e usci bruscamente dalla saletta lasciando i commensalisbigottiti” (MD, pp. 413,414).

Zizola descrive i fatti per far trasparire la pazienza e comprensionedi Roncalli, ma queste sarebbero sparite dopo la sua elezione alSoglio pontificio. A qual punto, anche il Lombardi riformista sarebbestato respinto e umiliato come un tipico “profeta di sciagure”.

IL CASO DI PADRE FUENTES

L’episodio sopra, in cui era emerso con vigore come Lombardifosse combattuto nel contrasto tra le parole di suor Lucia sulla perditadelle anime e l’attivismo ottimista di tanti prelati, dovettesconvolgere la mente del padre quando udì, la sera del 28 ottobre

1958, il nome di Roncalli nell'habemus papam.E Suor Lucia, come avrebbe ricevuto questa notizia? La domanda èmolto pertinente perché pochi mesi prima della morte di Pio XII, leiaveva rivelato a Padre Fuentes la tristezza della Madonna di fronte apericoli sovrastanti per le anime e per la Chiesa.

Il padre messicano Agostino Fuentes, indicato ad esserepostulatore della causa di beatificazione dei pastorelli Francisco eJacinta, frequentava il Convento di clausura di Coimbra, dove suor Lucia vive da quando è divenuta carmelitana scalza, per interrogarlasui fatti di Fatima. L’incontro è avvenuto il 26 dicembre 1957. Egli

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racconta che la Suora quando lo ha ricevuto era molto triste, magra eafflitta, facendolo partecipe delle sue meditate preoccupazioni:

"Padre, la Madonna è molto triste perché non si è fatto caso al suoMessagqio del 1917. Né i buoni né i cattivi vi hanno fatto attenzione. I

buoni vanno per la loro strada senza preoccuparsi con le norme celestiali;i cattivi, seguono nella via larga della perdizione, non tenendo in nessunconto i castighi che li minacciano. Mi creda, Padre, il Signore castigheràil mondo molto presto. Il castigo è imminente, verrà presto un castigomateriale; il Padre si può immaginare quante anime andranno all’infernoe ciò perché non si prega e non si fa penitenza. Questa è la causa dellatristezza della Madonna. Padre, lo dica a tutti que la Madonna me lo hadetto tante volte: Molte nazioni spariranno dalla faccia della terra.Nazioni senza Dio saranno il flagello scelto da Dio per castigare l’umanitàse noi, per mezzo della orazione e dei santi sacramenti, non otterremo la

grazia della loro conversione.“Lo dica! Padre, che il demonio sta attaccando la battaglia decisivacontro la Madonna, perché quello che affligge il Cuore Immacolato diMaria e di Gesù, è la caduta delle anime religiose e sacerdotali. Egli sache i Religiosi e i Sacerdoti, abbandonata la loro eccelsa vocazione,trascinano molte anime nell'inferno. Noi siamo appena in tempo per trattenere il castigo del Cielo. “Abbiamo a nostra disposizione due mezziefficacissimi: l’orazione ed il Sacrificio. Ma il demonio fa tutto per distrarci e toglierci il gusto della preghiera: ci salveremo o ci danneremoinsieme. Però bisogna dire alle persone che non devono stare ad attendere

un richiamo alla penitenza e alla preghiera, né dal Sommo Pontefice, nédai vescovi, né dai parroci, né dai superiori generali; è già tempo cheognuno di sua iniziativa compia opere sante e riformi la sua vita secondo irichiami della Madonna.

“Il demonio vuole impadronirsi di anime consacrate; lavora per corromperle, per indurre molti all’impenitenza finale. Usa tutte le astuzieperfino suggerendo di aggiornare la vita religiosa. Ne proviene sterilitàalla vita interiore e freddezza nei secolari, circa la rinuncia ai piaceri e latotale immolazione a Dio. Lo dica, Padre, che due cose furono asantificare Giacinta e Francesco: l’afflizione della Madonna e la visionedell’inferno... La Madonna si trova come tra due spade: da una parte vedel’umanità ostinata ed indifferente davanti ai castighi minacciati, dall’altravede noi che calpestiamo i Sacramenti e disprezziamo l’avviso del castigoche si avvicina! rimanendo increduli, sensuali e materialisti.

“La Madonna ha detto espressamente: “Ci avviciniamo agli ultimitempi” - me lo ha detto tre volte. Prima affermò che il demonio haingaggiato una lotta decisiva, cioè finale, dalla quale uno dei due usciràvittorioso o sconfitto: o siamo con Dio o siamo col demonio. La secondavolta mi ha ripetuto che i rimedi ultimi dati al mondo sono: il SantoRosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. La terza volta midisse che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con

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tremore l’ultima ancora di salvezza: la SS. Vergine in Persona, Suenumerose apparizioni, lacrime, messaggi di veggenti ovunque nel mondo;che, se non l’ascoltiamo e continueremo l’offesa, non saremo piùperdonati, perché sarà come rifiutare coscientemente la salvezza che civiene offerta, e ciò nel Vangelo è denominato peccato contro lo Spirito

Santo. Non si vuole spaventare le anime, ma è urgente, Padre, richiamarleperché ci si renda conto della terribile realtà. Da quando la SS. Vergine hadato grande efficacia al Santo Rosario, non c’è problema né materiale néspirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere col SantoRosario e con i nostri sacrifici. Recitato con amore e devozione consoleràMaria, e tergendo tante lacrime del Suo Cuore Immacolato ci salveremo eotterremo la salvezza di tante anime. Nella devozione all’ImmacolatoCuore di Maria, saremo presso il trono della clemenza, della serenità e del perdono e troveremo la via sicura verso il Cielo."

Tornando in Messico, il Sacerdote in una conferenza, il 22 maggio1958, ha raccontato la sua intervista con la Veggente di Fatima, che èstata poi pubblicata nella rivista spagnola‘La Inmaculada’,delgennaio-febbraio 1959 e anche in inglese. L’intervista, come si puòimmaginare, ha avuto una grande ripercussione in tutto il mondo,suscitando la vigilante preghiera di molti cattolici, ma anche il livoredi molti nemici di Fatima, che dentro e fuori la Chiesa, non vedevanol’ora che finisse l’apostolato “politico della Madonna pellegrina”,considerato un grande ostacolo per ogni conciliazione mondiale.

Come se la conciliazione ad oltranza, anche in materia religiosa, nonfosse il vero problema che tormentava la Cristianità.

9 - L’AVVENTO DEI PROFETI DI VENTURE“Roncalli papa se lo aspettano in pochi. Tra loro non c’è padre

Lombardi. La sera del 28 ottobre 1958, quando sente alla Tvl'habemus pontificem di Ottaviani dalla loggia di San Pietro, col nome di Angelo Giuseppe, il gesuita si mette d'istinto le mani sulla

testa, come per una sciagura: “O Signore Iddio” mormoraimpallidendo”... “Mi aspettavo il Papa del rinnovamento dellaChiesa” dirà Padre Lombardi “e invece chi era? Mi parevaassurdo..." (MD)

Lombardi aveva ragione di preoccuparsi, aveva deplorato l'assenzadi vescovi Tridentini? Adesso si trovava con un capo che inorridivaperfino davanti alla parola “crociata”. È noto l’episodio del religiosobenedettino, andato dal Nunzio Roncalli nel 1949 a intercedere per una benedizione sulla Crociata della Bontà:“Non pronunciate maiquesta parola davanti a me!” gli fece Roncalli, rabbuiandosi. “Vengo da

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Costantinopoli e so che il solo ricordo delle crociate basta a dividere icristiani.” (MD, p.411).

In seguito sarebbero state chiuse le porte non solo al Segreto diFatima, ma al suo “mondo migliore” e a quanto fosse considerato unassurdo “integralismo” fondato su un ridicolo “profetismo disventura”. Era il caso dell’intervista di Lucia a P. Fuentes, pubblicatoe diffuso con la garanzia di autenticità e con l’approvazione delVescovo di Leiria. In poco tempo, però, il Vescovado di Coimbra èintervenuto sul “caso del Padre Fuentes” con una dichiarazioneufficiale che condannava la"campagna di profezie che scatenano unatempesta di ridicolo" , Ad essa si aggiungeva la smentita pubblica disuor Lucia dichiarando ignorare la minaccia di castighi falsamente alei attribuiti.

La deduzione che sia stato Giovanni XXIII ad imporre laritrattazione a Lucia, attraverso il Vescovo di Coimbra, si poggiasulle sue preoccupazioni espresse più volte e nelle parole registratedal nuovo ambasciatore del Portogallo presso il Vaticano, Antonio deFarias nel 1961: Il Pontefice“mi ha parlato di Fatima alludendo allaconvenienza che non si tentasse di far dire a Suor Lucia più di quanto essanon fosse in condizione di dire (a proposito dei riferimenti fatti alla Russiae la menzione del 1960), materia molto delicata che esige ogni prudenza”(Historia, Lisbona, ott. 2000, p.25).

Padre Alonso, che è il principale esperto designato sugli eventi diFatima - la cui opera in una ventina di volumi dovrebbe essere ancorapubblicata in un’edizione postuma - riguardo l’intervista di Lucia,serenamente nota nel suo libro “Segredo de Fátima, fatos e lenda”:

"Ciò che padre Fuentes dice nel testo originale della sua conferenza inMessico corrisponde, senza dubbio, all’essenza di quanto ha sentito nel corso delle sue visite a suor Lucia, poiché, anche se nel rapporto i testisiano stati stilisticamente migliorati con mezzi oratori e altre risorseletterarie, essi non dicono niente che la Veggente non abbia già detto nei

suoi numerosi scritti resi pubblici. Forse il solo sbaglio sia stato di aver classificato come un messaggio al mondo quanto aveva sentito.”Fatto sta che a Padre Fuentes venne tolto l’incarico di postulatore

della causa di beatificazione di Giacinta e Francisco e tornato inMessico, dopo un periodo di afflizioni, morì. Tuttavia, in quelmomento della storia della Chiesa, cioè dopo la morte di Pio XII e laconvo-cazione del Vaticano II, non era il solo testo di P. Fuentes adessere censurato, ma la storia della Chiesa e, naturalmente, il TerzoSegreto.

L’insofferenza per l’intervista di Lucia a P. Fuentes non era quindi

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cattolico, fino a Pio XII, deve essere stata la ragione che lo indusse adarchiviare la visione della virtualerimozionepapale prima di quelfatidico 1960.

Ecco allora, da un lato, le massicce ragioni di Giovanni XXIII per censurare la visione del Terzo Segreto, che avrebbe messo a rischio ilsuo aggiornamentoallineato alle logge massoniche, e dall’altro lato,il senso profetico del Segreto: rivelare la radicale opposizione di talipiani alla tradizionale testimonianza dei Papi cattolici. In tal modo, laperplessità suscitata nelle coscienze da un segno mariano avrebbepotuto smascherare, meglio di molte erudite analisi teologiche, ladrammatica rottura modernista celata dalle ambigue eresie conciliari.

Giovanni XXIII e il suo seguito prendevano apertamente ledistanze da ogni “profezia di disgrazia”, come è stato dichiarato neldiscorso di apertura dell’assemblea conciliare nell’ottobre del 1962.I conciliari, nel voler distrarre dal contenuto del Segreto, sonocome i sospetti dei gialli che, inciampando in emblematichecontraddizioni, dimostrano sempre più quanto vorrebbero negare. Sicapisce allora che nessuno più di loro può temere il Terzo Segreto.Veniamo ai fatti degli ultimi decenni fino alla sua recentepubblicazione.

Abbiamo già parlato dell'accordo Mosca-Vaticano. Nella storia del

Vaticano II c’è il compromesso per non permettere la menzione delcomunismo in cambio dell’invio a Roma, da parte delle autoritàsovietiche, di delegati del Patriarcato di Mosca a loro soggetti. Per giunta si ignorò, malgrado le proteste del cardinal Slipy,l’oppressione proprio di quella Chiesa Orientale, detta Uniata, fedelealla Sede Apostolica, che fu incorporata per decreto di Stalin alPatriarcato succube del potere comunista di Mosca. Abbiamo giàvisto che il cardinale Tisserant ha ricevuto ordini formali da GiovanniXXIII, tanto per negoziare quell'accordo quanto per sorvegliaredurante il Vaticano II che il tema del comunismo non fosseaffrontato! Il cardinale, dalla presidenza, lo avrebbe impedito per ordine di Roncalli e poi di Paolo VI.

Come potevano evitare il problema più cruciale di quel momento,che era anche al centro del Messaggio di Fatima? Secondo quale ideasarebbe inopportuno parlare del comunismo durante il Vaticano II?

Eppure, nemmeno una petizione con la firma di 450 padriconciliari per chiedere la condanna del comunismo fu considerata.Contro il male più terribile della nostra epoca i capi di quel concilio

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scandali, l’atmosfera di scisma, i sospetti di eresia, che pesavano su di noicome piombo, potessero dissiparsi col vostro viaggio a Fatima in unbattesimo di grazia. In quel posto non vi sarebbe stato possibile far altro chepregare la Santissima Vergine Maria, insieme all’immensa moltitudinecattolica, leale, tradizionale, e dopo lasciar fare alla Madre di Dio, Nostra

Madre, rivelando il suo Terzo Segreto e ubbidendo alle sue richieste. [...] Mavoi siete andato a Fatima non per vedere, ma per farvi vedere, non per sentire ma per parlare, non per mettervi in ginocchio ma per elevarvi difronte ad un milione di persone prostrate, non per accogliere ordini celestima per imporre i vostri progetti terreni, non per implorare la pace allaVergine Maria ma per chiederla agli uomini, non per santificare il vostrocuore, purificandolo dalle macchie di Manhattan, ma per imporre proprionei domini di Maria il mondo dell’ONU)*; avete profanato Fatima.”

"Avete pianificato una serie di udienze che avrebbero occupato tutto il vostro tempo e in particolare incontri ecumenici con rappresentanti dicomunità non cattoliche… trovandovi così occupato con le vostre chimerepolitiche e ecumeniche, non avete fatto una peregrinazione: ecco lo scandalospaventoso. Tra tanti discorsi non vi sono che brevi allusioni superficiali efredde alle apparizioni del 1917. Non avete voluto andare ai luoghi dellaCova da Iria, molto vicini, dando così l’impressione - volontaria? - di noncredervi. Inoltre, siete stati dal momento dell’arrivo oggetto di un cultoappassionato da parte della moltitudine, che vi ha acclamato in più di un’oradi percorso, ma di fronte all’immagine della Madonna di Fatima, non avetefato nemmeno un saluto. Niente sfugge oggi alle telecamere della TV... Dalla

tribuna avete salutato ripetutamente la moltitudine senza levare lo sguardoverso l’immagine della Vergine, meta della vostra peregrinazione. Non aveterecitato il Rosario col popolo e se avete detto un’Ave-Maria, non si è saputo.È arrivato così il momento del grande incontro, dell’ultima speranza chetutti noi aspettavamo confusi, con la bambina di Fatima, Lucia, l’ultima deipiccoli e santi veggenti del 1917! … Lucia vi ha chiesto piangendo alcunimomenti di colloquio con voi... avete rifiutato tale grazia. Il vostrointerprete, padre Almeida, in un’intervista alla Radio Vaticana haraccontato l’episodio: Ad un certo punto Lucia espresse il desiderio di direqualcosa a Paolo VI, ma egli ha risposto: capisca, non è il momento. Inoltre,se avete qualcosa da comunicarmi, ditelo al vostro vescovo; abbiate fiduciae ubbiditelo in tutto.”

Riguardo a questo mancato incontro di Paolo VI con Suor Lucia,c’è anche la testimonianza del vescovo peruviano Alfonso Zaplana,della città di Tacua, morto nel 1975, che era presente. Il Prelato haraccontato più volte ai suoi preti e diocesani un fatto che l’avevacolpito: dopo aver presentatola Veggente alla folla e rifiutato diincontrarla in privato, Paolo VI, vedendo che Lucia voleva dirgli

qualcosa di grave e che per implorarlo si prostrava in lacrime ai suoi

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piedi, si rabbuiò in viso e disse con voce irritata;"Come vi permettetedi dire a noi quel che dobbiamo fare!" Il drastico cambiamento ditono è rimasto negativamente impresso nell’animo del Vescovo. Cosafaceva temere a Paolo VI d’ascoltare la messaggera della santaVergine?

“Sei giorni prima, il 7 maggio, avete avuto un interesse ben diverso per Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida, in una sera movimentata in SanPietro. Quattro giorni dopo, 17 maggio, avete ascoltato con massimaattenzione le due presidentesse israelite dell occulta Organizzazione del Tempio della Comprensione (v. URI). Perché temevate di sentire lamessaggera della santa Vergine? Infatti la somma delle vostre eresie, scismi escandali, non lasciano che l’imbarazzo della scelta: ma c’è una ragione piùforte delle altre... ricordarvi la pubblicazione del terzo segreto di Fatima [...]ignorando le cose terribili con cui il Cielo avverte il mondo, esso non siconvertirà e scivolerà senza freni nel pantano della corruzione e del sangue, ei popoli perderanno la fede insieme alla vita. Questo segno di Giona è attesodal 1960. Ogni contraddittorio pretesto per non pubblicarlo aggrava soltantole responsabilità di chi sa ma tace. Non si tratta di un messaggio profeticoinsignificante, né tranquillizzante, né riservato, ma destinato a tutti dal 1960!Lo è tuttora e se è parso terribile allora, lo è ancora. Ma è l’unica parola chepuò allontanare il flagello che incombe [...] I disegni divini non cambiano [...]e il calice è pieno, l’iniquità sta raggiungendo il culmine. È assolutamentenecessario che la Chiesa intera sappia a quale abisso l’umanità è trascinata

dal peccato. Altrimenti perché siete andato a Fatima? Dopo la vostraperegrinazione lì è come se l’avesse soppressa. Nessuno si occupa né dellavolontà di Dio, da essa espressa, né della conversione della Russia, né del segreto, né delle devozioni raccomandate… Come siete arrivato a tanto? Larisposta è semplice: avete sostituito il Messaggio della Regina della Pace col vostro; il disegno di Dio che ci fu rivelato a Fatima (p. 14) col vostro grandeprogetto che avete rivelato a Manhattan e che consiste nel chiedere la Pace al cuore degli uomini, ai quali voi la affidate. A questo scopo non esitate a farvipassare per beneficiario di una rivelazione celeste. Infatti, apparendo allafinestra del vostro appartamento vaticano nella sera del vostro ritorno, avetedetto: “A Fatima abbiamo chiesto alla Madonna delle vie che conducono allapace e ci è stato risposto che la pace è possibile.” È stato un giornalista del Messaggero a riassumere l’impressione generale che ciò ha suscitato a Roma:'Sarebbe troppo facile forzare il senso di un’espressione così singolare, ma daessa si potrebbe dedurre che durante la sua peregrinazione al Santuario diFatima Paolo VI abbia avuto un momento, per così dire, di comunicazioneinteriore con l’avvocata, madre e protettrice degli uomini nei suoi sforzi per lapace. Proprio questo avete voluto far pensare. Che il Cielo vi avesse detto:Vai, avanza col tuo ‘Gran progetto’; convoca tutti gli uomini a costruire la

nuova pace, non soltanto i cattolici con la preghiera e la penitenza, ma tutti

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con la tua nuova rivelazione:Populorum Progressio,con 'Progresso e Pace'...avete voluto attribuire al Cielo il messaggio dell’Inferno che non cessate diripetere dopo Manhattan: la pace è possibile perché gli uomini sono buoni; lapace è opera umana, di tutti gli uomini, frutto dei loro sforzi convergenti sottola direzione mondiale delle organizzazioni giudeo-massoniche. È il culto

dell’uomo che sostituisce il Culto di Dio."

Il padre de Nantes conclude citando la preghiera di Paolo VI agliuomini che reputa un discorso dell'anticristo e lo sollecita a smentirlopubblicando il Terzo Segreto. Inutile dire che il suoLiber Accusationis“consegnato alla Santa Sede il 10 aprile 1973 dall'AbbéGeorges de Nantes e sessanta delegati della Controriforma Cattolica" – èun documento storico sulle deviazioni dottrinali che il nuovoVaticano non intende chiarire. A chi avanzasse la scusa che esso

conteneva esagerazioni e irriverenze, e perciò non poteva essereconsiderato, si può rispondere che davanti a studi che trattano di gravideviazioni della Fede la scusa di irriverenza è impropria per uncattolico. Comunque anche lettere rispettose e studi approfonditifurono ignorati da Paolo VI, che in verità intendeva continuare aportare avanti il suo "gran progetto", che dovrebbe portare finalmentead una unione religiosa globale, vedi l'URI (p…).

Nel frattempo erano promossi quanti denigravano Fatima. È il casodel gesuita belga, Edouard Dhanis, divenuto perito conciliare efinalmente rettore dell’Università Gregoriana stabilendo la distinzionetra Fatima 1 e Fatima 2, tra la parte riguardante solo l’Apparizione,Fatima 1, e quellainaccettabiledel suo Messaggio, Fatima 2. Laprima non la poteva negare: c’erano troppi testimoni e poi l’attivitàdel Santuario mariano è sempre gradita a qualsiasi gerarchia. Laseconda, però, sarebbe frutto dell’immaginazione di giovani cresciutiin un ambiente arretrato e pietoso! Secondo la sua altateologiaunsegno celeste può significare una chiamata alla preghiera, mai unintervento divino nella vita umana. Rimane da spiegare, però, perchéc’è stato il bisogno di tale chiamata, e con segni come il Miracolo delsole. Sarà che per la nuova teologia miracoli di tale entità non sonosigilli del Volere di Dio, ma solo segni per animare la religiositàpopolare?

Secondo la logica, un segno indica quanto va segnalato e non ilcontrario. Perciò un segno divino richiama necessariamente unmessaggio di Dio; il segno è ordinato al messaggio, avviso, richiestae non a sé stesso. Secondo tali teologi, però, nessun segno può

annunciare di più di quanto i pastori già non sanno; perciò non

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sarebbero altro che una manifestazione luminosa per l’animazione deifedeli!

La Madonna ha detto che farebbe un segno perché tutti credessero,a cos’altro se non nel Suo Messaggio? Eppure, ciò è inaccettabile per Dhanis che sarebbe, per il cardinale Ratzinger, il più grande studiosodi Fatima, malgrado accetti l’Apparizione ma rifiuti il suoMessaggio!

Qui si dovrebbe segnalare che il cardinale Albino Lucani prima diessere eletto al Soglio pontificio, prendendo il nome di GiovanniPaolo I, era di tutt’altro parere e visitando Suor Lucia di Fatima aCoimbra, rimase profondamente turbato da quanto sentì dallaVeggente. Questa rimane, però, una questione da chiarire, come lasua morte in circostanze alquanto sospette.

Giovanni Paolo II di fronte al Segreto di FatimaNon risulta che Karol Wojtyla, appena preso possesso della carica

pontificia, abbia voluto approfondire la causa della morte del suopredecessore. Risulta, però, che senza che nessuno lo sapesse allora,abbia voluto conoscere la terza parte del Segreto di Fatima. Questainformazione gli è sfuggita quando era in ospedale dopo l’attentatodel 13 maggio 1981. Lo ha rivelato ingenuamente il suo portavoce,Joaquìm Navarro Valls, nel maggio 2000 all’Associated Press.

È comprensibile che dall’inizio Karol Wojtyla volesse conoscerequel “Segreto”, ma chi sa perché ha taciuto perfino a Suor Lucia diaverlo letto, anzi, essa è stata sollecitata a “rivelargli” il Segreto che,secondo ha scritto, “era tanto ansioso di conoscere”. Un’allusione chesarebbe stata poi depennata dal loro carteggio affinché non risultasseche Giovanni Paolo II da molto meditava su quel segreto profetico.Eppure, da queste brevi notizie si capisce che dall’inizio del suotempo il Terzo Segreto è rientrato in pieno nelle cogitazioni diWojtyla che ha pure lasciato credesse (a Fulda) nella sua versioneapocalittica sulla fine dei tempi, pur di adombrare quella del papatrucidato.

Nel libro di Mons. Francesco Spadafora ‘Fatima e la peste delsocialismo’(Ed. Volpe, Roma, 1978)troviamo a p. 9 questo testo:“Siattese con ansia la pubblicazione del Segreto nel 1960, quando il messaggio dalla diocesi di Leiria, dov'era custodito, giunse in Vaticano.Era la data scelta. Né allora, né poi, fino ad oggi, l'attesa è stataappagata. Solo un'indiscrezione diplomatica avrebbe permesso diconoscerne il contenuto ad un ristretto ambiente cattolico. Il documentosarebbe stato inviato in copia, per desiderio di Giovanni XXIII, alle

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Cancellerie di Washington, Mosca e Londra: si riteneva che esso avrebbepotuto giovare alla cessazione degli armamenti nucleari, e piùgenericamente, ad evitare un conflitto tra le grandi potenze. Nel corsodella presa di conoscenza del messaggio o subito dopo, sarebbe avvenutala suddetta indiscrezione. Pubblicato in estratto sul giornale di Stuttgart,

Neues Europa del 15.X.63, non è stato mai direttamente smentito.“Ecco il testo, nelle parti essenziali: “Un grande castigo cadràsull'intero genere umano, non oggi, né domani (era il 13 ottobre 1917:mentre la Vergine parlava a Lucia, Giacinta e Francesco, oltresessantamila persone potettero assistere al miracolo del sole che 'impazzì' nel cielo di Fatima), ma nella seconda metà del XX secolo. In nessunaparte del mondo vi è ordine, e Satana regna sui più alti posti,determinando l'andamento delle cose.Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa; riuscirà a sedurre gli spiriti deigrandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibiledistruggere in pochi minuti gran parte dell'umanità. Avrà in potere ipotenti che governano i popoli e li aizzerà a fabbricare enormi quantità diquelle armi. E, se l'umanità non saprà opporvisi, correggendosi..., Iddiocastigherà il mondo con maggiore severità che non abbia fatto col diluvio.Se l’umanità non si convertirà..., i grandi... periranno insieme ai piccoli eai deboli. Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue più grandi prove:cardinali si opporranno a cardinali; vescovi a vescovi. Satana marcerà inmezzo alle loro file e a Roma avverranno grandi cambiamenti . Ciò che èputrido cadrà e più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata e il mondosconvolto dal terrore. Una grande guerra si scatenerà nella seconda metàdel XX secolo. Fuoco e fumo cadranno dal cielo,le acque degli oceani

diverranno vapori e la schiuma si innalzerà sconvolgendo e tuttoaffondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in orae coloroche resteranno in vita invidieranno i morti. Sarà angoscia, miseria; rovinein tutti i paesi... I superstiti proclameranno nuovamente Iddio e la suaGloria, e lo serviranno come un tempo, quando il mondo non era cosìpervertito”.

Si vedrà che Giovanni Paolo II si è riferito a questo falso testo enella sua parte più catastrofica, negata dalla Veggente nella suasmentita dell’intervista a Padre Fuentes, quanto ai fatti del Segreto (v.p…). Nel farlo ammetteva la sua autenticità. Perché lo avrebbe fatto?

Su questo testo, il cui autore è lo scrittore tedesco Ludwig Emrich,è necessario fare alcune considerazioni. Prima di tutto, è ben pocoplausibile che Giovanni XXIII, o Paolo VI, che non hanno maidimostrato di credere nel Messaggio di Fatima, abbiano inviato la suaparte segreta a capi di stato come Macmillan, Kennedy e Krusciov.

Che poi essi siano rimasti così impressionati, al punto da anticiparel’accordo per la sospensione degli esperimenti atomici, è fuorviante.La vera obiezione a questa versione del "segreto" è però la sua data

del 13 ottobre 1917, dopo il Miracolo del sole, e non del 13 luglio,

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nel cui messaggio c’è posto per introdurre la parte segreta. Ci sarebbequindi un errore cronologico che, insieme ad una struttura letterariadiversa dal resto del Segreto, indica la sua inautenticità.

Padre Alonso, il grande esperto di Fatima scrive: "Il testo è unacopia lamentabile e ancora più esagerata delSegreto di La Salette.”Al suo inizio, infatti, compaiono i nomi dei pastorelliMelanie eMassiminoche il 19 settembre 1846, sulla montagna di La Salette,hanno visto la Madonna che piangeva sul destino degli uomini.

L’apparizione è stata riconosciuta e il messaggio di Melanie haavuto l’imprimatur di vescovi, ma non è stato meno avversato diquello di Fatima. A questo punto possiamo capire l’idea delloscrittore Emrich: ricordare il messaggio dimenticato della Madonna aLa Salette, collegandolo a quello archiviato di Fatima. Infatti, questi

avvertimenti celesti possono differire nel linguaggio e nello stile, manon si possono contraddire se autentici. Si aggiunga che Mons.Spadafora, collaboratore del Cardinale Ottaviani e del periodico ‘Sì sìno no’, testimoniò più volte che quel Cardinale, a chi domandasse sepoteva dar credito al “messaggio” [di Emrich], diceva: - pubblicate,pubblicate! Perciò molti capirono che tale “segreto” non differivadall’autentico.

Il quindicinale romano ‘Sì sì no no’ del 31.1.82 riferisce che larivista tedescaStimme des Glaubens (10/81)“ha pubblicato il verbale-memoria dell'incontro di Giovanni Paolo II a Fulda con una ristrettacerchia di cattolici, in occasione di un suo viaggio in Germania.“Conosciamo il nome dell'estensore e abbiamo l'autenticazione del documento”[premessa].

“Domanda:“Che ne è del terzo segreto di Fatima? Non dovevaessere pubblicato già nel 1960?”.Giovanni Paolo II risponde:“Datala gravità del contenuto, per non incoraggiare la potenza mondiale del comunismo a compiere certe mosse, i miei predecessori nell'ufficio diPietro hanno diplomaticamente preferito soprassedere alla pubblicazione”

“Nel sessantaduesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, su‘Sì sì no no’ a.V, n. 5, scrivemmo a riguardo del “terzo segreto”:“L'averlo taciuto... è equivalso a tacciare la Regina del Cielo diimprudenza e di inopportunità, è equivalso a ritenere la prudenzadegli uomini superiore alla prudenza del Cielo (gli uomini sonocapaci di tutto!!)”.Giovanni Paolo II ce ne dà, ora, la conferma e...ha proseguito:“D'altra parte a tutti i cristiani può essere sufficientesapere questo: se vi èun messaggio in cui sta scritto che gli oceani

inonderanno intere parti della terra, che da un momento all'altro milioni

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di uomini periranno, non è davvero più il caso di bramare tanto ladivulgazione di un tale messaggio segreto”.

“Ecco confermata [!], quasi alla lettera, anche la profeziaapocalittica dell'ufficioso “terzo segreto”, che circola, mai smentito,da anni:“...le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiumas'innalzerà sconvolgendo, e tutto affondando. Milioni e milioni diuomini periranno di ora in ora...”(op. cit. p. 1). “Nel tentativo digiustificare il silenzio dei suoi predecessori, Giovanni Paolo II ha,poi, affermato:“Molti vogliono sapere semplicemente per curiosità egusto del sensazionale, ma dimenticano che sapere comporta anche unaresponsabilità. Si cerca solo l'appagamento della propria curiosità e ciò èpericoloso, se non si è parimenti disposti a far qualcosa, se si è convintiche nulla si possa fare contro il male”.

Curiosità? Occuparsi di riconoscere i segni del tempo in cui sivive non è passatempo né gratuita curiosità, ma un’inalienabileprudenza cattolica sulla vita sociale e spirituale. È vigilanza su quantopuò minare il nostro corso terreno, momento in cui si decide il nostrodestino eterno. Gesù disse:"Sapete giudicare l’aspetto del cielo edella terra, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?”(Mt 16:4;Lc 12:56).

Diceva giustamente Don Francesco Putti su tale argomento(si si nono): “Da una curiosità inizialmente naturale possono nascere laresipiscenza e un sincero ravvedimento. È dottrina comune dellaChiesa che Dio muove le Sue creature secondo il loro modo naturaledi operare. Ora, poiché la curiosità è la fonte della conoscenza nellecreature umane, è evidente che la grazia divina non disdegna dimuoverle, partendo proprio dall’ estremo limite della loro naturalecuriosità. È vero: conoscere comporta una responsabilità. E ciò inrelazione al libero arbitrio, che può decidere di rigettare il beneconosciuto. Ma la conoscenza, di per sé, è un bene, perché comportamaggiori possibilità di agire rettamente. Per ciò istruire le anime èdoveroso e chi rifiuta di farlo è colpevole di omissione ecorresponsabile della rovina altrui. Infine, poiché il castigo incombesu tutta l'umanità, è logico pensare che la Vergine Santissima volevache ciascuno si assumesse la propria responsabilità. Esiste, quindi,un diritto degli uomini a conoscere un messaggio celeste che liriguarda, il cui disprezzo avrà per loro conseguenze apocalittiche.”

“Domanda: Che cosa avverrà nella Chiesa?”.

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“Risposta: - Dobbiamo prepararci a subire fra non molto grandi prove,le quali esigeranno da noi la disposizione a far getto persino della vita euna dedizione totale a Cristo e per Cristo. Con la preghiera vostra e mia èpossibile mitigare questa tribolazione, ma non è più possibile stornarla,perché solo così la Chiesa può essere effettivamente rinnovata. Quantevolte nel sangue è spuntato il rinnovamento della Chiesa! Anche questavolta non sarà diversamente. Dobbiamo essere forti, prepararci, confidarein Cristo e nella Sua Madre Santissima ed essere molto, molto assidui nellapreghiera del Rosario”. “A questo punto Giovanni Paolo II afferrò il Rosario e disse: “Ecco il rimedio contro questo male. Pregate, pregate enon chiedete altro. Affidate tutto il resto alla Madre di Dio”.

“Anche Paolo VI a Fatima proruppe in un’angosciosaesclamazione:“Noi diciamo: il mondo è in pericolo... il quadro del mondo e dei suoi destini qui si presenta immenso e drammatico. È il quadro che la Madonna ci apre davanti, il quadro che contempliamo conocchi esterrefatti.”(L'Osservatore Romano,14.V.67, pp. 1-2).E i rimedi? E,tuttavia, contro le reiterate richieste mariane di preghiera e penitenza,proprio a partire dal pontificato di Paolo VI, nel trionfantenaturalismo postconciliare, la necessità della preghiera è statadisprezzata, le forme imbastardite, la quantità diminuita (perfino negliOrdini contemplativi) e di penitenza - ridotta quella ecclesiastica adue soli giorni di digiuno all'anno - non si parla neppure. Peggio: èstato fatto sì che le profanazioni si moltiplicassero e la devozionemariana, con il Santo Rosario, è stata avversata per anni con zeloveramente diabolico. E questo pratico dispregio del messaggio diFatima non è partito dal popolo cristiano, ma dall'alto. […] Non sitratta solo di aver taciuto il “terzo segreto”, ma di aver fattoesattamente l'opposto di quanto del messaggio di Maria è statorivelato...”

Per molti sacerdoti fedeli, il problema di Giovanni Paolo II era dinon provvedere alla difesa della Fede. In verità, sarebbe più acuto

applicare quanto è scritto qui sul Segreto alla Fede cattolica:Non si tratta di aver taciuto sulla vera Fede, ma di aver fattoovunque nel mondo, da Roma ad Assisi, dall’Europa alla Papuasia,esattamente l'opposto di quanto ha fatto sempre la Chiesa apostolica.

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10 – LA PROFEZIA RAGGIRATA

Il depistaggio sul falso “segreto”.Ciò è emblematico. A Fulda Wojtyla lascia pensare che secondo il

segreto:“oceani inonderanno intere parti della terra, che da un momentoall'altro milioni di uomini periranno”, aggiungendo che non è perciò “il caso di bramare tanto la sua divulgazione”.

Queste parole servono ad innalzare una cortina di vapori per avvolgere l’altra parte riguardante Satana che raggiunge la sommitàdella Chiesa. Si noti che quest’ipotesi spaventosa non è tale dadisturbare Giovanni Paolo II. Anzi, lui stesso il 13 maggio del 2000,a Fatima, ha parlato del drago rosso che insegue i chierici e“trascinacon la coda un terzo delle stelle del cielo e le precipita sulla terra”(Ap 12, 4).

Tutto fa pensare che l’unico verotabù è che si metta in dubbio lacontinuità del papato. Ed ecco le contraddizioni sul “segreto” che

vengono a galla proprio ora che è stato pubblicato dal Vaticano.

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La questione è tornata alla ribalta grazie al noto demonologo,Padre Balducci che si riferisce a quel “Terzo Segreto” apocrifo [diEmrich] come se fosse quello vero, perché così fu insinuato daGiovanni Paolo II a Fulda. Su questa base si contesta quellopubblicato nel 2000 dal Vaticano. È logico che solo uno dei due èautentico e, nonostante gli imbrogli vaticani, solo l’ultimo si dimostratale, come si è appena visto considerando la falsa data di quelloapocrifo.

Resta però che quel depistaggio dal senso della terza parte delSegreto di Fatima è partito da Giovanni Paolo II; perché lopreoccupava più l’effetto che avrebbe potuto avere sui cattolici lavisione dell’ec-cidio papale che una inondazione catastrofica di tuttala terra?

A questo punto è inevitabile concludere che il senso del Segreto diFatima riguarda la responsabilità personale in una conturbante sceltain materia religiosa: qualcosa che tocca mortalmente la carica papale.Chi si è addentrato nelle deviazioni dottrinali del Vaticano II sa che aesso sarà prima o poi imputata la causa dell’ecatombe cattolica.

Ecco la sfinge, di cui si è parlato, che sfida i novatori del VaticanoII, i chierici che portano a termine la rivoluzione dell’89 a Roma; il“colpo” riformista del modernismo che demolisce la Chiesa dal suointerno. Essi si sentono, e a ragione, interpellati dal Segreto.

L’apparizione di Fatima e il suo Segreto indicano chiaramente undisegno divino. Com’è possibile allora che chi si presenta comevicario di Gesù Cristo possa censurarlo, o dirottarlo, o peggio, usarloa favore della sua propria immagine, senza che tale comportamento sidimostri agli occhi cattolici come un attentato al carattere profeticodella Chiesa? Fatto sta che dopo l’attentato di Piazza S. Pietro il 13maggio 1981, Giovanni Paolo II ha rivolto una speciale attenzione aFatima nel senso di legare il “Terzo Segreto di Fatima”, che

conosceva ma non capiva, a quell’evento. Per farlo doveva sentire lasua Veggente, Lucia, per sapere se era il caso di evocare in quel modol’evento di Fatima. Lo ha fatto inserendo il Portogallo tra i suoiviaggi nel 1982, nel 1991 e finalmente nel 2000, quando haannunciato la pubblicazione del “Segreto”. Si deve allora capire qualifurono i suoi rapporti con Suor Lucia. È quanto si vedrà qui a partiredi due interviste emblematiche della Suora a dei Cardinali.

Il 13 maggio del 1991 Giovanni Paolo II è andato a Fatima e haincontrato a porte chiuse suor Lucia durante circa mezz’ora. Quantosi sono detti, che doveva rimanere segreto, traspira però dalle

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interviste del 1992/93 di Lucia coi Cardinali che, una voltapubblicato, è finito inevitabilmente(anche se con grande ritardo)suigiornali di tutto il mondo: “Gorbaciov in ginocchio davanti aGiovanni Paolo II”.

Nel marzo 1998 i telegiornali e i giornali tornano a parlare delTerzo Segreto di Fatima a causa della notizia di un’intervista di Luciariferita dal giornale ABC di Madrid e diffusa quasi come unbollettino. In verità si trattava del rapporto di due incontri dellaVeggente di Fatima: uno col cardinale indiano Padyiara nell’11ottobre ‘92; l’altro col cardinale filippino Ricardo Vidal l’anno dopo.Gli incontri si sono svolti sotto forma di intervista, di cui la secondaconferma la prima. Esse furono pubblicate in inglese e in portoghesee il video fu irradiato più volte dalla TV portoghese.

La ragione per cui i media ne parlarono cinque anni dopo come sefossero questioni recenti si comprende dai titoli allora trascurati:“Gorbaciov in ginocchio davanti a Giovanni Paolo II”,e la “conversionedel leader della perestroika, per cui il mondo è scampato da una guerramondiale nel 1985”.

In verità tali “informazioni sensazionali”, che potrebberoincuriosire in ambito storico, celano altri segnali. Tra le altre cose sidice che suor Lucia avrebbe “negato che il Segreto avesse a chevedere col Vaticano II”, mentre nell’intervista suor Lucia taglia cortosu tale argomento dicendo che di ciò non può parlare, che significaproprio l’opposto, cioè non doveva parlare di quanto riguarda ilSegreto.

Riguardo il pentimento del leader dellaperestroika.in occasionedel suo incontro con Wojtyla il 1° dicembre 1989, la smentita delportavoce vaticano, Navarro Valls, si tinge di giallo. Chi può aver detto quelle cose alla vecchia suora, e perché? Il portavoce diGiovanni Paolo II dice:“Il gesto che viene attribuito al signor Gorbaciovnon è né vero né verosimile”; esso risulterebbe da una presunta intervistadi suor Lucia, la novantunenne veggente di Fatima, ad un Cardinale”(Avvenire del 3.3.98).

Presunta intervista? Si erano dimenticati di averla ricevutaregistrata perfino in un video, il cui testo ha avuto l’avallo dei dueporporati in questione. La questione non è dunque quella della notiziasul pentimento di Gorbaciov: essa fu riferita sicuramente da Lucia diFatima. La vera questione è sapere chi, tra la veggente che ha visto laMadonna e la persona che è al vertice del Vaticano, l’ha inventata e

con quale intenzione. Qui si capisce che il riferimento ai novantuno

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anni della suora non è casuale ma serve ad insinuare una sua senilitàper cui avrebbe ricamato su quanto ha sentito da Giovanni Paolo II.La notizia di una tale conversione non è, però, un fatto troppo serioperché lei si permettesse di inventarlo. Ma se non l’ha inventato laSuora, esso può essere solo dovuto all’estro del suosommointerlocutore.

Eccoci alla sfinge: o suor Lucia ha parlato a vanvera di taleconversione,o ha soltanto ripetuto quanto sentito da Giovanni PaoloII. Se il sospetto cade sulla testimone di Fatima che, avrebbefantasticato su eventi riguardanti il suo messaggio, ciò lo renderebbeincerto. Nel secondo caso, però, il sospetto va a chi, a causa diun’arrière-penséeha detto allora una cosa che poi fa smentire dal suofidato portavoce.

Adesso che il Terzo Segreto è stato pubblicato si può immaginarela ragione di tale pensiero: situarsi al centro del piano diconversionemondiale alla pace. In vista di tali problemi che possonocompromettere la credibilità di Lucia, alcuni attivisti di Fatima hannocontestato le interviste, prima perché false, poi perché date da unafalsa Lucia e finalmente perché era inaffidabile l’intervistatore CarlosEvaristo.

La storia di quell’intervista alla Veggente di FatimaCarlos Evaristo ha scritto il libro,"Two Hours with Sister Lucia"

nel 1992, il cui testo fu verificato dalla stessa Suora e dalla suaPrioressa. La pubblicazione fu allora portata a Giovanni Paolo II dalCardinale Anthony Padiyara durante un’udienza privata. Quindi, ilVaticano conosceva il testo prima che Evaristo lo pubblicasse.

Su quanto detto allora da Lucia, che a causa di alcunecontraddizioni ha fatto sussultare molti studiosi di Fatima, sarebbeutile che riferisca qui alcune testimonianze dei fatti. Innanzi tutto chein compagnia del rev. Gruner, nell’albergo Floresta di Fatima, hoascoltato in primissima mano quanto è nel libro sull’intervista scrittoda Evaristo.

Le parole di suor Lucia, piuttosto allineate col nuovo corsoreligioso, suonarono incredibili per Gruner, che ha subito negato laloro autenticità, al contrario di me che, per i fatti che narrerò inseguito, già conoscevo il modo come la Suora si è espressa inquell’intervista.

In ogni caso, nel 1993, un anno dopo e nello stesso giorno della

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prima intervista a Lucia (11 ottobre), fu di nuovo richiesto a CarlosEvaristo di farsi interprete della Suora nella visita che avrebbe avutodel cardinale filippino Ricardo Vidal. In quell’occasione l’interaintervista è stata registrata in audio e video di modo che le risposte ecommenti della Veggente di Fatima fossero conosciuti dal pubblico.A questo scopo furono ripetute le stesse domande davanti a 10persone che, parlando spagnolo, capivano il suo portoghese. Eccocome furono autenticati i testi di Evaristo.

Come mai io non rimase sorpreso dal modo come la Suor Lucia siera espressa in quelle due interviste? Nel 1989, avevo ricevuto a casa,ad Aljustrel. la visita della nipote di suor Lucia, Maria do Fetal, laparente che più regolarmente visitava la Suora. Essa veniva da partesua a ringraziarmi per il mio libro che le avevo mandato:“EntreFatima e o Abismo”.Ma veniva anche con un suo messaggio per direche Dio aveva accettato quanto si faceva a Roma e che la conversionedella Russia era prossima, ecc. Ero insieme al rev. Robert Bellwood ealla suora francese, Marie Lucie, che sono rimasti perplessiall’ascolto di quelle cose, molto simili a quanto si è poi letto in quelleinterviste, e hanno perfino redarguito la Fetal su quanto diceva.Questa visita è valsa inoltre a ratificare la provenienza della letterache ho ricevuto dalla Suora (v. app.), poiché Maria do Fetal ne era alcorrente.

Già allora capivo che le contraddizioni attorno al Segreto e a suor Lucia sorgevano a causa dello spirito conciliare nemico di Fatima cheimperversa in Vaticano per contrastare i disegni divini.Intervista immaginaria?Oggi non si può più parlare di una falsaintervista della Suora, che allora con i suoi 91 anni sarebbe statavittima di allucinazioni o d’inganni. Il suo pensiero è statochiaramente registrato in nastri che furono meticolosamenteanalizzate e autenticate da un Professore al di sopra d’ogni sospetto, ilCattedratico della Facoltà di Lettere di Coimbra, Canonico Dottor José Geraldes Freire, autore di alcuni libri su Fatima, all’epoca in

funzione di cappellano del Carmelo dove si trova suor Lucia e che hapresentato il nuovo libro di Carlos Evaristo,Duas Entrevistas com aIrmã Lúcia (Due interviste con Suor Lucia, Regina Mundi Press ICHR, 1998,Fátima, "Two Interviews with Sister Lucia" nella versione inglese), pubblicatinel 1998.

Non si tratta dunque di un sentir parlare o di immaginaredescrizioni della Suora di quanto appreso direttamente da GiovanniPaolo II a parenti e consorelle, ma piuttosto di testi ormai resipubblici.

Dobbiamo quindi risalire alla misteriosa sostanza del dialogo

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avvenuto in quell’incontro del ’91 tra suor Lucia e Giovanni Paolo II,che può solo riguardare il Segreto, proprio perché riservato. Egli difronte alla Veggente, che sa di aver avuto il Messaggio dal Cielo, nonpuò che riconoscere una sua impressionante dimensione apocalittica.

Quale apocalisse però? Perché sotto questa parola qualcuno pensache si possa includere ogni prodigio e perfino immaginare la“conversione” della Russia in nome di Fatima, ma accantonando laquestione della gravissima crisi della Chiesa, che contrasta in modoimpressionante con i prodigi appena descritti e che deve pur avereuna causa. Di questa causa ovvero del “complotto metafisico” parla ilvero libro dell’Apocalisse; si tratta del complotto che mira a“far guerra contro i santi e di vincerli ... e ...fare in modo che…coluiche deve essere ucciso sia ucciso… (Ap 13, 7). Tale uccisione

dell’autorità inviata da Dio non è proprio la materia del TerzoSegreto?A causa della gravità della questione, è presumibile che suor Lucia

provi un gran timore di rivelare al mondo quanto andrebbe coperto daun rigoroso riserbo. Consapevole di questo cruccio di Lucia, Wojtyla,nel loro dialogo del 1991, deve aver chiesto con molto tatto lacollaborazione della Suor in forma di consiglio: se fosse convenienterivelare un segreto sull’attentato all’autorità papale. La Suora atterritadall’enorme responsabilità di testimoniare tale realtà si sarebbesentita allora diconsigliarea Giovanni Paolo II di non rivelarlo.

Cosa rende plausibile l’ipotesi di questo dialogo e del fatto chesuor Lucia è attualmente in preda alla paura degli effetti del Segretorivelato? Lo si trova nelle interviste dell’ottobre 1992/93, in cui dice,contraddicendosi:“La Madonna non ha mai detto che quella parte del messaggio doveva essere resa pubblica, ma che si destinava solo al papa”.

“Il papa può rivelare il Segreto, se vuole. Ma io gli consiglio di nonfarlo. Se decidesse di farlo, gli consiglio molta prudenza”.

Si badi bene, se non fosse stato Giovanni Paolo stesso a chiederealla suora un “consiglio”, è impensabile che lei si permettesse di direpubblicamente di aver consigliato un papa. Per farlo, Lucia sicontraddice in rapporto a quanto lei stessa ha detto e scritto prima,come si può costatare dai suoi testi pubblicati che trattano delSegreto.

I papi conciliari di fronte alla “sfinge” di FatimaPrima della pubblicazione della terza parte del Segreto di Fatima,

concessada Giovanni Paolo II e presentata a Roma il 26 giugno del2000, erano molti i cattolici che riponevano in questo velato

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si può testimoniare la scalata del “Mistero di iniquità”, la cui oraculminante la visione di Fatima inquadra nel nostro tempo.

Sarebbe il Segreto di Fatima una profezia sulla passione presentedella Chiesa? Basta sentire un brano del Messaggio per capire che sitratta di una profezia che annuncia le sventure del nostro secolo. Cosìè pure per la Terza parte del Segreto, di cui la veggente Lucia spiegòal cardinale Ottaviani nel 1955 perché solo doveva essere conosciutanel 1960:perché allora sarà più chiara.

L’alto prelato, riferendo pubblicamente tale risposta in unaconferenza tenuta a Roma nel 1967, ha riconosciuto la naturaprofetica del Terzo Segreto, lasciando intendere che esso verteva sulpapa, aggiungendo per conto suo che era destinato solo al papa.Quale papa però? Rimaneva implicito che la profezia riguardava più

che un papa la carica papale a cui si riferiva un oscuro eventosimbolico iniziato prima del 1960, ma che solo allora sarebbecomprensibile. In seguito si vedrà che la presentazione vaticana delTerzo Segreto conferma che la sua visione riguarda un papa, ma sidimostra rivelatrice non perché presenta, ma proprio perché sopprimequestioni macroscopiche per la Chiesa e per il Papato: lascristianizzazione del mondo e l’apostasia che avanza in seguitoall’aggiornamento ecumenisticodella Chiesa. Ciò avvienetralasciando scaltramente pure la frase connessa al Segreto:«InPortogallo si conserverà sempre il dogma della fede».

L’interpretazione vaticana ha bisogno, inoltre, di annullare il fattoche il Segreto poteva essere pubblicato nel ‘60, perché allora il suocontenuto sarebbe stato più chiaro, il che scarta la pretesa che essopossa riguardare l’attentato del 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro.

Per tutto ciò, i tempi e le ragioni della pubblicazione della terzaparte del Segreto di Fatima, dopo quarant’anni, con l’interpretazionedel Vaticano conciliare, denotano una palese avversione dei suoi capial senso della profezia cristiana nella storia. Ciò non solo perchéhanno ignorato la perenne contrapposizione tra Rivoluzione eCristianesimo, che comporta delitti e castighi d’ordine storico, maperché si sono opposti e hanno raggirato un segno dei disegni divini.Lo si vedrà attraverso le parole di questi pastori per quanto concernela storia, la rivoluzione e l’interesse dei cattolici per le profeziemariane, bollato di curiosità morbosa. La priorità della nuovagerarchia non sembra più essere la verità divina, ma la lorointerpretazione di essa secondo i tempi. Perciò anche la pubblicazione

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del Terzo Segreto doveva essere dovutamente preparata per nondisturbare il nuovo corso religioso.

Suor Lucia accetta tutto ciò? Tornando quindi al punto per cui ilSegreto svela il contrasto tra progetti umani e disegni divini, si può

dire che fino a qualche tempo prima del 1960 ovvero verso il 1958, ilMessaggio di Fatima col suo Segreto non fu accolto per quel che è:profezia divina, a causa di progetti umani d’ordine politico ediplomatico, ma d’allora in poi è stato addirittura rifiutato o asservitoad un progetto che di religioso ha solo l’apparenza.

Perché dovrebbe il fedele che intenda veramente capire ilcontenuto del Segreto di Fatima, poggiandosi su alcune apparenze eopinioni clericali, trascurare la visione del messaggio che riguarda unattentato alla sopravivenza della Chiesa? Eppure è proprio quantovuole evitare quell’interpretazione vaticana. A questo punto èinevitabile concludere che la questione principale che il fedele deveconsiderare, per capire il senso di questo messaggio profetico, èproprio il modo con cui esso fu ricevuto e trattato dalla nuovanomenklaturavaticana.

11 -LA VISIONE CONCILIARE DI FATIMA E DELLASTORIA

Chi legge il messaggio di Fatima, sia o no credente, trova in essoquella forma profetica, caratteristica della religione rivelata, per cui icredenti siano messi in guardia in modo straordinario contro i gravipericoli che sfidavano la Fede. Ildisegno divinoè la ragione chegiustifica, alla luce della fede cattolica, l’esistenza delle profezie ingenere e del segreto profetico di Fatima in specie. Ma che hanno fattoin questo senso i nuovi pastori? Lo hanno censurato e poi raggirato.

I tempi e le ragioni apportate ora, dopo quarant’anni, per lapubblicazione del Terzo Segreto di Fatima, con la sua relativainterpretazione, denotano, non solo la perdita della capacità didistinguere segni divini da parte del Vaticano conciliare, ma unavelata avversione ad essi. Dal tempo di Giovanni XXIII, infatti, nonsi smette di parlare di segni dei tempi con grande ottimismo, ma sitratta dei segni di progresso e di pace opposti alla permanenza delCristianesimo e di Fatima nel mondo attuale. Le parole dei capiconciliari per quel che riguarda la storia, le eresie e le rivoluzionisono di scuse; quanto all’interesse dei cattolici per le profezie

mariane, sono di biasimo per una curiosità morbosa.

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questo“eminente conoscitore della materia”, che nega proprio quantol’eminente prefetto per la fedepretende di interpretare!

Il teologo Ratzinger si dimostra concorde con i contestatori diFatima 2 ignorando, incredibilmente, che ci sono altri aiuti inerenti alMessaggio di Fatima comunicati a Lucia: nel 1925 la devozione dei 5primi sabati, e nel 1929 la richiesta della consacrazione della Russia,data in seguito ad una grandiosa Teofania Trinitaria. Ecco allora chequando il Vaticano attuale dice di aver “preparato un opportunocommento”, si intravede in esso un disperato tentativo di archiviare laProfezia di Fatima, se non nel suo testo, nell’alto senso del suodisegno divino.

“Esaminiamo ora un poco più da vicino le singole immagini. L'angelocon la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe

immagini dell'Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, cheincombe sul mondo. La prospettiva che il mondo potrebbe essere inceneritoin un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come purafantasia: l'uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada difuoco”.

Per il teologo Ratzinger i castighi divini sono da ridimensionarenella misura di catastrofi causate dagli uomini e aggiunge:“La visionemostra poi la forza che si contrappone al potere della distruzione - losplendore della Madre di Dio, e, proveniente in un certo modo da questo,

l'appello alla penitenza. In tal modo viene sottolineata l'importanza dellalibertà dell'uomo: il futuro non è affatto determinato in modo immutabile, el'immagine, che i bambini videro, non è affatto un film anticipato del futuro, del quale nulla potrebbe più essere cambiato.Tutta quanta lavisione avviene in realtà solo per richiamare sullo scenario la libertà eper volgerla in una direzione positiva.Il senso della visione non è quindiquello di mostrare un film sul futuro irrimediabilmente fissato. Il suo sensoè esattamente il contrario, quello di mobilitare le forze del cambiamento inbene.”

La libertà umana senza norme, aumentata a dismisura nel mondoscristianizzato, non era forse all’origine dell’offesa a Dio? Ciò andavaricordato dai pastori, ma non fu così dopo Pio XII; declinata l’idea diPapa giudice, sparì anche il senso del peccato. Giovanni XXIII nonvolendo più condannare, accusava tacitamente la stessa giustizia, cheesiste per condannare delitti ed errori. Questa rottura col passato puòessere costatata pure senza il Segreto di Fatima: è storica. Ma qui lasua interpretazionevaticana dimostra di voler ignorare sia la storiarecente sia la presenza del disegno divino dell’evento di Fatima. Èvero che in questa interpretazione è detto che“la visione parla

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piuttosto di pericoli e della via per salvarsi da essi”,ma che attenzione èstata data ai mezzi lì offerti? Sarebbe poi da domandare a quantiriconoscono i pericoli, ma continuano ad esaltare l’umana libertà: cheascolto danno al Magistero precedente? Perché esso aveva giàdenunciato i poteri che mirano alla demolizione della Chiesa. Nellavisione del Segreto, isoldati che uccidono il Papa e il suo seguito,non apparterrebbero forse a tali poteri? E il loro obiettivo non era dicancellare la libertà del Papa di condannare le false libertà che siscatenano contro le verità di Fede e la Morale? Ebbene, oggi ilVaticano cerca la riconciliazione con ogni fede e potere.

Ricordiamoci quanto detto nellaMirari vosda Papa Gregorio XVI,contro ildeliriodell’indifferentismo e di certe libertà:“Tolto infattiogni freno che contenga nelle vie della verità gli uomini giàvolgentisi al precipizio per la natura inclinata al male, potremmodire con verità essersi aperto il pozzo dell’abisso...Allude allavisione dell’ Apocalisse(9, 1-2): ... un astro caduto dal cielo sullaterra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’abisso; egli aprì il pozzodell’abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una granfornace, che oscurò il sole e l’aria.”Nello stesso libro l’astro è ilvescovo, che guida e illumina i fedeli; chi sarebbe il vescovo caduto achi fu data la chiave?

Il fatto certo è che dopo Giovanni XXIII la Chiesa fu aperta perfinoagli adepti della religione dell’uomo che si fa Dio.In questainterpretazionestupisce che un consacrato possa vedere

il simbolo della ripida montagna, faticosa ascesa dei testimoni dellafede che si avviano al martirio, come luogo della storia umana ingenere; storia come ascesa verso l’alto dell'umana creatività (!) econvivenza (!) È un’ulteriore riduzione dell’immagine del Calvario,per proporre, al posto dellaVia crucis,la via di compromessi per scioglierestorici malintesiirrisolti. Pongono, quindi, sullo stessopiano il martirio cattolico e le lotte dei Papi fedeli, con le sortiteecumenistedi Giovanni Paolo con i suoi acciacchi. Quanto è messo informa di domanda, perciò dubitativo, diviene altrove rispostacreativa!

“Siamo così giunti ad un'ultima domanda: Che cosa significa nel suoinsieme (nelle sue tre parti) il «segreto » di Fatima? Che cosa dice a noi?Innanzitutto dobbiamo affermare con il Cardinale Sodano- « ... le vicendea cui fa riferimento la terza parte del «segreto» di Fatima sembrano ormaiappartenere al passato». Nella misura in cui singoli eventi vengono

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rappresentati, essi ormai appartengono al passato.Chi aveva attesoeccitanti rivelazioni apocalittichesulla fine del mondo o sul futuro corsodella storia, deve rimanere deluso… Fatima non ci offre tali appagamentidella nostracuriosità, come del resto in generale la fede cristiana nonvuole e non può essere pastura per la curiosità.

Al diritto degli uomini di “prendere coscienza” di quanto puòessere decisivo per la salvezza personale e sociale, il teologoRatzinger antepone oggi, come Giovanni Paolo II prima, l’accusa di“curiosità”. Per loro, contano solo le luci di una “nuova Pentecoste”che serve a distogliere i fedeli dalle verità di Fede riviste nel Segretoe guidarli alle novità dell’ecumenismo conciliare. Gli avvisi diFatima non sarebbero che “metafore apocalittiche”. Eppure talimetafore palesano mirabilmente l’oscura realtà di una Roma

indifferente ai disegni divini.L’intenzione di ridurre gli avvisi e le richieste del Segreto siripetono più volte. La prima volta magari in forma di domanda, inseguito come affermazione. Lo stesso riguarda“le immagini, che Luciapuò aver visto in libri di pietà il cui contenuto deriva da antiche intuizionidi fede.”

La conclusione sul Segreto a cui il cardinale Ratzinger ci vuoleportare, è quella di immagini legate adantiche intuizioni di fede.Quando i pastorelli ebbero la visione, prima sull’inferno e poisull’ecatombe del Papa col suo seguito, non fu essa la medesima per tutti loro? Inoltre, non è teologicamente più corretto dire che sono ilibri di pietà che derivano da visioni nella fede, e non il contrario,cioè che le figure stampate determinano la fede? A questa luce, èimproponibile la riduzione fatta da Ratzinger della visione delSegreto - che sarebbe “più chiara” nel 1960 e che deve essere un aiutoper la Chiesa in un ora cruciale della storia - a un quadretto di pietàsbiadita. A causa di questa e altre distorsioni del Segreto, si deve

constatare che esso è stato malamente raggirato. Qualcosa impediscela comprensione di quanto doveva essere alla portata anche deibambini; qualcosa legato alla malizia di alcuni e alla reazione abulicadei cattolici di fronte ad un evento straordinario, che ha dimostrato lasua origine e contenuto celeste, non solo sotto il punto di vistareligioso, ma anche storico.

La persecuzione anticristiana.Riguardo alla“Chiesa dei martiridel secolo ora trascorso rappresentata mediante una scena descritta con unlinguaggio simbolico di difficile decifrazione”. Il fatto della crescentepersecuzione anticristiana nel mondo contemporaneo non è, però,

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segreto divenuta giustamente famosa: «il Mio Cuore Immacolatotrionferà». Che cosa significa?Per i cattolici questo trionfo non puòessere altro che il ritorno e la conversione alla Fede, integra e pura,per cui una lancia ha trafitto il Sacro Cuore di Gesù insieme al CuoreImmacolato di Maria;“affinché fossero svelati i pensieri segreti dimolti” (Lc 2, 35).

E ciò ha un seguito nel Messaggio stesso:“Alla fine, il MioCuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà laRussia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace.

Come interpreta questa promessa il teologo Ratzinger? Partendodalla premessa che“queste vicende... sembrano ormai appartenere al passato”, lui conclude che il trionfo si rifà alfiat di Maria; un modo

pietosodi far tabula rasa delle richieste e dei disegni divini della SuaProfezia.Comunque, se la consacrazione del mondo fatta da Giovanni Paolo

II avesse ottenuto, come essi insinuano, laconversionedella Russia ela pace attuale, esse sono ad immagine e somiglianza della fede chel’ha voluta, cioè fumose. Quanto a Ratzinger,perito conciliare delcardinale modernista Frings, cos’altro può offrire la suainterpretazionedel Segreto se non la dimostrazione di un’avversioneper le profezie apocalittiche? Egli vorrebbe evitare oggi qualsiasicollegamento della Rivelazione con la Profezia di Fatima per i tempipresenti. Essa, come l’Apocalisse, sarebbero in utili per lacomprensione dell’ora presente.

Tuttavia, nel 1985 è stato proprio lui ad ammettere in un’intervistaa Vittorio Messori (Intervista sulla Fede, 1985) che la terza parte diquesta profezia riguarda“i pericoli che minacciano la fede e la vita deicristiani, quindi del mondo. E l’importanza degli ultimi tempi... ma le cosecontenute in questo terzo segreto corrispondono a quel che è annunciato

nelle Scritture”. Che esse siano raggirate ora, poiché riguardano il presente, è unfatto deprecabile che dimostra chiaramente proprio in che temposiamo e da dove provengono“i pericoli che minacciano la fede e la vitadei cristiani”.

Quale può essere il più grande pericolo che minaccia la Fede e lavita della Cristianità nell’ordine terreno? Il Prelato non lo ha dettoallora. Ci sarebbe da chiedere quale posto abbia quella ammissionenella presente interpretazione del Segreto. Nemmeno essa è rimasta?Può essere cosìincredibileper i cristiani che il pastore siacolpito?Il

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mistero d’iniquità nel Luogo santo non è forse annunciato nelleScritture? Ma di quest’immane pericolo, dell’abominazione delladesolazione nel Luogo santo della Chiesa, il Prelato non vuole che siparli. Ecco peché l’interpretazione vaticana del Terzo Segreto èoggettivamente fuorviante del senso che la visione può avere per laFede. Si riconosce che essa riguarda il“punto culminante dellastoria”, ma in tale vertice non si pone l’attentato alla Fede divina,bensì un uomo, Giovanni Paolo II!

Si è parlato qui della perdita della visione spirituale per quantoconcerne la Profezia di Fatima. A questa luce si può dire che lavisione e la voce del papato cattolico sono per ora svanite e ad esse èsubentrato uno spirito riformatore, proprio ad un’altra specie dipapato. La città, già mezza rovinata, non fu risparmiata: la scalata delmodernismo e dell’apostasia nella sede romana, dopo la mortedell’ultimoPapa cattolico per completare la sua demolizione, si ècompiuta in un lampo. La continuità apostolica e la verità non sonopiù in Vaticano.

Le contraddizioni che fanno vittime

Si capisce che, se è vero che Giovanni Paolo II per attribuirsi il

Segreto di Fatima ha coinvolto Lucia, essa è rimasta esposta a gravicontraddizioni, che sono trapelate e per tacerle qualcuno ci ha lasciatole penne. Ciò in riferimento, più che altro, alle due interviste aicardinali, quando Suor Lucia ha fatto conoscere, pensando che fosseun fatto edificante per i fedeli e esaltante per il Messaggio di Fatima,quanto aveva sentito da Giovanni Paolo II sulla conversione dellaRussia e del suo capo. Quando il Vaticano le ha richiesto di smentirequesti “fatti”, dev’essere rimasta terribilmente sbigottita. Come nelcaso di Padre Fuentes, ella aveva testimoniato solo quanto le era statodetto da Maria Vergine per favorire la fede dei cattolici. Smentirlo erauna decisione troppo dura per la sua coscienza, ancor piùsconvolgente sapendo che la richiesta proveniva da una tale Sede.Questa volta Lucia deve aver rifiutato di smentire quanto avevaripetuto in buona fede, poiché non risulta da nessuna parte che l’abbiafatto. A questo punto quelle trovate vanno assegnate a qualcun altro.Chi? Ecco creato lo scompiglio nelle schiere di quanti nonammettono che si dubiti della parola di Giovanni Paolo II e della

Suora, perché ora si è costretti a dubitare di una delle due. Sarebbe

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stata suor Lucia plagiata da Giovanni Paolo II?Dato il carattere risoluto e la lucidità della Suora si può negare che

ciò avvenga in termini personali, ma viste le sue contraddizionioggettive, non si può negare che essa faccia sue le idee di un cosìamichevole capo. Rimane che la visione vaticana del Segreto è alienaalla verità.

Le questioni che riguardano la Fede sono sempre velate affinché lalibertà umana di credere sia preservata. Quando, però, i cattolicivedono che la Dottrina, la Liturgia, la Missione e l’Autorità dellaChiesa, che resistettero alle peggiori persecuzioni dei poteri mondani,appaiono oggi devastate, malgrado gli avvisi profetici, essi devonocapire che si tratta di un colpo interno, perpetrato dai nemici dellevere profezie; da un apparato clericale subentrato alla morte di Pio

XII. Tale devastazione non dimostra forse il seguito del virtualeeccidio papale, precisando pertanto la datazione storica del TerzoSegreto di Fatima?

Stando così le cose si può testimoniare che l’avviso dell’ecatombecattolica era pendente già nel tempo di Pio XII. Se tuttora molti nonlo vogliono capire, ciò si dimostra con un triplice significato delSegreto:

1 - Che i papi disattendendo le richieste di un aiuto divinolasciarono la Chiesa disarmata di fronte agli attacchi satanici. Infatti,quale uomo può fermare senza l’aiuto di Dio la rovina del SuoTempio?

2 - Che la devastazione avvenuta nell’interno della Chiesa dopoPio XII, riguardo alla vita religiosa, non sarebbe stata possibile sefosse stato presente un papa cattolico, sommo vigilante della Fede;

3 - Che l’accettazione di un pastore elevato per mutare la Chiesasecondo gli errori già condannati dai Papi, è un’insidia più devastantedi tutte le guerre e rivoluzioni già avvenute. È l’ecatombe nel Luogo

santo dove sono custoditi i princìpi d’ogni giustizia e pace terrena.Ci sono credenti che dubitano del Terzo Segreto, pubblicato dalVaticano, perché in esso la Madonna non parla, spiegando l’attualesituazione catastrofica della Fede! Come se il Segreto insegnasse laFede! Il Terzo Segreto di Fatima riguarda il Papa, non solo comerappresentante dell’Autorità divina nel mondo, ma come custodedella Parola e dei Segni dati da Dio per l’edificazione della Chiesa eper la difesa della Fede che salva gli uomini. In entrambi i casi ilPapa sarà sempre bersaglio di quanti vogliono abolire la Legge divina

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mezzo,come mostra la visione del Terzo Segreto, che in questo modorappresenta la datazione dell’abominio della desolazione nel luogosanto. Ecco l’ecatombe apocalittica, il compimento virtuale delcomplotto metafisicodescritto nelle Sacre Scritture, ma allo stessotempo il fatto a misura d’uomo che i capi del Vaticano attuale temonopiù che un nuovo diluvio di fuoco, per cui leacque degli oceanidiverranno vapori e la schiuma s’innalzerà sconvolgendo e tuttoaffondando. Milioni e milioni di uomini periranno di ora in ora e coloroche resteranno in vita invidieranno i morti.

Per la fede la perdita delle anime non supera forse questi mali?Sembra ormai chiaro che se Giovanni Paolo II ha tolto finalmente

il sigillo imposto da Giovanni XXIII al Segreto, ciò non dev’essereavvenuto in vista dei disegni divini per questa profezia a lui oscura,

ma perché riteneva che il rischio di svelarla sarebbe stato compensatodal giovamento alla sua immagine di vittima di virtuali persecutoridella Chiesa. In vista della sua enorme popolarità nel mondo,probabilmente avrà ritenuto di poter guidare l’intendimento dellavisione profetica in tal senso fornendo una interpretazioneufficiosadel Segreto, da impartire ai mass media in un’imponente conferenzavaticana.

L’operazione non ha avuto, però, buon esito. Infatti, lapresentazione del Segreto fatta dal cardinale Sodano e rinforzata dallanota teologica del cardinale Ratzinger, ha subito lasciatol’impressione che l’oggetto della iniziativa era rivestire di un’aureoladi martirio la persona di Wojtyla e fornire una copertura divina allesue imprese ecumeniste. Inoltre, tale interpretazione, come ha dettoNavarro Valls, portavoce di Giovanni Paolo II, intende anche toglieredalle mani dei “tradizionalisti” la questione del Segreto. Ma può ilVaticano farlo, senza fornire validi argomenti di fede che rispondanoa quanto riguarda l’eccidio papale? Di fronte a questo ostacolo, siriduce la visione a”proiezioni del mondo interiore di bambini, cresciutiin un ambiente di profonda pietà, ma sconvolti dalle bufere cheminacciavano il loro tempo”, che quindi, sarebbe priva di significatirazionali e non meritevole di ulteriori approfondimenti. Non equivaleciò a un maldestro tentativo di archiviare di nuovo in modo indirettoil Segreto?

Ecco che questa pubblicazione non mise in evidenza solo ilcontenuto del Segreto, ma anche l’incapacità del Vaticano attuale dispiegare il senso del messaggio profetico, e perciò la ragione della

sua decennale censura. Inoltre ha palesato che chi è tanto pronto ad

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applicarlo ai propri fini, lo teme e, dopo averlo usato, non vuole dimeglio che farlo dimenticare: tutti fatti sintomatici che l’operato delVaticano attuale è del tutto alieno ai disegni divini.

Tale fuorviante interpretazione del Segreto di Fatima basterebbe adimostrare a che estremi arrivano questi capi vaticani nellostravolgimento delle questioni che stanno a cuore ai cattolici.

Poiché non si può capire niente in materia religiosa ignorandol’azione della Provvidenza, si può intuire l’intervento di Essa nellapubblicazione del Segreto, col permettere che l’idea di usarlo aproprio vantaggio diventasse la molla che avrebbe spinto GiovanniPaolo II a svelarlo, anche senza capirlo e ignorandone la portata. Unpasso falso, perché la reazione alla sua lettura, con l’illogica pretesad’essere lui la vittima predestinata della visione, ha provocato

perplessità e quel profondo disagio che desta il culto della personanelle questioni religiose.Per gli agnostici era la dimostrazione della vacuità di simili

rivelazioni; per molti altri la prova dell’inautenticità del testo; per noila riprova che lo spirito d’inganno infuria in Vaticano. Non devesorprendere, perciò, che nessuno sia rimasto seriamente convinto emeno ancora edificato di fronte a questa subdola manovra, a tal puntoche Mons. Bertone è ripartito per Fatima nel novembre 2001 per sentire ancora da suor Lucia, alla presenza di altre eccellenze, laconferma definitiva che tutto quanto le era stato rivelato nel 1917 eraormai pubblicato e ben interpretato. Infatti, se continuasse ad esserecontestata l’autenticità di quel che è stato pubblicato, peserebbe suicapi vaticani l’ignominia di aver forgiato un falso, cosa che anchevescovi e preti dicono a bassa voce.

In seguito alla visita di Mons. Bertone a suor Lucia è statoannunciato alla stampa che essa aveva confermato ogni cosa. Tuttorisolto? Non proprio, dato che anche la Veggente dimostrandosi più

volte contraddittoria su questioni decisive riguardanti il Segreto,come sulla data del 1960, fa pensare di essere plagiata; la suacredibilità è incrinata a tal punto che alcuni deducono perfino che cisia in giro una sua sosia. Sembra paradossale, ma le contraddizioniumane divengono spesso un indizio rilevante per la comprensione diun caso misterioso. È il caso della devozione di Giovanni Paolo IIalla Madonna. Il fatto di aver ora pubblicato il Segreto non devetrarre in inganno i cattolici sulla sua cura verso il Messaggio diFatima e le richieste del Cuore Immacolato di Maria, la cui devozionerimane ufficialmente accantonata.

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Il Segreto non fu svelato per il suo contenuto profetico,incomprensibile allaintellighenziaclericale e agli intellettuali ingenere, ma perché utile al bisogno conciliare di far accreditare lenovità ecumeniste come continuità cattolica. Ecco perché è statoelaborata una interpretazione ad uso personale che ostenta una vagavisione storica e competenza teologica. L’interpretazione vorrebbespiegare il Segreto, ma ignorando le richieste della Madonna, finisceper essere da esso interpellato perché lo stira per coprire l’attentatoecumenistaalla tradizionale fede cattolica con la pelle di un agnellosacrificale. Potrebbe allora pesare sul Segreto pubblicato il sospettod’essere un falso?

Ora, quanto detto fin qui, che può essere condiviso da molti,credenti e non credenti, cioè che il Segreto è stato messo a servizio

della “causa” di Giovanni Paolo II, riguarda il suo abuso, non il suocontenuto. Quanto al contenuto, ossia la visione dell’eccidiosimbolico del papa cattolico, esso può essere indirettamente spiegatodall’assenza in Vaticano di chi rappresenta la voce profetica cheinvoca conversione e penitenza. Ma l’imbroglio vaticano nonscalfisce il Segreto. Anzi, può dimostrare, come si è detto, che il testodella visione rientra perfettamente nel tema profetico dellapersecuzione della Fede nella Roma-Babilonia. Quindi, la visioneprofetica può trovare una chiara spiegazione. Quel che si dimostrainsostenibile è l’interpretazione del Vaticano attuale che vuolliquidarele “profezie di sventura” per ottenere l’applauso del mondo.Ma ciò è solo possibile quando il papa cattolico ètolto di mezzo(2Ts), proprio come nella visione del Segreto, e al suo postosubentranopastori per ultimare i piani utopici e ecumenici dellelogge e dei poteri mondani. Come potrebbero essi spiegare la visionedi cui sono protagonisti, non dalla parte del papa massacrato, ma deisuoi avversari?

Dopo queste considerazioni, che conducono a dedurre l’assenza delvicario di Chi è la Verità, l’imbroglio vaticano, anziché rendereoscura la Profezia di Fatima, finisce per dimostrarsi, esso stesso,determinante per dare un senso almassacrodei testimoni cattoliciprofetizzato. Ciò mette in luce il Segreto di Fatima come profeziasulla passione della Cristianità, vittima della persecuzione alla Veritàche riflette.

Ma chi ha paura che il Segreto sveli questoeccidio cattolico? La prima risposta, indiretta, è venuta proprio da Giovanni XXIII e

dai suoi successori conciliari, che lo hanno censurato e nascosto. La

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seconda risposta, ancora indiretta, viene ora da Giovanni Paolo II chelo pubblica con un’interpretazionea favore della sua “causa dimartirio”, non certo per la difesa della Fede, ma per una paceecumenista!

Ecco lagenesidi questainterpretazione vaticana del «Segreto»,lacui inconsistenza, non solo storica, ma religiosa, rientra nel misterodel Segreto. Essa segue la storia incompiuta dei Papi di Fatima,attraverso la quale si è visto con la storia del Segreto, quella dellerivoluzioni, che rappresentano il male che è penetrato perfino nellaChiesa. Per la sua difesa e della Cristianità le è stato dato il Segretoprofetico. Se la sua origine è divina, come crediamo, chi lo censura oraggira non fa altro che rivelarsi come nemico dei disegni di Dio.

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diverse rivoluzioni contro la Fede al solo nefasto comunismo. Ma,stranamente, questa era proprio l’imputazione che era statavergognosamente evitata dal Vaticano II, a causa di un patto con icapi dell’URSS per ottenere la presenza di rappresentanti delPatriarcato di Mosca, che come si sa erano asserviti a quel regime. Inquella occasione “l’immane sofferenza” dei fedeli non rimase sololegata all’aggressione comunista, ma alla rimozione interna deidifensori della Chiesa, come hanno attestato molti prelati, tra cui icardinali Slipyj e Mindszenty, durante e dopo il Vaticano II.Alla domanda: «Il personaggio principale della visione è il Papa?», Suor Lucia risponde subito di sì e ricorda che i tre pastorelli erano moltoaddolorati della sofferenza del Papa e Giacinta ripeteva: «Povero SantoPadre, ho molta pena per i peccatori!».Lucia continua:«Noi non

sapevamo il nome del Papa, la Signora non ci ha detto il nome del Papa,non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o Giovanni PaoloII, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire pure noi».

Si è visto prima (p...) che la 3a. parte del Messaggio di Fatimariguarda, non la persona privata del Papa, ma il Papato: la carica diprimo testimone della Fede e somma vittima degli attacchi contro laChiesa. Si è visto anche che le parole di Lucia e le visioni diGiacinta, sulle masse che inveiscono contro il Papa, indicano il temadella Rivoluzione per eccellenza; la continuità della perenne

ribellione umana che è presente nel Segreto e che indica laprovenienza dell’attacco finale al Papa e alla testimonianza cattolica.Un’empietà non univoca alla rivoluzione comunista, presentata

ormai come male supremo nell’interpretazione vaticana.Passiamo ora agli elementi che confermano l’autenticità della

visione segreta, riguardo alla centralità della figura papale.Quanto al passo concernente il Vescovo vestito di bianco, cioè il Santo

Padre - come subito percepirono i pastorelli durante la «visione» - che ècolpito a morte e cade per terra, Suor Lucia condivide pienamentel'affermazione del Papa: «fu una mano materna a guidare la traiettoriadella pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte»(Giovanni Paolo II, Meditazione dal Policlinico Gemelli ai Vescovi Italiani, 13maggio 1994).”

La preoccupazione di associare questi elementi, come se fosserofatti, è all’origine dell’ipotesi ardimentosa delmiracolo che hasalvato Giovanni Paolo II, ipotesi del tutto illogica, quanto meno se siconsidera la data per svelare il Segreto, che sarebbe stato più chiaronel ‘60. All’ipotesi, presentata come un fatto, segue la questione della

data.

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“Poiché Suor Lucia, prima di consegnare all'allora Vescovo di Leiria-Fatima la busta sigillata contenente la terza parte del « segreto », avevascritto sulla busta esterna che poteva essere aperta solo dopo il 1960, o dal Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di Leiria, Sua Ecc.za Mons. Bertone ledomanda: « perché la scadenza del 1960? È stata la Madonna ad indicare

quella data? ».Suor Lucia risponde:«Non è stata la Signora, ma sono stata io amettere la data del 1960 perché secondo la mia intuizione, prima del 1960non si sarebbe capito, si sarebbe capito solo dopo. Ora si può capiremeglio. Io ho scritto ciò che ho visto, non spetta a me l'interpretazione, maal Papa».

In verità suor Lucia, dicendo che fu lei a mettere la data del 1960per l’apertura del Segreto redatto nel 1944, lo stavainterpretando.

Ora, lei aveva pure svelato che a causa della sua resistenza a

scriverlo, la Madonna le era apparsa il 2 gennaio 1944 per ingiungerledi farlo. E un evento così straordinario conferma senza dubbi che nonvi è nulla concernente il Segreto, dalla sua redazione alla data dellasua apertura, che sia stato lasciato alleintuizionidi Lucia.

Qui si delinea l’equivocainterpretazionebasata su trame che,intente a falsare una vera profezia, svelano la faccia del Vaticanoattuale:

1ª. un “segno dei tempi” che sarebbe fuori del tempo;2ª . avversione ai segni dell’Apocalisse ispirata da Dio;3ª. paradossale incapacità di consacrare la Russia;4ª. protagonismo nel punto culminante della storia.

1ª. Un “segno dei tempi” che sarebbe fuori del tempo.

Per attestare l’esistenza della data del 1960 riguardante il Segretoci sono tante lettere e testimonianze, tra cui quelle dei CanoniciGalambra e Barthas e dei cardinali Cerejeira e Ottaviani, oltre che delsuccessore di Don José Alves Correia da Silva nella Diocesi diLeiria-Fatima, il Presule João Pereira Venâncio, arrivato al punto diproporre a tutti i vescovi del mondo un giorno di preghiera epenitenza il 13 ottobre 1960, affinché tutti i cattolici potessero sentiree onorare il Messaggio della Madonna.

Il 7 settembre 1946, alla chiusura del Congresso Mariano diCampinas in Brasile, il Cardinale Cerejeira dichiarò che la terza partedel Segreto era in una busta sigillata che sarebbe stata aperta nel1960.

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Nei suoi incontri con Suor Lucia, nei giorni 17 e 18 ottobre 1946(pubblicati nel 1952), il canonico Barthas le domandò quando sarebbestata rivelata la terza parte del Segreto. La risposta senza esitazioni nécommenti, confermata anche dall’assenso del Vescovo di Leiria, cheera presente, fu: 'Nel 1960.' Continua il Padre: “Quando arrivai alpunto di osare la domanda del perché si sarebbe dovuto attendere finoad allora, ricevetti la stessa risposta dalla Suora e dal Vescovo:Perché la Santissima Vergine così lo vuole”. Certificata questavolontà, occultare il Terzo Segreto nel 1960 non significava mettersidalla parte del mistero dell’iniquità figurato nello stesso Segreto?Tale censura furtiva era in sonoro contrasto col frastuono di novitàorchestrato dallo spirito conciliare. Nel clima di profonda delusioneper la censura del messaggio trasmesso dalla Madre di Dio, il prefetto

della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale AlfredoOttaviani, ha fornito alcune notizie sul Segreto, con l’intenzione diplacare l’indignazione dei fedeli.

Era l’11.2.67, anno del 50° delle apparizioni di Fatima, e laconferenza nell’Accademia pontificale mariana di Roma, ful’occasione per il Cardinale dire:“Lucia ha scritto su di un foglio quel che la Santa Vergine le ha domandato di dire al Papa (!). Il Messaggio nondoveva essere aperto prima del 1960. Ho domandato a Lucia - perchéquella data? Ella mi rispose: Perché allora apparirà più chiaro. Il che mi

ha fatto pensare che il messaggio era di tono profetico, dato chegiustamente le profezie, come si vede nella Sacra Scrittura, sono copertecon un velo di mistero ...”.

In una lettera del 24.6.87, che ho ricevuto da Suor Lucia, lei ripetela mia domanda: “L’anno 1960, cruciale nella vita della Chiesa e delmondo, dovuto a molti fatti tuttora invisibili, era previsto comemomento per la conoscenza del Segreto, ma in che modo laMisericordia divina ha fatto conoscere a Suor Lucia questa data ?”.

Risposta:“Il come ho avuto conoscenza di questa data non sonoautorizzata a spiegarlo qui, ma teniamo presente che l’autorizzazione dataaffinché la Chiesa potesse aprire la mia lettera, non era un ordine perchéla pubblicasse.”

Sembra impossibile accordare la frase:“Non è stata la Signora, masono stata io a mettere la data del 1960”con quello che risulta dire ora.Se è stata la stessa Veggente a stabilire l’anno 1960 per l’apertura delTerzo Segreto, come ha potuto lei riferirsi a un’autorizzazionenecessaria alla stessa Chiesa per aprire il Segreto? Chi dovevaautorizzarla? Mistero!

Vale la pena ricordare la risposta di Lucia alla domanda del

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Canonico Galambra all’inizio della 4a. Memoria indirizzata al suoVescovo:“Quando lei disse che la penitenza era fatta solo in parte, lodisse da sé stessa, o ciò le fu rivelato?”- Mi pare, Eccellenza, che inquesti casi, non ci sia nessuna cosa che io dica o scriva proveniente dame stessa.”

Casualmente l’attualeintuizionedi Lucia serve proprio a scartarel’evidenza che il Segreto riguardi la Fede a favore dell’idea cheriguardi l’attentato a Wojtyla. Ma come si può credere che il velosulla data, attestata da alti dignitari della Chiesa e che tenne sospesala Cristianità e mezzo mondo per decenni, fu messo solo daun’intuizione? Eppure si vorrebbe far credere che il Segreto riguardiquell’attentato del ‘81, le cui cause rimangono ignote, ignorando ilperiodo intorno al 1960, dimostratosi momento cruciale dell’attentato

demolitore della Cristianità. Solo quest’eccidio dei testimoni cattolicisi accorda con la Profezia di Fatima, per le sue dimensioni e per lasua data.

Quello che non si presta a raggiri è la realtà storica. Infatti, nellaChiesa tutto è cominciato a cambiare rovinosamente da quel periodo.E non c’è dubbio che le trasformazioni spirituali nel mondo cattolicoprovocarono un clamoroso cambiamento nella società umana. Ciò furegistrato dagli storici come dai sociologi, filosofi, ecc. È un fattoevidente a quanti vogliono approfondire la portata degli eventi delnostro tempo. Scrive un teologo(riv. Roma, Buenos Aires, n. 88):“Possiamo affermare senza fornire alcuna prova che la causa di tutta lacrisi della Chiesa è lo stesso Vaticano II (convocato in quel periodo). Chideve fornire prove è chi nega essere lo stesso ‘concilio’ la causa efficientedel disastro ecclesiale. Ma per essere credibile dovrà indicare quale ful’altro grave evento che superò nelle sue conseguenze il Vaticano II.L’unico evento devastante che lo ha preceduto in quel periodo e che lasciòperplesso tutto il mondo cristiano, fu il rifiuto di Giovanni XXIII di far conoscere il Segreto dato dalla Madre di Dio a Fatima per la salvezza deisuoi figli.”

Il Segreto per avere senso deve corrispondere per forza ad unevento ecclesiale iniziato nel passato prossimo e d’immanidimensioni.

Tale evento, oggi si sa, è figurato nella visione dell’attentato letaleperpetrato dai poteri del mondo contro il Papato cattolico. Si dirà: macome mai Suor Lucia stessa riduce l’importanza del 1960 per l’intendimento del Terzo Segreto? La risposta sta nei fatti: poichéanche la testimonianza di Lucia, sottomessa al nuovo ordine vaticano,è stata stranamente mutata dopo la morte di Pio XII nel 1958.

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2ª. Avversione ai segni rivelati dell’Apocalisse.

Quando l’interpretazione vaticana tratta della caduta dell’impero

sovietico nel 1989, tace o accantona deliberatamente il proprioclamoroso collasso che l’ha preceduta. Tale collasso cattolico ha vistolo svuotamento delle chiese e il generale abbandono della morale edella vita cristiane. Di fronte alla visione della città rovinata e dellemorti che hanno sconvolto il papa, fino alla sua eliminazione insiemeagli altri cattolici, si dovrebbe almeno avere il pudore di riconoscerequell’inesorabile rovina.

Se la città cattolica era mezza rovinata prima del 1960, oggi esalasolo fumo e odore di morte spirituale. Potrebbe essa ottenere per laRussia la conversione che le è estranea? Ma ilnuovo ordinedelVaticano conciliare, con le sue velate deviazioni dottrinali e conpalesi occultamenti del Messaggio di Fatima, ha continuato la suacorsa, indisturbato, fino al presente tentativo di adattamento delSegreto. Se la misura era piena, ora le contraddizioni potrebbero far traboccare il calice, venendo alla luce. Per evitare che ciò avvenisse cifu l’istruzionevaticana del 1989, rivolta ad alcuni capifila di Fatima,sulla “consacrazione già fatta”. Adesso essa si estende implicitamente

a tutto e a tutti, seguendo un’interpretazione definitivadel Segreto diFatima e dei suoitrionfiriguardo alla ‘conversione’ della Russia allapace. Ecco allora un’ingiunzione che appare come ildiktat cheintende liquidare le discussione sul Terzo Segreto; il motivo centraledell’interpretazione vaticana, per “strapparlo definitivamente dallemani dei tradizionalisti”: “Ogni discussione ed ulteriore petizione sonosenza fondamento”.

In verità, le questioni da spiegare, nonostante la pubblicazione deltesto ora offerto, rimangono ancora molte e fondate ! Se il Segreto

fosse privato di una data, la sua natura profetica sarebbe vanificata.Dopo aver verificato che il Segreto era da rivelare nel 1960 e che laConsacrazione della Russia richiesta dalla Madonna di Fatima per prevenire i mali della storia moderna non fu mai effettuata, vediamocosa dice il Vaticano su quel che i cattolici devono pensare delSegreto.“Per consentire ai fedeli di meglio recepire il messaggio della Vergine diFatima, il Papa ha affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fedeil compito di rendere pubblica la 3ª parte del «segreto», dopo averne

preparato un opportuno commento.”

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Prima di passare al commento teologico del cardinale Ratzinger sono da ricordare i suoi precedenti. Ratzinger era il giovane(34 anni)teologo del cardinale modernista di Colonia, Frings. Insieme al suomolto applaudito maestro Karl Rahner lavorava in unisono con ivescovi del "partito del Reno" che si riunivano presso quel Cardinaleche, da parte sua, fu l’influente gestore dei fondi diAdveniat eMisereor che hanno finanziato la rivoluzione ecclesiale in AmericaLatina.

Per loro il gran problema delconcilioera lo schema speciale diMaria,"che risulterebbe un male inimmaginabile per l’ecumenismo" (LeRhin, v. p...). Proprio chi riteneva un gran male che i fedeli siinteressassero più delle prerogative di Maria Mediatrice che di unfasullo ecumenismo, ora, convertito,spiega la mediazione della

Madonna di Fatima!“Chi legge con attenzione il testo del cosiddetto terzo «segreto» diFatima, che dopo lungo tempo per disposizione del Santo Padre viene quapubblicato nella sua interezza, resterà forse deluso o meravigliato dopotutte le speculazioni che sono state fatte...“Nessun grande mistero vienesvelato, il velo del futuro non viene squarciato.”

3ª. Paradossale incapacità di consacrare la Russia

Giovanni Paolo II è stato sempre consapevole che il compimentodella Consacrazione della Russia richiesta dalla Madonna di Fatimaera la vera dimostrazione del legame del papa cattolico conquell’Evento. Perciò ha cercato più volte di adempierla, ma senza mairiuscirvi. Che mistero cela quest’impossibilità spirituale?

Nel 1979 Mons. Pavel Hnilica, ricordando a Giovanni Paolo IIl’importanza di fare quella consacrazione, avrebbe ricevuto comerisposta che la Chiesa Cattolica non ha giurisdizione spirituale sullaRussia. Come se non fosse dogma cattolico che la regalità delSignore, rappresentata nella Chiesa dal Successore di Pietro, è estesaa tutta la terra, ribadito dai Papi e ultimamente da Pio XI! Tra le duevisioni religiose c’è dunque un varco dottrinale e spiritualeincolmabile.

Eppure, Mons. Bertone dice che dopo l’attentato,“Giovanni PaoloII pensò allora ad una consacrazione del mondo al Cuore Immacolato diMaria e compose egli stesso una preghiera per quello che definì «Atto diaffidamento» da celebrarsi il 7.6.1981.“L’atto di affidamento del mondo, in verità richiesto per la Russia, si è

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ripetuto più volte: a Fatima nel 1982, nel Sinodo del 1983 e poi il 25marzo 1984, in tutti e tre i testi mancò sempre la menzione esplicita esolenne della Russia e la partecipazione pubblica ed universale deiVescovi. Questa incompiutezza è stata confermata da suor Lucia alNunzio inviato dal Papa nel 1982, da Sua Beatitudine Beltritti nelSinodo del 1983 e, dopo il 1984, da Lucia, ma anche dai fatti perchéil comunismo continuò a dilagare ovunque.Quanto ai Sinodi del 1983 e del 1985 a Roma. si possono raccontarealcuni particolari – Nel Sinodo del 1983 l’argomento centrale era lariconciliazione e la penitenza che servì più per scusare la Chiesa eallargare ancora il dialogo con un mondo sempre più scristianizzato,che per richiamare alla conversione. Quanto a riferimenti mariani o aFatima ve ne fu soltanto uno di passaggio di cui parleremo in seguito.

A questo punto l’Arcivescovo filippino di Davao, Mabutas y Lloren,era la 17a congregazione del 15 ottobre, ritenne che non potevaevitare una osservazione da fare ai suoi colleghi:“È davvero stranoche trattando della riconciliazione si sia fatto silenzio sulla personache la Chiesa invoca comeRefugium peccatorum,la SantissimaVergine Maria!”.

Non deve meravigliare che il giorno dopo questo richiamoGiovanni Paolo II abbia voluto ripetere in quella sede, parola per parola, l’atto di consacrazione del mondo alla Madonna che avevafatto a Fatima il 13.V.1982. Inutile dire che anche allora non fupronunciato il nome della Russia né fu chiesta la partecipazione deivescovi del mondo.

Quanto al breve intervento su Fatima, esso è venuto dal Patriarcalatino di Gerusalemme, Giacomo Beltritti, che ha patrocinato unanostra conferenza sul Segreto di Fatima alla vigilia del Sinodostraordinario dei vent'anni del Vaticano II, il 24 novembre 1985,nell’Augustinianum(a pochi passi dal S. Uffizio).In quella circostanza ho

ricordato davanti al Patriarca e a tutti la sua testimonianza sullanecessità di rispondere al Messaggio della Madonna di Fatima e laresistenza ad esso incontrata nella stessa Roma, una situazione che siconfermava in quel 1985.

Quando dopo la conferenza sono andato a trovare il Patriarca nellaresidenza di Sant’Anna in Vaticano, insieme all’avvocato Di Antoniodi Pro Roma Mariana, mons. Beltritti ci ha fatto sapere che era statorimproverato dal Segretario di Stato per aver patrocinato il Convegnosu Fatima. Non passò molto tempo e fu sostituito da mons. Sabathnel Patriarcato latino di Gerusalemme.

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Questo e tanti altri fatti possono dare l’idea di come chi si occupadi Fatima è soggetto a pressioni “superiori”. Figuriamoci suor Lucia!Tale considerazione rinforza la tesi di Fr. Michel sulle difficoltàenormi di Lucia, non solo quando ha scritto il Segreto, ma neltestimoniare il Messaggio. Una profezia di tale gravità che si realizzadavanti ai nostri occhi, riguardante la Chiesa minata dal suo interno,rende la povera suora sempre più vittima di una sindrome da pauradel Segreto di Fatima, anche se per ragioni opposte a quelle dei capiresponsabili.

Cosa impediva la Chiesa di Roma di compiere la Consacrazione?Poiché in tutti questi atti furono evitate la menzione della

conversione della Russia e l’unione effettiva dei vescovi nellaconferma dell’ azione apostolica del Papa, si deve constatare che la

consacrazione richiesta nel Messaggio di Fatima (se mai fossepossibile la celebrazione di tale “atto solenne e universale”riguardante la Fede da parte di chi ritiene che la “giurisdizione” delpapa è confinata a Roma) rimase comunque incompresa e raggirata.Se poi Suor Lucia confermò personalmente che tale consacrazionecorrispondesse a quanto voleva la Madonna, non lo fecespontaneamente, ma dopo la richiesta insistente del Vaticano e solocon la lettera del novembre 1989, con cinque anni di ritardo. Questoperché probabilmente lei non immaginava che tale atto ditestimonianza solenne e universale della fede nell’intervento delSignore nel mondo, a richiesta del Suo Vicario, potesse esserecompiuto tenendo segreto quanto richiesto dalla Madre di Dio. Per questa ragione, negli anni precedenti al 1989, Suor Lucia facevasapere, come poteva, che la Consacrazione era ancora da farsi.

Alle molte testimonianze di ciò aggiungo la mia. Ero con ilreverendo inglese Robert Bellwood quando il Padre Messias Coelho,in una stanza della Pensione Solar da Marta di Fatima, ci ha

informati, in modo tanto esplicito quanto ingenuo, dell'istruzionearrivata allora dal Vaticano per Suor Lucia e per diversi ecclesiasticilegati all'apostolato di Fatima, tra cui egli stesso, P. Pierre Caillon ealtri, a proposito della consacrazione della Russia: - LaConsacrazione era già stata fatta ed il Cielo si era degnato di accettarequell’atto. Bisognava dunque smettere di importunare il Santo Padrecon tale richiesta -. Era allora presente anche l'editore inglese diun’Apologia di Mons. Lefebvre, che come P. Coelho, si è adeguatoanima e corpo, come tanti altri, alleistruzionivaticane. Dunque, la“consacrazione” doveva essere riconosciuta per “decreto papale”, e

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c’è sempre chi ama i decreti.Ancora nell’89, ho comunicato queste pressioni vaticane ad alcune

persone che seguivano la questione di Fatima, perché volevo che sisapesse quanto oggi ripeto: che il Vaticano attuale si serve della suaautorità per dettare alla coscienza di Suor Lucia e ad altri, quel che sideve dire e pensare riguardo al Messaggio di Fatima.

Prevalse purtroppo il timore di dover arrivare alle conseguenze ditali contraddizioni, come se ciò potesse parimenti nuocere allacredibilità del Messaggio intero. La mia comunicazione non ha avutoeffetti.

Ormai il Vaticano avevadecretato che la consacrazione dellaRussia era stata compiuta(in pectore)da Giovanni Paolo II. Avevoappreso tale disposizione del Vaticano visitando a Roma il cardinale

Gagnon, furioso che il suo Consiglio per la Famiglia fosse intasatodalle migliaia di lettere richiedenti la consacrazione della Russia e lapubblicazione del Segreto. Egli interruppe bruscamente il dialogoquando ricordai l'attenzione che i cattolici devono alla Profezia diFatima.

Ero al corrente, pur disapprovandola, dell’iniziativa per cui cassedi lettere erano arrivate al Vaticano grazie al cardinale ucrainoLubachinsky, che mi aveva confessato il suo fastidio nell’essernecoinvolto, a causa della promessa fatta al cardinale Slipyj che,durante la sua vita, aveva spesso dimostrato di volersi occupare delMessaggio di Fatima, come ultimo ricorso per la difesa della Fede.

È giusto ricordare qui che l’eroico cardinale Slipyj, essendotestimone della disastrosa crisi della Fede, consacrò a Roma duevescovi che gli succedessero, tra cui non vi era Lubachinsky, senzarichiedere l’assenso di Paolo VI. Parimenti, si può dedurre da alcunenotizie che la principale ragione per cui il Patriarca di Mosca nonaccetta oggi nessun contatto con Wojtyla riguarda il massacro a cui

porta la fede cristiana con le sue deleterie apertureecumeniste. 4ª. Protagonismo sull’ora culminante della storia.

Se prima Giovanni XXIII e Paolo VI hanno voluto archiviarequesta visione segreta, ora il loro successore la vuole ‘aggiornata’ daun’interpretazione che lo mette al centro della storia e del martiriodella Chiesa. La comunicazione del cardinale Angelo Sodano,Segretario di Stato vaticano, al termine dell’oceanica concelebrazione

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del 13 maggio p.p. presieduta da Giovanni Paolo II a Fatima,pronunciata in portoghese, conteneva la notizia che il Segreto sarebbestato svelato. In essa si dice che Giovanni Paolo II voleva attribuire aquel suo pellegrinaggio uno speciale valore e rinnovato gesto digratitudine verso la Madonna per la protezione a Lui accordata“chesembra toccare anche la cosiddetta terza parte del «segreto» di Fatima.Tale testo costituisce una visione profetica paragonabile a quelle dellaSacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degliavvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondofatti che si distendono nel tempo in una successione e in una durata nonprecisate. Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che esseredi carattere simbolico.La visione di Fatima riguarda soprattutto la lottadei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immanesofferenza dei testimoni della fede dell'ultimo secolo del secondo millennio.

È una Via Crucis interminabile guidata dai Papi del ventesimo secolo.Il Prelato ha detto prima, giustamente, che il Segreto di Fatima

riguarda il “punto culminante della storia”. Qui si conferma, però,com’è stato accennato prima, l’intenzione di dirottare questomomento culminante, motivo del Segreto, dalle questioni di fede allepersecuzioni comuniste. Si dovrebbe allora chiarire perché è rimastosegreto ciò che era già presente nella seconda parte del Messaggio;forse per compensare il silenzio sul comunismo del Vaticano II ?

Secondo l'interpretazione deipastorinhos, interpretazione confermataanche recentemente da Suor Lucia, il «Vescovo vestito di bianco» cheprega per tutti i fedeli è il Papa. Anch’Egli, camminando faticosamenteverso la Croce tra icadaveri dei martirizzati(vescovi, sacerdoti, religiosi,religiose e numerosi laici) cade a terra come morto, sotto i colpi di arma dafuoco. Dopo l'attentato del 13 maggio 1981, a Sua Santità apparve chiaroche era stata «una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola »,permettendo al «Papa agonizzante » di fermarsi «sulla soglia della morte»(Giovanni Paolo II, Meditazione coi vescovi italiani dal Gemelli, in. Insegn., vol.18, 1994, p.1061).”

Come potrebbe il Papa, primo dei martirizzati, camminare tra icadaveri dei martirizzati?Quei cadaveri, per le cui anime lui pregava,sono veramente martiri della fede o vittime delle sedizionirivoluzionarie? In ogni caso nel testo originale non c’è il termine“arma da fuoco”.

Inoltre, l’aggiornamento della data in cui sarebbe stato “piùchiaro”, serve ora ad aggiornare il suo oggetto: non più il Papa dellaFede ucciso dai colpi mortali delle sette del mondo e dalle saette

avvelenate dei nemici della Fede, ma Giovanni Paolo II colpito da

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“arma da fuoco”.Il simbolo qui sparisce e la parola che manca nel Messaggio in

portoghese, “arma da fuoco”, viene aggiunta in quello in italiano.Inoltre, tale interpretazione conduce all’idea di unaconversionedellaRussia: “I successivi avvenimenti del 1989 hanno portato, sia in UnioneSovietica che in numerosi Paesi dell'Est, alla caduta del regime comunistache propugnava l'ateismo.”

Anche per questo risultato politico, a cui avrebbe dato uncontributo decisivo, Giovanni Paolo II ringrazia la VergineSantissima. Ma per chi pensa che il Segreto parli di un eventoprecedente al 1960, essi offrono la versione di un perpetuarsidell’evento in tempi indefiniti:“Tuttavia, in altre parti del mondo gliattacchi contro la Chiesa e i cristiani, con il peso di sofferenza che portano

con sé, non sono purtroppo cessati. Anche se le vicende cui fa riferimentola terza parte del «segreto» di Fatima sembrano ormai appartenere al passato, la chiamata della Madonna alla conversione e alla penitenza,pronunciata all'inizio del ventesimo secolo, conserva ancora oggi una suastimolante attualità.

Giovanni Paolo II, che sa qualcosa di più dei suoi solleciticollaboratori, ha alluso, nella sua omelia di Fatima, all’Apocalisse 12,che parla delSignum magnum,della Donna vestita di sole e del dragorosso che, inseguendo i suoi figli,“trascina con la coda un terzodelle stelle del cielo e le precipita sulla terra”(12, 4); i chiericiaggiornati?

Qui vi è un altro paradosso: la liquidazione dell’impero sovietico ela caduta del muro di Berlino, quindi la débâcle dei nemici dellaFede, non ha in nessun modo aiutato a superare la crisi cattolica. Alcontrario. Oggi più di ieri si riscontra una disastrosa frammentazionesociale e famigliare e un’incredibile moltiplicazione di sètte.

Chi può affermare che alla sconfitta del temibile “impero del male”corrisponda una vittoria dei chierici della Cristianità, che KarolWojtyla vuole capitalizzare?

Nella sua Presentazione del Segreto di Fatima, Mons. TarcisioBertone avrebbe parlato della visione della Veggente Lucia sullamorte del Papa e del suo seguito come di un fatto passato, ora chiusodalla decisione di Giovanni Paolo II che:“ha deciso di renderepubblico il testo della terza parte del «segreto di Fatima» ... dopo glieventi crudeli del secolo XX, uno dei più cruciali della storia dell'uomo,culminato con l'attentato al «dolce Cristo in terra», si apre dunque un velosu di una realtà che fa storia e che la interpreta in profondità, secondo una

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dimensione spirituale a cui la mentalità odierna, spesso venata dirazionalismo, è refrattaria.

Tale presentazione del Segreto finisce per svelare una intenzioneprecisa:“chiudere un tratto di storia, segnata da tragiche volontà umanedi potenza e d’iniquità...”. Ma chi può dire che il momento in cui lavolontà di potenza e iniquità, figurata dalla simbolica eliminazionedel Papa cattolico e del suo seguito fedele, è chiuso? Solo chi nontiene conto di quel che il Papa rappresenta, cioè la Fede del Diocrocefisso che sarà perseguitata fino alla fine dei tempi; persecuzionesvoltasi in ambito sociale, ma attuata anche nell’ordine spirituale. Diciò si sarebbe dovuto trattare qui, puntando alla Città demolita, allecause di tale rovina e non solo alle figure di linguaggio che sono nellasua rappresentazione simbolica. È il profondo senso spirituale e anchestorico di questi fatti virtuali quel che conta, sebbene la loro visionepossa sembrare per alcuni solo pia, o arcaica, o surrealista. C’è dietrodi essa l’attentato storico al Cattolicesimo, che si può capire solo allaluce della mutazione operata nella Chiesa, di cui la censura delSegreto di Fatima fu un segno evidente. Si trattava di lanciare laChiesa nell’avventura dellaglobalizzazione religiosaper un nuovoordine mondiale,evitando però i sospetti e gli allarmi che la visionedel Segreto avrebbe suscitato. Il 1960 ha segnato, infatti, l’inizio diuna silenziosa ma clamorosa rivoluzione per mutare la Chiesacattolica ed erigerne un’altra, conciliare. A tal fine i suoi fautorihanno cercato di annullare o adattare il Segreto di Fatima, che sipresenta come uno specchio della tradizione. Poiché la persecuzionereligiosa è in atto e in piena forza, pure Fatima andava aggiornata.

L’aggiornamento di Fatima - Bisogna quindi chiedersi: taleattentato al «dolce Cristo in terra»...«fatto culminante del secoloXX», riguarda la Fede rappresentata dal Papa cattolico, o la personadi Giovanni Paolo II? L’attentato che egli subì nel 1981 difficilmentepuò essere considerato un attentato alla Fede e nemmeno può essereidentificato con quello della visione di Fatima. Quanto è escluso dalbuon senso di alcuni vescovi, preti e giornalisti, è comunque, per ilVaticano attuale, l’idea da divulgare.

Con tale forzatura si antepone un uomo a Chi il Papa rappresenta.In questo modo il cuore del Segreto, il fatto culminante del secolo,non riguarderebbe più la Fede, ma un uomo, per cui si afferma:“Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne”.

Allora dovrebbero spiegare perché dovesse essere taciuto, e perché

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la sua Terza parte, sulla città rovinata, è limitata a ciò che era giànella seconda parte, ossia quella sui“danni immani che la Russia, nellasua defezione dalla fede cristiana e nell'adesione al totalitarismo comunista,avrebbe recato all'umanità?”

La gran defezione dalla Fede in Occidente non è forse la più graverovina, l’origine di ogni altra rovina? Come mai Giovanni XXIII,Paolo VI e poi Giovanni Paolo II, ricevendo la terza parte del«segreto di Fatima», annunziato da un angelo che invoca penitenza ...“hanno deciso di rinviare la busta sigillata al Sant'Uffizio con la decisionedi non pubblicare il testo e di non rivelare la terza parte del «segreto» ?

Tutti i fatti sembrano indicare che allora il rispetto-timore riguardoall’URSS superava di molto la volontà di denunciare i poteri delmondo nemici del Papa massacrato.“Ciò non riguarda il miotempo”, avrebbe detto Giovanni XXIII dopo aver letto il Segreto.Fatto sta che da allora, in nome dell’umiltà, è il culto dellapersonalità a sostituire il triregno papale, simbolo del triplice poteredi Cristo.

Un testimone del dialogo clericale con gli errori della Russia

Durante il nostro convegno su Fatima, che contò sei interventi intre lingue e la recita del Santo Rosario, non ci fu tempo per altro epurtroppo non si è potuto soddisfare la richiesta di un anzianopopecon una lunga barba che chiedeva di parlare della Russia. Egli ètornato più tardi per dire che la questione centrale sul Segreto non erastata trattata. Secondo quel religioso i Cattolici dovrebbero capire chela priorità attribuita dalla Madonna alla conversione della Russiaimplica un piano superiore, che assume un’importanza senza parinella storia dell’Ordine cristiano sulla Terra. Adesso si sa che ilmomento di quella richiesta corrispondeva ad una congiuntura

politico-religiosa speciale.Il Nemico di Dio e degli uomini conoscendo l’attenzione dellaMadre di Dio per la Russia in quell’ora, ha rivolto tutte le sue insidiecontro l’adempimento delle Sue richieste. Era il momento dellagrande mobilitazione di forze ostili a Fatima e proprio riguardante laRussia. Sono alcuni fatti poco conosciuti di cui si deve tener contoper riconoscere meglio sia i disegni del Cielo, sia le trame infernaliper farli fallire.

Vi furono all’epoca contattipoliticiall’insaputa di Pio XII tra unaltolocato in Vaticano (Mons. Montini) e i capi sovietici, arrivando

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fino a Stalin. Su cosa potevano trattare allora? Ci sono indizi che duefurono le principali questioni prospettate in tali incontri: laconvocazione di un “concilio” per favorire l’unione di tutte le chiesecristiane; la collaborazione per l’edificazione di un nuovo ordinepopolare e democratico da lanciare in scala universale. Il seguito diun simile “compromesso storico” di ambito mondiale è andato benoltre gli indizi. L’idea deve essere piaciuta a Stalin, che la applicò per allargare il dominio del governo sovietico al campo religioso. Taleunione fu, infatti, applicata subito in Ucraina nel pseudo Concilio diLeopoli del 1946. Per bocca di sacerdoti, convocati dal poterepolitico, fu dichiarato il ritorno dei cattolici ucraini in seno allaChiesa ortodossa russa, e quindi la loro cessata unione con Roma. Ivescovi cattolici non allineati all’idea furono arrestati e si instaurò

una persecuzione ai cattolici da parte del Patriarcato di Mosca, chedura ancora. Come si vede, la questione si è notevolmente complicataquando i perseguitati ortodossi divennero a loro volta persecutori,comportandosi davanti ai fedeli come se quelle manovre fosseun'invenzione dei nemici dell'Unione Sovietica. Anche questa politicaè durata a lungo e in modo consolidato con l'insediamento dipatriarchi e metropoliti indicati dal governo comunista.

L’asservimento della gerarchia ortodossa russa ha avuto per compito primario l’esaltazione delle conquiste sovietiche e la ne-gazione di ogni forma di pressione religiosa. Dopo aver ripassatoquesti fatti, ormai pubblici e notori e denunziati anche dal cleroortodosso(vedi isamizdat religiosi, le dichiarazioni di Padre Jakunin, diPadre Dudko, di Lev Regelson, nel libro "La tragedia della Chiesa russa"),il religioso parlò del crescente mistero dell’iniquità per cui, unagerarchia romana che accreditando la gerarchia sovietizzata, invece dirappresentare le sue principali vittime: i capi religiosi che, come ilcardinale Slipyj, resistevano a questo inganno, minavano la

credibilità della loro testimonianza cattolica. Questo fatto si èconfermato con l'accordo tra il Vaticano e Mosca quando, per consentire la presenza di osservatori ortodossi russi nel Vaticano II, siaveva assicurato al Cremlino che il comunismo non sarebbe statooggetto né di discussioni né di condanne; un compromessoconfermato spontaneamente nella "ostpolitik " vaticana! Non è forseemblematico quanto si eviti, nel "mondo libero", di dare notizia sulladimensione delle persecuzioni alla Chiesa nel mondo marxista?

Questa strana indifferenza a "fatti" così gravi, ha uno strettorapporto con la Profezia che li aveva predetti. È un fatto che il

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"Messaggio" della Madonna di Fatima, che offriva i mezzi e lapromessa di soluzione per i mali profetizzati, che prediceva che laRussia avrebbe sparso i suoi errori e suscitato guerre e persecuzionialla Chiesa, in tutto il mondo, se non fosse stata ascoltata, continui adessere avversata o aggirata. Il testimone russo ha concluso: “Soquanto sia difficile per i cattolici accettare un sospetto che riguardi ilPapato, ma fino a quando non si vorrà capire quanto succede inVaticano, alla luce dello stesso Magistero papale, non si potrà trovareaiuto nel Segreto di Fatima, e per conseguenza, resistere ai maliincombenti sul mondo e sulla Chiesa. Saranno i fatti a dimostrare cheil piano di un congresso delle religioni del mondo è una realtà inpiena evoluzione (si era nel 1985).

“Un segno culminante di questa minaccia sarà legato agli errori

sparsi dalla Russia. Quando vedrete un “concilio” per l’unioneecumenica riunirsi in un luogo santo ed essere presieduto da unasomma “autorità” romana, che autorizzerà ogni religione ad usare lechiese cristiane, chiedendo ai cattolici di abbracciare ogni dissidenza,politica e religiosa, è tempo che tutti riconoscano che la desolazioneprofetizzata a Fatima è insediata a Roma”. Queste paroleimpressionanti del testimone russo si sono verificate e non più tardidi un anno da quel Sinodo e dal Convegno romano.

Nella cerimonia ecumenico-pacifista di Assisi, alla destra diGiovanni Paolo II, c'era il metropolita sovietico Filarete, che negavaperfino l'esistenza dei cattolici ucraini, e un po' più in là c'era ilCardinale Lubacivski, successore del Cardinale-perseguitato Slipyj,che ha dovuto resistere alle istanze di altolocati vaticani (Etchegaray),desiderosi di arricchire quella cerimonia pacifista con un pubblicoscambio di baci-abbracci tra il rappresentante degli ucraini, che eranoallora perseguitati, e quel rappresentantereligiosodegli oppressori!Inoltre, le chiese di Assisi furono in quell’occasione “distribuite” tra i

diversi culti religiosi e sul tabernacolo della Chiesa di S. Pietro, nelposto del Crocefisso, fu collocata dai buddisti l’immagine delBuddha. Per contro, un’immagine della Madonna di Fatima, portataper quelle celebrazione da devoti della Calabria, rimase “fuori lemura” per non disturbare il clima ecumenico lì instaurato; unapaceecumenica opposta alla fede cattolica. Era dunque vero che dai tempidella II Guerra mondiale erano in atto grandi manovre ecumeniste,liturgiche e dottrinali, per asservire il Cristianesimo ad una grandeecumene mondialista che avrebbe riunito, in nome della pace in terra,ogni ideologia e religione.

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Così, da quando Giovanni XXIII ha archiviato il Segreto diFatima, per inaugurare il Vaticano II libero dalla‘profezia disventura’ , una Chernobyl di errori, riconducibili in gran parte alcomunismo, cioè agli errori‘sparsi dalla Russia’,dilaga ovunquecausando la scristianizzazione del mondo e una sorta di mutazionegeneticanella stessa Chiesa.

Se è vero, come crediamo, che “la Madonna apparsa a Fatima cirichiama a... valori dimenticati, a questo avvenire dell'uomo in Dio...”,ciòriguarda prima di tutto una riconversione generale alla Chiesacattolica, a cominciare dalle vittime dell’ubbidienzaagli innovatoridel Vaticano attuale, che sono d’ostacolo all’aiuto divino offerto aFatima. Quanto alla conversione della Russia, che dire? Si puòignorare che la rovina della chiesa conciliare precede di molto il

collasso di quella rivoluzione?Tale affermazione non è forse dettata più da una decisione che daifatti? Invece, la crisi della Fede, che molti cattolici vedono comemotivo centrale del Segreto, non è un fatto indiscutibile? Forse per Ratzinger la crisi e l’apostasia della fede non implicano nessunmistero perché sarebbero fatti normali dei tempi moderni! Cosasignifica che il velo del futuro non viene squarciato? Il futuro inrapporto al 1917, 29 e 60, per dire alcune date del Segreto, non fumesso in luce da esso ?

Così, la testimonianza che spetta oggi al cattolico è doppia;riguarda la doppia verità storica, ad un tempo sublime e terribile:

- della Redenzione personale e sociale degli uomini dalladecadenza, che ha per mezzo ordinario l’azione della Chiesa e delPapa e per ricorso straordinario nei nostri tempi l’intercessione diMaria;

- della perfidia umana che ha per punto culminante oggi ilnuovoordine ecumenistadei pastori conciliari.

A queste due visioni opposte corrispondono ancora oggi due voci:La prima di Gesù Cristo, morto in croce per convertireognicreatura, innanzi tutti i Giudei, al Vangelo:“Chi crederà e saràbattezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,16).

La seconda che dice:“Tutti i giusti del mondo, anche quelli cheignorano Cristo e la Sua Chiesa, sotto l’influsso della grazia, e chi cercaDio col cuore sincero, è chiamato a edificare il Regno di Dio.” (GiovanniPaolo II, 6 dicembre, 2000, riportando l’insegnamento del documento del Vaticano

II Lumen Gentium -16 ).

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I termini qui sono tutti ambigui. Chi è il giusto che ignora Cristo?E lo fa per ignoranza o per indifferenza invincibile? E la grazia è dataper la conversione o per sostenere quella buona fede? Perché allora ilRegno di Dio è qualcosa da edificare non con la Fede divina, ma conla sincerità umana. Una frase infelice di Giovanni Paolo II? No; essaè in linea con altre sue dichiarazioni precedenti, con le nuove dottrinedel Vaticano II, col nuovocatechismo, ecc., anche nella loroambiguità. Del resto, la riunione delle grandi religioni di Assisi eogni incontro inter religioso lo conferma, specialmente quelli coiGiudei, che non avrebbero bisogno di convertirsi a Cristo perchérimangono nella fede dell’Antica alleanza. Per la nuova religioneconciliare, quindi, non è necessariopredicare il Vangelo in tutto il mondoper convertireogni creatura,perché non è vero che solo“chi

crederà e sarà battezzato sarà salvo,mentre “chi non crederà saràcondannato”.A questo punto la fede sarebbe superflua per la salvezza!

Nemmeno Lutero avrebbe accettato le affermazioni per cui KarolWojtyla dispensa la necessità della fede. E se la fede rivelata è ridottacosì, figuriamoci il Messaggio di Fatima sulla necessità diconversione alla Fede cattolica per arrivare alla pace! Ecco che ilsupremo flagello per la Chiesa e per il mondo oggi è l’inganno per cui chi si presenta come Vicario di Cristo e garante delle chiavi delSuo sangue, fa intendere che non c’è bisogno di Lui per l’ordine delmondo e per la salvezza delle anime.

Le conseguenze mondiali della profezia disattesa - L'importanzadel messaggio profetico si conoscerà o nel compimento delle suepromesse o nel tragico avveramento dei suoi avvisi disattesi. Infatti,la Russia ha continuato a spargere i suoi errori senza grandiresistenze. Da quali idee era favorita quest’azione, e da quale chiesagiustificata? Perché c’è un rapporto tra questa rivoluzione “in vested’agnello” e l'avviso di Fatima. Si tratta del rapporto morale con lastessa idea di autorità. Questo rapporto riferito all’Autorità divinacostituisce la spina dorsale del vero pensiero cattolico. Al contrario, il“pensiero democristiano” ritenendo le ideologie rivoluzionariemediatrici dell’autorità popolare, cui aspira partecipare, affluisce aquesti ed altri piani pensieri e connubi, di cui si fa, a sua volta,mediatore. Sono imbrogli e compromessi che sono un veroadulterioreligioso, frutto della coscienza che ha rinnegato la vera dottrinacattolica, ma che sono moneta corrente nella Chiesa conciliare. Il suo

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risultato è stato inevitabile: la scristianizzazione universale.

Le conseguenze religiose della profezia trascurata

Nella Profezia di Fatima la Madonna dice che lei sola può ottenerela pace nel mondo. Ma il miracolo di Fatima non portò alriconoscimento del suo Messaggio. Eppure, ci fu l'attenzione di PioXII; l'avveramento dei mali che preannunciava; il riconoscimentodato da alti prelati, come il cardinale Ottaviani al suo carattereprofetico; la sua ragion d'essere, poiché l'Apparizione è avvenuta per portare il Messaggio e il Miracolo del sole per accreditarlo con unsigillo divino. Il giudizio definitivo spettava alla Chiesa che, assistitadallo Spirito di Verità, è infallibile in materia di Fede. Il guaio è che

la carità dei capi della Chiesa, per attuare quanto richiesto col segnodella Volontà divina, si rivelò fallibile. Torniamo quindi al messaggiodel 13 luglio 1917:“Per salvarle (le anime dall'Inferno), Dio vuolestabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se lorofaranno quel che Io vi dirò, molte anime si salveranno e avrannopace!…altrimenti …”. Il Signore si riferiva a quei «loro» che hannoper missione rappresentarLo per stabilire nel mondo il suo Regno e lasua Giustizia. Pare che, da Papa Della Chiesa a Papa Pacelli. siaprevalsa una diplomazia che taceva sullaMadonna politica.Ecco chelo spirito conciliare ha preso il controllo e stabilito la sua Chiesa delVaticano II. Così, viene da domandarsi: come mai le deviazioni sullasufficienza e autonomia umana hanno potuto attecchire, pur se inmodo dissimulato, nella Chiesa?

Come mai il progetto del Vaticano II, per aggiornare la Chiesa ainuovi tempi, è stato possibile dopo soli quattro anni dalla morte diPio XII? Non erano quei gerarchi e chierici gli stessi del tempo diPapa Pacelli, al tempo del quale gli errori moderni erano condannati?

Non fu proprio lui ad elevare Roncalli a Patriarca di Venezia eMontini ad arcivescovo di Milano? La spiegazione per la mancanzadi visibilità è il buio e ora si può ripetere senza paura di sbagliare cheil fumo di Satana era già penetrato nella Chiesa divenendo così fittoche i gerarchi e chierici avrebbero perso sempre più la visionespirituale. E così, dalla pancia di quel cavallo di Troia virtuale, giàpresente da decenni in Vaticano, sono usciti i capi della nuova chiesa:modernista e ecumenica, per l’assalto finale al Papa e ai testimonicattolici della Chiesa di Dio: ilMistero d’iniquitànel Luogo Santo.

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Dice Gesù:“Chi riceve il profeta come profeta ha i benefici del profeta”.Riguardo alla Profezia di Fatima, tutto dimostra che questoestremo aiuto non fu accolto. Il grande problema, quindi, è che laCittà cattolica non ha accolto dovutamente la Profezia di Fatima epriva di questa difesa divina non è stata risparmiata dal flagelloincombente della grande apostasia sopravvenuta con l’avvento dellaRoma conciliare. Poiché le profezie divine sonocondizionali, a causadella libertà umana di poterle accogliere o meno, non è ciò che rendeesecutivii loro termini? Un esempio biblico è quello del profetaGiona:“In quaranta giorni Ninive sarà distrutta”.Poiché il re diNinive e il suo popolo accolsero l’avviso e seguirono la via dellapenitenza, la città fu risparmiata. Roma cattolica, invece, non haaccolto l’avviso di Fatima. Ecco che la profezia si è compiuta: il papa

cattolico è stato eliminato.Un fatto assurdo? In verità, l’elevazione al Soglio di Pietro di unchierico di fede malferma, modernista e di pensiero massonico, comeRoncalli, secondo la legge della Chiesa è nulla per Diritto divino.

Quale altro diritto può regolare la vita della Chiesa se non quelloderivato dalla volontà divina rivelata, che ha istituito la Chiesa conuna legge che la ripari dai suoi demolitori?

Il Papa cattolico ha una funzione vicaria. Essa è autentica in quantosi ricollega a quella di tutti i papi precedenti, per quanto concerne laFede la sua difesa e lo svolgimento della missione della Chiesa.

Dove la luce della Mediazione di Maria non fu ammessaimperarono le tenebre. Nella Sede della Verità si è insediatol’inganno.

Riguardo l’inganno dottrinale e liturgico, il lettore può verificarloin un’abbondante letteratura, di cui si farà riferimento nellabibliografia di questo libro. Quanto al tempo dei papi conciliari, sarà

oggetto di un altro mio libro. Qui si dovrà parlare della censura edepistaggio riguardo il Segreto di Fatima. Dopo il Papa Pio XII nonsolo è stato cancellato in Vaticano quel senso cristiano che lega laReligione alla Storia umana, quella visione della contrapposizioneoriginale e perenne tra bene e male, tra Cristo e Belial, tra vero efalso, tra Cristianesimo e Rivoluzione, tra il Papa cattolico e i falsiprofeti conciliari, che spiega il corso lamentabile della storia presente;ma con la scomparsa di questo senso cristiano è anche scomparsa lavisione dei disegni divini per la salvezza delle anime. Niente è piùcatastrofico.

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segreto o mistero

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